Caro Petrolini

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CARO PETROLINI

CARO PETROLINI

LE PARODIE

(musica di Petrolini- Sipario- Attore in scena- ruderi vari di una Roma antica)

 ATTORE – Buonasera......(lo ripete perché il pubblico possa rispondere) Buonasera... (a questo punto il pubblico risponde) Oooh! E ce voleva tanto? (sottofondo di accordatura orchestra) Lo vedi? Accordano, accordano e nun se mettono maid’accordo. (prende una lettera) Dunque, mi è arrivata una lettera indove l’assessorato alla cultura di .... mi invita, in occasione delle manifestazioni petroliniane... (legge) ... siamo lieti di invitare laSV... lasv? sarà la Svezia... all’inaugurazione della mostra dedicata ad Ettore Petrolini che si terà....terà? Giusto! dal... al....al teatro (luogo in cui si svolge lo spettacolo).... ahò...io me la vado a vedè (parte una musica di sottofondo-canticchia)  mi vo a veder la mostra  (appare un personaggio che presiede la mostra)

PERSONAGGIO : il catalogo!!!

ATTORE: fa vedè! Ah! il programma della mostra... come sò organizzati! (sfoglia un catalogo)  Prima sezione della mostra: “le parodie” sarebbe quando Petrolini coglionava....voglio dì prendeva in giro gli attori dell’epoca.... qui è dove prendeva in giro il melodramma... D’Annunzio...le macchiette... poi  la quinta sezione.... quanto viene?

PERSONAGGIO: venti euro...

ATTORE: (restituisce il libro)  Già so tutto! E andiamo a vedere la prima sezione... (musica- entra in scena una attrice dell’epoca)  vedi? attrici dell’epoca! Che recitaveno come se recita oggi! “Cos’è un bacio? un apostrofo rosa tra le parole t’amo”! (prende un cappello da Cirano) Vi narrerò le gesta del grande Cirano di Bergerac, lo spadaccino invitto che, come dice il bullo, qui drentro c’ha del fritto... che ha maneggiato l’arma e s’è arrotato l’unghie, contro nemici finti o... di piccole pugne

ATTRICE: oddio! Mi fai coprire di rossore!

ATTORE: non può una mia parola metterti in imbarazzo. Lo so che tu non hai paura di un ragazzo timido ed impacciato...adesso vi ricconto... (musica- con enfasi) ... Stanotte, verso l’una, sotto il chiaro di luna...io montavo la guardia sull’uscio di Rossana, che come ben sapete ora fa la... gran vita nel cuore di Parigi.... andiamo pure avanti... mentre nelle mie tasche io ricercavo i guanti, poiché la dea non m’apre se mi presento sanza...m’accolse giubilante nella sua grande stanza... e benché nella fretta avessi perso i guanti, lei volle ad ogni costo farsi svelar gli incanti... di quell’altra cosa, foderata di rosa e guarnita in ner...(canta) molto bella inver...

ATTRICE:  (giocando a scacchi) ed io senza periglio decimo le tue schiere... già perdesti una rocca e dò scacco all’alfiere se non provvedi tosto a metterlo al sicuro

ATTORE: o dolcissima Rossana, oh, dolce nume, oh, Rossana, oh donna amata, oh viola violata, io guardo gli occhi tuoi che sono tanto belli.... stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che ho detto la mia....oh, Rossana, Rossana...tu Rossana....ti ricordi di quando ci amavamo di quell’amore idropolosipinoterapeuticoantigalvanicofebbrifugodigestivocorroborantegalvanoplastico?

ATTRICE: non trovi nulla che ti ingombri la via (fa una mossa a scacchi) oooh! lo vedi, ho messo un piede in fallo...

ATTORE: e che non lo vedo?

ATTRICE: ti dò scacco all’alfiere, disarmo il cavallo.... (parte un pezzo recitato dell’Amleto in sottofondo- attrice esce - Petrolini si toglie il cappello)

ATTORE:  (sottolinea il monologo)   Che c’ha? sta male? E’ un fissato bollato! Amleto! (suona una trombetta e smette il monologo registrato)... Il gallo canta...il padre mio ha fatto l’uovo... si presenta sotto le spoglie di un fantasma... sì lo so ti fu inoclulato il veleno in un orecchio, col ciminiero alzato...l’onor grida vendetta... sarai vendicato, sarai vendicato.... (canticchia) Io sono il pallido Prince danese, che parla solo e che veste a nero, che si diverte nelle contese, che per diporto va al cimitero

ATTRICE : (nella parte del padre di Amleto,con una coppa in mano) Aaaaaah!

ATTORE: madre!!!!!

ATTRICE: Amleto!!!!Muoio! (con molta enfasi)

ATTORE: madre!!!

