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ATTO PRIMO

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UNA COMMEDIA DI

MICHAEL COONEY

PERSONAGGI

ERIC SWAN                                                  

LINDA SWAN                                               

NORMAN BASSETT                                   

Mister JENKINS                                           

Zio GEORGE                                                

SALLY CHESSINGTON                            

Dottor CHAPMAN                                       

Mister FORBRIGHT                                    

MAGDALENA COWPER                          

BRENDA DIXON                                         


        ATTO PRIMO

L'azione ha luogo nel soggiorno del 344 di Chilton Road un miglio appena fuori Londra. Sono le nove di mattina in una ventosa e piovosa giornata di ottobre.

È una piacevole non stravagante casa di tipo vittoriano appartenente a Eric e a sua moglie Linda. Sul fondo della scena c'è una solida porta d'ingresso con, sulla parte esterna, il numero 344 scritto con lettere in bronzo. Sulla destra della porta d'ingresso c'è una grande finestra che permette di guardare fuori, sotto la finestra una cassapanca che possa permettere di nascondere un corpo. Tra la porta e la finestra un portaombrelli con un ombrello e un bastone da passeggio. Un arco sulla sinistra mostra delle scale che salgono. Sulla parete di destra si aprono la porta della cucina e la porta della sala da pranzo. Sopra la porta della cucina c'è un piccolo armadio a muro che possa contenere uno scatolone. Sulla parete di sinistra c'è la porta della camera da letto di Eric e Linda. Tutte le porte aprono verso la scena. Al centro un divano ed una poltrona, tra loro un tavolinetto con sopra un telefono cordless. Una solida sedia ci si deve salire in piedi) è posta tra la porta della cucina e la porta della sala da pranzo. Qualche quadro sulle pareti.

Il sipario si alza su un palcoscenico vuoto. Tutte le porte sono chiuse e sta piovendo. Linda entra dalla camera da letto con in mano una tazza di caffé. Indossa un abito alla moda.

LINDA               Eric!  Eric caro dove sei? (Eric entra dalla cucina lasciando la porta aperta. Entrando nasconde il cordless alla vista di sua moglie. Indossa i pantaloni di un vestito e una camicia)

ERIC                   Si cara…

LINDA               Hai visto le mie chiavi di casa?

ERIC                   Hai chiuso tu ieri sera, vero amore?

LINDA               Può essere che lo lasciate in cucina.

ERIC                   Si (Linda si avvia per andare in cucina, lo incrocia, ma poi torna sui suoi passi per dargli il bacio del buongiorno. Linda va in cucina lasciando la porta aperta. Eric estrae il telefono che aveva nascosto, inizia a parlare tenendo d'occhio cucina) (al telefono) E’ ancora lì? Le chiedo scusa. Dunque, io cercavo il Dipartimento di Sicurezza Sociale. Oh bene! Devo essere veloce. Vorrei che annullaste una serie di pagamenti in corso. (Linda entra dalla cucina)

LINDA               Non ci sono. (Eric nasconde velocemente il telefono nella tasca dei pantaloni e siede sul divano) Potrebbero essere nella mia borsetta.

ERIC                   Certo. È l'ultimo posto dove di solito si guarda.

LINDA               Certo. (Linda va in camera da letto)

ERIC                   (immediatamente torna al telefono) Mi scusi. Si, ha capito bene, voglio che cancelliate e non effettuiate più una certa serie di rimborsi. Se voglio parlare con qualche ufficio in particolare? Si. Potete mettetemi in contatto con la Divisione Rimborsi Supplementari? Loro possono mettermi in contatto con la Divisione Benefici Familiari. (Linda rientra)

LINDA               Le ho trovate. (Eric velocemente infila il telefono nei pantaloni. Linda indossa soprabito) Bene andiamo!

ERIC                   Ascolta cara. Tu vai avanti. Aspettami alla stazione.

LINDA               Ma così perderemo il treno.

ERIC                   Non sono ancora vestito e non vorrei che tu arrivassi tardi al lavoro.

LINDA               Cosa ti succede?

ERIC                   Nulla, nulla. Va tutto bene. Userò la bicicletta di Norman e ti raggiungerò alla stazione.

LINDA               Ma Norman ne ha bisogno per raggiungere il suo negozio di scarpe. Non puoi portare via la bicicletta al nostro inquilino senza chiederglielo.

ERIC                   Allora raggiungerò la stazione di corsa. Un po' di moto mi farà bene. (Infila improvvisamente una mano in tasca per bloccare il telefono che sta scivolando)

LINDA               Eric, va veramente tutto bene?

ERIC                   (calcando) Si. Va tutto a meraviglia.

LINDA               Non hai problemi alla Società Elettrica, vero?

ERIC                   No. No. Il lavoro va benissimo. (Preoccupato) Sei preoccupata per me per qualche ragione?

LINDA               Oh no. Assolutamente no!

ERIC                   Bene. Molto bene.

LINDA               Ma se ci fosse qualcosa che non va, tu me lo diresti, vero Eric? (Linda tenta di abbracciare Eric che si ritrae perché lei non senta il telefono)

ERIC                   Naturale che te lo direi amore. E se ci fosse qualcosa che preoccupa te, tu me lo diresti, vero?

LINDA               Naturalmente. Non c'è niente che mi preoccupi.

ERIC                   Ottimo. Nessuno dei due è preoccupato.

LINDA               Bene. Vado. Ci vediamo in stazione.

ERIC                   Faccio in 5 minuti.

LINDA               (va alla porta d'ingresso) Ti aspetto. Ciao. (Esce e chiude la porta) (non appena Linda esce Eric scuote le gambe facendo uscire dal basso il telefono)

ERIC                   (al telefono) Siete ancora lì?... maledetta musica! ”Il volo del calabrone” alle nove di mattina. (Una pausa) Pronto con che ufficio sto parlando? Divisione Rimborsi Supplementari? Oh benissimo! Il mio nome è Eric Swan. Sto chiamando per conto del mio inquilino del piano di sopra Norman Bassett. Norman N…O…R…M…A…N... Bassett B…A…S…S…E…T…T…! Bene! Norman riceve da voi un sussidio di disoccupazione, giusto? Bene, io chiamavo per dirvi che non è più necessario che gli inviate l’assegno, né questo mese né per i prossimi per il semplice motivo che…. No, Norman non ha trovato un lavoro. No, Norman è morto questa mattina. Certo, ha provocato un terribile shock in tutti noi. Ecco perché vi ho chiamato. No, Norman è morto per cause naturali. Io, cosa? No, non chiamo per avere dei fondi per pagare il funerale! No, lei non ha capito. Sto chiedendo di cancellare tutte le pensioni di cui godeva Norman Bassett. Non si preoccupi…Non stiamo prevaricando i suoi diritti.  Certo che lui non può telefonare. Esatto, è morto. Per quello che sto telefonando io.  Sua moglie… la vedova vuol dire? No, non vuole la reversibilità della pensione.  No, non chiedo un extra per i figli. (Norman scende dalle scale ed entra dall'arco. È vestito ma ha sulle spalle una coperta di lana. Eric non lo nota perché entra dietro di lui)(sempre al telefono) Ora le è tutto chiaro? Va bene. Devo venire presso il vostro ufficio locale per compilare uno di quei moduli prestampati…

NORMAN          Buongiorno, Eric!

ERIC                   (sorpreso) Ah!

NORMAN          Scusami Eric. Non volevo spaventarti.

ERIC                   Norman! Cosa ci fai tu qui?

NORMAN          Sono sceso perché cercavo delle pillole.

ERIC                   Perché non sei ancora andato in negozio? Sono le nove passate. (Eric cerca di interrompere ripetutamente Norman durante la prossima battuta)

NORMAN          Quando mi sono alzato questa mattina mi sentivo un po' fiacco. Bene, mi son detto, con il mio matrimonio di qui a tre giorni non posso permettermi di ammalarmi. Tu mi conosci, Eric, e conosci il mio naso. Basta dire la parola “freddo” ed io ho prendo il raffreddore. Devo curarmi. Non posso lasciare Brenda sull'altare da sola, no?

ERIC                   Norman, non vedi che sono al telefono? Cosa vuoi?

NORMAN          Mi chiedevo se per caso Linda avesse delle aspirine di là in cucina.

ERIC                   Linda è appena uscita per andare stazione. Ma deve avere qualcosa di là. Cercatela da solo. E... Norman... non farmi più spaventare. (Spinge Norman in cucina e chiude la porta) (al telefono) Chiedo scusa, era la signora Bassett, voglio dire la vedova. È affranta. Mi dispiace. Sì, normalmente lei è la colonna portante della famiglia Bassett, ma adesso è in uno stato terribile. I tre figli di Norman? Dovrebbe vederli, totalmente distrutti. Non fanno altro che piangere. (Allontana il microfono dalla bocca e finge di singhiozzare) Causa della morte? Febbre!... Che tipo di febbre? Gialla! ... Vero? Anche il dottore dice che molto rara di questi tempi. (Norman entra dalla cucina con una boccetta di aspirina in mano, passa dietro Eric che non lo nota) (al telefono) Bene, grazie. Certamente, dirò io alla signora Bassett quanto lei sia dispiaciuta. Molto gentile.

NORMAN          La signora Bassett?

ERIC                   (al telefono, veloce) Vi assicuro che farò tutto quanto entro la fine della settimana. Grazie e buona giornata. (a Norman) Hai trovato quello che cercavi?

NORMAN          Con che ieri al telefono?

ERIC                   Con… una di quelle signore del Patronato Femminile.

NORMAN          E perché una delle signore del patronato femminile era dispiaciuta per mia madre?

ERIC                   Avevo iscritto tuo padre e tua madre ad una lotteria.

NORMAN          Come premio?

ERIC                   No, come concorrenti.

NORMAN          Ah!

ERIC                   Ma loro non hanno vinto. Ecco perché la signora del patronato femminile mi ha telefonato. Il primo premio era una crociera intorno al mondo di tre settimane. Cabina di prima classe, cena col Capitano tutte le sere. Sarebbe stato un bel regalo per le loro nozze d'oro.

NORMAN          Nozze d'oro. Che bel pensiero Eric. Peccato non abbiano vinto.

ERIC                   No. È toccato loro solo il premio di consolazione.

NORMAN          E che cos'è?

ERIC                   Un tostapane.

NORMAN          Un tostapane. Non male. A proposito. Lo sai che la tua lavastoviglie continua a fare uno sgradevole rumore?

ERIC                   (non interessato) Davvero? Scusami, Norman. Devo correre in stazione. Posso prendere la tua bicicletta?

NORMAN          Eric, non riesco a togliere il tappo a questa bottiglia di aspirine.

ERIC                   Fammi vedere. (Prende in mano una bottiglia e guarda l'etichetta) Ecco il tuo problema. (gli dà la bottiglia) Leggi qui sull’etichetta “apertura a prova di bambino”. (Norman gli dà un’occhiataccia) (Eric va nella camera da letto lasciando la porta aperta)

NORMAN          Non devi parlarmi in questo modo, Eric. Non solo sono il tuo inquilino da almeno due anni, ma tu sabato sarai il testimone alle mie nozze. Ed io sono stato per te un amico leale e fedele in ogni circostanza. Sono stato la spalla su cui tu e Linda vi siete appoggiati per piangere...

ERIC                   (entrando dalla camera) Norman, di nuovo non puoi pagare la pigione, vero?

NORMAN          In una parola, no! Ma ti prometto, Eric, che avrai i tuoi soldi nel momento in cui io e Brenda ritorneremo dalla nostra luna di miele.

ERIC                   Perfetto!

NORMAN          Dio, io in luna di miele! Straordinario!

ERIC                   Sì, è bello pensarci.

NORMAN          Chi l'avrebbe detto, tre mesi fa, che quando sono partito per una conferenza sulle tecniche di vendita delle scarpe sarei tornato con la mia futura moglie?

ERIC                   E’ stata certamente un'impresa non da poco. (Norman non raccoglie) (Eric va in camera da letto, chiudendosi la porta alle spalle)

NORMAN          Quando sabato tu e Linda la conoscerete, sicuramente vi innamorerete di lei. Tutti lo fanno. (Parlando tra sé) Io l'ho fatto. (Suona il campanello della porta) Certo che l'ho fatto! (il campanello suona di nuovo) (gridando verso la porta) Arrivo.

                            (Norman apre la porta d'ingresso dove appare Jenkins, un ometto di mezza età, il classico impiegato statale, probabilmente molto meno intelligente di quanto egli pensi. È in piedi all'ingresso con in mano una borsa e un blocco per appunti.)

NORMAN          Buongiorno.

JENKINS            Lo sarebbe se non piovesse, penso. Mi dispiace disturbarvi così presto. Sono del Dipartimento della Sicurezza Sociale. Divisione Malattie e Infermità.

NORMAN          Si?

JENKINS            Lei è il signor Thompson?

NORMAN          Ehm… no!

JENKINS            Vuol dire per cortesia al signor Thompson che io sono qui per lui.

NORMAN          Non capisco.

JENKINS            Oh, è semplice. Io sono un ispettore del Dipartimento della Sicurezza Sociale e sono qui per parlare con signor Rupert Thompson.

NORMAN          Penso che ci sia un errore.

JENKINS            Questo non è il 344 di Chilton Road?

NORMAN          Sì.

JENKINS            Allora non c'è nessun errore. (Norman indugia)

NORMAN          Aspetti qui. Cerco qualcuno che possa parlare con lei.

JENKINS            Non mi fa entrare?

NORMAN          Io penso sia meglio che lei aspetti un attimo qui fuori.

JENKINS            Va bene. (Jenkins fa un passo indietro e Norman chiude la porta)

                            (Eric entra dalla camera da letto infilandosi una giacca)

NORMAN          Eric, c’è un signore che aspetta fuori.

ERIC                   Norman, sono già in ritardo per arrivare alla stazione. (Eric apre la porta d’ingresso)

NORMAN          Viene dal Dipartimento di Sicurezza Sociale. (Eric chiude la porta in faccia Jenkins)

ERIC                   Scusa?

NORMAN          …e vuole parlare con il signor Rupert Thompson.

ERIC                   Cosa?

NORMAN          È un ispettore del Dipartimento di Sicurezza Sociale ed è qui per vedere il signor Rupert Thompson. Io gli ho detto che ci dev'essere un errore...

ERIC                   (preoccupato) Cosa gli hai detto esattamente?

NORMAN          Che avrei cercato qualcuno che parlasse con lui. (Eric spinge Norman verso le scale)

ERIC                   Ben fatto, Norman. Devo parlargli io.

NORMAN          (realizzando) Aspetta un minuto!

ERIC                   Cosa c’è?

NORMAN          Vuole vedere il signor Rupert Thompson, il tuo vecchio inquilino.

ERIC                   (tagliando corto e spingendo verso le scale) No. No. Non è possibile.

NORMAN          Ma certo. Rupert Thompson. Ti ricordi? Il signore che occupava l'appartamento di sopra prima di me.

ERIC                   No. No, non credo che cerchi lui.

NORMAN          Certo. È emigrato in Canada. Loro, però, continuano ad inviare la sua posta qui.

ERIC                   Lo so, Norman.

NORMAN          Certo, e tu l'hai sempre rispedita lui. Tutta la corrispondenza del Dipartimento di Sicurezza Sociale.

ERIC                   No, non dev'essere quel signor Thompson, che lui vuole vedere.

NORMAN          Deve essere. Vado a dirglielo.

ERIC                   No!

NORMAN          Perché no?

ERIC                   Perché, IO sono il signor Thompson.

NORMAN          Bene, glielo dirò... (realizzando) Tu sei Rupert Thompson?

ERIC                   Io, in persona. Rupert Thompson. (Norman resta un attimo pensieroso)

NORMAN          No, non ti seguo. (Eric apre la porta e sorride Jenkins)

ERIC                   (a Jenkins) Le spiace aspettare ancora un attimo? (Jenkins fa per replicare ma Eric gli chiude la porta in faccia e si avvicina al Norman) Sai tenere un segreto, Norman?

NORMAN          (preoccupato) Un segreto? Credo di sì.

ERIC                   Da quando Thompson se n'è andato, due anni fa, io ho continuato a ricevere io il suo assegno della Sicurezza Sociale.

NORMAN          Per inviarglielo, credo?

ERIC                   No, non esattamente.

NORMAN          Per rispedirlo alla Sicurezza Sociale!

ERIC                   No, non esattamente.

NORMAN          Allora, cosa ne facevi degli assegni... (realizzando) Oh mio Dio!

ERIC                   (mettendogli una mano sulla bocca) Shhh!

NORMAN          Ma è un reato!

ERIC                   Lo so!

NORMAN          Ma come hai potuto, Eric?

ERIC                   È una storia lunga e non è questo il momento. Adesso vattene, in modo che possa parlare con lui. Non dev'essere niente di serio. (Lo spinge verso la cucina) Adesso te ne vai di là e stai tranquillo. E non origliare dietro la porta.

NORMAN          Perché? Non mi hai forse detto tutto, Eric?

ERIC                   (con un sorriso ingannatore) Ma certo, Norman! (Spinge Norman in cucina, chiude la porta, poi rivolto alla porta d'ingresso) Arrivo! (Si ferma davanti alla porta cercando di ricordare qualcosa) (tra sé) Thompson … Thompson … Ah, la gotta. Thompson aveva la gotta. (Si toglie la giacca e la mette sulla cassapanca sotto la finestra, poi toglie dal portaombrelli un ombrello, lo rimette nel portaombrelli, toglie un bastone da passeggio e zoppicando va ad aprire la porta d'ingresso) (a Jenkins) Le chiedo scusa per averla fatta aspettare (indica la sua gamba) Non posso andare più veloce, mi scusi. Si accomodi.

JENKINS            Grazie (Eric lo accompagna, zoppicando vistosamente) Il signor Rupert Thompson?

ERIC                   (Dando un'occhiata alla cucina) Certo... Rupert Thompson al suo servizio. Cosa posso fare per lei, signor...

JENKINS            Jenkins.

ERIC                   ... signor Jenkins.

JENKINS            George Jenkins, Dipartimento di Sicurezza Sociale, Divisione Malattie e Infermità.

ERIC                   (preoccupato) Divisione Malattie e Infermità. Bene. Questo non ha nulla a che fare con la mia telefonata di prima, vero?

JENKINS            No.

ERIC                   Ah. (Cercando di essere gentile) Perché non si siede?

JENKINS            Veramente gentile, grazie. (Jenkins si siede sul divano e toglie dalla borsa una piccola cartelletta) Non voglio rubarle molto tempo, signor Thompson. Solo un paio di punti da chiarire.

ERIC                   Bene, spari.

JENKINS            (leggendo un foglio nella cartelletta) Signor Thompson, secondo quanto a noi risulta lei ha dovuto passare a letto gli ultimi sei mesi con la gotta.

ERIC                   (spaventato) Esatto, una gotta molto, molto noiosa. Causata da complicazioni risultanti dopo una mia caduta durante la mia opera di volontariato, (calca) non pagato, nella preparazione dei pacchi per le popolazioni del terzo mondo. Ho tutti i referti medici.

JENKINS            (indicando la sua cartella) Ho tutte le copie qui.

ERIC                   Davvero?

JENKINS            Così come tutte le sue richieste di sussidio.

ERIC                   Davvero?

JENKINS            Certo. Ad essere sincero io ho tutte le copie riguardanti questo indirizzo, compresi tutti i referti medici e tutte le richieste di sussidio che sono state pagate. (Estrae la borsa un raccoglitore voluminoso da cui spuntano variopinti fogli di carta)

ERIC                   Vuole che gli dia un'occhiata?

JENKINS            Devo dire che il 344 di Chilton Road è una casa veramente sfortunata.

ERIC                   Sul serio?

JENKINS            Direi iellata.

ERIC                   Ha un grosso raccoglitore, signor Jenkins!

JENKINS            C'è tutto qui dentro signor Thompson. Pensioni di anzianità, assegni familiari, assistenza ai bambini, sussidi a genitori single, indennità per l'affitto, assistenza agli invalidi.

ERIC                   (pensando che stia alla fine della lista) ... e tutto sotto questo tetto?

JENKINS            Rimborsi legali, indennità per vedove, sussidi di maternità, rimborso medicinali e varie indennità per numerosi di incidenti sul lavoro.

ERIC                   (che di nuovo pensa abbia finito la lista) Chi l'avrebbe mai detto?

JENKINS            Gratifiche natalizie, gratifiche estive, l'indennizzo per calamità naturali ed innumerevoli rimborsi vari.

ERIC                   Santo Iddio!

JENKINS            Nonché indennità allattamento. Se non ci fossero tutti i documenti medici e legali di supporto, potrei pensare che c'è sotto qualcosa di strano.

ERIC                   Davvero?

JENKINS            Signor Thompson, lei non sa quanta gente ci invia falsi reclami, richieste contraffatte…

ERIC                   Nooo!

