Casa, dolce caos

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Casa, dolce caos

Casa, dolce caos

Atto unico

D Arminio 2007

Personaggi

PATRIZIO

OLINDO, portiere

RAMON, spagnolo, compagno di Carmen

CARMEN, cilena, compagna di Ramon

ADELINA, vicina

AMBIENTAZIONE: Salotto di un appartamento medio-borghese. Un divano con cuscini colorati e una poltrona.

SCENA PRIMA

Patrizio solo

[penombra; Patrizio entra faticosamente con una gran valigia e si ferma anteriormente quasi in mezzo al palco]

PATRIZIO             - [con un fazzoletto si asciuga il sudore] Ah, casa, dolce casa! Certo, dopo aver tanto faticato durante l’anno è molto piacevole potersi regalare una vacanza, però credo che il momento in cui si metta nuovamente piede nella propria casa sia ancora più piacevole. C’è un odore così… familiare [inspira profondamente]. È stata una vacanza magnifica, ma sono sfinito. Ora tutto ciò che desidero è di potermi distendere nel mio divano.

SCENA SECONDA

Patrizio e Olindo

[raccoglie la valigia e fa per muoversi in profondità verso il divano. Si alzano le luci. Improvvisamente, da dietro il divano compare Olindo]

PATRIZIO           - [getta un grido e balza all’indietro] Aaah!

OLINDO            - Signor Patrizio!

PATRIZIO         - [confuso] Signor Olindo, ma cosa ci fa qui?

OLINDO            - [fa il giro del divano e va verso di lui] Bentornato, bentornato! Aspettavamo tutti il suo ritorno!

PATRIZIO         - Olindo, mi ha sentito?

OLINDO            - È stato molto generoso da parte sua mandarci la cartolina. L’abbiamo subito appesa nel salotto. Pensi che, fosse per me, non le manderei mai. Infatti ogni volta mia moglie mi dice     - [tono lamentevole, imita la moglie] “OLINDO! Sei senza cuore.” Non è vero che sono senza cuore!

PATRIZIO         - Olindo…

OLINDO            - Detto fra noi, me lo disse anche una volta una mia fidanzata, ma era il giorno in cui, senza saperlo, avevo invitato lei e un’altra nello stesso ristorante alla stessa ora. [ride] Ah ah! ci pensa?

PATRIZIO         - Olindo…

OLINDO            - E un’altra volta, invece, me lo disse mia sorella, quando…

PATRIZIO         - Olindo!

OLINDO            - Sì?

PATRIZIO         - Mi spiega cosa diavolo ci fa a casa mia e come ha fatto ad entrare?

OLINDO            - Ma come? Lei stesso mi ha dato le chiavi prima di partire. La Lambrazzi, quella di sotto, è venuta da me e si è messa a questionare – lo sa com’è quella, parla parla parla ma succo niente. Insomma, m’ha tenuto due ore solo per dirmi d’una macchia d’umido in corrispondenza del suo salotto. Così eccomi qua, altrimenti chi la sentiva? E poi…detto fra noi, un portiere sa sempre come entrare dai suoi condomini. Sì, lo so, in questo modo potrei quasi passare per ladro. In effetti, mia moglie dice sempre        - [come sopra] “OLINDO! Ma non ti vergogni a tradire così la fiducia degli inquilini? Che ne direbbero loro se…?

PATRIZIO         - Olindo!

OLINDO            - Allora, è andata bene la vacanza? Si è divertito? Ha visto molte cose?

PATRIZIO         - Sì, sì e sì.

OLINDO            - Ah, non appena avremo un po’ di tempo voglio che mi racconti tutto. Ha avuto problemi con gli aerei?

PATRIZIO         - Non eccessivamente. Ma con un viaggio così…

OLINDO            - [lo interrompe] Eh, pensi che una volta che mia moglie ed io dovevamo andare al Sud l’aereo è partito con un’ora di ritardo perché un passeggero si è sentito male. Non sono mai stato così sulle spine come allora. Non che non fossi preoccupato per lui, certo, ma non volevo arrivare in ritardo. Forse ha ragione mia moglie quando dice - [come sopra] “OLINDO! Sei troppo impaziente, e la fretta è cattiva consigliera. E poi è da maleducati avere fretta. E poi soffri di cuore, te lo ricordi? E poi…”

PATRIZIO         - È successo qualcosa mentre ero via?

