Buio show

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BUIO SHOW

di

Francesco Gabbrielli


Seconda stesura 2019


Musica

“Intro del Barbiere di Siviglia” di Rossini.

La scena si apre su una stanza arredata sommariamente. Un armadio, un letto con specchiera, un comodino su cui è appoggiata una fotografia e un piccolo stereo. La prima quinta a sinistra fa da uscita e la seconda quinta sempre da sinistra fa da bagno.

FRANK un ragazzo robusto, di circa trent'anni, volto semplice, bonario, entra in scena. Si specchia più volte, si controlla la faccia. Indossa una canottiera vecchio stile e un paio di boxer bianchi. Si prepara per uscire.

Dal bagno esce TOM a torso nudo e jeans. Un ragazzo magro, di circa 25 anni. Giovanile, capelli ricci. In mano ha un pennello da barba e nell’altra un rasoio. Li posa sul letto, prende un asciugamano e aumenta il volume della musica. I due ragazzi entrano ed escono dalle stanze ma non si vedono mai grazie ad un gioco di “entra/esci” classico con spostamento di oggetti che l’altro non ritrova e gags sui generis.

Entrambi fanno una serie di azioni quasi a tempo di musica, molto ritmate. Possibilmente ci dovranno essere anche dei passi accennati di danza o balletto, quasi impercettibili e che vanno contro la fisicità soprattutto di Frank. La musica sale di volume di pari passo con la frenesia delle azioni dei due personaggi. Poi sull’aria del “factotum” Tom improvvisa un playback entrando e uscendo dal bagno più o meno sporco di schiuma da barba. Frank si sta finendo di preparare ma Tom lo rallenta con le sue azioni. A volte si spazientisce altre si rassegna a non trovare più le sue cose. Tom fa capire di conoscere l’opera e che ci ha studiato sopra. (a “Donnetta/cavaliere” fa le due parti, mima, sporca col pennello quello che ha vicino a sé, poi scappa in bagno. Sull’acuto finale dopo aver imbrattato buona parte della casa Tom comincia ad urlare come se stesse male.

TOM:- Arghhh! No! Ti prego! Nooo! Non lo fare! (urli a soggetto strozzati).

Frank si allarma, ha uno scatto, poi si rende conto della farsa dell'amico, scuote la testa e torna a specchiarsi come se fosse abituato a quei comportamenti. Si avvicina allo stereo e lo spegne. Le urla di Tom continuano. Dal bagno spunta solo la testa di Tom con la faccia piena di schiuma da barba e un rasoio in mano. Continua a fare gesti convulsi poi si accorge di Frank.

TOM:- Ah, sei già tornato?

FRANK:- Hai finito di fare l’imbecille?

TOM:- Ma che imbecille, era Rossini, il Barbiere, non hai sentito che potenza?

FRANK:- Almeno la cantassi tu… (continua a vestirsi ma rimane in mutandoni, calzini e camicia)

TOM:- Guarda che ho preso lezioni stai a sentire (fa per intonare ma Frank con un tempismo perfetto gli dà una botta sul petto e Tom fa un urletto da checca e basta).

FRANK:- Chi era la Callas?

TOM:- Ma va va… il barbiere è sempre il barbiere. FRANK:- Ah... pensavo fosse diventato il macellaio nel frattempo guarda un po’… Da qui in avanti per farmi la barba vado in macelleria e chiedo due etti di macinata! (pausa) Il bagno come l’hai lasciato?

Tom corre in quinta in cerca di qualcosa.

TOM:- (OFF) Dove l’ho messa?!

FRANK:- Cosa?

TOM:- La crema!

FRANK:- Che fai una torta?


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TOM:- La crema per il viso. Se dopo la barba non me la do entro cinque minuti mi si screpola tutto!

FRANK:- Capirai… almeno prendi un po’ di anni. Sembri uno del liceo.

TOM:- E’ che ho un provino.

FRANK:- Ah, l’agenzia funziona allora…

TOM:- Macché agenzia! Lo zio del fratello del tipo che mi trova i DVD pirata, lavora dove fanno i

casting e me l’ha detto.

FRANK:- Pensa che io ero rimasto che i provini ce li davano le agenzie di casting, non le

portinaie… E chi cercano? (intanto Frank cerca dei pantaloni da abbinare alla camicia ma non ne

trova una).

TOM:- Devo fare uno che muore.

FRANK:- Come “che muore”?

TOM:- Si, serve uno che muore…

FRANK:- (scettico) E fanno pure i provini?

TOM:- Certo, anche perché si può morire in tanti modi (si spalma un po’ di crema) Ho fatto anche il

corso. (un po’ tra l’imbarazzato e il superiore).

FRANK:- (ironico)Il corso per schiantare meglio?

TOM:- Che discorsi! Era un laboratorio e ci insegnavano, tra l'altro, anche come morire bene.

FRANK:- Ah…

TOM:- Eh! Per esempio c’è la morte blnd (farfuglia mentre si spalma la crema).

FRANK:- Eh?

TOM:- La morte blanda. Uno deve morire piano piano… lentamente, quasi non ce ne sene … vene

siene…

FRANK:- Piano… con parole tue.

TOM:- Liberalingua lingualibera liberalingualingualibera (inizia a fare un esercizio per sciogliere la lingua).

FRANK:- (si siede, sconsolato) Vai, ora ricomincia con gli esercizi. TOM:- Dicevo che (scandisce) non c e n e s e n e d e v e accorgere che uno muore. Infatti dopo, chi assiste alla morte deve scuotere il morto per sincerarsi che sia morto. FRANK:- (finge interessamento) E poi che morti ci sarebbero?

TOM:- C’è la “morte improvvisa”: uno cammina e ARGH! (si tocca il cuore e cade rapido per

terra) Secco!

FRANK:- Questo bisogna essere bravi a seguirlo con la cinepresa.

FRANK:- Ma infatti si usa solo in teatro… in cinema non ce la fanno a stargli dietro. Poi c'è la morte “ironico/blaterante”. Sono quelle da soap opera. Che prima di morire, uno ti deve raccontare tutta la sua vita! Due palle! Ti racconta della suocera, dei figli, di quando da piccino gli sputavano con la cerbottana lo stucco tutto ciucciato, di come gli è morto il cane, il gatto, il criceto sotterrato vivo per sbaglio che poverino era andato in letargo, ma cazzo se devi morire muori no?! E invece no, non muore! Chiude gli occhi, tutti si guardano come per dire: “E’ andato?” E... ZANG! Li riapre! “M’ero dimenticato di dirvi due cosine…” E riattacca con l’autoaccusarsi di fallimenti, delitti, donne incinte, capitali in svizzera, ma non muore! La gente s’addormenta a sentirli blaterare ma lui non vuole schiantare sai! (si altera) Ti verrebbe da strozzarlo maremma maiala ma cazzo muori, devi morire! (simula uno strozzamento con un cuscino del divano) Crepa maledetto! FRANK:- (gli toglie il cuscino di mano) Calma, mica devi morire te!

TOM:- Eh lo so, ma mi fanno una rabbia, l’ammazzerei!

FRANK:-Sì dai, l’ho capito... ma un esempio? (prende un’agendina e scrive su qualcosa).

TOM:- Che fai pigli appunti?

FRANK:- Te fai non ti preoccupare. Fammi un esempio di morte “ironico/blaterante”.

Tom si ributta in terra rovinosamente all'improvviso.

FRANK:- (tra se) Qualche giorno ci lascia i malleoli…

TOM:- (lamentoso) Frank… .

FRANK:- (preoccupato) Oh, ti sei fatto male? .


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TOM:- Taci! E scappa! Non mi importa di morire… in fondo ho avuto tutto dalla vita. Frank non ti porterò rancore per quello che farai... va', scappa! Lasciami qui al mio destino... corri! (plateale) Ti ho sempre amato... ricordati di me quando sarai nel tuo regno… FRANK:- Sì, AMEN! (alza Tom da terra) Che era il finale di “Jesus Cristus in Vietnam”?

TOM:- Una cosa del genere insomma.

FRANK:- Questa era due palle però...

TOM:- Ma infatti mi piace molto di più quella “eroica”. Da film di guerra.

Tom si concentra un attimo poi improvvisamente simula mitragliatrici, spari, bombe a mano, si nasconde dietro il divano come fosse una trincea, usa Frank come scudo umano si agita e salta sul divano.

