Camera a ore

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1° ATTO

CAMERA A ORE

di Fritz Wempner

Commedia brillante in 3 atti

Traduzione dalla commedia originale “Kein Auskommen mit dem Einkommen” a cura di Elisabetta Squarcina della Filodrammatica di Laives. Adattamento di Michele Longo.

Personaggi:


Augusto …………

Ida ……..………..

Enrico ..………….

Claudio  .…………

Giovanna .………..

Lisa .……………..

Federico …………

Paola  ……………

Signora Boldrin …

pensionato

sua moglie

grossista di frutta e verdura

suo figlio

moglie in seconde nozze di Enrico

sua figlia

vicino di Augusto

sua moglie

moglie del capoufficio di Lisa


Nell’adattamento la vicenda si svolge ai giorni nostri nel soggiorno, semplice ma accogliente, di Augusto ed Ida. Sul fondo un poggiolo piuttosto largo con porte a finestra che sono quasi sempre aperte. Sul poggiolo alcuni vasi di fiori e un piccolo tavolino con due sedie che possono essere spostati a sinistra. Il balcone prosegue verso sinistra e può essere raggiunto anche dalla camera da letto. A sinistra una porta (o disbrigo) che conduce in camera da letto. Sulla destra un piccolo atrio con l’ingresso e il disbrigo per la cucina. La porta d’ingresso (se visibile) deve avere uno spioncino. Alla parete un divano, al centro un tavolo ed una sedia. Le sedie del balcone (usate solo all’inizio) vengono poi disposte intorno al tavolo. L’arredamento dev’essere semplice e non moderno. 


ATTO    (mattino)

Augusto - (e Ida siedono sul balcone e fanno colazione. Augusto sfoglia il quotidiano) No i lo ha scrito sul giornale de anco!

Ida           - Varda polito, l’ghera scrito gneri, l’ghe sarà senz’altro an anco.

Augusto -Oh! Eco qua!

Ida           - As vedù?

Augusto  - Scolta … Camera ammobiliata affittasi … due punti … via Roma 3 … virgola … chiedere di Augusto … punto! Sintetico ma chiaro. Te vederas che doman da sta ora l’averon sa fitada.

Ida           - Però me despias ben fitàr via la nosa camera pù bela.

Augusto  - E daighela con sta solfa. Brontola con la Previdenza Sociale e no con mi.

Ida           - Ma mi no ae miga brontolà.

Augusto  - Però te rognes!!! No l’è colpa mia! Se el governo nol ne fasezes tirar la cinghia no se ariveria a cognir fitàr la camera. Tuta la vita a pagar contributi. E dapò …?? Che te restelo? Na pension, masa alta par morir e masa basa par viver.

Ida           - T’es ti che te rognes, adeso…

Augusto  - Mi no rogno … brontolo. E po quel che l’è giusto l’è giusto. A mala pena podo beverme na bira e fumarme en toscano, e alora me permetes almen de enrabiarme, sacranon!

Ida           - Con sta bela giornada i to porchi tegneteli par ti. Son qua sentadi comodi, comodi … col pan fresco … el cafè caldo …

Augusto  - … e la margarina al posto del boter! Senza parlar de ste quatro garnete slongae. Barea. Mi voria nar en vacanza al Grand Hotel e farmela servir la colazion, altro che garnete! Eh no! Il piccolo pensionato non può.

Ida           - Ma sì, ma sì! E alora te vories dir che con l’afito d’en bel giovanoto  podezan tratarne meio. Mi no son convinta.

Augusto  - (indignato) Come sariela questa del “giovanotto”? No farte vegnir strane idee. Casomae na bela signorina.

Ida           - Signorina? No caro. No se ‘n parla gnan.

Augusto  - Si cara! Se ‘n parla ecome. L’è proprio quel che pensava.

Ida           - ‘N omo l’das de men cruzi.

Augusto  - Questo tel dis ti! Na femena ‘ntanto la sa tegnirse la camera pù n’ordine, la sa rangiarse meio e pò … e po’ … sì, ‘nsoma l’ è pù adatta.

Ida           - No caro! Con en maciò la saria tanto meio. Crezeme!

Augusto  - (quasi arrabbiato) Meio na femena te digo. Soraltuto se la è belòta soena.

Ida           - Son mi quela che sgoba te casa e alora … voi ‘n omo.

Augusto  - Ah, sentila … (in falsetto) voi ‘n omo … no te baste mi! Varda, fioi no n’aon avù ma quanche era soen me saria sempre piasù aver na fiola.

Ida           - E mi ‘n fiol.

Augusto  - L’è bele par questo che mi voria aver na signorina soena te casa.

Ida           - Bele par questo eh? Crezes che non me nascorse quanche te vardes le gambe de tute quele che pasa?

Augusto  - Le gambe! … le gambe? … Che vos che me ‘nterese a mi dele gambe. Al masimo le gambe dela taola… Ma ‘nsoma. La camera se la fita a na signorina. Punto.

Ida           - A ‘n giovanotto. Punto esclamativo.

Augusto  - Te vos sempre aver l’ultima parola, eh? Sta olta fason quel che digo mi. Punto e basta. (dall’alto piovono polvere e piume sul tavolino. Sbircia verso l’alto) Ma che ghe saltelo ‘n mente! Ma se nascorserala de quel che, con tanta eleganza, la ne spaza so?

Paola       - (dall’alto) Che alo sempre da rognar?

Augusto  - La me rogna l’è proprio ela se l’è par quel. No la se pol permeter de scorlarme so le cuerte piene de polver ‘ntanto che se è drio a far colazion, ala capì? (brontola spazzolando la polvere dal bavero)

Paola       - No podo miga sentirlo dal’odor che se sentadi sul balcon.

Augusto  - E i oci? Basta vardar ale olte. O ghe serveli bele a squerser el bus che gh’è al posto del cervel.

Paola       - Par mi el pol parlar an fin doman matina, tanto no scolto.

Augusto  - Ma senti che vilana: orba, sorda e con la sinusite.

Ida           - Dai calmete.

Augusto  - (irritato) La varde de star atenta se non la vol vederse arivar en vaso de gerani tel mus. (prende un vaso e fa per gettarlo ma cade in strada) Oddio!!

Lisa         - (da sotto) Ahia… Ma che succede. Da dove …

Paola       - (dall’alto) Lo denunci, signorina… lo denunci.

Augusto  - (e Ida si affacciano dal balcone) Mi scusi signorina. Non volevo… mi scusi. (rientrando tenendosi la testa con una mano) Dio che mira. ‘L gh’è ariva direto sula testa.

Ida           - Posibile che te te ‘nfiames sempre par così poco. Te sas ben che no te cognes ciapar sul serio quela su alto. E ades toh, as vedù?

Augusto  - Ma cognivela pasar proprio te sto momento? Che scalogna!

Ida           - Par che elo che te tegnes la testa? No te l’as miga ciapà ti l’vaso.

Augusto  - Ah sì, l’è vera … varda so va là, varda come che la sta. Mi no fido (suona il campanello, tutti e due si avviano per aprire. Lui guarda attraverso lo spioncino) L’è ela. Ge qua, averseghe e dighe: “Signorina, non lo farò mai più!” (sta per scappare)

Ida           - Mi? Cogneria dirghelo mi? Eh no caro mio. As volù fal l’asen? E alora strutele su ti le to asenae! (esce, mentre il campanello suona ancora)

Augusto  - (segue per un tratto Ida e poi lentamente e tentennando apre la porta)

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Lisa         - Il signor Augusto?

Augusto  - (rammaricato) Si, purtroppo. Venga avanti signorina.

Lisa         - (ragazza carina, allegra. Tiene in mano il vaso di fiori rotto. Il cappellino in testa è schiacciato e storto). Grazie!

Augusto  - Sapesse come mi dispiace … S’è fatta male?

Lisa         - Anche questa volta m’è andata piuttosto bene. A proposito … (gli porge il vaso rotto) grazie per i fiori.

Augusto  - (sorride forzatamente) Beh, come si dice, tutte le cose buone vengono dall’alto.

Lisa         - Buone? Per la verità preferirei cose meno buone … ma più leggere.

Augusto  - A pensarci bene, anche oggi i miei calli avevano ragione.

Lisa         - I suoi calli !?

Augusto  - Sì, tutta la notte prevedevano precipitazioni.

Lisa         - (ridendo) Se avrà ancora previsioni del genere mi avvisi: prima di passare qui sotto metterò l’elmetto!

Augusto  - (prende il cappellino e lo pulisce con le maniche) Per fortuna l’ha presa con spirito … vorrà dire che anch’io non sarò da meno.

Lisa         - Non ne dubito. Pare che il buonumore non le manchi! Anche se la signora del secondo piano le ha rovinato la giornata, mi sembra: il vaso, se non sbaglio, era indirizzato a lei…

Augusto  - E come non bastasse l’ho anche mancata (appoggia il cappellino sulla sedia) Ma prego, si accomodi … si sieda.

Lisa         - (sedendo) Comunque, come si dice, speriamo che dopo il danno non venga anche la beffa.

Augusto  - Perché?

Lisa         - Per la verità io non ero venuta per .. i fiori … ma per sentire se la camera era ancora libera.

Augusto  - Ah … perché stava proprio venendo da me … (sedendo sul cappellino, poi fra se) … ma varda che roba …  an el capel!… (cerca impacciato di rimediare di nascosto il danno)

Lisa         - Cosa diceva?

Augusto  - Sì, dicevo che è proprio fortunata.

Lisa         - (contenta)Davvero?

Augusto  - Molto fortunata, ed io più fortunato di lei . E’ la prima persona a presentarsi e non poteva andare meglio. Sa, la mia signora vorrebbe a tutti i costi un ragazzo … (fra se fregandosi le mani) ma sta olta ghe la sgnaco mi!

Lisa         - E se a sua moglie non vado bene?

Augusto  - Piccolezze! Il padrone di casa sono io!

Lisa         - (divertita) Però per legge la signora ha i suoi stessi diritti.

Augusto  - Tute monade! Noi ci siamo sposati con la legge vecchia. Il contratto deve prima essere annullato e dopo vedremo se avrò voglia di accettare le nuove regole.

Lisa         - Che tipo. (ride) Vedrà che io e sua moglie andremo d’accordo. Mi lascia dare un’occhiata alla camera?

Augusto  - Ma certamente. Prego signorina … signorina? (apre la porta a sinistra)

Lisa         - Lisa Filippi (esce a sinistra; Augusto seguendola le manda un bacio fregandosi le mani. Suona il campanello)

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Ida           - (da destra parlando) Alora … no ghe averzes! Ma ‘nde elo na a finir adeso! (alzando la voce per farsi sentire) Es na a sconer la vittima e l’arma del delitto? (suona nuovamente) Ma si, ‘n atimo che arivo!

Claudio   - Buongiorno.

Ida           - Buongiorno.

Claudio   - Sono qui per quell’annuncio sul giornale … sa … la camera.

Ida           - (felice) Ma venga avanti, prego … signor (accomodandolo) …

Claudio   - Cacciatori. Claudio Cacciatori. (sedendo) Non vorrei disturbare. Chiedevo solo della camera, vorrei sapere se è ancora libera.

Ida           - Ha fatto bene a rispondere così in fretta. Bravo e fortunato. Si sa, chi prima arriva meglio alloggia, no?

Claudio   - Meno male! Non è mica facile trovare una cameretta come si deve!

Ida           - Qui si troverà benone, vedrà. E’ una zona proprio tranquilla. Lei dove abitava prima?

Claudio   - A casa con mio padre.

Ida           - Ah … con il papà. Non l’avrà mica buttata fuori di casa!

Claudio   - Beh, non è proprio così … per la verità …

Ida           - Oh, mi scusi, non volevo essere invadente, non mi permetterei mai di mettere il naso negli affari altrui (pausa - però è curiosa e riprende) … avete litigato?

Claudio   -  Mm! Vuole risposarsi.

Ida           - Ah. E allora un figlio è di troppo vero? Queste cose non le capisco. Non che mi riguardi ma … Non va d’accordo con la sua nuova … sì la sua matrigna?

Claudio   - Non la conosco neppure. E non voglio neppure conoscerla. Papà mi ha messo davanti al fatto compiuto e così me ne sono andato.

Ida           - Magari è anche simpatica e ci si potrebbe abituare…

Claudio   - Non riesco ancora a capire come abbia fatto a dimenticare la mamma così in fretta. E poi questa donna è vent’anni più giovane di lui. Per me le interessano solo i nostri soldi. Anzi, ne sono convinto. (ironico) Per la verità anche lei porta qualcosa in dote … sua figlia!

Ida           - Allora si ritroverebbe anche una sorella?

Claudio   - E poi chissà che razza di altra parentela arriverà in casa! No, guardi, che si arrangino. Ma torniamo a noi: posso vedere la camera?

Ida           - Volentieri. (vuole aprire a sinistra ma poi si gira subito) E pensare che mio marito preferiva affittarla ad una ragazza.

Claudio   - Purtroppo signora sono un uomo.

Ida           - Oh, lo vedo. Ma non si preoccupi: se io dico che la camera è affittata a lei a lei rimane. Per quanto brontoli mio marito.

Claudio   - (ridendo) Se lo dice lei.

Ida           - Proprio così, come dico io. Il vecchio  è un bel testone ma in tutti questi anni l’ho abituato bene a fare sì quello che vuole … ma come dico io! (escono a sinistra nello stesso istante in cui Lisa ed Augusto appaiono sul balcone)

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Augusto  - … ed anche il balcone è a sua disposizione. Qui il sole splende dalla mattina alla sera.

Lisa         - Quando c’è!

Augusto  - (entrando) Beh, in questo momento lo copre una nuvola ma quando lei verrà a stare con noi anche con la pioggia avremo il sole in casa.

Lisa         - Oh! Li sa fare i complimenti, quando vuole.

Augusto  - Metteremo in conto anche quelli!

Lisa         - Già, ma io non posso permettermelo. Quanto viene a costare la camera … complimenti esclusi?

Augusto  - Noi si pensava… (si gratta la testa)

Lisa         - Troppo … troppo…

Augusto  - Beh … faremo la metà.

Lisa         - (Ridendo) E’ ancora troppo. Tenga conto che durante il giorno lavoro e sono qui solamente per dormire. Ed il fine settimana mi ospitano degli amici in città, quindi…

Augusto  - Perfetto, così la domenica avremo la camera a disposizione. Questo servirà a convincere mia moglie. Se è così ci accontentiamo di …  di ottantamila lire alla settimana??

Lisa         - D’accordo, affare fatto. (porgendo la mano)

Augusto  - Affare fatto. (stringendo la mano si accorge della fede al dito) Ah, ma è sposata.

Lisa         - (titubante) Sì.

Augusto  - Così giovane?

Lisa         - Ho dovuto sposarmi.

Augusto  - Ahi! Ahi! … allora ha anche dei figli?

Lisa         - Un bimbo.

Augusto  - (prendendo immediatamente le distanze) Eh no, signorina, allora non si può concludere. Noi pensavamo ad una persona sola.

Lisa         - No, no. Non mi fraintenda. Il problema non esiste! Cioè … Si, insomma, mio marito e mio figlio sono … come dire … immaginari!

Augusto  - (confuso) Ah … immaginari … le mancano da così tanto tempo?

Lisa         - (ridendo) Voglio dire che la mia famiglia non è mai esistita, me la sono inventata.