ATTRICE: Mi hanno avvelenato (muore)

ATTORE: tutte quelle medicine, madre! Oh scellerataggine! oh! tradimento!.... (musica, cambia tono)... ma si può essere più lagnosi? Poteva essere felice! No. Poteva essere amato! no....ma che voleva Amleto? io non ho capito che voleva Amleto.... (recita)  Gioco a scopone e al mio compagno è sparito il sette, compro le scarpe e mi vanno strette, se qualche volta in festa io ballo, la mia compagna mi pesta il callo, monto in vettutra, muore il cavallo, vado a Messina trovo il tremuoto, se compro un sigaro ci trovo un pelo, se compro un’altra cosa che assomiglia a un sigaro....lasciamo stare....ma si può essere più disgraziati di Amleto?.... Ofeliaaaaa!!!! Amare.... soffrire....gioire....sognare....amare, amare, amare, sì....perché.... (canta)

L’amore è facile, non è difficile - se può succedere, succederà.... (2 volte, segue musica- buio, altra scena) PARTE SECONDA – IL MELODRAMMA   (parte un pezzo di musica lirica –entra attore con un cappello con piume in testa)

ATTORE: (con voce baritonale) lirica!...sentite bene le parole.... (canticchia) Oh, Margherita! Nopn sei più tu!non sei più tu!no, nonono no no no no no nonononono noooooo! te l’ho detto mille volte no, come te lo devo dì!...... non sei più tuuuuuu! Margherita, non sei più tu! Non sei più tu, non sei più tu mia Margherita! Maaaaaaaaargherita! (canta Maaaaargherita con molti comici gorgheggi) Non sei più tuuuuuuu! (veloce) Margherita, non sei più tu, non sei più tu, non sei più tu, mia Margherita, ecc.ecc. (musica che continua entra suora) .

SUORA: Sia lodato Gesù Cristo....

ATTORE ...Asor Rosa

SUORA  Ora pto nobis

ATTORE   La signora non mi conosce...peggio per lei, io conosco tutti, do tutto, fo tutt’io....sono il petit patè, patè sa tutto....col ramo chimica ho scoperto il gas leguminaceo retroilluminante che è un gas ottenuto con la masticazione dei legumi... io so tutto, piglio tutto, entro dapertutto... lei non sa chi è davanti a lei... io so tutto, vedo tutto.... vi sto davanti e vi guardo, vi volto le spalle e vi guardo lo stesso...dove mi toccate trovate un occhio...volete vedere? ve lo mostro subito (fa per calarsi i calzoni, la suora scappa con un grido-attore le grida dietro) Lo sa qual’è il colmo di una monaca? Bersi un Cappuccino! (ride sguaiatamente da solo-poi torna serio) Ho stampato un trattato di astronomia comprovante che i pianeti sono a forma di palle e la terra gira intorno al sole, la luna gira intorno alla terra e al sole, giove gira intorno a Venere, Marte intorno a Giove....insomma è tutto un grande giramento di palle..... (entra attrice con appendiabiti con costumi lo lascia ed esce-parte musica) PARTE TERZA – LE MACCHIETTE - Fortunello (si mette il copricapo Fortunello)

Sono un tipo  estetico, asmatico, sintetico

linfatico, cosmetico

Amo la Bibbia, la Libia, la fibia delle scarpine

delle donnine carine e cretine

Sono disinvolto. Raccolto. Assolto per inesistenza di reato.

Sono Omerico, isterico, generico, chimerico, clisterico (canta)

Ma tutto quel che sono non ve lo posso dire

a dirlo non son buono mi proverò a cantare

Sono un uom grazioso e bello, sono Fortunello

Sono un uom ardito e sano, sono un aeroplano

Sono un uomo eccezionale, sono un figlio naturale

Sono un uom della riserva, sono il figlio della serva

Sono un uomo senza coda, sono una pagoda

Sono un uom dei più cretini, sono Petrolini

Se fossi una signora io lo vorrei ancora

Se fossi il Padreterno guadagnerei un terno

Se avessi in testa un elmo mi chiamerei Guglielmo

Se ogni giorno mi purgo sarò di Pietroburgo

Se mi purgo di rado sarò di Pietrogrado

Se fossi una cocotte passeggerei di notte

Non faccio mai una stessa, sono una bistecca

Se mi fa bene il moto, sono un terremoto

Se fossi più simpatico sarei meno antipatico

Io sono molto stitico sono un uomo politico (canta)

Ma tutto quel che sono non ve lo posso dire

a dirlo non son buono mi proverò a cantare

(va al portaabiti e si prova un gilet- entra la signora della mostra)

SIGNORA: non si può toccare!

ATTORE: per favore!

SIGNORA: ma che per favore! Questa è roba che non si può toccare

ATTORE: ma come no!

