Boccaccio al 3% – Novella nona della settima giornata

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BOCCACCIO AL 3%

(TRE QUADRI MEDIEVALI)

TRE ATTI UNICI ORIGINALI SCRITTI DA

ALESSIO GIUSTI

Alessio Giusti – Boccaccio al 3% - Tre quadri medievali                                                                                          Pagina 1


PERSONAGGI

Novella settima della Settima Giornata:

Ludovico:                 (maschio di età compresa tra i 25 e i 35 anni)

Gaetano de’ Galluzzi:(maschio di età compresa tra i 50 e i 65 anni)

Beatrice:                                  (femmina di età compresa tra i 20 e i 30 anni)

Filomena:                               (femmina di età variabile)

Oste:                                               (maschio di età variabile)

Ancella:                                      (femmina di età compresa tra i 20 e i 30 anni)

Avventore 1:                      (maschio di età variabile)

Avventore 2:                      (maschio di età variabile)

Avventore 3:                      (maschio di età variabile)

Novella seconda della terza giornata:

Agilulfo:                                    (maschio tra i 50 e i 65 anni)

Teodolinda:                         (femmina tra i 20 e i 30 anni)

Uno stalliere:                    (maschio tra i 25 e i 40 anni)

Pampinèa:                             (femmina di età imprecisata)

Servitori:                                 (di cui uno con battute)

Novella nona della settima giornata:

Nicostrato:

(maschio tra i 50 e i 65 anni)

Pirro:

(maschio tra i 25 e i 40 anni)

Lidia:

(femmina tra i 20 e i 30 anni)

Lusca:

(femmina di età imprecisata)

Panfilo:

(maschio di età imprecisata)

Valletto 1:

(maschio o femmina di età imprecisata)

Valletto 2:

(maschio o femmina di età imprecisata)

Ospite 1:

(maschio di età imprecisata)

Ospite 2:

(maschio di età imprecisata)

Ospite 3:

(maschio di età imprecisata)

Alessio Giusti – Boccaccio al 3% - Tre quadri medievali

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Le tre novelle che seguono prendono spunto da tre novelle estratte dal Decamerone di Giovanni Boccaccio, ma il testo è originale invenzione dell’autore Alessio Giusti così come le aggiunte di personaggi e l’impianto drammaturgico. Fanno parte in realtà di una tetralogia che è stata certe volte portata in scena in maniera completa. A queste novella infatti andrebbe aggiunto il testo “Fino alla fine del Mondo – Tragedia portoghese” sempre di Alessio Giusti, una tragedia appunto che dovrebbe concludere e fare da contraltare alle tre commedie. Sia le commedie che la tragedia possono però essere rappresentate anche singolarmente senza che i testi ne risentano in alcun modo.

Tutte le opera sono coperte da diritti S.I.A.E.

Per info: Alessio Giusti email alessio3773@gmail.comcell. 3299851201

Buon Divertimento

Alessio Giusti

Alessio Giusti – Boccaccio al 3% - Tre quadri medievali                                                                                          Pagina 3


Novella nona della settima giornata

Lidia, moglie di Nicostrato, ama Pirro: il quale, acciò che credere il possa, le chiede tre cose le quali ella gli fa tutte; e oltre a questo in presenza di Nicostrato si sollazza con lui e a Nicostrato fa credere che non sia vero quello che ha veduto.

Personaggi:

Nicostrato:            Marito becco e visionario

Pirro:                             Amante reticente, poi accondiscendente, ma sempre molto esigente.

Lidia:                             Moglie infuocata, ma assennata.

Lusca:                          Damigella molto in gamba.

Panfilo nelle veci di narratore, alcuni valletti ed eruditi assortiti.