Augusto  - Inventata? Ma che razza di idea. Provi a spiegarsi meglio.

Lisa         - Allora, visto che a sentir parlare di bambini s’è un po’ agitato, le spiego perché ho dovuto sposarmi, però … (mette un dito sulla bocca)

Augusto  - (imitandola) Sarò un pesce.

Lisa         - Sono la segretaria della ditta Boldrin & C.

Augusto  - Salute!

Lisa         - Su, faccia il serio una volta tanto. Dicevo, ditta Boldrin e Company.

Augusto  - Che ne save mi de ste smericanade.

Lisa         - (sicura con fare civettuolo) Mi dica, secondo lei, sono una ragazza carina?

Augusto  - (raggiante) Ah, deliziosa… proprio deliziosa!

Lisa         - Lo pensa anche il mio capoufficio. Fin troppo carina per essere una segretaria particolare.

Augusto  - Troppo carina per i suoi gusti? Ma che razza di ignorante!

Lisa         - Per essere la sua segretaria sì.

Augusto  - Non capisco. Se io fossi un capoufficio non mi cercherei … come dire … si, ‘nsoma, en bacheto dai fasòi come segretaria. Ah no! Andrei in cerca di una bella ragazza, proprio come lei.

Lisa         - Il signor Boldrin in effetti la pensa come lei, ma sua moglie preferisce i…

Augusto  - (ridendo insieme a lei) … i bacheti dai fasoi. Adesso  è tutto chiaro: lei ha paura che magari … in questi uffici … Tutte uguali, le mogli!

Lisa         - E’ gelosa da matti ed esige che suo marito assumi solamente vecchie zitelle. Ma il signor Boldrin preferisce gente giovane attorno …

Augusto  - Come lo capisco!

Lisa         - Per questo ho fatto credere di essere felicemente sposata e, per giunta, mamma di un bimbo. Così nessuno ha avuto più nulla da contestare.

Augusto  - (ridendo) Questa è proprio buona. Speriamo solo che la signora non se ne accorga. Niente è più pericoloso di una donna imbrogliata e gelosa per giunta.

Lisa         - Ho recitato bene la mia parte. Spesso viene in ufficio: “CONTROLLO!“ (imita la signora Boldrin nel tono e nell’atteggiamento, veloce ed irrequieto, rispondendosi ruotando leggermente la testa) “Allora signora Filippi, come stà?” .. Bene, grazie signora Boldrin … “E suo marito?” … Anche, grazie … “E il piccolo?” … Bene, benissimo signora Boldrin … “Non è una bella cosa che lei sia costretta a lavorare qui in ufficio. Una mamma deve stare a casa con il suo bambino. Ha bisogno delle sue cure (prende Augusto sottobraccio) Cosa ne pensi Carlo?”

Augusto  - Io mi chiamo Augusto.

Lisa         - Ma no! Carlo è il nome di suo marito, il mio capo. …”Chi bada a suo figlio signora Filippi?” … La nonna, signora Boldrin … “Ma suo marito non guadagna abbastanza, così che lei … oh, già, suo marito è tranviere. E non ha possibilità di fare carriera? No è? L’importante è accontentarsi ed essere felici. Ma siete felici, vero, signora Filippi?” … Mio marito è la cosa più importante che ho, signora Boldrin! … Quando le rispondo così diventa felice come una Pasqua e per un po’ non la vedo più.

Augusto  - E se per caso venisse qui una volta, per uno dei suoi controlli?

Lisa         - Spero proprio non sia gelosa fino a questo punto. Beh, allora io vado di corsa a prendere le valige. Prendo un taxi. Magari, quando ritorno, lei sarebbe anche così gentile da aiutarmi a portare su la mia roba…

Augusto  - Ma si capisce, volentieri.

Lisa         - Allora quando sono qui sotto chiederò all’autista di fare due colpi di clacson.

Augusto  - Mi precipiterò appena li sento, signorina Lisa… o devo dire signora Filippi?

Lisa         - Mi chiami Lisa, sono la signora Filippi solo al lavoro. Arrivederci.

Augusto  - (prende in fretta il cappello) Aspetti, glielo chiamo io il taxi.

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Claudio   - (e Ida da sinistra) L’importante è che sia una zona tranquilla. Io dormo di giorno.

Ida           - E di notte invece non c’è?

Claudio   - No, lavoro come camionista. Autotrasporti.

Ida           - Tutta la notte per strada?

Claudio   - Già, è dura. Parto la sera alle sette e torno alle sette di mattina.

Ida           - Dodici ore di fila? Povero ragazzo! E’ da tanto che fa questo lavoro?

Claudio   - (ridendo) Comincio oggi!

Ida           - (ridendo pure lei) Allora le auguro un buon inizio. Dove lavorava prima?

Claudio   - Nella ditta di mio padre. Forse la conosce: “Ingrosso frutta e verdura Cacciatori.”

Ida           - “Ingrosso Cacciatori”? Ed ha lasciato un lavoro così? Solo per questo matrimonio?

Claudio   - Anche per altre cose, a dire il vero! E questa è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Papà crede di poter fare tutto da solo e continuava a trattarmi come un apprendista. Non ce la facevo più.

Ida           - Mah, speriamo non abbia di che pentirsene.

Claudio   - Vedremo. Ad ogni modo sono contento per una volta d’aver fatto di testa mia invece di calcare sempre le orme di mio padre. Allora, signora, direi che va bene; e per l’affitto?

Ida           - Stavo anch’io per dire la stessa cosa. Tocca per forza arrivare sull’argomento soldi prima o poi.

Claudio   - Centomila lire alla settimana può andare bene? E’ d’accordo?

Ida           - (contenta) Sì, pensavamo anche noi così.

Claudio   - (paga) Ecco l’anticipo per le prime due settimane. Penso proprio che non mi pentirò. Il posto è proprio come lo desideravo.

Ida           - Sicuro, in casa tutti gli inquilini sono tranquilli e pacifici (suona il campanello) Un momento, mi scusi. (va ad aprire)

Federico  - (le urla in faccia) En de elo so omo?

Ida           - (imbarazzata indicando con la testa Claudio) Non c’è, signor Gatti, ma sarà qui a momenti.

Federico  - (non ha ancora notato Claudio e avanza sempre urlando) Ghe’l dago mi, ofender me moglie!

Claudio   - E’ uno degli inquilini tranquilli e pacifici?

Ida           - (piano a Federico) Ge into n’atimo, par piacere.

Federico  - (forte) Si, vegno into n’atimo, ma par cantarghen quatro. (chiude la porta e con voce normale ed amichevole). Bondì, Ida. (a Claudio) Buongiorno.

Ida           - Il signor Cacciatori: il nostro nuovo inquilino.

Federico  - Piacere, Gatti (gli porge la mano)

Claudio   - (confuso porge la mano titubante) Gatti? Da come urlava sarebbe più adatto … Leoni. Non è che mi azzanna la mano, per caso.

Federico  - Non si preoccupi e, piuttosto, mi scusi. Cosa non si farebbe per la pace in famiglia. C’è una persona, sul giroscale, che mi vorrebbe sempre piuttosto aggressivo.

Ida           - La moglie …

Claudio   - Non capisco.

Ida           - Vede, la moglie del signor Gatti è … sì, insomma è…

Federico  - (a Claudio) Una befana!

Ida           - Non esageriamo … è un pochino invadente ecco!

Federico  - Grazie per la pietà ed il tatto, Ida; ma befana è il termine più adatto. Se non lo so io, che ci vivo insieme da vent’anni!

Ida           - Oggi se l’è di nuovo presa con mio marito. E lui, che subito si sente punto sul vivo, in malo modo l’ha fatta star zitta.

Federico  - Così eccomi qua, cattivo come una bestia, pronto a litigare con Augusto. Sono obbligato altrimenti mi fa una testa così tutto il giorno … la befana.

Claudio   - (divertito) Eh, le mogli, alle volte tocca avere tanta pazienza! … Scusatemi ma ora devo proprio scappare. Signora Ida, vengo più tardi, con la valigia. (saluta ed esce)

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Federico  - Simpatico, avè tonto ‘n casa proprio ‘na persona simpatica.

Ida           - L’Augusto no ‘l lo sa miga ancora. ‘L sarà ben contento quanche ghe dirò che ae fità la camera.

Federico  - Penso ben. Ma n’de elo na a sconerse?

Ida           - Me digo che l’è na a compagnar quela desgraziada che gh’è finì el vaso de fiori ‘n testa.

Federico  - Quel destinà a me moglie. Che scarogna, no ‘l podeva ciapar ela e baterla so da pontì.

Paola       - (dall’alto) Federico!

Federico  - (risponde a tono) Sì? (va sul balcone e quarda in alto) Sì, Paola?

Paola       - Se quel  maleducà no l’è te casa, ge ‘n su… subito!

Federico  - (accondiscendente) Sì, cara… (viene Augusto) eco che l’ariva. Ades el meto a posto mi.

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Augusto  - (con dei depliants, gioviale) Ehilà, Federico! (Gli dà una pacca sulla spalla) Alora ne fumone n’altro toscanel?

Ida           - (togliendogli di mano i depliants) Parigi, Londra, Egitto? Che averies en mente?

Augusto  - (cordiale) Te ‘l digo dapò, ae na bela sorpresa par ti.

Ida           - (altrettanto cordiale) E mi una par ti!

Augusto  - A proposito de sorprese, la to’ dolce metà no la perde l’ocasion de farse voler mal. Erean sentadi te pontì a far colazion e no la gh’ha pensà doe olte a scorlarne so le cuerte da maoli sula marmelada.

Federico  - Me despias Augusto, ma … fame el solito piazer. (mostra verso l’alto)

Augusto  - No e po ancora no. Ne ae piene le bale de sta comedia! La deventa sempre pegio se me arendo tute le olte che la rogna.

Federico  - En realtà l’è come se no te’l fasezes.

Augusto  - Ma par ela sì! Senti, te cogneries an ti dirghe le to rason, na olta par tute (gli mostra il battipanni)

Federico  - Purtropo l’è ela che comana (offre un sigaro)

Augusto  - (gli fa un sorrisetto e poi…) No!

Federico  - Dai Augusto, per piacere…

Ida           - Dai Augusto (Federico la guarda con gratitudine, Ida esce a destra con i depliants)

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Augusto  - (si convince, prende i sigari, va sul balcone) Va beh, vos scomenzar ti o scomenze mi?

Federico  - (assicurandosi che la moglie sopra ascolti) Scomenza ti.

Augusto  - (forte, con tono un po’ forzato) Beh, sior Gatti, che me cognivelo dir?

Federico  - (molto forte) Che che gh’è? E avè an el coragio de farme na domanda tanto stupida? Che sie l’ultima olta che ofendè la me dolce mogliettina … (gli accende il sigaro)

Augusto  - Sior Gatti, el staghe fermo con quele man che el me schincia el sigaro … e po’ no l’è miga giusto che so moglie la ne sbate so la polver dal balcon (voce normale) … quela pazolda!

Federico  - (forte) Tele nose cuerte no gh’è polver. Mè moglie l’è na femena neta. E po’ se l’aveze avù l’educazion de dirghelo l’averia scorlà so le cuerte te la corte. Col sistema giusto, se otien tuto caro Augusto.

Augusto  - (normalmente) Complimenti. Te as fato an la rima.

Federico  - (forte) Na olta par tute.

Augusto  - Va ben, d’acordo, no ‘l suzederà pu’ (normale) Sto sigaro l‘è proprio bon. N’de l’as tonto?

Federico  - Al tabachin, qua drio. (forte) No voi che vegne pù fora storie. Capì? Sto qua l’è n’ultimatum.

Augusto  - (normale) Bona questa!

Federico  - (forte) No ghe la perdonerò mai e poi mai che ‘l ghe ha trato su en vaso ala me femena (normale) E po’ te l’as an falada. (forte) E ades voi le so scuse par averghe dato dela vilana.

Augusto  - Orba, sorda e con la sinusite par eser precisi. As finì?

Federico  - (normale) Dai, te prego, ritira quel che te as dito. Pu che altro l’è par quel che la è rabiosa. (forte) Alora, se decidelo a scusarse?

Augusto  - Ma sì, va ben, me scuso. Basta che no ‘l me urla pu te le regie. (avanza verso il centro) Bon, adeso basta con sta comedia.

Federico  - (gli dà la mano) Grazie tante, Augusto.

Augusto  - Va beh, almen me fumo en toscano, ogni tanto.

Federico  - E mi cato en cin de pace.

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Ida           - (Con caffettiera e tazze) Alora, Federico, ghe le as cantade per bene al’Augusto?

Federico  - Eccome! (tutti ridono)

Ida           - Beves na chichera de cafè bon enzema a noe?

Federico  - No, grazie. Cogno scampar se no la me bega se me fermo masa.

Augusto  - No so però se fason polito a sistemar sempre le robe con sto sistema. Me par che la va sempre pegio.

Federico  - No l’è da gneri che son sposà, caro Augusto, e quanche ghe va su la temperatura beson farghela nar so te valghe modo. Vago, ciao. (esce)

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Ida           - Quel’omo el me fa proprio pecà, l’è bon come el pan.

Augusto  - L’è bele par quel che ghe stago a far su ste asenae. Ma se fuse par ela.

Ida           - (raggiante) Ndovina che che l’è suzedù ntanto che no te gh’eres?

Augusto  - (altrettanto raggiante) Ndovina ti enveze che che l’è suzedù ntanto che te eres te cosina.

Ida           - No te tel podes gnan fegurar che sorpresa che ae par ti.

Augusto  - E gnan ti la mea!

Ida           - E dimela alora.

Augusto  - No, nante te me dis la toa. (Ida prende il denaro ricevuto da Claudio e glielo mostra) Da n’de vegneli sti soldi?

Ida           - Da n’de poderai venir (orgogliosa) Ae fità la camera!

Augusto  - Come? Ti … ti te as fità … (si siede pesantemente sulla sedia sbigottito) Questa l’è proprio na sorpresa.

Ida           - Te el vegnù en colpo?

Augusto  - (balbettando) Poco ghe manca.

Ida           - Es contento?

Augusto  - Se fuze en chen te vederies come che faria nar la coa.

Ida           - E la toa sorpresa?

Augusto  - Proprio ‘na bela sorpresa. Ae fità la camera an mi!

Ida           - Scherzeras ben, spero.

Augusto  - Tel giuro.

Ida           - Ma es mato? L’è ‘l colmo. No, caro mio, te cognes disdir el contrato.

Augusto  - Mi? Ti sencaso.

Ida           - E come faghe?

Augusto  - E mi, nveze, come faghe?

Ida           - Chissà che raza de inquilino t’es nà a binar ensema. E po’ mi ae fità par prima.

Augusto  - No nante mi! E ae an ciapà i soldi ‘n anticipo.

Ida           - An mi, se l’è par quel … vardeli qua, dosentomili lire par le prime doe setemane.

Augusto  - Quanto?

Ida           - E ti?

Augusto  - (imbarazzato) Mi … ma … però la ven bele a dormir e de sabo e de domenega no la gh’è.

Ida           - No la gh’è? Aah, alora l’è na femena!

Augusto  - Sì, quela che ghe ae molà el vaso de fiori sul cao.

Ida           - Ah! E quanto pagheriela?

Augusto  - La paga… no sta a preocupartene.

