Canto di Natale

Stampa questo copione

CANTO DI NATALE

Adattamento di Esmeralda Moretti

PRIMA STROFA

IL FANTASMA DI MARLEY

Narratore: Marley era morto. Tanto per cominciare. Su questo non c'è alcun dubbio. Era morto, morto stecchito. E si sa, a tutto c'è rimedio... fuorché alla morte. Marley, disonesto uomo d'affari che rubava alle vedove e truffava i poveri, era proprio morto. Come si suol dire... “vizio di natura fino alla fossa dura”.

Per rendere l'idea, potremmo paragonare la morte di Marley a quel momento in cui ad un bambino vengono tolti gli elementi caratteristici dell'infanzia, come un ciuccio. Ritengo importante però sottolineare che in questo paragone, Marley è il ciuccio. Al contrario, il bambino che verrebbe privato di qualcosa che lì per lì sembrerebbe fondamentale, è il suo socio in affari Scrooge. Ma proprio come un bambino sente per pochi giorni la mancanza del ciuccio e poi impara a farne a meno e a conservarne solo un lontano e sbiadito ricordo, così Scrooge aveva fatto con Marley.

E forse, infondo, quel nome era ancora lì perchè Scrooge era troppo pigro per toglierlo.

(Entra Scrooge e si aggira per la scena con una fotografia di Marley in mano)

Narratore: Lui e Scrooge erano stati soci per non so più quanti anni... Scrooge era il suo unico esecutore testamentario, unico amministratore, unico erede, unico procuratore, unico amico, e l'unico a lutto. E persino Scrooge non era poi così  terribilmente sconvolto dal triste evento  da non celebrarlo, da vero uomo d'affari qual era, con un accordo senza dubbio ottimo il giorno stesso del funerale.

Scrooge: Marley è morto.

Narratore: Si Scrooge, ho già detto che Marley è morto...

Scrooge: Ah l'hai già detto?

Narratore: Eh si...

Scrooge: Bisogna che ciò sia perfettamente chiaro! O dalla storia che stiamo per raccontare non nascerà nulla di meraviglioso...

Narratore: Certo che, signor Scrooge, mi permetta di dire che la scritta sulla porta del magazzino confonde non poco le idee... (indica la scritta “Scrooge & Marley”)

Scrooge: Non ho mai cancellato il nome del vecchio Marley dall'insegna. Anni dopo la sua morte, la ditta è ancora nota come Scrooge & Marley. A volte chi non mi conosce bene, mi chiama con il nome di Marley.

Voce da dietro le quinte: Signor Scroooooge!

Scrooge: Mi chiamano. Con permesso... (esce)

Narratore:Oh, certo che Scrooge è uno che ha la mano pesante sul lavoro: un avido, brusco, feroce, indomabile, vecchio peccatore! (entra un signore che legge il giornale) Misterioso, introverso, solitario come un'ostrica.

Signore con il giornale: Hey voi, state parlando del vecchio Scrooge, per caso?

Narratore: Lo conoscete?

Signore con il giornale: E chi non lo conosce qui in città? Lavoravo per lui, una volta... il freddo che ha dentro gli ha gelato l'anima (entra una donna con un bambino). Quando lavoravo per lui, si portava sempre addosso questa temperatura polare, gelava l'ufficio persino nei giorni di afa. E dalle voci che sento, non credo sia cambiato molto...

Donna con bambino: Ma parlate per caso (tappa le orecchie al bambino e quasi sussurra) del signor  Scrooge? (i due annuiscono) Ah, brutto affare quell'uomo... Caldo e freddo esterni hanno poca influenza su di lui (entra un cieco, con un cane di peluche). Nessun tepore esterno lo può scaldare, nessun clima invernale lo fa rabbrividire. Nessun vento di bufera è più gelato di lui, non c'è maltempo che possa batterlo.

Cieco: Il mio sesto senso mi dice che qui si parla di Scrooge. Perfino il mio cane lo riconosce. Quando lo vede arrivare, mi trascina lontano, e poi scodinzola, come per dirmi “meglio non avere occhi che avere il malocchio, mio caro padrone!”

Scrooge: (entrando) E io me ne infischio dei fannulloni come voi! (la gente inizia a scappare) Anzi, preferisco non avere proprio nulla a che fare con i perditempo! (li caccia via e si siede alla scrivania)

Scrooge: Bah, questi buoni a nulla devono disturbare anche alla vigilia di Natale. E Bob? Dov'è Bob? BOOOOB!

Bob: (arriva correndo) Signor Scrooge, mi dica!

Scrooge: Torna subito al lavoro!!

Bob: Subito, signore.

Scrooge: Dove eri finito?? (Si siede alla scrivania. Sulla scrivania c'è una lattina vuota e dei soldi. Mentre parla conta i soldi e sorseggia dalla lattina)

Bob: Vede signor Scrooge, pensavo di avere il permesso di staccare un po' prima dato che oggi è il 24 dicembre, e domani quindi è il 25, e il venticinque quindi è...

Scrooge: (interrompendolo) E tu credi di poterti prendere queste stupide libertà solamente perchè si avvicina la festa più inutile e stupida dell'anno, e cioè il...

Nipote: (interrompendolo entra correndo con una ghirlanda di Natale in mano) Nataleeeeeee! (detto con emozione ed entusiasmo) Buon Natale Zio! Buon Natale anche a te Bob! Dio ti protegga!

(Bob fa per alzarsi per fare gli auguri ma Scrooge lo riprende)

Scrooge: Seduto Bob! Al lavoro!

Nipote: Ma suvvia Zio, è Natale!

Scrooge: Bah, fesserie!

Nipote: Natale una fesseria, zio!? Non volevi dire una cosa simile, vero?

Scrooge: Certo che si. “Felice Natale”! Che diritto hai di essere felice? Per quale ragione dovresti essere felice? Sei povero abbastanza.

Nipote: Andiamo, zio. Che diritto hai tu di essere triste? Per quale ragione sei così imbronciato? Sei ricco abbastanza.

Scrooge: Bah... fesserie!

Nipote: Non essere di cattivo umore zio!

