Cani e gatti

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(Sisina sta spolverando

CANI  E  GATTI

di

Eduardo Scarpetta

Commedia brillante in tre atti

Personaggi

(In ordine di entrata)

SISINA

PASQUALE

FELICE

GEMMA

ALFREDO

VITTORIO

ROSARIA

DON CARLO

CONCETTA

MARIA

GIUSEPPINA

SALVATORE

MADDALENA

CAMILLO

ATTO 1°

(Camera da pranzo della casa di Felice e Gemma. Sisina sta spolverando. Pasquale entra da DX con una busta e un foglio in mano. Sulla scena Pasquale si sistema a SX e Sisina a DX)

PASQUALE       Ma tu vedi la combinazione! Vedi la combinazione! Capito, eh? Proprio oggi mi dovevano mandare a chiamare, proprio oggi?!

SISINA Ma pecchè, che è stato?

PASQUALE       Che è stato? La Società dei Camerieri si riunisce oggi alle 3 in assemblea generale e mi mandano a chiamare urgentemente. Leggi qua! Leggi, leggi! … e leggi!!

SISINA               E 'nu mumento! Quando uno prende e legge! Allora ... "Il socio fondatore, il Signor Pasquale Ventresca...

PASQUALE       Io, io, io!

SISINA               ‘O saccio cca si' tu! "... è pregato vivamente di intervenire nella sede della Società alle ore 3 per partecipare alla elezione del nuovo Presidente."

PASQUALE       E io tengo molte probabilità di essere eletto, eh ! E tengo pure il discorso pronto! Ma se non mi presento, quelli eleggono qualche altro al posto mio! Io ci devo andare assolutamente!

SISINA               E io no? Pure io devo venire. Io so' tua moglie! Sss... ho sentito la porta. Stanno tornando i padroni!

PASQUALE       Zitta

(Sisina guarda verso la porta d'ingresso, a DX)

SISINA               Niente, niente! Mi sono sbagliata. I padroni ancora non tornano. Vieni qua. Siamo soli. Sediamoci.

PASQUALE       Che è stato?

SISINA               Assettammece! Se è possibile che viene eletto Presidente della Società dei Camerieri Pasquale Ventresca, che sei tu, devo essere presente pure io, che sono la Ventresca legittima! Io so' tua moglie! Pasqua', Pasqua', me so' fatta pure 'nu bello vestito nuovo. Se sapessi quanto è bello! Il cappello, la borsetta, co' le scarpe in pantano!


PASQUALE       Eh??

SISINA               In panatno…tutto uguale! Dello stesso colore!

PASQUALE       Ma come facciamo oggi a uscire? E poi, proprio alle 3! Quelli alle 3 di solito i padroni si mettono a tavola.

SISINA               Si mettono a tavola quando non si litigano per la gelosia della moglie. In questa casa non si sentono che allucchi e strilli! Eh, se non fosse che ci sta pure mia sorella gemella, Giuseppina, a lavorare a casa dei suoceri a Sorrento... 'O sai, no?, che tengo

PASQUALE       (All’unisono con Sisina)…Una sorella gemella che lavora a Sorrento!

SISINA               (All’unisono con Pasquale)…Una sorella gemella che lavora a Sorrento!

PASQUALE       Lo so!

SISINA               Eh, se non fosse per lei, chissà da quanto tempo me ne sarei andata! Questi non sono marito e moglie, so' cani e gatti!! Stanno sempre a litigare per un nonnulla …specialmente per la gelosia di lei. E quando litigano, non si sopportano… va sempre a finire che lei si arrabbia e va da donna Carmela, la signora del terzo piano. E per ripicca don Felice se ne va pure lui…va da don Vincenzo, il dottore che abita qui sotto.

PASQUALE       E senti un po', ma stamattina i signori padroni dove sono andati?

SISINA               Sono usciti. Sono andati a fare spese ai Grandi Magazzini. Però prima di uscire li ho sentiti che stavano facendo storie come al solito.

PASQUALE       E te pareva!

(Gemma da DX, con in mano alcuni pacchetti)

GEMMA            Sisi', ma sei sorda? Non mi hai sentito entrare?

SISINA               E stavo qua, signo'!

GEMMA            E non devi stare qua! Devi stare fuori alla sala d'ingresso! Quante volte te lo devo dire? Vai, porta questi pacchetti in camera mia.

(Sisina prende tutti i pacchetti, meno uno che Gemma sbadatamente lascerà cadere)

SISINA               Subito... vi servo subito... un momento! Mi! Che santa pacienza che ce vo'!

(Sisina prende i pacchetti e li sistema per portarli via, non guarda quello che fa Gemma)

GEMMA            E quest’altro? Quest’altro non lo prendi, stupida?!

PASQUALE       Buongiorno, Don Felice!

FELICE               Buon giorno.

(Nel fare l’azione Sisina e Pasquale si chinano a raccogliere il pacchetto caduto)


PASQUALE       Che peccato! Questo, mo', si è rotto!

GEMMA            Si è rotto? Meglio così! Non me ne importa niente! (A Sisina) Tu vattene in cucina e prepara il pranzo. Ma solo per mio marito, perché io non tengo appetito. Non mangio! Voglio restare digiuna!

(Sisina esce a SX)

FELICE               Tesoro mio, ma perché non ti calmi, ia? Ti sto correndo appresso da mezz'ora!

GEMMA            Non mi voglio calmare, va bene? Voglio morire, così il mio signor marito sarà libero di fare il suo porco comodo! Io mi sono sposata un traditore, un birbante! Non ne posso più!

FELICE               Ci siamo fatti la croce, eh? Incomincia un’altra giornata!

PASQUALE       Un poco di pazienza! So’ femmene! ‘A capa nun è bona.

GEMMA            Per esempio, stamattina siamo usciti d'amore e d'accordo. Gli avevo detto: voglio andare a fare le spese ai Grandi Magazzini, accompagnami.

FELICE               E io ho acconsentito. Siamo saliti al secondo piano, dove si vendono le mantelline. Ci stava una commessa, brutta come la morte, però piena di maniera, piena di cortesia! Appena mi ha visto, ha cominciato a fare un poco di cerimonie: "Che cosa comanda il Signore? In che cosa possiamo servirla?"

PASQUALE       Ma voi la conoscevate, questa ragazza?

FELICE               No, no! Mai vista!

GEMMA            Vedete quanto è bugiardo! Quando non si conosce una persona, non si fanno tutte quelle smorfie! La civetta, a me, non mi aveva visto perché ero rimasta più indietro e si credeva che il signorino stava solo! Capisci? E mi sono dovuta sopportare quella bella scena! Lei che si strusciava tutta quanta e lui tutto ringalluzzito! Cretino!

FELICE               Che ha detto? Che ha detto?

PASQUALE       Vi ha chiamato cretino.

FELICE               Ah, va bene! (Faccia di chi rinuncia alla risposta per paura di una rissa in cui avrebbe la peggio)

GEMMA            Non so chi mi ha trattenuto, altrimenti afferravo quella disgraziata per i capelli e la strascinavo per tutti i Grandi Magazzini!

PASQUALE       'Ave ragione 'a signora.

FELICE               Guarda questo! Questo le dà pure ragione! Mo' ti do un pugno in testa! Vai, vai… vai a preparare il pranzo, baccalà!

PASQUALE       Baccalà non ce n’abbiamo. La signora dice che fanno peso allo stomaco.

(Pasquale esce a DX)


FELICE               Amore mio! Io non faccio niente di male, mi devi credere! E' appena un anno che siamo sposati! Ma perché ci dobbiamo pigliare tanta collera? Tu tieni l'esempio di papà e mamma tua! Trentaquattro anni di matrimonio e fra di loro non c'è stato mai uno screzio, mai una discussione, sempre d'accordo, sempre in perfetta armonia.

GEMMA            E vuoi mettere papà con te? Ma papà mio è un santo! Papà mio una sola donna ha conosciuto ed è stata quella santa di mammà!

FELICE               Ma perché fai così? Ma ti rendi conto? Io ti giuro che non guardo nessuna donna!

GEMMA            No?

(Nell’azione Felice si avvicina a Gemma e l’abbraccia amorevolmente. Gemma accetta, anche perché vuole scoprire “la verità”)

FELICE               Io voglio bene a te, solo a te!

GEMMA            Non ti credo!

FELICE               Ma perché non mi credi?

GEMMA            E la commessa?

(Alfredo entra da DX)

ALFREDO         E' permesso? Uh! Scusate…

GEMMA            Qua sta Alfredo.

(GEMMA e ALFREDO si scambiano baci, sonoramente)

ALFREDO         Sorellina mia! Caro Felice! Scusate se vi disturbo. Di solito vi litigate sempre e invece adesso vi trovo abbracciati. Scusate! Scusate!

FELICE               Allora, che mi racconti? Com’è andato l'esame all'università?

ALFREDO         Ma caro cognato, quale esame? Io sono stato bocciato!

FELICE               Bene!

ALFREDO         E' la terza bocciatura!

FELICE               Complimenti!

ALFREDO         Grazie! Però papà non sa niente e continua a mandarmi il mensile per studiare a Napoli. (Goliardicamente) Ma io sono giovane e mi voglio divertire! Tanto papà sta carico di soldi!

GEMMA            Da quanto tempo non vedi papà e mamma? Stanno bene?

ALFREDO         Benissimo, sempre d'amore e d'accordo come due colombi.

FELICE               Gemma, amore mio, scusa eh? Devo fare una scappata al Caffè d'Italia, all'angolo. Tengo appuntamento con una persona alla quale prestai 500 lire, e voglio vedere se me le restituisce. E' importante!


GEMMA            Per quanto tempo ti allontani?

Durante l’azione Pasquale attraversa la scena da DX a SX)

FELICE               Dieci minuti e torno. Alfre', falle 'nu poco 'e compagnia, eh? (Complimentoso, per accaparrarsi la benevolenza della moglie) Quanto si' bella stamattina, si' 'na rosella 'e maggio! Zuccherie'! (Felice esce da DX e, sonoramente, manda un bacio alla moglie)

GEMMA            Mi manda i baci!?! Certamente ha un appuntamento con una donna! Si crede che io non l'ho capito! Che so' scema!

ALFREDO         Be', ma mo' calmati.  Gemma mia, sono venuto per parlarti del mio prossimo matrimonio. Questa volta ho deciso, ho dato la mia parola. Me so' proprio 'nnammorato! 'Sta guagliona è 'no zucchero. E' 'na rosella 'e maggio!

GEMMA            E' ricca?

ALFREDO         Ricchissima!

GEMMA            Allora, raccontami.

ALFREDO         Il padre si chiama Don Carlo Persegoni, un ignorantone, è di Casoria, commerciante di maiali.

GEMMA            Ma come, Alfre'? Commerciante di maiali?

ALFREDO         Sì, ma sta carico di soldi. Non tiene nessuno, solo questa figlia, che è un angelo! Si chiama Concettina, bella e simpatica, anche se molto ingenua, molto timida. L'ho conosciuta in casa di amici, qui a Napoli, dove loro sono venuti in gita.

GEMMA            Bravo! Li hai portati a Sorrento a conoscere a mammà e papà?

ALFREDO         Non ancora, prima li porto da te e domani li porto a Sorrento.

GEMMA            Benissimo, visto che vengono qui, mangerete tutti con noi. Sisina! Pasquale!

(Pasquale e Sisina entrano da SX)

SISINA               Che è stato, signo'? Comandate!

GEMMA            Prepara per altre tre persone.

PASQUALE       Altre tre persone? Hai capito Sisi'?  Vengono a mangiare altre tre persone!!

GEMMA            Ma perché ti dà fastidio?

PASQUALE       No, pa’ ‘mmore 'e Dio! Voi siete la padrona! Altre tre persone! E quando usciamo, noi? Mai! Mai!

SISINA               Zitto, zitto!

(Pasquale e Sisina escono a DX)


ALFREDO         Grazie, sorellina! Adesso vado e torno subito con Concettina e il mio futuro suocero. (Alfredo esce a DX)

GEMMA            E guarda se mio marito torna! Ma se fra cinque minuti non sta qua, vado al Caffè d'Italia e se lo trovo con una donna la faccio finita. Mi separo legalmente, non voglio sentire ragioni!

(Gemma esce a SX. Pasquale e Sisina entrano da DX)

PASQUALE       Niente! Niente! E il padrone ancora non torna! E io quando ci vado all'elezione del Presidente dei Camerieri? Quando ?

SISINA               T'ho detto che non ti devi preoccupare, perché mo' intervengo io! Ue', siente che bella pensata ch'aggio fatto.

PASQUALE       Che pensata hai fatto, ia’?

SISINA               Aspetta! Eccola qua! Questa è una bottiglina di profumo di violetta. Questa bottiglina ci salverà, lascia fare a me. Zitto! Zitto! Me pare che sta tornando 'o padrone. Tu fallo parlare, lo devi distrarre, hai capito? Fallo parlare. Al resto ci penso io!

PASQUALE       Va bene, va bene.

(Felice entra da DX. Pasquale e Sisina parlano a bassa voce fra di loro, osservando Felice)

FELICE               Niente ... niente! Quell'assassino dell'amico mio ha saputo che lo vado cercando per farmi restituire i soldi che gli ho prestato e al Caffè d'Italia non si fa vedere più! Così aggio perso pure le 500 lire!

PASQUALE       Scusate, signo', vi vedo nervoso. Che vi è successo?

FELICE               Niente, niente, sono fatti miei.

(Mentre Felice sta di fronte a Pasquale, Sisina gli spruzza il profumo sulla giacca, alle spalle. Dopo azione Sisina esce a DX)

PASQUALE       Oggi avete invitati a pranzo, lo sapete?

FELICE               Invitati a pranzo? Allora andate a preparare, ché tengo pure parecchio appetito!

PASQUALE       Vado a preparare, vado. (Pasquale esce aDX)

FELICE               500 lire perdute! Io me ne andavo alle corse, mi giocavo un cavallo sicuro!

(Gemma entra da SX)

GEMMA            Finalmente sei tornato! L'amico tuo ti ha trattenuto un poco troppo! Tieni 10 minuti di ritardo!

FELICE               E abbiamo perso la coincidenza! No, tesoro mio, io ho aspettato, ma l'amico mio non è venuto.


GEMMA            No?

FELICE               Ah! Pasquale mi ha detto che teniamo invitati.

GEMMA            Sì, mio fratello Alfredo con la futura sposa e il padre.

FELICE               Alfredo sposa?

(Da SX entrano in silenzio Pasquale e Sisina)

GEMMA            Sì.

FELICE               E bravo! Così oggi ti potrò vedere finalmente con un poco di buon umore! Vieni accà, dammi un bacio.

(Si abbracciano)

GEMMA            Un momento! E che è 'sto profumo di violetta?

FELICE               Ma che è stato? Che stai annusando? Tu me pare 'nu cane!

(Pasquale e Sisina ascoltano, facendo finta di spolverare e riordinare)

GEMMA            Feli', non negare l'evidenza! Tu puzzi di violetta! Questo è un profumo femminile. Chi te lo ha messo addosso?

FELICE               E' vero! Pare proprio violetta! E come va che lo tengo addosso?

GEMMA            Adesso fa l'ingenuo! Silenzio, traditore!! Chissà dove sei andato, quando sei uscito! Con quale donna ti sei incontrato di nascosto!

FELICE               Amore mio, ti sbagli, guarda, io ti giuro che sono innocente.

GEMMA            Innocente? (Rivolta a Pasquale e Sisina) Lo sentite anche voi questo odore di violetta?

PASQUALE       (Allusivo ed ammiccante) Come no? Si sente! E' profumo di violetta!

SISINA               (Allusiva ed ammiccante) E' un profumo da femmina! Ma da dove viene, chissà?

PASQUALE       Non saprei, mia cara.

GEMMA            E' una puzza che tiene addosso mio marito. E' il profumo di qualche sua amante che lui va a trovare di nascosto. Sì, ma voi mi farete da testimoni perché io mi voglio dividere! In questa casa non ci voglio stare più!