TOM:- Non mi avrete bastardi! Venite a prendermi se avete il coraggio! Avanti Savoia! Poi dietro il Re, Coppi, Bartali e via via tutto il gruppo! (spari mitragliate) RA-TA-TA-TA-TA fiummm BOOM! (viene colpito) Ah! (barcolla vistosamente ma avanza imperterrito) Ah! Sangue! (continua a ricevere colpi come da classico film di guerra di serie B ma non muore mai, coinvolge anche Frank come fosse un riparo, poi cade).

(geme, a fatica, sofferente) Gli orfani del Katanga... sono salvi... (torna normale) e qui c’è l’anello

di congiunzione all’ironico/blaterante, (torna sofferente, teatrale) posso morire in pace… Frank,

lasciami pure indietro... scappa…

FRANK:- Ma chi ti caca…

Tom muore, poi dopo una breve pausa si rialza come niente fosse.

TOM:- Più o meno è così…

FRANK:- Ci vogliono due milioni di dollari di budget praticamente.

TOM:- Ma infatti si vede solo nei film americani.

FRANK:- Vabbè, meno male sono finite 'ste morti, viene quasi da toccarsi. TOM:- E’ ci sarebbe anche quella sfigata in effetti, ma te la risparmio… oh a proposito come è andata con quell'attorucolo di ieri?

FRANK:- Ah quello? (soddisfatto) Bene, due spot e un cameo in un bel cortometraggio d’autore,

pagato.

TOM:- Però, complimenti (rientra in bagno). (OFF) L’annuncio su Internet funziona.

FRANK:- Sì, infatti questo tipo mi ha trovato lì. All’inizio sembrava la solita presa di culo ma

invece poi…

TOM:- (rientra) Senti, accompagni anche me oggi?

FRANK:- La tariffa la sai. 10% sul lordo.

TOM:- Dai, che merda! Agli amici gratis!

FRANK:- Nada, ti posso fare uno sconto al limite, oppure sul netto, ma senza fattura.

TOM:- Tanto con te nemmeno il malocchio funziona. Va bene ma se non mi prendono poi mi rendi

tutto e con gli interessi eh?

FRANK:- Dai dai, che sono a cena fuori stasera e mi serve il bagno.

TOM:- Con la bimba? (entra in quinta, canticchiando).

FRANK:- No no, cena di lavoro.

Tom esce dal bagno e comincia a vestirsi. In bagno va Frank, mentre con un gesto gli fa presente che è tardi. Passano pochi secondi e riesce scuro in volto.

FRANK:- (lo rimprovera, retorico) Che è successo in bagno?

Tom stava per uscire in quinta. Risponde come se fosse un cantante di operetta sull'aria del Barbiere di Siviglia “la donna e il cavaliere”.


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TOM:- “Or non posso debbo scappar, vado al provino, non t’azzardar...”

FRANK:- No! Lo fai ora! Non mi va di lavarmi i denti facendo lo slalom tra i tuoi peli.

TOM:- (sempre tipo operetta) sol la basetta un po’ rassettai, vedi di uscire, la pagherai…”

FRANK:- Se non pulisci non esci. (Frank lo blocca deciso)

TOM:- Che palle che sei…

FRANK:- No, che palle lo dico io! Anche la cucina è ridotta un macello. La padella sporca dove

era?

TOM:- Dove era dai fammi vedere su...

Tom, accondiscendente segue Frank verso la cucina ma appena l’amico entra, si volta e corre fuori di casa. Frank non se ne accorge e continua a parlare in quinta.

FRANK:- (OFF) Nel forno era! E questi cosa sono? Gusci d’uovo. Il pulcino dove è? Te lo sei mangiato? Ma… dove cazzo sei?!

Frank rientra arrabbiato, ha un gesto di stizza, si siede sul divano, da uno sguardo alla fotografia sul comodino e poi in un impeto d'ira, riempie di pugni un cuscino.

[buio]

(musica Figaro)

[luce]

Tom rientra in scena.

TOM:- Frank? Sei in bagno? Frank? Dai lo pulisco ora. Non ce li lascio più i peli te lo prometto (si siede sul divano e si toglie le scarpe massaggiandosi i piedi) Oi oi che male. Frank? Dai che sono stato tre ore in piedi per fare quel provino. C’era gente di ogni tipo. Tutti lì oggi! Nemmeno regalassero i gratta e vinci! Ma che ci vengono a fare! Uno c’avrà avuto quarantotto anni. Cercavano ragazzi di venticinque. “Non si sa mai… servisse uno più maturo”. Ma vai a lavorare, “maturo”! Speriamo tu marcisca! Capito? Dice: “Lavoro alle poste, ho preso un permessino per venire a fare il provino”. E noi si fa la fame per lavorare e questi hanno il lavoro e vengono a fregarci pure il nostro. E infatti chi hanno preso? Un bischero che fa l’infermiere ma c’ha la faccia simpatica. Ce l’ho anche io la faccia simpatica… ma si vede che lui ce l’ha più simpatica della mia. Ma vabbè per uno spot possono andare bene anche loro. Li voglio vedere quando fanno teatro che sul palco si cacano in mano. Tutti a fare Strasberg, Stanislawsky, Tchaicowsky, Stravinsky… o era Dostoiewsky? Boh comunque una cosa che finiva con sky. (pausa, si massaggia i piedi) Frank, ma che mi fai parlare da solo?

Un rumore in quinta lo mette in allarme.

TOM:- Frank? Tutto ok? Che ti senti male?

Si avvicina lentamente al bagno e un sottofondo musicale da film dell’orrore (i violini di Psyco), comincia ad aumentare di volume. Tom prende una scopa e al culmine della tensione batte col manico sul pavimento rivolto agli inquilini del piano di sotto.

TOM:- Allora?! Che l’abbassate 'sta televisione?! Almeno guardate un film decente! Tutti 'sti filmetti dell’orrore di serie B!

Esce un attimo e rientra subito in scena.

TOM:- Non c’è. Ho parlato come un coglione al muro…


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Dalla quinta opposta ppare Frank spaventandolo.

FRANK:- Sei te che sei duro come un muro!

TOM:- (voltandosi di scatto e urlando di paura) AHH! OH! Che sei grullo! Eri di là?

FRANK:- Non c’è solo il bagno in questa casa eh? Guardavo la TV.

TOM:- Un film dell’orrore di serie B?

FRANK:- Si perché?

TOM:- Così… (ansima sollevato).

FRANK:- Come è andato il provino?

TOM:- Male! Te l’avevo detto se mi accompagnavi.

FRANK:- Non potevo lo sai.

TOM:- Profilo destro, profilo sinistro e a casa. Tutte le volte così, sembra di essere ad un convegno

di chirurghi plastici. Secondo me lo fanno apposta per rifarti il naso, non c’è verso!

FRANK:- Ha telefonato nessuno per me?

TOM:- No, e per me?

FRANK:- No…

Frank sta per rispondere poi si rende conto che Tom lo sta prendendo in giro, fa un gesto di stizza, poi prende di scatto il cellulare, lo guarda, è arrivato un messaggio.

TOM:- E’ lei? (Frank non risponde) Ma chiamala no?

FRANK:- (di scatto) E perché io? (cambiando tono) E poi non era lei…

TOM:- Ma te chiamala lo stesso!

FRANK:- Senti lo sai come sono fatto. E’ lei che ha sbagliato ed è che lei deve fare il primo passo.

Sono troppo orgoglioso per dargliela vinta. Non può trovare sempre le solite scuse idiote con me.

TOM:- Che scuse?

FRANK:- E dai, ancora con la scusa del credito al cellulare che è finito… ma per favore.

TOM:- Ma anche io ogni tanto rimango senza credito. FRANK:- Quarantotto giorni di fila? E poi si meravigliano se uno le manda a cacare. Per forza! (imita) “non avevo credito ecco perché non rispondevo” (ripensandoci) A parte che se una non ha il credito... non si capisce perché non debba rispondere... TOM:- Eh... mica deve chiamare.

FRANK:- Deve rispondere infatti.

I due amici si guardano interrogativi.

FRANK:- E poi come fai a dirmi che ti interesso e poi fare 'ste cose? Che hai nel cervello?

Dimmelo che hai così trovo da metterci l’altra metà che ti manca! Come puoi rischiare che una

persona si incazzi e non ti voglia più vedere, per un cavolo di credito sul cellulare? (ricorda) Come

si stava bene quando c’erano le bollette! Non hai soldi? Mandami un messaggio con un altro

telefono no? Hai trecentottantaquattro “migliori amici”, ce ne sarà uno che ti presta il cellulare un

secondo no? Oppure chiamami da casa, mi dici di richiamarti e ti richiamo io! E invece no, perché

'ste idiote hanno fatto tre milioni di telefonate e i genitori gli hanno messo il lucchetto al telefono…

ti dicono. (ci pensa) Ma anche questa è una gran cazzata perché non esistono più i telefoni con la

corona che gira…

TOM:- Quelli reali? (Tom accenna una risatina, subito sopita dallo sguardo feroce di Frank).

