Bianco e nero

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BIANCO E NERO

Commedia con musiche di Giorgio Solieri

opera teatrale tutelata - per ogni utilizzo rivolgersi alla SIAE o all'Autore

Personaggi:

Johnny Caputo

Clara

Giannina

Efrem Spizzichino

Giggetto

L'Uomo in Nero

gli orchestrali

Carlo (basso)

Franco (tromba)

Oreste (batteria

Umberto (sax)

Vittorio (piano)

Roma, anni ‘40

La scena è un locale notturno. A destra un bar, al centro una pedana per l’orchestra, sulla sinistra e sul proscenio alcuni tavolini. L’arredamento suggerisce un’ambientazione anni ’40.

Seduto ad un tavolino c’è Johnny, la testa appoggiata sulle braccia. Di fronte ha una bottiglia mezza vuota.

Si sente da fuori la voce di Giggetto.

GIGGETTO Allora, vuoi sistemare quelle dannate bottiglie?!

Entra Clara portando una cassa di bottiglie.

CLARA Ma sì, si… non strillare! C’è tutto il tempo….. non sono nemmeno arrivati i ragazzi, ancora!

Entra Giggetto, portando un’altra cassa.

GIGGETTO Ecco, brava: ricordamelo pure! Sono già le quattro e quelli ancora chissà dove stanno! Devono ancora provare!

CLARA Cerca di calmarti, Giggetto, eh? Oggi è lunedì: quanti clienti credi vengano, stasera?

GIGGETTO Non te ne preoccupare, va bene? Fai la cameriera e basta! Qui il padrone sono io, ricordatelo! E ricordati di non darmi del tu, di fronte ai clienti.

CLARA Come vuole lei, signore!

GIGGETTO Ma che sei matta? Vuoi mettermi nei guai? …di questi tempi….. Del voi, devi darmi, del voi!

CLARA (ridendo) Ma sì, lo so…. Ti sto prendendo in giro.

GIGGETTO (mentre Clara va canterellando verso la radio) Lei scherza! Di questo passo finiremo tutti nei guai… Ragazzina senza testa! (Clara accende la radio e la sintonizza su di un programma di musica leggera [musica anni quaranta]) Eh, no! Anche la radio, adesso? Vogliamo lavorare o no?

CLARA Ma che fastidio da un po’ di musica mentre si lavora? Andiamo: tira su di morale… l’hai detto pure tu, sono tempi pesanti, questi.

GIGGETTO Tira su di morale…. Diciamo che ti distrae: ti metti a ballare e addio! Come se non ti conoscessi! Ti pago per fare la cameriera, non la ballerina! Le vuoi sistemare quelle bottiglie? Tanto, lo sai: questo devi fare e questo farai, è inutile che continui a farti illusioni!

CLARA Ma che fastidio ti do se ogni tanto mi esercito un pochino… e poi che ne sai: un giorno o l’altro potrei anche trovarlo, un ingaggio da ballerina!

GIGGETTO Sì, la ballerina! Ma sentitela, questa…. Che vuoi andare a fare, il Lago dei cigni?

CLARA Quanto sei scemo… e pure crudele: lo sai che mi sarebbe piaciuto studiare sul serio danza classica! Ma santo cielo, con tante riviste che fanno in teatro, un posticino ci sarà anche per me, no?

GIGGETTO Sì, ma lo sai dove, vero? Lo sai a che prezzo? Dammi retta, resta così come sei e pensa a fare la cameriera! Forza con quelle bottiglie…. E prendi anche quella su quel tavolo!

CLARA Ma l’ha pagata tutta…

GIGGETTO Cammina, fai come ti ho detto, tanto quell’ubriacone è completamente arrivato. Non lo vedi? Non si regge nemmeno più in piedi! Pigliala: non se ne accorgerà… Ci sono dentro almeno tre o quattro bicchierini.

CLARA Sei impossibile! Poverino, chissà cosa gli è preso…. Magari una ragazza l’ha piantato… forse è malato…

GIGGETTO Affari suoi. Affare mio è recuperare quello che non ha bevuto… e certamente non è affare tuo impicciarti né nei suoi, né nei miei! Obbedisci, o quanto è vero Dio….

Entrano rumorosamente i ragazzi dell’orchestra. Carlo (basso), Franco (tromba), Oreste (batteria), l’unico non giovane, Umberto (sax) e Vittorio (piano)

ORESTE Ragazzi, andiamo… non posso crederci!

CARLO Ti dico che è così: li abbiamo presi per strada

ORESTE Ma è pazzesco. Dai, Carlo, non ci credo! Sei il solito cacciaballe!

VITTORIO No, no, Oreste: stavolta non scherza!

UMBERTO È vero: è andata proprio così!

ORESTE Mi state pigliando in giro! Ve ne approfittate che siete tutti all’Università mentre io sono solo un povero tranviere!

CARLO Se non ci credi, chiedilo a Franco che è tanto una persona per bene!

All’ultima frase, detta in modo ironico, tutti ridono, meno Franco.

FRANCO La piantiamo con questa storia?

CLARA Lasciali sghignazzare, Franco… È tutta invidia!

FRANCO Ti ci metti pure tu, principessa?

GLI ALTRI Uuuuuh!

CLARA E piantatela, stupidi!

ORESTE Ben detto, Clara! Sono tre stupidi idioti… pensa che volevano darmi a bere che ieri pomeriggio, all’Argentina…

UMBERTO Guarda che è vero!

VITTORIO Li abbiamo presi dalla strada!

CARLO E avessi visto come cantavano e recitavano!

VITTORIO Uno ha perfino ballato!

CLARA Si può sapere di cosa parlate?

UMBERTO Ieri è stato organizzato uno spettacolo di arte varia all’Argentina…

VITTORIO Una cosa grossa!

CARLO C’erano di mezzo pure i gufini…

CLARA Chi?

FRANCO I gufini… GUF: Gioventù Universitaria Fascista….. e quando mai mancano, quelli!

GIGGETTO Ragazzi! Non mettetemi nei guai! Pensate a provare, piuttosto.

CLARA Allora, questo spettacolo?

VITTORIO Una cosa grossa, ti dico!

UMBERTO Ne ha parlato pure il Messaggero!

CARLO C’erano ragazzi da tutta l’Università, ed anche quattro o cinque del Conservatorio….

UMBERTO Anche dall’Accademia d’arte drammatica!

FRANCO Abbiamo messo su una vera e propria rivista: musica, danze, scenette comiche, monologhi di prosa messi in burletta…

CARLO E il pezzo forte sono stati i passanti!

CLARA I passanti?

GIGGETTO Clara! Piantala e torna a lavorare!

