BUOVO D'ANTONA Di Carlo Goldoni Dramma Giocoso per Musica di Polisseno Fegejo Pastor Arcade, da rappresentarsi nel Teatro Giustinian di S. Moisè il Carnovale dell'Anno . PERSONAGGI PARTI SERIE DRUSIANA principessa d'Erminia. La Sig. Chiara Bassani. MACCABRUNO duca d'Antona. La Sig. Margherita Paccarelli. PARTI BUFFE MENICHINA molinara. La Sig. Catterina Ristorini. BUOVO D'ANTONA Il Sig. Pietro Caverai. CECCHINA giardiniera. La Sig. Anna Bassani. CAPOCCIO molinaro. Il Sig. Giacomo Caldinelli. STRIGLIA amico di Buovo. Il Sig. Gio. Battista Ristorini. La Scena si rappresenta in Antona, e nelle campagne circonvicine. La Musica del Sig. Tomaso Trajetta Maestro Napolitano. MUTAZIONI DI SCENE ATTO PRIMO Luogo campestre con collina praticabile in prospetto. Bosco corto. Camera in casa di Cecchina. ATTO SECONDO Bosco corto. Camera nel Palazzo di Maccabruno. Bosco corto con fontana. ATTO TERZO Bosco corto. Camera. |
ATTO PRIMO
SCENA PRIMA
Luogo campestre, con collina praticabile in prospetto. Da una parte un violino, e dall'altra un rastello che introduce in giardino.
Menichina colla rocca filando, Cecchina facendo le calze.
MEN. Quest'aure amate,
Quest'onde chiare
Mi riescon grate,
Mi son sì care,
Che mi consolano
Nel seno il cor.
CECC. Fra l'ombre amiche
Sui primi albori,
Le verdi spiche,
L'erbette e i fiori
Per me si rendono
Più belli ancor.
a due Godrò contenta,
La cara pace:
Non mi tormenta
D'amor la face,
Si fa il mio giubilo
Più bello ognor.
MEN. Io non sapea, Cecchina,
Che a voi pur fosse nota
La gentil canzonetta.
CECC. Il cantar, lo sapete, assai
m'alletta.
MEN. Per dir la verità,
Colui che l'ha composta
Certo sa quel che dice.
Questa
si può chiamar vita felice.
CECC. Io so che alla città
Chi sospira di qua,
Chi sospira di là,
Chi pena per amor, chi per orgoglio,
E ogni dì si rinnova un qualche imbroglio.
MEN. Anche
fra noi talvolta
Amor si vede a seminar i guai,
Ma
io finor non l'ho provato mai.
CECC. Ed io una volta sola.
MEN. Sì, lo so che di Striglia
Tu fosti innamorata.
CECC. Da due anni il crudel mi ha
abbandonata.
Chi
è quel che di là viene?
MEN. Mio padre.
CECC. Oh, ser Capoccio?
Viene col suo ronzino?
MEN. Grano da macinar porta al
molino.
SCENA SECONDA Capoccio con un cavallo carico di grano, e dette.
CAP. Truì va là, truì va là.
Maledetto, Se mi metto, Il baston ti accopperà. Truì va là, truì va là.
(Volendo far camminare il cavallo, lo batte con il bastone, ed il cavallo tira de' calci contro Capoccio)
Oh bestia insolentissima!
Più non vuoi camminar? Ti sei fermato
Forse perché hai sentito
Delle donne l'odor? Si vede bene,
Cavallaccio briccone,
Che
fu Buovo d'Antona il tuo padrone.
MEN. Cosa
dite, mio padre?
Questo è quel gran cavallo
Nominato Rondello?
CAP. Sì, certamente è quello.
CECC. E come mai
Un animal sì raro
Diventato
è il ronzin di un molinaro?
CAP. Dopo che fu scacciato
Buovo dalla città, questa bestiaccia
Non l'ha potuta cavalcar nessuno.
Il duca Maccabruno
Ordinò ch'egli fosse
Venduto o scorticato,
E per pochi quattrini io l'ho comprato.
MEN. Ma se Buovo ritorna?
CAP. Eh, per adesso
Buovo non tornerà.
Dove diavolo sia, nessuno il sa.
E poi, quando tornasse,
È sì brutto, e sì magro, e contraffatto,
Che
nol conoscerebbe a verun patto.
CECC. Dove mai sarà andato
Quel
povero meschino?
MEN. Chi sa dove il destino
Buovo
d'Antona avrà forzato andare?
CAP. Zitto; più non lo state a nominare.
Il duca Maccabruno,
In pena della vita, ha comandato
Che non sia nominato, ed io non voglio
Che mi nasca per questo un qualche imbroglio.
Maccabruno, lo sapete,
Di Drusiana è innamorato,
E per questo ha discacciato
Fuor d'Antona il suo rival.
Passa qua,
Truì va là,
Il baston ti accopperà.
E se Buovo in queste parti
Ritornasse. Truì va là.
Il padron l'ammazzerà.
Maledetto, truì va là. (parte, facendo col bastone andare innanzi il
cavallo)
SCENA TERZA Menichina e Cecchina
MEN. Povero sfortunato, in verità,
Io mi sento per lui mossa a pietà.
CECC. Ed io per il mio Striglia,
Che è partito con lui, mi sento in pene.
MEN. Gente mi par.
CECC. Stiamo a veder chi viene.
SCENA QUARTA Si vede scendere dalla Collina Buovo e Striglia in abito da pellegrini.
Intanto che scendono, si suonano alcuni rusticali istrumenti, e scesi che sono, si accostano alle due Giovani dimandando loro la carità.
BUO. Ragazza bella,
La
carità. (a Menichina)
STR. Gentil zitella,
Chiedo
pietà.
BUO. Son pellegrino,
Son
poverino.
a due Il vostro cuore
Sperar mi fa.
MEN. Sono povera anch'io:
Cosa vi posso dar?
BUO. Via, buona gente.
STR. Dateci qualche cosa.
CECC. Io non ho niente.
STR. Fatel per carità.
BUO. Fatelo almeno
Per la memoria buona
Di quel gramo meschin Buovo d'Antona.
MEN. Zitto, che cosa dite?
CECC. Zitto, nol nominate.
La memoria di Buovo è proibita Da Maccabruno, in pena della vita.
MEN. Dite secretamente:
Di lui sapete niente?
BUO. Abbiam, buone zitelle,
Abbiam di lui novelle.
CECC. E del mio Striglia,
Ch'è partito con lui, sapete nulla?
STR. Io so, bella fanciulla,
Che tutti due son vivi, Che tutti due son sani, e tutti due Si faranno da voi presto vedere.
CECC. Io contenta sarò.
MEN. Ne avrò piacere.
SCENA QUINTA Capoccio correndo dietro il cavallo che gli scappa, e detti.
CAP. Ferma, ferma. (tenendolo per la cavezza)
STR. Che è quello?
MEN. Un cavallo che scappa.
BUO. (Ah, è il mio Rondello!) (da sé)
CAP. Non lo posso tener. Che diavol c'è?
Ferma, ti dico. Ah maledetto! oimè. (il cavallo coi calci butta a terra
Capoccio)
MEN. Aiutate mio padre. (a Buovo)
BUO. (Oh poverino!
Non posso fare a meno.
