Cagis – La storia del quarto re magio

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 Cagis Proprietà degli autori

 

Cagis

La storia del quarto re magio

                                                                                

      Testi di Giuseppe Diodati

      e

      Musiche di Luigi Ceci

      Da un’idea di suor Lina Farronato

Per contattare gli autori : diodatigiuseppe@alice.it

Per le parti musicali : http://www.giuseppeverdimaddaloni.it/public/downloads.asp?cat=17 

Diodati Giuseppe

Via Brecciame 30   81024 Maddaloni

tel. 0823 408456

 

 

      Personaggi

      Cagis

      Padre

      Due amici

      Tre Re Magi

      Maria

      Giuseppe

      Amico salvato

      Arina

      Assassino

      Vittima

      Due soldati

      Tre Giudici

      Donna

      Gesù

      Marta

      Maria sua sorella

      Pilato

      Ragazza moderna

      Solisti-ballerini

      Coristi-ballerini

      Folla

Primo atto

 

Primo quadro

 

A sipario chiuso si sentono le note del pianoforte.Verso la fine

dell’introduzione, entra Cagis, estasiato da una splendida notte stellata, che

si stende su un paesaggio orientaleggiante appena abbozzato.

 

Cagis:     Splendida sera! Sembra che tutti i pensieri d’amore e di pace della

terra si sono cristallizzati lassù…. Proprio la sera adatta per darmi il

necessario riposo, visto il lavoro che mi attende domani.

 

Poi si stende su una stuoia e si addormenta. Intanto si avvicina a lui la

solista della prima canzone.

 

Solista:    Dormi, Cagis, domani incomincerà per te la più bella storia del

mondo… Segui il più bello e più luminoso degli astri di questa splendida notte, e troverai il Re dei Re, Dio.

 

Inizia la prima canzone balletto, con la partecipazione dello stesso Cagis. Nel

momento in cui la canzone vi accenna comparirà anche la stella cometa,

apparizione che avverrà con i modi più idonei al momento della realizzazione.  

 

Canzone: Notte di stelle   

per informazioni basi e musiche rivolgersi a luce52@alice.it  diodatigiuseppe@tin.it

Coro:      Calda notte è questa qua,

              Cagis, riposa tranquillo

              E sogna la pace.

              Non svegliarti perché tu

              Sei tanto stanco per il tuo lavoro.

              Nel regno per noi

              T’affatichi perché ci ami.

              Dormici su! Dormici bene!

              Di nuovo l’alba poi verrà.

              Dormici su! Dormici bene!

              Il tuo da fare avrai!

              Dolce notte è questa qua,

              la luna brilla vegliando su te, su te!

              Calma notte è questa qua,

              Cagis, ritrova la pace, sognando felice.

Solista:    Le stelle nel cielo

              Sembrano occhi di

              Uccelli liberi,

              che nel volo trasportano

              pensieri splendidi

              di chi sa che cos’è

              l’amore e la felicità!

              E ne vedi una che

              Sembra un angelo in volo

              Che trascina dietro se

              Una luce da re.

Coro:      Notte splendida per te,

              Cagis, incontri l’avviso

              D’amore e di pace.

              Non dormire per favor!

              Stanotte ascolta la voce e

              L’invito del Re dei re

              Che ti vuole vicino a se.

              Pensaci su! Pensaci bene!

              Tutto domani cambierà.

              Pensaci su! Pensaci bene!

              Un altro poi sarai.

              Bella notte è questa qua

              La luna brilla per te, si per te, per te.

              Notte splendida perché,

             

Cagis, incontri l’amore e ritrovi la pace.

 

Alla fine del balletto escono tutti lasciando solo sulla scena Cagis, che torna

a dormire. Le luci sottolineeranno che la notte è passata. Cagis si sveglia, e

subito dopo entra il padre. 

 

Padre:     Buongiorno! Vedo che sei già sveglio.

Cagis:   Ma un po’ imbambolato. Sapessi che strano sogno ho fatto stanotte. La sera non dovrò più bere vino.

Padre:     Che cosa hai sognato?

Cagis:     Non ricordo perfettamente, ma qualcosa che riguarda Dio e una strana stella capace di portarti da Lui.

Padre:     Una stella?

Cagis:     Si! Una stella bellissima e con una grande e luminosa scia.

Padre:     Forse, allora, non è stato un sogno. Ci può essere qualcosa di vero

in quello che dici. Devi sapere che una tradizione, o forse una profezia, parla di una possibile venuta di Dio e di un segno mirabile che lo mostrerà…… potrebbe essere la tua stella.

Cagis:     Mi stai stimolando, va a finire che mi farai partire.

Padre:     Non sarò io a fermarti. Chi cerca Dio è sempre nel giusto.

Cagis:     Allora voglio essere anch’io nel giusto. Partirò!

Padre:     Non andrai solo. Marna! Chiama tutti a raccolta e che ognuno porti un dono per il Re dei re. Cagis, se mai troverai il tuo Re, non potrai presentarti a mani vuote.

 

Inizia la seconda canzone-balletto.

 

Canzone: Canto della partenza e offerta dei doni

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                   Solista:    Forza, venite, accorrete fratelli!

              Il nostro re ha bisogno di noi,

              è il momento di fare per lui

              qualche piccola cosa quest’oggi anche noi,

              qualche piccola cosa anche noi,

              siate veloci, venite!

 

              Portate tutti qualcosa, fratelli        

              Il nostro re parte anche per noi

              Alla ricerca del Re dei re

              E per questo ha bisogno di avere con sé

              Il tesoro più bello per lui.

              Pietre preziose per lui.

 

Coro:      Doni ne avrai quanti tu ne vorrai:

              quarzi, diamanti, rubini, smeraldi

              per il grande Re dei re

              il più grande tesor che sia degno di Lui

              il più grande tesoro per Lui.

              Pietre preziose per Lui.

 

              Su!  Anche noi con te porta, fratello!

              Tutti vogliamo adorare con te

              Chi nel mondo è il più grande dei re.

              Noi vogliamo venir tutti quanti con te

              E vogliamo vedere anche noi

              Questo prodigio ch’è Dio.

 

              Portaci con te!

              Tienici con te!

              Ti difenderem lungo la strada! (Bis)

 

Cagis:     Io vi ringrazio, amici, fratelli!