FRANK:- Sono tutti a tasti, come fanno a metterci il lucchetto, ce lo saldano? E sono pure convinte di avere ragione capito? Le chiami, dopo dodici messaggi, (a bassa voce) accidenti a chi l’ha inventati, e magari manco ti rispondono. Poi se si degnano di farlo tra un esame e l’altro, si perché se hanno un esame in ballo, non hanno nemmeno tre minuti di tempo per mandarti un messaggio, (a bassa voce) accidenti a chi l’ha inventati un altra volta. Insomma, quando stracazzo gli pare,


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decidono di rispondere: “Ah ciao! Non ti fai mai sentire eh?”

Frank si arrabbia e si sfoga tirando cazzotti sul cuscino. Tom lo guarda inespressivo.

TOM:- Non ti ha richiamato eh?

FRANK:- No!

TOM:- Ma chiamala te!

FRANK:- T’ho detto di no! E quando io dico una cosa… (si trattiene poi si calma) comunque l’ho

già chiamata tre volte… e anche due messaggi, (piano) accidenti a chi l’ha inventati… e tre

squilli…

TOM:- Orgoglioso insomma (ridacchia) Ma lei che ti ha risposto?

FRANK:- Ha detto che era senza credito, figurati, e mi ha fatto i complimenti per l’ortografia…

TOM:- In che senso?

FRANK:- Nel senso che mi piacerebbe fare quattro chiacchiere con l'inventore del T9, un giorno.

Me lo metterei davanti e gli chiederei: “ma ora dimmi come cazzo ti è venuto di mettere “vi” come prima opzione al posto di “ti”? Che ti arriva un SMS ottocentesco: “vi passo a prendere stasera?” E come cazzo ti è venuto di mettere “paura” come prima opzione rispetto a “scusa?” “Paura ero senza credito!” Chi è che usa “paura” negli SMS? A chi pensavi come utente ideale a Stephen King?

Dimmelo! E perché quando scrivo “tu” mi viene fuori “tv”? Che prendi le mazzette dalla Rai? A un mio amico oggi è arrivato un messaggio che diceva: “ti faccio gli ampliodoti per il meraviglioso monologo!” Cosa sono gli ampliodoti testa di minchia? I complimenti??? Ampliodoti non esiste! il tuo dizionario di merda è pieno di parole che non esistono! TOM:- (ride) E’ vero… ma a chi è arrivato?

FRANK:- A Eraclio.

Tom fa per dire qualcosa, ma Frank lo interrompe.

FRANK:- E’ un nome di merda lo so. E per colpa di quel cazzo di T9 lui non si chiama più Eraclio, ma “Escalin”, che sembra un medicinale contro la scabbia. E ha incasinato, anche Bernardo, il T9, che è un nome di merda anche quello siamo d’accordo ma infatti è un amico di Eraclio. TOM:- Una bella coppia si! Ma che gli è successo?

FRANK:- Insomma Bernardo stava tampinando una ragazza. Era riuscito ad avere il numero. Le

stava mandando il primo messaggio galante per rompere il ghiaccio. Il messaggio diceva: “vi va se

stasera andiamo a mangiare qualcosa poi andiamo a ballare? Vi porto a Testaccio, c’è un amico che

mette i dischi. Vi riaccompagno casa io”. E a parte che sembra scritta da Mozart. Ma vabbè. Ad un

certo punto lo spazio era quasi finito, per cui Bernardo non si firma “Bernardo” ma “Bern”. Peccato

che il messaggio col T9 sia arrivato firmato “afro” , a sottintendere un individuo con una minchia

tanta, intenzionato a concludere degnamente la serata sul divano. Lei ovviamente è sparita, e “Afro”

si è fatto un anno di seghe.

TOM:- E se scrivi aiuto? Hai visto?

FRANK:- E come no! Uno scrive aiuto. E fin qui… poi gli diventa aiutò. E fin qui... Poi diventa bìtum. Si, esatto, bìtum. Intendi bitume? Sì, intendi bitume. E allora se conosci “bitume”, perché non mi prendi “merda”?? Secondo te c’è più gente al mondo che scrive merda o che scrive bitume? Poi dice uno s’incazza, e non li manda più i messaggi, accidenti a chi l'ha inventati!! TOM:- Ma infatti sempre meglio chiamare.

FRANK:- Ma che c’ho scritto Telecom Italia in fronte?

Squilla il telefono di Frank, sguardo di intesa con Tom.

FRANK:- (timoroso, in tensione) Pronto? (delusione, rilascio nervoso) Oh mamma ma sei sempre te?! No no, non è per te figurati… Sì sto bene, sono solo un po’ nervoso… Come? Mamma dai non


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ti preoccupare… Si c’è anche lui è qui davanti a me, dove vuoi che sia andato… c’ho la balia… e chi lo smuove da qui. (Tom fa dei cenni come per dire: “ma che vuoi da me?”) Non lo so quando torno mamma, forse domani, si si torno domani, ciao ‘mà. TOM:- Era la mamma?

FRANK:- (pausa, lo guarda storto) No, era Dio. Si rallegrava per averti creato così simpatico. TOM:- (si alza) Digli che non si deve preoccupare. C’è chi è più simpatico di me e perde tempo a mandare messaggi alle bimbe sceme. E poi caro Frank te sarai anche più grande ma ancora non hai capito come ci si comporta con le ragazze. Scusami se te lo dico. FRANK:- Perché come ci si comporta sentiamo…

TOM:- (sbuffa superiore) Eppure ne hai avute di storie… ancora non l’hai capito?

FRANK:- Ha parlato Oscar Wilde… ma se nemmeno sei fidanzato!

TOM:- Appunto! Allora, ti faccio un test, vediamo se lo passi o sei il solito zerbino. Io faccio la

presunta preda e te fai il presunto zerbino.

FRANK:- (lamentoso)Se parto subito da presunto zerbino però…

TOM:- Vabbè presunto fidanzato. Vienimi a prendere.

Frank fa come per abbracciarlo e Tom lo scansa di lato.

TOM:- Oh! No no, la macchina dove ce l’hai?

FRANK:- Sono venuto a piedi…

TOM:- E se piove?

FRANK:- C’ho l’ombrello.

TOM:- Dentro l’ombrello non ci puoi scopare. Vabbè saltiamo la macchina. Passiamo alle frasi

fatte. (con voce femminile) “Sei sempre il solito, oggi non mi hai nemmeno chiamato!” (attende una

risposta di Frank).

FRANK:- (titubante) Avevo finito il credito?

TOM:- No! Questo lo possono dire le donne! Se lo dici tu, passi da stronzo!

FRANK:- (non capisce) Ma non dovevo essere stronzo scusa?

TOM:- Ma non capisci! Gli uomini non possono essere stronzi per davvero. Devono far capire che

sono stronzi ma senza farlo vedere, così possono essere stronzi sul serio ma far credere che non lo

siano. Capito?

FRANK:- No. E allora cosa dovrei dire?

TOM:- Falla te la donna ti faccio vedere.

FRANK:- (con voce femminile) “Perché non mi hai chiamato?” TOM:- Hey ciccia, io ti chiamo quando ho voglia e se me lo ricordo ok? Se ti sta bene è così, sennò aria.

FRANK:- See certo come no, e te pensi che… (Tom lo interrompe abbracciandolo come in un film romantico).

TOM:- Domani avrai così tanta voglia di sentirmi che chiamerai tu, a qualsiasi ora… e io non ti risponderò.

Tom lo bacia in bocca poi si volta come per andarsene. Frank sputacchia in terra schifato.

FRANK:- Ma che schifo eh?!

TOM:- Visto come ci si rimane?

FRANK:- Da schifo appunto. Ma questi sono stereotipi e basta, siamo nel 2019 sveglia!

TOM:- Sveglia te Frank, che le donne sono sempre le stesse…

FRANK:- Sempre a generalizzare. Ci sono le eccezioni. TOM:- Ma anche questa è buffa. Come faccio a non generalizzare? Mica le conosco una per una? Qui si parla di grandi numeri, è chiaro che uno generalizza no? Mi fanno incazzare quelle che ti dicono di non generalizzare e poi si comportano con lo stampino.


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FRANK:- Non troverai mai una ragazza se la pensi così.