Vien che ti baci, e che ti stringa al seno). (da sé)
(Il cavallo si avvicina a Buovo, e da lui si lascia prendere, riconoscendo il
Padrone)
STR. Caval becco cornuto,
Buovo
sarà per te riconosciuto.
BUO. Rondello sfortunato!
Tu sei pur dimagrato!
Dov'è andato il tuo spirto e il primier foco?
Voglio
provare a cavalcarti un poco. (sale sopra il cavallo, e parte)
CAP. Oh
razza maledetta!
Il mio cavallo! Aspetta,
Questi è Buovo d'Antona; il suo Rondello
Lo riconosce meglio di nessuno.
Io lo voglio accusare a Maccabruno. (parte)
SCENA SESTA
Menichina, Cecchina e Striglia
MEN. Mi spiacerebbe assai; ma se potrò,
Dal
pericolo suo lo salverò.
STR. Siamo precipitati.
CECC. E voi chi siete?
STR. Che? non mi conoscete?
Un misero cavallo
Conosce il suo padron lontano ancora,
E
voi non conoscete un che vi adora?
CECC. Oimè, sareste mai?...
STR. Striglia son io.
CECC. Striglia, il mio caro ben, dolce amor mio!
Menichina, pensiamo
Al modo di salvarlo.
MEN. Anch'io vorrei
Buovo salvar dal
suo periglio estremo.
STR. Come dobbiamo far?
MEN. Ci penseremo.
CECC. Mettiamoli in cantina.
MEN. Oh no, cara Cecchina,
Li potranno trovar. Direi piuttosto.
Serriamoli nel forno.
CECC. Li scoprirà il fornaio.
MEN. Nascondiamoli sotto al letamaio.
STR. Ci volete affogar?
CECC. Facciam così.
Ciascheduna di noi
Con l'arte e con l'ingegno
Prenda per un l'impegno.
Venite in quel giardino. (a Striglia)
Di salvarli colà mi comprometto;
E vado innanzi per non dar sospetto.
Venite, o caro, che ho da parlarvi, Oh quante cose vi ho da contar! Mia madre è morta, la poverina; Si è maritata la Franceschina; Berto è tornato; - Cecco è malato; Stan tutti bene Titta e Rosina; E la gattina che mi hai lasciata, Presto i gattini partorirà. (parte)
SCENA SETTIMA Striglia, e Menichina
MEN. Dopo che voi partiste,
Sono più di due anni ormai passati.
Dove mai siete stati?
STR. Abbiam girato
Il mondo in più di un lato:
Ora siam stati male,
Ora siam stati bene.
Tutto quello che viene
Siam soliti pigliare.
Né ci abbiamo per questo a rattristare.
Il mondo è una scala, Non dico di più. Chi sale all'insù Chi scende all'ingiù. Chi salta di qua, Chi balza di là. Chi viene in grandezza, Chi va in povertà. Per me, se la sorte Contenta il mio core, Un tenero amore Godere mi fa. (parte)
SCENA OTTAVA Menichina, poi Buovo
MEN. L'ho sempre inteso dire,
Che più di tutto rasserena il cuore
Quel bambinel che si domanda Amore.
Ma non ho ancor provato
Qual sia il felice stato
D'un amor corrisposto, e ai giorni miei,
Se potessi, davver lo proverei.
Buovo mi piacque un giorno,
Ma io non l'ho mai detto,
Perché vi è differenza
Da un uom di nobiltà famosa e chiara
A una povera figlia molinara.
BUO. Povero il mio Rondello,
Benché dalla miseria estenuato, Come un fresco poledro ha galoppato.
MEN. Signor, venite qui, vi ho da parlare.
BUO. Che volete da me?
MEN. Vi vuo' salvare.
BUO. Salvarmi? In un pericolo
Voi forse mi credete?
MEN. Il pericolo è grande; io so chi siete.
Siete Buovo d'Antona.
BUO. E chi l'ha detto?
MEN. Avea qualche sospetto,
Ora lo so di certo: Rondel vi ha discoperto. Il padre mio, ch'è il molinar cascato, A Maccabruno ad accusarvi è andato.
BUO. Povero me!
MEN. Tacete.
Se confidate in me, non perirete.
BUO. Mi raccomando a voi.
MEN. Sarò pietosa; e poi?
BUO. Cosa volete dir?
MEN. Se nel mio cuore
Si
convertisse la pietà in amore?
BUO. Tanto meglio per me.
MEN. Mi promettete
Grata corrispondenza?
BUO. Sì, ma salva però la
convenienza.
MEN. Che vuol dir?
BUO. Lo sapete:
Nato son cavaliere.
MEN. È vero, è vero.
Quel che vorrei non spero.
(Pure gli voglio usar questa pietà.
Sì, lo voglio salvare, e poi chi sa?) (da sé)
Signor, se mai credete,
Per esser molinara,
Ch'io non sappia il trattar, voi v'ingannate.
Sì, se voi m'accordate
Del vostro cuore il dono,
Farò veder, farò veder chi sono.
Se ben son nata povera, In basso stato ed umile, M'ingegnerò il carattere Di grande a sostentar!
Un sorrisetto amabile, Un'occhiatina languida, Ed un parlar patetico Procurerò di far!
E perché tutto voglio Che mi riesca facile, Il grano del mio spirito Io volo a macinar! (parte)
SCENA NONA Buovo solo.
Oh, chi l'avesse detto!
Dopo tanti pericoli,
Vengo al paese mio
Per riveder Drusiana, e nel momento
Che mi ritrovo delle mura appresso,
Scoperto io son dal mio cavallo istesso.
Se lo sa Maccabruno,
Povero me! La bella molinara
Mi offre lo scampo, è ver, ma poi richiede
All'amor suo mercede. E ben, chi sa?
Se Drusiana è infedele,
S'ella averà sposato
Colui che mi ha scacciato
Per forza dal mio tetto,
Chi sa ch'io non lo faccia per dispetto.
Per quella sospiro,
E ingrata non m'ama;
Quell'altra mi brama,
E fida sarà. Son belle egualmente,
Vezzose, galanti;
Avran degli amanti,
Già questo si sa. E bene, che importa?
Sarò riverito,
Amato, servito;
Un quadro ch'è bello,
Felice chi l'ha. (parte)
SCENA DECIMA
Bosco.
Capoccio solo.
Il duca Maccabruno Per la solita caccia Deve di qua passar. L'aspetterò, E di Buovo d'Antona io parlerò.
Eccoli, per mia fé: (si odono di lontano i corni da caccia) Sento dai suonatori, Che son poco lontani i cacciatori. Veggo, se non m'inganno. Mi pare, alla lontana. Certo con Maccabruno è ancor Drusiana. (si torna a sentire i corni da caccia) Oimè, cosa ho veduto? Guarda l'orso, Capoccio: aiuto, aiuto. (parte)
(Tornano a suonare i corni da caccia, e si vedono passare degli orsi, dietro ai quali vengono correndo dei Cacciatori, armati di lancie e d'archi e freccie, che passano)
SCENA UNDICESIMA Maccabruno e Drusiana
DRUS. Eh, lasciatemi in pace:
Di camminar son stanca.
MACC. E perché scendere
Dal cavallo sì tosto?
DRUS. Io non potea
Reggerlo più.
MACC. Dai cacciator le fere
S'inseguiscono ancora, e noi perdiamo
Il
diletto maggior; via, cara, andiamo.
