Caro Dio,
monologo di
Giovanna Castellano
Voce solista
che rappresenta la voce del mondo
Strumento musicale solista
che rappresenta la reazione di Dio
Durante l’esecuzione del testo è previsto un commento
musicale con brani di musica classica.
Caro Dio,
nel corso della mia vita mi sono chiesta spesso perché la tua parola non riuscisse a scaldarmi il cuore.
Eppure, nel mio immaginario, essa doveva essere qualcosa che riempiva il vuoto che troppo spesso viene lasciato dalla confusione e dai tormenti. Mi chiedevo perché proprio io, una persona media, normale, qualunque, proprio una di quelle persone alle quali, mi sembrava di aver capito, tu ti rivolgessi quasi con un affetto particolare, non riuscisse a trovare nel proprio cuore la dolcezza che quella parola avrebbe dovuto dare.
Mi guardavo intorno, “spiavo” la mia vita, il mio tempo e cercavo di capire. E mentre mi guardavo intorno alla ricerca di risposte, il tempo passava ed io crescevo e con me crescevano, di numero e di intensità, i miei “perché”, i miei maledetti “perché”; maledetti in quanto non hanno mai avuto risposte e, conseguentemente, non mi hanno mai dato pace, anzi mi hanno dato ansia e angoscia e mi hanno dato l’impressione di vivere la mia vita da spettatore e non da protagonista: tesa com’ero a guardarmi intorno ho lasciato a me stessa poco tempo per “vivere” ed ho constatato quanto sia più difficile da gestire l’ansia di capire rispetto a quella di “vivere”.
Sempre vagando alla ricerca di risposte, ho parlato con credenti, con suore, ho parlato con preti, ma più parlavo, più ascoltavo, più aumentava la mia confusione perché i volteggi verbali dei tuoi sedicenti portavoce non hanno la capacità di catturare l’emozione come possono averla le esibizioni di equilibristi d’alta scuola, anzi, a volte i loro volteggi sembrano capriole di equilibristi con le vertigini.
Sai cosa dicono costoro, per esempio, se viene rivolta loro la domanda sul perché non si ha fede? La sconcertante risposta è: “La fede è un dono di Dio, egli non può darla a tutti.”!
Ti sembra logico? Ovviamente io ho sempre pensato “e perché a me no?, se è un suo dono perché a me non l’ha regalata?, in base a quale criterio ad alcuni la dà e ad altri no?”. E naturalmente mi sento figlia bistrattata di un padre che proclama di amare allo stesso modo tutti i suoi figli però, tornando a casa una sera che è in vena di fare regali, se ha quattro figli porta per loro tre giocattoli!
Ma le mie argomentazioni, sempre secondo i tuoi portavoce, non sono valide: tu ci sei, me l’hanno detto e basta, sono io che devo decidere di avere fede! Che sciocchezza! La fede non è il risultato di una razionalità, la fede è tutta un’altra cosa, la fede è una cosa che distrugge i tormenti e non deve scaturire dalla ragione, la deve sostituire!
Sai, di solito, a questo punto cosa succede? Succede che se uno non ha fede e, tuttavia, ne sente la mancanza e chiede come fare per ottenerla, gli viene suggerito di ricorrere alla preghiera: poiché solo tu puoi dare la fede è bene pregarti molto, implorarti perché tu la conceda. Mi vorresti spiegare tu uno che non ha fede come fa a pregare?
Tuo figlio ha detto: “chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”, se però, dopo un determinato periodo di tempo dedicato alla preghiera non si ottiene la fede o qualsiasi altra cosa di cui si è pensato di aver bisogno e si chiedono spiegazioni sul perché non si siano realizzati i desideri, la risposta che viene data è la seguente: “Ma cosa credevi che Dio fosse uno sportello burocratico dove si inoltrano richieste da esaudire? Ah, povero te! Dio fa la sua volontà non la nostra, altrimenti sarebbe troppo semplice. Quando reciti il Padre Nostro non dici: “…sia fatta la Tua volontà”? Quindi non pretendere ciò che non puoi avere: devi solo affidarti a lui”!.
Io ho provato e provo a pregare, ma quando arrivo al fatidico “sia fatta la Tua volontà”, non riesco più ad avere nemmeno quel barlume di serenità che, di tanto in tanto, fa capolino nella mia vita spirituale.
Se soffro, se sono disperata e ti chiedo che qualcosa cambi, in quel “sia fatta la Tua volontà” avverto, mio malgrado, un triste invito alla rassegnazione.
In sintesi ci viene detto: per ottenere quello che volete dovete pregare, ma non dovete credere che pregando si possa ottenere quello che si chiede! Non lo senti anche tu un contrasto in questa affermazione? Che significa? Che la preghiera è inutile? Se fai solo la tua volontà perché chiederti qualcosa che potrebbe andare contro di essa? E perché dirtelo continuamente? Dovrebbe bastare una sola volta nella vita, tanto quella è. Anzi, forse è completamente inutile dirlo anche quell’unica volta, tanto non cambia niente.
Una volta chiesi ad un sacerdote una spiegazione su questo argomento, mi disse: “Non basta pregare: Dio concede solo quello che è giusto”.
Ripensai velocemente a quello per cui pregavo e, pur non trovando nulla che mi sembrasse ingiusto, ritenni che fosse meglio parlare di qualcosa che per la totalità delle persone, tranne che per i folli, è decisamente da condannare, quindi gli chiesi: “Padre, le guerre sono giuste?”.