              Ma solo pochi io posso portare

              Alla ricerca del Re dei re.

              Vi prometto che quando trovato l’avrò,

              io da Lui vi porterò tutti.

 

Tutti:       Tutti vedremo il prodigio!

 

Coro:      Portaci con te!

 Tienici con te!

              Ti difenderem lungo la strada! (Bis)

 

Durante il balletto vengono portate le pietre preziose, Cagis sceglierà alcuni e con essi partirà. La scena si oscura.

Fine del primo quadro

 

 

 

Secondo quadro

 

La scena è la stessa di quella del primo quadro e si illumina gradatamente

mentre, dallo stesso lato da cui erano usciti, entrano due degli accompagnatori

di Cagis. Sono laceri, stanchi e camminano sostenendosi l’uno con l’altro.

 

Primo:     Una chimera! Ecco cos’era il sogno di Cagis. Opera del maligno

senz’altro. E non ce la facevo più!

Secondo:     Un viaggio che non finiva più: valli, monti pieni di nevi, pianure

immense e popoli ostili che ci hanno dato filo da torcere.

Primo:     Ma il deserto no! Quello proprio non ce l’avrei fatta a sopportarlo.

E ti giuro che il terrore mi era entrato in ogni capello, dentro ogni più

piccola parte della mia pelle, dei miei muscoli, del mio cervello.

Secondo:     Siamo vicini alla nostra città ed in salvo, qualche scrupolo

incomincia a farsi sentire.

Primo:     Senti, noi più di tanto non potevamo fare. Ed è, per conto mio, già

molto. Un altro re? Ma noi un re l’abbiamo….. e poi solo proprio non è rimasto. Con lui c’è il più forte di tutti noi e gli darà l’aiuto necessario.

Secondo:     Forse hai ragione. Andiamo!

 

Escono dal lato opposto a quello di entrata. Buio. Poi un faro scopre a destra

Cagis solo, è molto triste e affranto. 

Canzone:Lo sconforto

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Cagis:     Balorda stella,

              che guidi i passi miei,

              portami in fretta

              vicino al tuo Re.

              Già mi si oscura

              La forza e il volere,

              più io non voglio

              vedere il tuo Re.

              L’ultimo amico,

              rimastomi affianco,

              più non respira,

              non vive più ormai,

              colpa di un serpe

              e del suo veleno.

              Dorme in pace

              E io solo son qui.

 

Coro:      No! Non sei solo.

              Guardati intorno,

              madre natura

              vive con te.

              Perfino i sassi

              Ti sono fratelli,

              ti danno ombra

              e di fresco un bel po’.

              Guardala bene la tua stella cometa!

              Come sorella t’invita con se!

              Seguila bene la tua stella cometa!

              La volontà non ti mancherà più!

              Stella! 

 

Cagis:     Splendida stella,

              ti voglio seguire

              portami in fretta

              vicino al tuo Re.

              Ritornan vivi

              La forza e il voler,

              voglio vedere

              il tuo re.

              Non sono solo

              Ritrovo fratelli

              Pietre e cespugli,

              insetti e deserto.

              Dentro riscopro

              La forza e la vita,

              sveglia è la fede!

 

Coro:      Vedrai il Re dei re.

             

Cagis:     Chissà se altri hanno avuto più fortuna di me! Chissà se altri hanno

già incontrato il mio Re.

 

Buio completo (e Cagis esce di scena). Alla riaccensione delle luci appare la

scena del presepe con Maria, Giuseppe, il Bambino e i tre re Magi . Inizia

subito la canzone dei magi e ogni qualvolta uno dei tre deve cantare si avvicina alla sacra famiglia per deporre il suo tradizionale dono.  

 

Canzone:   Canto dei Magi

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1° Magio:Sono partito da molto lontano

              e non speravo più di trovare

              quello che mi era stato promesso:

              vedere Dio da molto vicino.

              Ora ti offro quest’oro regale,

              tra tutti i re sei il più grande del mondo.

 

Coro:      Fulgida stella

              Che guidi i miei passi

              Sei la speranza

              Del mondo e non vana,

              con la tua luce

              illumini il mondo

              rinnovi i cuori

              più amore gli dai.

              Con la tua luce

              Illumini l’uomo

              Gli dai coraggio

              Speranza gli dai.

 

2° m:      Son qui venuto da molto lontano

              e non credevo più di vedere

              quello che avevo notato negli astri:

              trovare Dio in un caro bambino.

              Ora ti offro la mirra per l’uomo;

              tra tutti gli uomin sei grande nel mondo.

                  

Coro:      Rit.

 

3° m:      Sono qui giunto da un mondo lontano

              e non credevo più di trovare

              quello che avevo per molto studiato:

              sentire Dio vagire da bimbo.

              Ora ti offro l’incenso divino,

              Emmanuele, Signore nel mondo.

 

Coro:      Rit.

 

Giuseppe:Dei re?

Maria:     Si, Giuseppe! Una grotta e dei re: il più grande contrastato omaggio

al Figlio di Dio. Brutto presagio per mio figlio….  C’è chi lo scaccia e gli

nega un posto in un misero ostello, e chi invece gli porta ai piedi la sua

regalità! (Rivolta al piccolo) Ma non temere, io ti sarò sempre vicina. 

 

Canzone:Nenia di Maria

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Maria:     Dormi, piccino! Dormi, carino!

              La cara mamma veglia per Te.

              Dentro uno straccio trovi riparo,

              caldo ti fanno un asino e un bove.

 

              Le tue pene saranno le mie

              Le tue gioie saranno anche mie.

              La tua mamma vicin l’avrai

              In tutti i giorni , sempre, vedrai!

 

Coro:      Luce del mondo, Signore, Sovrano!

Maria:     Come potrai vestire da re?

Coro:      Uomo sarai, a noi sempre caro.

Maria:     Una carezza da me sempre avrai.  (Rit.)

 

Maria:     Dio piccino, dentro uno straccio,

              mandi un vagito e un pianto per l’aria.

              Sei troppo tenero e indifeso,

              ma la tua mamma vicin l’avrai.               

Rit.            ……………

Finale:     Dormi, piccino, dormi!

 

Durante il balletto saranno portati dei doni. Buio completo.   