DRUS. In qualche ombroso loco
Bramo sedere un poco.
MACC. Andrem, se ciò vi aggrada,
Poco lungi a seder, fin che si veda
Dai
cacciatori a riportar la preda.
DRUS. Quanto più volentieri
Cambierei della caccia
Il piacer periglioso
Nel
bel piacer di possedere un sposo!
MACC. Sta a voi, cara Drusiana,
A voi sta il conseguirlo. Io pronto sono
A compiacervi ognora.
DRUS. Lo bramo, è ver, ma non è tempo
ancora.
MACC. Mi prometteste pure,
Che se dentro a tre anni
Buovo d'Antona ritornar non s'ode,
Cara, sarete mia;
Il tempo è ormai finito,
E
non volete ancor prender marito?
DRUS. Se ho aspettato finora,
Voglio
l'opra compir.
MACC. Ditemi almeno
Se il ritorno bramate
Del mio rival, o se al mio amor rivolta,
Bramereste
da lui rimaner sciolta.
DRUS. Non so che dir, mi sento
Un interno contrasto,
Ch'io non conosco e a superar non basto.
Agitata in cor mi sento Dalla speme e dal tormento. Quel ch'io temo, quel ch'io spero, Non arrivo a penetrar.
So che il cielo il cuor mi vede, So che nota è la mia fede; E dei Numi il giusto impero Son costretta a venerar. (parte)
SCENA DODICESIMA Maccabruno, poi nuovamente Drusiana
MACC. So che mi ama Drusiana,
E so che il suo tormento
È di Buovo d'Antona il giuramento:
Ma se di lui finora
Nuova non s'ebbe ancor, s'è ormai finito
Il termine accordato,
Posso sperare...
DRUS. Oimè! (correndo affannosa)
MACC. Che cosa è stato?
DRUS. MACC.
DRUS. MACC.
MACC.
DRUS. MACC.
DRUS. MACC.
M'inseguisce una belva.
I cacciatori Vedonsi da lontano. Eccola. Oimè!
Voi paventate invano. (Viene l'orso, e si sentono in distanza i corni da caccia, Maccabruno ferisce l'orso. Drusiana sviene sopra d'un sasso: intanto vengono i Cacciatori, quali finiscono d'uccider la belva) Sollevatevi, o cara, La belva è al suol ferita. Misera me! chi mi ritorna in vita? Sostenetela, amici: Guidatela pian piano Sopra il margo a seder del vicin rio. Non venite voi pur?
Sì, vengo anch'io. (I Cacciatori conducono via Drusiana, sostenendola)
Pietoso Amor, difendi La vita del mio bene: Un cor che vive in pene, Ritorna a consolar.
Ma se il destin crudele S'oppone a' desir miei, Io voglio, Amor, con lei Miei giorni terminar. (parte)
SCENA TREDICESIMA Camera in casa di Cecchina, con armadio, tavolini ed una finestra laterale.
Cecchina e Striglia
CECC. Eh, lasciate una volta
Buovo di seguitar;
badate a me.
STR. Pericolo non c'è ch'io
l'abbandoni;
Sono stato con lui per fino ad ora;
Vuò seguitarlo ancora,
Gli vuò servir di aiuto
Perché
possa riaver quel che ha perduto.
CECC. E la vostra Cecchina,
Povera ragazzina,
La volete lasciar?
STR. No, vita mia,
Vi accerto e vi prometto
Che
d'esser vostro la giornata aspetto.
CECC. Ed io vorrei che il giorno
Fosse
adesso venuto.
STR. Molto non tarderà.
SCENA QUATTORDICESIMA
Menichina, Buovo, e detti, e poi Capoccio
MEN. Cecchina, aiuto.
CECC. Cos'è stato?
MEN. Mio padre
Se n'è accorto che avevo
Nascosto il pellegrino
Fra il granaio e il molino.
Siamo stati avvertiti,
E intanto ch'ei venia, siamo fuggiti.
BUO. Caro amico, vi prego,
Solo non mi lasciate.
STR. Sarò sempre con voi, non
dubitate.
CECC. Eh, questo qui, signore,
Ha da restar con me. (a
Buovo)
MEN. Cecchina almeno
Ha l'amante con essa in compagnia;
Ed
io deggio star sola in vita mia?
CECC. Povera Menichina,
Certo mi fai pietà. Ma voi, signore,
Se siete un uom d'onore,
A lei che vi ha salvato
Non
avete ragion d'essere ingrato.
BUO. E ingrato non sarò:
Se infida troverò
Drusiana bella ai giuramenti miei,
La mia fede, il mio
cor, sarà per lei. (a Cecchina, parlando di Menichina)
MEN. Sarà
ver quel che dite? (a Buovo)
BUO. Ah sì, non dubitate.
MEN. Non basta.
BUO. Che ho da far?
MEN. Vuò che giuriate.
BUO. Giuro per quel bel viso,
Giuro pel fido amor,
Se ho in libertade il cuor,
Mia voi sarete un dì.
MEN. Giuro, prometto anch'io,
Giuro alla dea del mar,
Sempre volervi amar
Fino all'estremo dì.
BUO. Voi non giurate? (a Striglia)
STR. Che ho da giurar?
CECC. Sì, se mi amate,
Vuò
che giuriate.
STR. La mia diletta
Vuò contentar. Giuro per quei begli occhi,
Giuro al fanciul Cupido,
Sempre costante e fido
Voglio
serbarvi il cor.
CECC. Giuro su quella mano,
Giuro sull'amor mio,
a quattro
CECC. MEN. STR. BUO. CECC. |
|
MEN. |
|
BUO. STR. MEN. CECC. |
} adue } adue |
MEN. CECC. |
} adue |
CAP. |
|
MEN. CAP. CECC. CAP. MEN. CECC. CAP. |
} adue |
STR.
CECC.
BUO.
MEN.
} |
a due |
BUO.
STR.
CECC.
MEN.
Voglio serbare anch'io
Vivo l'interno ardor. Sian testimoni
Venere e Amore,
Sia il nostro cuore
Fedele ognor. Ah, chi viene? È il padre mio. Che sarà? Che far degg'io? In quell'armadio
Presto celatevi. (a Striglia) Sotto la tavola,
Via, rimpiattatevi. (a Buovo) Ma se ci trova?
Cosa sarà? Ma fate presto,
Per carità. (si nascondono, e le due pigliano il lavoro) Una figlia da marito Deve sempre lavorar, Per trovare un buon partito
Che la giunga a consolar. (Con lo schioppo in spalla) Belle figlie da marito,
Io vi vengo ad avvertir
Che me l'ho legata al dito,
Che farovvi un dì pentir. Con chi l'avete? (alzandosi) Dov'è l'amico? (a Menichina) Voi pazzo siete. (a Capoccio) So quel che dico. (a Cecchina) Ve ne potete
Di qua partir. Belle fraschette,
S'ha da finir. (So che vi sono
Questi bricconi.
Con una scala,
Per i balconi,
Se sia possibile
Li vuò scoprir). (da sé, e parte) Se n'è andato? (aprendo un poco l'armadio) Andato egli è. È partito? Così è.
Possiam venire?
No, non mi pare. (Buovo e Striglia tornano a celarsi)
Voglio serrare
Col catenaccio. (va a chiuder la porta) Codesto impaccio
Si finirà.