“No, assolutamente!”.
“Lei crede che qualcuno, almeno in questi ultimi duemila anni dopo la venuta di Cristo, abbia pregato perché fossero evitate?”.
“Credo di sì”.
“Crede? Lei, semplicemente, crede? Lei che c’era, ha pregato prima della seconda guerra mondiale?”.
“Sì, ho pregato. In tanti abbiamo pregato, ma non siamo stati esauditi!”, disse, ed ebbi l’impressione di cogliere nel suo sguardo quell’espressione tipica di chi non riesce a conciliare il cuore con la mente e di ciò si addolora.
“Allora la guerra è giusta?”, incalzai.
“Non si faccia troppe domande: è il mistero della volontà di Dio. D’altra parte le guerre sono dovute al libero arbitrio di cui Dio ha dotato l’uomo”, e nel suo sguardo colsi l’espressione di chi ha trovato la risposta adatta per mettere d’accordo il cuore e la mente; ma quella risposta andava bene per lui, per me no.
Quando me ne andai, naturalmente insoddisfatta per il solito vuoto che, comunque, rimaneva dentro di me, ripensai molto alla storiella del libero arbitrio.
E a questo proposito ti faccio subito qualche domanda: come avrebbe potuto un Dio infinitamente buono dotare l’essere umano di libero arbitrio sapendo che tra i vari sentimenti ha creato l’odio, la malvagità, l’ipocrisia e quant’altro? E cosa c’entra il libero arbitrio con i piccoli lettini dei reparti di pediatria nei quali ogni giorno, in tutto il mondo, troppi bambini muoiono consumati dalle malattie?
Ed è libero arbitrio di chi l’eruzione di un vulcano?, e le carestie?, e i terremoti?, e le alluvioni? Ah, già, sono catastrofi naturali! Allora, dal momento che sei tu che sovrintendi all’ordine naturale degli eventi, sono dovute al tuo libero arbitrio? E’ il tuo libero arbitrio che ti avrebbe fatto spostare masse d’acqua tali da aprire un mare e non ti fa fermare un virus che provoca epidemie? E’ il tuo libero arbitrio che non fa inceppare la lampo dei pantaloni di un pedofilo che si accinge a violentare un innocente? E’ il tuo libero arbitrio che ti fa fare solo da spettatore a tutti i genocidi di tutte le guerre?
Ah, no, non è il tuo libero arbitrio, ci dicono, ma il mistero della tua volontà. Tu sei comunque grande: nell’amore, nella compassione, nel perdono e i tuoi portavoce, per darci un esempio tangibile della tua grandezza ci fanno notare che, di tanto in tanto, capita che un solo organo malato di una sola persona si rimetta a posto senza che la scienza sia in grado di darsi una spiegazione (noi esseri umani questi eventi li chiamiamo miracoli), ma se facciamo notare che di fronte a tragedie di proporzioni enormi tu ti blocchi, ci dicono che è il mistero della tua volontà!
Sì, è vero, tuo figlio, per il tuo libero arbitrio, è morto in croce, ma tu un dolore del genere l’hai sopportato da Dio, noi siamo solo uomini e donne, o l’hai dimenticato? E se non l’hai dimenticato ti chiedo: quando ti decidi a mettere a tacere tutti i ciarlatani? Ti rendi conto che da secoli stanno rovinando la nostra vita e la tua reputazione?
Caro Dio, di fronte a tutto quello che succede nel mondo, faccio molta fatica a credere che tu sia nello stesso tempo buono e onnipotente perché, comprendi bene, l’una cosa esclude l’altra. Ed io, te lo dico con affetto, preferisco crederti buono e non onnipotente, e per questo ritengo che il libero arbitrio sia solo un’invenzione di chi non sa spiegare perché un dio buono avrebbe creato la sofferenza.
Allora mi sono dovuta fare un’idea: quelli che pretendono di parlare in vece tua si dividono in due categorie. La prima è formata da chi è in malafede; la seconda da chi crede di aver capito tutto, in realtà, esattamente come me non ha capito niente, solo che non se ne rende conto. In ogni caso, entrambe le categorie hanno provocato e provocano più danni che vantaggi, sia a te che agli esseri umani.
Io, certamente, non sono una divinità e non conosco le reazioni emotive che possono avere le divinità, ma ritengo che i tuoi sentimenti, quando ascolti uomini con gli occhietti furbi, con il loro camicione nero e il loro cappelluccio rosso, parlare di carità cristiana, di fratellanza, di solidarietà stando tra gli agi delle loro comode e ricche dimore mentre nel mondo si consumano tragedie di intere etnie sterminate dalla fame, i tuoi sentimenti, dicevo, credo che non si discostino molto dalla mia rabbia e dalla mia indignazione.
Non provi rabbia e indignazione tu quando li senti dire, sempre circondati dagli agi e immersi nel potere in cui vivono: “Non inseguite le ricchezze di questo mondo, siate felici di essere poveri, ricordate che Cristo è nato povero ed è morto in croce!”?
Perché non spieghi loro che Cristo intendeva essere un esempio per tutti, nessuno escluso, nemmeno quelli che sarebbero diventati potenti statisti?
