Bollettino di guerra

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BOLLETTINO DI GUERRA

BOLLETTINO DI GUERRA

DI  ALDO CIRRI

COMMEDIA IN UN ATTO  E TRE QUADRI

PERSONAGGI :

CIRO - Il Padre - anni 80

GIOVANNI - Primo figlio di Ciro - anni 55

BRUNO - Secondo figlio di Ciro - anni 45

SERGIO - Terzo figlio di Ciro - anni 43

GINA - Moglie di Giovanni - anni 50

FLORA - Moglie di Bruno - anni 43

ALESSIO - Figlio di Giovanni - anni 25

DONNA VIRGINIA - Contessa di Montevecchio - anni 65

SERENA - Figlia di Donna Virginia - anni 20

L’AZIONE SI SVOLGE TRA IL 1943 E IL 1946 IN UNA

IMMAGINARIA CITTADINA

AI CONFINI TRA LA TOSCANA E L’UMBRIA


INVERNO 1943

SCENA

La cantina della villa della contessa Virginia, dove il vecchio Ciro, fattore da più di quarant’anni delle tenute della contessa, si è rifugiato con ciò che è rimasto della sua famiglia, dopo che la sua casa è stata distrutta da un bombardamento. Parete di SX : una rampa di scale con 4-5 gradini scende da una porta rialzata, rispetto al piano del pavimento, che dà sull’esterno ; a sinistra e a destra delle scale, quattro botti da cantina con rubinetto, due per parte. Fondale : in alto due finestre ad inferriata, al centro un mucchio di casse che fanno da divisorio a due zone notte di fortuna (con alcuni letti) nascoste da due tende che, partendo dal mucchio di casse vanno alle pareti di DX e di SX. Parete di DX : una serie di sedie (alcune in stile provenienti dalla villa) stanno intorno ad una stufa ricavata dal busto (completo di elmo) di un’armatura medievale, dal cui braccio mancante, parte il tubo di scarico del fumo, che va ad infilarsi in una finestra ad inferriata in alto sulla parete. Al centro, una porta che dà su un locale attiguo che serve anch’esso da dormitorio. Al centro : un tavolo con alcune sedie, sopra di esser una lampada a petrolio e una vecchia radio. Dovunque un misto tra attrezzi da campagna, alcuni canestri, qualche sacco e residuati storici ed artistici salvati dalla villa della contessa : quadri, armi antiche ecc.

ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

Tardo pomeriggio : il vecchio Ciro, seduto al tavolo, sta ascoltando la radio, si tratta di un vecchio contadino alla cui forte fibra, la perdita della casa e della moglie, in seguito ad un bombardamento, hanno dato un forte colpo. Si muove con fatica e con la testa c’è sempre meno. Ciro allunga una mano e alza il volume della radio.

RADIO              - (la voce è quella famosa dei comunicati ufficiali del fascismo)... Dopo aver elogiato ufficiali e sottufficiali del reparto, per il grado di efficienza e di organizzazione dimostrata, e complimentandosi per la preparazione raggiunta, il duce ha voluto intrattenersi con i militi e, soldato fra i soldati, ha esortato la schiera di giovani ad essere legati, nella disciplina come nell’abnegazione, “Uniti in un sol corpo, compatto e granitico come un ariete di solido bronzo, temprato al fuoco del fascismo, lanciato contro la minaccia bolscevica e anglosassone”. Il Duce ha poi passato in rassegna i mezzi corazzati soffermandosi...

Ciro gira la manopola della sintonia, si sente della musica, altri notiziari, poi Radio Londra.

RADIO              - (accento inglese)... Sir Winston Churchill, sulle gravi conseguenze che aspettano l’Italia se persevererà nella guerra al fianco di Hitler. (pausa) Diamo ora alcuni comunicati speciali. (pausa) “Rosina coglie solo le mele mature” (pausa) “Il cane senza coda salta il fosso” (pausa) “La lanterna non ha più olio”...

Ciro gira ancora la manopola, si sente una radio clandestina.

RADIO              - ... non si hanno ancora notizie certe, ma le perdite tedesche sembrano ingenti. Da fonti non ufficiali, sembra che un’intera armata sia rimasta sul campo. A cinquanta chilometri da Stalingrado, dove sono attestati i comandi delle divisioni sovietiche il...

Gina, che nel frattempo era entrata da destra, appena sente le ultime notizie uscite dalla radio, si affretta a spegnerla. Ciro si gira appena e la guarda indispettito.

CIRO                 - Ma che cavolo combini...

GINA                 - Ma non avete sentito che era una stazione clandestina?

CIRO                 - E allora ? Io voglio sapere notizie su Tonino e...

GINA                 - Shhhh ! Se i tedeschi scoprono che ascoltiamo Radio Londra e le stazioni clandestine, fanno prima loro a sparare che noi a starnutire!

CIRO                 - Uff ! Tedeschi... fascisti... americani... inglesi... cinesi... milanesi... con questa guerra non ci si capisce più niente. Almeno nel ’18 eravamo in due : noi e gli austriaci, una trincea di qua e una di là. Un po’ si sparava noi e un po’ loro. Un giorno si avanzava di un chilometro, il giorno dopo ci si ritirava di due. Chi riusciva ad avanzare sul Piave, si lavava le mutande, chi indietreggiava, ritornava in trincea a schiacciare i pidocchi. Siamo andati avanti così per due anni, non si faceva neanche la cacca per risparmiare, gli unici che ingrassavano erano i pidocchi che saltavano da noi agli austriaci e viceversa a seconda chi c’era in trincea... secondo me la guerra l’hanno vinta loro!

Ciro si ferma un attimo pensieroso, poi come rinvigorito.

CIRO                 - Ma questa volta no, questa volta gliela faremo vedere noi... vero Tonino ? (alzando il bastone) ... falli fuori tutti... questa volta, oltre al Piave, prendiamo tutta l’Austria!

GINA                 - Ciro, calmatevi... non possiamo...

CIRO                 - Ma che calmo ! Qui ci vogliono i moschetti, le granate, altro che ’18, qui bisogna fare un ’48!

SCENA SECONDA

Nel frattempo entra Bruno da sinistra.

BRUNO             - Ma che succede?

GINA                 - A tuo padre è venuto uno dei suoi momenti.

CIRO                 - (alzandosi concitato e agitando il bastone)... Tonino, prendi due corazzate, anzi, prendi tutta la flotta, i sommergibili, i velieri, le zattere, gli aerei... bombardali tutti!

BRUNO             - Papà, calmati!

Ciro si zittisce d’improvviso, lo guarda perplesso trovandoselo ad un palmo dal naso, poi si volta verso Gina.

CIRO                 - Ma chi è questo?

GINA                 - Me è vostro figlio Bruno!

CIRO                 - (voltandosi verso Bruno) Bruno ! (fa per abbracciarlo) Quando sei tornato?

BRUNO             - Papà, non sono mai partito!

CIRO                 - Non sei partito! Ma allora chi è partito?

BRUNO             - (con un groppo alla gola) Soltanto Tonino... è partito.

CIRO                 - Già, Tonino... il mio Tonino.

BRUNO             - Vieni papà, che ti accompagno a letto, così ti riposi un’oretta...

CIRO                 - ... Tonino...

I due si avviano verso destra.

CIRO                 - (di soppiatto a Bruno) Senti... non ti fidare di quella donna... non l’ho mai vista, e non mi piace per niente...

BRUNO             - Ma è Gina... non la riconoscete?

CIRO                 - Gina? Chi Gina?

BRUNO             - La moglie di Giovanni ! Tuo figlio Giovanni! Mio fratello!

CIRO                 - Hum, troppa gente in questa casa!

SCENA TERZA

I due escono da destra, da sinistra entra Giovanni.

GIOVANNI      - Ma che sta succedendo ? Si sente urlare dal fienile?

GINA                 - (sospirando) Tuo padre... uno dei suoi momenti.

GIOVANNI      - Povero papà, chissà se riuscirà mai a riprendersi.

GINA                 - (trafficando con il necessario per cucire) Troppi colpi uno dietro l’altro, il bombardamento, la casa distrutta... tua madre...

GIOVANNI      - (tra i denti) Dovrà pur finire questo schifo di guerra!

Entra Flora da sinistra.

FLORA              - (scaricando sulla tavola alcuni pacchi) ... Uff, ringraziando Dio, anche stasera abbiamo rimediato la cena.

Gina si avvicina a Flora.

FLORA              - Carne, con il contagocce. Zucchero e caffè, spariti nel nulla. Farina, ottima per intonacare, poca per sentirne l’odore. Se anche le galline scoprono il mercato nero, si mettono a fare le uova a tessera!


GIOVANNI      - L’altro giorno ho sorpreso il vecchio Tonio che guardava con occhi strani il barboncino della signora contessa.

GINA                 - (ironica) Forse voleva tosarlo?

GIOVANNI      - Sì, al massimo ci faceva mezza calza... no, no, quella era fame, altro che freddo!

GINA                 - (a Flora) Hai saputo notizie?

FLORA              - Le solite, chi sa qualcosa sta zitto. Chi non sta zitto, c’è chi l’aiuta. I fascisti non fanno altro che riempirsi la bocca con l’impero e il duce. La guerra continua e...

GIOVANNI      - ... e di Tonino non si sa nulla!

Pausa gelida.

FLORA              - (sedendosi e sopirando) A proposito... tuo padre?