MCEECNC.. } adue StCaroenmloibienrstàie.m(eesconoda'loronascondigli)
CECC. Caro il mio bene,
STR. Vita mia bella,
a due La nostra stella
Si
cangerà.
CAP. Bravi, signori,
(Capoccio comparisce ad una finestra che corrisponde in cucina, e si fa sentire)
Per verità.
MCEECNC.. } adue PrVesiato,,ricmelpaitaetvtia.tevi.
CAP. Ah, vi ho veduto.
(Li due, non vedendo da dove viene la voce, si vogliono nascondere ne' soliti luoghi
Vano è il celarvi,
Voglio
ammazzarvi.
a quattro No, per pietà.
Ah, che mi sento
Tanto
spavento!
a cinque Fuggasi presto
Fuori di qua. (partono)
ATTO SECONDO
SCENA PRIMA
Bosco.
Cecchina e Striglia
STR. Tant'è, per riparare
Il periglio di Buovo, altro rimedio Non so veder che fingere con tutti, E con Capoccio istesso, Che morto ei sia dalla paura oppresso.
CECC. Come? sperate voi
Che Capoccio lo creda?
STR. Ho fatto in modo
Ch'egli lo crederà: si è ritrovata Una povera donna Cui morto era il marito. Si è cambiato il vestito: Il morto si vestì da pellegrino; Buovo si travestì da contadino.
CECC. Menichina lo sa?
STR. No, non sa nulla.
CECC. La povera fanciulla
Morirà disperata.
STR. O da voi, o da me sarà avvisata.
CECC. Buovo dove si trova?
STR. Egli mi aspetta
Poco lontan di qua, E vogliamo passare alla città.
CECC. Come? volete andare
Colà a precipitare?
STR. Eh, non temete:
Tutto ancor non sapete. È stato detto Che Drusiana, dagli orsi spaventata, Gravemente è ammalata; e noi sappiamo Che i medici d'Antona Sono medici fatti alla carlona. Noi troveremo il modo Di andar trasfigurati, Quai medici chiamati. Buovo saprà se Drusiana è fida; E se il cielo seconda il bel disegno, Noi riuscirem nel meditato impegno.
CECC. Voglio venire anch'io.
STR. Dove?
CECC. In città.
STR. Ah no, per carità.
CECC. Qual dubbio avete?
STR. Se venite colà, ci scoprirete.
CECC. Perché?
STR. Perché la donna
Non può tacer.
CECC. No no, non dubitate.
STR. Impossibil sarà che non parliate.
Ho della donna tutto il concetto, Ma per difetto - non sa tacer. Parlano gli occhi, se il labbro tace. Resa è loquace - senza voler. Trova l'amica: «Ehi, nol sapete?» Trova quell'altra: «Che cosa dite?» Se non parlate, - certo crepate; Contro natura manca il poter. (parte)
SCENA SECONDA Cecchina e poi Capoccio
CECC. Vuò avvisar Menichina:
Voglio che unitamente
Andiamo alla città.
Poverini, chi sa
Che non vadino male i fatti suoi;
Che
non abbian bisogno anche di noi?
CAP. Ora
avrete finito,
Ragazze impertinenti,
Di nasconder colui.
CECC. Di chi parlate?
CAP. Buovo d'Antona a ricercare andate.
CECC. Cos'è stato di lui?
CAP. La bella nuova,
Signora mia, vi porto:
Buovo
d'Antona, il disgraziato, è morto.
CECC. Lo
sapete di certo?
CAP. Oh bella! io stesso
L'ho veduto sbasito, e a Maccabruno
Vuò la nova recar s'ei non la sa;
Certo
che un buon regalo ei mi darà.
CECC. Affé,
meritereste
Ch'egli per regalarvi
Facesse bastonarvi, e che Drusiana,
Se sa che il poverino
Morto è per causa vostra di paura,
Vi
facesse accoppare a dirittura.
CAP. Morto è per mia cagion?
CECC. Sì certamente.
Coi gridi e collo schioppo
L'avete spaventato,
E da voi si può dir che fu ammazzato.
Voglio dirlo a chi nol sa, Che Capoccio è l'uccisor.
E il processo si farà Con giustizia e con rigor. Verranno i sbirri, vi legheranno, Vi condurranno nel criminal. Presto, confessa: niente non so. Tira la corda: confesserò. Chi l'ha ammazzato? non lo so dire. Tira la corda: ahi, parlerò. Io sono stato, io l'ho ammazzato. Ah brutta ciera, va alla galera. Acqua, biscotto, ferri e baston. (parte)
SCENA TERZA Capoccio solo.
Ah Capoccio, Capoccio,
Bada ben quel che fai. Ma finalmente
Io ne sono innocente, e a Maccabruno
Se do tal novità,
Ne avrà piacere, e mi regalerà.
E se poi la signora,
Per rabbia e per dispetto,
Mi volesse davver porre in sospetto?
Eh, comanda chi può; se Maccabruno
Mi assiste e mi difende. Adagio un poco:
Egli mi può difendere,
Egli nel criminal può darmi aiuto,
Ma se viene il baston, chi ha avuto ha avuto.
Vorrei, e non vorrei;
Non so quel che mi faccia,
Non so s'io parli, e non so ben s'io taccia.
Da una parte il cuor mi dice: «Non aver nessun spavento»; Ma dall'altra a dir mi sento: «Pensa ben quel ch'hai da far». È Capoccio il poverello Fra l'incudine e il martello.
Di qua batte il buon consiglio, Là risponde il mio periglio; E fra il voglio e fra il non voglio, Che risolvere non so. (parte)
SCENA QUARTA
Sala nel Palazzo di Maccabruno.
Drusiana a sedere, in atto di mestizia, e Maccabruno
MACC. Possibile, Drusiana,
Che il timore a tal segno
Vi sconcerti, vi opprima, e che non vagliano
I soccorsi finor che vi han prestato,
Per tornarvi gli spirti al primier stato?
DRUS. Quando un'alma è agitata
Dal dubbioso destin, quando si trova
Fra la speranza ed il timore oppressa,
Sensibile si rende
A qualunque accidente,
E ritorna il vigor difficilmente.
MACC. Spedito ho in più d'un loco
Medici a ricercar, perché coll'arte Vi soccorrino a gara.
DRUS. È ver che puote
Medica mano ristorar gli afflitti, Ma l'oppression del cuore Duopo averia di un farmaco migliore.
MACC. Se in me lo ravvisate,
Disponetene pur.
DRUS. Sappiasi in prima
II destino di Buovo, e vi prometto
Che a risolvere allor più non aspetto.
MACC. Dunque cessate, o cara,
Bell'esempio di costanza Merta lode e m'innamora; Ma se cambia il fato ancora, Può cambiarsi il vostro cor. Vi hanno assolto dall'impegno Della sorte le vicende, Ed onesta in voi si rende La cagion d'un nuovo amor. (parte) |
Di tormentar voi stessa, ed accettate La mia fede, il mio cor, la destra mia: Remora al corso il mio rival non sia.
SCENA QUINTA Drusiana sola.
Se esamino me stessa,
Da me più di nessuno
L'amato è Maccabruno.
Ma non ardisco ancora,
Fin che Buovo non sia disciolto o spento,
Rompere pria del tempo il giuramento.
Intanto io non so bene
Se per fisico male,
O per il mal di amore,
Sentomi oppresso amaramente il cuore.