FELICE               E vattene, vattene! Lasciami in pace una volta e per sempre!

GEMMA            (Rivolta a Pasquale e Sisina) Avete sentito? Mi caccia di casa! Ma tu sei un mostro! Io me ne vado! (Al marito) Si, me ne torno da mammà domani stesso! Non ci voglio stare più con te! Me ne torno nella mia casa di Sorrento!

(Gemma esce a SX, Sisina e Pasquale escono a DX, Felice a SX. Alfredo, don Carlo e Concettina entrano da DX)


ALFREDO         Favorite don Carlo, senza cerimonie!

DON CARLO    E vieni, vieni senza vergogna. Grazie, molto gentilmente. Beh, ma siamo sicuri che non diamo fastidio qua?

ALFREDO         Ma niente affatto. Prego, accomodatevi, nessun fastidio. Mia sorella sarà felicissima di fare la vostra conoscenza

DON CARLO    Bravo, allora va bene. No, sapete perché? Perché io non voglio creare disordini, perturbazioni.. come si dice.., il mio solo desiderio è di stare tranquillo tra gente pacifica. Io amo il silenzio… si, si… abituato a stare sempre in campagna dall’infanticidio… si, si da ragazzo… sempre in mezzo a pecore, vacche, maiali…ah bello! La città? Che ammuina la città! Io poi quest’anno sono stato un poco ammalato. Ho dovuto andare dal medico che mi ha dato la bellezza di 10 serenghe, che mi sono dovuto fare qui, sottocatania.

CONCETTA      Si dice sottocutanea… se vi sentisse zia Redenta

ALFREDO         Ma vi assicuro, don Carlo, che questa casa è un paradiso di tranquillità, un ritiro spirituale. Sono contento che siete qua…(leggermente imbarazzato)…volete restare a pranzo qua?

DON CARLO    Non so…io mangio particolare…

ALFREDO         Con le mani…

DON CARLO    Ma quanto mai… cosa dite?…Io mangio con la coltella e la forca…

ALFREDO         Con l’impiccato!

DON CARLO    (Ignorando l’allusione, correggendosi) La forchetta….Io volevo dire che sono vegetale…

ALFREDO         (Al pubblico) No, è proprio un animale!

DON CARLO    (Proseguendo) Mangio solo verdura e frutta…

ALFREDO         Vegetariano…ma sicuro, abbiamo tutti i cibi e tanta verdura per voi. Signorina, vi volete sedere vicino a me? Qua, qua, qua…

CONCETTA      Seduta vicino ad un giovanotto in una casa estranea… e se lo sa zia Redenta

ALFREDO         Ma chi è questa Redenta?

DON CARLO    Siediti qua tu, piccerè, qua… ed io mi metto un poco qua, qua vicino a voi. Dunque… zia Redenta è una mia sorella che è suora nel convento delle Lamentatrici della chiesa di San Liborio alla Pignasecca. Essa, mia sorella, se l’è cresciuta da bambina… perché questa piccolina è scorfana … si è una scorfana di madre. L’ha imparato di tutto… le ha insegnato a memoria tutto il cataclisma di Dio..

CONCETTA      Catechismo, papà

DON CARLO    E’ lo stesso… quello ha capito. Questa ha studiato, questa qua. Io invece … che vi devo dire… mi sono fatto tutto da se…sono… come si dice?….un autoritratto.


(Vittorio e Rosaria entrano da DX)

VITTORIO         Eccoci qua, caro Alfredo.

ROSARIA          Siamo venuti a fare una visitina a Gemma.

ALFREDO         Don Carlo vi presento l’avvocato Vittorio Marulli e sua moglie Rosaria, amici di famiglia. La signorina Concettina e suo padre Don Carlo Persegone.

DON CARLO    Commercianto di maiali e proprietario terrestre. Io con i maiali ci ho fatto un sacco di soldi. Datemi la mano, venite qua.

VITTORIO         Ma, non saprei…

DON CARLO    Ma non vi mettete in sospensione. Si mette in sospensione per me! Ah!

VITTORIO         Simpatico

ROSARIA          E questa è la tua futura sposa? Complimenti, veramente graziosa.

DON CARLO    Grazie. La bontà vostra. Rispondi a papà.

CONCETTA      Grazie. Bontà vostra.

DON CARLO    Avete sentito, no? Risponde.. a domanda risponde

ROSARIA          Ed a quando i confetti?

DON CARLO    Uèh! Calma, calma… i confetti ed i franfellicché… Io prima devo conoscere la famiglia…

VITTORIO         Ma su questo potete stare tranquillo. Conosco questa famiglia da anni e posso garantire che questa è una casa dove regnano sovrane l’amore e l’armonia.

(Rumori di porcellane infrante. Dall’interno Gemma e Felice)

GEMMA            Non ti voglio vedere più, sei un mostro. Vattene!

FELICE               Tu sei una bella pazza. Per te ci vuole il manicomio… mi hai rovinato l’esistenza dal primo giorno che ti ho sposato

DON CARLO    Ma che sta succedendo la dentro?

CONCETTA      Papà, io mi metto paura. Voglio tornare in convento da zia Redenta.

ALFREDO         No, niente. E’ mia sorella Gemma che ogni tanto ha qualche piccola discussione con il marito. (Rivolto a Vittorio) Andate a vedere che sta succedendo..

DON CARLO    Qualche piccola discussione! Quelli si stanno uccidendo…

(Dall’interno Gemma e Felice)

GEMMA            Io non ne posso più, ti ammazzo!..

FELICE               Ti ammazzo io…perché tu mi stai avvelenando l’esistenza!

CONCETTA      Papà, andiamocene!

DON CARLO    Si capisce che ce ne andiamo. Ah! Questa è la famiglia vostra...si? Questa è la casa dove regna la pace, la serenità? Questi sono cani e gatti! Andiamocene!


CONCETTA      Andiamo, papà, andiamo.

(Don Carlo e Concettina escono a DX)

ALFREDO         Sangue di Bacco! E come faccio! E questo è un guiao… (Cercando di recuperare la situazione verso don Carlo, supplicante ed accomodante) Don Carlo… Papà, papà….

(Alfredo esce a DX e dopo un attimo entrano da SX Felice e Gemma)

FELICE               Lasciami stare! Basta, mi hai stufato!

VITTORIO         (A Felice) Ma calmati!

GEMMA            Non voglio sentire ragioni, voglio chiudere!

ROSARIA          Gemma… cosa stai dicendo?

VITTORIO         Ma insomma, si può sapere che è successo?

GEMMA            Mi vergogno pure a dirlo… ma la sentite la puzza che tiene addosso mio marito?

VITTORIO         (Avvicinandosi a Felice ed odorandolo) E’ vero… tu odori di violetta! Ma come mai?

FELICE               (Spazientito ed incapace a dare una ragionevole spiegazione) Non lo so…non lo so!

GEMMA            (Ormai convinta che il marito le nasconda qualcosa) Vedete un po’…Ha addosso un profumo di violetta e non sa come mai! E’ un imbroglione! Mi voglio dividere…mi voglio separare!

FELICE               Va bene, per me anche domani!

GEMMA            (Dispettosa) Per me anche stasera!

ROSARIA          (Cerca di mettere pace) Gemma, scusa non esagerare! Ma questa non mi sembra una ragione sufficiente per separarsi dal marito! Stai facendo tutta questa ammuina! Per un po’ di violetta!

FELICE               Quasi mi fa crepare di rabbia!

GEMMA            No! Io crepo di rabbia! Rosaria tu sei una donna troppo ingenua e debole…stai attenta…bisogna sempre diffidare dei mariti! Ed io a lui non lo credo!

ROSARIA          Ma nessuna moglie fa così… scusa!

GEMMA            Io faccio quello che mi pare e piace e non devo dare conto a nessuno! (A Rosaria) Tu impicciati degli affari tuoi!

ROSARIA          (Piccata) Certo, hai ragione tu! Io ho parlato così per il tuo bene! (A Vittorio) Vittorio, andiamocene. Questi sono fatti che non ci riguardano.

VITTORIO         Aspetta un momento.


ROSARIA          No! Me ne voglio andare. Io resto amica di Gemma, ma adesso non ragiona!

(Rosaria esce a DX)

VITTORIO         (A Felice) Scusala, se l’è presa…

FELICE               Vittorio… anche io sono deciso! Domani andrò anche io a Sorrento… voglio essere presente quando Gemma darà la notizia ai genitori…(Enfatico) Mi voglio discolpare… poi anche io chiederò la separazione…

GEMMA            Legale…Faremo la separazione legale!

FELICE               Certo!

VITTORIO         (Totalmente incredulo) Ma non fateci ridere! (Sicuro che tutto finirà in una bolla di sapone) Ci vediamo domani… a Sorrento, se andrai a Sorrento!

(Vittorio esce a DX. Felice e Gemma stanno qualche attimo in silenzio, ciascuno attendendo che sia l’altro il primo a parlare)

FELICE               (Con aria di rimprovero) Hai invitato la gente a pranzo, e mo’? Hai fatto questa bella figura!

GEMMA            Tu hai fatto una bella figura di fronte a tutti! (Risoluta) Basta, non ti voglio parlare più… Sisina, Sisina…

(Sisina entra da DX con in mano un piatto di portata con una vivanda)

SISINA               Comandate, signo’?

GEMMA            Me ne vado da donna Carmela al terzo piano. Me ne torno solo stasera, per dormire. Non mi venire a chiamare, perché non voglio sapere niente di nessuno!

(Gemma esce a DX)

FELICE               (Analogamente) Pasquale!

(Pasquale entra da DX con una bottiglia di vino in mano)

PASQUALE       Dite.

FELICE               Io esco…(cercando di trovare velocemente una destinazione) Vado a fare una partita a carte con don Vincenzo, qui sotto. (Altero) Non mi scocciare per nessuna ragione!

(Felice esce a DX. Alla sua uscita comparsata dei due servitori che, abbandonando vassoio e bottiglia, si apprestano ad andare alla riunione per l’elezione del presidente dei camerieri.)

ATTO 2°

(Camera soggiorno in una villa a Sorrento. Tavolo preparato per ricevere ospiti e sedie.)

MARIA               Giuseppina, Giuseppina… dove stai? Ma si può sapere che stai facendo?

(Giuseppina entra da DX)

GIUSEPPINA     Sto venendo ... eccomi qua!

MARIA               Finalmente!

GIUSEPPINA     Guardate che vi porto, guardate… (Mostra un mazzo di fiori)

MARIA               Gesù, quanto sono belli!

GIUSEPPINA     Li ha raccolti don Salvatore nel giardino, appositamente per voi…Ha detto: ” Portaceli alla signora, con gli omaggi di suo marito”.

MARIA               La verità, mio marito tiene sempre un pensiero affettuoso…Senti come sono profumati.

GIUSEPPINA     Come profumano…Mo’ li mettiamo dentro ad un vaso.

MARIA               E’ logico, no?

GIUSEPPINA     Voi siete una femmina fortunata, signora mia. Tenete un marito che vi adora. Mo’, sapete dove sta? Sta fuori in giardino, sta aspettando il giardiniere.. l’ha mandato a comprare le castagne candite. Ci ho detto: ”Don Salvatore andate dentro, mo’ l’aspetto io.” “Nossignore” ha risposto isso” lo voglio aspettare io, perché voglio fare una sorpresa a mia moglie, ma tu non le dire niente, mi raccomando”.

MARIA               Ma guardate quanto è affettuoso: io questa mattina avevo detto che mi sarei mangiata tanto volentieri un poco di castagne candite. Subito me le ha mandate a comperare. E così fa con tutto. Sono priva di esprimere un desiderio, che lui subito mi accontenta.

GIUSEPPINA     Signora, le attenzioni che tiene sempre questo marito vostro fanno venire il voltastomaco.

MARIA               Come, fanno rivoltare lo stomaco… me che stai dicendo? Ma che, sei scema?

GIUSEPPINA     No, voglio dire che fanno commuovere, ecco. Ti prende… come devo dire… come un mappuoglio nello stomaco per la tenerezza. Tutti i mariti, dopo qualche anno di matrimonio sono distratti, pure sgarbati. Il vostro no, tiene sempre quelle attenzioni da sposini in viaggio di nozze…dopo tanti anni. Fa venire il voltastomaco (Detto intenzionalmente e , per rimediare, cambia tono)… di commozione.


MARIA               E dalle, con questo voltastomaco. Mio marito è una persona eccezionale e tutte le mie amiche me lo hanno sempre invidiato. Dopo 34 anni che siamo sposati, non mi ricordo mai una litigata seria, mai una volta che mi avesse fatto pigliare un po’ di collera. Ne io ce ne ho fatto pigliare a lui. Sono 34 anni di pace e silenzio.

GIUSEPPINA     (Al pubblico) Questa casa è stata un camposanto… beata a voi, che vi devo dire, beata a voi… tenetevelo caro a vostro marito. E’ eccezionale davvero, un uomo eccezionale.

MARIA               Salvatore, Salvatore che fai? Perché non vieni? Il caffè è pronto! Sta dentro al giardino... io lo so che a quest’ora gli piace di prendere la tazzulella di caffè assieme a me, come una parentesi… una dolce sosta nella giornata e gli ho preparato anche una zolletta di zucchero… come piace a lui. Gli piace la zolletta!

GIUSEPPINA     Come fosse un cavallo!

MARIA               Andiamo a vedere, andiamo… non lo vedo proprio più adesso…

GIUSEPPINA     Ma stava qua, nel giardino…no, è la … si muove un cespuglio.

MARIA               Ma quando mai… quello è un cane! Non lo vedo, non lo vedo…

GIUSEPPINA     Ma dove sta?

Don Salvatore entra alle loro spalle

MARIA              Ma non lo so. Gesù, e si raffredda il caffè…

Don Salvatore fa allontanare Giuseppina e si ferma alle spalle della moglie.

SALVATORE    Buh!

MARIA               Ti possano uccidere. Mi hai fatto prendere questo spavento!

SALVATORE    Ti sei spaventata?

MARIA               E si capisce….

SALVATORE    E qua sta il maritino tuo… stavi in pensiero?

MARIA               E si! Il caffè è pronto, Salvatore.

SALVATORE    E allora piglimocelo subito questo caffè fatto con le tue manine d’oro. Prima, però ci sta una sorpresa. Indovina in po’ che cosa c’è qui nascosto

MARIA               Mo’ cominciamo con i segreti… e che tieni nascosto? Non lo so! E su andiamo, dimmelo, mo’ mi hai fatto incuriosire.

SALVATORE    Prima, mentre stavamo mangiando tu che hai detto?

MARIA               Che ho detto?

SALVATORE    Ma come? Ti è venuto uno sfizio, un vulio… un desiderio.

MARIA               Ah, si! La voglia di castagne candite.

SALVATORE   E qua stanno le castagne candite. Le ho fatte comprare io!


MARIA               E perché? Non era il caso… io l’ho detto così per dire…e tu ti sei precipitato… come se fossi incinta

SALVATORE    Ma che c’entra incinta! Ogni desiderio della moglie mia cara … per me è un comando. Andiamo su, uno a te ed uno a me. Poi una a te uno a me … tutte a te tutte a te… tutte a te.

MARIA              E poi tutte a me e mi fai affogare…

SALVATORE    (Rivolta a Giuseppina) Eh, nenné, complimenti… complimenti perché tu oggi mi hai fatto mangiare veramente bene, mi sento sazio.

GIUSEPPINA     Vi sentite sazio... solo oggi signo’…voi ogni giorno, con salute, mangiate e bevete bene!

MARIA               E si deve mantenere un poco il giovanotto mio. Guarda che pancia che tiene!

SALVATORE   Questo non è pancia… è muscolo rilassato. (Ride) Pure tu hai fatto un po’ di pancetta…

MARIA               Un poco pure io…

SALVATORE    Ma non ti preoccupare, è segno di salute. Prendiamoci il caffè! Questo è proprio il momento che ci vuole una bella tazza di caffè! Che profumo...che profumo!