OLINDO            - Nossignore. Assolutamente nulla. [poi si guarda attorno, e con aria circospetta si accosta a Patrizio] In confidenza, la Gina ha un nuovo moroso. La signora Lisi mi ha detto che la settimana scorsa la Rimbaudo, la paralitica, ha veduto per certo un uomo mai visto a casa della Gina, che è sua dirimpettaia, e poi…

PATRIZIO         - [perplesso] La Rimbaudo? Ha visto il moroso?

OLINDO            - Sì, sì, proprio lei.

PATRIZIO         - [idem] Olindo, ma la Rimbaudo è cieca…

OLINDO            - Appunto! Questo dimostra, come dice la Borlotti, che non è cieca per davvero, anzi - che ci vede doppiamente bene.

PATRIZIO         - Ma mi faccia il piacere… E poi non mi interessano i fatti della Gina.

OLINDO            - Mi scusi; è che io sono troppo curioso. Pensi che mia moglie mi dice sempre…

OLINDO            - [come sopra] “OLINDO!”

PATRIZIO         - [idem] “OLINDO!”…

PATRIZIO         - Alt! Ho capito. Ora, la prego, Olindo, ma il viaggio è stato molto stancante e…

OLINDO            - Ci mancherebbe! Si figuri! Desidera qualcosa? Un caffé? Un the? Una tisana? Mia moglie è molto brava a preparare le tisane.

PATRIZIO         - No, grazie…

OLINDO            - Un sorso di brandy? – ché io ho quello buono. Un Martini? Un’aranciata?

PATRIZIO         - No, davvero, lei è troppo gentile, ma…

OLINDO            - Una fetta di melone? Con un po’ di prosciutto?

PATRIZIO         - No, grazie. Olindo…

OLINDO            - Una fetta di pane con un filo d’olio? Le assicuro, è buonissimo.

PATRIZIO         - Olindo…

OLINDO            - Del pesce? Magari una sogliola? Mia moglie prepara la sogliola come nessun altra     - ci mette quel nonsoche…

PATRIZIO         - Olindo! [gentilmente lo accompagna alla porta]

OLINDO            - Come desidera. Se ha bisogno non ha che da chiamare.

PATRIZIO         - Se mi servirà qualcosa sarà il primo a saperlo.

OLINDO            - Qualunque cosa per lei. Che bello averla di nuovo fra noi!

PATRIZIO         - Grazie, ora…fuori.

OLINDO            - Poi mi deve raccontare, eh?

PATRIZIO         - Sì, sì. [con garbo lo spinge via]

OLINDO            - Arrivederci.

PATRIZIO         - Arrivederci. [idem]

[Olindo esce]

SCENA TERZA

Patrizio solo

PATRIZIO         - [sospira] Finalmente!

[prende la valigia e la poggia a lato della scena; prende il telecomando dal divano e accende lo stereo]

[musica               - Concerto n.18 – KV; W.A. Mozart]

[Patrizio si siede sul divano con espressione soddisfatta e si sfila le scarpe, lasciandosi trasportare dalla musica; ad un certo momento bussano alla porta]

PATRIZIO         - Oh no! [verso la porta] Un momento!

[spegne lo stereo e va alla porta]

SCENA QUARTA

Patrizio, Ramon e Carmen

[musica               - tango]

[a ritmo di tango entrano Ramon e Carmen]

PATRIZIO         - Carmen! Ramon! Che piacere vedervi.

RAMON             - Buenas dias, Patrisio.

CARMEN           - Como state? Todo bien?

PATRIZIO         - Molto bene, grazie.

CARMEN           - Il viaggio è stato bueno? Ve siete divertido?

PATRIZIO         - Una vacanza come non la facevo da anni. Ma voi quando siete tornati?

