Catene

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“CATENE”

CATENE

(CRAMP)

di

John GODBER

Traduzione di

Laura Rosella


PERSONAGGI:

DAVID BOULTON      giovane dal fisico molto muscoloso

MAX WARREN                     grasso postino

BETTY BOULTON      madre premurosa

DIANE ANDREWS     impiegata alla moda

VERONICA WELSH   bella commessa del negozio di scarpe

SHARON WRIGHT     impiegata di un supermercato

NIGEL STOREY                    apprendista minatore

Un MOD    oppure un qualsiasi giovane alternativo che, con il proprio modo di vestire, si contrappone agli stereotipi sociali

La commedia è ambientata a Elmsall, un vero villaggio di minatori nel West Yorkshire. La mentalità chiusa dei personaggi si applica a livello universale.

La musica serve da connettore tra le varie scene. La commedia può essere messa in atto con un pubblico in piedi oppure con scenografia composita.

John Godber, 1984


PRIMO ATTO

SCENA 1.

                   (Un garage pieno di attrezzi per il body building, pesi e panche, con le sembianze di una vera e propria palestra. David Boulton sta eseguendo una serie di esercizi mentre il pubblico entra in sala. La musica è ad alto volume. L’attore conduce il suo esercizio fino allo stremo delle sue forze, afferra l’asciugamano e il borsone ed esce. Questa scena di apertura deve avere una durata pari alla resistenza fisica dell’attore che interpreta il personaggio)

SCENA 2.

                   (Betty Boulton è seduta al tavolo della cucina: una cucina ordinaria, semplice, tipica della classe operaia. Piange, è disperata. Il pubblico entra in scena, lei sta già piangendo. Questa scena può essere messa in atto contemporaneamente alla prima. Mentre piange, una voce accavallata: è la voce di Max Warren)

MAX          - Andiamo Dave, spingi….spingi! Fantastico! Ancora. E due. Bene! E tre, forza, dacci dentro! Quattro. E poi ancora uno, forza, bravo, ragazzo!… Sei, e ancora… sette… altri due…

                            (La voce svanisce.

                            La donna resta in scena)

SCENA 3.

                   (Il garage. Max è in palestra; si guarda intorno distrattamente, sceglie i pesi più leggeri. È un giovane molto robusto, amabile, intelligente, nonostante la stazza suggerisca il contrario. È ben vestito. Si rivolge al pubblico con indosso un completo da palestra)

MAX          - Gran parte di questi attrezzi sono pesanti, sapete? Sol-levarli richiede uno sforzo enorme. Ma immagino che ne valga la pena, se volete mantenervi in forma. Non sapete chi sono, vero? Max. Max Warren, piacere di conoscer-vi! Una volta abitavo qua vicino, ma sono andato via per qualche tempo…ho dovuto cambiare aria. Sfuggire alle catene del mio ambiente, come dire…ambiente. Che parola complicata! Fa sempre un grande effetto sentirla pronunciare. Non molti apprezzano questo termine, forse Lawrence o David Storey…non molti in questo paese. La gente del posto non si guarda mai intorno, è immersa in questa realtà. Sta annegando…In cima a questo garage, si ha una panoramica completa su tutto il quartiere, “sabato sera, domenica mattina”! E allora? Non cambia mai nulla…