Ida           - Voi saver quanto che la paga.

Augusto  - El sabo e la domenega la te laga la camera libera … L’è n’affare!

Ida           - Questo te l’as sa dito. Quanto?

Augusto  - Em … otantamili ala setemana … però …

Ida           - Che as dito che? No se ‘n parla gnan. E po’ te l’aveva dito ciar che non voleva femene te casa. Daghe la disdetta parchè ariverà presto el me inquilino. L’è en maciò così ben educà. L’è na via de casa parchè so pare el gh’ha volù emporghe na nova mama.

Augusto  - E così ti te me l’empones a mi. Ah no eh!

Ida           - No l’ne darà negun fastidio. El fa el camionista e l’è via dale sete de sera ale sete de matina. El dorme bele del dì.

Augusto  - (arrabbiato) No me enteresa! … (stupito) Che as dito che?

Ida           - Che no ‘l darà fastidio.

Augusto  - No, no … el dorme bele del dì?

Ida           - Esatto. (pausa mentre Augusto cammina avanti e indietro) Ma che as?

Augusto  - Penso.

Ida           - Laga perder che te fa mal.

Augusto  - M’è vegnù n’idea fantastica! Ghe fiton la camera a tuti doi!

Ida           - Te l’aveva dito che te fa mal pensar. E ela, dormela con ti?

Augusto  - Ah, no me despiaseria. Ma penseghe su en momento … ela la dorme de note, el del dì. I poderia dormir a turno, no? Come tei alberghi.

Ida           - Ma Augusto … no i sarà de segur d’acordo.

Augusto  - No serve miga dirghelo. Noe però, ala fin del mes, ciapezàn la beleza de … quatrocento pu trecento … setecento e vintimila lire.

Ida           - Eh, efetivamente no saria male.

Augusto  - Podezàn permeterne cafè, bisteche tuti i dì … e tripe, as capì, tripe.

Ida           - Ma se suzede che ela la va via pu tarde o el el ven pu bonora? Che vegnelo fora? I te le dà ben lori le tripe!

Augusto  - Cogneron vardar de combinar ben i orari logicamente e tel caso de inconvenienti … cateron na soluzion.

Ida           - Sarà, ma mi no son convinta. (suona il campanello)

Augusto  - Sarà valguni che ven a domanar dela camera! Dighe che son al completo … al limite la camera la è libera de sabo e domenega …quindesmili par note.

Ida           - Desidera, prego?

Giovanna- (sulla quarantina, aspetto simpatico) Sono qui per la camera …

Augusto  - Tombola! (si avvicina e guarda) Buon giorno signora. Si accomodi.

Giovanna- Grazie.

Ida           - (porge una sedia) Prego. Mi dispiace sa, ma è arrivata tardi!

Giovanna- Per la verità non era per me … vedete, cercavo una camera per mia figlia.  Non c’è proprio nulla da fare?

Augusto  - Penso proprio di no! L’abbiamo già affittata due vol… cioè, volevo dire, avremmo potuto affittarla già due volte..

Giovanna- Domani dobbiamo traslocare. Dove abitiamo adesso va a stare un altro inquilino.

Ida           - Allora siete tutte e due per strada?

Giovanna- Io no. Sabato prossimo mi risposo e vado a stare con mio marito.

Ida           - E non c’è posto per sua figlia?

Giovanna- Anche troppo. Ci sarebbe una bella cameretta, già arredata … ma lei non ci vuole venire.

Ida           - Come mai? Non che sia curiosa, ma … ha forse qualcosa contro suo marito?

Augusto  - (dandole una gomitata) Non che anch’io sia curioso, ma … vuole una tazza di caffè?

Giovanna- Grazie, proprio volentieri.

Augusto  - Dai Ida, prendi il caffè e lascia perdere le domande.

Giovanna- Non è mica un segreto (Ida porge una tazza di caffè ed entrambi bevono) Non ha nulla contro mio marito ma è furiosa per via di suo figlio. Non vuole che suo padre mi sposi.

Ida           - Suo figlio non vuole … l’ho già sentita una storia del genere.

Giovanna- E’ convinto che io sposi suo padre solo per via dei soldi. Quando l’ho raccontato a mia figlia … non ci ha più visto.

Augusto  - Non è da meravigliarsi se ce l’ha con lui! … Sentirsi dire che si va solo in cerca di eredità … Per me ha fatto bene!

Giovanna- Lo capisco. E’ successo tutto così in fretta. Ma come faccio a dimostrargli che si sbaglia? Continua ad evitarmi! Non l’ho mai visto in faccia. E quando suo padre gli ha detto che voleva sposarmi anche senza il suo consenso se n’è andato di casa.

Augusto  - (due colpi di clacson, Augusto si avvia verso la porta) E’ per me. (va poi sul balcone) Un momento! Arrivo subito! L’è l’inquilina! (uscendo dalla porta)

Ida           - Sì, ae capì. Ma no brodolar so par le scale.

---

Ida           - E così il ragazzo vuole andare via! Allora la faccenda si fa sempre più complicata? In fin dei conti diventerà anche figlio suo.

Giovanna- Il signor Cacciatori è convinto che i figli andranno d’accordo, dopo il matrimonio.

Ida           - Eh! (sorpresa) Ha detto Cacciatori?

Giovanna- E’ il cognome del mio futuro marito.

Ida           - Cacciatori, frutta e verdura?

Giovanna- Ingrosso … sì! Perché?

Ida           - Oh, nulla. Solo un coincidenza. (rumore alla porta) Ma eccoli che arrivano.

Augusto  - (con valigia e Lisa) Ecco qui la signorina Filippi. Che ne dici?

Lisa         - Buon giorno, signora! Vorrei sperare che … (in quel mentre Giovanna riconosce la voce e si gira di colpo) Oh, santo cielo!

Giovanna- Lisa!

Lisa         - Cosa fai qui?

Giovanna- Stavo cercando una camera per te ma sono arrivata tardi.

Lisa         - (affettuosamente) E’ per questo che non eri a casa?

Augusto  - Ho uno strano presentimento… Le signore si conoscono bene mi pare.

Giovanna- Proprio così. Questa ragazza la conosco da quando è venuta al mondo.

Augusto  - Ah, lei sarebbe l’ostetrica!

Giovanna- Non proprio, ma come mamma c’ero anch’io!

Augusto  - La mamma? Questa è bella: sembrate sorelle!

Ida           - (spaventata) Allora lei è … ah … buona notte!

Lisa         - Come?

Ida           - Buon giorno, volevo dire. E benvenuta.

Lisa         - Grazie. Ma vieni mamma. Se i signori permettono ti faccio vedere la camera che poi devo correre al lavoro. Il signor Boldrin esige puntualità! (escono a sinistra insieme) 

Augusto  - Ma prego.

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Ida           - Son te la merda!

Augusto  - Merda! Ma te salo el modo de parlar?

Ida           - El me inquilino l’è la pora vitima dela to inquilina.

Augusto  - Che?

Ida           - La siora Filippi, sabo che ven, la se marida con el papà del me inquilino.

Augusto  - E alora?

Ida           - Ma as segadure al posto del cervel? Se i genitori i se sposa i nosi doi inquilini i deventa fradel e sorela.

Augusto  - E alora?

Ida           - No star a far quela facia da ebete. E vedi putosto de manarla fora dai piè.

Augusto  - L’e maza tarde ormae.

Ida           - Vos meter doi galeti soto el steso cuerto? Mi no. Qua ghe salta fora el morto, crezeme.

Augusto  - Ma se no i se vederà mae.

Ida           - Magari de pu de quel che te credes (suonano, partono tutti e due) Eccolo! (guardando dallo spioncino della porta) Che te aveve dito? Ades rangete.

Augusto  - No scampar. Che ave da far?

Ida           -Cervel, caro … cervel! (esce da destra, suona nuovamente)

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Augusto  - Sona, sona. Te podes sonar tuto l’dì. Mi no te averso.

Lisa         - (e Giovanna, rientrando) E’ proprio perfetta per le mie esigenze. (suona ancora, le due donne guardano Augusto che non si muove) Mi sembra che qualcuno suoni alla porta.

Augusto  - (nervoso) Hanno portato il latte. (suona ancora con insistenza)

Lisa         - Ecco, suonano ancora. Sembra proprio che vogliano entrare.

Augusto  - Eh sì, è per questo che suonano.

Lisa         - Ah, non vuole aprire.

Augusto  - E’ sicuramente qualcuno che chiede della camera. O forse un mendicante o… peggio ancora, qualcuno che mi vuol vendere un’aspirapolvere! (suona)

Lisa         - Ma forse è per qualcosa di più importante. Non credo che, altrimenti, continuerebbe a suonare.

Augusto  - Beh, in effetti è uno che ha parecchia resistenza. Questo è vero.

Giovanna- Forse sarà meglio aprirgli.

Augusto  - Se lo dice lei … (piano piano si avvicina alla porta e la apre di colpo) Prego?

Claudio   - Finalmente, stavo per rinunciare. Il marito della signora Ida, immagino.

Augusto  - In persona!

Claudio   - (entra con la valigia) Sua moglie le avrà sicuramente detto che io sono…

Augusto  - (bloccandolo) Ah, sì. Ida mi ha detto tutto. Lei ci deve fare una dimostrazione sul funzionamento dell’aspirapolvere. Si accomodi. E’ proprio gentile a volerci pulire la camera, e gratis, per giunta!

Claudio   - Veramente…

Augusto  - Ma no, non disturba affatto. Questa settimana avevamo proprio bisogno di una pulitina ai tappeti. (rivolto alle due donne) Se ci vogliono scusare.

Claudio   - Stavo dicendo … (mostrando la valigia)

Augusto  - Sì, certo. Che lì dentro c’è l’aspirapolvere. E allora intanto (aprendo a sinistra) potrebbe cominciare da qui. Ma le dico subito che l’arnese, casomai, lo paghiamo a rate (spingendolo nella stanza)

Claudio   - Adesso mi ascolti un attimo… deve…

Augusto  - Io non devo proprio nulla! Non mi lascio mica convincere così in fretta, io! Prima pulite tutta la camera e poi vedremo. La presa è là … accanto al comodino.

Claudio   - (ultimo tentativo, quasi pregando) Mi stia a sentire, per favore. Io sono…

Augusto  - Il suo nome non mi interessa affatto. Lei è quello della Elettrolux e per me è sufficiente. Non vede che ho degli ospiti? Dopo la ascolterò ma per adesso entri e faccia il suo lavoro ( spinge ripetutamente la porta per chiudere mentre Claudio oppone resistenza).

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Augusto  - Avete visto che roba? A certi rappresentanti bisogna tappare la bocca ancor prima che, in quattro e quattr’otto, ti freghino la pensione per un’aspirapolvere senza neanche farti vedere se funziona o meno.

Lisa         - (guardando la porta con un po’ di dispiacere) Però mi ha fatto un po’ pena. L’ha così stordito con le sue chiacchiere.

Giovanna- E’vero.

Lisa         - Beh, ora è meglio andare. Siamo già in ritardo. Arrivederci stasera. (escono)

Giovanna- (gli porge la mano) Sono contenta di averla conosciuta.

Augusto  - (accennando un inchino) Il piacere è tutto mio, signora.

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Claudio   - (sbircia dalla porta) Vedo che le sue ospiti se ne sono andate. Ha un po’ di tempo per me, adesso?

Augusto  - Ma certo, signor Elettrolux; a proposito, come sono venuti i tappeti?

Claudio   - (entra) Lei mi ha scambiato per qualcun altro. Io sono il suo nuovo inquilino.

Augusto  - Ma benedetto ragazzo perché non lo ha detto subito?

Claudio   - Non m’ha lasciato il tempo di aprire bocca!

Augusto  - Ed io che pensavo volesse tirarmi a lucido la casa.

Claudio   - Mi chiamo Claudio, Claudio Cacciatori.

Augusto  - Beh, allora benvenuto signor Cacciatori e … in bocca al lupo!

Claudio   - (ridendo) Crepi!


2° ATTO   (quindici giorni dopo; mattino)

Lisa         -  (beve in piedi il caffè della colazione, in ciabatte) Se non mi sbrigo arrivo in ritardo.Dov’è suo marito con le mie scarpe?

Ida           - (stava innaffiando le piante sul balcone, rientra chiamando a destra) Augusto, sbrigati! (si affretta verso sinistra) Intanto vado a prenderle il cappotto ed il cappello.

Lisa         - Anche la borsa, Ida! E, per cortesia, lasci la porta del balcone aperta. C’è sempre un odore così forte in camera.

Ida           - (riappare sulla porta) Forte?

Lisa         - Di tabacco. Mi meraviglio perché io non fumo in camera, ed ho già consumato mezza bottiglia di profumo per mandare via questo odore.

Ida           - Va bene, spalanco tutte le finestre.

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Augusto  -  (veloce da destra, pulendo le scarpe con il braccio; si abbassa per metterle a Lisa e le picchietta su piede, prima uno)… Piede … (poi l’altro) Piede.

Lisa         - Grazie. Questa galanteria merita un regalo. (porge un gemello)

Augusto  - Un gemello da polsino?

Lisa         - Lo ha perso nella mia camera.

Augusto  - Io? Io no!

Lisa         - E allora com’è arrivato nel mio letto?

Augusto  - Non lo so. Comunque non è mio.

Ida           - (da sinistra con cappello, cappotto e borsa) Ma sì che l’è to!

Augusto  - Vos che no riconose i botoni dele me camise?

Ida           - (gli pesta un piede) Ha una memoria mio marito! (aiuta Lisa ad infilarsi il cappotto)

Augusto  - Ah…Aahh… Augusto, ma dove hai la testa? Certo che è mio. Grazie tante! (Lo mette in tasca. Prende la spazzola e le spazzola il cappotto sin sulla porta)

Lisa         - (uscendo) Scappo, ciao a tutti!

Augusto  - Non si dimentichi la fede, prima di entrare in ufficio!

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Ida           - (verso destra) Alè, vecio, che l’è drio a arivar quel’altro! (va via)

Augusto  - Vegno! (va sul balcone e saluta Lisa) Uhuh.

Lisa         - (da sotto) Uhuh.

Ida           - (da destra con scopa e secchio d’acqua si ferma a guardarlo)

Augusto  - (segue Lisa con lo sguardo. Spalle al pubblico) Che brava maciò. E che belota … varda come che la camina. En vero passo da regina! (si mette a marciare sul posto ancheggiando forzatamente e lancia baci con la mano)

Ida           - Che gh’elo. Na tempesta de ormoni en corso? (esce a sinistra lasciando la porta aperta)

Augusto  - Che vos farghe. L’è bastà quindes dì a farme afezionar come se fuse me fiola.

Ida           - (da sinistra con in mano un asciugamano raccoglie le ciabatte di Lisa a va a destra)

Augusto  -  Che t’aveve dito? Visto che la va liscia come l’oio col dopio afito? (a sinistra di corsa)

Ida           - (da fuori a destra) No cantar vitoria masa presto!

Augusto  - (da sinistra a destra con lenzuola bianche) T’es la solita pessimista. Ma no penses al guadagno?

Ida           - (da destra a sinistra con lenzuola colorate) L’è tre dì che ghe penso, se l’è par quel. No i ne ha ancora pagà i prosimi quatordes dì. O t’ala pagà a ti?

Augusto  - Ancora no.