GIOVANNI      - (alzandosi) Papà... come vuoi che stia ? Un uomo che si è spezzato la schiena per tutta la vita sui campi, che ha sempre tenuto alla sua famiglia più che hai suoi occhi... (ironico) Sapete, questa guerra fa miracoli : mio padre era un uomo che in vita sua non aveva mai avuto paura di nulla, aveva mantenuto il suo orgoglio e la sua dignità anche nei momenti di miseria più nera. È riuscito a tirare su quattro figli nel più completo rispetto di se stessi... ed ora ? È bastata una bomba... un lurido, infame tubo di metallo pieno di morte a trasformare la nostra casa in un mucchio di sassi, mia madre in un ricordo e mio padre... in un povero vecchio! (termina il discorso con voce tremante)

Flora si avvicina e gli mette una mano sulla spalla.

FLORA              - Su, su... tuo padre è già provato da troppi lutti, cerchiamo, almeno noi, di farci vedere giù... non possiamo dargli altri dispiaceri.

GIOVANNI      - Sì... sì, hai ragione.

GINA                 - (scuotendosi) Su, Flora, prepariamo qualcosa da mettere sotto i denti, fra un po’ torneranno Alessio e Sergio.

Flora si avvicina e comincia a darsi da fare con Gina per la cena.

GIOVANNI      - Io vado a finire di sistemare la stalla.

Fa per uscire, quando da destra rientra Bruno.

SCENA QUARTA

GIOVANNI      - Bruno!... E papà?

BRUNO             - È di là che sonnecchia.

GIOVANNI      - Come sta?

BRUNO             - (sospirando) Certi momenti c’è con la testa, altri meno, sta attaccato a quella radio tutto il giorno, non so neanche se riesce a capire tutto quello che trasmettono... parla sempre di Tonino... del suo Tonino, come se da un momento all’altro dovesse rispondergli dalla radio.

GIOVANNI      - ... Dio mio...

FLORA              - Forza gente, a lavarsi, fra un po’ si mangia!

GINA                 - (a Flora) ... Be’, speriamo di non riuscire a perdere il vizio di mangiare.

FLORA              - Certo che la borsa nera aiuta molto!

GINA                 - Che dici, facciamo fuori questo po’ po’ di cavolo ? (tirando fuori da un pacchetto un cavoletto striminzito)

FLORA              - (ironica) Noooo, sei matta? Vuoi che ci prendiamo tutti un’indigestione?

GINA                 - Sei riuscita a trovare il pane?

Flora fruga tra i pacchi e tira fuori mezza pagnotta.

GINA                 - Che lusso!

FLORA              - Visto? Oggi si festeggia!

BRUNO             - (pensieroso) Flora.

FLORA              - Che?

BRUNO             - Quando era di là con papà, si è messo a borbottare qualcosa riguardo alla radio...

FLORA              - Sì, quando sono entrata era sintonizzata su di una radio clandestina, l’ho spenta subito... se si sa in giro che ascoltiamo Radio Londra ed emittenti clandestine, qualcuno ci viene a dire “bravi” con il mitra in mano.

BRUNO             - Ti ricordi di cosa parlava la radio?


FLORA              - Boh!... Aspetta... parlava di perdite tedesche...

GINA                 - Che? I tedeschi le stanno prendendo?

BRUNO             - E dove?

FLORA              - A Stalin... e qualcosa.

BRUNO             - Stalingrado? (esterrefatto crollando seduto)

FLORA              - Sì, proprio quello... diceva che le perdite sembravano pesanti e che il comando siviti... covioti..., ma chi è questo comando, Hitler ha dichiarato guerra a qualcun altro?

BRUNO             - (ancora imbambolato) I sovietici sono i russi.

FLORA              - A sì? Bene, così una volta tanto “baffettino” le prende da qualcuno... (cambia espressione)... I russi? Ma...

GINA                 - Ma laggiù...?

BRUNO             - Sì... laggiù c’è anche Tonino.

Pausa.

GINA                 - Dio mio, fa che non gli succeda niente!

Bruno va precipitosamente alla radio e l’accende.

RADIO              - ... successivamente sua maestà ha ricevuto il generale Orlando, il quale ha riferito la situazione sul fronte africano...

Bruno gira ancora la manopola.

RADIO              - ... la santa sede, nella persona del suo delegato, si è espressa con cautela, dichiarando che prima di prendere posizione sugli ultimi avvenimenti...

BRUNO             - Al diavolo!

Gira ancora la manopola, si sentono le note di “Lilì Marlène”, Bruno lascia un po’ scorrere la canzone , poi gira ancora.

RADIO              - ... le altre notizie nel prossimo bollettino...

BRUNO             - Porca miseria!

FLORA              - Hanno già trasmesso!

Bruno si alza e si infila la giacca.

GINA                 - Dove vai?

BRUNO             - Esco, voglio saperne di più!

FLORA              - Stai attento (aiutandolo ad infilarsi la giacca), non farti vedere in giro dai federali.

BRUNO             - Stai tranquilla.

Bruno dà un bacio a Flora ed esce da sinistra.

SCENA QUINTA

Si sentono delle voci fuori, poi entrano Alessio e Sergio con gli attrezzi da campagna.

ALESSIO          - (a Gina) Mamma, ma che aveva zio Bruno, è uscito come un siluro!

GINA                 - Niente...

Alessio e Sergio si guardano, con calma posano gli attrezzi e si tolgono le giacche.

SERGIO            - Forza, avanti, sputate il rospo.

Gina e Flora si guardano.

GINA                 - Sembra che i tedeschi stiano perdendo sul fronte Russo.

SERGIO            - Tonino!

FLORA              - È quello che abbiamo pensato anche noi.


Sergio fa per vestirsi e uscire.

FLORA              - (risoluta) Sergio ! Stai fermo, c’è già tuo fratello a girare per il paese cercando botte dai fascisti !

Sergio si calma.

ALESSIO          - Delle truppe italiane si sa nulla?

GINA                 - No... la radio aveva finito il notiziario proprio quando l’abbiamo accesa.

ALESSIO          - La radio!... Ma allora il nonno sa tutto?

GINA                 - No... quando sono entrata, sono riuscita a spegnerla in tempo.

ALESSIO          - Cristo! Se il nonno riesce a capire qualche notizia di questo genere, ci resta secco!

GINA                 - Alessio!

SERGIO            - No Gina, Alessio ha ragione, dobbiamo stare attenti.

FLORA              - Mica possiamo metter via la radio! Tuo padre sta attaccato a quell’apparecchio tutto il santo giorno... il suo mondo ormai è dietro quell’altoparlante.

SERGIO            - Qualcosa ci inventeremo.

SCENA SESTA

Da destra entra Giovanni con un bidone del latte in mano.

GIOVANNI      - Buona sera a tutti.

SERGIO            - Ciao Giovanni.

ALESSIO          - Ciao papà.

GIOVANNI      - E Bruno ?

GINA                 - È... è uscito per sapere notizie...

GIOVANNI      - ... dal fronte russo... lo so.

FLORA              - L’hai incontrato?

GIOVANNI      - No, ma ho parlato finora con la signora contessa, anche lei ha sentito della batosta che stanno prendendo i tedeschi.

SERGIO            - E non si sa altro?

GIOVANNI      - Macché.

Pausa.

FLORA              - Su... su, gente, basta con i musi lunghi, a tavola ! Sergio, vai a prendere tuo padre, Alessio tira fuori il vino, (fra se) almeno quello c’è in abbondanza, così ci prendiamo tutti una sbronza e ai bollettini di guerra non ci pensa più nessuno!

Tutti si danno da fare, Gina prende la radio dal tavolo e l’appoggia su di una sedia, Sergio esce da destra e rientra sostenendo per un braccio il vecchio Ciro.

SCENA SETTIMA

CIRO                 - (canticchiando) ... L’esercito marciava per raggiunger la frontiera, per far contro il nemico una barriera...

FLORA- Venite, Ciro, sedetevi che fra un minuto è in tavola (lo aiuta a sedersi)

ALESSIO          - (avvicinandosi) Nonno, come state?

CIRO                 - (guardandolo perplesso e cercando di ricordare chi sia) ... Alessio?

ALESSIO          - Sì!

CIRO                 - (contento di averlo riconosciuto) Bene, bene ! (poi guardandosi intorno) Dov’è la radio, voglio sentire le notizie!

FLORA              - Ora no, dobbiamo mangiare, la radio la sentirete dopo.

GIOVANNI      - Vieni papà che andiamo a lavarci le mani.

Lo aiuta ad alzarsi e lo accompagna in un angolo della stanza dove c’è una bacinella d’acqua, poi Giovanni riaccompagna Ciro a tavola e tutti si siedono.

GIOVANNI      - Oooo! Bene, possiamo ritenerci fortunati, con tutta la miseria che c’è in giro, riusciamo a non farci altri buchi nelle cinte!


SERGIO            - Certo se non ci fosse stata la signora contessa, chissà dove saremmo a quest’ora. Ricordo che, quando i fascisti fecero sparire il marito, la contessa ci disse “Sergio, Giovanni... !” Sapete com’è, con quel suo tono autoritario.... “Dobbiamo nascondere tutte le provviste della cantina, i tedeschi e i fascisti non devono toccare neanche una briciola delle mie proprietà !” Vi ricordate la notte in cui trasportammo tutto nella cantina del padiglione di caccia?

FLORA              - (ridendo) C’erano due forme di parmigiano che non si riuscì a caricarle sulla carriola, tanto erano pesanti, dovetti rotolarle fino al padiglione e, siccome era...

ALESSIO          - (ripetendo il racconto di Flora fatto già mille volte)... e siccome era già buio, chiedesti a zio Bruno: “Perché non mi ci metti il mozzo, il campanello e la dinamo con il fanale, così vedo dove rotolo!