Scrooge: Di che altro umore dovrei essere, dal momento che vivo in un mondo di pazzi? Tutti a dire “Buon Natale”! Che cos'è per te il Natale, se non un momento per pagare dei conti senza avere i soldi; un tempo in cui ti ritrovi più vecchio di un anno, ma non più ricco di un'ora? Se potessi fare di testa mia, ogni idiota che se ne va in giro col “Buon Natale” in bocca dovrebbe essere bollito nel suo pudding e poi sepolto con un paletto di agrifoglio conficcato nel cuore!! (mentre dice questa cosa distrugge la ghirlanda del nipote o una lattina di qualcosa)

Nipote: Zio!!

Scrooge: Nipote, festeggia il Natale a modo tuo e lascia che io faccia altrettanto!

Nipote: Festeggiare!? Ma tu non lo festeggi!

Scrooge: Permettimi di non farlo, allora! Come se avessi mai tratto qualche guadagno dal festeggiare il Natale...

Nipote: Il Natale è l'unico periodo fra tutti i mesi dell'anno, che io sappia, in cui gli uomini e le donne sembrano dischiudere di comune accordo i loro cuori induriti e diventano fratelli e compagni di viaggio sulla terra, non estranei che seguono cammini differenti. Perciò, Zio, anche se il natale non mi ha mai messo in tasca un solo pezzo d'oro, credo che mi abbia fatto del bene, e che continuerà a farmene; e quindi, che Dio lo benedica!

(Bob batte le mani, commosso, e si asciuga una lacrima con un fazzoletto ma Scrooge lo guarda malissimo e quindi smette e torna al lavoro)

Scrooge: Fatemi sentire solo un altro rumore, e festeggerete il Natale perdendo il posto di lavoro! (si volta verso il nipote) Sei un eccellente oratore, signorino. Mi meraviglio che tu non sieda nei banchi del Parlamento.

Nipote: Non essere arrabbiato Zio, andiamo. Vieni a mangiare da noi domani!

Scrooge: Si, certo, mi farò vedere...

Nipote: Dai zio, grande! Batti il cinque!

Scrooge: Mi farò vedere... morto! Piuttosto

Nipote: Ma perché? Perché?

Scrooge: Perché ti sei sposato?

Nipote: Perché mi sono innamorato.

Scrooge: Ah, perché si è innamorato. Buona notte nipote.

Nipote: Non dire così, zio: non sei mai venuto a trovarmi neanche prima che accadesse; perché prendere come pretesto il mio matrimonio per non farmi visita ora?

Scrooge: (cacciandolo) Buona notte!

Nipote: Non ti chiedo nulla! Perché non possiamo volerci bene?

Scrooge: Buona notte!

Nipote: Mi dispiace molto che tu sia così cocciuto. Buon Natale Zio. E buon Natale Bob, che Dio benedica te e la tua famiglia. (esce)

Scrooge: (borbottando) Eccone lì un altro. Il mio impiegato: quindici scellini alla settimana, una moglie e una famiglia; e parla di “Felice Natale”.

(entra un uomo d'affari con delle carte in mano)

Uomo: È permesso?

Scrooge: Si si, si sieda.

Uomo: Scrooge & Marley, se non mi sbaglio. Ho il piacere di parlare con il signor Scrooge o Marley?

Scrooge: Il signor Marley è morto sette anni fa, in questa stessa notte.

Uomo: Non dubito di certo che la sua generosità venga tuttora ben rappresentata dal socio superstite.

Scrooge: Sese... generosità...

Uomo: In questo periodo di feste, signor Scrooge, è ancora più desiderabile del solito che ci si preoccupi dei poveri e derelitti, che oggi soffrono molto. Migliaia sono privi dei beni di prima necessità. Così la nostra associazione sta raccogliendo fondi per donare ai poveri di che mangiare, bere e scaldarsi. Abbiamo scelto questo periodo perchè, si sa, “a Natale puoi”, non è vero? Quale offerta devo segnare a vostro nome?

Scrooge: Niente!

Uomo: Ah bene signore! Desiderate conservare l'anonimato?

Scrooge: Desidero essere lasciato in pace, dato che mi chiedete cosa desidero! Non faccio felice neppure me stesso a Natale, non posso permettermi di far felici gli sfaccendati.

Uomo: Ma signor Scrooge, è Natale per tutti...

Scrooge: Non ho più nulla da dirle. Buona notte.

(L'uomo esce senza dire nulla. Scrooge torna a lavorare alla scrivania. Si sentono voci di persone che cantano le canzoni di Natale e che si fanno gli auguri)

Scrooge: (tappandosi le orecchie e lanciando cose in giro) Ahh, basta! Basta! Non ne posso più! Basta!

Bob: Signor Scrooge, sarebbe orario di chiusura ormai...

Scrooge: (Guardando l'orologio al polso) Suppongo che vorrete tutto il giorno libero domani...

Bob: Se va bene per voi, signore.

(Iniziano a mettere cappotti e sciarpe)

Scrooge: Non va bene affatto. Non pensate che sia ingiusto nei miei confronti che io debba pagarvi per un giorno in cui non lavorerete?

Bob: Ma capita solo una volta l'anno...

Scrooge: Una debole scusa per derubare un uomo ogni 25 dicembre! Ma suppongo di dovervi concedere l'intera giornata. Vorrà dire che verrete ancora più presto il mattino successivo.

Bob: Prometto signore. (inizia a uscire) Ah, e buon...

Scrooge: (lo interrompe arrabbiato) Non osare augurarmi...!

Bob: ...na notte! Buona notte, intendevo, ovviamente!

(Bob esce e poco dopo anche Scrooge, uno da una parte, saltellando, e l'altro dalla parte opposta, triste e imbronciato.)

Narratore: L'impiegato corse a casa dalla sua famiglia, che lo aspettava ansiosa. Ma Scrooge non aveva nessuno che lo aspettava, e così tornò a casa sua.

(Scrooge si incammina per la scena. Entra un gruppo di coristi che canta canzoni natalizie . Scrooge gli passa davanti e si ferma davanti a loro guardandoli malissimo finchè questi non smettono di cantare. Il narratore esprime a gesti la sua disapprovazione. Quando il coro tace, Scrooge prosegue fino ad arrivare a casa.)