TOM:- Sai una cosa mi ha detto l’altra volta? (imita): “Uff... non capite voi uomini che noi

donne siamo tutte diverse. Io sono io e soprattutto mia. Sul sesso poi non riuscite a stabilire un

feeling. Cercate solo di fare lo schizzetto. Se vi diciamo che siete come un fratello, nei depressi vi

porta al suicidio, negli aggressivi all'omicidio. Se invece riuscite a far sesso con la potenziale amica,

dopo si diventa amici davvero. Oppure non ci si vede più, a seconda della performance.”

FRANK:- Hmm però non ha tutti i torti…

TOM:- Ma figurati… invece se si parla di sesso devi generare della mitopioesi…

FRANK:- Mito che?

TOM:- “Mitopioesi” sostantivo femminile, significa “creare del mito intorno a te”, una parola nuova

al giorno è nel programma che seguo online.

FRANK:- Che programma.

TOM:- Un corso su Internet si impara un vocabolo nuovo al giorno.

FRANK:- Ah, ce n’hai sempre una nuova te…

TOM:- Sì, una al gioro. Insomma dicevo, se vuoi creare una mitopioesi devi usare la strategie

giuste. Tipo se una ragazza ti chiede quale è il tuo regista preferito, che le rispondi? (Tom prende il

tempo all'amico e risponde insieme a lui).

TOM/FRANK:- Kubrick, Allen, Moretti

TOM:- Eccolo là. Chi non scoperà mai risponderà così… Questo perché il

marketing amoroso è un climax e il climax deve essere studiato a pennello. Se dici Kubrick, il climax non inizia, si esaurisce in un attimo. E' una tautologia. FRANK:- Tatu…

TOM:- (sbrigativo) sì sì la parola del giovedì. Se proponi Woody Allen invece, puoi giocartela meglio sicuramente ma devi augurarti che la tipa non veda mai un suo film in tua compagnia. Perché mentre tu fai l'intellettualino e ridi quando un essere umano medio non riderebbe mai, lei sta immaginando come sganciarsi da una serata pesantissima. Su Nanni Moretti non mi pronuncio. Alla terza "n" di Nanni lei è già scappata. Chi invece scoperà sì, ma solo ragazze con i sandali di cuoio ti risponderà:Kusturica, Kitano, Kieslowsky. La mitica triade del KKK. Inutile che mi dilunghi sui possibili climax che puoi generare, tipo: Kusturica > Bregovic > concerto di Bregovic > musica gitana > situazione balcanica > paolo rumiz > impegno sociale > no alla Nato > d'Alema è uno stronzo, importantissimo questo momento perché lei capisce che hai il piglio critico,> fumiamoci un cannone > limoniamo (si tromba). Se invece ce l’hai rabdomantico e trasversale, devi evitare di essere banale e devi generare una catena che ti permetta più climax possibili. Ti faccio un regalone: Roger Avary lo sceneggiatore: Roger Avary >Pulp Fiction > Regole Dell'Attrazione > Bret Easton Ellis > Minimalismo e PostMinimalismo Americano>www.avary.com >regista con un blog > situazione blog mondiale > "ma come non sai cos'è un blog?" > casa mia te lo faccio vedere > limoniamo (trombiamo). Tu immagina un nome come Roger Avary quanto ti dà da parlare! FRANK:-(stordito) Eh?

TOM:- (cambia atteggiamento) Ah… c’era questa nella posta.

FRANK:- (seccato/nervoso) E dammela subito no? (sottovoce) Roger Avary…

TOM:- E’ per i tuoi genitori…

FRANK:- (meravigliato e contento) La mia sorellina!  Studia a Londra, è una ragazza fantastica,

mica come te…

TOM:- E capirai che sarà mai…

FRANK:- No no, lei è una in gamba, sennò non andava a studiare a Londra.

TOM:- Ma non è invece che l’hanno spedita a Londra perché qui Hmm (combinava poco di buono)

FRANK:- Ma che dici? La mi sorellina? E’ un angioletto, se non ci fosse lei…

TOM:- Infatti non c’è… è a Londra.(Frank lo guarda male).Dai leggi sentiamo che scrive.

FRANK:- Veramente l’ha scritta ai miei…

TOM:- E vabbè che fa, sei su fratello no?

FRANK:- Lo so però è una cosa privata mi sento un po’ in imbarazzo…


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TOM:- E allora la leggo io se vuoi così non ti senti in colpa no?

FRANK:- (pensa) Vabbè... (gli dà la lettera) ma leggi senza mettere troppo il naso dentro…

TOM:- No no solo una puntina… allora: “Londra 12 ecc ecc ecc”.

FRANK:- No aspetta… Londra? Leggi leggi tutto preciso.

TOM:- Londra solita data tempo…

FRANK:- E dillo!

TOM:- Londra! 12 gennaio 2019 dopo Cristo per essere precisi. Cara mamma e papà vi scrivo solo

adesso perché in questi sei mesi non potevo… ma prima di continuare a leggere mettetevi comodi a

sedere.

Tom fa una pausa lunga e ne approfitta per leggere il resto della lettera.

FRANK:- Che cara, sempre a preoccuparsi… e leggi?

TOM:- L’emorragia cerebrale che non si voleva riassorbire, alla fine se ne è andata così mi hanno

tolto dal coma vigile nel quale mi avevano messo.

FRANK:- (impaurito) Eh?!

TOM:- Fortunatamente ora mi sono svegliata e mi hanno raccontato cosa mi è successo perché io non ricordo nulla, ero completamente fatta di ecstasy, sai qui costa veramente poco. Mi ha ritrovato un benzinaio di 48 anni in un fossato tutta bagnata e sanguinante e mi ha portato all’ospedale più vicino. E’ stato tanto caro, è venuto a trovarmi tutti i giorni per sei mesi e tutti dicevano che è stato tanto affettuoso e premuroso con me. Non mi lasciava mai, anche la notte, tanto che lo lasciavano spesso con me. Così quando mi sono svegliata ho sentito l’istinto di innamorarmi di lui. E presto ci sposeremo anche perché Hahmed tra 3 mesi nascerà e lui lo vorrà portare subito a far vedere ai suoi parenti a Kabul. Lui è molto riservato ma mi lascerà venire a trovarvi ha detto a patto che non mi tolga mai il burka che mi ha regalato come dono di nozze. FRANK:- Oddio!… (si accartoccia su se stesso).

TOM:- Inoltre aggiunge…

FRANK:- No, ti prego basta… cosa c’è ancora?!

TOM:- Aspetta aspetta che viene il bello. Cara mamma e caro papà non siate preoccupati, io sto

bene, non sono mai stata in coma e Hahmed è un mio amico afgano. Mi hanno solo respinto

all’esame di lingua inglese e in storia ho l’insufficienza. Visto che poi le cose non vanno così male?

Scusate  ma  non  sapevo  come  dirvelo!  Spero  mi  possiate  perdonare.  Ah  salutatemi  quel

bambascione di Frank e ditegli che mi deve ancora dare il mio regalo di compleanno! Baci ecc ecc

ecc. E’ si.. è proprio forte la tu sorellina… dovrebbe fare la psicologa altro che lingue! (Frank è

rimasto basito) Oh Frank.. (ride) sai che mi sembri? C’hai la stessa espressione di un Viacard.

Prova a dire “Arrivederci”.

FRANK:- (biascicando) …arrivederci…

TOM:- Perfetto!

[Buio]

Musica (aria del Barbiere)

[Luce]

Frank si prepara per uscire lentamente. Dal bagno si sente prima canticchiare, poi il rumore di un phon. Scatta il salvavita.

[Buio].

La scena è illuminata solo da una piccola luce d’emergenza che fa apparire Frank come un


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fantasma verdastro in mutande. Tom parla dalla quinta, non si vede mai.

FRANK:- (scocciato) Ecco! Ma cosa te ne fai poi del phon se ti stai facendo la barba!

TOM:- Mi fa freddo.

FRANK:- E copriti no?

TOM:- Mi sporco con la schiuma.

FRANK:- Si sporca... capirai... quei completoni di Armani... (avanza a tastoni verso uno scaffale)

Dove sono le candele?

TOM:- (intimorito)Vengo a darti una mano?

FRANK:- Stai fermo lì che fai altri danni di sicuro. Le prendo io, sono qui. (ne accende due)

TOM:- Che vengo? (pauroso)Non si vede nulla qui dentro... Frank?

FRANK:- Ho detto stai lì! Come faccio a vestirmi al buio eh?

TOM:- E io allora? Come faccio a togliermi i peli con le pinzette?

FRANK:- (tra se) Le pinzette?

TOM:- No mi posso fare la barba fino in cima sennò mi crescono i pelazzi neri fin sotto gli occhi!