JENKINS            …indennità per persone inesistenti…

ERIC                   Nooo!

JENKINS            …richieste multiple per un solo incidente.

ERIC                   Buono a sapersi... voglio dire... è bene sapere che queste cose vengano scoperte.

JENKINS            Non sempre, purtroppo (toglie dalla borsa una serie di moduli) Adesso lei dovrebbe firmarmi questi moduli.

ERIC                   (titubante) Per…?

JENKINS            Solo per confermare che lei ha ricevuto la nostra indennità di malattia per gli ultimi sei mesi.

ERIC                   (sollevato) Più che giusto.

JENKINS            ... e se non ci sono reclami da parte sua...

ERIC                   (rapido) No, no. Nessun reclamo.

JENKINS            …d'ora in avanti lei riceverà anche l'indennità per infortunio.

ERIC                   (che non se l'aspettava) Io cosa?

JENKINS            (consultando le sue note) Le spetta un extra settimanale di 24 sterline e 93 pence

ERIC                   No, l’indennità di disoccupazione per me è sufficiente.

JENKINS            Ma questi soldi le spettano. Lei ne ha diritto, no?

ERIC                   Certo. (Jenkins dà ad Eric dei moduli e una penna per firmare. Eric non sa cosa fare. Dopo un attimo di dubbio firma a mala voglia. Jenkins ritira moduli)

JENKINS            Ora io firmo i suoi moduli come testimone della sua firma. Così signor Thompson tutto è in ordine (firma a sua volta)

ERIC                   Bene. Adesso tutto a posto. (Eric si alza ma Jenkins resta seduto)

JENKINS            Per ultimo prima di andarmene avrei bisogno una firma del signor Swan.

ERIC                   Prego?

JENKINS            Il signor Swan. Il suo padrone di casa.

ERIC                   Perché deve firmare?

JENKINS            Deve firmare per confermare che lei ha passato gli ultimi sei mesi di convalescenza in questa casa.

ERIC                   (gioviale) No, no è possibile. Lei non può chiedere questo.

JENKINS            (con lo stesso tono) Certo che posso, devo!

ERIC                   Mi dispiace, lui non è in casa.

JENKINS            È al lavoro?

ERIC                   Sì, è al lavoro. Lavora alla società elettrica. (Fa alzare Jenkins) Perché non mi lascia i moduli così io li faccio firmare dal signor Swan e poi glieli invio per posta?

JENKINS            (si siede) No. Lei non conosce le regole del Dipartimento. Io devo essere presente quando il signor Swan firma.

ERIC                   Deve?

JENKINS            Per firmare a mia volta come testimone come ho fatto con lei.

ERIC                   (di nuovo fa alzare Jenkins) Bene. Se lei ritorna più tardi, sono sicuro che lo troverà casa.

JENKINS            (si siede) Signor Thompson, è bene lei sappia che io sto seguendo alla lettera gli ordini del mio superiore: la signora Cowper.

ERIC                   La signora Cowper?

JENKINS            Certo. La nostra signora Cowper mi ha dato specifiche istruzioni da eseguire prima di lasciare questa casa.

ERIC                   E allora?

JENKINS            Mi creda, non credo che lei voglia conoscere il lato peggiore della nostra signora Cowper.

ERIC                   Credo proprio di no. (Fa alzare Jenkins) Facciamo così: lei va di là e si accomoda in sala da pranzo. Io nel frattempo vedo di trovare qualcuno... il signor Swan… naturalmente, che è al lavoro e gli dico di tornare a casa per firmare i suoi moduli.

JENKINS            Molto bene, grazie.

ERIC                   Lei starà molto bene di là. Potrà sistemare tutte le sue carte usando il tavolo da pranzo.          (Eric spinge gentilmente Jenkins in sala da pranzo e chiude la porta dietro di lui. Torna al centro della scena, per riordinare le idee. Mentre si avvia verso la cucina Jenkins rientra.)

JENKINS            Oh… signor Thompson?

ERIC                   Si?

JENKINS            Se non è troppo di disturbo potrei avere una tazza di tè?

ERIC                   Naturalmente, signor Jenkins, mi scusi se non gliel’ho offerto.

JENKINS            Non zuccherato, con un goccio di latte.

ERIC                   Naturalmente. (Jenkins rientra in sala da pranzo. Eric apre la porta della cucina) Norman! (Norman, che ha ascoltato tutto, in ginocchio dietro la porta, cade in scena. Norman lo solleva) Alzati.

NORMAN          Oh mio Dio! Non mi sono mai sentito così male.

ERIC                   Ritorna in te!

NORMAN          Penso che sto per svenire.

ERIC                   Non abbiamo tempo per questo.

NORMAN          (a voce alta) Tu mi avevi detto che non c'era nient'altro da sapere.

ERIC                   Shhh!

NORMAN          Ho sentito ogni cosa, Eric.

ERIC                   Shhh!

NORMAN          Tutti quei rimborsi!

ERIC                   Shhh!

NORMAN          Perché hai incassato tutti gli assegni del signor Thompson?

ERIC                   Mi sono fatto prendere un poco la mano.

NORMAN          Direi!

ERIC                   Vedi, loro mi offrivano tutti quei soldi, ed io non ho saputo dire di no.

NORMAN          Cosa?

ERIC                   Ascolta. Ecco la storia. Due anni fa la Società Elettrica è stata privatizzata e come regalo di Natale ha ridotto il personale del 30%. Io ho perso il lavoro. Mentre cercavo il modo di dirlo a Linda, è arrivato l'assegno del signor Thompson ed ha salvato la situazione. Mi sono detto: ”cercherò lavoro a gennaio." Ma, alla mia età, non è facile trovare lavoro. E senza lavoro, niente soldi. Comunque il DSS…

NORMAN          DSS?

ERIC                   Il Dipartimento di Sicurezza Sociale attraverso i suoi vari uffici continuava a inviarmi moduli.

NORMAN          Moduli?

ERIC                   Un ufficio mi ha chiesto se io avessi inquilini che vivevano qui. Io ho risposto” sì" e loro mi hanno inviato dei soldi. Poi un altro ufficio mi ha chiesto se ci fossero dei disoccupati. Ed io risposto “si”. E loro mi hanno inviato altri soldi. Poi qualcuno mi ha chiesto se eravamo tutti in buona salute ed io ho risposto: ”no”. E loro mi hanno inviato ancora più soldi. Qualcun altro mi ha chiesto se ci fossero dei pensionati qui...

NORMAN          Mi sono fatto un quadro.

ERIC                   Così, prima che mi rendessi conto di cosa stesse succedendo la cosa è cresciuta come una valanga.

NORMAN          Altro che valanga. Questa è una slavina.

ERIC                   Shhh!

NORMAN          Quello che hai fatto è un crimine.

ERIC                   Lo so.

NORMAN          Dovresti essere messo in prigione per questo.

ERIC                   Lo so.

NORMAN          E la cosa in quanto ti frutta?

ERIC                   Qualcosa come 35.000 sterline all'anno, esentasse, naturalmente.

NORMAN          Dio santo!

ERIC                   Shhh!

NORMAN          Adesso quello ti scopre e vai in prigione, Eric.

ERIC                   No, non ci vado.

NORMAN          È certo che ci vai. Come puoi firmare come Eric Swan se lui pensa che tu sia il signor Thompson. (Norman imita Eric zoppicando vistosamente)

ERIC                   La soluzione è semplice. Qualcuno deve fare la parte del sottoscritto.

NORMAN          Cosa?

ERIC                   (scandendo le parole) Fare la parte del sottoscritto.

NORMAN          Spacciarsi per te?

ERIC                   ... e firmare i moduli del signor Jenkins.

NORMAN          Tu sei matto. Dove lo trovi un idiota che accetterà di fare questo? (Eric guarda fisso negli occhi Norman che intuisce) No. Non posso (si allontana da lui) Non voglio.

ERIC                   Devi.

NORMAN          No. Mi rifiuto di partecipare a questo schema disonesto. Fa il firmare a Linda.

ERIC                   Linda?

NORMAN          Lei è la padrona di casa tale e quale te.

ERIC                   No, Linda non può firmare.

NORMAN          Perché no?

ERIC                   Linda non sa nulla di quello che sta succedendo. Lei pensa che io stia ancora lavorando alla società elettrica.

NORMAN          Per la miseria! Qualcuno è al corrente di quello che stai facendo?

ERIC                   Solo lo zio George.

NORMAN          (stupito) Tuo zio George? Intendi quel dolce vecchio signore che fa le pulizie all'ospedale?

ERIC                   Proprio lui.

NORMAN          E come diavolo ha fatto a scoprirti?

ERIC                   Lui non mi ha scoperto. È mio complice.

NORMAN          (urla) Tuo complice?

ERIC                   Shhh! Quando ho dichiarato che i miei inquilini erano malati la Divisione Malattie e Infermità immediatamente mi ha chiesto di vedere tutta la documentazione medica relativa: referti, prescrizioni, quant'altro. Io ero in difficoltà per mandare loro tutto quello che chiedevano così ho chiesto allo zio George ed egli mi ha aiutato portandomi a casa dall’ospedale tutti i moduli che mi servivano.

NORMAN          Non posso credere a quello che mi stai dicendo. Io adesso vado di là (indica la sala da pranzo) e racconto al signor Jenkins tutta la storia.

ERIC                   (fermandolo) No! Tu non puoi farlo.

NORMAN          È mio dovere.

ERIC                   No tu non puoi.

NORMAN          Dammi una sola ragione perché io non debba farlo.

ERIC                   Tu non sei qui

NORMAN          (confuso) Non sono qui?

ERIC                   Esatto. Sei a un funerale.

NORMAN          (sempre più confuso) Ad un funerale?

ERIC                   Si.

NORMAN          Che funerale?

ERIC                   Il tuo.

NORMAN          Il mio?

ERIC                   Esatto. Tu sei morto questa mattina.

NORMAN          (guarda Eric inebetito per un lungo momento poi scuote la testa) No. Non ti seguo.

ERIC                   Norman, devo dirti qualche altra cosa.

NORMAN          (distrutto) È forse meglio che mi sieda?

ERIC                   È meglio che ti sdrai. (Norman si siede sul divano) Ho usato anche il tuo nome per le mie trame.

NORMAN          (si alza furioso) Il mio nome?

ERIC                   (spingendolo a sedere di nuovo) Shhh!

NORMAN          Cosa vuoi dire con ”il mio nome"?

ERIC                   Il DSS pensa che Norman Bassett sia vissuto nell'appartamento di sopra durante gli ultimi due anni.

NORMAN          Questo è vero.

ERIC                   Come un taglialegna disoccupato.

NORMAN          Cosa?

ERIC                   Con moglie e figli a carico.

NORMAN          Con moglie e figli?

ERIC                   Lo so. L'appartamento è piccolo ma a te va bene lo stesso.

NORMAN          E perché diavolo un taglialegna?

ERIC                   Sei disoccupato, no?

NORMAN          E allora?

ERIC                   Non è facile che qualcuno abbia bisogno di un taglialegna alla periferia di Londra.

NORMAN          Buon Dio. E perché mi hai fatto morire?

ERIC                   Ascolta. Mi sono reso conto che la cosa stava sfuggendo al mio controllo, così ho deciso di uscirne. Ho pensato: ”devo uccidere i personaggi che ho creato, ad uno ad uno"

NORMAN          Questa mi sembra una buona idea.

ERIC                   Così questa mattina ho chiamato il DSS e ho detto loro che Norman Bassett,  il taglialegna, era morto.

NORMAN          Ottimo!

ERIC                   Ottimo un accidente! Adesso loro mi invieranno i soldi per il funerale, la reversibilità per la vedova, ed un rimborso extra per la madre della vedova e per i figli.

NORMAN          Oh! mio Dio!

ERIC                   Tempo fa avevo detto loro che tuo fratello era dovuto emigrare in Australia e loro mi hanno inviato dei soldi come indennità di trasferimento. Ho messo tuo padre in galera e mi hanno inviato un assegno per il mantenimento di tua madre. Ho inviato tua sorella in Africa come missionaria ed è come se avessi vinto una lotteria. Non posso fare più niente per nessuno. Sto vivendo come un incubo Norman. Io ne voglio uscire, ma loro tutte le volte mi inviano sempre più denaro.

NORMAN          Che Dio li fulmini!

ERIC                   (colpito da un'idea) Norman, tu mi devi aiutare. Se il signor Jenkins incomincia a indagare, sicuramente salterà fuori il tuo nome e nessuno crederà che noi non siamo complici, e a quel punto la polizia…

NORMAN          Complici? La polizia?...

ERIC                   (insistendo) Oh Dio, non solo la polizia. C'è anche la tua fidanzata!

NORMAN          (preoccupato) Brenda?

ERIC                   Sarebbe distrutta. Il tuo matrimonio sicuramente dovrà essere rinviato.

NORMAN          (impaurito) Rinviato?

ERIC                   Se non addirittura annullato.

NORMAN          (terrorizzato) Annullato?

ERIC                   (che ha raggiunto il suo scopo) Non ti resta che aiutarmi.

NORMAN          (infuriato) Lo sai che cosa sei?

ERIC                   Fino a questo momento estremamente fortunato.

NORMAN          Tu sei malato, gravemente malato.

ERIC                   Zitto, che non ti senta Jenkins, altrimenti sono altri soldi. Se tu non mi aiuti potrei non essere più vivo per l'ora di pranzo.

NORMAN          Ed ad ucciderti sarei io. (Eric si avvia verso la sala da pranzo quando dalla cucina entro lo zio George. È un allegro vecchietto che indossa una divisa da portiere dell'ospedale)

GEORGE            ‘giorno a tutti!

ERIC                   Zio George.

GEORGE            Buon giorno Eric, ragazzo mio. Tutto bene? (batte una mano sulla spalla di Norman) Buongiorno Norman.

NORMAN          (scostandosi) Vade retro Satana!

GEORGE            Scusa?

ERIC                   Non è nulla. Norman è un po' turbato.

GEORGE            Lo capisco. Sono stato anch'io turbato da settimana prima del matrimonio (Eric cerca di spingere zio George di nuovo in cucina)

ERIC                   Non adesso, zio George.

GEORGE            Norman, non ti ho mai raccontato di quando per poco non mi sposavo Ivy Parson la nipote del carbonaio?

ERIC                   Lo sappiamo: hai dovuto fuggire a gambe levate.

GEORGE            No a gambe levate era con un'altra: Rosie Clark - buon Dio -Rosie Clark se tu l’avessi conosciuta... (Fa per andare in cucina)

ERIC                   Un'altra volta zio George.

GEORGE            (tornando al centro della stanza) Eric, lo sai che la tua lavastoviglie continua a fare un umore fastidioso?

ERIC                   Me ne occuperò dopo. Adesso Norman ha un piccolo problema.

NORMAN          (arrabbiato) Aaagh!

GEORGE            Sei preoccupato per le nozze, giovanotto? Coraggio!

ERIC                   C'è stato un piccolo lutto in famiglia. Vero Norman?

NORMAN          E un altro ci sarà a breve.

GEORGE            Le mie condoglianze, Norman. Qualcuno che ti è vicino?

NORMAN          Molto, molto vicino.

ERIC                   Sì, è molto turbato (tirando in disparte zio George) Ho a che fare con una visita da parte del DSS.

GEORGE            Quale ufficio?

ERIC                   Malattie e Infermità.

GEORGE            Oooooh!

ERIC                   E’ in sala da pranzo.

GEORGE            (guardando l'orologio) Per la miseria, non posso fermarmi a lungo. Ho fatto un salto sono per dirti che ho sottomano qualcuno interessato alle parrucche.

ERIC                   Parrucche?

GEORGE            Certo.

ERIC                   Speriamo che non sia come quello dei bustini.

NORMAN          Bustini?

ERIC                   Se ti servono ha stipato tutto nell’armadietto lassù. (indica l’armadio a muro sopra la porta della cucina)

NORMAN          Bustini e parrucche?

ERIC                   E’ un altro ramo dell’attività che ho messo in piedi.

NORMAN          Un altro ramo?

GEORGE            Eric! Non spargere la voce.

ERIC                   Va tutto bene, zio George. Norman fa parte del gioco.

NORMAN          (sostenuto) Norman non fa parte di nessun gioco.

ERIC                   Ascolta. Tutto quello che il Servizio Sanitario mi invia gratuitamente io lo passo a zio George che lo rivende ai pazienti dell’ospedale. Attualmente trattiamo articoli per la maternità.

GEORGE            Reggiseno per taglie forti.

ERIC                   Parrucche per alopecia.

GEORGE            Calze contenitive.

ERIC                   Bustini e corsetti.

NORMAN          Senza preoccuparsi se il Servizio Sanitario va in malora.

ERIC                   Ora vattene, zio George. (lo spinge alla porta di ingresso e si avvia verso la cucina seguito da Norman)

GEORGE            Ci vediamo in chiesa sabato, Norman!

NORMAN          Oh Dio! La chiesa… se Brenda ci scopre…

ERIC                   Andiamo che ti presento a Jenkins come se fossi io e preparo il suo tè. (Eric va in cucina)

NORMAN          (dà uno sguardo preoccupato alla sala da pranzo poi segue di corsa Eric in cucina) Io gli preparo lo zucchero.    (George apre la porta di ingresso e si trova di fronte Sally Chessington, una giovane e carina assistente sociale, che stava giusto per bussare)

SALLY               Buongiorno.

GEORGE            Buongiorno.

SALLY               Sono stata chiamata per il povero signor Bassett.

GEORGE            Il povero signor Bassett?

SALLY               Faccio parte del locale ufficio crisi familiari.

GEORGE            Ah sì?

SALLY               Si, il signor Swan ha telefonato al DSS questa mattina per informare che signor Bassett se n'era andato.

GEORGE            Andato dove?

SALLY               Andato... andato. Il signor Swan ha detto che la famiglia Bassett era molto addolorata.

GEORGE            Così ha detto?

SALLY               Certo. Così il DSS ha chiamato immediatamente il mio capo che ha pensato di inviare qui qualcuno per aiutarvi.

GEORGE            Ma signor Bassett è di là in cucina che sta preparando il tè.

SALLY               (confusa) Il signor Bassett sta preparando il tè?

GEORGE            Esatto!

SALLY               (ripensandoci) Ma lei sicuramente intende suo figlio!

GEORGE            Il figlio di chi?

SALLY               Il figlio del povero signor Bassett naturalmente. È molto turbato?

GEORGE            Un pochino. Sa, ha avuto un lutto in famiglia.

SALLY               Lo so, per questo sono qui. È morto il padre del signor Bassett.

GEORGE            Suo padre? Lui diceva che erano molto uniti.

                            (Eric è spinge Norman fuori dalla cucina. Nessuno dei due nota Sally. Eric ha una tazza di tè e dei biscotti)

ERIC                   Aspetta qui che vado a chiamarlo in sala da pranzo.

NORMAN          Non è possibile dirgli che signor Swan ha lasciato il paese per qualcosa?

ERIC                   No!

GEORGE            (a SALLY) Questi è il signor Bassett. (A Norman) Ci vediamo comunque sabato?

NORMAN          (parlando dietro le spalle) Si zio George, in chiesa.

GEORGE            Mi spiace per quello che ti è successo stamattina. (esce)

NORMAN          Non tanto quanto spiace a me. (A Sally) ‘giorno.

SALLY               Sono addolorata per lei, signor Bassett

NORMAN          (dopo un attimo) Addolorata?

SALLY               Sono qui per la telefonata di prima.

NORMAN          Quale telefonata?

SALLY               Ho parlato col signor Swan.

NORMAN          Ah! Capisco. La telefonata. E’ addolorata per la signora Bassett?

SALLY               E’ stata una terribile perdita.

NORMAN          Un vero peccato! Sarebbe potuta andar meglio.

SALLY               (confusa) Andar meglio?

NORMAN          Una crociera per le loro nozze d'oro.

SALLY               Nozze d'oro?

NORMAN          Tra un paio di mesi.

SALLY               Oh cari.

NORMAN          (accompagnandola alla porta di ingresso) Bene è stato molto gentile da parte sua venire qui ma ora mi spiace sono molto impegnato.

SALLY               Ma io non voglio andare via.

NORMAN          Lei deve signorina...

SALLY               Chessington… Sally Chessington. Lei deve essere molto triste.

NORMAN          Com'è dice di solito la mamma “bisogna guardare al lato buono delle cose”.

SALLY               Il lato buono?

NORMAN          Alla fine abbiamo vinto un tostapane.

SALLY               Un tostapane?

NORMAN          E’ solo una lotteria in fondo.

SALLY               Una lotteria?

NORMAN          C'è chi vince e c'è chi perde. Và a fortuna. Il destino non è stato molto favorevole con i miei genitori questa mattina.

SALLY               Buon Dio. Devo dire che lei la sta prendendo molto bene.