CARLO Ma sì: alcuni studenti si sono sguinzagliati per strada e hanno convinto, per non dire costretto, alcuni passanti a salire sul palco per improvvisare un numero.

CLARA No!

CARLO Ma sì, ti dico! Un divertimento folle!

CLARA E…. c’erano anche ballerine?

UMBERTO E certo! Avevamo un vero corpo di ballo!

CLARA Mi sarebbe piaciuto esserci….

FRANCO Perché? Tu balli, forse?

CLARA Perlomeno ci provo….

CARLO A saperlo……

UMBERTO Ma dì un po’: sei brava?

CLARA Oh, Dio…. Non saprei…..

FRANCO E non metterla in imbarazzo!

CLARA Ma no, no… è che proprio non lo so…. non ho mai ballato in pubblico…. Mi diverto così, da me….

VITTORIO Beh, un modo per saperlo c’è, non è vero Oreste?

Oreste batte il tempo e Vittorio attacca a suonare il piano. Gli altri li seguono [musica: swing di marca italiana] Clara, dapprima titubante, si mette a ballare. È brava, ma balla in modo molto poco adatto alla musica sincopata: i suoi passi sembrano più da danza popolare italiana.

FRANCO Beh, niente male, direi…

CARLO Non è che sia proprio jazz…

CLARA Jazz? Cos’è?

UMBERTO Il jazz? Diciamo…..

CARLO Diciamo che il jazz sta al ritmo moderno come il tennis sta alla pallacorda…

UMBERTO ..il carcadè al tè….

VITTORIO ….l’Inter all’Ambrosiana….

FRANCO …e via discorrendo. È una parola inglese che….

GIGGETTO Vogliamo piantarla con questi discorsi? Io vi butto fuori a tutti quanti! Clara: le bottiglie!

Clara ritorna sbuffando alle bottiglie. I ragazzi cominciano a confabulare e provare qualche accordo in sottotono. Entrano Efrem e Giannina.

EFREM È permesso? Abbiamo sentito la musica, la porta era aperta….. Non è che si potrebbe avere un aperitivo fuori orario?

Clara si fa subito avanti e accompagna Giannina ad un tavolo, mentre Giggetto prende da parte Efrem.

GIGGETTO Ma siete impazzito? Vi ho chiesto di non mettermi nei guai….

EFREM Andiamo, su… Non siamo ancora al punto che possono farti delle storie! E poi a quest’ora! Non c’è nessuno in giro….

GIGGETTO E grazie: stanno tutti a piazza Venezia! Ma fra un po’…. E poi non è solo per voi! Mi portate qui quella…. Se qualcuno la riconosce il buon nome del locale va a farsi benedire.

EFREM Via, Giggetto, un po’ di umanità! Poverina: è una ragazzina, dopo tutto…. Una volta ogni tanto merita anche lei un mezzo pomeriggio diverso, lontano da tutto quello che….

GIGGETTO Sì va bene…. Ma perché proprio qui, dannazione?

EFREM Pochi minuti, te lo prometto…. Un aperitivo e un po’ di musica…. Una piccola vacanza, per me e per lei! Giggetto, ti conosco da quando venivi in bottega a comprarti i calamai tascabili…. La tua povera mamma ce l’aveva sempre con me perché poi ti macchiavi tutto……

GIGGETTO Lasciate perdere la mamma! …..E va bene, ma che siano pochi minuti!

Efrem va al tavolo da Giannina mentre Clara si avvicina a Giggetto.

CLARA Un’aranciata e un aperitivo.

GIGGETTO Sì, subito…..Senti, Clara: servili in fretta e vedi di farli sloggiare alla svelta, mi raccomando!

CLARA Perché?

GIGGETTO Senti, non far domande…. Diciamo che è meglio se non restano a lungo, va bene?

CLARA Ma non capisco….

GIGGETTO Sei proprio scema…. Lui è Efrem Spizzichino, quello che aveva la cartoleria qui dietro, non te lo ricordi? L’ebreo.

CLARA Ah, sì, mi ricordo

GIGGETTO E non capisci?

CLARA Veramente no.

GIGGETTO Santo Dio, ci sono le leggi razziali, non te ne ricordi?

CLARA Certo che me lo ricordo, ma continuo a non capire: mica proibiscono di servirgli un aperitivo, mi sembra…. E poi sento sempre dire in giro che sono fesserie che da noi non attaccheranno mai….. Anche mio papà lo dice, e guarda che è iscritto al Partito da anni.

GIGGETTO Tutto quello che ti pare, ma io non mi fido ….. Qualche imbecille esaltato le ha prese molto sul serio, e l’imbecillità è un male contagioso….. L’altro giorno ho visto due ragazzotti che dipingevano di giallo proprio la porta di casa di Spizzichino… se capitano qui sono capaci di scassare tutto! E poi non vorrei che i clienti riconoscessero la ragazza!

CLARA Che c’entra lei, adesso? È così carina! Deve avere più o meno la mia età!

GIGGETTO Sì, ma non è proprio una cameriera, come te! Se la vedono qui il buon nome del locale è andato! E addio clienti!

CLARA Ma perché? Che ha fatto?

GIGGETTO Madonna, le domande! E va bene, se proprio lo vuoi sapere, fa la "vita".

CLARA Che vuol dire?

GIGGETTO La santa ingenuità! Vive in una "Casa"….

CLARA Io pure.

GIGGETTO In una "CASA", un casino, un bordello…. Fa la prostituta, è una puttana! Adesso hai capito?

CLARA Oh mio Dio….. così giovane…… poverina…..

GIGGETTO Sì, va bene, poverina lei e poverino lui…. Ora però porta loro da bere e vedi che si sbrighino in fretta, eh?

Clara porta le bevande al tavolo e resta, un po’ defilata, ad ascoltare il dialogo

EFREM Oh, finalmente…. Adesso ci prendiamo questo aperitivo in santa pace…..

GIANNINA Io non so come ringraziarvi….

EFREM E di che? Una volta tanto fa piacere, ad un vecchio come me, avere una compagnia così giovane e piacevole!

GIANNINA Con qualche lira in più potevate avere ben altro tipo di compagnia…..

EFREM Zitta lì! Oggi sei in vacanza! Niente passato, niente futuro…. Fai conto di essere a spasso con il tuo papà…. O forse sarebbe meglio dire con il tuo nonnino! Oggi voglio solo sentirti parlare e, soprattutto, ridere di cuore!

Giannina lo guarda intensamente.

GIANNINA È proprio di questo che voglio ringraziarvi.

Si guardano, poi alzano i bicchieri, brindano e li vuotano.

