due atti di Mino Bellei
Editori del Grifo - Montepulciano
Personaggi
DOMENICO CONDO', 40 anni, detto "la cineteca"
ANTONIO MATURO, 40 anni, ma ne confessa 31 da tre. Tutt'ora assai attraente. Per taluni è Toni, per uno è Titta.
ADRIANO VELLUTO, 27 anni. È un super. Fa tutti gli sport. Biondo, occhi verdi, altissimo. Si vuole di più?
Gli attori
Assolutamente "sobri" e "fisicamente" insospettabili. Questa è la chiave della commedia.
L'azione a Roma, naturalmente.
La scena
Appartamento "a vista" di quelli tanto frequenti oggi. Pareti bianche e tutte le gradazioni del marrone nell'arredamento. A destra di chi guarda, un piano rialzato a legno crudo. Una scaletta per accedervi sulla parete di fondo. Sul rialzato, una finestra, un letto matrimoniale, due poltroncine, due comodini con abat-jour, un armadio a muro, la porta del bagno e un bellissimo paravento a quattro ante, chiuso, appoggiato al muro. Sotto il praticabile, finestra, salotto con divano, un tavolo e poltrone. Sul fondo, al centro, la porta di accesso e sopra di essa, una grande fotografia di Rita Hayworth in "Gilda". A sinistra della porta d'ingresso, un'apertura ad arco, grandissima, che dà in cucina ed attraverso la quale vediamo un tavolo, il frigidaire, pentole appese ecc. Sempre a sinistra, due porte che danno in un altro bagno e in guardaroba. Un divano in pelle, unico mobile nero di tutto l'arredamento. Quadri, parete a libreria, stereo, bar, televisione. Telefono con prolunga.
ATTO PRIMO
All'alzarsi del sipario, tutta la scena è buia, tranne la camera da letto dov'è accesa l'abat-jour dalla parte di Domenico. Luce da giorno filtra attraverso le tende della finestra che è nella stanza. L'altra abat-jour manca dal suo posto abituale. La finestra in basso, coperta da tende, non fa filtrare alcuna luce.
Domenico è dentro il letto, in pigiama. Sta seduto e fuma nervosamente. Una sagoma umana, completamente coperta eccetto un piede, è dall'altra parte del letto e non dà segno di vita. Domenico è tesissimo. Spegne una sigaretta per accenderne subito un'altra. Emette un grosso colpo di tosse guardando verso l'altra persona. Niente. Scende dal letto, fa la scala e arriva in soggiorno. Sbatte a terra con violenza un posacenere sempre nel tentativo di svegliare l'altra persona.
Nell'ordine e sempre guardando dal basso verso il letto, getta a terra quattro libri. E aspetta. Spacca due piatti. E aspetta. Accende la radio a tutto volume. E aspetta. Tre pentole prese in cucina. E aspetta. Da ultimo sbatte la porta d'ingresso. Niente. L'altra persona continua a dormire. Finché:
DOMENICO Al fuoco! Al fuoco! Il fuoco! (È risalito ed ha acceso i cerini vicino al piede scoperto) Al fuoco! Al fuoco!
ANTONIO (Saltando come un ossesso fuori dal letto) Il fuoco? Dov'è? Dove?
DOMENICO Ha preso fuoco l'acqua del bagno!
ANTONIO Oddio no! (Si precipita in bagno mentre Domenico si accende una sigaretta e calmissimo si rimette seduto sul letto. (P) Antonio riappare furente)
ANTONIO Che sistemi!
DOMENICO È l'unico modo per svegliarti.
ANTONIO Che sistemi!
DOMENICO Anzi è assurdo.
ANTONIO Cosa?
DOMENICO Io che posso dormire mi devo svegliare per fare alzare te.
ANTONIO Lo so ma potresti essere più accorto. Ho il cuore a pezzi, ora.
DOMENICO E io sono stufo di farti da balia.
ANTONIO Scusa, scusa, scusa, scusa... Che ore sono? (prende in mano la sveglia)
DOMENICO Le otto.
ANTONIO Questa sveglia va buttata. Fa le due e un quarto. (Butta la sveglia nel cestino dei rifiuti che è accanto alla parete)
DOMENICO Che fatica starti dietro.
ANTONIO D’accordo, va bene, mi fai sentire un verme ma se non sento niente! Quando dormo, dormo.
DOMENICO (Polemico) Quando uno ha la coscienza tranquilla è giusto che abbia sonni profondi.
ANTONIO E smettila.
DOMENICO Oggi come ieri, se avessi portato chicchessia in questo letto mentre dormivi, non te ne saresti nemmeno accorto. (P) Oggi come ieri.
ANTONIO In tempo di guerra, avevo sei anni, una volta ho camminato da solo, addormentato, sotto le bombe e senza svegliarmi sono... finito su una barca in mezzo al fiume...
DOMENICO Gridando mamma mamma...
ANTONIO Lo sai...
DOMENICO Da dieci anni. Da quando me l'hai raccontato la prima volta.
ANTONIO Riscusami. (Via in bagno) (P)
DOMENICO Mangi a casa oggi?
ANTONIO (Dal bagno) No.
DOMENICO E perché?
ANTONIO (Apparendo con lo spazzolino in bocca) Ho invitato tua madre da Babinghton. (Via)
DOMENICO (Spegnendo la sigaretta) Anche questa? Sei... Sei...
ANTONIO Cosa sono?
DOMENICO Questo tuo attaccamento a mia madre...
ANTONIO Io voglio bene a tua madre, lo sai... ogni tanto vieni fuori con il mio attaccamento a tua madre...
DOMENICO Pensa alla tua per piacere e non viziare la mia.
ANTONIO La mia è a cinquecento chilometri, la tua è qui.
DOMENICO Bella scusa! (P) Ma se arriva?
ANTONIO (Riappare) Gli offri una sedia.
DOMENICO Ah sì? E poi un whisky?
ANTONIO Non beve.
DOMENICO Ah...
ANTONIO Ma stai tranquillo... arriva alle sei e venti.
DOMENICO Col treno?
ANTONIO Rapido.
DOMENICO Pure. (P) Vai alla stazione?
ANTONIO (Riappare) No. (Via)
DOMENICO Perché?
ANTONIO Non ho tempo. Ha l'indirizzo. (Con altro tono) Già che sei sveglio, mi dai il decaffeinato?
DOMENICO (Soprapensiero) Alle due e mezza di notte?
ANTONIO (Appare) Le due e mezza?
DOMENICO (Subito) No, ho sbagliato. È la sveglia che faceva le due e un quarto, no? (Scende dal letto) Ti preparo subito il decaffeinato.
(Antonio torna in bagno e Domenico scende la scala)
DOMENICO (Parlotta da solo. Poi, con cattiveria). Gli dò una scarica elettrica per una settimana! (Ad Antonio, portando la voce) Insisto che la vizi mia madre.
ANTONIO Uffa.
DOMENICO La vizi! La vizi! Da Babinghton!
ANTONIO Non si può essere avari come te.
DOMENICO ...Avaro io???
ANTONIO (Appare sulla porta del bagno) Avaro, avaro... scarpe risuolate, i cappotti da liquidazione, le maglie sfatte e trasformate in sciarpe, Babingthon è caro e soprattutto questa casa piccola piccola... non ci si gira, ma non vuoi cambiare e paghi un affitto da fame, perché non vuoi andare in uno dei tuoi appartamenti! Taccagno! (Via)
DOMENICO I primi tempi ti andava bene che stessimo allo stretto!
ANTONIO I tempi cambiano.
DOMENICO ...E mai in meglio... (Subito) E cosa c'entra la mia presunta avarizia! Parlavamo di mia madre e del fatto che la vizi!
ANTONIO Appunto! Sai che spesa portarla da Babinghton!
DOMENICO Lei! Che ha fatto la seconda elementare e che dice mestolazioni al posto di mestruazioni! Da Babinghton! (P) E adesso che tu non ci sarai più...
ANTONIO (Appare) Mica muoio! (Fa le corna)
DOMENICO (Cattivo) Per noi come se fosse!
ANTONIO Ma smettila! (Via)
DOMENICO Insomma non pretenderà poi che la porti io nei posti chic dove la porti tu.
ANTONIO Con la farmacia che ti ritrovi!
DOMENICO La gente si ammala meno di questi tempi! E siamo sei soci, figurarsi... e insisto che mia madre a prendere vizi ci mette niente.
ANTONIO Sei proprio genovese.
DOMENICO Anche lei. L'ultima volta che l'ho vista felice è stato quando si è accorta che la dentiera di sua sorella morta le andava a pennello e la poteva usare. (P) La porta ancora ora.
ANTONIO Cos'è, la giornata della mamma, oggi?
DOMENICO La mia non è una madre, è... è... è...
ANTONIO (Riappare) Lo sai che succede da dieci giorni?
DOMENICO La Antonelli si è messa a recitare bene?
ANTONIO Tuo padre dice che Benedetta è piena di amanti.
DOMENICO Che?
ANTONIO Sclerosi improvvisa e galoppante.
DOMENICO Cosa?!
ANTONIO Se tu mi stessi a sentire! Tuo padre si è messo in testa che tua madre è piena di amanti.
DOMENICO Ma va.
ANTONIO Ne trova ovunque, sotto il letto, nell'armadio, in dispensa. La fa dormire con la luce accesa, le va con la pila sotto gli occhi alle tre di notte, la scuote e insiste che se la fa con Mario, il meccanico di sotto, anni 28 e con Arturo, il figlio del portiere, anni 19!
DOMENICO E brava la mamma. (P) Ma come fa? Bisogna che mi faccia spiegare.
ANTONIO Domenico! Tuo padre ha 73 anni e tua madre 76! Pare la vecchina del caffè.
DOMENICO Chi te le ha dette queste cose. Lei?
ANTONIO Lei è stravolta, sgomenta. Ma non parla. È una santa. Mi ha detto tutto tuo fratello.
DOMENICO Io non vengo mai informato!
ANTONIO Per come ti interessi della famiglia! Non ti fai mai vedere! Abitiamo a un chilometro in linea d'aria e tu, mandati i soldi te ne lavi le mani.
DOMENICO E che si fa ora?
ANTONIO Tuo fratello porta tuo padre dal neurologo. Si spera gli dia una cura. Io faccio uscire tua madre per distrarla. Poverina. È terrorizzata e anche disgustata.
DOMENICO Disgustata?
ANTONIO Tuo padre le parla di uccello in continuazione. Lei rimane come di sale.
DOMENICO Una che si chiama Benedetta...
ANTONIO Domenico!
DOMENICO Oh insomma! Se ha fatto due figli maschi — si fa per dire — qualcosa ne saprà di uccelli, no? Non faccia la finta tonta con papà.
ANTONIO Quando vuoi essere volgare e irritante tu... (Via in bagno)
DOMENICO (Trafficando sulla porta della cucina) Non la posso vedere e non la posso vedere! Che ci posso fare? A lei devo tre quarti dei miei problemi!
ANTONIO Ci risiamo!
DOMENICO Ha creato i miei problemi eccome! Non è mica come tua madre, che una volta, trovandoti pallido, ti mise un po' di cipria per coprire quel pallore!
ANTONIO E allora!
DOMENICO Avevi sette anni! E ti ci sei trovati così a tuo agio che la cipria te la metti ancora adesso! Per te è stato naturale, ma per me...
ANTONIO (Riappare) Da dieci anni...
DOMENICO Cosa?
ANTONIO ... mi racconti dei tuoi problemi ma se invece di raccontarli a me fossi andato o andassi dallo psicanalista, forse ti avrebbe rimosso dei blocchi che hai e saremmo tutti più contenti!
DOMENICO Sempre con lo psicanalista. Mio padre dal neurologo, io a fare l'analisi, la mamma con amanti giovanissimi e la famiglia Condò è sistemata. Per non parlare di mio fratello Paolo che oramai sembra una dama di San Vincenzo!
ANTONIO Era solo un consiglio.
DOMENICO Tutti ansiosi di dare consigli!
ANTONIO Non tutti. Io.
DOMENICO (Tentando un tono patetico) Tu da oggi non ci sarai più... (Duro) Quindi sei come tutti gli altri e non rompere!
ANTONIO Uffa! (Via il pigiama e comincia a vestirsi)
DOMENICO (Versa un'intera caffettiera da sei in una tazzona da caffè latte. Poi vi versa dentro sei cucchiai di zucchero). Pronto.
ANTONIO (Scende) Grazie. {Arriva alla tazza e la prende in mano) Bello scuro questo decaffeinato.
DOMENICO Sembra caffè, vero? (Si è seduto).
ANTONIO Già. (Beve) Anche nel gusto.
DOMENICO E una nuova miscela.
ANTONIO Questi prodotti sono perfetti.
DOMENICO Simulano sempre più il gusto del prodotto genuino.
ANTONIO Mi domando dove andremo a finire. (Beve) Anche la saccarina è stupefacente.
DOMENICO Sembra proprio zucchero, vero?
ANTONIO Davvero.
DOMENICO Guarda, vola un asino.
ANTONIO Cosa dici?
DOMENICO Niente. (P) Devo avere la pressione a trenta.
ANTONIO (Ha bevuto tutto è risalito ed ha ripreso a vestirsi). La mattina sei sempre basso, lo sai. (A.T.) Le mie scarpe. Dove sono finite? (Guarda sotto il letto e tira fuori due grandi e pesanti valigie) Queste?
DOMENICO Valigie.
ANTONIO Vedo.
DOMENICO Stupisci?
ANTONIO Allora?
DOMENICO Ho il treno alle sette stasera. Giusto l'ora perevitare incontri fatali.
ANTONIO E dove vai?
DOMENICO (Fataltragico) Da Maurizio a Venezia... Si vedrà... non lo so...
ANTONIO Non me ne avevi detto niente.
DOMENICO Non me ne avevi chiesto niente...
ANTONIO Già...
DOMENICO E poi eri in tutt'altre faccende affacendato.
ANTONIO E molli così la farmacia?
DOMENICO (c.s.)Per quello che me ne importa...
ANTONIO E torni?
DOMENICO (c.s.)Mai!
ANTONIO Jennifer Jones in "duello al sole"!
DOMENICO (Scattando) Non mi dire che faccio una tempesta in un bicchier d'acqua, eh? Non lo dire!
ANTONIO (Calmo) Le cose vanno risolte qui, non a Venezia.
DOMENICO (P) Vengo scaricato dopo dieci anni e sono Jennifer Jones in duello al sole! Cose da non credere!
ANTONIO (Dopo un lungo sospiro e guardando l'ora) Al diavolo la puntualità! Mi siedo e parliamo anche tutta la mattina. Telefono in banca che sto male e non vado.
DOMENICO (Sempre più fataltragico con nonchalance) Tanto più che hai davanti cinque ore per andare al lavoro.
ANTONIO Cinque minuti vorrai dire. (Si siede).
DOMENICO No no, cinque ore. Saranno si e no le tre. (Sale le scale, prende la sveglia dal cestino e dall'atto la fa vedere ad Antonio) Che ti dicevo? Circa le tre. (Ributta la sveglia nel cestino)
ANTONIO Come fa ad esserci la luce del giorno alle tre? Ma che dici?!
DOMENICO La luce del giorno è solo qui, visto! Apri un po' il resto della tenda.
(Antonio realizza ora che solo la finestra in alto emette luce attraverso la tenda mentre la finestra in basso è al buio. È paonazzo. Sale la scala giusto in tempo per vedere Domenico togliere dietro la tenda l'abat-jour mancante)
DOMENICO (Posando l'abat-jour sul comodino di Antonio) E hai in corpo sei tazzine di Portorico condite con sei cucchiai di zucchero super raffinato che per te è come droga. Secondo me ridormirai per le prossime olimpiadi. Prima di allora potremo parlare quanto vorremo. E se vuoi fare una scenata falla ma piano, che potresti svegliare i nostri dirimpettai, che si metterebbero subito in finestra col binocolo a spiare e non ci mancherebbe altro, chiaro?
