Bertoli e i suoi ospiti

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'Bertoli e i suoi ospiti'

'Bertoli e i suoi ospiti'

Commedia brillante di Sergio SCRIBANO

Atti due

TRAMA

         Giorni nostri. Gregorio Bertoli è un tranquillo professionista sposato con Teresa da più di vent'anni. Da quasi un anno convive in casa loro, oltre alla figlia ventenne Adriana, Arturo, un quarantenne inoccupato per scelta, che sopravvive grazie all'ospitalità del cognato, Gregorio, e della sorella, Teresa, e di qualche piccolo prestito che gli concedono per tirare avanti. Adriana, studentessa modello, è fidanzata con un giovanotto ancora sconoscono ai suoi genitori, e che per sua sventura porta un nome strano: Agnello. Gregorio non sa nulla del fidanzato della figlia, con quel nome a suo modo di vedere inquietante, cosicché, per timore che il sedicente giovanotto sia solo infatuato delle sue fortune e non dalla figlia, ha messo in giro voci false su un presunto stato di crisi finanziaria che ha colpito lui e la sua famiglia. Lo scopo naturalmente è quello di esplorare l'intenzione del ragazzo, a cui queste voci giungeranno all'orecchio, ma nel quartiere il passaparola ruota talmente in fretta che un famoso usuraio si presta con solerzia per offrire i suoi servigi ai nuovi clienti. Gregorio non ha bisogno di prestiti, a differenza di Arturo, a cui una piccola boccata di ossigeno in lire italiane potrebbe fare comodo. Emilia è un'amica della famiglia Bertoli e loro vicina di casa, ha un passato da mangiatrice di uomini e divoratrice di matrimoni; non ama nascondere la sua avversione per l'altro sesso, ma sembra non saperne fare a meno.

         E' il giorno in cui Agnello conoscerà la famiglia di Adriana e per l'occasione è stata invitata a pranzo la cara amica Emilia, la quale, quel giorno stesso, scopre di essere incinta di un uomo, all'oscuro di tutto, per il quale vuole mantenere l'anonimato. Il fatto di essere stata Adriana a ritirare il test di gravidanza a nome di Emilia, fa credere ai suoi genitori che la cara figlia sia incinta di quel giovanotto che sta per entrare in casa loro. Ma attenzione, in questo stesso giorno, in casa Bertoli, si fa vivo il benevolo signor Lupo, il famoso usuraio, che consegna una bella quantità di denaro, a tasso da capogiro, a Gregorio Bertoli, o almeno a colui che crede essere tale.

         A questo punto la situazione è molto complicata: Arturo accetta i soldi dall'usuraio, spacciandosi per Gregorio; Teresa e Gregorio Bertoli credono la figlia incinta di Agnello e tentano di farla confessare, senza mostrare ombra d'agitazione; Teresa, Adriana ed Emilia credono che Gregorio sia davvero in difficoltà finanziarie e si propongono di affrontare da sole il signor Lupo; il signor Lupo riprende i suoi soldi, ma ritorna in casa Bertoli per rubare ... qualche spicciolo; Agnello confonde Gregorio ed Arturo con le sue malattie; eccetera eccetera.

         Tutto è pronto per il pranzo e non rimane che augurare buon appetito alla famiglia Bertoli ed ai loro ospiti.


'Bertoli e i suoi ospiti'

Commedia brillante di Sergio SCRIBANO

Atti due

PERSONAGGI e PROFILI:

Gregorio    Bertoli (capofamiglia)

         Uomo sui cinquant'anni. Irascibile.

Teresa        (moglie di Gregorio)

         Donna sui quarantacinque. A tratti ingenua.

Adriana     (figlia di Gregorio e Teresa)

         Ragazza ventenne. Pacata.

Agnello      (fidanzato di Adriana)

         Ragazzo ventenne. Bonaccione.

Arturo       (cognato di Gregorio)

         Uomo sui quarant'anni. Indifferente. Sprezzante.

Emilia        (amica di famiglia)

         Donna sui quaranta. Sicura. Combattiva.

Sig. Lupo   (usuraio)

         Uomo sui cinquant'anni. Strano. Caratterizzabile.

Luciano     (guardaspalle del signor Lupo - nessuna battuta -)

         Uomo. Coatto.

s. n.            (altro ladro)

         Uomo. Professionista del crimine.

SCENOGRAFIA

         Ingresso-soggiorno di casa borghese con mobilia varia (con cassetti e sportelli), poltrone per tre, scrittoio e telefono. Alle due estremità le uscite. Una sul resto della casa, l'altra fuori.

        

         ORDINE DI APPARIZIONE:

         Gregorio - Adriana - Arturo - Teresa - Signor Lupo - Luciano - Emilia - Agnello - Altro ladro.

'Va via' si riferisce al momento in cui il personaggio lascia la scena dalla porta (o uscita) d'ingresso, mentre 'esce' si riferisce all'altra porta (o uscita). 'Porta' può intendersi genericamente come una delle due uscite.

Fatti e personaggi sono frutto di semplice fantasia.

Durata circa quaranta minuti ad atto.

Atti due.


ATTO I

         Sulla scena Gregorio; dorme su una poltrona rivolto al pubblico. Da dietro giunge la figlia, Adriana, (ha in mano un casco da motociclista) si muove silenziosa alle sue spalle, spostando oggetti posti sulla mobilia, chiama il padre una volta, poi un'altra e poi un'altra ancora. L'uomo, in dormiveglia, ogni volta che sente il proprio nome, apre gli occhi ma non vede nessuno davanti a sé e torna a chiuderli. Dopo un po' la figlia (sempre dietro) lo chiama per la quarta volta con più vigore e lui spaventato sussulta.

ADRIANA          - PAPA'!

GREGORIO       - AHH! ... (spaventato) Non potresti essere più delicata?

ADRIANA          - Ma se provo a svegliarti da cinque minuti!

GREGORIO       - Se stai dietro e non ti fai vedere, come potrei svegliarmi. ... Che c'è? (prende il quotidiano che gli era scivolato sulle ginocchia e lo legge seguendo la figlia)

ADRIANA          - Ti ricordi che a pranzo viene lui. (mentre indossa un giubbotto e lo prova tra i riflessi dei mobili)

GREGORIO       - Lui chi?

ADRIANA          - Come lui chi? Lui Agnello.

GREGORIO       - Agnello, hai ragione! E quando viene?

ADRIANA          - Se l'abbiamo invitato a pranzo, verrà all'ora di pranzo! Giusto?

GREGORIO       - Certo! ... Senti Adriana è da un po' di tempo che voglio dirlo: ma questo vuole essere chiamato proprio Agnello. Sono in tanti a cambiare nome da adulti; se i suoi genitori gli hanno voluto proprio male chiamandolo così, lui, almeno, potrebbe porre rimedio con un altro nome.

ADRIANA          - E perché dovrebbe farlo, se i suoi genitori hanno voluto questo nome per lui, avranno avuto le loro buone ragioni. Quando è nato hanno previsto che sarebbe stato una persona buona, dolce e mite. ... E poi non dimenticare che ha origini partenopee e la si usa questo nome.

GREGORIO       - La, ma qua fa un po' d'impressione. Potrebbe usare un diminutivo.

ADRIANA          - Tipo?

GREGORIO       - Tipo, che so ... Agni! (si alza)

ADRIANA          - Agni?! Ma che razza di nome è?

GREGORIO       - Potrebbe inventarsene uno nuovo, conosco un tizio che si chiama Bobo e chissà che razza di nome aveva prima.

ADRIANA          - E per te Bobo sarebbe meglio di Agnello. Senti papà se Agnello ha quel nome è giusto che se lo tenga e rispetti la volontà dei suoi genitori.

GREGORIO       - Sono d'accordo, la volontà dei genitori va sempre rispettata, però, quantomeno, devi riconoscere che non è un nome comune.

ADRIANA          - (innamorata) Infatti, anche in questo è speciale. ... E' che tu non lo hai mai visto, sembra un angelo, ... è bello come tarzan!

GREGORIO       - Ma Adriana Tarzan non è un angelo, se vola è per via delle liane e non delle ali.

ADRIANA          - Ma Agnello si!

GREGORIO       - Vola?

ADRIANA          - E' come se lo facesse, ... papà è un modo di dire! Possibile che non riesci a mettere poesia tra te e le parole, sei un insensibile, ... Agnello si che è dolcissimo!

GREGORIO       - Lo hai assaggiato?

ADRIANA          - Spiritoso! ... Vado a fare un po' di shopping in centro, ti serve qualcosa?

         Entra Arturo in pigiama. Stira le braccia in alto, si è appena alzato.

ARTURO           - Buongiorno!

GREGORIO       - Buongiorno un corno! Sono le undici del mattino, ed è quasi ora di dire buon pomeriggio.

ADRIANA          - Ciao zio. Sai che oggi viene a pranzo Agnello.

ARTURO           - E ce lo mangiamo?

ADRIANA          - Battuta scontata!

GREGORIO       - Ti hanno mai detto che alzarsi ogni giorno alle undici del mattino non è una cosa normale. (si risiede sulla poltrona e sfoglia il quotidiano)

ARTURO           - Si ma io sono stato in giro fino alle cinque del mattino.

GREGORIO       - Anche quella non è una cosa normale. Cosa farà mai un quarantenne disoccupato e mantenuto dal cognato, fino alle cinque del mattino.

ARTURO           - Si cerca un lavoro per togliere finalmente il disturbo; dal momento che il mio caro cognato non ha rispetto per la mia momentanea condizione di senza lavoro.

GREGORIO       - (alza il tono della voce e si scalda) Il caro cognato ne ha fin troppa compassione, più di quella che meriti. La tua momentanea condizione è abbastanza permanente. (perde la pazienza)

ADRIANA          - Ci risiamo! Se non vi dispiace io andrei.

GREGORIO       - (urlando) E VAI, VAI!

ADRIANA          - (sorpresa per il tono del padre, si ferma) Papà io non ho detto: PAPA' IO VADO. Ho detto: papà io vado.

ARTURO           - E qual è la differenza?

GREGORIO       - Hai ragione scusa! (si alza e bacia Adriana in fronte)

ARTURO           - (incuriosito) Scusate. Tu non hai detto PAPA' IO VADO, ma hai detto: papà io vado. ... Non vedo la differenza!

ADRIANA          - PAPA' IO VADO, fa male alla circolazione, capisci ora?

ARTURO           - (guarda il casco che ha Adriana) Fa male alla circolazione stradale?

ADRIANA          - No sanguigna, idiota!

ARTURO           - Sanguigna?!

GREGORIO       - Che deficiente! ... Adriana vai e non fare tardi! (Adriana esce)

ARTURO           - (dopo riflessione) Ah, sanguigna, ci sono, ho capito!

GREGORIO       - Riflessi lenti al mattino. (si siede)

ARTURO           - (dopo qualche secondo) Senti Gregorio, dovrei dirti una cosa.

GREGORIO       - Niente prestiti.

ARTURO           - No, niente prestiti.

GREGORIO       - Niente anticipi.

ARTURO           - No, niente anticipi.

GREGORIO       - Niente soldi in generale.

ARTURO           - Ok, niente soldi in generale.

GREGORIO       - Allora che vuoi; vuoi per caso restituirmi i quindici milioni che mi devi.

ARTURO           - Neanche ci penso!

GREGORIO       - Grazie! Il tuo senso del debito mi stupisce.

ARTURO           - Sai Gregorio, ho conosciuto una donna ...

GREGORIO       - (interrompendo) Che tipo è?

ARTURO           - Normale!

GREGORIO       - (più interessato) Seni e fianchi?

ARTURO           - Piallati! ... Però è una cosa seria, vorrei invitarla a cena qualche sera, comprarle qualcosa, tirarmi su un po' io, un abito nuovo, un'auto nuova.

GREGORIO       - E allora?

ARTURO           - Mi servirebbero dei soldi.

GREGORIO       - Sbaglio o avevi detto niente soldi.

ARTURO           - Ho detto una bugia.

GREGORIO       - E ti è costata cara. Non ho intenzione di uscire una lira in più per te. Già è abbastanza che vivi in casa mia completamente gratis. Hai mai sentito dire che la gente per vivere ... lavora!

ARTURO           - (arrabbiato) Io ho sentito dire che ultimamente circola poco denaro nelle tue tasche, proprio poco. E' forse per questo che ti rifiuti di aiutare il tuo caro cognatino?!

GREGORIO       - L'hai sentito dire in giro? (si alza)

ARTURO           - Si!

GREGORIO       - (interessato) In giro dove?

ARTURO           - In giro in generale.

GREGORIO       - (tutto d'un fiato e freneticamente) In giro può essere qui in questa stanza, in cucina, in questa casa, oppure in giro nel palazzo, nel cortile, oppure in giro nel quartiere, dal fruttivendolo, dal barbiere, oppure in giro in tutta la città.

ARTURO           - (lo osserva incuriosito) Nervoso stamattina?

GREGORIO       - No, è che stavo cercando di riposare su quella poltrona, dal momento che io sono in piedi dalle sette del mattino, e mi avete scosso i nervi, prima Adriana ed ora tu.

ARTURO           - Ad ogni modo io te l'ho detto, non circolano voci confortanti sul tuo conto; ... (con ironia) in giro dal fruttivendolo, in giro dal barbiere eccetera eccetera. Anzi ti dirò di più: pare che hai proprio bisogno di soldi. ... Hai preso qualche vizio che io non sappia?!

GREGORIO       - E secondo te chi è stato?