Narratore: Ma quando infilò la chiave nella serratura della porta e poggiò la mano sul batacchio, d'un tratto si fermò, impietrito.

Scrooge: (stupito) Per un attimo m'era parso come di vedere... no, non può essere... bah, fesserie! brutti scherzi fa la vecchiaia, mi era parso di vedere Marley!

(Scrooge entra in casa, e cammina. Intanto entra il fantasma di Marley e gli cammina dietro. Fanno come un gioco: Scrooge cammina, Marley man mano lo segue. Ogni tanto Scrooge si ferma e guarda dietro, e Marley resta immobile. Almeno 3 volte. Alla fine Marley si ferma immobile sul fondo della scena.)

Scrooge: (scuotendo la testa) Mah, fesserie! Oggi tutte queste allucinazioni di Marley proprio non me le spiego.

(Scrooge si siede sul letto. Si sente rumore di campanelli che suonano e che poi smettono all'improvviso. Si sente rumore di cigolii e di catene trascinate. La voce di Marley dice il nome di Scrooge.)

Scrooge: (Parla guardando la parte opposta della porta) Ah, tutte fesserie! È solo la mia immaginazione!

(Il fantasma di Marley intanto si avvicina. Per terra c'è un bastone. Il fantasma non lo vede e ci inciampa sopra)

Marley: (rialzandosi) Oh ma guarda un po'... è scivoloso qui!

Scrooge: AAAAAA! Che cosa vuoi da me?

Marley: Molto!

Scrooge: Chi sei?

Marley: Domanda piuttosto chi ero.

Scrooge: Chi eri allora? Sei pignolo per essere un'ombra!

Marley: Scrooge, ma non mi riconosci? Ero il tuo socio Jacob Marley.

Scrooge: Jacob! Sei proprio tu!

Marley: Certo.

Scrooge: (indicando la sedia accanto al letto) Siediti, allora.

Marley: (dopo essersi seduto) Tu non credi in me.

Scrooge: No.

Marley: Quale miglior prova della mia esistenza vorresti, oltre a quella dei tuoi sensi?

Scrooge: Non lo so.

Marley: Perchè dubiti dei tuoi sensi?

Scrooge: Perchè un'inezia li può influenzare. Un piccolo disturbo di stomaco li fa confondere. Potresti essere un pezzetto di carne non digerito, un cucchiaino di senape, un boccone di formaggio, un frammento di patata poco cotta. Qualsiasi cosa tu sia, vieni più da una casseruola che da una cassa.

(Marley si mette a urlare e ad agitare le catene. Scrooge si tappa le orecchie)

Scrooge: Pietà! Tremenda apparizione, perchè mi perseguiti?

Marley: Ebenzen, ricordi quando ero vivo rubavo alle vedove e truffavo i poveri?

Scrooge: Si, e tutto nello stesso giorno! Oh... avevi classe Jacob! (Jacob sorride e riceve complimenti)

Marley: Ohoh, eh si! (scuote la testa) … No! No! Facevo male! E così, per punizione ora sono costretto a portare queste pesanti catene per l'eternità... e forse anche di più... Non c'è speranza, sono condannato! Condannato! E la stessa cosa capiterà anche  a te! Ebenzen Scrooge!

(Marley agita le catene)

Scrooge: No! No! Non voglio! Sei incatenato. Dimmi, per quale motivo?

Marley: Porto la catena che ho forgiato in vita. (intanto la gira attorno al collo di Scrooge, che spaventato la tiene fra le mani) L'ho costruita anello per anello, metro per metro; me ne sono cinto di mia spontanea volontà, di mia spontanea volontà l'ho indossata. Ti è forse estranea la sua composizione? (Marley fa una pausa)

O sapresti riconoscere la lunghezza e il peso delle spire che avvolgono anche te? Quella notte di sette Natali fa erano lunghe e pesanti come le mie. Da allora ci hai lavorato molto. È una catena poderosa!

Scrooge: Jacob, parlami ancora. Dimmi una parola di conforto, Jacob!

Marley: Non ne ho alcuna. Non posso dirti quello che vorrei. Non posso riposare, non posso fermarmi, non posso indugiare in alcun luogo. Nessun riposo, nessuna pace, in ogni momento l'incessante tortura del rimorso.

Scrooge: Ma perchè rimorso, Jacob? Sei sempre stato un buon uomo d'affari.

Marley: Affari! L'umanità sarebbe dovuta essere affar mio, il bene comune sarebbe dovuto essere affar mio! Carità, misericordia, indulgenza e bontà: questi sarebbero dovuti essere i miei affari! E in questo periodo dell'anno soffro ancora di più. Perché camminai fra moltitudini di fratelli bisognosi senza mai porgergli il mio aiuto.

Ascoltami, il tempo a mia disposizione è quasi terminato. Sono qui stanotte per dirti che hai ancora una possibilità di sottrarti al mio stesso destino. Una possibilità, una speranza che ti ho procurato io.

Sarai visitato da tre spiriti.

Scrooge: È questa la possibilità di cui parlavi?

Marley: Questa.

Scrooge: Io... io penso che preferirei rinunciare.

Marley: Senza la loro visita non puoi sperare di evitare una sorte come la mia. Verranno uno alla volta.

Scrooge: Non potrei incontrarli tutti insieme e farla finita subito?

Marley: Fa' in modo di non vedermi mai più e ricorda, per il tuo bene, quello che ci siamo detti questa notte!

(Marley esce agitando le catene. Mentre esce incontra il bastone su cui aveva inciampato entrando. Lo guarda, ride, alza le catene per evitarlo e  esce. Scrooge resta solo e si strofina gli occhi. Poi si addormenta)

SECONDA STROFA

IL PRIMO DEI TRE SPIRITI

Narratore: Quando Scrooge si destò, era così buio che,  guardando dal letto, aveva difficoltà a distinguere fra la finestra trasparente e le pareti scure della camera. In quel momento, il campanile di una chiesa vicina battè i quattro quarti. Allora si mise ad ascoltare che ora fosse.