(Si siede sul letto e si rimbocca le coperte. Antonio, fuori di sé non sa che fare. Poi ha una folgorazione. Guarda Domenico che è assolutamente tranquillo e gli fa segno come dire: — Ora vedrai! — Indi si toglie la giacca, i pantaloni, scansa le valigie, rimette la sveglia al suo posto, va in bagno e torna in mutande e calzini come era entrato ma con in più un grembiule — Niente di vezzoso, mi raccomando!!! — E un piumino per la polvere. Domenico lo guarda per capire dove andrà a parare. Antonio comincia a spolverare tutto quello che gli capita, Domenico compreso, poi scende le scale mentre Domenico continua a non capire. Nel soggiorno, raccoglie, i cocci dei piatti rotti all'inizio da Domenico, rimette a posto i libri, sistema tutto per il meglio, finché arriva alla porta di ingresso. Inizia a spolverare con cura mentre Domenico, che forse ha capito, è come paralizzato. Antonio, con un ghigno terribile sotto un velo di ironia, arriva a guardare la fotografia di Rita Hayworth e comincia a spolverarla)
DOMENICO Lascia stare la signora! Se la tocchi... se la tocchi!
ANTONIO Se la tocco?
DOMENICO Io... io... (Antonio è salito su una sedia ed ha staccato il quadro che adesso tiene pericolosamente in bilico) Oddio sono come paralizzato! Non posso muovermi! Il cuore... Il cuore Antonio... Tu mi vuoi far morire! Lascia la signora!
(Antonio alza il quadro come per volerlo scaraventare a terra quando suona il citofono. Stupore e sorpresa).
DOMENICO (Tragico) Arriva pure in anticipo...
ANTONIO Finiva la registrazione a Torino stasera.
DOMENICO Pur di stupire verrebbe anche in pallone. (Risuona il citofono) E rispondi.
ANTONIO (Scende dalla sedia, posa il quadro e prende il citofono) Sì? Ma chi è? (A Domenico) Tuo fratello... Sì, Paolo... che succede? Cosa? Perché? Come? Davvero? Sul serio? Ah sì? Vuoi scherzare?
DOMENICO La nottata dell'interrogativo!
ANTONIO Zitto! Casco dalle nuvole. E che si deve fare?
(Domenico nel frattempo è sceso ed ha riappeso il quadro della Hayworth) D’accordo. Telefono io domattina, cioè stamattina. Sì... e poi la passo comunque a prendere alla una.. Oh Paolo, scusa, ma sali su, no? (Domenico fa segno di no) Va bene... daccordo.. sei straordinario Paolo... sì, va bene... notte, notte, si fa per dire... (Riattacca. Sospira, si accende unasigaretta e scuote la testa.)
(Una lunga pausa).
DOMENICO Grande nei silenzi! Come la Garbo!
ANTONO Incredibile... Tua madre è salita sul cornicione del palazzo perché tuo padre dice di averla vista scopare con il figlio del droghiere nella dispensa che ha la porta sulle scale.
DOMENICO Sul cornicione!
ANTONIO Si è arrampicata passando dalla finestra del balcone.
DOMENICO All'ottavo piano!
ANTONIO Ed è rimasta lì due ore e un quarto finché Paolo l'ha sentita gridare ed è corso.
DOMENICO Incredibile!
ANTONIO Meno male che siamo ai primi di settembre altrimenti congelava...
DOMENICO Che tempra! A settantasei anni!
ANTONIO Ti dico che è una santa! Ma possibile che nessuno dei vicini l'abbia sentita gridare?
DOMENICO Tutte checche in quella zona... avranno avuto altro da fare...
ANTONIO Tuo padre assicura che l'ha vista con il figlio del droghiere e dice che è sicuro che un giorno o l'altro gli daremo ragione e che è tutto vero. E pazzo!
DOMENICO Completamente...
ANTONIO Bisognerà rinchiuderlo...
DOMENICO Credo anch'io...
ANTONIO Speriamo che il neurologo possa fare qualcosa. Una cura calmante. (P) E poi magari mandiamo anche te.
DOMENICO Fammi passare anche per sclerotico adesso!
ANTONIO Ma no, hai ragione... (P) Allora... parliamo?
DOMENICO (P) Sì... (P)
ANTONIO Prima cosa: perché svegliarmi a quel modo? Seconda cosa: perché a quest'ora?
DOMENICO Seconda cosa: per parlare l'ultima volta prima del grande cambiamento. Prima cosa: se ti dico da dieci anni che l'acqua del bagno prende fuoco e tu ci caschi direi che proprio non è colpa mia.
ANTONIO È un sistema idiota... lo riconosci?
DOMENICO Funziona.
ANTONIO A volte ti detesto.
DOMENICO Tu a volte...
ANTONIO E perché mi hai dato il caffè?
DOMENICO Dovevo averti sveglio e un po' "teso" diciamo e mi pare che, nonostante la tua calma apparente, ci siamo. Se potessi mi strozzeresti.
ANTONIO Non è escluso che lo faccia.
DOMENICO E fallo Toni! Sarebbe il primo gesto deciso da te solo, in dieci anni!
ANTONIO No, no, no, no... lo ho capito perché tu mi hai svegliato e dato quella specie di bomba da bere... arriva alle sei e venti, sono le tre di notte e tu sai che non chiuderò più occhio da ora a chissà quando. Vuoi che sia assonnato, in pessima forma, con la barba lunga, un mostro! Che mezzucci. Questo è veramente degno di te!
DOMENICO Almeno questa volta non gli potrai dire che hai 31 anni! I tuoi 40 ci sono tutti e pesi, anche.
ANTONIO Io credo che sia tutto qui...
DOMENICO Cosa?
ANTONIO Non mi conosci, proprio... Sai benissimo che non ho bisogno di questo per sentirmi sicuro. Stasera con gli occhi pesti, la barba lunga, gonfio come un pallone aprirò quella porta e dirò: "Heilà" nella maniera più normale e naturale. È vero sì, è vero... mi tolgo gli anni (insicuro) ma per ridere, con gli amici... tu no. Vuoi sapere come faresti tu al mio posto?
DOMENICO E dillo!
ANTONIO Ti metteresti in vasca a bollore, chiameresti il massaggiatore, il visagista, il parrucchiere e prov-vederesti ad un restauro ridicolo! E mi odieresti a vita per averti svegliato alle due di notte! Tale è la tua insicurezza e la tua paura di non piacere!
DOMENICO A bruciapelo e giurando su mia madre rispondi a una mia domanda?
ANTONIO Sì!
DOMENICO Quanti anni gli hai detto che hai, rispondere!?
ANTONIO (Gridando impotente) Ventinove!!
DOMENICO No comment! (P) (E tono più vero ora) Ma chi è questo Adriano che arriva, fa la rivoluzione in casa nostra, ci divide...
ANTONIO Non lo so... non lo so... come si fa a parlare in occasioni simili? L'ho visto... lo spettacolo era brutto... nella nostra fila c'eravamo solo noi due... seduti vicini... ci siamo parlati...
DOMENICO Io dov'ero?
ANTONIO Mio Dio, ne abbiamo discusso cento volte e ce ne occupiamo da mesi...
DOMENICO Ridimmelo... (P).
ANTONIO (Ancora impaziente ma cauto) A New York da Brad.
DOMENICO La data?
ANTONIO Due giugno.
DOMENICO Il due giugno si va alla parata militare ai Fori, non a teatro!
ANTONIO Non la fanno più la parata ai Fori.
DOMENICO Era di sera?...
ANTONIO Un matinée...
DOMENICO Le cinque! L'ora del tè! (Gesto appena volgare)
ANTONIO (Duro) Quello lo abbiamo preso dopo. (P)
DOMENICO (Quasi dolce) Le cose proprio te le cerchi...
ANTONIO Non vedevo l'ora che tu tornassi...
DOMENICO Sì... (P) È proprio questo che non capisco... (P) Com'è?
ANTONIO Com'è come?
DOMENICO Tutto...
ANTONIO È! E basta... È! In questo momento è quasi tutto, per me...
DOMENICO Mi verrebbe da dire una cosa volgare...
ANTONIO Dilla.
DOMENICO (Sarcastico) Ma no, ma no...
ANTONIO E dilla! Muori dalla voglia!
DOMENICO C'è di mezzo Strawinsky? (Fa un gesto con le braccia ad ali di uccello)
ANTONIO (Duro) C'è anche quello ma non è quello.
DOMENICO (Come se dicesse il contrario) Volevo ben dire! (P) Intelligente?
ANTONIO Sì.
DOMENICO Bravo attore?
ANTONIO Negato.
DOMENICO Ah.
ANTONIO Ma è convinto di essere un incrocio tra Gielgud e Nicholson.
DOMENICO Sarebbe più in carattere se fosse convinto di essere un misto tra Lana Turner e Ava Gardner. Dato il sesso. (P) Il suo.
ANTONIO Ma che ironia stanotte!
DOMENICO Insomma, io ho quarantatre anni, un po' di pancetta, tremila malattie, dei genitori strani e un fratello assurdo e lui è intelligente, bello, presuntuoso, sta bene in salute (solito gesto appena volgare), ha ventisette anni, cosa si vuole di più?
ANTONIO Già...
DOMENICO Ed io devo andare fuori dai piedi...
ANTONIO Solo il tempo perché mi passi...
DOMENICO Quanto? Un mese, tre anni, quanto?
ANTONIO E che ne so!
DOMENICO Questo è "Sangue e arena"!
ANTONIO Perché?
DOMENICO Sangue e arena. La signora (indica la Hayworth) e Linda Darnell.
ANTONIO Anche questa!
DOMENICO Sangue e arena! Linda Darnell era stata fregata dalla signora che le aveva portato via Tyron Power e la Darnell andava da lei (indica il quadro) e le diceva "Me lo lasci! Me lo lasci! Io ho solo lui, lei ne ha tanti, tutti quelli che vuole! Me lo lasci!" Ma la signora, per capriccio, glielo porta via.
ANTONIO Che bella storia!
DOMENICO Finché la signora si stancava di Power e lo rimollava alla Darnell ma giusto in tempo perché lui si beccasse una cornata dal toro.
ANTONIO E tu chi saresti dei tre?
DOMENICO In questo caso sono un povero stronzo ma non credere che faccia la parte della Darnell buonanima e che ti riprenda quando avrai sfogato i bollori con la "nuova" signora e che io dica a quello "me lo lascia me lo lasci!" (Urlando) E non fare l'adolescente! Si fa spiegare tutto sangue earena e lo ha visto sei volte con me! Ti vuoi mettere in testa che hai la mia età?
ANTONIO Non eri con me. Io non l'ho mai visto sangue e arena!!
DOMENICO Sei volte!
ANTONIO Solo perché ti andava! Quando vedi un cinema d'essai ti esce lo sperma dagli occhi! Tu ci scopi col cinema...
DOMENICO (A conclusione) Non tradisco nessuno, io, col cinema! (P) (Altro tono) Passerò le giornate in farmacia e le domeniche dallo psichiatra. Finalmente sarai contento.
ANTONIO Vuoi andare davvero da Maurizio a Venezia.
DOMENICO Non so, non so...
ANTONIO Senti... ma perché insisti che noi si stia qua e tu andare via? Qui è tutto tuo.
DOMENICO (Fataltragico) Ti darà almeno noia vedere le mie cose... I cadaveri ingombrano...
ANTONIO (Grattandosi) Lizabeth Scott in "solo chi cade può risorgere"... Ecco ci siamo. Accidenti a me e a tutta questa storia!!
DOMENICO Ti gratti eh?
ANTONIO Certo che sì. Con tutto quel caffè. (Sale la scala) Talco. (Sparisce in bagno)
DOMENICO Quando ti è cambiato?
ANTONIO Non è cambiato. S'è aggiunto.
DOMENICO E il vaccino?
ANTONIO Non fa un cavolo.
DOMENICO Quindi adesso saresti allergico, a...
ANTONIO (Sempre dal bagno) Zucchero, caffeina, pelo di coniglio, polvere di farina, penne di gallina e a cinquantatre piante, asteracee e graminacee e soprattutto alle rose... quando vedo una rosa scappo, lo sai...
DOMENICO L'unica pianta alla quale non sei allergico è la fava. (Antonio riappare sulla porta del bagno) Fresca... (P)
ANTONIO (Scendendo) Ti fisso davvero l'appuntamento con Ferrotti?
DOMENICO Vacci tu da Ferrotti che a quarant’anni perdi la testa per... per... (P) Ma non potevi prendere uno scannatoio, fare quello che volevi ma tenerlo fuori di qui...
ANTONIO Sei tu che hai complicato tutto...
DOMENICO Io?
ANTONIO Tu, tu! Sei stato tu a... a... a interrogarmi, scrutarmi e a chiedermi cos'era cambiato.
DOMENICO Sfido! Improvvisamente ti gira per casa un automa e tu non gli chiedi cos'ha?
ANTONIO Ma sì, ma sì... Poi ha messo di mezzo Nietta per sapere...
DOMENICO Non me la nominare! La detesto.
ANTONIO Ma se siete stati culo e camicia!
DOMENICO Per farla cantare! Quella ricca da sequestro con il Casorati nel cesso e con un solitario al dito che pare una pista di pattinaggio! Così avara che in confronto a lei, una sanguisuga diventa una do-natrice di sangue!
ANTONIO Senti chi parla di avarizia!
DOMENICO Riciclerebbe la gomma da masticare, se potesse!
ANTONIO Sei andato anche in campagna con lei.
DOMENICO Ed ha criticato la Tenutina! Dice che va tutta cambiata, figurarsi! Da quando c'è stata lei non si deve più chiamare la Tenutina ma la "tenutaria"!
ANTONIO Ce l'hai con lei perché pur essendo avara, è "magnifica" e tu no soprattutto perché mi ha fatto la spia.
DOMENICO Non ho bisogno di questi ridicoli mezzucci, io!
ANTONIO Insomma, hai cercato o no la sua complicità perché mi togliessi Adriano dalla testa?
DOMENICO Lo sai che scrive "caro" con la acca e che...
ANTONIO Sì o no?
DOMENICO Ma sì! (P)
ANTONIO Ecco lì. E adesso mi chiedi perché te l'ho detto di Adriano. Mi hai tolto il fiato, il respiro non l'avevo più. Tornavo a casa e ti trovavo seduto lì e appena passavo la porta, dai, giù! Chi hai visto? Dove sei stato? Con chi? Finché sono stato felice di avertelo detto.
DOMENICO Va bene, ma perché portarlo qui?
ANTONIO Non è questo! Non è che lo porto qui. È chelo porto tra noi, questo non ti va giù e hai ragione, accidenti! Ma io non so tenere i piedi in due staffe, lo sai. Come faccio? Un conto è una botta e via, non toglie niente a nessuno e quanto a questo ci siamo difesi tutt'e due, non è vero? Ma questa cosa? Con te che mi freghi subito con i tuoi trabocchetti di parole, che con i tuoi scherzi mi fai dire tutto quello che vuoi?
DOMENICO Finora ti andava bene. Era il tuo ruolo fare il pulcino.
ANTONIO E tu la chioccia, d’accordo! Ma ora voglio uscire da sotto le tue ali protettive che a quarant'anni mi fanno sentire un bambino di quindici.
DOMENICO Da pulcino a chioccia.
ANTONIO Esatto. E sarà pure dura, lo so...
DOMENICO Per te?!?
ANTONIO Per tutti, d’accordo, ma soprattutto per me perché... (Si ferma di colpo e si morde le labbra)
DOMENICO Allora?
ANTONIO Ma no, ma no...
DOMENICO Di' di'...
ANTONIO No... ti dico no...
DOMENICO Coraggio.
ANTONIO Figurati... se ti dico anche questa, non mi fai più vivere...
DOMENICO (Subdolo) Sai che a me puoi dire tutto quello che vuoi... (P)
ANTONIO (Come liberandosi da un peso) Ha pure una donna (P) ... Fissa... (P) E ha casa con lei... (P)
DOMENICO Viene a vivere con te e contemporaneamente...
ANTONIO Già.
DOMENICO Fammi la caffettiera da dodici...
ANTONIO E smettila!
DOMENICO No scusa, insisto... ognuno a casa sua e poi un posto dove andare quando vi andava... ma perdinci!
ANTONIO No. Voglio capire quello che ho in testa.
DOMENICO Niente. Rassicurati.
ANTONIO E dai.
DOMENICO Bisognerà capire quello che ha in testa lui.