GIUSEPPINA     Proprio come piace a voi.

SALVATORE    Che bel colore! Questo è il colore… colore manto di monaco, si chiama. Si riconosce il caffè fatto bene insomma da questo colore. (Beve il caffè)

GIUSEPPINA     Com’è?

SALVATORE    Una schifezza. Mammamia, che fetenzia. E’ tiepido e poi è troppo dolce. Il caffè buono deve essere amaro e bollente. Ma quante volte te lo devo dire che io voglio le cose fatte a mestiere… specialmente quando si tratta di roba da mangiare… io pago e pretendo …a chi devo dare conto?… Modestamente in paese mi sono fatto una posizione, tutti mi rispettano… il padreterno mi ha gratificato… a me e a mia moglie… ci ha dato innanzitutto la salute!

MARIA               E quella è la prima cosa!

SALVATORE    E poi due figli, uno meglio dell’altro. Il maschio e la femmina.

GIUSEPPINA     Quanto sono belli…       

SALVATORE    La femmina, che bel matrimonio che ha fatto… ma quanto si vogliono bene quei due giovani… io quando li vado a trovare a Napoli ... quando vedo la casa… che sono così innamorati, che si vogliono bene …io sono felice. E il maschio…

MARIA              Che bello guaglione..

SALVATORE    Un pezzo di ragazzo…alto un granatiere e intelligente…All’università… l’abbiamo portato all’università. Lui un giorno sarà il bastone della nostra vecchiaia, bella mia. E allora, mangiamo e beviamo, finché lo possiamo fare…


GIUSEPPINA     E per cent’anni…per cent’anni!

SALVATORE    Sparecchia, sparecchia perché oggi aspettiamo visite… don Camillo, l’avvocato, donna Maddalena… dobbiamo fare lo scopone!

MARIA               Ue', a proposito, ieri sera Don Camillo mi ha pregato se tu puoi parlare con Donna Maddalena, perché se lui non se la sposa non campa più.

SALVATORE    Uh, esagerazione! Cose che si dicono!

GIUSEPPINA     Scusate se mi intrufolo, eh? Ma a me 'sta Donna Maddalena mi sta talmente antipatica che se, io fossi un uomo, non la guarderei neanche in faccia! Si dà tante arie! Mi sembra la principessa sul pisello!

SALVATORE    Parla con rispetto, sai, di Donna Maddalena, prima di tutto perché è una gran dama e poi perché è una inquilina mia e non è una vaiassa comm' a te!

GIUSEPPINA     Eh ... che ... non fa niente (come se volesse abbandonare il discorso, per poi dire l’ultima parola)... chilla è essa che tiene tanta superbia.

SALVATORE    Oh, siente! Mi fai 'o piacere? Piglia 'sta roba e portatela dint' 'a cucina, va'!

GIUSEPPINA     Ho capito, ho capito. Però voi lo sapete, io sono riguardosa con tutti quanti, ma Donna Maddalena comanda come se fosse lei la padrona di questa casa e questa è la verità!

(Giuseppina esce a DX)

SALVATORE    Ti ho mandata in cucina! Cose 'e pazze!

MARIA               Ma non le dare retta! Lassa sta'! Te pigli tanta collera?

SALVATORE    Chissà quale volta di questa la licenzio, questa qua! Dunque, stavamo dicendo che Don Camillo si vorrebbe sposare a Donna Maddalena.

MARIA               Eh!

SALVATORE    Ma non è cosa, mugliera mia. Nun è cosa! Pare che Donna Maddalena, donna di gran classe, dopo la morte del marito ha avuto una crisi profonda, si è ritirata… non voleva vedere più a nessuno…sentiva le "voci", sì, aveva le visioni. Ma te pare che 'na femmena comm' a chella non avrebbe trovato un partito degno, di grande levatura morale, intellettuale, di grande casata.

MARIA               Ma chi è 'sta Donna Maddalena? La regina di Francia? Non esagerare! Don Camillo mi ha pregato: vorrebbe che tu parlassi con Donna Maddalena e tu mettessi una buona parola.

SALVATORE    Te pare, poi, che Donna Maddalena si va a sposare Don Camillo! Non per niente... Don Camillo è una brava persona, un bravo avvocato, ma quello è un complessato, eternamente attaccato alle gonnelle della madre, all'età sua! S'avisse a mette' scuorno solamente!


MARIA               E non fa niente! Almeno lo facciamo contento. E sta pure bene di posizione! E fagli 'sto piacere, iamme! E come la fai pesante! Ma ti dà tanto fastidio se quella gli dice di sì?

SALVATORE    No, e che m'importa a me? Figuriamoci! Mo', va be', se trovo il momento opportuno, a Don Camillo, ce parlo. Donna Maddalena lo mette in lista d'attesa ... e vediamo che succede.

MARIA               Va bene, mettilo in lista, ia'.

(Maddalena entra dal centro; ha una busta con la pigione in mano)

MADDALENA  E' permesso?

SALVATORE    Carissima Donna Maddalena... finalmente! Avanti!

MADDALENA  Cara Donna Maria, come state?

MARIA               Non c'è male ... prego, prego, accomodatevi. Ah, che buon odore di profumo profumato che tenete addosso!

MADDALENA  E' gelsomino! Io adoro il gelsomino. Vi ho portato il mensile del villino che mi avete affittato. Oggi è la fine del mese. Sono in perfetta regola.

SALVATORE    (Rivolto a Maria) Vedi come è precisa Donna Maddalena, come è puntuale! (Rivolto a Maddalena, scherzosamente intimativo) Avete fatto bene a portare i soldi, perché io avevo già preparato la citazione! (Cambiando tono) Ma non vi preoccupate, me li darete con la prossima mensilità.

MADDALENA  No, no... insisto.

SALVATORE    Non li posso accettare.

MADDALENA  Ma vi prego!

SALVATORE    Non li voglio neanche vedere!

MADDALENA  Don Salvatore!

SALVATORE    Mi rifiuto!

MARIA               E pigliatillo! Mo' stiamo qua fino a domani. (Rivolta a Maddalena) Scusate, eh? Tutti gli inquilini dovrebbero essere puntuali come voi! Sarebbe veramente un piacere!

SALVATORE    Ha ragione mia moglie. 'A verità! Presto, presto ... carta, penna, calamaio... voglio rilasciare una bella ricevuta a Donna Maddalena.

MADDALENA  Ma no, non c'è fretta. Me la darete domani.

SALVATORE    Ma perché? Voi siete stata così precisa, così puntuale. Avete portato i soldi, dovete avere la ricevuta. E' la prassi.

MARIA               Ecco qua, penna e calamaio... e la carta. (Sottovoce, a Salvatore) Ue' ... vieni acca', vieni acca' .. parlale, prima che viene Don Camillo. Io mo' faccio vedere che me ne vado dentro, eh? Donna Maddalena, permettete? (Con sussiego) Vado a prendere un fazzoletto dentro la camera mia e torno.


(Maria esce a SX)

MADDALENA  Ma prego... fate con comodo.

SALVATORE    E così, come vi trovate nel villino che vi ho affittato?

MADDALENA  Bene, molto bene, ve l'ho già detto.

SALVATORE    Ah, e vi hanno portato quelle piante di gerani che avevate ordinato per il giardino?

MADDALENA  Bellissime! Le ho fatte sistemare tutto intorno alla fontana.

SALVATORE    Ah ... la fontana! ... Che mi ricorda quella fontana! Che rimembranze!

MADDALENA  Vi prego... Don Salvatore!

SALVATORE    Beh? E' la verità! Come ho potuto essere così ardito da immaginare che una gran dama come voi, si sarebbe abbassata fino a me?

MADDALENA  Ma non dite così! State esagerando!

SALVATORE    No, non sbaglio, è la verità. Ricordate quella sera dell'estate scorsa? Voi eravate in giardino, io vi venni a trovare ... quanto eravate bella sotto la luna, con quella veste scollata! Un'apparizione! Voi mi prendeste per mano, mi portaste vicino alla fontana e mi diceste: “Guardate, quel povero pesciolino rosso è morto.”  “Ma nossignore!” dicetti io “quello dorme.” “No, no, no, è morto!” “No, sta dormendo.”... Allora voi, con un gesto graziosissimo, vi arravogliaste la manica sopra il braccio ... e io, nel vedere quelle carni nude, bianche come l'avorio…io perdetti il cervello…e vi baciai!

MADDALENA  (Turbata per quel ricordo) Don Salvatore, tacete, qualcuno può sentire!

SALVATORE    No, no, non vi preoccupate, quella, mia moglie, non sospetta di niente. Anche perché, in verità, io non l'ho mai tradita. In quanto a me, io mi auguro che voi perdonerete una persona che in quel momento... vi giuro, io non ho capito più niente!

MADDALENA  Ma io non ho più pensato a quell'episodio, state tranquillo!

SALVATORE    Grazie. Siete una gran dama.

MADDALENA  Grazie, molto gentile. (Cambiando tono e discorso) E così…e così don Camillo non viene stasera? Ma non dovevamo giocare a scopone?

SALVATORE    Non so, in verità, perché ritarda. In genere arriva prima di voi. (Rivolto agli spettatori) Ah, è questo il momento che mo' le dovrei parlare di quella faccenda che s'è tanto raccomandata mia moglie. (Rivolto a Maddalena) Sapete come si dice, Donna Maddalena, ambasciator non porta pena! Ci sta Don Camillo, l’avvocato, che è innamorato di voi. Vi vorrebbe sposare.

MADDALENA  (Compiaciuta e vanitosa) Lo so, lo so, lo so...

SALVATORE    Che bellilla!


MADDALENA  Sinceramente, me n'ero accorta anch'io, ma che volete che vi dica ... Don Camillo è una simpatica persona, un bravo avvocato, però… (Smorfia di perplessità sul possibile marito) In verità non voglio ancora risposarmi. Se un giorno mi deciderò a farlo ... ne riparleremo.

SALVATORE    Si capisce! Avete ragione! Io la penso come voi! Prendete tempo, Don Camillo sta là, chi se lo piglia quello! Ci sarebbero altre persone ben più degne di una simpatica amicizia, niente di carnale... un'amicizia come si dice plutonica… che magari potrebbe nascere vicino a una fontana, di sera!

MADDALENA  Vi prego! ... Don Salvatore, basta! Non ne parliamo più!

SALVATORE    Ma scusate...

MADDALENA  Silenzio, temerario!

(Maria entra da SX)

MARIA               Sta arrivando don Camillo, lo visto dalla finestra (Rivolta a Maddalena)…Scusate. (Rivolta a Salvatore) Salvato’, Salvatore che hai fatto, le hai parlato?

SALVATORE    Di che?

MARIA               Come? …Del fatto che don Camillo se la vuole sposare, che ha detto?

SALVATORE    Non ne vuole sapere, non si vuole risposare… ma tu, a don Camillo, non gli dire niente quando arriva… giochiamo a carte, se no quello si agita! Già quello è nervoso, apprensivo…poi ci inguaimo la serata!

(Camillo entra dal centro)

Camillo          Buonasera…buonasera a tutti…Ma che caldo, sono tutto una zuppa di sudore, ma che è…Africa! Un caldo così a Sorrento non si è mai visto… mai visto (Va verso Maria e le stringe la mano) Donna Maria!

Maria               Caro avvocato..

Camillo          Don Salvatore!

SALVATORE    Caro amico!

Camillo          Gentilissima donna Maddalena, omaggi devoti.(Calca la dizione, galante)

Maddalena  Carissimo don Camillo!

Maria               Avvocato, stasera vi vedo con la vostra solita faccia scura…stasera stiamo un poco in allegria, giochiamo a carte senza pensare ai guai!

Camillo          Signora mia consentitemi.. se io a volte tengo la faccia scura è perché anch’io ho i miei problemi: gli affari, le cause, mammina che sta poco bene … e poi ho una causa importantissima una separazione …mi fa stare preoccupato che non vi dico.


SALVATORE    Ma voi vi agitate troppo amico mio, vi fa male. Vedi ha la pelle del viso tutta tirata, brufoli, brufolini, la pelle tutta squamata… fa senso!

Camillo          Che c’entra… quello è il fegato che non funziona bene.

SALVATORE    E perché non funzione bene?… Perché vi agitate troppo, bello mio. Questo fatto che si lamenta con gli amici: “le donne mi allontanano… sono brutto... sono curioso…nessuno mi vuole per marito…”

Camillo          Ma quando mai… ma chi ve le ha dette queste cose. Ma che, tengo la rogna io?

SALVATORE    Tiene la rogna! L’ha detto lui… tiene la rogna! (Sfrutta l’opportunità di sminuire il rivale)

Camillo          Ma guarda un po’, e ci crede pure! ...Sono tutti fattori nervosi… Quella è mammà che mi mette in croce, mi consiglia sempre (Ripetendo a pappagallo ciò che dice la madre) di stare attento alle donne che sono tutte menzognere… pericolose.

SALVATORE    E quando ci sediamo per giocare a carte addiventa proprio scemo!

Camillo          E che c’entra scemo… è che ieri sera stavo un po’ preoccupato e non ci stavo con la testa .. tutto qua. Mi dispiacque solo per donna Maddalena, che giocava a compagno con me e si arrabbiava… giustamente.

Maddalena  (Salottiera) Ma no, mi infastidiva che don Salvatore e donna Maria qua vincevano così facilmente…e ci prendevano in giro. Perdere al gioco mi ha sempre dato ai nervi.

SALVATORE    E allora vi do un consiglio, donna Maddalena, cambiate compagno di gioco perché questo è proprio una scamorza.

(Don Camillo è tra l’imbarazzato e l’offeso)

Maria               Va bene, mo’, non esageriamo don Camillo perde a carte, perché è fortunato in amore.

SALVATORE    No, no! Don Camillo perde a carte perché non sa giocare.

Camillo          Questo è quello che dite voi! Ma questa sera io e donna Maddalena ci prendiamo la rivincita! E’ vero, donna Maddalena?

(Maddalena annuisce benevola)

SALVATORE    Allora diamo inizio alla disfida di Barletta… Accomodatevi, accomodatevi.  Giuseppina… Giuseppi’…Dove stai? Non la trovo mai!!

(Giuseppina entra dal CENTRO)

Giuseppina     Comandate, signo’.

SALVATORE    Vieni qua, vieni qua. Portaci un mazzo di carte e accendi la luce!

Giuseppina     Subito, vi servo subito… Stavo innaffiando le piante dentro al giardino… stavano tutte asciutte asciutte, signo’.


Maddalena  Si può avere un bicchier d’acqua?

SALVATORE    Un bicchiere d’acqua? Ma si capisce! (Galante) Come lo desiderate? Con la menta, l’amarena, l’anice? Dite, dite.

Maddalena  No, no grazie. Un semplice bicchier d’acqua.

SALVATORE    (A Giuseppina) Hai sentito?… Un bel bicchiere d’acqua per la signora… falla scorrere … bella gelata gelata!

Giuseppina     Ho capito. Vi servo subito! Ho capito…(Allontanandosi) E che esagerazione! Per un bicchiere d’acqua!

(Giuseppina esce a DX)

SALVATORE    Scusate, quella è scostumata, abbiate pazienza… (Rivolto alla porta d cui è uscita Giuseppina) e a te domani ti licenzio…

Maria               E va bene, andiamo che licenzi… Giuseppina è un poco nervosetta, ma è una brava guagliona

CAMILLO          Permettete? Una parola alla signora

MARIA               A me?!

CAMILLO          Signo', consentitemi. Vostro marito ha parlato con Donna Maddalena?

MARIA               Non ancora... dovete tenere un poco di pazienza.

SALVATORE    Ue? Oh? Vogliamo incominciare?

MADDALENA  Non vi spazientite! Siamo pronti.

SALVATORE    Stavo dicendo, giochiamo come al solito, eh? Pastarelle e marsala.