SIGNORA: se se ne accorgono mi cacciano via

ATTORE: lascia perde...damme na mano (la signora lo aiuta)

SIGNORA: questo è un prestito degli eredi

ATTORE: che palle...daje...aiuteme....lo vedi... ce so nato co sta roba addosso (veste il frac e parte musica Gastone) gli altri quando portano il frac sembrano incartati... (alla signora) io quando sono nato, mia madre mica mi ha messo le fasce...m’ha messo un fracchettino...giravo per casa che sembravo una cornacchia.... va (signora esce portando via portaabiti)

Sono Gastone, artista cinematografico, fotogenico al cento per cento, numero di centro del “varietè” “danseur”, “diseur”, frequentatore dei “cabaret” conquistatore di donne a getto continuo, uomo incredibilmente stanco di tutto, uomo che emana fascino... (canta)

Gastone, son del cinema il padrone

Gastone, Gastone

Gastone, ho le donne a profusione e ne faccio collezione

Gastone, Gastone

(mostra il guanto attaccato all’altro che è calzato)

Anche questa cosuccia qui è mia...non l’ho fatta neanche registrare. E’ di pubblico dominio. I miei guanti bianco latte....però il guanto bianco-latte è pericoloso, una volta, sorbendo una tazza di latte, distrattamente mi son bevuto un guanto! Quante cose ho inventato io! Noi siamo una famiglia di creatori...mia sorella per esempio...Creò...lina... mia madre aveva il senso dell’economia sviluppato fino alla genialità....figuratevi...io mi chiamo Gastone...ebbene lei mi chiamava semplicemente Tone... Tone...per risparmiare il gas. quante cose so fare io..... (cammina comicamente) vedete, questa camminata qui...l’ho inventata io... a me m’ha rovinato la guera....So fare un po’ di tutto e poi sono un tipo molto ricercato.... ricercato nel parlare, ricercato nel vestire...ricercato dalla Questura.... (canta)

Gastone, Gastone, sei davvero un bell’Adone

Gastone. Gastone

Gastone, con un guanto pendolone, vado sempre a pecorone

Gastone, Gastone

Bice

Solo io la fo felice

Ama solo la mia flemma...

Rina, lei per me la cocaina...

se la prende a colazione, Gastone, Gastone.....

(entra attrice applaudendo)

ATTRICE: bravo! bravo!

ATTORE: grazie, grazie (si toglie i vestiti e glie li porge) Lei certamente è venuta qui per assistere alla prima della mia filma! “Ma l’amore mio non muore” è il titolo della mia ultima filma....ma l’amore mio non muore....dove nun se ride mai...

PARTE QUARTA  - IL CINEMA

(a questo punto ove fosse possibile proiettare uno spezzone di film altrimenti andare avanti)

ATTORE (entra con una sedia, si siede piangendo)

Tutto muore quaggiù. Muore l’insetto,

muore il cane, il cavallo, il cammello;

muore il rospo, la pecora e il capretto,

muore il pesce, il mammifero e l’uccello,

muore la pianta, la radice e il fiore....

ma l’amor mio, ma l’amor mio non muore!

Era di maggio e c’erano le rose

quando la vidi per la prima volta.

Le dissi: “t’amo” ma lei non mi rispose

Allor le sussurrai: fermati e ascolta...

sono quasi le sette e il giorno muore...

....ma l’amor mio, ma l’amor mio non muore!

Sarà lungo il tuo amore, veramente?

lei mi chiedea, fra un bacio e una carezza.

Ed io le rispondea dolcemente:

vedrai tu stessa cara, che lunghezza!

Si spegne il sole, e il mar cambia colore...

...ma l’amor mio, ma l’amor mio non muore!

Ma appena la sposai quell’angiolella

divenne tosto un viscido serpente!

La docile e gentile pecorella

mise le corna inaspettatamente...

poi le mise anche a me, senza pudore....

....ma l’amor mio, ma l’amor mio non muore!

Non mi fa che dispetti e sgarberie

mi nasconde le scarpe ed i calzoni

per cui se voglio far le cose mie

le devo fare senza pantaloni!

Mi tratta peggio assai d’un servitore...

...ma l’amor mio, ma l’amor mio non muore!

Ub amico m’ha dato un canarino:

ma lei non può soffrir neppure quello!

Per cui sono sicur che un bel mattino

mi sveglierò purtroppo senza uccello!

Ne proverò un terribile dolore.....

....ma l’amor mio, ma l’amor mio non muore! (esce portando via la sedia)

(entra attrice in costume antico romano)

ATTRICE: Eccolo è lui! Non sentite come pompa? E’ Cesare Augusto di ritorno dalle corse delle Capannelle. Ave o Cesare, Ave! (entra Attore in bicicletta con un mantello rosso sulle spalle)

ATTORE   Ave! (porta bici nella quinta) Tiè questa mettetemela in garage: aridì un po’ Ave?

ATTRICE: Ave!

ATTORE: Ave, ave! aiutame a levamme sto capo...m’è rimasto solo sto capetto (lo piega bene,poi con tono da venditore ambulante).... Se domani vedete questo articolo esposto alla Rinascente o alla Coop forse lo può trovare anche a cinque e cinquanta, ma io che non devo pagare nessuna tassa e siccome non sono su questa pubblica piazza per bisogno, perché di bisogno, grazie a Dio, ne ho già tanto... non ve lo do a quattro, non ve lo do a tre e nemmeno a due, a uno al metro ve lo portate via, (lo indossa esi rivolge all’attrice) Cosa facevi in mia assenza?  Cospiravi contro la mia sagra persona?

ATTRICE: no! o Cesare... si mangiava un piatto di facioli co le cotiche...