Ida           - E alora ghe’l recorderò mi stasera.

Augusto  - (con sapone, bicchiere e spazzolino, asciugamano, rasoio e pigiama da destra a sinistra) Ti no te ghe dis niente, che no te as tatto. Ghe penso mi.

Ida           - (da sinistra a destra con sapone, bicchiere e spazzolino, camicia da notte di Lisa) Sì, ma no te desmentegar.

Augusto  - Elo quel ros el spazolin del Claudio?

Ida           - L’è doe setemane che t’el ciapes par man. Te cogneries ben saverlo!

Augusto  - Linzoi bianchi into … linzoi a fiori fòra. Camisa da note fora … pigiama da carcerato into. El saon verdo a est … quel par l’igiene intima a ovest. Però col boton dal polsino ne la son cavada, che?

Ida           - Oh, se fuze sta par ti…

Augusto  - Beson sempre star atenti, an quanche ven el Cacciatori: su con le regie come en chen da cacia. (va a sinistra)

Ida           - Recordete de serar a ciave l’armar dela Lisa e de averser quel’altro (andando verso destra – sente fischiare – torna indietro di corsa e va verso il balcone) L’è sa qua! (si affaccia) Buongiorno! Già di ritorno?

Claudio   - (da sotto) Sissignora, oggi ho finito prima.

Ida           - (veloce a sinistra) Pezega che l’è drio a vegnir su. Mi ghe la conto ‘n atimo.

Augusto  - Gnanca bona! (ride e poi canta) E qui comando io, e questa è casa mia ogni dì voglio sa…

Ida           - Signore, varda ‘n so.

---

Claudio   - (vestito da camionista, con fare gioioso) Eccomi qua. Sano e salvo ma piuttosto stanco, signora Ida.

Ida           - Oggi ha finito prima del solito.

Claudio   - Sì, perché oggi avremmo dovuto fare un carico di arance. E sa a chi erano destinate?

Ida           - Non saprei …

Claudio   - A mio padre. Così non mi sono mosso, sono ancora lì, pronte per essere caricate.

Ida           - Per fargli un dispetto?

Claudio   - Se la prenderà di sicuro, vedrà. Ed anche il mio capo, avendo perso il carico.

Ida           - Non avrebbe dovuto fare così, Claudio. Non è giusto. Anche se in questo momento ce l’ha ancora con suo papà. (Augusto inosservato sul balcone)

Claudio   - Me l’immagino già la sua faccia quando la concorrenza gli prenderà tutta la fornitura. Era un carico speciale e molto economico (sbadigliando). Forse è meglio se adesso vado a dormire. (esce a sinistra)

Ida           - Come che l’è cambià! El me par deventà pù omo, pù responsabile!

Augusto  - (Ironicamente, ripetendo la battuta di Ida) Come che l’è cambià! No sta a agitarte masa.

Ida           - Mae come ti! (imitandolo) Che brava maciò. E che belota … varda come che la camina. En vero passo da regina! (esce sculettando forzatamente a destra)

Augusto  - (ride, poi guardandola le fischia dietro) Ti si che te sculetes polito!

---

Augusto  - (bussa a sinistra) Sta già dormendo?

Claudio   - (esce asciugandosi le mani) Non ancora. Che c’è?

Augusto  - Buongiorno, Claudio. E’ suo questo gemello, per caso?

Claudio   - Ma guarda, sono diventato matto a cercarlo. Vorrà dire che le regalerò anche l’altro.

Augusto  - No, non posso accettare. Se per lei è lo stesso preferirei invece … le duecentomila lire.

Claudio   - Come? Allora mi conviene comprarmene un paio d’oro!

Augusto  - Dell’affitto, volevo dire.

Claudio   - Ah, ho capito. (sorridendo rientra ed esce con i soldi) Già che ci siamo, ne approfitto per chiederle una cosa. Nella mia camera c’è un odore strano.

Augusto  - Odore? (annusa)

Claudio   - Sì.

Augusto  - Forte?

Claudio   - Direi, piuttosto, dolce.

Augusto  - (sogghigna) Ah sì? E di cosa?

Claudio   - Mi sembra “Soir de Paris”.

Augusto  - Su là tel pa che? … ma che roba elo?

Claudio   - Francese.

Augusto  - Ah! Mi potrebbe spiegare che odore è in italiano?

Claudio   - E’ un profumo. E dica a sua moglie che, se è per me, non occorre che mi profumi la camera. Capisco che lo faccia volentieri ma poi puzzo troppo da donna!

Augusto  - Vorrà dire che … lo dico io a mia moglie.

Claudio   - Va bene allora … buona notte (si stira sbadigliando. Dall’alto si sente musica ad alto volume.) Ma che è. Ed io dovrei andare a dormire con questo baccano?

Augusto  - (corre sul balcone) Parchè no alzela ancora ‘n cin, sa che la gh’è?

Paola       - (da sopra) Speta che proo… ‘n atimo (la musica diventa più forte)

Claudio   - Ma roba da matti.

Augusto  - Dio santo … che strega. Par quatordes dì l’è stada ceta… ghe fago veder mi … ades vago fora sul giroscale e ghe cavo la corente.

Claudio   - (guarda verso il basso. Osserva Lisa. La musica cessa) Ma sì, è proprio lei. E viene qui. (si passa le mani sui capelli per sistemarli)

---

Lisa         - (lesta da dietro) Ida, Ida…

Claudio   - Penso sia in cucina. Oh, mi scusi (si asciuga la mano e la porge) Buongiorno. Mi chiamo Claudio.

Lisa         - (restituisce) Ed io Lisa. Ma lei non è quello … ma sì … non è ancora riuscito a vendere l’aspirapolvere al signor Augusto?

Claudio   - (ridendo) Forse lei potrebbe metterci una buona parola visto che è di casa.

Lisa         - Vedrò di fare il possibile.

Claudio   - Abita qui vicino?

Lisa         - Ha quasi indovinato.

Claudio   - La vedo spesso, la mattina, di ritorno dal mio giro.

Lisa         - Anch’io, quando corro in ufficio.

Claudio   - (contento) Davvero? Pensavo che nemmeno mi notasse.

Lisa         - (maliziosa) Dovrei forse buttarle le braccia al collo per le occhiate che mi manda alle spalle?

Claudio   - Mi scusi. Non immaginavo … (starnutisce)

Lisa         - Salute. E lei invece? Dove abita?

Claudio   - (ride e le si avvicina) Più vicino di quanto pensa. (altro starnuto)

Lisa         - Salute. Ha preso freddo?

Claudio   - No, è che … dev’essermi rimasta un po’ di polvere nel naso.

Lisa         - Ma lei aspira la polvere col naso? Credevo usasse il suo Elettrolux.

Claudio   - (ridendo) Sono i trecento chilometri di strada provinciale. Faccio l’autista e sono appena tornato dal lavoro.

Lisa         - Autista? Pensavo che vendesse aspirapolveri.

Claudio   - E’ stato un malinteso con il signor Augusto. Io ero venuto qui per la came…

Augusto  - (da dietro orgoglioso) Senza corente, niente radio! (vede Lisa e balbettando) Oh … ma io … io credevo che fosse … sì, insomma, in ufficio.

Lisa         - Oddio l’ufficio … santo cielo! E’ tardissimo … arrivederci a tutti … Ida, Ida … (corre verso destra)

Claudio   - (la guarda incantato) Augusto, mi dica: come mai vi conoscete? Parenti?

Augusto  - Parenti? … Non proprio direttamente … comunque … sì, si può dire che siamo imparentati.

Claudio   - Gran bella ragazza. Proprio il tipo che mi ha prescritto il medico.

Augusto  - Allora abbiamo la stessa malattia.

Claudio   - (guarda verso la porta) Lisa, si chiama Lisa vero?

Augusto  - Lisa … betta, sì, Elisabetta. (guarda l’ora) Non dovrebbe già essere a letto?

Claudio   - Non ho più sonno. Il cuore batte come i pistoni del diesel.

Augusto  - La pressione?

Claudio   - Oppure questo profumo.

Augusto  - Ancora con i profumi !

Claudio   - Sì, è … ma sì … è Soir de Paris! E’ lo stesso profumo che usa sua moglie. Sa una cosa? Le dica pure di usarlo, quel profumo, anche in camera. Non è affatto male.

Augusto  - Ma non ha appena detto che puzza da donna?

Claudio   - Profuma, Augusto, profuma. Se lei m’aiuta a combinare un appuntamento con Lisa le regalo … sì, le regalo una scatola di toscani.

Augusto  - Penso che non sarà possibile.

Claudio   - Perché no?

Augusto  - Perché … perché è già sposata.

Claudio   - Ah!

Augusto  - Ingrippamento ai pistoni del diesel, eh!

Claudio   - Che scalogna. Per una volta che mi piace una ragazza …Va beh, pazienza. Buona notte, allora! (esce a sinistra)

---

Augusto  - Ghe manca bele che l’se ‘namore de … de so sorela. Qua ve, se la urta!

Lisa         - (da destra, seguita da Ida) Mi sono completamente scordata della festa in ditta.

Augusto  - Festa in ditta?

Lisa         - Sì, questo pomeriggio.

Augusto  - Posso venire anch’io? Potrei farle da nonno!

Lisa         - (ridendo) Non mi sembra il caso. Dovrei invece portare mio marito.

Ida           - E invece non può.

Lisa         - (ad Augusto, ammiccando) Ma mio marito lavora, poverino. E’ di servizio sul tram…

Ida           - Il nonno, qui, può portarle il vestito in ufficio, dopo che l’avrò stirato.

Lisa         - No, no non disturbatevi. Manderò qualcuno a prenderlo, più tardi.

Augusto  - Lo faccio volentieri.

Lisa         - No, grazie. Chi era quel giovanotto, Augusto?

Augusto  - Ah, il giovanotto … è (con fare ruffiano) … ma signorina Lisa non doveva correre in ufficio?

Lisa         - Ha ragione, sono in tremendo ritardo. Mi raccomando il vestito.

Ida           - Stia tranquilla.

Lisa         - (avviandosi, seguita da Augusto) M’ha detto che fa il camionista. E dovrebbe abitare qui vicino.

Augusto  - Come no. Se apre bene le orecchie lo sente anche russare.

Lisa         - (ride) Ha sempre voglia di scherzare. Oh, dovevo prendermi un fazzoletto (va verso sinistra. Augusto e Ida si coprono il viso con le mani ma Lisa, socchiusa la porta, la richiude lasciando la maniglia) Ripensandoci dovrei averne uno il borsetta. Ciao ciao (esce)

---

Ida           - (tirando un sospiro di sollievo mentre Augusto si lascia cadere su una sedia) Me se è fermà el cor!

Augusto  - No l’è niente. A mi l’me è arivà zo tel caval dele braghe.

Ida           - Ma se ei vedui?

Augusto  - Sì! Son arivà apena ‘n tempo par evitar el peggio.

Ida           - (si siede) Caro mio, no ghe la fago pù a tegnir en pè la to paiazada. Me ven l’esaurimento.

Augusto  - (le dà i soldi di Claudio) Vali ben, questi, come tranquillante?

Ida           - E la Lisa?

Augusto  - L’aveva lagà la busta con i soldi sul comodin senza domanarghe. (suona il campanello)

Federico  - (brontola da fuori) Stà olta ghe spaco el mus, visto che a parole no se risolve niente.

Augusto  - Senti, senti. L’è ora de fumarse ‘n altro toscano.

Ida           - Che as combinà sta olta?

Augusto  - Oh, niente. Ghe ae destacà la corente. La faseva nar la radio che pareva ‘n aeroplan. (apre la porta) Prego, signor Gatti. Oh, ma che faccia. (chiude la porta) T’elo saltà n’altoparlante tel nas?

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Federico  - Augusto, su alto l’è scur…

Augusto  - Ma se de fora gh’è el sol! (indicando la porta d’ingresso) Va e taca la corente dai, così podè vardar quel che ve disè.

Federico  - La Paola la vol denunciarte.

Augusto  - A sì? Per interruzione di disturbo della quiete pubblica?

Federico  - Stà atento parchè la s’è nascorta che te ghe fites la stesa camera a doi inquilini senza che i lo save. La dis che l’è contro ogni morale, che t’es disonesto e che te as violà la legge.

Ida           - As vedù? Te saras ben contento, adeso.

Federico  - La me ha apena dito de nar a denunciarte ma no so en de nar.

Augusto  - E te ghe das abado, anca!

Federico  - Ghe ae dito che nante t’averia dato na remenada. Forsi ne salvon an sta olta!

Augusto  - No vedo l’ora de farme ciapar a peae da ti.

Federico  - (si assicura dal balcone che Paola stia ad ascoltarlo) L’è sa là che la scolta.

Augusto  - En de elo el me sigaro? (Federico glielo porge) Dai alora, damele.

Federico  - (forte) El ne ha destacà la corente. Ma chi credelo de eser? Me moglie l’è stada fin masa comprensiva, fin ades e el el crede de poderne aprofitar?

Augusto  - (irritato fino ad arrabbiarsi) El senta, sior Gatti, so femena sarà an la bontà fatta persona però l’è na gran seca bale.

Federico  - (sorpreso) Augusto!

Augusto  - Ae sempre lagà perder ma ades son stufo! Se no l’ha altro de meio da far de ficar el nas te i nosi afari serà a finir che ghe la zonco via quela canapia da strega. Ghe falo tanto rabia che tiron into do’ lire con l’affitto?

Ida           - Dai piantela. Che quel’altro l’è de into che el dorme.

Augusto  - E chi se ne frega. Gnan se quei doi i dormise te’l steso leto.

Ida           - Beh, in effetti.

Augusto  - (si corregge) Si ‘nsoma, no i dorme miga ensema! E se to femena la è sì stupidamente sospettosa la pol an denunciarme per violenza carnale.

Federico  - No te cognives dir così. Che faghe mi adeso?

Augusto  - Faghe capir che no la se permete pù de spacarme le bale! Bati i pugni sula taola! Fate omo! (si siede)

Federico  - (pensieroso) Te as reson. Ades ghe fago veder mi.

Paola       - Federico! Ge su subito!

Federico  - (perde subito la sua decisione, con aria impaurita) Sì cara. Arivo cara. (strappa il sigaro dalla bocca di Augusto) Sta olta no te te’l merites. E quel che suzederà sarà tuta colpa toa. (esce)

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Ida           - Ades sì, che stason freschi. Quela là l’è bona de roinarne.

Augusto  - Tuto l’ha en limite. Basta con la guera freda, ades se scomenza a sbarar. Col prosimo vaso farò centro.

Ida           - Mi ‘nveze penso che saria meio dirghe tuto ai doi macei, nante che i lo vegne a saver da altri.

Augusto  - Scolta, podesan sugar de fortuna, far en modo che fradel e sorela i se cognose meio, che i se cate … e quanche ‘l pom l’è madur, torlo so nante che ‘l crode.

Ida           - Sì, così dapò fason en bel strudel! (suona il campanello) Ancora … tute le olte che ‘l sona me ven el mal de pancia.

Enrico     - Vorrei parlare con il signor Cacciatori.

Ida           - Come? (Enrico entra) Proprio adesso? Dorme.

Enrico     - Allora vada a svegliarlo. Io sono suo padre.

Augusto  - Prego, si accomodi signor Cacciatori. (gli offre una sieda) Sono lieto di …

Enrico     - Grazie.