FRANK:- (provandosi delle camice) Nella penombra manco si riconoscono i colori. Boh, tanto non

c’ho mai capito niente di abbinamenti. (a Tom) Guarda che devi andarci te a riattaccare il salvavita

in cantina eh?

TOM:- Io? Ma non è casa tua?

FRANK:- Sì ma la luce l’hai fatta saltare te, quindi galoppa!

TOM:- (pauroso) Io eh? E vabbè andrò io, tanto che ci vuole.

Mentre Tom parla Frank prende la fotografia incorniciata sul comodino e la guarda con un’espressione mista di tenerezza e tristezza, una luce ambrata lo illumina. Non vediamo chi è ritratto nella foto.

TOM:- C’ho sempre la schiuma in faccia, ma tanto meglio così… se c’è qualcuno che non deve esserci qui sotto, magari mi prende per Babbo Natale e magari non mi fa nulla. E poi basta seguire le scale. Si mette un piede dietro l’altro, lentamente, tanto chi ti corre dietro? Mica c’è nessuno...

dietro… e alla fine si scende l’ultimo scaaaaaLINO (inciampa, rumore di cocci infranti) che non è uno ma sono due!

Silenzio. Un colpo sordo. Poi un urlo. Il suo tono di voce ora è neutro.

TOM:- Sono arrivato dove volevi Frank.

[luce]

Frank rimette la foto sul comodino e ricomincia a vestirsi. Tom esce dalla quinta spolverandosi.

TOM:- Oh, laggiù c’è di tutto, biciclette, lettini, materassi, manichini, balocchi, un biliardo, i

micronauti, forti erano ci gioco ancora a cas…

FRANK:- (lo interrompe) Manichini?

TOM:- Si, m’ha fatto una paura quando ho riacceso la luce. Sembrava un cristiano morto!

FRANK:- Ma sei sicuro che sei entrato nella cantina mia?

TOM:- Certo, vedrai se ho riacceso la luce…

FRANK:- Io non c’ho messo nessun manichino li dentro.

TOM:- Ma guarda che c’è. Pure tutto vestito, con i capelli, le scarpe, buttato li sopra il biliardo a

faccia in giù… (ci pensa) Frank?

FRANK:- Cosa?


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TOM:- (terrorizzato) Ci s’ha un morto in cantina!

FRANK:- Shhh zitto! Ma che dici? Come era fatto, dove era!

TOM:- Te l’ho detto! Sopra il biliardo, con tutti i balocchi accanto, tra la Barbie e il castello dei

PlayMobil.

FRANK:- La Barbie? Ma figurati se io c’avevo la Barbie!

TOM:- Si che ce l’avevi!

FRANK:- Ma che ne sai te?!

TOM:- Ci si giocava insieme vedrai! Te tenevi la Barbie e il Big Jim e si faceva le posizioni porno,

poi tua mamma ci becco’ che te l’eri infilata nelle mutande e quell’altra…

FRANK:- (lo interrompe brusco e imbarazzato) Shhh! Si me lo ricordo che fece, non c’è bisogno di ricordarmi i particolari! Andiamo a vedere!

Ogni volta che Frank dice “Shhh!” Toma fa un gesto come di trattenere la pipì”.

TOM:- Io non ci torno!

FRANK:- Shhh! Te ci torni invece, che hai paura di un morto?

TOM:- Si!

FRANK:- Anche io! Per cui ci vieni con me!

TOM:- Ma la cantina è tua!

FRANK:- Shhh! Ma te paghi l’affitto perciò è anche tua, andiamo! (lo trascina per un braccio).

TOM:- Aspetta!

FRANK:- Che c’è?

TOM:- E se quel coso si anima all’improvviso e ti morde? Io non ti lascio trasformare, t’ammazzo

subito t’avverto eh?

FRANK:- Shhh! Shhh! Shhhhh!

TOM:- Frank sono debole di vescica mi piscio addosso!

FRANK:- Andiamo deficiente!

I due amici entrano in quinta. Da qui in avanti si sentono solo le loro voci, la scena rimane vuota.

TOM:- Accendi la luce…

FRANK:- E’ accesa!

TOM:- E accendine un'altra!

FRANK:- Fai piano!!

TOM:- Che hai paura di svegliarlo?

FRANK:- Sei te che ti devi svegliare, te lo sei sognato.

TOM:- Non è vero, andiamo vieni a vedere allora!

FRANK:- Non spingere che si scivola! (pausa) Ecco… lo vedi che non… che non... (gli trema la

voce) Tom?

TOM:- Cosa…

FRANK:- (tutto di un fiato) Ci s’ha un morto in cantina!

TOM:- Quando te le dico le cose io!

FRANK:- E ora cosa si fa?

TOM:- Ma sarà morto davvero? Magari dorme…

FRANK:- Certo è venuto a fare un pisolino disteso sul biliardo nella mia cantina…

TOM:- (lo chiama) Signore? Hey? Dorme? Vuole un Thè?

FRANK:- Ma che thè!? E’ morto non lo vedi che è rigido!

TOM:- L’hai toccato?

FRANK:- Si vede…

TOM:- Si vede che è pallido mica rigido…

FRANK:- E allora toccalo!


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TOM:- No, mi fa schifo! Toccalo te, è stata tua l’idea del rigido, per me è solo pallido.

FRANK:- Shhh! E’ morto e basta. (inquisitore) Ma chi ce l’ha messo qui, come c’è arrivato? Eh

Tom?

TOM:- Eh? Che ne so io... io ce l’ho trovato come te.

FRANK:- Io sono tornato ora a casa prima non c’era.

TOM:- E allora? Che vuoi dire scusa???

FRANK:- Che è successo qui Tom? Chi è?

TOM:- Frank! Ma che …

Sentiamo dei rumori di passi svelti per le scale, Frank esce dalla quinta. Un rumore di chiavistello.

TOM:- Frank! Non fare l’imbecille. Ho paura! Apri! Mi viene l’asma lo sai! Non mi lasciare qui, Frank! E’ tua la cantina io sono tornato a casa 20 minuti prima di te! Frank!

Tom batte alla porta, Frank indietreggia spaventato, si guarda intorno, non sa cosa fare, poi si avvicina alla porta.

TOM:- Frank! Aprimi (piagnucola) ho paura! ti prego…

FRANK:- Devo uscire Tom… devo lavorare… torno tra poche ore. Scusami. (esce)

[Buio]

[luce]

Rientra Frank. Si toglie i vestiti. Si avvicina all'ingresso della cantina.

FRANK:- Tom? Sei li? (entra in quinta) Tom! Ecco lo sapevo è scappato! (riesce, si innervosisce parla quasi sottovoce) Oppure è andato a dire tutto alla polizia! Che poi sono io che devo rispondere alle domande, io devo dire come sono andate le cose, io devo inventarmi chissà che e continuare a lavorare, mica lui! (pausa, passeggia, respira cercando di calmarsi) A cena domani ho tre attori e un regista. E in ballo ci sono almeno due ruoli importanti. E’ invidioso, tutto lì e vorrebbe lavorassi per lui. Ma io glielo faccio quasi apposta. E se lo scelgono poi? Entra nel giro… no meglio di no. Che ci provi lui, da solo.

Frank si siede sul divano, prende la fotografia. La guarda in silenzio, poi la riposa, cambia tono.

Vivessi da solo, che bellezza! Con i primi soldi lo butto fuori. E’ un bravo ragazzo, ci si conosce da tanto, ma le sue schifezze non le sopporto più (si alza, esce nella quinta del bagno) Ecco! Peli dappertutto! Un’esplosione di peli! Dopo che s’è fatto la barba sembra di essere allo zoo! (rientra, toglie un paio di mutande appoggiate a qualcosa) (sarcastico)Le mutande sulla maniglia della porta che fa chic… Fa proprio schifo! Appena torna hmm… (rientra in bagno).

Entra in scena Tom dalla cantina. Mentre Frank ancora borbotta in bagno, Tom esce di casa. Frank fa capolino dal bagno.

FRANK:- Tom?

Suona il campanello. Frank va ad aprire. E’ Tom.

FRANK:- Ah! Giusto te guarda.

TOM:- Non sono andato a raccontare nulla del cadavere non ti preoccupare.


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FRANK:- (sinceramente sorpreso) Che cadavere?

TOM:- (stizzito) Ma sei deficiente?!

FRANK:- Ahh… quel cadavere…

TOM:- E quanti cadaveri abbiamo in casa?!

FRANK:- No, scusa ero soprappensiero… pensavo al bagno…

TOM:- L’hai intasato un’altra volta?