SCENA SESTA Menichina, Cecchina e detta.
CECC. Signora, siam venute
A
veder come sta.
DRUS. Così e così!
MEN. Siamo venute qui
Per dirle ch'è arrivato
Un medico eccellente,
Che
s'impegna guarirla immantinente.
CECC. Ed ha seco un compagno
Di eguale abilità,
Che
sopra il di lei mal consiglierà.
DRUS. Chi son? Come si chiamano?
MEN. Il medico primario
È
chiamato il dottore Elettuario.
CECC. E l'altro che con lui s'è
accompagnato,
Il
dottore Cauterio è nominato.
DRUS. Maccabruno lo sa?
MEN. Sì, mia signora,
Li ha qui veduti or ora.
Se voi siete contenta,
Li faremo venir.
DRUS. Vengano pure.
MEN. Vederete due medici
SCENA SETTIMA Buovo e Striglia travestiti, e dette. BUO. Compagno, venite, E al regno di Dite Sian chiuse le porte. Trionfi di morte La vostra
virtù. Increspa la fronte, Perdendo le prede; E Cloto si vede Dolente ancor più. Congiunte, o zitelle, Se mal vi sentite, Sarete guarite. Venite pur su. DRUS. Ma che maniera è questa, Di venire scherzando? Che faccian come tanti, |
Sapienti, sapientissimi.
CECC. Vengano pur, signori
eccellentissimi. (Verso la Scena)
Che gravi gravi, pettoruti e strani,
Fanno
ammalar per la tristizia i sani?
CECC. Sempre ho sentito dire,
Cara signora mia,
Che
dee star l'ammalato in allegria.
DRUS. Date lor da sedere.
MEN. Favorisca. (a Buovo)
CECC. Si accomodi. (a Striglia)
MEN. Ecco qui l'ammalata.
CECC. Dalla loro virtù sia risanata.
BUO. In primis et ante omnia,
Dite:
quanti anni avete? (a Drusiana)
DRUS. Gli anni miei
Cosa han che far col
male?
BUO. Anzi moltissimo.
In ogni età prevale
Più l'un che l'altro male.
Prevale nell'infanzia
La massa verminosa,
Prevale in gioventù qualche altra cosa.
MCEECNC.. } adue Bravo,bravo,bravissimo.(concerimonie)
BUO. Che dite voi, collega eruditissimo? (alzandosi)
STR. Dico ch'è necessario (fa lo stesso)
Prima gli anni saper. Ma dalle donne,
Parlando dell'età,
Non
sperate saper la verità.
DRUS. Signor, questo si chiama
Un favellare audace.
STR. Io non so per costume esser
mendace.
BUO. Un'età effervescente
Si scalda facilmente.
Converrà moderare
Gli acidi dell'umore atrabiliare.
MCEECNC.. } adue Bravo,bravo,bravissimo.
BUO. Rispondete, collega eloquentissimo. (come sopra)
STR. Dico, con permissione, (come sopra)
Che il male è nel
polmone.
BUO. Perdonate, signore, (come
sopra)
Il
suo male è nel core.
STR. Nego.
BUO. Probo.
STR. Vedrem, se così è.
BUO. Favoritemi il polso. (tasta il polso a Drusiana)
STR. Il polso a me. (prende a sentire l'altro polso)
BUO. Dal polso intermittente
Sento ch'ella è agitata.
STR. Questa donna, signore, è
innamorata. (seguitando a sentire il polso)
BUO. E dai colpi ineguali
Si conosce che il cuore
Cambiato
ha il primo in un novello amore.
STR. È ver, ma la passione
Ha infiammato il polmone, e se non supera
La ragion che contrasta,
La
virtù nostra ad operar non basta.
DRUS. (Ah, la loro virtù chiara discerno:
Han conosciuto il
mal fin nell'interno). (da sé)
BUO. Se risanar bramate,
Presto
il ver confessate.
DRUS. Son nelle vostre mani:
Tutto vi svelerò.
MEN. (Quel che bramo sapere, anch'io
saprò). (da sé)
STR. Siete amante?
DRUS. Lo sono.
STR. Avete in petto
Qualche
novello affetto?
DRUS. È ver, non lo nascondo.
BUO. Qual vorreste dei due?
DRUS. Bramo il secondo.
BUO. (Ho capito). (da sé)
STR. Del primo
Siete forse annoiata?
DRUS. Son giovane onorata:
Fino
al giorno prefisso ancor l'attendo.
BUO. E s'ei non torna più?
DRUS. Quell'altro io prendo.
STR. Lo farete voi presto?
DRUS. Anzi prestissimo.
STR. Che dite voi, collega sapientissimo? (a Buovo)
BUO. Collega, ho inteso tutto.
L'Agnostico formando
Di tale infermità,
Tutto il male provien da infedeltà.
E se formare io deggio
Il Prognostico vero,
Dirò coll'aforismo
D'Ippocrate lodato:
«Tardi la medicina ha ricercato».
E temo che il rossore,
Moltiplicando il male,
Faccia una Antiparistasi mortale.
Quando il mal provien d'amore,
Coll'amor si può sanar;
Ma l'infido ingrato core
Sanità non può sperar. Ad un cor perfido
Vi vuol un recipe
Con dell'arsenico,
Con dell'aconito,
Colle cantaridi
Che fan crepar. E se non basta,
Se questo è poco,
Il ferro e il fuoco
Si può adoprar. D'una ricetta Sì bella e vaga Non voglio paga, E non pretendo Di farvi insulto; Anche il consulto Vi vuò donar. Signor collega, Possiamo andar. (parte con Striglia)
SCENA OTTAVA Drusiana, Menichina e Cecchina
DRUS. Oimè! che cosa ha detto?
Oimè, che mi ha lasciata
Atterrita,
confusa e disperata.
MEN. (Non vorrei che il timore
La rendesse
costante al primo amore). (da sé)
CECC. Cosa
vuol dir, signora?
Siete molto confusa.
DRUS. E non vi pare
Ch'io lo sia con ragion? Sì, certamente;
Quello che ha parlato,
Sarà
da Buovo a minacciar mandato.
MEN. Oh,
cosa dite mai?
CECC. Sono due medici
Capitati da noi per
accidente.
DRUS. No, che medici sian non credo
niente.
Mi hanno rimproverata
Di barbara, d'ingrata. Il cor mi dice
Ch'io più non sono del mio cor padrona,
E che devo sposar Buovo d'Antona.
MEN. (Ah l'ho detta, l'ho detta.
Invenzion maledetta!) (da
sé)
CECC. Eh, non badate!
Queste son ragazzate.
DRUS. No, Cecchina.
«Buovo», mi dice il cor, «da te sen viene;
Se
non l'aspetti, non avrai più bene».
MEN. E volete aspettarlo eternamente?
DRUS. Sì, sì, l'aspetterò fin che avrò vita.
SCENA NONA Maccabruno, Capoccio e dette. |
MEN. (Povera me, la mia speranza è ita). (da sé)
MACC. Drusiana, vengo a dirvi
Una tal novità,
Che
non so se spiacer vi recherà.
DRUS. Che sì che l'indovino?
Buovo è alfin
ritornato.
MACC. È vero in parte:
Del ritorno di lui la nuova io porto,
Ma
vi aggiungo di più che Buovo è morto.