Non ricordo di aver letto nei Vangeli che Cristo, dopo aver invitato coloro che volevano seguirlo a spogliarsi di ogni bene, abbia aggiunto una frase del tipo: “… a parte qualcuno che, pur abbracciando la fede che predico, potrà rimanere attaccato voracemente ai propri beni, potrà vivere tra mille privilegi, potrà avere a disposizione lussuose residenze e potenti banche, potrà contravvenire alle mie leggi e, tuttavia, imporle agli altri. Per costoro le porte del Regno dei Cieli saranno comunque spalancate”. No, non ricordo proprio di aver letto niente di simile.
Sto parlando dei capi della tua Chiesa, naturalmente se poi scendiamo verso la base, diminuisce la malafede però aumentano l’imbecillità e l’ingenuità che spesso traspaiono da certe stucchevoli omelie festive o da altre manifestazioni della liturgia.
Vuoi qualche esempio, mio caro Dio, per comprendere le ragioni del mio disagio? Bene:
1 – “Padre, vorrei confessarmi”.
“Certo, mi dica”.
“Padre, ho molti problemi e …”
“Sì, però è inutile che me li racconta tutti. Si limiti a dirmi quante volte ha bestemmiato, quante volte non ha ascoltato la Messa, se detto bugie, eccetera, eccetera, eccetera…”
“Certo, è inutile (dico rassegnata). Dunque: ho bestemmiato tre volte, una volta non ho ascoltato la Messa, ho detto una dozzina di bugie”.
“Dio l’assolve. Reciti l’Atto di Dolore e sette Ave Maria”:
Avanti un altro, come alla cassa di un supermercato!
2 – Omelia: “… e ricordate: anche durante le vacanze non smettete di frequentare la Chiesa, pregate e pensate a coloro che soffrono più di voi”.
All’uscita della chiesa si legge: “AVVISO SACRO: Durante il mese di agosto, dopo la celebrazione della Santa Messa delle ore 8.00, la Chiesa resterà chiusa per l’intera giornata”.
3 – Raccomandazione del sacerdote alla benedizione finale: “Mi raccomando: rispondete ‘amen’ con voce alta e decisa”.
E perché, caro Dio, sei sordo? Se bisbigliamo un ‘amen’ pieno di speranza, non arriva al tuo orecchio e al tuo cuore?
4 – Tra le varie cassette di raccolta fondi, qualche volta ne trovo una che se non facesse ridere potrebbe anche far piangere: “OFFERTE PER LA FEDE”.
Che vuol dire, caro Dio, che tu ogni sera, quando si chiudono le porte delle chiese, conti i soldi raccolti e decidi, in base alle entrate, a quanti puoi donare la fede? E se dipende dall’ ammontare delle offerte, è un dono o una vendita?
Dio, dimmi la verità, quante volte ti sei pentito di aver creato questo baraccone di balordi? Dio, non lasciare parlare nessuno al posto tuo, fallo tu, direttamente tu, né quelli che, bonariamente, pretendono di farci vedere la logica nelle assurdità che dicono né quelli che, subdolamente, hanno trasformato una missione in un lucroso mestiere.
Perché dovresti avere qualcuno che parla per te? Tu sei Dio e devi parlare a tutti gli esseri umani, non devi servirti di colti portavoce azzeccagarbugli dello spirito. Vedi, anche noi esseri umani abbiamo dei pagliacci, ma i nostri fanno dei piccoli trucchi manuali diretti ai bambini perché questi, credendo che sia tutto vero, si sentano parte di un mondo felice; i tuoi fanno dei grandi trucchi dialettici diretti agli adulti perché questi, sempre credendo che sia tutto vero, si sentano succubi di una rassegnazione vestita di mistero.
Se l’hai già fatto una volta, caccia di nuovo i mercanti dal tempio!
Se è vero che duemila anni fa sei venuto tra noi, perché non farlo ancora? Tu, solo tu, potresti spiegarci tante cose che le nostre menti non accettano perché non le capiscono, o le accettano perché fanno finta di capirle, o le accettano senza capirle. Ma, comunque, non le capiscono.
Un giorno qualcuno mi rivelò che la befana non esisteva, ricordo ancora le parole che usò: “Ti pare possibile che possa esistere un essere che voli su una scopa e che abbia un sacco capace di contenere i giocattoli per tutti i bambini del mondo?”
Capii che non era possibile, lo accettai.
Dopo cominciarono a parlarmi della religione e mi raccontavano cose ben più incredibili della befana o cose che, quantomeno, avrebbero giustificato la sua esistenza.
E’ giusto che ai bambini si raccontino delle favole ed è logico che essi ci credano solo fino ad una certa età, perché alle favole che raccontano su di te vorrebbero che credessimo per tutta la vita?
Proseguirò facendo finta di essere convinta che tu esista veramente così come ti raccontano nei libri sacri. Certo, dimostrerò di non aver capito niente, però io, almeno, ho il coraggio di ammetterlo.
Appena ho iniziato a leggere “Nel principio Dio creò i cieli e la terra”, è subito scaturita in me la prima domanda: cosa hai fatto, caro Dio, da sempre fino al momento in cui hai dato inizio ai lavori per la creazione? Come trascorrevi il tuo strano tempo senza tempo? Evidentemente sarai stato sempre senza fare niente e, ad un certo momento di questo sempre ozioso, quasi come un ricco e sfaccendato signorotto medievale, hai cominciato ad avvertire un po’ di noia. Molti, quelli che credono di sapere su di te qualcosa in più rispetto a chi non ne sa niente, sostengono che tu eri talmente felice e talmente generoso che hai voluto che qualcun altro potesse dividere con te la tua stessa felicità. Qualcun altro? E cosa significava “qualcun altro” quando non c’era niente?