ATTORE   un’orgiata di legumi senza di me? Quante volte ti devo dire che non voglio che si facciano orgiate di legumi nel triclinio perché lasciano strascichi di gas retroilliuminanti e non prudente e neppure decoroso perché il faciolo è troppo rumoroso.... vuoi che ti narri versi dell’Omero?

ATTRICE    versi degni di te o Cesare!

ATTORE   Dammi bere.... (l’attrice porta una coppa)   Dammi la coppa...che ti darò la lonza...

ATTRICE   (al pubblico mentre attore fa gargarismi) Ascoltate il gran poeta!

ATTORE  (con enfasi)   Una tinca...sopra una panca piena di frumentone, divenne tanto stanca che diventò più grossa  (pausa)  Morale: a molti il vizio fa quel servizio!.... è finita!

ATTRICE   Bravo, bravo!  Cesare...c’è gente in platea che osserva!

ATTORE   (guarda in sala)    Falli uccidere! Castigherò questi plebei seguendo il consiglio del mio buon Tigellino.......Diamo fuoco a Roma! va verso le quinte... prendi i cerini...mi raccomando non li sciupare tutti...fa un bell’incendio.....Poppea dammi una lira

ATTRICE   Cesare, non abbiamo neppure un centesimo

ATTORE   Lo sospettavo....pazienza, improvviseremo musica e parole degne di Nerone... Piripì, piripì, piripì

ATTRICE   Poropò, poropò, poropoò

ATTORE    Piripì, piripì, piripì

ATTRICE  Poropò, porobò, poropò.... (lunga pausa)

ATTORE   Poppea l’impero e mio, quando vuoi fare poropò ti fai un impero tuo

(parte un rumore di folla e Poppea si affaccia in quinta)

ATTRICE  Cesare, Cesaretto mio, va a fuoco!

ATTORE    Cosa?

ATTRICE    Tutta Roma...perché ciò facesti?

ATTORE   Perché Roma è mia....aspetta, fammi telefonare   (prende un cellulare) Pronto? Lei parla col signor Nerone... lei è quel vigile?... quel vigilone?... sì...qui al Campidoglio c’è un incendio....sì un incendio di fuoco...non si dimentichi.... se lo scriva su un pezzettino di carta....venga con un pompone....

VOCE FUORI CAMPO – A morte l’incendiario!

ATTORE   Li vedi come fanno?

VOCE FUORI CAMPO – A morte il matricida!

ATTORE  Come, matricida se io sono orfano?

ATTRICE    Cesare, persuadi il popolo con uno dei tuoi soliti discorsi

ATTORE   Sta bene...il popolo l’ho in mano....basta che lo fai divertì il popolo è tuo (sale su un podio)  Ignobile plebaglia! Così ricompensate i sacrifici fatti per voi? Dimostratevi uomini e domani Roma rinascerà più bella e  superba che pria....

VOCE   Bravo!

ATTORE  (a Poppea) E’ piaciuta questa parola...pria... il popolo quando sente delle parole difficili si affeziona...ora glie la ridico... Più bella e superba che pria....

VOCE   Bravo!

ATTORE   ...più bella e superba che pria...

VOCE   Bravo!

ATTORE   più bella....grazie!

VOCE   Bravo!

ATTORE   ...zie..

VOCE   Bravo!

ATTORE  (fa solo il gesto di parlare)

VOCE   Bravo!

ATTORE   Bravo!

VOCE   Grazie!

ATTORE   Lo vedi? Quando il popolo si abitua a dire che sei bravo, pure se non fai niente sei sempre bravo (arte uno stornello romano)

PARTE QUINTA – D’ANNUNZIO

(musica anni venti entra attore con vestaglia lunga spruzzando profumo)

ATTORE  Il piacere....D’Annunzio....la poetica delle mani....fra pooco Elena sarà qui....quali atti faro’ io? Quali parole io le dirò? (entra attrice)  Elena!

ATTRICE   Gabriele!

ATTORE   Elena! Non sedete?

ATTRICE   Sì, solo un momento...

ATTORE  Là su quella poltrona...

ATTRICE    La MIA poltrona... coprite il fuoco...brucia troppo...

ATTORE   Non amate più dunque la fiamma? Ed eravate un tempo una salamandra...questo camino è memore...

ATTRICE   basta....coprite dunque il fuoco ed accendete un lume...

ATTORE   Voi, voi, voi (diversi voi in diverse tonalità)  c’è un vasto repertorio fi “voi”....voi se non erro dovete avere il corpo della Danae del Correggio...lo sento...anzi lo veggo dalla forma delle vostre mani... conoscete il quadre della galleria Borghese?

ATTRICE   Lo conosco...

ATTORE  perché, perché, perché  (come prima)  perché.... ella avea le estremità un po’ correggiesche, le mani piccole...pieghevoli, direi quasi arboree, come nelle statue di Dafne... le sue mani avevano sembianze di farfalle e non pareano muoversi a toccare le cose, sembrava sfiorarle con una trama di vene glauche appena visibile, ah! queste palme un poco incavate e ombreggiate di rose ove un chiromante potrebbe scorgere oscuri intrighi.... ma soprattutto amo i tuoi piedi... i piedi tuoi divini, piedi che sembran fini e sono veri, piedi che sembran bianchi e sono neri....per i tuoi piedi ti giuro nessuno potrà volerti più bene di me perché mandan sublime profumo , m’inebria l’anima...mi fa   (odora) svenir!!!!