FRANK:- No, l’ho PULITO un’altra volta, come al solito ci devo pensare io!

TOM:- Mi hai rinchiuso, come facevo a farlo?

FRANK:- Hai ragione, scusa, non so che mi è preso…

TOM:- Hai visto almeno chi è?

FRANK:- Chi? (a Tom prende un convulso di rabbia) Ahhh, no, non ho avuto tempo, sono tornato

ora.

TOM:- Eh giusto! Perché riconoscere un cadavere in cantina è come pulire i tappetini del bagno, non ci s’ha mai tempo!

FRANK:- Io per quello lo trovo, sei te che non lo fai mai, su quei tappetini c’è nato un ecosistema perfetto!

TOM:- Io vado giù e lo porto qui. (Tom si avvia ma Frank lo blocca) Non mi fermare che è peggio per te lo sai!

Tom tenta di liberarsi con una mossa di Jujitsu, ma si auto-incastra da solo, goffamente.

FRANK:- Non ti è mai riuscita... nemmeno quando ti sarebbe servita davvero…

TOM:- Lasciami! Potrebbe essere ancora vivo!

FRANK:- Lo sai benissimo che è morto Tom.

I due smettono di lottare, riposano un attimo. Frank chiude la porta della cantina e si siede su una seggiola sbarrando il passo. Tom rinuncia e si siede sul divano.

TOM:- Come sarà morto?

FRANK:- Chi? (ridacchia)-

TOM:- (mantiene la calma a fatica, respira) Come è andato il lavoro? FRANK:- Bene, sono arrivate subito due telefonate. Una del regista e l’ha preso come protagonista, e l’altra dell’agenzia che gli aumentava il cachet a 900 euro a posa. TOM:- 900 euro?? E quante pose?

FRANK:- Trentotto.

TOM:- Accidenti ci fai i soldi!

FRANK:- Io prendo solo il 10% lo sai.

TOM:- Come la mia agenzia, peccato che sia io a trovare i lavori a loro…

FRANK:- E’ sempre così, tranne qualche colpo di “culo”.

TOM:- C’è chi lo da… chi lo vende, e chi lo vuole accanto eh? (gli da una pacca sulla spalla).

FRANK:- Già. E tu non ce l’hai un portafortuna?

TOM:- No io non sono scaramantico.

FRANK:- Strano, tutti gli attori lo sono. Quando feci il mio primo spettacolo a Roma in un buco da

40 posti, c’era un attore che prima di andare in scena, ogni sera ripeteva le stesse identiche mosse

che aveva fatto alla prima, se era andata bene.

TOM:- E se era andata male?

FRANK:- Non lo so… ne facemmo solo una di prima. Non c’erano soldi. Il regista ci pagava in cene e buoni sconto dal suo parrucchiere, che poi era un cugino di Lamezia Terme. “Vieni acca! Ti vogghiu fari i capilli cugliuni!” Non avevamo una lira però in scena s’era sempre pettinati! TOM:- Menomale non c’aveva un cugino prete sennò erano ostie a pranzo e a cena…

FRANK:- Alle volte vai sul palco e ti chiedi perché. Cioè non lo sai perché… Dici delle cose, le


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dici anche bene, la gente ti applaude e poi va via. Non è come in Tv che si vedono 'ste deficienti che

urlano e poi ti vedono fuori ri-urlano, si strappano i capelli. In teatro no, vanno via… vengono,

vanno, altra gente che non conosci viene… noi si rimane, loro vanno… che casino. Ma se si andasse

tutti invece di rimanere… eh?

TOM:- (non ci ha capito nulla) Eh?

FRANK:- Niente…

(pausa)

FRANK:- Io non voglio più fare questo lavoro.

TOM:- Nemmeno io.

FRANK:- (sorpreso/protesta) Perché? Sei bravo, hai talento. Te lo dicono tutti. TOM:- Certo “tutti”, ma poi vanno, vengono, noi invece si rimane! Sei sempre precario, non sai mai dove vai a sbattere il capo. Nessuno si fida.

FRANK:- Sei te che non dai fiducia. E poi lavori… io sono dieci anni ormai che faccio brusii e

massimo 3 pose a film…

TOM:- Ma se sei tu che mi hai detto che si comincia con piccole parti?

FRANK:- Dieci anni di piccole parti? Dieci Tom?? Io ho più di trenta anni. Se non avessi questo

miracolo addosso non so come farei a campare. E non so per quanto mi rimarrà. E poi la gente mi

guarda male. Ci credo che non mi fanno lavorare.

TOM:- Ma sempre soldi sono no? E onesti.

FRANK:- Onesti? Quanta onestà c’è in quello che faccio? Ma mi vedi? C'è chi mi vuole solo

toccare, chi vedere in foto, chi mi tiene nel portafoglio! E chi mi vuole accanto, lo fa solo per

quello.

TOM:- C’è chi ti vuole bene anche…

FRANK:- Sono tutti finti, tutti si approfittano… e magari chi mi vuole bene davvero non me lo dice

perché ha paura che poi non faccia più effetto…

TOM:- Se smetti te, smetto anche io.

FRANK:- Se ci provi… t’ammazzo.

(pausa)

FRANK:- E’ morto Marchionne…

TOM:- Ah… Ma chi è uscito dall'isola dei famosi?

Frank lo guarda inespressivo.

(pausa)

TOM:- Eh, sennò perché non vai ad un reality? Adesso vanno di moda…

FRANK:- Non ti ci mettere anche te per favore eh? Tutti che mi dicono la stessa cosa, oh tutti!

TOM:- Ci sarà un motivo…

FRANK:- Io mi meraviglio di te. Che fai l’attore e ti sei fatto il culo per diventarlo. Ma quando vedi

in tv questi coglioni che urlano nei reality e poi li rivedi tre mesi dopo in un a fiction di successo…

cosa pensi?

TOM:- (ci pensa) Quello che pensi te…

FRANK:- Appunto, e allora perché mi chiedi di andare ad un reality. E’ un successo effimero. Ti sfruttano per un anno e poi finisci nel cesso, insieme a tutti gli altri. TOM:- Però se hai talento può essere un trampolino di lancio.

FRANK:- Si si… nel cesso appunto. Un bel tuffo nella merda.

TOM:- Ma no dai, coso li, come si chiama, quello del Grande Fratello che ha fatto... cosa lì come si


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chiama, quella fiction… la soap, che era…

FRANK:- Visto? Nemmeno ti ricordi chi era e cosa ha fatto… e l’ha fatta ora! Ma tra venti anni

come ti piacerebbe essere ricordato? Come Tom del grande fratello o come Tom che ha scritto quel

libro, quel film, che ha interpretato quel personaggio, che ha vinto un premio prestigioso? Come ti

piacerebbe essere ricordato?

TOM:- Magari mi basterebbe essere ricordato…

FRANK:- Va bene e allora sgozza diciotto bambini e sarai ricordato. Anche Hitler sarà ricordato per

sempre.

TOM:- Eeee ora tiri fuori Hitler… e poi anche lui non era proprio pazzo come si diceva.

FRANK:- No no, era anche troppo intelligente, se era pazzo totale continuava a dipingere il solaio

di casa sua. Che poi io ce l’ho con quel cretino del suo professore all’università che non lo volle nel

suo corso. A quest’ora sai quanti quadri aveva fatto… ma vabbè, la storia non si fa certo con i “se” e

con i “ma”.

TOM:- Sennò vai a fare il tronista (ridacchia).

FRANK:- Sì certo, vado a sedermi sul trono di sfiga. (accenna la sigla della seria TV)

TOM:- Ieri c’erano dieci ragazze mezze nude che corteggiavano un ragazzo tutto unto sul trono.

Anzi no ce n’erano tre, tutti uguali, vestiti uguali, pettinati uguali… unti uguali.

Viscidi che nemmeno con la canna da pesca li toccherei se fossi una ragazza. Ma che gli danno in

faccia la coppale? Allampadati, con dei labbri gonfi come canotti peggio delle donne, truccati,

mamma mia…

FRANK:- Ma li pagano almeno?

TOM:- Ma figurati, quelli pagherebbero per andare in TV a farsi corteggiare e rischiare di diventare

famosi. Addirittura c’erano tre ragazze “fans” di uno dei tre… e questo manco era famoso! Aveva

già le fans, la pagina facebook, istagram, twitter, mancava solo la panca intestata in chiesa poi ce

l'aveva tutte! E insomma 'ste ragazze si ammazzavano a parole si insultavano per stabilire chi era la

più meritevole di cotanto figliolo unto “famoso”.