ARTURO           - Chi è stato a fare cosa?

GREGORIO       - A mettere queste voci in giro. Eh, ... guardami, secondo te chi è stato?

ARTURO           - E smettila con questa faccia da passero imbalsamato. Che ne so chi è stato?

GREGORIO       - Io!

ARTURO           - Tu, e perché?

GREGORIO       - (di botto) Perché, ... perché tu dormi fino alle undici del mattino e torni a casa alle cinque e non hai una famiglia, e non hai neanche la minima idea di quello che sia una famiglia, una casa, una figlia; e non ti preoccupi di niente o di tua figlia perché non ne hai e non ti passa neanche per la testa di averne.

ARTURO           - Dormito malissimo stanotte. Proprio di pessimo umore.

GREGORIO       - Proprio così, sono di pessimo umore. ... Tu non capisci cosa vuol dire essere preoccupato, o lavorare per tutta la vita; memorizza il concetto mi raccomando. Grazie ai miei sacrifici ho messo da parte qualcosa per mia figlia, la quale è fidanzata, anzi follemente innamorata di un tizio di origine partenopee, una specie di artista posseduto dal demonio e che neanche conosciamo, ... che neanche sappiamo da dove spunta e quali intenzioni abbia veramente.

ARTURO           - ... e che si chiama Agnello.

GREGORIO       - Ecco bravo e che si chiama Agnello, avevo dimenticato il nome, per nulla confortante. Cosa ne so se dietro un nome così mite non si nasconda un truffatore interessato ai miei soldi.

ARTURO           - Ma non sappiamo proprio niente di Agnello. Ad esempio, a quale gregge appartiene?

GREGORIO       - E che ne so. Hai centrato il problema: non so nulla di lui. Potrebbe essere che invece di mia figlia ami il vile denaro.

ARTURO           - (con falso sconcerto) Il vile denaro, che bassezza, come può un tale giovane essere attratto da tanto materialismo.

GREGORIO       - Stai zitto tu!

ARTURO           - Scusa, ma da quale denaro è attratto se non ne hai, ... ne hai o non ne hai?

GREGORIO       - Ce l'ho, ma non ce l'ho. Ho fatto credere io di essere sul lastrico, per vedere come avrebbe agito Agnello.

ARTURO           - Grande! Hai proprio la mentalità del taccagno. Sei disposto a perdere la reputazione per un Agnello che neanche conosci.

GREGORIO       - Tu pensa alla tua di reputazione, che non l'hai mai avuta. A proposito il tuo debito produce interessi giorno dopo giorno.

ARTURO           - Strozzino!

GREGORIO       - Incapace!

ARTURO           - Spero che un giorno o l'altro qualcuno possa toglierti tutto il denaro che nascondi non so dove.

GREGORIO       - In banca, semplicissimo, il denaro si tiene in banca. Capisco che è un luogo che frequenti poco, visto che nella tua vita non hai mai prodotto una minima frazione di una qualsiasi moneta che esista al mondo.

ARTURO           - Che sei complicato. Comunque io sono stato in banca un mare di volta.

GREGORIO       - E quando sarebbe accaduto?

ARTURO           - Quando ho chiesto il prestito per aprire l'allevamento di lombrichi per la pesca. (mentre esce)

GREGORIO       - Neanche un pazzo ti darebbe soldi per le tue attività del cavolo. (mentre si siede) ... Solo io potevo farlo!

         Gregorio si rimette sul divano e chiude gli occhi. Entra Teresa con un foglio in mano, lo legge allarmata e silenziosamente; man mano con voce tremula chiama il marito da dietro. Si ripete la stessa scena con la figlia a sipario aperto. Gregorio apre gli occhi sentendo il proprio nome ma li richiude perché non vede nessuno. Poi la moglie più allarmata.

TERESA             - GREGORIO!

GREGORIO       - AHH!! ... E' possibile che tutti mi spuntate da dietro oggi. Quando decidete di chiamarmi, per favore, venite qui davanti e mi chiamate. Non è così difficile. (si alza)

TERESA             - Mamma mia che nervoso stamattina; scusa, ora ti chiamo come vuoi tu.

GREGORIO       - Ecco provaci, così impari come si sveglia un uomo che dorme tranquillamente. (si risiede e chiude gli occhi)

TERESA             - (delicatamente - stando alla farsa - lo muove con una mano) Gregorio, iuhuuh!

GREGORIO       - (sbadiglia, stira le braccia in alto) Ahhh, così mi svegliate per bene. ... Tesoro, qual buon vento?

TERESA             - (esce dalla farsa, poi allarmata) Più che vento mi porta un uragano. Ti devo dare una notizia bruttissima ...

GREGORIO       - Stasera usciamo?

TERESA             - No, Adriana è incinta.

GREGORIO       - Non ho capito l'ultima parola!

TERESA             - ADRIANA E' INCINTA! Ho trovato queste analisi sul comodino; test di gravidanza. E' qua dice: esito positivo.

GREGORIO       - Adriana chi?

TERESA             - Adriana nostra figlia!

GREGORIO       - Quella bionda, ventenne, che dorme nella sua stanzetta con tutti i peluches e che prima era qui e poi è andata via ...

TERESA             - Proprio lei!

GREGORIO       - Adriana aspetta un figlio da Agnello! (si alza)

         Nel momento entra Arturo con una ciotola di latte in mano ed una confezione di brioches.

ARTURO           - (indifferente) Nascerà un agnellino.

GREGORIO       - Non scherzare tu. Dammi queste analisi e fammi vedere. (legge le analisi)

TERESA             - Nostra figlia incinta, non capisco se è un sogno e se è tutto vero.

ARTURO           - (pizzica su un braccio Teresa) Vediamo!

TERESA             - Aioh!

ARTURO           - E' tutto vero: sei sveglia. (inzuppa le brioches nel latte e si siede dietro lo scrittoio)

TERESA             - Adriana ha solo vent'anni ed è già madre, io sono stata fidanzata per la prima volta a venticinque.

GREGORIO       - (mentre legge è colpito dalla frase della moglie) Ma se a venticinque anni neanche ti conoscevo.

TERESA             - Infatti, non ero fidanzata con te.

GREGORIO       - (tenta di rimanere indifferente, poi toglie gli occhi dal foglio) ... Perché non lo hai detto mai?

TERESA             - Perché mi sembrava una cosa stupida, eravamo due ragazzi. ... Ma sei geloso?

GREGORIO       - Geloso io? Ma vai! ... Si. Come si chiamava questo?

TERESA             - Chi?

GREGORIO       - Non fare la finta tonta: il tuo fidanzato.

TERESA             - Ma è successo trent'anni fa.

GREGORIO       - Non cambiare discorso. Il tempo non cancella certe cose.

TERESA             - Si chiamava Celestino.

GREGORIO       - Celestino?! Ora capisco perché è finito subito.

TERESA             - E chi ti ha detto che sia finito subito. (il marito la guarda geloso) ... Insomma Gregorio, Adriana è incinta e tu ti perdi in queste scenate di gelosia.

ARTURO           - (con ironia) Secondo me è molto meglio che Adriana aspetti un bambino, così si sposa con questo Agnello e non starà fino a trent'anni passando da un flirt ad un altro come ha fatto lei. (indica la sorella per stimolare Gregorio).

TERESA             - Io?!

GREGORIO       - (quasi arrabbiato) Sei passata da un flirt all'altro fino a trent'anni.

TERESA             - Insomma la situazione è già difficile, ma voi la stata complicando ulteriormente. Arturo smettila!

GREGORIO       - Parla con me, è vero che sei passata da un flirt all'altro fino a trent'anni?

TERESA             - (mentre Arturo ride) E anche se fosse stato? Nostra figlia è incinta e tu fai il geloso!

GREGORIO       - Continueremo questo discorso un'altra volta e comunque sappi che anch'io ho avuto le mie storie da giovane.

TERESA             - Ma se mi hai confessato che sono stata la prima donna per te. Allora mentivi!

ARTURO           - (interviene interrompendo) E non è tutto; ogni volta che gli parlo di una donna mi chiede: 'seni e fianchi?'.

TERESA             - (sempre più gelosa) Gregorio, cosa t'importa dei seni e dei fianchi delle amiche di Arturo?

ARTURO           - Conosco un buon avvocato esperto in pratiche di divorzio, lo chiamo?

GREGORIO       - Tu non chiami proprio nessuno! ... Cos'è questo foglio che ho in mano?

TERESA             - Le analisi di Adriana!

GREGORIO       - Vero, me ne stavate facendo scordare. Voi sapete parlare solo di donne, di seni e di fianchi. Vergogna!

TERESA             - Si, si, cambia discorso!

ARTURO           - (in risposta a Gregorio) Noi! Perché lui non ne parla mai.

GREGORIO       - ... Fra nove mesi sarò nonno con un genero che si chiama Agnello e chissà che razza di nome vorrà dare a suo figlio.

ARTURO           - Che c'è di così tanto triste. Dovreste essere contenti; pensate che festa a Pasqua, con l'agnello e l'agnellino.

TERESA             - (al fratello) Ma sei proprio deficiente, non ti rendi conto che è un momento difficile per la nostra famiglia.

ARTURO           - Per via dei tuoi e dei suoi flirt da giovani, o perché Adriana aspetta un bambino?

TERESA             - Ma per il bambino, anche se non mi va che Gregorio mi abbia mentito per così tanto tempo.

GREGORIO       - (riprendono a litigare) Anche tu non mi hai mai detto niente di Celestino.

ARTURO           - Chiamo l'avvocato divorzista?

TERESA             - Gregorio per favore vogliamo parlare di quel foglio che hai in mano!

GREGORIO       - Hai ragione! ... Tu non sapevi niente di queste analisi, Adriana non ti ha detto niente?

TERESA             - Nulla!

GREGORIO       - Ma come nulla, fra voi donne dovreste parlare di certe cose. ... L'ho sempre detto che hai un pessimo rapporto con tua figlia.

TERESA             - Secondo te di cosa avrei dovuto parlare.

GREGORIO       -  Ma come di cosa, di, ... di quelle cose, insomma siete donne.

ARTURO           - (mentre mangia) Della cicogna!

GREGORIO       - Ecco della cicogna!

TERESA             - Ma la cicogna non esiste.

GREGORIO       - Lo so che non esiste, è tanto per dire. Ad esempio, le hai mai parlato di precauzioni?

TERESA             - No!

GREGORIO       - Vedi che schifo di rapporto hai con tua figlia. ... Ed ora che facciamo!

TERESA             - Secondo me non dobbiamo fare proprio niente. Riportiamo questa lettera dove l'abbiamo trovata e facciamo finta di niente, come se non sapessimo assolutamente nulla. Aspettiamo che sia lei a parlarcene.

ARTURO           - Ecco bravi aspettate anche Agnello. Secondo me viene apposta per chiamarvi: papà e mamma.

GREGORIO       - Come sarebbe a dire aspettiamo, abbiamo la nostra unica figlia incinta di uno che neanche conosciamo e dobbiamo far finta di nulla. Ma io lo strangolo quello, lo sgozzo e me lo mangio.

ARTURO           - Il solito carnivoro.

TERESA             - Non iniziamo a fare i genitori all'antica, ricordati che siamo nel duemila. Nostra figlia è abbastanza grande e abbastanza responsabile da fare quello che vuole.

GREGORIO       - Ed io sono talmente incazzato che faccio quello che voglio.

ARTURO           - E mangiati pure l'Agnello. Carnivoro!

GREGORIO       - Tu stai zitto, fammi la cortesia di stare zitto.

ARTURO           - Madonna che situazione triste; peggio di una canzone di Masini nei periodi di depressione. ... Ha ragione lei, sei un genitore all'antica.

GREGORIO       - E tu sei un parassita moderno.

TERESA             - Smettetela. Non ho assolutamente intenzione di esasperare la situazione. Facciamo finta che questo foglio non sia mai esistito e soprattutto comportiamoci da genitori del nuovo millennio. E questo vale per tutti e due.

ARTURO           - Sai quanto me ne frega a me!

TERESA             - Da parte mia ve lo devo proprio dire: ho sempre desiderato avere un nipotino.

GREGORIO       - Ma non un Agnellino.

TERESA             - (dolcemente) Per me questo è il giorno più bello della mia vita!

GREGORIO       - Figuriamoci gli altri!

ARTURO           - Bella battuta nonno! Dammi cinque!

TERESA             - Gregorio vuoi smetterla. Non considerare tua figlia una stupida: se ha scelto Agnello avrà avuto i suoi buoni motivi; sarà un ragazzo in gamba, un padre esemplare. E poi è un pittore per hobby e un giorno potrebbe diventare famoso. Ho sempre sognato un artista nella mia famiglia.

GREGORIO       - Gnegnegneeee. Quello vuole diventare famoso con i miei soldi.

ARTURO           - L'ho sempre detto: mentalità da autentico taccagno.

TERESA             - A proposito di soldi, il fruttivendolo mi voleva regalare la frutta. M'ha detto: 'signora non si preoccupi, con questi soldi compri qualcos'altro, per me non sono nulla dieci mila', ... che si sono messi in testa tutti quanti?!

GREGORIO       - Meglio così!

TERESA             - Meglio così un corno, mica voglio fare la figura della poveraccia io.

GREGORIO       - (riflette, poi) Ok mi hai convinto. Rimetti le analisi dove le hai trovate e facciamo finta di niente. Forse è meglio, diamoci il tempo per conoscere nostro genero più attentamente. ... Speriamo!