(Si sentono i tocchi delle campane e intanto Scrooge tiene il conto)

Scrooge: (Mentre conta, si sbaglia e ricomincia) Mezzanotte e un quarto... non è possibile che io abbia dormito così tanto! Mezzanotte e mezza... un quarto all'una... L'una precisa! (si volta verso il pubblico con aria spaventata) È l'ora. Ma... io ho così sonno! (Sbadiglia, si stiracchia e torna a dormire)

Narratore: (Estraendo una torcia dalla tasca) Proprio in quel momento, tutta la stanza fu invasa da una luce brillantissima. (Accende la torcia)

(Entra un fantasma con viso da bambino ma capelli e barba bianca. Indossa una tunica di un bianco immacolato e attorno alla vita porta una cintura lucente. Tiene in mano un rametto fresco di verde agrifoglio  e ha la tunica ornata di fiori estivi. Ha una sveglia in mano. Scrooge sta ancora dormendo.)

Fantasma: (Fa suonare la sveglia)

Scrooge: (Sobbalzando) Oh! Che c'è??

Fantasma: Oh, ce l'hai fatta finalmente! Non ho tempo da perdere, sai?

Scrooge: Ma chi sei tu?

Fantasma: Io sono il fantasma dei Natali Passati! (estrae il distintivo)

Scrooge: Di un lontano passato?

Fantasma: Del tuo passato!

Scrooge: Perché sei qui?

Fantasma: Per ritrovare la tua bontà. Alzati, pigrone!

Scrooge: (Sbadigliando e tornando a dormire) La bontà serve a poco in questo mondo...

Fantasma: Non l'hai sempre pensata così. Vieni, Scrooge! È ora di andare!

Scrooge: Allora vai!

Fantasma: (trascinando via il letto) Andiamo!

Scrooge: Spirito! Ma cosa fai?

Fantasma: Andremo a vedere il tuo passato!

(Escono dalla scena. Con una musica di sottofondo, si cambia la scena. Si portano fuori il letto e la sedia. Scrooge e il fantasma tornano in scena.)

Scrooge: Buon Dio! Sono cresciuto qui! Ho trascorso la mia infanzia in questo posto.

Fantasma: Ti ricordi la strada?

Scrooge: Se me la ricordo! Potrei percorrerla a occhi chiusi!

Fantasma: Strano che tu non la abbia dimenticata in così tanti anni! Andiamo avanti.

(Si mettono a girare intorno alla scena)

Fantasma: Ti tremano le labbra. E sembra che tu abbia gli occhi lucidi.

(Arriva della gente che si augura buon Natale. Fra queste Scrooge bambino)

Scrooge: (allegramente) Ma io conosco quelle persone!

Fantasma: Non possono vederci. Non sono che ombre di quel che fu.

(Le persone escono allegramente dalla scena, a parte Scrooge Bambino, che si siede per terra al centro della scena)

Fantasma:Guarda là! La scuola non è del tutto deserta. C'è ancora un bambino tutto solo, ignorato dai suoi compagni.

Scrooge: Si... lo so.

(Scrooge bambino legge un libro in mezzo alla scena. Intanto Scrooge adulto piange)

Fantasma: E sai anche cosa legge?

Scrooge: (che da triste inizia a parlare allegramente) Ehi! Ma è Alì Babà! È il buon caro vecchio Alì Babà! Sì, sì, lo so! Me lo ricordo! Un Natale, mentre quel bambino solitario se ne stava qui abbandonato, lui venne per la prima volta, proprio come ora. E Valentino , e il suo selvaggio fratello Orson: eccoli lì! E... come si chiama... quello che fu lasciato in mutande, addormentato, alle porte di Damasco; lo vedi? E lì c'è lo stalliere del sultano, rovesciato dal Genio: eccolo lì, a testa in giù! Così impara. Gli sta bene. Che diritto aveva lui di sposare la principessa? (cambia umore improvvisamente) Povero ragazzo! (inizia a piangere)

Fantasma: che cosa c’è?

Scrooge: Niente. Niente. C’era un ragazzino che cantava una canzone di Natale alla mia porta l’altra sera. Mi piacerebbe avergli dato qualcosa, solo questo.

Fantasma: (sorridendo e facendo un gesto con la mano) andiamo a vedere un altro Natale.

        (Tutti i personaggi escono dalla scena. Rientrano Scrooge adulto e il fantasma )

Fantasma: E di lui ti ricordi?

         (entra Scrooge ragazzo e cammina su e giù per la stanza con aria disperata)

Scrooge: Si e ricordo anche chi sta arrivando!

(entra Fan in scena correndo verso il fratello)

Fan: Caro, caro fratello! Sono venuta per portarti a casa caro fratello; (batte la mani ed inizia a ridere) per portarti a casa,a casa , a casa!

Scrooge ragazzo: A casa, piccola Fan?

Fan: Si! A casa una volta per tutte! Per sempre! Il babbo è diventato tanto più buono e casa nostra sembra un paradiso. Una bella sera mi ha parlato con tanta gentilezza mentre mi coricavo che non ho avuto paura di pregarlo ancora una volta di farti tornare a casa;  lui ha detto di Si , che devi tornare, e mi ha mandato qui in carrozza a prenderti. E tu diventerai un uomo, e non dovrai più tornare qui; ma per prima cosa trascorreremo tuuutto il Natale insieme e avremo le vacanze più felici del mondo.

Scrooge Ragazzo: Sei già una donna piccola Fan!

( Fan abbraccia Scrooge Ragazzo e inizia a trascinarlo verso la porta mentre lui la segue)

Voce fuori campo: Portate giù le valigie del signorino Scrooge!

(Scrooge Ragazzo e Fan escono dalla scena)

Fantasama: Fu sempre una creatura delicata, che una brezza poteva spezzare. Ma aveva un gran cuore!

Scrooge: Certo che l’aveva . Hai ragione,  Dio mi guardi dall’affermare il contrario, Spirito!

Fantasma: Mori che era una donna ed ebbe dei figli, credo.

Scrooge: Un figlio.

Fantasma: Tuo nipote!

