Cara valigia

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“CARA VALIGIA”

commedia in due atti  di Gian Carlo Pardini

SUNTO: Agata,  ritornando dalla stazione,      si accorge  che  la valigia di sua sorella Filippa  è stata scambiata con un’altra identica. Prima di portarla indietro,  ne verifica il contenuto e scopre che è piena di  banconote. Tutti quei soldi provenivano da una rapina compiuta da tre pregiudicati che,   tenteranno di  recuperare  in seguito con uno stratagemma . La trama della telenovela che  Debora , nipote di Agata,  segue appassionatamente in tivù ingannerà i malviventi e creerà un rocambolesco susseguirsi di   situazioni comiche e divertenti.

Personaggi:

Oscar ……… ………….  Marito di Giulia dedito completamente  alla sua  arte concettuale.

                                          Detesta la televisione. 

Giulia ………………….  Moglie delusa  dal marito rammollito, e continuamente preoccupata

                                         alla  sua   sofferente situazione  economica  familiare. Il suo sogno è :

                                          raggiungere un posto nella società  altolocata.

Agata ………………….. Madredi Giulia. Donna scaltra con le identiche ambizioni della figlia.

Filippa ………………… Sorella di Agata, accanita sostenitrice del gioco d’azzardo.

Debora ………………… Figlia di Oscar, disperata teledipendente.

Camilla ………………..  Vicina di casa pettegola e snob.

Aussania ………………  Figlia di Camilla (identica nel modo di pensare  alla madre).

Bronco ………………..   Esperto scassinatore  ed evaso.

Cirillo ………………...   Complice di Bronco e Pirata

Pirata ………………….   E’ il terzo rapinatore. Riconoscibile dalla benda sull’occhio.

Commissario di polizia .

Agente ………………

Bambola ……………… Complice segreta di Bronco.

Soggiorno di casa Barbieri.   Due porte: quella di  sinistra conduce all’entrata principale  mentre quella di destra al resto dell’appartamento.  Arredamento semplice. Nel centro spostato verso il fondale un tavolino con due sedie. Sul lato destro un piccolo mobile è vicino ad una poltrona.  Di fronte ad essa con lo schermo  rivolto verso la parete di fondo una piccola televisione  a tubo catodico ( per esigenze sceniche  rimarrà sempre spenta)  . Entra da sinistra Debora. Toglie dalla poltrona una borsa e la  infila nel mobile. Prima di accendere la tivù,  indossa una cuffia auricolare collegata con un filo all’ apparecchio stesso .

 

Oscar     – (entra da destra con un una gabbia per uccelli al cui suo interno c’è   una scarpa da uomo di colore marrone) Debora, dov’è la mia borsa? (Debora non risponde e il padre  le dà un colpetto  sulla spalla ) Debora!

Debora   –  ( si toglie le cuffie) Si.

Oscar     –  Dov’è  la borsa che ho appoggiato  sulla poltrona?

Debora   –  Dentro il  mobile. (rimette  le cuffie)

Oscar     –  Perché è finita li ?  (Debora non risponde ) Debora, mi ascolti?

Debora   –  (annoiata ritoglie le cuffie ) Dimmi.

Oscar     –  Perché l’hai messa nel mobile?

Debora  – Perché mamma s’innervosisce se vede il disordine. E poi, questa è la mia poltrona.

Oscar    – Possibile che devi restare sempre attaccata   alla tivù. 

Debora  – Uffa ! (le toglie le cuffie)

Oscar    –Uffa un corno! Sembri un moscerino spiaccicato al parabrezza. Tante volte  ti ho detto …

Debora  -  ( nervosamente) Ecco fatto ! Adesso non ho sentito chi  esce dal salotto.

Oscar – (da una veloce occhiata intorno ) C’era qualcuno in salotto?

Debora – Ma non qui. Al gioco “Il salotto dei Vip ”. (indicando la tivù)

Oscar – (rassegnato)  Io mi arrendo… mi arrendo! Ma come fai a vedere questi  programmi demenziali che  appiattiscono la  mente? Tutta  colpa  di tua madre.

Debora – Papà non ti si sfanga. Ciao. (si alza e si dirige verso l’uscita )

Oscar – (adirato) Non ti si sfanga?!  Che significa?

Debora –  (sbuffando) Vado da Aussania. ( esce a sinistra senza rispondere)

Oscar – Debora vieni qui.   Debora!  (tra se ) Ma perché non ho avuto una bella quaglia al posto  di una figlia. Sarebbe stata più rispettosa e decisamente più intelligente .  (prende la   borsa nel mobile la poggia sulla poltrona, poi con estasi ammira   la sua opera. Entra da destra  Giulia, sua moglie, e resta ad osservarlo per qualche secondo. Poi, vedendo la borsa sulla poltrona,  s’inalbera)

Giulia – (con comicissimo scatto) Oscar!

Oscar – (sussultando)  Con il  tuo maledetto urlo da faina   hai interrotto la mia ispirazione !

Giulia -  Interrotto?! Ma se eri fermo e immobile come un rospo  in attesa di mangiarsi una    zanzara.

Oscar - Mi stava nascendo l’idea per una nuova  opera.

Giulia – (polemica) Possibile che  la tua testa non riesca mai a partorire per una volta, dico una sola volta,   il desiderio  di sacrificarsi  per la tua famiglia.

Oscar – (ironico) Signori e signori ha inizio lo spettacolo della ramanzina.

Giulia -   Quella borsa  è di nuovo tra i piedi. Quando è che la butti via?

Oscar –  Ci metto  le mie opere quando vado dal gallerista.

Giulia – Bravo hai imparato la lezione.

Oscar – (risentito) Dopo il putiferio che hai scatenato l’ultima volta…

Giulia – Volevi anche ragione?  Sei uscito per strada  con una pentola a pressione infilata dentro un passeggino per neonati.

Oscar – Andavo dal signor  Gherman per mostragli l’ultima mia creazione .

Giulia – Lo so, ma i vicini non lo sapevano. Mi  hanno chiamato preoccupati  del tuo stato mentale. Pensavano fossi diventato deficiente.

Oscar – (innervosito) Per “vicini” intendi Camilla,  vero?

Giulia - Suo marito è un padre diligente votato al  lavoro e alla famiglia. Lei ne va orgogliosa.

Oscar – (con rimprovero) Dove vuoi arrivare con questo elogio?

Giulia – Io, per salvare la faccia,   devo sempre  fingere di non soffrire economicamente.

Oscar – Fai male. Sei vittima del perbenismo e del giudizio altrui.

Giulia – Sono vittima dell’amara sorte che mi ha fatto incontrare un morto di sonno come  te .

Oscar – Morto di sonno?! Io lavoro, produco!

Giulia - E quello lo chiami lavoro? Lavorare significa: non   fare quel “pattume” ma  trovarsi un’occupazione seria che   garantisca   uno stipendio!  (indicando l’opera)

Oscar – (innervosito) Pattume?! Cos’è  un altro  termine che ti ha suggerito la tivù?

Giulia – (infastidita) Me lo ha suggerito la mia vista e il mio buon gusto!

Oscar - L’unico “pattume”  è quello che esce da  li dentro(indicando la  tivù).  E non permetterti mai più,  di   paragonare le mie creazioni a del … pattume.

Giulia -  Quel “pattume” non mi dice niente, ma niente!

Oscar – E’ colpa del prosciutto.

Giulia – Quale prosciutto?

Oscar – Quello che hai negli occhi . (solenne )  Il prosciutto che alimenta il decadimento culturale  che hai tu, e tutti coloro che se ne nutrono.

Giulia -  Se continua cosi ce ne nutriremo ancora per  poco, visto che la nostra  situazione economica familiare  sta diventando  disastrosa .

Oscar – (pieno di se) Io sono un artista concettuale. Peccato  che la   tua mente non sia  in grado di  cogliere  il significato di quest’opera.

Giulia -  (con derisione) Sono estremamente curiosa di sapere quale è il significato. Dimmelo … dimmelo altrimenti impazzisco,  e mi butto dal terrazzino.

Oscar – (con profonda convinzione) La ricerca di libertà in un mondo ostile.

Giulia – (esamina l’opera ) Tu saresti la scarpa.

Oscar – Potrei anche esserlo.

Giulia – Quindi io sarei la gabbia che ti ingabbia?

Oscar – La gabbia è il mondo ostile, ottuso, la società schiava di se stessa,  che impedisce il dinamismo nel futuro… e la ..    (interrotto).

Giulia – Voi artisti concettuali siete tutti uguali!  Difendete il vostro pattume di opere   inventandovi frasi grandiose e piene di vocaboli incomprensibili.

Oscar – Non sarai mai in grado di capire.

Giulia – E invece ho capito bene, anzi benissimo. Io sono quella  scarpa e tu  la gabbia. (comicamente tragica) Hai imprigionato la mia giovinezza, i miei diciott’anni.

Oscar –  Cosa?! Sei tu che  mi hai ammaliato,  poi sequestrato come un ostaggio,  e buttato sull’altare della chiesa! 

Giulia – Purtroppo ero troppo giovane e avevo gli occhi veramente foderati di prosciutto. L’unica gioia, l’unica vera opera d’arte è la nostra bambina,  che  trascuri come quella scarpa. 

Oscar –Io voglio bene a mia figlia. Sei tu che la fai rincretinire,   permettendole di restare appiccicata alla tivù che …  (con enfasi) la monopolizza, la magnetizza e lentamente la ipnotizza!

Giulia – (ironica) Il filosofo ha fatto  la rima.

Oscar – Voglio richiamare formalmente la famiglia  all’osservanza del divieto   di guardare la tivù!

Giulia -  (con forte ironia) Giusto Oscar! Ai trasgressori  sarà applicata una sanzione come previsto dalla normativa vigente. Proprio come nei cartelli vietato fumare. Ma piantala!

Oscar – La tivù, come un parassita, è entrata nella testa di tua figlia e lentamente   le sta divorando  tutta la sua materia grigia.

Giulia – ( burlandosi di lui) Come il verme solitario?

Oscar – (offeso) Deridi… deridi!   Debora idealizzerà tutto. Si lascerà catturare dal messaggio televisivo. Diventerà un’insicura, un’indecisa…

Giulia – (interrompendolo) Trovati un lavoro serio cosi le paghiamo     un’educatrice.

Oscar – (risentito) Tu sei l’educatrice!

Giulia – Anche tu sei l’educatore.

Oscar – Ho rinunciato già da un pezzo.

Giulia -  Cosa è questa affermazione da padre  irresponsabile e deficiente?

Oscar – Ti avevo proibito  di farle vedere   quella telenovela. Come si chiama?..

Giulia –  “Fedora” .

Oscar –  Purtroppo il mio divieto è andato a farsi friggere

Giulia – E’ una telenovela  ricca di buoni sentimenti. Utile per  gli adolescenti …

Oscar – (stupito) Adolescenti?! Ma se ha diciannove anni.

Giulia - Anche Aussania la figlia di Camilla la guarda.

Oscar – Infatti la figlia della  “cloaca del palazzo”  è una vera    deficiente.

Giulia – Cloaca?!

Oscar – Si,  Camilla. E’ pettegola,   maligna e presuntuosa. Ha una  bocca che scarica sporcizia  come  una cloaca.

Giulia – Quello che dice Camilla mi è indifferente!

Oscar – Non è vero. Spesso ripeti  parole  che ho sentito uscire solo  dalla sua bocca.

Giulia – Dalla tua cosa esce?

Oscar – Di meglio.  E poi come si può chiamare una figlia “Aussania”. Ricorda  il nome di una compagnia che assicura   invalidi sul lavoro.

Giulia – “Silvan Rattazzi”  dice che  ha un alto potere educativo.

Oscar – Aussania, la figlia della cloaca?

Giulia – Ma no, la telenovela “Fedora”

Oscar - Chi è questo  Rattazzi?

Giulia – Ma come chi è ?! E’ un famoso giornalista  che da venti anni conduce “La sambuca”,  una trasmissione di successo. Lo conoscono anche cani e porci.

Oscar – Appunto! Lo conoscono cani e porci. Considerando che io,  non sono  né un cane né un porco, non lo conosco.

Giulia – (con convinzione)Sostiene  che nella trama di  ““Fedora” ”   i più importanti  valori familiari  hanno la loro predominanza!  (con durezza) Valori che tra queste pareti sono … inesistenti.

Oscar – (tagliando corto) Un giornalista che sostiene queste tesi può essere solo seguito ed ammirato da cani e porci. E adesso stop a questa ridicola  discussione, devo concentrarmi.

Giulia – Anch’io devo concentrami ma non per fare quella roba (indicando l’opera), ma per   sbarcare il lunario. Caro Oscar siamo al verde… verde…verde!!!

Oscar -  (serafico) Ancora per poco. Oggi è la mia giornata,  me lo sento.

Giulia – Non è la mia. Me l’hai già guastata tu,  purtroppo!

Oscar  - Tra poco faccio un salto dall’antiquario Marini che ha un amico che si occupa di avanguardia.

Giulia – E il gallerista Gherman ?

Oscar - Tra  mezzora ho l’appuntamento anche con lui.

Giulia – Come fai a fidarti ancora di quella faccia da  fenicottero,  che in un due  anni  ti ha fatto solo vendere quell’orribile bicicletta foderata di pelliccia di coniglio.

Oscar – (con estasi) “Progresso selvaggio” !  Che splendida creazione fu quella!

Giulia –  L’unica opera che hai venduto…. purtroppo.

Oscar – Non disperare. La fortuna arriva all’improvviso come la dea bendata.

Giulia – Speri  nel suo arrivo?

Osacr – Si.

Giulia – L’unica  bendata sono io,  e lo sai perché?

Oscar – Sentiamo la sparata delle dieci e un quarto: perché?

Giulia – Quand’ero giovane e stupidamente innamorata di te, la benda che avevo sugli occhi,   non mi ha permesso  di vedere  che razza di uomo eri veramente.

Oscar –  Conclusione?!

Giulia – Ho fatto lo sbaglio di  buttarti  sull’altare … e non in mare.

Oscar – Se non ti andavo a genio dovevi cambiarmi come si fa con un frigorifero.

Giulia – Quando me ne sono accorta  non potevo riportarti indietro… ahimé, era già scaduta la garanzia.

Oscar – (spazientito) Posso avere cinque  minuti di silenzio?

Giulia – Se speri che la fortuna piova dal cielo allora : viva la siccità!

Oscar – Posso avere tre   minuti di silenzio?

Giulia – L’unica soluzione è l’ufficio di collocamento.

Oscar – Due    minuti ?