PROLOGO

(Panfilo)

Panfilo:                         Certo è, signori di chiaro intelletto e madonne dabbene, che raramente le virtù e i danari si sposano allo stesso gentiluomo. Accade così sovente che tutti i più bei doni di natura: bellezza, audacia, giovinezza; bagnino fino al midollo marinai di poca esperienza e di ancor meno sostanze, mentre lupi di mare ormai cisposi e avvizziti dal sole e dall’età, serbino gran tesori coi quali comprar terre, case e financo, ahimè, una moglie giovane e di bell’aspetto. Fortuna vuole però, che più spesso di quanto non si creda, le donne hanno più sale in zucca, di tutto il mare solcato dai propri ammiragli mariti. Cosi che finiscano per trastullarsi coi gioielli del marito vecchio e coi favori dell’amante giovane. Ora, per dimostrarvi quanto tutto ciò sia vero e non frutto di fantasie, vi narrerò di un fatto accaduto molti anni or sono nella città d’Argo, in terra di Grecia. Viveva in quelle contrade un gentiluomo di nome Nicostrato, con tanti danari nelle tasche, quanti anni sul groppone, che ebbe la sfacciata fortuna di maritarsi a madonna

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Lidia, donna tra le più avvenenti e argute di Grecia. Ora dovete sapere che tra i vari beni di Nicostrato, figurava anche un giovane servo, un certo Pirro, onesto e fedele al suo padrone, quanto bello e gentile nell’aspetto. Inutile star qui ad allungare la minestra, avrete già inteso che Lidia, ardentemente, si innamorò di Pirro, ma in che modo lo vinse lo saprete dai nostri commedianti. Sempre che abbiate la pazienza e la grazia di ascoltarli. (esce)

Scena 1

(Lusca,Lidia)

(una stanza arredata di una casa signorile. Entra Lidia accompagnata dalla sua ancella Lusca)


Lusca:


Dunque, mia signora, se ho ben capito, voi e Pirro …


Lidia;


No, mia cara Lusca. Solo io. Pirro nemmeno sospetta quanto io ardo ogni volta che me lo trovo davanti. Se solo sapesse di essere la soluzione dei miei sospiri, scommetto che correrebbe tra le mie braccia senza esitazioni. Sfortuna delle donne! Avere mariti disposti ad imbandire banchetti per una città intera, ma incapaci di calmare l’appetito di una sola donna. Ritrovarmi serva di questo servo, che possiede l’unico frutto di cui sono ghiotta, e tarda a presentarlo alla mia mensa!


Lusca:


Signora, a questo credo vi sia rimedio. Avete detto che se sapesse quanto bruciate per il suo bel volto, subito vi si getterebbe al collo e ringrazierebbe la sua buona stella di un sì gran dono. Allora perché non glielo fate sapere.


Lidia:


Lusca, poco fa parlavo per eccesso di speranza. Conosco bene il carattere di Pirro. Un servo così fedele e riconoscente al suo padrone, che temo andrebbe a riferire tutto a mio marito se venisse a sapere di questa mia passione insana.


Lusca:


Signora, con il vostro permesso, io conosco bene Pirro e saprei in che modo parlargli. Sono sicura che se lasciaste a me l’ambasciata, riuscirei a convincere quel giovane a venire da voi. In caso non accettasse, gli darò ad intendere quanto danno deriverebbe a questa casa e al suo padrone se il segreto della vostra passione fosse svelato.


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Lidia:                              Cara Lusca, in tanti anni, i servigi che mi hai reso non mi hanno mai deluso. Voglio anche in questa partita fidarmi della tua astuzia e giocarti alla prima mano. Va da Pirro e digli tutto quello che sento e quanta fortuna lo abbia baciato, prima che possa baciarlo io!


Lusca:


Signora, sento i cavalli del vostro signor marito di ritorno dalla caccia. Pirro è di certo con lui.


Lidia:


Bene! Io andrò ad aspettarti in camera mia. Tu intanto parla a quello specchio di virtù. Ti ho affidato segreti che potrebbero portarmi alla rovina. Fanne buon uso, sono nelle tue mani. (esce ed entra Pirro)


Scena 2

(Lusca, Pirro)

Lusca:

Pirro, hai fatto buona caccia?

