Boccaccio al 3% – Novella settima della settima giornata

Stampa questo copione

BOCCACCIO AL 3%

(TRE QUADRI MEDIEVALI)

TRE ATTI UNICI ORIGINALI SCRITTI DA

ALESSIO GIUSTI

Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                  Pagina 1


PERSONAGGI

Novella settima della Settima Giornata:

Ludovico:                                (maschio di età compresa tra i 25 e i 35 anni)

Gaetano de’ Galluzzi:(maschio di età compresa tra i 50 e i 65 anni)

Beatrice:                                 (femmina di età compresa tra i 20 e i 30 anni)

Filomena:                              (femmina di età variabile)

Oste:                                              (maschio di età variabile)

Ancella:                                     (femmina di età compresa tra i 20 e i 30 anni)

Avventore 1:                     (maschio di età variabile)

Avventore 2:                     (maschio di età variabile)

Avventore 3:                     (maschio di età variabile)

Novella seconda della terza giornata:

Agilulfo:                                   (maschio tra i 50 e i 65 anni)

Teodolinda:                        (femmina tra i 20 e i 30 anni)

Uno stalliere:                   (maschio tra i 25 e i 40 anni)

Pampinèa:                            (femmina di età imprecisata)

Servitori:                                (di cui uno con battute)

Novella nona della settima giornata:

Nicostrato:                           (maschio tra i 50 e i 65 anni)

Pirro:                                           (maschio tra i 25 e i 40 anni)

Lidia:                                            (femmina tra i 20 e i 30 anni)

Lusca:                                          (femmina di età imprecisata)

Panfilo:                                      (maschio di età imprecisata)

Valletto 1:                              (maschio o femmina di età imprecisata)

Valletto 2:                              (maschio o femmina di età imprecisata)

Ospite 1:                                  (maschio di età imprecisata)

Ospite 2:                                  (maschio di età imprecisata)

Ospite 3:                                  (maschio di età imprecisata)


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                  Pagina 2


Le tre novelle che seguono prendono spunto da tre novelle estratte dal Decamerone di Giovanni Boccaccio, ma il testo è originale invenzione dell’autore Alessio Giusti così come le aggiunte di personaggi e l’impianto drammaturgico. Fanno parte in realtà di una tetralogia che è stata certe volte portata in scena in maniera completa. A queste novella infatti andrebbe aggiunto il testo “Fino alla fine del Mondo – Tragedia portoghese” sempre di Alessio Giusti, una tragedia appunto che dovrebbe concludere e fare da contraltare alle tre commedie. Sia le commedie che la tragedia possono però essere rappresentate anche singolarmente senza che i testi ne risentano in alcun modo.

Tutte le opera sono coperte da diritti S.I.A.E.

Per info: Alessio Giusti email alessio3773@gmail.comcell. 3299851201

Buon Divertimento

Alessio Giusti


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                  Pagina 3


Novella Settima della Settima Giornata

Lodovico discuopre a Beatrice l’amore il quale egli le porta: la qual manda Egano suo marito in un giardino in forma di sé e con Lodovico si giace; il quale poi levatosi va e bastona Egano nel giardino.

Personaggi:

Ludovico:                                            giovane di belle e cortesi maniere che assumerà il nome di Anichino.

Gaetano de’ Galluzzi: marito becco e bastonato.

Beatrice:                                               bella e scaltra moglie di Gaetano.

Un oste, un’ancella, avventori della locanda e una cantastorie nelle veci di Filomena, narratrice della storia.

PROLOGO

(Filomena)

Filomena:    Miei buoni e generosi uditori. Se vorrete compiacervi nell’assistere a’ fatti che tra breve accenderanno questa scena, udrete di come le donne, ritenute da’ signor padroni di poco senno e di ancor minore ingegno, si faran beffe di costoro con inganni sì sottili e ben architettati da generar stupore e risa in chi sapesse attenderne la fine. Gli attori non sono invero di grande levatura, e niun di loro è conosciuto fuor di casa sua. Non di manco la storia è sì spassosa e ben pensata, che anche un cane all’abbaiarla ne sortirebbe un applauso. Quei che voi vedete qui seduti a far baldoria, ospiti sono di una locanda in Parigi. Vedete quello là in fondo, giovane e ridanciano, col bicchiere levato in alto a far da brindisi? Ludovico si chiama. Figlio di un povero fiorentino venuto in Francia a cercar fortuna e trovatane più di quanta ne cercasse. Volendo far di Ludovico un nobile dabbene, lo mandò a servizio dal Re di


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                  Pagina 4


Francia, ove divenne un così onesto ed elegante cortigiano, da far invidia ai nobili di sangue. In questa locanda è incappato in una discussione assai bizzarra, su dove sian le donne più belle al mondo….