Giulia – Quando vedi quell’ufficio scappi come un  vitello  davanti al mattatoio comunale.

Oscar  - (esasperato) Abbi pietà! Lasciami in pace almeno  un minuto.

Giulia  -  Ci sono migliaia di figli unici che non accettando la divisione dei genitori  si   suicidano.

Oscar – (sorpreso) Chi ha detto questa cretinata?

Giulia - Il programma “ Pianeta donne”.

Oscar – (disorientato) Ma noi non dobbiamo  separarci.

Giulia – Succederà !  (dalle quinte si sente un lamento. Entra zoppicando Agata  con una grossa valigia a quadretti bianchi e neri)

Agata – Ohi  …ohi,   il mio piede. Che dolore! Come si può  portare un paio di scarpe di colore quasi diverso e soprattutto di  due numeri inferiori al mio.

Oscar - Vuoi diventare una geisha?

Agata – (stizzita)No!  Me le ha  regalate il commesso  del “Centroscarpa”,  visto che i miei risparmi li ho dati alla bambina,  per acquistare la cartella e il diario di Fanny.

Oscar – L’hai comprati di seconda mano?

Agata – No.

Oscar – Mi hai appena detto che erano di “Fanny”.

Agata  –  “Fanny”  è la linea di articoli scolastici più in voga di quest’anno.

Giulia – Debora non può presentarsi a scuola con un diario e uno zainetto comune.

Oscar – (polemico) Esatto! Lei non deve avere uno zainetto o un diario  generico e a poco prezzo. Non può essere inferiore alle sue compagne di scuola. Quindi , per evitare  scosse psicologiche con attacchi di panico e dissenteria , deve seguire la nuova moda degli accessori scolastici.

Agata – (categorica) Non può essere da meno della figlia di Camilla!

Oscar – (seccato) Ecco fatto!  E’ li che volevo arrivare. Finalmente abbiamo trovato il nocciolo della questione : Aussania.

Agata – (si tocca la fronte) Ahi

Giulia – Che ti è successo in fronte?

Agata – Alla stazione un tifoso della Futurcalcio mi ha tirato una lattina in testa.

Oscar – Evviva la Futurcalcio e i suoi tifosi!

Giulia – (risentita) Cretino! Cretino…cretino!

Agata  – Lascialo  perdere.

Giulia – Ti hanno  ferito?

Agata – Niente di grave,  ma c’è stato un momento di panico.

Giulia – Immagino.

Agata – I tifosi della Futurcalcio  sono   usciti dai vagoni  come un invasione di cavallette. Uno di quegli scellerati ha dato un calcio alla valigia. . Disperata non la trovavo più. Sembrava la fine mondo. Dalle spinte  mi è caduta anche una capsula.

Giulia -  L’hai ritrovata?

Agata -  La valigia?

Giulia – No  … la capsula.

Agata -  Certo!   Per fortuna!

Giulia  -  L’hai portata a mano dalla stazione fino qui?!

Agata – La capsula?

Giulia – Ma non la capsula,  la valigia!

Agata – Purtroppo si!

Oscar  – Potevi prendere un taxi.

Agata – (attaccandolo) Con quali soldi? Quelli che guadagni tu.

Oscar – Signori riparte la  ramanzina. Tutti in trincea arriva il nemico.

Agata – Sei insopportabile Oscar.

Oscar – Scusa ma non ho ancora capito che ci facevi alla stazione? E di  chi è questa valigia ?

Giulia –  Di mia sorella Filippa, ha lo sfratto e si  trasferisce qui.

Oscar – (stupito) Cosa?

Giulia – Potremo usufruire della sua pensione.

Oscar – Dove la metti a dormire?

Giulia - Nella stanzetta dove … (ironicamente) lavori.

Oscar – (preoccupato) Nella mia stanzetta?!

Giulia – (categorica) Visto che da parte tua non arriva uno  stipendio,   abbiamo trovato  un escamotage per riuscire a pagare le bollette .

Oscar – (avvilito ) No… no…  non  è possibile.  (seccato) Sarà come avere,  tutto il giorno,  un  tafano che ti ronza intorno.

Giulia – (indicando l’opera)  Il pattume c’è,  mancava il  tafano sopra.

Oscar – Credi di essere divertente?

Agata -  La pensione della zia risolverà, non in parte, ma alcuni nostri problemi economici.

Oscar – (serio) Prima di portare in casa il tafano potevo  cercare una  soluzione alternativa al problema.

Agata – (ironicamente a Giulia) Ha parlato il   figlio dello sceicco.

Giulia –  Io e mamma abbiamo preso  una  saggia  decisione e avremo il  nostro tornaconto.

Oscar – (gran risata)  Signori e signori il duo “Pitagora Einstein”  ha fatto il “giusto calcolo”.

Agata  – Cara figlia,   sono proprio curiosa di sapere dove vuole arrivare con la sua risata mio genero?

Giulia – Chiedilo alla  materia grigia, anzi marrone,  che è dentro il suo  cervello.

Oscar -  Avete trovato l’escamotage per ridurre le spese?!   Tua sorella si è dilapidata la casa per colpa del gioco. Non contenta ha  venduto l’urna d’argento con le  ceneri di suo marito, per cosa? Per giocare alle slot machine.  Che vergogna!

Agata -  Non era suo marito ma il fidanzato

Oscar –  Era sempre l’urna di un defunto.  Che vergogna!

Agata -  Non ho ancora capito dove vuole arrivare la materia marrone  che hai nella testa.

Oscar – Tua sorella Filippa si  brucerà  la pensione ancora prima di incassarla. (risata) Hanno trovato l’escamotage!

Agata – Mia sorella ha perduto quel vizio. Gestirò io la sua pensione. Abbiamo fatto un accordo.

Giulia -  Oscar ragiona.  Se a fine mese non paghiamo la bolletta dell’energia elettrica ci tagliano i fili della luce.

Oscar – (serafico) Usiamo  le candele.

Agata – Abbiamo anche il telefono bloccato.

Oscar – Le chiamate  d’emergenza però si possono fare.

Giulia - E la bolletta dell’acquedotto?

Agata  – Se ci tolgono l’acqua con  cosa ci laviamo? Con la bottiglia di limoncino che conserviamo per le grandi occasioni.

Oscar – Nel terzo mondo non hanno né luce  né acqua e neppure l’elettricità ma,  possiedono la gioia, la serenità ..il …. (interrotto)

Giulia – Lascia perdere  terzi , quarti e quinti mondi.

Agata - Siamo in occidente e  vogliamo vivere  da occidentali.

Oscar – (con raccoglimento)  Ecco l’altro  nocciolo del problema : la sfrenata ricerca del benessere, l’apparire, sfoggiare… 

Giulia – Tu sei il  nocciolo anzi   “un  nocciolo” , di conseguenza :  immobile, pigro e inoperoso .

Agata – E anche “inutile” visto che i noccioli …. si sputano.

Oscar – Ma un giorno questo nocciolo (indicando se stesso) che voi disprezzate, diventerà famoso e allora…. (interrotto)

Giulia – Farai un sacco di soldi ?

Oscar – Certo !

Giulia – Non invidiavi il  povero  e affamato  terzo mondo?

Oscar – (colto sul debole) E’ impossibile stabilire un dialogo con te.

Giulia – Con te è possibile?

Oscar – Se  non ho la stanza libera, come faccio a concentrarmi e trovare l’ispirazione?

Giulia – Vai a  Buckingam Palace,  se c’è spazio , altrimenti nel nostro bagno.  E’ l’unico posto libero.

Oscar – Appunto! Adesso mi ci precipito immediatamente .

Agata - Cosi hai  la possibilità di rinfrescarti le idee.

Oscar - Non disturbatemi. (esce   innervosito)

Giulia – Bravo,  e chiudi il rubinetto.

Agata -  Sempre che  l’acquedotto  comunale non ci ha già chiuso le tubature 

Oscar – (rientra e riprende la sua opera) Agata, una curiosità. Che fine hanno fatto le ceneri del defunto?

Agata – Lo loro fine naturale.

Oscar – Sparse al vento?

Agata -  No.

Oscar – In una cassetta?

Agata -  (con tranquillità) Ma no! Le ha usate per preparare un bel tiramisù.

Oscar – (disgustato) Eretica!

Agata -  Vagabondo!

Oscar – Eretica (esce)

Giulia – Che egoista. Spirito di sacrificio: zero!

Agata – Ma cosa avrai mai trovato di straordinario  in Oscar?

Giulia – Quello che   hai trovato in quel debosciato di tuo marito.

Agata – Tuo padre…. il vero pagliaccio! Ringrazio il destino di avermelo levato dalle scatole.

Giulia – Quando ha deciso di arruolarsi nei servizi segreti messicani è stata la tua e la mia fortuna.

Agata – Ma quali servizi segreti?!  Fuggì con  mia cugina. Santa donna!

Giulia - È scappato con tua cugina Luisella?

Agata – Si.

Giulia – (allibita) Veramente?!

Agata – Si.

Giulia – Scusa, ma Luisella  non era  finita fra gli  Hare Krishna?

Agata – No. E’ finita a letto con  tuo padre e si sono trasferiti nel paese di Pancho Villa. Benedetto sia quel giorno!

Giulia – Sono di stucco.  Ma perché non me ne hai mai parlato?

Agata – Volevo farlo  quando avevi  compiuto diciotto anni, ma poi mi son dimenticata.

Giulia – Sei incorreggibile  mamma.

 (Entra Debora  imbronciata)

Giulia – Amore perché hai quella faccia?

Agata – (accorre premurosa verso la nipote) Che è successo tesoro? 

Debora – Oggi è l’ultima puntata di   “Fedora” ....

Giulia -  Dispiace tanto anche a me . Era  una bella  storia.

Agata – Quando una moglie si libera del marito è sempre una bella storia.

Debora – Peccato m’intrippava tanto “Fedora” .

Agata – Cara Debora,  non ti sposare. Il partito dei mariti è alleato con  quello dei pazzoidi.

Debora -  Anche il marito di Fedora è un pazzo. La tiene segregata in casa ed ha  in mente un piano segreto. Farla passare per squilibrata, internarla in un manicomio,   e toglierle il bambino.

Giulia  –  Cara Debora sono certa che la tua eroina tirerà  fuori gli artigli; vincerà   e uscirà da quella gabbia. (sospirando) Beata lei.

Debora –  Fedora  vuole  scappare  con  il suo piccino.  Aussania è convinta che non se  la caverà.

Giulia -  Quella ragazzina è un vero corvo, come sua madre.

Agata -   Fedora  fuggirà con il suo pargoletto dalla  casa di suo marito. Me lo sento. La storia deve avere un lieto fine.  (Debora toglie nuovamente la borsa dalla sua poltrona e la mette nel mobile. Si siede davanti alla tivù e indossa le  cuffie . Entra zia Filippa. Ha in mano un vaso  contenente una  pianta grassa. )

Giulia -  Zia Filippa dove eri finita?

Filippa -  Stavo cercando un bar, volevo…. volevo una brioches.

Agata -  (sorridente) Davvero?

Filippa – Si.

Agata -  Ma sono quelle con i  rulli che girano  ?

Filippa – No. Sono quelle con la crema e pistacchi.

Agata - (severa) Filippa le conosco le tue brioches. Cercavi una slot machine,  vero?

Filippa -  Avevo solo una moneta da pochi centesimi come potevo giocare?

Agata – (con rimprovero) Allora l’hai cercata?

Filippa – Certo! Era dentro la bustina del reggiseno.

Agata  -  Intendevo la slot machine,   non la moneta.

Giulia – (severa) Se vuoi restare in questa casa,   non avvicinarti mai più  a quelle macchinette infernali.

Agata – Altrimenti  ti spedisco al dormitorio pubblico!

Filippa – (arrendevole) Lo prometto.

Agata – Non ti smentisci mai. Sei e rimarrai la pecora nera della famiglia!

Filippa – Anche Luisella, nostra cugina, era una pecora nera.

Agata -  Dopo quello che ha fatto è diventata una  santa!

Giulia – Non litigate… Oh cara zia,  grazie del pensiero.(sta per prendere la pianta)

Filippa – Ma non è per te, è mio.

Giulia -  Ti sei portata dietro un cactus?

Filippa – Certo!

Giulia -  (perplessa) Ah… (prende il cactus e lo posa sul mobile)

Filippa - Il viaggio è stato estenuante. Sono capitata in uno scompartimento pieno di tifosi  scalmanati  che continuavano a  fare delle sigarette con  dell’erbetta . Mi ricordava l’odore della cicoria bollita. Un ragazzo mi ha offerto un tiro.

Giulia – Spero che tu non l’abbia fumata.

Filippa – Un tiretto, ho provato…

Giulia – Oh signore che ti è successo?

Filippa – Nulla. Proprio nulla!

Giulia – Meno male.

Filippa – Comunque un viaggio davvero estenuante! Con  tutti quei  gabbiani che saltavano da una poltrona all’altra.

Giulia – Gabbiani?!

Filippa – Esatto! Uno di loro mi si è posato sulla spalla e con il becco mi ha sistemato la  piega ai capelli. 

Agata – (alzando gli occhi al cielo) Ora capisco perché volevi metterti  in mezzo alla strada e dirigere il traffico. Sei  stordita!

Filippa – Ma figurati. Sto benone!

Agata – Provare a dire il contrario!

Filippa – Ho soltanto una leggero senso di vertigine.

Agata – E’ normale; con tutta quella  cicoria!

Filippa – Non è colpa della  cicoria. È la batteria dell’apparecchio acustico che si sta scaricando. Mi crea  problemi all’equilibrio.

Agata – Cominciamo bene.

Filippa -  Ma tuo marito non c’è? Ho una gran voglia di vederlo. Dove è?

Giulia -  Doveva andare a Buckingam Palace ma è rimasto in bagno. (verso le quinte) Oscar è arrivata la zia .

Filippa –  (premurosa) Non è il caso di disturbarlo.

Giulia -  Nessun problema si sta solo rinfrescando le idee. (entra Oscar con la gabbia)

Filippa -  Oscar che piacere rivederti.  (vede la gabbia) Oh che bello! Hai un gattino?

Oscar  – (offeso) E’ una scarpa!

Filippa – La tieni in gabbia?

Oscar – (nervosamente) Ho paura che morde!

Giulia -  ( prende la gabbia dalle mani di Oscar   e la mostra alla zia) Qui dentro c’è la ricerca della libertà verso un mondo ostile.

Agata -  (prende la gabbia dalle mani della figlia )Io qui dentro vedo anche un nocciolo che va sputato perché  completamente inutile.

