IO SONO CARLOTTA...
(Monologo)
All’epoca de la Roma imperiale,
quanno er sole spegneva l’antre stelle,
le giovani romane verginelle
annavano a le terme co’ la palla.
Mo’ li tempi so’ cambiati
e ner sito tanto caro a Caracalla,
protette dalle fratte nella notte,
ce vanno solamente le mignotte.
Io sono Carlotta, una ragazza bella, un po' pienotta e sono figlia di una grandissima mignotta. Mia madre per raggiunti limiti di età è andata finalmente in pensione ed ha cessato la sua gloriosa attività, che ha esercitato per molti anni con impegno e passione. Ed ora, per diritto naturale di successione da madre a figlia, io faccio la sua stessa professione su questo marciapiede di famiglia.
Il mio linguaggio è schietto, esplicito e diretto. Io dico pane al pane e vino al vino perché non amo giri di parole e frasi ad effetto. La metafora non so nemmeno cosa sia e parlare per sottintesi mi sembra un’ idiozia.
L'accoglienza, che mi hanno riservato le colleghe, che frequentano abitualmente questa zona, è stata niente affatto calorosa perché, conoscendo mia madre e le sue particolari preferenze, hanno notato che fra me e lei ci sono molte differenze. Volete sapere quali sono? Mo’ ve lo dico.
Io non sono, per esempio, una persona modesta e nemmeno accomodante, per questo rischio di passare spesso per una che è arrogante. Non sono di noce né di faggio ma sono lo stesso di nobile lignaggio perché discendo da una famiglia illustre dell’antica Roma, nella quale per lunga, secolare tradizione, tutte le donne, senza alcuna eccezione, hanno esercitato sempre la nobile arte della prostituzione.
Le mie antenate sono state tutte mignotte di razza, zoccole di professione, sulla breccia e senza alcuna interruzione da almeno sette generazioni. Una mia lontana parente, che per prima decise di mettersi in vetrina, si chiamava addirittura Messalina. Era la moglie dell’ imperatore ed aveva il vizio di …. darla a tutte l'ore. La verità è che con la scusa di fare ‘sta professione lei si faceva “a gratise” tanti bei giovanottoni.
Anche se non è stata lei personalmente, io sono sicura che, di riffe o di raffe, questo antichissimo mestiere l'ha inventato una mia lontana parente. E, siccome questo fatto risulta già provato, io non voglio essere diversa da certi personaggi del mio nobile casato.
Per fare bene questo mestiere io ho studiato e mi sono preparata com’era d’altra parte mio dovere, ma non ho conseguito un diploma e neppure un attestato, perché la....scuola della mia famiglia non è ancora riconosciuta dallo Stato e non è perciò, una di quelle, che possono beneficiare del cinque per mille.
Io spero che in futuro nasca anche in Italia una specie di CEPU della gnocca, che consenta ad una ragazza di ottima famiglia, che vuole fare onestamente la mignotta, di imparare bene il proprio mestiere e di fare anche qualche anno di praticantato, come fa il medico oppure l’avvocato. La pratica da seguire potrebbe essere invece assai più lunga se si decide di fare anche il bunga bunga. Per raggiungere lo scopo è necessario avere fiducia nelle proprie capacità e credere fermamente in quello che si fa perché è risaputo che chi ha... Fede prima o poi ce la farà.
Io sono figlia d'arte. Per me è stato facile impadronirmi del mestiere perché sin da piccola ho deciso di seguire la tradizione familiare. Io sono nata mignotta, non ci sono diventata per ragioni imprevedibili o per fatti occasionali, come qualcuno di voi potrebbe ipotizzare. Io ho sentito subito una forte vocazione per questa nobilissima professione ed ho cercato in ogni modo di coltivarla, perché volevo essere anch’io una di quelle, che di notte sono belle. Ed ora, che ci sono finalmente riuscita, mi sento pienamente realizzata. In cuor mio ho sempre desiderato di fare la mignotta. Quando ero piccolina, invece di giocare con le bambole o con le pentoline come facevano tutte le altre ragazzine, io mi chiudevo di soppiatto nella camera da letto, mi guardavo nello specchio dell'armadio a sei ante e con borsetta e tacchi a spillo giocavo sempre a fare la squillo.
Guardavo le mie gambe, che erano ancora troppo snelle, e sognavo di avercele tornite e molto belle per metterle in mostra alzandomi con malizia le gonnelle.
Mi disperavo se tardavano a svilupparsi le mie tette perché per farne sfoggio desideravo che fossero già perfette. Mi disperavo, piangevo ma tenevo stoicamente botta, perché ero certa che un giorno avrei fatto sicuramente la mignotta.
Io sono una ragazza seria, equilibrata, sono tosta ma senza grilli per la testa e mia madre, di diritto o di storto, parlandomi sempre a cuore aperto, mi ha dato i consigli sufficienti per fare carriera in questo difficile ambiente.
Io non voglio fare la commessa né portare i bimbi a spasso. Io voglio fare la bella vita, senza fare, però, fatica. Non so se questo si è capito. Mia madre mi ha assicurato che fare la mignotta non è un lavoro stressante, anzi, per essere precisi, mi ha detto che quello della zoccola è il mestiere più rilassante che ci sia, perché la zoccola quando lavora e si dà via si.... distende... sul letto, si... rilassa e così sia. Anzi, se tu lo vuoi, mi ha giurato su l’anima de li mortacci suoi, mentre lavori puoi pensare tranquillamente ai fatti tuoi.
Io sono Carlotta, faccio la mignotta per mia libera scelta e volontà e guadagno tanti soldi con facilità. Ma, quando a notte fonda va via l’ultimo cliente e rimango sola con me stessa, mi guardo nello specchio per togliermi dalle labbra le ultime scolorite tracce di rossetto e provo insieme rabbia e tenerezza. Allora, dopo tanto amore simulato, mi faccio finalmente una carezza, una carezza vera, come se io fossi per me un vero amante. Nonostante tutto io mi voglio ancora bene e, per colmare il vuoto che quella scelta mi ha creato, mi faccio dono con la fantasia di quello che della vita mi sono perduto. Al di là di questa maschera, che indosso per prendermi gioco della vita, in fondo io ammiro ed invidio chi vive la sua vita con affanno e per mille euro al mese si fa veramente il mazzo tutto l’anno.
Italo Schirinzi
Questo monologo è contenuto nella raccolta
“COSE DI QUESTO E DELL’ALTRO MONDO”.
Codice S.I.A.E: 896818A