Pirro:

Si  Lusca.  Sai  bene quanto  il  mio  padrone Nicostrato sia

dotato in quest’arte. Cacciare con lui è sempre fonte di diletto e di

abbondante selvaggina.

Lusca:

Sfido che sia un ottimo figlio di Diana. Non pensa

ad altro

tutto il giorno che ai bisogni dei suoi falconi e dei suoi cavalli, ma

lascia avvizzire l’unica giumenta desiderosa delle su attenzioni.

Pirro:

Impossibile! Sono io il suo stalliere, e posso assicurarti  che

non c’è bestia che non riceva da me le cure più affettuose.

Lusca:

Fosse davvero  così Pirro, non  avrei bisogno   di confidarti

certi segreti della mia signora che, se uscissero da questa stanza,

farebbero la rovina nostra e del tuo padrone.

Pirro:

Lusca, non farmi preoccupare! Se qualcosa turba

il signor

Nicostrato, ti prego di dirmelo immediatamente.

Lusca:                            Questo è il nodo! Non c’è niente, ormai ahimè da molto tempo, che riesca a turbare il signor Nicostrato. Niente che lo lasci sveglio tutta la notte, niente che lo spinga a letto, anche quando non ha sonno!

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Pirro:


Non a caso la Sibilla era una donna! Parli a vanvera e fai ragionamenti senza senso. Non è forse un bene che il signor Nicostrato sia in pace con se stesso e non abbia desiderio di niente?


Lusca:


Certi desideri Pirro, meglio sarebbe non riuscire ad esaudirli mai, a patto che si provi in continuazione a saziarli. Bisognerà ch’io parli da uomo se da un uomo voglio farmi intendere. La mia signora Lidia, è malata di un male assai grave, che solo tu hai il potere di curare.


Pirro:


Lusca, io non ho mai fatto studi in medicina e non credo poter…


di


Lusca:


…come fai ancora a non capire. Possibile che voi uomini ragioniate sempre con la stessa cosa, e quando vi si chiede di ragionar con quella, ecco che usate il cervello! Madonna Lidia è presa di te! Entra in agitazione quando ti vede, non dorme la notte quando ti pensa e se dorme stai certo che sogna il tuo volto. Il dolore che ultimamente avverte allo stomaco, non è fame di cibo, è fame di Pirro!


Pirro:


Ma il signor Nicostrato?


Lusca:


Santo cielo Pirro! Vuoi che i denti di perla di Madonna Lidia si scheggino con un tozzo di pane duro come quello? Non ti rendi conto della tua fortuna?


Pirro:                               (a parte) Certo che se fosse vero sarei ben fortunato come dice Lusca Ma non scordiamo che il mio padrone è valente cacciatore, e sa come tendere trappole alle sue prede. Se questo gioco fosse per mettermi alla prova? Pirro fa attenzione che questa

èuna pania da cui non si esce facilmente.(a tutti) Lusca, dì a chi ti manda, che per nessun motivo al mondo tradirò il mio padrone. Debbo a lui tutto quello che ho, ed è anche per fedeltà nei suoi confronti che manterrò il segreto sulle voglie di sua moglie. Sarebbe per lui un dispiacere troppo grande che non merita di certo. Ma per favore, parla a Madonna Lidia e convincila a non perseverare più in tale errore.

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Lusca:


Pirro, parli come il prete che temeva di essere sorpreso con la monaca. Anche se non lo ammetti, so che non ti dispiacerebbe affatto godere dei favori della mia padrona. E come parli bene di fedeltà, onestà, dovere! Pensi davvero che se Nicostrato posasse gli occhi su qualcosa di tuo come una moglie o una sorella, si farebbe tanti scrupoli pur di ottenerla? Pirro, noi non siamo che oggetti nelle mani di questi ricconi, come un gioiello qualsiasi o, peggio ancora, come un cane. E allora, tu che puoi, afferra la fortuna che ti si presenta. Una donna stupenda che pende dalle tue labbra e che potrebbe molto favorirti con le sue ricchezze se tu giocassi bene le tue carte!