Scrooge: Si

Fantasma: Su andiamo!

(Escono dalla scena e rientrano di nuovo)

Fantasma:Riconosci questo magazzino?

Scrooge: Certo! Ho fatto il garzone qui dentro! ma guarda è il vecchio Fezziwig! Che sia benedetto!

(Fezziwig guarda l’ orologio e fa una faccia stupita)

Fezziwig: Ehi laggiù! Ebenezer! Dick! Ragazzi miei, basta lavoro per stasera. E’ la vigilia di Natale!Si chiude! Mettete tutto a posto! Più veloce del vento! È Natale, gente! È Natale!

(iniziano a correre in giro e a spostare scatoloni)

(entrano persone vestite eleganti e strumentisti, le persone iniziano a ballare e cantare – è necessario che Scrooge balli con Belle e che almeno per un attimo l'attenzione del pubblico sia concentrata su di loro - e Scrooge si unisce a loro finchè tutti non se vanno e si gira verso il fantasma. Scrooge, che prima rideva, diventa improvvisamente malinconico.)

Fantasma: Qual è il problema?

Scrooge: Nulla di particolare...

Fantasma: Qualcosa c'è, dico bene?

Scrooge: Niente... niente... mi piacerebbe poter dire una parola al mio impiegato in questo momento. Ecco tutto.

Fantasma: Il mio tempo sta per scadere, in fretta!

(Entrano uno Scrooge più maturo e una giovane donna vestita a lutto con gli occhi lucidi)

Belle: Importa ben poco, davvero poco. Un altro idolo ha preso il mio posto; e se può renderti felice e darti conforto nel futuro, come avrei fatto io, allora non ho motivo per essere triste.

Scrooge Maturo: Quale idolo ha preso il tuo posto?

Belle: Un idolo d'oro.

Scrooge Maturo: Ecco come funziona questo mondo ingiusto. Non c'è nulla che aborrisca tanto quanto la povertà; e non c'è nulla che giudichi con maggiore severità quanto la ricerca della ricchezza!

Belle: Hai troppa paura del mondo. Tutte le altre speranze che avevi si sono fuse in quella di essere al di sopra dei suoi meschini rimproveri. Ho visto le tue più nobili aspirazioni cadere una per una, finché non sei stato reso schiavo dalla tua passione principale: la brama di denaro. Non è stato forse così?

Scrooge Maturo: E allora Belle? Anche se sono diventato molto più saggio di una volta, che cosa vuol dire? Non sono cambiato nei tuoi confronti.

Belle: (scuote la testa)

Scrooge: Sono cambiato forse?

Belle: Il nostro è un vecchio contratto. Fu stipulato quando eravamo entrambi poveri e felici di esserlo finché, nella buona sorte, avessimo potuto migliorare le nostre condizioni terrene con la pazienza del lavoro. Tu sei cambiato. Al tempo di quel patto, eri un altro uomo. Al tempo di quel patto, eravamo innamorati.

Scrooge Maturo: Ero un ragazzo.

Belle: I tuoi stessi sentimenti ti dicono che non eri quello che sei ora. Io sono rimasta la stessa. Quel che prometteva felicità, quando eravamo un cuore solo, è carico di dolore ora che siamo due. Quanto spesso e quanto intensamente ci ho pensato, non te lo dirò nemmeno. È bastato che ci abbia pensato, e possa restituirti la tua libertà.

Scrooge Maturo: Te l'ho mai chiesta?

Belle: Con le parole no. Mai.

Scrooge Maturo: Come allora?

Belle: Con un cambiamento di carattere, uno spirito alterato, una diversa atmosfera che circonda la tua vita, un'altra speranza come scopo principale. È cambiato, ormai, tutto ciò che rendeva il mio amore prezioso ai tuoi occhi. Perchè ormai l'amore non rientra più fra ciò che tu reputi prezioso. Se quello che c'è stato tra noi non fosse accaduto, dimmi, mi cercheresti e tenteresti di conquistarmi, adesso?

(Scrooge Maturo distoglie lo sguardo)

Belle: Questo silenzio, sebbene faccia male più di quanto tu potresti mai immaginare, chiarisce ogni dubbio. E nonostante tutto, ti ringrazio per non essere uno che inventa scuse. Onesto lo sei sempre stato.

Scrooge Maturo: Non è così, Belle.

Belle: Io ti conosco. Se tu fossi stato libero ieri, se lo fossi oggi o domani, come posso credere che sceglieresti una ragazza senza dote? Tu, che anche nelle confidenze più intime, soppesi tutto sulla bilancia del guadagno! Io ti rendo la libertà. Lo faccio con il cuore, per amore di quello che fosti un tempo. E sperando che fu amore anche per te.

(Scrooge Maturo prova a replicare ma lei lo interrompe)

Belle: Potrai soffrire. La memoria del passato mi fa quasi sperare che tu soffra, almeno un po'. Come potresti altrimenti passare sopra a tutto così? Anche se, vedendo cosa sei diventato, non sono così sicura che ripenserai a me, o che ti capiterà di guardare indietro a chiederti in quale istante abbiamo iniziato a perderci. Ma ti prego, dato che ogni illusione di noi me la hai portata via, lasciami almeno pensare che mi hai amata davvero, quando eravamo giovani, poveri e felici. E insieme.

Scrooge Maturo: Non puoi...

Belle: Passerà poco, pochissimo tempo, e liquiderai volentieri ogni ricordo di questo sogno poco redditizio dal quale considererai un profitto esserti destato. (inizia a uscire. Poi si volta) E scusa se ti amo. Ti giuro che non lo faccio apposta. Se potessi smettere di amarti, forse ora starei molto meglio. Ti amo, ti aspetto, ma non tornare. Che tu possa essere felice della vita che ti sei scelto!

(Esce. Poco dopo Scrooge Maturo esce dalla parte opposta della scena)

Scrooge: Spirito, non mostrarmi più nulla! Riportami a casa. Perchè ti diverti a torturarmi così?

Fantasma: Ancora un'ombra!

Scrooge: No, basta! (si tappa gli occhi) Basta! Non voglio vederla! Non mostrarmi altro!