FRANK:- Capirai che sforzo…

TOM:- E mentre urlavano e si litigavano l’unto di turno, passava una scritta che diceva: “Valeria sta cercando in Glauco l’uomo della sua vita”.

FRANK:- E lo va a cercare in TV? Ma con che faccia poi! E se ti azzardi a dirle che è una cogliona

si incavolano pure!

TOM:- Io fossi in te ci andrei però, così gliele dici in faccia 'ste cose.

FRANK:- Magari, ma tanto censurerebbero tutto, e allora lasciamogli i loro idoli. Qui tanto se non vai in tv, non sei nessuno. C’è un problema di fondo. La gente vuole uscire dalla massa, perché si sente fallita nella vita, con la moglie, i figli, il lavoro che fa solo per sopravvivere e rosicare su chi ha più soldi di te. Questi vogliono essere riconosciuti. La gente se ti vede in tv, cambia subito atteggiamento. Li puoi prendere a calci in culo, che ti sorridono sempre e ti fanno pure la foto col cellulare. (imita) "Guarda qui è quando il Vip mi ha preso a calci in culo! Figo eh?!” L’obbiettivo della gente è quello di diventare riconoscibili nei locali per non fare le file e si realizza se sui social hanno più di mille follower. Per poi ammazzarsi il mese dopo quando i follower se ne sono andati a seguire il tipo che scorreggia in faccia alle persone. Ora non voglio farti la moralina, ma questo è il classico successo funereo che sei fortunato se non ti trasforma in cenere. TOM:- Accidenti, così mi fai toccare le palle!

FRANK:- Io comunque resisto, fino a che non ce la farò più.

TOM:- E quando capirai che non ce la fai più?

Lentamente le luci si abbassano, lasciando nell’ombra Tom. Rimane un cono di luce solo Frank.

FRANK:- (guarda fisso davanti a sé come se fosse in trance) …forse l’ho già capito… forse sarebbe stato meglio farlo prima, o non farlo più, ma come faccio a capire cosa è meglio fare. Alle volte sei sicuro di una cosa e la fai, poi ti svegli e ti sembra di non averla mai pensata e fatta,


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ricominci tutto da capo e intorno a te fai il pulito. Non vuoi più nessuno, nemmeno quelli che credevi amici o a cui vuoi bene. Che ho fatto? …Io resisterò!

Durante l’abbassamento delle luci lentamente Frank ha preso in mano la cornice che è sul comodino. Torna la luce.

TOM:- Bravo Frank così ti voglio, non cedere! Però se ci vai mi porti con te eh?

FRANK:- (si alza e rimette la cornice a posto) Sì, come portafortuna? (sorride ironico).

TOM:- Eh, fare meglio di te sarà difficile, ma chissà in quel posto pieno di “unti dal signore” magari

qualcosa succede anche a me.

FRANK:- (cambia tono) O magari t’è già successa…

Frank esce in quinta come se all’improvviso avesse da fare qualcosa di urgente. Tom con le mani in tasca si muove lentamente, come se stesse passeggiando. Si guarda attorno, poi si avvicina al comodino e la fotografia incorniciata. La spolvera con la manica, la rimette a posto, sempre di “spalle”. Si alza, va in fondo alla stanza, si appoggia all’armadio (tavolo, parete. Sembra che attenda qualcosa. Un rumore dalla quinta lo “sveglia”. Rientra Frank che lentamente si siede sul divano. E’ pensoso. Guarda la cornice prima in modo inespressivo, poi più attento, quasi interrogativo e con un piccolo gesto la sposta di qualche centimetro come a sistemarla meglio.

FRANK:- Com’era quel monologo? Quello che avevi preparato per quel concorso?

Tom lentamente torna vicino a Frank e si siede.

TOM:- Buio show?

FRANK:- Sì era… ma perché “Buio show”?

TOM:- Si doveva chiamare “Festival Itinerante Cantanti Attori” ossia F.I.C.A il tutto organizzato

dall’Azione Cattolica, per cui decisero che era meglio “Buio show”.

FRANK:- Ah… comunque era… Mi ricorda quando ero bambino.

TOM:- Bei tempi eh?

FRANK:- (lo guarda) Perchè non me lo fai?

TOM:- Ora?

FRANK:- Sì.

TOM:- Ma è tanto che non lo faccio...

FRANK:- Ma se lo porti sempre ai provini.

TOM:- Va bene però mi aiuti con la regia eh?

FRANK:- Ok. Ma fallo come se fossimo a teatro allora.

TOM:- Il pubblico dov’è?

FRANK:- E’ uguale, decidi te… è lo stesso.

Tom si mette di spalle al pubblico. Una piccola pausa, un respiro... si rivolta verso il pubblico.

TOM:- No via. Meglio di qua, mi sento strano se lo faccio da questa parte, non lo so mica perché?

FRANK:- (bonario) E fallo di qua...

TOM:- Sai sono sensazioni…

FRANK:- Dai…

TOM:- (un cenno di assenso, breve concentrazione) Che bello stare in pancia della mamma! Come

si sta bene qui dentro, lontano da tutto e tutti. Faccio quello che mi pare: cià cià nell’acquetta, gioco con le barchine di placenta suono i’ cordone. La mi mamma dice al mi babbo: “Senti da i colpetti” Sono io che faccio i lavori! Grandi manovre qui dentro, mi sono fatto una dependance col soppalco vedessi che roba un bijoux. Un po’ scivoloso e stretto ma almeno in nove mesi che so qui mai


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nessuno che mi sia venuto a chiedere affitto o ICI da pagare, che non è poco. Oddio, è un po’ buio qui dentro, però si sta bene. Non mi manca nulla. L’acqua c’è, da mangiare m’arriva diretto via cavo come la tv! Ecco forse un po’ di compagnia. Si un amichetto mi sarebbe piaciuto. Anche se proprio solo non sono. Qualche volta, anche spesso ogni tanto in qualche periodo dove vedo tutto rosso ad esempio, mi fa compagnia un giocattolo tutto ignudo, non ho mai saputo che tipo di bambola sia, solo che dopo un po’ che fa avanti e indietro mi sputa in un occhio e un si vede più per due giorni… mah?! A parte gli scherzi... E’ bello però stare qui dentro, questo è il periodo più bello di tutta la mi vita. Si si, proprio convinto. Ma come si sta bene qui dentro? Se uno mi dicesse: “oh… il nome ancora non me l’hanno dato. Oh te! Ma che ti piacerebbe nascere?” Ma che sei scemo! Qui si sta come papi! Meglio di qui dove vuoi andare. Non si lascia la strada vecchia per la nuova, diceva… O chi lo diceva? Qualcuno l’avrà detto... E poi mi è arrivata adesso la cena e m’è venuto anche sonno. Mi faccio un pisolino alla faccia di quelli che stanno fuori, buonanotte! (si appisola, poi appena mi addormento un soffio di vento mi sveglia) O che hanno aperto laggiù? Senti che freddo! Chiudete fa riscontro! Mamma! Chiudi piglio il cimurro! Sono cagionevole di salute e poi sono tutto nudo! (mi accorgo del cordone ombelicale) Ah! Menomale c’ho il cordone invernale… (me lo metto a mo’ di sciarpa) Brrr ma che succede oggi? (mi muovo come un serpente) Che è tutto 'sto movimento? Mamma che hai un’altra volta le voglie strane che mi fanno venire il mal di mare? Ferma mamma dai! Che hai voglia oggi? Mango? Papaya? Avogado? Tutta roba buona ma a me arriva tutta liquida, frullata e mi piace anche ma poi mi tocca alzarmi tre volte a notte per pisciare! (pensa) Ma non ti sei mai mossa così però (mi muovo verso il basso) o che è? Scivolo! E’ diventato tutto unto, si scivola… (mi accorgo che manca l’acqua) le barchette di placenta tutte in secca, mi hanno chiuso l’acqua! I cordone è tutto moscio! Scivolo aiuto! (il cordone mi stringe al collo, comincio a tossire) o maiali, il cordone! (guardo in alto) Oh dico a voi! Strozzo! Sto diventando cadavere ancora prima di nascere! (sto soffocando ma riesco a togliermi il cordone, precipitando verso l’ignoto) ahhh (piango) mammaaaaa!!