RAMON             - Esta noche. Alle cinco, ora de Madrid.

CARMEN           - [indispettita] Ay ay, Ramon. Alla una, ora de Santiago.

RAMON             - [indispettito] Ay no! Alle cinco, ora de Madrid.

CARMEN           - [idem] Alla una, ora de Santiago.

RAMON             - [idem] Cinco.

CARMEN           - [idem] Una.

RAMON             - [idem] Cinco!

CARMEN           - [idem] Una!

PATRIZIO         - Va bene, ho capito, ho capito. Non serve litigare. E dove siete stati di bello?

CARMEN           - In Cile…

RAMON             - …e in España, ovviamente.

PATRIZIO         - Ma…da che vi conosco, andate sempre là. Non avete mai pensato di cambiare?

RAMON             - Forse un anno o l’altro…

CARMEN           - Sì, ma Sivilla non tiene nulla a che veder con Santiago.

RAMON             - [indignato] Como? Vorresti comparar la maravillosa Alhambra con quella porcaria de la Moneda?

CARMEN           - [si fa il segno della croce] Madre de Dios! Que insulto! E vuoi mettere la Cordillera con la desolacion de la Sierra? [indignata] E poi voi estade brutali e insivili, porqué matate los toros! Asasini!

PATRIZIO         - [al pubblico, disperato] Ma perché faccio certe domande?

RAMON             - Ah, estay a far l’ambientalista, ahòra? Ridicula!

CARMEN           - Desgraciado!

RAMON             - Estupida!

PATRIZIO         - Stop! Basta! Fermi! Ma è possibile che dobbiate sempre litigare?

CARMEN           - Ay, cierto! Porque jo soy cilena! [assume una posa “cilena”]

RAMON             - E jo soy español! [assume una posa “spagnola”]

[musica               - tango]

[Ramon e Carmen ballano come sopra]

PATRIZIO         - Bravi, bravissimi. Ora, però, mi dovete scusare, ma sono un po’ stanco…

CARMEN           - Ay no, señor Patrisio. Non possiamo.

PATRIZIO         - Perché?

RAMON             - Ci ha mandati el señor Olindo. Dice che tenete una casa che siembra un basar.

PATRIZIO         - [tra sé] Oh, cielo! [a Ramon e Carmen] Ma non è il caso che vi disturbiate. Non appena mi sarò riposato sistemerò tutto io.

CARMEN           - [passa un dito sul tavolo e lo osserva] Ramon. Aquì estamos a livello de criticitad dos.

RAMON             - Dos? Ay no! Bisogna subito proveder.

PATRIZIO         - Ma non avete neanche i vostri strumenti…

CARMEN           - Està falso, señor.

[dai vestiti estraggono un piumino, uno scopettino e una paletta]

RAMON             - Estai pronta, Carmen?

CARMEN           - Soy pronta, Ramon.

[R. e C. iniziano una coreografia modello “Men In Black”]

RAMON             - Trema, polvere desgraciada…

CARMEN           - …La tua fine è junta…

RAMON             - …Nulla fermerà la tua fine…

CARMEN           - …Nulla tiene che tu puede far contra nosotros…

RAMON             - Porquè nosotros siamo los vendicatores de lo spuerco…

CARMEN           - …los eroes de la limpideza…

RAMON             - Jo soy Ramon!...

CARMEN           - E jo soy Carmen!

RAMON e CARMEN           - La vittoria sarà nuestra!

PATRIZIO         - Oh, santa Madre de Dios…

SCENA QUINTA

Detti e Olindo

[suonano alla porta; Ramon e Carmen iniziano a spolverare la stanza]

PATRIZIO         - Chi è?

[OLINDO dall’esterno           - Sono Olindo]

PATRIZIO         - Oh, sì. Ci mancava… [va ad aprire]

[entra Olindo]

OLINDO            - Oh, ha visto signor Patrizio chi le ho mandato?

PATRIZIO         - Sì, ho visto.

OLINDO            - Del resto a che servirebbe avere come vicini due tra i più bravi addetti alle pulizie della città? Eh, dico bene? Dico bene? [sgomita ammiccante contro Patrizio e lo prende in pancia]

PATRIZIO         - [tossisce] Coff…coff…

OLINDO            - Che ha? Qualche problema?