(Lo spirito lo trattiene e lo obbliga a guardare. Entrano una mamma, che sarebbe Belle, ormai sposata con un altro uomo, con dei bambini. La mamma si siede con una bambina, e i bambini le giocano intorno.)

Scrooge: (guardando commosso la scena) Belle! Amore mio... che bellissima madre sei diventata. E guarda la splendida famiglia a cui ho rinunciato.

(Poco dopo entra il padre con un sacco di regali di Natale in mano. Ogni bambino urlando assale il padre, prende un regalo, lo scarta e esce dalla scena. Il padre bacia la moglie sulla guancia e si siede vicino a lei.)

Marito: Belle, ho visto un tuo vecchio amico questo pomeriggio.

Belle: Chi?

Marito: Indovina!

Belle: Come faccio a indovinare? (il marito ride e ride anche lei) Ma si, si, lo so! Il signor Scrooge!

Marito: Proprio il signor Scrooge. Sono passato davanti alla finestra del suo ufficio  e, con le imposte aperte e la candela accesa, non ho potuto fare a meno di vederlo. Il suo socio sta combattendo con la morte, mi dicono, e lui era lì seduto, tutto solo. Piuttosto solo al mondo, mi pare.

Belle: (girando il volto dalla parte opposta rispetto al marito) Se solo si rendesse conto di quali sono i veri valori della vita...

Scrooge: Spirito, portami via di qui.

Fantasma: Ti ho detto che queste sono ombre delle cose che furono. Non incolpare me se sono come sono.

Scrooge: Portami via. Non posso sopportarlo. Portami via spirito! Fai sparire tutto questo, ti prego!

(Tutti se ne vanno dalla scena a parte Scrooge, che crolla a terra addormentato.)

TERZA STROFA

IL SECONDO DEI TRE SPIRITI

(Scrooge da sdraiato si mette a sedere e si prende la testa fra le mani)

Scrooge: Oh, ma perchè sono stato così cattivo? (guardando l'orologio) È l'ora del secondo spirito. Anzi, dovrebbe già essere qui... perchè tarda tanto?

(Entra il fantasma. Indossa una semplice toga o mantello verde scuro. Ha un bavaglino al collo e in mano forchetta e coltello. Ha piedi nudi e una corona di agrifoglio in testa. Trascina con se un carrello pieno di cibo e bevande.)

Fantasma: Sento puzza di... come di... (annusa l'aria)

Scrooge: Spirito! Puzza di cosa?

Fantasma: Eccolo qua! Sentivo puzza di avaro! Sono il fantasma del Natale presente.

Scrooge: Sei affamato, spirito?

Fantasma: Molto!

Scrooge: E non intendi mangiarmi, vero?

Fantama: Mangiare te? Puahahahaha! E perchè mai dovrei mangiare te quando ho tutte queste bontà! Puzzi di avaro da lontano un chilometro!

Scrooge: (esaminando il carrello pieno di cibi) Pollo arrosto, vitello tonnato, salsicce, bistecche, verdure stufate cotte a puntino... da dove vengono tutte queste prelibatezze, spirito?

Fantasma: Dal cuore.

Scrooge: Dal cuore?

Fantasma: È tutto il cibo che hai negato ai bisognosi nel corso della tua vita. Svelto, non c'è tempo da perdere!

(Iniziano a camminare. Poi lo spirito si ferma e guarda Scrooge negli occhi)

Fantasma: Ascoltami Scrooge. Alcuni di voi su questa terra, affermano di conoscere il Natale, e addirittura compiono i loro fatti di malvagità e di egoismo in suo nome! Questi cosiddetti “uomini di chiesa”, mi sono estranei. Le cattiverie del mondo non vengono da me, che sono solo lo spirito del Natale presente, ma dagli uomini malvagi, che fanno cose cattive in nome di Dio. E adesso guarda, vecchio avaro puzzolente, come trascorre il Natale il tuo impiegato, con la poca paga che gli concedi.

(Entra in scena la signora Cratchit e due bambini. Si portano in scena un tavolo e una grande pentola. Dietro di loro entrano Scrooge e il fantasma.)

(La signora Cratchit sta cucinando, i bambini si rincorrono. Entra Bob con un albero di Natale in mano.)

Bob: Guardate qua cosa ho trovato!

Bambino 1: Siii papà!Guarda che bell'albero!

Bambino 2: Addobbiamolo forza!

(I bambini si mettono ad addobbare l'albero. Bob si avvicina alla moglie.)

Signora Cratchit: E tu? Dove sei stato fino ad ora? Ero così in pensiero!

Bob: Ho avuto da lavorare...

Signora Cratchit: La sera del 24 dicembre? È da matti! (Estrae un pollo dalla pentola e lo mette in tavola) Bambini, a tavola!

Bob: Fermi bambini, dobbiamo aspettare il piccolo Tim!

Tim: (arriva zoppicando, tossendo e sorreggendosi su una stampella) Eccomi papà.

Bob: (baciandolo su una guancia e aiutandolo a sedersi) Ecco qua il mio campione!

Signora Cratchit: Bene bambini, questo è il massimo che possiamo permetterci! (Mette nel piatto di ognuno un pezzo minuscolo)

Bambino 1: Sembra squisito mamma!

Bambino 2: Già, ha un'aria così appetitosa!

(Stanno tutti per mangiare ma Bob li interrompe)

Bob: Fermi! Prima di mangiare, diciamo una preghiera per il signor Scrooge! È grazie a lui se oggi possiamo permetterci questo pasto!

Signora Cratchit: (arrabbiandosi) Spero tu stia scherzando!

Bob: Mia cara, ci sono i bambini... e poi è Natale!

Signora Cratchit: E deve essere il giorno di Natale davvero perché  si possa pregare per un uomo così odioso, avaro, duro e senza cuore come il signor Scrooge! Sai che è così! Nessuno lo sa meglio di te!

Bob: Mia cara, Natale...

Signora Cratchit: Pregherò per lui per amor tuo e per il Natale. Non certo per amor suo. Lunga vita al signor Scrooge! Buon Natale e felice anno nuovo! Sarà molto felice e contento, non ho dubbi!