Filippa – (ingenuamente) Non riesco a vederlo

Oscar – (stizzito riprende la sua opera) Basta !

Giulia – (risentita) La voce la alzi  a Buckingam Palace e non in questa casa!

Filippa -  (intervenendo conciliante) La pace deve sempre regnare sovrana fra le  mura domestiche .

Oscar – (con ironia pungente) Ha parlato il tafano.

Giulia -  Piantala!

Filippa – (ingenuamente) Avete un tafano che parla?

Oscar – Si. E’ appena  entrato  in questa casa.

Filippa – Dove si trova?

Oscar – Di fronte a me.

Filippa -  (cercando nel vuoto)  Non lo vedo.

Oscar – (sbigottito e infastidito ) Qui  si respira aria  molto pesante. Per cambiare  l’ ossigeno al mio cervello vado  dall’antiquario Marini! (sta per uscire con la sua opera )

Giulia – (allarmata) Oscar! (prende la borsa dentro il mobile)

Oscar – Che vuoi?

Giulia – Aspetta! Visto il precedente del passeggino con dentro la  pentola a pressione, è meglio che infili il tuo  pattume qui dentro. Eviti la tua ennesima  figura da deficiente.

Agata – Ben detto!

Oscar – (offeso) Vorrei rispondervi per le rime, ma non ne vale la pena.  Del resto,  il prosciutto abbonda sugli occhi degli ignoranti. Vi saluto aride menti! (sta per uscire)

Giulia – Oscar infila quella roba  nella borsa!

Oscar – No! No! No! Voglio che la gente, come dici tu ”perbene” mi prenda per un folle.  Evviva la pazzia! (esce)  

Giulia – (verso le quinte) Arrangiati! Saranno cavoli tuoi!

Filippa – Oscar è strano. Ha problemi. (Giulia posa  la borsa dietro la poltrona di Debora)

Agata – (con ironia) Il troppo lavoro lo distrugge..

Filippa – Povero Oscar.  Che mestiere fa?

Giulia – Il cretino,  e fa un  sacco di straordinari.

Filippa – Il cretino?!

Agata -  (preoccupata) Filippa dove hai la tua borsetta?

Filippa -  L’ho dimenticata sulla  slot machine.. volevo dire sul tavolino del bar.  Vado a prenderla.

Agata  – (ferma la sorella) Non da sola.  

Giulia – (dà un colpetto sulla spalla a Debora) Debora.

Debora – (si toglie la cuffia) Si mamma.

 Giulia – La zia  ha dimenticato la sua borsetta al bar. Accompagnala amore.

Debora – Va bene,  tanto c’è il  notiziario; che  palle!.

Giulia -  (sottovoce a Debora ) Attenta che non si avvicini alla slot machine.

Debora – Perché?

Giulia - Ha la malattia.

Debora – La slot?

Agata -  Ma non la slot, la zia. Ha la malattia del gioco.

Debora – (affascinata) Come Michele Bavarios l’eliminato di “Il salotto dei Vip”. Vieni zia  (esce con Filippa)

Agata –  Fortunatamente il libretto della pensione l’ho messo al sicuro nella mia  borsa. Mai fidarsi di Filippa.

Giulia -  Ti aiuto a disfare  la valigia.

Agata -  Grazie  (osserva la valigia). Questa non è  la valigia di Filippa   .

Giulia –  Sei sicura?

Agata – Si ! La  targhetta non riporta il suo nome .

Giulia -  Che c’è scritto?

Agata -  Non ha nessun nome.

Giulia -  Controlla meglio.

Agata – (preoccupata) Speriamo non ci sia stato uno scambio.

Giulia – Impossibile  mamma . 

Agata -  Magari si è scolorita solamente la targhetta .

Giulia -  Credi?

Agata - Sicuramente.

Giulia -   Vuoi sapere l’ultima stupidaggine che ha detto tuo genero?

Agata – Sentiamo.

Giulia – (facendo il verso al marito) Vedrai Giulia, un  giorno la dea bendata capiterà in questa casa.

Agata -  Le solite fantasie di un morto di sonno che non si è mai rimboccato le maniche. Con quel suo pattume di arte non guadagna il becco di un quattrino e poi si lamenta perché arriva zia Filippa. (a questo punto Agata dopo aver visto il contenuto della valigia , la richiude di scatto e portando le mani alla bocca  emette un grosso lamento) 

Giulia – (preoccupata) Cosa c’è?

Agata – (ansimando) Ohhh…

Giulia – Ti è caduta di nuovo la capsula?.

Agata  - (portandosi una mano alla testa) Ohhh..

Giulia – La   lattina che ti ha tirato il  tifoso?

Agata –  (affannata ) Guarda dentro, guarda dentro…

Giulia – (apre il contenuto. Richiude subito e quasi sviene)   Oddio, mi sento male.

Agata – Giulia, tirati su.

Giulia – Non credo ai miei occhi.

Agata – Vuoi qualcosa da bere?

Giulia – C’è solo il limoncino.

Agata -  Lo prendo.

Giulia -  No ! Se ci tolgono l’acqua con cosa ci laviamo ?

Agata – Aspetta .. ( prende una bottiglia di  whisky appoggiata sul mobile ) Bevi un goccio.

Giulia – Non è whisky. Dentro c’è l’alcool puro per disinfettare l’astuccio di Debora, quello di Fanny.

Agata – (con rimprovero) Potevi usare un’altra bottiglia. (rimette la bottiglia sul mobile )

Giulia – Non rimproverarmi! Anche tu una volta hai messo l’olio per i mobili nella bottiglia del marsala.

Agata – (guardando con estasi l’interno della valigia ) Questo non è un miraggio.

Giulia  - Sto sognando?

Agata – Non è un sogno. Giulia è finita la carestia… evviva le vacche grasse!

Giulia - E’ piena di soldi. Mai visti cosi tanti in vita mia.

Agata – Fammeli rivedere. 

Giulia – Una valigia piena di banconote… incredibile!

Agata – Quanti saranno?

Giulia – Questi  sono milioni!  Di chi saranno?

Agata  – Che diavolo ne so!

Giulia – Incredibile. Hai scambiato la valigia di zia Filippa con una  identica..

Agata – Mi si è bloccato anche lo stomaco.

Giulia – E’ un vero sogno!

Agata – Il cacio sui maccheroni.

Giulia – Maccheroni?! Ma sei hai lo  stomaco bloccato?

Agata – Giulia questa valigia è il cacio sui maccheroni. Ci risolverà ogni problema . Siamo ricchi.

Giulia – Questo proverbio non ci incastra nulla, mica avevamo i maccheroni prima . Dovevi dire..  una fortuna piovuta  dal cielo.

Agata – Sento non fare l’Oscar della situazione. Ma ti rendi conto, vita nuova.

Giulia – Lo so.   Peccato che dobbiamo riportarla indietro

Agata  -  (allarmata)Indietro?! Sei pazza!

Giulia -  E se fosse denaro sporco?

Agata – E se invece non lo fosse?

Giulia – E se il proprietario   conoscendo il nome e cognome risalisse all’indirizzo della zia ?  

Agata – (dopo attimo di pausa le si illuminano gli occhi di gioia )  E’ impossibile perché sopra  il cartellino c’è scritto  Filippa Danzoni

Giulia – Appunto! E’ un rischio tenere il denaro perché se il legittimo… (perplessa si ferma) Scusa mamma,  la zia ha il tuo cognome che è Pesetti , che c’entra Danzoni ? Quello  è il cognome del suo fidanzato, ormai  defunto.

Agata – Mia sorella è stata sempre strana. In  memoria del fidanzato Teodoro ha

            sempre usato il cognome Danzoni. E non finisce qui. Lei non si chiama Filippa.

Giulia – Non si chiama Filippa?!

Agata - La zia l’abbiamo sempre chiamata Filippa in memoria del nonno,  fucilato durante la battuta di caccia in Maremma..

Giulia – Come si chiama?

Agata - Il suo vero nome è  “Marghenauta”. Quindi all’anagrafe lei risulta  Marghenauta Pesetti.

Giulia -  (sorpresa)  Allora se il proprietario risale al nome Filippa Danzoni rimane a bocca asciutta.

Agata – Esatto!  Non esiste Filippa Danzoni.

Giulia – Allora possiamo tenere questo denaro senza nessun problema….(si interrompe facendo un espressione di incredulità) Marghenauta ?! Il suo nome è Marghenauta?

Agata – Si.

Giulia - Mi stai prendendo per i fondelli?

Agata -  È la verità!

Giulia - Si chiama veramente Marghenauta?!

Agata -  Si.

Giulia -  Come ha fatto la nonna  a darle quel nome orripilante? Dove lo ha preso?

Agata -  (ironicamente) Sicuramente  dopo aver fatto l’amore con un marziano o un ufo..

Giulia -  Perché non me lo  hai mai detto prima?

Agata -  Che ne so! Mi è passato di mente.

Giulia - E nel tuo carattere nascondermi le cose. A volte non ti capisco.

Agata - Se la metti cosi,  sappi che  non ti ho mai detto  dove sono finite  le ceneri di Teodoro

Giulia - Dove?

Agata -  (prende il cactus) Qui.

Giulia -  Qui?!?!

Agata -  Si.

Giulia -  (allibita prende il cactus dalle  mani di Agata) In questo  vaso?!

Agata -  Ebbene si .

Giulia - Ecco perché non era un regalo per me.

Agata – (indicando il vaso) Questo è il suo Teodoro.

Giulia - (presa dal panico poggia il cactus sul tavolo)  Ohhh..  mio Dio!

Agata -  Che hai?

Giulia -  Tu lo sapevi… tu …tu e la zia siete due incoscienti. Ma ti rendi…ti rendi conto che  in questo vaso ci sono le ceneri di Teodoro.

Agata -  Ti rendi conto che in questa valigia ci sono milioni di euri! Ma come fai ad essere sconvolta dalle ceneri di un  defunto   di fronte a  questa montagna di soldi.

Giulia – Ma sono nel vaso!

Agata – Andrà a beneficio.

Giulia – Nostro?

Agata – Della pianta. E’ un ottimo fertilizzante. (elettrizzata) Giulia rifletti,  tua figlia  Debora avrà una vita da benestante.

Giulia – (pausa di riflessione)  In effetti, Filippa Danzoni non potrà  mai essere  rintracciata.

Agata – Questo tesoro è la fine dei nostri problemi

Giulia – (esultando) Oh che bello! La mia bambina  avrà tutto ciò che desidera. Alla faccia di Camilla e Aussania .

Agata – Deve restare un segreto.

Giulia – Ora cosa facciamo?

Agata - Bisogna svuotare  la valigia e rimpiattare i soldi.

Giulia – Intanto la tolgo  dal salotto e la porto in camera.

Agata – Mettila sotto il  letto.

Giulia – Tu pensa dove nascondere i soldi. Aspetta, fatti toccare. (tocca la madre)  Sono sveglia non è un sogno (sta per uscire) .

Agata – Giulia!

Giulia – Dimmi.

Agata – (tocca la figlia) Non è un sogno!

Giulia – Fammela portare sotto il letto,  prima che arrivi qualcuno.  (esce con la valigia)

Agata – Ma guarda cosa ci doveva capitare. (tra se) Agata mantieni la calma e abbandona l’euforia . (passeggia nervosamente)   Dove mettiamo tutto quel denaro?  Dove lo mettiamo? (le cade l’occhio sulla poltrona. entra Giulia) Ci sono!

Giulia – Hai pensato?

Agata - Dentro la  poltrona di Debora.

Giulia – Non potevi trovare di meglio.   (facendo il verso al marito) Il duo “Pitagora Einsten”  ha fatto il giusto calcolo. 

Agata -  Se non avessimo portato   mia sorella in questa casa  non  ci sarebbe  stato neppure lo scambio delle valigie in stazione.

Giulia – (esaltata) Grazie , zia Filippa.

Agata – Grazie sorella!

Giulia – Santa Filippa! (entra Debora con Filippa)

Debora – L’abbiamo trovata la borsetta. Era sopra la slot machine.  La zia si è fatta prestare dieci euro dal barista. (Debora si siede alla tivù e rimette  le cuffie)

Agata – (guarda la sorella intensamente) Filippa!

Filippa – (intimorita ) Era solo una giocatina… non lo farò più. Non mandarmi via  ti prego.

Agata -  Oh…  Filippa come sono contenta!

Filippa – (triste e rassegnata) Di spedirmi al dormitorio con il mio Teodoro? (indicando il cactus)

Agata – (abbracciando la sorella con gioia) Ma no! Di essere tu,  una  santa.

Filippa – (perplessa) Non era Luisella?

Giulia – Si,  ma tu sei la seconda della famiglia. Quella nuova!

Filippa – (sorpresa) Non sono più la pecora nera?

Agata – No.

Filippa – Sei sicura?

Agata -  Grazie sorella mia, grazie!

Filippa – Di cosa?

Agata – Grazie a te abbiamo trovato una val.. (interrotta dalla figlia)

Giulia – Mamma!

Agata – Grazie a te noi … cioè volevo dire … appunto … insomma .. grazie di essere mia sorella!

Giulia – E di essere mia zia.

Filippa – (allibita) Non sapevate che eravamo parenti?!

Giulia – Oh che gioia.

Agata – Sono cosi felice. Che giornata stupenda!

Camilla – (entra) Ciao cara Filippa. Come va?

Filippa – Non mi lamento A parte il  mio abito che puzza di gabbiano.

Camilla – Di gabbiano?! Sei passata a fare acquisti alla discarica?

Filippa – Perché?

Camilla - E’ piena di quei volatili . (entra Oscar con la sua gabbia e la poggia sul tavolo.  )

Agata – (con superiorità) Camilla non è giornata!

Camilla –  Perché sei cosi  isterica? Ti è rimasta la lingua nel  tostapane.

Agata – Sono tranquillissima e felicissima. Mi sento cento  metri da terra  come un gabbiano.

Camilla – Allora fai buoni acquisti. Ciao Oscar.

Oscar –  (deridendola seccato) Buongiorno Camilla… non ti avevo notato.

Giulia – (a Camilla)  Hai bisogno di qualcosa?

Camilla – Agata sono salita per una semplice curiosità. Tua figlia Debora ha detto ad Aussania  che Filippa viene a vivere con voi. Come mai questa decisione?

Agata – (ironicamente) Beh è una decisone di mio genero. Ha insistito tanto.

Oscar – (con nervosismo trattenuto) Ho insistito fino all’inverosimile.

Camilla –  (snobbando) Questo soggiorno è privo di finestre e non avete ampi spazi.

Giulia – Quindi ?

Camilla - Ci vorrebbe un comodo  appartamento  come il mio,  e non un buco come questa …  specie…..  di casa.