Fine secondo quadro

Terzo quadro

 

Le luci si riaccendono gradatamente scoprendo lo stesso paesaggio di sempre, si nota nell’angolo destro una colonna con qualche drappo o un altro simbolo della casa dell’amico di Cagis, salvato da Cagis stesso.   

 

Amico:    Spero che ti trovi bene qui!

Cagis:     Magnificamente! Ma devo andare.

Amico:    Cosa? Tu sei pazzo! Dove vorresti andare?

Cagis:     Devo seguire la mia stella. Devo trovare il mio Re.!

Amico:    Seguire la tua stella? Cos’è questa novità? E poi non   posso proprio permetterlo: trovare un amico come te mi è valsa la vita; ed io non posso perderti.

Cagis:     Ora mi sembra che tu stia esagerando . io ho fatto solo quello che

chiunque avrebbe fatto al posto mio.

Amico:    Mi hai trovato morente, dopo essere stato assalito e derubato, e tu mi hai fatto curare, salvandomi in questo modo la vita. Mi hai fatto rivestire e

saziare. E tutto questo lo hai fatto spendendo l’ultima cosa preziosa che ti era rimasta: un anello, ricordo del tuo caro genitore. Non è niente tutto questo?.. E poi. Altri prima di te erano passati, mi avevano visto, ma non se ne sono preoccupati minimamente.

Cagis:     Eppure dovrò lasciarti!

Amico:    Parliamo d’altro! Senti, perché non mi racconti qualcosa della tua

vita. Si! Parlami di te.

 

Canzone:La storia di Cagis

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diodatigiuseppe@tin.it

Cagis:     Ho lasciato la mia casa, il mio regno.

              Ho lasciato laggiù le mie ricchezze.

              Ho lasciato lontano agiatezze.

              Ho lasciato la mia giovinezza.

              Ho seguito un mio sogno bislacco.

              Ho seguito una stella bugiarda.

              Ho seguito una mia fantasia.

              Ho seguito una mia poesia.

 

              Con me avevo tanti amici,

              solo mi hanno lasciato.

              Uno solo mi era rimasto:

              una serpe me l’ha ammazzato.

              Possedevo un grande tesoro,

              tutte pietre preziose davvero,

              ricercate per farne un bel dono,

              per il Re dell’amore, per Dio il mio Signore.

 

Coro:      Hai lasciato la tua casa, il tuo regno.

              Hai lasciato laggiù le tue ricchezze.

              Hai lasciato lontano agiatezze.

              Hai lasciato laggiù la tua giovinezza.

              Hai seguito un tuo sogno bislacco,

              una stella bugiarda, una tua fantasia, una tua poesia.

 

Cagis:     Ho trovato in fasce due bimbi,

              lasciati a morire!

              Ho donato diamanti per loro:

              ora hanno una mamma anche loro.

              Un lebbroso aiuto mi ha chiesto;

              moriva di stenti!

              Ho donato rubini per lui:

              ora forse, anzi certo, non muore di fame.

 

Coro:      Hai lasciato ……………………

 

Cagis:     Un intero paese incendiato,

              un villaggio alla fame!

              Ho donato smeraldi a loro:

              ora hanno una nuova casa.

              Chi era povero e senza denaro

              Ho incontrato dovunque!

              Ho donato le pietre a loro:  

              ora possono certo vivere ancora.

 

Coro:      Hai lasciato ……………………

 

Cagis:     Poi infine mi hanno assalito,

              ladroni per strada!

              Hanno preso tutti i miei averi,

              m’han lasciato soltanto un anello.

              Tu sai bene che io quell’anello

              L’ho speso per te!

              Tu sai bene che cosa ne ho fatto,

              se adesso tu ancora mi tieni con te.

 

Coro:      Hai lasciato ………………………

 

Durante la canzone ci sarà il balletto.

 

Cagis:     Il resto è storia che appartiene anche a te. Ed eccomi qui, lieto di

essere tuo ospite e di potermi riposare.

Amico:    Povero Cagis! Volevi incontrare il Re dell’amore ed hai incontrato

tutte le miserie. Non hai avuto una vita facile!

Cagis:     Lo puoi ben dire! E per di più ti dirò che quella stella io l’ho

persa di vista ma ne sento la mancanza. Di notte la sogno e mi sveglio di colpo perché sento che ancora qualcuno mi aspetta. Ne sento il richiamo forte come non mai, una specie di voce insistente che mi attira e mi spinge. Talvolta non ti nego che all’improvviso mi vedo indossare il mantello e di corsa raggiungere lo porta. E’ come una droga!

Amico:    Sentimi bene, Cagis! Tu da qui non ti muoverai! E una strega quella che ti chiama, non il tuo presunto Re. E’ una cattiva magia quella che ti spinge ad andare, vuole che tu ti perda, ti vuole fare morire. Pensa a quanto male hai ricevuto prima, e così sarà ancora fino alla tua perdizione, alla tua morte. Io non posso permetterlo. Mi hai salvato la vita e non voglio che tu ora perda la tua per una chimera impossibile. Ma io, per fortuna so come posso fare per fermarti, ho la mia arma. (Chiama ad un ingresso) Arina, vieni! (Entra Arina, la sorella dell’amico salvato) (a Cagis con sottointeso) Non partirai, Cagis! Ne sono sicuro. (Esce)

 

Restano sulla scena Cagis ed Arina da soli e si guardano con intenzione e rapiti dall’amore. Inizia il Canto.

 

Canzone: Cagis e Arina   

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Cagis:     Seguivo una stella: la stella sei tu.

              Cercavo un amore: l’amore sei tu.

              Perdevo il mio tempo, pensando alla pace;

              in te ora trovo la pace, l’amor.

 

Arina:      Seguivo un mio sogno, quel sogno sei tu.

              Cercavo un amore: l’amore sei tu.

              Sembravo felice: un mondo dorato

              Chiudeva da gabbia un malato cuor.

 

Insieme:  Io e te ci cercavamo tanto e invano.

              Io e te ci cercavamo da lontano.

Cagis:     Io posso forte stringer la tua mano:

              mi sembra di volare insieme su nel cielo…

Insieme:  Insieme su nel cielo. Amore.