PATRIZIO         - [tra sé] Lei è il mio problema…coff…

OLINDO            - [si accosta a Patrizio] Signor Patrizio…

PATRIZIO         - Dica.

OLINDO            - [con un tono molto elevato] In confidenza…

PATRIZIO         - Perché grida?

OLINDO            - [idem] No, dico, in confidenza…

PATRIZIO         - Ma perché grida? Se è in confidenza dovrebbe parlare sottovoce.

OLINDO            - [idem] Appunto. In confidenza…

PATRIZIO         - Lei è di una discrezione, Olindo…

OLINDO            - In confidenza non credevo che gli spagnoli fossero così bravi nelle pulizie.

CARMEN           - [lo sente] In effetti è così, señor. Jo soy mas più brava, porqué jo soy cilena.

RAMON             - [reagisce] Que fandonia. Ciento cileni insieme no saprebero far lo trabajo de un españolo.

PATRIZIO         - Oh, no! Adesso ricominciano.

CARMEN           - Follie! Nosotros tenemos la intelligencia. Vosotros siete burritos

RAMON             - Ay sì? In guardia! [brandisce lo scopettino]

CARMEN           - Ay, così? El provocador. [brandisce il piumino]

PATRIZIO         - Ma che fate?

[Carmen e Ramon duellano; poi inizia la musica e il duello si trasforma in un tango]

[musica]

[Ramon e Carmen concludono coreograficamente]

OLINDO            - [applaude] Bene, bravi. [a Patrizio] Sa, signor Patrizio, una volta anch’io mi sono iscritto ad una scuola di ballo.

PATRIZIO         - Ah, sì?

OLINDO            - A dire il vero è stata un’idea di mia moglie. Mi diceva sempre - [come sopra] “OLINDO! Hai messo su una pancia… Sembri un barile con braccia e gambe!” Così io e lei ci siamo cimentati nel latinoamericano. Pensi che m’ero comprato un magnifico completo nero con la rosa all’occhiello…

RAMON             - Ay, sì. Una magnifica idea, señor.

OLINDO            - …e lei s’era cucita uno splendido abito tutto pizzettato – sa come sono le donne       - senza pizzi non riescono a vivere – rosso fuoco con sei sette gonne una sull’altra.

CARMEN           - Que maravilla!

OLINDO            - Quando siamo entrati nella sala da ballo eravamo stupendi.

PATRIZIO         - E poi?

OLINDO            - E poi dopo la prima volta mia moglie ha avuto i calli per un mese perché continuavo a pestarle i piedi, così abbiamo rinunciato. E ora mi dice sempre:

TUTTI                 - [con voce lagnosa] OLINDO!...

OLINDO            - [imita la moglie] “…Hai la grazia di un caribù impazzito!...” E così la mia carriera di ballerino è finita ancora prima di cominciare.

PATRIZIO         - Chissà che stella del firmamento sarebbe diventato…

[Olindo gli lancia un’occhiata di sbieco]

OLINDO            - [a Patrizio] Ma, senta… Ha fame per caso?

PATRIZIO         - Perché me lo chiede?

OLINDO            - No perché, modestamente, perché non dica che il portiere Olindo non è generoso, ho pensato di preparare con le mie manine qualche biscottino. Sa, quei biscotti fatti in casa come li si faceva una volta, come li faceva mia madre. Ah, ricordo ancora il profumo della pasta fresca, l’odore della farina… Fu mia madre ad insegnarmi a prepararli…poi, però, dopo che buttai il gatto nell’impasto mi prendeva a sberle ogni volta che tentavo di entrare in cucina.

PATRIZIO         - Eh, chissà come mai… E dove sono questi biscotti?

OLINDO            - Nel mio forno a cuocersi, naturalmente… [sgomento] Oh, Cielo!

PATRIZIO         - Che succede?

OLINDO            - [idem] I biscotti! Sono ancora nel forno. Con le vostre ciance mi avete fatto perdere la cognizione del tempo. Presto, devo salvarli!