Oscar – (irritato) Si ma i “buchi” sono portatori di calore e familiarità.

Camilla – Questione di punti di vista. (guardando la gabbia)  Sei sicuro di riuscire a vendere quel pattume?.

Oscar – (agitandosi) Ecco! Ora ho capito!

Camilla  –  Capito cosa?

Oscar – Finalmente ho capito  dove è uscito  “quel pattume” .

Camilla – Dov’è uscito ?

Oscar – (guardando in cagnesco la moglie) Prima dalla  bocca della cloaca   poi è entrata nella  bocca di mia moglie ed è uscito di nuovo.

Camilla –  (ingenuamente) Che dalla cloaca uscisse il pattume,  è naturale;  ma dalla bocca di tua moglie è disgustoso.

Giulia – (spazientita) Oscar ,  perché non vai a rinfrescarti le  idee,  e altro..!

Oscar – D’accordo ma rilassati. (esce bofonchiando verso le camere)

Camilla – (deridendo) Aria di tempesta?

Agata - Il treno  del  nervosismo, oggi,  si è fermato a casa nostra.

Giulia – (con pungente ironia) E’ consigliabile togliersi dai binari prima che qualcuno ci rimanga sotto.

Camilla -   E’ un modo cortese per   mandarmi via.

Agata  -  (nervosa) La tua presenza non ci disturba,  ma siccome la lingua mi è rimasta nel tostapane,    togliti dai  piedi.

Camilla – A proposito di piedi, puoi togliermi una curiosità.

Agata – (seccamente) No!

Camilla – (risentita) Alla faccia della lingua nel tostapane!

Agata – Forza … cosa vuoi sapere.

Camilla - Hai le scarpe di colore diverso?

Agata – (fingendo di cascare dalle nuvole) E’ vero, non me ne ero accorta.

Giulia – (spalleggiando la madre) Eppure sono state acquistate in pieno centro città, in   un negozio di lusso.

Camilla – Ma quelle si acquistano al Centro scarpa, si vede lontano un miglio.

Agata – (fingendo ) Davvero?! Farabutti. Comprano le scarpe al Centro scarpa e le rivendono come pezzi firmati. Che bestie !

Camilla – Mio marito ha regalato ad Aussania la tivù al plasma . Me la  consegneranno oggi stesso.

Giulia – (con soddisfazione) Arriverà anche da noi!

Camilla – (snobbando) E’ molto costosa. Io  gli strappo uno cheque e pago subito. A voi occorrono, minimo, quattro  anni di rate.

Agata – (con orgoglio) La parola “rate”  è morta cara Camilla!

Filippa – Dov’è la mia valigia ? Ho bisogno di cambiare la batteria dell’apparecchio. 

Giulia – (con decisione) Lo farai più tardi.

Filippa – Perdo l’equilibrio.

Agata –  ( prende la  sorella per un braccio e la fa subito sedere su una sedia) Resta seduta!

Bronco – (entra improvvisamente con Cirillo. ) Signori dovete subito uscire. È stata segnalata  una pericolosa   fuga di gas nel palazzo. Dobbiamo controllare..

Camilla – Davvero .. Oh  mio dio….   (esce spaventata)

Cirillo - Signori è molto pericoloso! Dovete evacuare subito l’appartamento.

Giulia – ( allarmata a voce alta) Oscar esci immediatamente. C’è una fuga di gas … salta tutto.

Agata – (toglie le cuffie a Debora) Debora alzati bisogna uscire subito.

Oscar – (entrando) Che cosa succede?

Bronco – C’è una fuga di gas anomala  molto… molto rischiosa.

Cirillo – La  vostra  tubatura interna è da controllare. Uscite,  è pericolosissimo.

Giulia  – Vieni,  zia Filippa.

Agata – (sottovoce) E la valigia?

Giulia – (sottovoce) È al sicuro,  sotto il letto. Ora pensiamo alla nostra vita.

Agata – Ma guarda cosa doveva accadere

Giulia – Proprio oggi.

Oscar – (agitato) Debora ti vuoi alzare!

Debora – Ma c’è la telenovela

Giulia – (con panico) Amore  c’è una fuga di gas.  Vieni via!

Bronco – Signori sbrigatevi è pericoloso

Debora – (capricciosa) Oh no….  io voglio  vedere la tivù.

Oscar –  (con foga) Te l’avevo detto che  queste telenovele  guastano  il cervello. Le è scomparsa la facoltà di avvertire anche il  pericolo.

Giulia – (aggredendolo) Sei capace soltanto a giudicare senza mai addossarti una responsabilità.

Oscar – La lasci rapire da una tivù, che è solo una sorgente di informazioni atte a plagiare la creatività.

Giulia – Se creatività significa: non lavorare,  allora   preferisco che sia plagiata!.

Bronco – (urlando) Discutete  i vostri problemi fuori dal palazzo. Uscite.

Cirillo – Saltate  in aria.  (i due operai rimangono soli nell’appartamento)

Oscar – ( rientrando velocemente) Scusate ho dimenticato una cosa di vitale importanza..(va verso il bagno)

Bronco – Faccia presto!   È rischioso restare qui.

Cirillo – Se non facciamo in tempo a localizzare la fuga, facciamo la fine degli abitanti di Pompei.

Oscar –  (rientra con la sua gabbia) Grazie.. (esce  )

Bronco – (malinconico) Anch’io da bambino avevo uno scoiattolo in gabbia.

Cirillo – A me, sembrava una  scarpa.

Bronco – Secondo te,  uno tiene una scarpa in   gabbia? Scimunito, comprati un paio d’occhiali che è meglio..

Cirillo  – Per il momento il piano sta andando a gonfie vele.

Bronco – Ottimo stratagemma per entrare in casa e allontanare la famiglia.

Cirillo - Ma perché non abbiamo  fermato  la vecchia? Le spiegavamo che c’era stato uno scambio  di valigie e ci riprendevamo  la nostra.

Bronco – Ascolta grande scimunito, c’è un poliziotto ad ogni angolo con le nostre fotografie;  ci sono un sacco di testimoni che, durante la rapina, hanno visto che abbiamo infilato il denaro in una  valigia a quadretti bianchi e neri. Non potevamo rischiare. Siamo evasi e rapinatori. 

Cirillo – Se alla stazione  quei  maledetti della Futurcalcio  non avessero dato  un calcio alla nostra valigia sarebbe andato tutto come previsto. E invece abbiamo dovuto cercarla in mezzo a quel branco di scalmanati..

Bronco – Quando ho visto quelle due vecchie befane che ne avevano una    uguale  alla nostra mi è venuto il sospetto di un possibile  scambio. (facendo il verso) Impossibile… mi avete detto.

Cirillo – Ma chi poteva mai immaginare una simile fatalità?  Che iella! Due valigie identiche.

Bronco – Per fortuna mi è venuto lo scrupolo di aprirla .

Cirillo -  Grazie alla tua perspicacia scappavamo all’estero non con il malloppo,  ma con un mucchio  di reggiseni sottane e mutande.

Cirillo - Speriamo che qualcuno della famiglia non l’abbia già  aperta.

Bronco – L’importante è che il denaro sia ancora in questa casa.

Cirillo - Farci passare da operai,  che devono controllare una fuga di gas, è stato un ottima idea del pirata.

Bronco – Quel bastardo voleva fregarci! La  telefonata alla sua complice l’ha smascherato.

Cirillo – Ma chi sarà stata questa complice?

Bronco – Qualche sciacquetta che l’ha imbambolato.

Cirillo –  Ho sentito che le diceva: (facendo il verso ) passerotto ce la spasseremo alla grande. Ti bacio.

Bronco – E’ stato colto sul fatto. E poi quel bastardo ha negato tutto

Cirillo - Ma io gli hai dato il ben servito.

Bronco – Si meritava quel cazzotto!

Cirillo – Un pugno da maestro che gli  ha fatto volare  la benda dall’occhio

Bronco - Si risveglierà vicino all’immondizia, con un bernoccolo in testa ed una valigia piena di mutande.

Cirillo -  (esaltato) Saremo in due a dividerci il malloppo.

Filippa – (rientra ) Scusate ma.. .(prende il cactus)

Agata – (Entra affannata) Filippa vieni subito fuori.

Filippa – Non  lascio solo  il mio Teodoro . (esce)

Bronco – La casa deve restare vuota!

Agata – Non c’è più nessuno .

Bronco – E questo Teodoro?

Agata – (ironica) Già uscito.

Bronco – Sicura?

Agata – Sicurissima! (esce)

Bronco – Accertiamoci che questo Teodoro non sia ancora in casa. Cercalo di là. Io resto qui e cerco la valigia.  Veloci!

Cirillo – D’accordo. (Cirillo esce a destra) (dalle quinte) Signor Teodoro? Signor Teodoro?    (Bronco ispeziona il salotto. Nota la borsa dietro la poltrona la prende e  riflette).

Bronco – (con sorriso enigmatico) Questa è perfetta.

Cirillo – ( rientra  entusiasta  ). Non c’è nessun Teodoro di là ma c’è la valigia ancora bella piena di soldi.

Bronco – Stupendo . Questa borsa fa al caso nostro Metteremo qui il malloppo .

Cirillo – Li?! Non possiamo uscire con quella,  appartiene  alla famiglia; se ne accorgeranno.

Bronco – Vuoi uscire con  la valigia a quadretti. Ti ho già detto che potremmo essere scoperti?

Cirillo – Forse non hai  torto.

Bronco – (con orgoglio) Cirillo io non ho mai torto!

Cirillo  – E se qualcuno della famiglia rivuole la sua  borsa.

Bronco – Ho un piano in testa che funzionerà da Dio!

Cirillo – Se lo dici tu mi fido.

Bronco –   Riempiamola velocemente . (prende la borsa e con Cirillo escono a destra)

Cirillo -    (dalle quinte) Splendido ! Saremo in due e non in tre a dividerci la torta.

Bronco  – (dalle quinte) Abbiamo fregato il pirata. E appena usciti da questa casa vivremo da nababbi ..(si sente un colpo  e poi un urlo strozzato).  ( Bronco rientra in scena con in mano la borsa; la  appoggia sul divano, dove precedentemente era seduta Debora; fa un altro sorriso enigmatico. Prende il cellulare )

            Bambola il denaro adesso è tutto nostro .    Per non creare sospetti è importante che io esca  da questa casa a mani vuote. Ho messo il malloppo in una borsa. Te la lancio  dalla finestra.  Adesso  mi affaccio  cosi vedi in quale appartamento mi trovo. Vieni sotto con l’auto…  Come? Che fine ha fatto Cirillo? L’ho messo a nanna dentro la culla …sai che  adoro fare questi scherzetti.  Se il  pirata tornerà per scambiare la valigia, dentro  non troverà più i soldi, ma  una bella sorpresa (gran risata) .  Intanto mi affaccio  (esce verso le camere  )

Debora -  (entra di fretta e accende la tivù) A me non mi frega niente della fuga del gas. Io voglio vedere “Fedora” !

           (vede la borsa  e la rimette,  come aveva già  precedentemente fatto, nel mobile. Si siede sulla sua poltrona e indossa le cuffie)

            Accidenti è già cominciato . E’ incredibile  “Fedora”  è riuscita a uscire  di casa e adesso è alla stazione per prendere il primo treno. Ma il bambino dov’è? Noooo.. che toga! Ha nascosto  il  suo piccino in una borsa . Incredibile  dentro una borsa .  “Fedora”  sei grande. (Bronco entra   e si accorge  che sulla poltrona non c’è più la borsa ma la ragazzina.)

Bronco – (disperato )  Miseria schifosa !  Dov’è finita la borsa?(  Va da Debora e le dà un colpetto sulla spalla. Lei toglie la cuffia)  Ehi ragazzina ma chi ha preso la borsa ? (riferendosi alla borsa del denaro)

Debora – La borsa?! Ma come chi l’ha presa? (riferita alla borsa con dentro il neonato citata nella telenovela) E’ stata  Fedora .

Bronco – Chi è questa “Fedora”  e dove è andata con la borsa ?

Debora – Alla  stazione ferroviaria,   dopo essere uscita di casa.  (Debora rimette le cuffie)

Debora - (tra se)   Era in questa casa?! Maledetta ci ha pedinato,  si è nascosta qui dentro  ed ha aspettato il momento buono per fregarsi  la valigia. Ma allora era al corrente  del colpo alla banca.  Chi diavolo sarà? (alza gli occhi al cielo) Ma che stupido che sono  ! E’ la complice del Pirata quella sciacquetta. Devo subito fermarla. Non  se la passerà liscia. Parola di Bronco!  (esce veloce)

Debora – (verso la tivù) Dai “Fedora”  non mollare!

Giulia – (entra agitatissima toglie le cuffie alla figlia) ) Debora mi hai fatto morire di paura. Come ti è venuto in mente di ritornare in casa?

Debora –  Non potevo perdermi la continuazione di “Fedora” .

Giulia – (mettendosi una mano sul cuore) Prima la valigia,  poi lo spavento per la fuga di gas. Oggi il mio cuore   rimbalza  più di una pallina da flipper. 

Agata – (entrando con Oscar e  Filippa) Debora,  piccola cara …   non si fanno queste cose.

Debora – Che pizza che siete! (si rimette le cuffie)

Giulia – L’operaio cosa  ha detto?

Oscar – Guasto riparato!

Giulia – (tranquillizzata) Alleluia! Pericolo scampato.

Agata – L’altro tipo  dove è ?

Giulia – No so.

Oscar – Debora dov’è l’altro operaio! (Debora non risponde)

Giulia -  Lasciala stare

Oscar – (stizzito) Ecco li tua figlia,  ipnotizzata e drogata dalla tivù. Guardala li, immobile come un rospo  in attesa di mangiarsi una    zanzara.

Agata – (con foga) Peccato tu non sia quella zanzara.

Oscar –  Le è scomparsa la facoltà di avvertire anche il  pericolo.

Giulia -  Anche a te,  visto che sei ritornato per salvare il tuo pattume.

Oscar -  (rassegnato) Vi saluto .

Giulia – Aspetta devo parlarti è importante.

Oscar – Quasi mai dici qualcosa di importante.

Giulia – Ascoltami Oscar. Devo dirti qualcosa che ci cambierà la vita.

Oscar -  (ironicamente) Tua madre e il tafano se ne vanno di casa?

Agata –  (innervosita) Imbecille e vagabondo! Mia figlia deve comunicarti  … (interrotta)

Oscar - Il mio udito è in sciopero.

Giulia – Devo parlarti!