ATTO 1

Scena 1

(Ludovico, Avventori, prostitute)

(durante il racconto tutti gli attori sono seduti ai tavoli imbanditi, immobili come in un tableau-vivant, tra di loro, Ludovico è in un angolo col bicchiere tenuto in alto come specifica Filomena. Terminato il prologo, anche Filomena si reca ad un tavolo a fare “compagnia” ad uno degli avventori diventando una delle due prostitute).

Ludovico:                                                  …beviamo amici alle donne di Francia, le più     belle,

prosperose e sapienti che si possano trovare tra cielo e terra.

Avventore 1:                                           Sapienti  dici?   Conosci   forse   donne   entrate     alla

Sorbona, dotte nelle leggi, versate in Aristotele e Platone?

Ludovico:                                                  Amico   mio,  conosco   donne  che   per anni    hanno

studiato le lettere di Venere e di Ovidio. Così allenate allo studio da restare piegate ad arte su qualsiasi cattedra per giornate intere; dame di un così fine eloquio che appena aprono bocca non c’è maestro che non ne resti stupefatto! Aperte a qualsiasi argomento, grosso o fine che sia, capaci di reggere materie così dure e stancanti che a vederle chi non le vorrebbe come precettori!!

Avventore 2:                                           Mi è venuta una gran voglia di ritornare a scuola!

Avventore 3:                                           Io ho già sotto mano materie di studi   in abbondanza

(mettendo le mani addosso alla “dama” che ha accanto)

Avventore 1:           Secondo me non sapete quel che dite! Vada per codesti studi, ma in fatto di insegnarli, col dovuto rispetto per le signore presenti, vi assicuro che… gli “argomenti” delle donne spagnole, son degni di un trattato sull’amore.


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                  Pagina 5


Avventore 2:                                           Donne  d’Inghilterra,  altro  che  storie,  ah le bianche

cosce di Dover! Oh! Pardon, le bianche “coste” di Dover. Sapete

perché le donne inglesi non fanno mai l’amore nei pagliai? ….

Perché hanno un tale fuoco addosso che rischiano un rogo ad ogni amplesso!

Tutti ridono

Avventore 3:                                           Scusate signori. Noi ci conosciamo da poco, ma posso

assicurarvi, senza offesa, che state parlando invano. Io ho viaggiato molto in vita mia, e proprio adesso torno dalla Terra Santa. I miei occhi hanno assaporato le fatali bellezze di Bisanzio, i dolci frutti d’Africa, le alchimie amorose delle donne d’oriente. Ho ingaggiato lotte di passione con le più fiere amazzoni di questo mondo; ma mai, mai ho veduto donne sì degne d’amore come in Italia! Angeli e non femmine abitano quella terra di sogno. Donne che al solo sfiorarle il cuore si svapora, come rugiada al sole.

Ludovico:

Mio padre era fiorentino, io non ho mai

messo piede

in patria da quando sono nato. Ma dopo i vostri racconti vi prego

di accompagnarmi in quella terra di sogno, e d’essermi da guida

fra così tali e tante delizie.

Avventore 3:

Amico,

vi   ringrazio   dell’invito,

ma

devo

rifiutare,

troppi affari

ancora mi trattengono in terra di

Francia.

Ma, se volete in una volta sola abbandonare il vostro spirito e perdere il senno di fronte ad una donna. Se avete così poco a cuore il vostro cuore da giocarlo e perderlo in un tiro solo per gli occhi di una sola dama, allora ascoltate. Vive a Bologna la creatura più celestiale che Dio abbia mai creato. Colma dei più bei doni della

natura. Elegante nei costumi, meravigliosa nell’aspetto, leggiadra

nei modi, stupenda ogni oltre dire. Beatrice si chiama, donna di

Paradiso così …

Ludovico:                                                  …  Basta,  basta.  Non voglio  sentire  altro, le vostre

parole mi hanno talmente stregato che partirò subito per Bologna.