                   Sì. C’è tutto: la miniera. Le colline della miniera, le terme della miniera, le case vicino alla miniera, i camion per la miniera e ovviamente i minatori. Sembra una colonia del “N.C.B.”, il consiglio nazionale del carbone. È come fare una vacanza permanente a Scarborough, oltretutto piove in continuazione. In questo paese è possibile ricevere un’istruzione. C’è una scuola media che non appartiene al N.C.B., ma che probabilmente ne è azionista in qualche modo. Non so voi, ma questo posto mi infonde un senso di malinconia molto distinto, una sensazione svenevole…quasi di odio. Sono venuto per un funerale, niente di piacevole. Dave è un amico. Da ragazzi andavamo in cima alle colline e scivolavamo giù all’impazzata. Forse è per quello che sono pieno di peli. Che ridere! Come dicevo, non vivo più in questo paese. Sono andato via tre giorni fa, non ne potevo più, mi sembrava di vivere in una morsa…mi sono trasferito a Bradford, un postino a Bradford. Ogni tanto dipingo ancora. Ho iniziato a dipingere qui, in questo posto. Mio padre mi diceva che non sarei mai diventato un artista, e in effetti aveva ragione. Dipingevo qualsiasi scorcio ed ero convinto che sarei stato scoperto come il primo e unico Realista Sociale. Ho diversi quadri che rappre-sentano varie scene di quartiere: due tizi coinvolti in una rissa a Plough, automobili distrutte e cani che cagano ovunque. Mi sentivo come il Lowry locale. Un cata-lizzatore per far riemergere l’arte espressionista a Elmsall. Usavo molto grigio sulla tavolozza. Grigio: ecco come descriverei tutto questo, grigio. Ogni colore. Azzurro, bianco, rosa, ogni colore per me è grigio. Oggi è grigio…

                   È la prima volta che vedo un cadavere vero. Mi capite? Ne avete mai visto uno, voi? Che strano: è immobile, come di granito, vuoto…terribilmente vuoto. Mio padre diceva che gli piacevano i funerali, gli ricordavano di essere vivo. Che strano, accidenti!

                   Sono andato in salotto per vederlo… da quella parte, in silenzio, quatto, quatto…aveva le labbra serrate, deve aver urlato prima di morire. Profumava come un fioraio, fiori e felce e lavanda e legno… La bara è molto grande. Mi chiedo quanto tempo ci vorrà prima che inizi a decomporsi. In un angolo, il coperchio della bara, enorme, un’opera d’arte… il suo nome inciso… c’è un errore di ortografia… mi veniva da sorridere… non possiamo farci nulla, vero? Sono rimasto lì in silenzio, titubante. Mi chiedevo come sarebbe stata la mia bara. Parliamo con i morti, noi e loro e niente altro. Sembra un po’ stupido usare le parole… Cenere alla cenere, ruggine alla ruggine, soldi ai soldi, polvere alla polvere, uccelli alle piume, merda alla coperta…

                            (Max estrae una lettera dal cappotto)

MAX          - È solo una questione di parole. Devo dargli questa. Una lettera. Da Cardiff. Suoni ancora più vuoti. Nulla si può cambiare… assolutamente nulla.

                            (Dissolvenza, Max esce di scena)

SCENA 4.

                   (Betty è ancora seduta. Le si avvicina Dave. È mattina inoltrata, in cucina. Lei sta preparando una sorta di colazione. Lui ha in mano una domanda di iscrizione all’università che sta compilando)

BETTY      - Quanti di quei moduli vuoi spedire?

DAVE        - Un numero sufficiente.

BETTY      - Ti costerà una fortuna in francobolli.

DAVE        - Non posso certo recapitarle a mano, no?

BETTY      - Di nuovo con questa università, vero?

DAVE        - Sì.

BETTY      - Perché non provi al college o in qualche altro istituto?

DAVE        - Perché io voglio andare all’università!

BETTY      - Tuo padre sostiene che non ce la puoi fare.

DAVE        - Ah, beh...lui sa tutto, vero?

BETTY      - Secondo me, non ti applichi abbastanza. Quando hai l’esame?

DAVE        - (continuando a compilare moduli) Ci vuole una laurea per compilare questi cosi!

BETTY      - Ma l’esame è stato fissato?

DAVE        - Sì.

BETTY      - Ti stai anche allenando?

DAVE        - Sì.

BETTY      - Finirai all’ospedale, soffocato dal sudore!

DAVE        - Starò benissimo!

BETTY      - Che università è?

DAVE        - Cardiff.

BETTY      - Ma è lontana da qui...