Pirro:


(a parte) Non so più cosa pensare! Certo, se fosse una trappola, l’esca sarebbe la più allettante che si possa desiderare sulla terra. Ma se non lo è, rischio di perdere la più ghiotta occasione della mia vita. Senza contare che anche Madonna Lidia turba i miei sogni da quando sono in questa casa. Ho trovato! Le chiederò di provare il suo amore con imprese assai pericolose, a garanzia della sua sincerità. (a tutti) Lusca, ho deciso. Di alla tua signora che accetto la sua dolce compagnia, ma a precise condizioni.


Lusca:


Non c’è che dire, hai speso ben poco tempo a passare da servo fedelissimo ad amante presuntuoso! Imporre le proprie pretese a chi viene qui per offrirti i suoi doni. Per essere un servo elegante sei anche troppo bifolco.


Pirro:


So quel che faccio Lusca. E ora ascolta e riferisci tutto a Madonna Lidia. (si abbassano le luci)


ATTO 2

Scena 1

(Lidia, Lusca)

Lidia:

Lusca, vuoi prenderti gioco di me vero?

Lusca:

Magari fosse così! Quel fenomeno di ingratitudine mi ha

dato  precise  istruzioni  prima  di  potervi  somministrare  il  suo

balsamo miracoloso.

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Lidia:


Sa bene di essere l’unico medico che voglio al mio capezzale, ma non posso più sopportare questo male che ho nel petto. Parla Lusca, quali condizioni impone per lenire le mie sofferenze.


Lusca:


Ha chiesto che uccidiate Mercurio, il falcone vostro marito.


preferito di


Lidia:


Sai bene che tiene a quell’animale più che a me! Non è certo andato leggero nei suoi capricci, vai avanti.


Lusca:


Desidera inoltre una ciocca dei capelli del signor Nicostrato, e un dente sano della sua bocca.


Lidia:


Queste non sono condizioni. Il nostro Pirro vuole un sigillo a riprova del mio amore. Lusca, accetto la sfida, e siccome a me piace stravincere quando gioco, aggiungo un’altra impresa: digli che riuscirò a giacere con lui davanti agli occhi di mio marito senza che abbia niente da obiettare. Va! (esce Lusca ed entra Nicostrato).


Scena 2

(Lidia, Nicostrato)

Nicostrato:

Dove correva Lusca?

Lidia:

Dallo speziale!

Nicostrato:

Ti senti forse male? Cos’hai.

Lidia:

Non dormo la notte e ho come un riccio nello stomaco.

Nicostrato:

Per forza Lidia mia. Non esci mai da questa casa. Sai cosa ti

ci vorrebbe? Una bella cavalcata all’aria aperta! Ti rimetterebbe al

mondo sai!

Lidia:

Eh! Nicostrato, non sai quanto hai ragione, non sai quanto.

Nicostrato:

Ora che ci penso, hai fatto preparare la sala grande!  Sai che

oggi abbiamo ospiti.

Lidia:

Tutto pronto per i tuoi illustri amici. Ma

adesso sediamoci,

sarai stanco. (carezzandolo).

Alessio Giusti – Boccaccio al 3% - Tre quadri medievali

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Nicostrato:

Lidia,  non  sai  che  ristoro  sono  per  me

le   tue  carezze.

(facendosi più audace) Ma adesso vieni qui. (Lidia scappa con

fare civettuolo, Nicostrato prima tenta di afferrarla per i fianchi,

poi per errore le afferra i capelli).

Lidia:

Fermo Nicostrato, così mi fai male!

Nicostrato:

Scusami (tornano seduti).

Lidia:

Non fa niente (riprende ad accarezzarlo,

ma all’improvviso

gli strappa una ciocca di capelli).

Nicostrato:

Ahi! Lidia, sei impazzita!

Lidia:

Quante storie per un capello, e poi era un

gesto

d’amore!