Oscar – Me lo comunicherai più tardi,  finito lo sciopero. Vi saluto aride menti.

Giulia  - Dove vai?

Oscar – In un luogo sano e non contaminato dalla vostra follia. 

Agata – (con ironia pungente) Psichiatria uomini?

Oscar – Alla galleria d’arte ……con la gabbia bella in vista. Eretiche! (esce nervosamente con la gabbia)

Giulia  – Che se ne vada al diavolo!

Agata  -  Guai a te se gli dai uno spicciolo.

Giulia – (sottovoce) Bisogna svuotare la valigia e riempire la poltrona.

Agata – D’accordo ma è necessario  allontanare Debora e Filippa.

Camilla – (entra) Oh! Che spavento!  (Agata e Giulia sussultano) Sono ancora turbata e disorientata . Ne parlerò con il mio analista.

Giulia – Solo per cosi poco?

Agata – Se un domani ti dovessero aggredire, cosa fai? Fai riesumare Freud dalla tomba e gli fissi un appuntamento?

Camilla -   (con presunzione) Se  saltava in aria il palazzo,  io e la mia famiglia  ci saremo trasferiti nello chalet in collina. Per voi sarebbe stato un evento tragico. Senza una casa ed in mezzo alla strada.

Agata – (coglie la palla al balzo) Camilla mi fai una gentilezza. Mi compri una pelliccia di visone da Vissoni. Proprio  come la tua.

Camilla – (risata) La pelliccia?!

Agata – (altezzosamente)  Sai,  non ho tempo di andarci.

Giulia – Aspetta un secondo, strappo uno  “cheque”! (prende il blocchetto degli assegni)

Camilla – (con superiorità) Sei sicura di quello che fai?

Giulia – Certo cara.

Camilla - Guarda che lo “cheque”  non è il nome di un cocktail,  sono soldi …un assegno.

Giulia – Come  questo ? (mostra l’assegno)

Camilla – Si.

Giulia - È in bianco,  scrivi  tu la cifra.

Camilla – (sbalordita) Ti ripeto:  sei sicura di saper quel che fare?

Giulia – Ma per chi ci hai preso ?

Agata – Non siamo  delle povere disperate del terzo mondo.

Giulia – Ma da oggi facoltose occidentali.

Camilla -  Sono allibita! (rimane di stucco e poi esce )

Giulia – (raggiante) Che soddisfazione

Agata – (sottovoce) E adesso che i  problemi di denaro sono solo un brutto ricordo, la faremo morire.

Debora – (isolata dalle  cuffie e immersa nella trama della telenovela ) Corri “Fedora”  corri.

Giulia – Sono cosi contenta per la mia Debora. Vita nuova.

Filippa – Giulia apro la valigia e cambio la pila.

Giulia – La cambi più tardi .

Filippa – Devo,  altrimenti mi verranno le vertigini..

Giulia – Non essere impaziente.

Filippa – E’ già la seconda volta che te lo chiedo.

Agata – Se me lo richiederai sarà la terza!

 (entra Camilla;  Filippa ne approfitta per andare in camera)

Camilla – Scusa Giulia,   sei sicura che questo assegno sia coperto ?

Agata – Certo.

Giulia – Se tu pensi di fare brutte figure, per colpa nostra,  con la pellicceria Vissoni,  sei in errore.

Agata – (con soddisfazione) In errore!

Camilla – Visto che  tuo marito non lavora; dal droghiere la vostra spesa è ridotta al minimo;  avete sempre gli  abiti degli scorsi anni;  mi era sorto il dubbio sulle vostre finanze un po’ zoppicanti.

Agata – A me invece è sorto un altro dubbio: hai assunto un investigatore?

(entra Filippa allarmata)

Filippa – Oh …  che paura!

Camilla – Ché è successo?

Filippa – Ho visto  la valigia sotto il letto e l’ho aperta.

Giulia – (preoccupata) Hai aperto la valigia!!

Filippa - Per prendere la pila e dentro c’era..

Agata – (interrompendola di botto) Non c’era niente!

Giulia – (spalleggiando Agata) Giusto! Non c’era niente!

Camilla – (sorpresa) Una valigia vuota?! Vostra zia è venuta con una valigia vuota?

Agata  – (salvando la situazione) Ma quale vuota?! Piena dei suoi abiti

Filippa – Non c’erano gli abiti ma….

Giulia – (seccamente) Quel che c’è dentro  non in interessa a nessuno

Filippa – E invece lo voglio dire.

Agata – (allarmata) No!

Giulia – Zitta!

Filippa - E allora guardate con i vostri stessi occhi.

Agata – Filippa non farci perdere tempo. Ci sono un sacco di cose da fare, friggere ,  stirare, attaccare la.. la carta da parati.

Camilla – (incuriosita) Ma cosa è questo mistero della valigia?

Giulia – Non c’è nessun mistero.

Camilla – (stupidamente) Non è che avete trovato una valigia piena di soldi?

Giulia   – (risata gelida) Sarebbe un vero colpo di fortuna.

Agata  - (fredda) Il cacio sui maccheroni.

Filippa – (disperata) Magari dentro ci fossero tanti soldi.

Agata – Perché non ci sono?

Filippa – Non ci sono.

Giulia – (preoccupata) Come sarebbe a dire: non ci sono!

Camilla – Ma perché dovevano esserci dei soldi?

Giulia  – (risata trattenuta)  Ma figurati…

Camilla – Adesso sono proprio curiosa. Filippa,  cosa c’è dentro la valigia?

Filippa – (con timore) Dentro c’ è un signore  che dorme.

Giulia  – Un  uomo che dorme?!

Camilla – Si,  è  tutto rannicchiato dentro. 

Agata – Cosa?

Giulia – (tranquillamente ride ) Ahhh…  uno,  che dorme in valigia … (sottovoce a Agata) E’ ancora stordita.

Agata – (rilassata )  Adesso ho capito,  finalmente.

Camilla – Hai capito tu,  ma io no!

Agata – (sottovoce) E’ ancora sotto l’effetto di quella erbaccia. (Filippa ritorna in camera)

Camilla – Quale?

Agata – Quella che ha fumato.

Camilla – Filippa si droga?

Agata – Ma quando mai. Era nel vagone coi tifosi della Futurcalcio;  uno di loro le ha fatto fumare dell’erba.

Camilla – Veramente .

Agata – Si. E’ per questo che vede gente che dorme in valigia.

Giulia – Vede anche volare i  gabbiani.

Camilla -  Datele subito una tazza di camomilla. (Entra Aussania)

Debora – (disperata si toglie la cuffia) Hanno interrotto il programma, che sfinchi!  Riprende più tardi.

Aussania – Mamma,  è arrivato il tecnico con la nostra tivù al plasma. E’ bellissima. Vieni Debora? 

Debora – Volentieri. Tanto c’è un servizio su un sanguinoso attentato nello stato Cabek.

Agata – Guarda se ti piace cosi te la compriamo subito. Chiedi al tecnico se possiamo ordinarla anche noi.

Debora – Davvero!

Giulia – Si tesoro. Chiedi quello che vuoi,  ti sarà dato.

Debora – Davvero?

Giulia – Si.

Debora – Grazie!

Aussania – Tuo  papà  non lavora; dal droghiere la vostra spesa è ridotta al minimo;  avete sempre gli  abiti degli scorsi anni, come possono regalarti una tivù cosi costosa?

Giulia – (beffeggiandola) Tu, sei la figlia di Camilla vero?

Aussania – (stupita) Non lo sapevi?

Giulia -   Certo. (sarcastica) Ma volevo un ulteriore conferma.

Camilla  - Aussania ritorna a casa. (Aussania e Debora escono)  Ascolta Giulia,   hai vinto alla lotteria o tuo marito è riuscito a sfondare.

Giulia – (coglie la palla al balzo) Chi te l’ha detto?

Camilla – Di cosa?

Giulia -  Di mio marito.

Agata -  (tirandosela) Non mi dire che hai saputo che un famoso gallerista americano vuole le sculture di Oscar.

Camilla – L’ho immaginato.

Agata – Hai immaginato bene.

Camilla – (perplessa) Il pattume?!

Giulia – (molto snob) Certo. Ha trovato dei compratori in Giappone e in America che sono disposti a pagare cifre molto elevate pur di avere le sue opere.

Agata – (con soddisfazione) Molto elevate!

Giulia – (con orgoglio) Esatto! Un mucchio di  pattume che, grazie alla dea bendata, si è trasformato in  un mucchio di soldi

Camilla – (con ammirazione) E’ stata premiata dopo lunghi anni la sua originalità.

Giulia – (elogiando Oscar) Li considerano pezzi unici e inimitabili.

Camilla – (lusingandola) Quindi non sei più una, scusa il termine “ semplice plebea” ma  la moglie di un artista ricercatissimo.

Agata  - (calcando la dose) Miliardari ricconi che si contenderanno le opere del mio caro genero.

Camilla –  Perché Oscar non ha fatto sapere  nulla?

Giulia  – È un segreto. Acqua in bocca.

Camilla – Perché no?

Giulia – ( a scherno)  Se la tua lingua  spettegola come al solito, rischieresti di non essere  invitata ai vernissage di pittura;  il più miserabile, da quanto ho capito,  ha  solo lo  chalet in collina.

Camilla – (accusando il colpo) Ah si …  va beh …. allora,  io scendo dal tecnico. (esce)

Giulia – (frenetica) Bisogna fare uscire Filippa.

Agata -  Zia vai a prendere un caffè al bar.

Filippa –  Io non mi muovo di qui finchè non mi date la  mia valigia. (supplichevole) Ho bisogno della pila perché  perdo l’equilibrio..

Agata -  Ci penso io. (tira fuori dieci euri dalla tasca) Filippa tieni. Vai a giocare alla slot.

Filippa – (raggiante) Posso?

Agata -  Certo, adesso sei una santa. 

Filippa -  Scendo subito . (esce velocemente ).

Agata  – (ironicamente) Le è ritornato subito l’equilibrio.

Giulia  - Non se lo è fatto dire due volte. Via libera,  possiamo agire e riempire la poltrona.

Agata – Quando Filippa voleva svelare il vero contenuto della valigia,  dal panico,   mi stavo  ingoiando anche  la capsula.

Giulia –  Ci siamo salvate grazie alla    stordita di tua sorella.

Agata –  Camilla ci è cascata  come una fessa.  Santa Cicoria!

Giulia – (facendo strane espressioni ) Ohhh mamma ..

Agata -  (preoccupata) Che ti succede?

Giulia – (elettrizzata) Io sono rintontita, strana, narcotizzata come   zia Filippa.  

Agata - Da noi “ aride menti”  Oscar non si meriterebbe  neppure un centesimo.

Giulia – Come giustificheremo tutti questi soldi alla banca.

Agata -  Li abbiamo vinti , ecco fatto!

Giulia -  Grazie  dea bendata,  finalmente sei entrata a casa nostra. Aveva ragione Oscar.

Agata – (sprezzante) La sua  prima volta.

Giulia -  Vado a prendere la valigia sotto il letto. (esce) 

Agata -  (con disprezzo) Cara Camilla la nostra vita cambierà. (si poggia una mano al petto e poi,  dopo un lungo sospiro,  chiama la figlia voce alta) Giulia.

Giulia – (dalle quinte) Si.

Agata – Sono cosi emozionata che mi sento le caldane  che ritornano dal  passato.

Giulia -  (entra trascinando con fatica la valigia )  Io invece  sento la valigia

più  pesante.

(P.S.  l’attrice che interpreta Giulia entrerà con una valigia vuota  ma  mimerà ugualmente  lo sforzo

che generalmente si fa  nel   trascinare  qualcosa di molto  pesante)

Agata – E’ solo l’emozione.

Giulia – Forza mettila qui al centro e apriamola.  (aprono con  il coperchio rivolto verso la parete di  fondo e non verso il pubblico)

Giulia e Agata – (terrorizzate dal contenuto, lanciano un urlo) Ahhhh..

Fine primo atto

Secondo atto

Agata e Giulia hanno gli occhi sbarrati e sono stupefatte dal contenuto della valigia.

Giulia -  (esaminando l’interno) E questo chi è?.

Agata -  Ma come chi è? Non vedi che è l’operaio del gas.

Giulia –  Che ci fa dentro la valigia?

Agata -  Lo chiedi a me?

Giulia -  (disperata) E il denaro dove è finito?

Agata -  Cosa vuoi che ne sappia.

Giulia -  Allora aveva ragione zia Filippa. (intimorita)  E’ vivo?

Agata -  Tastagli il polso.

Giulia - Non sono capace.

Agata -  Solleva il braccio.

Giulia - (alza il  braccio) Ecco l’ho sollevato.

Agata - Ma non il tuo. Quello del defunto.

Giulia – (sussultando) Defunto?! Allora è morto!

Agata - Dall’aspetto sembra di si. Adesso verifico.. oh che impressione (gira la testa per non guardare ed  erroneamente tasta il polso della figlia) Il polso  batte .

Giulia –  Mamma quello era  il mio polso.

Agata – Oh scusami.

Giulia -  Proviamo a  svegliarlo. (a voce alta) Signore …signore!

Agata – Non si sveglia?

Giulia -  Non si sveglia!

Agata – Guarda,  è  stato colpito sulla testa.

Giulia – Chi te l’ha detto?

Agata – (impressionata) Chi me l’ha detto?! Ma non vedi   quel bernoccolo  .. sembra un raviolo.

Giulia – E’ stato il suo amico?

Agata – Sicuramente.

Giulia – Maledetto! Lo ha colpito e poi ci ha rubato il denaro.

Agata -  Si è fregato il malloppo e ci ha  lasciato il suo amico in valigia, come un tonno in scatola.  Bello scherzo!

Giulia – Che senso ha tutto questo? Forse un sequestro di persona a scopo di estorsione!

Agata –  (agitata) Tutti quei  soldi  provengono da un  riscatto?

Giulia – Non lo so. Ho buttato  un’ipotesi.

Agata – Ferma tutto. Se l’altro operaio si è portato via il denaro ,  perché è uscito a mani vuote?

Giulia – Non so…forse aveva  intenzione di.. di . (riflettendo) È vero!  È uscito a mani vuote.

Agata -  Quindi, se la mia intuizione non è sbagliata,  i soldi  sono ancora in casa.

Giulia – (confusa) Forse si.

Agata - Ricapitoliamo. Arrivano due operai  del gas e ci allarmano per la fuga. Uno di loro  prende  la valigia e sostituisce il suo amico alle banconote. Ci lascia i soldi e se ne va .. non credo proprio che il  discorso fili.

Giulia – Questo è un vero mistero.

