Betlehem anno zero

Stampa questo copione

BETLEHEM ANNO ZERO

BETLEHEM ANNO ZERO

libero adattamento dell’opera di BELARDINELLI Giampiero e COLOGGI Daniela

La scena è fatta fondamentalmente di una piazza su cui si affaccia su un lato l’albergo. Alla fine (dal lato opposto dell’albergo?) si deve creare la stalla della natività. L’albergo avrà un’insegna sopra al portone (praticabile), un tavolino fuori, e una finestra, creata ad esempio con una pedana e una ringhiera. Un’altra finestra serve verso la fine. La recita è fatta di recita e canzoni, il tutto qui di seguito allegato.

1° scena: Al mercato di Betlemme arrivano Caleb e Tamar, due ricchi commercianti, con i loro servi Saul ed Ester. Sono arrivati anche loro per il censimento, ma a differenza di Maria e Giuseppe sono ricchi e piuttosto superficiali. Stanno cercando il loro albergo.

2° scena: Ester e Saul arrivano all’albergo. I locandieri, Amos e Rachele, e i loro servitori, presentano il loro albergo come il più lussuoso, adatto solo ad una clientela raffinata. Arrivano anche Caleb e Tamar e, dopo essersi presentati.

3° scena: Tamar viene urtata da Gabriel, distratto servitore di un astrologo che vuole lui stesso conoscere la Bibbia e le stelle e in realtà ha già capito abbastanza bene il significato della cometa e aspetta la nascita del Messia. Tamar e Rachele capiscono solo che deve arrivare un re e si entusiasmano ciascuna a suo modo. Intanto un pastore, mentre gli altri lo ignorano, riflette nel suo modo ingenuo su chi può essere per lui il Messia. Poi arriva Zocar, il vero astrologo e sgrida Gabriel, mostrando in realtà in modo buffo di essere molto saccente, ma di non aver ancora capito molto.

4° scena: Arriva Naum, il messaggero del re Erode, che sta cercando per conto del re un bambino che dovrebbe diventare re. La folla lo scaccia, disprezzando lui come disprezza Erode.

5° scena: Un profeta, un po’ esaltato, vuole annunciare il messaggio di preparare le vie del Signore, ma viene disprezzato, anche un po’ meritatamente

6° scena: Amos, Rachele e i loro servitori disprezzano gli stranieri, in modo che anche a Caleb e Tamar sembra esagerato

7° scena: Gabriel dice a Saul ed Ester che devono arrivare tre re e Tamar, informata di questo, convince Caleb ad andare a chiedere alla gente che arriva in carovana se li hanno visti

8° scena: Zocar e Tamar, ciascuno per conto suo, stanno pensando alle cose che hanno visto e sentito e cominciano a capire che sta succedendo qualcosa di particolare. Intanto arrivano Giuseppe e Maria e vengono scacciati dall’albergo, provocando l’indignazione di Tamar, che ne discute con Caleb. Poi i pastori annunciano la nascita del bambino e Tamar, Caleb, Saul, Ester, e Zocar finalmente capiscono tutto e si affrettano alla grotta.

A questo punto voci dall’esterno fanno capire che i personaggi della storia sono in realtà le statuine del presepe, che, uscite le persone reali che si erano affacciate un momento, riprendono a parlare fra loro della nascita di Gesù che si ripete dopo tanti anni. Infine tutti fanno a modo loro auguri di pace.

Personaggi:

CALEB, Lorenzo;

TAMAR, Silvia;

ESTER, Cecilia;

SAUL, Daniele;

GABRIEL,Matteo;

AMOS,Michele;

RACHELE: Benedetta;

NAUM,Francesca G.;

ZOCAR, Alberto;

CANANEA, Flaminia;

MARIA, Flaminia;

PROFETA, Enrico;

GIUSEPPE, Enrico

PASTORE, Daria

venditori, folla, carovanieri, stranieri, angeli...: Marta, Stephanie, Jonathan, Gabriele, Livio, Teresa, Caterina, (Alissia)

servitori, profeti, soldati, pastori ecc.: Livia M.(?), Francesca M., Giulia, Simona, Livia G., Laura, che indossano una tunica semplice e di volta in volta un semplice accessorio (cappello, grembiule, scopa, elmo, lancia...) serve a far capire il ruolo.

1°SCENA: (tutti, salvo Amos e Rachele)

(Musica. Luce. Siamo al mercato di Betlemme. Uomini e donne, con banchetti, tappeti, oggetti vari, fanno mostra della loro mercanzia, cantando e ballando. La maggior parte dei venditori ha la merce in mano, ad esempio con un vassoio al collo, collane attaccate ad un anello, stoffe sulle spalle e al braccio, cesti con il pane, ecc... Forse uno o due piccoli banchetti con la merce attaccata sopra con nastro adesivo o altro. In particolare un tavolino tipo bar che diventa poi il tavolino fuori dell’albergo. Durante la canzone entrano in scena Caleb e Tamar, seguiti dai loro servitori Ester e Saul con i loro bagagli).

CANZONE:  IL MERCATO DI BETLEHEM  (tutti, compresi Amos e Rachele che escono verso la fine della canzone)

Venditrice  (Marta):    (Rivolto a Caleb e Tamar) Venite, signori, per voi un prezzo speciale!

Venditori (Ga e Livio):     (Avvicinandosi ai due e porgendo del pane) Posso offrirvi del pane caldo? È un omaggio della nostra città...

Caleb:                   (Prendendo il pane) Oh, beh, grazie!

Tamar:                  Hai visto, Caleb, quanta bella roba?

Caleb:                 (Dopo aver addentato un pezzo di pane) Ma ti rendi conto? Regalano il pane! Che spreco! Che ci si guadagna a regalare le cose, che sono frutto di lavoro, fatica, investimenti?

Tamar:                  Uffa, che noioso…

Venditrice (Stephanie):           Ho una stoffa bellissima che viene dalla Siria. Venga signora, senta che morbidezza…

Ester:                     Oh! È davvero raffinata, come la mia signora… Le starebbe benissimo!

Tamar (rivolta ad Ester):  Che ne pensi di questo vaso?

V enditore (Jonathan):            È un pezzo unico, dipinto con cura.

Ester:                     È meraviglioso!

Tamar:                  Uh, Caleb! Guarda che bella collana!

Venditrice (Marta):          È diambra molto pregiata, bella signora.

Tamar:                  (Piagnucolando, a Caleb) Me la compri? Dai, me la compri? E su, compramela! (Come

                              una bambina dispettosa) La voglio, la voglio, la voglio!

Caleb:                   Zitta, Tamar, dolce spina del Sinai, supplizio della mia vita! (Sbuffa. Alza gli occhi al

                              cielo) Ti ringrazio, Signore, per non avermi creato donna! Possibile che non pensi ad altro che a

                              spendere i miei soldi?

Pastore:               Volete comprare una brocca di latte, una matassa di lana calda?

Tamar:                  Che bella lana...

Caleb:                   Ma adesso cerchiamo l'albergo!

Tamar:                  Hai ragione... che stanchezza.... magari, caro pastore, ripasso domani...

Pastore:               Domani... ma io domani devo essere sui monti, le pecore stanno per partorire... avessi potuto guadagnare qualcosa oggi, per portare all’accampamento un po’ di vino, un vaso di miele... vuol dire che ci arrangeremo, come sempre... in fondo grazie a Dio qualcosa da mangiare ce l’abbiamo, il Signore è buono! (va via)  

Tamar:                (si rivolge di nuovo a Caleb)Tu e i tuoi antenati! Proprio in questo villaggio sperduto della Giudea dovevano nasce­re! E poi bella pensata di quello lì, Cesare, con questo censimento! Ma tanto, che gliene importa a Cesare dei nostri problemi? Nuove tasse, ecco cosa ne verrà!

Caleb:                 (Tappandole la bocca) Sss, zitta, non parlare male dell'imperatore! Ho visto diversi cen­turioni qui in giro. E poi, a noi non è andata così male coi romani: ricorda che grazie a loro sono diventato il mercante più ricco della regione, il primo importatore di legname da Tiro!

Tamar:             (Ironica, con un gesto eloquente, ad evidenziare l'avarizia di Caleb) Sarà per questo che sei così... "tirato"!

Caleb:                 E dagli! Ma non ti basta tutto quello che compro per te, i gioielli, la nostra bella casa? Abbiamo la dispensa sempre piena di ogni ben di Dio. Pensa piuttosto ai tanti poveracci che stanno peggio di noi...

Mendicante (Fra G.): (Che nel frattempo si è avvicinato) Fate la carità, gentili signori...

Caleb eTarnar: (All'unisono) Pussa via!

(Il mendicante va via e i venditori cominciano ad allontanarsi)

Caleb:                  Che gente! Dunque, (concentrandosi su di una mappa) questo è il nome dell'albergo.

                Sì, forse è il caso di chiedere.  (Rivolto a Saul) Tamar è stanca, noi aspettiamo qui. Cerca tu l’albergo e

                   dopo averlo trovato torna a chiamarci.

(Saul si allontana per chiedere informazioni)

Saul:                      sono forestiero, io e i miei padroni siamo qui solo per il censimento...Qualcuno sa dirmi dove trovare

                   l’albergo “Ai Quattro Venti”?

(Si rivolge a Saul una venditrice cananea, già  presente in scena).

Cananea:             Anche voi? Questa città è sempre piena di forestieri! lo, per esempio, vengo da Canaan. Comunque, il posto che cercate è lì, quel portone grande sulla piazza. Siate anche voi i benvenuti a Betlemme (fa un veloce inchino e va via).

Saul:       Grazie davvero,vado subito a vedere.

(Nel frattempo tutti i venditori sono andati via dalla scena e il servo si muove per andare a chiamare i padroni).


2°SCENA: (Tamar, Caleb, Saul, Ester, Amos, Rachele)

 (Si apre il portone, accompagnato da un cigolìo. Inizia la musica della canzone. Compaiono Amos il locandiere e Rachele sua moglie, sistemano il tavolino con due sedie fuori dell’albergo, Amos esamina un registro seduto al tavolino, ecc. Esce anche la sua schiera di servitori, che inscena una coreografia da operetta).

Ester:      C’è nessuno?