Tutti ridono.

GIOVANNI      - Ma che fine fece il marito della contessa.

SERGIO            - (facendo i conti) Voi siete qui da... giovedì? (rivolto a Giovanni, Gina e Alessio)

GIOVANNI      - Sì, oggi sono quattro giorni... (tristemente)... quattro giorni che siamo sfollati.

SERGIO            - E prima?... Cioè, volevo dire, quando è stata l’ultima volta che siete venuti alla villa?

GIOVANNI      - Ma...

GINA                 - Sicuramente quattro o cinque anni fa.

SERGIO            - Quindi, sicuramente, prima dell’inizio della guerra?

GINA                 - Sì, si, questo sì.

SERGIO            - Mmmm, infatti non potevate saperlo, perché è successo due anni fa.

ALESSIO          - Racconta, racconta!

FLORA              - Fu un giorno tremendo per la contessa...

ALESSIO          - Che tipo è questa contessa?

FLORA              - La conoscerai...

GIOVANNI      - Non interrompere.

FLORA              - Era la primavera del ’41, i fascisti distribuivano manganellate a destra e a manca, in quei giorni setacciavano ogni casa, ogni stalla, ogni cantina alla ricerca di tre uomini, ... socialisti, credo... che tentavano di emigrare clandestinamente in Francia, tre perseguitati politici. Il conte era un galantuomo e si prese cura dei tre, con l’aiuto di Ciro li nascose per una settimana, poi riuscì a farli fuggire. I fascisti lo tennero d’occhio finché, con false prove, riuscirono ad accusarlo. Non potevano fargli niente poiché il conte era un personaggio in vista, conosceva gente importante ed era benvoluto da tutti al paese, perciò lo mandarono al confino in Sicilia,... ma il signor conte in Sicilia... non ci arrivò mai...

GIOVANNI      - E che cosa gli successe?

FLORA              - (sospirando) Nessuno lo ha mai saputo con certezza, alcune notizie lo davano deportato in un campo di lavoro, qualcuno ha detto che i fascisti lo ammazzarono durante il trasferimento al confino.

Pausa.

SERGIO            - Povera signora contessa, è sempre stata una donna energica, ma il colpo è stato troppo forte, pensate che è rimasta chiusa in casa per un anno, senza mai uscire.

GIOVANNI      - E i fascisti?

FLORA              - Non le hanno mai torto un capello ! Dopo la sparizione del conte la situazione in paese si era fatta tesa, se solo si fossero provati ad alzare un dito, qualcuno avrebbe trasformato il podestà in marmellata!

SERGIO            - Da quella volta la signora contessa non ha fatto altro che dare aiuto a tutti i perseguitati politici che glielo chiedevano.

SCENA OTTAVA

In quel momento entra Bruno.

BRUNO             - Ciao gente.

TUTTI                - Ciao.

FLORA              - Bruno che si dice in giro?

BRUNO             - (sedendosi e sospirando) Cosa vuoi che si dica, le notizie della radio sono le sole cose che tutti sanno : italiani e tedeschi le hanno prese di santa ragione, l’inverno russo farà il resti.

Per un attimo tutti rimangono in silenzio.

CIRO                 - (improvvisamente) Tonino ! Ammazzali tutti ! Russi, tedeschi, cinesi...


Qualcuno sobbalza, Gina cerca di nascondere le lacrime.

GIOVANNI      - Babbo, calmati

FLORA              - (a Bruno) Hai incontrato la signora contesa?

BRUNO             - No, ho incontrato la contessina e mi ha detto che la madre era andata anche lei ad informarsi su quello che era successo.

ALESSIO          - (interessato) La contessina?

FLORA              - Sì, Serena, la figlia unica della signora contessa... (poi guardandolo sospettosa e ironica) com’è che siamo tanto interessati?

ALESSIO          - Io? No... no, ma che dici!

FLORA              - Mmmm…

SCENA NONA

Si sente bussare alla porta.

BRUNO             - (rivolto a tutti) Shhh!

Pausa, poi di nuovo colpi alla porta.

FLORA              - (a Bruno, sottovoce) Forse sarà meglio rispondere.

VIRGINIA        - (da fuori della porta) Siamo noi!

FLORA              - È la signora contessa, apriamo!

Bruno si precipita ad aprire, entrano la contessa e la figlia.

FLORA              - Venga signora contessa.

VIRGINIA        - Grazie.

BRUNO             - Venga, venga si accomodi (prendendole una sedia) venga signorina Serena.

SERENA           - Permesso... grazie.

Virginia si siede. Alessio sollecitamente prende una sedie e l’avvicina a Serena che ringrazia con un timido sorriso. Tutti attendono che Virginia cominci a parlare.

VIRGINIA        - Amici miei, purtroppo non c’è nessuna buona notizia dalla Russia, le truppe italiane..

CIRO                 - (interrompendola, ma rivolto a tutti) E Tonino ? Abbiamo notizie di Tonino ? Abbiamo vinto la guerra no ? E allora cosa aspetta Tonino a tornare?

Per un momento tutti stanno in un silenzio imbarazzato.

VIRGINIA        - (si alza e avvicinandosi a Ciro gli parla con affetto) Ciro, state tranquillo, vedrete che Tonino sarà presto fra noi.

CIRO                 - Ma la guerra è finita ! Tonino deve tornare!

VIRGINIA        - No... Ciro, la guerra non è finita, ma vedrete che tra non molto...

CIRO                 - Stiamo vincendo è vero ? Io lo so, l’ho sentito alla radio, abbiamo invaso la Russia e fra un po’ anche la Cina, sarà questione di un mese e poi Tonino tornerà con le medaglie.

BRUNO             - (si avvicina alla sedia di Ciro e si mette accosciato) Babbo, la guerra...

VIRGINIA        - (interrompe con un gesto Bruno, guarda tutti preoccupata, poi si rivolge dolcemente a Ciro) Ciro... sì, Tonino tornerà con le medaglie, la guerra finirà presto... stiamo vincendo e presto la Russia e... la Cina... saranno italiane...

SERGIO            - (piano) Ma signora contessa!

VIRGINIA        - (zittisce Sergio con un gesto, poi continua) Vedrete Ciro, Tonino tornerà... e tornerà anche mio marito... (ricacciando in gola un singhiozzo)

CIRO                 - Bene ! Ho proprio voglia di rivedere il signor Conte!

Pausa.

FLORA              - Venite Ciro, che vi accompagno a letto!

CIRO                 - Ma io ho fame ! E poi voglio sentire la radio!

FLORA              - Ve la porto io di là la cena e poi... alla radio, a quest’ora, non trasmettono più nulla.


Flora aiuta Ciro ad alzarsi, poi lo accompagna in camera, Ciro uscendo borbotta cose sulla guerra e su Tonino. Escono da destra.

SCENA DECIMA

SERGIO            - Ma... signora contessa, perché ha raccontato quelle cose al babbo? Ora come faremo? Si è già messo in testa che la guerra finirà in un mese e che tutti torneranno!

Flora rientra da destra.

VIRGINIA        - Lo so, ma non potevamo dargli un dispiacere, ho sentito dal maresciallo dei carabinieri certe notizie sulla Russia, che poi... mi sono state confermate da alcuni amici che ho aiutato... voi mi capite.

SERGIO            - Sì, sì certo.

VIRGIIA           - Italiani e tedeschi, durante l’avanzata, hanno trovato tutto bruciato e distrutto dai russi in ritirata, hanno subìto forti perdite ed ora si stanno ritirando a loro volta... non sappiamo in quanti.

FLORA              - (piangendo) Dio mio!

BRUNO             - ... ci hai tolto la mamma, non ti prendere anche Tonino.

Per un po’ sulla scena grava un pesante silenzio.

GIOVANNI      - Su... su gente, non cominciamo a fasciarci la testa prima di rompercela, il problema ora è il babbo. A questo punto non possiamo più fargli ascoltare la radio, sentirebbe notizie che non possono fargli altro che male.

SERGIO            - E come facciamo, è attaccato a quell’apparecchio come un francobollo, è il solo modo che ha di passare le sue giornate.

GINA                 - Facciamo finta che si sia guastata!

BRUNO             - No, per carità, sarebbe un brutto colpo, quelle voci che provengono da quella scatola di legno è come se gli raccontassero delle storie, anche se molte volte non capisce il significato dei comunicati. L’altro giorno l’ho visto sorridente e tranquillo che ascoltava delle vecchie canzoni... sembra che tutto il suo mondo ora sia quella radio... no, non possiamo farlo, non possiamo toglierla.

ALESSIO          - E allora che facciamo?

FLORA              - Potremmo accenderla solo quando trasmette musica.

BRUNO             - No, il babbo è svanito, ma non al punto di non accorgersi che la radio trasmette solo musica e non notizie!

GIOVANNI      - Bisognerebbe riuscire a fargli sentire solo le notizie che non possano turbarlo.

BRUNO             - È una parola! Come facciamo a sapere anticipatamente le notizie buone e quelle cattive, con questa maledetta guerra sembra che anche le buone notizie si trovino al mercato nero !

GINA                 - Fatevi venire in mente qualcosa gente!

Pausa.

SERENA           - Non occorre far finta che la radio sia rotta, c’è un altro modo per fargli sentire solo cose che non gli facciano male!

GIOVANNI      - E come, signorina Serena?

SERENA           - Mettendovi al posto della radio!

GIOVANNI      - Al posto della radio?

VIRGINIA        - Spiegati meglio Serena!