EFREM Ahhhh, ci voleva…. Non è che se ne potrebbe avere un altro?

CLARA (visibilmente commossa) E come no? Avete tutto il pomeriggio davanti!

Clara torna verso il bancone dove Giggetto mostra un notevole nervosismo. Giggetto mostra di non voler preparare altre bevande ai due. Clara lo manda a quel paese e provvede da sola. Giggetto esce. Nel corso della pantomima, Efrem si alza.

EFREM Ora però ci vorrebbe anche un poco di musica! Vediamo un po’ come se la cavano questi ragazzi!

Mentre Efrem va dall’orchestra e comincia a confabulare con loro, Clara porta da bere al tavolo. Porge dapprima l’aranciata a Giannina.

CLARA Signorina, prego.

GIANNINA Grazie.

Scoppiano risa dalle parti dell’orchestra. Spicca la voce di Efrem.

CLARA Com’è simpatico!

GIANNINA Oh, sì: veramente una cara persona.

CLARA Dev’essere molto buono

GIANNINA Sì, è così….. almeno con me lo è stato….. mi piacerebbe poter fare qualcosa per lui…. È sempre così triste e malinconico…..

CLARA Ma come? Sembra invece così allegro!

GIANNINA Non bisogna guardarlo ora…. Oggi è giorno di vacanza! Anche per lui. In genere è molto diverso.

CLARA Lo conoscete bene?

GIANNINA Sì, abbastanza…. Ci siamo conosciuti nel…… sul mio posto di lavoro… Lui è…. cliente del…. Della ditta….

CLARA (visibilmente imbarazzata) Compermesso, signorina, credo che mi stiano chiamando, scusate.

Clara si allontana, poi si avvede di avere ancora sul vassoio il bicchiere di Efrem e torna indietro. Nel poggiarlo sul tavolo evita accuratamente di incrociare lo sguardo con Giannina.

GIANNINA Come vi chiamate?

CLARA Clara, signorina.

GIANNINA Dovremmo avere più o meno la stessa età….. diciotto?

CLARA Diciannove

GIANNINA Allora possiamo darci del tu….. Perché sei così imbarazzata, Clara?

CLARA Chi, io? Ma no…. Che dite…. Che dici….

GIANNINA Tu sai che lavoro faccio, vero?

CLARA Sul serio, ho da fare di là…..

GIANNINA Siediti, ti prego. Non aver paura, non sono contagiosa. ….Oppure semplicemente mi disprezzi troppo?

CLARA (sedendosi) No! Ci mancherebbe…. Oh, Dio forse ti ho offesa?

GIANNINA No, se non volevi farlo.

CLARA Ma no, certo…. È che non so… non so che dire… non ho mai conosciuta una…. Oh Dio, scusami!

GIANNINA Prostituta? Tutto sommato è uno dei nomi meno cattivi che puoi darmi….. anche se a me piacerebbe che per te fossi soltanto Giannina…. Almeno per oggi….

CLARA Giannina….. sembra il nomignolo di una bambina…..

GIANNINA …e io tutto sono fuor che una bambina, vero?

CLARA Ecco, ti ho offesa di nuovo! Te l’ho detto che non so…. che dire.. cosa fare..

GIANNINA Non sarà semplicemente che non sai cosa pensare…. Di me?

CLARA (sciogliendosi) Sì… forse è così… è che…. Sei così giovane, carina…. Così diversa da come potevo pensare….. e poi non riesco a capire….

GIANNINA Come sia finita così? Sarebbe lungo…. E triste…..

CLARA Ma io non ti chiedo niente…. però vorrei capire…. Perdonami ma…. Come si fa a resistere…. Dev’essere umiliante…..

GIANNINA Ci si fa l’abitudine… è triste dire così, ma è la verità…. Ci si rende conto che a te è andata così… poteva andar meglio, ecco tutto. E poi alle volte persino in…. quei posti può anche capitare di fare begli incontri…. Guarda il signor Spizzichino!

CLARA Non riesco a credere che anche lui….

GIANNINA La solitudine è una brutta bestia, Clara…. Sapessi quanti ne ho visti disperati….. Comunque il signor Spizzichino è diverso….. almeno con me è stato diverso…. Da quando mi ha visto ha sempre voluto venire con me, ma poi, da soli, si è sempre e solo confidato, ha solo voluto parlare, chiacchierare…. Oggi ha voluto portarmi in giro…. Mi tratta come una figlia….. Sapessi quanto bene mi fa poter ricordare, ogni tanto, che non ho ancora vent’anni!

CLARA Ma allora perché?

GIANNINA Te l’ho detto: a me è andata così.

Giggetto rientra.

GIGGETTO Clara! Ma che, ti metti pure a sedere, adesso? Forza, le bottiglie!

Clara torna a sistemare le bottiglie con una espressione sconfortata. Giannina resta da sola e triste. Efrem le si avvicina.

EFREM Ebbene? Cosa sono questi musi lunghi? Forza, un po’ di allegria! Avanti, ragazzi!

L’orchestra comincia a suonare. [MUSICA: CANZONETTA LEGGERA DELL’EPOCA] Efrem la canticchia. Poi invita Giannina ad unirsi a lui. Giannina canta. Via via l’atmosfera si fa più allegra. Su invito di uno dei ragazzi, Clara molla le bottiglie e comincia a ballare con Efrem. Johnny, per la prima volta alza la testa.

GIANNINA Bravi! Bravi!

EFREM Bravi! Io non me ne intendo molto di musica moderna, ma mi sembrate bravi davvero! Una volta ho sentito un disco a casa di mio nipote…. Un disco americano…. Suonavano proprio come voi…

FRANCO Un disco di jazz?

EFREM Ecco, sì, proprio…. Jazz!

Johnny comincia a ridere e si alza. Ha l’aspetto vagamente alticcio.

JOHNNY Jazz? Questo qua? (ride) Ragazzi, non prendetevela, ma questo assomiglia al jazz come io rassomiglio al vecchio Satchmo!

CARLO Beh?

VITTORIO O questo?

UMBERTO Ma sentitelo!

ORESTE Ehi, tu… signor coso…. Ma chi ti credi di essere per sputare sentenze così?

JOHNNY Johnny Caputo, per servirvi….. emigrante di ritorno… forzato! Partito da Napoli nel ‘903 per fame…. Ripartito da New York nel ’39 perché scarsamente desiderabile!

GIGGETTO Espulso…?

JOHNNY Dall’FBI…. Pensate che onore!

GIGGETTO Oh, Madonna mia! Ci mancava pure questo, oggi!

CARLO Ma che, gli dai pure retta, Giggetto?

UMBERTO Non lo vedi che è sbronzo?