DAVE        - Lo so.

BETTY      - È in Galles.

DAVE        - Infatti.

BETTY      - Non c’è bisogno di fare tanto il sapientone, caro David, non con tua madre, lei, che fa tutto per te. Vuoi del bacon?

DAVE        - No. Non mangio bacon, è pieno di grassi, quante volte devo dirtelo?

BETTY      - Oh, non cominciare stamattina, chiaro?

DAVE        - Ho bisogno di proteine.

BETTY      - Ti prenderà un infarto con tutte quelle pastiglie che prendi, non credo che sia normale che tu ne prenda così tante!

DAVE        - Sono integratori alimentari, ecco che cosa sono!

BETTY      - Bene, allora che cosa vuoi da mangiare?

DAVE        - Quattro uova strapazzate e una fetta di pane integrale.

BETTY      - Il lattaio non è ancora passato.

DAVE        - Gesù!

BETTY      - David!

DAVE        - Non importa, niente latte. Sto cercando di mettere su massa. Sai che cosa vuol dire, mamma?

BETTY      - No!

DAVE        - Sto cercando di modificare la forma del mio corpo e di mettere su massa, cioè muscoli. Ho bisogno di latte. Non mi sto allenando per nulla… è scientificamente provato …ho bisogno del cibo giusto e il lattaio è in ritardo, dannazione! Tipico di questo posto, vero? E poi quel grassone: appena arriva, lo schiaffeggio!

BETTY      - Cresci, ragazzino!

DAVE        - Il latte è ricco di proteine. Se guardassi la TV, lo sapresti.

BETTY      - Oh, per amor del cielo! Ma che colpa ne ho io?

DAVE        - Non conosci il codice di avviamento postale di Cardiff, vero?

BETTY      - E come dovrei fare a saperlo?

DAVE        - Ok, non lo conosci. Lo scoprirò quando porterò questa busta all’ufficio postale. Puoi prestarmi sedici pence?

BETTY      - Credevo che avessi smesso di farti prestare soldi…

DAVE        - Mi servono per il francobollo!

BETTY      - Che fine ha fatto quella banconota da cinque sterline che ti ho dato ieri?

DAVE        - È sparita…

BETTY      - Dove?

DAVE        - È sparita e basta!

BETTY      - Non posso darti soldi così facilmente, come se fossero noccioline. Non hai senno!

DAVE        - Non cominciare, mamma!

BETTY      - Ecco che cosa mi fa arrabbiare di te… parlare di università implica una certa intelligenza e poi spendi soldi come se avessi le mani bucate!

DAVE        - Riavrai tutto quando diventerò Mister Universo. E allora sì che ci sguazzerò dentro!

BETTY      - Dentro cosa?

DAVE        - I soldi. Che turni fa papà?

BETTY      - Le notti.

DAVE        - Sarà di buon umore quando rientrerà a casa, allora...

BETTY      - Non mi è mai capitato di vederlo allegro dopo una nottata di lavoro...

DAVE        - Va bene, esco...

BETTY      - Dove vai?

DAVE        - Al garage...vado a rimettere in ordine.

BETTY      - Ma non devi spedire la lettera?

DAVE        - Lo farò dopo.

BETTY      - Fallo adesso... fai un salto alla posta e poi passa da Woolies, ho bisogno che tu mi faccia una commis-sione…

DAVE        - Mi ci vorrà una vita! Devo anche ripassare, sai?

BETTY      - Quanto vorrei che ti mettessi la testa a posto, David!

DAVE        - Che vuoi dire?

BETTY      - Ripasso… body building… hai finito il liceo e ti sei iscritto alla scuola di informatica ma non mi pare che tu ti stia impegnando.

DAVE        - Mamma… per favore, non parlare se non sai.

BETTY      - So quanto devo sapere. Finirai a lavorare in miniera, come dice tuo padre.

DAVE        - In miniera?

BETTY      - Lo dice sempre.