(entra Lusca)

Lusca:

Signora, ci sono ospiti giù da basso che chiedono di poter

entrare.

Nicostrato:

Vengo io ad accoglierli. Tu rimani qui con mia

moglie che

mi sembra  alquanto strana  in questi giorni.  Speriamo  tu abbia

trovato un rimedio adatto dallo speziale. (esce)

Lidia:

(comprendendo  lo  stupore di  Lusca  a  quelle parole) Non

preoccuparti Lusca. Piuttosto, va da Pirro e portagli questa ciocca

di capelli di Nicostrato, poi procurami un dente guasto e dammi

corda in tutto quello che mi vedrai fare o dire. Io raggiungerò gli

ospiti di mio marito per il pranzo. (escono)

ATTO 3

Scena 1

(Nicostrato, Lidia, Pirro, Lusca, Ospiti)

(Nella sala imbandita, ci sono Nicostrato a capo tavola e alcuni ospiti ai lati. Pirro sta servendo gli ospiti. Dietro a Nicostrato, su un trespolo, è appollaiato il falcone Mercurio con il cappuccio sulla testa. Tutti ridono e sbevazzano allegramente, quando entra Lidia con aria altera ed elegante).

Ospite 1:                      Madonna Lidia! Voi rischiarate questa casa con la vostra bellezza.

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(tutti gli ospiti si prodigano in inchini e saluti. Lidia, incurante di tutti si dirige con eleganza verso il falco. Lo prende delicatamente sul braccio, poi con un rapido gesto lo afferra e lo sbatte violentemente contro il tavolo uccidendolo!)


Nicostrato:


(Alzandosi di scatto) Lidia, hai perduto il senno! salta in testa.


Cosa ti


Lidia:


(incurante del marito e rivolta a gli ospiti sbigottiti) Signori, io confido molto nella vostra saggezza e nel vostro consiglio. E so che se vi chiedessi un giudizio riceverei di certo una risposta


giusta ed assennata. (Facendo sedere delicatamente il marito) Caro Nicostrato. Già da tempo avrei dovuto fare quello che ho fatto. Se ho aspettato così a lungo sappi che è stato solo perché aspettavo di farlo in presenza di questi signori così dotati di intelletto, per dimostrarti quanto questo gesto non sia dettato da pazzia, ma da infinito amore. Dovete sapere signori, che questo falco da molto tempo ormai usurpava il trono che di diritto sarebbe spettato a me. Prima dell’alba Nicostrato abbandonava il nostro letto per portare acqua al falco, e al tramonto il bacio della buona notte era tutto per questo animale insensibile (tutti ridono). Non vi dico poi quanto bramasse la sua compagnia, sottraendo a me i giorni felici che avrei dovuto passare con mio marito. Giudicate voi signori, se poco fa avete assistito a un barbaro gesto di follia o ad un delitto passionale di una moglie tradita! (ridono di nuovo).

Ospite 1:

Nicostrato,  se  fossi  in  te  non  desidererei  una moglie più

devota.

Ospite 2:

E  tanto assennata da dimostrarti  con  arguzia

il

suo amore

senza pari.

Ospite 3:

Non prendertela Nicostrato. I buoni falconi puoi

trovarli su

qualsiasi emporio della Grecia, ma credimi, le buone mogli sono

rare e preziose come l’acqua nel deserto.

Ospite 1:

Proprio  così  amico  mio.  Ora,  se  accettate

un

consiglio,

alzate il calice alla vostra fortuna e fate portar via questo cadavere che non si addice ad una tavola festosa.

Nicostrato:                 Forse avete ragione. Lidia, perdonami se ti ho trascurata senza avvedermene. Pirro, seppellisci questa bestia che mi era tanto cara…

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Pirro:


la tratterò come una reliquia...