[esce correndo]

PATRIZIO         - [allibito] Sono senza parole.

SCENA SESTA

Patrizio, Ramon e Carmen

RAMON             - Señor Patrisio, nosotros andamos a espolverar ne le altre estanzas.

PATRIZIO         - Sì, sì, andate pure.

[Ramon e Carmen escono sul lato opposto alla “porta”]

PATRIZIO         - Ohi, ohi…ho un certo mal di testa. [si siede sul divano, avvilito] Credo di aver bisogno di un’altra vacanza…un mese di vacanza…un anno…in Lapponia… No, troppo vicina…meglio l’Antartide.

Riuscirò a godermi cinque minuti di pace? [in atteggiamento orante, guarda verso l’alto] Non chiedo troppo; solo cinque minuti.

[si sente un frastuono provenire dalle altre stanze]

PATRIZIO         - [verso quella direzione] Che succede?

[CARMEN dalle quinte          - Nulla, señor. No se preoccupe.]

[si sente un altro tonfo]

PATRIZIO         - E chi si preoccupa?

[prende il telecomando e accende lo stereo; si ode il brano già udito precedentemente]

[musica               - Concerto n.18 – KV; W.A. Mozart]

[Patrizio si siede sul divano, lasciandosi trasportare dalla musica. Nel momento culminante bussano di nuovo alla porta]

PATRIZIO         - [disperato] Oh, no! No! No! [verso la porta] Chi è?

[ADELINA dalle quinte, con voce sgraziata  - Sono la signora Adelina]

PATRIZIO         - [si mette le mani nei capelli] Oh, Dio santo! Un momento. [si alza, spegne lo stereo e va alla porta]

SCENA SETTIMA

Patrizio e Adelina

ADELINA          - [entra come una furia con una borsa in mano; si indirizza al tavolo, vi posa la borsa, poi torna da Patrizio e gli afferra le guance, pacioccandogliele] Oh, signor Patrizio bentornato signor Patrizio finalmente qui signor Patrizio. Che beeello rivederla! Come sono conteeenta!

PATRIZIO         - Aiut…!

ADELINA          - [continua a pacioccargli le guance] Allora, com’è andata? Si è trovato bene? A visto molte cose? Si è divertito?

PATRIZIO         - Ecco…

ADELINA          - [idem] Che beeello! Che meraviiiglia! Ha fatto tante foto? Ha visto molte persone? Chissà che bello! [gli lascia le guance] Ah, potessi andare anch’io in vacanza ma sa a quest’età è difficile come si fa? non mi fido ad andare in aereo perché ho la pressione bassa e non vorrei che mi capitasse qualcosa lei capisce… Ah, ma si faccia guardare si faccia guardare! Oh, cielo!

PATRIZIO         - Che c’è?

ADELINA          - Ha le guance così smunte il viso così smorto chissà cosa le avranno fatto mangiare laggiù non ci voglio neanche pensare.

PATRIZIO         - Ma…

ADELINA          - Oh lo so non tutti cucinano così bene come noi in Italia perché sa cucinare è un’arte e non tutti sono capaci io modestamente mi vanto di essere una brava cuoca.

PATRIZIO         - Ma…

ADELINA          - [lo afferra per la manica] Venga venga non posso vederla ridotto così le ho preparato qualche stuzzichino.

PATRIZIO         - Ma…

ADELINA          - [lo trascina al tavolo e lo fa sedere] Non faccia complimenti non ne faccia prego oh no [dalla borsa estrae una scatola per alimenti con un qualche cibo (patate, polpette)] non lo faccio mica perché mi aspetto in cambio qualcosa ci mancherebbe è solo perché mi preoccupo di lei mi deve credere.

PATRIZIO         - Signora…

ADELINA          - [gli annoda il bavaglino, poi con la forchetta prende un pezzo della pietanza] Bravo adesso ecco l’aeroplanino…BRUUMM…[fa roteare la forchetta in aria] BRUUMM…l’aeroplanino ha bisogno di atterrare…dove atterrerà? dove atterrerà?