Poi mi sono soffermata su quello che dovrebbe essere il momento più bello: la creazione degli esseri umani. Prima c’è scritto che li creasti maschio e femmina, poi che con la costola che avevi tolto all’uomo formasti la donna, poi che li creasti maschio e femmina.
Come la mettiamo? Ci hai creati maschi e femmine o le donne vengono da un’operazione di chirurgia plastica? A chi sarà venuta in mente questa storia della costola? E’ mai possibile che tu, dopo aver creato i mari, le terre, le stelle, il cielo ed ogni specie di animali, per fare la donna avresti fatto addormentare Adamo, gli avresti aperto il torace, gli avresti preso una costola, da questa costola l’avresti formata?
Via!, non è in linea con la maestosità della creazione, non stupisce come tutto il resto, ma semplicemente stupisce coma una delle tante cose strane. Soprattutto non si capisce perché la donna, una cosa qualsiasi fra tutte quelle create, avrebbe dovuto avere un trattamento diverso; non sarebbe giusto, e quindi non sarebbe divino, né se fosse un disprezzo né se fosse un riguardo.
I tuoi biografi ti hanno ridotto al rango di un chirurgo.
Forse pazzo, forse geniale, ma pur sempre un semplice chirurgo.
Ho letto poi, che quando ti arrabbiasti perché Adamo ed Eva avevano mangiato il frutto proibito, condannasti il serpente a camminare sul proprio ventre. Dovremmo forse pensare che prima era diverso? Aveva le zampe?, aveva le ali? Com’era questo serpente che solo dopo l’episodio della tentazione fu condannato a camminare sul proprio ventre? Non è che quelli che hanno narrato le tue gesta, vedendo che il serpente era bruttino, faceva un po’ schifo, qualche volta era anche velenoso, hanno pensato che per essere tanto sgradevole doveva aver fatto qualcosa di male e si sono inventati “la tentazione”? Se fosse così, povero serpente!, pagherebbe a caro prezzo la sua bruttezza incassando il danno e la beffa. E come mai altri animali, per esempio lo scarafaggio o l’ippopotamo, pur non avendo colpe, proprio bellini non sono? Non lo sapremo mai.
Andiamo avanti. Poiché Adamo ed Eva dimostrarono di non essere stati ubbidienti si scatenò la tua ira: la cosiddetta “ira di Dio”. E ci furono conseguenze catastrofiche per tutti. Infatti ad Eva e a tutte le donne che sarebbero venute dopo di lei, assegnasti il compito di partorire con dolore; ad Adamo e a tutti gli uomini che sarebbero venuti dopo di lui, assegnasti il compito di procurarsi il cibo sudando.
Non so se te ne sei accorto, ma non è mai andata così come tu avevi stabilito. Infatti non tutte le donne hanno provato, provano e proveranno il dolore del parto; alcune sono private proprio del parto e questo, secondo te che le avevi castigate imponendo loro questo dolore, dovrebbe essere un premio, il fatto è che molte non lo capiscono e si disperano; e non tutti gli uomini hanno sudato o suderanno per procurarsi il cibo. Oltretutto, col passare del tempo, le pene si sono un po’ confuse tra loro e sono anche cambiate, per esempio quella del dolore da parto si è progressivamente mitigata fino ad arrivare all’assoluta assenza di dolore in quanto con le attuali tecniche di fecondazione si può diventare mamma senza il minimo fastidio, semplicemente delegando a qualcun’altra il compito di partorire; quella riguardante il lavoro, al contrario, si è inasprita: infatti adesso coinvolge uomini e donne e il sudore non è quello caldo della fatica, ma quello freddo per il lavoro che non c’è!
Insomma, caro Dio, sembrerebbe che non abbia funzionato nemmeno il correttivo che avevi apportato. Sai, secondo il mio punto di vista, cosa avresti dovuto fare? Avresti dovuto cancellare tutto, riflettere meglio e rifare tutto daccapo, in fondo tempo ne avevi abbastanza perché sei eterno e poi a te cosa sarebbe costato fare e disfare universi a piacimento? Invece ti sei limitato a punire due persone senza passato e quindi spaesate e insicure e a punire senza un perché la loro incolpevole discendenza per l’eterno futuro.
Un altro dubbio che mi piacerebbe chiarire è questo: sembrerebbe che quando hai scoperto che Adamo ed Eva avevano mangiato il frutto proibito, tu sia stato costretto a creare la morte, vale a dire che da quel momento la vita è diventata “a termine”. Questo mi fa pensare che in tutta fretta hai dovuto inventare l’inferno, il purgatorio e il paradiso. Infatti, questi tre contenitori nei quali viene collocato ciò che rimane di ogni essere umano dopo la morte a seconda del comportamento osservato in vita, fino a quel momento non servivano. E hai dovuto inventare anche le anime. E quante ne hai fatte?, e dove le hai messe?, e come passano il tempo nell’attesa di entrare nel corpo di qualcuno?