CANZONE:  Al QUATTRO VENTI (Amos, Rachele, Tamar, Caleb, Ester, Saul, servitori)

(Finita la canzone, i servitori al gesto dei padroni si allontanano pulendo qua e là, portando via qualcosa.. ecc., Ester e Saul si fanno avanti e Caleb e Tamar restano un pochino indietro)

Amos:           Benvenuti "Ai Quattro Venti", paradiso dei viaggiatori di classe. lo sono Amos, figlio di Eber, figlio di Ur, il vostro locandiere di fiducia. "Ai Quattro Venti": il primo e unico albergo di lusso di tutta la Giudea.

Rachele:        Vedrete, alloggerete benissimo. Vino  e cibo di ottima qualità, letti con lenzuola sempre pulite e servizio impeccabile.

Ester:                     (a Saul) Visto? È un albergo da gran signori!

Amos:                    (a Saul)Voi siete un gran signore?

Saul:           Io no, ma il mio padrone è il piùricco mercante di Cafarnao. Ma che dico Cafarnao:

                                dell'intera Galilea! Dirige e amministra un'impresa di alto fatturato nel settore dei legno.

                                 Legno pregiato, naturalmente. Importus‑exportus.

Ester:          E la mia padrona ovviamente non lavora…deve sempre pensare a farsi bella e ad organizzare sontuosi banchetti per gli amici.

(arrivano Caleb e Tamar)

Caleb:                      (Presentandosi al locandiere) Mi presento: il mio nome è Caleb: figlio di Esaù, figlio di Zoar, figlio di

                                Abraham, figlio di Zabulon, figlio di Nathan, figlio di.....

Amos:                        (interrompendolo) La vostra genealogia è senz'altro una garanzia per noi: tanto piace­re. Venite or

                                  ora da laggiù, da Cafarnao?

Tamar:                     Si, ma Caleb è originario di questa città. Siamo qui per quello stupido censimen...(Caleb le tappa la bocca).

Rachele:                       Il censimento voluto dal  grande Cesare Augusto!

Amos e Rachele:        Ave, Cesare!

Caleb:                   Ave, ave.... (Dandosi molte arie) Magno cum gaudio et magno magnitudinis...

Amos:                  Oh, ma voi avete studiato il latino!

  Caleb:                Qualche parola, me la cavo…Certo, non è facile come il nostro aramaico….. Ma cosa fai,

oggi come oggi, se non sai il latino? Come ci parli coi romani?

  Amos:                Soprattutto.... come ci fai gli affari coi romani? (Lui e Caleb ridono di gusto). Vedrete, il

nostro albergo renderà più piacevole il vostro soggiorno.

Rachele:              Che meravigliosa collana!

Tamar:                   L’ho trovata al mercato arrivando. Ce ne è voluta per convincerlo...

Rachele:                Come vi capisco... ma alla fine si sa chi comanda nelle case! (ridono)

Caleb:                   Ti troverai bene, mia allodola arruffata, anzi benissimo! Non a caso questo albergo è tra i più cari della Giudea.

Rachele:               (Sfregandosi le mani) Il più caro!

Caleb:                   A proposito... quanto caro?

Amos:                  (Prendendolo sottobraccio) Ma venite, andiamo a parlarne davanti a una coppa di buon vino…

 (Amos trascina Caleb all'interno prendendolo sotto braccio e Saul ed Ester  li seguono con i bagagli)


3°SCENA: (Gabriel, Tamar, Rachele, pastore, poi Zocar)

(Nel frattempo è entrato da un lato il pastore e dall’altro Gabriel con rotoli di libri sacri sotto il braccio che, intento a guardare il cielo, urta involontariamente Tamar).

Pastore:                Oh, di nuovo voi, signora... davvero non vi interessa un po’ di lana delle mie pecore?

(Tamar non fa in tempo a rispondere, perché intanto passa Gabriel che distrattamente la urta)

Gabriel:                Oh, vi chiedo umilmente scusa, bella signora. Non vi avevo vista.

Tamar:                  A quanto pare, giovanotto, hai la testa fra le nuvole.

Gabriel:                Tra le stelle, mia signora, tra le stelle. (Fa un veloce inchino) Il mio nome è Gabriel e

                              sono a Betlemme di passaggio. Anche voi forestiera?

Tamar:                  Di Cafarnao.

Gabriel:                Oh, dunque avete percorso la Via del Mare per salire fin qui!

Tamar:                  Zitto, non me ne parlare: quattro giorni di viaggio con quei carri, con quei cammelli puz­zolenti, su

                              certe stradacce! Quattro giorni di viaggio... e per arrivare dove? Betlemme: quattro pecore e una viuzza polverosa.

Pastore:                (a parte) eh già, solo quattro pecore, ma dovrebbe venire al mio paese per vederne tante...

Gabriel:                E per il censimento, vero? Tanta gente è dovuta tornare...anche meno fortunata di voi

                              durante il tragitto.

Tamar:                  Ah, lo puoi ben dire! Ho incontrato una dì quelle carovane zeppe di carri e di asini! C'era

                              una ragazza su un asinello striminzito stracarico di roba, e il marito a piedi. La donna

                              aveva un pancione cosi! Sarà stata al nono mese, sarà stata. Mi sa

                               che il bambino quella lo partorisce per strada... Ma.... (Vedendo Gabriel assorto in direzione dei cielo)

                               Scusa,Gabriel, mi ascolti?

(appaiono stelle proiettate sul soffitto e poi la foto del casale con la cometa sopra sul muro

Gabriel:                (Guardando con attenzione in alto) Guarda!

Rachele:              Che c'è di tanto interessante lassù?

Gabriel:                Scruto gli astri della volta celeste.

Rachele:              Ah, sei un romantico!

Gabriel:                (Leggermente risentito) Un astrologo, prego. Beh, veramente solo apprendista…ma ancora per poco.

Pastore:               Un astrologo! Leggimi il futuro... farà freddo domani? Per gli agnellini che devono nascere, dico..

Gabriel:                 (Non gli dà retta, immerso nei suoi pensieri) Ho appena fatto una sco­perta sensazionale!

Tamar, Rachele, pastore:          Davvero?

Gabriel:                Vedete quella stella lassù, quella con la scia?

Rachele:               (Guarda in alto, sforzandosi di vedere) Quella buffa luce che sembra un bruco?

Gabriel:                (Deluso) Il vostro paragone toglie molta poesia all'oggetto delle mie ricerche.. (pausa) Quella è una

                              stella molto speciale. Porta sicuramente un messaggio. Importantissimo.

Rachele:               Messaggio? Che genere di messaggio?

Gabriel:                Guardate: (mostra loro un rotolo di papiro) è tutto scritto qua. Quell'astro annuncia senza

                              ombra di dubbio la nascita di un re.

Tamar:                  (Si illumina) Un re? Hai detto un re?

Gabriel:                Il più grande dei re. Il re dei re!

Tamar:                  Addirittura?! Ma davvero?! Ma…ma questo cambia tutto! Non potevi dirmelo prima?

Gabriel:                I segni sono evidenti: la piccola città di Betlemme, la cometa... Sarà un grande giorno per il popolo d'Israele! Festa gran­de!

Pastore:                Una festa! Vorrei restare... ma non posso... domani devo essere di nuovo sulle montagne...

Tamar:                Festa grande? Giuro, ragazzo mio, che faccio fatica a starti dietro. (Comincia a strapar­lare tra sé) Ma visto che si parla di nobiltà…beh, allora bisogna prepararsi! Devo comprare dei vestiti nuovi, ho portato solo pochi straccet­ti... e qualche gioiello, non posso mica presentarmi così a questa festa grande!

Rachele:               Dovremo organizzare l’accoglienza di persone importanti, un ricevimento... A proposito, per quando è previsto il lieto evento?

Gabriel:                Non so con precisione… Ma presto, molto presto.

Rachele:               Devo avvertire subito mio marito: faremo grandi affari!

Tamar:                Devo avvertire subito mio marito…chissà come sarà contento! Un re! (Chiama verso la finestra dell'albergo) Caleb, Caleb!

Caleb:                   Eccomi mia rarissima – praticamente introvabile – Perla del Mar Morto… Uh! Ma devo presentarmi: Caleb. (Prende fiato) Figlio di Esaù, figlio di Zoar, figlio di Abraham, figlio di Zabulon, figlio di Nathan, figlio di...

Tamar:          Sì, sì, Caleb, ti presento questo giovane indovino ‑ o quasi indovino, dicia­mo che ha delle teorie interessanti. Il suo nome è Gabriel.

Caleb:                   Gabriel.... (sollecitandolo a nominare la genealogia).

Gabriel:                Gabriel e basta.

Tamar:                  (incalzando Gabriel per fargli riprendere il discorso interrotto) Questo giovane parlava

                              poco fa di un re che dovrebbe nascere nei dintorni…

Gabriel:        Per la barba di Aronne! La Bibbia lo dice chiaramente: è il Messia!

Tamar:                 Un momento: hai detto "messia"?

Tamar e Caleb: (Pausa. Si guardano. Poi, come se finalmente avessero capito tutto) Aahh!

Caleb:                 Ci risiamo con la storia dei messia! Questo salvatore dei popolo d'Israele che dovrebbe venire! Ma poi da che cosa ci dovrebbe salvare questo salvatore? Boh?!

Tamar:                 Già, da cosa?

Pastore:              Se il Signore non mi avesse  fatto trovare una bella grotta ieri... saremmo già morti di freddo su quella montagna, io e le pecore... ci salverà da questo freddo il Messia?

Tamar:                Gabriel, cerchiamo di essere pratici, per favore. Come dove e quando nascerà questo re? Perché di un sovrano siamo sicuri che si tratti, no?

Gabriel:                (indicando il rotolo e battendovi sopra con la mano) È  tutto scritto già, bella signora. È tutto scritto già…

(inizia la musica. La canzone ‑ che esplicita la profezia di Michea ‑ viene eseguita da Gabriel con interventi dei due coniugi e da un coretto di immaginari profeti che rappresentano i profeti citati che vengono evocati nell’immaginazione e che, naturalmente, spariscono alla fine del brano. I profeti sono inizialmente statici quasi come fantasmi, poi quando la musica si anima, si muovono al ritmo della musica con luci psichedeliche che si attenuano in una luce calda durante il ritornello).

CANZONE: UN'ANTICA PROFEZIA (Gabriel, Caleb, Tamar e profeti)

Zocar:                   (Ancora da fuori scena) Gabriel! Dove ti sei cacciato, fannullone! (Lo raggiunge) Ah,

                              eccoti qui. Scusate, signori, se questo giovane vi ha importunato. È il mio servitore. (Fa

                            un veloce inchino) Mi chiamo Zocar. (Strappa a Gabriel il mantello di dosso) E questo è il mio mantello. Sapete, s'è messo in testa di studiare        anche lui i misteri del cielo e il linguaggio delle stelle (Lo prende per un orecchio).