 

Cagis:     Covavo il tormento qui dentro di me;

              l’ho poi ritrovato pur dentro di te.

              E come la calma dopo tempesta,

              l’amore ritorna dentro il mio cuor.

 

Arina:      Un brullo deserto ritorna alla vita,

              un secco deserto rivive di fior,

              rivive di uccelli di canti e di nidi:

              ritorna la vita in me con l’amor.

 

Insieme:  Io e te ……………………….

 

Cagis:     Si, Arina! Io ti ho amato da quando sono entrato in questa casa,

forse da prima e senza saperlo.

Arina:      All’inizio pensavo che quello che provavo fosse solo riconoscenza.

Mi avevi salvato il fratello! Ma poi ho capito che era qualcosa di più, era

l’amore.

Cagis:     Non sai come ne sia contento. Alla fine ci siamo trovati e capiti.

Forse sei tu la mia stella, il mio Re, il fine della mia ricerca. Credo che non

partirò più.

 

Ma improvvisamente irrompe il coro-balletto-coscienza di Cagis.

 

Canzone:Vecchi ricordi

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Coro:      Ma cosa tu pensi? Ma cosa tu cerchi?

              Qualcosa che puoi toccare con mano.

              Ma né la materia e né il sentimento

              Ti danno davvero la gioia d’amare.

 

Rit.         Ricorda la tua stella; ricorda quella notte;

              ricorda quella voce, ricorda quell’Amore. (Bis)

 

              Rinnova i tuoi passi, ma lungo la via;

              continua la strada del tuo prodigio.

              Non puoi fermarti ora, hai già chi ti aspetta!

              Ti vuole vicino, non farlo aspettare.

 

Rit.         Ricorda ………………

  

              Riprendi la via, ricerca il tuo Dio,

              ritrova la pace, ritorna felice.

              Felice più d’ora e come non mai.

              Non è questo l’amore che tu hai cercato.

 

Rit.:       Ricorda ………………

 

              Va! Corri, sii veloce! Non indugiare più

              T’aspetta la tua fonte, la fonte dell’Amore.

 

Il balletto ruota attorno al contrasto tra Arina ed il coro. Cosicché mentre

Arina cerca di trattenere Cagis, il coro cerca di spingerlo a partire. Alla fine

Cagis decide per la partenza (riappare la stella), e mentre lentamente si

allontana da Arina (trattenuta dal coro), nello stop musicale dice

 

Cagis:     Non posso, Arina! Devo andare, è più forte di me! Lo so, qui ho

tutto, ma il richiamo della stella è troppo forte… (è arrivato ad una delle

uscite con le spalle rivolte ad Arina, si ferma, si gira, guarda negli occhi

Arina e…) Addio!… (Esce)

 

Cagis esce col coro, lasciando Arina sola sulla scena nella sua disperazione e in lacrime. Le luci calano lentamente lasciando un solo raggio su Arina, poi

buio completo.

 

Fine del terzo quadro.

 

 

Quarto quadro

 

Si riaccendono le luci e non c’è più la colonna drappeggiata. La musica

sottolinea il mimo di un’aggressione. Cagis arriva sulla scena ma non sa

decidersi ad intromettersi, e ci penserà il coro-balletto-coscienza a farlo

intervenire.

 

Canzone:La lotta

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Solista1:  Ma cosa ti importa, neanche conosci

              quell’uomo o quell’altro. Non vedi? E’ una lotta

              di un contro l’altro: il forte poi vince;

              quell’altro soccombe: è legge di vita!

Coro1:    Va oltre, va via! Va per la tua via.

              Non correre invano qui rischi

              e lontano da quella tua meta.        

 

Solista2:  Su, sono fratelli! Qualcosa per loro

              Tu devi ora fare. Separali adesso.

              Al debol puoi dare aiuto fraterno,

              il forte convinci che male egli fa.

Coro2:    Ti devi fermare ed interessare:

              non corri qui invano dei rischi

              e lontano da quella tua meta.

 

Coro1 e Coro2 insieme poi Coro1 poi Coro2.

 

Alla fine l’aggredito resta ucciso.

 

Cagis:     Perché l’hai fatto?

Ass.:       Che t’importa? Erano fatti nostri. Se ci tieni tanto, tienilo! E’

tuo!

 

L’assassino abbandona il corpo dell’ucciso tra le braccia di Cagis e scappa.

Cagis cerca di rianimare la vittima . Poco dopo rientra l’assassino con due

soldati.

 

Ass.:       Eccolo, che vi dicevo? Eccolo li che sta completando la sua opera.

Cagis:     No, non gli credete! Non è vero! E’ stato lui! (Rivolto

all’assassino) Sei tu che l’hai fatto. Perché mi accusi? Io sto solo cercando di

rianimarlo.

 

Ma i soldati credono all’assassino e catturano Cagis. Nel frattempo la scena si popola di personaggi, di uno o più giudici e folla comune. Si passa a giudicare Cagis.

 

 

Canzone:Il giudizio

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Giud1:    Difenditi pure ma usa parole

              Che abbiano un senso e senza ingannarci.

              Sappiamo già d’ora che stato sei tu:

              quest’uomo t’ha visto e ora t’incolpa.

 

Coro:      Sia condannato – Colpevole

 

Cagis:     (Recitando) No, non è vero! Non credetegli, non sono stato io! Non

potrei mai. Non sono stato io, credetemi! Io sono intervenuto solo per aiutare

chi è stato ucciso.

 

Giud2:    Vogliamo soltanto sentire i motivi

              Per dare poi noi un giusto giudizio.

              Non dire più oltre bugie pietose:

              sentito già abbiamo il teste oculare.

             

Coro:      Sia condannato – Colpevole

 

Cagis:     (Recitando) Dovete credermi! Io ho sempre aiutato chi era in

difficoltà. Perché non controllate e vi fidate della sola parola di costui? Io

sono re, figlio di re, e non potrei macchiarmi le mani così.

 

Giud3:    Già molto abbiamo a te dato attenzione.

              Se proprio non vuoi tu dirci il motivo

              Costretti noi siamo: trenta anni dovrai

              Spaccare le pietre; soffrire dovrai!

 

Coro:      Sei condannato – Colpevole

 

Cagis:     (Recitando) No, non sono colpevole! Io sono re, figlio di re, dovete

credermi! No, non sono colpevole!…..