DAVE        - Neanche per sogno! Non finirò mai in miniera! Pre-ferirei morire piuttosto!

BETTY      - Non azzardarti a dire certe cose, capito?

DAVE        - Non hai una visione chiara, vero? Non riesci a vedere quello che faccio, vero?

BETTY      - Non cominciare!

DAVE        - Sono stanco di stare qui!

BETTY      - Perché? Credi che io, invece, ci stia bene?

DAVE        - Beh, vattene allora! Vattene...andiamo a vivere dove c’è vita!

BETTY      - Non credi che io ne abbia avuto abbastanza di trascor-rere a casa la maggior parte del mio tempo? Sono stufa di stare a casa tutto il giorno, sempre la stessa routine. Tuo padre è sempre al lavoro. Potrei andare a divertirmi ogni tanto. Invece ci sei tu che ti atteggi a grande uomo. Mi fai venire la nausea! Non so perché tu voglia andartene così lontano. Cardiff, accidenti! Dovresti pensare a trovarti un lavoro, seriamente, in caso tu venga nuovamente bocciato agli esami. Non sono tanto convinta dell’università…

DAVE        - Hai finito?

BETTY      - Faresti meglio a scrivere a tua zia Pat quando arrivi a Cardiff…

DAVE        - Gesù! Non ho neanche spedito la domanda di iscrizione!

BETTY      - Ti mancheranno i tuoi amici, Max e tutti gli altri...

DAVE        - Forse…

BETTY      - E comunque devi ancora partire.

DAVE        - Fantastico!

BETTY      - Potresti cambiare idea, tutto può succedere…

DAVE        - Che vuoi dire?

BETTY      - Con quella ragazza, Diane.

DAVE        - Cristo onnipotente!

BETTY      - Le piaci, lo ha detto alla signora Turton dal parruc-chiere, sabato pomeriggio. Me lo ha detto lei.

DAVE        - Noi…eh? L’ho solo portata al cinema una volta. È stata l’unica volta. Vuoi farmi già sposare?

BETTY      - No, sto solo riferendo quello che hanno riferito a me.

DAVE        - Sì, beh...senti, non ci penso neanche! Quel Keith Wood sarebbe dovuto andare al politecnico di Sheffield…e invece, guardalo, è finito a lavorare alla Lloyds Bank, sposato con un figlio. Nessuna prospettiva!

BETTY      - Un giorno incontrerai una ragazza importante...

DAVE        - Forse. Per come vanno le cose adesso, potrei incontrare soltanto un uomo!

BETTY      - Forse...

DAVE        - Come ti sentiresti, mamma, se ti dicessi che sono gay? Tutto questo body building è soltanto una facciata per poter fare la doccia con altri uomini...

BETTY      - Non dire sciocchezze.

DAVE        - Che vuol dire, non dire sciocchezze? Tutto questo eser-cizio fisico è visto come un avvicinamento agli uomini impotenti, ai cala-brache…roba da gay!

BETTY      - Non usare quel linguaggio in questa casa! Continuo a sostenere che Diane Andrews è una brava ragazza.

DAVE        - Lo è, ma non voglio parlarne...

BETTY      - E tu non farmi sembrare una scema!

DAVE        - Ok, dammi i soldi che devo uscire.

BETTY      - Dove devi andare?

DAVE        - Devo fare quelle spese per te... poi devo spedire questa lettera, no?

BETTY      - Se vedi il lattaio, pagagli il conto.

DAVE        - Se lo vedo, lo schiaffeggio per il ritardo.

BETTY      - David, il linguaggio!

DAVE        - Ok, vado, ci vediamo.

                            (Mentre esce di scena, suo Padre, imbronciato, entra in scena. Si scambiano solo qualche breve battuta)

COLIN       - Ehi! Dove sta andando?

BETTY      - Al negozio.

COLIN       - Sempre di fretta, eh?

BETTY      - Finirà all’ospedale prima o poi. Gli esploderà il cuore.