ANTONIO Lui? In questo momento ha in testa il teatro, Madide e me.
DOMENICO Nell'ordine, please...
ANTONIO (Dopo una pausa) Me, il teatro, e Madide.
DOMENICO A lei dirà lei, il teatro, e te.
ANTONIO Non mente mai, lui. (P) E poi lei non sa niente...
DOMENICO Ah beh... per uno che non mente mai...
ANTONIO Sono sicuro che appena lo vedrai capirai il tipo.
DOMENICO Non ho alcuna intenzione di fare una nuova Teano. Quando sento che girano mostri del genere il primo istinto è di chiudermi alla Tenutina e far murare le finestre. (P) A proposito, vorrai le chiavi...
ANTONIO Se me ne fai fare un paio...
DOMENICO Hai le tue da quando l'abbiamo comprata un anno fa, solo che ti faceva più comodo che portassi le mie, tale è la tua mancanza di responsabilità. Anche un mazzo fatto da una chiave ti impegna.
ANTONIO Se ero un pulcino...
DOMENICO Dovremo stabilire quando andrete voi e quando andrò io...
ANTONIO Non sarà difficile. (P) Ti secca?
DOMENICO Che tu lo porti alla Tenutina?
ANTONIO Sì.
DOMENICO Ma figurati! E una conseguenza logica! Ce l'abbiamo da un anno, ce ne abbiamo messi tre a cercarla esattamente come la volevamo e sono proprio felice adesso di doverla dividere con questo campione.
ANTONIO E per la banca?
DOMENICO Già, il conto in comune. Da dividere. La doppia firma da eliminare. (P) Aprirai un conto con lui?
ANTONIO Per forza. Sennò non mi sento in regola.
DOMENICO La tua monogamia e la tua vocazione al matrimonio sono rivoltanti! (P) Come farai con questa Matilde?
ANTONIO Non la voglio vedere.
DOMENICO È la giornata dello struzzo?
ANTONIO Faccio finta che non ci sia. Non ne parliamo mai. E poi, cosa credi... lui starà tanto in giro con la compagnia di teatro...
DOMENICO È già impegnato per l'inverno?
ANTONIO No, ha varie cose ma ancora non ha deciso. Staremo insieme si e no sei mesi l'anno.
DOMENICO Tre.
ANTONIO Perché.
DOMENICO Tre con lei e tre con te.
ANTONIO Dice che starà qui sempre. (Pausa lunghissima)
DOMENICO Mi è venuta voglia di trota.
ANTONIO A quest'ora?
DOMENICO Del Magra.
ANTONIO Hai fame?
DOMENICO Di trota.
ANTONIO Ma che dici?
DOMENICO Le trote del Magra sono magre, ovviamente. (P) E salmonate.
ANTONIO Come come...
DOMENICO Buttano nel fiume Magra le uova di salmone, le trote mangiano le uova e diventano trote salmonate, rosa, naturalmente.
ANTONIO (Allocco) Questa non la sapevo...
DOMENICO(Urlando) Idiota! Ma ti bevi proprio tutto! Quello ti dice che vivrà solo con te e che metterà da parte questa Matilde e tu ci credi? Ma perché se la tiene allora? Strullo!!!
ANTONIO (Urlando) Smettila di farmi scherzi idioti! Sto solo cercando di aggiustare le cose per il meglio e per tutti! Non mi confondere! Ho il cervello che fonde! E non ho posto per questa Matilde! E credo ad Adriano! E mi fido dì quello che dice, chiaro!? (Suona il telefono) Pronto? Ma chi è a quest'ora? Oh scusi... scusi... ha ragione... Sì, sì... scusi ancora... non accadrà più... non ho pa-role... non abbiamo parole... Se vi seccate evitate di usare il binocolo e andate a letto. (Riattacca) Quelli di fronte.
DOMENICO Domani saremo sulla bocca di tutto il palazzo.
ANTONIO Ci siamo da sempre sulla bocca di tutto il palazzo. Tiro le tende... anzi no!
DOMENICO Cerchiamo di non finire sulla bocca di tutta la strada, allora!
ANTONIO E che ce ne importa! A un certo punto... (Accalorandosi anche lui) Ci sono quei tre che abitano all'attico, allora, e se ne fregano! E poi stiamo solo discorrendo (al muro) Andate a dire quello che volete, chiaro!
DOMENICO Zitto!!! (P) Già... però quei tre mica sono proude come te o scemi come me... Quelli hanno fatto i menage e sono sereni.
ANTONIO Già... che tre campioni...
DOMENICO Eh sì... si sono divisi i compiti...
ANTONIO Uno manda avanti la casa...
DOMENICO L'altro amministra il trio...
ANTONIO E il terzo fa di tutto un po'. (P)
DOMENICO Quando si è intelligenti è facile sai, cosa credi... (P)
ANTONIO Già.
DOMENICO Con un po' di buona volontà...
ANTONIO E tanti soldi...
DOMENICO Tanti soldi?
ANTONIO Quello che amministra è ricco sfondato...
DOMENICO Beato lui!...
ANTONIO Domenico non mi mandare fuori dai gangheri ricordandoti che anche tu sei abbastanza ricco per fare quello che vuoi... Solo che non spendi e ti manca la fantasia e quella manca anche a me sennò... se avessimo il coraggio di quelli di sopra... (P) (Si guardano a lungo) Aspetta, aspetta...
DOMENICO Che c'è? (Antonio gira per la stanza concentrandosi)
ANTONIO Forse... Ma si... io credo di si... (P) Si può provare... si può tentare...
DOMENICO O Dio...
ANTONIO Pensi a quello che penso anch'io?
DOMENICO Non capisco niente e butta fuori questo bambino di sei chili che ti si rompono le acque!
ANTONIO (Sedendosi e con molta circospezione) Vuoi che tentiamo?
DOMENICO (Che ha capito) Ma cosa?
ANTONIO Un menage.
DOMENICO (Di sale) A trois?
ANTONIO A trois.
DOMENICO Qui?
ANTONIO E dove sennò?
DOMENICO Perché?
ANTONIO Ti va?
DOMENICO Lo spazio?
ANTONIO Ci stiamo.
DOMENICO Ma se dici che già stiamo stretti noi due.
ANTONIO Proviamo.
DOMENICO Sicuro?
ANTONIO Sì.
DOMENICO Perché?
ANTONIO Proviamo...
DOMENICO ...Il bagno è grande!
ANTONIO ...Appunto! Il guardaroba lo trasformiamo incamera per te.
DOMENICO Io là dentro non c'entro.
ANTONIO Perché?
DOMENICO Da quando hai rotto la lavatrice è ancora tutta una bolla di sapone.
ANTONIO Ma va!!
DOMENICO Guarda! Visto!
ANTONIO Insomma, ti va?
DOMENICO Perché?
ANTONIO Fammi riordinare le idee.
DOMENICO Perché?
ANTONIO Io credo che con un po' di buon senso...
DOMENICO E lui?
ANTONIO A lui penso io...
DOMENICO Figurati se accetta!
ANTONIO Fammi tentare...
DOMENICO Uno che ha una casa con una donna e va a vivere con un uomo...
ANTONIO Cosa?!
DOMENICO Come minimo è uno che non sa prendere decisioni, in una parola è uguale a te...
ANTONIO Io ci provo a prendere una decisione, eccome...
DOMENICO E così puoi continuare il ruolo di pulcino sperimentando quello di chioccia... e poi?
ANTONIO Poi...
DOMENICO Che tipo di menage dovrebbe essere? (P) Totale?
ANTONIO Non anticipare sempre le cose! Io dico di dividere la casa con lui, non il "resto"!
DOMENICO Già, ma tu? Come ti dividi? Siamo due coppie con te che fai da jolly o cosa siamo?
ANTONIO (Cauto) Io e te, da un po', non siamo più una coppia in "quel senso". Sbaglio?
DOMENICO Già.
ANTONIO Siamo una società e ci vogliamo un gran bene. Non è così?
DOMENICO A me stanno tornando certe ideuzze...
ANTONIO Su me?
DOMENICO Chissà...
ANTONIO Fattele passare.
DOMENICO Se ne riparla.
ANTONIO Insomma, l'unico problema è sapere se lui ci starà.
DOMENICO Sì.
ANTONIO E ci starà, vedrai.. Me lo dice sempre, mi dice "Titta, qualsiasi decisione tu prenda per me, va bene".
DOMENICO Come ti chiama?
ANTONIO Titta.
DOMENICO Titta?
ANTONIO Titta.
DOMENICO Cosa c'entra! Titta è Battista! Tu sei Antonio!
ANTONIO E che ne so.
DOMENICO Mah, il soggetto si fa sempre più interessante. (P) E tu come lo chiami? Nano?
ANTONIO No.
DOMENICO Come allora?
ANTONIO (Mordendosi le labbra) Cucciolo.
DOMENICO Cucciolo!?
ANTONIO (Seccato) Insomma, lo tentiamo questo esperimento?
DOMENICO D'accordo! Se lui ci sta e se si fa tutto su basi civili e senza scene tipo "non voglio perderti", Barbara Stanwyhk, 1942...
ANTONIO È un discorso che vale anche per te, vero?
DOMENICO Io sarò civilissimo. Se non ho imparato a vivere a quarant'anni... (P) (Improvvisamente timoroso) Ma sei sicuro di quello che dici?
ANTONIO Io... io... credo proprio di sì...
DOMENICO Tremi...
ANTONIO Un po' di freddo...
DOMENICO Passettino più lungo della gambina?
ANTONIO No, macché... sono... a posto...
DOMENICO Bene bene bene bene...
ANTONIO E poi... se non vuole… mica ci ammazzerà no?
DOMENICO Tutta la sicurezza che avevi ti sta andando via... Sbaglio?
ANTONIO Ma no, ma no...
DOMENICO Io dico di sì, ma sta venendo a me per tutti e due.. Mi sento proprio in gamba adesso... e credo che tutto andrà come voglio io... come vogliamo noi, volevo dire...
ANTONIO Non ti far frullare cose tutte tue per la testa, eh? Lealtà anzitutto.
DOMENICO Senti chi parla di lealtà... Pare di essere in una giungla...
ANTONIO Non prendiamo iniziative personali e delle tue, poi... che rovini tutto.
DOMENICO Sì, papà. (Un lungo silenzio. I due camminano e si studiano) Bene, parlare è servito.
ANTONIO (Timoroso) A che?
DOMENICO Come a che? A chiarire, a focalizzare... Ti senti male?
ANTONIO Forse se prendessi un po' di micoren?
DOMENICO Ma non eri quello che apriva la porta ad Adriano e diceva con tutta calma "heilà". Il micoren ti fa male.
ANTONIO Perché?
DOMENICO Sei allergico ai cardiotonici...
ANTONIO E con questa allergia ho avuto la forza di vivere con te per dieci anni? Devo essere matto...
DOMENICO Se sei allergico ai cardiotonici sei allergico ai cardiotonici...
ANTONIO Questa cosa è un incubo...
DOMENICO L'allergia o il menage?
ANTONIO Sbagliavo. Sono due incubi.
DOMENICO Ma ormai si tenta. Mi hai dato l'idea e la trovo fantastica.
ANTONIO Ma cosa mi è venuto in mente?
DOMENICO Parliamo troppo poco tu ed io... Vedi che fa bene? Che aiuta?
ANTONIO Sì, sì...
DOMENICO Si vede il sangue?
ANTONIO Quale sangue?
DOMENICO Di queste ventitré coltellate chemi hai dato. Comunque questo salasso mi ha fatto bene e mi è venuto un gran sonno. Andiamo a letto che sennò i dirimpettai ci mandano la polizia. Non fare rumore se stai ancora su che ho il sonno leggero e lo sai... E fai piano con la porta quando esci... (Risale la scala) e mettimi dentro il giornale e il latte... (E a letto) Se adesso non puoi dormire... che so, fai ginnastica, guardati l'ultimo numero di "play girl", prenditi un bagno. (Si rimbocca le coperte e spegne la luce mentre Antonio impreca verso di lui, a bassa voce, impotente) Hai detto qualcosa?
ANTONIO Dicevo... buona notte...
DOMENICO Notte... E tira le tende che comincia a fare fresco. Titta. Ci vediamo alle sette di stasera. Titta. (P). (Si rimbocca le coperte. Antonio continua a grattarsi, poi prende la cuffia dello stereo, la mette e attacca. Le note del "Il tango della gelosia" si sentono nell'aria mentre va via la luce in resistenza e cala il sipario).
(Sette del pomeriggio scandite da un campanile vicino. Antonio, disfatto, la barba lunga ed un paio di occhiali neri è sdraiato sul divano).
DOMENICO (Dal bagno in alto) Come ti vesti?
ANTONIO Perché?
DOMENICO Stai così?
ANTONIO Perché?
DOMENICO (Apparendo sulla porta) Io sto così. Non ho mica voglia di fare tante storie.
ANTONIO Resto così anch'io.
DOMENICO Così stai malissimo. Comunque (via in bagno).
ANTONIO Mi fai proprio ridere...
DOMENICO Che bene...
ANTONIO Non troveresti più giusto toglierti di mezzo e permettermi di spiegare ad Adriano tutta la storia, che magari tu rovini subito ogni cosa?
DOMENICO Mi toglierei dai piedi se tu stessi in piedi ma non ti reggi in piedi e ci vuole qualcuno che lo accolga per benino... e non lo faccia stare in piedi.
ANTONIO E questo qualcuno saresti tu?
DOMENICO Off course...
ANTONIO Sì, sì... se stanotte dormivo questo non accadeva...
DOMENICO Uffa ancora stanotte...
ANTONIO Per forza...
DOMENICO (Scende le scale) Quegli occhiali neri! Toglili! (Antonio mostra gli occhi gonfi) Rimettili. (P) Hanno telefonato dalla farmacia?
ANTONIO Sì.
DOMENICO (Versandosi da bere) Hanno mandato le medicine ai miei vecchi?
ANTONIO Paolo è andato a prenderle con tuo padre, dopo essere tornati dal medico.
DOMENICO Allora?
ANTONIO Gli ha dato una cura. Paolo era contento.
DOMENICO Che ha detto il neurologo quando ha visto Paolo?
ANTONIO Che doveva dire... Niente...
DOMENICO Non mi dirai che Paolo non è un po' "eccentrico"...
ANTONIO Paolo è un monumento. Eppoi perché eccentrico... semplici manie.
DOMENICO Sì, sì, ma quella volta che ti è arrivato in banca tu hai tagliato la corda, negalo.
ANTONIO Lui ha il coraggio delle sue azioni, viva la faccia. Io no, purtroppo e tu nemmeno. (Citofono. Sollevando il ricevitore) Pronto? Sì, finalmente. Sali, sali. (Riattacca).
DOMENICO Chi era?
ANTONIO Come chi era! Adriano no?
DOMENICO (Perdendo tutta la sua sicurezza) Questa storia è pazzesca! Cosa stiamo combinando? Ed io che faccio?
ANTONIO (Calmissimo) Ti siedi. Ti calmi. Chiacchieri.
DOMENICO Di che?
ANTONIO Del tempo. Di cinema, di quello che vuoi.Calma Domenico, calma. (Crollando) Guarda me.
DOMENICO Appunto. Speriamo almeno che gli piaccia la signora... (Suonano alla porta) No no! Io non reggo, apri tu!
(Sparisce in cucina mentre Antonio si fa il segno della croce ed apre. Appare Adriano bellissimo e sorridente. Ha due grandi valigie, una borsa e un gran mazzo di rose. Entra. I due si abbracciano — Fraternamente, mi raccomando — e subito Antonio starnutisce)
ANTONIO (Gli toglie le rose e mentre Adriano porta dentro le valigie, lui si precipita a portare il mazzo nel bagno al piano terra)
ADRIANO Perché quegli occhiali neri?
ANTONIO Occhi pesti.
ADRIANO Ti ha menato? (Antonio indica la cucina per far capire che c'è Domenico) Ma come? E qui?
ANTONIO Sì.
ADRIANO Vado via!
ANTONIO No.
ADRIANO Torno più tardi.
ANTONIO No, va bene così, poi ti spiego. (A sé) Se mi riesce... (portando la voce) Domenico, vieni per favore...