TERESA             - Che impressione se lo chiami genero!

GREGORIO       - A me fa più impressione se lo chiamo Agnello. ... Avanti continuiamo a fare quello che stavamo facendo. Arturo, tu cosa stavi facendo?

ARTURO           - Niente!

GREGORIO       - Scusa per l'ovvietà della domanda; continua a fare niente come fai di solito. Teresa?

TERESA             - Agli ordini (atteggiamento militaresco. Il marito la guarda con sdegno)

GREGORIO       - Ma che cavolo fai, fai la donna normale. ... Tu cosa stavi facendo?

TERESA             - Stavo cucinando!

GREGORIO       - Allora continua a cucinare

ARTURO           - Cosa ci prepari di buono?

TERESA             - Agn ... (accenna poi si blocca)

GREGORIO       - Non dirlo, stavi cucinando lo stufato di Agnello?

TERESA             - No, le polpette!

ARTURO           - Ovvero quelle pietre calcaree a forma di polpetta.

GREGORIO       - Ma da dove t'è venuta l'idea di cucinare agnello.

TERESA             - Non ci ho fatto caso!

GREGORIO       - Corro a comprare del pesce. ... (ad Arturo) Anzi vacci tu!

ARTURO           - Sto facendo colazione.

GREGORIO       - (al cognato) Disgustoso! Va bene vado io. (indossa la giacca) ... Mi raccomando massima disponibilità con Agnello e nervi saldi come se non sapessimo niente. Torno subito. ... (parte poi si ferma e si rivolge alla moglie) E tu stai attenta che quando torno voglio sapere tutto su Celestino.

         Gregorio va via. Teresa esce. Arturo continua a mangiare latte e brioches. Suonano alla porta, Arturo apre, sono il signor Lupo e Luciano.

LUPO                  - E' questa la casa del signor Bertoli?

ARTURO           - Proprio questa! Con chi ho l'onore di parlare.

LUPO                  - Giovanni Maria Lupo. Lui è Luciano. (Luciano emette un suono, quasi un ringhio)

         Luciano è un tipo muscolosissimo, alto e con una faccia cattiva. Arturo spiritosamente accenna qualche mossa di pugilato a quella massa di muscoli, ma Luciano incupisce il suo sguardo e mostra con più forza la sua cattiveria.

ARTURO           - (spiritoso) Piacere, ... in forma Luciano! (dopo avere accennato le mosse di pugilato a Luciano; il quale oltre a non stare al gioco ha reagito in maniera più severa) Chiedo scusa! Era così tanto per scherzare. ... Di poche parole Luciano.

LUPO                  - Quando Luciano si vuole fare sentire, lo fa in un altro modo. Possiamo entrare?

ARTURO           - Ma certo! ... In cosa posso esservi utile?

         Luciano si siede comodamente sul divano, gli altri due rimangono in piedi.

LUPO                  -Lei è il signor Gregorio Bertoli?

ARTURO           - Beh veramente no, ma fa lo stesso: sono io!

LUPO                  - Signor Bertoli, lei mi conosce?

ARTURO           - Vediamo si faccia guardare (il signor Lupo si fa guardare), ... di fianco, ... ecco bravo ... profilo, ... destro, ... sinistro, ... no, per la verità è la prima volta che la vedo in vita mia.

LUPO                  - Eppure sono in molti a conoscermi. ... Come dire, signor Bertoli, io sono ... un amico di chi ha bisogno (fa intuire: di chi ha bisogno di denaro) ... mi capisce?

ARTURO           - Da questo punto di vista, credo che io e lei potremo essere degli ottimi amici.

LUPO                  - Lei ha bisogno di soldi?

ARTURO           - Quanto basta!

LUPO                  - Carissimo signor Bertoli io sono qui proprio per questo. Sa come si dice: le voci corrono in fretta ed io le precedo con più velocità ...

ARTURO           - Ah, ho capito, lei è un maratoneta!

LUPO                  - Non cominci ad offendere.

ARTURO           - Mi scusi, maratoneta non è un offesa!

LUPO                  - Ah no! ... Non mi interessa cosa vuol dire e non ci perdiamo in chiacchiere, io voglio venirle in soccorso: ... non sopporto che sul suo conto circolino certe voci in giro ...

ARTURO           - (ripetendo la stessa frase detta dal cognato prima, e con la stessa enfasi) Ma in giro dove: in giro in questa stanza, in giro in questa casa, in giro nel palazzo, in giro nel quartiere, in giro dal fruttivendolo, in giro dal barbiere ...

LUPO                  - Ma che c'entra, se dico in giro dico in giro in giro.

ARTURO           - Guardi che in giro, può essere diverso da in giro in giro e da in giro in giro in giro ...

LUPO                  - Ma lei vuole prendermi in giro.

ARTURO           - In che senso in giro!

LUPO                  - Senta (a questo punto Luciano s'irrigidisce e fa un'espressione minacciosa in difesa del suo capo - minaccia che ripeterà più volte durante la messa in scena - . Arturo con timore fa dei cenni di timore e chiede scusa) ... ci sono dei concetti che vanno iniziati e terminati, ed io quando inizio un discorso desidero che gli altri mi ascoltino in silenzio e che mi facciano finire altrimenti non sarò mai in grado di arrivare al termine di quello che avevo cominciato e che volevo completare. In pratica se da un concetto togliamo una parte fondamentale della sua essenza si perde il senso logico e la deduzione si traduce in un fallimento del messaggio perché quello che era iniziato è stato interrotto e non si è portato a termine. Capito? (si dilunga nei suoi discorsi fino a smarrire e fare smarrire il senso di quello che vuole dire)

ARTURO           - Forse! Non riesco a capire se ha detto una cosa molto scema oppure una cosa molto intelligente.

LUPO                  - Lei continua a prendermi in giro?

ARTURO           - (sotto gli sguardi minacciosi di Luciano) Per carità! Non mi permetterei mai!

LUPO                  - Le sembra una faccia da imbecille la mia?

ARTURO           - No!

LUPO                  - E quella di Luciano!

ARTURO           - Assolutamente.

LUPO                  - Ecco, se chiariamo questi concetti andiamo d'accordo meglio!

ARTURO           - Stia tranquillo io vado d'accordo con tutti, ... sono un acquario, e gli acquari vanno d'accordo con tutti tranne che con gli scorpioni, anzi con gli scorpioni c'è proprio un'avversione particolare, ... ora che ci penso ho dei rapporti pessimi con tutti gli scorpioni. ... Signor Lupo, lei di che segno è?

LUPO                  - Scorpione!

ARTURO           - Ah, ho capito. ... Ascendente?

LUPO                  - Sempre scorpione.

ARTURO           - Meno male, mi ero preoccupato, ... si annullano.

LUPO                  - In che senso?

ARTURO           - Certo, lo stesso segno con lo stesso ascendente si annullano. Ad esempio un gemelli ascendente gemelli mica ha quattro personalità!

LUPO                  - E che c'entra?

ARTURO           - Non lo so, ... cercavo di arrampicarmi sugli specchi. La prego, lasciamo perdere, mi risparmi di dire stronzate.

LUPO                  - Ecco bravo lasciamo perdere. ... (più duro) Signor Bertoli, si dice che lei abbia bisogno di denaro!

ARTURO           - Non mi dica: mi si legge in faccia che ho bisogno di denaro.

LUPO                  - Parecchio!

ARTURO           - Ma si vede tanto? (si riflette nella mobilia - o in uno specchio -, poi cambia espressione) ... E ora?

LUPO                  - Senta non ha importanza se si vede o non si vede. O se si vede meglio prima o se si vede meglio ora. La cosa importante è quello che ho da offrirle ...

ARTURO           - Offrirmi cosa?

LUPO                  - Allora il suo è un vizio? Non deve interrompermi, e non tergipersi!

ARTURO           - Tergiché?

LUPO                  - (tentennante) Tergiper ... terpigersi ... tergisi ...

ARTURO           - Tergiversi!

LUPO                  - Ecco, inutile che tergiversi. ... (riflette, poi si arrabbia) Ma cosa fa mi corregge?

ARTURO           - Mica è colpa mia se sbaglia!

LUPO                  - Senta signor Bertoli, lei non mi sta piacendo proprio, non vorrà che Luciano intervenga.

ARTURO           - (timoroso nei confronti di Luciano) Per carità! ... Luciano stai calmo.

LUPO                  - Per farla breve, ... le ho portato cinquanta milioni.

ARTURO           - Cinquanta milioni in lire italiane?

LUPO                  - Le sembrano pochi?

ARTURO           - Ho capito: lei è uno strozzino! (Luciano minaccia) Ok Luciano, scusa non volevo dire questo, ... volevo dire: ... perché mi vuole regalare questi soldi?

LUPO                  - Chi dice che glieli stia regalando?

ARTURO           - Allora è un usuraio? (Luciano minaccia) ... No, no scusa, non volevo, mi è scappato.

LUPO                  - Senta lei mi deve considerare un suo amico: io le do questo denaro, lei si rimette in carreggiata e poi me li restituisce. Ok?

ARTURO           - Tutto qua?

LUPO                  - (di botto) Tutto qua! ... Naturalmente Luciano sarà il garante del mio prestito. Nel senso che lui si occuperà di garantire la legittima proprietà del denaro che naturalmente rimane mia, mentre lei in questo caso è solo colui che dal mio atto di cortesia ottiene un beneficio che può sfruttare come ritiene più opportuno, ma che si obbliga, naturalmente, a restituirmi tutto nella misura in cui le è stato consegnato con i dovuti ringraziamenti e con i riconoscimenti secondi gli usi e a quanto Luciano vorrà stabilire alla riconsegna, e che non le passi per la testa di prendere i miei soldi e scomparire dalla circolazione perché Luciano è in grado di scovarlo in qualsiasi parte del mondo anche all'inferno. Capito?

ARTURO           - Se Luciano permette non avrei proprio afferrato tutti i particolari del discorso, ma il senso mi è chiaro. ... Interessante ... e per quanto tempo posso tenere i cinquanta milioni?

LUPO                  - Fin quando vuole. (estrae un biglietto da visita) Qua c'è il mio recapito, quando ha bisogno mi chiami ed io le mando Luciano a riprendere il denaro e i ringraziamenti. Stia attento che quando io mando Luciano, non abbiamo tempo da perdere né io né lui, e non è mai successo che qualcuno abbia detto di no a Luciano. Altrimenti zac (gesto di taglio attorno al collo)

ARTURO           - Zac! Ci credo. Una brava personcina Luciano.

LUPO                  - Perché non offre a Luciano una delle sue Brioches?

ARTURO           - (premuroso prende una brioche) Prego Luciano, prendi pure. (Luciano prende la brioche, la sbriciola con le mani e nervosamente, poi la butta a terra e la calpesta con rabbia. Arturo lo guarda esterrefatto e terrorizzato, il signor Lupo compiaciuto. Poi Luciano prende il telefono lo sbatte sul tavolo lo butta a terra e prova a distruggerlo con un piede)

LUPO                  - (lo interrompe) Basta Luciano, il signore ha capito. Mi pare che questo basti.

ARTURO           - Abbastanza sufficiente. ... Anch'io mi arrabbio molto quando è sempre occupato.

LUPO                  - Così le passa la voglia di fare il furbo con me. (di botto) Magari lei s'immagina che io sia uno di quelli che si può prendere facilmente in giro, oppure lei si crede un tipo furbo che riesce a farla franca sempre, ma si sbaglia perché io non ho la minima intenzione di subire da un tipo come lei niente che possa essere al di sotto della mia capacità ... cosicché lei deve fare il bravo perché senno Luciano è costretto anzi io sono costretto, ... mi ha capito?

ARTURO           - (che in realtà ha capito poco) ... Il messaggio è chiaro.

LUPO                  - Lei vuole fare il furbo con me?

ARTURO           - Nego fermamente!

LUPO                  - Arrivederla caro amico, e spenda bene il suo denaro.

ARTURO           - Arrivederci. Ciao Luciano, in gamba mi raccomando.

         Il signor Lupo e Luciano vanno via. Arturo, dopo avergli dato un'occhiata veloce, sistema i soldi e il biglietto di Giovanni Maria Lupo dentro uno sportello del mobile. Prende una rivista di automobilismo si siede dietro lo scrittoio e la sfoglia. Il signor Lupo ha creduto che lui fosse il signor Bertoli. Poi entra Gregorio con la borsa della spesa.

GREGORIO       - E' venuto Agnello?

ARTURO           - No!

GREGORIO       - E Adriana?

ARTURO           - Neanche! ... (si alza e gli mostra una pagina della rivista) Tra queste due auto, quale ti piacerebbe?

GREGORIO       - Fa vedere. A me questa.

ARTURO           - Anche a me. Elegante e sportiva, proprio i miei gusti. ... Avevo pensato di comprarla.

GREGORIO       - Non vaneggiare, non puoi comprarti né l'una né l'altra. E forse neanch'io. (ride) Sai che il pescivendolo voleva regalarmi il pesce. Non credevo che il tam tam popolare potesse essere così efficace.

         Entra Adriana con delle borse di vestiario.

ADRIANA          - Buongiorno a tutti. ... Uhm, che odoraccio da quella borsa! Cos'è?

GREGORIO       - Ho comprato del pesce. (si toglie la giacca)

ADRIANA          - Oh bene il pesce, ad Agnello piace il pesce. Anzi ho dimenticato di dire alla mamma che non deve cucinare nulla di pesante, e che non deve eccedere con il sale e con l'olio, ... Agnello ha certi problemi di stomaco ultimamente. ... La mamma è di la.