Agata – (con decisione) Rimandiamo la  soluzione di questo quiz a più tardi. Cerchiamo  i   soldi.

Giulia -  Non è meglio  chiamare un pronto soccorso.

Agata – (risoluta) Dopo!  Prima i soldi.

Giulia – Va bene. L’operaio lo  lasciamo dentro la valigia?

Agata - Certo. Dove lo vuoi mettere sul comò,  al posto della gondola di Venezia.

Giulia -  E se si sveglia?

Agata - Che ne so. Gli daremo un’aspirina e un brodo caldo.

Giulia – (sconfortata parla al cielo  )  Cara Dea Bendata se questi sono i tuoi regali,  allora stattene  fuori della porta.( Entrano  Debora e Filippa.)

Agata - Non filosofare, sbrighiamoci!  (Agata e Giulia iniziano a cercare)  

Debora - Zia Filippa  non dire stupidaggini.

Filippa - Ti dico che è la verità. (Agata cerca verso il fondo scena mente Giulia apre il mobile  che contiene la  borsa del denaro)

Debora – Sei sicura che c’è un signore in valigia ?

Filippa – Apriamola. (Giulia chiude il mobile di scatto  e con  Agata si precipitano allarmate da Filippa)

Agata – Ferma!

Giulia - Non aprire!

Filippa -  Stavo dicendo a Debora che qui dentro c’è un signore (interrotta)

Giulia – (chiude ermeticamente la valigia)   Debora non badare a ciò che dice la zia oggi;   racconta fandonie.

Filippa – Fandonie?! Non è vero. (con comica disperazione)

Giulia – Non c’è nessuno che dorme li dentro.

Debora – Aprila  mamma.

Giulia – Debora tesoro,  guarda la tivù che è meglio..

Filippa – ( spazientita) Dove è la mia valigia?

Giulia – (agitata) La prima regola da seguire in questa casa è: la pazienza ha la precedenza, quindi : siediti e stai a cuccia.

Filippa – Anche il mio udito ha la precedenza.

Debora – Mamma ho visto la tivù al plasma di Aussania. È bestiale . Camilla l’ha ordinata anche per noi.

Giulia -   (sgomenta)  Cosa?

Debora – L’hai detto tu mamma.

Giulia -  (impacciata) Si l’ho detto io ma… ma…quanto costa?

Debora – Duemila euro.

Giulia -  (sbigottita) Duemila?!

Debora – E’ una Giapolis.  Una tivù ad alta definizione dotata di  una nuova tecnologia.

Giulia – ( confusamente ) Tesoro è in corso un’operazione delicata . Se recuperiamo una cosa allora avrai non una,  ma …  dieci Giapolis…

Debora - Il viso di “Fedora”  nello schermo,  è enorme. Si vede il suo occhio che piange. Ha anche una ciglia finta. Non vedo l’ora di averla.

Giulia -  La ciglia finta?

Debora – Ma no, la tivù.  ( siede e indossa le cuffie)

Giulia – Duemila euri?!

Agata – (sottovoce disperata) Bisogna disdire la pelliccia finché non troviamo quei soldi. Ammesso di ritrovarli! Nel frattempo cerco in camera. (esce)

Giulia – Fammi riprendere. (si siede)

Filippa – Che hai stai bene?

Giulia – Un momento di sbandamento.

Filippa -  Anche tu hai la batteria scarica? (apre la borsetta)Tieni.

Giulia –  Non mi serve una   mentina.

Filippa – Non è una mentina è  la batteria dell’auricolare, non ricordavo di averne un’altra  in borsetta

Giulia – Non ne ho bisogno grazie .

Filippa – Sicura?

Giulia – Si zia. Non sono sorda …..sono disperata.

Filippa – Vado in bagno a sostituirla. C’è lo specchio ?

Giulia – Si zia. Almeno quello.

Filippa – Speriamo non sia scarica anche questa ( fa un gesto con la mano come se dovesse scacciare i gabbiani  ) Sciò …  sciò andate via .

Giulia -  (nervosamente) Non mi dire che vedi ancora i gabbiani

Filippa -  Si, ma è uno solo.  (esce a destra  )

Giulia -  (agitandosi ) Oddio,  la pelliccia da Vissoni. Devo fermare Camilla.(sta per uscire poi rientra)  Non posso entrare con la  vestaglia in quel negozio. Mi metto un abito. (esce a sinistra)

Pirata – (entra  il  Pirata riconoscibile dalla benda, ha in mano una valigia identica a quella che è già in scena.  Vede Debora  di spalle intenta a guardare la  tivù. Gli cade l’occhio sull’altra valigia e di soppiatto  ne approfitta per scambiarla con la sua). (tra se) Ecco la  valigia con il denaro! L’ho recuperata in tempo e  ho fregato Cirillo e Bronco.

            (con fatica ) Accidenti non pensavo fosse cosi pesante.  (esce contento )

Debora – (si toglie la cuffia) Mamma

Giulia – (dalle quinte) Si tesoro.

Debora –  La governante ha raggiunto Fedora  alla stazione.   Fedora  è scappata con il suo piccino nella borsa. La  nasona ha tentato di inseguirla.

Giulia – (entra) Chi è la nasona?

Debora – La governante. Ma  è sbattuta con il naso su la vetrata di Best Hamburger ed è caduta a terra come un fico secco.  Ora  Fedora si è nascosta sul  treno.  (rimette le  cuffie)

Giulia –  (entra)   Speriamo di fare  in tempo altrimenti farò la fine della nasona: a terra come un fico secco…

Agata  -  (rientra  ) Non ho trovato nulla.

Giulia – Hai controllato  dentro il freezer o la lavatrice? Tante volte…

Agata – Si, ma niente da fare.

Oscar – (entra pimpante con la gabbia) Buonasera cara famiglia.   Sono Oscar tuo marito.

Giulia -  (con astio) Grazie di avermelo ricordato.

Oscar – Tuo  marito ti deve comunicare che se  il “ pattume”  piacerà al gallerista Gherman. dovrò prepararne almeno una ventina di pezzi. (posa la gabbia dietro il mobile)

Giulia -  (demoralizzata) Speriamo

Oscar – E voi nessuna novità? 

Giulia – (ironica) La parola  novità è meglio lanciarlo dal vocabolario.

Oscar – Perché?

Agata -  Quando abbiamo bisogno di te,  non ci sei mai…mai!

Giulia -  È successo una cosa incredibile e terribile?

Oscar – Si è bruciata la tivù?

Giulia – Cretino.

Agata - Oscar siamo disperate. 

Oscar – E’ morta “Fedora” quella della telenovela? (entra Camilla con una pelliccia)

Giulia – Smettila di dare risposte da beota!

Camilla – Ecco la pelliccia.

Agata – (disperata) Oh no…

Giulia – L’hai già comprata?

Camilla – Certo. Me l’ hai ordinata tu. Vissoni è rimasto esterrefatto. Mi ha detto: la signora Giulia si può permettere un capo cosi costoso?!

Agata – (disperata) Quanto costa ?

Camilla – Cinquemila euri.

Agata – (sbigottita) No!

Oscar – (incredulo) Ti sei comprata una pelliccia di cinquemila euri?!

Giulia – (fingendo) Ma caro ho fatto solo una piccola… piccola  spesuccia.

Oscar – Spesuccia?!

Giulia – Adesso che sei diventato un artista ricco e di successo, ho cominciato ad approfittarmene facendo  qualche piccola… piccola …spesuccia!

Oscar – Giulia ma tu…(interrotto)

Giulia – (prende la pelliccia) Grazie Camilla .. E’ meglio che esci perché sta arrivando il treno dell’insofferenza  che potrebbe travolgerti. Lasciaci soli.

Camilla – (con superiorità) Il litigio non  abita a casa mia. Noi parliamo serenamente..

Agata – (nervosamente)  Si, ma dei  fatti degli altri.

Camilla – Mamma mia fammi togliere dai binari. (esce)

Oscar – (stordito) Cinquemila euri?!? Sei pazza …pazza!!

Agata – Oscar,  adesso ti spieghiamo tutto. (entra Filippa)

Filippa – Anche questa batteria è scarica.

Agata – Filippa non è la fine del mondo se da un orecchio senti e dall’altro no. (Filippa imbronciata si avvicina al cactus e con tenerezza la prende  fra le mani)

Giulia –  (sottovoce) Oscar in quella valigia c’è.. c’è…

Oscar – Chi c’è?

Agata – (disperata e sottovoce) Dentro c’è l’operaio

Oscar – Ma dove?

Giulia – Dentro questa valigia.

Oscar – E che ci fa?

Giulia – (sottovoce) Forse dorme oppure forse è morto.

Oscar – (incredulo) L’operaio li dentro? Ma vi siete bevute il cervello?

Filippa – (risentita) Allora avevo ragione.

Giulia – Si… cioè …no .

Agata – Filippa vatti  a prendere un gelato .

Filippa – Non lo voglio.

Agata – Allora vai al luna park e fatti un giro sulla  ruota panoramica..

Filippa – Senza l’auricolare?! Cosi perdo l’equilibrio e cado di sotto.

Giulia – Zia dobbiamo parlare.

Filippa – Parlami,  ti  ascolto;  ma solo con l’orecchio destro.

Giulia -  Non con te! Con Oscar!

Filippa – Parlate  io resto qui.  Non posso ne muovermi,  ne camminare.

Giulia – Oscar ha dieci  euri?

Oscar – Perché?

Giulia – Non discutere , hai dieci euri?

Oscar – Eccoli,  a cosa ti servono?

Giulia – Zia giocali alla slot machine.

Oscar – (esterrefatto) Cosa?!

Giulia – Taci Oscar!

Filippa – Oh grazie. Sono cosi felice che tu sei mia nipote e che tu sia mia sorella.

             Questa volta avrò più fortuna. .(dall’euforia da  il cactus a Giulia ) . Sciò .. sciò.

Giulia – Lascia stare quel  gabbiano. (esce Filippa )

Oscar – (sempre più incredulo) Quale gabbiano?!

Giulia – Quello che ha fatto la piega ai capelli  a mia zia. (Giulia guarda il cactus,  sussulta e lo passa rapidamente al marito  ) Oh Mio dio questo vaso!

Oscar – C’è qualche insetto?

Agata – (prende il vaso dalle mani di Oscar) No,  c’è il morto.

Oscar – Nel vaso?

Giulia – Si.

Oscar -  Ma non era dentro la valigia?!

Giulia – E’ nella valigia che nel vaso!

Oscar – (rintontito dalle affermazioni della moglie)  Ehhh…

Giulia  -  Oscar cerca di essere comprensivo.

Oscar – Comprensivo?!  …. Ma cosa sta succedendo?

Giulia – Ti spiego . Quando la mamma  è ritornata dalla stazione si è accorta che la valigia  non era quella di zia Filippa.

Agata – Era un'altra!

Oscar - E  l’avete premiata con i dieci euri per giocare alla slot?

Agata – No! Non interrompere. Prima di riportarla  indietro  abbiamo controllato che non  fosse stato scambiato il cartellino.

Giulia – Abbiamo aperto e dentro c’era una marea di… ohh

Agata – Di soldi, una valigia piena di soldi.

Giulia – Visto che non c’era nome, abbiamo deciso di tenerla.

Oscar – (confuso) Una valigia piena di soldi?!

Agata – Si. E poi  non c’era nessun problema visto che si chiama Marghenauta .

Oscar – La valigia?

Agata – Ma non la valigia,  mia sorella.

Oscar – Tua sorella si chiama Marghenauta?

Giulia  - Volevamo parlartene ma sono arrivati quelle del gas ed è saltato tutto.

Oscar – Non è saltato un bel niente visto che hanno riparato il guasto.

Giulia – “Saltato tutto”  inteso come non aver avuto la possibilità di dirtelo.

Oscar – Che il suo nome non è Filippa ma  Marghenauta.

Giulia – Vuoi chiudere quella bocca che crei confusione.

Oscar – (esterrefatto) Io creo confusione?! .

Agata -  Si.

Giulia  - Questa pelliccia è la prova che non diciamo menzogne.

Agata – Secondo te,   spendiamo  cinquemila euri per una pelliccia,  quando sai benissimo che non abbiamo un centesimo?

Giulia – Quando è apparsa quella valigia piena di milioni abbiamo subito  comprato quel capo per dimostrare a Camilla di non essere inferiori a lei.

Agata –  Poi, dieci minuti fa abbiamo deciso di mettere il denaro al sicuro,  ma quando abbiamo aperto, purtroppo li dentro (indicando la valigia)  è spuntata una  misteriosa e triste  sorpresa

Oscar – Cosa c’era ?

Giulia – Cosa c’era?!  Cosa c’è ancora!

Oscar – Cosa c’è ancora?

Giulia -  Te lo abbiamo appena detto. L’operaio  del gas.

Agata –  Non sappiamo neppure se è ancora vivo.

Giulia – Forse è solo stordito dalla botta. Ha un bernoccolo sulla testa come un raviolo.

Agata – (agitata) Non possiamo perdere tempo, dobbiamo chiamare la polizia. (va al telefono)  Pronto polizia abbiamo trovato un signore che dorme in valigia….. veramente… Non sappiamo se è vivo o morto……   Grazie.  (riattacca) Arriveranno tra mezz’ora .

Oscar – (sbalordito) Hai chiamato la polizia?

Agata – Certo ! Chi dovevo chiamare i ragazzi del karaoke?!

Oscar – (confuso e con gli occhi  sbarrati) Voi siete state contagiate dal virus della pazzia. Siete pericolose!

Giulia – Ma quali pericolose?!

Oscar -  Ho una moglie idiota e una suocera che le fa la concorrenza.

Agata – Siamo perfettamente sane di mente.

Oscar -  Due donne sane che non hanno neppure un soldo  per comprarsi due patate  non si premettono  una pelliccia da cinquemila euri ?!  Due donne sane di mente non vedono   gabbiani immaginari, soldi   in valigia e soprattutto morti in valigia!!

Agata – Vuoi la prova?  Guarda dentro..

Giulia – (urlando) Basta!!! Aprila cosi ti accorgerai che non diciamo fesserie!

Agata – Siamo sicure delle nostre affermazioni. Noi viviamo con la testa sulle spalle e non  sotto l’ascella !

Oscar – (offeso) Chi avrebbe  la testa sotto l’ascella?

Agata – Tu!

Oscar – Io?!

Giulia – (spazientita) Apri la valigia!

Oscar – (un po’ dimesso) Apriamola. (mentre le due si allontanano Oscar apre la valigia, sempre con il coperchio verso la parete di fondo,  e rimane con gli occhi sbarrati )

Giulia – (soddisfatta) Adesso hai la prova davanti ai tuoi occhi!