(Esce).

Avventore 3:                                           Aspettate, non vi ho detto la cosa più importante

Avventore 1:                                           Quale?

Avventore 3:                                           Che è sposata!


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                  Pagina 6


ATTO 2

Scena 1

(Ludovico, oste, Beatrice, ancella)

(Una strada nella città di Bologna. Ludovico sulla porta di una locanda conversa con l’oste della stessa. L’oste ha in mano una brocca con del vino, Ludovico un bicchiere)

Oste:                                 Dunque  giungete  qui  dalla  Francia.  E,  se  non sono indiscreto,

quali affari vi portano in terra di Bologna?

Ludovico:                    Nessun affare signore. E’ solo che in Francia tira una brutta aria, e

sembra che si appresti una nuova guerra con gli inglesi. E io non son portato per le armi.

Oste:                                 Vi sciupano le unghie! Ho capito. E poi tutta quella  polvere nelle

mutande. Un fastidio!

Ludovico:                   Poco spirito. A meno che non sia di Sangiovese! (l’oste versa vino

nel bicchiere). Comunque sto cercando di che vivere onestamente qui a

Bologna.  Ho  prestato  servizio  dal  Re  in  persona,  e  se  qui  vi  fosse

qualche nobile bisognoso di un valletto…

(in quel momento entra Beatrice con una ancella. Le due dame sorridono fra di sé e attraversano tutta la scena, poi escono di nuovo. Ludovico, durante il passaggio resta a bocca aperta come paralizzato)

Ludovico:                   Mio   Dio!

Oste:                                 Madonna Beatrice de’ Galluzzi…

Ludovico:                   (sempre intontito) Mio Dio!

Oste:                                 La dama più bella di tutta Bologna.

Ludovico:                   Mio Dio!

Oste:                                 Moglie di Messer Gaetano de’ Galluzzi.


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                  Pagina 7


Ludovico:                   E Dio no! (in tono infuriato)

Oste:                                 Mio buon amico, credevate forse di venir qui dalla Francia e prendervi la perla più preziosa di Bologna! Però devo dire che siete fortunato.

Ludovico:                   Nessun uomo è fortunato quando una così bella dama è sposata. Tranne suo marito s’intende.

Oste:                 Volevo dire che siete fortunato, perché proprio ieri Messer Gaetano mi ha detto di stare cercando un servitore a cui affidare gli affari di casa. Io sono con lui molto in confidenza , essendo Messer Gaetano forte bevitore, ed io instancabile mescitore! (versa del vino a Ludovico ancora incantato) Potrei esservi d’aiuto, sempre se trovate la cosa divostro interesse.

Ludovico:                   Se mi interessa? Ormai sento di non poter vivere un minuto di più lontano da Madonna Beatrice. Sono così preso di lei al solo vederla, che arrivare addirittura ad esserle servo, sarebbe per me una gioia smisurata.

ATTO 3

Scena 1

(Filomena, Beatrice, Ludovico, ancella)

Filomena:                   Così accade che il nostro Ludovico riesce ad entrare a servizio di Gaetano de’ Galluzzi. Ed è così zelante e dotato nei suoi doveri che, in capo a tre mesi, diviene il miglior servo di casa. Onesto, fidato, educato, insomma un servitore degno d’ogni lode. Ma, così come ha celato la sua identità facendosi chiamare Anichino, allo stesso modo sotto un’elegante veste di cortigiano cela il desiderio di poter giacere con Beatrice almeno una volta. Bisogna inoltre che voi tutti sappiate che anche a Madonna Beatrice non dispiaceva affatto la compagnia di Anichino, e che, non vista dal marito e con l’appoggio della sua ancella, certe volte spiava il servo per gustarne le fattezze, il corpo giovane e ben modellato, il volto ben dipinto, … ed altri accessori scolpiti con assai più materiale di quanto si convenga!


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                  Pagina 8


Accadde così che un giorno la passione troppo ingrossata di Anichino non trovò più argini che potessero tenerla, e straripò come un torrente in piena…

(stesso gioco di prima. Ludovico-Anichino è seduto su una cassapanca ai piedi del letto di Beatrice. Lei gli sta di fronte e stanno giocando a scacchi, immobili come in un tableau-vivant. Filomena terminata la narrazione rientra in scena accostandosi in piedi a Beatrice e ridiventando la sua ancella)

Beatrice:

Scacco matto di nuovo! (muovendo uno dei pezzi)

Ancella:

Anichino questa è già la quarta volta che la regina

della mia

signora sottomette il re del suo servo!