CAMILLO          E certo! E’ la rivincita, come al solito.

SALVATORE    La rivincita? Allora preparate i soldi che già avete perso!

CAMILLO          Come è convinto! Come è convinto!

(Giuseppina entra da DX  con un vassoio)

GIUSEPPINA     Ecco qua l'acqua gelata.

MADDALENA  Grazie.

GIUSEPPINA     Don Salvatore, è arrivato Don Vittorio, l'amico vostro.

SALVATORE    Fatelo entrare.

(Giuseppina esce al CENTRO e rientra accompagnando Vittorio: durante l’azione mette in ordine cose nella stanza)

GIUSEPPINA     Prego, prego, accomodatevi.

VITTORIO         Signori ... buona sera a tutti!

MARIA               Ue', caro Don Vittorio. Prego, prego, accomodatevi.

VITTORIO         Grazie, grazie! Sono tornato un'ora fa da Napoli, sono passato un momento da casa mia e poi subito sono venuto qua.


MARIA               E vostra moglie, perché non l'avete portata?

VITTORIO         Era un poco stanca e si scusa. Domani vi verrà a trovare. (Rivolto a Salvatore)  Permettete una parola alla signora?

SALVATORE    Prego ... prego.

VITTORIO         Grazie, grazie! (In disparte, a Maria) Signora, mandate via l’avvocato e Donna Maddalena. Vi devo parlare di una cosa seria.

MARIA               Avvoca', di che si tratta?

VITTORIO         Una cosa importante! Vi devo parlare di vostra figlia.

MARIA               (Spaventata) Di Gemma? Oh madonna santa, che è successo?

SALVATORE    (Spazientito) Ue'! Avete finito di confessarvi? Lo scopone

CAMILLO          (Ha voglia di dimostrare che vincerà) Su, su …cominciamo!

VITTORIO         Prego ... prego ... scusate.

MADDALENA  Allora, chi fa le carte?

CAMILLO          La signora.

MARIA               (Ritornata al tavolo da gioco) No, no, abbiate pazienza, ma non mi sento di giocare, stasera. Non mi sento molto bene.

CAMILLO          Oh, signo', che vi sentite?

MARIA               Mah ... non lo so! Mi sento accussì strana ... un'oppressione sullo stomaco!

SALVATORE    (Sottovaluta il malore, per poter giocare) Esci un poco fuori al giardino, piglia un poco d'aria.

MADDALENA  Ma certo, un poco d'aria vi farà sicuramente bene!

CAMILLO          (Esagerato) Signo', consentitemi! Vado a chiamare subito un medico.

MARIA               No, per carità, è una cosa da niente! Mi gira un poco la testa!

SALVATORE    (Capisce che è una cosa seria e si allarma) Ma guarda come sta pallida! Giuseppina! Giuseppina!

GIUSEPPINA     Comandate, signo'.

SALVATORE    Subito, subito! La bottiglia dell'aceto!

GIUSEPPINA     Perché?

SALVATORE    Perché così voglio io! Ha 'dda sape' pure il perchè!

MARIA               Nossignore! E' 'na cosa passeggera. Però scusate mi vorrei andare a sdraiare nu poco sopra 'o letto.

MADDALENA  Ma prego! Fate, fate pure!

SALVATORE    Fammi sentire il polso.

MARIA               (sottovoce, a Salvatore) Non tengo niente, statte zitto!

GIUSEPPINA     Don Salvatore, questa è stata la sorpresa che le avete fatto…le castagne candite. Le sono rimaste 'ncopp' 'o stommaco! Mo' vi preparo la camomilla, avete capito?

(Giuseppina esce a DX)


MADDALENA  Vedrete che con un poco di riposo vi passerà tutto. Visto che non vi sentite bene, sarà meglio che noi togliamo il disturbo.

CAMILLO          Sì, sì, si.

MARIA               Per carità, se volete restare ...

MADDALENA  No, no, grazie. Don Salvatore, arrivederci a domani.

SALVATORE    Mi dispiace signo' che mo' la serata è fernuta malamente!

CAMILLO          Non fa niente! E' meglio che andiamo, anche perché mammina certamente starà già in pensiero. (Rivolto a Donna Maddalena) Posso accompagnarvi?

MADDALENA  Grazie, molto gentile!

CAMILLO          (Rivolto a Vittorio) Avvoca', voi scendete?

VITTORIO         No grazie, resto un poco con Don Salvatore.

CAMILLO          E allora ... arrivederci eh? ... arrivederci!

MADDALENA  Dateci buone notizie e fateci sapere come vi sentite.

MARIA               Certamente! Grazie assai! A domani eh?!

(Camillo e Maddalena escono insieme al CENTRO)

MARIA               Dunque, avvocato che cosa mi dovete dire di mia figlia?

SALVATORE    Un momento, un momento. Ma tu non dovevi andare a stenderti sul letto?

MARIA               Salvatore, ma tu non hai capito niente? La mia è stata tutta una finzione, che ho fatto per mandare via quei due!

SALVATORE    Una finzione? E perché?

MARIA               Perché Vittorio qua ha detto: ”Mandateli via, perché vi devo parlare urgentemente di vostra figlia!!”

VITTORIO         Si tratta di una faccenda riservata!

SALVATORE    Va bene e che è successo?

MARIA               Parlate avvocato!

SALVATORE    Qualche disgrazia?

MARIA              Gemma sta malata?

VITTORIO        No, niente di tutto questo, rassicuratevi. Gemma e suo marito si vogliono separare legalmente!

MARIA               Si vogliono separare? Ma voi che dite!!

SALVATORE    E perché??

VITTORIO         Per una litigata terribile che hanno fatto stamattina. Io mi trovavo a casa loro con mia moglie Rosaria e non vi dico Don Salvatore, è successo l’inferno. Hanno stabilito che si vogliono separare e non hanno voluto sentire ragione. Da un momento all’altro li vedete arrivare qua.

SALVATORE    Ma come, vengono qua?


VITTORIO         E si, perché Felice si vuole giustificare con voi. Dice che voi dovete sentire le sue ragioni.

MARIA               Oh Madonna dei sette dolori! Ma è pazza sta figlia mia, vuole lasciare il marito? E noi che figura facciamo?

SALVATORE    Ma tu capisci! Quando si viene a sapere una cosa del genere qua a Sorrento, che figura, che vergogna e dove la mettiamo la faccia!!

MARIA               Che vergogna, che vergogna.!!

VITTORIO         Mia moglie ed io abbiamo tentato di tutto per dissuaderli, ma non c’è stato verso. Sono decisi. (Disperazione dei due genitori con esclamazioni che si sovrappongono)

(Giuseppina entra da DX)

GIUSEPPINA     Ecco qua, signora. Prendetevi questa camomilla che vi fa bene!!

SALVATORE    Non serve più sta camomilla!! Portatella via!! (Urlando sgarbatamente)

GIUSEPPINA     (Spaventata) E mamma mia. Una crede di fare una cosa buona! (Esce a DX ciabattando e commenta al pubblico) E che gente, selvaggi, zulù, zulù!

SALVATORE   Vai dentro la cucina, vai!!

VITTORIO         Vedendo che il litigio era insanabile, ho creduto giusto avvertirvi. E perciò siamo partiti da Napoli prima del previsto.

MARIA               Siete stato gentilissimo come sempre. Grazie avvocato.

SALVATORE    Ma come Felice si vuole giustificare con me? Ma allora è Gemma, mia figlia, che si vuole separare!

VITTORIO         Si lei, inizialmente. Ma poi si è deciso anche lui. Dice che la moglie è una pazza, che tiene un carattere insopportabile, insomma che si è stancato e non ne può più!

SALVATORE    E ha ragione!! Felice ha ragione, mia figlia è una pazza scombinata. (Rivolto alla moglie) Ma ti ricordi cosa ci ha fatto passare quando era bambina. E voglio la collanina, e voglio la bamboletta. Non era mai contenta! E tu gliele davi tutte vinte, moglie mia! Ma io te lo dicevo: tu glie le dai tutte vinte e la stai rovinando e così è stato… e l’hai inguaiata.

MARIA               (Amara) Avete capito avvocato! Mo si scopre che la colpa di quello che è successo è tutta mia.

SALVATORE   E si capisce perché non era quella l’educazione da dare ad una figlia.

MARIA               E perché non gliel’hai data tu l’educazione?

SALVATORE    Ma come gliela davo io l’educazione? Ma io non potevo parlare che tu mi saltavi addosso.

MARIA               No, caro mio. Non parlavi perché, in verità, non ti sei mai interessato della famiglia. Tu pensavi solo agli affari!!


SALVATORE    Io pensavo agli affari? Ma dimmi a me, dimmi a me: ti è mai mancato niente a te? Avvocato mio, ma che ne sapete voi. Io ho faticato come un ciuccio per tutta la vita in questa casa (Due volte battendo le mani sulla tavolo e per il rumore entra Giuseppina)

(Giuseppina entra da DX)

GIUSEPPINA     Avete chiamato?

SALVATORE    (Sempre sgarbato) Non ho chiamato!! Vattenne in cucina!!

GIUSEPPINA     (Ad alta voce, spaventata) Mamma mia che è stato?? (Rivolta a Salvatore) Mi fate impressione, signo’!

(Giuseppina scappa via a DX)

VITTORIO         Don Salvatore, e via, calmatevi!

SALVATORE    Macchè calmatevi e calmatevi! Mo basta adesso, mo’ la misura è colma, mo’ ti faccio vedere io come si fa il padre!

VITTORIO         E che volete fare?

SALVATORE    (Imbarazzato ed indeciso) Appena arriva tua figlia, me ne vado io!

MARIA               Te ne vai?

SALVATORE    Si!

MARIA               E dove vai??

SALVATORE    Non lo so, vado lontano da questa città, parto!

MARIA               E vattene, e vattene! Mo te ne devi andare. Dopo 34 anni che siamo sposati è la prima volta che parli così. Allora vuol dire che ti sei proprio scocciato di me!!

SALVATORE    E finalmente lo hai capito!! Mi sono scocciato di tutti voi!

MARIA               Non è giusto. Non è giusto perché dove la trovi un’altra moglie come me? Dove la trovi? (Alterata)

SALVATORE    La trovo, la trovo!

MARIA               E tieni il coraggio di lasciare me? (Comincia a piangere) Quanto sei brutto! (Piange)

SALVATORE    E siamo arrivati alle lacrime!! Tiene le lacrime nella borsetta! (Ironicamente)

VITTORIO         Finitela su. Don Salvatore, l’avete fatta piangere!

SALVATORE    E l’ho fatta piangere, perché quando io mi arrabbio divento tremendo, ecco! Ma che piangi a fa’! (Rivolto a Maria) La lascio… ma io non la lascerei mai. Io le voglio bene. Sono cose che si dicono quando uno si arrabbia. Quando uno si arrabbia deve dire qualcosa no?

VITTORIO         E mo’ basta su ! Quando mai avete fatto queste litigate? Ahhh (Verso di rimprovero)


MARIA               Mai, avvocato, mi dovete credere, mai. E’ stata la prima volta.

SALVATORE    Non sono abituato a litigare con mia moglie avvocato e quando lo faccio m’imbroglio ed esagero!!

VITTORIO         E va bene, però è finita mo’, abbracciatevi (Si abbracciano)

SALVATORE   Su, su, ti perdono!

MARIA               E non dici più quello che hai detto, brutto?

SALVATORE    E no, non lo dico più. Su, dammi un bacio. (Si baciano)

MARIA               Marito mio bello!

SALVATORE    Avanti su abbiamo fatto pace. (Rivolto a Vittorio) Avvocato, però volevo sapere da voi mo' che torna quella scombinata di mia figlia, noi come ci dobbiamo comportare?

MARIA               Come ci dobbiamo regolare? Gesù, li facciamo riflettere. Gli facciamo capire che fanno male a fare così.

VITTORIO         E’ giusto!

SALVATORE    No, no perché se poi litigano un’altra volta, se la pigliano con noi, che gli abbiamo fatto fare pace.

VITTORIO         E’ giusto, è giusto si. Dovrebbero fare pace spontaneamente, da soli senza che nessuno gli dice niente. Ma io prima Don Salvatore, quando ho visto che litigavate, ho avuto un’idea.

MARIA               Che idea?

VITTORIO         Che idea? Una grande trovata, un capo d’opera. Si, però dovreste essere molto naturali.

SALVATORE    Naturali a fare che cosa

VITTORIO         Una finzione, Don Salvatore venite qua...

SALVATORE    Come?

VITTORIO         Venite qua!

SALVATORE    No venite voi qua, io sto a casa mia, che vengo fino a là?

VITTORIO        Si, si. (Si avvicinano tutti al tavolo) Dunque accomodatevi prego. (Si siedono Maria e Salvatore, mentre Vittorio passeggia parlando) Dovete sapere miei cari, che anticamente a Sparta…

SALVATORE    Dove, dove?

VITTORIO         A Sparta.

SALVATORE    Avvocato, avevo capito a Taranto.

MARIA               Ma che ci azzecca Taranto, è un’altra città!

VITTORIO         No, Sparta è una città dell’antica Grecia: per ispirare nei giovani l’orrore ed il disgusto per l’ubriachezza, sapete cosa facevano?

SALVATORE    Avvocato io non c’ero, ditemelo voi cosa facevano.


VITTORIO         Facevano ubriacare gli schiavi. La vista di queste persone ubriache, senza più freni inibitori, faceva disgusto. Adesso voi dovreste...

SALVATORE    No, no, avvocato perdonate, tutto mi dovete chiedere, ma non di bere vino, l’alcool mi fa male!

MARIA               Nemmeno io mi posso ubriacare. Quello mi fa male mi fa venire mal di testa: io mi metto a ridere come una scema. (Ride)

SALVATORE    Quella diventa proprio scema!

MARIA               Non ci chiedete questo, per cortesia.

VITTORIO         Ma no, no ....io non intendevo questo. Io volevo dire… zitti, zitti, sento una carrozzella. Questa deve essere vostra figlia con il marito, venite di qua vi dico cosa dovete fare venite.

(, Maria e Salvatore si alzano e con Vittorio si avviano verso le camere a SX)

SALVATORE    Però vi prego non mi fate fare scene di schiavo di Taranto ubriaco, perché non lo posso fare, mi fa male lo stomaco!

VITTORIO         Ma nossignore!

MARIA               Stai zitto! Va bene andiamo, e la vuoi finire, e fammi sentire.

(Quando tutti sono usciti, dal CENTRO entrano Gemma, poi Giuseppina e, a seguire, Felice)

GEMMA            Come mai non c’è nessuno.

GIUSEPPINA     Uhh, che bella sorpresa signora mia, era da più di un mese che non vi vedevo. Che piacere vedervi!

GEMMA            Mamma e papà dove stanno?

GIUSEPPINA     Mò proprio stavano qua, mò ve li vado a chiamare.

GEMMA            No aspetta, pagami la carrozza e fai scaricare i miei bagagli.

GIUSEPPINA     Subito.

FELICE               Pagate pure la carrozza mia e portate sopra la mia valigia.

GIUSEPPINA     Subito. Ma che è? Marito e moglie vengono con due carrozze? (Ma si è mai vista una cosa del genere?)

FELICE               Dobbiamo dare conto a voi. Siamo venuti con due carrozze. Adesso andate!

GIUSEPPINA     Subito.

(Giuseppina esce verso il centro)

GEMMA            Posso sapere per quanto tempo ancora dovrò sopportare la vostra presenza e perché avete voluto accompagnarmi per forza fino a Sorrento.

FELICE               In treno, voi avete viaggiato nello scompartimento per signore sole, io in quello dei fumatori. Arrivati alla stazione abbiamo preso due carrozzelle. Mi dite che fastidio vi ho dato? (Cambia tono) Signora, non sfrogoliate la mazzarella di San Giuseppe!

GEMMA            E avete intenzione di restare in questa casa?