Agata  – Lo vedi che non siamo stati  contagiatati dal virus. Respira?

Oscar - (tira fuori un reggiseno)

Giulia -   Oh perdinci ! Portava il reggiseno?

Agata -  Giulia saranno fatti suoi.

Oscar – (nervoso) Giulia vieni qui.

Giulia – Mi fa impressione.

Oscar – (imbestialito) Ti ordino di venire qui.

Giulia – No.

Oscar – (la prende di forza e la mette davanti alla valigia) Guarda

Giulia – Oscar ti prego io non voglio veder…ohhh  (esterrefatta) Non c’è più ?!

Agata -  Non c’è più

Giulia - (controlla) Ma questa è la roba di Filippa. Come mai?

Oscar – Come mai?!  E’ semplicissimo, è palese è tutto chiaro.

Giulia – (incredula) Tu hai capito perché è finito in valigia?!

Oscar – Si.

Giulia – Diccelo.

Oscar - Lo vedi che le mie opinioni sul potere delle tivù non erano infondate. Vi ha  manipolato  e alterato  la visione della realtà.

Giulia – Non ricominciare con la solita solfa.   (Entra Debora innervosita )

Debora – Aussania non vuole che resto davanti al suo tivù al plasma

Giulia -  Perché?

Debora – Sua madre dice che la Giapolis è una tivù di classe e chi la guarda deve essere gente di classe e quindi io   potrei rovinarle lo schermo.

Oscar – (imbestialito) Cosa? Con quella affermazione dimostra anche lei di essersi ingoiata  il  cervello. Le si è rotto il filtro tra la parola e la ragione. Hai sentito. Io la strozzo la cloaca.

Giulia -  Oscar calmati. Lo sai che Camilla è un po’ strana.

Oscar – Camilla è da internare in un manicomio,  figlia compresa.

Giulia -  Se ne sentono tante di stupidaggini. Bisogna avere anche l’intelligenza di capire l’ironia.

Debora  - Mamma è vero che si sciupa lo schermo?

Oscar – E tu credi a quello che ha detto Aussania?  Questo cosa dimostra?  L’esattezza delle mie  teorie: la tivù ti rimbecillisce!!

Agata -  La cretinata l’ha detto Camilla

Oscar – Ma se tu cara figlia non ragionassi come una quaglia , non avresti posto la domanda: è vero che si sciupa lo schermo? 

Debora –  Chi se ne frega papà. Quando ci consegneranno la tivù al plasma non permetterò ad Aussania di restarci davanti.

Oscar – (esterrefatto) Avete anche ordinato una  tivù al plasma?!

Agata -  (impacciata) Si ma … ma si può anche disdirla …volendo.

Oscar –  (a bocca aperta) Aiuto! Siete  diventate “teledementi”   tutte e tre.

Debora  – Piantala papa!

Oscar – Voi dovete piantarla non  io. Accettate passivamente il messaggio televisivo Credete a tutto quello che dice il video. Vi fa sognare di essere delle milionarie;   vedete gabbiani immaginari che volano per casa,   morti nelle valigie che vi costringono a chiamare la polizia.

Debora – Quali morti?

Giulia – Morti… morti di sonno  ! Guarda la tivù tesoro.

Agata –   (sottovoce) Oscar il denaro c’era.

Oscar –  Lo so che c’era , ma esclusivamente  nella  materia verde, anzi marrone,  di cui è costituito  il vostro emisfero cerebrale. (esaltandosi ) Io non cadrò come voi fanatiche,  nella trappola mortale di questo schifo  di metallo e vetro. Non mi farò mai abbindolare dai messaggi che  “essa” vomita . (prende la  borsa nel mobile la poggia  sulla poltrona) E  poi ti lamenti perché mi rifugio nell’arte ..

Giulia – Vuoi abbassare la temperatura del tuo cervello.

Debora – Che pizza che sei papa!

Oscar – (facendo il verso alla figlia) Che pizza che sei papa…papà non ti si sfanga!  Meglio che

             mi dedichi al mio,  come definisci tu,  “pattume”!

Camilla – (entra) C’è  un signore    che ti cerca. E’ un tipo strano alto con gli occhiali che lo fanno rassomigliare a un fenicottero

Oscar – (eccitato) E’ Gherman  il gallerista.

Camilla –  E  fuori davanti al portone del palazzo. (Oscar esce rapidamente) Molto eccitato tuo marito . (Debora prende borsa e la rimette nel mobile poi accende la tivù)

Agata -  (ironica) Anche noi.

Debora – (con disperazione) Mamma .. mamma !

Gilia – Che succede tesoro?

Debora – (avvilita) Non funziona, non funziona più. Tra poco c’è il finale di

                “Fedora” .

Camilla – Ma vai a vederlo da Aussania. Corri.

Debora – Aussania mi ha detto che  non vuoi che resto davanti alla sua tivù al plasma

Camilla – Io?!

Debora – Le hai detto:  una tivù di “classe”  deveessere guardata da “gente di classe”.

Camilla – (facendo finta di cadere dalle nuvole) L’ho detto stamani ma era solo una battuta ironica. Aussania  ancora non sa che tuo padre diventerà famoso.

Debora – Tua figlia dice che le rovino lo  schermo.

Camilla - Tu , la figlia di un futuro famoso artista?! Andiamo a casa  mia e guardiamo insieme “Fedora”  . Anch’io sono curiosa di come finisce la storia. Sono due mesi che la seguo.

Debora – Grazie Camilla!  (esce con Camilla)

Giulia – (abbattuta guarda la madre e si accascia sulla poltrona) Ma che diavolo

               sta succedendo?

Agata – Ci troviamo con una valigia piena di mutande, senza un soldo con la

            pelliccia e la tivù al plasma … da pagare!

Giulia -  Come ha fatto a ritornare la valigia di Filippa ?

Giulia – Non ho idea.

Agata -  Dove è finito l’operaio? Dove sono finiti i soldi?

Giulia – E’ un susseguirsi di misteri.

Agata -  Che ne facciamo con questa pelliccia da cinquemila euri?

Giulia -  Intanto,  salviamo il salvabile. Bisogna riportala indietro.

Agata -  Io vado a disdire la tivù al plasma all’elettromarket , tu vai da  Vissoni. Non perdiamo tempo

Filippa –  (entra)Agata dovresti dare cento euri giù al bar.

Agata -  Perché

Filippa -  Ha insistito tanto che continuassi giocare.. ma tanto ..tanto. E mi ha voluto prestare per forza il denaro.

Agata -  Li hai perduti nella slot?

Filippa -  E’ andata male. Il barista ti conosce e mi ha detto di non preoccuparmi perché tanto garantivi tu.

Agata -  (aggredendola) Come ti sei permessa? Adesso ti spedisco al dormitorio.

Filippa – E la   santa?

Agata – E’ in paradiso. Adesso sei di nuovo la  pecora nera. Resta qui, e non uscire  di casa. Andiamo

              Giulia.  (esce con Giulia. Filippa rimane sola. Guarda    il        cactus e amorevolmente lo

              prende fra le mani) 

Filippa – (allontana con le mani l’immaginario  gabbiano) Sciò . sciò! E’ fastidiosissimo questo rumore. Mi sembra di avere una tarma nell’orecchio. (si toglie l’auricolare) Non sentirò più nulla,  ma almeno è sparito quel ronzio (si avvicina al cactus) Teodoro ti piace la nuova casa? Spero di si. Teodoro caro ma quando è che ti decidi a darmi qualche numero al lotto ? Chiedi ai tuoi superiori,   e  comunicameli in  sogno. E cosi semplice. L’ultima volta mi avevi detto che uscivano i numeri di serie indicati sotto l’urna. Ma come si fa …come si può essere cosi distratti. Potevi darmeli  prima che la vendessi. (guarda la pianta preoccupata) Oh …Teodoro hai una faccia che non mi piace,  e’ meglio che ti porti un po’ al sole,  fuori sul terrazzino. (esce con il cactus a destra)

Pirata – (entra con Cirillo) C’è nessuno in casa ? C’è nessuno?  La casa è vuota per fortuna.  (puntando la pistola) Dimmi, dove sono i soldi?

Cirillo - Io non so niente.

Pirata – Ho visto Bronco uscire da questa casa a mani vuote. Quindi il denaro deve essere ancora da qualche parte. Ma non mi  inganni. Non sono nato ieri.

Cirillo – E invece sei nato proprio ieri. Se avessi avuto il denaro non mi sarei fatto infilare  dentro una valigia con  una bernoccolo  sulla testa;  sarei sicuramente  scappato.

Pirata – Non ci credo

Cirillo – Te lo giuro. Siamo entrati in casa travestiti da operai del gas.

Pirata – E’ stata una mia idea.

Cirillo – Lo so. Poi,  dopo aver trovato la valigia,  Bronco ha deciso, per evitare sospetti, di infilare il denaro in una borsa vuota che si trovava casualmente in questo salotto. Poi  ho sentito una bella botta e  sono svenuto. Quando ho aperto gli occhi c’eri tu.

 Pirata - Dove è quella borsa

Cirillo - Non lo so. L’avrà Bronco

Piarat – Ti ho detto che l’ho visto uscire a mani vuote.

Cirillo – Forse è ancora qui o forse l’ha nascosta da qualche parte

Pirata – Zitto arriva qualcuno. (Entra Bronco)   Eccolo qua il bastardo. (punta la pistola)

Bronco – (alza le mani) Pensavo foste già all’altro mondo.

Pirata – E invece siamo resuscitati come Lazzaro

Bronco  - Speravo che fossi finito alla discarica.

Pirata  – (puntando la pistola) Tu finirai alla discarica dopo che mi avrai consegnato il malloppo.

Bronco – Ce l’ha la  tua maledetta amica .. Fedora .

Pirata – Quale “Fedora” ?

Bronco – La tua complice.

Pirata – Piantala di sparare idiozie. Non  conosco nessuna Fedora .

Bronco – Ti ho beccato mentre ti accordavi al telefono

Pirata – Quello era Raffele Tartrans.

Cirillo – Raffaele il gorilla, quello che era in cella con te?

Pirata – Si.

Bronco – Impossibile . Le hai detto : passerotto ce la spasseremo alla grande. Quindi non era quel bisonte di Raffaele  ma quella “Fedora” 

Pirata – (puntando la pistola) Era Raffaele e non è un bisonte!

Cirillo – (ridendo) Ma se gli hai inviato un bacio e lo hai chiamato:  passerotto.

Pirata – (punta la pistola e Cirillo viso si trasforma in espressione di terrore)

          Quindi?

Cirillo – (terrorizzato) No…. No.. non pensavo che…

Bronco – Ma non  avevate la cella tappezzata con foto di donne mezze nude?

Pirata -  (imbestialito) Basta! Dov’è la borsa ?

Bronco – Non lo so! Te lo giuro su mia sorella Carmelita.

Cirillo –  Pirata, se Bronco ha giurato su sua sorella Carmelita allora  non sa nulla.

Pirata – Chi ti ha detto che questa “Fedora”  ha preso la borsa?

Bronco – Quella mocciosa che abita qui.

Pirata – Ora comincia a essere tutto chiaro. Fedora  è una della famiglia.

Pirata – Bisogna agire d’astuzia.

Bronco -   Conosci qualche malavitosa  di nome “Fedora”

Cirillo -  L’unica di cui ho sentito nominare è Fedora  Dusone.

Pirata –  Quello era  un usuraio pentito. Adesso fa l’eremita in Himalaia

Cirillo -  Di nome “Fedora” ?!

Pirata  -  Fedora  è il cognome e Dusone il nome.

Bronco – (conciliante) Abbassa quella pistola.

Pirata – Fossi scemo.

Bronco – Ritorniamo amici. Dimentichiamo il passato

Pirata – Io non dimentico, se vuoi fallo tu!

Cirillo – Che imbecilli, ci siamo cascati  come un polli. Adesso che facciamo

Pirata – Adesso che facciamo ?! Adesso che farò. Aspettiamo questa “Fedora”  e

             poi,  visto il vostro cattivo comportamento sono costretto,  cari i miei amici

             “fogna”,   a tenermi    tutto  il malloppo . (sussultando) Sta arrivando

            qualcuno. (entra Oscar e rimane sorpreso degli insoliti  ospiti )

Oscar – Buongiorno.

Cirillo - Buongiorno

Oscar – Un’altra fuga?!

Cirillo –  (sospettoso) Nostra?!

Oscar – (perplesso) Non vostra…… di gas.

Pirata – Dov’è la ragazzina?

Oscar – Quale ragazzina ?

Pirata – Quella che conosce una certa “Fedora” .

Oscar – Ah..  è mia figlia.  La segue sempre.  Oggi, fortunatamente, è l’ultima  volta   che   la vede .

Bronco – È naturale che è l’ultima volta , adesso è felice e ricca.

Oscar – Mia figlia?

Pirata –  Fedora  !

Oscar – Io non voglio sapere nulla di quella “Fedora” 

Cirillo – (sottovoce) Bisogna aspettare la  ragazzina, ci porterà da  “Fedora” .

Pirata – (sottovoce) La farò parlare alla mia maniera. Conosco un metodo efficace.

Bronco – (sottovoce) Cerca di non fare dei danni. Sii diplomatico.

Oscar –  (interrompendoli) Ma cosa  avete  da bisbigliare?

Pirata – Taci imbecille.

Oscar – Imbecille. Ma lei chi si crede di essere.

Pirata – Uno che vuol sapere di  Fedora  e tua figlia ce lo dirà.

Oscar – Cosa? (tra se) Lo dicevo io che la tivù fa diventare pazzoidi. (imbestialito)

              Fuori tutti e tre!

Pirata – (punta la pistola) Zitto o ti faccio un buco in testa. (Oscar è atterrito)

Cirillo - Calmati Pirata,  non lo fare,  rilassati ti prego;  siamo stati internati già     troppo tempo.

Bronco – Ha ragione Cirillo. Non commettere cretinate . Non voglio ritornare in

           quella di  gabbia di matti.

Pirata – Neppure io.

Bronco – Mettiamoci una pietra sopra . Ritorniamo amici.

Pirata – Basta ! (punta la pistola a Bronco )

Oscar – Io..

Pirata – Taci imbecille.  (rabbiosamente) Voglio questa  Fedora !

Cirillo – (rabbonendo l’amico) Pirata non ti innervosire. Facciamoci  un  goccio di whisky .