 

Alla fine del balletto

 

Cagis:     Perdonami stella, perdonami Re. Non ho saputo mantenere la promessa di ritrovarti.

 

Scompare la stella.                                                             

Fine del quarto quadro

Fine del primo atto

 

Secondo    atto   

 

Primo quadro

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Sulle note introduttive il sipario si apre sullo stesso

paesaggio. Entra Cagis, di nuovo libero, ma sono passati trenta anni, è più

invecchiato e stanco.

 

Cagis:     Finalmente! Non ne potevo più! Questi trenta anni non sono stati

sicuramente i più belli della mia vita. Stare a spaccare pietre tutto il giorno

con qualsiasi tempo, sotto un sole inclemente, col vento, con la neve, con la

pioggia, è un qualcosa che non si può augurare neanche al più odiato dei nemici.

 

Poi si abbandona a terra stanco ma visibilmente contento della sua condizione di libero.   Entra una passante, lo guarda e gli chiede.

 

Donna:    Che fai qui, uomo?

Cagis:     Mi sto ubriacando del verde, dei fiori, dell’azzurro del cielo, del

sole, degli alberi e dei frutti, dell’acqua e della terra: è una cosa bellissima

che non ho mai provato in tutta la mia vita. Credimi, la libertà è bella e non

se ne deve sprecare neanche un attimo.

Donna:    Libertà? Sembra che per te sia una cosa nuova, strana.

Cagis:     Ed è così. Dopo trenta anni di ingiusto carcere duro, anche un filo

d’erba visto fuori di quella oppressione assume l’aspetto di un grandissimo

dono.

Donna:    Ci sono allora novità più importanti di un filo d’erba che devi

conoscere. Hai mai sentito parlare di Gesù?

Cagis:     Gesù? … e chi è costui?

 

Canzone Chi è Gesù

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Donna:    Tu vieni certamente da lontano

              Per farmi questa stupida domanda.

              Se chiedi a un fiore che sia ancora chiuso

              E nomini Gesù il Nazareno.

              Si schiude al sole con il suo colore,

              e già capisci che è tutto Amore.

 

Rit. Coro:Nel nome di Gesù…….

    Donna:Tutto si spiega, tutto rinasce.

    Coro:  Il nome di Gesù…….

Donna:    Tutto rischiara, tutto ripara.

 

Donna:    Un cieco nato tale dalla madre,

              or vede il sole e ne ringrazia Dio.

              La lebbra di parecchi ora è sparita:

              la pelle è pura e ne ringrazia Dio.

              C’è pure chi adesso ora cammina,

              anche se paralitico era nato.

 

Rit……………………..

 

Donna:    Conoscer devi pure il suo parlare,

              perché è nuovo per i nostri orecchi:

              amare il tuo nemico tu dovrai,

              come se fosse amico, tuo fratello.

              Amare e poi amare e ancora amare,

              è quello che ti chiede sempre Lui.

 

Rit……………………..

 

Cagis:     E questo Gesù sarebbe capace di fare tutte quelle cose?

Donna :   E in più non sai che serenità e sicurezza si provi a stargli vicino, a

sentire le sue parole e i suoi insegnamenti.

Cagis:     Sono incuriosito, prova a raccontarmi ancora altro di Lui.

Donna:    Perché invece non lo cerchi? Vedrai da te quello che desideri sapere. Posso solo dirti che viene addirittura considerato il Messia, Figlio di Dio, venuto in terra per riguadagnare per gli uomini il regno del Padre…. Pensa che anche sulla sua nascita si fantastica in un modo strano. Pare che per annunciare la sua venuta si sia scomodata una stella speciale.

Cagis:     Una stella? Spiegati meglio.

Donna:    Alcuni pastori che erano presenti subito dopo la sua nascita,

raccontano di aver visto in cielo una stella strana, enorme, bellissima,

meravigliosa e con una grande coda proprio sulla capanna dove hanno trovato Gesù..

Gagis:     (Tra se) La mia stella!?! Perché non potrebbe essere ? Si, lo sento.

E Gesù, deve essere Lui il mio Re. Devo trovarlo. (Alla donna) Dimmi dove posso trovare questo Gesù?

Donna:    Ora mi chiedi troppo! Quell’uomo non è un uomo normale, è quasi una meteora ed è facile trovarlo dappertutto. E’ sempre in giro a predicare, a fare miracoli. Per questo si è fatto anche molti nemici. E più s’infoltisce la schiera dei proseliti, più s’ingigantisce quella dei nemici invidiosi e impauriti dalla possibilità che Gesù venga fatto re o qualcosa di simile.

Cagis:     Dammi almeno un’indicazione.

Donna:    Prova lungo il lago di Genezaret, per quella zona si è visto più

spesso.

Cagis:     Andrò! Donna tu non sai che regalo mi hai fatto. Oggi è il giorno

della mia rinascita. 

 

Canzone:Rinascita

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Cagis:     Non sento più gli acciacchi di questi anni,

              non ho penato invano per trent'anni

              in quella cava triste e maledetta.

              Rinasce in me la fede stamattina.

              Ritrovo in me l’amore per la vita

              E gli occhi miei vedranno quel prodigio

              Di cui la stella mi fu vaticinio.

              Ricordo come ora quella notte:    

              era una calda notte pien di stelle,

              ricordo come ora quella voce,

              era una calda voce pien d’amore:

              l’invito io accettai di buona lena.

 

Coro:      Tu vedi la tua vita rifiorire.

              Rinnovi la tua via stamattina,

              ritrovi la tua stella per la via.

              E torni più sicuro del tuo Dio. (Bis)

 

Cagis:     La vita intorno vedo rifiorire,

              ritrovo stamattina la mia vita.

              Ritrovo stamattina la mia stella,

              rinasce in me speranza di vedere

              la cosa per cui un giorno ero partito,

              lasciando tutto un nuovo porto

              sicuro per la mia povera nave.

              Il sole già mi sembra più splendente,

              il cielo già mi sembra più sereno,

              il prato già mi sembra più fiorente;

              e tutto già mi parla del mio Dio.

              Accetto io l’invito nuovamente!

 

Coro:      Tu vedi……………………

 

 

Cagis:     Si, è così! E’ proprio Lui, il mio Re!