ARTURO           - Si, sta cucinando. Senti Adriana devo comprare un abito nuovo, mi vedi meglio con uno scuro o con uno chiaro?

ADRIANA          - (gli si mette davanti e lo guarda attenta) Vediamo! ... Scuro direi!

ARTURO           - Cravatta o foulard?

ADRIANA          - Cravatta. Decisamente!

GREGORIO       - (incuriosito dall'improvviso desiderio di acquisti del cognato) Ma si può sapere perché cavolo stai a parlare di comprare un'automobile quando non ne puoi comprare nessuna, o stai a parlare di abiti chiari e di abiti scuri quando non hai i soldi per comprare nemmeno un calzino, o di cravatta o di foulard quando non hai nemmeno idea di quanto possa costare una cravatta dal momento che in vita tua non hai mai messo una cravatta, forse perché non ti piacciono ma sicuramente perché non hai i soldi. (si interrompe dopo aver detto tutto questo velocemente. La figlia e il cognato lo guardano attoniti. Poi) ... Mi sono dilungato troppo?

ARTURO           - Cavolo se ti sei dilungato; mi ricordi un tizio che è appena andato via.

ADRIANA          - Papà, non mi sembri di buon umore stamattina!

GREGORIO       - E' meglio che vada a portare il pesce a Teresa, avete ragione: mi sento agitato stamani.

ARTURO           - Vengo anch'io, ho finito le mie brioches.

         Gregorio e Arturo escono. Resta Adriana, estrae dalle buste dei maglioni li stringe al petto per provarli addosso; si rispecchia nei mobili. Poi suonano, apre; è Emilia.

EMILIA              - Ciao Adriana, ... (ansiosa) allora hai preso le analisi dal dottore. Dai parla non farmi stare sulle spine.

ADRIANA          - Si che le ho prese, non essere così smaniata, sono in camera mia, vuoi vederle?

EMILIA              - No, dimmi tu. Le avrai aperte spero?

ADRIANA          - Si!

EMILIA              - E allora?

ADRIANA          - Sei incinta.

EMILIA              - Evviva! Oddio come sono felice. Finalmente avrò un figlio tutto mio. (si ferma a riflettere) ... Un figlio ... o una figlia, ... sai che non ho mai stabilito se voglio un maschio o una femmina. (si toglie il soprabito e si siede)

ADRIANA          - Secondo me devi stabilire se vuoi o non vuoi un altro marito.

EMILIA              - L'avrò! ... Ricorda piccola: il marito è un aspetto marginale del matrimonio. Non hai idea di cosa vuol dire vivere con un uomo.

ADRIANA          - Eppure sei stata sposata più di dieci anni con lo stesso uomo. Gli sarai stata accanto tutto questo tempo.

EMILIA              - Più che accanto nei suoi pressi direi. ... Adriana prima di fare determinate scelte nella vita, bisogna avere le idee chiare. (Adriana le si siede accanto) Ad esempio io adesso so che non rinuncerei per nulla al mondo, in primis alla mia libertà; in secondis alla telenovela il mercoledì sera quando ci sono le partite; in terzis allo shopping il venerdì, il sabato ... e la domenica quando i negozi sono aperti. Anzi questo è meglio in Primis.

ADRIANA          - A volte ti invidio, tu hai avuto tante esperienze nella vita: tre matrimoni e tanti fidanzati e fidanzatini. Io ho avuto un solo fidanzato, Agnello, che ha sostituito tutti.

EMILIA              - Non ti preoccupare io ne ho avuti più di dieci tra mariti e fidanzati, ma tutti assieme non hanno fatto neanche per uno. ... Ti insegno una cosa cara Adriana; analizziamo un matrimonio a caso: quello dei tuoi genitori. Secondo te come va?

ADRIANA          - Benissimo!

EMILIA              - Purtroppo!

ADRIANA          - Ma come purtroppo?

EMILIA              - Qua sta l'inganno: purtroppo perché quando va male si può divorziare e quando va bene che non c'è niente da fare.

ADRIANA          - Che teoria strana, non mi piace tanto!

EMILIA              - Eppure è così!

ADRIANA          - Tu hai mai avuto storie d'amore in stereofonia?

EMILIA              - In che senso stereofonia?

ADRIANA          - Fidanzata con due uomini contemporaneamente.

EMILIA              - Aspetta, .. che ricordi, non mi pare proprio. Anzi, quando ho lasciato il secondo marito ero già fidanzata con il terzo da circa un anno. E' vero, allora ero in stereofonia!

ADRIANA          - Il secondo chi era quello calvo come una palla da bowling?

EMILIA              - No, quello era il terzo!

ADRIANA          - Senti ora che aspetti un bambino, perché non ci dici chi è il padre.

EMILIA              - Non ora; quando sarà il momento lo dirò, tanto non lo sa neanche lui. E mi raccomando non aprire bocca con nessuno, non si deve sapere che sono incinta, almeno per ora, non parlarne neanche con tua madre. Promettilo!

ADRIANA          - Promesso!

EMILIA              - Quando viene Agnello.

ADRIANA          - Dovrebbe essere qui a momenti.

EMILIA              - Tutto a posto con lui.

ADRIANA          - Certo, fra noi va tutto bene.

EMILIA              - (riferito ad Agnello e con aria interrogativa) Sopracciglio dubitativo?!

ADRIANA          - Mai avuto!

EMILIA              - Bocca infelice?!

ADRIANA          - Sempre sorridente.

EMILIA              - Allora va tutto bene!

ADRIANA          - Ti dico che fra noi va tutto bene, né sopracciglio dubitativo, né altro. ... Se non fosse per i suoi problemi con lo stomaco, il medico gli ha consigliato tutti i generi possibili di analisi, ma da tutti è uscito lo stesso risultato: dei valori completamente sballati; colesterolo alle stelle, trigliceridi altissimi, transaminasi da far paura. Mi sa che dopo il pranzo di oggi è meglio che inizi una bella dieta di parecchi anni. ... Senti Emilia perché non mi suggerisci un abito da indossare. Ho fatto compere! Guarda!

         Entrano Gregorio, Teresa e Arturo.

TERESA             - Vedo che gli ospiti stanno per arrivare. (bacia Emilia) Ciao cara.

EMILIA              - Ciao Teresa. Sei in forma splendida stamattina. ... Gregorio tu sei più stralunato del solito, che hai? ... Ciao Arturo!

ADRIANA          - Mamma stavo portando Emilia a vedere i miei ultimi acquisti. Credo che Agnello stia per arrivare; aspettatelo e chiamatemi quando arriva.

EMILIA              - Scusate, ma a quanto pare devo andare di la.

GREGORIO       - (ricambia ad Emilia la frecciatina di prima) Cercheremo di sopravvivere nel frattempo.

         Emilia e Adriana escono.

GREGORIO       - (con rabbia appena le due sono fuori) Vuoi vedere che Emilia sa tutto. Quella donna non mi è mai piaciuta. (alla moglie) Sarà stata lei a consigliare nostra figlia, a traviarla e a spiegarle tutte quelle cose di voi donne, ... visto che tu non le hai insegnato niente.

TERESA             - Non dire sciocchezze, se Emilia sapesse che mia figlia è incinta me l'avrebbe detto immediatamente. Non è tanto sprovveduta, considera che anche lei è stata una donna sposata. Magari madre mai, è vero, ma ha il senso della famiglia e della maternità.

GREGORIO       - Ma se è passata da un matrimonio all'altro, e da una storia all'altra, come noi passiamo da una stanza all'altra.

ARTURO           - Non fare il solito moralista esagerato; che c'entra ...

GREGORIO       - E tu non iniziare a difenderla. Che ne sai tu della morale; lo sai cos'è la morale?

ARTURO           - Certo che lo so! E' la fine di ogni favola.

TERESA             - No, quella è la conclusione!

GREGORIO       - (sconsolato) Non per niente siete fratelli. Uno più babbeo dell'altro.

ARTURO           - Nervosissimo; se continui così farai un bel figurone con Agnello.

GREGORIO       - Vorrei vedere te se avessi una figlia un'ora prima normale ed ora incinta; e una moglie che non sa cos'è la morale e che non le ha neanche spiegato come si fanno i bambini. ... Spero che non l'abbia fatto Emilia, chissà quali stranezze le ha potuto mettere in testa.

ARTURO           - Lasciala perdere Emilia, non è quello che credi tu.

GREGORIO       - Io non credo niente; vedo, è diverso. Vedo che una volta si vestiva meglio, mentre ora va in giro conciata con abiti a velo che sembra un vecchia cipolla. Per fortuna non ha pure l'alito da cipolla.

TERESA             - Per favore Gregorio non continuare, stai esagerando come al solito. Capisco che siamo tutti un po' più nervosi per la storia di Adriana, ma proprio qualche minuto fa abbiamo detto di far finta di nulla. ... (voce piagnucolosa) Certo è strano che Adriana non abbia detto niente alla sua mammina; forse non ha avuto il tempo di stare un po' da sola con noi in questi giorni. ... Gregorio non è che l'abbiamo trascurata?

GREGORIO       - Potrebbe essere. ... Facciamo così: Arturo vai di la e falla venire.

TERESA             - Vado io a chiamarla!

GREGORIO       - E' meglio che vada lui, non creiamo sospetti. Indifferenti mi raccomando. Arturo inventale una scusa e falla venire qua. E fai anche in modo che la vecchia cipolla rimanga di la.

ARTURO           - Vado! (esce)

         Gregorio si siede sulla poltrona mentre parla con la moglie che tenta di fare l'indifferente.

GREGORIO       - Indifferenti mi raccomando! (Teresa non è tanto indifferente conserva un'espressione preoccupata. Il marito la guarda, poi) E quella, seconda te, sarebbe una faccia indifferente? (Teresa riprova ad essere indifferente, ma senza successo)

TERESA             - Non ci riesco!

         Adriana ed Emilia entrano correndo, vanno direttamente su Gregorio che le guarda attonito. Subito dopo entra Arturo.

ADRIANA          - (allarmata) Papà che è successo come stai! Come ti senti?

GREGORIO       - Che è successo? (Emilia gli prende le braccia e le muove per dargli ossigeno, gli soffia aria per farlo respirare; Adriana lo schiaffeggia nel tentativo di farlo rinvenire. Gregorio sempre più sbalordito)

EMILIA              - Chiamiamo un medico: fammi vedere l'occhio (gli dilata le orbite, poi rivolta a Teresa) E tu che fai impalata, chiama un medico! Avete provato con la respirazione bocca a bocca?

GREGORIO       - Ma che c'è, che è successo. Toglietemi le mani di dosso.

ADRIANA          - Papà sei svenuto, non alzarti. Potresti ricadere.

GREGORIO       - Ma che state dicendo?

ADRIANA          - Arturo ha detto che sei svenuto.

GREGORIO       - (guarda Arturo inferocito) Ma che razza di scusa hai inventato. ... (agli altri) Non mi è successo niente, un mancamento d'aria, forse il caldo. (si soffia, mente)

ARTURO           - Me l'hai detto tu di inventare una scusa.

TERESA             - (per distrarre l'attenzione dal marito) Ma il nostro ospite non è ancora arrivato; è il caso di chiamarlo. ... (preoccupata) Che gli sia successo qualcosa? Un incidente d'auto, un furto in casa o che sia rimasto coinvolto in una rissa!

ADRIANA          - Mamma vuoi smettere di essere sempre così apprensiva, cosa doveva accadere? Non iniziare a predire catastrofi!

GREGORIO       - Adriana, sarà una deviazione di famiglia: lei e suo fratello tendono ad esagerare senza rendersene conto: sono degli esasperati.

ADRIANA          - Papà per favore, stai seduto, non ti agitare, potresti avere una ricaduta; mi sono messo una paura quando lo zio ci ha detto che eri svenuto!

GREGORIO       - (più piano al cognato) Tra tutte le scuse che potevi inventargli ... ma va va ...

         In quel momento suonano alla porta.

ADRIANA          - Mamma, vedi che è arrivato. Calmati!

TERESA             - Speriamo che sia sano e salvo.

EMILIA              - Teresa, secondo me tu porti sfortuna. (fa gli scongiuri) Datemi qualcosa di ferro!

         Adriana apre. Entra Agnello con un quadro impacchettato che tiene sotto braccio. Adriana lo presenta.

ADRIANA          - Lui è Agnello, (alla madre) ed è tutto intero ... questa è la mia famiglia.

GREGORIO       - Salve, io sono il papà!

ARTURO           - Io sono lo zio; ciao Agnello!

TERESA             - Io sono la mamma; ... ti dispiace se non ti chiamo per nome, mi fa impressione.

ADRIANA          - Ma che dici mamma?

ARTURO           - E' vegetariana!

ADRIANA          - Zio, anche tu?!

AGNELLO                  - Non vi preoccupate ci sono abituato, e tutto sommato mi diverte; il mio nome si presta a molti equivoci e questo lo rende tutto sommato un nome comune.

TERESA             - Infatti! Pensate che conoscevo un veterinario che si chiamava dottor Pecorella, ma sembrava un bovino. (ride solo lei)

GREGORIO       - (alla moglie) Ma ti sei rincretinita.

TERESA             - Ma l'ha detto lui che lo diverte.

EMILIA              - Scusate io non mi sono ancora presentata: Emilia nata Vinciguerra e tornata Vinciguerra.

