BOCCACCIO AL 3%
(TRE QUADRI MEDIEVALI)
TRE ATTI UNICI ORIGINALI SCRITTI DA
ALESSIO GIUSTI
Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata Pagina 1
PERSONAGGI
Novella settima della Settima Giornata:
Ludovico: (maschio di età compresa tra i 25 e i 35 anni)
Gaetano de’ Galluzzi:(maschio di età compresa tra i 50 e i 65 anni)
Beatrice: (femmina di età compresa tra i 20 e i 30 anni)
Filomena: (femmina di età variabile)
Oste: (maschio di età variabile)
Ancella: (femmina di età compresa tra i 20 e i 30 anni)
Avventore 1: (maschio di età variabile)
Avventore 2: (maschio di età variabile)
Avventore 3: (maschio di età variabile)
Novella seconda della terza giornata:
Agilulfo: (maschio tra i 50 e i 65 anni)
Teodolinda: (femmina tra i 20 e i 30 anni)
Uno stalliere: (maschio tra i 25 e i 40 anni)
Pampinèa: (femmina di età imprecisata)
Servitori: (di cui uno con battute)
Novella nona della settima giornata:
Nicostrato: (maschio tra i 50 e i 65 anni)
Pirro: (maschio tra i 25 e i 40 anni)
Lidia: (femmina tra i 20 e i 30 anni)
Lusca: (femmina di età imprecisata)
Panfilo: (maschio di età imprecisata)
Valletto 1: (maschio o femmina di età imprecisata)
Valletto 2: (maschio o femmina di età imprecisata)
Ospite 1: (maschio di età imprecisata)
Ospite 2: (maschio di età imprecisata)
Ospite 3: (maschio di età imprecisata)
Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata Pagina 2
Le tre novelle che seguono prendono spunto da tre novelle estratte dal Decamerone di Giovanni Boccaccio, ma il testo è originale invenzione dell’autore Alessio Giusti così come le aggiunte di personaggi e l’impianto drammaturgico. Fanno parte in realtà di una tetralogia che è stata certe volte portata in scena in maniera completa. A queste novella infatti andrebbe aggiunto il testo “Fino alla fine del Mondo – Tragedia portoghese” sempre di Alessio Giusti, una tragedia appunto che dovrebbe concludere e fare da contraltare alle tre commedie. Sia le commedie che la tragedia possono però essere rappresentate anche singolarmente senza che i testi ne risentano in alcun modo.
Tutte le opera sono coperte da diritti S.I.A.E.
Per info: Alessio Giusti email alessio3773@gmail.comcell. 3299851201
Buon Divertimento
Alessio Giusti
Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata Pagina 3
Novella Settima della Settima Giornata
Lodovico discuopre a Beatrice l’amore il quale egli le porta: la qual manda Egano suo marito in un giardino in forma di sé e con Lodovico si giace; il quale poi levatosi va e bastona Egano nel giardino.
Personaggi:
Ludovico: giovane di belle e cortesi maniere che assumerà il nome di Anichino.
Gaetano de’ Galluzzi: marito becco e bastonato.
Beatrice: bella e scaltra moglie di Gaetano.
Un oste, un’ancella, avventori della locanda e una cantastorie nelle veci di Filomena, narratrice della storia.
PROLOGO
(Filomena)
Filomena: Miei buoni e generosi uditori. Se vorrete compiacervi nell’assistere a’ fatti che tra breve accenderanno questa scena, udrete di come le donne, ritenute da’ signor padroni di poco senno e di ancor minore ingegno, si faran beffe di costoro con inganni sì sottili e ben architettati da generar stupore e risa in chi sapesse attenderne la fine. Gli attori non sono invero di grande levatura, e niun di loro è conosciuto fuor di casa sua. Non di manco la storia è sì spassosa e ben pensata, che anche un cane all’abbaiarla ne sortirebbe un applauso. Quei che voi vedete qui seduti a far baldoria, ospiti sono di una locanda in Parigi. Vedete quello là in fondo, giovane e ridanciano, col bicchiere levato in alto a far da brindisi? Ludovico si chiama. Figlio di un povero fiorentino venuto in Francia a cercar fortuna e trovatane più di quanta ne cercasse. Volendo far di Ludovico un nobile dabbene, lo mandò a servizio dal Re di
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Francia, ove divenne un così onesto ed elegante cortigiano, da far invidia ai nobili di sangue. In questa locanda è incappato in una discussione assai bizzarra, su dove sian le donne più belle al mondo….