Bambini e Bob: Lunga vita al signor Scrooge!

(Tutti fanno il segno della croce. Tim tossisce e la madre e il padre lo aiutano a riprendersi.)

Scrooge: Dimmi spirito, Tiny Tim vivrà?

Fantasma: Vedo una sedia vuota e una stampella conseavata con amore. Se il futuro lascerà inalterate queste ombre, il bambino morirà.

Scrooge: (cadendo in ginocchio e iniziando a piangere) No spirito, non dirmi questo, ti prego!

Fantasma: Andiamo Scrooge, non abbiamo molto tempo.

(La scena cambia. La famiglia e tutto ciò che c'era in scena esce e entrano il nipote di Scrooge, la moglie e un gruppo di persone ridendo con un calice di vino in mano)

Nipote: (ridendo insieme agli ospiti) E lo sapete cosa ha detto poi? Ha detto che il Natale è una fesseria! E ci credeve pure!

Moglie: Dovrebbe davvero vergognarsi, Fred.

Nipote: Poverino, è un comico vecchietto... non ho nulla contro di lui.

Moglie: Mi dici sempre che è molto ricco.

Nipote: E allora, tesoro? La sua ricchezza non gli serve a niente. Non ci fa nulla di buono. Non la usa per rendersi più bella la vita. Non è neanche felice al pensiero che un giorno saremo noi a beneficiare di queste ricchezze! (ride)

Moglie: Io non lo sopporto

Persona 1: Beh, è difficile sopportare una persona così...

Persona 2: Come darvi torto...

Nipote: Oh, io si! Mi dispiace per lui; non potrei arrabbiarmi con lui neppure se ci provassi. Chi ci rimette per i suoi capricci meschini? Sempre lui. Ecco, ora si è fissato che non gli andiamo a genio e non vuole venire a cena da noi. Con quali conseguenze? Non è che si perda una gran cena...

Moglie: Veramente, io credo che perda una cena buonissima. Sono anche sicura che si perda una compagnia più amabile di quella dei suoi pensieri, in quel suo vecchio ufficio pieno di muffa, o in quell'appartamento polveroso.

Persona 3: Concordo.

Persona 4: Lo credo anch'io.

Nipote: Bene, sono felice di sentirvelo dire! E anche curioso di vedere come ve la siete cavata ai fornelli! Andiamo, su!

(Escono dalla scena, e con loro esce anche lo spirito. Scrooge rimane solo in scena, ma ci mette un po' ad accorgersene)

QUARTA STROFA

L'ULTIMO SPIRITO

Scrooge: Spirito? Hey voi! C'è qualcuno?

(Entra il terzo fantasma lentamente. È avvolto in una lunga veste nera che gli copre anche la testa. Forse il dargli una falce in mano renderebbe il tutto più spaventoso? O rischiamo di cadere nel banale? Si avvicina lentamente a Scrooge.)

Scrooge: (spaventato) Sono alla presenza dello spirito del Natale Futuro?

(Lo spirito non risponde, indica di fronte a sé con la mano)

Scrooge: Stai per mostrarmi ciò che non è ancora stato, ma che accadrà nel tempo a venire. È così, spirito?

(Lo spirito fa cenno di si con il capo)

Scrooge: Conducimi spirito! Nonostante io ti tema più di tutti gli altri spettri che ho veduto, sono pronto! So che fai ciò per il mio bene, dunque ti seguirò.

(Lo spirito invita Scrooge a sedersi al lato della scena accanto a lui. Entrano quattro uomini)

Uomo 1: No, non so molto di lui. So solo che è morto.

Uomo 2: Quando è morto?

Uomo 1: Ieri notte, credo.

Uomo 3: Perché? Cosa aveva? Ero convinto che non sarebbe mai morto!

Uomo 1: Dio solo lo sa...

Uomo 4: Che cosa ne ha fatto dei suoi soldi?

Uomo 1: Non ne ho idea... lasciati alla ditta, forse. Quello che so per certo è che non li ha lasciati a me!

(Risata generale degli uomini. Scrooge si asciuga una lacrima)

Uomo 2: Sarà certo un funerale da poco. In effetti, quant'è vero che sono vivo, non conosco nessuno che ci andrà. Non potremmo metterci d'accordo e andarci insieme?

Uomo 4: per me non è un problema, se ci offrono il pranzo. Ma se ci vado, devono nutrirmi!

(Altra risata generale. Mentre ridono, gli uomini escono dalla scena. Scrooge scoppia in lacrime.)

Narratore: Oh, Morte! Fredda, dura, spaventosa Morte, ergi qui il tuo altare e drappeggialo degli orrori di cui sei padrona: poiché questo è il tuo reame! Ma a una testa amata, riverita e onorata, non potrai torcere un solo capello o rendere odioso un tratto del volto per soddisfare i tuoi disegni crudeli. E anche se la mano è pesante e cadrà nel momento in cui viene lasciata, anche se il cuore è fermo e il suo battito muto, quella mano – ed è questo ciò che conta – fu aperta e magnanima e generosa, il cuore valente, caldo e gentile, e il suo battito quello di un uomo. Colpiscilo, ombra, colpiscilo e osserva le sue buone azioni sprizzare dalle ferite, e spargere nel mondo la vita immortale!

(Il narratore esce)

Scrooge: Spirito, non voglio morire così, solo e odiato da tutti! Portami via!

(Lo spirito resta immobile)

Scrooge: Non è ancora ora? Cosa potresti mai mostrarmi di più terribile?

(Lo spirito prende una tomba e la posizione al centro della scena)

(Entra la famiglia Cratchit e altra gente vestita a lutto, fra cui il nipote di Scrooge e la moglie.)

Bob: Povero il mio bimbo! Povero il mio bimbo...

Signora Cratchit: Così piccolo e indifeso...

Nipote: (avvicinandosi a Bob) Mi dispiace di cuore, Signor Cratchit. E mi dispiace di cuore per la vostra cara moglie (la abbraccia). Se posso esservi d'aiuto in qualcosa...vi prego, venite a trovarmi. (Saluta tutti e esce insieme alla moglie)

Bambino 1: Mamma, ma tornerà mai il piccolo Tim?