DRUS. Come? Quando? Parlate.
Oimè, non m'ingannate.
Dite la verità.
MACC. Eccovi il testimon che lo dirà.
(accennando Capoccia)
CAP. Sì, signora, è verissimo.
Morto è Buovo d'Antona.
Se fede a me non date,
Fuori del Borgo andate,
Lo vedrete disteso il poverino,
Mentre è poco lontan
dal mio molino.
CECC. (L'invenzione ha giovato in
verità). (da sé)
MEN. (Se lo crede, vedrem cosa farà). (da sé)
MACC. Ah, se la di lui morte
Recavi tanto affanno,
Mi
prometteste amor sol per inganno.
DRUS. No, capace non sono
D'ingannar, di mentir. Vi amai, vi adoro,
Cerco da voi ristoro.
Vostra sarò, ma permettete almeno
Che
di un giusto timor disgombri il seno.
MACC. Sì, sì, rasserenate
Il confuso pensier. Gioia novella
Discacci ogni tormento;
SCENA DECIMA Drusiana, Menichina, Cecchina e Capoccio |
Con sì bella speranza io son contento. (parte)
MEN. State allegra, signora,
Prendete altro conforto. Non ci pensate più: chi è morto, è morto. Se voi foste partita, Credetemi che anch'esso Fatto averia lo stesso. Non è poco Amar l'amante finch'è vivo e sano: Quando egli è morto, ci si pensa invano.
Ho veduto tante e tante Sospirar per un marito, Ed appena egli è sbasito Ritrovare il successor. Per due giorni lacrimose Fan le meste e le ritrose; Ma passato il terzo dì, Le ho sentite a dir così:
«Viva chi vive, Chi è morto, è morto; Dolce conforto Brama il mio cor. Non vuò star sola, Vuò maritarmi: Vuò consolarmi Col caro amor». (parte)
SCENA UNDICESIMA Drusiana, Cecchina, Capoccio
CECC. Certo, signora, confessar conviene
Che
codesta ragazza ha detto bene.
DRUS. Galantuom. (a Capoccio)
CAP. Mia signora.
DRUS. Il povero infelice
Dunque morì?
CAP. Senz'altro.
Statene pur sicura.
DRUS. Sia onorevole almen la
sepoltura.
CAP. Se vi posso servire,
Pratico io sono in questo, e lo farò:
Tutto
quel che volete adempirò.
DRUS. Quando mai Maccabruno
Trascurasse per odio
Di far quel che conviene,
Questa borsa tenete:
Al
bisogno con ciò voi supplirete. (gli dà una borsa)
CAP. Sì,
sì, non dubitate:
Farò il debito mio.
(Vuò della borsa la mia parte anch'io). (da sé, e parte con Cecchina)
SCENA DODICESIMA Drusiana sola.
Povero sfortunato,
Quantunque a' miei disegni
Tu mi apristi la strada, ancor io sento
Del tuo crudo destin qualche tormento.
Dipende il mio riposo Dal mio novello affetto; Confuso ho il cor nel petto Fra speme e fra timor.
So che infedel son io, Ma pietà sento almeno, Sebben non posso in seno Fiamma sentir d'amor. (parte)
SCENA TREDICESIMA
Bosco corto con sedili d'erbe.
Buovo, poi Menichina e poi Striglia
BUO. Come un cane arrabbiato
Vado fremendo in questa parte e quella
Senza trovar riposo. Ah donna ingrata,
Ah femmina spietata!
Dopo tante promesse e giuramenti,
Tradirmi e abbandonarmi,
Donarti in preda al mio rivale indegno?
Ah,
non resisto più, fremo di sdegno.
MEN. Bovino
mio diletto!
BUO. Amore maledetto,
Tu me l'hai ben
ficcata!
MEN. E tu sospiri ancor per
quell'ingrata?
BUO. Per pietà, Menichina,
Non tormentarmi più.
MEN. Per pietà, Buovo,
Non mi far più penar. A chi t'adora
Dona tu pure amor. Caro Bovino,
Dammi una dolce occhiata:
Mira la grazia e il brio,
Mira gli occhi brillanti
Sebben molli di pianto.
Ma tu non m'odi, ed
io mi struggo intanto.
BUO. Mi struggo anch'io di rabbia e di veleno.
Son peggior d'una vipera,
Peggior d'un basilisco. Io spiro fuoco
Dalla bocca, dagli occhi, ed un ardente
Mongibello ho nel sen.
Drusiana
ingrata!
MEN. Un ingrato tu sei
Anche peggior di lei.
Spasimo, moro,
Piango, ti priego, e tu più duro assai
D'un sasso, d'una incudine, mi sprezzi,
E
mi lasci languir?
BUO. Oh che tormento!
Sentimi, Menichina.
Adesso io sono
Agitato di molto:
Ritorna un'altra
volta, e allor t'ascolto.
MEN. Crudelaccio, m'inganni.
BUO. Non t'inganno, lo giuro.
MEN. Vado, ma dammi prima un'occhiatina.
BUO. Eccola. Vanne.
MEN. Un'altra.
BUO. Oh, tu sei pure ingorda! Oh che pazienza!
Ti ho già guardato: addio.
MEN. (Fingerò di partir). Vado.
BUO. Ma presto.
MEN. Ti lascio. Oimè! che gran tormento è questo. (parte)
BUO. Se fossi in libertà. Ma troppo è fitto
Il dardo al cor. Drusiana ingrata, io peno,
Io per te moro, oimè!
Par che non possa
Più sostenermi in piè. Manco, vacillo.
Dove son? che risolvo? Ah, voi per poco,
Solitudini amene,
Voi, taciturni orrori,
Qualche triegua donate a' miei furori. (Si getta a sedere)
Il soave mormorio Di quel rio,
Lo spirar de' venticelli,
Il cantar de' vaghi augelli,
Par che inviti l'alma oppressa
Dolcemente a riposar.
MEN. Dormi, o caro, al mormorio
Di quel rio;
E il soffiar de' venticelli, E il cantar de' vaghi augelli, Deh ti faccia, o mio tesoro, Dolcemente riposar.
Ma gente vien. È Striglia.
STR. Ehi, Menichina,
In tali circostanze
Perché Buovo sen dorme?
MEN. Oh, tu non sai
Come è fuori di sé!
STR. Basta, conviene
Tosto
svegliarlo. Buovo.
BUO. Cosa c'è, cosa c'è?
STR. Del bello e buono:
Di dormir non è tempo. All'armi, all'armi.
Parlai con più di dieci
Capi di queste ville, e tutti sono
Pronti ad ogni occasione
A
far per voi una sollevazione.
MEN. Anch'io mi comprometto
Sollevar della gente.
Ho anch'io più d'un parente,
Ho delle amiche e degli amici anch'io
Che
faranno in tal caso a modo mio.
STR. Ma convien pria distruggere
Della supposta morte
La favola che abbiamo
Per ripiego inventato.
MEN. Convien farvi veder risuscitato.
BUO. Facile ciò sarà; ch'io vivo sono,
Lo vedran colla prova.
SCENA QUATTORDICESIMA Cecchina e detti.
CECC. Siete qui?
STR. Cosa avete?
CECC. Un'altra nuova.
Drusiana ha incaricato
Capoccio, e gli ha donato
Varie monete, acciò si prenda cura
Di
trovare per voi la sepoltura. (a Buovo)
BUO. Grazie
alla sua bontà.