ATTO 1
Scena 1
(Ludovico, Avventori, prostitute)
(durante il racconto tutti gli attori sono seduti ai tavoli imbanditi, immobili come in un tableau-vivant, tra di loro, Ludovico è in un angolo col bicchiere tenuto in alto come specifica Filomena. Terminato il prologo, anche Filomena si reca ad un tavolo a fare “compagnia” ad uno degli avventori diventando una delle due prostitute).
Ludovico: …beviamo amici alle donne di Francia, le più belle,
prosperose e sapienti che si possano trovare tra cielo e terra.
Avventore 1: Sapienti dici? Conosci forse donne entrate alla
Sorbona, dotte nelle leggi, versate in Aristotele e Platone?
Ludovico: Amico mio, conosco donne che per anni hanno
studiato le lettere di Venere e di Ovidio. Così allenate allo studio da restare piegate ad arte su qualsiasi cattedra per giornate intere; dame di un così fine eloquio che appena aprono bocca non c’è maestro che non ne resti stupefatto! Aperte a qualsiasi argomento, grosso o fine che sia, capaci di reggere materie così dure e stancanti che a vederle chi non le vorrebbe come precettori!!
Avventore 2: Mi è venuta una gran voglia di ritornare a scuola!
Avventore 3: Io ho già sotto mano materie di studi in abbondanza
(mettendo le mani addosso alla “dama” che ha accanto)
Avventore 1: Secondo me non sapete quel che dite! Vada per codesti studi, ma in fatto di insegnarli, col dovuto rispetto per le signore presenti, vi assicuro che… gli “argomenti” delle donne spagnole, son degni di un trattato sull’amore.
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Avventore 2: Donne d’Inghilterra, altro che storie, ah le bianche
cosce di Dover! Oh! Pardon, le bianche “coste” di Dover. Sapete
perché le donne inglesi non fanno mai l’amore nei pagliai? ….
Perché hanno un tale fuoco addosso che rischiano un rogo ad ogni amplesso!
Tutti ridono
Avventore 3: Scusate signori. Noi ci conosciamo da poco, ma posso
assicurarvi, senza offesa, che state parlando invano. Io ho viaggiato molto in vita mia, e proprio adesso torno dalla Terra Santa. I miei occhi hanno assaporato le fatali bellezze di Bisanzio, i dolci frutti d’Africa, le alchimie amorose delle donne d’oriente. Ho ingaggiato lotte di passione con le più fiere amazzoni di questo mondo; ma mai, mai ho veduto donne sì degne d’amore come in Italia! Angeli e non femmine abitano quella terra di sogno. Donne che al solo sfiorarle il cuore si svapora, come rugiada al sole.
Ludovico: |
Mio padre era fiorentino, io non ho mai |
messo piede |
||
in patria da quando sono nato. Ma dopo i vostri racconti vi prego |
||||
di accompagnarmi in quella terra di sogno, e d’essermi da guida |
||||
fra così tali e tante delizie. |
||||
Avventore 3: |
Amico, |
vi ringrazio dell’invito, |
ma |
devo |
rifiutare, |
troppi affari |
ancora mi trattengono in terra di |
Francia. |
Ma, se volete in una volta sola abbandonare il vostro spirito e perdere il senno di fronte ad una donna. Se avete così poco a cuore il vostro cuore da giocarlo e perderlo in un tiro solo per gli occhi di una sola dama, allora ascoltate. Vive a Bologna la creatura più celestiale che Dio abbia mai creato. Colma dei più bei doni della
natura. Elegante nei costumi, meravigliosa nell’aspetto, leggiadra
nei modi, stupenda ogni oltre dire. Beatrice si chiama, donna di
Paradiso così …
Ludovico: … Basta, basta. Non voglio sentire altro, le vostre
parole mi hanno talmente stregato che partirò subito per Bologna.
(Esce).
Avventore 3: Aspettate, non vi ho detto la cosa più importante
Avventore 1: Quale?