GREGORIO       - Per fortuna è tornata Vinciguerra, altrimenti nella carta d'identità ci voleva una pagina a parte per tutti i cognomi che ha avuto.

ADRIANA          - Scusali Agnello, mi sembrano improvvisamente impazziti. Cosa hai portato?

AGNELLO                  - Una sciocchezza, un pensierino per tutta la famiglia. Sapete nel tempo libero mi diletto a dipingere.

GREGORIO       - E cosa dipingi di solito?

AGNELLO                  - Dipende dai miei stati d'animo!

TERESA             - Adoro i quadri, che pensiero gentile; vediamolo. (spacchettano, lo guardano tutti senza mostrarlo al pubblico. Emilia e Adriana lo ammirano e sorridono; Gregorio, Teresa e Arturo rimangono impietriti davanti al quadro)

EMI. e ADRI.     - Ma è stupendo!

ARTURO           - Lo ha fatto apposta!

EMILIA              - Cosa?

ARTURO           - No niente, dicevo.

GREGORIO       - (sconsolato) Una madre con un neonato!

ADRIANA          - Che c'è papà, non ti piace?

GREGORIO       - No è bellissimo ... il soggetto.

TERESA             - Torno ai fornelli; mi viene da piangere.

AGNELLO                  - Le viene da piangere?!

GREGORIO       - (interviene per nascondere la moglie) Le viene da piangere per il quadro: è bellissimo. ... (alla moglie) Se di la è quasi pronto possiamo prendere posto a tavola. Cosa ci hai preparato di buono?

TERESA             - Lasagne.

GREGORIO       - Ottimo! ... (vuole essere spiritoso) Sai Agnello, quand'ero giovane non ne mangiavamo mai di lasagne in casa mia.

EMILIA              - Eri povero?

GREGORIO       - No, mia madre non sapeva cucinare.

TERESA             - (mentre si asciuga gli occhi) Allora andiamo!

GREGORIO       - Dopo di voi. (alla moglie arrabbiato) E smettila, non fare il genitore all'antica!

         Escono tutti. FINE ATTO


ATTO  II

         In scena Agnello, Gregorio e Arturo. Seduti sorseggiano un amaro.

GREGORIO       - Quindi sei uno studente di medicina?

AGNELLO         - Si, mi sto specializzando in oculistica.

ARTURO           - Anch'io ho studiato medicina per qualche mese, poi ho preferito lasciare l'università per il lavoro.

GREGORIO       - Ora ha preferito lasciare il lavoro per tornare all'università.

AGNELLO                  - Ma davvero?

ARTURO           - Non proprio, mio cognato scherza. ... Io avevo un amico oculista: il dottor Cattaneo.

GREGORIO       - Ma chi il poeta?

ARTURO           - Si lui, ma faceva il poeta nel tempo libero. ... (dubbioso) O forse nel tempo libero faceva l'oculista, ... non ricordo!

GREGORIO       - Non importa, tanto non faceva bene né l'uno né l'altro!

AGNELLO                  - Sapete io dedico tutto il mio tempo libero alla pittura e allo sport. A me piace molto lo sport, ... e a voi?

GREGORIO       - Niente sport! Da quando mi sono sposato ho sostituito le scarpe da ginnastica con le pattine per il parquet. Leggo molti romanzi in compenso!

AGNELLO                  - Oh anch'io amo leggere. Ma odio i gialli!

ARTURO           - Io leggo di tutto, non ho di queste discriminazioni razziali!

GREGORIO       - (più serio) Senti Agnello, io voglio essere franco con te; dal momento che entrerai a far parte della nostra famiglia è giusto che noi ci diciamo tutto.

AGNELLO                  - Ma certo.

GREGORIO       - Guardami negli occhi: ... proprio tutto ok. ... Ad esempio: Adriana ci ha parlato di certe analisi ...

AGNELLO                  - (stupito) Ve l'ha detto.

ARTURO           - Più che detto, l'abbiamo scoperto.

GREGORIO       - (intesa rimprovero al cognato) No, ma che scoperto, ce l'ha proprio detto. Cosa credi che nostra figlia nasconda certe cose. Ne ha parlato prima a mia moglie, sai fra donne si ha sempre un certo tipo di rapporto, ...

ARTURO           - (ironico) Infatti si dicono tutto, un dialogo completo.

GREGORIO       - (stessa occhiata di prima al cognato) ... e poi lo ha detto a me e naturalmente a suo zio, (più piano) che è questo stronzo qui presente.

AGNELLO                  - Si, è giusto che Adriana non nasconda nulla alla sua famiglia, ma proprio questo era un fatto personale, riguardava più me che voi.

GREGORIO       - Eh no figliolo, non ti seccare, ma riguarda tutti, ... proprio tutti.

AGNELLO                  - (rassegnato) Ma si, avete ragione a preoccuparvi, vi ringrazio, sono proprio delle brutte analisi, ma credo di sapere cosa fare; non sono ancora un medico ma lo sarò presto. ... Ho esagerato ultimamente!

GREGORIO       - Comunque Agnello devo dire che mi sembri proprio un bravo ragazzo, figurati che non sapevo che stessi per diventare medico o che tuo padre era il farmacista della piazza. ... Come ti sei potuto accorgere noi non siamo di quei genitori, come dire, all'antica, ... in fondo si sente dire spesso, sono cose che capitano fra voi giovani.

ARTURO           - Il figlio di un mio amico si è dovuto sposare appena diciottenne.

AGNELLO                  - Per i problemi allo stomaco. (si tocca la pancia)

GREGORIO       - Proprio per quelli. (ironizzando con la mano sulla pancia) Si proprio per i problemi allo stomaco, ah ah ... Voi giovani, aihaiahai! (cerca di sdrammatizzare)

AGNELLO                  - Veramente tra i miei amici sono l'unico, nessuno ha mai avuto problemi simili.

ARTURO           - E che dovresti stare più attento, e permettimi è colpa vostra quanto della scuola, dovrebbe parlare più spesso di prevenzione e di certi argomenti. Ma no alle scuole superiori, come si crede, già alle medie dovrebbero insegnarvi certe cose. Perché voi siete precoci!

GREGORIO       - E' vero, tutti parlano di riforme e nessuno fa niente e poi succede quello che succede e ce la prendiamo sempre con i giovani, che è vero, dal canto loro tendono sempre a rischiare e a stare poco attenti; ma fa parte della loro giovane età.

AGNELLO                  - (serio) Scusate, ma io sto più che attento, io sto attentissimo a certe cose. Voglio fare il medico anche per questo. E poi i miei genitori hanno sempre limitato il mio appetito. Quando s'accorgevano che abusavo con qualcosa ...

GREGORIO       - I tuoi genitori, ... il farmacista?

AGNELLO                  - Si proprio loro ...

GREGORIO       - Hanno limitato il tuo appetito?! ... (più piano a se stesso) Gregorio non fare il genitore all'antica, mi raccomando.

ARTURO           - Appetito! E pensare che frequento molto i giovani, ma appetito mi giunge proprio nuovo.

AGNELLO                  - ... (riprende) non appena s'accorgevano che stavo per abusare: zac e per me era la fine di tutto. In casa per settimane intere, il permesso di vedere qualcuno: ... negato! Insomma dieta ferrea. Credetemi, per un bambino privarsi di determinate cose, ... è un grande sacrificio.

ARTURO           - Per un bambino?

AGNELLO                  - Si, da quando avevo circa dieci anni, ho avuto sempre un appetito che non vi dico. A quell'età un po' tutti sono ingordi, ma io ero peggio degli altri, mi ingozzavo con tutte le schifezze che mi passavano sotto gli occhi: sfilatini, panzarotti, bombe, arancini. Soprattutto a Scuola abusavo tanto, altro che prevenzione; e voi lo sapete cosa circola di dolciumi attorno alle Scuole.

ARTURO           - Precoce il giovanotto. Aveva appetito già a dieci anni!

AGNELLO                  - Si in effetti a certe cose non ho saputo mai rinunciare.

GREGORIO       - (preoccupato e sconcertato) Ma, scusa se te lo chiedo, ... e Adriana.

AGNELLO                  - No, lei non esagera per niente, solamente a volte, quando ha particolarmente fame, ci da che ci da sul serio. Qui a casa come si comporta?

GREGORIO       - E come dovrebbe comportarsi? Normale, non mostra mai questi suoi appetiti.

ARTURO           - (più piano al cognato) Stai calmo, mi raccomando, quel che è fatto è fatto.

AGNELLO                  - Comunque con oggi ho chiuso, inizio una vera astinenza dal cibo.

ARTURO           - Caro mio ci hai pensato un po' tardi; mi pare che ultimamente sei stato un po' sfigato.

AGNELLO                  - Beh, sfigato forse, ma devo confessarvi che ultimamente ho proprio esagerato. Adriana me lo ripeteva in continuazione: basta, è troppo, controllati, ma io non sentivo ragioni, era più forte di me ... ed ecco i risultati. (Gregorio segue con un certo stupore)

ARTURO           - (più piano al cognato) Una bestia, tua figlia si è fidanzata con una bestia.

GREGORIO       - Detto fra noi uomini, Agnello: ma che fretta c'era, potevi aspettare ancora un po' prima d'andare in fondo. Vedi a cosa servono le precauzioni, ... hai rischiato molto.

AGNELLO                  - E si lo so che ho rischiato molto, ma io quando vedo certe leccornie impazzisco proprio. Vedo un bignè e non vedo l'ora di metterlo in bocca per scioglierlo pian piano e poi lo gusto e lo squaglio e lo ingoio: ... è inutile sono un goloso di dolci.

ARTURO           - Dolci, ... come Adriana?

AGNELLO                  - Eh si, proprio come Adriana. Lei è proprio un bel bocconcino ed io i bocconcini, ... li mangio.

ARTURO           - Un depravato!

GREGORIO       - Ma i tuoi lo sanno.

AGNELLO                  - Certo.

GREGORIO       - Se non ti dispiacerebbe vorrei parlare con tuo padre, mi sa che io e il farmacista dobbiamo parlare un po' per risolvere la faccenda.

ARTURO           - Stai tranquillo Agnello che questa cosa la risolvono fra adulti.

AGNELLO                  - Ma io sono tranquillo, e anche mio padre; mi è già successo un'altra volta, ...

GREGORIO       - Cosa! Non è la prima volta?

AGNELLO                  - ... infatti, ... allora ho avuto un po' di paura. Per fortuna era stato solo un errore del medico nel fare le analisi. Anche Adriana ha avuto paura quella volta, ... aveva paura che qualcosa potesse andare storto in sala operatoria. Sa quell'incompetente aveva detto che occorreva un piccolo intervento chirurgico per eliminare il gonfiore dello stomaco ...

ARTURO           - Che intervento, noi abbiamo votato no all'aborto e odiamo i radicali e Pannella.

AGNELLO                  - Ah!

GREGORIO       - Ma Adriana non ci ha mai detto niente dell'operazione, non mi va che voi ragazzi ci nascondiate certe cose. Mica certe scelte si fanno così: zac ed è tutto fatto.

ARTURO           - Agnello devo confessarti una cosa: a guardarti bene non si direbbe.

AGNELLO                  - L'apparenza inganna; è proprio così: per fortuna non ingrasso, ma sono proprio malato. Adriana a volte dice che vorrebbe legarmi le mani dietro la nuca e tapparmi gli occhi con una benda. Una volta abbiamo fatto la prova, ... (si ferma poi riparte) ormai credo che posso dirlo ... eravamo qui in casa sua, ... posso raccontarvelo proprio?

GREGORIO       - Ma certo, racconta con calma e con tutti i particolari ... e senza tralasciare niente.

AGNELLO                  - Voi eravate al mare ed Adriana mi ha invitato a salire su. Eravamo proprio lì, a terra, su quel tappeto: (con aria da goloso) Adriana mi ha legato le mani e coperto gli occhi, poi ha spalmato un barattolo intero di nutella sul pane e me l'ha messo davanti, ... io morivo dalla voglia di mordere, ma non vedevo niente, poi sono praticamente impazzito e ho iniziato a mordere all'impazzata, le ho morso prima la mano, poi il braccio e alla fine ...

GREGORIO       - (interrompendo) Ok Agnello abbiamo capito.

AGNELLO                  - No, no, mi faccia finire, ... poi alla fine ho capito dov'era il pane e in un boccone ...

ARTURO           - E cavolo Agnello è suo padre.

GREGORIO       - Quindi è stata lei a proporti questo giochetto, qui in casa mia ... sul tappeto.

AGNELLO                  - Si proprio lei, io avrei voluto evitare, ma lei ha insistito tanto, ... comunque ci siamo divertiti parecchio.

GREGORIO       - Oh Santo Cielo, meno male che non siamo genitori all'antica!

ARTURO           - (guarda il tappeto) Perché non riesco più ad immaginare mia nipote su quel tappeto che gioca con le bambole.

GREGORIO       - Agnello, hai fatto proprio male a non usare delle precauzioni.

ARTURO           - ... Usalo!

AGNELLO                  - Ma io ripeto l'esame del sangue una volta al mese. E da un po' di tempo prendo pillole che mi fanno passare la fame, ma sembrano non avere nessuno effetto su di me.

GREGORIO       - (arrabbiato) Ma Santo Iddio non dovresti prendere solo quelle precauzione; ... ma altre mi capisci, o no!

AGNELLO                  - L'unico rimedio è che mi dia una bella calmata io. Devo stare lontano dal cibo quanto più tempo possibile.

GREGORIO       - Lontano dal cibo; ne ho sentite dire tante in giro, ma lontano dal cibo proprio mai.