ATTRICE  Rianimatevi ve ne supplico!

ATTORE  se non le vostre mani datemi almeno un guanto (lei sfugge e lui nel tentatico di fermarla resta con una scarpa in mano. Gesto di odore cattivo, la tira dietro lei che fugge)

ATTRICE    Addio!!  (raccoglie la scarpa ed esce)

ATTORE  non voglio che la vostra pietà...Elena! Le donne i cavalier l’armi e gli amori...arma la poppa e salpa verso il mondo....era passato molto molto tempo quando un bel giorno....(torna attrice)    Elena! Non volete togliervi il mantello?

ATTRICE   No, devo andare via presto...

ATTORE    Avete un altro profumo...

ATTRICE    Vi piace?

ATTORE    Come si chiama?

ATTRICE    E’ senza nome

ATTORE    Perché dunque sei venuta?   (le osserva i piedi)

ATTRICE    Sono venuta per l’amore di una volta Gabriele (imbarazzata) per il modo in cui quell’amore fu rotto...per dirti che t’amo, non meno di allora

ATTORE   No, no, tu non mi ami, tu non mi amavi, tu  non mi amasti, tu mi abbandonasti, mi lasciasti solo, a terra, accecato di promesse....

ATTRICE    Io mi ricordo che tutte spogliate le rose cospargevano i tappeti, i divani, le sedie...ed io ridevo felice....e l’amante mio era ai miei  piedi

ATTORE   Ed io tutta ti ricoprivo il seno, le braccia, la faccia, e tu mi davi la tua bocca, le palpebre socchiuse

ATTRICE   segui, segui

ATTORE   Con uno di quegli indecrivibili sguardi di donna che paiono assorbire tutto ciò che è più desiderabile

ATTRICE   Oh, sì, segui!

ATTORE    (si avvicina con intenzione) ed io desideravo bere a quella fonte di piacere che....

ATTRICE    (fugge )   No, no, no, addio Gabriele!

CANZONE

ATTRICE   (rientra con un fiore) Gabriele!

ATTORE    N’atra vota!... Elena!

ATTRICE    Vi ho portato questo fiore...

ATTORE   (lo getta) io prenderò un altro fiore  (cerca di trascinarla sul divano)

ATTRICE   (lo trattiene)  No, Gabriele restiamo qui, ti farò mille carezze   

ATTORE   Io ti desidero, ti voglio, ti voglio.... (attrice si allontana) tutto il mio essere insorge e tende con smisurata violenza verso di lei...io la voglio...voglio suggerla, voglio attrarla....voglio...come dire....possèderla in una forma smisurata 

CANZONE

(parte musica canzone d’amore e inizia la)

PARTE SESTA - IL  VARIETA’

(sulla coda della canzone entra una ostessa porta un tavolo da osteria e una sedia)

OSTESSA: E’ tardi e ancora Archimede nun se vede..... (sente cantare)... eccolo che arriva!

E’ mbriaco de sicuro!

ATTORE. (canticchia ubriaco) Se giri tutta Roma nun trovi na mondana.... l’han requisite tutte la società romana, bomba cè, aretirete che viè bè!...che bella pagina di musica eh? però quanta nostalgia in quella frase...bomba cè! centomila volte meglio di quello che ha scritto son trenta giorni che non dormo son trenta giorni che ti voglio bene..... son trenta notti che non dormo più...te lo figuri quello quando si presenta alla ragazza? Quella gli avrà detto: ma va a dormì che nun ta regghi in piedi....capirà...un omo che sta trenta notti senza dormì è n’omo imbarzamato.... Invece qui le parole so’ proprio belle...brevi, succinte...compendiose: Bomba c’è...la bomba c’è...proprio...de sicuro...Bongiorno....

OSTESSA: Bongiorno....era un pezzo che la pece nun te vedeva de matina a bonora...

ATTORE  (prende un tavolinetto da calkzolaio e si siede)   Oggi ciò voglia de lavorà... ho da mette un tacco a na scarpa e quer tacco te lo converto in mezzo litro de vino pastoso , perché il lavoro nobilita l’omo e lo fa cascà per tera

OSTESSA  Statte allegro Archimé, che se vinco ar lotto famo baldoria

ATTORE   Hai giocato? Scommetto che hai preso li nummeri sur fattaccio che è successo stanotte der suicidio de quela regazza.....

OSTESSA    Come? Già ce lo sapete?

ATTORE   Sì...già ce lo so, perché?.... tre ce fai venì er singhiozzo? Io so tutto! Io so’ un tipo...sapone...a me nun me sfugge gnente... io vedo tutto come attraverso un vetro quel che mi passa avanti e quel che mi sfugge dietro...io so come Niccarter , Sciroppolmes...

OSTESSA   E chi so?