NORMAN          Grazie

SALLY               Sono sicura che adesso lui stia riposando tranquillo.

NORMAN          Chi?

SALLY               Suo padre.

NORMAN          (guardando l’orologio) Ne dubito

SALLY               Lei crede?

NORMAN          Sta scegliendo il posto migliore dove mettersi.

SALLY               Il posto migliore? (che non capisce) Ma certo, il posto migliore lassù nel cielo.

NORMAN          Scusi?

SALLY               Adesso che lui se n’è andato.

NORMAN          Chi se n’è andato?

SALLY               Suo padre, naturalmente.

NORMAN          Mio padre?

SALLY               (confusa) Si

NORMAN          Mio padre se n’è andato?

SALLY               Questa mattina! (Norman scoppia in lacrime si siede sul divano Sally si siede accanto a lui)

NORMAN          Oh mio Dio!

SALLY               Va tutto bene, signor Bassett!

NORMAN          Avremmo dovuto andare a pescare assieme una di queste mattine!

SALLY               Scommetto che a Norman piaceva molto pescare?

NORMAN          (continuando a piangere) Le chiedo scusa, ma è un tale choc. Gli ho parlato al telefono solo ieri sera e mi ha detto ”non dimenticare i vermi figliolo" (singhiozza un attimo poi realizza) "Norman?"

SALLY               Il caro defunto, Norman.

NORMAN          Il caro defunto… Norman?

SALLY               Sono sicura che suo padre le mancherà.

NORMAN          Il caro defunto è mio padre Norman?

SALLY               Si

NORMAN          Norman, il taglialegna?

SALLY               Sì. (Norman si ferma riflettere)

NORMAN          Dunque, lei non viene dal patronato femminile?

SALLY               No, signor Bassett, vengo dall'ufficio crisi familiari del DSS.

NORMAN          Oh! Lei è arrivata proprio al momento giusto.

                            Norman si alza in piedi per spiegare tutto ma si apre la porta della sala da pranzo ed entra Eric sospingendo Jenkins che ha una tazza di tè in una mano e dei biscotti nell'altra

ERIC                   Se vuole può tornare di là con comodo, dopo.

JENKINS            Molte grazie signor Thompson

ERIC                   Ed il signor Swan sarà lieto di rispondere a tutte le sue domande

NORMAN          (preoccupato di incontrarlo) Nooo! (Sally si avvicina rapidamente lui)

ERIC                   Eccolo qua!

NORMAN          Signor Thompson, solo momento...

ERIC                   Più tardi, lascia che vi presenti.

NORMAN          (a Eric indicando Sally) Lascia che ti spieghi.

ERIC                   Dopo.

JENKINS            (un po'confuso) Ma, noi, non ci siamo incontrati sulla porta?

ERIC                   (a Jenkins indicando Norman) Certo che l'ha incontrata, signor Jenkins, mi piacerebbe che lei salutasse il signor Swan.

NORMAN          (sorridendo entrambi) Si, anche a me piacerebbe che salutasse il signor Swan, ma non può.

JENKINS            Non posso?

ERIC                   Non può?

NORMAN          No. Eric non è in casa.

JENKINS            (confuso a Eric) Ma lei mi ha detto che signor Swan era appena tornato a casa per il suo spuntino di metà mattina.

ERIC                   (gentile con Jenkins) certamente... (poi rabbiosamente a Norman) ... doveva tornare.

NORMAN          Sì. Il signor Swan è stato qui, ma se n’è andato.

ERIC                   Andato?

JENKINS            Andato?

NORMAN          Ha fatto il suo spuntino, poi se n’è andato.

ERIC                   Ha fatto il suo spuntino?

JENKINS            Così veloce?

NORMAN          Si. È volato qui, ha mangiato una focaccia ed è volato via.

JENKINS            (a Eric) Signor Thompson, pensavo che lei avesse fatto presente al signor Swan l'urgenza della situazione

ERIC                   (gentile con Jenkins) certo... (poi rabbiosamente a Norman) ... che l'ho fatto presente.

SALLY               (che è sempre accanto a Norman) C'è qualcosa che posso fare per lei signor Bassett?

ERIC                   (irritato) Signor Bassett. Tu...

NORMAN          No, grazie, va tutto bene Sally. Questa è Sally. Sally questi sono i signor Jenkins e signor Thompson. Sally é appena arrivata ma presto se ne andrà.

JENKINS            Bassett, Bassett ? Aspetti un minuto. Questo nome non mi è nuovo.

NORMAN          (preoccupato) Davvero?

JENKINS            Si ”Bassett" Lei è un altro degli inquilini del signor Swan, sì?

NORMAN          Ehm... sì.

JENKINS            Sì. Bassett, famiglia di sei persone.

NORMAN          (preoccupato) Sei persone?

JENKINS            Tre figliuoli, la nonna, il signor e la signora Bassett.

ERIC                   Certo, i Bassett. Vivono qui sopra.

SALLY               (avvicinandosi a Jenkins) Signore, io non so chi sia lei ma si sta mostrando molto indelicato nei confronti del signor Bassett.

JENKINS            (colto di sorpresa) Indelicato? (Norman si intromette tra i due)

NORMAN          Va tutto bene, Sally.

ERIC                   (cercando di intervenire) Scusate...

SALLY               Non deve permetterle di parlarne in questa maniera, signor Bassett. Non oggi.

JENKINS            Oh!

ERIC                   (c.s.) Scusate...

SALLY               (abbracciando Norman) Quest'uomo ha bisogno di cure e attenzioni.

JENKINS            Cos'è successo?

SALLY               Suo padre se n’è andato questa mattina.

JENKINS            Che tragedia!

NORMAN          Oh Santo Iddio.

ERIC                   Cosa è successo, Norman?

NORMAN          (rapidamente) Norman-le. Normale. Normale. Prima stavo dicendo qualcosa ma adesso mi sono dimenticato

ERIC                   Dimenticato cosa?

NORMAN          Mi sono dimenticato che mio padre è morto questa mattina.

ERIC                   (turbato) È morto?

NORMAN          Sì. Mancherà a tutti noi mio padre ”Norman". Non è vero signor Thompson?

ERIC                   Tuo padre, “Norman"? (guarda in faccia Norman che gli fa un cenno d'intesa)

ERIC e NORMAN (assieme) Certo, che ci mancherà!

NORMAN          Sally, saluta!

JENKINS            Lei dice che suo padre morto stamattina?

NORMAN          esatto.

JENKINS            Così lei è il figlio di Norman Bassett?

NORMAN          Giusto!

JENKINS            (gettando l'amo) E lei come fa?

NORMAN          A fare?

JENKINS            Come fa di nome?

NORMAN          Oh, certo. Sono il signor Bassett... (Jenkins fa per replicare, ma Eric con la mano indica un ragazzo)... junior... (Jenkins fa per replicare, ma Eric mostra due dita) ...secondo.

JENKINS            Il suo nome di battesimo? (Norman guarda Eric chiedendo aiuto)

ERIC                   John

(assieme)

NORMAN          Thomas

ERIC                   Thomas

(assieme)

NORMAN          John

JENKINS            Quale dei due? John o Thomas?

ERIC                   Entrambi vero? John-Thomas?     

NORMAN          Sì.

JENKINS            John-Thomas? (guardando i suoi appunti) Secondo quanto indicato sulle notizie relative alla famiglia Bassett il maggiore dei figli di Norman si chiama Richard Honest.

NORMAN          Giustissimo. Richard Honest. Ma dato che a scuola tutti mi prendevano in giro e mi chiamavano Rickyone i miei genitori decisero di chiamarmi John-Thomas.

JENKINS            Richard Honest? John-Thomas? Io non capisco.

ERIC                   Non mi pare sia importante, signor Jenkins.

JENKINS            (a Sally) Rickyone lei capisce signorina?

SALLY               Certo che capisco.

NORMAN          Sì, lei lo sa, lui lo sa, io so lo so. Richard Honest sono io.

JENKINS            Continuo a non capire. Sempre secondo i nostri appunti il maggiore dei figli di Norman, Richard Honest...

NORMAN          Sono io!

JENKINS            ... è completamente sordo.

ERIC                   (ricordando) Ecco cosa aveva!

SALLY               Sordo? (tutti guardano Norman che si copre le orecchie con le mani)

NORMAN          (fingendosi sordo) Scusate. Qualcuno ha detto qualcosa?

JENKINS            Ed ha ricevuto la nostra pensione per invalidità da evento criminale da 18 mesi a questa parte!

NORMAN          Ho ricevuto cosa? (ricorda di essere sordo) Qualcuno ha parlato?

ERIC                   (cercando di spiegargli) Certo, il povero Ricky è completamente sordo da quando il posto dove lavorava è saltato per aria.

SALLY               (che non ha capito) Gli è saltato il posto e lui è diventato sordo?

ERIC                   C’è stata un'esplosione che gli ha perforato entrambi timpani

SALLY               (a Norman, stando dietro di lui) Ma lui ha capito ogni cosa che io le avevo detto. (Norman finge di non sentire nulla guardando molto interessato le proprie unghie)

ERIC                   (lentamente a Norman indicando Sally) La tua amica chi sta dicendo qualcosa, Ricky. (Eric gira la testa di Norman verso Sally. A Sally) Deve guardarlo dritto in faccia quando gli parla. (Eric gira la testa di Norman verso di sé. A Norman) Ricky legge le labbra. Non è vero Ricky?

NORMAN          (si gira verso Sally) Certo, leggo in braille. (D’ora in avanti Sally e Jenkins parlano lentamente e distintamente quando si rivolgo a Norman. Sally gira sempre la testa di Norman verso di sé quando gli parla)

SALLY               (a Norman) Davvero?

ERIC                   È un fardello che deve portare per sopravvivere, Sally. (a Norman) Non è vero, Ricky?

NORMAN          Suppongo di sì.

JENKINS            Ma spero che l'indennità di disoccupazione che le versiamo, l'aiuti in qualche maniera.

NORMAN          (laconico a Eric) Indennità di disoccupazione?

ERIC                   Sì.

SALLY               Anche disoccupato!

ERIC                   Sì, Ricky ha cercato inutilmente di trovare lavoro, l'anno scorso (a Norman) non è vero Ricky?

NORMAN          Suppongo di sì.

ERIC                   Ma è stato tutto inutile. (scuote la testa di Norman) Neanche uno straccio di lavoro.

JENKINS            Lo credo. Anche perché prima dell’incidente il suo era un lavoro molto specializzato.

NORMAN          Specializzato?

JENKINS            Suppongo non ci siano molte possibilità di lavoro per un accordatore di pianoforti sordo.

ERIC                   No.

NORMAN          (sobbalza) Accordatore di pianoforte?

SALLY               (come inizia parlare Eric gira la faccia di Norman verso di lei) Pover'uomo. La sua vita completamente rovinata da un inqualificabile atto di violenza.

NORMAN          (rassegnato) Si...

ERIC                   (allontanando Sally) È stato molto carino da parte sua venire qui per assicurarsi che a Ricky andasse tutto bene...

SALLY               Se posso rendermi utile...

ERIC                   ... ma come può vedere, Ricky adesso sta proprio bene.

SALLY               Ma sono sicura che ci sono altre cose che io possa fare.

ERIC                   Grazie. Ricky c'è qualcos'altro che può fare per te?

NORMAN          No. Ha già fatto abbastanza, Sally.

SALLY               Ma c'è da pensare al funerale.

NORMAN          A cosa?

SALLY               (guardandolo in faccia e parlando molto lentamente) Il funerale. Posso occuparmene io per lei.

NORMAN          Noooo!

SALLY               Può iniziare dicendomi se voleva essere sepolto o cremato.

NORMAN          Fa lo stesso.

SALLY               Cosa?

NORMAN          Non ha nessuna importanza.

ERIC                   Tranquillo, Ricky.

JENKINS            Per la miseria. Abbia un po' di rispetto per il suo defunto padre.

ERIC                   Dovete capire il povero Ricky. È molto turbato (guarda Norman interrogativamente)

NORMAN          (rassegnato) Si. Molto.

SALLY               Ricky, quale stato l'ultimo desiderio di suo padre?

NORMAN          Mi ha detto che avrebbe voluto partire dal fondo del molo di Brighton.

JENKINS            Santo cielo!

ERIC                   (interviene rapidamente) No. No. No. (Sorridendo a Jenkins) Quello che Ricky vuole dire è che Norman avrebbe preferito una sepoltura in mare. (Sorridendo a Sally) Adesso perché non lasciamo andare Sally che comincia a vedere cosa si può fare e parleremo con lei più tardi? D'accordo?

SALLY               Lasci fare tutto a me, signor Thompson (a Norman) Si tiri su, Ricky.

NORMAN          Grazie Sally. (Sally esce dalla porta d'ingresso)

ERIC                   Bene. Una è sistemata. (A Jenkins) Dove eravamo rimasti?

JENKINS            Il signor Swan.

ERIC                   (sovrappensiero) Si ? (Norman dà una gomitata a Eric che ricorda) Voglio dire: ”il signor Swan" non possiamo dimenticarlo. Io credo che se lei mi lascia il suo indirizzo, io parlo con il signor Swan e gli dico di passare nel suo ufficio domani, prima di andare al lavoro.

JENKINS            Signor Thompson, io devo restare qui fino a quando tutto è sistemato. Ricordi la nostra signora Cowper.

ERIC                   Come posso dimenticarlo. Lei adesso prende un'altra tazza di tè mentre io vedo se lui può tornare dal lavoro.

JENKINS            Bene. Voglio chiudere questa faccenda con il signor Swan il più presto possibile.

ERIC                   Naturalmente,  anche noi. Prenda pure degli altri biscotti, se vuole. (Jenkins va in sala da pranzo. Eric richiude la porta dietro di lui)

NORMAN          E adesso cosa facciamo?

ERIC                   Non facciamoci prendere dal panico. Abbiamo bisogno di un altro signor Swan così torniamo al punto uno.

NORMAN          Punto uno ? (indicando la sala da pranzo) Lui pensa che tu sia uno zoppo affittacamere di nome Thompson (indica la porta d'ingresso) e lei pensa che io sia un accordatore di piano sordo, orfano, disoccupato e Rickyone. (Lo zio George entra dalla cucina con in mano uno scatolone)

GEORGE            Eric, ragazzo mio!

ERIC                   Non adesso zio George. La nostra situazione è peggiorata.

GEORGE            Mi spiace di sentirtelo dire. Guarda che qui ci sono dei resi.

NORMAN          Resi?

ERIC                   Non adesso zio.

GEORGE            Sono queste calze contenitive. (Estrae dallo scatolone un paio di calzettoni rossi e li agita in aria) Non le vuole nessuno.

ERIC                   Oh, no. Ne ho una valigia piena nell'armadio.

NORMAN          Una valigia piena di calze?

ERIC                   No calze! Calze contenitive. Il tipo usato dal Servizio Sanitario Nazionale per il contenimento delle vene varicose.

GEORGE            Sono state l'articolo meglio venduto lo scorso Natale. Io penso che sia per il colore. In questa stagione ci vorrebbero autunnali colori pastello. (Eric prende lo scatolone da zio George e lo spinge verso la cucina)

ERIC                   Veramente non è il momento, zio George.

GEORGE            Ho solo bisogno di prendere quelle parrucche dall’armadio.

NORMAN          (cercando anche lui di mandarlo in cucina) Adesso no, per favore, signor Swan

GEORGE            Ho bisogno delle parrucche...

NORMAN          Torni più tardi signor Swan.

ERIC                   (realizzando) Signor Swan!

GEORGE            Si ?

ERIC                   (a Norman indicando George) Il signor Swan!

NORMAN          Oh! no!

ERIC                   E’ perfetto.

NORMAN          E’ assurdo. Non funzionerà.

GEORGE            Cosa non funzionerà?

ERIC                   (quando parla di una persona la indica) Zio George, quel ispettore vuole una firma del signor Swan. Adesso io non posso firmare come Swan perché lui pensa che io sia Thompson, e Norman non può firmare Swan perché lui pensa che sia il figlio di un padre che appena morto e Linda non può firmare Swan perché era all'oscuro di quello che sta succedendo. Così tu dovresti firmare Swan ma non come “tu” Swan ma come “me” Swan così abbiamo Swan che firma Swan. (George ci pensa un attimo)

GEORGE            Mi sembra logico.

ERIC                   Eccellente. (Indicando l'uniforme di George) Adesso però devi cambiarti i vestiti.

GEORGE            Mi hai appena detto che ci sono dei lavoretti da fare ed io sono vestito da lavoro

ERIC                   Ricordati: tu hai un lavoro alla società elettrica.

GEORGE            Alla società elettrica, bene.

ERIC                   (a Norman) Vedi, lo zio capisce le cose al volo. E tu, Norman?

NORMAN          D'ora in avanti io non voglio più aiutarti, Eric.

ERIC                   Devi. Ricordati di Brenda, abbandonata alla vigilia delle nozze dal suo fidanzato perché sbattuto in prigione per 10 anni per cospirazione contro il governo di Sua maestà.

NORMAN          Penso di avere di sopra qualche vestito che gli possa andare bene.

ERIC                   Questo è lo spirito! Zio George va in camera da letto a svestirti. Norman corri di sopra a prendere i vestiti

GEORGE            Dai,  Norman, questo è vivere!

NORMAN          Vivere? (Eric e George vanno in camera da letto. Linda entra dalla porta d'ingresso. Norman si gira per salire le scale e incrocia Linda. Soprappensiero la saluta.) ‘Giorno, Linda.

LINDA               Norman? (Norman sparisce su per le scale, per un secondo, poi rientra al volo, spaventatissimo)

NORMAN          Signora Swan. Lei è in casa.

LINDA               Penso proprio di sì. Anche tu.

NORMAN          Ma lei non dovrebbe essere a casa.

LINDA               Neanche tu Norman. Io pensavo tu fossi al lavoro.

NORMAN          Anche lei dovrebbe essere al lavoro.

LINDA               Non pensare a me. Ti sarei grata se mi lasciassi sola.

NORMAN          Non penso sia una buona idea.

LINDA               Sto aspettando una persona.

NORMAN          Una persona?

LINDA               Sì. Ed è una cosa personale.

NORMAN          Ma lei non può!

LINDA               Certo che posso!

NORMAN          Eric lo sa di questa visita privata?

LINDA               Eric non deve sapere nulla di questa visita. Adesso per favore vattene di sopra.

NORMAN          Signora Swan, io credo che lei non debba ricevere nessuna visita di cui Eric non sia al corrente. (Linda scoppia in lacrime) Signora Swan!

LINDA               Lasciami sola! (Fa per andare in camera da letto)

NORMAN          (si frappone velocemente tra Linda e la porta della camera) No!

LINDA               E adesso cosa c'è?

NORMAN          Signora Swan, non le è permesso entrare.

LINDA               Di cosa stai parlando? Lasciami entrare nella mia camera da letto.

NORMAN          No. Lei non può. Non è permesso.

LINDA               Non è permesso? Chi l’ha detto?

NORMAN          Ehm... il Dipartimento di Sanità. Li ho chiamati io a causa di un forte odore.

LINDA               Dalla mia camera da letto?

NORMAN          Sì. Una cosa terribile, un odore orribile... direi puzza. Il Dipartimento di Sanità ha posto la sua camera in quarantena.

LINDA               Quarantena?

NORMAN          Apparentemente c'è la manifestazione di un orribile e contagioso virus.

LINDA               In camera mia?

NORMAN          Si!

LINDA               Ma è orribile.

NORMAN          Tremendamente orribile. Il Dipartimento di Sanità ha spruzzato in giro non so cosa per tutta la mattina. Per questo lei non può entrare in camera da letto (ricordandosi) e neanche in sala da pranzo.

LINDA               Neanche in sala da pranzo? (Norman chiude a chiave la sala da pranzo e mette la chiave in tasca)

NORMAN          Si sta diffondendo. Lei deve venire a dormire con me.

LINDA               Prego?

NORMAN          Vedrà che è meglio.

LINDA               Dormire con te?

NORMAN          Io intendo di sopra... nel mio appartamento... per stanotte... con Eric. Quando lui tornerà a casa dal lavoro... dalla Società Elettrica... dove lui lavora. (Jenkins bussa alla porta della sala da pranzo)

LINDA               Cosa succede?

NORMAN          (guarda fuori dalla finestra) Tuona.

LINDA               C'è qualcuno in sala da pranzo.

NORMAN          No. No. Non penso.

JENKINS            (da fuori, chiama) Hei, voi! Penso di essere chiuso dentro!

LINDA               Chi è?

NORMAN          (a Linda) Oh, quello. Non è niente. (Parlando attraverso il buco della chiave) Non si preoccupi. È tutto sotto controllo. (A Linda) E’ uno degli operatori del dipartimento di sanità.

LINDA               Uno degli operatori del dipartimento di sanità?