SERENA           - Basterà che al momento dei notiziari, tra un programma musicale e l’altro, qualcuno dia le notizie al posto della radio inventandosele!

Per un attimo tutti si guardano perplessi.

BRUNO             - (pensandoci su)... Al posto della radio...

SERGIO            - Non sarebbe un’idea malvagia!

FLORA              - Sì, ma vi ci vedete voi a fare gli annunciatori dei bollettini di guerra ? A me solo a pensarci mi si annodano le budella dal ridere... hem... mi scusi signora contessa.

VIRGINIA        - Non preoccuparti, comunque non vedo altre alternative.


CIRO                 - (dalla stanza di sinistra) Hei! Si mangia... ho fame!

FLORA              - Arrivo! State calmo!

GINA                 - Vai Flora, sarà meglio.

Flora prende un po’ di cose da mangiare ed esce da destra.

SCENA UNDICESIMA

GIOVANNI      - Sì, ma come facciamo a metterci al posto della radio?

SERENA           - Si potrebbe mettere la radio accanto ad una tenda o ad un paravento così chi deve leggere le notizie rimarrebbe nascosto.

SERGIO            - E se al babbo venisse in mente di spostare la radio come facciamo?

SERENA           - ... Già, ha ragione Sergio...

ALESSIO          - (pensieroso) Io avrei un’idea.

GIOVANNI      - Parla!

ALESSIO          - Si potrebbe collegare l’altoparlante della radio con un microfono, al momento della trasmissione dei notiziari, escludere la radio e parlare nel microfono dando le notizie.

BRUNO             - E dove lo prendi un microfono?

ALESSIO          - Se la signora contessa mi consente, l’altro giorno, quando abbiamo sistemato la soffitta della villa, ho visto parecchio materiale radiofonico, si potrebbe utilizzare quello?

VIRGINIA        - Sì, mio marito si dilettava di esperimenti di trasmissioni, era una delle sue passioni, sì, certo, utilizzate tutto quello che vi serve, spero che possa essere utile... per Ciro farei questo ed altro!

GIOVANNI      - E chi farebbe tutto l’impianto?

ALESSIO          - Be’, non è difficile, potrei farlo io.

SERENA           - (di slancio) Se volete potrei fare l’annunciatrice...

Un’occhiataccia di Virginia la zittisce. Pausa.

GIOVANNA     - Gente... mi sembra che non ci siano alternative, dobbiamo diventare la succursale

dell’ E.I.A.R !

FLORA              - (rientrando da destra) Sì: “Emittente, Italiana, Affamati, Riuniti” !

Tutti ridono.

FINE DEL PRIMO ATTO


SECONDO ATTO

PRIMO QUADRO

PRIMAVERA 1944

SCENA

Stessa scena del primo atto, ad eccezione di una piccola tenda, a circa un metro e mezzo dalla parete di DX e parallela ad essa, che nasconde un piccolo tavolo sul quale è stata installata una rudimentale apparecchiatura con microfono e cuffia collegata con un filo alla radio situata sempre sopra il tavolo al centro della stanza.

SIPARIO

SCENA PRIMA

Mattina. Dalle finestre ad inferriata entra la luce del sole. Ciro è seduto al tavolo e sta ascoltando la radio che trasmette musica. Alessio, nascosto dietro la tenda con la cuffia, il microfono ed un foglio davanti, aspetta la fine del programma musicale per trasmettere le notizie fasulle. Alla radio la musica sfuma, Alessio si prepara, fa scattare un interruttore sulla piccola apparecchiatura che ha davanti, dalla radio si sente qualche scarica, poi Alessio comincia a leggere.

ALESSIO          - (cercando di imitare la voce dei bollettini di guerra) “14 aprile 1944. Le truppe italiane, dopo aver riportato successi in Arabia e in Iran, si stanno ora dirigendo, trionfanti, verso l’India, acclamati come liberatori dalle popolazioni asiatiche. Una inconsistente resistenza da parte dell’esercito indiano, non ha minimamente ostacolato le divisioni italiane che, guidate dal maresciallo Badoglio comandante in capo delle forze armate, stanno marciando, a tappe forzate, alla conquista dell’estremo oriente...

Entrano Bruno e Sergio da sinistra. Ciro, ascoltando le notizie fasulle, fa il tifo.

ALESSIO          - ... il compito delle divisioni sarà comunque facilitato dalla quinta armata che, dopo i brillanti successi riportati in Russia, è penetrata in Mongolia e si appresta ad invadere la Cina dal nord. I governanti cinesi hanno subito chiesto l’apertura di negoziati per discutere la resa... ci arriva un comunicato in questo momento dove ci informano che l’aviazione italiana ha respinto le truppe americane oltre le isole di Capo Verde ed ha distrutto le ultime basi statunitensi dislocate nella Costa d’Avorio. Vi daremo ulteriori notizie con il prossimo bollettino di guerra.

Alessio preme l’interruttore e la radio torna a trasmettere musica.

CIRO                 - Bravi! Forza!

BRUNO             - Che succede babbo?

CIRO                 - Stiamo vincendo tutto, l’esercito è arrivato in cima!

SERGIO            - In cima? Perché, era in fondo?

CIRO                 - No... no, in... Cina! Sì, sì, in Cina. Forza Tonino!

Intanto Alessio è uscito da dietro la tenda senza farsi vedere.

BRUNO             - (intenzionalmente) Ora si fermeranno, ormai non c’è da invadere più nulla.

CIRO                 - Come no? Dobbiamo fargliela vedere!

BRUNO             - (fra se) O Cristo!

CIRO                 - ... e devono fare anche alla svelta, perché Tonino deve rientrare presto!

ALESSIO          - Certo, nonno, ma via via che i territori conquistati diventano più grandi, sarà sempre più difficile sia andare avanti che controllarli.

CIRO                 - Non importa, devono prendere tutto!

BRUNO             - (intenzionalmente) La guerra durerà ancora.

CIRO                 - Meglio! Così Tonino arriverà con un sacco di medaglie!

SERGIO            - (guarda gli altri sospirando, poi a Ciro) Babbo... senti, forse la guerra...

Da fuori si sentono delle raffiche di mitra in lontananza.

CIRO                 - Che succede?

BRUNO             - Non lo so.


ALESSIO          - Vado a vedere!

SERGIO            - (trattenendolo) Fermo, dove vai!

CIRO                 - Insomma si può sapere che succede?

SERGIO            - Hem... babbo... probabilmente...

SCENA SECONDA

Si spalanca la porte di destra ed entrano trafelate Gina e Flora.

SERGIO            - Che succede?

FLORA              - (col fiatone) I tedeschi... sono entrati in paese...

GINA                 - Sembra che ci siano state delle rappresaglie... giù a...

Sergio interrompe Gina con un gesto, poi le indica Ciro con il capo.

CIRO                 - Che cosa c’è stato?

Pausa imbarazzata, nessuno sa come deviare il discorso.

FLORA              - (dando una gomitata a Gina) ...Hem... er... Ciro, ci sono stati rapp... rappresentanti del comando tedesco... che si sono incontrati con le autorità comunali per complimentarsi delle vittorie italiane..

CIRO                 - E quelli spari?

FLORA              - (guardando gli altri) ... Q... quali spari ?... Ah !... Hem... erano per festeggiare la vittoria dell’esercito.

CIRO                 - Bene, bene, accidenti, se non fossi così acciaccato uscirei anch’io a festeggiare!

Tutti tirano un sospiro di sollievo.

GINA                 - Venite Ciro, che vi accompagno di là.

CIRO                 - (fermandosi e rivolgendosi ad Alessio)... Hem... A... come ti chiami...?

ALESSIO          - Alessio.

CIRO                 - Sì, sì, giusto... Alessio, avvertimi quando danno il prossimo bollettino!

Flora aiuta Ciro ad alzarsi. Escono da destra.

SCENA TERZA

ALESSIO          - (a Gina) Ma cosa è successo?

GINA                 - Non lo so, fuori è tutto pieno di tedeschi, sembra che ci siano stati dei rastrellamenti nei paesi qui vicino.

SERGIO            - (ironico) Di bene in meglio!

GINA                 - Ho l’impressione che d’ora in poi sia meglio rimanere nascosti il più possibile, ho paura che...

Si sente bussare.

SCENA QUARTA

SERGIO            - (a tutti) Shhhh!

GINA                 - Dovrebbe essere la signora contessa.

GIOVANNI      - (da fuori) Siamo noi!

BRUNO             - Noi chi?

GIOVANNI      - (c.s.) Dai apri, ci sono con me la signora contessa e la signorina Serena!

Alessio corre ad aprire, entrano Giovanni, Virginia e Serena. Alessio e Serena si lanciano un timido sguardo. Nel frattempo rientra Flora da destra.

FLORA              - Signora contessa! Ma che sta succedendo?

VIRGINIA        - (sospirando e mettendosi a sedere) L’inferno, sta succedendo l’inferno!

GIOVANNI      - I tedeschi stanno mettendo a ferro e fuoco tutta la regione!


VIRGINIA        - Una settimana fa c’è stato un rastrellamento nella zona di Poggio Mirteto, sembra che alcune bande di Poggio Catino, Aspra e Gavignano siano riusciti a respingere i tedeschi!

GIOVANNI      - I tedeschi, per rappresaglia, hanno bruciato le case di Poggio Mirteto e a Trancia hanno ucciso a colpi di mitragliatrice venti persone tra vecchi, donne e bambini!

VIRGINIA        - Anche a Vacone e a Calci ci sono stati degli arresti ed incendi di case!

GINA                 - Quando finirà quest’incubo!