Gabriel:                Ma padrone, perché non mi volete dare ascolto! L'avete vista anche voi la cometa. E qui

                              è detto chiaramente…

Zocar:                   E’ detto, è detto.... hai riparato i miei sandali, piuttosto?

Gabriel:                Sissignore.

Zocar:                   (Prendendogli il papiro) E poi chi ti ha autorizzato a portarti dietro i miei testi? Andiamo,

                              ragazzo, non farmi perdere tempo. Ho molto lavoro da sbrigare. (A Tamar e Caleb)

                              Shalom, gentili signori, e scusatelo ancora.

Gabriel:                (Mentre viene trascinato via) Shalom, amici, la pace sia con voi!

(Gabriel e l'astrologo Zocar vanno via).

Caleb:                   Ora sì che è tutto chiaro: altro che profezia, altro che stella, altro che re!

Tamar:                  Il nostro soggiorno a Betlemme sarà noioso e inutile. Come immaginavo.

                              (Sbuffa rumorosamente) Che barba, che noia, che barba, che noia

(Entrano dentro l'albergo, con Tamar che continua a sbuffare e borbottare "Che barba, che noia...")


4° SCENA: (Naum e tutti eccetto Caleb e Tamar, i loro servi e i locandieri)

(Nel frattempo si sente uno squillo di trombe. Annunciato pomposamente, fa il suo ingresso il "lacchè" di Erode, personaggio frivolo nell'aspetto e nel modo di esprimersi, accompagnato da due-tre soldati mercenari (ragazze grandi, le altre con la folla). Entrano, da vari punti della scena, diverse comparse che rappresentano la folla).

Soldato:               Popolo di Betlemme, fate largo al nobile Naum, il messaggero dei vostro re!

(Inizia la musica).

CANZONE:  MI MANDA IL RE (Naum, soldati, folla – le ragazze divise fra questi ruoli – tutti nella folla, eccetto Tamar, Caleb, Saul, Ester, Gabriel, Zocar)

Soldato:               (Finita la canzone, di nuovo) Folla, inchinatevi al messaggero del vostro re!

Naum:              (Poiché nessuno ha eseguito) Va be', come se fosse fatto. Ave, brava gente di Betlemme. (Pausa. Si guarda intorno attendendo un saluto di risposta che nonarriva) Ave, simpatica gente di questa ridente cittadina della Giudea famosa per il suo pane fra­grante e delicato ‑ delizia per il palato ‑ offerto in dono a tutti i viaggiatori stanchi... (Si guarda intorno. Aspetta in dono il pane, ma ancora nessuno della folla accenna a qual­cosa) Coraggio! La simpatica gente di Betlemme è molto desiderosa di offrire questo famoso pane al capo della delegazione di Erode che giunge or ora da Gerusalemme, ma forse c'è un po' di timidezza... (Ancora niente) Delle belle ceste di pane... Una cesta? Qualche forma di pane delizioso... una pagnottella?

Dalla folla (Ga e Livio):    Finiscila, buffone!

Naum:                 Ma è tardi, e il pane non è più fresco. (Cambia discorso) E dunque vi chiederete, sim­patici e cordiali betlemmes... (Ha un dubbio linguistico) betlemmesi? Betlemmani?Betlemmitan... o voi cordiali abitanti di Betlemme: perché il nostro amato Erode il Grande da Gerusalemme manda qui da voi Naum, il suo fido messaggero, che è anche un bell'uomo?

Dalla folla (Marta):              Erode non è nemmeno un vero giudeo. Come può essere nostro re? Si è alleato coi

                              romani perché gli fa comodo stare sempre coi più forti!

Dalla folla (Jonathan, Caterina, Teresa, Marta): (Non tutti contemporaneamente) Abbasso Erode! Traditore! Via! Via lui e il suo mes­saggero!

Dalla folla (Stephanie):    Tornatene a casa con i tuoi soldati mercenari!

Naum:                  (Ironico) Troppo buoni, grazie per la gentile accoglienza.

Dalla folla (Flaminia):    Venduto! Venduto ai romani!

Naum:                 (Cambia totalmente tono e diventa aggressivo) Ora basta, o vi faccio flagellare uno ad uno dai miei soldati! Adesso ripetete con me: Viva Erode! (Nessuno dalla folla risponde) Non ho sentito. (Più forte, isterico) Non ho sentito!

(Le guardie alzano le armi, minacciose).

Dalla folla (tutti):                                                                                            (A mezza bocca, svogliatamente) 'Viv'rod

Naum:                 Così va meglio. (Pausa. Si guarda intorno, con importanza, urlando) Questo è ciò che il vostro amato sovrano Erode vi manda a dire: chiunque venga a conoscenza della nascita di un altro re in questa città o dintorni, è tenuto a darne sollecita notizia. In cambio (mostra un sac­chetto), otterrà un premio in denari d'argento. Denari romani. (Fa tintinnare le monete) Un lauto premio.

Dalla folla (Marta):         La nascita di un re? A Betlemme?

(Tutti ridono).

Naum:                  L'argomento denaro riporta il buonumore, dunque!

Dalla folla (Stephanie):    Èche qui di bambini appena nati o che stanno per nascere ce ne sono tanti…ma niente regine o sovrani  in giro, come potete vedere voi stessi.

Naum:                   Oh, gli altri bambini non ci interessano. (Fa un sorrisetto sarcastico) Per il momento, almeno. (pausa) (Sempre agitando il sacchetto con le monete) Allora, nessuno si fa avanti?

Dalla folla (Flaminia):    Spiegaci un po', Naum: perché un re dovrebbe venire a nascere proprio qui? Betlemme è una piccola città di povera gente, di pastori.  E perché poi Erode lo starebbe cercando?

Naum: Perché perché per come…Che gente noiosa! (Ai suoi) Forza, torniamo a Gerusalemme, io il mio dovere l'ho fatto.

Dalla folla (tutti):           Vattene!

(Accompagnato da un ridicolo suono di trombe e da alcune espressioni canzonatorie della folla, il gruppo di Naum si allontana e la gente si disperde, tranne qualche forestiero. Il locandiere si affaccia all'uscio seguito da Rachele).


5°SCENA: (Profeta, Amos, Rachele, Saul, Ester)

Amos:              Per la barba di Salomone! Sono già andati via? Mi avrebbe fatto comodo ospitare una bella comitiva proveniente da Gerusalemme. E' gente che sa vivere, che spende! Mica come certi stranieri senz'arte né parte... (Ne allontana alcuni (Gabriele, Livio e Jonathan) che passano vicino al portone) Pussa via, via! (Prende una scopa e pulisce la zona davanti all'albergo) Sporcizia, ecco cosa portano!

Saul:                     (al locandiere) Ma, caro amico, non fatene una malattia! Dopotutto anche noi siamo forestieri!

Rachele:        Oh, ma bisogna distinguere. Voi…voi siete brave persone! Ben vengano i viaggiatori, i turisti e i commercianti come voi…

Ester:                    Sì, e i romani? Non sono forse forestieri? Non occupano le nostre terre come conquistatori?

Amos:    Beh, certo, saranno pure nostri nemici…ma portano denaro, portano ricchezza! (Guardandosi intorno) Questi altri no! Questi sono dei disgraziati che arrivano da ogni paese vicino e lontano: arabi, assiri, siriani...

Rachele:               Quelli di loro che non hanno una moneta nella bisaccia, vanno via dalle loro città e vengono qui pensando di fare fortuna. Si, fortuna... in galera, questi mendicanti!

 (Nel frattempo è entrato un profeta che grida dall'altro capo del palco ed entrano anche Saul e Ester portando i mantelli dei padroni o qualcos’altro).

Profeta:                (Gridando) Pentitevi, il tempo è vicino!

Saul:                (Sbuffando) Rieccolo! Ci mancava pure questo. Ma sì, ma sì, barbone! Torna nel deser­to ad     annoiare serpi e scorpioni!

Profeta:                Preparate la via del Signore!

Ester:                    Ma chi è costui?

Amos:                 Un profeta. Pare che viva in una comunità di pazzi. Ogni tanto qualcuno di loro passa di qui e  comincia a delirare su strane profezie, di un messia che starebbe per arrivare, mi sembra…

Saul:                   Hai sentito Ester? Parla del messia, come quel brano della bibbia che leggevano sabato nella sinagoga

Ester:                    Qui in Giudea se ne parla tanto... (Al profeta) Scusate, buon uomo,...

Profeta:                (Spaventato) Allontanati da me, donna: non mi è permesso avere contatti impuri.

Rachele:               A giudicare dal vostro odore (lo annusa un po'), vi è permesso avvicinare solo le capre.

Profeta:                (Rivolto al cielo) Grazie, o Signore, per non avermi creato donna!

Amos:                  Sono d'accordo.

Rachele:               (Ironica) Che bello essere donna e sentirsi tanto compresa e amata! Chi devo ringra­ziare io per  questo?

Profeta:                (Grida, allucinato) Allontanatevi tutti! (Fa per andarsene, poi si volta e li guarda sbarrando gli occhi,

                               con tono ieratico) Egli verrà. Molto presto egli verrà (Gira le spalle e va via).

Rachele, Amos , Saul, Ester:    Ma egli chi? Chi è che deve venire?

Il profeta esce


6°SCENA: (Saul, Ester, Amos, Rachele e i piccoli da Marta in giù)

Arriva la cananea con un po’ di lenzuola piegate

Cananea:             Ecco il vostro bucato: lavato, stirato e profumato

Rachele:               Grazie, ottimo lavoro (le dà una moneta)

Cananea:             Scusate se vado un po’ di fretta. Voglio arrivare presto al tempio

Ester:                    Al tempio? Ma non è sabato!

Cananea:            Non è la vostra sinagoga, ma il tempio dei nostri dei. È molto antico. È stato costruito prima ancora che in questo paese arrivassero i giudei. Shalom, Rachele, ci vediamo la prossima settimana.

Rachele ed Ester: Shalom

Amos si è seduto al tavolino a riposarsi un momento e parla con Saul

Amos:                   Questi forestieri sono ormai dappertutto…E chi difende noi veri giudei, chi difende la nostra razza?

Saul:                     Insomma, ce l'avete proprio tanto con i forestieri!