NORMAN          Sì. Se non sono dimenticati uno qui.

JENKINS            (da fuori) Penso che la porta si sia bloccata!

NORMAN          (attraverso il buco della serratura) Sono da lei tra un minuto.

JENKINS            (da fuori) Lei è il signor Bassett?

NORMAN          (attraverso il buco della serratura) Si!

JENKINS            (da fuori) Il signor Bassett con cui parlavo prima?

NORMAN          (attraverso il buco della serratura) Si

JENKINS            (da fuori) E allora come fa sentirmi?

NORMAN          (dopo un attimo di panico, attraverso il buco della serratura) Prego? (suona il telefono e Linda risponde immediatamente)

LINDA               Pronto?... Sì, casa Swan... Brenda?

NORMAN          Oh, Brenda! Mi lasci parlarle.

LINDA               Brenda, non può parlarle in questo momento... cosa? No, non so perché non è andato al lavoro... No! Non venga qui adesso!

NORMAN          (afferrando il telefono) No, per favore non...

LINDA               Zitto Norman. (Riprendendo il telefono) Ha detto che vedrete domani. (Fa per mettere giù, poi ci ripensa e al telefono) Brenda, non ci siamo mai incontrate ma io le assicuro che di solito non sono così sgarbata. Ci vedremo sabato in chiesa. Arrivederci! (Riattacca)

NORMAN          Tutto bene?

LINDA               E’ preoccupata per te.

NORMAN          Penso di sapere come si sente.

LINDA               Norman, io adesso vado a farmi una tazza di tè ed è meglio che tu lasci libero il mio soggiorno prima che abbia finito di berlo. (Linda va in cucina)

NORMAN          (le va dietro) Si assicuri che sia lungo e bello forte. (Chiude a chiave la porta dietro di lei. Suona il telefono. Norman risponde) Pronto?... Brenda!

JENKINS            (da fuori bussando alla porta) Aprite questa porta!

NORMAN          (al telefono) Arrivederci, Brenda. (Aggancia il telefono e urla verso la porta della camera da pranzo) Arrivo!

ERIC                   (entrando la camera da letto) Dove sono i vestiti per lo zio George?

NORMAN          Grazie al cielo!

ERIC                   Non li hai ancora presi?

NORMAN          Un disastro!

ERIC                   Non hai i vestiti?

JENKINS            (da fuori bussando alla porta) Per favore fatemi uscire!

ERIC                   Cos'è successo con il signor Jenkins?

NORMAN          (mostrando la chiave) L’ho chiuso a chiave in sala da pranzo!

ERIC                   Perché?

NORMAN          Mi è sembrata una buona idea! (Afferra la chiave da Norman) No!

ERIC                   Tranquillo, Norman.

NORMAN          (indicando la cucina) Non capisci. In cucina...

ERIC                   Zitto, Norman. (Apre la porta della camera da pranzo mostrando Jenkins) Mi scusi, questi vecchi stipiti si bloccano ad ogni momento.

JENKINS            (entra tenendo in mano una scatola di biscotti) Signor Thompson, sono quasi le dieci.

ERIC                   Lo so.

JENKINS            Dato che il signor Swan non è qui, devo contattare la signora Cowper. Posso usare suo telefono?

ERIC                   No!

JENKINS            Perché no?

ERIC                   (con un sorriso beato) Perché il signor Swan è qui!

JENKINS            E’ qui?

ERIC                   Si. È tornato!

JENKINS            Bene. Posso vederlo?

ERIC                   Ehm... no. Non è ancora pronto.

JENKINS            Non è ancora pronto? Dov’è?

ERIC                   Lui è...ehm... sul tetto.

NORMAN          Oh, mio Dio!

JENKINS            Sul tetto?

ERIC                   Si!

JENKINS            Che cosa diavolo sta facendo il suo padrone di casa sul tetto con questo tempo?

ERIC                   Sta… installando una nuova parabola.

JENKINS            Ma se dieci minuti fa era lavoro?

ERIC                   Se ne è ricordato improvvisamente.

JENKINS            E’ molto strano.

ERIC                   È quello che gli ho detto anch'io. Ma non ha voluto sentire ragioni. Com’è entrato in casa è andato di corsa sul tetto. Dovrebbe scendere tra cinque minuti. (Linda bussa alla porta da cucina)

JENKINS            Chi è?

NORMAN          Cosa succede?

JENKINS            Qualcuno sta bussando.

NORMAN          Sarà il signor Swan sul tetto.

JENKINS            A quella porta. (Orienta Norman verso la porta da cucina)

NORMAN          Ah sì?

JENKINS            (a Eric) Chi è, Signor Thompson?

ERIC                   (perso) Chi è, Ricky?

NORMAN          …è... è... mia madre.

ERIC                   Tua madre?

NORMAN          Si.

JENKINS            Vuol dire la signora Bassett?

NORMAN          (riluttante) …Si.

JENKINS            Sua, madre, vedova di recente?

NORMAN          (ancora più riluttante) Mia, madre, vedova di recente!

LINDA               (da fuori) Questa porta è bloccata!

ERIC                   (riconoscendo la voce di Linda, urla) Aaah! (Jenkins lo guarda sorpreso. Eric urla di nuovo poi guardando Jenkins modula la voce uscendo con un sospiro) Ah, Aaah! La povera vedova orfana. (Tira Norman da parte) Cosa ci fa qui?

JENKINS            Signor Bassett, perché sua madre vedova di recente è stata chiusa in cucina?

NORMAN          Vede, abbiamo dovuto farlo. Non appena aveva sentito le notizie riguardo papà ha dato in escandescenze.

JENKINS            Santo cielo. Forse qualcuno dovrebbe aprirle.

NORMAN          No. No. Lei deve sapere che questo per lei è un particolare periodo dell'anno.

JENKINS            Periodo dell'anno?

NORMAN          Ha la Luna in Urano.

JENKINS            Dove?

ERIC                   Astrologicamente parlando. La mamma di Ricky diventa particolarmente strana in questo periodo dell'anno se consideriamo poi la recente vedovanza...

NORMAN          Certo. Tira su da terra i tappeti! Strappa la tappezzeria dalla cucina e la mangia…

JENKINS            Mangia la tappezzeria?

ERIC                   E questo non è niente. Io direi: perché non saliamo in soffitta?

JENKINS            In soffitta?

ERIC                   Così siamo più vicini al tetto e lei potrà concludere prima questo affare con il signor Swan.

NORMAN          Mi sembra una buona idea. Vi precedo.

ERIC                   (precipitosamente) No Ricky, tu devi stare qui ad accudire tua madre.

LINDA               (da fuori, bussando picchiando) Fatemi uscire!

JENKINS            Io penso sia meglio fare uscire quella povera donna.

ERIC                   Oh no. Non è una buona idea, vero Ricky?

NORMAN          Oh no. Abbiamo appena cambiato la tappezzeria qui.

ERIC                   Adesso signor Jenkins andiamo di sopra.

JENKINS            Molto bene. Permetta che prenda i miei fascicoli.

ERIC                   Prenda tutto ciò che vuole. (Jenkins va in sala da pranzo. Eric prende da parte Norman e rapidamente) Hai al massimo 5 minuti. Quando scendo voglio vedere lo zio George vestito come me con uno dei tuoi vestiti.

NORMAN          E Linda?

ERIC                   Lasciala chiuso là dentro. (Il telefono suona e Norman risponde)

NORMAN          Pronto?... Grazie al cielo, Brenda! (Jenkins esce la sala da pranzo con tutto il suo voluminoso incartamento)

JENKINS            Eccomi pronto, Signor Thompson! (Vede Norman che sta telefonando e gli si avvicina, entrambi si bloccano) (ad Eric) Cosa diavolo sta facendo Ricky con il telefono?

NORMAN          (come se non sentisse nulla) Pronto? Pronto! C'è qualcuno lì? Pronto? (aggancia) (a Eric) Ci dev'essere la linea guasta. Chiamo, ma non risponde nessuno.

ERIC                   (a Jenkins) Il povero Ricky aveva difficoltà ad usare il telefono anche prima dell'incidente. Non è vero, Ricky?

NORMAN          Hai ragione.

ERIC                   Vede? È meglio che adesso andiamo signor Jenkins.

JENKINS            Avrei giusto una domanda da farle riguardo l'udito del signor Bassett.

ERIC                   È una cosa triste vero?

JENKINS            Molto triste, tuttavia il signor Bassett ha capito perfettamente ogni parola che io gli ha detto.

ERIC                   Gliel'ho detto, che Ricky legge le labbra.

JENKINS            Anche attraverso una porta di solida quercia?

ERIC                   È sordo, ma ha una vista eccezionale. (Prima che Jenkins consideri questa risposta Eric lo spinge su per le scale) (il telefono suona e Norman risponde)

NORMAN          Pronto? Ah,  sei tu Brenda.

LINDA               (da fuori urlando) Norman!

NORMAN          (al telefono) Arrivederci Brenda! (Si avvicina la porta della cucina e urla) Non posso farla uscire. L'operatore del servizio sanitario ha detto che lei deve stare in cucina fino a nuovo ordine. (Anche lui esce salendo le scale)

LINDA               (fuori, sempre urlando) Aprimi! Aprimi!

                            (La porta d'ingresso si apre ed entra il dottor Chapman, un consulente coniugale di mezza età)

CHAPMAN        (a mezza voce) Permesso?

LINDA               (fuori, urlando) Non c'è nessuno li?

CHAPMAN        (guardandosi in giro) Solo io! (Avanza di un solo passo all'interno della casa) Permesso?

LINDA               (fuori, avendo sentito che c'è qualcuno in casa) Aprite questa porta!

CHAPMAN        Oh! (Apre la porta della cucina. Linda si precipita dentro, tenendo in mano una tazza di tè)

LINDA               (furiosa) Norman, quando la smetterai di fare questi scherzi idioti? (Vede Chapman che cambia totalmente tono) Oh, dottor Chapman!

CHAPMAN        Signora Swan, tutto bene, signora Swan?

LINDA               Assolutamente no!

CHAPMAN        Perché non si siede?

LINDA               (si avvicina le scale e urla verso l'alto) Norman, stupido idiota.

CHAPMAN        Faccia un respiro profondo! (Lei esegue)

LINDA               Ha cominciato a fare lo stupido quando ha saputo che dovevo incontrarla stamattina.

CHAPMAN        Va tutto bene.

LINDA               Sono sembrata molto ansiosa di farlo, credo.

CHAPMAN        Posso crederle…

LINDA               Dottor Chapman, non avrei mai pensato di parlare con qualcuno di mio marito.

CHAPMAN        Posso capire…

LINDA               …e tanto meno con un consigliere matrimoniale…

CHAPMAN        Consulente di relazioni…

LINDA               … e Norman Bassett, il nostro inquilino di sopra, certamente non mi ha aiutato.

CHAPMAN        Perché?

LINDA               (gridando verso le scale) Perché Norman è uno stupido impiccione.

CHAPMAN        (prende appunti) Lei ha contattato il nostro ufficio chiedendo aiuto. Ed eccomi qua.

LINDA               Grazie, dottor Chapman. (calmandosi) Gradisce una tazza di tè? L’ho appena fatto.

CHAPMAN        Magari più tardi.

LINDA               Deve sapere che sono un po’ imbarazzata su questo… non so dove cominciare.

CHAPMAN        Comunque voglia cominciare non importa, va sempre bene. Mettere in discussione la sessualità del proprio partner non è mai una cosa facile. (Chapman segue Linda che prepara una sedia per salire ad aprire l’armadio a muro)

LINDA               Credevo mi prendesse un serio accidente quando ho scoperto cosa c’è in questo armadio. Stavo cercando i vecchi filmini super8 che volevo trasferire in un video per il nostro anniversario. (Chapman regge la sedia a Linda che apre l’armadio e ne trae uno scatolone) Questo. Si prepari ad uno choc dottor Chapman.

CHAPMAN        Nella mia professione ho visto di tutto signora Swan. (Linda toglie dallo scatolone una lunga parrucca bionda)

LINDA               Questa è la prima cosa che ho trovato (la passa a Chapman)  

CHAPMAN        Vedo!

LINDA               (estrae un corsetto da donna) … e poi questo… (estrae un vestito premaman possibilmente a fiori) …e poi questo… (Chapman misura il vestito su se stesso) (Linda estrae un paio di calze contenitive) e poi queste. Ed infine questo (estrae un grosso reggiseno da maternità) C’è da preoccuparsi, non le pare?

CHAPMAN        (dopo aver passato in rassegna di nuovo tutta la merce) Bene. Devo dire che suo marito è certamente ben organizzato. Mi dica, signora Swan, la madre di Eric…

LINDA               Si?...

CHAPMAN        E’ sicuramente una donna bionda…

LINDA               Si!

CHAPMAN        (esaminando le misure del reggiseno) …ed è una donna… diciamo…in carne?

LINDA               Diciamo grassa, molto grassa. Questo significa qualcosa, dottor Chapman?

CHAPMAN        Penso che ci sia un qualcosa di represso che viene fuori qui. Potrebbe essere un soppresso attaccamento materno

LINDA               Dio mio!

CHAPMAN        Fortunatamente credo sia solo una manifestazione feticista.

LINDA               (turbata) Feticista?

CHAPMAN        Non credo che Eric abbia il coraggio di indossarli per uscire.

LINDA               (più turbata) Per uscire?

CHAPMAN        Dubito che sia giunto a questo. Credo che quando indossa questa roba si limiti a passeggiare pavoneggiandosi di fronte allo specchio della camera da letto.

LINDA               (ulteriormente turbata) La nostra camera da letto?

CHAPMAN        Non deve preoccuparsi più di tanto, signora Swan.

LINDA               Ma come no? Mi sta dicendo che mio marito è gay.

CHAPMAN        No. No. No. Non tutti coloro che si travestono sono gay.

LINDA               Un travestito???

CHAPMAN        Non voglio dire che suo marito non abbia un piccolo problema… (sollevando il reggiseno) …un grosso problema, ma…

LINDA               Un grosso problema (scoppia in lacrime e corre verso la cucina)

CHAPMAN        Signora Swan! Non si allarmi… (Linda entra in cucina sbattendo la porta dietro di lei) (Zio George entra dalla camera da letto, indossando lunghi mutandoni e il cappello della divisa)

GEORGE            Allora, posso vestirmi o cosa? (Chapman si volta e lo vede)

CHAPMAN        Santo Iddio!

GEORGE            Oh!

CHAPMAN        Ma lei chi è esattamente?

GEORGE            Aspetti un minuto. Lei è il funzionario inviato dall’ufficio…

CHAPMAN        (subito) Sono io!

GEORGE            Mi scusi (va a stringergli la mano) Il mio nome è Swan.

CHAPMAN        Piacere. Il signor Eric Swan?

GEORGE            Certo. Sono Eric Swan e il mio nome è Eric Swan. Posso fare qualcosa per lei?

CHAPMAN        Prego?

GEORGE            Non devo firmarle un documento od un modulo, o altro?

CHAPMAN        Io penso che prima sia meglio fare due chiacchiere!

GEORGE            Due chiacchiere?

CHAPMAN        Si, è meglio.

GEORGE            Bene. E di cosa vogliamo parlare?

CHAPMAN        Io credo sia meglio essere franchi ed onesti, circa ciò, non è vero?

GEORGE            (un poco perso) Io credo che l’onestà sia sempre la migliore politica, come è solita dire la mia cara e adorabile mamma.

CHAPMAN        Ah! La sua cara e adorabile mamma. (prende nota) Bene! Sono al corrente di tutto!

GEORGE            Di tutto cosa?

CHAPMAN        Di tutto quello che combina nel… nel tempo libero!

GEORGE            (preoccupato) Cosa vuole dire?

CHAPMAN        Dei suoi segreti nell’armadio! (indica lo scatolone)

GEORGE            E di quello che c’è nello scatolone?

CHAPMAN        Ho paura di si!

GEORGE            Dio! Non pensavo che volesse fare due chiacchiere su quello.

CHAPMAN        Tutto è cominciato da lì!

GEORGE            Ed è per quello che lei è venuto qui?

CHAPMAN        Esatto!

GEORGE            Vuol dire che lei è venuto per arrestarmi?

CHAPMAN        Signor Swan. Non è previsto l’arresto.

GEORGE            Va bene, però devo prima precisare una cosa… (realizzando) Non è previsto l’arresto?

CHAPMAN        Certamente no?

GEORGE            Perché no?

CHAPMAN        Non è illegale!

GEORGE            (non crede alle sue orecchie) No?

CHAPMAN        No!

GEORGE            Vuol dire che quello che faccio con le parrucche, le calze, i corsetti ed i vestiti, non è contro la legge?

CHAPMAN        Certamente, no!

GEORGE            (felice) Buon Dio! Non pensavo fosse una cosa che fanno tutti.

CHAPMAN        Non sono sicuro circa questo, Eric. Non le dispiace se la chiamo Eric?

GEORGE            No, faccia pure: mi chiami pure Eric!      

CHAPMAN        Vede non è una cosa che si consiglia di fare, Eric. Ma certamente un sacco di gente lo fa.

GEORGE            Chi l’avrebbe mai detto!

CHAPMAN        Viviamo in un paese libero.

GEORGE            Certamente. Solo mi dispiace di non averlo scoperto prima che era legale.

CHAPMAN        Si?

GEORGE            Avrei indotto tutta la famiglia a farlo.

CHAPMAN        Devo dire, signor Swan, che non è la reazione che mi sarei aspettato da lei.

GEORGE            Le dirò che anche il mio partner sarà molto lieto di saperlo.

CHAPMAN        Partner?

GEORGE            Si.

CHAPMAN        Vuol dirmi che c’è qualcun altro che fa questo assieme a lei?

GEORGE            Certo!

CHAPMAN        E’ troppo se le chiedo chi è?

GEORGE            Lei è sicuro che non sia illegale?

CHAPMAN        Perfettamente sicuro, Eric!

GEORGE            Allora è… mio zio George! (durante il dialogo seguente, George, mette tutto nello scatolone e lo scatolone nell’armadio a muro. Quando ha finito resta comunque davanti alla porta della cucina)

CHAPMAN        Suo zio?

GEORGE            (orgoglioso) Anzi, le devo dire che l’idea dei vestiti è dello zio George.

CHAPMAN        (Chapman prende nota di tutto) Si?

GEORGE            Pensavo che noi dovessimo limitarci alle parrucche, ma l’astuto vecchio zio George ha insistito perché ci mettessimo anche nei vestiti e nei corsetti.

CHAPMAN        Si?

GEORGE            (pieno di sé) Oh, si! Lo zio George. E’ lui si che conosce veramente i trucchi del mestiere.

CHAPMAN        (sempre scrivendo) Si?

GEORGE            E’ lui l’anima… (Linda entra improvvisamente dalla cucina. C’è un sommesso bang quando la porta batte sulla testa di George, che resterà nascosto dietro la porta aperta per tutto il colloquio che segue)

LINDA               (restando sulla soglia della cucina) Ho deciso di andare in ufficio da Eric e trascinarlo qui.

CHAPMAN        Signora Swan!

LINDA               Lo obbligo a confessare tutto!

CHAPMAN        Suo marito è qui, Signora Swan!

LINDA               Sono dieci anni che siamo sposati e… (realizzando quello che ha detto Chapman) Mio marito e qui?

CHAPMAN        Si! (Linda fa per dire qualcosa ma scoppia in lacrime. Rientra in cucina chiudendo la porta) Signora Swan! (fa per seguirla in cucina quando vede George che a malapena si regge in piedi. Gli si avvicina e lo sorregge) Tutto bene, signor Swan? (George fa fatica a parlare) Buon Dio. Ma cosa le succede?

GEORGE            (stordito) La porta! La porta! (George si muove a destra e sinistra tenendo la testa tra le mani. Chapman recupera la sedia e lo fa sedere giusto in linea con l’apertura della porta)

CHAPMAN        Ecco a lei. Adesso vado a prenderle qualcosa da bere. (George china la testa e la stringe tra le mani appoggiando i gomiti sulle ginocchia. Linda entra dalla cucina colpendolo di nuovo)

LINDA               Dottor Chapman? (resta sulla soglia)

CHAPMAN        Signora Swan… io…

LINDA               Dov’è mio marito?

CHAPMAN        Signora Swan. Si prepari ad uno choc.

LINDA               Cosa?

CHAPMAN        C’è qualcun altro complice nei travestimenti di suo marito!

LINDA               Cooosa??

CHAPMAN        Ho paura di si!

LINDA               Buon Dio, chi?

CHAPMAN        Lo zio di Eric: George

LINDA               Lo zio George?

CHAPMAN        E’quello che appena finito di dirmi suo marito Eric. È lo zio George la causa della” distrazione" di suo marito.

LINDA               Non posso crederlo. Eric e lo zio George.