ATTORE   Detenctive....omini che s’impicceno dell’affari dell’antri a pagamento....na vorta se chiamaveno spe...Ma ritorniamo ar fatto...quella regazza....ma perché ti vuoi trucibaldare per amore quando si sa che l’amore è un morbo, una malattia della psiche... Fin dai tempi antipediluviani, quando l’omo faceva il pediluvio, si vestiva con una pelle...si faceva una pelle e se la metteva così e governava il mondo con una clava!

OSTESSA    E che è la clava?

ATTORE    Hai visto mai le carte napoletane? L’asso di bastoni....quella è la clava.... adesso lo chiameno manganello...prima si facevano una clavata....adesso una manganellata.... cambieno li tempi ma la sostanza è sempre quella... Fin da quei tempi l’amore era considerata una malattia della pelle...del cute... perché puoi dì epidermide, pelle e puoi dire cute... quando te rode il cute poi dì che sei innamorato... allora vorrei dì a quella regazza: perché vuoi fare del tuo corpo un cadavere? L’amavi quell’omo? Sì, direbbe lei, l’amavo e  l’avrei amato oggi, domani e all’indomani, infin che l’altro sol nel mondo uscìa...Dante... quello che ha scritto versi divini, ar contrario de me che me faccio vini diversi... Sai che te dico? si a tutte le donne che je fanno lo scherzo se dovessero buttà a fiume, er fiume sarebbe come corso Vittorio...

OSTESSA   E poi, morto un re se ne fa un antro...

ATTORE   Brava! Tu nun parli...ceselli, scolpisci! Sei il Benvenuto Cellini della parola! Si me morisse mi moje me te sposerebbe a te...

OSTESSA   Ve ce farebbe l’acido

ATTORE   Nun lo so! Non ci fare affidamento... nun crede che te pijo e te sposo... prima de tutto avrebbe da morì mi moje....dopo tu manneresti la tua famiglia a parlà coi miei...e allora...forse.... ma gnente de sicuro....è un pur parlé.... poi se morissi puro tu me speserei tu’padre l’oste...armeno lui la dote me la porta in vino....

OSTESSA    Famme un piacere, damme na guardata a bottega che fo uno zompo a giocà quelli nummeri....intanto fateve un goccetto visto che siete cascato dar letto...

ATTORE  Nun so’ cascato dar letto.... ieri sera me so’ mbriacato e me so’ addormito...stamatina me so’ svejato sotto un lampione e so’ venuto ad aprì il carzaturificio... (si versa il vino e beve)   Me sento un Principe.... er principe magna e io...bevo...er principe combatte co le Banche e io cor banchetto  (altro bicchiere) Lubrificatemi....insisti....Accondiscendi...esaudiscimi.... nun ciò un sordo.... li sordi disonorano chi li possiede... li quatrini mi ripugnano.... ciò quarcosa che vale de più. Ciò il Metidio, il fosforo: si gratto la testa ar muro, s’accende.... (al pubblico) nun ve credete che perché faccio er carzolaro so’ ignorante... la mia è stata una vocazione... si volevo la mi’ famija me faceva studià puro pe’ tranviere...qua semo tutti amici! Caracalla era n’amico e chi ce vo’ male possa fa lafine de na pulce in mano a na donna (esce canticchiando)

Lo vedi qui c’è Marino, la sagra c’è dell’uva ecc.ecc. (musica continua-cambio scena)

ATTORE  (Rientra vestito da Benedetto- fischietta- gag sedia)   Ma con tanto posto che c’è lei proprio qui doveva sta seduta?

ATTRICE    Ah! siete voi, io me credevo che eravate morto!

ATTORE   Grazie del pensiero gentile, piuttosto sono che io che domanno a voi. come mai ve trovate da queste parti?

ATTRICE   E voi perché ci siete venuto?

ATTORE   ah, io venuto per un randevù!

ATTRICE   E sarebbe?

ATTORE   N’appuntamento in francese. Co’ n’amico mio romano.Un certo Romoletto

ATTRICE   E infatti Romoletto è un personaggio importante....era un disonore per voi dì che ve trovavate qui per me? (risentita)  Ma quando so’ scema,io, a perde er tempo co’ voi. Aspettate che adesso chiamo mia zia col sor Filippo

ATTORE    No, pe’ carità, nun chiamate nessuno. Non me pare vero de parlà con voi da solo a solo

ATTRICE   No, nun me va de parlà. Andate pure a fa’ er mucinella con quella scrofolosa de Giulietta, che nun m’emporta proprio gnente...

ATTORE   Eeeh! Come siete esagerosa e fulminante, v’accendete per niente

ATTRICE   Avete er coraggio de negallo?

ATTORE   Io non nego niente... a negà nun ce vo’ coraggio, ce vo’ coraggio a dì la verità... ma vi giuro che Giulietta con me non cià più niente... è stata solo una cosa passeggioria, transitoria...

ATTRICE   Non credo

ATTORE    Un romano quando dice una cosa è quella!

ATTRICE   Ecco la solita storia del romano....perché è romano chissà chi se crede de esse! Sarete n’omo come n’antro!