FELICE               Niente affatto. Quando avrò parlato con i vostri genitori, me ne andrò in albergo e domani me ne tornerò a Napoli, ma ci tengo a stare presente quando parlerete con loro.

GEMMA            Io racconterò tutta la verità!

FELICE               (In contrapposizione) E anche io! Bella notizia, eh, che siamo venuti a portare, ma non ci pensi che sentendo quello che è successo, quei due poveri vecchi possono pure morire per il dispiacere!

GEMMA            La colpa non è mia!

FELICE               Gemma, Gemma, noi stiamo ancora in tempo, papà e mammà tua non sanno ancora niente e, se vuoi, non lo sapranno mai! Rifletti bene, io sono innocente mi devi credere. (L’abbraccia amorevolmente)

GEMMA            (Rifiuta l’abbraccio) Da dove veniva quel profumo di violetta? Di chi era?

FELICE               Non lo so, mi devi credere, non lo so.

GEMMA            Non lo sai?

FELICE               No!!

GEMMA            Allora non ne parliamo più! O mi dici la verità, o sono decisa a separarmi!

FELICE               E fa quello che vuoi tu! Io lo faccio per tua madre e tuo padre, perché se poi ad uno di loro gli viene un colpo per il dispiacere… te lo trovi tu sulla coscienza! Adesso basta! Tu tieni la capa tosta e allora guarda…(Deciso) guarda dovrai essere tu a cercarmi scusa se vuoi fare pace. Perbacco!

GEMMA            (Con un “voi” a marcare le distanze) Non fate il lazzaro, ricordatevi che non stiamo in casa nostra qui siamo in casa di due santi. Questa è una chiesa!

(Dall’interno rumori di stoviglie rotte)

GEMMA            Madonna, è che è stato?

FELICE               (Ironico) Il terremoto dentro la chiesa!

(Dall’interno)

MARIA               Assassino.

SALVATORE    Ti devono uccidere.

(Maria entra da SX con una benda macchiata di sangue che le cinge il capo)

MARIA               Assassino, mio marito è un assassino! E’ un uomo senza cuore. Mamma mia e che dolore io mò muoio, io mò muoio!

GEMMA            Mammà, ma che è stato?

MARIA               (Rivolta prima a Gemma e poi a Felice) Figlia mia, tu stai qua? Ohh, pure tu stai qua, Felice. E’ stato o’ cielo che vi ha mandato.


GEMMA            Ma che è successo?

MARIA               (Enfaticamente tragica) Figli miei abbracciatemi. Figlia mia bella, dammi un bacio… e pure tu, Felice, dammi un bacio. Voi non sapete quanto ho bisogno del vostro affetto. Tuo padre, lo vedi (Indica la testa bendata), mi ha menato na’ spazzola in fronte! Due centimetri più a lato, e mi uccideva!

FELICE               Ma perché vostro marito ha fatto questo?

GEMMA            (Imbarazzata per la spiegazione che è chiamata a dare) Eh?

MARIA               Perché? (Generica) Perché è un infame! Non contento che mi aveva menato a’ spazzola in fronte, ha dato na’ bastonata ‘nfaccia a cristalliera e ha scassato tutte cose! Io non ci voglio stare più in questa casa, no! Portatemi con voi. Non voglio restare in mano a quel delinquente!

FELICE               E questo è asciuto pazzo.

GEMMA            Ma perché papà si comporta così?

MARIA               (Di nuovo imbarazzata dalla domanda) Eh… perché papà si comporta così?

GEMMA            Si!

MARIA               (Per prendere tempo) Eh perché papà si comporta così?  (Cambiando tono)

GEMMA            Si!

MARIA               Perché....(Incapace ad improvvisare) e non te lo posso dire… sono cose tremende… cose terribili. Signori, adesso salgo sopra il terrazzo e mi mengo abbascio. (Fa l’atto di avviarsi al balcone al CENTRO)

GEMMA            Noo! Felice, fermala!

FELICE               No, aspettate signora, che volete fare?

(Gemma e Felice la trattengono dall’ipotetico folle gesto)

MARIA               (Tragica) Lasciatemi. Voglio morire. Non mi trattenete, voglio salire sopra il terrazzo. Io mo’ moro, io mo’ moro. (Si accascia su una sedia)

(Salvatore entra da SX, anch’egli con una vistosa garza macchiata di sangue)

SALVATORE    (Rivolto alla moglie, non si accorge di figlia e genero) Ahh, stai qua… stai. Dunque, guarda io per stanotte mi arrangio nel salottino sopra al divano, ma domani lontano! Via da questa casa! Ma soprattutto lontano da te. Strega!

GEMMA            (Meravigliata di ciò che dice) Papà!

SALVATORE    Oh figlia mia, stai qua tu. Ohh, pure tu Felice stai qua. Figli miei, beati voi che non sapete quello che sta succedendo in questa casa. Cose tremende. Mi voglio dividere da questa strega.

MARIA               E quando o’ vuo' sapè, pure io mi voglio dividere! E al più presto.

GEMMA            Ma si può sapere cosa è successo?


FELICE               Ma per quale ragione vi volete separare?

SALVATORE    Dunque per quale ragione…(Anch’egli in evidente imbarazzo) Cose tremende, cose che non si possono raccontare! E’ meglio che non le conoscete.

MARIA               Bravo, tu mi vuoi lasciare?

SALVATORE    Si!

MARIA               E io mo’ mi vado a fare le valigie e domani me ne vado.

SALVATORE    Vattene! Non ti voglio più vedere.

MARIA               E mai più mi vedrai!

SALVATORE    Addio!

MARIA               Addio! (Insultandolo) Salvatore… puozz sculà.

(Maria esce verso SX)

SALVATORE    Uè! Tu e mammeta! Hai capito grandissima disgraziata. Non ti voglio più vedere!

(Salvatore esce a DX)

GEMMA            (Meravigliata della piega delle cose) Papà! (Al marito) Ma sono impazziti?

FELICE               (Sorridendo) Sentite queste sono cose dell’altro mondo!

GEMMA            Mi pare che non ci sia niente da ridere.

FELICE               Io rido per la combinazione, ma come… pure loro?

GEMMA            E’ chiaro che in una situazione simile, il nostro dovere è di intervenire seriamente, di mettere pace e di non farli separare.

FELICE               Sono d’accordo.

GEMMA            Separati non potrebbero sopravvivere, dopo trentaquattro anni di matrimonio.

FELICE               No!

GEMMA            Inoltre, non dobbiamo assolutamente far capire loro che anche noi abbiamo litigato e che ci vogliamo dividere.

FELICE               Ah, io certamente non parlo!

GEMMA            Facciamo così: faremo finta di andare d’amore e d’accordo. Poi quando loro avranno fatto pace, gli diremo la verità e parleremo della nostra decisione.

FELICE               Va bene facciamo così, amore mio. (Bacio)

(Giuseppina entra dal CENTRO)

GIUSEPPINA     Tutto a posto, le carrozzelle sono state pagate e i bagagli stanno fuori la sala.

GEMMA            Giuseppina vieni qua, dimmi una cosa: perché mammà e papà hanno litigato?

GIUSEPPINA     E io che ne so, stavano tutti d’amore e d’accordo poi all’improvviso a mammà gli è venuto uno svenimento e o’ signore pareva nu’ diavolo. Se l’è pigliato pure con me, se l’è pigliato!


(Salvatore entra da DX)

SALVATORE    Dove sta, dove sta quella strega di mia moglie? (Rivolto a Giuseppina) E tu che fai qua? Sei una pettegola, in cucina!

(Maria entra da SX)

MARIA               Figlia mia cara! (Accorgendosi della presenza del marito) Ah! Non lo sapevo che c’era pure lui.

SALVATORE    (Con ripicca) Io sto in casa mia.

MARIA               (Parlando con la figlia) Tu lo sai che qua la camera per voi non la teniamo vuol dire che stanotte ti coricherai con me, con mamma tua.

GEMMA            Va bene mammà.

SALVATORE    (Rivolto al genero) Abbi pazienza Felice, per stanotte ci arrangiamo nel salottino, tu sul divano e io sulla poltrona.

FELICE               Come volete voi.

MARIA               (Alla figlia) Mi dispiace che per stanotte ti devo dividere da tuo marito.

GEMMA            Va bene, per una notte.

FELICE               Non sarà la fine del mondo.

SALVATORE    Se no, posso andare io in albergo.

FELICE               Ma perché? Non c’è bisogno.

GEMMA            Vi assicuro che sono talmente stanca del viaggio, che appena mi metto a letto mi addormento.

FELICE               Pure io sono stanchissimo.

MARIA               Oh, vedete che testa che tengo, non vi ho chiesto nemmeno se volete mangiare qualcosa.

GEMMA            No grazie, io non tengo appetito.

FELICE               No, no io, la verità, un poco d’appetito lo tengo.

MARIA               Giuseppina, che ci sta da mangiare?

GIUSEPPINA     Ci sta mezzo pollo.

MARIA               E porta pure un poco di formaggio, e taglia qualche fetta di prosciutto.

GIUSEPPINA     Mo ci penso io, porto pure una bella bottiglia di vino, le pastarelle di mandorla che piacciono tanto alla signora qua. (Indicando Gemma; si avvia verso la cucina, ma viene fermata)

SALVATORE    No, no aspetta ragazza! Prepara anche uno stuzzichino per noi due un bel vassoio. Mettici dentro prosciutto, soppressata, salsicce, una bella forma di formaggio e na’ palata e pane cafone e nu’ fiasco e vino rosso per noi uomini.

GIUSEPPINA     Va bene. (Di nuovo fa l’atto di uscire, ma viene fermata)

MARIA               Aspetta! Ne prepari due di vassoi: l’altro lo porti in camera mia. Mia figlia tiene fame!


GIUSEPPINA    Vi servo subito.

(Giuseppina esce a DX. Nell’azione seguente coloro che sono in pace si salutano e si scambiano baci)

MARIA               Caro Felice buonanotte!

FELICE               Buonanotte, mammà!

SALVATORE    Buonanotte figlia mia bella, buonanotte e santa notte.

GEMMA            Buonanotte, papà.

MARIA               Che fai?… Te ne vai così e non lo saluti? Non gli dai il bacio della buonanotte?

GEMMA            A mio marito? Buonanotte marito mio. (Lancia un bacio che permetterà la successiva battuta di Salvatore)

SALVATORE    L’ha sputato in faccia!

FELICE               Buonanotte, moglie cara. (Lancia un bacio)

GEMMA            Papà, mammà, vi devo dire una cosa.

MARIA               (Speranzosa che sputi il rospo) Che cosa figlia mia?

GEMMA            Voglio la prova che adesso fate pace e vi volete veramente bene.

SALVATORE    E cioè?

GEMMA            Abbracciatevi e baciatevi anche voi.

SALVATORE    Un bacio a lei… a quella strega! Mai!

MARIA               Meglio la morte! Non si merita niente, questo mascalzone farabutto. Andiamo figlia mia.

(Madre e figlia escono a SX)

SALVATORE    Vieni Felice, vieni andiamo. In tribunale ti voglio vedere, in tribunale: condannata alla fucilazione prima e poi all’ergastolo. Vieni con me, vieni.

(Salvatore e Felice escono a DX. La scena si fa buia. Salvatore e Maria, in camicia da notte con moccolo di candela in mano, si vanno ad incontrare per darsi la buonanotte)

SALVATORE    Maria moglie mia.

MARIA               Marito mio bello.

SALVATORE    Buonanotte.

MARIA               Buonanotte.

SALVATORE    A domani.

MARIA               A domani.

SALVATORE    Amore mio.

MARIA               Gioia.

(Proseguono a soggetto)


ATTO 3°

(Camera soggiorno in una villa a Sorrento. Tavolo preparato per ricevere ospiti e sedie. Campanello interno.)

GIUSEPPINA     Un momento… sto venendo! Mamma mia, che giornata che abbiamo cominciato! Chi mi chiama a ‘na parte, chi mi chiama ‘nata, chi vuole il caffè amaro e chi lo vuole dolce. ....E poi...gente sposata, eh...dico gente sposata che dorme in camere separate? Ma come?.. Ognuno la mattina fa colazione per conto suo? Noo, e chisti non so’ marito e moglie, chisti so’ cani e gatti! (Campanello interno) Ecco che mi chiamano un’altra volta, chissà mo’ che vogliono! (Campanello interno) Vengo! Don Salvatò sto venendo, un momento!

(Giuseppina esce a DX, e da SX  entrano Vittorio e Maria)

VITTORIO         Signora cara, e allora, che è avvenuto? Mia moglie, lo sa, è molto preoccupata? Vorrebbe avere qualche notizia.

MARIA               Accomodatevi. (I due siedono) Purtroppo avevate ragione, sono decisi, si vogliono separare. E questa è na’ cosa che mi dispiace assai. Non tanto per quello che succederà qua a Sorrento quando la cosa si verrà a sapere, ma per mia figlia Gemma, povera figlia mia.

VITTORIO         E va bene, ma non vi preoccupate signora, vedrete che tutto si sistemerà. Voi fate come vi ho detto io e vedrete che Gemma e Felice faranno un’altra volta pace.

MARIA              Faranno pace? Ehi, e mo’ fanno pace! Voi non sapete quello che fu capace di fare Gemma per sposare Felice. E io glielo dicevo quando erano fidanzati “Felice non è l’uomo per te, è un farfallone, gli piacciono le donne, gli piace il gioco.” “Nossignore,” rispondeva essa, capatosta, “voglio a lui, voglio a Felice, voglio a Felice.” E mo’ s’è infelicitata… e ben le sta! Sapeste i dispiaceri e i dolori che sta provando quel pover’uomo di mio marito per questa situazione... Eh caro avvocato...

(Salvatore entra da DX)


SALVATORE   Ah, Maria.

MARIA              Uhè, Salvatore mio.

SALVATORE   Moglie mia cara, che nottata interminabile senza di te. Che brutta notte... Ah, buon giorno avvocato.

VITTORIO        Buon giorno, don Salvatò!

SALVATORE   (A Maria) Come hai riposato?

MARIA              Non ne parliamo proprio, non ho chiuso occhio. Gemma ha dormito un poco, poi si è svegliata e ha incominciato a smaniare. E Felice?

SALVATORE   Ihh, ha russato tutta la notte, mi ha fatto venire nu’ male ‘e capo, non ho chiuso occhio. Oh, non ti dico ieri sera, Felice, uh..., mi ha fatto un interrogatorio! Ha voluto sapere assolutamente perché io e te avevamo litigato.

VITTORIO        E voi che gli avete detto?

SALVATORE    Eh, che gli ho detto avvocà! Gli ho detto che mia moglie era diventata insopportabile per la gelosia, e che io non ne potevo più!

VITTORIO        Benissimo!

MARIA               Ed io? Perché pure io ho avuto l’interrogatorio! Ho detto che tu eri un libertino, uno scapestrato, e che mi avevi tradita.

SALVATORE   Io tradivo a te, pupatella mia. Amore mio! Avvocato, e mo’ che dobbiamo fare, dobbiamo insistere nella finzione?

VITTORIO        Si capisce! Almeno per tutta la giornata di oggi. Anzi, dovete aumentare la dose.

MARIA              (Smorfiosa, si alza) Si! Però facciamola finire presto questa finzione, perché io non mi fido di stare contrastata con Salvatore, nemmeno per scherzo.

SALVATORE   E nemmeno io, avvocà, me pare una cosa così strana! Avvocà, le posso dare un bacio?

VITTORIO        Senza esagerare, non commettiamo imprudenze!

SALVATORE   Sapete, se io adesso do un bacio a mia moglie, mi sento più pronto dopo ad affrontare altre scene di finzione, di litigate.

MARIA              (Compiaciuta dell’affetto del marito) Ma quanto è bello....Mi vuoi dà nu' bacio...

SALVATORE    (Fa cenno di assenso) Amore mio, amore caro, mogliera mia.