CHAPMAN        Ed Eric dice che la cosa si trascina da alcuni anni.

LINDA               (scoppiando a piangere) Naturalmente! Suo zio George l'ho portato spesso al campeggio.

CHAPMAN        Signora Swan.

                            (Linda corre in cucina seguita da Dottor Chapman che chiude la porta dietro di loro rivelando George abbandonato sulla sedia. George a fatica si alza e sposta la sedia sempre restando rivolto verso la porta. Linda entra di corsa dalla cucina e la porta batte sulla testa di George un'altra volta. Linda attraversa la scena di corsa ed esce in camera da letto. Il Dottor Chapman entra sua volta dalla cucina e la porta sbatte di nuovo sulla testa di George)

CHAPMAN        Signora Swan. (La segue in camera da letto)

                            (Norman entra dalle scale portando dei vestiti. Si avvicina alla camera da letto)

NORMAN          Zio George, vieni fuori!

GEORGE            (viene fuori da dietro la porta della cucina) (sulle nuvole) Ciao, Norman.

NORMAN          (si avvicina a George e questi gli cade tra le braccia) Oh mio Dio! (Sally e Forbright entrano alla porta d'ingresso. Forbright veste di nero. Entrambi sono stupiti per quello che Norman sta facendo) (a George) Forza che ce la facciamo.

SALLY               Signor Bassett!

NORMAN          Ah! (Norman cade sul sofà abbracciato a George) Pensavo di essermi sbarazzato di lei.

SALLY               Ricky, le ho portato il signor Forbright.

NORMAN          Sally, per piacere…

SALLY               Il signor Forbright è un impresario di pompe funebri.

NORMAN          Mi fa piacere ma… (realizzando) Pompe funebri?

SALLY               Si. E qui si prenderà cura di tutto lui.

NORMAN          Maledizione!

FORBRIGHT     Signor Bassett, cosa intende fare?

NORMAN          Fare ?

FORBRIGHT     Non può spostare il corpo da solo!

NORMAN          Il corpo?

FORBRIGHT     Si. (Indica George) Il suo caro defunto padre ”Norman"

NORMAN          (guarda alternativamente Forbright e George) Ah!… questo corpo (scoppiando a piangere) Povero papà, povero Norman Bassett.

SALLY               (nota che è zio George) Aspetti un minuto. Quando sono arrivata questa mattina lei mi ha detto che questi era lo zio George.

NORMAN          (guarda alternativamente Sally e George) No, non è assolutamente possibile: zio George se n'è andato.

SALLY               Ma somiglia proprio lui.

NORMAN          (guarda George da vicino) Lei dice?

SALLY               Praticamente identici.

NORMAN          Per forza. Sono due gemelli.

SALLY               Due gemelli?

NORMAN          Lo zio George ed il mio povero papà erano due gemelli.

SALLY               Chissà come sarà addolorato lo zio George!

NORMAN          Praticamente distrutto.

SALLY               Ricky, io penso che Lei deve lasciar fare tutto al signor Forbright.

NORMAN          Veramente piacerebbe fare tutto da me. Non è un problema. Vado a prendere un badile e comincio a scavare una buca…

FORBRIGHT     Signor Bassett c'è una camera che noi potremmo usare in questa casa?

NORMAN          Una camera?

SALLY               Si,  un letto!

NORMAN          (li guarda dubbioso) Cosa volete fare?

FORBRIGHT     Solo un posto dove far riposare tranquillo suo padre!

NORMAN          (si guarda in giro facendo mentalmente il conto) Non ci sono camere libere. Se proprio volete potete metterlo sul tavolo della sarà pranzo.

SALLY               Il tavolo della sarà pranzo?

NORMAN          Tanto noi pranziamo fuori! (li spinge entrambi verso la sala da pranzo)

FORBRIGHT     (fermandosi sulla soglia) Suo padre in questo momento è certamente in un posto migliore.

NORMAN          Si grazie. (Annuisce affabilmente, lo spinge fuori della porta) Vorrei essere anch'io con lui. (Ritornando da George) Vado subito a prenderti dei sali, zio George. (Esce in cucina)

ERIC                   (entra dalle scale. Parla rivolto verso qualcuno in cima alle scale) Non so come possa essermi sbagliato, signor Jenkins. Ero sicuro che il signor Swan forse di sopra.

JENKINS            (da fuori) Non importa, va tutto bene.

ERIC                   (sempre verso le scale) E non avevo assolutamente idea che la soffitta fosse così polverosa.

JENKINS            (entra dalle scale tenendo la giacca in mano. La scuote e scende parecchia polvere, lo stesso dai pantaloni e dalla testa) Tra un paio di lavaggi tornerà come nuova.

ERIC                   Proprio mi dispiace, signor Jenkins (voltandosi vede George sul sofà) Ma... aspetti un momento... lui adesso è qui. (Accompagna Jenkins dietro sofà)

JENKINS            Così questi sarebbe l'inafferrabile signor Swan?

ERIC                   Sì, questi è il mio padrone di casa. Signor Swan: saluti il signor Jenkins.

                            (George non si muove) (Forbright non notato dai due entra dalla sala da pranzo e si mette dietro di loro)

JENKINS            È sordo anche lui?

ERIC                   No, assolutamente no.

JENKINS            Allora cosa diavolo ha?

FORBRIGHT     È morto! (Jenkins e di Eric si girano di colpo mentre cala il…)

SIPARIO


ATTO SECONDO

(L’azione continua)

ERIC e JENKINS     (assieme) Morto?

FORBRIGHT     (annuendo solennemente) Si, purtroppo, morto. Questo pover'uomo ci ha lasciato questa mattina presto.

ERIC                   Lasciato?

JENKINS            Mister Thompson, il suo padrone di casa è caduto dal tetto?

ERIC                   Veramente non sono sicuro di cosa sia successo.

FORBRIGHT     Mi è stato detto che è morto serenamente.

ERIC                   Se lo dice lei! (Forbright copre zio George con la coperta che indossava Norman nel primo atto. Norman esce di corsa dalla cucina con un sacchetto della spazzatura mezzo pieno. Non si avvede di Forbright)

NORMAN          Non ho trovato i sali. Ma c'è abbastanza qui dentro (indica il sacchetto) per far rinvenire chiunque.

FORBRIGHT     Mister Bassett, sto cercando una tovaglia per coprire il tavolo in sala da pranzo

ERIC                   Una tovaglia per... (zoppica fino a Norman) Cosa diavolo successo qui da basso, Ricky?

NORMAN          Nulla. Assolutamente nulla.

FORBRIGHT     In sala da pranzo devo preparare il corpo per la sepoltura.

ERIC                   Sepoltura?

FORBRIGHT     (indicando Norman e George) Il padre di questo povero giovane è morto.

NORMAN          Oh mio Dio.

JENKINS            (a Eric) Il padre di Ricky Bassett? Io non capisco mister Thompson.

ERIC                   Benvenuto tra noi! (Norman prende per un braccio Forbright e lo spinge verso la sala da pranzo)

NORMAN          Grazie mister Forbright. Troverà la tovaglia nell'armadio là in fondo. Mentre le posate sono nel cassetto del tavolo. (Lo spinge in sala da pranzo e chiude la porta dietro di lui) Bene, dov'eravamo ?

JENKINS            Il padre di Ricky Bassett? (a Eric indicando George) Ma lei mi ha appena detto che questi è il suo padrone di casa: Eric Swan           !

ERIC                   Certo che l’ho detto, ed è la verità.

JENKINS            Come può mister Swan essere il padre di Ricky Bassett ?

ERIC                   (colto di sorpresa si gira verso Norman) Una volta me l'avevi spiegato, vero Ricky?

NORMAN          (guarda Eric in cagnesco, poi fingendosi sordo) Ha detto qualcosa mister Thompson?

JENKINS            Mister Bassett!

ERIC                   Vuole te, Ricky!

JENKINS            (lentamente di fronte a Norman) Come può mister Swan essere suo padre?

NORMAN          (non può scappare) Bene... quando io ero ragazzo, mio padre (guarda cattivo Eric) il boscaiolo, perse il suo lavoro. La famiglia versava in gravi condizioni così loro decisero di farmi adottare dal signor e dalla signora Swan.

JENKINS            Così mister Swan era suo padre adottivo.

ERIC                   Sì, da parte di madre.

JENKINS            (a Norman) Mi sta dicendo che sia suo padre naturale che suo padre adottivo sono morti entrambi questa mattina? (sguardo di odio di Norman a Eric)

NORMAN          Si.

ERIC                   Si. Mister Eric Swan qui (indica George) e mister Norman Bassett...ehm... di sopra (indica)

JENKINS            Lei ha perso entrambi i padri in solo giorno.

NORMAN          Si

ERIC                   Quando si parla di sfortuna.

JENKINS            Mi dica Mister Bassett, come è morto il suo vero padre: Norman Bassett?

NORMAN          E’…è caduto da un albero.

JENKINS            Buon Dio, e il suo corpo è di sopra?

NORMAN          Praticamente dov'è atterrato!

JENKINS            E il becchino deve occuparsi anche di questo corpo?

ERIC                   No, è una sorpresa che teniamo per dopo. Ovviamente, mister Swan non è in grado di firmare i suoi moduli, mister Jenkins. Così penso sia meglio dimenticare le richieste per ulteriori sussidi.

NORMAN          (canzonatorio) E’ molto generoso da parte sua, mister Thompson.

ERIC                   Un piccolo sacrificio in considerazione delle sue perdite, Ricky. (Eric apre la porta d'ingresso e sorride gentilmente a Jenkins) Così mister Jenkins deve rassegnarsi a tornare al suo ufficio con i moduli non firmati.

JENKINS            (con aria gioviale) Ma io non devo ritornare!

ERIC                   Non deve?

JENKINS            La signora Swan può firmare i miei moduli.

NORMAN          Oh! mio Dio (si siede con la testa tra le mani)

ERIC                   Come ha detto?

JENKINS            Secondo quanto da lei indicato la signora Swan è egualmente sua padrona di casa come il signor Swan.

ERIC                   …e?

JENKINS            In ogni caso la signora Swan può tranquillamente testimoniare che lei ha passato la sua convalescenza dalla gotta qui, negli ultimi sei mesi.

ERIC                   (estremamente preoccupato) Ma questa sì che è una buona notizia!

JENKINS            E’ a casa la signora Swan ?

ERIC                   No. Assolutamente no. Lei è al lavoro. (Chapman entra dalla camera da letto)

CHAPMAN        Oh, scusate l'interruzione. (Eric colto di sorpresa guarda Chapman poi guarda Jenkins e poi di nuovo Chapman)

ERIC                   Lei è nuovo qui dentro vero?

CHAPMAN        Sì. Credo di sì. Qualcuno ha visto mister Swan? (Eric e Jenkins guardano allo svenuto e coperto zio George)

ERIC                   No. No, però non è lontano da qui. E... chi è che lo vuole sapere?

CHAPMAN        Io, il dottor Chapman.

ERIC                   (preoccupato) Dottore?

CHAPMAN        Suppongo che mister Swan sia svenuto.

ERIC                   Svenuto?

CHAPMAN        Ha battuto fortemente la testa nella porta.

JENKINS            (a Norman) Ma allora è così che è successo! (Norman ha un forte attacco di tosse. Linda entra dalla camera da letto)

LINDA               L'ha trovato, dottor Chapman? (vede Eric e caccia indietro le proprie emozioni) Oh!

ERIC                   (per sviare) Ah… credo di sapere chi è lei!

LINDA               Io invece comincio a capire chi tu sia veramente. Dottor Chapman devo parlare in privato. (Eric zoppicando tira Linda in disparte)

ERIC                   Non vedi che c'è gente?

LINDA               Non m'importa, anche se ci fosse qui la regina madre (accorgendosi della sua zoppia) Perché zoppichi?

ERIC                   Io non zoppico.

LINDA               Però hai un bastone.

ERIC                   Oh, non è niente. Una cosa vecchia.

LINDA               Cosa?

JENKINS            È per la sua gotta!

ERIC                   Grazie mister Jenkins.

LINDA               Gotta?

JENKINS            Sì, ed è molto fastidiosa.

LINDA               Ma tu non hai mai avuto la gotta.

JENKINS            Cosa?

ERIC                   (pieno di energie) Sì, ecco quello che mi piace. Pensieri positivi. Pensieri positivi. È questo il trucco. Questo ti fa stare meglio. Io continuo ripetere a me stesso: “Io non ho la gotta. Io non ho la gotta. Io… (come per un miracolo improvviso smette di zoppicare e fa un saltello di gioia) Dio! Guardate! Mi sento già meglio. Meraviglioso. Grazie.

CHAPMAN        Forse meglio che torni in un momento migliore.

NORMAN          Penso che sia meglio che noi tutti torniamo in un momento migliore. (Chapman si siede)

LINDA               Io ti avevo detto di andartene di sopra.

JENKINS            Io credo che è meglio che stia qui, adesso.

LINDA               E lei chi è?

NORMAN          (intromettendosi rapidamente tra Jenkins e Linda) È il signore della sala da pranzo!

LINDA               Chi?

NORMAN          Il signore che è rimasto chiuso in sala da pranzo. (A Jenkins) Non è vero?

JENKINS            Si, sono io. E lei chi è, signora?

NORMAN          (si intromette ma finge sordità) La signora sta benissimo!

JENKINS            (lentamente) Ho chiesto: “La signora, chi è?

LINDA               Io sono...

NORMAN          (intromettendosi rapidamente tra Jenkins e Linda) E’ la signora della cucina!

JENKINS            (intimorito fa un passo indietro) La signora della tappezzeria?

NORMAN          Certo. La signora che è rimasta chiusa in cucina (a Linda) Non è vero?

LINDA               Sì, sono io.

ERIC                   (felice di essersela cavata ancora una volta) Bene. Il signore della sala da pranzo e la signora della cucina. Penso che per oggi non ci siano altre presentazione da fare. Che ne dite di una tazza di tè? (Eric cerca di spingere Linda in cucina)

LINDA               L'ho preparato prima il tè.

ERIC                   Che ne dici di prepararlo fresco?

CHAPMAN        (alzandosi in piedi) Vado io a mettere su il bollitore.

LINDA               (decisa) Stia seduto, lei.

CHAPMAN        (siede) Sì.

JENKINS            (a Norman) Ma se lei (indica Linda) è la signora che era chiusa in cucina, lei è sua…

NORMAN          (non lo lascia finire) Esatto. Proprio lei!

ERIC                   Ha indovinato!

JENKINS            Ma sembra così giovane!

LINDA               Cosa?

NORMAN          Che cosa carina da dire. (A Linda) Hai sentito, com’è galante mister Jenkins? Ha detto che lei sembra molto giovane. Il trucco è sicuramente in quella nuova crema da viso che sta usando.

ERIC                   Fa miracoli.

NORMAN          Adesso perché non vai a prepararci un bel tè caldo, come ai vecchi tempi?

LINDA               Vecchi tempi?

NORMAN          Si, quando tornavo da scuola!

LINDA               (a Eric) Ma di cosa sta parlando? (Eric fa segno che non ne ha idea)

NORMAN          Ma si, lo facevi sempre. Una tazza di tè e una fetta di torta, prima che iniziassi i compiti!

LINDA               Lontano da me, Norman! Voglio parlare con mio marito!

JENKINS            (attonito guarda su per le scale) Parlare con suo marito?

ERIC                   (grande sorriso a Jenkins) Certo che potrà farlo! Anzi… (solenne) …sono sicuro che lei parlerà con suo marito. Tutti noi vogliamo parlargli. (a Norman) Non è vero?

NORMAN          (anche lui solenne) Certo. Ma non si può!

LINDA               Non si può?

NORMAN          (con voce di pianto) No. Sarebbe meraviglioso poter ascoltare le sue ultime parole, ma ahimé…

LINDA               Ma di cosa stai parlando, Norman?

NORMAN          Esatto proprio di lui… (pianto a beneficio di Jenkins) ...del povero Norman sto parlando. Che ne dici adesso del tè?

LINDA               Ho detto che non lo voglio il tè!

CHAPMAN        (alzandosi) Ma se volete lo metto io il bollitore! 

LINDA               (decisa) Stia seduto, lei.

CHAPMAN        (siede) Sì.

LINDA               (a Eric) Per favore, vuoi liberarti di Norman!

JENKINS            (attonito guarda su per le scale) Liberarsi di Norman?

ERIC                   Non pensi che possa restare almeno per un po’?

LINDA               No!

JENKINS            “Liberarsi di Norman” Come può parlare così, signora?

LINDA               Sono stufa di lui. Che si aggira per la casa come un cattivo odore!

JENKINS            Signore Iddio!

LINDA               (a Eric) Sai cosa ti dico? Se non ti decidi tu, lo butto io in mezzo alla strada.

JENKINS            (attonito) Signora, un po’ di rispetto!

LINDA               Per cosa?

JENKINS            Per il povero Norman!

LINDA               No, oggi no! Perché oggi è più fastidioso del solito!

JENKINS            Prego?

LINDA               E’ una mattinata terribile per me, e non posso sopportare di vedermelo intorno come un stupido.

JENKINS            In tutta la mia vita, non ho mai sentito nessuno parlare così.

LINDA               E spero che si tolga dalle scatole e liberi di sopra il più presto possibile.

JENKINS            Signore Iddio!

ERIC                   Mister Bassett, perché non porta in cucina mister Jenkins e gli offre una tazza di tè?

JENKINS            Ho bevuto abbastanza tè da poter farci galleggiare un battello!

NORMAN          Allora che ne dice di un goccino di sherry?

CHAPMAN        (alzandosi) Posso servirvelo io lo sherry!

NORMAN e JENKINS        (assieme) Stia seduto, lei!

CHAPMAN        (siede) Sì.

JENKINS            Non è un po’ presto per lo sherry a quest’ora? (indica l’orologio)

NORMAN          No, va tutto bene. Quell’orologio resta indietro. Mi segua.

JENKINS            Nel frattempo qualcuno può cercare di rintracciare la signora Swan! (Norman lo spinge in cucina e chiude la porta dietro di loro)

LINDA               Rintracciare la signora Swan?

ERIC                   Non farci caso.

LINDA               (indicando la cucina) Perché quell’uomo mi vuole?

ERIC                   Non vuole te. Piuttosto… (indica Chapman) perché quell’uomo vuole me?

LINDA               (a Eric) Vuole me!

CHAPMAN        (a Eric) Non voglio lei!

ERIC                   Lei ha chiesto del signor Swan

LINDA               (indicando la cucina) E lui ha chiesto della signora Swan!

ERIC                   Non sei tu la signora Swan che sta cercando. Vuole mia madre.

LINDA               Tua madre?

ERIC                   Esatto.

CHAPMAN        (a Eric) Così anche lei si chiama Swan?

ERIC e LINDA (assieme) Si!

CHAPMAN        (si siede e scrive) Ah!

LINDA               (indicando la cucina) Quell’uomo è del Servizio Sanitario?

ERIC                   Ehm… si.

LINDA               Quello che ha disinfettato la camera da letto per non so quale virus contagioso?

ERIC                   Ehm… si.

LINDA               E cosa vuole quell’uomo da tua madre?

ERIC                   Deve…disinfettarla.

LINDA               Disinfettarla? (siede sul divano accanto a George, sempre sotto la coperta) Chi c’è qui?

ERIC                   (cercando di portarla via) Cosa? No, non è nessuno. (con un gesto come un prestigiatore Linda scopre il semivestito George) Abracadabra!

CHAPMAN        Santo cielo! Ma è mister Swan!

LINDA               Cosa diavolo gli è successo!

ERIC                   Niente. Va tutto bene. Ha sbattuto in una porta.

LINDA               Ma è seminudo!

CHAPMAN        Era già così quando sono arrivato!

LINDA               (preoccupata) Perché è seminudo?

ERIC                   Si… stava cambiando…

LINDA               Cambiando.

ERIC                   Stava indossando qualcosa di mio. Gli piace di tanto in tanto mettersi qualcosa di diverso.

LINDA               Qualcosa di diverso? Come hai potuto farmi una cosa del genere?

ERIC                   Farti cosa?

LINDA               Come pensi che mi senta dopo averti scoperto?

ERIC                   (allarmato) Scoperto cosa?

LINDA               Che sei un travestito!

                            (Eric impiega qualche momento per rispondere ed ogni volta che cerca di farlo si blocca. È totalmente confuso e perso. Si siede sul divano accanto a George)

CHAPMAN        (è accanto Linda e indica Eric) Questi immagino sia il famoso zio George?

LINDA               (che crede abbia indicato George) Naturale che è lo zio George!

CHAPMAN        Ah!

LINDA               Come hai potuto essere così spudorato!

ERIC                   Spudorato?

LINDA               (a Eric) Avrei dovuto immaginare che avresti combinato qualcosa da quando hai smesso di fumare!