DOMENICO (Dalla cucina) Perché? Che c'è?
ANTONIO È arrivato Adriano.
DOMENICO Il Lattaio? Dagli la mancia e mandalo via!!
ANTONIO (A disagio) Ma no... è Adriano...
DOMENICO Ah, Adriano... arrivo.
(Appare con una pila di piatti. I due si guardano e la pila di piatti rovina a terra, ma Antonio, con mossa rapida la afferra giusto in tempo)
ANTONIO Attento.
DOMENICO Cose che capitano...
ANTONIO È andata bene. (A sé, portando la pila in cucina) Ma che c'entrano i piatti adesso...
DOMENICO Scusate. (Adriano segue Antonio in cucina mentre Domenico si versa da bere e beve d'un fiato)
ANTONIO (Rientrando con Adriano) Ecco fatto.
(Domenico e Adriano sono di nuovo faccia a faccia. Adriano tende la mano)
ADRIANO Io sono Adriano.
DOMENICO Immaginavo. (Si stringono la mano. Imbarazzo) Fatto buon viaggio?
ADRIANO Il treno era vuoto.
DOMENICO E arrivi?
ADRIANO Da Torino.
(Antonio sta portando di sopra le valigie e Domenico lo sbircia)
DOMENICO Tutto bene col lavoro?
ADRIANO Benissimo.
DOMENICO Ti piace Torino?
ADRIANO Sì.
DOMENICO La piccola Parigi... Io vorrei tanto vedere in faccia chi ha definito così quella specie di periferia di Brindisi!
ANTONIO Attento! Adriano è di Brindisi!
DOMENICO Giuro che non lo sapevo
ANTONIO Ma siediti. Vuoi un'aranciata?
DOMENICO Dagli un bicchiere di latte già che ci sei...
ADRIANO (Sedendosi) Grazie niente.
ANTONIO Le tue valigie sono tutte qui?
DOMENICO Tutte qui? Nemmeno Jean Harlow "nei mari della Cina"! (Poi improvvisamente) Conti di fermarti a lungo?
(Imbarazzo incredibile)
ADRIANO Ma non so... cioè... sì. Conto sì sì... (P)
DOMENICO La casa ti piace?
ADRIANO Bella sì...
DOMENICO Che stupido! Dimenticavo che l'avevi già vista...
ADRIANO No! (Subito) È la prima volta. (P) Io comunque quando avrò una casa mia la vorrò di colori più... più brillanti: Titta è d'accordo!
ANTONIO (Imbarazzatissimo) Adriano dipinge.
DOMENICO Sappiamo
ADRIANO Colori forti.
DOMENICO Riposante. (P)
ADRIANO Quella è cosa... Rita Hayworth?
DOMENICO Sì.
ADRIANO Bellissima foto. (P) Ma pessima attrice come mai la tenete qui? (Antonio è paralizzato e Domenico sembra una statua) Non parliamo poi come cantante. (Un silenzio di ghiaccio) Sapete che ai suoi tempi le avevano alzato l'attaccatura dei capelli perché l'aveva bassissima? (Ancora più gelo) Però... la foto... (Adesso totalmente terrorizzato dalle due facce che vede) ... sì la foto... è proprio bella.
DOMENICO(Con un sorriso inchiodato sulle labbra) Chi sono i tuoi attori e le tue attrici preferiti?
ADRIANO Nicholson, De Niro, Depardieu.
DOMENICO Antonio versami da bere che sennò ho un attacco di cuore quant'è vero Dio!
(Antonio esegue prontamente)
ADRIANO Proprio simpatica questa casa. (Aggravando la situazione nel modo tipico di chi vorrebbe tacere e non ci riesce). Io sulle pareti metterei foto di animali.
DOMENICO Daccene una tua che noi l'appendiamo.
ANTONIO Domenico ha conosciuto la Hayworth in America.
ADRIANO Ah sì?
ANTONIO È stata per lui un'esperienza indimenticabile, vero Domenico? La foto gliel'ha regalata lei. Perché non racconti la cosa ad Adriano?
DOMENICO L'ho conosciuta nel giugno scorso. Ti dice niente «giugno scorso»?
ADRIANO No in particolare...
DOMENICO Giugno... sole... le cene in Trastevere... Caracalla per i turisti e i matinée a teatro per signore sole... (Antonio è sulle spine ed Adriano capisce) Bene. A giugno sono da Brad a New York, un nostro amico americano che balla in una rivista sul ghiaccio e per combinazione lui ha due biglietti per andare al Waldorf dove la signora fa uno show. E mi porta.
ADRIANO Ah...
DOMENICO Sì, perché devi sapere che io l'ho adorata, mi ci sono, come dire, svezzato con lei. Sapessi i languori quando ero ragazzo! Facevo buca a scuola e stavo dentro ai cinema dove si proiettavano i suoi films da quando aprivano finché mia madre veniva a prendermi. "Bionda Fragola" lo proiettarono tredici giorni ed io per tredici giorni fui dentro...
ANTONIO Raccontagli del Waldorf.
DOMENICO Ah sì, dunque. Lei fa il numero. Bellissima e giovanissima come trent'anni fa, un miracolo. La gente in piedi ad applaudire, un delirio e poi la fortuna! Brad ha un amico che la conosce e siamo tutti presentati. Beviamo, parlo con lei un inglese approssimativo e simpatizziamo tanto che lei m'invita per l'indomani a casa sua. Sono al settimo cielo. L'indomani, dopo una notte insonne per l'emozione, arrivo al suo indirizzo e mi apre una vecchia. — Miss Hayworth — dico. — Ciao caro, sono io — fa lei. Rimango di sale. Mi introduce in una casa tutta di plastica e mi dice: — Mi sei simpatico ed ho voluto che tu vedessi come sono realmente oggi, senza tiranti, trucchi da baraccone eccetera. "Bionda fragola" e "Gilda" appartengono al passato. Io sono così, una vecchia —. (P) Sono andato via da quella casa con il cuore il gola. E stato il pomeriggio più bello della mia vita. (Cambia repentinamente e non prende mai il fiato) Così come questo è il più idiota che io stia passando da quarant'anni a questa parte e non voglio più vedere questo tipo per casa e per favore toglietemelo dai piedi perché non voglio altre pazze per casa che qui c'è già l'esaurito (sale la scala) e telefonate subito a quelli della disinfestazione che qui qualcuno ha inquinato l'aria e portate questo qualcuno al fiume legategli una pietra al collo e gettatelo in acqua nei pressi di una cloaca immodoché si ricongiunga con tanti suoi fratelli più sfortunati di lui! Ho detto!!! (Via nel bagno in alto)
ANTONIO Maria Montez in "cobra"! (Scende sconsolato mentre Adriano beve d'un fiato un cognac) Sei astemio, stai attento....
ADRIANO Oddio l'ho fatta grossa!
ANTONIO Ora gli passa.
ADRIANO Dovevo stare zitto.
ANTONIO Comunque l'ha fatto solo per scioccarti subito.
ADRIANO Tanto va via, no?
ANTONIO Hem... non immediatamente.
ADRIANO Come?
ANTONIO Di questo dovremo parlare.
ADRIANO Parlare? Non ne abbiamo già parlato?
ANTONIO Parlare a lungo.
ADRIANO Non era tutto deciso?
ANTONIO Starà qualche giorno.
ADRIANO Lui via perché voleva così, e noi qui?
ANTONIO Ha dei grossi guai. Il padre che sta male...
ADRIANO Ma insomma? Staremo in tre...
ANTONIO (Evitando il discorso) La madre disperata, l'inventario in farmacia... Io ho accettato tutto questo perché tu mi hai sempre detto che qualsiasi decisione prendevo per noi, ti sarebbe andata bene...
ADRIANO Sì, ma questa...
ANTONIO Ho tentato di salvare capra e cavoli...
ADRIANO (Non convinto) Sì sì... però a me fa paura. Hai visto come mi guardava? Sto ancora sudando. Non so se sono capace di affrontare una situazione del genere.
ANTONIO Non mi chiamo Antonio Maturo? Se faccio e voglio questo è perché credo che siamo tutti maturi per una situazione del genere.
ADRIANO E lui si chiama Condò, come il condor.
ANTONIO E tu Velluto. Lo fregherai con le buone maniere e la delicatezza, cose a lui sconosciute.
ADRIANO (Contrariato e non convinto) Sì sì...
ANTONIO Lo disarmerai. Ora lo chiami.
ADRIANO Cosa?
ANTONIO Io esco. (Prende una giacca) Giro qui sotto per un'oretta e faccio un po' di spesa. Tu gli parli, gli spieghi, ti scopri con lui. Evita di parlare di me e della nostra situazione, è implicita no? E parlagli di cinema! Di cinema! Lo fai tuo in quattro secondi. Parlagli del cinema anni quaranta, del Filmstudio, il cinema è la sua droga.
ADRIANO Non so niente di cinema anni quaranta.
ANTONIO Fai parlare lui.
ADRIANO E come si dorme stanotte?
ANTONIO Lui in quella stanza lì. Io vado. Metticela tutta e ricorda che è per poco. Ciao ciao. (Via.)
(Adriano sospira profondamente, si fa il segno della croce e chiama)
ADRIANO Signor Condò? Signor Domenico...
DOMENICO (Apparendo subito sulla porta del bagno) Quella del Condor m'è piaciuta.
ADRIANO Ha sentito tutto?
DOMENICO Ci diamo del lei? (P) Hai visto? (Scende) Te lo dicevo io!
ADRIANO Cosa?
DOMENICO Lui taglia la corda, è nel suo stile. (Subito) Fai molto sport?
ADRIANO Ore, tutti i giorni. Taglia la corda?
DOMENICO Ma sì! Va via... elude, evita, ha paura. Io ti ho fatto la scenata della signora giusto per dare a lui il pretesto di uscire cosicché noi, tra uomini — si fa per dire — potremo parlare e decidere del nostro futuro.
ADRIANO (Sulla difensiva) Capisco. (P) Poco.
DOMENICO E’ naturale. (P) Mi spiace che non ti piaccia la signora ma questo va imputato unicamente al tuo cattivo gusto, alla tua ignoranza e alla tua pessima educazione.
ADRIANO Terno secco! (Siede)
DOMENICO D'altra parte non è colpa tua... vivere a Brindisi...
ADRIANO Vivo a Roma da venticinque anni...
DOMENICO Non hai inflessioni né romane né brindisine.
ADRIANO Sono un attore.
DOMENICO Già. (P) Dunque, veniamo al nocciolo? È Antonio che vuole questo menage e non per pochi giorni. Ha paura.
ADRIANO Di te?
DOMENICO Di te. Non ti conosce e quindi non sa se gli conviene. Sai, cassiere di banca, i suoi calcoli li sa fare. È Maturo solo di cognome, lui, capisci? Tu sei sicuramente — anche perché ci vuole poco — più intelligente di lui. Devi correre questo rischio.
ADRIANO Cos'è, un "vinca il migliore?"
DOMENICO Tu ti scritturi, stai via tanto, lui ha la banca, io la farmacia. Ci daremo poco fastidio, non credi?
ADRIANO Ma io...
DOMENICO (Alzandosi) Sapevo che avresti detto si. Un'altra cosa... lui è affetto da monogamia acuta. Domani intesteremo anche a te la casetta di campagna e aggiungeremo la tua firma al nostro conto in banca. Serve a lui per sentirsi in regola.
ADRIANO Ma è assurdo, io...
DOMENICO Non faremo già i capricci, eh? Con tutti i problemi che avremo! (Subito) Che fondo tinta usi? (Subito) È una formalità per farlo sentire inquadrato e non bigamo.
ADRIANO Mi sembra tutto molto infantile.
DOMENICO E pensa che lui vuole mandare me dallo psicanalista.
ADRIANO Che bella situazione. Non me l'aspettavo proprio.
DOMENICO Senti. Un bagno in casa, tanta buona volontà e due letti che ci si sta anche in tre. (Adriano sobbalza) Per voi due, tranquillo, tranquillo... e io qua sotto come un poverino sperduto. Prometto di stare buono con la lingua, almeno finché potrò. E poi tu hai ventisette anni fai l'attore, non è mica che esci da sotto un cavolo! E un momento "così". Se ne dovrà uscire, daccordo, (Quasi a sé) ed io so già come andrà a finire.
ADRIANO Come?
DOMENICO Segreto. Va bene allora?
ADRIANO Okay.
(Domenico apre di colpo la porta d'ingresso e Antonio ruzzola a terra)
DOMENICO Entra Antonio, è tutto a posto. Ci siamo intesi a meraviglia.
ANTONIO (Mortificato) Ero lì perché avevo dimenticato i soldi per la spesa.
(Domenico gli si avvicina, gli mette una mano in tasca ed estrae due biglietti da diecimila)
DOMENICO Naturalmente. (Altro tono) Qui girava un mazzo di rose, dov'è?
ANTONIO In bagno. Cosa vuoi farne?
DOMENICO Metterle sul tuo comodino. Ti piacciono tanto le rose.
ANTONIO Sì sì, poi ci penso io.
DOMENICO Va bene, allora io vado. Ho il turno alle otto. Mi preparate il lettino?
ANTONIO Sì sì, sta tranquillo.
DOMENICO Arriverò all'alba perché poi vado a Massenzio.
ANTONIO Che c'è?
DOMENICO Maratona Rita Hayworth... Copritevi sino agli occhi che quando rientro non vorrei svegliare Adriano con la luce.
ADRIANO Stai tranquillo. Io ho il sonno duro. Pensa che una volta da piccolo è crollato un palazzo accanto al nostro e non l'ho nemmeno sentito. Avrà avuto sì e no sei anni.
DOMENICO Dio li fa e poi li accoppia. E sul fatto che Dio li fa, non c'è dubbio. Bene. Ci vediamo domani ragazzi.
ADRIANO A domani sì...
ANTONIO A domani...
DOMENICO (Sulla porta) Ciao... Titta... ciao cucciolo...
(Via mentre Adriano ed Antonio crollano a sedere e mentre nell'aria si sentono le solite note del tango dalla gelosia e la luce va via in resistenza. Il palcoscenico si riillumina solo nella zona del divano nero. Domenico è sdraiato e parla con lo psichiatra)
DOMENICO Non ho mai capito perché da voi ci si deve sdraiare e non si può stare seduti. A sì, si può? Ma io mi sdraio. Devo dirle subito che sono qui perché mi ci hanno mandato. Io non sarei venuto. Ma lei non parla mai? Dunque: io mi sono bello che psicanalizzato e se vuole le dico la mia teoria sul mio "stato", tanto vale cominciare da lì no? Ho quarantatre anni, denti non sani, un'ernia del disco che a volte mi fa vedere le stelle ma che non voglio operare e non sono proprio prodigo, ecc. Gli amici mi chiamano cineteca. Per la mia mania del cinema. Quello degli anni quaranta. D'oltreoceano. Sottocultura, va bene, d’accordo, ma io ci sono rimasto attaccato, cotto, surgelato e ora ci sguazzo ahimè, non mi libero del ci-nema americano. Ci hanno proprio fregati dottore. Eravamo messi male ricorda? No, troppo giovane, avevamo le pezzo al culo, uscivamo dal sogno del ventennio, non eravamo capaci di crearcene uno nostro e ci siamo beccati quello americano! Andava tutto bene nei loro films, anche se qui non corrispondeva, ma che le devo dire., la Garbo, la Dietrich, la Davis, la Hayworth... la Hayworth... la Hayworth quando l'ho vista per la prima volta in "Bionda fragola"... un colpo le dico un colpo... Pensi che ho lenzuola con le frago-le, federe con le fragole, tovaglie con le fragole roba che dovrei andare dallo psicanalista. (P) Bionda fragola è un firn del '41 dove la signora aveva una parte di fianco ma fregava la de Havilland che era la protagonista. (P) A pensarci bene io in questo momento ho lo stesso ruolo della de Havilland solo che proprio non mi ci ritrovo... nei panni della de Havilland. Cosa dicevo? Ah sì. Vengo dalla Liguria, famiglia poverissima, entro-terra sa... i Condò... origini cremonesi... la far-macia sarebbe venuta dopo.. Ora non alzerà il conto perché le ho detto della farmacia eh? Siamo sei soci figurarsi. Dov'ero? Ah sì? Mia madre aveva insegnato a me e a mio fratello ad odiare le donne che andavano a letto con mio padre e cioè tutte e continuava a dirci che da grandi avremmo sposato lei, la mamma. Noi non ci capivamo niente, bambini sa... mi spiegherà lei, no? (P) Che bella voce che ha dottore così flautata che non si sente neanche. Allora: sono qui perché vivo da dieci anni con un signore che adesso ha perso la testa per un giovanotto e me lo ha messo in casa. Tentiamo il menage. Casto però. Divisione di appartamento. Niente altro capito? Mi spiego? Sicuramente sì. Lei ha un lampo così vuoto negli occhi che non esiterei a definire moderno. (Vero) Mi sento perso. Da quando li ho visti insieme mi sono sentito perso. Non ho più niente da fare in quella casa. Sono lì, terzo incomodo, in una situazione che ho voluto ma che non so condurre. (P) Quello un giorno se ne andrà ci giurerei e lascerà me e l'altro in coma. (A.T. ) Credo di raccontare a me stesso che rimango lì per rimettere insieme i nostri cocci quando questo campione sparirà. O forse è una balla. (P) Si parlano a segni dottore, se la intendono con un'occhiata... sono attentissimi a non farmi schiattare ma proprio per questo io schiat-to ogni minuto. E non mangio più, non dormo più, trascuro il lavoro e sono villano e petulante, al solito, soprattutto con il ragazzo... non capisco perché gli do tanto fastidio, proprio non capisco... È così facile fregarlo e metterlo in ridicolo: ma per quanto io faccia, per quanto cerchi di metterlo in cattiva luce più l'altro ci perde la testa. È più forte di lui. (P) Carino è carino certo, ma può essere tutto lì? È calmo, tranquillo, beneducato e con una faccia pulita... acqua fresca... per questo mi sento fregato... (P) Dal fatto che lei mi sembra una statua azteca capisco che capisce. E poi è talmente ingenuo o lo sembra, che l'altro, che è già tutto un programma, in confronto diventa un genio.