(La mamma scoppia a piangere)

Bambino 2: Mi manca così tanto...

Bob: Sarà sempre qui con noi bambini. È lassù, che ci guarda. Ora sta bene, ora cammina con tutte e due le gambe e non tossisce più.

Scrooge: Spirito non posso sopportare tutto questo! Non voglio che vada così! Spirito basta, basta! Spirito, ascoltami! Non sono l'uomo che ero. Non sarò l'uomo che sarei stato se non ti avessi incontrato.

(Tutti escono e Scrooge rimane solo)

Scrooge: Onorerò il Natale nel mio cuore e tenterò di farlo per tutto l'anno. Vivrò nel passato, nel presente e nel futuro. (Entrano tutti e tre gli spiriti) Tutti e tre gli spiriti saranno al mio fianco. Non dimenticherò la lezione che insegnano. Oh Jacob Marley! Dio sia benedetto, e anche il Natale per tutto questo!

(Gli spiriti si prendono per mano e fanno un girotondo sempre più veloce intorno a lui, dicendo “Le ombre delle cose che sarebbero accadute possono essere dissipate, se tu lo vuoi”. Quando gli spiriti si lasciano le mani, escono, e si vede Scrooge per terra addormentato.)

QUINTA STROFA

COME ANDO' A FINIRE

(Scrooge apre gli occhi e si alza, stupito)

Scrooge: (Toccandosi addosso e il viso) Sono ancora qui... Sono ancora qui! Le ombre delle cose che sarebbero accadute possono essere dissipate. E sarà così! So che sarà così!

(Mentre parla si alza e si inizia a vestire)

Sono leggero come una piuma, sono felice come un angelo, sono allegro come uno scolaretto, ho le vertigini come un ubriaco!

(Esce di casa. Entrano in scena persone passeggiando. Scrooge attraversa la scena urlando “Buon Natale a tutti! Felice anno nuovo a tutto il mondo! Ehi laggiù! Yu-uuuuh Ehi!”.

Mentre passeggia inconta il coro che aveva incontrato prima (che entra in scena con il resto della gente). Quando Scrooge passa vicino al coro, questo si mette a cantare sotto voce. Allora Scrooge prima si ferma a guardarli, poi prende uno del coro sotto braccio e si mette a cantare con loro.

A un certo punto ferma un ragazzo)

Scrooge: Hey ragazzo! Ti do' mezza corona se compri un tacchino enorme e lo fai consegnare a casa Cratchit!

Ragazzo: Davvero signore?

Scrooge: Affare fatto! (Gli consegna i soldi)

(Il ragazzo esce saltellando)

Scrooge: (ridendo) E la cosa più divertente, è che Bob non saprà mai che sono stato io!

(In quel momento passa l'uomo d'affari che aveva cacciato la mattina precedente)

Scrooge: Buon uomo, siete proprio voi! Mi dispiace avervi trattato così male ieri... Abbiate la gentilezza di accettare la mia offerta! (estrae dalla tasca un assegno)

Uomo: (guarda l'assegno con faccia stupita) signor Scrooge! Siete serio?

Scrooge: Non un soldo di meno! Buon Natale! Dio vi benedica!

(Continua a camminare scompigliando i capelli a qualcuno e augurando buon Natale. Tutti escono dalla scena. Entrano il nipote di Scrooge e la moglie)

Nipote: Certo che è un peccato che lo zio non sia qui...

(Entra Scrooge correndo alle spalle del nipote)

Scrooge: Freeeeeeeeeeeeed!

(Il nipote e la moglie sobbalzano)

Nipote: Buon Dio! Zio! (lo abbraccia)

(Escono insieme ridendo)

Narratore: La mattina seguente, Scrooge si recò in ufficio di buon mattino. (Scrooge entra, si siede alla scrivania e guarda l'orologio). Voleva sorprendere Bob arrivare in ritardo.

L'orologio battè le nove. Niente Bob. Le nove e un quarto. Niente Bob. Era in ritardo di ben diciotto minuti e mezzo.

(Bob corre dentro correndo)

Bob: Mi dispiace molto signore! Sono davvero in ritardo!

Scrooge: (con voce arrabbiata) Lo siete? Si, penso che lo siate. Venite avanti un momento.

Bob: È solo per una volta l'anno, signore. Non si ripeterà. Ho fatto festa ieri sera, signore.

Scrooge: Vi dirò, mio caro, che non ho più intenzione di tollerare cose del genere. Per cui... (si alza e va verso Bob. Poi diventa subito allegro e gli dà una spinta amichevole) … Per cui vi aumento il salario! Buon Natale Bob! Un Natale migliore, Bob, caro ragazzo, di quanti ve ne abbia augurati per tanti anni! Vi aumenterò il salario e cercherò di assistere la vostra famiglia nelle sue difficoltà. Invita qui la tua famiglia, adesso!

Bob: Subito signore! (corre via e ritorna con tutta la famiglia)

Narratore: Scrooge fece meglio di quanto aveva promesso. Fece tutto, e infinitamente di più; e per Tiny Tim, che non morì, fu un secondo padre. Divenne un buon amico, un buon padrone, un uomo migliore. Alcuni risero nel vedere la sua trasformazione, ma lui li lasciava fare senza curarsene: era abbastanza saggio da sapere che a questo mondo non è mai accaduto nulla di buono che in un primo momento qualcuno non abbia deriso; e sapendo che gente come quella era cieca in ogni caso, pensò che potevano pure strizzare gli occhi in un ghigno, piuttosto che mostrare la loro cattiveria in forme meno piacevoli. Anche il suo cuore rideva, e ciò gli bastava.

Non ebbe ulteriori rapporti con gli spiriti, ma da allora in poi visse secondo il principio di assoluta temperanza; di lui si disse sempre che sapeva interpretare il Natale, se una tale conoscenza fu mai conferita a un vivente. Che una cosa simile possa esser detta anche di noi, di tutti noi! E, come osservò Tiny Tim, Dio ci benedica, ci benedica tutti!