VITTORIO …’sto buffone!

FRANCO Aspettate, ragazzi…. Senti, tu, Johnny Caputo…. Che dicevi poco fa?

JOHNNY Sul serio, ragazzi, e senza offesa: siete bravi, non dico di no… ma questo non è jazz, ve l’ho detto…. Rassomiglio più io a Satchmo che…

FRANCO Armstrong?

JOHNNY (colpito) Proprio lui…. Bravo ragazzo…. Allora ne sai di jazz! Gli piaceresti!

FRANCO A chi?

JOHNNY A Satchmo!

ORESTE (ironico) Niente, niente….. Lo conosceresti?

JOHNNY L’ho visto con Joe Oliver a Chicago nel ‘920…. Io sono di Chicago, sapete… Li ho sentiti suonare mille volte… Dio, quelle cornette… Una volta, in una cantina del South Side, suonai con loro…

UMBERTO Ah, perché, saresti musicista?

VITTORIO E cosa suoni?

JOHNNY Suonavo. Suonavo il trombone.

CARLO Ora non più?

JOHNNY (mostrando alcuni vuoti in bocca) Senza denti manca l’appoggio…. Un regalino di un poliziotto un po’ violento… Erano i tempi di Al Capone…

CARLO Altro grande amico tuo, suppongo.

JOHNNY No, non proprio…. Ogni tanto gli facevo da autista…

I ragazzi lo interrompono con una grande risata collettiva. Johnny sorride, poi si mette a ridere anche lui, si cava un ritaglio di giornale di tasca e lo mette su uno dei tamburi della batteria cominciando a suonarci sopra sinché Oreste non se ne accorge. Oreste prende il ritaglio e il riso gli muore in gola. Lo mostra agli altri.

ORESTE Ragazzi, guardate qua!

Tutti si affollano.

VITTORIO Beh, sì questo è lui…

UMBERTO Ma sei sicuro che quell’altro sia Capone?

FRANCO A me pare di sì, però…

Giggetto sopraggiunge.

GIGGETTO Fate vedere…. E certo che è Capone, non lo vedete? Oh Madonna santa, che giornata! Pure il malavitoso americano mi ci mancava!

I ragazzi guardano un po’ intimoriti Johnny, sempre accanto alla batteria. Johnny, li guarda un attimo, poi con una bacchetta sul rullante simula una mitraglia e con l’altra mano fa il gesto di sparare. I ragazzi si ritraggono istintivamente.

JOHNNY (ridendo) State tranquilli, non ho mai ammazzato nessuno… ero solo un musicista fallito che sbarcava il lunario facendo ogni tanto l’autista al Boss. Non ero un gangster…. Anche se l’FBI poi mi ha buttato fuori… anzi, avevo paura…. Quella sera del ’29, a San Valentino… Mio Dio!…… (si attacca alla bottiglia)

CARLO Ma allora…è vero che hai conosciuto Armstrong… e Oliver….

VITTORIO Il jazz americano…. Per noi sono solo voci dai dischi…

UMBERTO Li abbiamo studiati, però, quei dischi, sai, Johnny?

FRANCO Sapessi che fatica per ricostruire tutte le linee melodiche… e l’armonia…. E adesso ci vieni a dire che non è jazz…

JOHNNY Scusatemi se vi ho offeso, ragazzi, ma è così… il jazz non lo puoi studiare su un disco… lo devi vivere…. Devi suonarlo guardando negli occhi chi suona con te… È una cosa che si impara direttamente dai maestri e non ascoltandoli, ma vivendo con loro l’esperienza della musica…. A me capitò con Bix…

ORESTE Chi?

JOHNNY Bix Beiderbecke…. Il più grande jazzista bianco…. Non lo potete conoscere, è morto nel ’31 per l’alcool…. (guarda la sua bottiglia) Povero ragazzo, aveva solo ventisette anni…. Era uno dei più grandi anche perché aveva capito che il jazz è una musica viva, una musica che può cambiare ed evolversi in continuazione…. Era almeno dieci anni in anticipo… spesso mi parlava delle armonie di Debussy e di Strawinsky….. Ma soprattutto era un grande jazzista.

VITTORIO Come si fa ad essere un grande jazzista?

JOHNNY Tu sei il piano, vero?

VITTORIO Sì.

JOHNNY Comincia a suonare un pezzo qualsiasi…. Uno dei vostri famosi dischi….

Vittorio comincia a suonare.

JOHNNY Ecco, ora chiudete gli occhi e lasciate che l’armonia vi entri dentro…. Capitela, sentitela nella sua voce piena e poi lasciate la vostra, di voce, in piena libertà….. e soprattutto sentitela in armonia con la libera voce degli altri…..

I ragazzi cominciano a suonare in stile Dixieland a tempo lento. Solo Franco ancora ascolta.

JOHNNY Ecco, l’ho conosciuto così, Bix…. Stavamo suonando… stavamo provandoci, come voi adesso…. Lui era lì, ci ascoltava… ristette qualche minuto… poi saltò sul palco e lanciò la sua cornetta…. Si impossessò della musica e lo spirito del jazz si impossessò di lui e con lui si impossessò di noi……

Oreste batte tempo doppio. Franco entra con la tromba e si scatena un frenetico Dixieland.

JOHNNY Ecco, ragazzi…. Sì…. eccolo lo spirito del jazz!

Il pezzo si dispiega compiutamente. Si va a fondere con altri pezzi in un medley molto articolato. A tratti Johnny interviene con qualche vocalizzo. Clara e Giannina si fanno prendere dal ritmo accennando a qualche passo di danza. Alla fine si ritrovano seduti allo stesso tavolo Efrem, Johnny e Giannina. Clara è in piedi presso di loro,

CLARA Com’è allegra, questa musica… mette addosso la voglia di ballare…. La gioia di vivere!

GIANNINA È vero… pare fatta apposta per non pensare, almeno per qualche minuto, a tutto quello che vorresti dimenticare.

JOHNNY È nata proprio per questo…… viene dalla musica che si suonava nei bordelli di New Orleans…. Dove i marinai cercavano di scordare i mesi di solitudine e i compagni perduti, i musicisti le luride baracche dove avevano vissuto e le puttane cercavano di dimenticare la loro vita

Giannina si alza commossa. Johnny fa un gesto interrogativo. Clara gli sussurra qualcosa in un orecchio.

JOHNNY Scusami…. Non sapevo….

GIANNINA Scusarti per cosa: la verità? Anch’io avevo dimenticato per qualche minuto di essere quello che sono….. come quelle di New Orleans!

FRANCO Ma tu… ci sei stato a New Orleans?