ATTORE    Non discuto; però fin dal paganesimo...quando li romani pagaveno...e parlavano latino, se un romano diceva: civis romanus sum, l’altro, se non era romano, se doveva appecoronare...dunque vedete...

ATTRICE   vedo che siete un impostore

ATTORE   Adesso mi insultate

ATTRICE   E’ sempre poco perché siete falso, finto e traditore!

ATTORE    Quella è una donna che non merita niente, è stata concepita co’ la malizia nascente e il pudore moribondo.... (canta)

 CANZONE

SIGHERARA   (entrando)   Io sono sigherara e in fabbrica me chiamano

                                                 la gran bellezza rara – l’ommini me se struggono

                                                 so innamorati cotti – e tanti giovanotti

                                                 me stanno sempre a dì: sigheraretta

                                                 s’io fussi un re, vorrebbe un sighero fatto da te

ATTORE  (entrando ubriaco col tavolinetto da calzolaio)  Microbo! Dileguati! Prima de tutto fuori da bottega! Chi ti da’ il permesso e l’ardire di entrare nel mio negozio?

SIGHERARA    A me nun me serve niente!   (esce)

ATTORE   (al pubblico)   parla pe’ rabbia, tanto je so’ piaciuto poco!... c’è stato un momento che le pungeva vaghezza, che anelava il mio fisico... aveva adocchiato il capitale...io invece mi sono imparentato con altra genia...non so se conoscete la mia signora! Che distinzione! che quarti di nobiltà! E poi è straniera! non è italiana! E’ del Lazio, sì, di Alatri: una delle più grandi alatrine  (musica si veste sulla musica come Benedetto)

ATTRICE  (entrando)    Buongiorno sor Benedetto

ATTORE   (vestito come Benedetto)  Buongiorno sora Matilde

ATTRICE   V’hanno dato er caffé freddo?

ATTORE    L’ho bevuto alla salute vostra...sul mio conto però, eh?

ATTRICE    Non vi incomodate, faremo tutto un conto (gesti di intesa)

ATTORE   (ironico)  ma sì...faremo a sconto!

ATTRICE    Tanto c’è segnata qualche altra sciocchezza!

ATTORE   (abbracciando l’attrice che compiacemente lascia fare)   E’ un pezzo che consumo...ma poi mi metterò in regola!

ATTRICE   La bottega mia è a vostra disposizione. Finalmente vi si può parlare, non siete mai solo!

ATTORE    Che volete quando uno cià la mente fissa sopra una cosa, non pensa che a quella!

ATTRICE E adesso a chi pensate?

ATTORE   A nessuno, sento solo una gran simpatia per voi!

ATTRICE   E sapoete pure che siete contraccambiato...ma parlamose chiaro...io non voglio fa da comodino a nessuno.... con me bisogna agire sul serio, se qualcuno avesse l’ardire di divertirsi con me sbaglierebbe... porto sempre una rivoltellina nuova di zecca.... (ride sguaiatamente e lo spettina)

ATTORE  Sì sciupami... anemizzami....quant’è bella....quanno ride co’ la bocca se mozzica le recchie

ATTRICE  Non fate lo spiritoso perché all’occorrenza io so’ tipo da metteve un ditino nel naso e l’altro dentro l’orecchio e ve porto in giro come un manicotto

ATTORE   Perché ve volete sporcà le mani? So sempre raffreddato!

ATTRICE  Tu mi conosci poco, non sai di che pasta so’ fatta io (mostra una pistola)

ATTORE   (piagnucoloso) Perdoname!

ATTRICE   (aggressiva) Ma finiscila sta commedia, me fai rabbia!

ATTORE   (risoluto) E allora lasceme perdere (le dà una spinta)

ATTRICE    (languida)  Amore, amore mio, fammeli senti li rimproveri tuoi deliziosi!

ATTORE   Perché devo rimproverarti amore mio?

ATTRICE   (indispettita)  Adesso basta, mi prendi pure in giro?  (gli dà uno spintone)

ATTORE   (esasperato)   Guarda che se non la finisci ti dò uno sganassone  (schiaffo)

ATTRICE   (dolce) Non t’ho voluto mai bene come adesso, Benedetto!

ATTORE   Dammi un bacio!  (si abbracciano- poi al pubblico)  L’amore, in conclusione sai cos’è? Non posso vivere sempre con te.... non posso stare lontano da te... e noi adesso abbiamo condensato in un minuto quello che due persone che si vogliono bene lo fanno in sei mesi. (musica- si abbassano le luci-attore torna)

ATTORE   (sulla musica annusa l’aria) se sapevo che qui sotto c’era una osteria, con tutto il profumo che viene su, non ci venivo ad abità qui....

ATTRICE   (entrando e sedendosi)  Ma che hai? T’è successa qualche disgrazia?

ATTORE   m’è successo che io so’ proprio la calamita de la sfortuna! Oggi dovevo riceve la risposta per certi quatrini, ma se a quest’ora nun s’è visto nessuno vedrai che tutto è andato a monte!