Nicostrato:


e noi beviamo sopra a questa bizzarra vicenda in cui hoperso un falco per ritrovare una colomba! (Lidia lo bacia e tutti bevono). Adesso, signori, concedetemi di porre rimedio alle miemancanze. Sono stanco e vorrei stare un po’ con mia moglie. (gli ospiti se ne vanno ed escono anche Nicostrato e la moglie)


Atto 3

Scena 1

(Nicostrato, Lidia, Lusca, Pirro, due valletti)

(la scena si sposta in un’altra sala. Pirro sta leggendo alcune novelle del Boccaccio per allietare i padroni di casa. Lusca è seduta in disparte).

Nicostrato:

Pirro ti prego, raccontaci una storia di quel tuo libro

venuto

dall’Italia.

Pirro:

Con vero piacere (inizia la lettura di una novella tra

le più

celebri del Boccaccio in modo che il pubblico capisca il gioco e

l’omaggio all’autore).

Lidia:

Panfilo,  Filippo!(entrano due valletti con vassoi  e brocche

di vino, Lidia gli si fa incontro prima che raggiungano gli altri)

Devo essere sincera con voi. Non avete notato come mio marito

tossiva e si scostava quando lo stavate servendo a tavola? Se non

ci avete fatto caso, sappiate che si comporta così perché stasera

avete un alito che odora fortemente di marcio. Perciò tenetevi a

distanza  quando  servirete  il  vino  e  poi  andatevene  subito  in

camera.  (Lidia  torna  a  sedere, i  valletti  eseguono  tenendosi  a

distanza quando servono i padroni e voltando la testa dall’altra

parte.  Finito  il  servizio  escono  di  buon  passo.  Dopo  qualche

minuto  Lidia  si  rivolge  a  Nicostrato).  Caro,  hai  notato  il

comportamento di Panfilo e di Filippo?

Nicostrato:

Stavo giusto per chiedertene la ragione.

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Lidia:                              La ragione è semplice caro. L’alito! E’ da qualche tempo che hai un alito pestifero, e con tutte le persone illustri con cui hai a che fare ogni giorno, dovresti trovare un rimedio. Forse hai un

dente

cariato.  Pirro!  Avvicinati  con  quella  candela.  (Pirro

interrompe la lettura, prende la candela che usava per leggere e si

reca vicino ai padroni) Fammi luce! (Lidia esamina la bocca di

Nicostrato) Dio mio caro, hai un dente che è più nero della pece!

Ma come hai fatto a resistere al dolore!

Nicostrato:

Veramente Lidia, io non provavo alcun dolore.

Lidia:

Che Ercole di marito! Sopportare il male in silenzio  per non

darmi una preoccupazione! Comunque il dente deve essere tolto

perché ho paura che se lo lasciamo al suo posto finirà col guastare

anche gli altri.

Nicostrato:

Pirro! Trova un cavadenti e portalo qui. Ora che   mi

ci hai

fatto pensare mi sembra di sentire male davvero.

Lidia:

Ma quale cavadenti caro! Quelli sono  dei

carnefici, mica

smettono  anche  se  ti  sentono  urlare  come  un

pazzo!

Non

resisterei a guardarti mentre ti torturano così, e poi per un dente

che viene via a toccarlo! Ci penso io, e ti prometto che smetto

appena senti male. Lusca, va a prendere le tanaglie. (Lusca esce).

Adesso mettiti qui seduto e bevi molto vino, così sentirai ancora

meno dolore. (Nicostrato inizia a bere) Ancora, ancora, ancora un

po’! Pirro, tu tienilo forte. (entra Lusca con le tanaglie. Lidia le

infila in bocca a Nicostrato e inizia una delle più celebri gag

teatrali, con Lidia che tira da una parte aiutata da Lusca, Pirro

che  tira   Nicostrato  dall’altra,  tra  urli  e  sforzi  disumani  da

entrambe le parti. Il  tutto  può  essere  sottolineato anche  dagli

“Uno…due…tre” che scandiscono il tempo di strattonatura. Alla

fine il dente esce ed immediatamente viene consegnato a Lusca

che lo sostituisce con quello marcio trovato prima).