 

Nel frattempo è ricomparsa la stella. Poi buio completo.

 

Fine primo quadro

 

Secondo quadro

 

Di nuovo torna la luce, dalla destra entra Gesù con alcuni discepoli e da

sinistra gli si fa incontro Marta.

 

Gesù:      Dov’è? Dove avete sepolto il mio Lazzaro?

Marta:     Signore perché sei venuto così tardi? Eppure avevamo mandato ad

avvertirti del male di Lazzaro. Ma non sei venuto. Perché non hai voluto aiutare chi ti è sempre stato amico?

Gesù:      Marta, credi tu che io debba fare le cose del Padre mio? Credi tu che io devo rendere   testimonianza della mia appartenenza al Padre?

Marta:     Certo, Signore, io credo.

Gesù:      Allora, Marta, devi credere che così doveva avvenire: Lazzaro doveva morire per mia testimonianza.

Marta:     Ma cosa stai dicendo? Io non capisco. (Si gira per chiamare) Maria,

Maria! E’ arrivato Gesù, vieni!….   (Entra Maria dalla stessa parte di Marta e

si inginocchia appoggiando un solo ginocchio a terra e un poco distante da

Gesù).

Maria:     Maestro, sii tu il benvenuto! (China la testa)

Gesù:      Perché non mi guardi in faccia, Maria? Ho fatto per caso qualcosa che non ti è piaciuto?

Maria:     Gesù, Tu già conosci tutto quello che si nasconde nel mio cuore….

Signore, se Tu fossi stato qui, Lazzaro non sarebbe morto.

Gesù:      Non piangere, Maria, tuo fratello risusciterà.

Maria:     Certo. Alla fine dei tempi.

Gesù:      Tra poco! Perché io sono la resurrezione e la vita e, se credete in

me, Lazzaro sarà vivo.

 

Canzone:Marta e Maria

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A due:     Tu che già sai cosa io penso,

              tu che già mi conosci nel mio segreto,

              non puoi più dubitar della mia fede,

              non puoi più dubitar di ciò che credo.

 

Marta:     Qualunque cosa chiederai a Dio,

              te la concederà, perché Tu il Figlio

              suo sei e credo che Tu sei la vita;

              chi crede in Te non può morire mai,

              per sempre egli vivrà.

              La morte hai vinto Tu.

.

              Tu sei padrone della morte vera.

A due:     Tu sei padrone della vita vera:

              io credo che se vuoi tutto potrai.

 

A due:     Tu che già …………………….

 

Maria:     Della tua potenza, o Signor, discuter non si può

              Il Figlio sei di Dio e ciò che chiedi

              Ti darà il Padre .

              Il Padre tuo divino, o Signor, non negherà

              Di dare nuova vita al nostro caro

              Lazzaro, fratello.

A  due:    Un giorno hai detto che la nostra fede

              Può muover montagne se lo vogliam.

 

A due:     Tu che già ………………………..

 

Gesù:      Allora torno a chiedervi: dove avete sepolto Lazzaro?

 

Le due sorelle indicano una delle due uscite di scena, quella opposta al lato da cui è entrato Gesù. Questi guarda intensamente  prima in alto e poi verso il lato che Gli è stato indicato, fa un cenno con la mano e un gioco  di luci ed

altri effetti provenienti da quel lato anno capire che il miracolo è avvenuto. Lo si può leggere anche sui volti delle due sorelle, che subito dopo scoppiano in lacrime di gioia  , e sui volti di tutti i presenti, che sottolineano il fatto con meraviglia e provocando un brusio di ammirazione. Tutti guardano verso il lato del miracolo. Gesù rimane fermo, immobile e guarda intensamente verso

l’alto, poi… 

 

Gesù:   Andiamo ad aiutarlo, ne ha bisogno. E voi cercate di restargli più

vicine, perché io devo andare: si avvicina la mia ora.

 

Gesù Marta e Maria escono dalla parte dove è avvenuto il miracolo. Gli altri

restano sulla scena e parlano del fatto accaduto. Nel frattempo entra Cagis che si accorge della strana atmosfera

 

Primo:     Ed hai ancora la faccia tosta di negare che è il Messia?

Secondo:     E chi mi dice che invece non sia un figlio del diavolo. In queste

occasioni bisogna stare molto attenti.

Primo:     Tutte balle. Uno solo è padrone della vita e della morte: Dio.

Secondo:     E Satana?

Primo:     Sarebbe ben strana la cosa. In altre occasioni ho visto Gesù

scacciare i demoni dal corpo di alcune persone; credi tu che se Gesù fosse un figlio del diavolo, potrebbe mettersi a lottare con il suo padrone?

Secondo:     Forse hai ragione.

Cagis:     (Entra stancamente) Sto diventando vecchio, e le forze vogliono abbandonarmi. E non riesco a venire a capo della mia ricerca, dovunque io vada: niente. Sembra proprio che Gesù lo faccia apposta a non farsi trovare da me. Ma cosa sarà successo? (Ai due) Cosa è successo?

Primo:     Una cosa difficile da credersi: Gesù ha risuscitato Lazzaro che era

morto da ben quattro giorni.

Secondo:     Tu capisci? Verso di noi avanzava  quel corpo che poco prima 

avevamo visto senza vita e siamo rimasti impietriti.

Cagis:     (Tra se) Gesù! L’ho ritrovato finalmente. Gesù hai detto? E dov’è

ora? Dove posso trovarlo?

Primo:     E’ andato con le sorelle ad aiutare Lazzaro, ma è ripartito quasi

subito, perché, come ha detto Egli stesso? S’avvicina l’ora? Io non so cosa

abbia voluto dire, ma si è diretto verso Gerusalemme.

 

I due escono e Cagis resta solo sulla scena, è di nuovo scoraggiato.

 

Cagis:     Ancora una volta mi sfugge. Ed io mi sento sempre più stanco, più

affaticato. Ma andrò anche lì. Andrò anche a Gerusalemme. Ora sono più che mai certo che è il mio Re.

 

Entra il coro-balletto che lo incita.

 

Canzone:Raccogli le tue poche forze

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Coro:      Raccogli le tue poche forze ancora,

              rincorri quel Gesù ch’è tutto amor.