Avventore 3: Che è sposata!
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ATTO 2
Scena 1
(Ludovico, oste, Beatrice, ancella)
(Una strada nella città di Bologna. Ludovico sulla porta di una locanda conversa con l’oste della stessa. L’oste ha in mano una brocca con del vino, Ludovico un bicchiere)
Oste: Dunque giungete qui dalla Francia. E, se non sono indiscreto,
quali affari vi portano in terra di Bologna?
Ludovico: Nessun affare signore. E’ solo che in Francia tira una brutta aria, e
sembra che si appresti una nuova guerra con gli inglesi. E io non son portato per le armi.
Oste: Vi sciupano le unghie! Ho capito. E poi tutta quella polvere nelle
mutande. Un fastidio!
Ludovico: Poco spirito. A meno che non sia di Sangiovese! (l’oste versa vino
nel bicchiere). Comunque sto cercando di che vivere onestamente qui a
Bologna. Ho prestato servizio dal Re in persona, e se qui vi fosse
qualche nobile bisognoso di un valletto…
(in quel momento entra Beatrice con una ancella. Le due dame sorridono fra di sé e attraversano tutta la scena, poi escono di nuovo. Ludovico, durante il passaggio resta a bocca aperta come paralizzato)
Ludovico: Mio Dio!
Oste: Madonna Beatrice de’ Galluzzi…
Ludovico: (sempre intontito) Mio Dio!
Oste: La dama più bella di tutta Bologna.
Ludovico: Mio Dio!
Oste: Moglie di Messer Gaetano de’ Galluzzi.
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Ludovico: E Dio no! (in tono infuriato)
Oste: Mio buon amico, credevate forse di venir qui dalla Francia e prendervi la perla più preziosa di Bologna! Però devo dire che siete fortunato.
Ludovico: Nessun uomo è fortunato quando una così bella dama è sposata. Tranne suo marito s’intende.
Oste: Volevo dire che siete fortunato, perché proprio ieri Messer Gaetano mi ha detto di stare cercando un servitore a cui affidare gli affari di casa. Io sono con lui molto in confidenza , essendo Messer Gaetano forte bevitore, ed io instancabile mescitore! (versa del vino a Ludovico ancora incantato) Potrei esservi d’aiuto, sempre se trovate la cosa divostro interesse.
Ludovico: Se mi interessa? Ormai sento di non poter vivere un minuto di più lontano da Madonna Beatrice. Sono così preso di lei al solo vederla, che arrivare addirittura ad esserle servo, sarebbe per me una gioia smisurata.
ATTO 3
Scena 1
(Filomena, Beatrice, Ludovico, ancella)
Filomena: Così accade che il nostro Ludovico riesce ad entrare a servizio di Gaetano de’ Galluzzi. Ed è così zelante e dotato nei suoi doveri che, in capo a tre mesi, diviene il miglior servo di casa. Onesto, fidato, educato, insomma un servitore degno d’ogni lode. Ma, così come ha celato la sua identità facendosi chiamare Anichino, allo stesso modo sotto un’elegante veste di cortigiano cela il desiderio di poter giacere con Beatrice almeno una volta. Bisogna inoltre che voi tutti sappiate che anche a Madonna Beatrice non dispiaceva affatto la compagnia di Anichino, e che, non vista dal marito e con l’appoggio della sua ancella, certe volte spiava il servo per gustarne le fattezze, il corpo giovane e ben modellato, il volto ben dipinto, … ed altri accessori scolpiti con assai più materiale di quanto si convenga!