CHAPMAN        Signora Swan, non penso che possa attribuire la condizione di suo marito al fatto che Zio George abbia smesso di fumare!

LINDA               Zio George non ha mai fumato!

CHAPMAN        Allora come ha fatto a smettere?

LINDA               (a Eric) Ecco perché hai smesso di giocare a rugby!

CHAPMAN        Zio George ha smesso di giocare a rugby?

LINDA               Zio George non ha mai giocato a rugby.

CHAPMAN        (a Eric) Ma siete sicuri di chiamarvi Swan?

ERIC e LINDA (assieme) Si! (Chapman siede confuso)

SALLY               (entra dalla sala da pranzo. Eric le va incontro veloce) Credo che di là sia tutto pronto… Dov’è andato il giovane mister Bassett?

ERIC                   Se n’è andato e adesso se ne va anche lei.

SALLY               Ma io non ho ancora finito.

CHAPMAN        Zio George ha qualche fratello?

LINDA               No.

SALLY               Io sapevo che ha un fratello gemello: Norman. (Eric le lancia un’occhiataccia)

LINDA               Un fratello gemello?

CHAPMAN        e… lo zio Norman fuma o gioca a rugby? (tutti lo guardano male) Scusate! (si ritira rapidamente in camera da letto)

ERIC                   (A Sally) Adesso per favore se ne vada.

SALLY               Ma io sono impegnata.

ERIC                   Non importa.

LINDA               Impegnata, con chi?

SALLY               Con mister Bassett! (Dietro di lei, Eric indica a Linda la propria fede nuziale)

ERIC                   Ma certo, impegnata con mister Bassett! (Linda così crede di essere di fronte a Brenda la fidanzata di Norman)

LINDA               Ma allora lei deve essere… (ricorda la loro telefonata precedente) Oh Dio! La mia telefonata di prima…

SALLY               Si?

LINDA               … mi spiace di essere stata così sgarbata.

SALLY               Sgarbata?

ERIC                   Sgarbata? No! Lei non pensa che tu sia stata sgarbata.

LINDA               (prende le mani di Sally) Bene, è bello incontrarla alla fine.

SALLY               Prego?

LINDA               E’ una piacevole sorpresa!

SALLY               Sorpresa?

LINDA               Non pensavo che ci saremmo viste prima di Sabato!

SALLY               Sabato?

LINDA               Si, sabato. In chiesa.

SALLY               In Chiesa?

ERIC                   (interviene mimando) Ha presente: qui c’è la chiesa, qui il campanile e dentro ci va la gente.

SALLY               Ho capito. Sabato in Chiesa. (indica George) La data è già stata fissata?

LINDA               (ci mette un momento) Ma come… lei non lo sa?

SALLY               Mi spiace ma non credo di poter esserci sabato. Ho preso un altro impegno per sabato!

LINDA               Un altro impegno? (Linda guarda ansiosa Eric. Eric alza le spalle) E il povero Norman?

SALLY               Qual è il problema?

LINDA               Se lei sabato non ci sarà, lui sarà distrutto!

SALLY               Lui chi?

LINDA               Norman, naturalmente.

SALLY               Ma… (non sa cosa dire, poi decisa) Norman è morto!

LINDA               Cosa?

ERIC                   Capisco! “Norman è morto!” L’amore viene e l’amore và. Il momento prima tu lo ami come se fosse la fine del mondo ed il momento dopo “È morto” E lo butti là: come un vecchio sacco di patate.

SALLY               Ma cosa sta dicendo?

ERIC                   …e probabilmente ha già un altro ragazzo!

SALLY               Signor Thompson!

ERIC                   È così che si chiama? (Eric la prende per le braccia e la spinge verso la sala da pranzo, mentre Chapman entra dalla camera da letto)

CHAPMAN        Ho completato i miei appunti.  Vorrei fissare un appuntamento per un’altra volta.

LINDA               Io voglio concludere oggi!

ERIC                   (a Sally) Lei vada di là e mediti su quanto ha detto!

SALLY               Meditare?

ERIC                   Meditare… IN SILENZIO! (la spinge in sala chiudendo la porta dietro di lei)

LINDA               Che pessima ragazza! Liberati di lei! Liberati di tutti. Il dottor Chapman ed io vogliamo parlarti da solo.

ERIC                   Parlarmi di?

CHAPMAN        Parlargli di?

LINDA               Di tua madre!

ERIC                   Tu vuoi parlarmi di mia madre?

CHAPMAN        …la madre di zio George?

LINDA               (furiosa, indicando Eric) Sua madre.

ERIC                   Tu vuoi parlarmi di mia madre?

LINDA               (scoppiando in lacrime) Si… e delle sue grosse tette! (Fugge in camera da letto)

CHAPMAN        (fa per dire qualcosa ma cambia idea e si avvia dietro a Linda) Scusi! (entra in camera e chiude la porta)

ERIC                   (Va ad aprire la porta della cucina e urla dentro) Norman!

NORMAN          (affacciandosi appena) Norman è morto! ( e scompare)

ERIC                   Io intendo Ricky, il figlio di Norman. Posso dirgli una parola?

NORMAN          (Sempre affacciandosi) Ricky non può. Sta versando lo sherry.

ERIC                   (lo strappa fuori. Gridando verso l’interno) Signor Jenkins, glielo rubo solo per un minuto. Si serva pure da solo. (Chiude la porta) Norman! La nostra situazione peggiora a vista d’occhio!

NORMAN          Peggiora? E’ dannatamente moribonda!

ERIC                   Zitto. Dobbiamo trovare il modo di liberarci di Jenkins.

NORMAN          E come? Ha detto che starà qui fin che non gli presentiamo mister Swan!

ERIC                   Maledetto!

NORMAN          E ha già spazzolato tutti i tuoi biscotti!

GEORGE            (Si mette a sedere. Confuso) I miei vestiti sono pronti?

ERIC                   Zio George! (Eric e Norman accorrono al divano)

GEORGE            (confuso) Io devo mettermi i tuoi vestiti.

ERIC                   Scordatelo ora!

NORMAN          E’ tutto finito. Vada a casa.

GEORGE            Ho voglia di andare a letto. (Sviene di nuovo tra le braccia di Norman)

NORMAN          No, zio George, non ci lasci di nuovo! (Lo schiaffeggia ripetutamente per farlo rinvenire. Jenkins entra dalla cucina con un bicchiere di sherry, fa per dire qualcosa ma si ferma ad osservare Norman. Norman dopo un attimo si accorge e con indifferenza si gira verso Jenkins)

JENKINS            Cosa diavolo sta facendo al povero mister Swan?

NORMAN          Sto colorandogli un poco le guance!

JENKINS            Signor Bassett! E’ meglio che lasciate il vostro padre adottivo nelle esperte mani di mister Forbright!

NORMAN          Mi pare giusto!

JENKINS            Bene. Mentre ero in cucina, mi è fischiato un orecchio!

NORMAN          E’ la lavastoviglie!

JENKINS            No, no! (lentamente a Norman) La donna di prima. Quella era sua madre vedova?

NORMAN          Certo!

JENKINS            Sono sicuro che sia troppo giovane per essere sua madre.

ERIC                   Ha ragione. Infatti è la sua matrigna!

NORMAN          (quasi sviene) Oh mio Dio!

JENKINS            La sua matrigna?

NORMAN          (parla con Jenkins mandando occhiatacce a Eric) Prima che mio padre perdesse il suo lavoro ed io fossi adottato dagli Swan…

JENKINS            Si?

NORMAN          …mia madre morì. Così mio padre - il boscaiolo- si risposò, e lei è la mia matrigna.

JENKINS            Ho capito. Questo spiega il perché lei abbia così poco rispetto per suo padre, Norman.

NORMAN          Grazie a Dio qualcosa si spiega.

JENKINS            E come è morta la sua vera madre?

NORMAN          Colpita da un ramo di una pianta che papà stava tagliando.

JENKINS            Che disgrazia!

ERIC                   Shoccante! (Jenkins vuota il suo sherry in un solo colpo) Perché non va in cucina e se ne versa un altro.

JENKINS            No, tre sono abbastanza per me, a quest’ora della mattina. Credo che adesso debba chiamare la signora Cowper. (Jenkins fa per prendere il telefono ma Eric lo precede)

ERIC                   No! Lei non deve farlo!

JENKINS            Lei ha ragione! Non dovrei farlo. Ma dato che non ho notizie della vostra padrona di casa è meglio che avvisi l’ufficio.

ERIC                   No, perché la signora Swan, sarà qui al massimo in un quarto d’ora!

JENKINS            Veramente?

NORMAN          (preoccupato) Cosa?

ERIC                   Le ho telefonato al lavoro e lei sta tornando a casa.

JENKINS            Mi fa piacere sentirglielo dire!

NORMAN          (tra sé) Anche a me!

ERIC                   Così nel frattempo lei potrà farsi un altro bicchierino! (lo avvia verso la cucina)

JENKINS            A proposito! Lo sa che la lavastoviglie della signora Swan fa un rumore strano?

ERIC                   Lo so. Bisognerebbe dargli un’occhiata.

JENKINS            (entusiasta) Se vuole posso dargliela io.

ERIC                   La signora Swan le sarà grata. (Jenkins va in cucina e chiude la porta)

NORMAN          Come diavolo possiamo presentargli la signora Swan? Linda non sa nulla ed inoltre lui crede che lei sia la mia stramba matrigna vedova che mangia la tappezzeria.

ERIC                   Lo so! E’ per questo che dobbiamo far rinvenire lo zio George. Lo vestiamo con i vestiti della maternità, gli mettiamo una parrucca bionda e  lo spacciamo per la signora Swan.

NORMAN          (crede che Eric scherzi) Sarà veramente carino. Vestito con i panni di una puerpera e con una lunga parrucca bionda. (Ride ma poi si rende conto che Eric fa sul serio) Oh mio Dio!

ERIC                   (si sta dando da fare con George) Aiutami con zio George .

NORMAN          Ma dici sul serio? Vuoi far passare zio George per tua moglie?

ERIC                   Non mia moglie. Io sono mister Thompson, non ricordi? Zio George deve essere la moglie del signor Swan, anzi la sua vedova!

NORMAN          E chi fa allora mister Swan?

ERIC                   Nessuno! Mister Swan è morto!

NORMAN          Mi sto perdendo!

ERIC                   Non importa. Vai a prendere i Sali!

NORMAN          (indica il sacco della spazzatura) Ti ho già detto che non ci sono. Ho pensato di usare questo. Ci son dentro gli avanzi di ieri del cibo del gatto. (annusano assieme il sacco e si ritirano schifati) Forza, facciamoglielo annusare.

                            (Eric e Norman cercano di introdurre la testa di George nel sacco. Forbright entra dalla sala da pranzo e resta attonito vedendo quello che stanno facendo. Loro non lo notano fino a…)

FORBRIGHT     Signori! (si fermano all’istante) In nome di Dio, cosa state facendo al povero mister Bassett?

NORMAN          Pensavo… che… se mi fossi arrangiato da solo avrei risparmiato sulle spese del funerale.

FORBRIGHT     Cosa?

ERIC                   E quatto quatto, questa notte avrebbe messo fuori il sacco.

FORBRIGHT     Mister Bassett. Disfarsi del corpo buttandolo nella spazzatura è una pessima maniera di dare una sepoltura al suo caro padre.

ERIC                   (a Norman) Te l’avevo detto anch’io, Ricky!

FORBRIGHT     Mister Bassett, noi siamo pronti per suo padre.

NORMAN          No!

FORBRIGHT     Lo stenderemo beatamente sul tavolo da pranzo.

NORMAN          Non potete farlo!

FORBRIGHT     Perché no?

NORMAN          Perché… perché…

ERIC                   Perché Ricky si è appena ricordato che sua madre stasera ha una cena!

NORMAN          (sollevato) Vero!

ERIC                   La signora Bassett invita alcuni amici per cena, e non credo che vogliano Norman come centro tavola.

FORBRIGHT     Mister Bassett, credo che a questo punto sia meglio per tutti che io porti suo padre nella mia camera mortuaria. (i due bloccano sul nascere l’idea di Forbright)

ERIC e NORMAN (assieme) No!

FORBRIGHT     Signori, per favore…

NORMAN          (interrompendolo) No, non può portare via papà. Almeno fino a quando tutti i parenti non saranno venuti a porgere il loro ultimo saluto.

FORBRIGHT     Tutti i parenti?

NORMAN          (cerca ispirazione in Eric) Si, c’è …

ERIC                   (suggerisce) La nonna, Norman!

NORMAN          La nonna Norma, si. Poi c’è…

ERIC                   La sorella… Rosemary…

NORMAN          Esatto sorella Rosy e poi …

ERIC                   Bertie…

NORMAN          … e il mio caro fratello Bertie. E tutti devono venire a porgere l’ultimo saluto a papà in questa casa.

FORBRIGHT     Va bene. Ma non possiamo lasciarlo così sul divano.

ERIC                   Possiamo metterlo in una delle camere al piano di sopra.

FORBRIGHT     Bene. Sposteremo tutto di sopra.

ERIC                   Grazie. Molto gentile. (Forbright si avvia verso la cucina)

GEORGE            (apre gli occhi, stordito) Salve! (Forbright si volta, Norman si precipita sul divano accanto a George)

NORMAN          Salve!

FORBRIGHT     (cortesemente) Buongiorno, mister Bassett! (si gira verso la cucina)

GEORGE            Quella maledetta porta! (Forbright si volta di nuovo)

NORMAN          (indicando la porta della cucina) Quella maledetta porta. Quella brutta orribile, schifosa porta. La odio. La seppellirò con papà.

FORBRIGHT     Non può seppellire una porta!

ERIC                   E’ vero! Ti conviene cremarla!

                            (Forbright se ne va in cucina. Norman cerca di far rinvenire George. Eric prende dall’armadio a muro lo scatolone coi vestiti)

NORMAN          (afferrando George) Forza, zio George, andiamo. No, no! Eric guardalo! Non è in grado di impersonare tua moglie.

ERIC                   Hai ragione. Non è possibile. Dobbiamo abbandonare l’idea che Zio George faccia Linda. (deciso) Tu lo farai al suo posto.

NORMAN          Grazie al cielo, una volta ragioni. (si rende conto) Cosa devo fare io?

                            (Eric da lo scatolone in mano a Norman che cerca di replicare ma…)

ERIC                   Muoviti, non abbiamo tempo da perdere. Jenkins non ti riconoscerà  con questa roba. Se poi insistiamo con lo sherry… Fuori c’è vento, per cui scompigliati i capelli sul viso e mettiti un foulard. Se fai le cose per bene neanche Brenda ti riconoscerà.

NORMAN          (che ha quasi raggiunto le scale) Oh! Brenda! (Linda entra dalla camera. Norman nasconde lo scatolone sulle scale)

LINDA               Eric!

ERIC                   Si, amore?

LINDA               Il dottor Chapman vuole vederci ADESSO in camera. (Chapman si affaccia dalla camera)

CHAPMAN        Se è occupato io suggerirei…

LINDA               ADESSO!

ERIC                   Ma abbiamo gente!

NORMAN          Ma avete gente…

LINDA               (urla) ADESSO!

CHAPMAN        Scusate. (rientra in camera)

LINDA               Hai cinque minuti. Cinque minuti per liberarti di tutti, altrimenti lo farò io personalmente.

ERIC                   Norman se ne stava giusto andando di sopra. Vero Norman?

NORMAN          Stavo andando a prendere un Alka Seltzer. (se ne va dalle scale)

                            (Sally entra dalla cucina con alcune tovaglie in mano)

SALLY               Scusate.

LINDA               Lei… fuori!

SALLY               Non so chi lei sia, ma non sta rendendo certamente le cose più facili.

LINDA               Sono la padrona di casa di Norman!

SALLY               Bene. Vorrà dire che con lui farò il più presto possibile.

LINDA               (acida) Che carina!

SALLY               (avviandosi vero le scale) Se lei non si intromette!

LINDA               Dove sta andando con quelle?

SALLY               Nella camera di Norman.

LINDA               Cosa deve fare con Norman, nella sua camera?

ERIC                   (spaventato) Linda, lascia perdere!

SALLY               Prima volevamo farlo sul tavolo in sala da pranzo…

LINDA               Fare cosa?

SALLY               Ma poi abbiamo deciso che un letto era molto meglio, e allora…

LINDA               Dopo di che lei lascerà Norman…

SALLY               Certo, non appena avremo finito!

ERIC                   (che teme il peggio) Sally, non faccia aspettare Norman, non si sa mai. (la spinge su per le scale. Sally esce)

LINDA               Ma… hai sentito? Lo sai cos’è quella? Una sgualdrina senza cuore…

ERIC                   Linda… (entra Forbright)

FORBRIGHT     Tutto a posto.

ERIC                   Bene

FORBRIGHT     Spero che per il giovane mister Bassett vada tutto bene. Credo che lo shock lo abbia colpito molto di più di quanto egli voglia ammettere.

ERIC                   Sì, lo penso anch'io.

LINDA               Quale shock? (Eric cerca di spingere Linda verso la camera da letto)

ERIC                   Non ha importanza. (Linda si libera dall'abbraccio di Eric e torna da Forbright)

LINDA               Cos'è successo?

ERIC                   Nulla che ti possa riguardare, cara.

FORBRIGHT     Il padre del signor Bassett è morto.

ERIC                   Per la miseria!

LINDA               Il padre del signor Bassett?

ERIC                   Morto. Così sembra.

FORBRIGHT     Questa mattina.

ERIC                   Sì, mister Bassett ci ha lasciato poco dopo che tu sei uscita.

LINDA               Santo cielo. E Norman non ha detto niente.

FORBRIGHT     Norman non ha detto niente... (Eric lancia un'occhiataccia a Forbright)

ERIC                   Ehm... no. Non penso che lo abbia fatto. Norman non ha detto una parola, quando si avviato tranquillamente peri sentieri celesti e… (mima il bussare, aprirsi di una porta, il salutare e chiudere la porta)

LINDA               Poveretto. (A Forbright) Di cosa è morto mister Bassett?

ERIC                   Febbre gialla.

FORBRIGHT     (inorridisce) Febbre gialla?

LINDA               Dio mio, questo spiega perché la gente del Dipartimento di Sanità è stata qui tutta mattina.

ERIC                   Sì. È successo tutto così all'improvviso.

FORBRIGHT     Improvviso?

ERIC                   Ci ha colto totalmente di sorpresa.

FORBRIGHT     Ma… con la febbre gialla, sicuramente il povero mister Bassett sarà stato a letto per intere settimane. Non dev'essere stata una cosa così improvvisa, come ha detto lei.

ERIC                   È vero. Si può dire che il povero mister Bassett sia morto poco alla volta. Ma la morte, la morte vera è avvenuta all'improvviso, così (mima) Come spegnere un interruttore. Click e la luce se ne và all'improvviso.

FORBRIGHT     Capisco. Ma la febbre gialla è altamente contagiosa.

ERIC                   (inorridito) Contagiosa?

FORBRIGHT     Questo cambia totalmente ogni cosa. Sono differenti le pratiche per la sepoltura di un corpo morto per una malattia molto contagiosa.

ERIC                   Davvero?

FORBRIGHT     Il corpo del signor Bassett deve essere immediatamente sigillato in un sacco e mandato per un’autopsia il più presto possibile.

ERIC                   (atterrito) Autopsia?

FORBRIGHT     Immediatamente.

ERIC                   (medita sul da farsi, poi a Linda) Che ne diresti di andare fuori a pranzo?

LINDA               Fuori a pranzo?

ERIC                   Grande idea. Perché non vai in quel ristorantino che c'è qui all'angolo? Io poi ti raggiungo e facciamo due chiacchiere?

LINDA               Io non vado da nessuna parte. (Forbright si avvia verso la sala da pranzo ma Eric lo precede)

FORBRIGHT     Credo sia meglio che raccolga tutte le mie cose.

ERIC                   No! Lei non faccia nulla.

FORBRIGHT     Devo rimuovere immediatamente il corpo.

ERIC                   No. Lei non deve.

LINDA               (a Eric) Non è il caso di sentire cosa ne pensa Norman?

ERIC                   No, non credo!

FORBRIGHT     (guardandolo lo svenuto George) Sentire cosa ne pensa Norman?

LINDA               Naturalmente!

FORBRIGHT     Non vorrei essere scortese ma non credo sia importante quello che Norman pensi in proposito.

LINDA               Lei sta per portare via quest'uomo per fargli autopsia, e non vuole sapere cosa ne pensa Norman?

FORBRIGHT     Veramente non mi importa!

LINDA               Non le importa? Porco maiale!

FORBRIGHT     Porco maiale?

ERIC                   Porco, maiale, suino. Linda ordina pure quello che vuoi, tanto sai che io mangio di tutto (spinge Forbright nella sala da pranzo, chiude la porta e si fa incontro a Linda che minacciosa va verso la sala da pranzo)

LINDA               Che uomo orribile!