              Va incontro a Lui per essere sicuro

              Che il tuo Re dei re sia proprio Lui.

              In fondo tu per questo sei partito,

              in fondo tu per questo sei vissuto

              è vero, non hai molto ormai da darGli,

              vedrai, non ti vorrà mandare via.

              Accoglie tutti e tutti vuol vicino:

              perfino chi l’ha offeso con peccato

              ha poi trovato in Lui un gran perdono

              ed ora a Lui si sente più vicino.

              Se adesso quindi tu non hai più tanto

              da regalarGli, non aver paur,

              ti accetterà  sicuro insieme a Lui:

              sarà Gesù che ti darà l’amor.

 

              Raccogli le tue poche forze ancora,

              rincorri quel Gesù ch’è tutto amor,

              ti accoglierà di certo insieme a Lui.

              Sarà Gesù che ti darà l’amor. (Bis)

 

Tutti escono di scena. Buio completo

 

Fine del secondo quadro

 

Terzo quadro

 

Le luci si riaccendono evidenziano una pedana su cui c’è Pilato, seduto su una sedia romana, al suo fianco c’è  Gesù, già rivestito degli indumenti  da Ecce Homo; sulla destra è presente una piccola folla, 

 

Pilato:     (Si alza ed indica Gesù) Eccolo qui l’uomo per cui chiedete la crocifissione… Guardatelo bene…. Possibile che vi faccia tanta paura da volerlo morto, e non vi faccia invece neanche un po’ di pena, quel tanto da commiserarlo? Eppure si è lasciato  flagellare, percuotere  sputare in faccia,e

senza neanche opporsi. Quale reato o pericolosità potete vedere in lui, se anche ha accettato di essere vestito  così come lo vedete? E’ un re.. e che re!… (Le frasi seguenti devono essere recitate con un’alternanza di toni ironici e seri, quando si riferiscono alla realtà  delle cose che Pilato dice) Con una corona di spine, punteggiata di vermiglio rubino,…. Il sangue della sua fronte, si è fatta cingere la testa. Con un manto di porpora pregiata,… scarto di qualche servo del mio pretorio, si è fatto cingere le spalle. E il suo scettro? L’avete visto?  E’ un elegante bastone d’avorio… scolpito e ritagliato dal canneto  presso il Giordano!… Gente!… Io non so più chi deve avere paura, se lui o voi. Andate via  lasciatemelo liberare! Ha già avuto la sua dose di frustate. La lezione gli basterà e una volta libero  non oserà più mostrarsi tra voi. Va!… Andate via!…..Folla:      Sia condannato!  E’ un bestemmiatore e non merita di vivere. Convinciti una buona volta.

Pilato:     (Rivolto a Gesù) Sentimi bene  , tu devi aiutarmi a liberarti. Io non ti voglio morto… Credi ai sogni tu? Ai presagi, eh’… Io si. .. E il sogno di mia moglie su di te non presagiva niente di buono per me. Ma tu che dici di essere re,.. tu sei re?..  sei proprio re?.. Rispondimi!

Gesù:      Tu l’hai detto. Io sono re, per questo io sono nato e per questo sono venuto al mondo, a rendere testimonianza alla verità. Chiunque è della verità, ascolta la mia voce.

Folla:      Lo hai sentito anche tu. Tu sei romano e uno solo è il tuo re, e adesso è anche il nostro: Cesare! Chiunque voglia  sostituirsi a lui è colpevole e merita di morire.

Pilato:     Oh, insomma!… Tu proprio non ti vuoi aiutare, sembra, anzi, che li provochi di proposito: cerchi veramente la morte? Non mi rimane che una cosa sola da fare e vedremo se il tuo popolo ti vorrà bene. Gente, io ho poco tempo da perdere  per le vostre beghe, facciamola finita una buona volta. Per la vostra Pasqua volete che vi liberi Gesù o Barabba, l’assassino?

Folla:      Liberaci Barabba  e costui fallo crocifiggere!

Pilato:     Ebbene sia, ma  l’avete voluto voi. Io non mi ritengo responsabile della morte di quest’uomo.. Ma tu, piuttosto che ripetere quelle panzane  sul tuo regno, perché non sei stato zitto?   Va ora, vai! Il tuo popolo ti aspetta.

Pilato esce e Gesù viene  consegnato alla folla.

Canzone:Insulti

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Coro:      Un giorno hai detto che ricostruito avresti

              Il nostro tempio, dopo averlo abbattuto,

              in pochi giorni e senza aiuto,

              più bello di prima, ancor più splendente, ancor più splendente.

 

Rit.:        Vediamo se ora  riesci a liberarti.

              Vediamo se ora riesci a evitare

              Chi ti percuote e chi ti sputa in faccia.

              Vediamo se ora, vediamo se ora, vediamo se ora

              Riesci a indovinare: “Chi è stato?”  (3 volte)

 

              Un giorno ti sei detto figlio prediletto

              Del nostro Dio, venuto in questa terra

              Per ristabilire il regno del Padre,

              più bello che mai, ancor più splendente, ancor più splendente.

 

Rit.:        Vediamo …………………..

 

              Vedrai tra poco dal cielo volare

              Gli angeli in schiera venirti a salvare,

              mandati da Dio, dal caro tuo Padre,

              per rendere  nota la tua potenza.

 

Rit.:        Vediamo ………………

             

              Su, guardati intorno! Il tuo popolo

              Hai fatto contento, non vedi sghignazza,

              ti fa da corteo, ti applaude tanto:

              sei tu diventato il caro suo gioco.

 

Rit..        Vediamo ……………….

 

Solo:       (recitando) Ora basta ridere, gente! Caricatelo della croce e portatelo sul Golgota:  espierà con la morte la sua colpa, la sua vergogna.

 

Entra Cagis, più stanco e più sfinito che mai.

 

Cagis:     Cosa succede? Perché c’è tanta folla?

Uomo:    Stanno portando Gesù sul Golgota per crocifiggerlo, ed era anche ora.