No, tutto questo doveva già esistere perché tu lo sapevi che quei due erano inaffidabili. E quindi tu, Dio buono, onnipotente, onnisciente, onnipresente, pieno di compassione, solo perché due disgraziati ti hanno disubbidito, hai creato l’odio, la paura, la guerra, la cattiveria, l’ipocrisia, la malattia, la sofferenza. Durante questi milioni di anni che hanno seguito il gesto di Adamo ed Eva, hai mai fatto autocritica?, hai mai pensato che si sono comportati esattamente così come tu li avevi creati? E poi, scusa, non c’è proporzione! Come glielo spieghi a chi soffre pene atroci che tu, pur essendo infinitamente buono, hai dovuto inventare una varietà infinita di terribili sofferenze perché Eva si fece raggirare dal demonio e Adamo si fece raggirare da Eva? E le vittime che quotidianamente vengono prodotte dalla schiavitù, dalla pedofilia, dal commercio d’organi, dagli sfruttamenti e da tutto quanto si può immaginare, sono agnelli sacrificali immolati per ricordare che gli esseri umani fanno del male o per ricordare che tu gli esseri umani li hai fatti male? E poi, perché quella famosa “ira di Dio” sembra che si sia scatenata al momento?, perché hai fatto finta di sorprenderti se sapevi benissimo che quei due non avrebbero ascoltato i tuoi consigli?
La mia mente, miseramente umana, mi suggerisce un’idea diversa dalla tua: io, se fossi stata al tuo posto e avessi voluto fare “qualcun altro” per amore e per bontà, avrei creato solo poche “cose” simili a me, le avrei tenute nel mio meraviglioso posto senza spazio e senza tempo, non le avrei sottoposte al doppio stress del divieto, che non è mai simpatico e della tentazione che è sempre simpatica e, soprattutto, le avrei create ubbidienti. Non credi che in questo modo avrei veramente donato la felicità a “qualcun altro”?
E infatti ti pentisti di aver creato l’uomo in quel modo, ed eri talmente pentito e depresso che decidesti di sterminarlo dalla faccia della terra, ma il giusto Noè trovò grazia agli occhi tuoi e allora decidesti che non era il caso di distruggere tutto e gli desti le istruzioni per costruire l’arca. Non posso che prendere atto della tua decisione, ma ti chiedo: cosa facevano di tanto grave rispetto a quello che hanno continuato a fare fino ad oggi?
E se li hai salvati, come mai di tanto in tanto mandi qualche segnale della tua ira? Questi tuoi messaggi sono sbagliati per due motivi: primo, con le catastrofi naturali, le epidemie e altri tipi di accidenti, periscono giusti e ingiusti e quindi ci si confonde e non si capisce se in te prevalga l’ira o la bontà; secondo, la colpa è tua che, pur sapendolo, hai ignorato il fatto che salvando qualche maschio e qualche femmina, dopo un tempo ragionevole si sarebbe ricreata una situazione del tutto simile alla precedente.
Quando fini l’alluvione e tutto ritornò alla normalità, tu benedicesti Noè e i suoi figli dicendo loro che tutti gli animali della terra avrebbero avuto per loro timore e spavento. Ebbene, caro Dio, come sei strano! Non sarebbe stato più bello, più adatto a un Dio buono, una benedizione che avesse previsto l’amore e il rispetto di ogni animale? Caro Dio, vorrei che mi spiegassi come può esserci amore dove c’è paura, vorrei che mi spiegassi perché sembra che tu, più che amato voglia essere temuto. Eppure noi esseri umani, come ben sai perché così ci hai creati, stiamo più volentieri con chi amiamo che non con chi temiamo.
Vogliamo parlare della torre di Babele? Ad essere sincera non ho ben capito cosa stessero facendo di male gli uomini che volevano costruire la città e la torre. Comunque, ammesso che stessero offendendo te, non sarebbe stato più semplice spiegarlo loro piuttosto che confonderne il linguaggio?
Sono milioni di anni che usi gli stessi metodi e ancora non hai preso atto che più ci confondi, più ci comportiamo in modo a te non gradito, più ti arrabbi. Hai creato un circolo vizioso.
Perché non ci spieghi, con calma e serenamente, cosa dobbiamo fare per stare tranquilli tu e noi? Sono milioni di anni che non fai altro che confonderci, ascolta un consiglio: pensa ad un’alternativa meno complicata.
E siamo arrivati ad Abramo.
Caro Dio, Abramo aveva mentito e costretto la moglie a fare altrettanto, dicendo che erano fratello e sorella e non marito e moglie. Al faraone piacque Sara e la prese in moglie. E tu? Tu, come al solito, ti comporti in modo strano. Invece di punire Abramo che aveva mentito e costretto a mentire, invece di punire Sara che non si era sottratta “alla conoscenza biblica” col faraone, te la prendi proprio con quest’ultimo e con la sua casa. Vorrei che tu mi spiegassi che senso ha. Perché punire un uomo che sposa una donna che crede libera perché ella glielo ha fatto credere e, peggio ancora, d’accordo col marito?
Però, un episodio che ho trovato lungimirante è quello che riguarda Sara che decide di diventare madre facendosi fare un figlio da Agar, la sua serva egiziana. Sai che oggi, caro Dio, i primi a scandalizzarsi ipocritamente per le gravidanze assistite sono proprio quelli che si proclamano osservanti della tua legge? Eppure tu hai dato l’esempio che, pur di diventare mamma, si può ricorrere al prestito di un utero. Anzi, a quel tempo la gravidanza assistita era anche più audace di oggi perché era obbligatoria la famosa “conoscenza biblica” tra l’uomo e la donna. Adesso no: non serve nemmeno.