ERIC                   E’ a causa del suo mestiere. (Chiamando verso le scale) Norman!

LINDA               Adesso forse possiamo parlare cinque minuti col dottor Chapman.

ERIC                   Adesso no. Ho cose più importante da fare adesso. (George, alle spalle di Linda si mette a sedere)

GEORGE            Devo mettermi degli altri vestiti. (ricade svenuto)

LINDA               Cosa hai detto?

ERIC                   Ho detto “Devo mettermi degli altri vestiti” (Linda scoppia in lacrime e corre in camera da letto) (a George) Forza zio George, devo toglierti da un grosso problema. Allora! Di sopra no, in cucina no, in sala da pranzo no. Diavolo, dove ti metto? (vede la cassapanca sotto la finestra) Ecco dove ti metto zio George.

                            (Apre la cassapanca, torna al divano, a fatica solleva lo zio George e lo trascina fino la cassapanca. Non visto Forbright appare dalla camera da letto e si ferma sulla soglia inorridito nel vedere cosa combina Eric. La cassapanca contiene a malapena il corpo di George, così Eric prima infila la testa poi gli infila i piedi. Il sedere di George resta sollevato così Eric cerca di spingerlo giù)

FORBRIGHT     Mister Thompson!

ERIC                   Ah! (chiude la cassapanca di colpo, gli salta sopra ed usando la tendina un mo' di straccio finge di pulire i vetri)

FORBRIGHT     Cosa stava facendo con il corpo del povero mister Bassett?

ERIC                   Volevo vedere se entrava tutto! (A palmi misura la lunghezza la cassapanca) Dovete fornirci una cassa di misura in extralarge.

FORBRIGHT     Perché?

ERIC                   (estrae dalla cassapanca degli sci con scarponi e racchette) Mister Bassett ha manifestato la volontà di essere sepolto con la sua attrezzatura da sci.

FORBRIGHT     Scarponi compresi?

ERIC                   Naturalmente!

                            (Jenkins entra dalla cucina con nella mano destra una bottiglia di sherry e nella sinistra un martello. Le sue braccia sono coperte di schiuma)

JENKIN              Mister Thompson, la sua lavastoviglie sta facendo un rumorino davvero simpatico.

ERIC                   Non importa!

JENKINS            Ma ha cominciato a buttare fuori schiuma.

ERIC                   (correndo verso la cucina) Maledetta macchina!

FORBRIGHT     (indicando la cassapanca) Mister Thompson, deve tirar fuori il povero signor Bassett.

ERIC                   Lo lasci dov’è. Tanto deve abituarsi a stare in una cassa, no? (Eric e Jenkins escono in cucina) (Sally entra dalle scale)

SALLY               Tutto pronto!

FORBRIGHT     Cambio di programma signorina Chessington!

SALLY               Oh no! Di nuovo?

FORBRIGHT     Occorre che urgentemente sigilliamo il corpo e gli facciamo fare un’autopsia.

SALLY               Autopsia?

FORBRIGHT     E dobbiamo procurare una cassa molto grande per farci stare la sua attrezzatura da sci!        (Forbright prende Sally per mano ed assieme si avviano alla porta di ingresso. Quando la aprono si vede fuori in piedi la signora Cowper, un’arcigna signora ispettore capo del DSS. La signora Cowper indossa un soprabito, un foulard in testa ed ha in mano una ventiquattrore. Nota per il regista. Come corporatura l’attrice che impersonerà la Cowper è meglio che assomigli a Norman) Buon giorno!

COWPER           Dubito che lo sia! (non invitata entra in casa. Forbright chiude la porta dietro di lei) Lei è mister Thompson.

FORBRIGHT     Ehm…no.

COWPER           Swan?

FORBRIGHT     No.

COWPER           Bassett?

FORBRIGHT     No. Forbright.

COWPER           Bene, mister Forbright. Io sono Magdalena Cowper.

FORBRIGHT     Signora Cowper…

COWPER           Signorina! Signorina Cowper. Ispettore capo del Dipartimento Sicurezza Sociale. Credo che il nostro mister Jenkins sia qui da questa mattina.

FORBRIGHT     Jenkins?

COWPER           Si, doveva fare un’ispezione riguardo un certo mister Thompson.

FORBRIGHT     Mister Thompson al momento è di là in cucina con un addetto del dipartimento di sanità. (Eric entra dalla cucina seguito da una scia di schiuma, ha uno straccio in mano e durante il dialogo che segue si asciuga e si toglie la schiuma)

ERIC                   (rivolto verso la cucina) La smetta di lagnarsi e tenga fermo il suo pollice sul tubo.

FORBRIGHT     Signor Thompson, questa signora chiede di lei!

ERIC                   (non dandogli retta, sempre rivolto verso la cucina) Va bene così. No, ho detto pollice.

FORBRIGHT     Nel frattempo io e la signorina Sally andiamo a vedere se possiamo procurarci qualcosa di più grande. (Sally e Forbright escono) (Eric chiude la porta della cucina e si rivolge alla Cowper. Resta un attimo a guardarla, ovviamente la scambia per Norman travestito scoppia in una sonora risata e poi le dà una pacca sul sedere)

ERIC                   (a Cowper) Sei una meraviglia!

COWPER           (meravigliata) Prego?

ERIC                   Fantastico. Fantastico. Si fa fatica a riconoscerti!

COWPER           Cosa?

ERIC                   Non abbiamo più nulla da temere. (Indicando il suo petto) Dì un po’ non ti sembra di averle un po’ troppo grosse?

COWPER           Oh!

ERIC                   Potevi raderti meglio, però. Si cominciano a vedere i tuoi baffi.

COWPER           Mister Thompson!!!

ERIC                   (imitandola) Mister Thompson. (ride ancora) Sei veramente grande. Queste poi… (le tocca il seno) Ballonzolano dappertutto. (fa in modo di girare Cowper che da le spalle all’entrata dalla scala. Norman entra dalle scale. Quando Eric si accorge di lui resta di ghiaccio. Non sa cosa fare, sia allontana un passo da Cowper e continua a guardare un po’ lei ed un po’ Norman) (Jenkins entra dalla cucina con schiuma dappertutto e bottiglia in mano; si ferma vedendo Cowper. Norman si rifugia su per le scale)

JENKINS            Signora Cowper. (Eric crede di morire. Per un momento la sua mente vacilla poi emette uno strano mugolio e si allontana)

COWPER           Mi vuole spiegare cosa significa il suo comportamento di poco fa?

ERIC                   Ehm…stavo giusto per dare una spiegazione alla cosa…

COWPER           Lo spero.

ERIC                   Signora Cowper, lei deve scusarmi, ma stamattina non so più cosa mi stia succedendo.

COWPER           Non ci sono scuse. Lei mi è testimone Jenkins.

ERIC                   (che si è ripreso) No, lei non capisce, io soffro della sindrome di Tourette.

COWPER           La sindrome di Tourette?

JENKINS            Un'irrefrenabile impulso ad insultare la gente.

ERIC                   Proprio così. Grazie mister Jenkins. (a Cowper) E nella fase finale della malattia chi ne soffre non si limita solamente ad insultare gli altri ma a volte effettua dei veri e propri abusi psicologici.

COWPER           Mio Dio!

ERIC                   Mi creda. È veramente imbarazzante!

JENKINS            Io ho letto molte riviste mediche ma non ho mai trovato traccia di abusi psicologici.

ERIC                   Eppure è così, stupidotto. (lo pizzica sul sedere. Jenkins sobbalza)

COWPER           Mister Thompson!

ERIC                   (le si avvicina) Stai zitta e fatti toccare (allunga le mani verso il suo seno. Cowper gli schiaffeggia le mani)

COWPER           Lontano da me!

ERIC                   Scusate. Non sapete quanto mi rincresce e mi vergogno di questo. (Cowper e Jenkins si avvicinano a lui) Mi succede di raro…ma quando capita (li pizzica entrambi) Scusate… scusate. Mi sforzerò di tenere la bocca chiusa e le mani ferme. (si allontana da loro)

COWPER           Lo spero. (si avvicina a Jenkins) Jenkins, è riuscito a far testimoniare mister Swan riguardo la malattia del mister Thompson?

JENKINS            No, perché mister Swan non è qui.

COWPER           E dov’è?

JENKINS            È morto!

COWPER           Mister Swan è morto?

ERIC                   Si, il povero mister Swan ci ha lasciati stamattina. Per questo non ha potuto firmare i suoi moduli. Ma lei non si deve preoccupare perché non appena torna la signora Swan potrà firmare in vece del marito. Così adesso lei può tornare tranquillamente al suo ufficio sapendo che mister Jenkins qui ha la situazione in pugno.

COWPER           Calma, mister Thompson. Io non sono così facile da accontentare.

ERIC                   (tra sé) Ci avrei giurato!

COWPER           Quando ritornerà la signora Swan dovrà rispondere a molte domande riguardo i suoi molteplici inquilini. E perché succedono tutte queste disgrazie in una casa apparentemente così tranquilla.

ERIC                   La signora Swan sarà felice di aiutarla.

JENKINS            Ci sono state anche due morti, questa mattina.

COWPER           Due morti?

JENKINS            Stamattina ci ha lascito anche mister Bassett oltre a mister Swan. Norman Bassett è morto cadendo da un albero.

COWPER           Mister Bassett, il taglialegna?

ERIC                   Si. Stava facendo un po’ di esercizio su un albero qui fuori quando si è spezzato il ramo su cui era e… (Cowper non crede loro)

COWPER           E non è morto nessun altro.

ERIC                   Certo che no. Assolutamente no.

JENKINS            No, se non contiamo la prima madre di Richy-Honest.

ERIC                   Oh mio Dio!

COWPER           La prima madre di Ricky-Honest?

JENKINS            Colpita in testa da un ramo di una pianta che il marito stava tagliando. (Cowper gli lancia un’occhiataccia) Così pare!

COWPER           Dov’è adesso la signora Bassett? Intendo la vedova di Norman?

JENKINS            Credo che sia rinchiusa per motivi di sicurezza. (Cowper gli lancia un’altra occhiataccia) È in quel periodo!

COWPER           Quale periodo?

JENKINS            Ha la luna in Urano! (altra occhiataccia)

ERIC                   La signora Bassett si è sentita male alla notizia della morte del marito.

JENKINS            La signora Bassett mangia la tappezzeria se loro non la rinchiudono.

LINDA               (entra furiosa dalla camera) Vuoi venire o no?

JENKINS            (rapidamente a Cowper) Mio Dio, è lei! Si è liberata!

CHAPMAN        (esce dietro a Linda) Non credo che ci sia l’atmosfera adatta per una tranquilla discussione famigliare.

LINDA               Seduto.

CHAPMAN        (sedendo) Si.

LINDA               E lei chi è?

ERIC                   Lei è… con mister Jenkins, il signore della sala da pranzo.

LINDA               Non siete ancora stanchi di spruzzare in giro?

COWPER           Prego?

JENKINS            Stia attenta signora Cowper, si ricordi di Urano

COWPER           Jenkins!

ERIC                   Si. Grazie mister Jenkins. Lei deve sapere che ha avuto una giornata terribile.

JENKINS            Sì, a causa del suo povero marito.

COWPER           Sì, naturalmente.

LINDA               (a Jenkins) Mio marito cosa?

ERIC                   (a Linda) Niente. È molto spiacevole. Tutto qui.

JENKINS            Ha tutta la nostra comprensione!

LINDA               Ma come diavolo l’avete scoperto?

JENKINS            Mister Swan ha telefonato al nostro dipartimento questa mattina.

LINDA               Cos'ha fatto?

ERIC                   Telefonato al loro dipartimento. Per farlo sapere anche a loro.

LINDA               Per fargli sapere cosa?

JENKINS            …del suo povero marito

LINDA               (a Eric) C'era bisogno di farlo sapere a tutti?

CHAPMAN        Si. In qualche caso una dichiarazione pubblica è veramente efficace. (Tutti lo guardano) Devo sedermi, non è vero? (si siede)

JENKINS            Sono cose che succedono. È perfettamente naturale.

LINDA               Perfettamente naturale?

JENKINS            Per esempio, a mio nonno è successo durante la prima guerra mondiale.

LINDA               Non voglio che mio marito prenda quella strada.

ERIC                   Non ti preoccupare cara.

LINDA               Tu è meglio che non parli. Sporco travestito.

ERIC                   Travestito? Sono furioso. Ecco cosa sono! (Linda scoppia in lacrime e corre in camera da letto)

CHAPMAN        (puntando un dito contro Eric) Lei deve spiegare molte cose, zio George.

JENKINS            Zio George?

ERIC                   Zio George? (suonano alla porta d'ingresso)

CHAPMAN        Scusate. (va in camera da letto) (il campanello suona di nuovo)

COWPER           (indicando a Jenkins di aprire la porta) Jenkins!

JEN                     Vado!

ERIC                   (cerca di precederlo, ma inutilmente) Vado io! (Jenkins apre la porta a Brenda, la fidanzata di Norman. È parecchio preoccupata)

JENKINS            Buongiorno.

BRENDA           Buongiorno. Sto cercando Norman!

JENKINS            Norman?

COWPER           Norman Bassett?

BRENDA           Si. Io sono Brenda Dixon.

ERIC                   Brenda!

BRENDA           Si. Sono Brenda, la fidanzata di Norman.

ERIC                   Diavolo!

COWPER           La fidanzata...

BRENDA           (a Cowper) Lei è la signora Swan?

COWPER           No, signorina.

BRENDA           (a Jenkins) Lei è il signor Swan?

JENKINS            No, signorina

BRENDA           (a Eric) È lei il signor Swan?

ERIC                   No, io sono Rupert Thompson. (fa le presentazioni) E questi è mister Jenkins. Credo che abbia già incontrato la signora Cowper, Mister Jenkins, signora Cowper.

COWPER           Mister Thompson!

ERIC                   …esatto. Mister Thompson, grazie. Signora Cowper: Mister Jenkins. Signora Cowper: Mister Jenkins. Signora Cowper: Miss Dixon. Miss Dixon (continuerebbe all’infinito se…)

BRENDA           Stamattina ho chiamato. Norman era qui, non è andato al lavoro.

JENKINS            Forse è meglio che si sieda, Brenda.

ERIC                   (cercando di portarla via) Perché non torna a casa, Brenda? La contatteremo più tardi.

BRENDA           (sfuggendo a Eric) No, sono preoccupata per Norman. Farfugliava al telefono. Voglio vederlo!

JENKINS            Deve essere successo prima del… (mima un volo)

ERIC                   Si.

BRENDA           Voglio vederlo.

JENKINS            Credo che sia meglio che si sieda!

ERIC                   No, non deve. Taci tu vecchio gufo. (Eric pizzica Jenkins. Cowper si avvicina a Brenda)

COWPER           Lei dice di essere la fidanzata di Norman Bassett?

BRENDA           Certo. Dobbiamo sposarci sabato! Dov’è?

COWPER           Sposarvi sabato?

BRENDA           Alla chiesa di Sant’Mary a mezzogiorno. Vedesse che bel vestito mi sono fatta.

COWPER           È sicura che il Norman Bassett che cerca, vive qui?

BRENDA           Sicurissima!

COWPER           Ma mister Bassett è già sposato.

ERIC                   Mio Dio! (Brenda da questo punto in avanti passa di sorpresa in sorpresa con preoccupazione sempre crescente ad ogni nuova rivelazione)

BRENDA           Già sposato? (mostra il suo anello di fidanzamento) Ma ci deve essere un errore!

ERIC                   C’è sicuramente un errore che spiegherà tutto.

JENKINS            Nessun errore. Nel mio archivio è scritto chiaramente: Mister Bassett è sposato da alcuni anni!

BRENDA           Oh… mio…Dio!

ERIC                   (cerca di sviare) Qualcuno vuole una tazza di tè? (nessuno gli dà retta)

JENKINS            (a Brenda) Perché, non lo sapeva?

BRENDA           Naturalmente che non lo sapevo. Non mi sarei mai fidanzata con un uomo già sposato.

COWPER           E questa è già la sua seconda moglie.

BRENDA           Seconda moglie?

JENKINS            La sua prima moglie è stata uccisa dalla caduta di un ramo da un albero. (mima una botta in testa)

BRENDA           Non posso credere a quello che mi state dicendo!

ERIC                   So come si sente… voglio dire… chi se lo sarebbe aspettato da Norman.

BRENDA           (gemendo) Norman!

JENKINS            Mister Thompson, qualcuno dovrebbe avvisare il figlio di Norman dell’arrivo di questa signora.

ERIC                   Non credo sia una buona idea.

BRENDA           (molto preoccupata) Figlio?

ERIC                   Definitivamente, non credo sia una buona idea, mister Jenkins.

BRENDA           (a Jenkins) Norman ha anche un figlio?

JENKINS            Ebbene si, Miss Dixon. Norman ha un figlio: Ricky-Honest! (Brenda caccia un urlo)

COWPER           Jenkins, la faccia sedere. (Brenda siede sul divano)

BRENDA           Grazie!

ERIC                   No, non deve sedersi!

JENKINS            Per l’amor del cielo: questa povera ragazza è sotto shock.

ERIC                   Perché adesso non se ne va a casa?  Nel pomeriggio la faremo parlare con la signora Bassett!

BRENDA           La signora Bassett?

ERIC                   Potreste trovare un accordo!

JENKINS            Un accordo? Per spartire un bigamo?

BRENDA           (gemendo) Bigamo? (decisa) Basta! Voglio vedere Norman. Subito!

ERIC                   No, questo è impossibile.

BRENDA           Perché impossibile? Dov’è Norman?

ERIC                   Norman… ehm… se n’è andato!

BRENDA           Andato?

JENKINS            (a Eric) Glielo dice lei o glielo dico io?

ERIC                   Nessuno deve dirglielo, razza di cretino. (lo pizzica ripetutamente)

COWPER           Mister Thompson!

ERIC                   Caspita! (fa per toccare il seno di Cowper) Bello! Bello! Bello! Scusi! Scusi! Scusi!

BRENDA           (preoccupata) Dirmi cosa?

ERIC                   (con disinteresse) Niente, niente! Norman se n’è andato e basta!

                            (Jenkins da dietro appoggia fraternamente le mani sulle spalle di Brenda)

JENKINS            Brenda?

BRENDA           Si?

JENKINS            Norman è morto!

BRENDA           (gridando) Cosa?

JENKINS            Questa mattina presto.

BRENDA           Cosa gli è successo?

JENKINS            Norman è caduto da un albero!

BRENDA           Norman è morto cadendo da un albero?

JENKINS            Si!

BRENDA           Oh mio Dio! (scoppia piangere tra le braccia di Jenkins)

ERIC                   (a Cowper) Ha visto cosa avete combinato? Vecchia ciabatta! E lei (Jenkins) grosso imbecille. Scusate! Scusate! Scusate!

BRENDA           (piangendo) Il mio povero, Norman!

COWPER           Portatela in camera da letto!

ERIC                   (sbarrando la strada) No, in camera no! Meglio in sala. Le darò qualcosa di forte.

JENKINS            Mi pare una buona idea. Ne abbiamo bisogno tutti.

COWPER           Jenkins!

ERIC                   (accompagna Brenda verso la sala da pranzo, apre la porta e indica) Là c’è l’armadietto dei liquori, si serva pure.

BRENDA           (si blocca sulla soglia) Aspettate un minuto. Cosa ci faceva Norman su un albero?

JENKINS            Stava facendo pratica.

BRENDA           Pratica di cosa?

JENKINS            Del suo lavoro, naturalmente.

BRENDA           Mi state dicendo che Norman, stava cercando di vendere delle scarpe stando su un albero?

JENKINS            Vendere scarpe?

ERIC                   (la spinge in sala) Era un albero di scarpe! (entra e chiude la porta dietro di sè) (Dall’ingresso entrano Sally e Forbright con una barella su carrello)

COWPER           A cosa serve, mister Forbright?

FORBRIGHT     Dobbiamo rimuovere immediatamente il corpo per un esame immediato.

COWPER           Il corpo di chi?

SALLY               Del povero Norman Bassett!

FORBRIGHT     Dovrebbe essere ancora nella cassapanca. (Si avvicina e la apre) Eccolo, è ancora qui. (indica Jenkins) Credo che l’incaricato del Dipartimento di Sanità approvi quello che sto facendo!

COWPER           Dipartimento di Sanità? (Cowper guarda Jenkins. Jenkins si guarda intorno cercando l’incaricato del Dipartimento di Sanità. Durante il dialogo successivo, Forbright e Sally estraggono dalla cassapanca George. Lo mettono sulla barella, lo coprono con un telo e lo assicurano con delle cinghie all’altezza della testa, del petto e delle gambe) Jenkins! Vuole spiegarmi cosa è successo qui questa mattina?

JENKINS            Tutto?