(Suona il telefono. Luce in tutta la scena. Domenico rimane sdraiato e prende il giornale da terra. Adriano esce dal bagno in alto e corre giù al telefono. È nudo con un asciugamano avvolto sui fianchi)
ADRIANO Non ti disturbare Domenico, è per me. Meno male che non ero ancora in vasca.
DOMENICO (Al dottore) Gira pure nudo per casa dottore... lui non si rende conto... non si rende conto... proprio... non si rende conto... conto...
ADRIANO Pronto? Oh scusi... No, sono... sì, sono un ospite signora. (A Domenico) È tua madre... (Domenico fa segno che non vuole parlare) No signora, Domenico non è ancora rientrato... sì, sta meglio... non so... mangia sempre poco sì, ma sta meglio.. Per?... Ah, la ricetta per la torta di zucca... Ah, devo scrivere e lei detta? Va bene, dica pure che sono pronto a scrivere... Un chilo di zucca, un etto di pinoli, sei uova, due etti di zuc-chero meglio meno che più, burro mezzo etto, noce moscata, fior di finocchio... eh? (A Domenico) Chiede se abbiamo del fior di finocchio...
DOMENICO Lo coltiviamo.
ADRIANO Sì, ho scritto tutto signora... sì... gli dirò di telefonarle, va bene... a presto conoscerla signora... (Riattacca) Ho scritto tutto. Se telefona Pestone mi chiami?
DOMENICO (Mentre Adriano risale verso il bagno) Quando parti per Lecco?
ADRIANO Stasera a mezzanotte e cinque.
DOMENICO E stai via?
ADRIANO Due giorni
DOMENICO Quando finisci?
ADRIANO La prossima settimana a Cinecittà.
DOMENICO Mi compri le lacche?
ADRIANO Che lacche?
DOMENICO Di Lucca.
ADRIANO Di Lucca?
DOMENICO Ma sì, Dio mio! Le lacche di Lucca aLecco!
ADRIANO Per capelli?
DOMENICO Per capelli! Sono delle lacche che fanno a Lucca è prese in esclusiva da Lecco che le vende a prezzi proibitivi. Vengono da tutte le parti del mondo a prenderle!
ADRIANO Ma va...
DOMENICO Me ne compri tre? Hai soldi? Te li dò quando torni.
ADRIANO Sì, sì... (Più che mai stranito) Le lacche di Lucca a Lecco... E in che negozio devo andare?
DOMENICO Figurarsi! Ovunque... le hanno tutti ma se hai delle difficoltà vai all'"azienda autonoma di soggiorno" che lì sanno indicarti. Sempre se puoi e se questo non intralcia il tuo lavoro.
ADRIANO Ma no, figurati... (Al bagno) Le lacche di Lucca...
DOMENICO A Lecco.
ADRIANO Va bene... sono contento di esserti utile in qualche modo.
(Adriano è rientrato in bagno)
DOMENICO (A sé) Potresti fare meglio. (Guarda verso il bagno) (Via la luce e rimane quella su Domenico. Via anche il giornale). Sono peggio di un bambi-no dottore, lo so... ma è la rabbia... mi sento impotente... li strozzerei... e poi... e poi... (A fatica) mi sto interessando troppo, al ragazzo... Mi ci mancava anche questa... Lei conosce bene quelli come me dottore? Beh sì, se è medico... piglia una curiosità, una follia, un non so cosa, una... precipitazione... il martello nella testa o la pressione a trecento... (P) La torta, non di zucca, anzi, la frittata l'ho fatta domenica scorsa... una pazzia le dico, una vera pazzia, e ancora adesso non mi rendo conto...
(Luci serali dalle due finestre e abat-jour e lumi accesi. Domenico è sceso dal divano e si torce le mani disperandosi. Smette. Va alle scale. Richiude la porta d'ingresso. Si rimette a piangere e a torcersi. Rismette e guarda alla finestra. Richiude e rincomincia con più lena. Entra Antonio)
ANTONIO Mio Dio che c'è?
DOMENICO È terribile! Dio mio! Dio mio!
ANTONIO Calmati e dimmi! Calmati via!
DOMENICO Mio padre mia madre e Paolo.
ANTONIO Sì...
DOMENICO Mio padre mia madre e Paolo.
ANTONIO Sì...
DOMENICO Sono... sono...
ANTONIO Dio bono sono...
DOMENICO Morti...
ANTONIO Cosa?
DOMENICO Morti! Il gas... è scoppiato il palazzo! Gli unici morti sono loro tre!
ANTONIO Dio mio...
DOMENICO E io qui senza sapere dove pescarti... è terribile.
(Antonio è annichilito)
ANTONIO Dammi dell'acqua e non ti spaventare se svengo... (Domenico gli porta dell'acqua) Come l'hai saputo?
DOMENICO Mi ha telefonato mia madre.
ANTONIO Ma se è morta.
DOMENICO No, dico... stavamo parlando al telefono. Mi stava dicendo che era contenta, che mio padre s'era calmato, che non trovava più amanti sotto il letto e in dispensa, che la cura del neurologo era portentosa e poi un boato... ma un boato... sono corso là ed ho trovato i pompieri... non ti dico...
ANTONIO Dimmi dimmi...
DOMENICO Non ti dico...
ANTONIO Dimmi dimmi...
DOMENICO Non mi fai parlare! Come li ho trovati! Maciullati orrendamente... La mamma, oh, la mamma... pareva avesse tre gambe! Le quattro braccia erano come assalsicciate...
ANTONIO Le quattro braccia...
DOMENICO Sì...
ANTONIO Di tua madre?
DOMENICO Sempre stata un mostro quella... Oddio scusa mamma scusa mamma, non so quello che dico... papa... Oh papà... dovevi vedere... vedrai...
ANTONIO No, no...
DOMENICO Sì, sì... ti gratti?
ANTONIO Sì.
DOMENICO Allergico anche ai mortiadesso?
ANTONIO Continua, continua... (piange disperato)
DOMENICO E che posso dire di più? Paolo... oh Paolo... povero fratello mio... (Piange)
ANTONIO Povero Paolo davvero...
DOMENICO Così strano ma così buono...
ANTONIO Così attento a tutto...
DOMENICO Mandava avanti quei due...
ANTONIO Li adorava...
DOMENICO Respirava per loro...
ANTONIO Si era sacrificato sempre per curarli...
DOMENICO Se li coccolava...
ANTONIO Povero Paolo davvero... e Adriano è a Lecco...
DOMENICO (Duro) Che c'entra Adriano?
ANTONIO Penso al dolore che proverà.
DOMENICO Ma se nemmeno li conosceva... che gliene importa a lui...
ANTONIO Sai com'è sensibile... ogni cosa che mi riguarda lo riguarda... Soffrirà... soffrirà...
DOMENICO E a me non pensi?
ANTONIO Ma che dici?
DOMENICO Io sono solo, io resto solo, con tutti i problemi...
ANTONIO Con noi, con noi...
DOMENICO I guai che adesso mi cascano addosso... I funerali! La mia vita vuota. Il condominio... Solo, d'ora in poi.
ANTONIO Con noi, con noi...
DOMENICO Le giornate vuote di fronte a me...
ANTONIO Con noi, con noi...
DOMENICO Andrò un giorno alla settimana in farmacia e sei dallo psichiatra! (Precede Antonio) Cote voi, con voi...
ANTONIO Sì, sì...
DOMENICO No, no... solo... sempre... per sempre... Prima scaricato da te e ora da loro... (Altro tono) Sebbene loro siano stati almeno più eleganti... se ne sono andati in una nuvola di gas... non mi hanno portato nessuno per casa...
ANTONIO Non piangere... non fare così...
DOMENICO Dicevo... non mi hanno portato nessuno per casa... LORO...
ANTONIO (Sempre piangendo) Ma avevamo deciso insieme ed Adriano ti vuole bene un bene dell'anima... Quasi neanche ti vede...
DOMENICO Grazie tante!
ANTONIO Ma no! Volevo dire che non lo disturbi... cioè spera di non disturbarti nel disturbo... oddio straparlo... quei poveri morti... che tragedia...
DOMENICO Vero? Sono felice che te ne renda conto...
ANTONIO Come no... ma che dici? Darei la vita, se potessi riportarli qui con noi... sai il bene che volevo loro... e tua madre...
DOMENICO Eri un figlio per lei... (Riscoppia a piangere) La portavi da Babinghton...
ANTONIO (Riscoppia a piangere) Quasi ogni domenica....
DOMENICO Le compravi i pasticcini...
ANTONIO Con la panna...
DOMENICO I babà...
ANTONIO Il tè mixato... i biscottini all'uvetta sultanina...
DOMENICO La pastasciutta... i wüsterhl con i crauti...
ANTONIO Che dolore, che dolore... (P)
DOMENICO E ora?
ANTONIO Cosa?
DOMENICO Che farò?
ANTONIO Povero Domenico, come ti capisco...
DOMENICO Cosa si può più fare? Tu che dici... che dicevi...
ANTONIO Non so... so solo che darei la vita, te l'ho detto, per riaverli qui.
DOMENICO (Cambio repentino) Dammi Adriano e loro torneranno vivi come per incanto.
(Una pausa chilometrica)
ANTONIO (Come paralizzato. Poi) Era uno scherzo...
DOMENICO Per farti capire che il peggio può sempre venire. Avresti dato la vita. Dalla. Diamo un senso alle parole. Cioè dammi Adriano che per te è la stessa cosa. Sennò ti avviso che me lo prendo. Ho scoperto che quel ragazzo mi interessa.
ANTONIO Ma sono vivi dunque?
DOMENICO Sì, ma possono sempre morire! Il gas è pericoloso di questi tempi... Si legge tutti i giorni. Quindi se domani accade qualcosa, la colpa è tua.. Sappiti regolare...
ANTONIO Io ti ammazzo! Io ti ammazzo!
DOMENICO Clark Gable e Joan Crawford ne "l'isola del diavolo"!
ANTONIO E smettila con le tue citazioni cinematografiche da strapazzo! Noi non staremo in questa casa un minuto di più!
DOMENICO Bette Davis ne "le cinque schiave"!
ANTONIO Hai perso Domenico, perso! Io ce l'ho messa tutta mi hai strafatto... mi dici di darti Adriano?! È una persona Adriano, mica una cosa... Prenditelo, se ci riesci! Cos'è che devo darti io... Cose da pazzi! Qui non si respira più... Via! Via! Aria nuova, vita nuova!
DOMENICO Susan Hayward buonanima ne "la quercia dei giganti!"
ANTONIO E smettila megalomane! Senti che la terra ti si apre sotto i piedi e cerchi il tono giusto! Ma non ce l'hai! Stoni! Stoni!
(Afferra il quadro della Hayworth e lo sfonda. Domenico è immobile. Antonio è paralizzato per quello che ha fatto poi)
DOMENICO Non mi resta che sdraiarmi e morire.
ANTONIO Vaffanculo!
DOMENICO A un quasi moribondo... Questo è incitamento alla prostituzione...
(Si spalanca la porta ed entra Adriano)
ADRIANO Mi ha mandato alla Pro Loco di Lecco a comprare le lacche di Lucca!
DOMENICO Non credo che tu sia intelligente ma se si lo nascondi molto bene.
ADRIANO Io ce l'ho messa tutta, lo sai Antonio...
DOMENICO Titta, Titta, non Antonio...
ADRIANO Lo vedi? Lo vedi! Ma non posso più continuare ora! Anche tu... che mi hai costretto a questo! È una minestra vostra...
DOMENICO Vostra, vostra...
ADRIANO Io non riesco a entrarci... non trovo l'equilibrio giusto... tra voi... Questa storia non deve continuare...
ANTONIO Hai ragione. Noi si va via oggi stesso!
ADRIANO No, no... bisogna pensare e decidere per bene, una volta per tutte!
DOMENICO Allora telefoniamo a Matilde!
ADRIANO Glielo hai detto?
DOMENICO Me lo ha detto!
ANTONIO Gliel'ho detto!
ADRIANO Ma era una cosa nostra... i miei dubbi... non dovevi... Perché glielo hai detto?!
ANTONIO Domenico, la lingua ficcatela tra le chiappe!
DOMENICO Per morire asfissiato! Grazie no!
ADRIANO Tutti e due siete...
ANTONIO Non essere assurdo! Non capisci che stai facendo il suo giuoco? Che c'entro io? Ma anche te, scusa! Ti manda a Lecco a comprare delle lacche che fanno a Lucca! Io non ci sarei mai cascato!
DOMENICO No, lui no!
ANTONIO Perché l'hai fatto? Che dispetti cretini sono questi?
DOMENICO Pensavo si fosse letto Arbasino...
ANTONIO Come hai potuto credergli?
ADRIANO Ma le dice così bene, così bene che io ci credo!(A.T.) E proprio oggi queste tensioni... tutto oggi! Mi è saltata la scrittura invernale! Non so come fare! Ho bisogno di soldi!
DOMENICO Finito il rossetto?
ADRIANO (Urlando) Matilde è incinta!!
DOMENICO (Antonio è basito. Sembra una statua) Cammina nel tratto Navona-Argentina che qualcosa rimedi...
ADRIANO Troverei certo te tra i clienti! È un mese che mi sbavi addosso!
ANTONIO Adriano!
ADRIANO Vedi che lo difendi? L'ho sentita la sceneggiata dei morti-vivi! Ero dietro la porta! Dammi Adriano o me lo prendo! È pazzesco! Avete parlato di me come di un pacco!
DOMENICO Ambizioso...
ADRIANO Siete peggio di due bambini...
DOMENICO Antonio era bellissimo da bambino. Due occhi, un sorriso, uno stupore attonito che solo col passare degli anni ci si sarebbe accorti che era idiozia!
ANTONIO Basta! Le valigie! Aiutami Adriano aiutami! Usciremo da qui e per sempre! (Precedendo Domenico) Deanna Durbin e Jane Powell in "due ragazze e un marinaio"!
DOMENICO Quelle erano June Allison e Gloria de Haven, ignorante... E telefonate a Matilde, povera puerpera...
ADRIANO Non voglio Matilde tra i piedi!