JOHNNY No….. Ma è come se ci fossi cresciuto….. È stato un negro, in prigione, a raccontarmi….

CLARA (spaventata) In prigione?

JOHNNY Ve l’ho detto: non ho ammazzato nessuno…. Ma non è difficile finirci se si cresce nei bassifondi di una città come Chicago! E poi, alla fine è stato là dentro che ho sentito per la prima volta cantare il blues….. I galeotti che lavoravano alla ferrovia cantavano il blues e Jimbo mi raccontava di Basin Street, a New Orleans…. Non ci sono mai stato, eppure ci sono cresciuto a New Orleans, tra le baracche dei negri e i bordelli del porto…. È come se avessi fatto anch’io il viaggio sul Mississippi quando, chiusi i bordelli per via della guerra, vennero tutti su a Chicago, puttane e musicisti. E come me tanti altri cosiddetti bianchi hanno scoperto che l’anima dei negri era anche la loro, ed è nato il jazz…. Sì….. posso dire di averlo visto nascere …. Io ho sentito l’anima dei negri del blues fondersi con la disperazione di tutti gli altri diseredati, illusi dal Sogno….. Tu dici che questa musica mette allegria: sapessi da quanta sofferenza è nata, invece!

Johnny si alza e va a sedersi al piano. Comincia ad accennare un giro di blues.

JOHNNY Ecco, è tutta qui l’anima della musica dei poveri: poche note di base, tre accordi soli perché i poveri sono ignoranti e non ne sanno altri….. solo una semplice musica da poveracci….. ma se lasci che la sofferenza liberi la voce della tua anima, queste note basteranno per un canto che è il pianto di chi è schiavo e la preghiera di chi cerca la propria libertà!

Giannina si avvicina e comincia timidamente a seguire la musica, dapprima in modo pedissequo, poi, lentamente, giungendo ad un vero e proprio blues. Tutti i ragazzi le vanno dietro. Johnny lascia il piano a Vittorio e si avvicina a Clara. La musica continua in sordina. (da un blues anonimo diventa St.James Infirmary a marcia funebre)

JOHNNY E tu? Tu non hai i tuoi sogni da inseguire? Non hai anche tu la tua sofferenza? Danza, danza, danza la musica degli schiavi! (Clara inizia a ballare) Danza la musica nera ma anche bianca: di ogni colore abbia preso la sofferenza! Così cantavano gli schiavi chini sui campi di cotone o esposti, nudi, come bestie al mercato, senza nemmeno il conforto del ricordo della loro terra lontana: anche quello gli avevano strappato…. Solo restava loro il battito del cuore, ma a questo ritmo hanno unito l’anima di uomini comunque liberi…. Sì, era soltanto un canto di schiavi negri, ma a questo canto si sono aggiunti presto anche tanti altri, tutti gli altri diseredati approdati in America in cerca del futuro e che anche laggiù hanno trovato disprezzo…. Italiani come me, russi, ebrei e tanti altri …. Tutti hanno portato il loro canto ed è nato il jazz…. Una musica allegra? Per forza: è la musica della ricerca della libertà!

EFREM La musica della libertà! Sì…. ora la sento anche io! Ora la capisco…. Sono solo un vecchio idiota: sino ad oggi pensavo fossero solo canzonette di ragazzi e come tutti i vecchi le disprezzavo…. Ora no, ora la sento, la sento, la sento….. È come se i miei nonni, i miei bisnonni la sentissero con me! Secoli di disprezzo sopportato con pazienza, una fuga continua attraverso generazioni e continenti, l’odio e la morte, e chissà cos’altro ancora, domani…… È come se solo ora sentissi in me il pianto di tutto un popolo, del mio popolo…. Dopo tanti anni, questa musica mi fa venire di nuovo voglia di piangere, ma se piango è solo per avere poi voglia di ridere!

JOHNNY Ed era proprio così, a New Orleans: con questa musica accompagnavano i morti al cimitero, li seppellivano e poi tornavano indietro ridendo, cantando e ballando per essere ancora vivi, di nuovo allegri, felici anche per loro, nel loro ricordo!

La musica (sempre St.James Infirmary) nell’ultimo refrain diventa di colpo a tempo doppio in puro stile New Orleans.

ORESTE Ragazzi…… ve lo ricordate il mio tram?

UMBERTO Sì, certo….. quando ci siamo conosciuti!

ORESTE Vi siete messi a cantare Tiger Rag a quattro voci e appena vi ho sentito ho deciso che non potevo continuare ad essere solo la grancassa della banda dei tranvieri…. Mi avevate emozionato come mai lo ero stato prima….. ma ora…… davvero non immaginavo….

CARLO Sì, capisco cosa vuoi dire….. è la prima volta che suono e quello che sento mi colpisce così profondamente…

VITTORIO È come se mi fossi ascoltato per la prima volta….

FRANCO È che per la prima volta suonavamo sapendo cosa stavamo facendo…. Sapendo cosa significa veramente questa musica……. È stato meraviglioso!

GIGGETTO Abbiamo finito con i giochi? Vi siete emozionati abbastanza? Vi siete sfogati per bene? Allora, se voleste cominciare a provare le canzoni per far ballare la gente questa sera, mi fareste veramente una bella cortesia!

ORESTE Giggetto, adesso esageri!

CARLO Sei proprio…..

GIGGETTO Proprio che, sentiamo! Siete dei bei tipi, voi…. Vi siete scordati che per suonare io vi pago? E vi pago per suonare roba che faccia divertire i miei clienti!

CLARA Dai, Giggetto, non ti arrabbiare…

GIGGETTO Tu stai zitta! E pensa a lavorare, per la miseria!

FRANCO Senti, adesso non te la prendere con lei, hai capito!

UMBERTO Possibile che tu non capisca…

VITTORIO Sensibilità a zero, proprio…..

GIGGETTO E la vostra, di sensibilità, visto che parlate tanto? Facile fare i sentimentali a prezzo fisso, eh? Facile star qui a parlare e a fare i pavoni con Giggetto che paga le serate e i vostri papà che vi pagano l’Università! Oreste, almeno da te che fatichi dalla mattina alla sera, mi aspettavo un po’ di buon senso….. Certo, star qui a sentire i racconti di questo mentecatto è molto bello, ma a Giggetto chi ci pensa, eh? A Giggetto che stasera c’ha gente che vuole ballare non ci pensa nessuno…. È comodo fare i sognatori o i ribelli a culo caldo….. Che bello il jazz, che bello il blues, che bello… come cavolo l’avete chiamato! Ma intanto stasera la gente vuole sentire le canzonette! E io vi pago per loro!