COWPER           Tutto!

JENKINS            (Tracanna un sorso dalla bottiglia di sherry, poi) Appena sono arrivato lo zoppicante malato di gotta Mister Thompson ha firmato per il suo rimborso dovuto ad infortunio sul lavoro. Mister Swan non era disponibile per controfirmare così sono stato presentato al suo figlio adottivo John Thomas Rickyone, un sordo disoccupato accordatore di piano. Poi, dopo aver inseguito su e giù Mister Swan abbiamo scoperto che in affetti egli era morto stamattina presto colpito da una porta di solida quercia. Così abbiamo chiamato la signora Swan. Nel frattempo abbiamo fatto la conoscenza dell’addolorata matrigna di Ricky-Honest che mangia la tappezzeria quando ha la luna in Urano e del suo ultimo marito aspirante bigamo che muore cadendo da un albero di scarpe mentre si allena come taglialegna.

FORBRIGHT     (che ha finito con George) Noi possiamo andare. (Eric entra dalla sala da pranzo con un vassoio con una bottiglia e dei bicchierini)

ERIC                   Chi si fa un goccio? (vede Sally e Forbright) No! (Torna in sala da pranzo per deporre il vassoio che cade con rumore di vetri e ritorna in scena per bloccare la barella) Cosa pensate di fare?

FORBRIGHT     Gliel’ho detto, mister Thompson, nei casi di contagio grave il corpo di mister Bassett deve essere portato via per un’autopsia urgente.

ERIC                   Voi non potete fare un’autopsia al povero Norman! (Sally e Forbright tirano la barella verso l’uscita, Eric verso dentro)

COWPER           Contagio grave? Ma non è morto cadendo da un albero?

SALLY               No. Febbre gialla. (A Eric) Ci lasci andare, mister Thompson!

ERIC                   Voi non andate da nessuna parte!

FORBRIGHT     Dobbiamo portarlo all’ospedale.

ERIC                   Andate avanti e preparate il posto. Ve lo porto dopo io.

JENKINS            Mister Thompson. Lasci fare tutto a mister Forbright. (Eric si avvicina a lui e cerca di mandarlo in cucina con Cowper)

ERIC                   Perché non fa vedere alla Signora Cowper la nostra lavastoviglie? Sarò da voi in tre minuti!

COWPER           Non voglio vedere la sua lavastoviglie.

ERIC                   Allora perché non si fa dare una bella toccatina? (Stende le mani verso il suo seno)

COWPER           Aagh! (corre in cucina)

JENKINS            Si moderi, mister Thompson!

ERIC                   Lo sai che hai un bel culetto? (cerca di pizzicarlo ed anche lui corre in cucina) (corre da Sally e Forbright) Fermi, voi due! (inizia di nuovo il tira e molla con la barella)

FORBRIGHT     Sta cominciando a diventare antipatico, mister Thompson!

ERIC                   Lasciate in pace quest’uomo!

SALLY               Ma ci lasci, si rende conto di quello che sta facendo?

ERIC                   Ho detto, che da qui non se ne deve andare!

FORBRIGHT     E io le ho detto che devo fargli fare l’autopsia!

ERIC                   (calmandosi) Bene. Non mi lasciate altre alternative. Se ne vada. Telefono immediatamente per un altro becchino.

FORBRIGHT     Cosa!?

ERIC                   Ha capito bene. Lei è licenziato!

FORBRIGHT     Non può licenziarmi. Non si può licenziare un impresario di pompe funebri! (Brenda entra piangendo dalla sala da pranzo con una bottiglia di brandy in mano)

BRENDA           Il mio caro Norman! Così giovane!

ERIC                   Si consoli, Brenda: il mare è pieno di pesci. Scappato uno…

FORBRIGHT     (approfittando della distrazione di Eric. A Sally) Andiamo!

BRENDA           (a Forbright) Chi c’è li sotto?

ERIC                   Nessuno cara

FORBRIGHT     C’è la salma di mister Bassett

ERIC                   Diavolo!

BRENDA           (si avvicina alla barella) Oh! Norman! Non mi lasciare!

FORBRIGHT     No, signora!

ERIC                   Si renda conto, Brenda

BRENDA           (inizia a tempestare di pugni la barella) Norman! Amore mio! Perché te ne sei andato?

ERIC                   Portatelo fuori!

SALLY               Ma prima aveva detto…

BRENDA           Norman! Un ultimo bacio… (fa per sollevare il lenzuolo ma Eric la tira via in tempo)

ERIC                   No, non deve vedere cosa c’è sotto il lenzuolo!

BRENDA           Perché?

ERIC                   Perché Norman è tutto… (fa una faccia la più scomposta possibile. Brenda scoppia a piangere e scappa in sala. Sally e Forbright cercano di nuovo di far uscire la barella)

SALLY               Bene, andiamo.

ERIC                   No!

FORBRIGHT     Ancora?

COWPER           (entrando dalla cucina, con aria di rimprovero) Mister Thompson!

ERIC                   (a Forbright) Guidate con prudenza!

FORBRIGHT     Lo portiamo all’ospedale San Pancrazio per l’autopsia…

ERIC                   Ci vorrà tutta la mattina spero!

FORBRIGHT     …cui faremo seguire immediatamente la cremazione. (esce)

ERIC                   La cremazione! No!! (fa per seguirlo ma Cowper lo blocca sulla porta)

COWPER           Mister Thompson!

ERIC                   Signora Cowper!

COWPER           Non ho intenzione di passare il resto della mia giornata a guardare mister Jenkins che si fa prendere in giro dalla sua lavastoviglie.

ERIC                   Più che giusto, signora Cowper!

COWPER           Quando arriverà la sua padrona di casa, la signora Swan?

NORMAN          (ancora sulle scale, con voce femminile) Sono qui! (Norman entra dalle scale vestito un abito premaman a fiori, con parrucca bionda e foulard in testa)

ERIC                   Ecco la signora Swan.

NORMAN          (con voce normale) Volevo dirti… (Eric lo pizzica - con voce in falsetto) Ho sentito che un certo mister Jenkins mi stava cercando.

ERIC                   Una cosa alla volta! (presentandolo a Cowper) Questa è la mia padrona di casa, la signora Swan.

COWPER           Finalmente.

ERIC                   (a Norman) E questa signora è la signora Cowper.

NORMAN          (impaurito cerca di scappare) Credo di aver dimenticato di sopra qualcosa.

ERIC                   (lo blocca) No, non hai dimenticato nulla.

JENKINS            (entra dalla cucina, coperto di schiuma. Ha in una mano un asciugamano e nell’altra un martello di gomma che brandisce minaccioso verso l’interno della cucina) Stupida macchina! Non avrai la meglio con me! (si gira e vede Eric stupefatto) Spero che la sua macchina sia ancora in garanzia!

ERIC                   (accomodante) Non si preoccupi, Mister Jenkins. Sono sicuro che lei ha fatto del suo meglio. La buona notizia è che abbiamo qui la signora Swan per firmare i suoi moduli.

JENKINS            (asciugandosi) Grazie al cielo! Adesso prendo il fascicolo e… (si guarda attorno sperduto)

COWPER           Dove sono le sue carte, Jenkins?

JENKINS            Ehm…sono… (ricorda) sul tetto!

COWPER           Sul tetto?

JENKINS            Ho lasciato la mia borsa sul tetto, quando siamo saliti a trovare il povero mister Swan.

NORMAN          (cercando di svignarsela) Bene, allora io vado!

COWPER           No, signora Swan. Prima chiudiamo la pratica. Svelto Jenkins corra sul tetto a prendere la borsa.

JENKINS            Ma sta piovendo!

COWPER           Ragione in più per far in fretta! (Jenkins è titubante. Cowper afferra il martello e lo minaccia) La seguo, Jenkins. (entrambi spariscono su per le scale) (non appena sono usciti Norman si toglie la parrucca, con rabbia)

NORMAN          Io non ti aiuto più. Quella donna ci farà finire entrambi in prigione.

ERIC                   Rimettiti subito quella parrucca.

NORMAN          No!

ERIC                   Tornerà tra un momento!

NORMAN          Me ne vado!

ERIC                   Resta qui! (lo blocca)

NORMAN          Vado!

                            (Dalla camera entrano Linda e Chapman. Si fermano allibiti a vedere i due praticamente abbracciati. Dopo un momento Eric si accorge di loro. Scioglie l’abbraccio e come se nulla fosse. La parrucca è rimasta in mano sua)

ERIC                   Salve di nuovo, dottore. Ciao cara!

LINDA               Norman!!!

NORMAN          Si, Linda?

LINDA               Perché sei vestito da donna ed abbracci mio marito?

ERIC                   Niente domande trabocchetto, eh? (Linda gli lancia un’occhiataccia)

NORMAN          Vestito da donna?... No, questo è per fare ginnastica.

LINDA               Cosa!?!

NORMAN          Aerobica. Venti minuti di aerobica tutte le mattine (simula alcuni saltelli)

LINDA               (che non crede una sola parola) Norman! (Norman si ferma) Questo è un grazioso vestito a fiori, da donna!

NORMAN          Ma no! È un vecchio straccio!

CHAPMAN        Allora, se lo zio di Eric è un travestito, anche Norman...

ERIC, LINDA, NORMAN (assieme) Seduto!

CHAPMAN        Certo! (si siede)

LINDA               (avanza a fronteggiare Eric e Norman. Durante la battuta cercano di intervenire ma Linda li zittisce) Io lo so cosa fate con le parrucche, le calze e i vestiti da donna. Ho scoperto cosa fate dietro le mie spalle. Voi aspettate la mattina quando esco per andare al lavoro, indossate parrucche ed abiti da donna e passeggiate pavoneggiandovi davanti allo specchio della mia camera. (i due si guardano esterrefatti e senza parole. La mente di Eric corre ed è il primo a riaversi)

ERIC                   Hai ragione! Questo è quello che avviene alle tue spalle!

NORMAN          Cosa?

LINDA               (trionfante) Lo sapevo!

ERIC                   Mi sono messo negli abiti da donna!

LINDA               Ed anche zio George?

ERIC                   Si, anche zio George!

LINDA               E naturalmente anche Norman… (Eric gli indossa la parrucca)

ERIC                   Certo, anche Norman…

NORMAN          (interrompendo) No, no. Io no. Io non ho nulla a che fare con questo.

LINDA               Visto come sei vestito, osi negare?

NORMAN          (deciso a vuotare il sacco) Linda, si prepari ad una shock.

ERIC                   Norman, meglio di no!

NORMAN          Signora Swan: suo marito Eric ha passato gli ultimi due anni defraudando il DSS e stamattina mi ha obbligato a vestirmi da donna per impersonare lei al fine di farsi riconoscere le sue false richieste di risarcimento. (Linda si ferma pensosa a soppesare quello che ha sentito, fa per dire qualcosa a Eric poi si volta verso Norman)

LINDA               Penso che preferisco quella degli esercizi di aerobica.

NORMAN          Cosa?

LINDA               Forza, ammettilo, Norman!

ERIC                   Su, confessa il tuo vizietto!

NORMAN          Io non ne ho di vizietti!

CHAPMAN        Allora questo è lo zio Norman?

ERIC, LINDA, NORMAN (assieme) No! Seduto! (Chapman ritorna a sedere) (Da fuori giungono delle urla)

FORBRIGHT     (da fuori) Oh, mio Dio!

SALLY               (da fuori) Attento! (Tutti si voltano verso la porta d’ingresso)

LINDA               Cosa succede?

FORBRIGHT     (da fuori) Lei dove va?

SALLY               (da fuori) Non si muova!

ERIC                   Non è nulla! (La porta d’ingresso si apre ed entra George correndo ha addosso il lenzuolo che lo copriva. Forbright e Sally lo inseguono)

FORBRIGHT     Fermate quel cadavere!

SALLY               Mister Bassett, lei non sta bene! (fanno un paio di giri attorno al divano poi George imbocca la porta ed esce)

FORBRIGHT     Si fermi! (gli corre dietro)

SALLY               Attento al traffico! (esce anche lei. Si sente uno stridio di freni ed l’abbaiare di un cane. Poi silenzio) (in scena tutti si guardano attoniti. Il primo a reagire è…)

ERIC                   Stavamo dicendo? (Cowper scende dalle scale. Norman gira la parrucca per nascondere il viso)

COWPER           (gridando dietro di lei) Adesso provvedo! Stupido piccolo uomo!

ERIC                   Cosa succede?

COWPER           Il vento ha fatto sbattere la porta dell’abbaino e Jenkins è rimasto chiuso fuori sul tetto. (si è messa vicino a Chapman)

CHAPMAN        (guardando Cowper) Lei dev’essere Norman, lo zio transessuale di Eric!

COWPER           (folgorandolo) Siediti! (Chapman siede e Cowper esce dall’ingresso si volta e parla a Jenkins sul tetto) Si attacchi a qualcosa di fisso come al parafulmine. (rientra e rivolta a Norman che gira la faccia verso l’angolo opposto) Signora Swan, credo che abbia rotto alcune tegole.

LINDA               Non importa.

ERIC                   Lasci perdere le tegole.

COWPER           (insistendo con Norman) Signora Swan?

LINDA               Si?

COWPER           Non sto parlando con lei, signora!

LINDA               Certo, che parla con me.

COWPER           (indicando Norman) Sto parlando con la signora Swan.

LINDA               (si avviva a Norman) Signora Swan?

NORMAN          Mi scusi!

LINDA               Signora Swan!!

ERIC                   Stiamo calmi!

LINDA               Un cavolo, signora Swan. Coppia di pervertiti. (a Norman) Tu hai bisogno di farti vedere, Norman!

COWPER           Norman?

LINDA               Esatto. (toglie la parrucca a Norman) Questi è Norman, il nostro inquilino del piano di sopra.

ERIC                   Oh, mio Dio!

COWPER           (indicando Norman) Quest’uomo ha impersonato la signora Swan per gli ultimi due anni.

LINDA               Due anni? Come hai potuto, Eric?

COWPER           Eric?

LINDA               Si, questi è mio marito, Eric Swan.

NORMAN          Oh, mio Dio!

COWPER           Io pensavo che mister Swan fosse morto!

ERIC                   Non manca molto.

LINDA               Cosa hai combinato Eric?

COWPER           Semplice, signora Swan. La polizia chiarirà tutto!

ERIC, LINDA, NORMAN (assieme) La polizia???

COWPER           Si, suo marito sarà accusato di frode assieme al suo inquilino.

LINDA               Oh, mio Dio!

                            (Linda si avvia verso l’ingresso da cui entra correndo George. I due urlano. Linda corre al divano George va verso la sala da pranzo, ma sulla porta incontra Brenda che esce. I due urlano. George si volta e si trova faccia a faccia con Chapman. I due urlano. Chapman scappa dall’ingresso. George scappa in cucina. Come entra lo sentiamo gridare ed un rumore di ferraglia)

ERIC                   (a Cowper) Credo che la lavastoviglie sia sistemata per sempre.

BRENDA           (si accorge di Norman) Norman!

NORMAN          (saluta con la mano) Ciao Brenda!

BRENDA           (gli corre incontro, felice) Ma tu non sei morto?

NORMAN          Il giorno è non è ancora finito. Probabilmente sarai preoccupata nel vedermi vestito così…

BRENDA           (lo abbraccia) No, per me basta che sei vivo! (lo bacia)

LINDA               Io pensavo che Brenda fosse quell’altra ragazza antipatica!

ERIC                   Chissà che fine ha fatto?

COWPER           (si mette tra Eric e Norman) Nel raccoglitore di Jenkins ci sono abbastanza prove per sbattervi in prigione per almeno dieci anni!

NORMAN          Oh no!

BRENDA           Prigione?

ERIC                   Non devi preoccuparti per lui, Brenda!   

LINDA               Cosa c’è nel raccoglitore di Jenkins, Eric?

BRENDA           Eric? Ma ha detto di chiamarsi Thompson!

NORMAN          Ha detto un sacco di cose oggi!

ERIC                   Non avrei mai voluto che succedesse, Linda!

LINDA               Non avresti voluto che succedesse cosa, Eric?

                            (Eric fa per parlare quando si spengono per un attimo le luci, c’è un forte flash del fulmine seguito da un fortissimo tuono)

JENKINS            (fuori) Haa-agh!

COWPER           Mio Dio, Jenkins è sul tetto. E ha in mano il raccoglitore. (Ancora un tuono più lontano. Cowper, Eric e Norman escono e guardano verso il tetto) Jenkins, si tenga stretto il raccoglitore.

ERIC                   E si tenga stretto al parafulmine.

NORMAN          Tanto lo sanno tutti: il fulmine non colpisce mai due volte nello stesso posto. (si spengono di nuovo le luci, flash del fulmine e tuono fortissimo. Fuori dall’alto si vede volare una moltitudine di fogli multicolore portati via dal vento)

COWPER           Le mie prove! Non se le faccia scappare, Jenkins! (rientra)

NORMAN          (rientra con Eric) Sembra che le sue prove se le stia portando via il vento, signora Cowper.

LINDA               Quali prove?

NORMAN          Vede, Linda… (cerca una bugia credibile) … quando il dipartimento di Sanità si renderà conto che la febbre gialla…

ERIC                   Norman. Basta frottole. Poniamo fine a questo casino. Non possiamo continuare oltre. Signora Cowper…

NORMAN          (indicando i fogli che volano fuori dalla finestra) Eric, non farlo! Non hanno più niente contro di te, adesso.

ERIC                   Loro no, ma io sì!

NORMAN          Ma andrai in prigione…

ERIC                   Non importa. Non riesco più a vivere con tutte queste bugie. Signora Cowper…io confesso.

LINDA               Cosa confessi?

ERIC                   Innanzitutto, Linda, voglio che tu sappia che mai e poi mai avrei fatto qualcosa che ti avrebbe fatto male. E lei, signora Cowper voglio che sia ben chiara una cosa: nessuno, ripeto nessuno mi ha aiutato. Ho ricattato sia zio George che il mio inquilino, Norman, per aiutarmi questa mattina quando è arrivato Jenkins. Loro sono completamente innocenti. Come può ben vedere, Norman non è morto. E non è un taglialegna. Non è sposato, non è mai stato sposato. Non ha un padre in galera, non è sordo, non ha figli, non ha mai avuto figli. Non è disoccupato e soprattutto non è Ricky-Hone. (Brenda e Norman si abbracciano) Non c’è nessun Mister Thompson che vive qui, con o senza gotta. Nessuno con la febbre gialla e di nessun altro colore. Qui non ci sono pensionati, o minori, o vedovi, o vedove, o figli adottivi o genitori single, o matrigne, o genitori divorziati. Infine non c’è nessun accordatore di pianoforte disoccupato. (con coraggio) Linda, due anni fa ho perso il mio impiego. Da allora ha continuato a defraudare il Dipartimento di Sicurezza Sociale. (a Cowper) Tutte le richieste di risarcimento che avete ricevuto sono state fatte da me e solo da me. Ho escogitato tutti i trucchi possibili ed immaginabili per avere i vostri risarcimenti. E se non mi fermavo Dio solo sa, dove sarei arrivato. Non riuscivo a trovare un lavoro ed allora mi sono ingegnato a truffare il vostro sistema in lungo ed in largo, per due anni. (a Linda) Ma l’unica cosa che veramente mi dispiace, in questi due anni è di aver mentito a te.

LINDA               (commossa) Oh, Eric!

ERIC                   Io spero che, visto che nel mio futuro ci sono anni di prigione, tu possa dimenticarmi.

LINDA               Come posso dimenticarti, dopo tutti gli anni d’amore trascorsi assieme: impiegato o disoccupato. “Nella buona e nella cattiva sorte” Ricordi? (lo abbraccia e lo bacia)

ERIC                   Ecco! È tutto signora Cowper. (le porge le braccia incrociate)

COWPER           (resta un attimo pensierosa poi) Lei dice di aver escogitato ogni mezzo per truffare il nostro sistema?

ERIC                   Si, ma sono pentito. Spero nella clemenza della corte e che la pena non sia lunga.

COWPER           Una pena lunga? Io penso che la prigione sia un terribile errore per una persona del suo talento. Mister Swan, io la condanno a lavorare per me ad iniziare dal prossimo lunedì.

ERIC                   Cosa?

COWPER           Lei è la persona che sto cercando da tempo: Assistente al Capo Ispettore Frodi. Con la sua esperienza non sarà un lavoro difficile. Ci sta? (offre la sua mano e Eric la stringe)

ERIC                   Come posso rifiutare?

COWPER           Bene, allora la aspetto lunedì alle nove. (gli dà una strizzata al seno come ha fatto Eric in precedenza, da un pizzicotto al sedere di Norman) Arrivederci, gente. (apre la porta per uscire, fuori c’è Jenkins con gli abiti bruciacchiati e fumanti, il viso annerito e il raccoglitore ridotto in cenere)

SIPARIO