(Camillo entra dal CENTRO)

CAMILLO         E’ permesso? (Vedendo Maria e Salvatore in affettuosità) Scusate… fate, fate. Non vi mettete in soggezione per me. Vuol dire che vi sentite meglio. E mo’ porto subito la bella notizia a Donna Maddalena che ieri sera è stata tanto preoccupata per voi e non ha fatto altro che ripetermi: “Avvocà, mi raccomando! Domani, fatemi avere buone notizie di donna Maria.” Io mo’ subito glielo vado a dire, sta ‘na bellezza.


MARIA              E ringraziatela tanto da parte mia.

CAMILLO         Certo, certo don Salvatò. Scusate, se non mi sbaglio, mentre stavo entrando stavate dando un bacio a vostra moglie?

SALVATORE   E’ la verità!

CAMILLO         E allora mi usate la cortesia di continuare.

SALVATORE   A dire il vero, io non so cominciare la giornata se prima non do un bacio a mia moglie. Se non lo faccio, me pare malaugurio!

CAMILLO         E fate, fate il comodo vostro, prego accomodatevi.

(Felice entra da DX e vede la scena: Maria se ne accorge per tempo ed inveisce verso il marito)

MARIA              Scostati, lasciami stare.

VITTORIO        (Avvisa, sottovoce, a Salvatore) E’ entrato Felice.

MARIA              Che coraggio, che faccia tosta, non mi toccare!

CAMILLO         E’ uscita pazza la signora !

SALVATORE   La giornata finisce malamente, vado a finire carcerato.

CAMILLO         Pure voi don Salvatò, voi andavate così d’amore e d’accordo!

MARIA              Non mi toccare, mi vuole mettere le mani addosso. Guardio, guardio, chiamate un guardio.

SALVATORE   Ma chi ti tocca, non fare l’eterna martire. Falsa e bugiarda, questo sei: falsa e bugiarda.

FELICE              (Comprensivo) E finitela, mo’ calmatevi.

MARIA              Uhe! Caro Felice, stai qua?

FELICE              Sto qua, sto qua, ma voi vi dovete calmare, state facendo arrevutà tutto o palazzo. (A Vittorio) Ah, pure tu stai qua?

VITTORIO        Si, sono arrivato questa mattina da Napoli per un affare di premura.

FELICE               Don Camì, metteteci pure voi una buona parola. Ma lo sapete che papà e mammà si sono litigati e si vogliono dividere?

CAMILLO         (Cade dal pero, Salvatore e Camillo cercano di sviarne l’intervento) Si vogliono dividere? Loro due? Ma come è possibile, quelli mo’ si stavano baciando.

SALVATORE   Ah! Te l’ho detto pure poco fa, ci vogliamo separare.

CAMILLO         Eeeh! Si, si lo sapevo, ma mi credevo che stavano scherzando.

FELICE              No, no, no!

MARIA              E io per questo vi ho mandato a chiamare questa mattina.

CAMILLO         (Non ha compreso) A me?


MARIA              Si, mi voglio dividere, nun lo voglio vedè cchiù a questo delinquente! Adesso mi devo prima rimettere dal veleno che mi sono presa ieri e ‘sta notte. Più tardi fatevi vedere, perché vi devo consultare legalmente. E pure voi don Vittò, voglio un esercito di avvocati. Lo voglio vedere distrutto a ‘sto delinquente. Ci vediamo tra un’oretta in camera mia. Portatevi carta penna e calamaio... e il codice. Devo avere giustizia! Voglio la separazione per me e l’ergastolo a vita per lui!

(Maria esce a SX)

CAMILLO         Eh, che esagerazione!

SALVATORE   (Rivolgendosi in direzione della uscita di a Maria) Io l’ergastolo l’ho avuto quando ti ho sposata. Basta, basta, basta mi voglio separare! Basta! Voglio evadere da questa prigione!

VITTORIO        Bene, io adesso devo andare perché ho un appuntamento. Camillo, tu scendi con me? Ti voglio parlare di questa causa di separazione. (Allusivo, per poi togliere di mezzo un elemento potenzialmente destabilizzante)

CAMILLO         Volentieri! Anche perché vorrei vederci un poco più chiaro!

VITTORIO         Benissimo! Don Salvatore, a più tardi. Con permesso (A Salvatore sottovoce) Insistete, insistete! Tutto procede benissimo. Bravo, bravo a più tardi.

(Vittorio e Camillo escono dal CENTRO, Gemma entra da SX)

GEMMA            Papà, ma che so’ sti strilli? Avete cominciato un’altra volta?

FELICE              Si! E oggi è peggio di ieri. Pareva che stavano aspettando proprio a me per ricominciare.

SALVATORE   Vieni accà, vieni accà figlia mia! Di’ a papà tuo, hai riposato bene ‘sta notte?

GEMMA            Sissignore, papà.

SALVATORE   Eh, tuo marito, invece, poveretto ha dormito malissimo.

FELICE               Io?

SALVATORE   Si, si hai dormito male, hai dormito male. Si capisce: arrangiato sopra un divano. Ma avrebbe dormito male anche se avesse riposato su un letto di rose, lontano da te. Non è vero?

FELICE               E certamente.

SALVATORE    Figli miei, venite accà, figli miei. Voi vi volete bene, non è vero? E Dio la deve benedire questa vostra felicità perché guai, guai quando tra marito e moglie subentra la discordia!

GEMMA            Avete ragione papà.


FELICE               E poi spesso questi contrasti tra marito e moglie avvengono per una sciocchezza. (Sguardo allusivo alla moglie) Per ‘na cosa e niente. Puntigli, dispetti.

SALVATORE   Bravo, bravo dice bene tuo marito. Per stupidaggini avvengono. Per esempio voi due, perché avete litigato?

GEMMA            Noi due?

SALVATORE    (Cerca di mascherare l’errore in cui è caduto) Si.... Ehm, no voglio dire ..... io e mia moglie perché abbiamo litigato? Per una sciocchezza, una stupidaggine che poi naturalmente si è ingigantita con i silenzi, i musi lunghi, i malumori e siamo finiti in tribunale. E quando in tribunale mi daranno la separazione, io credo che me la daranno certamente per incompatibilità di carattere.

FELICE              (Mostra tutto il suo scetticismo) Incompatibilità di carattere dopo 34 anni di matrimonio?

SALVATORE   E che ti devo dire? Che significa? Marito e moglie non finiscono mai di conoscersi! Dicevo, quando mi daranno la separazione, allora vuol dire che me ne andrò ad abitare a Napoli. Magari vengo a casa vostra, non credo che negherete una cameretta al vostro vecchio genitore.

FELICE               No, papà, vostra figlia non negherà certamente una cameretta al suo vecchio genitore. Però vi devo avvisare che, se venite a casa nostra, troverete pure la vecchia genitrice.

SALVATORE   (Contrariato) No! Pure mia moglie?

FELICE              Si è già prenotata ieri, prima di voi.

SALVATORE   Beh.... allora vuol dire che me ne vado.... in una pensione, mi affitterò una cameretta in una pensione. Poi mi verrete a trovare e vedervi contenti, felici e uniti, sarà questa la mia felicità.

GEMMA            Papà scusate, perché invece non fate pace?

SALVATORE   No! Mai! Mai bella mia, mai! Tua madre non mi ha mai saputo capire, quando una buona moglie ama veramente è con le buone parole, con la pazienza, che lo riporta a casa, che lo fa rinsavire.

FELICE              (Sempre allusivo) Parole sante! Una buona moglie, questo deve fare. Deve essere dolce, comprensiva.

GEMMA            (Altrettanto allusiva) Troppo comodo marito mio, inoltre, ci sono delle donne che non la pensano così.

SALVATORE   E tua madre è una di quelle che la pensa come te. Hai sbagliato, bella mia, hai sbagliato e ricordati che chi semina discordia raccoglie tempesta.

(Salvatore esce a DX)


FELICE              Hai sentito? Hai sentito quello che ha detto tuo padre? Impara come si dovrebbe trattare un marito.

GEMMA            Io, a papà non ho potuto rispondere, altrimenti gli avrei dovuto dire che non ci si comporta così, come ha fatto lui, con una donna che gli è stata vicina per tanti anni.

FELICE              Ma perché, che le ha fatto?

GEMMA            L’ha tradita, si è messo con un’altra donna.

FELICE              (Scettico) Don Salvatore? Ha un’amante? Ma fammi il piacere! Un uomo tutta casa e famiglia.... non ci credo!

GEMMA            E’ un marito, caro mio! E i mariti sono tutti uguali: tradiscono le mogli!

FELICE              Ma è una fissazione la tua. E poi sentiamo, chi sarebbe la presunta amante?

GEMMA            Mammà non me l’ha detto ancora, ma riuscirò a scoprirlo. Riuscirò a sapere chi è questa donna.

(Giuseppina entra da DX)

GIUSEPPINA    Signorì, il caffè e la colazione stanno preparati in giardino, se volete....

FELICE              Si, si, vado subito. Tu tieni la capa che non è bbona, gioia mia. Ma che vuoi scoprire? Non c’è niente da scoprire! Don Salvatore che si trova un’amante? Ma fammi il piacere!

(Felice esce al centro)

GIUSEPPINA    Signò, e voi non fate colazione?

GEMMA            (Con aria indagatrice) No, Giuseppì! Vieni qua, dimmi una cosa: chi sono le donne che abitualmente frequentano questa casa?

GIUSEPPINA    Uhm.... le donne, le donne.... Ah, in verità una sola, Donna Maddalena, che viene la sera a fare lo scopone. E quant’è antipatica! E che superbia che tene. Io nun la posso vedè! Viene qua e comanda e scomanda come se stesse a casa sua.

GEMMA            E com’è? E’ una bella donna?

GIUSEPPINA    A me nun me piace. ‘Na mezza scombinata. Dovete vedere i vestiti che si mette, la vedovella. (Sottolineando)! Tutta scollata! Per me non è una donna per bene. Fuma. E poi, a me l’ha detto la cameriera eh signò, a casa si fa il bagno tutti i giorni, nuda.

GEMMA            Vabbè, questo non vorrebbe dire. Dove abita?

GIUSEPPINA    Tiene abitato il villino di proprietà di vostro padre.

GEMMA            Ah, è l’inquilina di papà? Ho capito! E quella povera mamma mia non tiene il coraggio di dirle niente. Fortuna che sono arrivata io, ci penso io a far capire a questa signora che qui non ci deve mettere più piede.


GIUSEPPINA    Facite buono.

(Gemma esce a SX, Giuseppina resta in scena mettendo un po’ d’ordine. Gemma rientra con  indosso un cappello a si dirige verso l’uscita al CENTRO. Nel frattempo Maria entra da SX e Giuseppina esce a DX)

MARIA              Gemma, dove vai?

GEMMA            (Dal fondo) Vengo subito mammà! (Rientra) Povera mammà, come vi capisco. Ma fatevi coraggio e fidatevi di me.

MARIA              Mi devo fidare di te?

GEMMA            Si, io so che avete sofferto assai, povera martire. Solo io vi posso capire. Ma adesso ci sta vostra figlia, ci penso io. Mammà ‘sta storia adda' firnì! (Esce definitivamente al CENTRO)

MARIA              (Non capisce l’allusione) Povera martire, ‘sta storia adda' firnì. Ma quale storia? Ma chi la capisce a ‘sta figlia mia?

(Giuseppina entra da DX con in mano i fogli dei conti che poggerà sul tavolo)

GIUSEPPINA    Signò, se permettete io vado in cucina a preparare il pranzo. Sul tavolo ci sta il libro dei conti della spesa. Lo vedete, sta là sopra.

(Giuseppina esce a DX)

MARIA              La spesa l’hanno portata. Ho controllato tutto io. Fammi vedè nu poco se ‘sti conti sono esatti .

SALVATORE   (Entrando da DX, si guarda intorno con circospezione) Maria!

MARIA              Salvatore!

SALVATORE   Che stai facendo?

MARIA              Sto controllando i conti. Mamma mia..., e che male ‘e capo che tengo: non ho dormito tutta la notte.

SALVATORE   Devi vedere chi ti sente, bellezza mia; una nottata chiara chiara senza poter chiudere occhio. Mi sono seduto sopra il divano, eh, senza poter dormire, e mi sono miso a pensà. Eh..., ho pensato a tante cose, ho pensato pure a noi due.

MARIA              O’ vero?

SALVATORE   Si, quando io e te facevamo ammore.

MARIA              Quando io e te eravamo fidanzati? Salvatò e che vai pensando? So’ passati tanti anni.

SALVATORE   (Con tenerezza) Eh beh, che vuol dire? Sono sempre cose belle da ricordare: l’amore, la passione, la gioventù.

MARIA              (cantando) Tiempi belli e ‘na vota, tiempi belli addò state?

SALVATORE   (prosegue cantando) Voi ci avete lassato, ma perché non tornate?


(Felice entra da CETRO e comprende il trucco. Con un cenno obbliga Salvatore a non denunciare la sua presenza. Salvatore con un cenno chiede cosa intende fare Felice si avvicina silenziosamente alle spalle di Maria e la bacia da dietro)

MARIA              Ma ch’ adda' tornà? Famme fa ‘sti conti! (Abbassa la testa)  Salvatò statte fermo che se ci vedono Gemma e Felice si scombina tutte ‘e cose.

SALVATORE    (Svelando l’inganno) Ma io stò accà!

MARIA               Ah, tu stai là ? Allora chi mi ha baciato?

FELICE               So’ stato io, mammà! Allora ho capito tutto eh ? La vostra è una finzione! Ci state imbrogliando da ieri sera!

SALVATORE    Ebbene sì, è la verità Feli’! La nostra è una finzione che abbiamo fatto.

FELICE               Ma perché l’avete fatto?

SALVATORE    Eh, l’abbiamo fatto per il vostro bene! Perché tu ti vuoi separare da Gemma.

FELICE               Io? Ma nossignore! E’ lei che si vuole dividere da me. Ma a voi chi ve l’ha detto?

SALVATORE    Don Vittorio l’avvocato, che ieri si è trovato a casa vostra a Napoli proprio mentre stavate litigando.

MARIA               E allora noi abbiamo fatto questa finzione per farvi capire quant’è brutta la discordia tra marito e moglie, specialmente quando si arriva al punto che si vogliono separare.

FELICE               Però! Devo riconoscere che l’idea non è male!

MARIA               Eh, quello, don Vittorio, è una persona intelligente, la pensata è stata sua. Però, mi raccomando, eh, non dire niente a Gemma, falle credere che facciamo veramente.

FELICE               Oh, non dirò niente, state tranquilla.

MARIA             Eh, Gemma è uscita poco fa! Si, però mi ha detto certe parole strane, mi ha chiamato “Povera martire, ma adesso ci penso io… mo’ ci sta la figlia vostra ”. Mi ha baciata e se ne è andata.

FELICE              Ho capito! Quella, certamente, sarà andata a combinare qualche guaio. Chissà chi è ’ghiuta a inquietà! Vostra moglie, quando Gemma gli ha chiesto perché vi eravate contrastati, gli ha detto che voi vi siete trovato un’amante!

SALVATORE   (Meravigliato) Io? Un’amante! Ma questa è da ridere veramente!

MARIA              Ma quella non mi dava pace. Voleva sapere per forza perché io e te avevamo litigato

FELICE              Ho capito! E quella, ora, si è messa in mente di sapere chi è questa vostra amante.

MARIA              Poco fa, quando sono entrata in questa camera, l’ho vista che stava parlando con Giuseppina. Certamente Giuseppina sa qualche cosa. Giuseppina, Giuseppì!


SALVATORE   (Sempre più meravigliato) Io non capisco proprio di chi possa sospettare.

FELICE              Aah, per vostra figlia tutte le donne sono sospette di essere l’amante di qualche marito!

GIUSEPPINA    Comandate signo’.

(Giuseppina entra da DX)

MARIA               Giuseppina, dimmi una cosa, sai Gemma dove è andata?

GIUSEPPINA     Dov’è andata la signora? Ah... dev’essere andata a casa di donna Maddalena. Sì, perché ha voluto sapere, qui a Sorrento, dove abitava.