Lidia:                                              (crollando    a   terra)     Ah!   Finalmente!   Guarda  qui     che

robaccia avevi in bocca (lo mostra a Nicostrato che è distrutto dal dolore).

Nicostrato:                                (ansimante dal dolore) Accidenti, meno male      che bastava

toccarlo!


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.9 settima giornata                Pagina 10


Lidia:

(coccolandolo)  Caro  Nicostrato.  Perché  non  andiamo  in

giardino  e  ci  riposiamo  all’ombra  e  al  fresco  di  qualche

bell’albero. Vedrai che saprò ben farti passare il dolore con le mie

carezze.

Nicostrato:

Forse hai ragione Lidia. E poi ho troppo caldo, con

tutto il

vino che mi è toccato di bere!

Lidia:

Vai pure, io ti raggiungo tra poco.

Nicostrato:

(incamminandosi con Pirro) Sai Pirro che mi sembra

già di

stare meglio ora che me lo hanno tolto!

Pirro:

Si, ci credo signor Nicostrato, ci    credo  (ridacchiando,

escono)

Lidia:

Lusca, hai detto a Pirro quello che deve fare?

Lusca:

Come mi avete ordinato.

Lidia:

Bene, raggiungiamoli in giardino.

ATTO 4

Scena 1

(Nicostrato, Lidia, Lusca, Pirro)

(Un giardino. Nicostrato e Lidia sdraiati sull’erba all’ombra. Pirro e Lusca poco lontani).

Lidia:                                              Ti senti meglio caro!

Nicostrato:                                Abbastanza (ancora dolorante).

Lidia:                                              Io invece a forza di guardare quest’albero carico di pere,  mi

è venuta una gran voglia di mangiarmene una.

Nicostrato:                                Pirro! Prendi una scala e raccogli un po’ di pere per me e

per mia moglie.


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.9 settima giornata                Pagina 11


Pirro:                               Subito! (appoggia la scala all’albero, ma dopo pochi scalini, si volta verso i padroni con aria sconvolta) Vi pregosignor Nicostrato, trattenetevi. E voi Madonna Lidia, vi sembrano cose da farsi così, davanti a me.

Nicostrato:                                Pirro, cosa stai dicendo? Hai le allucinazioni da vertigini?

Pirro:                                              (coprendosi  il  volto con  la  mano  o  girandosi     per  non

vedere)     Signor   Nicostrato,   dico   solo   che   non   è   da   voi

abbandonarvi così alle vostre passioni. Poco fa eravate a terra in preda al dolore, e adesso fate le acrobazie fra le gambe di madonna Lidia. Per carità, si tratta di vostra moglie e avete tutto il diritto di prender piacere da lei. Ma con tutte le stanze del vostro palazzo, proprio davanti a me!

Lidia:                                              Pirro,  ti  senti  male?  Quale  passione,  quale  piacere?  Stai

dando i numeri, scendi subito da quella scala prima di cadere e farti male (scende).

Nicostrato:                                E adesso vuoi spiegarmi che ti è preso?

Pirro:                                              Signor   Nicostrato.   Giuro  di   avervi   visto,   come     dire,

divertirvi con vostra moglie mentre ero sulla scala. Poi, quando

sono sceso vi siete ricomposti e siete tornati nella posizione in cui

vi vedo ora.

Nicostrato:                                Pirro, cosa dici. Io e mia moglie non ci siamo spostati  di un

passo. Lusca, tu hai visto tutto, puoi testimoniare.

Lusca:                                            Signor Nicostrato, come siete ora e come vi ho  visto mentre

Pirro era sulla scala. Però, ora che ho assistito a questo avvenimento straordinario, mi è tornata alla mente una storia che mi narrava sempre mia madre, che ha servito tanti anni presso di voi e che credo sia stata donna degna di fiducia. Lei mi parlava spesso di questo pero, e pare che fosse qui prima ancora che vi fosse la vostra casa.