PATRIZIO         - Ma signora…

ADELINA          - Qui nella boccuccia bella. [lo imbocca di forza] Allora? È buono è buono?

[Patrizio mastica e mugugna qualcosa]

ADELINA          - Grazie signor Patrizio! Che beeello! Che meraviiiglia! Come sono conteeenta! Ecco un altro boccone in arrivo!

[Patrizio cerca di rifiutare]

ADELINA          - BRUUMM…ecco l’aeroplanino che torna… [lo imbocca di nuovo]

[Patrizio inizia ad avere difficoltà a masticare]

ADELINA          - Che beeello vederla mangiare, signor Patrizio. Ecco un altro aeroplanino…BRUUUMMM [lo imbocca per la terza volta]

[Patrizio non ce la fa più; deglutisce a fatica ma inizia a tossire]

ADELINA          - Oh no no signor Patrizio non bisogna fare i bocconi così grossi non le hanno mai detto che possono andare di traverso? su beva un po’ d’acqua [estrae dalla borsa bicchiere e bottiglia, riempie il bicchiere e lo porge a Patrizio]

[Patrizio beve, ma la tosse continua. Suonano il campanello]

ADELINA          - Oh no no non si alzi vado io le deve finire di mangiare stia lì non si preoccupi.

[Adelina va alla porta; intanto Patrizio si strappa di dosso il bavaglino che lo sta strozzando]

PATRIZIO         - [tossendo] Ah! Aria…aria!

SCENA OTTAVA

Tutti

[entra Olindo con un cesto di biscotti bruciati]

OLINDO            - Buongiorno signora Adelina.

ADELINA          - Buongiorno signor Olindo come sta? tutto bene? che si dice in guardiola?

OLINDO            - Ho portato i biscotti che le dicevo, signor Patrizio. [poggia il cesto sul tavolo]

ADELINA          - Che beeello! Che meraviiiglia! Il signor Patrizio stava giusto finendo di mangiare gli stuzzichini che gli ho portato sono buoni vero signor Patrizio sono buoni?

PATRIZIO         - Aiuto…

OLINDO            - Su, assaggi e mi dica. Assaggi, assaggi. [gli porge un biscotto carbonizzato]

[Patrizio, diffidente, prima lo guarda, poi gli dà un morso, ma il biscotto è così duro che rischia di rompergli un dente]

PATRIZIO         - [si mette la mano alla bocca con espressione di grande dolore] Ahia! Ahi! Ahi!

OLINDO            - [quasi offeso] Eh, non è il caso di esagerare! Ho solo sbagliato un poco i tempi di cottura e la temperatura del forno. [prende un biscotto in mano (in realtà una pietra)] Non penso che siano così duri [lo batte sul tavolo] …credo.

ADELINA          - Ma su, forse con un po’ di miele…

PATRIZIO         - Dovrebbe brevettarli. Farebbe una fortuna in campo edilizio…

OLINDO            - In effetti non sono molto tagliato per la cucina. Infatti mia moglie mi dice sempre:

TUTTI                 - [con voce lagnosa] OLINDO!...

OLINDO            - [imita la moglie] “Metti sempre troppo sale! Qui c’è troppo zucchero! Se non ci fossi io moriresti di fame!”

[entrano Ramon e Carmen]

CARMEN           - Señor, abemos finido.

RAMON             - Buenos dias, señora Adelina.

ADELINA          - Buenas comesidice, ragazzi come state? tutto bene? siete tornati? che si dice nei vostri paesi?

CARMEN           - Todo bien, señora.

RAMON             - Sentite. Porqué per festejar el retuerno del señor Patrisio non andiamo todos a el restaurante mexicano?

PATRIZIO         - [terrorizzato] Cosa?

CARMEN           - Ay, sì, Ramon, que splendida idea!

PATRIZIO         - Ma no…non è il caso…

ADELINA          - Oh, no per carità sono debole di stomaco là fanno una cucina troppo speziata assolutamente immangiabile dovreste andare senza di me ma non voglio mancare. Perché invece non andiamo a prenderci una coppa di gelato qui all’angolo? Sarebbe magniiifico.