Amos:                   Ecco, (li invita a guardarsi intorno, mentre passano alcuni forestieri presi da normali occupazioni) guardate un po' voi: gente di tutte le nazioni, di tutti i colori... Vengono a rubarci il lavoro, fanno dei figli!

Stranieri (Stephanie e Marta):   (Passando accanto al locandiere con della mercanzia) Si, però non è forse vero che anche tanti ebrei come voi sono sparsi in altri paesi? (Gli mostrano subito la sua mercanzia, cambiando discorso) Volete una pietra focaia, un sacchetto d'incenso per profumare i vostri ambienti? Un po'di cinnamomo, cannella, zafferano? (il locandiere non risponde. Una tira fuori uno straccio) Una pulitina al portone?

Amos:                   (Agli stranieri) Sparite!

(Gli stranieri si allontanano un po’, pur rimanendo nei paraggi).

Saul:                     (Molto timidamente, al locandiere) Eppure, caro amico ‑ non vorrei sbagliarmi, eh! ‑ ma

                              mi sembra che la nostra legge ci insegna a rispettare gli stranieri

Amos:                 Ah, e qui casca l'asino! E chi ci assicura che questa gente rispetti come noi la legge di Mosè? Noi dobbiamo difenderci: molti sono addirittura dei pagani!

Ester:                    Anche i romani sono pagani!

Rachele:               Sì, ma sono pagani…paganti! (Ride forte) Credetemi, alla fine questi vagabondi diventeranno più di noi, ecco cosa succederà! Ci toglieranno il pane di bocca e a Betlemme non si potrà più vivere!

Ester e Saul:        (Per indicare l'esagerazione, accompagnandosi con l'espressione dei viso e un gesto della mano) Ehh!

Amos:                   Provate, provate a parlare con qualcuno: già non ci si capisce più niente!

 (Caleb si guarda intorno e fa un cenno di saluto con la testa ai forestieri che gli passano vicino, che rispondono nelle diverse lingue).

Greci (Marta e Caterina): Kàire, phile!

Un’araba (Stephanie):         Salahamlech!

Romani (Livio e Teresa):          Ave! Salve!

Samaritani (Jonathan e Gabriele):    Shalom!

Saul:                     (Rivolto al locandiere, riferendosi con entusiasmo al Samaritano) Quelli parlano la nostra lingua, avete sentito?

Amos:                  Si, ma con uno spiccato accento della Samaria: meglio perderli che trovarli, quelli là!            

(Sedendosi sul gradino dei portone, sconsolato) Ecco, vedete come siamo ridotti?

Una volta sì, che si stava bene tra di noi. Adesso, con questa invasione, il nostro paese sembra...

(esagerando) sembra una Babele!

(Subito inizia la musica della canzone, che Amos e Rachele, infervorati, cantano, accompagnati dai loro servi, dai forestieri e da Saul e Ester. Dei servitori della prima canzone un paio, che in quella scena erano poco caratterizzati, adesso sono invece forestieri, che sostengono la parte che sarebbe cantata solo dai piccoli).

CANZONE:  CENTO VOLTI CENTO LINGUE (Amos, Rachele, servitori, forestieri – le ragazze si dividono fra servitori – quelli più evidenti nella canzone dell’albergo – e i forestieri, che sono anche i piccoli che recitano dopo)

 (A partire dall’ultimo ritornello tutti eccetto Saul ed Ester lasciano il palcoscenico).


7°SCENA: (Saul, Ester, Gabriel, Caleb, Tamar e tutti)

Saul:                     Per la barba di Noè, è proprio vero: non ci si capisce più niente!

Gabriel:                Shalom

Ester e Saul:          Shalom.

Gabriel:                Sapete se sono attesi in questo albergo i re che devono arrivare?

Saul:                     Quali re?

Gabriel:                Quelli che seguono la stella.

Saul:                     Allora tu devi essere l’'"astrologo" di cui parlavano i nostri padroni...

Ester:                    Il tuo padrone ti lascia andare in giro da solo?

Gabriel:                Oh, non fatevi ingannare dalle apparenze. È un vecchio scorbutico, ma in fondo mi vuole bene

                              e mi tratta come un figlio. Pensate che mi lascia studiare nel suo laboratorio. Naturalmente fa finta di non vedere quando mi trova a leggere di nascosto...

Ester:                    (Ironica, con uno sguardo complice a …….) Senti un po', ragazzo, come va la tua famosa stella?

(Ester e Saul si danno delle gomitate d'intesa, ridacchiando).

Gabriel:                Diventa sempre più luminosa... sembra addirittura più grande. Ora poi, che sta calando l'oscurità, si può osservare ancora meglio. Guardate voi stessi! (indica in alto).

Ester:                    (Guardando in alto) Uh, è proprio sopra il nostro albergo!

(Ester e Saul fingono ancora interesse, dandosi altre gomitate).

Saul:                     Ti riferisci a... quella buffa scia di luce che sembra un bruco?

Gabriel:              Non sembra affatto un bruco! (Più calmo) Comunque sì, è proprio lei. E so quel che dico: è la cometa che annuncia la nascita di un nuovo re.

Ester:                    E come mai lo hai capito solo tu, un umile servitore come noi, un apprendista astrologo che studia la scien­za di nascosto?

Gabriel:              Beh, ma non sono mica il solo! Voglio rivelarvi un segreto: (parla più piano e fa avvici­nare i due) tre famosi sapienti, tre grandi indovini di paesi lontani si sono gia messi in cammino per seguire proprio quella cometa e trovare il nascituro. E, guarda caso, por­tano con loro doni preziosi, doni per un grande re.

Saul:                     Oh, bella: e tu come fai a saperlo?

Gabriel:              (Diventa serio, confidenziale) a voi posso dirlo… In verità, sapete bene anche voi com'è... le notizie fanno presto ad arrivare: di voce in voce, di servo in servo, di porta in porta... è facile sapere tutto di tutti. Le loro carovane sono già state avvistate lungo la strada da altri viaggiatori.

Ester:                  Ma questo cambia tutto! La notizia diventa interessante anche per i nostri padroni…dobbiamo subito avvertirli!

(Gabriel esce. Si sentono le voci adirate di Caleb e Tamar che chiamano i loro servi)

Caleb:          …..Dove vi siete cacciati?

Saul:                   Padroni perdonateci, abbiamo sentito ora una notizia troppo importante. Gabriel dice che la stella di cui ci ha tanto parlato è stata studiata anche da tre studiosi che vengono dall’ Oriente con le loro carovane…

Caleb:            Figuriamoci! C’è un tale movimento di carovane in questo periodo! Ma tutti si spostano per il censimento …

Ester:                    Sentite che trambusto: deve essere la carovana che arriva!

Tamar:                E se fosse vero che arrivano questi re? Che ci costa chiedere a loro se hanno incontrato qualche re lungo la strada!

Caleb:                   Ma neanche per sogno! Non voglio rendermi ridicolo.

Tamar:                  (Petulante) E su, dai, chiediamo!

Caleb:                   Ma saranno stanchi morti! Dai, non mi va di importunarli…

Tamar:                  (Con un tormentone) Chiediamo, chiediamo, chiediamo

 (Inizia la musica della canzone, e arriva la carovana: gruppi di gente stanca di un lungo viaggio, con masserizie al seguíto).

CANZONE: CAROVANE (carovanieri e tutti eccetto Tamar, Caleb, Saul, Ester, Amos, Rachele)

(Inizia a uscire la carovana. Intanto Caleb Tamar rientrano, intenti a parlare con quelli in coda al gruppo che stanno ancora scorrendo).

Caleb:                   Scusate, scusate…avete per caso visto un re lungo la strada?

l' Carovan. (Stephanie):           (Visibilmente stanco) Un re? Tre ne ho visti, di re.

Caleb:                   Tre?!

l' Carovan. (Stephanie):      Sì: (ricordando, con un po' di affanno) avevano i turbanti e preziosi mantelli, e dei meravigliosi tappeti sui cammelli. Erano in tre lungo la strada per Betlemme, ne sono sicuro. (Si allontana).

Caleb:                   Per la barba di Noè! (Rivolgendosi a un altro carovaniere poco dietro)

Tamar:                  (intromettendosi) E voi, scusate signore…avete mica visto un re?

2° Carovan. (Marta):        (Si ferma e si asciuga il sudore della fronte) Eh, come no! Ne ho visti tre!

Tamar e Caleb:     Tre?!

2° Carovan. (Marta):            Si sì: Con le frange e i campanelli, con l'incenso e vari orpelli, coi turbanti, coi mantelli, coi tappeti sui cammelli. Erano in tre sulla strada per Betlemme.

Caleb:                   Per la testa di Mosè! (Chiedendo ad altri carovanieri che seguono e stanno cercando di affrettarsi

ad andarsene per evitare Caleb) Ehi, voi, scusate, scusate…

Carovanieri (i piccoli con Marta e Stephanie):  (insieme, spazientiti) Abbiamo visto tre re con gli anelli, i gioielli,

                              i campanelli, vari orpelli, coi turbanti, coi mantelli, coi tappeti sui cammelli…

Caleb:    (Congedandosi con un certo imbarazzo, mentre tutta la carovana va via) Ah, vabè, ho capito, grazie dell'informazione. (Salutando la carovana che si allontana) Shalom!


8°SCENA: (Zocar, Tamar, Gabriel, Caleb, Maria, Giuseppe e tutti)

(Tutti via eccetto Gabriel che rimane a camminare per la piazza pensoso. Buio. due finestre illuminate (una è la solita dell’albergo, a cui è affacciata Tamar, l’altra forse dall’altra parte della piazza con Zocar affacciato – seguito al momento giusto da Gabriel. Guardano le stelle proiettate sul soffitto e pensano contemporaneamente, ciascuno per conto suo. Le ragazze grandi passano ondeggiando con in mano una stella d’oro – al solo scopo di aiutare nella canzone)

 

CANZONE:  CHE NOTTE STRANA (Tamar, Zocar e stelle) – solo prima strofa

Zocar:                    (seguendo i suoi pensieri) Che strana quella stella...

Gabriel:                  (accorgendosi di Zocar alla finestra) Padrone!

Zocar:                    Dove vai girando fannullone?

Gabriel:              Padrone, come diceva quel rotolo che leggevi ieri... “il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce...”, di che luce parla?

Zocar:                    Ancora con i miei libri... invece di fare il tuo lavoro... però... prendimi ancora il rotolo di Isaia...

Gabriel:                  (con un salto ha raggiunto il padrone prendendo al volo un rotolo e una candela per leggere) Eccolo!