VIRGINIA        - Bisogna avere pazienza, ma l’importante è che voi restiate nascosti qui al sicuro...

FLORA              - Signora contessa, noi non sapremo mai come ringraziarla, senza il suo aiuto a quest’ora chissà dove saremmo…

VIRGINIA        - Su, su, piuttosto come sta il nostro Ciro?

BRUNO             - Abbastanza bene, solo che...

Pausa.

VIRGINIA        - Solo che... cosa?

ALESSIO          - Be’... sa, il nonno è un po’ svanito, ma non completamente, ascoltando la radio ha cominciato a domandarsi come mai è sempre la solita voce che trasmette i bollettini di guerra. E cioè la mia!

VIRGINIA        - Ma non potete alternarvi a leggere le notizie?

Nel gruppo c’è un moto di imbarazzo.

FLORA              - Vede... signora contessa, noi siamo sempre fuori nei campi... siamo contadini, abbiamo le zolle attaccate alle scarpe... insomma, a parte Alessio, che ha studiato... noi cinque... hem... insomma, non mettiamo insieme mezzo alfabeto!

VIRGINIA        - Scusatemi, comunque avevo intenzione di chiedervi un favore risolvendo, in questa maniera, anche il vostro problema.

GIOVANNI      - Signora contessa, ci chieda tutto quello che vuole!

VIRGINIA        - La mia richiesta è semplice, l’aria fuori si è fatta pericolosa per tutti, devo chiedervi di tenere nascosta mia figlia per un po’, così lei potrà aiutarvi con la faccenda della radio.

SERENA           - Ma mamma, io non so se...

VIRGINIA        - Serena, devo molto a questa famiglia e per il tuo bene devi rimanere qui con loro!

GIOVANNI      - Signora contessa, la signorina Serena per noi è più di una figlia!

VIRGINIA        - Grazie Giovanni!

SERENA           - (a tutti) Io non so se sarò capace di aiutarvi.

ALESSIO          - (di slancio) Non si preoccupi, signorina Serena, l’aiuterò io a fare l’annunciatrice!

Tutti ridono, Gina si Avvicina ad Alessio, lo prende per un braccio e lo trascina sul proscenio, mentre gli altri rimangono a parlare tra loro in controscena.

GINA                 - (burbera) Senti un po’ tu, che cosa è tutta questa smania di fare la radio con la contessina?

ALESSIO          - (imbarazzato) Ma niente! Che ti viene in mente?

GINA                 - Lo so io che mi viene in mente! (poi a presa di giro) Stai in campana “Bollettino di guerra”!

Gina rientra nel gruppo, Alessio rimane sul proscenio e incrocia le braccia sbuffando, un attimo dopo Serena si avvicina timidamente ad Alessio.

SERENA           - Signor Alessio, io spero di non darle problemi, mi dispiace, me è stata un’idea di mia madre...

ALESSIO          - (subito addolcito e di slancio) Signorina Serena, mi creda, è un piacere per me poter contare sul suo aiuto.

Serena abbassa timidamente gli occhi, Alessio continua a guardarla, il gruppo, più indietro, continua a parlare eccetto Gina che, vista la manovra, squadra i due con sospetto compiaciuto.


SECONDO QUADRO

PRIMAVERA 1945

SCENA

Stessa scena della prima parte.

SIPARIO

SCENA PRIMA

Mattina inoltrata. Ciro (sempre più svanito e con la vista ulteriormente abbassata) seduto al tavolino, sta ascoltando la radio da cui esce della musica. Dietro la piccola tenda, seduti vicini davanti all’apparecchiatura per le false trasmissioni, ci sono Alessio e Serena che aspettano la fine della musica per trasmettere notizie, tutti e due hanno una cuffia in testa.

CIRO                 - (rivolto alla radio) Allora vogliamo smettere di fare musica e dare notizie!

Alessio fa un gesto a Serena che annuisce, poi fa scattare un interruttore, dalla radio si sente qualche crepitio, poi Serena comincia a trasmettere.

SERENA           - 25 aprile 1945, oggi la marina italiana, forte di 4 portaerei, 8 corazzate, 11 incrociatori e 15 cacciatorpediniere, coadiuvata dall’imponente appoggio dell’aviazione, dopo le vittorie delle isole Mauritius, di Cylon e la definitiva vittoriosa battaglia del Mar delle Filippine, ha gettato trionfante le ancore nel porto di Tokyo. Una delegazione della imperiale marina nipponica ha incontrato il comandante in capo della flotta italiana... (Serena copre con una mano il microfono e si rivolge sottovoce ad Alessio)... chi è il comandante della marina?

ALESSIO          - (sottovoce) Non lo so... signorina Serena, se ne inventi uno!

CIRO                 - (non sentendo più niente alla radio, le dà un paio di colpetti) Be’, allora?

Serena smania perché non riesce a farsi venire in mente un nome plausibile.

CIRO                 - (sempre più impaziente, rivolto alla radio) Allora! Vogliamo trasmettere il bollettino!

SERENA           - (senza rendersene conto) E un momento!

Serena si tappa la bocca e Alessio ride.

CIRO                 - Ma che cavolo...

SERENA           - ... Riprendiamo le trasmissioni scusandoci per L’interruzione dovuta a cause non dipendenti dalla nostra volontà. (pausa) Il comandante in capo della flotta italiana ammiraglio... (guarda Alessio) Alessi, ha incontrato una delegazione di rappresentanti del governo nipponico, guidata dal comandante delle forze navali giapponesi ammiraglio Yamamoto, per discutere le condizioni della resa. Successivamente una commissione congiunta, di alti rappresentanti delle forze armate italiane, ha incontrato l’imperatore Hiro Hito per trattare il piano relativo al futuro assetto politico e al controllo territoriale e marittimo di tutto l’estremo oriente.

Serena passa il microfono ad Alessio.

ALESSIO          - Fronte occidentale. La forza di attacco dislocata nell’Atlantico del nord, sta incontrando una inaspettata resistenza da parte delle forze armate statunitensi. Dopo la vittoriosa battaglia delle isole Canarie, la situazione è in un momento di stallo : gli Stati Uniti, arretrati fino alle isole Azzorre, dove hanno allestito una base navale strategica, stanno ora opponendo una strenua resistenza, impegnando tutti i mezzi aeronavali disponibili. Fonti vicine agli alti comandi delle forze navali italiane, sostengono che una volta stabilizzata la situazione in Giappone, la parte della flotta italiana dislocata in estremo oriente, potrà andare a dare man forte alla forza Atlantica...

Serena fa ad Alessio il gesto di chiudere, poi indica la sua cuffia : alla radio stanno cambiando trasmissione.

ALESSIO          - (rapidamente)... per un aggiornamento sulle notizie relative alla situazione politica delle colonie italiana in Africa, vi rimandiamo al prossimo notiziario.


Poi Alessio fa scattare un interruttore e la radio riprende a trasmettere i programmi veri.

RADIO              - ... trasmettiamo ora “Mattinata in musica” programma di musica leggera. Seguirà la commedia radiofonica “Il mio cuore per te” nell’augurarvi un buon ascolto, vi diamo appuntamento al notiziario delle 12,30.

La radio comincia a trasmettere musica, Ciro si mette tranquillo ad ascoltarla. Alessio e Serena, dopo aver spento l’apparecchiatura, si tolgono le cuffie e cominciano a parlare sottovoce per non farsi sentire da Ciro. I due giovani sono un po’ imbarazzati per l’intimità a cui li costringe la farsa della radio.

SCENA SECONDA

ALESSIO          - Signorina Serena, ancora non so come ringraziarla per l’aiuto che ci dà per far sentire tranquillo il nonno.

SERENA           - Oh, non deve, quello che faccio, lo faccio con piacere.

Pausa.

ALESSIO          - ... Devo dire che mi... ha veramente stupito, non credevo che fosse così brava a fare l’annunciatrice.

SERENA           - Non ho fatto niente, mi sono affiata all’istinto.

ALESSIO          - ... Io ho inventato tutta questa storia per il nonno, ma non sono bravo come lei.

SERENA           - Non è vero, se non era per lei, il signor Ciro avrebbe avuto un gran dolore.

ALESSIO          - Sì, è vero...

SERENA           - (sorridendo) Poi, mia madre mi ha quasi obbligata a farlo.

ALESSIO          - (allarmato) Oh, mi dispiace! Non vorrei che lei si fosse seccata per questo!

SERENA           - No, ma cosa dice, sono contentissima di averlo fatto!

ALESSIO          - Guardi che in qualsiasi momento, se lei non se la sentisse, non si deve fare scrupoli...

SERENA           - (dolce) Si calmi Alessio, non intendevo assolutamente dir questo.

ALESSIO          - Mi scusi... per un momento ho pensato che non gradisse la mia compagnia...

SERENA           - (di slancio) No, cosa dice, anzi, mi fa piacere...

Serena si zittisce pentita dello slancio di spontaneità.

ALESSIO          - S... signorina Serena!

SERENA           - (guardando Alessio negli occhi) Sì?

ALESSIO          - Io... volevo dirle...

SERENA           - Sì.. cosa?

ALESSIO          - Sì... insomma, è diverso tempo che... che facciamo radio insieme e... pensavo che anche lei... noi..

SERENA           - Sì?

ALESSIO          - Accidenti... io non sono bravo a dire le cose... non riesco mai a dire quello che vorrei... e...

Per una combinazione la radio finisce di trasmettere musica e annuncia l’inizio della commedia.

RADIO              - Trasmettiamo ora la quarta puntata della commedia radiofonica “Il mio cuore per te”.