Cagis:     (Tra se)  Gesù?. Il mio Gesù?…  No! Non possono farmelo proprio adesso che ero riuscito a ritrovarlo!  (Poi lo guarda e vedendolo in quelle condizioni, si dispera di più e piangendo cade a terra mentre la folla cerca di arretrare per lasciare Gesù tra due soldati, e Cagis soli che si guardano negli occhi)… Gesù, io ti riconosco: tu sei il mio Re dei re. Ti prego, perdonami se non ho  saputo trovarti  prima; perdonami se non ho saputo portarti  il mio dono; perdonami se ora non riesco a fare nulla per aiutarti!

 

(Ricompare la stella).

 

Gesù:      In verità ti dico che tu mi hai già incontrato, anche se non mi hai visto mai. Tu più volte hai avuto occasione di venirmi incontro, ed ogni volta mi hai donato qualcosa, ogni volta mi hai dato un aiuto. Ero malato, morente e tu mi hai raccolto, mi hai curato e  mi hai ridato alla vita. Ero affamato e mi hai saziato; ero povero e mi hai fatto ricco; ero senza casa e mi hai costruito un villaggio…-

Cagis:    E quando avrei fatto questo? Io non ricordo di averti mai incontrato, non ricordo di essermi preso cura di Te; non ricordo di averti mai dato da mangiare; non mi prendere in giro, io non voglio morire senza avere coronato il mio sogno!-

 

Canzone:Storia  di Cagis n° 2

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Coro:         Possedevi un grande tesoro,    

                  tutte pietre preziose davvero,

                  ricercate per farne un bel dono,

                  per il Re dell’Amore, per Dio;

                  ti addolori perché non l’hai fatto,

                  io ti dico che invece fedele

                  hai recato il tuo dono sincero

                  sempre a chi tu l’avevi promesso.

 

Rit.            Hai lasciato la tua casa, il tuo regno.

                  Hai lasciato laggiù le tue ricchezze.  

                  Hai lasciato lontano agiatezze.

                 Hai lasciato laggiù la tua giovinezza.

                 Quella stella che avevi seguito

                  Non era un tuo sogno, non era bugiarda,

                  né una tua fantasia.

 

                 Dietro i bimbi che hai incontrato,

                 per la strada a morire,

                 c’era sempre soltanto il Signore,

                 quel Gesù era dentro di loro.

                Quel lebbroso, che aiuto ti ha chiesto,            

                da lontano  per non contagiarti,

                 ti mostrava il suo corpo infelice,

                 ma lì dentro avevi il tuo Cristo. - (Rit.) 

 

                 Quando poi costruito hai la casa

                 a chi ti aveva il villaggio incendiato,

                tu per Lui l’hai edificata,

                anche se non lo avevi notato.

                Dietro al povero ed all’affamato,

                che ora possono vivere ancora,

                hai incontrato di nuovo il tuo Cristo,

                anche se non lo avevi mai visto. –  (Rit.)

 

                Hai incontrato qualcuno assalito

                Dai ladroni e poi derubato:

                hai voluto curarlo e vestire,

                con amor l’hai voluto nutrire.

                Era il corpo frustrato di Dio,

                l’hai curato pur senza saperlo;

               

                 anche se non l’avevi ancor visto:

                era il corpo piagato di Cristo. – (Rit.)

 

Al termine del balletto tutti lasciano i due in primo piano.

 

Gesù:          Ti dico che avrai la tua ricompensa, verrai nel mio regno. La folla trascina fuori Gesù e Cagis rimane solo.

 

Cagis:          Ora mi sento soddisfatto. Grazie, Gesù!

 

Fine terzo quadro

 

Finale

 

Dalla parte opposta a quella da cui è uscito il corteo, entra una ragazza dei nostri tempi, vede Cagis e si precipita ad accarezzarlo inginocchiandosi vicino a lui.

Ragazza: Cagis, caro Cagis…. Ora lo sai: hai raggiunto il tuo Re, hai coronato il tuo sogno! Sei contento, ora. Vivi dolcemente la tua nuova vita con Gesù. Il tuo sacrificio non è stato inutile. Il tuo attaccamento alla verità è stato premiato. Come vorrei avere la tua testardaggine e ricevere il premio ultimo. (Si alza lentamente e si avvicina al pubblico  Si!…. anch’io sento dentro una spinta indecifrabile ed anche tu…. e tu…. e tu…. (additando a caso tra il pubblico). Non c’è in te e in tutti noi il desiderio di seguire qualcosa?… qualcosa a cui noi vorremmo sacrificare tutto, ma quasi sempre, e distratti da altre cose, non arriviamo mai completamente e talvolta nemmeno in parte a perseguire. Quanti tra noi hanno fisso nel loro cuore il perbenismo? Scatola vuota ben addobbata; quanti invece sono pronti ad ergersi a moralisti, quando si tratta degli altri… molti… troppi! Ma quanti di noi sono pronti a lasciare tutto per seguire l’esempio di Cagis alla ricerca fissa e coraggiosa di Cristo fino sul Calvario ed anche oltre, nella morte in Gesù e con Gesù. Chissà se anche noi saremmo capaci di lasciare ricchezze ed agiatezze. Dovunque troveremo grossi freni e molto lento sarebbe il nostro cammino verso Gesù. Ma non per questo dobbiamo scoraggiarci; noi come piccola parte dell’umanità dobbiamo continuare a cercare ed a  praticare l’amore che la fede in Cristo ci darà.

 

Nel finale tutti i personaggi tranne Gesù  tornano sulla scena con movimenti di danza suggeriti dalle prime battute dell’ultima canzone.

 

Canzone:Umanità    

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Coro:          Umanità! (più volte)!

 

Cagis:     Umanità, cerca e trova fede in Lui!

              E vedrai che tutto poi

              Tanto facil troverai

               Lassù nel ciel, con colombe volerai

              Falchi, aquile, avvoltoi,

              Stretti in un volo di pace.

              Monti di ghiaccio al sol

              Scioglieranno in un fiume verso il mar,

              così i cuor per l’amore

              ch’è tra di noi.

Coro:      Umanità, cerca e trova fede in Lui!

              E vedrai che tutto poi

              Tanto facil troverai

               Lassù nel ciel, con colombe volerai

              Falchi, aquile, avvoltoi,

              Stretti in un volo di pace.

              Monti di ghiaccio al sol

              Scioglieranno in un fiume verso il mar,

              così i cuor per l’amore

              ch’è tra di noi.

 

 Fine