Zocar:                    È notte, e mi parli di luce... siamo servi dei romani e ieri leggevo di un re... ma guarda cosa c’è scritto di seguito: “un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio, sulle sue spalle il segno del comando...” continua a leggere tu per favore, c’è poca luce per i miei occhi malati...

Gabriel:              (si mette a leggere piano sfumando e anche la luce si sposta) “... sarà chiamato consigliere ammirabile, Dio potente...”

(Entra in scena una giovane coppia, Giuseppe e Maria, Lei è incinta).

Giuseppe:          (Sorreggendo la sposa, evidentemente molto stanca) Ci siamo, finalmente. Vedrai che adesso si aggiusterà tutto.

Maria:                    Che stanchezza! Ma sono così contenta che siamo arrivati!

(Giuseppe bussa al portone de 'Ai Quattro Venti". Il locandiere si appresta ad un'uscita trionfale, pensando di accogliere i tre signori dell'Oriente).

Amos:                 (Senza guardare i due) Ah, ottima scelta, miei signori! Benvenuti, benvenuti "Ai Quattro Venti", paradiso dei viaggiatori di class... (Si accorge di avere di fronte una coppia di umili forestieri e istintivamente chiude loro il portone in faccia. Giuseppe bussa di nuovo e Amos risponde con una vocina da finto ingenuo, come se non fosse successo nien­te, rimanendo con la porta appena accostata) Chi è?

Giuseppe:            Buon signore, cerchiamo ospitalità per questa notte. Veniamo da Nazareth, abbiamo fatto un viaggio molto lungo e la mia sposa sta per partorire…

Rachele:               (Terrorizzato) Per carità, no!

Giuseppe:            Come?

Rachele:             (Riprendendosi, con finta apprensione e addolcendo il tono) Ehm, volevo dire, per carità, speriamo di no proprio questa notte, perché qui ‑ mannaggia ‑ purtroppo non c'è più posto, e non vorrei che la signora soffrisse di qualche disagio, poverina!

Maria:           Io non sono a disagio, in questo momento sono davvero felice….avrei solo bisogno di riposarmi un po’!

Amos:          Mi dispiace molto signora, ma proprio non abbiamo posto..

Giuseppe:          Ma noi ci accontenteremmo anche di un letto arrangiato, giusto per riposare un po'... Vi pagherei comunque, state tranquillo...

Rachele:             (Con molta ipocrisia) Ma figuriamoci, nemmeno a dirlo! Quando si può aiutare qualcuno…. Ma non si può! Comunque ci sarebbe un ottimo caravanserraglio a pochi passi da qui.

Maria:                    Abbiamo già provato, ed è pieno zeppo di pellegrini.

Amos:                 (Sempre con molta ipocrisia) Oh come mi dispiace: ma qui pro­prio non posso ospitarvi. Con permesso e tanti auguri... (Chiude la porta sbattendola).

(Giuseppe e Maria, sconsolati, se ne vanno).

Tamar:                   (Dalla sua finestra, mostrando di aver sbirciato tutto. E’ scandalizzata) Ma che… (Grida) Locandiere!

Amos:                   (Uscendo dal portone e guardando verso la finestra) Amos, figlio di Eber, figlio di Ur. Ai vostri ordini, signora.

Tamar:                   Perché avete detto a quei forestieri che non c'è più posto nell'albergo?

Amos:                 In verità sono rimaste tre camere, anche belle grandi…ma, sapete come va il mondo: adesso sono libere, e magari fra un'ora tre veri signori le occuperanno. Così è la vita! (Ride)

Tarnar:                  (Sempre dalla finestra) Caleb, Caleb, svegliati! Hai sentito?

Caleb:                   Cosa, cosa, che succede, Tamar? Dormivo così bene!

Tamar:                  Li ha cacciati via! Il padrone ha cacciato via una coppia di giovani sposi. Eppure di stan­ze libere qui ce ne sono!

Caleb:              Mio amato sassolino del deserto, mia adorata formaggetta santa, scopro in te una sen­sibilità da giglio in mezzo ai cardi!

Tamar:                   (Piagnucolando) Oh, è stata una cosa così crudele, così…così umiliante!

Caleb:              (Consolandola) E’ molto bello da parte tua…ma in fondo cosa te ne importa?! Non siamo mica parenti! Si vede che Amos li ha cacciati via perché... perché sono forestieri!

Tamar:             E basta con questa storia dei forestieri! Non fingere di aver dimenticato che io stessa sono una samaritana, che tra i miei antenati ci sono assiri e babilonesi! E che prima di sposarmi con te, ero povera, per giunta!

Caleb:                 (Guardandosi intorno) Sss, parla piano…(Riprendendo il discorso) Forse quelli non ave­vano soldi per pagare, forse non erano ricchi abbastanza per questo posto. Dopo tutto, "Ai Quattro Venti" è un albergo di un certo livello e magari...

Tamar:                  (Amareggiata) E non ti sembra un'ingiustizia, Caleb? (Balbettando) Lei, quella donna aspettava un bambino!

Caleb:              Ecco, sicuramente li ha mandati via proprio per questo! Magari poteva capitarle di partorire così,  all'improvviso... Sai che trambusto, in un albergo!

Tamar:             Ma aveva bisogno di aiuto! Così giovane, solo una fanciulla…aveva una strana luce negli occhi. Non dimenticherò mai quegli occhi! (Ricordando improvvisamente) Era la fanciulla della carovana dietro di noi, non te li ricordi? (Guarda in su) E qui sopra c'è sempre quella stella che sembra che ci stia guardando ...

Caleb:                   Ci mancava la stella guardona, ci mancava. Tutta colpa di quel Gabriel che ti ha messo

                              in testa le sue idee strane!

Tamar:                  Voglio trovare quella donna, la voglio aiutare…

                         (Chiama la serva):    Ester, svegliati, vieni subito, ho bisogno del tuo aiuto!

                              (Scappa via, scende ed esce dal portone con Ester).

Caleb:                   (Dalla finestra) Fermati! Non vedi che è notte fonda? Vieni, Saul, andiamo a riprenderle!

Tamar:                  Ester, devo trovare quella ragazza...

Ester:                  Quella che è passata poco fa per la locanda? Li ho visti andare verso quelle grotte in fondo alla strada... proprio lì dove si è fermata la stella.

Tamar:                La stella? (indica sopra di lei, stupita) Ma se era qui, poco fa…! (Porta le mani alla bocca, come se avesse avuto un'intuizione. Ricordando la frase citata da Gabriel) Gabriel parlava di una ragazza che doveva partorire... pos­sibile?

                               (Verso il cielo) Grazie, Signore, per avermi creata donna…(si guarda intorno) e per que­sta notte così misteriosa, così strana, che sembra la prima vera notte della mia vita...

(Inizia la musica della canzone, cantata da Tamar, durante la quale arrivano in piazza alcuni pastori che hanno avuto l'annuncio dell'angelo).

CANZONE:  CHE NOTTE STRANA (Tamar, Ester, cananea, pastori e angeli)

Pastore:                                 Eravamo riuniti intorno al fuoco e all’improvviso abbiamo visto una grande luce, e angeli... e dicevano che in una stalla è nato il re... forse il Messia è arrivato... vuole salvarci, ha detto quell’astrologo...

(I pastori vanno via).

Tamar:                  (Rivolta alla finestra dell'albergo) Hai sentito Caleb? Vèstiti, svelto, andiamo!

Caleb:                   (Togliendosi il berretto da notte e cominciandosi a vestire) Dove, dove?

Tamar:                  Alla grotta, naturalmente! La fanciulla ha partorire. È nato quel bambino.

Caleb:                   E devo proprio venirci anch'io?

Tamar:                  Non fare storie. E porta con te qualcosa che possa servire, non so…prendi una coperta!

Caleb:                   Ma che dirà il padrone?

Tamar:                  La pagheremo il doppio del suo valore.

Caleb:                   Quanta fretta per un povero neonato! Tanto non scappa mica!

(Tamar e Caleb, seguiti poi da Ester e Saul)

Saul:                     (ancora mezzo addormentato) Ma dove stiamo andando? Chi è questo bambino??

Ester:                    Ma non hai capito ancora?! È questo bambino il re annunciato dalle profezie!

Saul:                     Davvero? Oh, che mal di testa!

Ester:                    Non perdere tempo, andiamo! (Tra sé, guardando in alto) Grande Signore d'Israele, mi sa che è tutto vero! Se penso a come tutto incredibilmente coincide: la stella, le profe­zie, quello che ha detto Gabriel, quello che hanno detto quei pastori...

Zocar:                   (arrivando trafelato con un rotolo sotto il braccio e un altro aperto) Aspettate! Ascoltate cosa dice Isaia: “La vergine concepirà e partorirà un figlio...” È chiaro! L’ho detto anche a Gabriel... Andiamo a quella stalla, avete sentito i pastori? Corriamo!

(Tutti vanno via velocemente. Appena usciti, compare in un angolo della scena Gabriel, di tre

quarti rispetto al pubblico, vestito solo di una tunica chiara. Sparsi per la scena, arrivano alcuni altri per­

sonaggi, tra gli uomini e le donne che precedentemente si erano caratterizzati come forestieri. Hanno i

mantelli o le stole in mano, indossano la stessa tunica chiara e sono immobili, rivolti nella stessa dire­

zione di Gabriel, guardando verso l'alto. Sono tutti angeli, ma non hanno ali).

MUSICA:                NOTTURNO

(Gabriel fa un cenno agli altri angeli che, in diversi punti della scena, bussano alle porte delle case. Si accendono delle lanterne negli interni, compaiono sulle soglie i vari abitanti di Betlemme i quali, avvisati della nascita del bambino, prendono poche cose, escono e a loro volta passano parola ad altri abitanti. Il tutto in una coreografia che termina con l'immagine della gente che si avvia alla grotta, come in un presepio vivente, Poi breve buio. Luce: la musica si trasforma in una specie di breve carillon. Gli stessi personaggi, immobilizzati in pose plastiche, più Maria Giuseppe e il bambino da un lato, Gabriel fornito ora anche di ali e di aureola, e i tre Re Magi. t il presepio di una casa, e i personaggi sono diventati statuette. Finita la musica, inizia una sonorizzazione con i rumori tipici di una casa moderna: una radio lontana che trasmette un motivo natalizio, aspirapolvere, squillo di telefono, passi, una porta che si apre... Poi, con un effetto di "rimbombo" che dia il senso del nuovo rapporto spaziale (le voci a seguire sono registrate e opportunamente distorte e mescolate a rumori)‑ gli attori in scena piccolissimi e gli ipotetici componenti della famiglia in casa giganteschi rispetto a loro ‑ si sentono dall'alto le voci dialogare).