Beatrice:

Siete  così  ottuso  negli  scacchi  o  volete  compiacermi

perdendo a bella posta.

Ludovico:

Nessuna piaggeria signora. In verità siete molto

versata in

questo gioco. Perfino le dame di Francia, assai appassionate di

scacchi, non riuscivano a tenermi testa come fate voi.

Beatrice:

Avete sentito Filomena? Sono dunque migliore  delle dame

di Francia a muovere torri e cavalieri! (ride insieme all’ ancella)

Ludovico:

Signora,  le  migliori  nobildonne  di  Francia  non hanno un

terzo delle vostre virtù.

Ancella:

(con  fare ammiccante avendo  compreso da  tempo l’amore

di Anichino) Se la signora non ha più bisogno dei miei servigi,

chiedo di poter andare in camera mia, visto che l’ora è già tarda.

Volete che avverta vostro marito di salire?

Beatrice:

Si Filomena.. (l’ancella esce di buon passo), ma non  così in

fretta. Non vorrei distoglierlo dai suoi libri contabili!

Ancella:

Capisco perfettamente! (esce)


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                  Pagina 9


Scena 2

(Beatrice, Ludovico)

Ludovico:                                  (prendendo la mano di Beatrice che sta rimettendo i pezzi al

loro  posto)  Madonna!  Perdonatemi,  ma  io  troppo  a  lungo  ho

sopportato segreti così pesanti che mi hanno indebolito il cuore, e

adesso non ho più la forza di trattenerli. Dovete sapere che io non

mi chiamo Anichino. Il mio vero nome è Ludovico, ed ero vostro

servo già prima di giungere a Bologna e di incontrarvi.

Beatrice:                                      Anichino, voi avete perso il senno!

Ludovico:                                  Non  sapete  quanto  questo  sia  vero  madonna.  In terra di

Francia  incontrai  un  uomo  che   vi  descrisse   in  maniera  così

mirabile da far innamorare di voi chiunque lo ascoltasse. Ma io

sopra  a  tutti  fui  così  preso  dai  suoi  racconti  che  non  potetti

resistere un giorno di più in quel paese, divenuto ai miei occhi

ormai sterile di ogni bellezza. Ma quell’uomo, ahimè, aveva torto!

(Beatrice ritira offesa la mano. Anichino gliele prende entrambe

con  dolcezza)  Voi  siete  infatti  infinitamente  superiore  alle  sue

parole, ai suoi racconti, alle sue descrizioni. Voi andate al di là di

ogni umana immaginazione, e non sapete a quale prova sono stato

sottoposto. Potervi vedere e non avere l’ardire di sfiorarvi, parlarvi

senza poter dire le sole parole che avrei voluto dirvi, cantare per

voi e non potervi cantare!

Beatrice:                                      Caro Ludovico! Già da tempo avrei voluto che tu  mi dicessi

quello che ormai sospettavo, perché gli sguardi di un innamorato

niente possono celare al cuore della donna amata.        E   anch’io

debbo dire che da quando servi in questa casa, non mi sei affatto

indifferente. Voglio quindi che tu venga questa sera in camera

mia, quando senti le campane rintoccare la mezzanotte. Tu sai da

quale parte del letto io sono solita coricarmi. Se dovessi dormire

non  esitare  a  svegliarmi,  e  così  appagheremo  insieme  i  nostri

reciproci desideri.

Ludovico:                                  Signora dimenticate forse vostro marito?


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                  Pagina


Beatrice:                       Affatto! Mio marito non solo sarà stanco morto, ma io tengo sempre con me un’erba portentosa capace di farlo dormire come un sasso anche se entrasse in camera l’imperatore con tutta la sua scorta! Una volta bevuta, non ci sarà più di alcun intralcio.

Ludovico:                                  A mezzanotte allora! (esce, ed entra Gaetano).

Scena 3

(Beatrice, Gaetano)

Gaetano:

Dove scappava Anichino così allegro a quest’ora di sera.