Nello stesso momento in cui dovrebbe cominciare la commedia alla radio, Alessio, preso dal discorso con Serena, non si accorge di schiacciare con il gomito, il pulsante che mette in collegamento il microfono dell’apparecchiatura situata dietro la tenda con la radio, così, dalla stessa radio, escono le parole del discorso tra Alessio e Serena.

SCENA TERZA

ALESSIO          - In tutto questo tempo, in cui l’ho avuta vicino... io non ho mai smesso di pensare che... forse altre ad una semplice simpatia, fra... fra noi due ci... ci potesse essere qualcosa di più...

Ciro si fa curioso per la “commedia” che sente alla radio, ma che in realtà si svolge a due metri da lui.

ALESSIO          - ... lei mi capisce... io... io... cre... credo di essermi innamorato di lei!

SERENA           - Io...

ALESSIO          - (teatrale) No, non mi dica niente... mi darebbe un dolore dicendomi di no...

SERENA           - Ma...


ALESSIO          - (tragico) ... no, preferisco che lei taccia, che questa risposta resti chiusa fra le sue labbra...

SERENA           - Alessio...

ALESSIO          - (c.s.) ... la prego, io forse non merito la sua considerazione, ma se lei vorrà continuare con me in questa farsa (indicando l’apparecchiatura) io non le chiederò altro, mi basterà avere la sua vicinanza per essere felice, senza dover essere...

Serena chiude la bocca ad Alessio con le dita, poi lentamente le allontana, gli accarezza il viso e lo bacia. Alessio rimane come un baccalà. Serena poggia la testa su di una spalla ad Alessio e lo abbraccia.

SERENA           - Ti voglio bene.

Ciro intanto continua ad ascoltare la “commedia” di Serena e Alessio.

CIRO                 - Ma che razza di lagna è questa?

I due ragazzi, presi dalla loro intimità non si accorgono dei commenti di Ciro.

SCENA QUARTA

Da sinistra entra Flora e, vedendo la novità, si mette ad osservare lo svolgimento della situazione dal fondoscena. Il duetto tra Alessio e Serena si interseca con i commenti di Ciro.

SERENA           - Sono felice!

ALESSIO          - (ancora impacciato) S... sono confuso, non credevo che lei... provasse ciò che sento io!

SERENA           - (baciandolo) Mi dai ancora del lei?

CIRO                 - Ma guarda un po’ che cavolo di trasmissioni danno a questa radio!

ALESSIO          - (comincia a rilassarsi) Scusami... io credo di essere stato innamorato di te fin dall’inizio, anzi, credo fin dal momento in cui ho sentito il tuo nome!

SERENA           - (sorridendo) Pensa se mi fossi chiamata Cunegonda o Rosamunda!

ALESSIO          - Mi sarei innamorato lo stesso.

CIRO                 - (battendo un paio di colpi sulla radio) Allora Fatemi sentire le notizie, o almeno un po’ di musica!

ALESSIO          - Quando finirà questa maledetta guerra, potremo finalmente pensare a noi senza dover star chiusi qui dentro tutto il giorno e uscire la notte con la paura persino di respirare!

SERENA           - Ho una voglia di sole!

ALESSIO          - E io di te!

Alessio e Serena si baciano ancora, Ciro continua a smanettare con la radio.

CIRO                 - (girando tutte le manopole dell’apparecchio) S’è guastato tutto in quest’accidente!

FLORA              - (facendosi avanti e parlando forte per farsi sentire da Alessio e Serena) Ciro che vi succede ?

CIRO                 - Ma tu guarda, che razza di radio! Continuo a girare le maniglie e non e non succede niente, continua a fare quello che gli pare!

FLORA              - (a Ciro, ma con intenzione ai due innamorati dietro la tenda) Vedrete che ora funzionerà... è vero che funzionerà?

Alessio e Serena continuano a baciarsi. Ciro continua ad armeggiare con la radio. Flora si avvicina alla tenda e tira una gomitata a casaccio e, attraverso la tenda, prende Alessio in testa. I due innamorati si coprono la bocca doloranti in quanto hanno sbattuto i denti tra loro.

FLORA              - (con intenzione) Ciro, provate a dare qualche colpetto alla radio, vedrete che funzionerà!

CIRO                 - È mezz’ora che ci provo e non succede nulla!

Alessio ritorna alla realtà e si rende conto del guaio, Serena gli fa cenno di stare zitto poiché l’interruttore del microfono è acceso. Alessio sbircia attraverso la tenda e, proprio mentre Ciro assesta il primo colpo alla radio, Alessio rimette in funzione le trasmissioni vere e proprie. Dalla radio esce musica.

FLORA              - Che vi avevo detto, questi apparecchi sono capricciosi.

CIRO                 - Apparecchio ? Questa è una trappola!

Ciro si rilassa alla musica dalla radio. Flora si rivolge ai due dietro la tenda.


FLORA              - (ironica) Guarda chi c’è, la signorina Serena e Alessio, ma che ci fate da queste parti!

Serena è imbarazzatissima, Alessio non sa cosa dire. Ciro concentrato sulla radio non si accorge neppure del movimento.

FLORA              - (cercando di non farsi sentire da Ciro) Lo sai cosa stavi per combinare?

ALESSIO          - (imbarazzato) È... stato un caso... non mi ero accorto che l’interruttore del... microfono...

FLORA              - Sì, chiamiamolo “caso”, lo sai che potrebbe succedere a tuo nonno se...

ALESSIO          - Ma...

FLORA              - Ed è inutile che ti dica anche che...

SERENA           - Signora Flora, la colpa è mia, sono io che ho... distratto Alessio...

FLORA              - Signorina Serena, se c’è una cosa di cui questo bandito non ha bisogno è l’incoraggiamento alla distrazione, è già abbastanza distratto per conto suo!

SERENA           - (mortificata) Sì... ha ragione, come le ho detto la colpa è solo mia, solo mia... scusatemi...

Serena esce da sinistra singhiozzando.

ALESSIO          - Sei contenta

FLORA              - Mi dispiace, non volevo...

ALESSIO          - Nemmeno io volevo premere l’interruttore!

FLORA              - Su... dai... vedrai che tornerà presto.

ALESSIO          - Sì, con la prospettiva di un’altra lavata di testa da te!

FLORA              - E va bene, scusami... le parlerò io.

ALESSIO          - (scimmiottandola nella precedente battuta) No, guarda, lascia perdere, se c’è una cosa di cui tu non hai bisogno è l’incoraggiamento a parlare alle persone!

FLORA              - Dio, come sei avvelenato... io...

Da fuori si sentono degli spari.

ALESSIO          - Cristo! Serena! (poi a Flora) Se le succede qualcosa questa volta non te la perdono!

Alessio fa per precipitarsi fuori, ma Flora lo trattiene.

FLORA              - Aspetta... ascolta...

Da fuori si sentono, oltre agli spari, delle grida di gioia che si avvicinano

SCENA QUINTA

Da sinistra entrano Giovanni, Bruno, Sergio e Gina esultanti.

ALESSIO          - (allarmato) Ma che succede?

SERGIO            - È finita! Dio mio, è finita!

FLORA              - Finita cosa?

BRUNO             - La guerra! È finita la guerra!

Tutti esultano e si abbracciano dalla contentezza.

CIRO                 - (curiosi per la confusione) Finita? La guerra è finita?

L’entusiasmo in scena si raffredda completamente e, per qualche minuto, nessuno sa cosa dire.

GIOVANNI      - (guardandosi intorno) Finita... hem... sì...

ALESSIO          - Sì, nonno, è finita la guerra con il Giappone, non avete sentito alla radio!

CIRO                 - Ah, sì! Be’ e occorre fare tutta questa confusione? Dobbiamo sbarcare ancora in America!

SERGIO            - E... sì, ma vedi babbo... un passo intanto è stato fatto...

CIRO                 - No, no, bisogna fargliela vedere agli allagati!

GINA                 - Agli allagati ?

CIRO                 - Sì... a quelli che fanno la guerra insieme.


SERGIO            - Gli alleati!

CIRO                 - Sì, proprio loro, bisogna farli fuori tutti! Tonino deve tornare a casa da eroe!

Tutti si guardano fra loro.

FLORA              - Ciro... sapete, finché non si sbloccherà la situazione in America... le truppe non rientreranno.

CIRO                 - (solenne) Non importa, noi sapremo aspettare!

FLORA              - Noi chi?

CIRO                 - Noi... tutti... gli italiani!

Fuori si sentono degli spari e delle urla di contentezza. Da destra entrano Serena e Virginia.

SCENA SESTA

TUTTI                - Buongiorno, signora contessa.

VIRGINIA        - (raggiante) Buongiorno a tutti, avete sentito la notizia?

SERGIO            - Sì, finalmente!

GIOVANNI      - Signora contessa, ma che succede fuori?

VIRGINIA        - Niente, sono alcuni contadini che sparano in aria con le doppiette per festeggiare la fine della guerr... (si ferma in tempo guardando Ciro)

ALESSIO          - (con intenzione, indicando con un cenno della testa Ciro) Sì, festeggiano la vittoria con il Giappone!

VIRGINIA        - ... Ah! Abbiamo vinto contro il Giappone?

SERENA           - Sì mamma, la marina giapponese si è arresa!

VIRGINIA        - Ah bene ! Ciro, avete sentito? Siete contento?

CIRO                 - Sì, ma dobbiamo vincere tutto!

FLORA              - (a parte) Sì, scopone, tressette e briscola!

VIRGINIA        - (guardando gli altri) Vedrete Ciro, vedrete che riusciremo a far finire questa guerra!