ARTURO           - Si vede che per lui è un fatto di sopravvivenza.

AGNELLO                  - Io credo proprio che sia un fatto genetico: mio padre ha avuto problemi simili alla mia stessa età, e forse prima ...

GREGORIO       - Il farmacista?!

AGNELLO                  - Si mio padre. Anche lui un golosone. E mia madre, ... mica scherza ...

GREGORIO       - Tua madre?!

ARTURO           - Bella famiglia!

AGNELLO                  - Pure lei, per certe cose è insaziabile.

ARTURO           - Bella madre!

AGNELLO                  - ... A volte le vengono certe crisi di notte, che apre il frigorifero e lo svuota tutto.

GREGORIO       - E poi ...

AGNELLO                  - Si rimette a letto e dorme tranquilla. Ma il bello lo sa qual è?

ART. e GREG.   - No!

AGNELLO                  - Quando trova il frigo vuoto, corre al supermercato ...

GREGORIO       - Al supermercato?!

AGNELLO                  - Si! ...Acchiappa un carrello e il primo commesso che gli capita e saccheggia reparti interi. Sono specie di crisi della fame da stress patologico. Figuratevi che in ufficio la chiamano: Loredana l'insaziabile ...

ARTURO           - Loredana l'insaziabile?!

GREGORIO       - E il commesso?

AGNELLO                  - Si fa aiutare fino alla macchina, abbassano il sedile posteriore per sistemare tutta la roba, poi gli da qualche spicciolo di mancia e lo rispedisce dentro.

GREGORIO       - E tuo padre?

AGNELLO                  - A volte litigano, non perché lui sia un tipo diverso, è che accade sempre che quando lui ha fame lei non ne ha, e quando ha fame lei, lui digiuno completo.

ARTURO           - Caso sintomatico di crisi coniugale.

AGNELLO                  - Altro che crisi: se ne stanno con il broncio per giornate intere; ognuno per i fatti propri.

ARTURO           - Tutto sommato tuo padre la prende bene! Non mi pare di scorgere presagi di gelosia per Loredana l'insaziabile.

AGNELLO                  - Anche lui in fondo non è mica diverso, una volta esagera lui un'altra lei, una volta va lei al supermercato, un'altra va lui ...

ARTURO           - ... una volta un commesso, una volta una commessa.

AGNELLO                  - Embé dipende da chi è di servizio. Cosa vuole che gliene freghi se sia maschio o femmina.

GREGORIO       - Eh no caro Agnello, gliene dovrebbe fregare a un certo punto!

AGNELLO                  - Nonostante tutto rimangono lui innamorato pazzo di lei, e lei pazza di lui.

ARTURO           - Insomma, sono due pazzi!

         Entrano Emilia, Adriana e Teresa

ADRIANA          - (ad Agnello) Sei qui, sicuramente ti stanno riempiendo la testa di discorsi noiosi. (indossa un abito nuovo con una gonna molto corta)

ARTURO           - (più piano) Saranno meno noiose le cosette che fai tu sul tappeto!

ADRIANA          - Sono sicura che ti stanno facendo un interrogatorio da genitori fuori dal tempo e all'antica ...

GREGORIO       - Ti sbagli di grosso; rimango nei ranghi del genitore moderno in una maniera tale che stupisce me stesso.

AGNELLO                  - (ad Adriana) Hai messo un abito nuovo?

ADRIANA          - (sfila l'abito nuovo) Guarda cosa ho comprato! Ti piace?

ARTURO           - Bell'esempio di minigonna a girocollo!

AGNELLO                  - (guarda Adriana affascinato) Bellissimo! Ti sta benissimo.

ARTURO           - A cuccia, Agnello! ... Che poi ti viene appetito!

GREGORIO       - (guarda la gonna della figlia, poi Agnello) E poi certo che succedono certe cose! ... (alla moglie) Tu porti nostra figlia in giro svestita così ...

TERESA             - Io no! Va in giro da sola.

ADRIANA          - Papà non è poi così corta. Non esagerare ... Vieni di la Agnello, ti faccio vedere cos'altro ho comprato. (Agnello e Adriana escono)

AGNELLO                  - Con permesso.

GREGORIO       - (alla moglie mentre Emilia e Arturo si appartano) T'ha detto nulla?

TERESA             - Nulla! E lui?

GREGORIO       - Ha confessato, eccome! Sto Agnello è una specie di maniaco, lui e tutta la sua famiglia; sua madre è Loredana l'insaziabile! ... Adriana gli sembra un bocconcino da mangiare.

TERESA             - (inorgoglita) Ma lo è. Un bel bocconcino, non per nulla assomiglia a me!

GREGORIO       - Non hai idea a che tipo di bocconcino si riferisce lui, ... e non immagini cosa hanno fatto sul tappeto.

TERESA             - Cosa?

GREGORIO       - Non te lo dico, potresti rimanere scioccata.

TERESA             - Ma io non sono un genitore all'antica, puoi dirlo.

GREGORIO       - Se te lo dicessi, ritorneresti dritto dritto: genitore all'antica!

EMILIA              - (si avvicina) Che avete da confabulare; cosa ve ne sembra del vostro nuovo genero.

ARTURO           - Da tenere legato, una specie di bestia in gabbia.

TERESA             - Un bel ragazzo, carino, intelligente, non c'è niente da dire ...

GREGORIO       - Infatti! Non c'è proprio niente da dire!

TERESA             - (ad Emilia) Come ti è sembrato il pranzo.

EMILIA              - Ottimo, mancava solamente il dolce. ... Oddio ho le prime voglie.

TERESA             - Che hai?

EMILIA              - Ho voglia di dolce.

GREGORIO       - L'ultima volta che ti ho vista eri in piena fase fachiro: digiuno completo.

EMILIA              - Ora ho fame, e mi sorprende che tu abbia organizzato un pranzo senza dolce!

TERESA             - Anch'io ho voglia di dolce, (agli uomini) perché non andate da qualche parte a comprarlo.

GREGORIO       - E perché tutti e due, non può andarci solo lui. (riferito ad Arturo)

EMILIA              - (con qualche moina) Perché lui li sceglie per me, ... e tu li paghi.

GREGORIO       - Che complicità.

         Gregorio e Arturo vanno via.

TERESA             - (quando sono sole) Senti Emilia ma tu hai da dirmi qualcosa.

EMILIA              - No, almeno per il momento.

TERESA             - Adriana non ti ha detto nulla.

EMILIA              - Assolutamente niente. Cosa doveva dirmi?

TERESA             - Ho l'impressione che ci voglia nascondere qualcosa. Tu non sai proprio niente?

EMILIA              - Proprio niente.

TERESA             - Ti credo. E' Gregorio che non ti crede; ti ha chiamato vecchia cipolla.

EMILIA              - Come mi ha chiamato?

TERESA             - Vecchia cipolla. Ma scherzava, stai tranquilla.

EMILIA              - No, non scherzava per niente. Non difenderlo!

TERESA             - Scherzava, ne sono certa; a volte utilizza dei termini orribili anche con me. ... Sai come chiama Giulia?

EMILIA              - No!

TERESA             - Lo zappatore!

EMILIA              - Per Giulia è anche azzeccato quel nome, lei è proprio uno zappatore. ... Dodici anni di Orsoline andate in fumo!

TERESA             - Hai ragione, Giulia è un essere umano casualmente donna! ... Perché quando parliamo di Giulia diventiamo così feroci?

EMILIA              - Perché quella donna ha un carattere così malvagio, che meriterebbe di essere uomo.

TERESA             - Guarda che non sono tutti così gli uomini. Non è mica perché hai alle spalle qualche storia finita male che devi fare di tutta l'erba un fascio.

EMILIA              - Qualche storia?! Tre matrimoni non sono qualche storia.

TERESA             - (apre lo sportello dove Arturo aveva nascosto i soldi) Ma cos'è sto pacco?

EMILIA              - Se non lo sai tu, in casa tua.

TERESA             - No, non lo so. (legge il biglietto da visita) E chi è Giovanni Maria Lupo.

EMILIA              - Giovanni Maria Lupo! Ne conoscevo uno che si chiamava così, era un amico del mio primo marito.

TERESA             - Chi quello calvo come una palla da bowling!

EMILIA              - No, quello era il terzo, ... perché tutti vi ricordate solo di lui? E' stato il più brutto marito che ho avuto!

TERESA             - Forse perché è stato l'unico che ti picchiava, ... tutti gli altri li picchiavi tu!

EMILIA              - ... (improvvisamente allarmata) Teresa, ora che ci penso bene, Giovanni Maria Lupo era un usuraio!

TERESA             - Un usuraio. E che ci fa il biglietto di un usuraio in casa mia. (apre il pacco) Oddio, questo è denaro!

EMILIA              - E cosa ti aspettavi di trovare nel pacco di un usuraio.

         Entrano Agnello e Adriana.

ADRIANA          - (allarmata) Mamma di chi sono tutti quei soldi?

EMILIA              - Di un usuraio.

ADRIANA          - Un usuraio?! Vuoi spiegarmi cosa succede in questa casa. Agnello stava per dirmi che ha suo padre è giunta la notizia che papà è sul lastrico.

AGNELLO                  - Si signora, tutti i clienti della nostra farmacia dicono una cosa del genere. Se avete bisogno di denaro non avete che chiederlo; ... non c'era bisogno di rivolgersi ad uno strozzino.

TERESA             - Ma noi non ci siamo rivolti a nessuno strozzino, ... almeno io.

EMILIA              - Ecco perché non ha comprato il dolce.

TERESA             - Ma che c'entra: il dolce non l'abbiamo comprato perché ce n'eravamo scordati. ... Almeno credo. ... (disperata) Non riesco a sopportarlo: mio marito è in mano agli usurai. E poi, proprio in un momento come questo. (sconsolata guarda la figlia)

ADRIANA          - Embé, che guardi così: che momento è?

EMILIA              - L'altro giorno c'era una signora in TV che raccontava una storia simile. Il marito, sommerso dai debiti, si era suicidato. Pensa che fortuna per te: vedova a quarantacinque anni, potresti sposarti un'altra volta!

TERESA             - Oddio verranno ad intervistarci quelli della TV! L'ultima volta che sono comparsa in TV ero impresentabile; quantomeno ora dovrei rifarmi il colore dei capelli.

EMILIA              - Non ti preoccupare, tanto t'intervistano di spalle.

AGNELLO                  - Non è che il signor Bertoli possa fare una pazzia!

EMILIA              - Che fortuna ha certa gente; io ne ho avuti tre di mariti e a nessuno è passato per la testa di farla finita. Ho dovuto subire la pena di mollarli con le conseguenti scenate di disperazione. Meno male che sono una donna forte!

ADRIANA          - Ma che state dicendo?!

TERESA             - Ma che ne so. Mi sento confusa.  ... Perché Gregorio non mi ha detto niente?

EMILIA              - Perché appartiene al sesso maschile e per loro le donne non devono sapere niente perché non capiscono niente. Scusa Agnello, ma siete fatti proprio così!

TERESA             - (con aria da eroina) Se mio marito è in difficoltà, dovrò essere io ad aiutarlo. ... Devo confessarvi una cosa.

ADRIANA          - Cosa?

TERESA             - Ho dei soldi nascosti, e se la mia famiglia è in difficoltà, ... glielo presto io il denaro.

EMILIA              - Glielo presti: sei un usuraia pure tu?

TERESA             - Prestare per modo dire; glielo do.

ADRIANA          - Mamma da dove spunta il tuo denaro.

TERESA             - Dalla cresta nella spesa e dai soldi che mi ha lasciato mia madre e di cui non ho mai detto niente a papà.

EMILIA              - Mi raccomando 'sorella' continua sempre così con gli uomini: massima sfiducia!

ADRIANA          - E quanto ti ha lasciato la nonna?

TERESA             - Trecentocinquantamila in contanti.

AGNELLO                  - Bella cifra. (utilizza la stessa espressione di Arturo in battute simili già dette)

ADRIANA          - Agnello, ma come parli?

AGNELLO                  - Scusa, mi è venuta fuori così a furia di stare con tuo zio!

EMILIA              - Ma Teresa con trecentocinquantamila ci vivi solo pochi giorni.

TERESA             - Si, ma con la cresta ho messo di lato più di settanta milioni a monete.

AGNELLO                  - Ha settanta milioni a monete; e dove li tiene?

TERESA             - Nel ripostiglio della cantina.

EMILIA              - E dove nel ripostiglio?

TERESA             - Proprio lì, lo occupano per intero.

EMILIA              - Apposto, hai tenuto tutti quei soldi a moneta, così se ora ti servono per fare compere, dovete andare in tre: due portano i soldi e l'altro sceglie la roba.

ADRIANA          - Non importa se sono a moneta, sono sempre soldi. Il problema vero è cosa ne facciamo di questi! (riferito ai soldi nel pacco)

TERESA             - Chiamiamo questo signor Lupo e glieli facciamo riportare indietro; non abbiamo bisogno dei suoi soldi noi ...

EMILIA              - Infatti, c'è il ripostiglio pieno.

ADRIANA          - Lo chiamo io questo signor Lupo.

TERESA             - E' meglio di no Adriana, potrebbe non dare tanta importanza ad una ragazza, lo sai come sono questi tipi cattivi.

EMILIA              - Come tutti gli uomini daltrocanto. ... Chiama tu Agnello, è meglio.

AGNELLO                  - Io?

EMILIA              - Si tu, dai ti faccio il numero e mi raccomando: voce da duro.