Augusto  - Seduti si chiacchiera meglio.

Enrico     - Non sono qui per questo. Vada a chiamarlo, per cortesia!

Augusto  - Se proprio insiste. (bussa a sinistra) Signor Claudio, signor Claudio. Ha visite.

Ida           - (cerca di intraprendere una conversazione) Bravo ragazzo, suo figlio.

Enrico     - Già.

Ida           - Si vede subito che esce da una buona famiglia.

Enrico     - Già.

Ida           - Beh … (imbarazzata) bella giornata vero?

Enrico     - Già.

Augusto  - E forse pioverà … (anticipando Enrico) Già! (Prende Ida in disparte) Ghe se è ‘ncantà el disco.

Claudio   - (da sinistra con i mutandoni e la camicia bianca) Papà?  Non me lo sarei mai aspettato. Buongiorno.

Enrico     - Ciao.

Claudio   - Non hai altro da dirmi?

Enrico     - E’ tutta colpa tua.

Claudio   - E’ successo qualcosa?

Enrico     - Vengo proprio adesso dalla tua ditta di spedizioni. (gli da una lettera)

Claudio   - Licenziato … Ah! Hanno fatto in fretta però! Di sicuro è merito tuo!

Enrico     - No, è solo merito tuo. (irritato) Se credi di mettermi i bastoni tra le ruote, ti rovini con le tue mani, caro mio. O puoi dare un’altra spiegazione al fatto che non mi hai portato il carico di arance?

Claudio   - Ce l’ho.

Enrico     - Sono curioso!

Claudio   - Ti ho risparmiato una perdita.

Enrico     - Perdita? La perdita l’ho avuta per colpa tua. M’è saltato un grosso affare. Avrei preso le arance a metà prezzo e lo sai anche tu che i prezzi sono in aumento.

Claudio   - E non ti è venuto nemmeno un minimo sospetto? Vuoi rovinarti la clientela?

Enrico     - Che faccia tosta! La concorrenza è lì che fa affari e tu credi che io non avrei combinato l’acquisto se la merce non fosse stata a posto?

Claudio   - Ascoltami …

Enrico     - Taci. Mi hai fatto vedere ancora una volta che come commerciante non vali niente! E ti sorprendi per il fatto che non ti ho mai affidato l’amministrazione della ditta?

Claudio   - (irritato) Se la pensi così e meglio che non vieni più a cercarmi.

Enrico     - Vedo che a fare il camionista hai imparato a fare la voce grossa.

Claudio   - Il è tono diverso da quello al quale eri abituato? Avrei dovuto decidermi prima. Una volta tanto ho fatto qualcosa di giusto anch’io.

Enrico     - Giusto? Mpf, me ne hai dato la prova.

Claudio   - Troverò un altro lavoro.

Enrico     - Allora non torni?

Claudio   - No.

Enrico     - (Con fare amichevole) Ascoltami, cerchiamo di parlarne da amici…

Claudio   - Io non ho più niente da dirti, e se parlo va a finire che litighiamo.

Enrico     - Già. Non mi hai neppure fatto gli auguri per le nozze!

Claudio   - T’avevo chiesto di aspettare, di lasciarmi un po’ di tempo. Dovevo abituarmi all’idea. Io vedo ancora la mamma vicino a te! … mi dispiace …

Enrico     - Nemmeno a mia moglie piace questa storia. Pensa che anche sua figlia ha cercato una camera per non crearti disagio.

Claudio   - Non vive con voi?

Enrico     - Ti meravigli? Ti sei dimenticato di quello che hai rinfacciato a tutte e due?

Claudio   - Continui a darmi colpe. Sono stufo di sentire sempre i tuoi rimproveri! Adesso voglio imparare a camminare con le mie gambe.

Enrico     - Stai in guardia, mi raccomando.

Claudio   - Non preoccuparti. (Enrico sta per uscire) Papà, passa a trovarmi qualche volta …

Enrico     - E’ meglio di no…

Claudio   - Allora addio.

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Ida           - (entra piano, seguita da Augusto) Avete chiarito tutto?

Claudio   - Proprio tutto no, ma quasi. Ha sentito qualcosa?

Augusto  - Tutto! Dal buco della serratura.

Ida           - (imbarazzata) Avete parlato abbastanza forte.

Claudio   - Anche voi prima. Cosa è successo?

Ida           - (paurosa) Ha sentito tutto?

Claudio   - Un po’. Ho sentito parlare di morale e di legge, mi pare.

Augusto  - Sì, abbiamo litigato per via della corrente e lei invece … per via delle arance se ho capito bene.

Ida           - Glielo avevo detto che non era una cosa da fare. Perché non ha portato il carico?

Claudio   - Perché, per caso sono venuto a sapere che era una partita difettosa. Durante il trasporto la nave si è trovata in una tempesta ed il carico si è bagnato di acqua di mare. Mangerebbe lei arance salate?

Ida           - Penso che dolci siano più buone.

Claudio   - E’ quello che avrebbero detto anche i clienti di mio padre. La concorrenza è rimasta spiazzata perché dovrà buttare tutto!

Ida           - Ma perché non glielo ha detto?

Claudio   - Lasciamo che le cose maturino. Se ho fatto bene i miei conti se ne renderà conto da solo.

Ida           - Glielo auguro di cuore. Venga con me, le preparo un buon caffè. Le farà bene.

Claudio   - Grazie, ma non serve.

Augusto  - Non faccia troppi complimenti.

Claudio   - D’accordo Augusto, come vuoi tu. (Ida esce)

Augusto  - Allora ci stai.

Claudio   - A bere il caffè?

Augusto  - No, a darmi del tu.

Claudio   - Sicuro. E già che ci siamo il caffè lo preferirei corretto. Dovrei avere ancora quella bottiglia … un momento … (prende dalla stanza una bottiglia di cognac)

Augusto  - (lo segue con lo sguardo) Cognac! Niente male. (osserva la bottiglia, toglie il tappo e annusa con fare da intenditore) Mmm … Soir de Paris.

Claudio   - Non proprio!

Augusto  - Ma è francese anche questo (ridono ed escono canticchiando a destra)

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Lisa         - (da dietro) Sono venuta io. La moglie del mio capo mi ha accompagnata personalmente in macchina. Non c’è nessuno? (sul balcone chiama sotto) Signora Boldrin, solo un momento, arrivo subito. (esce a sinistra, torna col rasoio, lo osserva tenendosi il mento) Ma Augusto si fa la barba nella mia camera? (sbircia nella camera) Colorate? Stamattina le lenzuola mi sembravano bianche. Spazzolino rosso, pigiama. Ma sono nella casa giusta od ho le traveggole? Qui c’è qualcosa che non quadra. (esce a sinistra)

Claudio   - (da destra) Sì, sì. Vado solo a prendermi le sigarette (vede Lisa entrare nella camera, la segue e sbircia nella stanza, poi entra. Lisa appare sul balcone e vede Claudio entrare in camera. Lo segue in punta di piedi. Claudio appare sul balcone e rivede Lisa entrare in camera. La segue con prudenza e poi a metà strada si gira verso il balcone. Lisa esce dalla camera indietreggiando. Entrambi indietreggiano ancora mostrandosi le spalle sino ad urtarsi reciprocamente) Ci stiamo inseguendo?

Lisa         - Io no di certo.

Claudio   - Per il fatto che è sposata?

Lisa         - E cosa glielo fa credere?

Claudio   - Me l’ha detto Augusto. Ma se si fosse sbagliato sarei contento.

Lisa         - … No … Sì … E’ vero!

Claudio   - Che si è sbagliato?

Lisa         - Sì… cioè no…

Claudio   - Non mi sembra molto convinta.

Lisa         - Non deve interessarle. Cosa cercava lì dentro?

Claudio   - E’ proprio quello che volevo domandare io a lei. (puntandola con il dito)

Lisa         - Mi faccia vedere questo bottone … mmm …! Ma non è del signor Augusto?

Claudio   - No … è mio.

Lisa         - Allora uno di voi due racconta frottole. Ho dormito tutta la notte con quel bottone nel letto. Non mi dica che anche lei si è fatto la barba là dentro?

Claudio   - Sì, se non ha niente in contrario.

Lisa         - Se non ho niente in contrario? (prende il suo pigiama)

Claudio   - Si comporta come se la camera fosse sua.

Lisa         - (da sinistra) Allora anche questo?

Claudio   - Fino adesso è stato mio, sì.

Lisa         - Se ha dentro altra roba, la tolga subito! E di corsa. Non so con quale diritto lei mette la sua roba qui dentro quando non ci sono. Quella camera è mia!

Claudio   - Eh no … un momento … calma … quella camera è mia!

Lisa         - No mia!

Claudio   - Mia.

Lisa         - (battendo un piede) Mia e che sia finita.

Claudio   - Mi ascolti con calma, ragioniamo; quella camera, dove ha trovato il mio rasoio e il mio pigiama, l’ho regolarmente presa in affitto e se lei non mi crede le faccio guardare anche dentro l’armadio dove c’è la mia roba. Prego!

Lisa         - Ed io le faccio vedere il mio armadio dove c’è la mia roba ed i miei vestiti. Prego! (escono a sinistra)

Claudio   - Inaudito! (starnutisce) Soir de Paris … ma allora … adesso capisco … Augusto, Augusto! L’hai combinata grossa. (suonano alla porta)

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Augusto  - (e Ida da destra) Elo tornà te’l leto? (apre la porta) Buongiorno. Desidera?

Boldrin    - (un po’ agitata gli dà la mano) Buongiorno! Lei è di sicuro il nonno. Era proprio così che me l’immaginavo. Sono la signora Boldrin. Avrà sentito parlare di me. Ah, ah avete proprio un appartamento carino, semplice ma confortevole, vero? Ho accompanato qui sua figlia per prendere il vestito. Lei non voleva, ma avevo piacere di accompagnarla. Con la mia nuova Mercedes ci si mette un minuto. Proprio carino qui … ma forse questo l’ho già detto. Lisa mi ha detto che tornava subito ma non è carino far aspettare in strada la moglie del capoufficio. Beh, così per l’occasione abbiamo fatto conoscenza! Molto lieta! (si accorge solo adesso di Ida che era rimasta in disparte ad osservare) Ah, e lei dev’essere la nonna (le porge la mano) Buongiorno anche a lei! Signora Boldrin, di sicuro mi conosce.

Ida           - Io, io non capisco.

Augusto  - Sicuro, questa è la nonna. È un poco sorda. (si pone fra le due donne e parla forte). Questa è la signora Boldrin, nonna. E’ la moglie del capoufficio di Lisa.

Ida           - Non so…

Augusto  - Sicuro, nonna (voce normale verso la signora Boldrin) E un poco … ha capito, vero?

Boldrin    - Ah, sì, capisco. Mi piacerebbe conoscere il marito di Lisa. Me ne ha parlato tanto! Ma oggi lavora vero? Ogni volta che facciamo la festa in ditta ha da lavorare, pover’uomo. Suo genero dovrebbe cercare di farsi un’altra posizione invece di guidare il tram così Lisa potrebbe smettere di lavorare. Lo dicevo anch'io a mio marito: Carlo, gli dicevo …

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Lisa         - (indietreggiando da sinistra, arrabbiata, tenendo il pigiama) Non se ne parla nemmeno. La camera è mia! (guarda sbigottita la signora Boldrin)

Claudio   - Vedremo. Dammi il pigiama! (glielo strappa di mano)

Boldrin    - Oh! Piccoli intoppi coniugali? Capita anche nelle migliori famiglie. E’ sorpresa di vedermi qui? Ma non potevo aspettare così a lungo qui sotto. Così questo sarebbe suo marito, sono contenta di conoscere finalmente il coniuge della nostra segretaria privata. I nonni li ho già conosciuti

Augusto  - (con un cenno fa capire a Lisa che va tutto bene) Ci ha fatto tanto piacere averla conosciuta, signora Boldrin. (urlando) Vera nona?

Ida           - (piano) No son miga ebete. (Augusto ironicamente le fa capire con un cenno che un pochino lo è)

Boldrin    - Ho sempre sperato di fare la sua conoscenza. Ma non ha mai tempo per noi! Ha sempre da lavorare, ci dice sua moglie! C’è qualcosa che non va? Siete lì impalati come due mummie. E’ perché avete litigato? Non state a preoccupavi, sono cose che succedono. (gli porge la mano)

Lisa         - (stando al gioco) Dai, Emilio, saluta la signora Boldrin.

Claudio   - (confuso) Emilio?

Lisa         - Ci scusi, chissà cosa penserà! Mio marito … io … abbiamo avuto un piccolo contrasto di opinioni … dai Emilio non mi pare sia il caso di arrabbiarsi per così poco.

Claudio   - Non … non capisco …

Lisa         - Ti spiego tutto dopo. Siamo sempre andati d’accordo. Non pensiamoci più, caro. (lo bacia su una guancia)

Claudio   - (ha capito) Bene, Elisabetta! Se la metti su questo piano … (la bacia su una guancia con soddisfazione) Buongiorno, signora Boldrin, molto piacere.

Boldrin    - Oh, così va bene. “L’amore non è bello se non è litigarello” (va verso il balcone) Do un’occhiata alla macchina. (intanto Lisa parla con Claudio) Giù le mani! Adesso scendo e vi faccio vedere! Questi ragazzacci continuano a giocare vicino alla Mercedes nuova. (rientrando) Cosa c’è? Non mi dica che suo marito è geloso di lei!

Lisa         - Non ne ha motivo. E’ per questioni di soldi.

Claudio   - Quando i conti non tornano … sa com’è. Ma l’importante è andare d’accordo. In fondo sono solo piccolezze che si possono risolvere. (l’abbraccia e tenta di darle un altro bacio).

Lisa         - (divincolandosi) Emilio!

Boldrin    - Suvvia, Lisa. E’ così affettuoso. A me non dà fastidio. Al contrario. E’ una consolazione vedere che siete una coppia così affiatata. (ride)

Claudio   - Visto? Anche la signora è contenta. Su, vieni qui vicino.

Lisa         - (si allontana bruscamente e va da Augusto) Diglielo tu che non sono cose da fare in pubblico. Io … io mi vergogno.

Augusto  - Vergognarsi? E di cosa. Quando le persone si vogliono bene non bisogna vergognarsi. Neanch’io, se è per quello, mi vergogno. (le schiocca due baci sulle guance) 

Ida           - Augusto!

Augusto  - Calmati, nonna, che ora tocca a te. (anche a lei due baci, poi, quasi fra se) An se no l’è proprio la stesa roba.

Boldrin    - Che bella famiglia! Mi meraviglio che un ragazzo così intelligente come lei lavori alla CIA.

Claudio   - CIA? … Beh, in effetti mi chiamano Bond.

Lisa         - La signora Boldrin ti ha chiesto se lavori al Consorzio Autobus, Emilio. (gli strizza l’occhio)

Claudio   - Sicuro … alla CIA, esatto!

Boldrin    - E proprio oggi è di servizio.

Claudio   - No, oggi sono libero.

Boldrin    - Ma Lisa, lei mi aveva detto che oggi suo marito era di servizio!

Lisa         - Lui, me l’aveva detto!

Claudio   - Errore, piccola. Oggi sono tutto per te, tesoro!