SCENA SETTIMA

Giovanni e Gina si avvicinano a Ciro per distrarlo e accudirlo, gli altri si fanno tutti avanti fino al proscenio per parlare della novità, Alessio e Serena, in un primo momento si avvicinano anche loro, poi arretrano fino al centro del palcoscenico a parlare tra loro.

FLORA              - (entusiasta) Signora contessa, allora è vero?

VIRGINIA        - Sì, Dio sia lodato!

SERGIO            - Ma che notizie ci sono?

VIRGINIA        - Firenze e Bologna sono già state liberate, alcuni giorni fa, le formazioni partigiane del reggiano hanno sfondato il fronte della Garfagnana fino a Piazza al Serchio bloccando il passaggio ai nazifascisti... se ne vanno, i tedeschi se ne vanno l’Italia è libera! (Storia della resistenza italiana        - Roberto Battaglia)

Tutti esultano.

BRUNO             - Qui bisogna festeggiare...

FLORA              - Calmati... (fa cenno a tutti di avvicinarsi a fare capannello)... non possiamo fare confusione... o meglio, non dobbiamo dare a Ciro l’impressione che la guerra sia finita.

SERGIO            - E come facciamo, fino ad oggi era facile, la guerra c’era davvero ! Ma ora dovremo inventarci tutto!

FLORA              - Hai un’idea migliore?

BRUNO             - Ma non possiamo temere eternamente il babbo in questa cantina umida, gli verrebbe qualche malanno, già non sta bene!

FLORA              - Starebbe peggio se, sapendo che la guerra è finita, non vedesse ancora tornare Tonino!

VIRGINIA        - Calma, potreste portarlo nella camera all’ultimo piano della villa, così non avrebbe la possibilità di sentire quello che succede in giro.

BRUNO             - No, signora contessa, la ringraziamo moltissimo, ma sarebbe assurdo, per il babbo, ritrovarsi bella villa e non a casa sua nella sua stanza...

FLORA              - Ma la casa è un mucchio di macerie!

BRUNO             - E tu te la senti di ricordarglielo?... No, è più prudente tenerlo qui.

VIRGINIA        - Giusto, possiamo comunque cercare di migliorare un po’ l’ambiente.

FLORA              - Questo sì.


SERGIO            - Certo... credo che sia la cosa migliore da fare.

VIRGINIA        - Bene, farò portare qualche mobile dal secondo piano della villa.

Pausa.

FLORA              - (tristemente) Bene, la guerra se Dio vuole è finita, ma per qualcuno continuerà ancora.


TERZO QUADRO

ESTATE 1946

SCENA

La scena è piena di luce, la cantina è stata dipinta di bianco ed ha un aspetto più arioso. Parete di DX, le botti sono sparite, c’è un paravento parallelo alla parete che nasconde la solita apparecchiatura, davanti al paravento c’è un tavolo, la porta di sinistra è aperta. Parete di fondo, le tende e le casse sono state sostituite da mobili e mensole con bottiglie e barattoli. Parete di DX, l’armatura-stufa è stata tolta, ci sono altri mobili ed una poltrona ad alto schienale rivolta di tre quarti verso il pubblico. Il tavolo centrale con sopra la radio è stato spostato vicino alla poltrona.

SIPARIO

SCENA PRIMA

Pomeriggio. In scena ci sono Alessio, seduto al tavolo della radio, Giovanni e Bruno in piedi al centro della stanza stano discutendo animatamente, Flora è seduta sul fondoscena.

BRUNO             - Ti rendi conto che la guerra è finita da un anno e noi siamo sempre qui a recitare questa farsa !

GIOVANNI      - Io non me la sento di dare un colpo al babbo.

BRUNO             - (seccato) Giovanni! Cosa dobbiamo fare? Continuare all’infinito, ti rendi conto che qui fra un po’ ci crederemo anche noi ? L’altro giorno la signora contessa mi ha chiesto quanto manca allo sbarco in America e perché la situazione in Australia ristagna ! Qui fra un po’ dovremo affiggere il bollettino di guerra fuori della porta, Cristo! Il babbo è chiuso in questa cantina da tre anni, le sue condizioni le conosci, avrebbe bisogno di un po’ d’aria e di sole!

Bruno va sul fondo scena, fruga nel cassetto di un mobile e ritorna con un foglio.

BRUNO             - Lo sai che cosa è questa?

GIOVANI         - ... la lettera..

BRUNO             - E lo sai quando è datata?... 11 settembre 1945! Più di un anno fa! Cioè a dire che è passato più di un anno da quando il ministero della guerra ci ha comunicato che... (reprime un singhiozzo)... il povero Tonino risulta disperso in Russia dal ’43, e noi siamo sempre qui ad inventarci una guerra che, nella realtà abbiamo perso prima ancora di cominciare! Giovanni, io non ci sto più! Qui abbiamo un sacco di guai, c’è più fame ora che quando c’era il fascismo, io non me la sento più... con lo stomaco vuoto, non riesco a farmi uscire le idee!

GIOVANNI      - (risentito) A parte il fatto che qui le idee se le sono fatte venire Alessio e Serena! Non mi sembra certo che tu abbia partecipato molto alle trasmissioni! E poi... non te le senti più, va bene! Allora diglielo tu al babbo! Diglielo: “Sai babbo, Tonino non tornerà più dalla Russia, noi abbiamo scherzato, tutto quello che hai sentito alla radio per tre anni ce lo siamo inventato... scusaci... arrivederci e grazie”!

BRUNO             - (alterato) E allora cosa facciamo? Facciamo continuare la guerra altri dieci anni o quanto resterà da vivere al babbo? Facciamo costruire un ponte da qui all’America così il povero Tonino dovrà aspettare che sia finito per tornare? (ironico) No, anzi, facciamo sbarcare l’aviazione sulla Luna, così per altri trent’anni ci sarà da ridere!

Pausa.

FLORA              - Giovanni, Bruno, non possiamo continuare all’infinito questa storia.

GIOVANNI      - (disarmato) Non lo so, non lo so, non so più cosa sia meglio!

BRUNO             - (incalzando) Senza contare il fatto che, con l’andare del tempo, anche il babbo si accorgerebbe che qualcosa è cambiato... se non se n’è già accorto.

GIOVANNI      - (alzandosi) ... Prima di decidere voglio sentire anche gli altri...

Da fuori se sentono degli spari e delle voci, Giovanni, Flora e Bruno si precipitano fuori uscendo da sinistra. Alessio si limita ad avvicinarsi all’uscita di sinistra e ad osservare. Dopo qualche minuto Flora e Bruno rientrano e si mettono ad osservare fuori .

SCENA SECONDA

ALESSIO          - Ma che succede ?

FLORA          - Ma che ne so, si vede che dopo la guerra a qualcuno è avanzato qualche colpo ed ora ne approfitta per fare un po’ di rumore.

BRUNO             - Macché, quelli sono contadini,... ma che vanno cercando?

ALESSIO          - Guarda! C’è Augusto!

BRUNO             - Hei Augusto !... Ma che succede?

AUGUSTO        - (da fuori) Sciopero, Bruno! Sciopero degli agrari!

FLORA              - (ironica) Prima facevamo la fame perché c’era il fascismo, poi la facevamo perché c’era la guerra, non è che ora hanno inventato lo sciopero per non farci perdere l’abitudine?

BRUNO             - No, semmai il contrario!

FLORA              - (c.s.) Cioè a farci prendere l’abitudine a digiunare?

Si allontanano dall’uscita di sinistra.

BRUNO             - Quanto sei disfattista!

FLORA              - Quanto sei stato costruttivo tu verso Giovanni e verso tuo padre!

BRUNO             - Ricominciamo?

FLORA              - Perché, credevi di aver finito?

ALESSIO          - E no, ora basta! Se dovete discutere andatevene da un’altra parte perché fra un po’ iniziano le trasmissioni, anzi zia, dovresti...

FLORA              - ... andare a prendere il nonno e portarlo qui, altrimenti se non sente le notizie si agita... (a Sergio)

e finché non abbiamo deciso qualcosa tutti insieme, qui continuiamo ad inventarci i notiziari!

SERGIO            - Uff...

Sergio, scocciato, fa per uscire da sinistra, ma s’incrocia con Serena che entra.

SERENA           - Buongiorno Sergio.

Sergio borbotta un mezzo saluto ed esce da sinistra chiudendo la porta.

SCENA TERZA

Serene guarda uscire Sergio.

SERENA           - Ma che aveva?

FLORA              - Niente, signorina Serena, lo ha morso una tarantola!... ed è morta la tarantola... scusatemi, vado a prendere Ciro.

Flora esce da destra, Serena sorride a Alessio, gli si avvicina lo abbraccia e lo bacia.

SERENA           - Ciao amore.

ALESSIO          - (ricambiando il bacio un po’ assente) Ciao.

SERENA           - (accorgendosi che qualcosa non va) Che cosa hai?

ALESSIO          - (sospirando) Mio padre e lo zio Sergio hanno litigato sulla storia delle trasmissioni fasulle.

SERENA           - Me lo immaginavo che prima o poi sarebbe saltato fuori qualcosa in proposito.

ALESSIO          - Perché?

SERENA           - Alessio, la guerra è finita e molti non vorrebbero più sentirne parlare, pensi che faccia piacere, anche se è tutta invenzione, sentire ancora uscire dalla radio notizie di bombardamenti, sbarchi, operazioni militari... quando le abbiamo sentite per cinque anni e non erano invenzioni!

ALESSIO          - Ma lo stiamo facendo per il nonno, e questo lo sanno tutti!