Nicostrato:                                Può essere vero, questa casa era dei miei avi e da    loro l’ho

ricevuta, e per quanto mi ricordo l’albero è sempre stato qui, ma questo cosa vuol dire.


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.9 settima giornata                Pagina 12


Lusca:                 Mia  madre  mi  ha  sempre  vietato  di toccarlo,  perchésosteneva che fosse stregato. Diceva infatti che molti anni or sono,

vifu impiccata una donna assai malvagia che lo maledisse prima di rendere l’anima al Diavolo!

Nicostrato:                 Lusca, a me sembra tanto che vogliate coglionarmi, tu e Pirro con le vostre fandonie.

Lidia:

Eppure  ammetterai  caro  marito  che  Pirro  è sempre  stato

servitore onesto e sincero, perché dovrebbe comportarsi in questo

modo?

Nicostrato:

Ti  ci  metti  anche  tu  adesso?  Allora  facciamo

la  prova.

Scostati  Pirro,  voglio  salire  io  sull’albero  e  subire  questa

inverosimile maledizione. (Nicostrato sale sulla scala, non appena

ha montato qualche piolo, Lidia salta addosso a Pirro dandosi da

fare) Cosa diavolo state facendo voi due? Meno male che eri un

servo onesto e fedele Pirro.

Pirro:

Non capisco, signore, noi non stiamo facendo niente!

Nicostrato:

State facendo anche troppo secondo me, e tu

Lidia smettila

subito!

Lidia:

Marito  caro, si  può  sapere  che  ti  prende!

Sono  seduta

sull’erba come mi hai lasciato poco fa. (Nicostrato scende dalla

scala e i due amanti si ricompongono).

Nicostrato:

(saltando addosso a Pirro) Tu, servo vigliacco

e traditore,

prendersi queste libertà con mia moglie sotto i miei occhi!

Pirro:

Signor Nicostrato io non ho sfiorato vostra  moglie neanche

con un dito!

Nicostrato:

Questo è sicuro, cosa ti  importava di un dito

solo, quando

potevi adoperare tutte e due le mani, ma adesso le mani addosso te

le  faccio  sentire   io  (fa  per    picchiarlo,  ma  Lidia  lo  blocca).

Lasciami Lidia, tanto dopo tocca anche a te!


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.9 settima giornata                Pagina 13


Lidia:

Mio caro Nicostrato, stai vaneggiando o mi prendi

in giro!

Usa il cervello qualche volte invece delle mani! Avrei mille modi

di  metterti  le  corna:  quando  vai  in  città,  quando  sei  a  caccia,

quando  parti  per  gli  affari.  E  con  tutte  queste  occasioni  così

ghiotte, pensi che mi metterei a tradirti qui in giardino, con un

servo, davanti ai tuoi occhi e a quelli della Lusca? E poi non ti

ricordi di quello che è successo a Pirro e che ti ha spinto a salire

sul pero?

Nicostrato:

Forse hai ragione Lidia. Lusca, cosa faceva

mia

moglie

quando ero sull’albero?

Lusca:

Quello  che  faceva  con  voi  quando  è  salito

Pirro.  Stava

seduta al fresco senza muoversi di un passo.

Nicostrato:

Allora  questo  albero  deve  essere  davvero  stregato  come

diceva tua madre, perché io sono più che convinto

di quello che

ho visto. Andiamo in casa Lidia, ti prometto che d’ora in poi

cercherò di passare più tempo con te, e se proprio sarò costretto a

partire ti lascerò in compagnia di Pirro che si è dimostrato leale

con me ogni oltre dire.

Lidia:

Questa promessa mi riempie il cuore di gioia.

Nicostrato:

Tu  intanto  Pirro,  prendi  un’ascia  e  abbatti

questo  pero

maledetto,  che  mi  ha  fatto  vedere  cose  che  sono  certo,  non

accadranno mai!

BUIO

Durata 30 minuti circa.


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.9 settima giornata                Pagina 14