Ma entriamo nel merito dell’episodio: penso che, tanto per non cambiare, hai fatto un’altra cosa strana: dal momento che, come è scritto più avanti, un figlio a Sara lo hai comunque dato, che bisogno c’era di far intromettere questa Agar? E’ logico che tra lei e la padrona si sarebbero creati dei dissapori. Va bene che hai mandato un tuo angelo a mettere le cose a posto, ma hai creato un precedente, infatti ancora oggi molte colf, se rimagono incinte dopo aver conosciuto (in senso biblico) il loro datore di lavoro, tentano di essere sprezzanti con la moglie di costui. E’ come se si sentissero autorizzate da questo antico episodio; oggi però difficilmente vengono autorizzate dalle legittimi mogli a fungere da alternativa; e la loro discendenza spesso non vede la luce, anche perché i tuoi angeli in giro non si vedono più.
Successivamente, quando dicesti a Sara, già abbastanza avanti negli anni, che avrebbe avuto un figlio, lei rise e poi negò perché ebbe paura di te. Scusami la franchezza, ma io questa paura che uno deve avere di te, proprio non la capisco. Non mi stancherò mai di dirlo: gli esseri umani ti dovrebbero amare, non temere!
E poi, povera Sara, che male ha fatto? E’ normale che una donna rida all’idea di avere un figlio a novant’anni! Tu, se non volevi che ridesse, non la facevi sterile: è semplice.
E veniamo al sacrificio d’Isacco. Lo sapevi che tra le favole che si raccontano su di te c’è anche quella del sacrificio d’Isacco? E pensa che la raccontano anche per dimostrare quanto tu sia buono, perché se la gente ti ubbidisce viene premiata!
Come se un Dio buono prendesse un povero vecchio già provato da una vita non proprio semplice, lo costringesse fino all’ultimo a credere che il suo Dio lo obbliga a sgozzare suo figlio e solo all’ultimo momento, quando Abramo ha già preso il coltello e sta per tagliare la gola del figlio, arriva l’angelo e gli dice che hanno scherzato: Dio voleva solo valutare quanto il vecchio lo temesse!
Se fosse vera una sola parola di tutto ciò tu, caro Dio, saresti crudele quanto può esserlo solo un essere umano, altro che Dio dall’infinita bontà!
E poi tu che sai tutto, sapevi bene fino a che punto Abramo (sia ben chiaro: per paura di te e non per amore verso di te) avrebbe ubbidito, che bisogno c’era di quest’ulteriore prova di forza? Lo so che mi vorresti rispondere che una cosa del genere non l’hai mai nemmeno pensata, ma sappi che la raccontano così.
E della liberazione d’Israele che mi dici? Per me ha dell’incredibile e dell’incomprensibile. E’ vero che per te, abituato all’eternità, qualche decennio in più o in meno non ha grande importanza, ma tu, caro Dio, della liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù dell’Egitto ne hai fatto qualcosa che somiglia alle telenovelas dei nostri giorni!
Si sa che tu, volendo, potevi rendere buono il faraone e ottenere in quattro e quattr’otto che liberasse il tuo popolo, invece, quasi come se ti fossi voluto “togliere lo sfizio” di prostrarlo per dimostrare che eri il più forte, sei ricorso alle mosche, alle cavallette, alle tenebre, alle rane e non ricordo che altro ancora, seminando la morte tra il popolo, per giungere, scusa la franchezza, ad un’enorme atrocità: la morte di tutti i primogeniti. Dice “ma il faraone non voleva cedere”, ho capito, ma se tu l’avessi toccato con la tua grazia egli sarebbe diventato docile e ubbidiente. Non è che ne hai fatto una questione di principio? Perché, pensandoci bene, per salvare un gruppo di gente formato certamente da giusti e da ingiusti, ne hai fatta morire tanta altra che certamente era parimenti formata da giusti e da ingiusti.
E i primogeniti che hai colpito facendoli morire? E i genitori che li hanno pianti? Hanno pagato le conseguenze del libero arbitrio del faraone? E se tu al faraone avessi donato la fede? Forse non gliel’hai data perché lui non ti ha pregato? E a cosa sarebbe servito se, comunque, si fa la tua volontà? Evidentemente la tua volontà era che morissero i primogeniti, tutti!
Una delle cose più sconcertanti che io abbia letto nella Bibbia è la tua disposizione caro Dio, affinché nessun essere umano che abbia delle deformità (gobbi, nani, ciechi, zoppi, eccetera), si debba avvicinare all’altare perché, avvicinandosi ad esso profanerebbe i luoghi santi!
Puoi tu, caro Dio, aver mai detto una cosa del genere? Li hai creati tu gobbi, nani, ciechi, zoppi, eccetera o sono nati così per libero arbitrio? E’ questa la tua bontà?
Ah, se tutti gli uomini che tu hai creato fossero stati da te dotati del buon senso di tacere quando hanno preteso e pretendono di parlare in vece tua! Ah, se tu avessi mozzato e mozzassi le loro lingue quando profanano il tuo pensiero! Provaci ancora a far tacere tutti gli ingenui e i furbi, perché ogni loro rimedio è peggiore del male, ogni loro spiegazione non fa che aggiungere ulteriori interrogativi ai dubbi iniziali.
Ecco che quando chiedo spiegazioni su questi fatti specifici la risposta è, monotonamente: “Non fraintendere: Dio usa dei simboli per farci capire, quando lui parla di deformità fisiche, in realtà, intende parlare di deformità morali”. E, altrettanto monotonamente, c’è la mia domanda: “Ma perché non ha parlato direttamente di deformità morali?”. La conclusione fa stringere il cuore, ma non è una stretta struggente, è di rabbia: “Eh, questo è il mistero della volontà di Dio”. La solita inutile risposta!