I ragazzi cominciano tutti insieme a protestare contro Giggetto. Johnny li ferma.

JOHNNY Ehi, ehi, calma…. Dopotutto ha ragione anche lui!

I RAGAZZI Eh?

JOHNNY Ma sì…. non c’è musica come il jazz che faccia spettacolo, e quando si fa spettacolo non si può non pensare prima di tutto al pubblico!

GIGGETTO Ecco, sentito? Qua stiamo parlando di lavoro, di affari!

JOHNNY Bravo, Giggetto! Mi sembra di sentire il vecchio Ooney!

CLARA Chi?

JOHNNY Ooney Madden, il padrone del Cotton Club!

FRANCO Quello di New York?

ORESTE Sei stato anche là?

GLI ALTRI Racconta!

GIGGETTO Oh, Dio… Di nuovo!

Giggetto, sconfortato, se ne va al bancone.

JOHNNY Ci fu una sera, nel ’29… San Valentino… quello che vidi quella sera mi fece scappare via da Chicago…. Andai a New York…. Sapevo di trovare amici fidati ad Harlem… vecchi compagni di cella, diciamolo pure… E così trovai lavoro al Cotton Club…

CARLO Hai suonato al Cotton Club!

JOHNNY Cala, cala…. Col mio passato potevo fare solo il buttafuori, ed infatti….. Ma ne ho sentita di musica! È stato là che ho visto il jazz crescere, diventare popolare, prendere ogni giorno forme più elaborate, più sofisticate…. Eppure per noi che ricordavamo i primi anni di Chicago, ci si sentiva sempre dentro l’anima degli emigranti di New Orleans….

FRANCO Chi hai sentito, là…. Chi hai conosciuto?

JOHNNY Del Duca avete sentito parlare? Ellington…

Per tutta risposta i ragazzi attaccano una fantasia strumentale di brani di Duke Ellington. Alla fine tutti applaudono. Spicca un forte applauso polemico di Giggetto. Tutti lo guardano, poi i ragazzi si mettono a confabulare tra loro, a provare qualche frase, ad accordarsi sul programma. Clara ritorna a lavorare. Su invito, Johnny si siede con Efrem e Giannina.

EFREM Volete bere qualcosa?

JOHNNY (mostrando la sua bottiglia, con amarezza) A me si può chiedere solo di continuare……

GIANNINA Non esageri un po’?

JOHNNY Il fatto è che ho sempre esagerato…. In tutta la mia vita.

EFREM Una bella vita….

JOHNNY Credete?

GIANNINA Beh, ne hai viste di cose…..

JOHNNY Anche troppe, se è per questo….. (beve) Non sempre vedere tutto è un bene, sapete? Ciò che si è visto, ciò che si conosce non lo si può più sognare….

Dalla parte dei ragazzi si alzano le note del Blues di un Americano a Parigi

GIANNINA Che bella! Di chi è?

JOHNNY Gershwin….. che tristezza che sia morto così giovane….. Dopo il povero Bix è stato quello che più di ogni altro ha cercato di dare voce nuova alla nostra musica…. Eppure senza tradirla, senza perdere lo spirito e la forza dei vecchi piantatori, dei miei galeotti, delle cantine di Chicago e New York….. molte non esistevano più, resistevano solo i locali da ricchi, come il Cotton Club, il resto crollava tutto….. C’era la crisi… La Grande Depressione…..

EFREM Questo lo sappiamo bene anche noi….. sono stati anni difficili… Soldi pochini e ci si comprava sempre di meno….

JOHNNY Anni difficili! No, non lo sapete poi così bene…… Non avete visto code di disoccupati lunghe decine e decine di metri per una minestra calda…. Non avete visto regioni intere morire senza più nessuno che potesse lavorare o coltivare la terra…. Voi non avete visto un intero sistema crollare nel giro di poche ore sulle spalle di milioni di persone che sono passate di colpo dall’agiatezza alla fame….. la fame vera, quella che può anche ucciderti! Nel ‘34 abbandonai New York…. Cominciava a far caldo anche là….. volevo arrivare in California, ad Hollywood, ma potevo viaggiare solo a tappe, trovandomi i soldi per strada…. Ci ho messo settimane ad attraversare l’America, e quante cose ho visto….. la desolazione non era solo materiale, era soprattutto morale: sembrava quasi che fosse morta anche la voglia di risollevarsi…. Sembrava che si volesse solo accettare la realtà cercando di scamparla il meglio possibile con quello che capitava, anche se basso, degradante, umiliante…..

GIANNINA Lo so, mio Dio come lo so! È una scala che porta sempre più in basso…. La fame è uguale dappertutto, Johnny, e ti garantisco che qui da noi, crisi o non crisi, ci sono posti dove di fame si muore, eccome! E quando vedi persone che ami che ti guardano perché sei giovane, forte malgrado la fame, e ti chiedono aiuto, allora quella scala la prendi anche se ti fa paura….. Non è brutta, all’inizio: parti per la città, la grande città…. Allora sembra quasi un gioco, soprattutto se hai solo quattordici anni….. Poi comincia: lavori sempre più infimi, umilianti…. Ma va bene, cosa importa, purché si possa tirare avanti. Dopotutto non hai studiato, sei ignorante: cosa pretendi?….. Ma ti danno solo poche lire e laggiù continuano a chiedere pane……. E poi passa il tempo, cresci, ti fai più matura…. E trovi il primo che per farti lavorare ti mette una mano addosso! E tu gridi, gli sputi in faccia, lo chiami porco e perdi quel poco che hai…. E poi il secondo, ed il terzo… ed alla fine ad uno finisci col dire di sì, per disperazione……. E poi quella voce…. Quell’uomo che ti aspetta coi fiori, che ti guarda, ti illude e poi ti soffia all’orecchio "Lo so che è successo col tuo padrone…. Ormai sei così: tanto vale approfittarne…." …e giù, sempre più giù…. Dimenticando che sei poco più di una ragazzina e già non hai più i tuoi sogni….

Giannina scoppia in lacrime. Efrem la conforta. La musica è andata scemando

EFREM Eppure oggi sembrava che finalmente avessi ritrovato un sorriso…

GIANNINA Oh, sì…. oggi sì, grazie a voi…. Ed anche grazie a te, Johnny…. Davvero, mi sono sentita rinascere….

JOHNNY È la musica….. è sempre la musica… non c’è musica come questa per dimenticare i guai… Forse il jazz, dopotutto, è nato proprio per questo: perché la gente aveva bisogno soprattutto di speranza….. di vedere un po’ di sole…

GIGGETTO Si, vabbè… On the sunny side of the street, vero?