Boldrin    - E così non voleva portare suo marito alla festa? Non è carino da parte sua. Anche mio marito vorrebbe conoscerla, signor  Filippi. Sa che ha una particolare simpatia per Lisa? A lui sono sempre piaciute le belle donne. E’ anche per questo che mi ha sposata! Ma le giovani segretarie private … a volte … vanno troppo nel privato!

Lisa         - Signora Boldrin!

Boldrin    - Parlo in generale, si capisce. Presenti esclusi! Mio marito ha sempre assunto segretarie … anziane oppure sposate. Bisogna stare attenti, sapete com’è, una cena fra colleghi, una conferenza …

Claudio   - Ha ragione.

Boldrin    - E con tutte le occasioni di oggi, non vorrà mica lasciarla andare da sola alla festa.

Claudio   - Ah no, proprio no.

Lisa         - (pregandolo) Ma , caro … ormai è tardi … non puoi … lo sai che …

Claudio   - Io non so proprio niente!

Lisa         - Lo sai che il tuo vestito è in lavanderia.

Claudio   - Ma se sono andato a prenderlo ieri sera!

Lisa         - Ma non hai le scarpe adatte.

Claudio   - Ne ho comprate un paio stamattina. E la camicia è stirata, i calzini sono lavati, le mutande le ho già cambiate e mi sono fatto la barba.

Lisa         - Ma …

Boldrin    - Ma che ma e ma. Non capisco perché non vuole portare suo marito. Se è solo per il vestito può venire anche così com’è che va benissimo.

Claudio   - Grazie signora Boldrin!

Boldrin    - Dai allora, andate a cambiarvi che vi aspetto qui.

Claudio   - Vieni amore che ti aiuto!

Lisa         - (va verso la camera e rivolta a lui sottovoce) Questa qui me la paghi.

Claudio   - Anche tu, se è per quello. (sorridendo verso gli altri, escono)

Boldrin    - Ma! Non mi sembrano molto convinti quei due. C’è qualcosa che non quadra! Ditemi, dov’è il bambino?

Augusto  - Il bambino? Ah si, il bambino… è … è in cucina.

Boldrin    - (a Ida, urlando) Lisa mi ha detto che è lei che guarda il bambino.

Augusto  - Sì, la nonna fa da balia.

Ida           - Non capisco.

Boldrin    - (più forte all’orecchio) Parlo di suo nipote. Io sono del parere che una mamma debba badare ai suoi figli e non andare a lavorare! Glielo dica lei a sua figlia. Posso vedere il bambino?

Ida           - Augusto, ades spiegheme …

Augusto  - (si pone fra le due donne, piano a Ida) Te ‘l spiego dapò. (poi forte alla signora Boldrin) Mia moglie non capisce tutto quello che si dice; parlate troppo in fretta.

Boldrin    - Ma non sono mica sorda!

Augusto  - Mi scusi,  è vero. Il bambino ha appena mangiato, adesso dorme.

Boldrin    - Lo svegli un momento, per piacere.

Claudio   - (esce di scatto, giacca e cappello gli volano dietro. Li raccoglie ridendo)

Lisa         - (da dentro) Sparisci!

Boldrin    - Beh, avete litigato di nuovo?

Claudio   - (Si aggiusta la cravatta) Mi ha buttato fuori perché non vuole che la guardi mentre si cambia …Si vergogna.

Boldrin    - Davanti a suo marito? Ma è il colmo.

Augusto  - Sì, si vergogna di tutti quando ha da cambiarsi. Anche di me!

Boldrin    - Signor Filippi, il nonno si rifiuta di farmi un piacere. Vorrei vedere il piccolo, me lo fa vedere lei?

Claudio   - Piccolo?

Boldrin    - Mi piacerebbe tanto; il nonno mi ha detto che ha appena bevuto dalla bottiglia e che è in cucina.

Claudio   - Ah, ho capito. Potevi anche darglielo no? Non è mica solo per te.

Augusto  - Ma, bisognerebbe cambiarlo.

Claudio   - Quello va bene. Vado subito a prenderlo, è francese.

Boldrin    - (scioccata) Francese?

Claudio   - E ben invecchiato anche. Sentirà che gusto.

Lisa         - (da sinistra con il vestito scollato)

Boldrin    - Non è un po’ troppo appariscente? E’ anche questo francese? Non mi sembra adatto ad una festa tra colleghi. Vuole fare conquiste?

Lisa         - Ho solo questo. L’altro è da stirare.

Ida           - Oddio, mi sono dimenticata.

Claudio   - (da destra con la bottiglia del cognac) Eccolo qua. (squadra Lisa e fa un fischio) Adesso ho capito perché non volevi che ti vedessi. Volevi farmi una sorpresa. Signora Boldrin, cosa le sembra?

Boldrin    - I gusti sono gusti.

Claudio   - Tutto con i miei soldi!

Boldrin    - Ha risparmiato però. Un poco di stoffa in più poteva anche spenderla.

Claudio   - Dite quello che volete, a me piace.

Lisa         - (si mette lo scialle o una giacca) Bene, sono pronta.

Boldrin    - Mi aveva promesso di portarmi il bambino.

Claudio   - Bambino? (guarda la bottiglia, poi Lisa cercando di capire) Non mi risulta che sia ancora nato … (Lisa gli dà una gomitata) … quello che sveglia il mio bambino mentre sta dormendo.

Lisa         - Ci dispiace signora Boldrin, sarà per la prossima volta.

Boldrin    - Va bene. Allora arrivederci a tutti, mi ha fatto proprio piacere conoscervi.

Claudio   - (porge il braccio a Lisa) Permette?

Lisa         - Se proprio insiste.

Claudio   - (prima di uscire dà la bottiglia ad Augusto) E tu preparati per quando saremo di ritorno.  (escono)

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Ida           - Che volevelo dir?

Augusto  - Quei doi me sa che i gh’è arivadi. (si gratta la testa) Quasi quasi me togo doe setemane de ferie. Sone al mare, moglie?

Ida           - Spiegheme ‘nveze quel che l’è tuta sta comedia.

Augusto  - Te la conterò, te la conterò …(esce sul balcone e saluta sotto. Ida lo segue) No so che che daria par eser al posto del Claudio.

Ida           - E mi al posto dela Lisa, se l’è par quel.

Augusto  - (la guarda sorpreso) Sì, così fusezan de nòo ensema.

Ida           - (sorridendo) Magari soeni come na olta…

Augusto  - Te recordes?

Ida           - Come no. T’eres en bel birbante.

Augusto  - An ti te te la cavaves, se l’è par quel.

Ida           - Me sposeries de nòo?

Augusto  - (le passa un braccio sulle spalle) Senza pensarghe su ’n atimo.


3° ATTO  (atmosfera di primo mattino. Il divano è sistemato a letto con le lenzuola colorate. Sul tavolo due bottiglie di birra ed un piatto di cetrioli)

Augusto  - (da destra spettinato, dietro di lui Ida in vestaglia) Varda ti che roba! L’è matina e i doi colombi no i è ancora tornadi. O forsi … (origlia alla porta di sinistra) … no l’è che …?

Ida           - No! Par el Claudio ghe meteria le man sul fogo

Augusto  - No sugar col fogo che no l’è el caso. Voria vardar … (sbircia nel buco della serratura)

Ida           - (piano) Sentes valghe?

Augusto  - (piano) Ssst

Ida           - (turbata) Ma no! No i ha gnan fato merenda. Varda gh’è ancora tuto qua.

Augusto  - Spero almen che sie na tuto ben. No ae serà ocio tuta la note.

Ida           - En compenso te t’es consolà col cognac. La Lisa però el lo pol ben ringraziar che el s’è prestà a far sta comedia.

Augusto  - An noe, però. Mi a far el nono e ti a far la nona…

Ida           - … e par sonta ebete. L’è ‘l colmo ala nosa età. E ti, come ‘n galeto, pronto a no perder l’ocasion de basarla.

Augusto  - L’ocasion la fa l’omo ladro. (rumore di chiavi) Ecoli. Sparisi! (corre sul balcone)

Ida           - Che fas te pontì?

Augusto  - Voi vardar che che segna el barometro.

Ida           - Te ciapes fredo!

Augusto  - Vai via, cori! (chiude la porta del balcone, Ida esce a destra)

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Claudio   - (con un orsacchiotto, Lisa con un pallone gonfiato. Prima si vedono solo le teste, entrambi un po’ brilli) Santo cielo! Dormono ancora.

Lisa         - (entra) Non ho mai ballato così tanto in tutta la mia vita.

Claudio   - Ah, nemmeno io. (ballano alcuni passi e canticchiano.)

Lisa         - (vede i cetrioli, si ferma e ne mangia uno) Mmm … (fa dare un morso a Claudio) Dolci vero?

Claudio   - Aspri, vorrai dire, puà!

Lisa         - Ma dai. I nonni sono stati carini a prepararci la merenda notturna.

Claudio   - Preferisco un po’ di birra. (beve dalla bottiglia)

Lisa         - Lasciamene un po’, Emilio!

Claudio   - (offeso) Mi chiamo Claudio, te l’ho già detto cinquanta volte!

Lisa         - Per me ti chiami Emilio. E’ più divertente. Cin cin! (beve un po’ e poi ripone la bottiglia, si avvicina a lui con fare affettuoso) Non prendertela. E’ compito tuo portarmi in giro, adesso.

Claudio   - (la prende a la solleva) Così?

Lisa         - Oh, che galante. Meriteresti un bacio.

Claudio   - Se è per quello lo merito da un pezzo! (lei gli mette un cetriolo in bocca, Claudio la molla improvvisamente e sputa il cetriolo in un angolo) Dovresti ringraziarmi ed invece ti prendi gioco di me.

Lisa         - Ringraziarti? Perché ho dovuto accettare in silenzio le tue smancerie davanti alla gente? Ti sei approfittato di me, dì la verità!

Claudio   - E’ stato per evitare che qualcuno si insospettisca. E poi te l’ho già detto che mi piacevi prima ancora d’essere il tuo finto marito.

Lisa         - (allegra) Non essere così serio, Emilio. Sei troppo dignitoso ed anche ridicolo. Sei strano!

Claudio   - Ah! E così sarei strano?

Lisa         - Sei comico, Emilio!

Claudio   - Emilio … comico … strano. E poi cos’altro?

Lisa         - A me piacciono gli strani … i comici … e soprattutto gli Emilii!

Claudio   - Vorrei che mi prendessi un po’ più sul serio.

Lisa         - (seria) Ma io ti prendo sul serio, Emilio.

Claudio   - Già il modo come lo dici “Ma io ti prendo sul serio, Emilio” mi sembra una burla.

Lisa         - Ma insomma. In fin dei conti non siamo mica sposati sul serio.

Claudio   - Anche questo è vero. Vieni allora. Andiamo a sposarci prima. (la prende sottobraccio trascinandola a sinistra)

Lisa         - (si blocca davanti alla porta) Stop! Ultima fermata! Il suo letto signore, adesso, è il divano. Si vede dalle lenzuola.

Claudio   - Questo lo dice lei. La camera è mia e non mi lascio buttar fuori così facilmente!

Lisa         - Lo vedremo domattina. Per adesso lei qui dentro non entra. Mio marito non me lo permetterebbe mai!

Claudio   - Oh santo cielo; e chi sarebbe?

Lisa         - Quello che un giorno sposerò.

Claudio   - Ah! Se serve qui ce ne sarebbe uno bello pronto.

Lisa         - Uno? (comincia a contare sulle dita)

Claudio   - Questa è una squadra di calcio. Posso giocare anch’io.

Lisa         - Hai già giocato la tua partita, caro mio. E più che un attaccante direi che sei … un appiccicoso! (spingendolo lontano)

Claudio   - Ma io non sto giocando.

Lisa         - Come no! Siamo già uno a zero per te. Se ti permetto di entrare finiremo due a zero… sempre per te, s’intende. E allora … buonanotte Claudio! (gli dà un bacio sulla guancia ed esce a sinistra)

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Claudio   - (impacciato e contento si gratta la testa confuso, prende un cetriolo e canticchia) due a zero, devo fare un altro gol. E poi non c’è due senza tre e forse arrivo anche a quattro.

Augusto  - (dal balcone scuotendo la testa) Rigore. Una volta ho conosciuto un matto. Anche lui aveva cominciato così.

Claudio   - Cosa fai lì sul balcone.

Augusto  - Guardavo la partita! (starnutisce)

Claudio   - Salute!

Augusto  - Grazie.

Claudio   - Eri curioso di vedere come sarebbe andata a finire?

Augusto  - Te l’ha già detto Lisa. due a zero. (starnutisce)

Claudio   - Salute. Hai preso freddo? Sono i rischi di chi spia, caro mio.

Augusto  - (Sta per starnutire ma non riesce)

Claudio   -  Salute!

Augusto  - Aspetta almeno che abbia finito. Starnutire è l’unica cosa sana dopo aver preso freddo.

Claudio   - E come la mettiamo adesso con la camera? Anzi, spiegami piuttosto come t’è saltato in mente di affittare la camera due volte.

Augusto  - (strofina le dita) Il doppio!

Claudio   - Per gli affari hai proprio un buon naso!

Augusto  - (starnutisce) Anche se un po’ raffreddato.

Claudio   - Ma non si può vendere la merce due volte.

Augusto  - Tu non sei mica una merce. Tu ricadi sotto la categoria affitto e noleggio.

Claudio   - Non riesco a capire come ci sei riuscito.

Augusto  - Per bontà. Sissignore! Avevo già affittato la camera io a Lisa quando Ida, a mia insaputa, l’ha affittata a te. Alla fine, mi dispiaceva lasciare fuori uno dei due così abbiamo cercato di combinare…

Claudio   - (ridendo) Non si può proprio arrabbiarsi con te. (si siede sul divano e sbadiglia)

Augusto  - Ad ogni modo, è solo merito mio se hai potuto conoscere una ragazza come Lisa. A dirti la verità, sono un po’ geloso, ma a te la lascio volentieri, per stavolta.

Claudio   - Non so se posso accettare.

Augusto  - Ma tu le vuoi bene vero?

Claudio   - Ho paura di esserne cotto.

Augusto  - Sposala: è la cura migliore.

Claudio   - Cura?

Augusto  - Sì, una cura da cavallo, è vero, ma di solito aiuta.

Claudio   - Augusto, se lei volesse, sarei anche disposto a fare il cavallo.

Augusto  - Per intanto ti viene meglio fare l’asino.

Claudio   - (si sdraia sul divano) Sarei curioso di vedere la faccia di mio padre nel presentargli la sua futura nuora.

Augusto  - Anch’io. Anzi non vedo l’ora.

Claudio   - Gli direi: “Ti presento la signorina Filippi, la donna che voglio sposare” (si solleva) Filippi … anche la sua nuova moglie si chiama Filippi. Che coincidenza! (si risdraia)

Augusto  - E’ proprio una coincidenza!

Claudio   - Adesso che ci penso, Lisa mi conosce solo di nome, quando non mi chiama Emilio. (sbadigliando) Bene è ora di dormire. A domani, anzi, oggi … è già … domani. Oddio, sono due giorni che non dormo … buonanotte!

Augusto  - Claudio, io volevo bere un bicchierino e fare due chiacchiere.

Claudio   - Non ho sete e sono stanco. Vai a dormire anche tu che è meglio.

Augusto  - Ma tanto non dormo. Se tu sapessi come è…

Claudio   - (Sbadiglia e borbotta parole senza senso.)