E veniamo alla nascita di Cristo. Anche lì, Dio caro, ti sei sbizzarrito con la fantasia in modo da rendere tutto favolistico, tutto incomprensibile per quella mente umana di cui disponiamo e che, te lo ricordo, tu stesso hai creato.
Vediamo: dopo milioni e milioni di anni durante i quali hai fatto di tutto lasciando che ogni popolo si confezionasse i propri dèi, devo dire che l’unica certezza che hai dato è che per una, cento o mille divinità, la necessità del mistico è intimamente radicata negli esseri umani.
Comunque, ad un certo momento di questa incomprensibile eternità, dando l’impressione di voler mettere un po’ d’ordine, hai deciso che era il momento di venire sul mondo; perché fosse proprio quello il momento è una cosa che nessun essere umano onesto e non fanatico può dire di aver capito. Io penso che comunque il momento era sbagliato: troppo tardi e troppo presto. Troppo tardi perché gli esseri umani nel corso dei secoli avevano già fortemente assimilato consuetudini religiose e sociali troppo diverse da quelle che tu avresti poi predicato; troppo presto perché a quell’epoca non esistevano i mezzi di comunicazione adatti a farti raggiungere, come sarebbe stato giusto, tutta la popolazione della Terra che (gli esseri umani non lo sapevano, ma tu sì) era molto più numerosa di quanto non si credesse.
Evidentemente avrai avuto le tue buone ragioni per scegliere proprio quel momento e, per qualsiasi ragione tu l’abbia scelto sei venuto, ma non sei venuto direttamente tu, hai mandato tuo figlio che però sei sempre tu! Ti pare una cosa che gli esseri umani possano capire?
Ma questo è ancora niente. Perché se invece della venuta al mondo di Cristo si trattasse di un film, questo avrebbe certo un grosso successo di pubblico, ma la critica, a ragione, direbbe che la sceneggiatura è esageratamente fantasiosa pur plaudendo, probabilmente, agli effetti speciali.
Perché? Ma come perché? Con tanti modi che avresti avuto a disposizione per presentarti agli uomini e alle donne, tu vai a decidere per un angelo che comunica ad una vergine che ella aspetta un figlio, poi dice a Giuseppe, il fidanzato della vergine, di stare tranquillo perché la fanciulla è sì incinta, ma non di un uomo: ella porta in grembo il figlio di Dio, che poi è sempre Dio, e il concepimento è avvenuto senza contatti carnali, ma solo per opera dello Spirito Santo che poi è sempre Dio!
Subito si può pensare: povero Giuseppe, a parte il mal di testa che gli sarà venuto tentando di capire qualcosa, ma chissà quante volte è stato schernito, preso in giro, chissà come sarà stata dura per lui accettare il fatto compiuto.
Al contrario, io penso che, se fosse andata proprio così, dal momento che lui ha parlato direttamente con l’angelo, è stato semplice per lui accettare questo ruolo, anzi sono certa che l’avrà riempito di gioia. E’ dura per noi da accettare, con noi non ha parlato nessun angelo, ma a noi qualcuno ha detto che qualcuno ha riferito che qualcuno ha raccontato che qualcuno ha sentito dire che venne un angelo, eccetera.
Chissà come è andata per davvero!
E sarà stata dura da accettare anche per la Chiesa dal momento che, se non ricordo male, il dogma della verginità di Maria è stato ufficializzato solo nel secolo scorso.
E poi, se fosse andata proprio così, ci sarebbe da fare un’altra considerazione: perché, caro Dio, una donna vergine è più pura di una che “ha conosciuto l’uomo”?, non basta che sia puro il suo cuore?, e perché un uomo è puro indipendentemente dalla sua verginità? O, forse, per te è talmente impuro, indipendentemente dalla sua verginità, che hai voluto che nessun uomo fosse padre tuo, cioè di tuo figlio dal momento che hai voluto che tuo figlio, cioè tu, nascesse solo da una donna con l’ausilio dello Spirito santo, che poi sei sempre tu? Una sorta di inseminazione artificiale ante-litteram! Questo per non valutare la possibilità, davvero meschina perfino per un uomo, che tu abbia voluto esercitare una sorta di jusprimaenoctis.
Scherzo, mio Dio, non te la prendere, prenditela invece per le sciocchezze che dicono e che fanno i tuoi portavoce. I quali, poi, non scherzano affatto!
Comunque sia andata, tu sei nato.
Ovviamente per predicare la bontà, la fratellanza, l’amore, la solidarietà, la tolleranza: tutte cose meravigliose; ma qual è stato il tuo biglietto da visita?, qual è stata la prima conseguenza della tua nascita?: la strage degli innocenti!
Certo, me l’hanno spiegato che la colpa fu di Erode che era cattivo. E ci risiamo: non potevi farlo buono? Oppure, visto che avevi a tua disposizione un lasso di tempo abbastanza lungo come l’eternità, non potevi aspettare che al posto di Erode ci fosse uno più buono, migliore di lui? Insomma: non potevi scegliere un altro momento per nascere?
E se anche questo non era possibile, l’angelo che suggerì a Giuseppe di scappare perché tu scampassi alla strage, non poteva avvertire anche gli altri padri? Magari qualcuno in più si sarebbe salvato. Potrebbero dirmi:”Ma così non si sarebbe vista la crudeltà di Erode”, al contrario: si sarebbe vista la sua crudeltà ma, più ancora, la tua bontà. Eh già, mistero della tua bontà!