MARIA               Oh... vedete (Ridono) ... è andata da donna Maddalena.

SALVATORE    (Timoroso, immaginando dove tutto questo potrà portare) Un momento, un momento, ma come? Donna Maddalena? (Rivolto a Giuseppina, con aria di rimprovero) E tu le hai dato l’indirizzo?

GIUSEPPINA     Sì signore, e che ci sta di male. Ha voluto sapere chi erano le donne che frequentavano questa casa e io ci ho detto che qua veniva solo donna Maddalena: la vedovella...

SALVATORE    Ma vedete che modo di esprimersi: la vedovella.... quella è una gran dama, una donna onesta!

GIUSEPPINA     (Battibeccando) E chi l’ha chiamata malamente?

SALVATORE    Senti, me la fai la carità, te ne vai in cucina! E levati davanti agli occhi, via, via!!!!

GIUSEPPINA     E va bene, me ne vado, me ne vado, non strillate. Mamma mia bella, in questa casa s’è persa la pace. Sono usciti tutti pazzi! Faccio bene io, che mi faccio solo i fatti miei

(Giuseppina esce a DX)

SALVATORE    Quella è una strega, una strega!

MARIA               E va bene, perché te la prendi tanto? Diremo a donna Maddalena, che Gemma ha preso uno sbaglio e che ci scusasse tanto...

SALVATORE    E già, finisce tutto a tarallucci e vino. Ma stiamo scherzando veramente? No, no io devo andare da donna Maddalena, alla villa, a vedere se si è offesa.

MARIA               Eh sì, mo’ ci sfida a duello... non esagerare.... ma guardate là, guardate che faccia che fa: tu stai rosso rosso che mi sembri un peperone...

SALVATORE    (Imbarazzato) Ma quale peperone?

MARIA               Ma perché te la prendi tanto a cuore, questo vorrei sapere!

FELICE               Pare che questa donna Maddalena vi interessi veramente!

SALVATORE    Ma quando mai, mi dà solo fastidio che quella pettegola della cameriera va girando a Sorrento a raccontare i fatti nostri.


(Alfredo entra dal CENTRO)

ALFREDO         E’ permesso?.... Si può?... Papà, mammà buon giorno. Mammà, la mano da baciare (Maria stende la mano, Alfredo la bacia)

MARIA               Come al solito, tu arrivi senza avvisare.

ALFREDO         Mammà, papà mi dovete aiutare.

MARIA               Che è stato?

ALFREDO         Fuori in giardino ci stanno don Carlo Persecone, ricco commerciante di maiali di Casoria, e la figlia Concettina. Stanno aspettando.

SALVATORE    E che stanno aspettando il tram? Falli entrare!

ALFREDO         No, perché don Carlo dice che non è educazione entrare all’improvviso in casa della gente: deve essere prima annunciato. Quando è sicuro che non dà fastidio, allora entra.

SALVATORE    Eh... andiamo... quante cerimonie inutili. Falli accomodare.

ALFREDO         Aspettate. Mammà, li possiamo invitare a pranzo? Dovete vedere Concettina quanto è bellina!

MARIA               Ho capito, questa è un’altra fidanzata tua!

ALFREDO         Mammà, questa è la volta buona. Stavolta mi sono proprio innamorato. Concettina non vede l’ora di conoscervi perché io, durante il viaggio, non ho fatto altro che illustrare questa coppia eccezionale che siete voi e che da 34 anni è l’orgoglio e l’ammirazione di tutta Sorrento. (Rivolto a Felice, cambiando tono di voce) Scusatemi, ci voglio dare un bacio al mio papà.

FELICE               Prego, prego

ALFREDO         (Bacia il padre sulla testa, riprendendo il tono precedente) ...compresa l’ammirazione delle autorità che presto vi consegneranno una pergamena per eccezionali benemerenze matrimoniali. Papà, quest’ultima cosa l’avevo detta per fare uno scherzo, ma quello, il padre di Concettina, se l’è creduta veramente.

SALVATORE    Vai, vai, falli accomodare, avanti!

ALFREDO         Li chiamo immediatamente

(Alfredo esce dal CENTRO)

SALVATORE    Io intanto vado alla villa da donna Maddalena: mi devo scusare. Le porto un bel mazzo di fiori... rose, ... rose... un bel mazzo di rose

(Salvatore esce dal CENTRO, Felice esce a SX, Giuseppina entra da DX)

GIUSEPPINA     Signora, oggi che devo cucinare? Carne, pesce? Quanti ne siamo a tavola?

MARIA               Non lo so, non lo so. Prima devo sistemare un paio di faccende, poi, quando le cose si saranno sistemate e va tutto bene, allora ci mangiamo carne, pesce alla faccia di chi ci vuole male.


GIUSEPPINA     E va bene, ho capito, me lo dite voi più tardi

(Giuseppina esce a DX, Gemma entra da CENTRO)

GEMMA            Ah...  mammà voi state qua? Tutto a posto. Sono stata a parlare con quella vedova, donna Maddalena.

MARIA               Ah..? Tu là sei stata?

GEMMA            Sì!

MARIA               Però prima di andare da quella signora, ti potevi consigliare con me!

GEMMA            E se ve lo avessi detto, mi avreste lasciata andare?

MARIA               Certamente no!

GEMMA            E allora ho fatto bene a non dirvi niente. Mammà, voi siete troppo debole, in certi casi bisogna essere risoluti, tagliare il male alla radice, se no poi è peggio.

MARIA               Va bene, ma tu alla vedova, che cosa le hai detto?

GEMMA            Le ho detto una bugia per conoscere la verità. Ho fatto finta che sapevo tutto, cioè della sua relazione con papà.

MARIA               Con papà? (Passa dal tranquillo all’allarmato incredulo)

GEMMA            Sì... lei si è fatta tutta rossa e poi ha detto: è stato un momento di smarrimento. Vi prego di perdonarmi, non accadrà più. Io allora, sentendo questa confessione, non le ho neanche risposto. L’ho piantata in asso e me ne sono andata. Le ho mostrato tutto il mio disprezzo.

MARIA               Ma allora è vero! Veramente mi ha tradita?!?! (Sempre più incredula)

GEMMA            Ve lo sto dicendo: quella ha confessato!

MARIA               Oh mamma mia, e io che non me ne sono mai accorta! Che scema che sono stata! Perciò quando ha saputo che tu andavi....

GEMMA            Dalla vedova.

MARIA               Da quella mappina…s’è fatto pigliare dai turchi. Perciò non le voleva dire che don Camillo se la voleva sposare! Ah... birbante, assassino, schifoso, lurido, puzzolente! Mi sento male, aiutatemi! (Sviene)

GEMMA            Non fatemi prendere paura. (Chiama) Giuseppina, Giuseppina!

(Giuseppina entra da DX)

GIUSEPPINA     Che è stato?

GEMMA            Mammà è svenuta, stalle vicino, vado a prendere i sali.

GIUSEPPINA     Signora, mamma mia! Signora, signora!

(Gemma esce a DX, Salvatore entra dal CENTRO, Felice entra da SX)

SALVATORE    Maria, Maria mia ma che è successo?

GIUSEPPINA     La signora si sente male!


SALVATORE    Si sente male? Maria non mi fare spaventare, qua ci sta tuo marito. Guardami, guardami, mi riconosci? Chi sono? Chi sono?

MARIA               (Riprendendosi) Assassino, birbante, lurido, schifoso, puzzolente. Non mi toccare!

SALVATORE    Eh... ma perché mi offendi?

MARIA               Perché te lo meriti, vecchio vizioso rimbambito impunito!

SALVATORE    Ma tu fai veramente?

(Nel frattempo dal CENTRO entrano don Carlo, Concettina e Alfredo)

MARIA               E si capisce che faccio veramente.E questo non è ancora niente! Io t’aggio sgommà di sangue...

(Gemma entra da DX con l’aceto)

GEMMA            Mammà, non vi pigliate collera. Qua ci sta l’aceto, odorate...

MARIA               (Con rabbia crescente) Non voglio odorare niente, niente...Non voglio niente! Mi voglio dividere! Oggi ti ho conosciuto veramente. Non ti voglio più vedere, traditore, traditore, Giuda. Salvatore...(Offensiva) puozz sculà...

(Maria esce a SX)

GEMMA            Mammà, non fate così, calmatevi. (Segue la madre)

GIUSEPPINA     (Uscendo a SX dietro Gemma e Maria) Signora!

SALVATORE    (Rivolto al pubblico, ammiccante) Ma questa fa apposta o fa veramente? Ah... ho capito, ho capito... forse mi offende perché prima l’avvocato don Vittorio mi ha detto: insistete, insistete nella finzione, litigate litigate. Mo ci penso io. (Fingendosi arrabbiato) Eh.. caro Felice, questa non è una donna. Questa è una strega. Ah.. ma basta! Sono stanco! Mi avete levato l’esistenza!!!

(Salvatore esce a SX)

DON CARLO    Ma ditemi, don Alfredo, ma tenete altri parenti da farci conoscere, sì? (Urla strilli e rumori di stoviglie rotte da dietro le quinte) Questa è la coppia che doveva avere la pergamena? Questi sono gli sposi più felici di Sorrento?

ALFREDO         Mi dovete credere, sono esterrefatto! Non ci capisco più niente. Quando mai hanno fatto questo?

CONCETTA      Mamma mia, quanti strilli! Papà, io mi metto paura! Voglio tornare in convento, da zia Redenta!

DON CARLO    Avete detto che questo signore è vostro cognato, sì? E ride, vedete come ride! (Rivolto a Felice, con aria di rimprovero) E non sta bene trattare la gente in questo modo sapete? Ce ne andiamo da questa casa figlia mia. Questa casa non fa per noi.


CONCETTA      E pare che stanno aspettando sempre noi per mettersi a strillare.

DON CARLO    E avete detto che mammà e papà sono due angeli: questi sono due diavoli scatenati e non ci voglio avere a che fare. Andiamo figlia mia!

CONCETTA      Andiamo!

DON CARLO    Andiamo, in questa casa ci sono i diavoli! Torniamocene in mezzo ai polli e alle galline!

(Don Carlo e Concettina escono dal CENTRO)

ALFREDO         E mo’ come faccio senza Concettina mia? Ma perché poi mammà si è arrabbiata tanto con papà?

FELICE               Ma no! Quella è una finzione che stanno recitando per far vedere a tua sorella quanto è brutto quando moglie e marito non fanno altro che litigare. Me lo hanno confessato loro stessi poco fa. E’ una finzione!

ALFREDO         Gesù!... Una finzione! Proprio adesso dovevano farlo? E speriamo che mo’ don Carlo ci creda. Mo glielo vado a dire... don Carlo... Concettina... è una finzione...

(Alfredo esce dal CENTRO)

FELICE               (Rivolto al pubblico, complice) Però, con tutto che è una finzione, Salvatore ha avuto dalla moglie quelle belle offese, e penso pure che lo vuole prendere a schiaffi!

(Giuseppina entra da SX)

GIUSEPPINA     Signore, fuori al cancello è arrivato un ragazzo che ha portato questa lettera per voi.

(Giuseppina consegna la lettera ed esce a SX)

FELICE               Grazie Giuseppina, grazie. E di chi sarà? La calligrafia non la conosco. (Apre la lettera e legge le firme) Pasquale e Sisina Ventresca... e questi sono i servitori di casa mia a Napoli. E che vogliono? (Legge al pubblico)

                            “Illustrissimo signore, il profumo di violetta che tenevate addosso ieri, fu mia moglie Sisina che ve lo mise di nascosto per fare uno scherzo a vostra eccellenza (interrompe la lettura e riflettendo).

                            E come si è permessa? (riprende a leggere)

                            Ora però, vedendo che vi siete contrastato seriamente con vostra moglie, e che la situazione si è fatta seria, ho creduto mio dovere scrivervi per dirvi la verità. Vi preghiamo di perdonarci, ritornate dunque a casa dove vi aspettano i vostri affezionatissimi e fedeli servitori, Pasquale e Sisina Ventresca”


                            E bravi! Quando torno a Napoli faremo i conti: li licenzio tutti e due. (Ripiega e imbusta la lettera e la mette nella tasca interna della giacca)

(Gemma entra da SX)

GEMMA            Niente! Mammà non vuol sentire ragione. Però è giusto, papà non doveva trascurarla, non doveva umiliarla in quel modo. Ma come? Mettersi con un’altra donna!

(Salvatore entra da SX)

SALVATORE    Ma sono cose da pazzi sapete? Mia moglie mi ha sbattuto la porta in faccia e non mi fa entrare in camera nostra!

GEMMA            Papà scusate, ma che vi aspettavate da una moglie fedele che si è sentita tradita nella fiducia che ha sempre avuto per suo marito?

SALVATORE    Ma che stai dicendo? Io non ho mai tradito tua madre!

GEMMA            Ma come, donna Maddalena si è fatta rossa rossa. Ha detto che in questa casa non ci metterà più piede. Ha confessato!

SALVATORE    Ha confessato che cosa? Ripeto: io non ho mai tradito tua madre!

GEMMA            Ma me l’ha detto mammà, e per questo vi siete litigati, perciò vi volete dividere.

SALVATORE    Ma no signore! E’ una finzione che abbiamo fatto.

GEMMA            Una finzione?... E perché?

FELICE               Per causa tua!

GEMMA            Mia?

SALVATORE    Ha ragione, vai, vai che te lo spiega tua madre, vai...

GEMMA            Lo devo domandare a mammà, ma certo adesso mi deve dire la verità!

(Gemma esce a SX)

SALVATORE    Che giornata, che giornata! Mia moglie da una parte, donna Maddalena dall’altra. Quello che più mi è dispiaciuto, credimi, è stato il fatto di aver trascinato donna Maddalena in una situazione nella quale quella povera donna non c’entrava proprio niente! Quella è innocente! Maddalena è una santa! La santa di Sorrento!

FELICE               Papà, mo’ però ditemi la verità, voi sapete che con me potete parlare: questa donna Maddalena, questa vedovella, è forse stata veramente una vostra fiamma?

SALVATORE    La verità, Felice, te la posso confessare: è stata l’unica bestialità che ho fatto da quando mi sono sposato... però, però la colpa non è mia... è successo quello che è successo... ma la colpa è stata dei gelsomini, il profumo dei gelsomini...


FELICE               Quali gelsomini?

SALVATORE    Devi sapere che l’estate scorsa, mia moglie era andata ad Avellino a trovare la sorella che stava poco bene. Io ero rimasto solo a Sorrento, la notte non potevo dormire, una smania addosso! Una sera, dissi: mo’ vado a trovare donna Maddalena. Andai alla villa e la trovai nel giardino. Quanto era bella sotto la luna, la veste tutta scollata! Io mi avvicinai, lei mi prese per mano, mi portò vicino alla fontana e disse (Imitando la voce femminile) “guardate... quel povero pesciolino rosso è morto”.... “No” dissi io “quello dorme” (Imitando la voce femminile) “No è morto” “No dorme”. Allora per prenderlo si arrotolò la manica sopra il braccio. Io, nel vedere quelle carni nude, bianche... perdetti il cervello, mi avvicinai a lei e ... la baciai. Ah, devi credermi Felice, è stata l’unica sciocchezza della mia vita. Io non ho mai smesso di amare mia moglie. (Si fa il segno della croce) E’ la verità.

(Rosaria entra dal CENTRO)

ROSARIA          Gemma dove sta? Buon giorno a tutti

SALVATORE    Buon giorno! (Rivolto a Felice) E qua ci sta pure la moglie di don Vittorio, l’avvocato

ROSARIA          ... dicevo, Gemma dove sta?

SALVATORE    Sta in camera, di là, con la madre.

ROSARIA          Sapete Vittorio, mio marito, dov’è?

FELICE               E’ venuto un momento questa mattina, poi se ne è andato perché ha detto che teneva un appuntamento importante.