Augusto  - Eh sì, bonanote. L’è partì de botto. (lo copre e starnutisce)

Claudio   - (si solleva di scatto impaurito) Cosa c’è? (e si sdraia di nuovo)

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Augusto  - Dormi dormi. Che no l’è niente! (suonano alla porta). Ma chi elo ‘sì presto! (verso destra) Ida, varda ti che mi no son tanto presentabile.

Ida           - (da destra) Che segnelo el barometro?

Augusto  - El segna variabile, con temporali in arrivo. Sti doi no i sa ancora de eser fradel e sorela. (esce a destra mentre Ida apre la porta)

Giovanna- (ed Enrico salutando) Buongiorno. Ci scusi se disturbiamo così presto ma mio marito mi ha raccontato…

Ida           - (prende anche il giornale dalla cassetta della posta) Ssst, parliamo piano … (indicando Claudio) sta dormendo.

Enrico     - (si avvicina al divano) Cosa t’avevo detto? Eccolo qua. Il Cacciatori Junior.

Giovanna- Questo? Ma non è il rappresentante di aspirapolvere?

Ida           - E’ stato un malinteso con mio marito. Fa il camionista … (guarda Enrico con aria di rimprovero) … o meglio, faceva il camionista!

Enrico     - Non le vado molto a genio, vero?

Ida           - Claudio voleva solo evitarle una perdita con quelle arance guaste! Ha il senso degli affari! E lei, invece di apprezzare, lo ha fatto licenziare.

Enrico     - (estrae un’arancia dalla tasca) Eccolo qui il corpo del delitto. Se solo si fosse spiegato meglio! (la appoggia sul tavolo)

Ida           - Non ha niente da spiegare.

Enrico     - Anche perché, piuttosto che darmi una spiegazione va a battere la testa contro un muro.

Giovanna- Beh … mio marito ha riconosciuto il suo sbaglio. A proposito, mi sembra strano che Lisa e Claudio abitino … come dire … insieme!

Ida           - (imbarazzata) Non sono cose che capitano tutti i giorni, in effetti, sono coincidenze piuttosto comiche…

Giovanna- Splendido! Non vogliono assolutamente conoscersi e abitano sotto lo stesso tetto.

Ida           - Sì, ma ... (sottovoce) Non sanno ancora di essere … imparentati.

Giovanna- Come?

Ida           - Mio marito pensava di dirglielo con calma, non era sicuro che i tempi fossero , come dire, maturi …

Enrico     - Bene, allora è arrivato il momento di chiarire tutto. A me piacciono le cose chiare. Sveglia, ci sono visite!

Giovanna- Non così, Enrico. Bisogna prenderlo con le buone. Lascia fare a me.

Enrico     - (gentilmente) Ma prego, si accomodi, signora.

Claudio   - (muovendosi nel sonno borbotta) Passaggio, tiro… goool! quattro a zero!

Enrico     - Quattro a zero! Avrà freddo ai piedi?

Giovanna- (piano) Uscite un attimo, per favore.

Ida           - Venga con me in cucina. (escono a destra)

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Giovanna- (si siede vicino a Claudio) Povero stupido. (lo accarezza con leggerezza su una guancia mentre Claudio muove una mano come si fa con una mosca)

Claudio   - (di nuovo con la mano fino a darsi uno schiaffo sulla guancia, si solleva ancora addormentato e guarda tutt’intorno verso l’alto come per scorgere la mosca) Bestiaccia! Dove sei! (gira la testa per risprofondare nel cuscino e vede Giovanna)

Giovanna- Buongiorno, Claudio!

Claudio   - Buongiorno. (con voce impastata si abbassa chiudendo gli occhi, poi si risolleva di scatto) Che ci fa lei in camera mia? ( si guarda intorno) Già, è vero, mi hanno dato lo sfratto … (si strofina gli occhi) Ma lei non è …?

Giovanna- Sì. Sono io.

Claudio   - Era qui con Lisa, l’altra volta.

Giovanna- Già.

Claudio   - Sorella?

Giovanna- Non proprio…

Claudio   - Però parente…

Giovanna- Molto parente.

Claudio   - (si alza sistemandosi un po’ i capelli) E’ qui per Lisa?

Giovanna- Beh … anche…

Claudio   - Sta dormendo. Ieri abbiamo fatto tardi alla festa in ditta.

Giovanna- Siete stati alla festa insieme?

Claudio   - Più o meno. E’ stato un caso. A lei serviva un marito … e così ci sono andato io.

Giovanna- Non potrebbe spiegarsi meglio?

Claudio   - Lei conoscerà di sicuro la signora Boldrin …

Giovanna- Certamente.

Claudio   - Ecco, mi ha scambiato per il marito di Lisa.

Giovanna- E’ venuta qui? Fino a questo punto è arrivata la sua gelosia.

Claudio   - Allora la conosce bene?

Giovanna- E lei si è prestato a farle da marito?

Claudio   - In tutti i sensi.

Giovanna- Tutti?

Claudio   - Tutti! (ride) Abbiamo anche dormito nello stesso letto.

Giovanna- (sconvolta) Cos’è che avete fatto?

Claudio   - Sì … ma a turno. Lisa di notte ed io di giorno (ride). Quando andavo a dormire c’era il letto ancora caldo!

Giovanna- Non capisco!

Claudio   - Il nostro padrone di casa, quel furbone di Augusto, ha affittato la camera due volte. Sapendo che io lavoro di notte me l’affittava per il giorno e viceversa a Lisa. Così aveva due affitti in un colpo solo!

Giovanna- Ed è sempre andata bene?

Claudio   - Fino a ieri. E’ per questo che sono sul divano. Cavalleria! Conosce i genitori di Lisa?

Giovanna- Molto bene.

Claudio   - Che tipo di gente è?

Giovanna- In gamba, perché?

Claudio   - Voglio dirle una cosa in confidenza. E’ capace di tacere?

Giovanna- Sono una signora!

Claudio   - Giusto, per una signora è troppo mantenere un segreto, vero? … comunque lei mi piace, ha qualcosa che mi ricorda Lisa. Chiara e breve ma gentile.

Giovanna- In fin dei conti siamo parenti.

Claudio   - Lisa … è … ha … volevo dire: c’è qualcuno?

Giovanna- Dove?

Claudio   - No, io dicevo se ha il ragazzo.

Giovanna- (ride) Ora ho capito. Che io sappia no!

Claudio   - Mi sembra strano. E’ una bella ragazza!

Giovanna- Si vede che non ha ancora trovato quello giusto.

Claudio   - Io penso di sì.

Giovanna- Davvero… e chi?

Claudio   - Me.

Giovanna- Ah…

Claudio   - Perché, non va bene un camionista?

Giovanna- Ma certo … è che sono un po’ sorpresa, così all’improvviso.

Claudio   - (entusiasta) Sì, non credevo neanch’io fosse possibile ma è un vero colpo di fulmine; già dalla prima volta che vi ho viste insieme.

Giovanna- (sorride) E Lisa?

Claudio   - Siamo due a zero per me. Lo ha detto lei!

Giovanna- Per come conosco io Lisa, con questo risultato potete star tranquillo.

Claudio   - Crede? Le chiederebbe … se le capita l’occasione … se lei sta facendo sul serio? Ma senza farle capire che mi interessa … deve restare fra noi due!

Giovanna- (con fare amichevole e complice) Naturalmente, userò tutto il mio tatto e diplomazia.

Claudio   - Pensa che Lisa si confiderà con lei?

Giovanna- Sicuramente. Mi dice sempre tutto.

Claudio   - Ah! Allora siete cugine.

Giovanna- No. Sono solo la mamma.

Claudio   - (con espressione ebete) La … la mamma? Complimenti, si mantiene bene.

Giovanna- Grazie.

Claudio   - (imbarazzato) Mi scusi… mi sembra di non essermi comportato come si deve ... mi dispiace.

Giovanna- Non si faccia problemi.

Claudio   - Almeno adesso sa come la penso.

Giovanna- (Gli porge la mano) Noi due ci siamo già capiti. Vogliamo mantenere questa amicizia anche in futuro?

Claudio   - Volentieri! Spero che sia contenta del suo aspirante genero.

Giovanna- E lei dell’aspirante suocera.

Claudio   - Non ci sono dubbi.

Giovanna- Sarà tanto sorpreso quando conoscerà mio marito. E’ un po’ burbero ma a prenderlo per il verso giusto … (gli strizza un occhio) alla fine fa come voglio io.

Claudio   - Capito!

Giovanna- Ora è meglio che io dica due paroline a Lisa…

Claudio   - … con diplomazia. (Giovanna esce a sinistra)

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Claudio   - (contento sbuccia l’arancia) Espugnata la fortezza della suocera. A dir la verità ho un po’ di paura del signor burbero … ma chi se ne frega. Basta che mi voglia lei! (fa qualche passo di danza canticchiando un valzer)

Augusto  - (da destra, scuote penosamente la testa) Se ti vede qualcuno ti fa rinchiudere. Dai, mettiti un po’ a posto che non sei molto presentabile (gli sposta i capelli dagli occhi). Hai visite!

Claudio   - Lo so, mia suocera è dentro da Lisa … e lasciami stare! Sono capace anch’io di pettinarmi.

Augusto  - Suocera? Questa è buona.

Claudio   - Vedessi che donna. Una suocera ideale.

Augusto  - A quanto pare vi siete subito intesi!

Claudio   - Sì, è stato tutto così facile. (pensieroso) A dire la verità quasi troppo facile!

Augusto  - Può essere che Lisa abbia qualche difetto e così sono contenti di trovarle marito.

Claudio   - (felice) E se anche fosse? Io la sposo anche con il piccolo difetto.

Augusto  - Allora ti serve proprio la cura da cavallo.

Claudio   - (Assaggiando l’arancia) E’ una sensazione dolcissima . Puà!

Augusto  - Se ti vede mia moglie. Non si sputa in terra a quel modo!

Claudio   - Assaggia.

Augusto  - (ne prende uno spicchio, lo mastica, poi corre sul balcone e lo sputa) Barea, che schifo.

Paola       - (da sotto) Vilan che non l’è altro! Questa el me la pagherà cara! (si allontana borbottando)

Augusto  - (si affaccia lentamente dal balcone insieme a Claudio, poi si ritirano) Anche questa ci voleva, è andato dritto in testa alla befana.

Claudio   - (ride) Sarà proprio una bella giornata.

Augusto  - E’ stato da vigliacchi farmi assaggiare quell’arancia salata.

Claudio   - Da dove esce questa? E’ una del carico fasullo?

Augusto  - Ho ancora il sapore del sale in bocca. Vado in cucina a bere qualcosa. (esce a destra)

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Lisa         - (e Giovanna da sinistra) E’ mancanza di educazione svegliare la gente di notte, non ti pare Claudio?

Claudio   - Se è una così splendida signora a farlo, no!

Lisa         - Ah così! Si confabula alle mie spalle del mio futuro. E voi pensate che io accetti i vostri intrallazzi?

Claudio   - Tua madre ti ha forse detto qualcosa?

Lisa         - No. Con tanta diplomazia mi ha chiesto solo se ti sposo.

Claudio   - (guarda Giovanna con aria di rimprovero) Alla faccia della diplomazia! E cosa ha risposto?

Giovanna- “Mamma, ogni tuo desiderio è un ordine!”

Lisa         -Ti sembro forse il tipo che si lascia comandare?

Claudio   - (e Lisa si guardano negli occhi) No! (pausa, vede di lato Giovanna che li osserva)

Giovanna- (tossisce leggermente) Vado. (esce a destra)

Lisa         - E’ andata.

Claudio   - (abbracciandola) Anch’io, partito completamente.

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Federico  - (da fuori) Che infamia, l’è ora de finirla!

Claudio   - (si separa da Lisa e apre l’ingresso) Cosa c’è, signor Gatti?

Federico  - Ades se metelo an a spudar so mandaranci da pontì?

Augusto  - (veloce da destra) Se vuoi risciacquarti la bocca c’è del latte in dispensa, Claudio. (si interrompe vedendo Federico. Lisa esce a destra) Federico, no sta a farla maza tragica, te prego. Ae ospiti!

Federico  - E a mi no me ne frega proprio niente. Par mi i lo pol sentir mezo paes che raza de asen che t’es.

Augusto  - Ogni tanto capita an de aver scarogna.

Federico  - Sta qua no l’è scarogna. L’è mira vergognosa.

Augusto  - Vedes Federico, parerà assurdo ma no aveva neguna intenzion de spudarghe ados ala Paola.

Federico  - Sta olta no te me la contes. Ghe dago reson ala moglie.

Augusto  - Senti, Federico. L’è sta ‘n incidente. El Claudio el me ha fato asagiar  en‘narancio. Ghe ae dato en zacon … ‘n ben, no te digo … el saveva da formae e saon. La prima reazion l’è sta quela de spudar tuto e son coreto te pontì.

Federico  - E mi cognerie crezerte. T’es en contabale fenomenale. Proprio come gneri che te as volu farme crezer che el Claudio e la signorina Lisa no i se cognose gnan. Ae ben vedù, nante, che estranei che i era!

Claudio   - Si calmi signor Gatti. Augusto, per una volta, è sincero. E’ tutta colpa mia, la storia dell’arancia voglio dire. Se non mi crede gliela faccio assaggiare, ecco, ce n’è ancora una buona parte.

Federico  - Voglio proprio vedere … (ne assaggia uno spicchio poi corre e sputa dal balcone) … Bleah!

Paola       - (Da sotto) Ancora … ma l’è n’indecenza. Federico, Federico no es ancora arivà là?… (Lisa intanto rientra con una bottiglia di latte)

Federico  - Sì, son sta mi … cioè … voleva dir che ades ghe penso mi. Ti va a casa. (rivolto a Claudio che intanto ha versato il latte che gli ha portato Lisa) Mi faccia bere qualcosa. Oh grazie, signor Cacciatori.

Lisa         - Cacciatori?

Federico  - Certo che, oltre ad affittare le camere per fare le vostre porcherie senza dare troppo nell’occhio, vendete frutta proprio scandente.

Claudio   - Senta, non ho voglia di litigare, non mi sembra il caso. Tengo solo a precisare che io dormo di giorno e Lisa di notte, il che fa una bella differenza  e che queste arance non le vende mio padre.

Lisa         - (sempre più sorpresa) Arance? … Padre? …

Federico  - Ah, e stanotte, è cambiato il fuso orario? E ti che te te fas an pagar. Vergognete!

Augusto  - Ma stropetela che quel poco che l’ha podù el lo ha dormì sul divano.

Federico  - (si siede confuso seguito poi da Augusto che gli vuole versare ancora del latte) Ma allora … forse le devo delle scuse, signor Cacciatori. (rivolto a Lisa) E anche a lei. (rifiuta il latte e si versa invece la birra che c’è sul tavolo)

---

Claudio   - (prende Lisa da parte) Mi sembra di aver sentito un uomo, in cucina, chiacchierare con tua madre.

Lisa         - (impettita, ha capito tutto) Quell’uomo è mio padre.

Claudio   - Avrei scommesso che era il mio! La voce … se fosse una persona gentile come tua madre sarei proprio contento … (si avvicina per abbracciarla)

Lisa         - (si allontana bruscamente) Sai, ho paura che tu abbia sopravvalutato sia me che la mamma.

Claudio   - Cosa c’è?              