Cambio luce forte

Dove cazzo sono? Chi sono questi esseri vestiti di verde che mi guardano senza la bocca? Oh oh fermo lasciami, lasciami le gambe! Ohi! “Complimenti signora è un maschio!?” Complimenti un par di palle così mi spacchi la schiena oh! Ora vengo, lavato, pesato, etichettato, imbustato, praticamente come si fa con un prosciutto, però con la differenza che non mi appendono, ma mi adagiano accanto ad una figura che stranamente trovo familiare, e che per fortuna ha la bocca, perché mi sorride. E’ il primo essere vivente che vedo: Bello! Sarà mica l’amministratore di condominio? No no è troppo bello... che sei la mi mamma te? Eh infatti vedevo... Si stava bene li dentro pero’ eh? E’ lo so anche te stavi meglio prima ma oramai… so uscito. Non è che si può rientrare eh? Non si può mica fare dentro fuori… dentro fuori... Comunque piacere… Come hai detto che mi chiamo? Ah bello… quando ero dentro ho fatto delle prove con l’eco e a chiamarmi mi piaceva questo nome, Francesco... esco! Hai visto che so’ uscito infatti. Brava. Ma che sono il primo? Ah sono il secondo! Però anche l’ultimo eh? Perchè gli ultimi saranno i primi diceva… vabbè anche questo qualcuno l’avrà detto! Ora però mi sento meglio, a parte il trauma della quasi impiccagione, il freddo, le manate sul culo, ora si sta bene, mi sento rinfrancato. Ma… (mi guardo giù spaventato) ma... Non facciamo scherzi eh? Una cosa avevo quando sono uscito, una! Il cavo della pappa! Appunto! Non c’è più! E’ sparito… (fa il gesto di fregare) Eh! Benvenuti in Italia! Tiratelo fuori! Me l’hanno tagliato?! Sotterrato sotto le rose perché porta bene? Ma che siete impazziti davvero? Ma chi ve le racconta queste cose? A me quel cavo mi serviva per mangiare! Non era un orpello inutile per divertirsi eh? No, quel pezzettino più sotto non va bene, non ci passa nulla da mangiare, ho già provato! È nove mesi che ce l’ho tra le mani e non ho capito ancora a cosa serva ma non serve per mangiare! Bravi sì. E io ho già fame! (piango) Ho fame! Ho fameee! Datemi la pappa! Datemela! Che eh? Ma cosa… (mi danno da mangiare e succhio) la pappa/poppa… Mamma mia bono… mmm... mmm… (me la tolgono) oh! Già finito? Ridatemi la pappa! Ridatemi


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la poppa! (mi portano via dalla mamma) Dove mi portate oh… lasciatemi! Ora vi… mi fa freddo! Mamma… (mi mettono in una incubatrice) Niente... mi hanno già messo in vetrina... ad un prezzo speciale… il prezzo della vita.

Tom fa un inchino. Frank applaude lentamente.

TOM:- Come era?

FRANK:- Se c’hai vinto un premio, ci sarà un motivo…

TOM:- Anche te però avevi scritto quei monologhetti simpatici…

FRANK:- (minimizza) Bah robetta così per fare…

TOM:- Bè dai non erano proprio cose forti però un po’…

FRANK:- In che senso?

TOM:- No, dicevo, non erano forse da festival però se uno li legge con…

FRANK:- Come scusa?

TOM:- I monologhetti che hai scritto…

FRANK:- Come “monologhetti”. In che senso “monologhetti”? Perchè “monologhetti”, sono

monologhi a tutti gli effetti, leva quell’ “etti” sennò sembra un diminutivo inutile. (Si altera) Anzi

erano proprio belli guarda e infatti non capisco perché nessuno mi ha dato un premio, accidenti a

loro! (Tom lo guarda con un mezzo sorriso sulle labbra) Te li leggo? Ce li ho proprio qui.

TOM:- Dai.

Frank, dalla quinta, “magicamente” prende un leggio e sistema dei fogli che ci ha trovato sopra.

TOM:- Ma come, non li sai?

FRANK:- (precisa) Fa più teatro col leggìo.

TOM:- (a sfottere) Vabbè non li sai...

FRANK:- Li leggo a memoria ok? Sennò non se ne fa di nulla.

TOM:- Dai dai scusa. Leggi.

Tom fa cenno di continuare, Frank cerca la concentrazione, respira di petto.

TOM:- Attento che se respiri così poi reciti di testa.

FRANK:- L’ho fatto anche io il corso di recitazione, lo so!

TOM:- Era un consiglio… scusa vai pure.

Frank chiude gli occhi un attimo, Tom tossisce. Frank fa finta di niente, adesso sembra sicuro di sé e guarda il pubblico.

FRANK:- L’apoteosi della malvagità intrinseca e simmetrica all’altezza della vanagloria…

Squilla il cellulare di Frank, ma va avanti come se niente fosse. Anche Tom lo ignora, ma si volta verso il pubblico quasi accusandolo. Il rumore smette poco dopo, Tom guarda chi era.

FRANK:- Sei arrivata silenziosa in una notte di mezz’estate e mi hai portato via. Era… era…

TOM:- Era la bimba.

FRANK:- Eh?

TOM:- La bimba, al telefono.

FRANK:- (si avvicina a Tom e gli strappa il cellulare di mano, adirato) E perché non me l’hai detto

subito! Una volta tanto che mi chiamava!

TOM:- Ma era uno squillo…


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FRANK:- Di questi tempi anche uno squillo è come fosse una chiamata di Spielberg!

TOM:- E dopo glielo rifai dai finisci il monologo.

FRANK:- (fa come per riprendere a recitare) Era… Era finito.

TOM:- Bello. Un po’ breve ma… “intenso”.

Frank si siede accanto a Tom.

Pausa.

FRANK:- Andiamo giù.

Tom si alza ed esce in quinta. Frank lo segue, prima di uscire però si ferma e si volta verso il pubblico.

FRANK:- Io faccio il portafortuna. Sì, porto fortuna. Basta la mia presenza e le cose vanno per il verso giusto. L’ho scoperto tre anni fa. Ogni volta che ero insieme ad un attore, arrivavano proposte di lavoro. Tutte cose che avrei dato un braccio per farle. Da allora mi faccio pagare per essere lì quando serve. Anche io sono un attore, ma non recito. Le parti che voglio le faccio prendere tutte agli altri. A me rimane solo la percentuale sul compenso. Io mi accontenterei di recitarlo quel 10%, ma neanche l’1% mi fanno fare. Ai provini non vado mai bene. O sono troppo brutto, o troppo bello, troppo alto, troppo introverso. A volte metto in cattiva luce il prodotto dello spot, altre sono anonimo, o non sono adatto a quel tipo di film. Quando iniziai a vent'anni, andavano i quarantenni, adesso sono tornati di moda i ventenni. (ride amaro poi fa una pausa) Tom è bravo. Non deve ricorrere a me, anche se sa che ho questa “particolarità”. Non mi ha mai chiesto veramente di andare con lui. Io sono convinto che non ci crede fino in fondo a questa cosa che ho. Però lui lavora lo stesso. Lavora, non sempre, ma lavora, fa belle cose, si rivede in TV, al cinema… (si siede cambia tono, è duro adesso, cattivo). E non gli permetterò di farsi aiutare da me, non si merita questo tradimento da parte mia. Io gli voglio bene (prende la foto sul comodino) vero Tom che ti voglio bene? (

Frank accarezza la foto poi appoggia la cornice sul comodino, questa volta visibile al pubblico. Vi è ritratto Tom in uno scatto quasi funereo, poi torna verso la quinta.

FRANK:- Tom?

Frank esce di scena, sentiamo solo la sua voce che rimbomba e i suoi passi pesanti.

[Musica cupa]

FRANK:- Ora ricordo chi è quel cadavere sai? Ora mi ricordo tutto. Dai Tom fai il bravo attorino… aiutami. Torniamo su. Ecco così… (la voce è affaticata). Non succederà nulla. Lo sai che con me sei al posto giusto nel momento giusto.

Frank è tornato in casa. In spalla ha il cadavere di Tom.

FRANK:- Non pesi come un manichino però. Ah! Lo sai chi cercavano oggi al provino? Uno che moriva di morte improvvisa. Tu l’avresti saputo fare benissimo… (malizioso) ma non gliel’ho detto… E’ divertente morire in un film vero Tom? L’hai già fatto altre volte… tu…

Scatta il salvavita.


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[BUIO]

Un lampeggiante blu e una breve sirena annunciano l’arrivo di una volante della polizia. Il volto di Frank è illuminato ad intermittenza da quella luce che lo rende ancora più tetro. Ancora col cadavere di Tom in spalla, libera una mano e si fruga nei pantaloni. Ne tira fuori l’agendina, la sfoglia velocemente cercando qualcosa.

FRANK:- Hey Tom... come era la morte eroica?

Fine del tappeto musicale cupo.

[BUIO]

SIPARIO

MUSICA FIGARO


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