AGNELLO                  - Ma io ho paura. (Emilia compone il numero e gli preme la cornetta all'orecchio) ... Pronto signor Lupo, ... sono Agnello (spalanca gli occhi e riattacca subito)

TERESA             - Ma che hai, perché hai staccato.

EMILIA              - Ma certo che ha staccato, mica può dire al signor Lupo che lui è Agnello. Ecco le vere complicazioni ad avere questo schifo di nome.

ADRIANA          - Digli che sei il signor Bertoli.

AGNELLO                  - Ho paura di non farcela, non ho mai parlato con un usuraio.

EMILIA              - Nessuna di noi ha mai parlato con un usuraio.

AGNELLO                  - E' perché proprio io.

EMILIA              - Perché sei un uomo caro Agnello, sarebbe ora che ne prendessi coscienza e forse che ti decidessi a cambiare nome.

TERESA             - Dai non fare la pecora. Ti diamo un minuto per prendere coraggio. ... meno sessanta, meno cinquantanove, meno cinquantotto ...

ADRIANA          - Mamma fatelo preparare: ha detto che è la prima volta che parla con un usuraio.

EMILIA              - C'è sempre una prima volta nella vita.

TERESA             - (mentre Agnello, in maniera ridicola, prende fiato per darsi la carica) La carica se la sta dando, ma poi come si fa a spegnerlo! (intanto Emilia ricompone il numero e da la cornetta ad Agnello)

AGNELLO                  - (facendo la voce grossa) Signor Lupo sono il signor Bertoli, ci ho ripensato, non ho più bisogno dei suoi soldi, li venga a ritirare. ... (alle donne) Dice che ormai è troppo tardi.

EMILIA              - Digli di venirli a prendere immediatamente, ... Agnello caro, vuoi uscire gli attributi, se ce li hai.

ADRIANA          - E trattalo bene, ce li ha.

TERESA             - (sconsolata alla figlia) E tu che ne sai?

AGNELLO                  - ... Venga subito signor Lupo. ... (alle donne) Dice: altrimenti.

EMILIA              - Altrimenti li buttiamo nel cesso. E se li può scordare per sempre!

AGNELLO                  - Altrimenti li buttiamo nel water ... cos'è il water? ... (alle donne) Dice: cos'è il water.

EMILIA              - E spiegaglielo!

AGNELLO                  - Li buttiamo nel gabinetto. (stacca)

TERESA             - Cosa ha detto?

AGNELLO                  - Sta venendo. (da segnali di mancamento)

ADRIANA          - Agnello siediti, ti senti bene.

AGNELLO                  - Ora si, ce la faccio.

EMILIA              - (prepara la difesa) Donne più Agnello: prepariamoci; aspettiamo uno strozzino da un momento all'altro. ... Teresa hai un'arma in casa?

AGNELLO                  - Ahh! (alla parola arma sviene sul divano)

TERESA             - Oddio!

ADRIANA          - Agnello che succede (lo scuote, poi a Emilia) Non vedi che sta male!

EMILIA              - Ma che avrò detto mai. Pensa se avessi detto: ammazziamo lo strozzino (Agnello sussulta sul divano) ... E che cavolo, un po' di coraggio.

TERESA             - Agnello ti prendo un bicchiere d'acqua?

AGNELLO                  - No grazie, non occorre, ora sto meglio!

         Suona il telefono. Tutti si bloccano.

TERESA             - Chi sarà mai? ... Adriana aspetti una telefonata?

ADRIANA          - No!

TERESA             - E allora chi sarà?

EMILIA              - Se non risponde nessuno non lo sapremo mai. (risponde) ... Pronto! ... (più dolce) Ah sei tu Arturo, che c'è? ... (ai presenti) Vuole sapere se i dolci li vogliamo di panna, di ricotta, di cioccolato o di crema. (nel frattempo Agnello si tocca lo stomaco dolorante)

ADRIANA          - (attratta dalle golosità e festante) Misti!

TERESA             - (attratta dalle golosità e festante) Di più con la panna, però.

EMILIA              - (guarda le altre donne) La potenza dei dolci. ... (torna a parlare al telefono) Caro fate voi, un po' di tutto. ... Senti perché non ritardate un po', noi donne vogliamo parlare un po' da sole. ... No, Agnello e ancora qua. ... Vabbé donne più Agnello, che è un po' la stessa cosa. ... Ti aspetto!

         Suonano alla porta.

EMILIA              - Saranno loro! ... Mi raccomando Agnello: più uomo.

AGNELLO                  - Ho paura di non reggere la situazione.

TERESA             - Chi va ad aprire?

ADRIANA          - Vado io. Non capisco perché siete così terrorizzate da quest'uomo.

TERESA             - Cara è uno strozzino.

ADRIANA          - E che vuol dire. Non può esistere uno strozzino buono e comprensivo. Pensa se fosse stato un maniaco?!

TERESA             - E' pure un maniaco, iuhhuhh! ... Aprigli!

EMILIA              - Calma il tuo entusiasmo Teresa, mi dispiace ma Giovanni Maria lupo non è un maniaco, è solo un usuraio!

TERESA             - Peccato! In questa casa i maniaci non si fanno mai vedere. Che fortunata sei stata tu, Emilia, quando quel maniaco ti ha telefonato per un anno intero.

EMILIA              - E' stato bello fino a un certo punto, ma poi sentirlo dieci volte al giorno cominciava a pesare, e l'ho dovuto fare arrestare!

TERESA             - Peccato! Potevi almeno dargli il mio numero di telefono.

ADRIANA          - Mamma e Emilia, ma vi rendete conto che avete più di quarant'anni a testa e state parlando in maniera ridicola. (risuonano, va ad aprire) ... Buonasera signor Lupo, la stavamo aspettando. (entrano il signor Lupo e Luciano)

LUPO                  - Buonasera! Dov'è il signor Bertoli?

EMILIA              - Da questo momento in poi lei deve trattare con noi, e dimentichi il nome del signor Bertoli. Ha capito?

LUPO                  - Io non tratto con donne.

ADRIANA          - E perché?

LUPO                  - (di botto) Perché le donne essendo di sesso femminile non possono che essere buone per altre cose, che sono le faccende domestiche, la casa, i figli; mentre gli uomini essendo di sesso maschile si possono occupare di determinate altre cose, che sono diverse da quelle di cui si possono occupare le donne per via della ragione che ho appena detto.

EMILIA              - (sbalordita) E perché?

LUPO                  - Perché gli uomini sono più forti delle donne ed hanno un'intelligenza superiore ...

EMILIA              - Non c'è bisogno che vada oltre, abbiamo capito: lei è un maschilista schifoso!

LUPO                  - Come si permette! (parte Luciano minaccioso)

ADRIANA          - Signor Lupo, è inutile che tenta di farci intimorire da questo energumeno tutta ciccia e muscoli, perché non fa paura a nessuna di noi. ... (a Luciano) Capito ciccione!

EMILIA              - (s'avvicina a Luciano) Ciccione!

TERESA             - (s'avvicina a Luciano dopo Emilia) Ciccione!

AGNELLO                  - A me fa un po' di paura.

LUPO                  - (ad Agnello) E lei chi è?

AGNELLO                  - Oddio svengo. ... Scusate non ce la faccio più (si alza e va verso le stanze) ... dov'è un bagno?

ADRIANA          - Ti senti male, ti accompagno.

         Agnello esce di corsa.

TERESA             - (arrabbiata al signor Lupo) Ha visto cosa ha combinato: gliel'ha fatta fare addosso.

EMILIA              - Teresa non trovo parole per tuo genero: una pecora di nome e di fatto. Che cavolo un po' di dignità!

TERESA             - Senta signor Lupo, non è che per caso lei oltre ad essere uno strozzino è pure un maniaco?

LUPO                  - No!

TERESA             - E questo ciccione?

LUPO                  - Non penso! ... Ma in ogni caso non lo direbbe mai: lui non parla!

ADRIANA          - Mamma, ma ti pare il momento?

EMILIA              - (urlando) TERESA, MAGARI UN'ALTRA VOLTA, per adesso il signor Lupo deve andare via; ... (al signor Lupo) qua ci sono i suoi soldi, se li riprenda e non si faccia vedere mai più.

TERESA             - Eccoli qua. Esca da questa casa perché ha finito di terrorizzare mio genero. ... Il padre dei miei nipoti.

ADRIANA          - Mamma, di quali nipoti stai parlando?

TERESA             - Perché vuoi continuare a nasconderci un fatto importante come questo ...

ADRIANA          - Io non nascondo niente!

         Entrano Gregorio e Arturo. Arturo vede i nuovi ospiti e rimane appartato. Gregorio posa il pacco con i dolci e si rivolge arrabbiato al signor Lupo. Luciano rimane alle sue spalle ed estrae una pistola. Intanto Adriana esce in cerca di Agnello.

GREGORIO       - Che ci fa lei in casa mia?

EMILIA              - Come che ci fa, ti ha dato cinquanta milioni.

GREGORIO       - A me, e perché?

LUPO                  - Non a lei, a lui. (indica Arturo)

GREGORIO       - A te? ... Senta io non so che tipo di rapporto abbia lei con mio cognato. Ma io la conosco molto bene: lei è un usuraio, la conoscono tutti nel quartiere, ed io gente come lei non la voglio in casa mia. Ora esca prima che perdo la pazienza! (Arturo lo tocca su una spalla lentamente per fargli notare Luciano che gli sta proprio dietro con la pistola in mano, ma Gregorio sembra non accorgersene, poi) ... E che vuoi tu? Non vedi che sto parlando! ... Anch'io ho avuto l'impressione di vedere dietro di me un tipo alto, grosso, muscoloso e con una di quelle facce cattive, ... e come se non bastasse che impugnava una pistola, ... mi sembra, ... si era proprio modello Beretta a tamburo.

ARTURO           - Non è un impressione Gregorio, dietro di te c'è un tipo alto, grosso e muscoloso, e che impugna una pistola modello Beretta, però è automatica con caricatore metallico da sei o dieci cartucce; ... cattivo non mi permetterei mai. ... A cuccia Luciano, calmino calmino!

GREGORIO       - (a Luciano) Quella pistola che ha in mano è proprio vera? (Luciano scatta minaccioso) ... Signori vi prego di scusarmi ... devo andare in bagno.

TERESA             - E' occupato, c'è Agnello.

EMILIA              - Il coraggio si spreca in questa casa. Senti carissimo Luciano tu potrai fare paura a loro ma a me fai proprio ridere. ... Ciccione!

TERESA             - (subito dopo Emilia) Ciccione!

GREGORIO       - Teresa hai detto ciccione a questa brava persona, ma sei impazzita, questa volta giuro che non ti difendo.

LUPO                  - (arrabbiato) E' inutile che provate a terpigersare!

         Tutti quanti si zittiscono, poi.

GREG., TER., EMI.    - Terpiché?

ARTURO           - TERGIVERSARE. Signor Lupo se le viene così difficile provi con un altro termine. ... Mi segua (gli si mette faccia a faccia), ripeta: ter gi ver sare. Avanti, assieme ...

ART. e LUPO     - Ter gi ver sare.

LUPO                  - (stordito, poi si riprende) Sentite, non mi fate perdere la pazienza, io ho consegnato cinquanta milioni al qui presente signor Bertoli, l'unico che io conosca, il quale si è impegnato a restituirmeli con i dovuti interessi del 20 percento ... mensile.

ARTURO           - Ma non è vero (Luciano scatta). Cioè, oddio, non ricordo.

TERESA             - Hai preso dei soldi al 20 percento mensile!

GREGORIO       - Hai idea di quello che viene un interesse al 20 percento mensile.

LUPO                  - Glieli ho dati stamattina, ... (esce una calcolatrice tascabile) e considerando che l'interesse è la percentuale del capitale che ne misura il prezzo in ogni unità di tempo, di regola un anno, nel mio caso un mese, nel nostro caso un giorno; moltiplicando il mio capitale per il tasso, diviso il tempo, per i giorni, fratto le ore, elevato al venti, ... mi dovete oltre ai cinquanta milioni: lire 330.000 di interessi tondi tondi. ... (preme un tasto della calcolatrice, poi) Euro: centosettanta punto quarantatré.

ARTURO           - Cavolo che precisione!

GREGORIO       - Quanto le dobbiamo?

LUPO                  - (riprende la calcolatrice) Allora considerando che il tasso ....

EMILIA              - Va bene, va bene, abbiamo capito vuole trecentotrentamila per togliersi dai piedi.

TERESA             - Ma una parcella del genere non la pretende neanche il dentista del Papa.

         Entra Agnello sorretto da Adriana.

AGNELLO                  - Glieli do io, purché vada via assieme a quel tipo terrificante. (guarda la pistola di Luciano)  Scusate devo andare ancora. (esce accompagnato da Adriana)

TERESA             - (riferendosi ad Agnello e rivolta al signor Lupo) Ed è la seconda volta, ed è tutta colpa sua e di questo ciccione; ... non vedete che quel povero ragazzo soffre.

GREGORIO       - Senta signor Lupo questi soldi glieli dovrebbe dare mio cognato, ma dal momento che qua ce la stiamo facendo tutti sotto, glieli do io, tanto lui ha già parecchi debiti con me, ... questo si aggiunge agli altri.

ARTURO           - (riferito a Gregorio e rivolgendosi al signor Lupo) Lui è un suo collega.