Voce Bambina:     Che bello, papà!

Voce Papà:            Hai visto, tesoro, quante belle statuette?

Voce Bambina:     Si. Lì c'è il pastore che dorme, poi il pescatore, l'angelo... e quei due vicino alla grotta chi sono, papà?

Voce Papà:          Quelli con i vestiti eleganti? Mah, non lo so: appartenevano alla nonna, e prima ancora alla nonna della nonna.

Voce Bambina:   Che buffi! E quello che ci fa con tutte quella coperta in mano? (Ride) Sembra un tontolone!

(Dall'espressione di Caleb si capisce che la frase è stata da lui sentita).

Voce Papà:          Su, adesso mettiamo un po' di farina per fare la neve e poi andiamo a chiamare mamma.

Voce Bambina:     Okay papy (Ride ancora).

(I personaggi del presepio, muovendosi il meno possibile, cercano di soffocare starnuti e fastidio, mentre dall'alto piove una cascata di granelli di polistirolo bianco. Rumore di passi e porta che si chiude sbattendo. Tutti sussultano contemporaneamente).

Caleb:                   (Risentito) Un "tontolone"? Hai sentito, Tamar? Tontolone a me, Caleb, figlio di…

Tamar:                  (Scrollandosi di dosso un po' di "neve") Uh, non ricominciamo, eh! E' solo una bambi­na…

Caleb:                   Come sei saggia, mio dolce pandorino di terracotta! E bella come sempre.

Tamar:                Grazie, Caleb. (Tra il complimento e la rassegnazione) Anche tu sei sempre lo stesso anche dopo tutto questo tempo.

Gabriel:                Shalom Tamar! Shalom, Caleb!

Tamar e Caleb:     Shalom Gabriel!

Tamar:                Chi l'avrebbe detto: ancora qui ad aspettare la nascita di quel bambino dopo tanti anni… (Pensandoci) Ma quanti anni esattamente, Caleb?

Caleb:                   Dunque, esattamente siamo nell'anno…

Zocar:                   (interrompendo, saccente, da professore) Fate presto voi a dire “esattamente”... è evidente invece che da secoli si contano gli anni con un errore. Secondo i Vangeli di Matteo e Luca Gesù è morto prima di Erode il grande, e quindi almeno quattro anni prima di quello che credevano gli antichi...

Rachele:               (Tentando con garbo di farlo smettere) Si, vabe', sottigliezze, dettagli…

Zocar:                 (Riprendendo imperterrito, mentre tutti gli altri personaggi accusano un po' di noia, sba­digliando) Non sono dettagli: basta pensare alla testimonianza di Giuseppe Flavio, che parla di un’eclissi di luna che avvenne nell’anno 41, da cui si può calcolare... (si è voltato verso Amos, come interrogandolo)

Amos:                 (in imbarazzo) Eh, beh, dunque…quattro per otto……e porto due… 750 meno…con l'a­vanzo di... Non lo so, signor sapiente!

Zocar:                   (Scrivendo su una specie di registro) Impreparato. (Riprende la sua lezione tra lo sconforto generale) Dunque, Gesù sarebbe nato sei anni prima, anche se recentemente qualcuno –

                              basandosi su dati biblici ‑ ha proposto la datazione a tre anni prima…

Maria:                    Io ricordo bene, era l’anno in cui è nato anche mio nipote Giovanni, e mia cugina aveva esattamente 80 anni...

Giuseppe:            Sì, ma questo non ci aiuta a capire che anno era... però mi ricordo che Gesù avrà avuto cinque anni quando è morto il re e siamo tornati dall’Egitto..

Dal presepio:       E basta! Così facciamo mezzanotte!

Tamar:                  Appunto! Ma di che anno?

Saul:                     (Bloccando Zocar che sta per intervenire di nuovo) Mi consenta, signor Astrologo, ma in tutto il mondo questo è il Natale del 2004…

Ester:                    Sss, attenzione, stanno tornando! Adesso accenderanno le solite lampadine a intermit­tenza. Mi fanno venire il mai di testa…

Tamar:                  Tutti zitti e fermi!. (Lo bacia sulla guancia) Buon Natale, amore.

Caleb:                   Buon Natale. (Rivolto agli altri personaggi dei presepio) E buon Natale a tutti!

(Gli altri personaggi del presepio rispondono, ognuno nella propria lingua. Uno dei personaggi, alla fine, parlerà in inglese).

Personaggio (Daria): Shalom, pace a voi!

Personaggio (Marta): Kalà Christùghena!

Personaggio (Gabriele e Livio): Buon Natale!

Personaggio (Teresa e Caterina) : Grazie, auguri!

Personaggio (Stephanie) : Joyeux Noël!

Personaggio (Jonathan): ... et la paix soit avec vous!

Caleb:                 Oh! Ma... lei è nuovo? (incuriosito, biascicando un inglese molto incerto) Do you... do you speak english? My name is Caleb: son of Esaù, son of Zoar, son of Abraham, son of Zabulon, son of Nathan...

Tamar:                  (Alzando gli occhi al cielo) No, ci risiamo...

(Tutti i personaggi, colti di sorpresa dal rumore di una porta che si apre, di passi veloci e dalla voce della mamma, si immobilizzano nelle posizioni in cui si trovano. Inizia un effetto di luci che ricorda quello delle lucette del presepio – luci psichedeliche).

Voce Mamma:       Ma guarda! Hai ragione, amore, è proprio un bel presepio. Brava!

Voce Papà:            E io,scusa?

Voce Mamma:       (ironica) Tu... bravino.

Voce Bambina:     Papà, guarda! Il pupazzetto buffo si è spostato!

(Tutti i personaggi del presepio trattengono vistosamente il respiro, temendo di essere stati scoperti).

Voce Papà:          Ma no, piccola, è solo un'impressione... (Tutti i personaggi dei presepio si rilassano contemporaneamente. Il papà fa schioccare un bacio) Auguri!

Voce Mamma:       Auguri!

Voce Bambina:     Buon Natale!

(Tutti i personaggi, pur rimanendo immobili nelle posizioni in cui si trovano, fanno un sorriso. Dopo un breve buio totale, inizia la musica dell'ultima canzone. Si riaccendono le luci e tutti cantano e ballano).

QUALE CANZONE?


CANZONE:           IL MERCATO DI BETLEHEM (tutti, compresi Amos e Rachele che escono verso la fine della canzone)

Venditori ed altri: Donne venite al mercato di Betlehem

                              donne guardate la roba che c'è:

                              quel che volete trovare cercatelo qua!

                              Donne comprate al mercato di Betlehem

                              pochi denari, confronto non c'è:

                              donne ammirate che merce di gran qualità!

                              Ceste di vimini, cuoio per sandali

                              lampade ad olio se buio sarà.

                              Frutta pregevole, datteri e mandorle

                              latte di pecora del Galaad.

                              Vino da vigne che meglio non c'è

                              olio d'oliva per piatti da re

                              ed in regalo c'è il pane

                              il pane di Betlehem.

                              Stoffe di lino, tinture di henné

                              balsami unguenti, incenso, aloè

                              per ogni cosa venite

                              compratela a Betlehem.

                              Abiti splendidi, ciondoli e ninnoli

                              pietre preziose, che grande bazar.

                              Anfore solide, tuniche morbide

                              e per il prezzo poi si vedrà.

Tamar, Ester e...: A Betlehem

                              di sole e profumi è un incanto:

                              un cesto, un fermaglio, di tutto c'è il meglio

                              e ciò che desidero l'ho visto già.

Venditori:             Donne venite al mercato di Betlehem

                              donne che affari di meglio non c'è:

                              grandi occasioni e la spesa una festa sarà!

                              A Betlehem, a Betlehem.

CANZONE:           Al QUATTRO VENTI (Amos, Rachele, Tamar, Caleb, Ester, Saul, servitori)

Amos, Rachele e servitori:           Benvenuti Ai Quattro Venti

                              benvenuti Ai Quattro Venti

                              siete giunti nel migliore degli hotel.

                              Son pronti ai vostri desideri

                              otto servi, un oste e un maitre

                              Ai Quattro Venti, sì, di Betlehem.

                              Ai Quattro Venti, Ai Quattro Venti

                              dove i clienti son serviti come re

                              sono contenti in quest'hotel

                              Ai Quattro Venti di Betlehem.

                              Ai Quattro Venti, Ai Quattro Venti

                              la nostra dote principale è il savoir faire.

                              La cortesia qui sai cos'è

                              un posto ancor più chic non c'è.

                              Abbiamo lenzuola lavate e stirate

                              con camere comode e ben soleggiate

                              decoro, competenza e simpatia:

                              da qui nessuno se ne va più via.

                              Abbiamo un terrazzo con vista sul monte

                              posate in argento, boccali d'Oriente

                              menù da grande chef al grand hotel

                              le cinque stelle di Betlehem.

                              Ai Quattro Venti, Ai Quattro Venti

                              riservatezza, discrezione e serietà:

                              dei vostri affari non si saprà

                              che Ai Quattro Venti di Betlehem.

(Tamar, Ester, Caleb, Saul si sono avvicinati nel frattempo e ora guardano l’albergo dall’esterno)

Tamar, Ester, Caleb Saul:   Che grande, che bello, che lusso, che stile

                              che raffinatezza, che fare gentile!

                              È il massimo, è la crème de la crème:

                              le cinque stelle di Betlehem.

Amos, Rachele e servitori:    E il massimo, è il top, la creme de la créme

                              c'è tutto di tutto che meglio non c'è.

                              Signori siate benvenuti voi

                              il cinque stelle siamo noi.

                              Ai Quattro Venti, Ai Quattro Venti

                              la permanenza una vacanza diverrà.

                              Fidatevi anche voi, restate qui da noi

                              di certo non vi pentirete

                              dopo ci ringrazierete

                              e ritornerete qui a Betlehem, a Betlehem.


CANZONE:           UN'ANTICA PROFEZIA (Gabriel, Caleb, Tamar e profeti)

Gabriel e profeti: Lo disse Zoroastro

l'ha detto anche Isaia

è scritto e tramandato

è un'antica profezia.

L'ha detto Ezechiele

lo accenna anche Daniele

compare in Malachia

e perfino in Sofonia.