(vedendo gli scacchi) Deve aver vinto un bel po’ di partite, per

essere così felice da non prendersi neanche il disturbo di riporre la

scacchiera al suo posto.

Beatrice:

In verità ne  ha vinta una soltanto, ma assai  più importante

delle altre che ho vinto io.

Gaetano:

Bizzarie  di  gioventù!  Vincere  una  sola  volta

ed  esserne

soddisfatto.

Beatrice:

Tu non puoi capire. Non hai mai saputo giocare a scacchi!

Gaetano:

(prendendo  un  pezzo)  E che  ci  vuole  basta

muovere  il

proprio pezzo in su e in giù.

Beatrice:

Appunto. Tu il tuo pezzo in su e in giù non hai mai saputo

muoverlo a dovere.

Gaetano:

Invece Anichino…

Beatrice:

…Un maestro (sospirando)

Gaetano:

Ah, al diavolo gli scacchi! (lasciando andare i pezzi sulla

scacchiera). Sono così stanco che dormirei un giorno intero. (si

veste per la notte ed entra a letto, e con lui Beatrice che si è

spogliata durante il dialogo)


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                  Pagina


Scena 4

(Beatrice, Gaetano, Ludovico)

(Si spengono le luci. Dopo pochi minuti scocca la mezzanotte come se in realtà fossero passate alcune ore. Entra Ludovico di soppiatto e si avvicina a Beatrice toccandola lievemente per constatare se è sveglia. La donna non appena sente la mano dell'amante la afferra con forza e trattenendola chiama il marito)

Beatrice:                                      Gaetano, Gaetano!

(A questo punto tutto il dialogo tra la donna e il marito si svolge in questo modo. Il marito continua a dare le spalle alla donna immerso nel dormiveglia. La donna trattiene l’amante come può. L’amante pensando di essere stato ingannato ingaggia esilaranti controscene in cui tenta di divincolarsi, ma più cerca di liberarsi, più la donna lo strattona e lo afferra dove può, togliendogli anche parte dei vestiti)

Gaetano:

(ancora insonnolito) Chi è?

Beatrice:

Come chi è?  Beatrice, tua moglie. Senti Gaetano, c’è una

cosa che mi assilla e che non mi fa dormire.

Gaetano:

Anche a me!

Beatrice:

No, ascoltami bene. Dimmi sinceramente. Chi è il  servo più

fidato e leale di questa casa:

Gaetano:

Beatrice lo sai bene. Non c’è servo a cui io sia

più

affezionato di Anichino. Ma perché me lo chiedi?

Beatrice:

Ecco vedi. Anch’io la pensavo come te. Ma

stasera stessa,

mentre stavamo giocando, mi ha chiesto senza vergogna di giacere

con lui!

Gaetano:

Cosa ha fatto?! (Gaetano scatta a sedere sul letto e

si volta

verso   Beatrice,   contemporaneamente   Anichino   si   abbassa

gettandosi sotto il letto)

Beatrice:

Io  per non  correre pericoli  e per mostrarti

di  che pasta sia

fatto, ho finto di cedere alle sue voglie. Lo spudorato mi ha dato

appuntamento nel nostro giardino, a mezzanotte in punto.


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                  Pagina


Gaetano:                                     In giardino a mezzanotte? Bene, il nostro Anichino avrà una

bella sorpresa! (sta per andarsene)

Beatrice:                                      Non  farlo  Gaetano!  Se  ti  scorgesse  potrebbe      fuggire  e

giurare il falso, così che tu non avresti prova del suo tradimento ed

io sarei svergognata. Se vuoi vendicarti di lui ti dirò io come fare.

Mettiti addosso uno dei miei vestiti, copriti il volto con il velo e vai in giardino. Lui crederà che tu sia me, e quando ti salterà addosso tu potrai ben ricompensarlo dei servigi che sognava di rendermi.

Gaetano:                                     Oh, generosa fortuna! Che mi hai  dato una        moglie bella,

fedele e intelligente. Farò come dici. (prende un vestito dalla cassapanca e si traveste) Vedrai Anichino, ti insegnerò io aintrodurti in una casa onesta come una serpe in una stalla. Dopo tutto l’affetto che ti abbiamo dimostrato, ripagarmi con questa moneta fasulla. (già vestito da donna, si dà arie da coraggioso) Ma deve ancora nascere quello che riderà di Gaetano de’ Galluzzi! (esce).