             ( prende  la bottiglia ) Guarda è ’ il tuo  preferito.    (prende due bicchieri dal vassoio)

Pirata –   Aspettiamo sua figlia, la faremo parlare con le buone o con le cattive.  Fedora  deve ritornare! (ignari brindano con l’alcol )

Debora – (entra agitata) Papa dov’è la mamma?

Oscar – (allarmato) Non lo so ! Vai via!

Debora –  Fedora  è stata  colpita con uno sparo dal marito.  Dillo a mamma . Ritorno  da  Aussania.

Bronco – Le hanno sparato?

Cirillo –… (soffocato dall’alcool ) Fedora..

Pirata –  (soffocato dall’alcool ) No.. ohh ……

             (cade a terra e  Oscar ne approfitta per prendergli  la pistola di mano)

Oscar –( Bronco ne approfitta per scappare ) Non vi muovete 

              ( i due sono accasciati a terra)

Pirata – ( emettendo rantoli)  “Fedora”  non doveva morire. La borsa ..

Oscar – (agitatissimo) Ma guarda se uno si deve sentire male, solo perché nella

            telenovela hanno sparato a “Fedora”  la protagonista.  Questa tivù fa

            diventare  anche  assassini. Devo chiamare la polizia . (va al telefono)

            Pronto polizia  (entra un poliziotto    e Oscar rimane stupefatto) Siete già

            qui?!

Poliziotto – (ad Oscar) Butti giù quell’arma

Oscar – Tenga pure,  non è mia.

Commissario – Dov’è la valigia con il morto?

Oscar – (stupito) Come ?

Poliziotto - Ci ha chiamato una donna per  un  morto ritrovato  in una valigia

Oscar – Era quella demente di   mia suocera. Ha detto  stupidaggini. Non c’è il

            Morto,  ma  questi due  pazzi che erano   internati . Il terzo è scappato.

Commissario -  (Cirillo e Pirata  sono immobili a bocca aperta ed emettono

           leggeri  respiri) Caspiterina  ma questo è  Pirata e questo è  Cirillo.

          (punta la   pistola)            Non muovetevi.

Poliziotto – (con la ricetrasmittente) Ragazzi salite abbiamo catturato Cirillo e Pirata.

Commissario - Alzatevi ( i due si alzano ansimando)

Poliziotto – Piantatela di fare la tragedia. Non funziona. Uscite, veloci ( li porta fuori).

Commissario – Ma che  è successo a questi due farabutti?

Oscar – Appena hanno saputo che “Fedora” , quella della telenovela è stata ferita a

          morte gli è mancato il respiro.

Commissario  – Hanno sparato a “Fedora” ? Accidenti devo fare presto altrimenti

             mi perdo   il finale. Anche lei è un fan di quella telenovela vero?

Oscar – (impacciato) Behh io ..io …sono

Commissario – Lei è  sconvolto la capisco

Oscar – ( guarda il poliziotto con rassegnazione) Questa società mi delude sempre

                 di più..

Commissario  – Lo so. E’ una società piena di pericolosi individui. Devo aiutare i

            ragazzi. Ritorno domani. Mi serve   una sua deposizione.

Oscar – Grazie. (il commissario  esce mentre Oscar è pietrificato)  Anche le forze dell’ordine guardano quel pattume di “Fedora”?!  Fammi riprendere. Quella fanatica di mia figlia non si rende conto della pericolosità della  tivù. Diventerà  un mostro da rinchiudere  in gabbia come quei tre . A  proposito di gabbia   Che ore sono? Accipicchia,  devo consegnare le altre gabbie al gallerista. Per colpa di questi pazzoidi,  rischio di perdere l’occasione della mia vita.     (apre il mobile prende la borsa;  la poggia sulla poltrona  ed esce a destra  verso la camera. Dopo poco entra Bambola con Bronco)

Bambola – (sottovoce) Vieni Bronco, via libera.  Pirata e Cirillo se ne sono ritornati in clausura

Bronco – (sottovoce) Bisogna trovare quella ragazzina e farci dire dove è questa Fedora . (vede la borsa) Ecco la borsa….. (la apre) magnifico è ancora bella piena.

Bambola  -  Evviva ! (dalla gioia lancia alcune banconote  per aria)

Bronco - Vieni scappiamo dalla scala antincendio

Bambola  – Aspetta che raccatto  questi..

Bronco – Non perdere tempo, lasciaglieli di mancia.  (esce con Bambola a sinistra)

Filippa – (Entra Filippa con il cactus)  Un’altra fuga.

Bronco – (contentissimo) Si. Ma non di gas.  ( Bronco e  Bambola escono rapidamente. Filippa   vede le banconote a terra. Le si illuminano gli occhi. Guarda la pianta ) Teodoro, adesso vado alla slot. Cerca di fare il tuo dovere e portarmi fortuna. (Esce )

Oscar – (Rientra con alcune scatole  e si accorge della sparizione della  borsa) Dove è finita la borsa ?   Eppure,  era appoggiata qui. Forse sto impazzendo?  Debora , Giulia, Agata,  siete qui?   (la cerca in giro, apre il mobile. Poi in cagnesco guarda la tivù e inizia un monologo) Cara tivù  se pensi che io diventi come quei tre e la mia famiglia ti sbagli di grosso. Tu non mi contagerai mai.   Ma guardati sei solo una scatola di vetro . Voi tivù siete tutte uguali.  Non mi monopolizzerai mai! ..Tu non  mi  ipnotizzerai mai. Io mai cadrò nella trappola del tuo magnetismo. Lontano da me video truffatore (entrano  Giulia  e Agata ) Vade retro ..  (sputa verso la tivù) Brutta baldracca ammaliatrice vade retro (sputa di nuovo)

Giulia - A chi stai sputando?

Oscar – Alla “Televisione”!

Giulia - Sei diventato imbecille?

Oscar – (in preda all’agitazione) Lo sapete che è successo?

Giulia - Che è successo?

Oscar - Rischiavo di essere ammazzato.

Giulia - Da chi?

Oscar – Da quei pazzi del gas.

Giulia - C’è stata un’altra  fuga?

Oscar – Si,  ma dal manicomio.

Giulia - Ma cosa stai dicendo?

Oscar – E’ successa una cosa che dimostra le mie tesi. Hanno voluto sapere di quella telenovela della malora. Ho passato un momento da brivido.

Giulia – Perché?

Oscar – Quando è  entrata  Debora …ohhh che spavento …  voleva sparami!

Giulia - Debora voleva spararti?

Agata – (esaltata) Oh che bimba coraggiosa!

Oscar – Cretina! Non voleva spararmi Debora,  ma il pirata.

Giulia – Un pirata?!

Oscar – Si,  e aveva la benda.

Giulia – Un pirata?!

Oscar – Si.. Ho puntato la pistola contro i due e  il terzo è scappato. E poi volevo  chiamare  la polizia, ma fortunatamente erano già qui. Grazie  alla tua telefonata.  Agata,  per una volta,  sono felice di avere una suocera

Agata – (confusa) Io invece, non sono felice di aver un genero.

Giulia – Sei sicuro che era un pirata?

Oscar- Ti ho detto di si.

Giulia – E gli altri due chi erano?

Agata – (deridendo Oscar ) Giulia ma come chi erano?! Uno era Sandokan  e l’altro Topo Gigio..

Oscar – Cretina,  gli altri due erano quelli del gas.

Giulia -  Oscar,  hai fumato la cicoria anche tu ? 

Oscar – Ma quale cicoria d’Egitto!

Giulia - Fammi sentire la fronte . (lo tasta) Avrai la febbre a quarantacinque …

Oscar – (con uno scatto di nervosismo si allontana dalla moglie) Voi vi drogate, non io! Finirete in gabbia come quei tre matti. Tutto per colpa di quel cesso li. (indicando la tivù)

Agata – (sottovoce) Tuo marito è impazzito.

Oscar – (aggredendola) Cosa bisbigli sottovoce ?

Giulia – Oscar hai bisogno di un medico.

Oscar – Io?!

Agata - Si tu!

Oscar - Io ?!  (risata nervosa) e voi ? Voi   che vedete gabbiani, valanghe di soldi , l’operaio che dormiva in valigia,  ordinate la tivù al plasma, la pelliccia. Chi è il matto? Me ne vado via   (prende le sue scatole )  Vado in collina a respirare aria buona; mi dedico alla mia arte. Oggi non voglio restare  con la pazzia  che alberga in questa casa

Giulia – Ci giudichi delle  pazze? Tu sei diverso?

Oscar – Certo!

Giulia –  Tu diverso da noi?!  Tu che  vedi  poliziotti,  pirati,   topi Gigi e anche Sandokan. (entra Camilla)

Camilla – Mi ha detto il rivenditore della tivù al  plasma che hai rifiutato l’acquisto.

Agata – (impacciata) Si perché… perché.. ne ho trovata un più costosa e di grande qualità.

Oscar – Non è vero. Sono tutte balle quelle che ti racconta,  e lo sai perché. Perché   vuole dimostrarti il suo inesistente benessere. Ma io non sono schiavo dell’apparire del perbenismo.

Camilla – Ma adesso sei  diventato un artista famoso. I tuoi pezzi sono già sul mercato valutati a migliaia di euri.

Oscar – Chi ti  ha detto questa supidaggine?

Camilla – Tua moglie.

Oscar – Colpa della sua immaginazione;  idealizza tutto,  come sua figlia davanti alla tivù

Camilla – Allora,  sei ancora un povero artista fallito?

Oscar - E tu sei una cloaca, moglie di un aguzzino. E lo  sa tutto il quartiere.

        Fuori da questa casa.

Debora - ( entra) – Mamma

Giulia – Che c’è ?

Debora – Aussania mi ha proibito di vedere la telenovela nella sua tivù.

Camilla – Brava Aussania! Ha difeso l’ onore della famiglia.  Questa casa è un pattume!

Oscar – La tua invece è stupenda. Ha  delle finestre bellissime che  lasciano intravedere  le lezioni di piano che l’insegnante di musica, ogni tanto, (ironicamente)  ti concede.  Ti saluto vero pattume!

Camilla –  Ohhhh (colta in flagranza esce con la coda fra le gambe) 

Debora – Anche Camilla prende lezioni di musica?

Oscar -  Si , ma  quando figlia e marito sono fuori casa.! (Debora va alla tivù)

Giulia – Oscar ma cosa ti inventi?

Oscar – Invento?! Come mai se ne andata zitta,  zitta con la coda fra le gambe?

Debora – (allarmata) Oh mamma la tivù non funziona.

Oscar - Finalmente una bella notizia.

Giulia – Non traumatizzare la piccina

Oscar -  Traumatizzare?! (esasperato) Basta, basta ! ( da un vigoroso un pugno sulla televisione) Maledetta invenzione!

Debora – Oh …che bello ora funziona. Grazie papà.

Giulia - Finalmente hai fatto qualcosa di giusto per la famiglia.

Oscar – (allo stremo delle forze) Me ne vado.(prende le sue scatole)  Non ne posso più. (esce  )

Agata -  Ma perché non si rifugia nel paese di Sancho Panza.?

Giulia -  Quello sarebbe il vero regalo della bendata, non i soldi.

Agata –  Purtroppo devo dar ragione ad Oscar.

Giulia – Per cosa?

Agata - Camilla  è un  pattume?

Giulia -  (maliziosa) Tu credi che lei e  il maestro di musica…….

Agata – Le ha dato due o tre….. “bottarelle”

Giulia – Chi te l’ha detto ?

Agata -  Il maestro stesso.

Giulia – (sorpresa) Siete  cosi in  intima confidenza?

Agata –  Ho fatto solo quattro chiacchiere con lui, anzi ….. sette chiacchiere!

Giulia – (meravigliata) Ecco perché Debora  non pagava le lezioni. Ci pensavi tu.

Agata – Ho fatto come ha detto Oscar:   il giusto calcolo.

Giulia – (alzando gli occhi al cielo) Sei  incorreggibile.

Agata – (riflettendo) Giulia,  credi che sia stato un miraggio quella valigia piena di banconote?

Giulia – Silvan Rattazzi  afferma che:  la delusione causata da un matrimonio fallito  porta a veder cose che gli altri non vedono.

Agata – (riflettendo) Ma io l’ho vista la valigia piena di soldi

Giulia – Tu hai visto quello che avresti desiderato  per tua figlia e per tua nipote. Il miraggio della ricchezza!

Agata -  (con profonda delusione) I mariti ?!  Andrebbero usati solo come stuoini.

Giulia – Sei sicura che anche il maestro di musica  non sia un miraggio?

Agata – (decisa) Ma stai scherzando? Quello  era realtà   e … che bella realtà!

Giulia – (gran sospiro) L’unica gioia rimasta  è Debora.  Guarda com’è bella.

Agata – Sarebbe stata cosi felice di possedere  una tivù al plasma. (sussultando) Hai disdetto la pelliccia?

Giulia  – Si,  ma devo portarla più tardi,  quando c’è il titolare  .

Agata – Non lasciarla in giro.

Giulia –  (prende la pelliccia e la infila nel mobile) Oh finalmente!

Agata – Che c’è?

Giulia - Oscar si è deciso a togliermi quella maledetta borsa.

Agata –Vado a recuperare  la pecora nera. Se la trovo davanti alla slot,  la spedisco direttamente  al dormitorio pubblico . (esce)

Giulia – (esausta) Che giornata. (togliendo le cuffie alla figlia) Debora stacca lo spinotto dalla tivù  e alza  l’audio. Anch’io voglio seguire  il finale.

Debora – Fedora  è stata raggiunta  da un colpo di pistola ma , fortunatamente,  la pallottola ha colpito  il manico di ottone della sua borsa ed è rimbalzata sul sedere della governante.

Giulia – La nasona?

Debora – Si. E’ incredibile mamma.

Giulia – Cosa?

Debora -   La borsa non le ha soltanto permesso di nascondere il suo piccino ma anche salvato la vita.

Giulia –  (riflessiva) E già. Un semplicissimo oggetto comune, come  è la borsa,  è riuscito a  migliorarle la vita…(sospirando)  beata lei.  Tesoro,  stacca lo spinotto della cuffia  .

Debora – Si mamma. (stacca lo spinotto;  da questo momento si sente l’audio della tivù) ……  

               Signori e signori siamo finalmente giunti all’ ultima puntata di  “Fedora” telenovela campione di ascolti. 

               Lasciandovi al finale mozzafiato, vi ricordiamo lo sponsor che ci ha accompagnato  per ben  trecento puntate: le valigie Elesson.

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              Senza dimenticare la vasta gamma di trolley, astucci e soprattutto “borse” .

              Elesson ,  un nome e  una garanzia!

              Buona visione.

Fine commedia

PARDINI GIAN CARLO

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