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Accadde così che un giorno la passione troppo ingrossata di Anichino non trovò più argini che potessero tenerla, e straripò come un torrente in piena…
(stesso gioco di prima. Ludovico-Anichino è seduto su una cassapanca ai piedi del letto di Beatrice. Lei gli sta di fronte e stanno giocando a scacchi, immobili come in un tableau-vivant. Filomena terminata la narrazione rientra in scena accostandosi in piedi a Beatrice e ridiventando la sua ancella)
Beatrice: |
Scacco matto di nuovo! (muovendo uno dei pezzi) |
|
Ancella: |
Anichino questa è già la quarta volta che la regina |
della mia |
signora sottomette il re del suo servo! |
||
Beatrice: |
Siete così ottuso negli scacchi o volete compiacermi |
|
perdendo a bella posta. |
||
Ludovico: |
Nessuna piaggeria signora. In verità siete molto |
versata in |
questo gioco. Perfino le dame di Francia, assai appassionate di |
||
scacchi, non riuscivano a tenermi testa come fate voi. |
||
Beatrice: |
Avete sentito Filomena? Sono dunque migliore delle dame |
|
di Francia a muovere torri e cavalieri! (ride insieme all’ ancella) |
||
Ludovico: |
Signora, le migliori nobildonne di Francia non hanno un |
|
terzo delle vostre virtù. |
||
Ancella: |
(con fare ammiccante avendo compreso da tempo l’amore |
|
di Anichino) Se la signora non ha più bisogno dei miei servigi, |
||
chiedo di poter andare in camera mia, visto che l’ora è già tarda. |
||
Volete che avverta vostro marito di salire? |
||
Beatrice: |
Si Filomena.. (l’ancella esce di buon passo), ma non così in |
|
fretta. Non vorrei distoglierlo dai suoi libri contabili! |
||
Ancella: |
Capisco perfettamente! (esce) |
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Scena 2
(Beatrice, Ludovico)
Ludovico: (prendendo la mano di Beatrice che sta rimettendo i pezzi al
loro posto) Madonna! Perdonatemi, ma io troppo a lungo ho
sopportato segreti così pesanti che mi hanno indebolito il cuore, e
adesso non ho più la forza di trattenerli. Dovete sapere che io non
mi chiamo Anichino. Il mio vero nome è Ludovico, ed ero vostro
servo già prima di giungere a Bologna e di incontrarvi.
Beatrice: Anichino, voi avete perso il senno!
Ludovico: Non sapete quanto questo sia vero madonna. In terra di
Francia incontrai un uomo che vi descrisse in maniera così
mirabile da far innamorare di voi chiunque lo ascoltasse. Ma io
sopra a tutti fui così preso dai suoi racconti che non potetti
resistere un giorno di più in quel paese, divenuto ai miei occhi
ormai sterile di ogni bellezza. Ma quell’uomo, ahimè, aveva torto!
(Beatrice ritira offesa la mano. Anichino gliele prende entrambe
con dolcezza) Voi siete infatti infinitamente superiore alle sue
parole, ai suoi racconti, alle sue descrizioni. Voi andate al di là di
ogni umana immaginazione, e non sapete a quale prova sono stato
sottoposto. Potervi vedere e non avere l’ardire di sfiorarvi, parlarvi
senza poter dire le sole parole che avrei voluto dirvi, cantare per
voi e non potervi cantare!
Beatrice: Caro Ludovico! Già da tempo avrei voluto che tu mi dicessi
quello che ormai sospettavo, perché gli sguardi di un innamorato
niente possono celare al cuore della donna amata. E anch’io
debbo dire che da quando servi in questa casa, non mi sei affatto
indifferente. Voglio quindi che tu venga questa sera in camera
mia, quando senti le campane rintoccare la mezzanotte. Tu sai da
quale parte del letto io sono solita coricarmi. Se dovessi dormire
non esitare a svegliarmi, e così appagheremo insieme i nostri
reciproci desideri.
Ludovico: Signora dimenticate forse vostro marito?
Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata Pagina
Beatrice: Affatto! Mio marito non solo sarà stanco morto, ma io tengo sempre con me un’erba portentosa capace di farlo dormire come un sasso anche se entrasse in camera l’imperatore con tutta la sua scorta! Una volta bevuta, non ci sarà più di alcun intralcio.
Ludovico: A mezzanotte allora! (esce, ed entra Gaetano).