Beatrice:

Ludovico, adesso potete uscire.

Ludovico:

(esce sconvolto dal letto) Signora, mi avete portato   così in

proda  al  baratro  della  morte,  che  non  pensavo  mi  avreste

resuscitato con tanta arguzia.

Beatrice:

Vieni Ludovico (lo invita a letto). Hai sempre  soddisfatto i

miei

desideri   come   servo,  bada  a  fare  altrettanto   come

amante.(Ludovico si getta sotto le coperte, si spengono le luci. Sul

buio entra in platea Gaetano, vestito da donna, con una lanterna

in mano).

Gaetano:

Sciagurato di un servo! Deve aver annusato l’inganno. Sono

già due ore che vago per questo giardino senza vedere anima viva.

(si  riaccendono  le  luci  sul  palco.  Gli  amanti  sono  spossati  e

ansimanti).

Beatrice:                                      Adesso Ludovico, và da mio marito e fa come ti ho detto!

Ludovico:                                  Volo!  (esce  dal  letto  rivestendosi  alla belle  e     meglio  e

raggiunge Gaetano in giardino)


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                Pagina 10


Gaetano:                     Aspetta un attimo! Mi sembra di sentire un rumore da quella parte. Meglio coprirsi il volto. (si rimette il velo e si volta dalla parte opposta da dove giunge Ludovico. Da adesso in poi Gaetano camufferà la voce fingendosi donna).

Ludovico:

(con un bastone nascosto dietro la schiena) Beatrice,

pss..

Beatrice! Oh, dolce Beatrice non speravo di incontrarti davvero.

Gaetano:

(a  parte.)  Tra  poco  spererai  davvero  di  non avermi  mai

incontrato!  (a  tutti)  Anichino,  mio  adorato!  Avvicinati,  che  tu

possa toccarmi!

Ludovico:

Volentieri ti toccherò Beatrice. Ma con questo! (Ludovico si

avvicina e assesta una gran bastonata sulla schiena di Gaetano)

Gaetano:

Ma cosa fai Anichino, sei impazzito!

Ludovico:

Bella questa! Bastono una moglie infedele e il pazzo sarei io

(altro colpo). Femmina disonesta. (colpi a tempesta!)

Gaetano:

(a parte) Oh Dio che fior di servitore.

Ludovico:

Ingrata. Mentre vostro marito perde il lume degli occhi a far

di conto per farvi vivere da regina.

Gaetano:

(a parte). Oh, generosa fortuna. Una moglie  bella,  fedele e

intelligente, e un servo colmo d’ogni virtù! (a tutti) Non capisco,

amore mio!

Ludovico:

Ah non capisci? Ti ho messo alla prova per vedere quanto

bene volessi a quel santo del mio padrone.

Gaetano:

(a parte) (felicissimo!) Mio Dio cosa ho fatto  per meritarmi

tutto questo? (a tutti) Perdonami Anichino!

Ludovico:

Se tu  fossi  un  uomo  ti  spezzerei la schiena a mazzate, ma

temo che se continuo ti porterò alla morte, e Dio non voglia che mi

macchi di assassinio. Vattene in casa e se tuo marito ti chiederà il

motivo di quei segni, digli che un benefattore ti ha mondata dei

tuoi peccati! (durante queste parole così altisonanti Ludovico a

stento

trattiene le risate. Esce Gaetano). (ridendo) Mio

Dio le


Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                Pagina 11


donne, che ingegno! Convincere un marito becco e bastonato di essere stato baciato dalla sorte! (esce ridendo).

Beatrice:

(entra  Gaetano  in  camera  completamente

tumefatto,

ma

felice  e  sorridente)Mio  Dio  Gaetano!  Cosa

è  successo

(anche  Beatrice  non  riesce  a  trattenere  le  risate).Chi  ti  ha

ridotto così?

Gaetano:

Un santo!

Beatrice:

Ah! Pensa se incontravi un demonio.

Gaetano:

Ti dirò tutto domani. Sappi solo che non sono mai  stato

così felice come adesso. (si rimette a letto e tira le coperte).

Che notte meravigliosa, che notte meravigliosa!

BUIO

Durata 20 minuti circa

Alessio Giusti – Teatromerone o Boccaccio fino alla fine del mondo – novella n.7 settima giornata                Pagina 12