ATTRICE   (sospirando)  Pazienza....me credevo peggio! Te la voi piglià pe’ questo?

ATTORE  Fià, ma bisognerebbe mangià, che mangiamo a rate mensili? Non sai che l’appetito è l’unico affronto che non sopporta lo stomaco? Tu non hai fame?

ATTRICE   (distrattamente) Io per niente. Ho mangiato tanti dolci.

ATTORE   (sorpreso)   Dove?

ATTRICE   (imbarazzata)   A casa di Bianca.

ATTORE   (sospettoso)  A casa di Bianca? Che Bianca cià una pasticceria?

ATTRICE   Non te l’avevo detto che andavo da lei? Perché fai queste ironie?

ATTORE   Sento volà pe’ l’aria  certe bucie...

ATTRICE    Sicché tutto quello che dico so’ bucie?

ATTORE   Me so bastati sti pochi mesi pe’ conoscete bene!

ATTRICE   (irritata)  Beh! Tanto meglio!

ATTORE    (la prende per un braccio) Hai capito?

ATTRICE   Lasciame... me fai male!

ATTORE  Nun è vero... te tengo come una farfatta.... dove sei stata?

ATTRICE    Da Bianca

ATTORE   Dalle due alle sei sempre da Bianca?

 ATTRICE   Sempre!

ATTORE   Tutto falso... t’hanno visto passà pe’ via Alessandrina! Che ce stavi a fa’ a via Alessandrina?

ATTRICE   Volevo vedé er Foro d’Augusto!

ATTORE   Te poteva venì in mente una bugia più scema? Mo te interessi de scavi? d’archeologia?....dimme dove sei stata....

ATTRICE    Me fai male! Lasciame....te dico tutto!

ATTORE   Parla...fa presto!

ATTRICE    M’hai fatto male! Domani ciavrò tutti lividi!

ATTORE   Te guardi li lividi che non t’ho fatto e intanto col cervello peschi, perché ancora non t’è venuta in mente la bugia madre!

ATTRICE   (ingenua)  Vuoi proprio sapé dove so stata? Appena so uscita di casa ho incontrato un’amica mia che m’ha voluto per forza portà a casa sua a vedé certi cagnoletti appena nati...

ATTORE   (stupito) Oddio! Li cagnoletti! Era meglio er Foro d’Augusto...m’ha detto li cagnoletti....se je venivano in mente le formiche diceva le formiche (tragicomico) me voglio buttà da la finestra ... domani devi legge sur giornale... un uomo s’è  ucciso per bugie ascoltate(finge di andare)

ATTRICE   Per carità....aspetta....senti.... ce so andata perché m’hanno detto che vede li cagnoletti appena nati porta fortuna!

ATTORE   Certo che come bugia de chiusura non c’è male!

ATTRICE   Benedetto mio...quanto te voglio bene!  (lo abbraccia)

ATTORE   A chi vuoi più bene? a me o al Foro d’Augusto?

ATTRICE   Da oggi non succederà più niente

ATTORE   (fa smorfie varie per baciarla ed abbracciarla)   E’ inutile! L’amore senza li quatrini te viè tutto sbrozzoloso! (parte la musica-i due ballano)

La commedia potrebbe finire qui, tra il patetico e il drammatico, il dolciastro e l’oleografico, insomma tutti quei vecchi mezzi ai quali il pubblico ancora abbocca facilmente, fattarelli che accadono nel teatro e non nella vita. Ma temendo che questo non incontri il favore di tutto il pubblico, che io mi lusingo di mandare via soddisfatto, avrei diversi e svariati finaletti per tutti i gusti.... alla commedia aggiungo la ingiustamente dimenticata farsa, e con il vostro benevolo consenso svolgo il secondo finale.... (prende una lettera)   E’ di Cencio... l’avvocatino... mi restituisce le cinquecento lire che gli avevo prestato.... sei contenta?

ATTRICE   Sì ma io ti volevo bene pure senza quatrini....

ATTORE   Quest’altra bugia te la potevi risparmiare  (canta)

Gioca l’amore, gioca e se trastulla

l’amor senza quattrin non vale nulla!  (al pubblico) terzo finale!

ATTRICE   (si veste a lutto)

ATTORE  Tu?

ATTRICE   Io!

ATTORE   Qui?

ATTRICE   Qui!

ATTORE   Perché?

ATTRICE    Per te!

ATTORE   Per me?

ATTRICE   Per te!

ATTORE   Per me?

ATTRICE    Per noi!   (al pubblico)  Per voi!.....

(sulla musica del finale del primo atto Barbiere di Siviglia)

Col coretto piano piano, perché il pubblico decida

tutto qui è petroliniano fatto solperché si rida.

Sia qual vuolsi brutta o seria la commedia è ben da poco

non cerchiamo la materia la ragion la curiam poco

Non c’è niente di profondo tutto è vecchio come il mondo

c’è qualche attimo vivace qualche cosa di mordace

Benedetto a voi s’affida tutto è buon perché si rida

ma non rido delle gonne le considero colonne

Dice bene Benedetto, Benedetto dice bene

Benedetto fra le donne finché vive, lui sarà....