Nel libro di Michea

è chiaro e così sia:

è qui che nascerà

il re, il Messia.

Un re che sta nascendo

un re che presto viene

un principe di pace

nella terra d'Israele.

Profeti e tutti:      E Betlehem di Gíudea non sarai più piccola

                               tu Betlehem non sarai la più piccola città:

                               qui nascerà, qui nascerà

                               è tutto scritto già.

Caleb:                   Che strano avvenimento

chi è questo Messia?

Che c'entra quella stella

con l'antica profezia?

Tamar:                  E poi mi sembra strano

che il posto questo sia:

un umile paese

quattro case sulla via.

Gabriel:                Un re che sta nascendo

                              un re che presto viene

                              l'atteso dalle genti

                              nella terra d'Israele.

Profeti:                 Che bello se venisse

                              nel mondo e così sia

                              il nostro salvatore

                              questo re, il Messia.

Tutti:                    E Betlehem di Gíudea non sarai più piccola

                              tu Betlehem non sarai la più piccola città:

                              qui nascerà, qui nascerà

                              è tutto scritto già.

                              Qui nascerà, è tutto scritto già.

                              Qui nascerà, è tutto scritto già.

CANZONE:           MI MANDA IL RE (Naum, soldati, folla – le ragazze divise fra questi ruoli – tutti nella folla, eccetto Tamar, Caleb, Saul, Ester, Gabriel, Zocar)

Naum e soldati:  Gente bassa ed ignorante

                              ritiratevi all'istante

                              parlerò per voi: mi manda il re.

                              Erode ama molto la vostra città!

                              Erode che vi pensa un saluto vi fa.

                              Com'è buono e intelligente

                              oltretutto assai piacente:

                              siete fortunati voi, fortunati nel servire lui.

                              Erode tiene tanto alla vostra città

                              lo dice in confidenza uno che ben lo sa.

                              Quanto è grande il vostro Erode

                              com'è forte il vostro re

                              è un sovrano solo ma ne vale tre.

Folla :                   Non ci piace no quel vigliacco di Erode

                              solo tasse in più per le casse di Erode.

                              Coi romani noi per la fifa di Erode

                              prigionieri noi per la quiete di Erode.

                              Niente orgoglio e dignità

                              niente pace e libertà

                              niente più felicità:

                              così non va.

Naum e soldati:  Erode lo sapete è una celebrità

                              Erode si rivolge alla vostra città.

                              lo che sono il braccio destro

                              sono corso presto presto

                              vengo tosto a riferire qui a Betlehem.

Folla:                    Con le tasse e tutto il resto

                              ci mancava pure questo

                              cosa vuole ancora Erode qui a Betlehem?

Naum e soldati:  Gente bassa ed ignorante

                              ritiratevi all'istante

                              ascoltate cosa dice il re.

CANZONE:           CENTO VOLTI CENTO LINGUE (Amos, Rachele, servitori, forestieri – le ragazze si dividono fra servitori – quelli più evidenti nella canzone dell’albergo – e i forestieri, che sono anche i piccoli che recitano dopo)

Amos, Rachele e serv.:    Guarda là che roba, che incresciosa situazione:

                              di questi forestieri c'è davvero un'invasione.

                              Se ti giri intorno tu non capirai un granché

                              sembra una Babele, non è più la mia Betlehem.

                              Cento volti cento lingue cento religioni

                              io con tutti quanti riempirei cento prigioni.

                              Penso alla mia razza e non vorrei che prima o poi

                              questi qua diventino davvero più di noi.

                              No no no no io non lo voglio no.

                              No no no lo straniero no.

                              No no no.

Forestieri:            Cento volti cento lingue questi siamo noi

                              non ci sembra alto il prezzo che pagate voi

                              per un po' di pace, di lavoro e libertà:

                              siamo in fondo parte della stessa umanità.

Amos ecc..:          No no no no io non lo voglio no.

                              No no no lo straniero no.

                              No no no io non lo voglio no.

                              No no no.

                              Se però ricchezze ne possiede in quantità

                              benvenuto in questa società

                              anche se straniero, ci va bene anche così

                              con l'inchino l'aspettiamo qui

Forestieri:            Cento volti cento lingue di ogni continente

                              noi dispersi per il mondo, noi con poco o niente

                              noi di un'altra storia dentro un'altra civiltà

                              con il cuore in patria e il resto a chiedere pietà.

Amos ecc.:          No no no no io non lo voglio no.

                              No no no lo straniero no.

                              No no no io non lo voglio no.

                              No no no.

                              No no no no io non lo voglio no.

                              No no no lo straniero no.

                              No no no io non lo voglio no.

                              No no no io non lo voglio no.

CANZONE:           CAROVANE (carovanieri e tutti eccetto Tamar, Caleb, Saul, Ester, Amos, Rachele)

Alcuni carovanieri:           Sabbia dei deserto, montagne e cielo aperto

                              vento e pioggia sopportare

                              o il sole che ti può bruciare.

                              E andare andare andare

                              oltre i fiumi, oltre il mare.

                              Strade silenziose le dune misteriose

                              coi predoni da evitare

                              con la pelle da salvare.

                              E andare andare andare

                              verso un luogo da trovare.

tutti:                      Carovane su percorsi lontani

                              coi destini stretti nelle mani.

                              Carovane di famiglie e bagagli

                              ma quando si arriva?

Carovane giorni e notti di viaggio

con le borse piene di coraggio.

Carovane sui tracciati del tempo

e un giorno si arriva.

Carovane.

Alcuni carovanieri:     Sabbia del deserto, montagne e cielo aperto

                              con le bestie da guidare

                              coi bambini da sfamare.

                              E andare andare andare

                              dopo non ti puoi fermare.

tutti:                     Carovane su percorsi lontani

                              coi destini stretti nelle mani.

                              Carovane di famiglie e bagagli

                              ma quando si arriva?

Carovane giorni e notti di viaggio

con le borse piene di coraggio.

Carovane sui tracciati del tempo

e un bel giorno si arriva.

E andare andare andare

oltre i fiumi, oltre il mare.


CANZONE:           CHE NOTTE STRANA (Tamar, Ester, cananea, pastori e angeli)

                              (la prima volta solo la prima strofa Tamar, Zocar, stelle)

Tamar, Ester, Cananea:   Guarda che notte, che notte strana

                              la luna sembra un gomitolo di lana

                              mille stelle lassù

                              un ricamo nel blu.

                              Senti che notte, che notte strana

                              scende il silenzio e la paura è lontana.

                              E’ magia, non so

                              che notte questa notte

                              che notte che dormire non si può.

Pastori:                Voi non sapete che ci capitò

                              un angelo stanotte ci parlò:

                              il Salvatore è nato qui per voi

                              è nato qui per voi, è nato qui per voi

                              e lo disse proprio a noi.

                              E poi quell'angelo che ci parlò

                              verso una grotta santa ci mandò

                              dove una stella che risplende già

                              la strada indicherà

                              la strada indicherà.

Tutti+Angeli (=piccoli): Fu così

                              un coro di angeli, di angeli

                              un coro di angeli.

                              Fu così

                              un coro di angeli, di angeli

                              un coro di angeli.

                              Fu così

                              un coro di angeli, di angeli

                              un coro di angeli.

CANZONE: È Natale ancora

Scende il cielo sulla terra

sopra l'odio e sulla guerra

scende il cielo e si fa storia

sfida il tempo e la memoria

ora è Natale ancora.

II passato è nel presente

nel futuro della gente

e la pace è sempre un sogno

dell'amore si ha bisogno

ora è Natale ancora.

Ogni uomo può sentire un segnale da seguire

ora è Natale ancora.

Ogni uomo qui nel mondo una stella sta cercando

una luce per trovare un po' di verità.

Merry Christmas all over the world

nous chantons cest Noël pour le monde

buon Natale feliz Navidad

per la pace che un giorno verrà.

Merry Christmas all over the world

c'est Noël non scordiamolo mai

buon Natale feliz Navidad

e la pace sia sempre con noi.

Siamo popoli e nazioni

secoli e generazioni

siamo figli dei creato

del presente e del passato

ora è Natale ancora.

Nelle mani le bandiere

nei paesi le frontiere

ma nel cielo il grido forte della libertà.

Merry Christmas all over the world...

Peace! Freedom! Happiness! Shalom!

Merry Christmas all over the world nous chantons cest Noël pour le monde.

Merry Christmas all over the world nous chantons cest Noël pour le monde.


cose da fare per la scena:

mettere tappeti sulle pedane. Sarebbe anche utile mettere dei cartoni sotto le palanche, per evitare che sporchino/righino le panche costruire una pedana bassa dal lato dell’albergo mettere la scaletta a tre gradini di Barbara nel vano della finestra per salire alla terrazza dell’albergo costruire una pedana bassa o gradini dal lato sinistro per entrare in scena mettere un fondale o una tenda a chiudere il vano della porta di fondo. Deve poter essere tolto facilmente durante l’ultima scena: forse una tenda possono aprirla gli stessi Flaminia e Enrico da dentro. Sarebbe carino anche camuffare il fondo del vano stesso. prendere dal soppalco e appendere il fondale della città sulla parete sinistra, oppure sul lato sinistro di quella di fondo, compatibilmente con la proiezione della cometa (v. sotto). Maria Carla completerebbe il cielo di quel fondale. appendere opportunamente l’insegna dell’albergo fissare la balaustra realizzare la porta dell’albergo, eventualmente con una tenda proiettare la foto del casale con la cometa sul fondo della sala: chiedere a Ugo sistemare le sedie/panche per i bambini in prima fila, e i posti a sedere per gli spettatori. Forse i divani, che sono le sedute più basse, potrebbero andare avanti. Si possono usare le sedie da esterni che stanno dietro al locale caldaia dal lato del nostro salotto e quelle rosse che stanno in caldaia. Quelle bianche di plastica forse sono troppo ingombranti e dietro lascerei una zona di posti in piedi, perché lo spazio è limitato. Se ci fosse un modo di eliminare i divani forse lo farei le luci sono due faretti, montati sullo stesso palo e orientati uno a destra e uno a sinistra, ed eventualmente una delle lampade normali della sala, dal lato del pubblico. Se si ritrovano le luci psichedeliche le userei nella canzone dei profeti e casomai per fare l’effetto “lucine del presepe” alla fine (Marco P e Benedetta) A Ugo chiederei come al solito le riprese con due telecamere, la sua fissa, e la nostra mobile.