SERENA           - (sospirando) Lo so, ma chi è che ha ragione e chi ha torto?

ALESSIO          - (afflitto) Comunque se c’è una decisione da prendere, la prenderemo tutti insieme.

SERENA           - (dolcemente) Io so una cosa sola, e per me rimane la più importante.

ALESSIO          - E sarebbe?

SERENA           - (sorridendo) Che tutta questa storia delle trasmissioni, mi ha fatto ritrovare vicino a te!

Si baciano.

SCENA QUARTA

Si apre la porta di destra e si sente Flora.

FLORA              - Venite Ciro, piano, piano... su così, ora vi mettete a sedere nella vostra poltrona così sentite il notiziario.

ALESSIO          - (a Serena sottovoce) Presto andiamo! Dobbiamo cominciare!

Si precipitano dietro il paravento, accendono l’apparecchiatura, si infilano le cuffie e si preparano a trasmettere. Contemporaneamente da destra entra Flora che sostiene Ciro per un braccio il quale si muove con grande fatica appoggiandosi ad un bastone.

FLORA              - (accompagnando Ciro)... Su... piano, così,... lentamente, con calma... ecco, siamo quasi arrivati... ecco, la poltrona è proprio dietro di voi, sì piano... olé arrivati !

Ciro si siede pesantemente sulla poltrona, Flora lo rassetta, poi lo guarda.

FLORA              - Sembrate un papa in trono!

CIRO                 - (indicando il tavolo) La ra... radio...

FLORA              - Subito!... ecco qua!

Flora accende la radio da cui esce musica.

FLORA              - Siete contento?

Ciro la guarda con occhi inespressivi, Flora sospira, da sinistra entrano Sergio, Bruno e Gina.

SCENA QUINTA

SERGIO            - (a Flora a parte) Andiamo ancora avanti con questa farsa?

FLORA              - Sbaglio o avevamo detto che avremmo preso una decisione tutti insieme?

SERGIO            - Infatti eccoci qua!

FLORA              - (quasi supplicando) Ma non lo vedi tuo padre com’è ridotto, non si tiene più in piedi, quanto credi che possa ancora andare avanti, vuoi darglielo proprio ora questo dispiacere?

SERGIO            - È proprio perché mi fa male vederlo ridotto così che vorrei che questa storia finisse.

FLORA              - Lasciamo perdere, comunque finché non torna Giovanni, qui non si decide nulla!

Dalla radio si sente qualche crepitio, la musica sfuma ed inizia il falso notiziario. Flora fa segno a Sergio di fare silenzio.

ALESSIO          - (leggendo un foglio) Notiziario delle 11,30, un buongiorno ai nostri ascoltatori.

SERENA           - (c.s.) Roma. Palazzo Chigi. Il ministro della guerra ha incontrato i reduci della campagna d’India del ’44. Seicento ex combattenti hanno risposto all’appello del ministro il quale, intrattenendosi con essi, ha esaltato l’eroismo e il senso di abnegazione dei reparti militari che all’epoca furono impegnati nell’eroica impresa bellica in medio oriente. Successivamente il ministro ha concesso a otto ex combattenti la medaglia al valor militare motivando l’onorificenza con la frase “Per il comportamento integerrimo e il valore dimostrato sul campo con costante sprezzo del pericolo”. Il ministro ha poi passato in rassegna gli ex combattenti complimentandosi per la preparazione militare conservata intatta sin dalla, ormai lontana, campagna militare.

ALESSIO          - (c.s.) Fronte Atlantico. L’ottava flotta, coadiuvata dalla terza e dalla sesta divisione sommergibili, partendo dalla base delle Azzorre è penetrata per duecento miglia verso la costa statunitense, incontrando una resistenza, oramai sempre più debole da parte delle forze armate americane. Tuttavia, finché le forze aeronavali dell’estremo oriente, non potranno lasciare l’impegno di controllo militare dell’area giapponese ed essere utilizzate nel teatro di guerra del fronte Atlantico, i progressi saranno limitati al mantenimento delle posizioni strategiche attualmente raggiunte. Questo è quanto stato ribadito dal colonnello Adriani, addetto stampa del ministero della guerra, nell’odierna conferenza stampa tenuta a favore delle maggiori testate nazionali.

Alessio dopo aver fatto la sua “trasmissione” si mette pensieroso con gli occhi nel vuoto, come se avvertisse che qualcosa di triste sta per avvenire.

SCENA SESTA

Da sinistra, intanto, entra Virginia piano e senza bussare per non far rumore. Bruno le fa segno di accomodarsi. Sempre a gesti Virginia domanda come sta Ciro, Flora allarga le braccia, poi si gira verso Ciro e si accorge che qualcosa non va. Virginia e Flora si avvicinano alla poltrona di Ciro, gli sentono il polso e la fronte e si guardano preoccupate, Ciro continua ad ascoltare la radio muovendosi lentamente con occhi inespressivi.

SERENA           - Si è conclusa a Venezia la settima edizione della mostra del cinema. Delusione nell’ambiente degli addetti ai lavori per questa prima edizione post-bellica. Trentacinque le opere presentate, nessun premio assegnato. La manifestazione ha assunto una veste, per così dire, “transitoria”, in attesa della ripresa del grande schermo auspicata dalle personalità più vista del nostro cinema. Nonostante l’edizione in sordina, hanno destato notevole interesse, con un’ottima accoglienza anche da parte della critica, alcuni nuovi film come “Sciuscià” di Rossellini, “Un giorno nella vita” di Blasetti e “Paisà” di De Sica, che, secondo il parere di Elio Zorzi, direttore della mostra, rappresentano un nuovo interessante filone del cinema italiano.

Durante la trasmissione di Serena, Alessio rimane pensieroso, con gli occhi nel vuoto, poi, come colpito da un’improvvisa idea, scribacchia qualcosa su di un foglio e lo passa a Serena.

SERENA           - (leggendo il foglio di Alessio) Proprio in questo momento il nostro corrispondente di guerra sul fronte Atlantico, ci ha portato una registrazione... vi informiamo che si tratta di un’iniziativa del comando trasmissioni della forza Atlantica. Un messaggio... un messaggio trasmesso da un soldato, scelto a caso tra le nostre truppe in guerra, che a nome di tutti i giovani, che in questo momento sono al fronte, parlerà alle famiglie che in Italia aspettano il ritorno dei loro ragazzi.

Alessio guarda il microfono pensieroso, poi con un sospiro comincia tristemente ad improvvisare al microfono

ALESSIO          - Hem, io so che questo mio messaggio, tra qualche giorno arriverà in Italia,... i miei superiori mi hanno detto di non dire il mio nome, poiché io, in questo momento, sono la voce di migliaia di ragazzi, che come me, aspettano il momento di ritornare a casa... (pausa) So anche che chi mi ascolta in questo momento, attende il nostro ritorno con ansia... e vorrei dirvi che il ritorno ci sarà per tutti... anche per i nostri compagni che ora non sono più qui con noi. Anzi, per loro sarà più facile perché è come se non fossero mai andati via. Sono un po’ emozionato, dovrete perdonarmi... vuol dire che parlerò come se parlassi a mio padre, in modo che chiunque mi ascolta, ascolterà la voce del proprio figlio. (Alessio fa una pausa sfilandosi lentamente la cuffia) Papà, ciao... tra poco potremo riabbracciarci, mi riconoscerai dopo cinque anni che non ci vediamo? Se non riconosceremo i nostri visi, riconosceremo sicuramente quel qualcosa che è dentro di noi e che non cambia con il tempo. Io vorrei dirti tante cosa, ma le parole in questi momenti hanno poco valore, quello che ti dirò, te lo dirò con il mio abbraccio e con le mie lacrime di gioia nel vederti. In tutti questi anni, nonostante la lontananza, mi sono sempre sentito vicino a te e a voi tutti, e so che c’è stato chi ha contribuito a questo. Papà, anche se, in tutto questo tempo non hai mai sentito la mia voce, io sono sicuro che una voce è arrivata alle tue orecchie e anche se non aveva il suono della mia, dietro c’era il mio cuore ed io sono sicuro che quella voce che hai sentito in tutti questi anni, non ti ha fatto sentire solo e non ti farà più sentire solo, perché ti accompagnerà sempre, anche il giorno che questa radio sarà spenta...

Lentamente si apre la porta si sinistra e una striscia di sole illumina Ciro seduto sulla poltrona, subito dopo un’ombra in controluce, sempre dalla porta di sinistra, si allunga fino alla poltrona di Ciro. Ciro sorride e lentamente allunga un braccio verso l’ombra (incorniciata dalla luce della porta) rimane così qualche secondo, poi lentamente riabbassa il braccio e chiude gli occhi con il sorriso sulle labbra. Dalla porta di sinistra entra Giovanni (era lui l’ombra che si stagliava sulla porta), corre vicino a Ciro lo guarda, poi abbassa la testa affranto. Tutti abbassano la testa. Ciro se n’è andato. Poi, Flora si avvicina ad Alessio che sta finendo la sua trasmissione.

ALESSIO          - ... papà, se il cielo non ci concederà di vederci sotto il tetto della nostra casa, sicuramente ci farà incontrare in un altro luogo... di una sola cosa sono sicuro... che ci riabbracceremo!

Flora mette una mano sulla spalla di Alessio.

FLORA              - Alessio, puoi finire le tue trasmissioni... Tonino è tornato...

Alessio abbassa la testa sul tavolo, Serena gli passa un braccio sulle spalle e vi appoggia la testa.

SIPARIO

FINE DELLA COMMEDIA