MEN. Parmi sentire.
Sì, io veggo venire
Mio padre. Eccolo qui.
STR. Presto, venite:
Andiamoci a celare,
Poi
penserem quel che si avrà da fare.
CECC. Se egli morto lo crede,
Facciam
che si spaventi.
MEN. Facciam che si contenti
Ch'io con Buovo sposar
mi possa or ora.
BUO. Ciò si può dar, ma non l'ho
detto ancora. (parte)
MEN. (Se non lo dici tu, lo dico io:
Mi ha promesso, lo
voglio, e sarà mio). (da sé, e parte)
CECC. E tu, caro mio
Striglia,
Quando mi sposerai?
STR. Quando vuoi tu. (parte)
SCENA QUINDICESIMA Capoccio con altri Contadini ed un badile, e li quattro suddetti. CAP. Presto, figliuoli, andate; Quivi Buovo portate: Senz'altri complimenti Noi lo seppelliremo, E il danaro fra noi ci spartiremo. (partono i Contadini) Che fatica è questa mai! Ma bisogna faticar. Questa
fossa ho da cavar. Più non vedo il pellegrino; Io mi
sento a tormentar. STR. Vo cercando il caro Buovo; Non lo vedo, non lo trovo, Senza lui non posso star. |
CECC. Presto, per carità, non tardar più. (parte)
CAP. CECC.
CAP.
MEN.
CECC.
STR.
CAP.
MEN. CECC. STR. CAP.
MEN. CEC.
STR.
BUO.
a quattro
a tre |
}
a tre |
}
a due |
}
Cerca pur, se vuoi cercar. Buovo caro, o gente mia,
Chi sa dirmi dove sia?
Dove mai si può trovar? Lo vedrete a sotterrar.
Che precipizio! che rio destino! Buovo, il meschino, non vive più.
Non mi seccate Con questi pianti.
Via tutti quanti, (dà a tutti un badile) Che questa fossa Si ha da fondar.
Che precipizio! che rio destino! Buovo, il meschino, non vive più.
Son faticato,
Sono sudato,
Ho di bisogno
Di riposar. Ma sento gente,
Già il morto viene,
Dunque conviene
Presto cavar. Una cosa mi consola:
Se son pazza, non son sola.
Qualcun altro ancor ve n'è.
Oh questa è bella,
Oh questa è buona!
Buovo d'Antona
Morto non è. Son allegro, e son contento:
È passato lo spavento,
E paura più non c'è.
Oh questa è bella,
Oh questa è buona!
Buovo d'Antona
Morto non è. Ecco il morto che va via;
E chi vuol che morto sia,
L'averà da far con me.
Oh quest'è bella,
Oh quest'è buona!
Buovo d'Antona
Morto non è. Buovo è qui risuscitato;
E la fossa chi ha cavato,
Adoprarla può per sé.
Oh quest'è bella,
Oh quest'è buona!
Buovo d'Antona
Morto non è. (Suonando e cantando circondano Capoccio, che si spaventa)
CAP. Piano piano, miei signori,
Non facciam tanti rumori Che la colpa mia non è. Oh quest'è bella, Oh quest'è buona! Buovo d'Antona Morto non è. (ballando)
MEN. Se non è morto,
Venga con me. (suonando)
CECC. Se ancora è vivo,
Meglio per sé. (suonando)
STR. Morto s'ha finto,
So io perché. (suonando)
BUO. Messer Capoccio
Morto mi fe'. (suonando)
CAP. Altri l'ha detto
Prima di me. (ballando)
TUTTI Oh quest'è bella,
Oh quest'è buona! Buovo d'Antona Morto non è. (partono)
ATTO TERZO
SCENA PRIMA
Campagna vasta.
Buovo, Menichina, Cecchina, Capoccio, Striglia, e vari Villani armati.
TUTTI Viva, viva Buovo d'Antona,
Ch'è degnissimo d'impero; Egli merita corona, Egli è nato a comandar.
BUO. Grazie, grazie, compagni,
Grazie del vostro amore;
Sì, col vostro valore
Non ho timore alcuno
Di
non farla vedere a Maccabruno.
STR. Andiamo immantinente
Prima ch'ei sappia niente;
Andiamo all'improvviso,
E
sia colui, se non si arrende, ucciso.
CAP. Corpo di Satanasso!
Andiamo, anch'io ci sono.
Vi domando perdono
Se ho fatto quel che ho fatto. In verità,
Capoccio ve lo giura,
L'ho
fatto perché avea qualche paura.
BUO. Sì sì, vi compatisco,
E il vostro amor
gradisco.
CECC. Ehi, signor Buovo,
Se tornate signore,
Striglia
vi raccomando, il poveretto.
BUO. Segretario sarà di gabinetto.
MEN. Se d'Antona padron voi tornerete,
Dite
la verità, mi sposerete? (a Buovo)
BUO. Non so che dir: sperate.
Un'altra volta ancora
Voglio veder Drusiana, e se persiste
Nell'infedele suo costume usato.
Basta...
sperate pur, vi sarò grato.
STR. Il tempo non perdiamo;
Ci secondi la sorte.
Andiamo.
BUO. Andiamo.
TUTTI Viva, viva Buovo d'Antona,
Ch'è degnissimo d'impero; Egli merita corona, Egli è nato a comandar.
(partono Buovo e Striglia, Capoccio e tutti i Villani)
SCENA SECONDA Menichina e Cecchina
MEN. E noi cosa facciamo?
Perché non seguitiamo Il militar drappello?
CECC. Siamo donne, sorella, andiam bel bello.
MEN. Possiamo alla lontana
Osservar quel che fanno.
CECC. Son sicura di già che vinceranno:
E quando la fortuna non si varia, Io sarò la signora segretaria.
MEN. Per la ragione istessa,
Io diverrò duchessa.
CECC. In verità,
Temo vi sia qualche difficoltà.
MEN. Credi tu che Drusiana
Voglia a Buovo tornar?
CECC. Non dico questo;
Ma Buovo, in altro stato, Vedrai, sorella cara, Che sposar non vorrà la molinara.
MEN. Oh, in quanto a questo poi,
Non sarà il primo caso. Ho letto anch'io
Le istorie un dì dei cavalieri erranti,
So che han fatto lo stesso tanti e tanti.
Ho imparato sui libri
L'arte d'innamorar. Saprò ben io
Usare il poter mio; farò vedere
Se di farlo cadere anch'io son buona,
E mio sposo sarà Buovo d'Antona. (parte)
SCENA TERZA Cecchina sola.
Può darsi, ma nol credo.
So che questi signori
Trattan sol per diletto i loro amori.
E mi dicea mia madre:
«Figlia, se un gran signor ti vuol amare,
Guarda ben quel che fai, non ti fidare». (parte)
SCENA QUARTA
Camera.
Drusiana e Maccabruno
MACC. Orsù, via, risolvete:
Son vostro, se volete. Ecco la destra in pegno:
O l'accettate, o
con ragion mi sdegno.
DRUS. Non so che dir; non sono
Quieta ancor nel mio petto,
Ma...
MACC. Che vorreste dir?
DRUS. La destra accetto.
MACC. Or sì che pienamente
Provo contento il cuore:
Pronubo sia di
queste nozze Amore.
DRUS. E se Buovo d'Antona
Morto non fosse ancor?