Per le prove:

Provando le scene cercare di vedere quanto durano La scena 1 va abbastanza bene. Va riprovata ma forse per ultima. Le scene 2,3 e 4 vanno bene. Le salterei nella prova della mattina Provare già con gli oggetti necessari (cfr. Cri), anche per vedere dove devono trovarli. Possiamo coinvolgere le ragazze (quelle che ci sono) nella prova del pomeriggio, in modo che vedano già come muoversi. Alle 20.30 comunque provo con loro sole. Annotare i movimenti da cambiare.

scena 1

All’inizio sono i scena i venditori, disposti da sinistra (sui tavoli) a destra (sulla pendana) nell’ordine: Gabriele e Livio, Flaminia (che non parla inizialmente), Stephanie, Jonathan, Marta, Daria. Sono nel mercato a comprare Alberto, Enrico, (Caterina, Teresa) e a mendicare Francesca G., che terminerà dal lato sinistro della pedana poco prima del suo turno a parlare. Le ragazze sul terrazzo ed eventualmente sulle panche in fondo a sinistra e alla fine della canzone escono dal lato dell’albergo e vanno a sedersi.

Della canzone tutti i venditori/compratori cantano da “donne venite...” a “... merce di gran qualità”  e ancora “donne venite...” alla fine e inoltre da “abiti spendidi...” a “... si vedrà”. Silvia e Cecilia cantano “A Betlehem di sole e profumi...” con Simona e Giulia.

Silvia, Cecilia, Lorenzo e Daniele (Cecilia e Daniele con borse o valigie) iniziano ad entrare da sinistra da “Abiti splendidi...”, si spostano verso destra e poi a fine canzone si trovano a sinistra vicino ai venditori di pane, senza ammassarsi. Tutti si muovono comprando e vendendo.

I quattro si spostano gradualmente verso destra durante la scena. Dopo l’intervento del pastore tornano verso il centro, e poi Saul si gira verso sinistra (dove sta Flaminia per chiedere indicazioni.

Quando Saul dice “vado subito a vedere”, Cecilia lo segue verso l’albergo, Lorenzo e Silvia restano un po’ indietro verso il centro e tutti gli altri escono dal lato sinistro. Cecilia scende sulla pedana bassa di sinistra per bussare, i locandieri aprono iniziando a cantare

scena 2

Michele e Benedetta escono sulla pedana bassa cantando e le ragazze escono dal lato dell’albergo sul terrazzo. Tutti durante la canzone si spostano verso il centro della scena: Lorenzo e Silvia sulla sinistra, Cecilia e Daniele un po’ più al centro (Silvia e Cecilia si fanno avanti insieme alla loro strofa), Michele e Benedetta salgono sulla pedana grande mantenendosi dal lato destro e le ragazze si allargano su tutta la parte posteriore della scena.

Durante l’ultima strofa tutti si rispostano verso sinistra. Michele e Benedetta comunque non scendono ancora sulla pedana bassa. Le ragazze tutte sul terrazzo, da cui poi scendono rapidamente per il vano della finestra, e passando silenziosamente per il lato sinistro vanno di nuovo a sedersi.

A fine scena tutti meno Silvia e Benedetta (che si spostano un po’ verso il centro) escono scendendo sulla pedana bassa e entrando nel vano della finestra, da cui poi vanno via silenziosamente durante la scena successiva. Mentre questi escono, entra Daria da sinistra e Matteo da destra.

scena 3

Quando inizia la canzone dei profeti, Daria esce di nuovo da sinistra. A fine canzone, durante l’ultimo “qui nascerà”, Daniele e Cecilia escono da destra e Alberto entra da sinistra camminando rapidamente. Quando concludono la loro parte, Matteo e Alberto escono da sinistra e poi alla fine Caleb e Tamar escono da destra e entrano nell’albergo, da cui poi escono silenziosamente per andare a sedersi durante la scena successiva.

scena 4

Immediatamente, appena Caleb e Tamar sono usciti, entrano con slancio da sinistra un paio di soldati-ragazze, una delle quali grida la prima battuta, mentre l’altro suona la tromba, poi Francesca e poi le altre ragazze. Si dispongono i primi due soldati sul tavolo grande di sinistra, Francesca sull’angolo più avanti dell’altro tavolo di sinistra, verso la piazza e il pubblico, le altre tre soldati sul terrazzo, e subito dietro di loro entra la folla (Gabriele, Livio, Marta, Stephanie, Flaminia, Jonathan, Caterina, Teresa, forse Daria e Alberto) che si dispone su tutta la piazza. Chi parla viene un po’ avanti. Verso fine scena, (spiegaci un po’ Naum...”, Cecilia e Daniele entrano silenziosamente diponendosi davanti al terrazzo, verso destra. Alla fine Francesca G. se ne va da sinistra, le ragazze al solito modo attraverso il terrazzo, la folla anche da sinistra, mentre Gabriele, Livio e Jonathan restano in scena sulla sinistra spostandosi lentamente verso destra.

scena 5

Michele esce dalla porta dell’albergo seguito da Benedetta. Gabriele, Livio e Jonathan passano vicino al momento opportuno e poi escono da destra. Mentre parlano con Cecilia e Daniele, Michele e Benedetta salgono sulla pedana grande. Durante la battuta di Benedetta (in galera...), Enrico entra da sinistra e quasi la interrompe gridando. Tutti si spostano gradualmente verso il centro della scena. Alla fine Enrico esce da destra e contemporaneamente entra Flaminia da sinistra

scena 6

Mentre parla Flaminia, Michele e Daniele salgono sulla terrazza. Mentre Benedetta e Cecilia salutano (shalom), entrano Stephanie e Marta da sinistra e si spostano verso destra, rivolgendosi al gruppetto.  Marta sta più a destra, in modo che quando propone una pulitina al portone, ci sta vicino. Quando Michele dice sparite, Marta e Stephanie si spostano a sinistra senza uscire. Quando Cecilia dice “anche i romani sono pagani”, Caterina

si avvicina a Marta e Stephanie entrando da sinistra, mentre Livio, Teresa, Jonathan e Gabriele entrano da destra. Nell’ordine passano attraversando la scena e fermandosi dal lato opposto, salutando quelli che gli vengono incontro. Per questo Stephanie deve parlare dopo Livio e Teresa.  Appena detta l’ultima battuta, Michele e Daniele scendono insieme dal terrazzo passando dal lato sinistro e riunendosi a Cecilia e Benedetta, mentre Giulia, Simona e Laura entrano sul terrazzo dal vano della finestra. Francesca e Livia entrano da sinistra portandosi appresso altri forestieri (Flaminia, eventualmente Alberto ed Enrico). Nella canzone Michele e Benedetta cantano le parti indicate per loro, e Cecilia e Daniele si aggiungono sul “no, no, no”. Tutti gli altri cantano la parte dei forestieri. Durante l’ultimo no, no, no tutti i forestieri escono lentamente da sinistra, le ragazze-servitori come al solito attraverso il terrazzo, Michele e Benedetta da destra. Restano solo Cecilia e Daniele, ed entra Matteo da sinistra. Quando Matteo finisce, se ne va da sinistra, mentre arrivano Silvia e Lorenzo sul terrazzo. Al “chiediamo, chiediamo”, Silvia trascina Lorenzo verso il lato sinistro della scena (tavoli), dove guardano scorrere la carovana, che entra da sinistra, e scorre lentamente verso destra, per poi uscire.

scena 7

Le ragazze entrano con la carovana, fra i primi. A fine canzone restano un po’ indietro solo Marta e Stephanie, raggiunti da Silvia e Lorenzo. Lorenzo e Silvia a fine scena se vanno salendo sul terrazzo da sinistra. Lorenzo scende subito nel vano della finestra e ci resta fino a quando serve nella prossima scena, mentre Silvia si ferma. Intanto Alberto entra silenziosamente e si siede sul tavolo di sinistra a gambe incrociate, con un rotolo in mano e guardando verso la stella. 

scena 8

Le ragazze-stelle entrano da destra e da lì se vanno di nuovo a fine canzone. La luce dal lato sinistro si spegne o attenua, in modo da evidenziare il lato destro nella parte di Zocar. Matteo entra da sinistra a fine canzone, camminando pensoso verso destra e poi rivolgendosi verso sinistra. Intanto Michele, Benedetta, Cecilia si preparano nel vano della finestra. Al momento giusto, sale anche lui sul tavolo di sinistra accanto ad Alberto. Appena Matteo finisce, entrano da sinistra Enrico e Flaminia, andando verso destra e parlano stando al centro. Intanto si è accesa anche la luce di destra. Matteo e Alberto attendono fermi. Enrico e Flaminia si spostano a destra verso l’albergo, intanto si spenge la luce di sinistra e Alberto e Matteo escono silenziosamente da sinistra.  Al momento opportuno, Michele e Benedetta escono dall’albergo. Enrico e Flaminia se ne vanno da sinistra e approfittano dell’attenzione rivolta a sinistra per andare a infilarsi silenziosamente nel vano della grotta. Quando viene chiamato, Michele si affaccia dalla porta dell’albergo sulla pedana bassa e subito dopo vi rientra. Quando Silvia lo chiama, Lorenzo sale sul terrazzo dal vano della finestra. Quando va a chiamare Cecilia, Silvia scende nel vano della finestra e subito riappare con lei dal portone, risalendo sulla pedana grande. A seguire anche Lorenzo scende nel vano della finestra.

Inizia la musica e salgono in scena da sinistra le ragazze-pastori (con Daria) mentre le ragazze-stelle entrano nel terrazzo dal lato albergo.  Mentre parla Daria dando l’annuncio, Lorenzo rientra sul terrazzo, poi scende di nuovo nel vano della finestra, prende la coperta e rientra passando per la porta dell’albergo mentre Daniele lo segue entrando da destra.

Alberto entra da sinistra e incontra il gruppetto al centro della pedana grande. Appena ha parlato Zocar, inizia la musica e tutti (proprio tutti) entrano nella pedana grande sia da destra che da sinistra, alcuni prendendosi per mano, chiamandosi, e si dispongono su tutta la scena, escluso solo il terrazzo. Si apre la grotta mostrando Maria e Giuseppe con il bambino (bambolotto che era stato preparato dall’inizio nella grotta).

Appena si sentono le voci tutti si bloccano, ecc. Ognuno parla dal suo posto, come se tutti fossero vicino alla grotta, ma non ammucchiandosi, come succede nel presepio.

Alla fine per la canzone entrano anche le ragazze, al solito dal terrazzo.