DOMENICO Bell'atteggiamento da un "quasi" papà che "dice" che va "anche" con le donne... Ma secondo me è una balla. Chissà di chi è il figlio... E cornuto sai, Antonio... Io te l'ho sempre detto che lui la fica...
ADRIANO Io la fica cosa?!?
DOMENICO L'ha vista solo quando è uscito da quella di sua madre...
(Adriano fa per saltargli addosso trattenuto da Antonio)
ADRIANO (Urlando) Io lo strozzo! Giuro! (È preso da un convulso di vomito e corre nel bagno a piano terra. (P)
DOMENICO Adesso perché uno ha nominato l'organo femminile farsi venire il vomito... Mi sembra che esageri...
(Squilla il telefono. Antonio come un automa risponde completamente a tono)
ANTONIO Sì. Pronto. Paolo. Dimmi.
(Se è possibile è ancora più annichilito di prima o almeno in maniera diversa. Un tempo lunghissimo)
DOMENICOCos'è? La serata della bella statuina?
(Antonio riattacca mentre riappare Adriano)
ANTONIO Tuo padre...
DOMENICO (Con impeto) Tu, l'hai fatto morire!
ANTONIO Ha trovato tua madre nella dispensa con il figlio del portiere e col meccanico. Nudi.
DOMENICO Un'altra botta di arterie È il momento giusto...
ANTONIO È vero. C'era Paolo che ha visto tutto.
(Domenico comincia a ridere a ridere come un pazzo). Tuo padre aveva ragione. Tua madre lo "onora" a tutto spiano e da mesi. Si sta rifacendo delle corna che lui le ha fatto per anni.
DOMENICO Bisogna che mi faccia spiegare da mammà come fa, alla sua età, a farsi sbattere da due giovanotti.
ANTONIO Già... E quel povero ometto rimbambito... tutti a dargli addosso... Peggio dei giovani ‘sti vecchi...
DOMENICO (Continuando a ridere) I vecchi bisogna ucciderli da piccoli!
FINEDEL PRIMO ATTO
ATTO SECONDO
Il sipario si apre al buio. Luce in resistenza che illumina lentamente il punto dove c'era il quadro della "signora" al posto del quale adesso c'è una gigantografia di Adriano in tutto il suo splendore. Lentamente la luce va in tutta la stanza scoprendo un disordine incredibile. Sul praticabile, Adriano è a letto e fuma nervosamente mentre Antonio, solito piede fuori, dorme. Adriano tenta di svegliarlo, poi, come un rito, rifa tutti gli stessi gesti ripetuti da mesi. Scende e nell'ordine rifa tutti i rumori che ha fatto Domenico all'inizio. Infine accende la radio, captando un'emittente libera.
VOCE RADIO Oggi è il Santo Natale e noi auguriamo una felice
festività il più possible "free" per tutti! Ci augu-
riamo che ognuno abbia un panettone sul piatto
e un giovanotto nel letto o un cane nella cuccia
oppure una ragazza nel letto, un cane sul divano
e un giovanotto nella cuccia a seconda dei gusti!
Buon Natale a tutti!!! Proprio a tuttiiiii!!!
(Musica natalizia e Adriano spegne)
ANTONIO (Tirandosi su) Giorno. (Arrivando al limite del rialzo) Che casino... Eravate in trecento? ... sembra sia passato Attila...
ADRIANO Tranquillo che metterò tutto in ordine...
ANTONIO Sì sì, c'è da fidarsi... la festa l'hai data tre giorni fa e stiamo ancora così...
ADRIANO C'è stata gente anche ieri sera: se tu non andavi alla tenutina e mi davi una mano!
ANTONIO Per incontrare tutti quegli spostati del cinema e
del teatro? Grazie no. Eppoi dovevo andare alla Tenutina perché Domenico mi aspettava. Abbiamo problemi per piantare i pioppi...
ADRIANO Problemi fondamentali...
ANTONIO Eh sì, scusa... Non si sa se la terra è giusta per i
pioppi o no... Magari metteremo altri alberi... il periodo è questo. E poi scusa, non mi farai una scenata eh? Sai che di Domenico non mi importa
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niente. (Quasi a sé) Credo. ADRIANO ... Merda!
ANTONIO E tu non sei stato da Matilde ieri e ieri l'altro e anche per otto giorni all'inizio del mese? ADRIANO Se voglio avere un calzino lavato e una camicia stirata non ho altro da fare...
ANTONIO Senti Adriano, se hai voglia di litigare ti ricordo
tre cose: primo è Natale. Secondo, io non ci posso fare niente se la donna di servizio è innamorata di Domenico da ben dieci anni e ha mollato qui la sua famiglia da una parte e noi dall'altra e se ne sta tutta felice alla Tenutina con lui e terzo, non ho nessuna voglia di farmi provocare da te e di litigare...
ADRIANO Io sì...
ANTONIO Tocca essere in due, perciò non perdere tempo
con me e calmati. (Via in bagno) Ma porco cane,
se fumate le vostre merde aprite poi la finestra!
Pare di essere in India!
ADRIANO È vero, non sono cose per la gente della tua età... ANTONIO Gente della mia allergia magari! Mi s'è aggiunto il tabacco!
ADRIANO Il farmacista sta bene?
ANTONIO (Sedendosi sul pavimento, le gambe a penzoloni
fuori dal rialzo) È incredibile. Sembra un altro. È in campagna da più di un mese e lo dovresti vedere. Dimagrito, sereno... Dalla mattina alla sera sente musica, non una cattiveria, sembra come... imbarazzato... premuroso, preoccupatissimo per i genitori... non fa mai un accenno alla lite avvenuta tra noi, qui, non parla di questo enorme
cambiamento... Era un mese che non lo vedevo e
mi ha impressionato. Sai che non fa altro che dire: — Antonio fai quello che vuoi, segui te stesso, tutto andrà a posto...
ADRIANO È l'ennesimo tiro che ci prepara. Lo fa un po' più a lungo raggio, ma sono proprio curioso di vedere il finale.
ANTONIO No no... è cambiato... è diverso; fa quasi tenerezza. ADRIANO C'è un ritorno di interesse o sbaglio?
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ANTONIO È incredibile! Mi fai paura...
ADRIANO Perché?
ANTONIO A volte parli come lui, sembri lui...
ADRIANO Stai scherzando...
ANTONIO Ma sì! Hai ereditato certe cose sue... non sei impegnativo e spiritoso come lui ma...
ADRIANO Proprio il complimento che uno vuole sentirsi fare il mattino di Natale!.
ANTONIO Non mi fraintendere sennò facciamo notte.
ADRIANO C'è poco da far notte! Tu hai dei ripensamenti e come! (P) Hai fatto il passo più lungo della gamba, ecco cosa!
ANTONIO Certo che a confusione sto bene. (Rialzandosi e cambiando tono) Dev'essere molto tardi. Ti ho detto che stamane viene Paolo? ADRIANO Il fratello della cineteca? Io esco.
ANTONIO Viene apposta per conoscerti. Dice che sei un nuovo componente della famiglia. ADRIANO Questa poi...
ANTONIO Sai che al ritorno dalla Tenutina sono passato da loro per fare gli auguri, no? E siccome Paolo sa che Domenico è in campagna, ho dovuto un po' spiegargli e gli ha preso una grande curiosità di te, del fatto che sei attore, che stai facendo una brillante carriera, eccetera.
ADRIANO Vuoi dirmi che sa tutto di tutto?
ANTONIO Ma sì.
ADRIANO Di me, di te del tentativo di vita a tre?
ANTONIO Ma sì! Paolo è una persona moderna. Anzi, è
tanto "moderna" che ti pregherei di non scomporti troppo quando lo vedrai.
ADRIANO Mi odierà essendo io la causa di tutto.
ANTONIO .. Non ti preoccupare. Paolo è al di sopra e al "di là" di queste cose. Hai presente la perfezione? Ecco, è lui.
ADRIANO E chi è? Mary Poppins?
ANTONIO Di più.
ADRIANO Perché non mi devo sconvolgere quando lo vedo? È blu?
ANTONIO Sia come sia, ogni anno, la mattina di Natale, Paolo viene a portare la bouillabaisse e i dolcini che fa con le sue mani.
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ADRIANO La bouillaibasse a Natale?
ANTONIO La bouillaibasse a Natale!
ADRIANO Perché non la porta in campagna a suo fratello?
ANTONIO Paolo non guida.
ADRIANO (Impaziente) Ma insomma Antonio, è Natale,
stiamo insieme da sei mesi, siamo in crisi da due e non capiamo perché ma in compenso parliamo del fratello di Domenico!
ANTONIO (Cauto e tenero) Segno che qualcosa tra noi proprio non va... È molto triste questo perché io ci credevo... ci credo...
ADRIANO E che vogliamo fare?
ANTONIO Non lo so... al solito. (P) Madide come sta?
ADRIANO Sempre più incinta.
ANTONIO Non vuole proprio abortire?
ADRIANO Non ci pensa nemmeno! Dice che di questi tempi avere un figlio da un vero uomo è un miracolo!
ANTONIO E parla di te?
ADRIANO Adesso sei tu che sembri Domenico.
ANTONIO Il guaio è questo: continuiamo a parlare come lui a pensare come lui, a fare quello che farebbe lui senza i suoi coglioni però...
ADRIANO Non dicevi che è cambiato?
ANTONIO. Sì. Dico lui come era qui, con noi... prima... il Domenico della Tenutina è un altro... almeno come l'ho visto io... come lo vedresti tu, come lui deve essere adesso dentro di sé... è... è rappresentato, ecco...
ADRIANO Hai finito Pirandello?
ANTONIO Insomma siamo in un casino. (Suona il citofono)
Paolo. Rispondi tu e fallo salire che io metto un po' d'ordine qui. (Apre il paravento e nasconde la zona letto. Adriano alza il citofono)
ADRIANO Sì, chi è? L'aspettavamo, salga... Devo scendere
ad aiutarla? Ah, bene.
(Adriano riattacca e si
chiude meglio la vestaglia di spugna che porta su
un pigiama azzurro. Tenta un ordine sommario
portando piatti e bicchieri in cucina. Apre le ten-
de della finestra che lasciano entrare la luce del
mattino avanzato. Torna in cucina con vassoi
colmi di bottiglie vuote. Suonano alla porta.
Adriano apre ed appare una signora sobriamente
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vestita. Tailleur con gonna sotto il ginocchio, scarpa di ottimo gusto, un trucco leggero ed una veletta fasciata al viso e appuntata dietro allo chignon. Guanti a cravattino. Due bellissimi orecchini ed un orologio sul risvolto del tailleur sono gli unici gioielli. Una borsa a barilotto dal fondo molto largo ma dimensioni normali, di quelle tanto in voga nel 'SO. Adriano è sorpreso)
Desidera?
PAOLO (Con voce assolutamente maschile anche se un po' mielata) Sono Paolo.
ADRIANO (Stravolto) Sì... si accomodi...
PAOLO (Entrando) Grazie. (Si guarda attorno) Avete avuto gente eh?
ADRIANO Sì... ma si accomodi. (Paolo siede posando la borsa sul tavolo)
PAOLO E Toni?
ADRIANO In bagno ma viene subito...
PAOLO Caro ragazzo Toni e dolce amico...
ADRIANO Sì...
PAOLO (Dolcissimo) La smetta di guardarmi come se fossi un uccello di paradiso... C'è qualcosa in me che non va?
ADRIANO No, no... per carità...
PAOLO Sa, uscendo così di fretta... Quei vecchini adorati mi rubano tutto il tempo...
ADRIANO Capisco.
PAOLO Eh sì... (P) D'altra parte ho dovuto dedicarmi totalmente a loro.
ADRIANO Certo...
PAOLO O io o Domenico dovevamo farlo, no?
ADRIANO Evidente... sì...
PAOLO E poi non mi pesa... Li adoro, anche se fanno i capricci o mi fanno disperare. L'età c'è.
ADRIANO Sicuro.
PAOLO E la fatica che faccio mi viene ricompensata con
tanta tenerezza e dalla gioia che leggo nei loro occhi ogni volta che mi guardano. (P) Manca qualcosa in questa stanza. (Subito) Avete tolto quella orrenda della Hayworth? Bravi!
ADRIANO (Un po' rinfrancato) Non piace nemmeno a lei?
PAOLO Io rimango fisso a Greer Garson ma lei è co-
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si giovane, non sa nemmeno chi sia...
ADR1ANO Era brava questa...
PAOLO Se Garson era brava? Era una "signora", ecco cos'era... è il mio modello, in tutto. (Altro tono) È bella quella sua foto. Recente?
ADRIANO L'anno scorso.
PAOLO Proprio bella e luminosa.
ADRIANO Antonio vieni che c'è... c'è la signora... Paolo.
PAOLO Niente signora tra amici e poi siamo quasi parenti, no?
ADRIANO Quasi.
PAOLO (Dopo una pausa) E così caro, lei è il pomo della discordia...
ADRIANO In un certo senso...
PAOLO (Sorridendo) Come siete antichi Dio mio...
ADRIANO Trova?
PAOLO Ma sì! Vi fate travolgere dalle passioni, siete violenti... quel mio adorato gemello poi...
ADRIANO Gemello?
PAOLO Perché non si vede? Siamo uguali.
ADRIANO Sì sì...
PAOLO Tranne che Domenico è castano naturale ed io no.
ADRIANO Ma Antonio, vieni?!?
PAOLO Lo lasci stare... Sarei così felice ne potessimo fare una bella chiacchierata, noi due...
ADRIANO Noi due?
PAOLO Ma si... da uomo a uomo...
ADRIANO Capisco.
PAOLO Bene. (P) (A.T.) Prima di tutto la prego di mette-
re in caldo questa bouillabaisse (Tira fuori dalla borsa una grossa pentola con coperchio e la passa ad Adriano) La metta sulla piastra appena tiepida, mi raccomando.
ADRIANO Sì.
PAOLO E metta in frigo anche questo vassoio di pasticci-
ni croccanti allo zabajone e ai mirtilli che ho fatto con tutto il mio cuore. (Estrae sempre dalla borsa un enorme cabaret incartato nell'argento e passa anche quello ad Adriano)
ADRIANO Bene, porto tutto in cucina.
PAOLO Sì caro, tanto io riordino un po' qui...
(Adriano
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va in cucina e Paolo sprimaccia i cuscini e rassetta. Appare Antonio sul rialzato e a segni si fa vedere da Paolo che gli fa segno di andare via e di stare tranquillo. Antonio ringrazia, si fa il segno della croce e sparisce mentre dalla cucina rientra Adriano)
ADRIANO Non si disturbi, faccio poi io...
PAOLO Ma no. (Col tono di chi racconta una favola) Ora ci sediamo, parliamo e rassettiamo dopo, va bene?
ADRIANO Okay.
PAOLO (Sedendosi, pratico) Le manca un grosso punto nella vestaglia. Se la tolga.
(Adriano se la toglie mentre Paolo estrae dalla borsa un grosso cestino da lavoro e prende ago e filo) Con della spugna così bella bisogna stare attenti. È un vero peccato sciuparla.
ADRIANO (Sempre più stupito) Lei è un miracolo di efficienza.
PAOLO È stato il puntiglio di tutta la mia vita! Essere
giusto nel posto giusto al momento giusto e creda, è una grade gioia vedere che ci riesce sempre e che tutti hanno bisogno di me! (P) Su... me lo chieda... mi chieda: — perché quel vestito perche? (Adriano fa per parlare ma), non me lo chieda, forse è meglio. Non saprei risponderle. (P) Ecco fatto. (Ripone ago e filo, passa la vestaglia ad Adriano che la indossa e rimette il cestino nella borsa) D'altra parte, chi è perfetto?
ADRIANO Già...
PAOLO Io non sono Dio, sono un suo sottoprodotto, e dunque, chi può scagliare la prima pietra? Nessuno credo... io vivo e lascio vivere.
ADRIANO Ma certo.
PAOLO E anche voi del resto...
ADRIANO Noi?
PAOLO Non mi faccia parlare... (Sorride come scandaliz-
zato) Quelli come voi... siete ovunque! Nel no-stro stabile ci sono sei coppie, due nubili e un incerto che per me è certissimo. (P) E anche qui... Quelli di lato, quello del seminterrato e voi tre.. non ci si salva più... oppure so che voi...