OLINDO            - Oh, no, la prego signora, lei non sa che dolori che mi procurano i cibi freddi da quando ho fatto indigestione di sorbetto al mango… Infatti mia moglie mi dice sempre:

TUTTI                 - [con voce lagnosa] OLINDO!...

OLINDO            - …[imita la moglie] “Sei il solito ingordo! Se non ti fossi mangiato tutto quel sorbetto non ti sarebbe successo niente.” Perché invece non venite tutti a prendere un caffé nel mio appartamento? Modestamente la mia signora prepara il miglior caffé della città.

RAMON             - Oh, no, señor.

CARMEN           - È troppo disturbo por Usted.

ADELINA          - Ci mancherebbe che disturbare la sua signora e poi non è giusto che sia sempre lei che…

[tutti iniziano a vociare confusamente, accavallando i discorsi uno sull’altro, in una teoria di “Olindo!”, “Che beeello” e “Che meraviiiglia”. Patrizio prende la testa fra le mani, rassegnato. Poi decide di reagire]

PATRIZIO         - [si alza in piedi, stizzito] Basta! Silenzio!

[tutti tacciono e lo guardano]

PATRIZIO         - Ho un’idea. Perché per mettere tutti d’accordo non organizziamo un bel barbecue nel giardino?

[tutti manifestano a loro modo apprezzamento all’idea]

PATRIZIO         - [a Olindo] Olindo, lei vada a comprare la carne.

OLINDO            - Oh, sì sì, ché come conosco le carni io non le conosce nessuno. Pensate che una volta…

PATRIZIO         - [lo interrompe; ad Adelina] Lei, Adelina, potrebbe preparare qualche manicaretto dei suoi.

ADELINA          - Oh, che beeello! Che meraviiiglia! Non vedo l’ora di mettermi al lavoro certo sarà un po’ stancante ma per voi tutti si fa questo ed altro e…

PATRIZIO         - [la interrompe; a Carmen e Ramon] Voi due invece potreste dare una pulita alla griglia. Sarà un secolo che non la utilizziamo.

RAMON             - Agli ordini, señor.

CARMEN           - Consideratelo già fatto.

PATRIZIO         - Bene, ora è meglio che andiate alle vostre incombenze. [li incalza verso l’uscita]

[tutti si muovono verso l’uscita, vociano confusamente della splendida idea del barbecue]

OLINDO            - Dunque ci rivediamo tutti in cortile fra un’ora.

PATRIZIO         - Facciamo due ore.

OLINDO            - Giusto, così avremo più tempo per preparare e sarà un pranzo fantastico. Lei ha sempre delle ottime idee, signor Patrizio. Complimenti, complimenti davvero.

PATRIZIO         - Sì sì, ma ora è meglio che andiate.

[vociando con gran confusione, tutti escono]

CARMEN           - A più tardi, señor.

SCENA ULTIMA

Patrizio solo

[tira un profondo sospiro di sollievo]

PATRIZIO         - Ah… Pace, silenzio, sì… [al pubblico] Ora, voi penserete che c’è veramente da diventare matti a vivere in un posto del genere.

Sì, anche…

Ma, vedete, una casa è davvero accogliente nel momento in cui è viva, è pulsante.

Sì, certo, voi direte che qui c’è fin troppo movimento…ma ogni casa ha il suo modo di essere viva        - ci sono fratelli e sorelle, amici o parenti, cani, gatti, pappagalli; qui i vicini fanno le veci dell’intero quartiere. Ma è questo che mi piace.

Certo, è un po’ stancante… [sbadiglia]

Ah, casa, dolce caos… [si siede sul divano; col telecomando dello stereo attiva la musica]

Ora dovete scusarmi, ma c’è ancora un pisolino che mi aspetta… [sbadiglia]

[musica               - La mia Dorabella… – Così fan tutte; W.A. Mozart, dal minuto 01.38 circa alla fine]

[Patrizio si lascia trasportare dalla musica finché cade addormentato; si chiude il sipario]

FINE