LUPO                  - Come collega? (scatta Luciano)

ARTURO           - E che diavolo stavo scherzando. Luciano, non puoi essere così permaloso. ... Però Gregorio stavo pensando che potremo tenerli per ...

GREGORIO       - No, per favore, per oggi non ti sforzare più a pensare, ... sai che ad un certo orario fa male.

TERESA             - Qua c'è il suo bel pacchettino di denaro, e se aspetta un attimo vado in cantina a prenderle le trecentomila.

GREGORIO       - In cantina?

EMILIA              - Ha nascosto più di settanta milioni nel ripostiglio della cantina. (il Signor Lupo e Luciano ascoltano incuriositi)

GREGORIO       - E non mi hai mai detto niente.

EMILIA              - Ha fatto bene, ha diritto pure lei ad avere dei soldi all'insaputa del marito. ... Maschilista!

ARTURO           - Si ma del fratello no. ... Cara sorella, perché non me lo hai mai detto?

GREGORIO       - Proprio a te doveva dirlo! ... Ma Teresa proprio in cantina dovevi nasconderli, metti che si rompe un tubo dell'acqua e si allaga tutto, o se scoppia la caldaia, ... o se venissero i ladri ...

TERESA             - I ladri rimarrebbero fregati: arrivano, c'è l'acqua, scoppia la caldaia.

EMILIA              - Mica devono accadere contemporaneamente tutte queste disgrazie, sei sempre la solita catastrofica e porti pure sfortuna. (tutti fanno dei gesti scaramantici)

LUPO                  - Scusate, non mi interessa cosa accade in questa famiglia di strampalati. (prende il pacco con i soldi) Fuori le trecentotrenta prima che Luciano inizi a distruggere la casa.

ARTURO           - Vi garantisco che con il telefono è pericolosissimo.

GREGORIO       - Eccoli qua (esce dei soldi dalla tasca) ... Uno, due, due e mezzo, tre, ... uno, due e tre. ... Soddisfatto?

TERESA             - Ora fuori!

LUPO                  - (con un mezzo inchino) Signori, è stato un piacere conoscervi.

         Intanto Teresa ha scritto qualcosa su un foglio di carta, lo piega e lo da al signor Lupo prima di uscire.

TERESA             - Signor Lupo qua c'è il nostro numero di telefono se per caso incontrasse un maniaco di quelli che ti fanno le vocine al telefono, glielo dia pure. Può chiamare a qualsiasi ora, tanto sono sempre in casa.

         Il signor Lupo prende il biglietto e va via assieme a Luciano.

EMILIA              - Teresa, quella del maniaco è un ossessione. Guarda che quando i maniaci iniziano a diventare insistenti, rompono proprio!

GREGORIO       - (al cognato) Il vero maniaco è lui; ... quanto accaduto è solo colpa tua; ma dico, rivolgersi ad uno strozzino.

ARTURO           - Guarda che io non mi sono rivolto a nessuno. Quello è venuto da solo per via delle voci di povertà che metti in giro.

TERESA             - Quali voci?

GREGORIO       - Niente! Rimane il fatto, però, che quel tipo non lo dovevi neanche fare entrare in casa.

EMILIA              - E basta, ce l'hai sempre con lui.

GREGORIO       - Tu zitta: vecchia cipolla.

EMILIA              - Teresa, vedi che non scherzava affatto, mi ha chiamato vecchia cipolla. ... Gregorio non farlo mai più, altrimenti dico a Giulia che la chiami: lo zappatore!

GREGORIO       - (alla moglie) Ma tu non riesci a tenere la bocca chiusa.

TERESA             - Scusate mi pare che abbiamo un po' tutti i nervi scossi. Andiamo di la e mangiamoci questi dolci.

EMILIA              - Ecco, è meglio, andiamo a vedere come sta Agnello, prima che sprofondi anche lui nelle fogne della città.

         Escono, si abbassano le luci solo un po'. In penombra, furtivamente, entra il signor Lupo, seguito dall'immancabile Luciano e da un altro ladro. Il signor Lupo guarda in giro, poi ascolta da dietro la porta.

LUPO                  - Ok ragazzi, sono tutti di la, possiamo agire tranquillamente.

LADRO              - Capo, dove sono i settanta milioni.

LUPO                  - In cantina. Chissà da dove si va nella cantina. (Luciano fa capire di saperlo, va verso le stanze, esce un attimo e poi rientra) Allora, hai capito da dove si scende giù? (Luciano emette lievi mugugni; il signor Lupo non afferra bene) Egnegnegne, cavolo parla, è giù? (Luciano fa cenni affermativi)

LADRO              - Capo, ma Luciano non parla mai?

LUPO                  - Mai, non l'ho mai sentito parlare in vita mia.

LADRO              - Sarà muto!

LUPO                  - Non credo. ... Comunque è meglio così, è più fidato. Allora ascoltatemi bene: ... in cantina dovrebbe esserci un ripostiglio, la dentro ci sono i soldi, io vi aspetto su. Andate, forza.

         Luciano e l'altro ladro escono. Il signor Lupo rimane nella stanza. Dopo qualche secondo la luce si alza ed entra Teresa. Il signor Lupo si stringe alla parete, la donna gli passa davanti senza accorgersene, prende un vassoio dal mobile, ripassa davanti al signor Lupo senza scomporsi; un passo più avanti Teresa si ferma, si gira verso l'uomo, lo fissa in faccia e poi riparte.

TERESA             - Cavolo ho l'ossessione di quell'uomo, lo vedo ovunque. (esce)

         Si riabbassa la luce. Il signor Lupo risollevato. Tornano Luciano e l'altro ladro.

LUPO                  - Allora, c'erano i soldi?

LADRO              - Eccome!

LUPO                  - E quanti ce n'erano?

LADRO              - Oheeé, ... tanti, proprio tanti.

LUPO                  - E che aspettate, perché non li avete presi.

LADRO              - Capo c'è un problema.

LUPO                  - Che problema c'è.

LADRO              - I soldi sono veramente tanti.

LUPO                  - E allora, meglio, abbiamo fatto un colpo grosso.

LADRO              - Si ma saranno diverse decine di metri cubi di soldi: sono tutti a monete.

LUPO                  - Ci avrei giurato, si fregano le offerte della Chiesa.

LADRO              - Se aspettate qua un attimo, so io come fare. (va via)

LUPO                  - Settanta milioni a monete, ma è una pazzia, come si fa a tenere settanta milioni a monete.

         Si rialza la luce, il signor Lupo e Luciano si stringono alla parete. Entra Teresa gli passa davanti indifferente, riposa il vassoio dove l'aveva preso. Gli ripassa davanti senza fissarli, un passo più avanti si ferma, torna indietro, guarda Luciano e il signor Lupo uno per volta, poi riparte.

TERESA             - E' un incubo! (esce)

         Si riabbassa la luce. Entra l'altro ladro con una carriola.

LUPO                  - Con questa che ci fai cretino: come la tiri su dalle scale.

LADRO              - Vero non ci avevo pensato.

         Si rialza la luce, il signor Lupo, l'altro ladro e Luciano si stringono alla parete. Entrano Teresa e Gregorio.

GREGORIO       - (alla moglie mentre entrano) Facciamo così: proponiamo il gioco dei segreti.

TERESA             - Il gioco dei segreti?

GREGORIO       - Si ognuno deve confessare un segreto. L'abbiamo fatto tante volte; ricordi quando Enzo ha confessato di avere tentato di avvelenare sua suocera.

TERESA             - Vero, mi ricordo, ... però sua suocera giocava con noi!

GREGORIO       - Infatti dopo l'ha gambizzato con un fucile da caccia.

TERESA             - Povero Enzo, su una sedia a rotelle per uno stupido gioco. ... Hai ragione mi sa che il gioco dei segreti è l'unica maniera per farli parlare.

GREGORIO       - Allora d'accordo!

TERESA             - ... (riflessiva) Gregorio, stavo pensando che è più semplice dirgli che sappiamo già tutto.

GREGORIO       - L'hai detto tu di non dire niente, se fossimo noi a dirlo, non faremo altro che mostrarci preoccupati e fare la figura dei genitori all'antica.

TERESA             - E' vero. (ha davanti i tre schiacciati alla parete) ... Caro, poco fa con il signor Lupo c'era solo Luciano.

GREGORIO       - Si, erano in due.

TERESA            - Allora è solo un'impressione, mi pare di vederli ancora con un tizio che non conosco.

GREGORIO       - Tu stai diventando troppo vecchia. ... Andiamo a proporre il gioco. (mentre vanno via si accorgono della carriola nel centro della stanza) ... L'hai lasciata tu la carriola in salotto.

TERESA             - No!

GREGORIO       - L'avrà fatto Arturo?

TERESA             - (la guardano con attenzione) Non penso proprio, per lui sarebbe lavoro e se ne terrebbe alla larga.

GREGORIO       - Agnello è venuto con una carriola?

TERESA             - Non mi pare.

GREGORIO       - La cipolla?

TERESA             - Neanche! E non la chiamare così, non hai visto che si è offesa.

GREGORIO       - Vabè, la porto di la. (partono, lui con la carriola, lei lo segue. Poi all'improvviso la moglie lo ferma)

TERESA             - Caro, ma noi non abbiamo mai avuto una carriola in casa.

GREGORIO       - Vero! L'avrà dimenticata il muratore la settimana scorsa.

TERESA             - (immobile) Gregorio, ma c'è qualcosa che non va?

GREGORIO       - (immobile con la carriola in mano, riflette) Adesso no!

TERESA             - (fa passare qualche secondo) ... e adesso?

GREGORIO       - (immobile, riflette) Neanche! (escono)

         Si riabbassano le luci, i tre ladri prendono fiato.

LADRO              - Scusate, io per settanta milioni da spendere ad un distributore automatico di coca cola, non rischio di finire in carcere. Mi dispiace ma mi tiro fuori. (va via)

LUPO                  - Luciano, mi sa che ha ragione, non potremo mai portarli fuori da quella cantina; impiegheremo giornate intere. Tu che ne pensi? (Luciano non parla) ... Mi da un sacco di fastidio che non parli, questa volta te lo voglio dire, sei insopportabile. ... Andiamo!

         Il signor lupo e Luciano vanno via. Subito dopo si alzano le luci ed entrano Gregorio, Teresa, Adriana, Agnello, Arturo e Emilia.

GREGORIO       - Scusate, non è giusto; io l'ho detto veramente grosso il segreto, ma voi non tanto. ... Agnello, sei sicuro che il tuo segreto più grande è che ti sei mangiato tutta la marmellata della nonna?

ARTURO           - Infatti, come segreto mi pare abbastanza stupido.

GREGORIO       - Tu zitto, che hai confessato di avere usato il mio bancomat per un mese.

TERESA             - (al marito) Anche tu non hai diritto di parlare: hai confessato che mi hai tradito due volte. ... Sarcofago!

EMILIA              - Che?

TERESA             - No scusa, come si dice? ... Ah, ci sono: FEDIFRAGO!

GREGORIO       - (alla moglie) E tu, che hai rifatto il seno e le labbra senza dirmi niente.

TERESA             - Ma che importa, però non ti ho mai tradito come hai fatto tu. ... (alla figlia) Adriana carissima, lo sai che noi ti vogliamo un sacco di bene, sei sicura che l'unico segreto che hai è che hai preso ventinove nell'esame di Inglese e non trenta come ci hai detto.

ADRIANA          - Ma certo mamma.

AGNELLO                  - Io ne ho un altro di segreto!

GREG. e TER.   - (all'unisono) Sentiamo!!

AGNELLO                  - Ho detto ai miei genitori di avere inventato la favola del millepiedi che va dal calzolaio, ma invece l'avevo sentita a scuola.

ARTURO           - (ironico) Ma sei un bugiardone.

EMILIA              - Va bene, ho capito, ve lo dico io un segreto. Io si che ce l'ho un segreto importante, ... siete pronti: ... sono incinta! (Arturo aveva un bicchiere in mano e gli cade a terra, gli manca il respiro e crolla sul divano)

GREG. e TER.   - Anche tu?

ADRIANA          - Perché chi altro?

EMILIA              - Adriana vai a prendere le analisi e facciamo un brindisi al mio primo figlio.

ARTURO           - E al suo quarto marito.

GREGORIO       - Le analisi, ora ho capito.

ADRIANA          - Zio ma allora sei tu il padre, è stupendo. ... Ma zio che hai, la vita cambia con un figlio, è vero, ... ma continua ...

GREGORIO       - (la guarda sconsolato) La tua!

         Emilia si siede accanto ad Arturo con dolcezza, lui meno dolce. Adriana ed Agnello escono. Gregorio e Teresa si guardano dritti in faccia, poi.

TERESA             - Tu mi hai tradito, ora mi dici CON CHI, altrimenti ti sfascio in testa tutto il servizio di nozze.

GREGORIO       - E tu hai rifatto il seno, ora dimmi PER CHI, altrimenti ti ammazzo. ... E senza considerare che sei stata fidanzata con Celestino e non mi hai detto mai niente. ... E sei passata da un flirt ad un altro fino a trent'anni, non negare, l'ha detto tuo fratello.

TERESA             - Tu mi avevi detto che io ero stata l'unica donna e invece all'università facevi il galletto con le tue colleghe, non negare perché l'ha detto Arturo.

         Suona il telefono.

TERESA             -E chi è ora?

GREGORIO       - Rispondo io! (prende il telefono) ... Pronto ... (alla moglie) è per te!

TERESA             - (prende la cornetta) Pronto! E vai, finalmente, ... un maniaco!...

         Sipario. FINE