ROSARIA          Un appuntamento importante?.... Benissimo!... Continui, continui pure a fare il suo comodo, il mio signor marito. Eh, ma io non sono più scema come una volta! Gemma, vostra figlia, mi ha aperto gli occhi e finalmente mi ha fatto capire tutto

SALVATORE    Chissà che altro guaio ha combinato?!? Ma che vi ha fatto scoprire mai mia figlia? Questa ragazza non si vuole fare i fatti suoi!

ROSARIA          (Apre la borsetta ed estrae una lettera) Questa lettera…questa lettera vergognosa. Ma io non faccio tante chiacchiere, come le altre mogli! Adesso che ho la certezza che mi tradisce, lo lascio immediatamente..... Mi voglio separare mi voglio. E dire che io gli volevo bene!

SALVATORE    Come? Non ho capito....

(A metà dell’azione di Rosaria, Vittorio entra dal CENTRO)


ROSARIA          Io gli volevo bene! Gli ho sempre dato tutta la mia fiducia!... Scema, scema, vivevo in piena incoscienza e poi vostra figlia, giustamente, mi consigliò di non fidarmi e di sorvegliarlo. Non esistono mariti innocenti, mi disse. Cerca, fruga nel suo portafogli, nelle tasche della sua giacca e vedrai... vedrai che probabilmente troverai la prova dei suoi tradimenti.... E aveva ragione lei! Ecco la lettera che ho trovato, sentite: (legge) “Tesoro mio, domani sera mio marito parte, va a Roma. Vogliamo vederci? (Entra don Vittorio dal fondo senza che nessuno dei presenti se ne accorga) A mezzanotte  scavalca come al solito il muro del giardino, troverai la mia finestra socchiusa. Ti aspetto fremente. La tua Margherita.” Avete sentito don Salvatore? Se non era per Gemma, vostra figlia, io non avrei scoperto niente e mio marito adesso avrebbe continuato a scavalcare il muro del giardino. Traditore! Mascalzone!

VITTORIO         (Che ha sentito tutto) Ma che stai dicendo?

ROSARIA          Ma tu stai qua?

VITTORIO         Quale giardino?... Quale finestra? Questa lettera non è mia. Me l’ha data tre mesi fa Vincenzino Capuano, l’amico mio, per portarla a Napoli. Devo fare una perizia calligrafica per una causa che tiene.

ROSARIA          Non ti credo! Queste sono belle chiacchiere!

VITTORIO         E’ la verità! Si tratta della prova principale che tiene la cliente sua, la signora Berenice, nella causa di separazione contro suo marito.

ROSARIA          Non credo a niente. Tu sei avvocato, e con le tue belle chiacchiere come fai scemi gli altri vuoi fare scema me. Ehh, ma ti sbagli caro mio... Mi voglio dividere, mi voglio dividere!!!

SALVATORE    No, no..., no.

VITTORIO         Ti vuoi dividere? Ma quando mai hai parlato così? Allora ci sono altre ragioni, confessa, dicci la verità! La lettera è una scusa, un pretesto. Abbi il coraggio di parlare chiaro, dillo, che c’è di male? Forse vuoi dare una svolta alla tua vita perché c’è un fatto nuovo. Ti sei innamorata di un altro? E che male ci sta? Siamo tra persone civili. Tu confessi che tieni un altro, e io ti faccio una faccia di schiaffi, ti uccido di mazzate e te ne vai! Scusate don Salvatore. Ti vuoi dividere, va bene. Staremo a vedere!

ROSARIA          Staremo a vedere!

(Gemma, Maria e Giuseppina entrano da SX)

GEMMA            Sono decisa! Sono risoluta! Ieri, cara mammà, non ho detto nulla perché non sapevo che la vostra litigata era una finzione. Ma adesso ve lo ripeto: mi voglio dividere!

MARIA               Brava! Hai ragione figlia mia!


SALVATORE    Maria, Marì, moglie mia ti prego…

MARIA               Silenzio, traditore! Io non tengo più marito, sono risoluta! Mi voglio dividere!

GIUSEPPINA     Ha ragione la signora! Scusate, io so’ solidale, son femmina pure io. Ma dove avete passato l’estate, vi fate pure l’inverno!

SALVATORE    Tu stai zitta se no ti tiro la scarpa in fronte

VITTORIO         (Alla moglie) Quando vi avrò dimostrato la mia innocenza, vi devo fare una faccia di schiaffi così

ROSARIA          A me?

VITTORIO         Sì a te! Grandissima civetta!

ROSARIA          Avete sentito? Site tutti testimoni: ha detto che mi deve prendere a schiaffi e mi ha chiamata civetta!

FELICE               (A Gemma) Guarda, guarda che terremoto sei stata capace di combinare, guarda! Capricciosa, pazza!

(Alfredo entra dal CENTRO e, con l’aria di saperla lunga, osserva la scena)

GEMMA            Avete sentito? Mi ha chiamata pazza!

MARIA               Giuseppina, fammi un piacere. Porta questa lettera alla posta, è per mia sorella.

SALVATORE    Un momento, un momento. A chi hai scritto? Per chi è quella lettera?

MARIA               E’ per mia sorella che sta ad Avellino. Me ne vado da lei oggi stesso. Mi faccio le valigie e me ne vado! Non ti voglio vedere più! Non ti voglio vedere più!

SALVATORE    Ah sì? Te ne vai? E vatténne pure, non ne posso più, vatténe dove vuoi tu...mi hai seccato! Hai capito? Vatténne....

MARIA               Avete sentito? Mi ha scacciata di casa. Ricordatevelo tutti, lo dovrete testimoniare in tribunale!

ALFREDO         Eh no! Mo non mi fate più scemo! State scherzando tutti quanti, questa è una finzione non è vero? Sapete, ho fatto pace con don Carlo. Sta aspettano in giardino insieme alla figlia, la fidanzata mia. Li posso fare entrare?

SALVATORE    Ma chi fai entrare. Qui sta succedendo il terremoto!

ALFREDO         Ma state facendo apposta?!

SALVATORE    Ma che apposta! Questi fanno veramente.

ALFREDO         Ma come faccio?! Io a Don Carlo gli ho raccontato della litigata, che è stato uno scherzo! Figuriamoci . Quello mo’ come minimo mi piglia a calci! Signori vi prego calmatevi! Io devo fare entrare la fidanzata mia con il padre! Papà, papà (Si avvicina al padre e lo bacia sulla testa) quella tiene non so quante migliaia di lire in dote. Io mi potrei sistemare per tutta la vita! Signori (Si avvicina agli altri) vi prego fatemi un piacere, calmatevi per una mezz’oretta e poi vi litigate un’altra volta.


SALVATORE    E va bene, e va bene. Maria (Avvicinandosi alla moglie) hai sentito, si tratta della felicità di nostro figlio! Va bene falli entrare!

ALFREDO         Li chiamo subito.

(Alfredo esce dal CENTRO)

ROSARIA          Civetta, hai detto che sono una civetta e tieni il coraggio di dire una cosa simile.

VITTORIO         E si capisce! Perché non si tratta in quel modo un marito come me.

SALVATORE    Fate silenzio.

GEMMA            E con te non è finita sai! (Avvicinandosi al marito) Vedrai che ti combina questa capricciosa, questa pazza.

FELICE               E che vorresti fare? Tanto io ho le prove della mia innocenza!

GEMMA            Ha si?

FELICE               Si!

SALVATORE    Statevi zitti! Sta arrivando Don Camillo, e che vuole da noi?!

(Camillo entra dal CENTRO)

CAMILLO          Disturbo? Buongiorno a tutti! (Dando un cestino alla cameriera) Don Salvatore grazie, Donna Maria grazie anche a voi! Mi sono permesso…(Porge i fiori ) perché sono venuto a portarvi una bella notizia. Donna Maddalena ha accettato la mia proposta di matrimonio ed il mese prossimo ci sposiamo. Grazie a voi! (Indica Salvatore)

SALVATORE    A me? E che ho fatto io??

CAMILLO          Come, che avete fatto? Voi ieri sera avete parlato di me a Donna Maddalena e dice che siete stato così convincente, così persuasivo…insomma il mese prossimo mi sposo. Noi sposi, ci sposiamo. (Avvicinandosi a Maria) Ne ho parlato pure con mammina. Quella prima era contraria, perché diceva che io dovevo stare sempre con lei, che non la dovevo mai lasciare sola; ma io poi l’ho rassicurata dicendole che una volta sposata io e Donna Maddalena saremmo sempre rimasti a casa con lei, e mammina mi ha dato il consenso. Mi sposo (Faccia da babbeo) Come sono contento!!  (Guardando Donna Maria)

MARIA               Come è bello (Risatina di compatimento) Avvocato chi se l’aspettava!!

SALVATORE    Hai sentito, Maria? Hai sentito, Donna Maddalena si sposa, la tua rivale si sposa! Mo’ sei contenta?…E dammi un bacio!

MARIA              Si!! Ma non ti credere che mo’ finisce tutte le cose in quattro e quattro otto!! Mo ti devo far stare senza baci per una settimana.

SALVATORE    Ihih!! Che bella capa tosta che hai Marì!!


MARIA               Si!!

VITTORIO         Camillo, fammi il piacere. La copia di quella lettera che ti serviva per la causa di separazione di quella cliente tua, la tieni qua?

CAMILLO          Certamente (Frugando in tasca) Perché?

VITTORIO         E falla vedere a mia moglie; l’originale lo tiene lei, lo ha trovato nella mia tasca e si è messa in testa che appartiene a me.

CAMILLO          No, signora, vi sbagliate. Questa è la lettera di un cliente mia , guardatela e confrontatela con la copia, sono uguali.

(Marito e moglie confrontano le lettere)

ROSARIA          E avevi ragione tu. (Rivolta al marito) Sono stata una stupida. Abbi pazienza mi sono arrabbiata perché ti voglio troppo bene!!

VITTORIO         (Prendendole le mani) E lo so, e proprio perché so questo, che ti perdono.

SALVATORE    Hai visto Gemma figlia mia vieni qua. Tutto è successo per colpa tua: sei contenta adesso. Fai pace con tuo marito. Avanti!!

GEMMA            Mio marito mi dovrebbe dare troppo spiegazioni papà. Mi dovrebbe dire perché ieri aveva addosso quel profumo di violetta. E non credo che gli convenga (Avvicinandosi al marito)

FELICE               Tesoro mio, io non ho niente da nascondere. Posso chiarire ogni cosa (Si rivolge alla cameriera) Giuseppina, ascolta cosa mi hai portato stamattina?

GIUSEPPINA     (Non vuole rimanere coinvolta) No, no, io so solo quello che mi dice la signora mia.

FELICE               Si, ma non puoi negare di avermi portato questa lettera. (Apre la lettera e rivolto alla moglie) Leggi, leggi è stato uno scherzo dei nostri servitori.

GEMMA            E come? La nostra cameriera si permette di fare uno scherzo di questo genere, si prende tanta confidenza con te! Ma allora ci deve stare qualcosa con la nostra cameriera!!

(Tutti sbuffano spazientiti)

SALVATORE    E va bene Gemma, andiamo! Vuol dire che, quando torni a Napoli, licenzierai la cameriera. Ma mo’ fai pace con tuo marito. Datevi un bacio su! E anche voi datevi un bacio (Rivolto all’avvocato e alla moglie)

VITTORIO        E si capisce! Con tutto il cuore.

MARIA               E che è? A me non mi abbracci??

SALVATORE    E si che ti abbraccio, vieni qua moglie mia (Abbraccia la moglie) E’ che ti voglio bene Maria, ma in certi momenti ti porterei sul terrazzo e ti butterei di sotto.

MARIA               Per la verità mi vuoi bene assai! (Ironica)


SALVATORE    Amici, amici, festeggiamo questa pace generale. Noi veramente ci vogliamo bene!

(Entrano don Carlo, Concettina ed Alfredo dal CENTRO)

ALFREDO         (Indicando a Don Carlo la scena) Ebbene che ve ne pare !

DON CARLO    Brava. Mi piacia assaia!

CONCETTA      Mamma mia come stanno bene! (Guardando tutti) Papà guarda come sono belli (Girando fra le coppie) Sembrano proprio i pastori del presepe di zia Renella!

DON CARLO    Ah, che bella cosa che è la pace in famiglia!

ALFREDO         Papà, mammà, signori ho l’onore di presentarvi il Signor Don Carlo e sua figlia Concettina.

DON CARLO    Signori, Don Alfredo qui presente, ha detto che si vuole sposarsi a mia figlia, e allora io ho visto che sta in una famiglia di gente quieta e mansueta e allora acconsenso. Genero mio, dammi la mano. Tu ti sposi ad un angelo, una ragazza religiosa e onesta, che non è mai stata in stato interessante....(Tutti si scandalizzano)

CONCETTA      Papà, papà che state dicendo (Frettolosamente rivolta a tutti) Papà vuole dire che sono disinteressata! (Sollievo rumoroso di tutti)

SALVATORE    E allora amici festeggiamo, festa grande a palazzo. (Rivolto a Giuseppina) Vieni qua, vai in cucina e prepara un bel pranzo a tutti quanti.

GIUSEPPINA     (Con aria preoccupata) Ma come, bello e buono tutta questa gente a pranzo?? Ma come faccio a cucinare per tutti quanti!!

SALVATORE    E va bene ti arrangi!!

GIUSEPPINA     Ma scusate io devo uscire, tengo appuntamento con il fidanzato mio.

SALVATORE    E lo vedi domani il fidanzato tuo!! Adesso vai a cucinare, se no ti licenzio.

GIUSEPPINA     A sii!! (A parte ) Non posso uscire ? Non posso vedere il fidanzato mio?? Allora adesso te lo combino io il servizio. (Spruzza del profumo addosso a Salvatore)

DON CARLO    (A Salvatore) Signore…padrone di casa… vostro figlio mi ha detto che voi avete fatto tutta questa liticata per scherzo, è vero?

SALVATORE    E vero!

DON CARLO    Ma dico io, che sfizio ci trovate a fare queste cose per finta?

SALVATORE    Mio caro amico, nella vita tutti, prima o poi, siamo costretti a fingere per tirare avanti, a volte anche a fin di bene....Mia figlia e suo marito si volevano separare per delle sciocchezze, per delle litigate da niente…E così io, che voglio tanto bene a mia figlia, le ho fatto vedere quanto è brutto liticare. (Stesso termine di don Carlo) E mia figlia e mio genero hanno capito.


MARIA               (Si avvicina al marito e lo annusa) E che cosa è questo odore che tieni addosso?

SALVATORE    Io tengo l’odore addosso?

MARIA               Si, addosso! E questo è gelsomino, un profumo da donna.

SALVATORE    Embè? E’ un profumo ....

MARIA               E questo è il profumo della vedova, di Donna Maddalena, lo riconosco: ti sei incontrato con la tua fiamma di nascosto. Assassino, assassino. (Rivolta a Camillo) Avvocà, ..... tenete le corna!

SALVATORE    Gemma, figlia mia, vieni qua, tutto quello che è successo è colpa tua. Sei contenta adesso? Tua madre è uscita pazza. Io stavo in grazia di Dio.....

GEMMA            Avete ragione papà, perdonatemi, la colpa è stata della mia gelosia, lo riconosco.

DON CARLO    Avete sentito? (Rivolto al pubblico) Nella vita bisogna stare quieti, cercare sempre l’amore e la pace. Gentili signore, non siate gelose…la gelosia uccide l’amore e la pace…credete ai vostri mariti e state vicino a loro per aiutarli! Ma anche voi, signori uomini, state accanto alle vostre mogli…quelle spesso se ne vanno di testa…si immaginano chissà che cosa …, fanno volare la fantasia e va a finire che poi volate anche voi. Non liticate, e soprattutto non liticate per sciocchezze, altrimenti la gente vi ride appresso! Solo in un caso è bene che la gente vi ride appresso… quando voi siete attori e state sulla scena e quelli che ridono sono il vostro caro pubblico!

CALA IL SIPARIO