Johnny e i ragazzi si voltano di scatto e fissano incuriositi Giggetto.

ORESTE Oh, bella!

UMBERTO Giggetto, mi sorprendi!

VITTORIO E questa cultura?

CARLO Guarda guarda cosa ci nascondeva …..

FRANCO E pure in inglese!

JOHNNY Anche la pronuncia non è male, dopotutto….

Giggetto, palesemente preso in giro, è molto imbarazzato e contrariato.

GIGGETTO Piantatela!

CLARA Non te la prendere, non c’è mica niente di male!

GIGGETTO Non mettertici pure tu, va bene? Pensa a quelle maledette bottiglie, accidenti!

FRANCO Non prendertela sempre con lei…

ORESTE Dopotutto per noi è una bella sorpresa, sai…

GIGGETTO Insomma, la volete finire?! Ma cosa credete, che sia un fanatico come voi? È solo un caso.... mi è capitato di sentire un disco a casa di.... un amico, ecco...

FRANCO Un disco clandestino…

VITTORIO Un clandestino del jazz.... lui?

GIGGETTO Ho detto di no, capito? È stato un caso! È capitato una volta sola….

CARLO E ti ricordi il titolo.

UMBERTO …in perfetto inglese….

ORESTE ….. tu che ti sei sempre vantato di non saperne nemmeno una virgola?

GIGGETTO Uffa, andatevene tutti quanti a quel paese!

Giggetto esce offesissimo.

EFREM Ma di cosa parlavano?

JOHNNY On the sunny side of the street... una canzone molto famosa in America.... Una canzone che parla proprio di speranza… di come guardare sempre le cose dal lato giusto per vedere il buono in tutte le occasioni.

GIANNINA Mi piacerebbe sentirla....

EFREM Ragazzi?

VITTORIO Ragazzi?

I ragazzi si fanno cenni di intesa affermativi. Attaccano On the sunny side of the street. Johnny la canta e la danza con Clara. Arrangiamento, modo di cantare e di danzare ne fanno un numero da musical anni Trenta di alta classe (stile Fred e Ginger) Finito il numero i ragazzi continuano a suonare in sordina.

CLARA Però! Te la cavi niente male… Sembravi Fred Astaire!

JOHNNY Beh, qualcosina me l'ha insegnata, anche se ero solo un generico....

CLARA Fred Astaire? A te?

JOHNNY Alla fine a Hollywood ci arrivai….

CLARA Oh, Dio! il cinema.... il mio sogno! Parlami di Hollywood, ti prego!

JOHNNY Hollywood.... la Mecca del cinema…. Mi è bastato nominarla e ti si sono accesi gli occhi….. Eppure è un mondo talmente falso…. È tutto legno e cartone dipinto… e non solo le scene sul set…

CLARA NO! Non parlare più! Non svelare anche questa illusione…. Tu non sai cosa vuol dire per noi!

JOHNNY Per noi chi?

Di sfondo i ragazzi cominciano a suonare in sordina Night and Day

CLARA Per noi….. per noi poveri piccoli provinciali abbastanza fortunati da non dover combattere per sopravvivere (guarda di sottecchi Giannina che non ascolta) ma non abbastanza da sfuggire alla noia di una vita mediocre, senza drammi, sì, ma anche senza nulla, assolutamente nulla, che porti qualcosa di diverso dal solito tran tran. La vita degli impiegatucci, degli operai, delle cameriere come me… una vita piatta, sempre uguale, nella quale tutti i colori assomigliano al grigio….. E allora ci rimangono solo le emozioni degli altri, le emozioni che possiamo trovare nel buio di un cinema a poco prezzo, le emozioni di storie avventurose, romantiche, favolose…. Storie in bianco e nero, ma di un bianco e nero assai più vivace dei colori grigi della vita di tutti i giorni…..

Un cambio di luci introduce un’atmosfera da sogno, che evoca vecchi film degli anni trenta. Su Night and Day (arrangiamento molto elaborato e prolungato, con citazioni da altri brani dell’epoca [Gershwin, Carmichael, Porter etc.]) si sviluppa un balletto-pantomima che richiama una possibile trama da film americano e cui partecipano tutti secondo il classico canovaccio: Johnny e Clara protagonisti, Efrem e Giannina spalle positive, Giggetto, che rientra nell’occasione, il "cattivo" di turno. Alla fine si ritrovano tutti al posto di partenza salvo Johnny e Clara, al centro del palcoscenico quasi l’uno nelle braccia dell’altro.

CLARA Capisci cosa intendo? Si sogna la speranza che i tuoi sogni possano per avventura, un giorno, diventare realtà.

JOHNNY Sì, piccola, lo capisco…. In fondo, pure con tutto quello che ho fatto in vita mia - e non sempre c’è stato di che vantarsi - in fondo forse anche io ho sempre inseguito qualcosa di simile….. Sarebbe buffo averlo trovato in un piccolo locale di Roma…..

Entra improvvisamente un uomo in uniforme fascista. Tutti si bloccano intimoriti.

UOMO Maledetta città disordinata! Non ci si capisce niente! Mi sono perduto….. Voi, oste! È lontana piazza Venezia?

GIGGETTO Beh sì, alquanto…. A piedi ci vorranno quaranta minuti buoni.

UOMO Maledizione! Troppo tardi! Lui ormai parlerà a minuti! Maledizione, proprio oggi! Voi, cameriera: accendete la radio, presto!

Clara accende la radio e la sintonizza. Si ode la voce di Mussolini che dichiara l’inizio della guerra. Clara spegne la radio.

UOMO Lo sapevo! Lo sapevo! È fatta, finalmente è fatta! Sì! Voialtri, suonate Giovinezza! Oste, dammi da bere!

I ragazzi parlano concitatamente tra loro visibilmente preoccupati, Clara e Giannina si rifugiano tra le braccia di Johnny, Giggetto, molto mestamente, versa un bicchiere di vino che porge all’Uomo, che vedendo l’atteggiamento degli altri resta alquanto stupito ed irritato. Efrem scuote la testa.

UOMO Ma che vi prende? È il giorno più bello dalla marcia su Roma e dalla vittoria in Africa! Voi, laggiù, cos’avete da scuotere la testa?

EFREM Di nuovo…. Di nuovo….. possibile che nessuno impari, mai……

UOMO Cosa avete da bofonchiare?

EFREM Non sono bastati tutti i morti del ’15-‘18….. è una follia…… è tutta una follia….. la follia di un pazzo!

UOMO Ma cosa dite? Disfattista! Maledetto disfattista! Come vi chiamate? (Efrem lo guarda in silenzio) Il vostro nome, ho detto!

EFREM Efrem Spizzichino.