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diversi... siete così infelici... Per noi donne è tutto normale... siamo nella regola...
ADRIANO (Sempre più stupito) Io ho anche una ragazza...
PAOLO Che aspetta un pupo, lo so... (Estrae dalla borsa una copertina fatta ad uncinetto e si mette a lavorare) Questa è per colui o per colei che verrà... Spero il colore le piaccia...
ADRIANO Bello... (P)
PAOLO (Tornando al vecchio discorso) I più pericolosi...
ADRIANO Chi?
PAOLO Voi... gli "incerti"... Mah... lei arriva, fa la rivo-
luzione, porta questa ventata di giovinezza che travolge tutto e questi due, poverini, rattrappiti nel dolore...
ADRIANO Nel dolore? Io non credo che...
PAOLO Lo sa che il mio Domenico è come rincitrullito?
Lo vedesse! Un altro! Perso il suo smalto! E in campagna che pianta fragole dalla mattina alla sera, che poi non è neanche stagione, per non pensare a questa tragedia... si rende conto? (A bassa voce) E' malato e Antonio non lo sa...
(Antonio spia da dietro il paravento)
ADRIANO Davvero?
PAOLO Eh sì... Ha smesso la psicanalisi e non va in far-
macia da quando, sì, da quando avete deciso di metterlo alla porta...
ADRIANO Vermente è stato lui che...
PAOLO Ma sì, ora non stiamo a vedere le meccanica del-
la cosa... È stato lui? Siete stati voi? Mah... la situazione è così... Si può recriminare? No. Si può "rimediare".
ADRIANO E come?
PAOLO Con un po' di cervello, anche se in questa casa, tranne quello fritto col burro e con le cipolle, credo non ne sia mai entrato.
ADRIANO Lei è molto gentile.
PAOLO Ma no, non si offenda! D'altra parte caro.... io
non mi interesso di sesso (esagerando) per carità ne ho orrore preferisco il puzzle, ma devo dire che se fossi un, mi scusi, "deviato" come voi, lei potrebbe farmi girare la testa. Perché carino è carino. E vorrebbe anche avere cervello? Sarebbe
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un insulto... No no... la bellezza è per molti e il cervellino per pochi... creda caro, lei va bene così com'è... Per loro. (indicando Antonio di sopra) Per lui, Antonio, che non ha né cervello né bellezza è veramente un guaio... è in imbarazzo... Mi creda, caro! Cervello, solo cervello...
ADRIANO Da usare come?
PAOLO Vada via caro, dia retta a me, li lasci nella loro bouillabaisse.
ADRIANO Ma io veramente...
PAOLO Lei è in crisi, quello di sopra anche, si capisce; lei con una firma può risolvere la situazione.
ADRIANO Che firma?
PAOLO Non ha la firma in banca con loro? Bene. Vada,
prelievi e fili. Loro forse, torneranno insieme e lei sarà il papà più felice del mondo. E ben piazzato anche! Soldini ne hanno parecchi credo.
ADRIANO Lei mi suggerisce di derubare suo fratello signora?
PAOLO (Ha finito la copertina, la piega e depone l'unci-
netto) Sì, è il male minore, mi dia retta. Può lei continuare a dire: — Signora, il cavallo è attac-cato alla carrozza? — Oppure: — Signora, la
macchina è pronta? — Uno come lei! L'ho vista sa, in quella tramissione TV. Inquadrato in fondo in fondo, sfuocato, inutile, un di più. Con i soldi può finanziarsi, fare teatro per bene, far scoprire tutti di quale meraviglioso talento è dotato.
ADRIANO Ma se mi ha visto dire una battuta sul fondo come fa a sapere che ho talento?
PAOLO Può dimostrare di averlo adesso facendo quello
che le ho detto. Prenda i soldi e via... Matilde è a casa che l'aspetta, pronta a perdonarle tutto.
ADRIANO Non deve perdonare niente perché non sa niente.
PAOLO Sa tutto. Abbiamo fatto colazione insieme ieri.
(Adriano è di sale) Donna affascinante, lo riconosco, anche se non sobria ma d'altra parte, a vent'anni, imparerà a vestirsi col tempo...
ADRIANO Lei ha parlato con Matilde di me e di Antonio?
PAOLO E di Domenico anche... Stia tranquillo caro... Una che si beve che il suo uomo non torna a
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dormire a casa per tre mesi perché deve vegliare un amico moribondo o ci fa ci è... e lei, Madide, ci fa... secondo me... (A.T.) E in quanto a cervello, anche li... pensi che è talmente presa di lei che non abbiamo parlato che del suo (Sorride sornione) sesso.
ADRIANO Madide!!!!
PAOLO Grazie a Dio le ragazze di oggi non sono per
niente inibite... (A.T.) Pare caro... che lei abbia una "missione" tra le gambe! Quella ragazza è totalmente presa da questo, dai suoi begli occhi e dal conto in banca di questi due... Vede, secondo me la sua Matilde sapeva dove lei era e con
chi era... e se fosse così dovrei dire che un po' di
cervello la piccola ce l'ha.. Ma già, si sa, le don-
ne sono sempre più intelligenti... Insomma, ha
fatto un investimento su di lei ed ora è lì che aspetta di raccogliere i frutti.
ADRIANO Vuoi dire che Matilde sapeva tutto?
PAOLO Sì.
ADRIANO Che non aveva bevuto la storia dell'amico moribondo?
(Antonio torna a spiare dai paravento)
PAOLO Ci stiamo ripetendo? Lei mi ricorda Giorgio Settedolori, lo avrà conosciuto no? E intimo di Domenico e Antonio.
ADRIANO Ah...
PAOLO Quello del trust dei presepi!
ADRIANO Non capisco...
PAOLO Quello che ha in appalto i presepi di ottocento-
cinquanta chiese romane e del Lazio. Miliardario con questo lavoro ma tanto triste. E altrettanto tardo... Bisogna sempre ripetergli le cose quattro volte e lui sempre assente, triste o a dire "come? cosa? Davvero? Perché?" Via, anche lei non mi
ripeta le cose a pappagallo. Lei ora "sa" che tutti sanno tutto!
ADRIANO Mi avevano detto che lei era buono, comprensiva, un uomo probo, e onesto, una donna gentile invece è più... è più di suo fratello!
PAOLO Non si contragga così che le si indurisce l'aorta! Si rilassi... e vada in banca... Mio Dio, loro rifaranno i soldini in pochi anni...
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ADRIANO Lei è un mostro.
PAOLO Non in senso fisico spero. Sono assolutamente souagnè.
ADRIANO Ha capito benissimo cosa voglio dire.
PAOLO E lei? Si faccia un bell'esamino di coscienza...
può dire veramente "voglio Antonio"? Solo Antonio? (Antonio si fa il segno della croce) Avrà ben capito ormai, che se resta, deve prenderseli tutti e due perché quello di sopra senza Domenico non ci sta... Si esamini, vada in profondità se può e mi telefoni... (Guarda l'orologio sul risvolto e chiamando) Antonio, Toni... (Antonio appare sul rialzo) Caro! Buon Natale! Stai lì se hai da fare che tanto stavo andando via. Ho buttato un'ideuzza nell'adorabile testolina di questo signore e spero ne faccia buon frutto.
(Guardando Adriano) Un'idea di prim'ordine! (Li guarda tutt'e due) Mascalzoni! Come state bene insieme! Natale, ragazzi, Natale! Letizia per tutti gli uomini — si fa per dire — di buona volontà. (Si alza) Io vado. I vecchietti mi aspettano per la pappa e poi alle tre ho la beneficienza e alle diciannove il drink con il medico inviatomi da Ca-sablanca per questa grossa decisione che devo prendere ma che in cuor mio ho già preso... Mah... quante cose nella mia convulsa, attiva e
meravigliosa vita... (Ad Adriano) Questa è la copertina per il piccolo o la piccola o per il nuovo "incerto" che verrà, chissà!!! Tutti i miei auguri più sorridenti. Dio mio che freddo! Avete il riscaldamento rotto? Che brividi! (Guarda dentro la borsa) Eppure ero convinta di averla messa qui... e come mai non la trovo? Ah si, eccola! (Estrae piano una bellissima pelliccia di visone lunga sino ai piedi, se la mette sulle spalle, prende la borsa, e si avvia alla porta) Ci telefoniamo vero, per farci gli auguri di fine anno! Vi voglio bene! Quanto bene ho per voi! Arrivederci e ricordatevi che per qualsiasi cosa potete contare su di me. (Manda bacini ed esce. Adriano prende la bottiglia più vicina e si attacca alla canna, poi siede. Antonio è immobile sulle scale. Un silenzio
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lunghissimo).
ANTONIO Adesso bevi di mattina?
ADRIANO Per sentire che sono vivo.
ANTONIO (A vanvera) Hai visto che splendidi orecchini?
(Adriano beve con più voga) Ha un gusto... Se avessi una moglie la vorrei così. (Adriano beve per la terza volta) Ti ha voluto bene appena ti ha visto. (Adriano posa la bottiglia vuota e si attacca a un'altra) E una donna... un uomo... incredibile...
ADRIANO Lo puoi ben dire... (P) Guarda sotto il letto.
ANTONIO Hai messo il mio regalo lì sotto?
ADRIANO Guarda.
ANTONIO (Salendo la scala) Mi darei una botta in testa!
ADRIANO Perché?
ANTONIO Il tuo l'ho dimenticato sul banco del negozio o alla Tenutina... mi darei una botta in testa...
ADRIANO Guarda sotto il letto.
(Antonio guarda e tira fuori le due grandi valigie di Adriano)
ANTONIO La cosa è più seria di quanto pensassi.
ADRIANO Io non voglio le cose in condominio.
ANTONIO (Triste) E tu non hai Matilde?
ADRIANO Tu questo lo sapevi. Io che avrei sposato te, un
cinematografo, una vecchia sporcacciona, un vec-
chio rimbambito e una signora del Rotary, pro-
prio non lo immaginavo! Questo menage tu l'hai
voluto per insicurezza e io perché ti volevo bene, ma è stato un errore pazzesco.
ANTONIO ... (P) E dove vai?
ADRIANO Da Madide,...
ANTONIO (Vero) Ogni tanto qualcuno mette delle valigie qui sotto e questo vuol dire che se ne va via... che tristezza...
ADRIANO E guarda nella giacca.
ANTONIO Cosa?
ADRIANO C'è il mio portafoglio no?
ANTONIO (Eseguendo) Trovato.
ADRIANO Aprilo.
ANTONIO Sì.
ADRIANO Io scomparto interno.
ANTONIO Fatto. (Estrae un assegno)
ADRIANO Guarda dentro.
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ANTONIO (Dopo aver guardato l'assegno) Tu hai fatto questo?
ADRIANO Tre giorni fa. Volevo tagliare già tre giorni fa.
ANTONIO (Sedendosi) Chissà cosa ti deve essere costato.
ADRIANO Mi fa piacere tu lo dica.
ANTONIO Ma perché?
ADRIANO E tu non hai pregato ieri Paolo di venirmi a proporre di prendermi dei soldi e di tagliare la corda. Ti ho solo preceduto.
ANTONIO L'hai capito?
ADRIANO Ci voleva poco. Chissà perché sennò mi avrebbe
detto che era necessario scambiassimo qualche parola io e lui. Poi tu che non venivi e che ti facevi il segno della croce là dietro. Ci voleva poco a capire, ti dico.
ANTONIO Sono un maiale.
ADRIANO Per fare te una cosa del genere bisogna proprio
che io ti abbia rotto i coglioni... (P) (Strappa di mano l'assegno di Antonio) Devo considerarla una buona uscita?
ANTONIO Ecco, mi sembra di aver appena bevuto un frullato di merda.
ADRIANO Lo strappo?
ANTONIO Se lo strappi avrai la coscienza tranquilla e se
non lo strappi hai paura che io ti creda un delinquente. Secondo te, io, cosa voglio?
ADRIANO Non lo so... abbiamo appena scoperto che non ci conosciamo...
ANTONIO Voglio che tu lo tenga. Non come buona uscita,
ma come... prestito, che mi ridarai nel tempo... hai bisogno di soldi e prendili dunque... e... se posso dirti... adesso...
ADRIANO Di', di'...
ANTONIO Sicuro che posso parlare con franchezza?
ADRIANO Ma di'...
ANTONIO Con la sincerità che un momento del genere impone... smetti di fare l'attore... non... non... non!!! E adesso ammazzami se vuoi...
ADRIANO Incoraggiante!
ANTONIO Te l'ho detto con malanimo? Te lo dico con affetto. Poi fa quello che vuoi e investi i soldi come meglio credi... Per ora sono tuoi.
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ADRIANO (Togliendosi vestaglia e pigiama) Okay. (Sale la
scala) Taglio la corda subito prima che si tocchi la corda patetica.
ANTONIO (Portando in basso le valigie) Non aspetti Domenico per salutarlo?
ADRIANO Viene qui?
ANTONIO M'ha detto che veniva e se lo conosco appena un
po'... è lì sotto in un bar che aspetta di decidersi a salire. Vuole vederti e scusarsi con te.
ADRIANO Io non voglio fare questa nuova Teano...
ANTONIO Ti dico che parli come lui...
(Adriano ha indos-
sato un pantalone e un maglione giro collo, prende un cappotto e scende la scala)
ADRIANO ... (Indossa il cappotto) Però è vero che fa un freddo cane qui. Sono saltati i tubi?
ANTONIO (Triste) Non solo quelli.
ADRIANO Che ci vuoi fare... succede.
ANTONIO Mi spiace Adriano... mi spiace... (Adriano apre la porta)
ANTONIO E mi raccomando avvisaci quando avrai una "prima" importante...
ADRIANO Non vedrete l'ora di perdervela... (P) Allora, buon Natale, eh?
ANTONIO E che tu sia sempre "thè best big one", in tutto
quello che vuoi.
(Mettono fuori le valigie, Adria-no esce e sparisce. Antonio richiude lentamente
la porta. (P) Antonio si guarda intorno. La stanza è praticamente tornata all'antico ordine. Antonio mette "Biwitched" cantato da Rita Hayworth sul giradischi. La Hayworth canta. Antonio siede e sì versa da bere. La chiave gira nella toppa e appare Domenico infagottato in un grosso cappotto. Ha un vecchio paio di pantaloni, stivali e cappello con paraorecchi. Porta con sé una grande borsa militare. Richiude e si siede. Si mette alle spalle di Antonio, che apparentemente non si è accorto che è entrato. La Hayworth continua la sua canzone, poi Antonio spegne).
ANTONIO (Immobile) Vuoi bere?
DOMENICO No
ANTONIO Che hai lì?
DOMENICO Un uovo di Pasqua.
60
ANTONIO Per me?
DOMENICO Sì.
ANTONO A Natale?
DOMENICO C'era una svendita per chiusura d'esercizio al bar del paese.
ANTONIO Ma è Natale!
DOMENICO Era un'occasione. Lo terrai per la prossima Pasqua. (P)
DOMENICO È andato via? (Antonio fa si con la testa) Brutto momento, eh? (Antonio come sopra) Poi passa... (P) Tornerà? (Antonio fa segno di no) Sei messo proprio male. (P) Cosa conti di fare?
ANTONIO C'è sempre il Tevere.
DOMENICO Ti becchi una congestione. (P) Dovrai pure decidere qualcosa no?
ANTONIO Non oggi. (P)
DOMENICO Mangi?
ANTONIO E chi ha fame...
DOMENICO Poi non ci sarà niente...
ANTONIO C'è la bouillabasse di Paolo. Il frigo poi è pieno di scatolette.
DOMENICO Paolo è stato qui?
ANTONIO Appena andato via. (P) Ti fermi?
DOMENICO Riparto subito. Non ne posso proprio più di questa storia. In campagna mi sono fatto vedere sereno da te, ma ho forzato la molla... e si è rotta. Finiamola, un taglio e via. Dividiamo gli stracci, i conti, i mobili e ognuno vada per la sua strada. (A.T.) Che freddo qua dentro. (Si infila un paio di guanti di lana) Non c'è riscaldamento?
ANTONIO Rotto.
DOMENICO E tu stai in piagiama?