Scena 3 |
||
(Beatrice, Gaetano) |
||
Gaetano: |
Dove scappava Anichino così allegro a quest’ora di sera. |
|
(vedendo gli scacchi) Deve aver vinto un bel po’ di partite, per |
||
essere così felice da non prendersi neanche il disturbo di riporre la |
||
scacchiera al suo posto. |
||
Beatrice: |
In verità ne ha vinta una soltanto, ma assai più importante |
|
delle altre che ho vinto io. |
||
Gaetano: |
Bizzarie di gioventù! Vincere una sola volta |
ed esserne |
soddisfatto. |
||
Beatrice: |
Tu non puoi capire. Non hai mai saputo giocare a scacchi! |
|
Gaetano: |
(prendendo un pezzo) E che ci vuole basta |
muovere il |
proprio pezzo in su e in giù. |
||
Beatrice: |
Appunto. Tu il tuo pezzo in su e in giù non hai mai saputo |
|
muoverlo a dovere. |
||
Gaetano: |
Invece Anichino… |
|
Beatrice: |
…Un maestro (sospirando) |
|
Gaetano: |
Ah, al diavolo gli scacchi! (lasciando andare i pezzi sulla |
|
scacchiera). Sono così stanco che dormirei un giorno intero. (si |
||
veste per la notte ed entra a letto, e con lui Beatrice che si è |
||
spogliata durante il dialogo) |
Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata Pagina
Scena 4
(Beatrice, Gaetano, Ludovico)
(Si spengono le luci. Dopo pochi minuti scocca la mezzanotte come se in realtà fossero passate alcune ore. Entra Ludovico di soppiatto e si avvicina a Beatrice toccandola lievemente per constatare se è sveglia. La donna non appena sente la mano dell'amante la afferra con forza e trattenendola chiama il marito)
Beatrice: Gaetano, Gaetano!
(A questo punto tutto il dialogo tra la donna e il marito si svolge in questo modo. Il marito continua a dare le spalle alla donna immerso nel dormiveglia. La donna trattiene l’amante come può. L’amante pensando di essere stato ingannato ingaggia esilaranti controscene in cui tenta di divincolarsi, ma più cerca di liberarsi, più la donna lo strattona e lo afferra dove può, togliendogli anche parte dei vestiti)
Gaetano: |
(ancora insonnolito) Chi è? |
||
Beatrice: |
Come chi è? Beatrice, tua moglie. Senti Gaetano, c’è una |
||
cosa che mi assilla e che non mi fa dormire. |
|||
Gaetano: |
Anche a me! |
||
Beatrice: |
No, ascoltami bene. Dimmi sinceramente. Chi è il servo più |
||
fidato e leale di questa casa: |
|||
Gaetano: |
Beatrice lo sai bene. Non c’è servo a cui io sia |
più |
|
affezionato di Anichino. Ma perché me lo chiedi? |
|||
Beatrice: |
Ecco vedi. Anch’io la pensavo come te. Ma |
stasera stessa, |
|
mentre stavamo giocando, mi ha chiesto senza vergogna di giacere |
|||
con lui! |
|||
Gaetano: |
Cosa ha fatto?! (Gaetano scatta a sedere sul letto e |
si volta |
|
verso Beatrice, contemporaneamente Anichino si abbassa |
|||
gettandosi sotto il letto) |
|||
Beatrice: |
Io per non correre pericoli e per mostrarti |
di che pasta sia |
|
fatto, ho finto di cedere alle sue voglie. Lo spudorato mi ha dato |
|||
appuntamento nel nostro giardino, a mezzanotte in punto. |
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Gaetano: In giardino a mezzanotte? Bene, il nostro Anichino avrà una
bella sorpresa! (sta per andarsene)
Beatrice: Non farlo Gaetano! Se ti scorgesse potrebbe fuggire e
giurare il falso, così che tu non avresti prova del suo tradimento ed
io sarei svergognata. Se vuoi vendicarti di lui ti dirò io come fare.
Mettiti addosso uno dei miei vestiti, copriti il volto con il velo e vai in giardino. Lui crederà che tu sia me, e quando ti salterà addosso tu potrai ben ricompensarlo dei servigi che sognava di rendermi.
Gaetano: Oh, generosa fortuna! Che mi hai dato una moglie bella,
fedele e intelligente. Farò come dici. (prende un vestito dalla cassapanca e si traveste) Vedrai Anichino, ti insegnerò io aintrodurti in una casa onesta come una serpe in una stalla. Dopo tutto l’affetto che ti abbiamo dimostrato, ripagarmi con questa moneta fasulla. (già vestito da donna, si dà arie da coraggioso) Ma deve ancora nascere quello che riderà di Gaetano de’ Galluzzi! (esce).