Mistero per davvero, perché quella strage degli innocenti, purtroppo, somiglia troppo allo sterminio dei primogeniti egiziani.
E come mai lo sterminio dei primogeniti egiziani è dovuto al tuo amore per gli uomini e quello fatto compiere da Erode è dovuto alla sua cattiveria?
Comunque, quando vieni tra noi come Gesù cominci a fare miracoli, resisti alle tentazioni, operi delle guarigioni. Solo alcune però. Perché? In base a quale criterio hai selezionato quelli che dovevano guarire o, addirittura, resuscitare? Mistero della tua bontà! Solo che sempre, sia prima che dopo di te, qualcuno muore e qualcuno no, qualcuno guarisce e qualcuno no, qualcuno si redime e qualcuno no, e sempre indipendentemente dall’età, dal sesso, dalla posizione sociale, dalle condizioni economiche, dalla religione di appartenenza.
A proposito di miracoli, vorrei che tu mi spiegassi perché esistono miracoli “possibili” e miracoli “impossibili”. Intendo dire che se una persona si ammala, quando si rende conto che la medicina terrena non sortisce alcun effetto, si rivolge a te.
Però se si verifica, per esempio, un incidente automobilistico e una persona rimane col volto sfigurato nessuno pensa, nemmeno per un attimo, di chiederti di far ritornare quel volto esattamente come prima; sembra che vi siano branche della medicina in cui la gente non ti riconosce poteri: internista sì, chirurgo plastico no; ginecologo sì, odontoiatra no; endocrinologo sì, ortopedico no. E’ strana la gente o è strano quello che raccontano su di te?
E passiamo ai tuoi famosi doni.
Perché anche i normali processi aritmetici quali sono i fenomeni naturali ci devono essere propinati come doni creati da te per noi?
Non so se tu ascolti con attenzione quello che si dice da queste parti, ma io spesso ho sentite dire: “Ma come fate a non vedere quello che c’è intorno a noi? Dio ha creato il sole per scaldarci, l’acqua per dissetarci, e la vegetazione per nutrirci, e la pioggia per irrigare le terre, e i mari su cui navigare e, soprattutto, ci ha dato, tramite i cinque sensi, la possibilità di godere di tutto questo”. E dimenticano di aggiungere che, troppo spesso, per qualcuno i sensi che ha a disposizione sono quattro, tre e ancora meno. Costoro, nel gergo dell’ipocrisia, si chiamano “quello meno fortunati” e se, in qualche caso, sono ancora meno fortunati (si badi bene, mai sfortunati), non possono nemmeno maledire con gesti o parole il momento in cui hanno ricevuto “il meraviglioso dono della vita” e si devono limitare a pensarlo, perché in troppi casi sono talmente poco fortunati che capiscono pure e quindi soffrono di più.
E poi, scusami la franchezza, ma i tuoi doni sono le piogge che irrigano i campi o quelle che provocano alluvioni e catastrofi?, la dolcezza dell’ingenuità infantile o la pedofilia?, interi paesi dove si vivono vite normali o i terremoti che li distruggono?, le acque navigabili o le tempeste che affondano le imbarcazioni? O i doni non ti sono riusciti bene o noi esseri umani non abbiamo ben compreso il significato della parola dono.
Poi c’è il dono più grande che tu ci abbia fatto: il tuo amore è uguale per tutti noi.
E allora perché alcuni vivono una vita serena e altri ne vivono una piena di tragedie?
E non vale il discorso che dopo la morte dimenticheremo tutto, altrimenti questa vita non avrebbe senso e ognuno di noi si troverebbe in paradiso o all’inferno senza nemmeno sapere il perché.
In conclusione, da quello che ho tentato di capire, il risultato che viene fuori è il seguente: per amore, esclusivamente per amore, hai creato gli esseri umani. E ci hai creati col desiderio di ricchezza, ma ci dici che esse non valgono niente ed è peccato desiderarle; e ci hai creati con i desideri sessuali, ma ci dici che li dobbiamo reprimere perché ogni rapporto sessuale è peccaminoso tranne quello che si ha col proprio coniuge e purché serva solo a procreare; e ci hai creati con la sete di potere ma ci dici che è peccato desiderare il potere; e hai creato un sentimento che si chiama odio che a volte ci fai provare, ma ci dici che dobbiamo amare tutti e perdonare anche chi uccide i nostri figli; e potrei continuare a lungo per dire che, in realtà, ci hai fatti in un modo per obbligarci ad essere in un altro!
Praticamente ci hai reso la vita impossibile!
Mi viene da chiederti: ma chi te l’ha chiesto di crearci? In fondo noi non esistevamo: tu ci hai voluti e allora perché fare della nostra salvezza una corsa ad ostacoli?
Alla fine di queste mie riflessioni credo che almeno una cosa io l’abbia capita: la tua parola non riesce a scaldarmi il cuore perché, semplicemente, non è la tua parola.
Ed ho deciso di partire alla ricerca di essa, di quella vera, la cercherò dentro di me, dentro gli occhi di chi amo, dentro il cuore di chi soffre.
Caro Dio, per il momento lasciami andare, farò di tutto per trovare quella parola e, chissà, il mio potrebbe essere solo un arrivederci.
F I N E