ANTONIO (Indicando il bicchiere) Mi scaldo con questo. (P)
DOMENICO Allora... (P) Che ne dici? Si chiude una volta per tutte?
ANTONIO (Scattando) Aspetta un momento! Uno va via!
Un altro arriva per dirmi che va via! E che sono, una stazione ferroviaria? Ho la testa che mi gira con quest'andirivieni! Meno male che tra poco sarò ciucco duro.
DOMENICO Mi spiace ma io voglio che finisca... oggi come oggi, non saprei più dove mettere le mani in que-
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ADRIANO (Togliendosi vestaglia e pigiama) Okay. (Sale la
scala) Taglio la corda subito prima che si tocchi la corda patetica.
ANTONIO (Portando in basso le valigie) Non aspetti Domenico per salutarlo?
ADRIANO Viene qui?
ANTONIO M'ha detto che veniva e se lo conosco appena un
po'... è lì sotto in un bar che aspetta di decidersi a salire. Vuole vederti e scusarsi con te.
ADRIANO Io non voglio fare questa nuova Teano...
ANTONIO Ti dico che parli come lui...
(Adriano ha indos-
sato un pantalone e un maglione giro collo, prende un cappotto e scende la scala)
ADRIANO ... (Indossa il cappotto) Però è vero che fa un freddo cane qui. Sono saltati i tubi?
ANTONIO (Triste) Non solo quelli.
ADRIANO Che ci vuoi fare... succede.
ANTONIO Mi spiace Adriano... mi spiace... (Adriano apre la porta)
ANTONIO E mi raccomando avvisaci quando avrai una "prima" importante...
ADRIANO Non vedrete l'ora di perdervela... (P) Allora, buon Natale, eh?
ANTONIO E che tu sia sempre "thè best big one", in tutto
quello che vuoi.
(Mettono fuori le valigie, Adria-no esce e sparisce. Antonio richiude lentamente
la porta. (P) Antonio si guarda intorno. La stanza è praticamente tornata all'antico ordine. Antonio mette "Biwitched" cantato da Rita Hayworth sul giradischi. La Hayworth canta. Antonio siede e sì versa da bere. La chiave gira nella toppa e appare Domenico infagottato in un grosso cappotto. Ha un vecchio paio di pantaloni, stivali e cappello con paraorecchi. Porta con sé una grande borsa militare. Richiude e si siede. Si mette alle spalle di Antonio, che apparentemente non si è accorto che è entrato. La Hayworth continua la sua canzone, poi Antonio spegne).
ANTONIO (Immobile) Vuoi bere?
DOMENICO No
ANTONIO Che hai lì?
DOMENICO Un uovo di Pasqua.
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ANTONIO Per me?
DOMENICO Sì.
ANTONO A Natale?
DOMENICO C'era una svendita per chiusura d'esercizio al bar del paese.
ANTONIO Ma è Natale!
DOMENICO Era un'occasione. Lo terrai per la prossima Pasqua. (P)
DOMENICO È andato via? (Antonio fa si con la testa) Brutto momento, eh? (Antonio come sopra) Poi passa... (P) Tornerà? (Antonio fa segno di no) Sei messo proprio male. (P) Cosa conti di fare?
ANTONIO C'è sempre il Tevere.
DOMENICO Ti becchi una congestione. (P) Dovrai pure decidere qualcosa no?
ANTONIO Non oggi. (P)
DOMENICO Mangi?
ANTONIO E chi ha fame...
DOMENICO Poi non ci sarà niente...
ANTONIO C'è la bouillabasse di Paolo. Il frigo poi è pieno di scatolette.
DOMENICO Paolo è stato qui?
ANTONIO Appena andato via. (P) Ti fermi?
DOMENICO Riparto subito. Non ne posso proprio più di questa storia. In campagna mi sono fatto vedere sereno da te, ma ho forzato la molla... e si è rotta. Finiamola, un taglio e via. Dividiamo gli stracci, i conti, i mobili e ognuno vada per la sua strada. (A.T.) Che freddo qua dentro. (Si infila un paio di guanti di lana) Non c'è riscaldamento?
ANTONIO Rotto.
DOMENICO E tu stai in piagiama?
ANTONIO (Indicando il bicchiere) Mi scaldo con questo. (P)
DOMENICO Allora... (P) Che ne dici? Si chiude una volta per tutte?
ANTONIO (Scattando) Aspetta un momento! Uno va via!
Un altro arriva per dirmi che va via! E che sono, una stazione ferroviaria? Ho la testa che mi gira con quest'andirivieni! Meno male che tra poco sarò ciucco duro.
DOMENICO Mi spiace ma io voglio che finisca... oggi come oggi, non saprei più dove mettere le mani in que-
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DOMENICO Tempi moderni... e il santo non si usa più... non va più di moda... adesso ci sono personcine giovani e scattanti che ne prendono il posto e fanno accadere questi bei pasticci. (P) Basta recriminare, mi vergogno di me stesso...
ANTONIO (Ormai commosso dal tono volutamente patetico
di Domenico) Ti prego resta! Pensaci e continuiamo insieme! Io capisco finalmente quello che voglio! Voglio che niente cambi! Lo voglio capito! Lo voglio!
(Una pausa chilometrica. Poi)
DOMENICOFa caldo qui, adesso...
(Si toglie i guanti, il cappotto ed infine il cappello con il paraorecchi e due bellissimi orecchini appaiono attaccati ai suoi lobi. Domenico non si accorge di niente e continua con tono serio. Patetico e quasi anonimo con il quale ha cominciato. Antonio è impietrito e sta quasi per ridere ma si trattiene. Sono, ovviamente, gli orecchini di "Paolo")
Piove, piove... una lavata e via... che malinconia mi dà la pioggia... che languore... mah... faccio anche della cattiva
letteratura... Eh sì ma... (P) Raccolgo queste po-che cose che ti ho detto. Prendi tu il portauovo
in cucina mentre, io prendo per il resto? Il caval-
luccio dov'è? Non lo vedo in giro... (Finge una
commozione incredibile)
ANTONIO (Ormai rinfrancato ma cauto, volendo continuare
il gioco) Aspetta un momento... debbo dirti una cosa, molto grave, che ha fatto... Paolo...
DOMENICO Paolo?
ANTONIO Eh sì... ha consigliato ad Adriano poveretto, di derubarci... sconveniente direi...
DOMENICO (Cadendo dalle nuvole) Paolo????
ANTONIO Sì, di andare in banca e di prendersi tutti i soldi che voleva dal conto in comune...
DOMENICO Ma è pazza mia sorella? No no... secondo me l'ha fatto capendo bene che Adriano non l'avrebbe mai fatto...
ANTONIO Adriano li aveva già presi... (Domenico ha un
mancamento) Tre giorni fa... (Domenico si porta una mano al fegato)
DOMENICO Già fatto... ma guarda... tre giorni fa... questi giovani non finiscono mai di stupire. E... e ha
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preso quanto?
ANTONIO Tutto...
DOMENICO Ah... ah... ma guarda... giusto per le piccole spese...
ANTONIO Ma ce li renderà, ne sono sicuro...
DOMENICO Ti è costata molto questa buona uscita...
ANTONIO "CI" è costata molto, direi...
DOMENICO Scusami caro, ma io che c'entro? Parleremo anche di questo comunque... però non vedo perché io debba pagarti la liberazione di una persona
che tu non gradivi più per casa... io ero fuori giuoco ormai... Me ne stavo alla Tenutina, buono buono, senza più cattiverie...
ANTONIO Questo sarebbe da verificare... (A.T.) Prendo il
portauovo... (Via in cucina mentre Domenico guarda la foto di Adriano. Antonio ritorna) Ecco il portauovo. (Glielo dà. Ha con sé anche la pentola che ha portato "Paolo")
DOMENICO E lì che c'è?
ANTONIO La bouillabaisse di Paolo.
DOMENICO Ma che fai mangi?
ANTONIO Mi sento meglio e m'è venuta fame. Prendo an-
che del vino. (Via in cucina e torna con un vassoio con vino, posate e pane che mette per terra ai piedi del divano vicino alla pentola. Si acco-sciano tutt'e due)
DOMENICOIo non capisco! Che significato ha la bouillabaisse tutti i natali! (Assaggia) Mah... e tu... senza sentimento... stiamo vegliando il morto, uno va via e l'altro ti dice che va via e tu mangi! (Mangia lui) Siamo rimasti senza soldi e ti fai fuori una bouillabaisse!...
ANTONIO Ed è anche cattiva.
DOMENICO Cattiva? Mi pare impossible. Io la trovo ottima...
ANTONIO Pessima. Manca il peperoncino, la salvia e anche il sale.
DOMENICO Trovo che è assai più delicata degli altri anni.
ANTONIO Per forza delicata, non sa di niente. Non pare nemmeno l'abbia fatta Paolo. È un pasticcio.
DOMENICO Strano, strano davvero... Forse è la stessa da dieci anni e Paolo la riscalda soltanto...
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ANTONIO (Subito) A proposito, Paolo, è stato bene alla Tenutina?
DOMENICO Bene bene. (Rimane immobile mentre Antonio continua a mangiare) L'hai capito quando?
ANTONIO Hai un pezzetto di mollica attaccano all'orecchio.
(Domenico si tocca le orecchie e sente gli orecchini. Se li toglie con calma)
DOMENICO Se non era per questi non ci saresti arrivato mai...
ANTONIO (Continuando tranquillamente a mangiare) Allora? Posso provare a spiegarti io?
DOMENICO Ma come? Non ti incavoli?
ANTONIO Saputo da Paolo che io sarei venuto alla Tenuti-
na a trovarti per decidere dei pioppi, hai pregato il tuo gemellino di mettersi lui là per tre giorni e tu sei rimasto qui a preparare questa bella mascherata.
DOMENICO Non sai la fatica per convincerlo a vestirsi da uomo, anche se solo per un paio di giorni! Non ne voleva sapere. Ho dovuto promettergli due foulard di seta pura e un soprabito di Capucci. Mi costa un occhio questa storia.
ANTONIO Come mai hai consigliato Adriano di prendere i soldi?
DOMENICO Ma se me lo hai chiesto tu?! Tu mi hai detto: — prova a dirgli di prendersi dei soldi che tanto non li tocca ma magari lo facesse perché io voglio che le cose tornino come prima e ho capito che ho sbagliato.
ANTONIO Iol'ho chiesto a te?
DOMENICO A me "Paolo", no? Ieri, a casa da mammà...
ANTONIO Ah già che il Paolo di ieri eri già tu... che casino, che casino...
DOMENICO D'ora in poi solo serietà... meno causticità meno stranezze... lo giuro...
ANTONIO Sai che noia, sei proprio invecchiato... (Molla la pentola) È proprio immangiabile.
DOMENICO Lo credo! L'ho fatto in un'ora! E poi lo sai che io in cucina...
ANTONIO E i dolci di mandorle e mirtilli...?
DOMENICO Comprati qui sotto (P) Beh, insomma... comunque... eccoci qui... (Si alza ed arriva alla borsa
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militare. L'apre) Cercavo una cosa.
ANTONIO Che?
DOMENICO (Cercando) L'avevo qui... ma che strano... eccolo! (Estrae un pezzo di carta, (P) Svolge ed appare un assegno) Eccolo qua.
ANTONIO È... è l'assegno che aveva Adriano. (Quasi gri-
dando) Di che nuovo imbroglio si tratta?!?
DOMENICO Calma calma! Nessun imbroglio! Diciamo che "Paolo" era ancora nel portone quando Adriano è uscito e diciamo ancora che "Paolo" con parole giuste, rivoltando la frittata, ha fatto capire a quel ragazzo che in fondo... beh si... non era . giusto che si prendesse il denaro, che poi lo avrebbe avvilito la coscienza. Così Adriano ha restituito i soldini, ecco tutto.
ANTONIO (Calmandosi) Che casino! Si ritorna in orbita! Bisogna stare attenti perché qui volano bassi! (A.T) Mah, meglio così, comunque... (P) Quel povero Adriano, proprio fregato in tutto però... (Due squilli di telefono poi silenzio) E chi può essere?
DOMENICO Solito contatto o un errore. (A.T) Senti, io vado alla macchina a prendere le valigie e tutta la roba.
ANTONIO Mi vesto e vengo ad aiutarti.
DOMENICO Ma no, sei ancora in pigiama... lascia, lascia che faccio da me.
ANTONIO Allora se non ti spiace mi faccio un bagno. Dopo questo inizio di giornata mi ci vuole proprio.
DOMENICO Bene, così dopo lo faccio io e mi tolgo questi panni contadini. (Antonio sale la scala) A proposito... la noia... la noia di un mese in campagna, non ne potevo più... meno male che quando è venuto... (Si ferma di colpo)
ANTONIO Chi?
DOMENICO (Mentendo)... Giorgio Settedolori... è stato su otto giorni, non te lo aveva detto?
ANTONIO No, non l'ho più visto. Comunque hai fatto bene
a sgombrare il campo per un mese... mossa giusta, visto il risultato.
DOMENICO Allora io vado.
ANTONIO Sì sì...
(Domenico esce ed Antonio entra in ba-
gno. Lo si sente canticchiare. Un tempo. La por-
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la d'ingresso si riapre e Domenico porta dentro due valigie. Le posa, guarda verso l'alto, si siede, prende il telefono e fa un numero)
DOMENICOPronto? Io sì... segnale ricevuto... sì, sì... si sta già riabituando alla vita di sempre... come no... liscio come l'olio... ma si, tutto come previsto... Ti va com'è sistemata la tua nuova casa? Ho fatto del mio meglio... giusti i colori? Beh, forti, come li volevi tu... L'ho sistemata quando Antonio credeva che fossi alla Tenutina... Ti dico che è tranquillo come il topo nel formaggio... Ti dico di si... Anche tu hai fatto molto bene tutto quello che ti ho detto di fare... (P) Stasera... vengo stasera... alle otto, si... prepara il bagno per quell'ora che sarò puntualissimo... No, lui, adesso che si è tutto risolto, lo mando come ogni anno a giuocare a tombola dai miei, ne sarà felicissimo... sai, la tradizione.. Il frigo è pieno... se hai fame mangia... mi dispiace la tua solitudine forzata proprio il giorno di Natale... Sì, sistemato anche l'assegno ed ha bevuto anche quella... ma se ti dico liscio come l'olio... Certo è stato imbrogliato ma è la sua dimensione... a non decidersi mai succedono queste cose... (Sorride) Gli
ho dato anche la soddisfazione di fargli credere che gli orecchini li ha visti lui, per mia distrazione sì, e noi sappiamo che non è vero. Abbiamo fatto fare una brutta figura a Matilde? Con lui, che nemmeno la conosce? Si daccordo, è sta-to villano a dirti che non sei un buon attore, non - capisce niente... Ma se tu sei grande, lo si intuisce a prima vista!!! Hai solo bisogno di una grande occasione, ecco tutto. Parleremo di tutto stasera... Sai che a momenti mi scappava di dirgli che eri stato alla Tenutina otto giorni? Per un pelo... Parleremo di tutto stasera... (Tuono) Aspetta un momento (Spegne il registratore). È finito il temporale.. Come?... Si, qui pioveva si Adriano, certo Adriano. Come vuoi tu Adriano, tutto quello che decidi tu Adriano. Giusto Adriano. Certo... daccordo.. va bene... sì... (Tira le
tende) Certo Adriano, sicuro Adriano, va bene
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Adriano. (Tenda chiusa) Daccordo Adriano. Scusa un momento Adriano (Apre la tenda). Per stasera basta sbirciare eh? Non c'è più niente da vedere. Ognuno a casa sua. (Richiude) Certo che sì Adriano. Hai ragione Adriano. (Via la luce) Davvero Adriano??? (Riattacca pausa lunghissima) E ora questo menage può anche cominciare.
(Si frega le mani, fischietta, accenna con la testa ad Antonio che canta, lo "dirige" con le mani per un attimo, arriva alla borsa, ne estrae un lungo tubo di carta, lo svolge appare un poster della Hay-worth. Toglie la foto di Adriano, la riavvolge e la mette in borsa e sopra la porta ripiazza "la signora". Si riaccoccola per terra, prende la pentola della bouillabaisse e si mette a mangiare mentre
CALA LA TELA