UOMO Ah, dovevo immaginarlo…. Un giudeo….

GIGGETTO Per favore, niente piazzate.

UOMO Zitto, voi! Non peggiorate il fatto che l’abbia trovato qui!

EFREM (improvvisamente fiero) Le leggi razziali non mi impediscono di frequentare pubblici ritrovi!

UOMO Per ora! Io sono stato in Germania, e lì le cose sono in po’ diverse, per fortuna!

EFREM Non siamo in Germania, per fortuna!

JOHNNY …ma ci saremo presto!

UOMO Che volete dire, voi?

JOHNNY Chiedetemelo tra due o tre anni….

UOMO Non giocate a fare gli indovinelli! Parlate chiaro!

EFREM Dice che ce le daranno di santa ragione e poi ci troveremo i tedeschi in casa….. e ha ragione!

UOMO Ho detto: zitto, voi!

L’Uomo colpisce violentemente Efrem che va a terra. Clara e Giggetto lo soccorrono. Mentre la scena va avanti, approfittano della distrazione dell’Uomo e lo fanno uscire

GIANNINA Vigliacco! Colpire un vecchio!

UOMO Non intromettetevi!

GIANNINA Bella roba…. Un minimo di rispetto.. almeno per la dignità di un uomo anziano!

UOMO Un’altra piccola ebrea?

GIANNINA No….. ma in questo momento mi piacerebbe poterlo dire: di fronte ad un individuo come voi mi vergogno di non esserlo…..

UOMO Brutta…. Un momento…. Signorina? Aspettate…. Ma io vi conosco….. ma dove…. Momento, momento, momento….. (la palpeggia in modo volgare) Ma sì! Il casino di via Capo le Case! La trasferta di tre mesi fa! La piccola puttana saporita! (ride) Ma senti chi parla di dignità…. La puttana in gonne corte! (ride più forte) È ora che rientri nel casino, puttanella…. Tra poco attacca il turno!

Giannina, colpita nel profondo, scoppia a piangere e fugge via. L’Uomo le grida dietro.

UOMO …e non accettare clienti, stasera: più tardi ti vengo a trovare!

L’uomo ride sgangheratamente sinché Johnny non si avvicina e lo colpisce violentemente scaraventandolo a terra. Dopo essersi rialzato, l’Uomo, approfittando del fatto che Johnny si è attaccato alla sua bottiglia, ne afferra un’altra e lo colpisce più volte senza che nessuno abbia il tempo di intervenire. Passato il primo momento di sbigottimento, mentre Clara aiuta Johnny a rialzarsi, i ragazzi si fanno avanti minacciosamente. Giggetto si para davanti a loro.

GIGGETTO Calma, ragazzi, non mettetevi nei guai!

UOMO Buon consiglio! Conservatevi per la guerra, piuttosto: siete giovani e sani, fra poco vi chiameremo, a tutti! Quanto a te, adesso tu vieni con me: ti porto io in un bel posticino! Aggressione…. E non sai CHI hai aggredito! Oste, dammi da bere, intanto!

Mentre l’Uomo beve, Clara sostiene Johnny.

CLARA Che cosa ti succederà, adesso?

JOHNNY Niente di peggio di quello che mi è sempre successo quando la stupidità prende il posto…. di tutto il resto.

CLARA E va a finire sempre così, vero? È questo il senso di tutta la tua storia… Non è come al cinema: alla fine vincono sempre i cattivi!

JOHNNY No….. non sempre…… Finché ci sarà un angolo di mondo dove poter trovare…. qualcosa…… come te…. un pezzettino di cielo con un po’ di sole sarà sempre possibile trovarlo. Basterà uscire e cercare, anche qui, dietro l’angolo…. (recitando come un attore e facendo ciò che dice) Prendi su il tuo soprabito e mettiti il cappello. Lascia le tue preoccupazioni sulla soglia della porta: la vita può essere dolce sul lato della strada dove ancora batte il sole!

UOMO Ubriacone! Invece di dire fesserie, preoccupati di te stesso….

L’uomo in nero trascina via Johnny. I ragazzi sono abbacchiati. Clara piange disperatamente. Giggetto le si avvicina.

GIGGETTO Clara, non fare così, calmati.

CLARA Via, l’hanno portato via…. È tutto finito…. Finito…. Non è giusto….

GIGGETTO Andiamo, Clara, davvero credevi che non sarebbe finita, in un modo o nell’altro? È stato solo un pomeriggio di musica, di storie, di giochi… di sogni. Non poteva continuare, in nessun modo: la realtà è sempre diversa.

CLARA Sì, lo so, ma perché deve essere così brutta? Perché Giannina deve tornare in quel posto orribile, perché devono esistere persone come il signor Spizzichino, tormentate solo perché sono quel che sono, perché loro devono andare a farsi ammazzare, perché è sempre tutto così?

GIGGETTO La vita reale non ce la possiamo scegliere: questi sono brutti tempi e sono toccati a noi.

CLARA Sì, va bene, hai ragione: i miei sono solo sogni, ma perché non mi è concesso nemmeno di sognare?

GIGGETTO E chi te lo proibisce? Nessuno potrà mai proibirci di sognare, piccola Clara. Sogna, sogna pure e chissà, forse se gente come te continuerà ad avere la forza di sognare persino gente come me troverà, forse, la forza di cambiare le cose.

CLARA Ma come, come? Guarda fuori: è tutto nero! …È come se fosse scesa un’unica grande nuvola scura!

GIGGETTO Come? Lo ha detto Johnny, poco fa: anche se il cielo è scuro, anche se non hai una lira, un pizzico di polvere d’oro lo puoi trovare sempre nell’angolo, anche piccolissimo, dove il sole filtra attraverso le nuvole. Basta prendere il soprabito e il cappello, lasciare le preoccupazioni sulla soglia e dirigere i tuoi passi verso il lato della strada dove batte il sole….

Giggetto comincia a cantare sommessamente "On the sunny side of the street" I ragazzi gli vanno dietro in sottotono e Clara comincia a ballare. La luce cala ed alle loro spalle passano proiezioni di guerra. Via via la canzone prende un ritmo sempre più vivace mentre la proiezione, per contrasto, mostra scene molto crude: Efrem caricato su di un vagone piombato, Giannina nel bordello tra ufficiali tedeschi e repubblichini ubriachi, i ragazzi in guerra. Ad un certo punto, dopo un refrain completamente strumentale, la musica diventa "In the mood" mentre la proiezione passa alle scene della liberazione di Roma. Tra gli ufficiali americani spicca la figura di Johnny. Clara corre verso la proiezione e finisce nelle braccia di Giggetto.