Lisa         - Voglio darti delle delucidazioni su mia madre. Da quattordici giorni s’è risposata. Sai perché? Perché gli faceva comodo … perché gli interessava solo l’eredità … perché suo marito è vent’anni più vecchio e lei spera di ereditare in fretta. Allora, hai ancora tante parole dolci per mia madre?

Claudio   - Ma di cosa parli?

Lisa         - Di quello che, con tanta leggerezza, hai voluto intendere senza neanche prenderti la briga di capire! Ci sono altri valori per cui due persone vogliono vivere insieme e la mamma, ad ogni modo, non ha mai considerato il portafoglio di nessuno!

Claudio   - (esterrefatto) Lisa …ma allora tu sei …

Lisa         - La figliola a carico … caro il mio fratellino!

Claudio   - Ah … o mio dio … (giustificandosi) Avevamo litigato e m’è venuta qualche cattiveria alla bocca; mi dispiace, credimi! (entrano Ida, Giovanna, Enrico da destra e restano fermi) Ma ascolta, non potremmo parlarne a quattr’occhi?

Lisa         - Avresti dovuto parlare a quattr’occhi con la mamma quando ti ha scritto la lettera. E invece non sei venuto neppure al matrimonio.

Giovanna- Ma Lisa, non parlare così di … di tuo fratello.

Lisa         - Mamma, questo bellimbusto qui puoi anche metterlo in dispensa. Potevi almeno dirmi chi era!

Giovanna- Non fare così.

Lisa         - No, mamma. Un uomo così non lo voglio, altro che fratello. Non è nemmeno un uomo è … è … è un Emilio.

Claudio   - (irritato) Bene! Se la mettiamo su questo tono lasciamo perdere. Oh, naturalmente la camera la cedo a te. Prendo la mia roba. (esce a sinistra)

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Enrico     - Buongiorno, Lisa.

Lisa         - Buongiorno.

Enrico     - Non pensare male di Claudio … un po’ è anche colpa mia. Avrei dovuto dirgli che avevo intenzione di risposarmi invece di metterlo davanti al fatto compiuto.

Giovanna- Forse sei stato anche un po’ severo con lui.

Enrico     - E malgrado tutto non posso nemmeno dire di avere un figlio esemplare.

Giovanna- Non lo avrei nemmeno voluto. (prende Lisa sottobraccio) Vero Lisa?

Lisa         - Non sperare di incantarmi. E’ una questione di principio!

Federico  - (che intanto ha continuato a bere birra) Se posso entrare in merito …

Augusto  - Ti tasi e la gnapa aversela su alto che ghe saria de besogno …

Ida           - Però Claudio è un ragazzo in gamba. E’ solo molto sensibile e forse un po’ suscettibile. Come la signorina (indicando Lisa), del resto. Cercate di chiarirvi. Qui non si fa altro che tirare sassi in un palazzo di vetro!

Federico  - Altro che sassi mandaranci. (Augusto gli dà una pedata) Ahia!

Enrico     - Certo che anche voi … affittare la camera due volte non mi sembra molto legale.

Augusto  - Ancora con questa storia! Mi volete proprio far sentire un criminale.

Federico  - Se posso entrare in merito …

Augusto  - E poi, cos’è un misero affitto confronto a quello che avrebbe rischiato lei smerciando quelle arance.

Enrico     -  Anche questo è vero.

Federico  - (con tono leggermente più deciso) Se posso entrare nel merito … (silenzio generale, tutti lo guardano) ... non mi ricordo più cosa volevo dire … (beve un sorso di birra)

Augusto  - (scocciato) Ma sé tuti a farve onzer … (esce a destra borbottando)

Ida           - (lo segue) Augusto …

Giovanna- Enrico, non dobbiamo prendercela con loro. Non se lo meritano. In fondo si sono comportati come dei genitori per i nostri figli.

Enrico     - Sì, hai ragione (escono a destra)

Lisa         - Tanto sono io che me ne vado, alla faccia di tutti! (energica esce a sinistra)

---

Federico  - (compiaciuto per la birra bevuta) Meno male che no son bele mi quel che se le sente. (beve ancora)

Paola       - (da sopra) Federico, es ancora là?

Federico  - (sobbalza, poi prende coraggio, va sul balcone e guarda verso l’alto, fronte al pubblico) Chi mi chiama? La coscienza? Oh sì, la coscienza … sporca però!

Paola       - Che fas che ancora là?

Federico  - Te vardo.

Paola       - Te decides a vegnir su?

Federico  - Mi no me movo. Su alto tira na bruta aria.

Paola       - As bevù? L’è ultima olta che t’el digo. Gè su subito!

Federico  - Da quel che sento e quel che vedo no me convien. Putosto me fago legar al pontì.

Paola       - Speta ti.

Federico  - Spetar? Che credes, de farme paura? L’è girà le carte, cara mia. Da ancò ti t’es maridada con mi e mi enveze no! (gli arriva un secchio d’acqua in testa, resta immobile) … Più o meno. Beson pararla so, adeso , tuta sta acqua. (beve ancora un sorso, suonano, si gratta la testa) L’è vegnua so come na slavina. No ghe sarà altro che afrontar la belva con dignità … e speranza. (tira un sospiro profondo e apre di scatto la porta) Entra, amore.

Boldrin    - Però, che accoglienza!

Federico  - (confuso) Mi scusi. Non volevo … pensavo fosse. Perché, sa … ero convinto … quindi di conseguenza … (si guarda) … sono fradicio!

Boldrin    - (notando la bottoglia di birra) Di fuori e anche di dentro, mi sembra.

Federico  - Ho bevuto solo latte, sa, per via delle arance salate.

Boldrin    - Non capisco e non voglio nemmeno capire. I coniugi Filippi si sono alzati?

Federico  - Coniugi? … visto come stanno andando le cose non penso che oramai … forse resteranno parenti … alla lontana.

Boldrin    - Buon uomo. Forse tutto quel “latte” le ha fatto male. Io parlo dei coniugi Filippi che, come lei immagino sappia, abitano qui.

Federico  - Ma che coniugi! La signorina è sposata solo sul lavoro e per finta. Resti fra me e lei ma deve sapere che la moglie del suo capoufficio, che fra parentesi dev’essere anche una vecchia rompiscatole, è gelosa da matti. E quindi il signor Cacciatori, che è scapolo, capitava proprio a fagiolo. Come dice sempre mia moglie … moglie? Oddio, la moglie (cambia improvvisamente atteggiamento e, pensieroso, fa un inchino) Signora, la saluto. Ho un appuntamento con il destino! (esce precipitosamente)

Boldrin    - (perplessa) Ma che posto è questo! Certo che se, come si dice, gli ubriachi sono sempre sinceri qui c’è qualcosa che non torna…

---

Lisa         - (da sinistra con la valigia, irritata) Ho detto di NO! Me ne vado. (vede la signora Boldrin e si blocca lasciando cadere la valigia sulla porta della camera)

Claudio   - (da dietro) Ma ti rendi conto di cos’hai combinato? E per te è magari normale. Se vedo la signora Boldrin avrò parecchio da raccontarle … (si interrompe uscendo e vedendo la signora Boldrin).

Boldrin    - Che sorpresa vero? Le riportavo il suo scialle (ironicamente) signora Filippi.

Lisa         - (imbarazzata) Molto gentile.

Boldrin    - Se non sbaglio sono capitata nuovamente nel bel mezzo di una lite coniugale. E’ uno strano matrimonio, il vostro. Ieri innamorati come tortore, oggi peggio di cane e gatto. C’è qualcosa che mi sfugge …

Lisa         - Lui … lui m’ha fatta arrabbiare, ecco…

Claudio   - (prende Lisa per un braccio) Ed io sto chiedendo scusa. Cos’altro devo fare?

Lisa         - Sparire!

Claudio   - Allora sarò costretto a raccontare alla signora Boldrin che razza di marito sono. Mi stia a sentire …

Lisa         - Ma smettila! La signora non è interessata alle nostre discussioni!

Boldrin    - Prego, prego. Vada avanti. Sono proprio curiosa.

Claudio   - Signora Boldrin, Lisa non è mia moglie e, purtroppo per me, io non sono suo marito!

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Augusto  - (con Ida, Giovanna, Enrico sbalorditi da destra) Ghe mancava bele la signora Doberman!

Boldrin    - Ascoltatemi bene, tutti quanti. Qui c’è sotto qualcosa di molto strano. E siccome mio marito non può permettersi segretarie personali con una vita privata così equivoca, farà bene a recuperare le sue cose dall’ufficio e licenziarsi, signorina Filippi. Altrimenti ci penserò io! (sta per andarsene)

Augusto  - Non le sembra di esagerare?

Boldrin    - Lei può solo stare zitto dopo la commedia che m’ha recitato, “nonno”! Si dovrebbe vergognare!

Augusto  - Già fatto.

Giovanna- Anche lei, però, ha le sue colpe signora Boldrin.

Boldrin    - E lei chi sarebbe?

Giovanna- La mamma di Lisa.

Boldrin    - Quella vera? Ma bene! E allora saprà con quali menzogne sua figlia si è fatta assumere.

Giovanna- Per forza! Fin che è lei a decidere le assunzioni! Se ha così paura delle segretarie giovani probabilmente sarà perché non riesce a soddisfarlo, suo marito.

Boldrin    - Gli insegnamenti della vita li risparmi per sua figlia che a mio marito ci penso io! (si avvia per uscire, poi si gira, guarda tutti) Bella famiglia! (esce lasciando la valigia)

---

Lisa         - (seguendola) Signora Boldrin, aspetti … (rivolta a Claudio) soddisfatto? Anche il lavoro mi hai fatto perdere. Non voglio più vederti, mai più (si precipita fuori)

Giovanna- Lisa, Lisa non fare così … (la segue)

Enrico     - Mio dio, le donne. Che devo fare, adesso?

Ida           - Le fermi, cerchi di calmarle e provi a farle ragionare.

Enrico     - Ci provo, ma non sono molto bravo in queste cose. (esce di corsa)

Claudio   - (furioso) Ne ho abbastanza di questa storia. Tutti dietro a quella viziata ed io qui, come un paracarro, quasi fosse tutta colpa mia. Prendo la mia roba e cambio città. Anzi, vado all’estero. (esce a sinistra)

Ida           - (imbarazzata rimane sola con Augusto) Fata la frittata! E adeso?

Augusto  - Che vos che te dighe. Par fortuna i ne ha pagà ‘n anticipo.

Ida           - T’es el solito cinico.

Augusto - Fame veder se almen i è stadi boni da fermarla nante che la finise soto ‘n camion. (esce con Ida sul balcone)

Ida           - Sì, i è qua soto che i discute.

Augusto  - Però la Lisa la è ancora putosto agitada.

Ida           - Che fala adeso? La ven de olta.

Augusto  - La se sarà desmentegada valghe … (vengono grida dall’alto)

Paola       - Te parelo questo el modo de far, Federico?

Federico  - Ades stame a sentir polito che no ae intenzion de ripeterme. Na olta par tute stropetela!

Paola       - Federico!

Federico  - Son stufo de tute le to lagne … e sera quela finestra che no ne con miga sentir tuto el vesinato!

Paola       - Subito, Federico.

Ida           - (ad Augusto) El se è fato omo.

Augusto  - Se vede che g’ha fato bon la bira. Non tutti i mandaranci vengono per nuocere. (suonano alla porta, Ida fa per avviarsi ma Augusto la blocca vedendo Claudio uscire dalla camera) Sssst, sta ferma … (si spostano per non essere visti)

Claudio   -Augusto!

Lisa         - Ho dimenticato … (si blocca vedendo Claudio sulla porta della camera) Va via, ho detto che non voglio più vederti.

Claudio   -Che ci posso fare io. Chiudi gli occhi!

Lisa         - (si gira dando le spalle a Claudio) Devo prendere la valigia.

Claudio   - E’ qui. Accomodati.

Lisa         - (si avvicina camminando di traverso, sempre senza guardare verso Claudio) Potresti anche porgermela, o chiedo troppo?

Claudio   - Chiedi troppo! (a braccia incrociate, spinge la valigia verso di lei con un piede) Comunque … eccola.

Lisa         - Eccola dove? (sempre avvicinandosi senza guardare)

Claudio   - Acqua … acqua … fuoco … fuochino…

Lisa         - (arrabbiata si gira di scatto) Non fare lo scemo e dammi questa maledet… (inciampa nella valigia e finisce addosso a Claudio che la sostiene)

Claudio   - Non ci puoi fare niente. In un modo o nell’altro va a finire che hai bisogno del mio sostegno.

Lisa         - (ancora imbronciata gli volta le spalle avanzando) Giù le mani.

Claudio   - Prova a dimenticare che mi chiamo Claudio Cacciatori, forse poi sarai meno arrabbiata.

Lisa         - (comincia a sorridere) E come dovrei chiamarti?

Claudio   - (si avvicina e la abbraccia da dietro) Che ne so … magari Emilio, Emilio Filippi.

Lisa         - Mh, in effetti … comincio già a sentirmi più rilassata, Emilio caro.

Claudio   - Che ne dici, sorellina, facciamo pace?

Lisa         - Se farai il bravo … ci si può pensare. (ridendo) Dai, prendi le valigie che andiamo a casa.

Claudio   - Sai, di tutta questa storia c’è solo una cosa che mi lascia perplesso.

Lisa         - Cioè?

Claudio   - Come faranno adesso Ida ed Augusto a trovare due come noi che usano la camera a turno?

Lisa         - (ridono uscendo dalla porta d’ingresso) Potremmo farci venire tuo padre e mia madre, così avremmo casa tua tutta per noi!

Claudio   -E’ un’idea da considerare.

Ida           - (apre la porta del balcone, sospira sulla soglia) I è nadi contenti. Meno male.

Augusto  - I podeva ben almanco saludar. (prende il giornale dal tavolo, si siede e lo sfoglia mentre Ida guarda dal balcone)

Ida           - Ades i ha altro da pensar, caro mio.

Augusto  - (sorpreso)Scolta, scolta ‘natimo. (legge) Camera ammobiliata affittasi … due punti … via Roma 3 … virgola … chiedere di Paola Gatti … punto!

Ida           - Ma l’è… l’è quela su alto!

Augusto  -La ven a farne la predica a noe e po’ varda ti…

Ida           - Che falza!

Augusto  - (pensieroso) Mi ae n’idea!

Ida           - Dio mio … speta che me sento (si siede).

Augusto  - Ghe afiton ala Lisa e al Claudio tuto l’nos apartamento!

Ida           - Sì, e noe dormon qua te pontì.

Augusto  - No, toson ‘n afito la camera dei doi rafagnosi su alto. E quanche n’aon pien le scatole dela befana son ale Canarie a magnar tripe. (parte la musica di chiusura e Augusto, gridando rivolto verso l’alto) E arbasa quela radio!

(sipario)

 (Alla riapertura per gli applausi la scena è vuota. Suona il campanello ed entrano dal fondo Enrico e Giovanna. Inchino. Suona il campanello ed entrano Federico e Paola. Inchino. Suona il campanello ed entra la signora Boldrin. Inchino. Suona il campanello ed entrano Claudio e Lisa. Inchino. Poi tutti si girano verso il balcone e Federico fingendo di ricordarsene solo adesso, corre fuori per suonare il campanello e far così entrare Augusto ed Ida dal balcone. Inchino.)

(sipario)