Beatrice: |
Ludovico, adesso potete uscire. |
Ludovico: |
(esce sconvolto dal letto) Signora, mi avete portato così in |
proda al baratro della morte, che non pensavo mi avreste |
|
resuscitato con tanta arguzia. |
|
Beatrice: |
Vieni Ludovico (lo invita a letto). Hai sempre soddisfatto i |
miei |
desideri come servo, bada a fare altrettanto come |
amante.(Ludovico si getta sotto le coperte, si spengono le luci. Sul |
|
buio entra in platea Gaetano, vestito da donna, con una lanterna |
|
in mano). |
|
Gaetano: |
Sciagurato di un servo! Deve aver annusato l’inganno. Sono |
già due ore che vago per questo giardino senza vedere anima viva.
(si riaccendono le luci sul palco. Gli amanti sono spossati e
ansimanti).
Beatrice: Adesso Ludovico, và da mio marito e fa come ti ho detto!
Ludovico: Volo! (esce dal letto rivestendosi alla belle e meglio e
raggiunge Gaetano in giardino)
Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata Pagina 10
Gaetano: Aspetta un attimo! Mi sembra di sentire un rumore da quella parte. Meglio coprirsi il volto. (si rimette il velo e si volta dalla parte opposta da dove giunge Ludovico. Da adesso in poi Gaetano camufferà la voce fingendosi donna).
Ludovico: |
(con un bastone nascosto dietro la schiena) Beatrice, |
pss.. |
Beatrice! Oh, dolce Beatrice non speravo di incontrarti davvero. |
||
Gaetano: |
(a parte.) Tra poco spererai davvero di non avermi mai |
|
incontrato! (a tutti) Anichino, mio adorato! Avvicinati, che tu |
||
possa toccarmi! |
||
Ludovico: |
Volentieri ti toccherò Beatrice. Ma con questo! (Ludovico si |
|
avvicina e assesta una gran bastonata sulla schiena di Gaetano) |
||
Gaetano: |
Ma cosa fai Anichino, sei impazzito! |
|
Ludovico: |
Bella questa! Bastono una moglie infedele e il pazzo sarei io |
|
(altro colpo). Femmina disonesta. (colpi a tempesta!) |
||
Gaetano: |
(a parte) Oh Dio che fior di servitore. |
|
Ludovico: |
Ingrata. Mentre vostro marito perde il lume degli occhi a far |
|
di conto per farvi vivere da regina. |
||
Gaetano: |
(a parte). Oh, generosa fortuna. Una moglie bella, fedele e |
|
intelligente, e un servo colmo d’ogni virtù! (a tutti) Non capisco, |
||
amore mio! |
||
Ludovico: |
Ah non capisci? Ti ho messo alla prova per vedere quanto |
|
bene volessi a quel santo del mio padrone. |
||
Gaetano: |
(a parte) (felicissimo!) Mio Dio cosa ho fatto per meritarmi |
|
tutto questo? (a tutti) Perdonami Anichino! |
||
Ludovico: |
Se tu fossi un uomo ti spezzerei la schiena a mazzate, ma |
|
temo che se continuo ti porterò alla morte, e Dio non voglia che mi |
||
macchi di assassinio. Vattene in casa e se tuo marito ti chiederà il |
||
motivo di quei segni, digli che un benefattore ti ha mondata dei |
||
tuoi peccati! (durante queste parole così altisonanti Ludovico a |
||
stento |
trattiene le risate. Esce Gaetano). (ridendo) Mio |
Dio le |
Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata Pagina 11
donne, che ingegno! Convincere un marito becco e bastonato di essere stato baciato dalla sorte! (esce ridendo).
Beatrice: |
(entra Gaetano in camera completamente |
tumefatto, |
ma |
felice e sorridente)Mio Dio Gaetano! Cosa |
è successo |
(anche Beatrice non riesce a trattenere le risate).Chi ti ha |
||
ridotto così? |
||
Gaetano: |
Un santo! |
|
Beatrice: |
Ah! Pensa se incontravi un demonio. |
|
Gaetano: |
Ti dirò tutto domani. Sappi solo che non sono mai stato |
così felice come adesso. (si rimette a letto e tira le coperte).
Che notte meravigliosa, che notte meravigliosa!
BUIO
Durata 20 minuti circa
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