MACC. Della sua morte
Non è poc'anzi il testimon venuto?
DRUS. Sì, ma estinto però non l'ho
veduto.
MACC. Orsù, se ancor vi preme
La memoria di lui più del cor mio,
Stanco son di
soffrir, vi lascio, addio.
DRUS. Deh, non mi abbandonate.
MACC. Son qui, se mi bramate.
DRUS. Ah! superare io voglio
L'importuno timore:
Vostra son io.
MACC. Siaci propizio Amore.
Arda d'Amor la face,
Che
mi consola il cuor.
DRUS. Rendimi al sen la pace,
Caro diletto Amor.
a due Tu, se ragione intendi,
Tu nel mio petto accendi
Un innocente ardor. Forma, Cupido, il laccio;
Stringi le mie catene.
DRUS. Ah, qual strepito è questo?
MACC. Oimè! Chi viene?
SCENA QUINTA Da una parte Buovo, Striglia, Capoccio e Villani armati. Dall'altra le Guardie di Maccabruno, e suddetti. Buovo ed i suoi seguaci: A terra, a terra: Vogliamo guerra: Buovo d'Antona Vuol comandar. (Le Guardie abbassano le armi) DRUS. Buovo è qui? non è morto? MACC. Ah, son perduto. |
Guardie, guardie, accorrete.
Ah, mi niegano aiuto
Fin le guardie avvilite.
Ecco
la spada mia, non infierite.
CAP. Il poltrone ha paura.
DRUS. Ah caro Buovo,
Siete
alfin ritornato.
BUO. Sì, sì, sono arrivato
In tempo di vedere
Di
vostra infedeltà l'ultima prova.
DRUS. Se vedeste il mio cor.
BUO. Finger non giova.
Conduceteli altrove,
Che poi si penserà
Quel che di tutti due
far si dovrà.
DRUS. Barbaro, crudo fato! (parte
accompagnata)
MACC. Cosa sarà di me? Son disperato. (come sopra)
SCENA SESTA Buovo, Striglia, Capoccio, Villani armati e Guardie.
BUO. Disarmate le guardie.
CAP. A voi, canaglia:
Deponete quell'armi.
Ora mi par di essere
Un Ruggero, un Pipino, un Carlomagno,
Un Buovo, un Orlandino,
Dei reali di Francia un paladino.
Parmi d'esser diventato Un terribile guerrier. Voglio andare in campo armato, E vuò farmi anch'io valer. Colla spada ticche, tocche, Collo schioppo biffe, buffe. Se il tamburo sentirò, Le trinciere assalirò. Il coraggio voglio aver D'un terribile guerrier. (parte)
SCENA SETTIMA Buovo e Striglia
BUO. Caro amico e compagno,
Andate, e disponete Quello che voi credete Utile, necessario e doveroso Per nostro bene e pel comun riposo.
STR. Tutto per voi ho fatto,
Tutto per voi farò. Non v'è nel mondo
Della vera amicizia un ben maggiore: Questo è di tutti il più sincero amore.
Di donna i pianti
Son tutti incanti;
I loro affetti
Non son perfetti;
Ma interessato Di donna è il cor.
D'amico vero
L'amor sincero
D'ogn'altro affetto
Sempre è maggior. (parte)
SCENA OTTAVA Buovo, poi Menichina
BUO. Il ciel sia ringraziato;
Sono alla fin tornato
Nel paese natio
Che per natura è mio.
MEN. Con voi me ne congratulo,
Signor
Duca illustrissimo.
BUO. Vi ringrazio, o ragazza.
MEN. Eh, non pretendo
Da voi ringraziamenti.
BUO. E che vorreste?
MEN. A dirla in confidenza,
Vorrei
Duchessa diventar anch'io.
BUO. Ma come? in qual maniera?
MEN. Io... voi... Furbetto.
Già so che mi capite.
BUO. In verità, non so che cosa dite.
MEN. Non mi fate l'allocco,
Signor Duca garbato,
Che con tutto il ducato,
Cospetto d'un filippo,
Saprò farvi pentir.
BUO. Così parlate?
MEN. Parlo libero e sciolto.
BUO. Questa franchezza non mi piace molto.
MEN. Facciamola finita:
Sapete già che v'amo,
Che
mio sposo vi bramo.
BUO. Non sapete qual sia
Differenza fra noi?
MEN. Una femmina io son, un uomo voi.
BUO. Ma superior di grado.
MEN. Ogni disuguaglianza uguaglia Amore.
BUO. Ci penserò.
MEN. Non posso
Aspettar che pensiate.
Voglio
che risolviate adesso adesso.
BUO. Ma perché tanta fretta?
MEN. Perché mi sento gringola
Di far il matrimonio.
Via, sposatemi presto:
Io
Cleopatra sarò, voi Marc'Antonio.
BUO. Sì, sì, voglio sposarvi:
Più resister non posso.
Vostro, o cara, son
io.
MEN. Ah, che non v'è maggior piacer
del mio.
Largo, largo alla Duchessa, Che passeggi, che cammini Con possesso e gravità.
BUO. Presto, presto, alla Duchessa
Faccia ognun profondi inchini, Con rispetto ed umiltà.
MEN. Ehi, sentite. Vuò provarmi
Se saprò li memoriali De' miei sudditi accettar.
BUO. Fingerò di presentarmi
Come fossi di quei tali Che vi voglion supplicar.
MEN. Cominciamo.
BUO. Son con voi.
Una povera ragazza, Con tutta sommission, Alla sua protezion Si raccomanda.
MEN. Esponete, vi ascolto.
BUO. Fuggito dalla gabbia
Mi è un canarin d'amor, E un ladro traditor Me l'ha rubato.
MEN. Se non si rende tosto
Il canarin d'amor, Quel ladro traditor Resti ingabbiato.
BUO. Brava da vero!
MEN. Bravo di core!
a due Cosa migliore
Non si può far. Dunque stiamo in allegria, E in sì dolce compagnia Si cominci a giubilar. (partono)
SCENA ULTIMA
Sala.
Drusiana, Maccabruno, Striglia, Cecchina, Capoccio; poi Buovo e Menichina
MACC. Cosa sarà di noi,
Poveri sfortunati?
CAP. Or sarete da Buovo sentenziati.
BUO. Ecco la sua sentenza:
Sia Maccabruno unito
A Drusiana marito. Se un tal nodo
Le dà piacer, l'accetti
Cortesemente; e se ne ha dispiacenza,
Faccia dell'error
suo la penitenza.
DRUS. Ma voi siete tornato...
BUO. Ma io sono impegnato.
Fate voi pur quello che il ciel destina,
Ch'io sposata ho di già la Menichina.
Se alcun non si risente
Di un tale matrimonio,
Diami di approvazione un testimonio.
CORO Buovo è signore,
Buovo è padrone; Quel che dispone Tutto può far.
BUO. Non vuò che Maccabruno
Con Drusiana perisca. In vita loro Gli assegno un marchesato, E nessuno così mi creda ingrato.
CORO Un cor pietoso
Tutto perdona. Buovo d'Antona S'ha da lodar.
BUO. Striglia, mio caro amico,
Da' la mano a Cecchina: Tutti il mio cor felicitare inclina.
CORO Viva, si canti:
Buovo d'Antona Merta corona, Merta regnar.
Fine del Dramma.