COLIN       - Gli starebbe bene!

BETTY      - È diventato irritante!

COLIN       - Oh...

BETTY      - È da tempo che non fa altro che dirlo…

COLIN       - Che cosa?

BETTY      - Che odia questo posto. Non lo capisco...abbiamo fatto tutto per lui, da quando era un bambino.

COLIN       - Ma ha ragione!

BETTY      - E adesso ha cambiato idea.

COLIN       - Presto ci sarà l’esame. (vede il modulo) Oh!

BETTY      - Vuole fare domanda all’università di Cardiff adesso!

COLIN       - Perché?

BETTY      - Non lo so. Politica, credo... non so che bene potrà fargli...

COLIN       - Quando parte?

BETTY      - Non adesso almeno. Ma non vorrai che se ne vada così presto, vero?

COLIN       - Facesse quello che vuole, tanto con me ha chiuso... ho una pala pronta per lui.

BETTY      - Colin, lo dici da quando aveva dieci anni!

COLIN       - Ah, beh...

BETTY      - Siamo una famiglia spassosa, lo sai?

COLIN       - Parla per te, donna!

BETTY      - Lui ha preso da te.

COLIN       - Da me?

BETTY      - Già...

COLIN       - Sono stanco morto...

BETTY      - Anche io.

COLIN       - Sei rimasta in piedi tutta la notte, vero?

BETTY      - Lo sai che non riesco a dormire quando fai la notte.

COLIN       - Abbiamo del latte?

BETTY      - Il lattaio in ritardo…

COLIN       - Mi andava un caffè.

BETTY      - Fatti un brodo!

COLIN       - Quel lattaio è un idiota…

BETTY      - Colin, il linguaggio!

                            (Musica)

SCENA 5.

                   (Dave è steso su una panca inclinata e sta facendo un esercizio per i tricipiti. Diane Andrews passa davanti al garage, sta tornando a casa dal lavoro)

DIANE       - Più grinta!

DAVE        - Che?

DIANE       - Devi sudare di più!

DAVE        - Ci sto provando!

DIANE       - Come stai?

DAVE        - Bene.

DIANE       - Oh!

DAVE        - E tu come stai?

DIANE       - Bene.

DAVE        - Oh!

DIANE       - Ci vai ancora alla scuola di informatica?

DAVE        - Ehm…

DIANE       - Oh…

DAVE        - Sì…

DIANE       - Come sta andando?

DAVE        - Bene.

DIANE       - Oh, bene. Mi dirigevo verso casa e ho pensato di prendere la scorciatoia…

                            (Pausa)

DAVE        - Stai ancora lavorando?

DIANE       - Sì, mezza giornata, il mercoledì.

DAVE        - Non male, allora…

DIANE       - No…

DAVE        - Vuoi provare?

DIANE       - Con quello?

DAVE        - Sì!

DIANE       - Lascia perdere!

DAVE        - Ehi, lo fanno anche le donne!

                            (Pausa)

DIANE       - Sono in forma, io…

DAVE        - Sì…

DIANE       - Sì…

                            (Lunga pausa)

DAVE        - Beh, adesso devo andare.

DIANE       - Bene allora. Ci vediamo.

DAVE        - Ne dubito....

                            (Diane esce dal garage e Dave la segue con lo sguardo. Si guarda intorno, sospira rivolto ai pesi)

DIANE       - Tutto inutile!

                            (Dave torna ai pesi e riprende l’esercizio per i tricipiti. Fa qualche serie, poi entra Max. Max indossa una maglietta molto larga con una scritta “SEMPRE IN FORMA” sulla parte anteriore…va ad aiutare Dave con il sollevamento pesi)

MAX          - Altre due ripetizioni, Dave!

                            (Dave completa la serie e si alza)

DAVE        - Tutto bene, grassone?

MAX          - Un maiale ha scoreggiato?

DAVE        - Che?

MAX          - Oh, eri tu che stavi parlando! Credevo che un maiale avesse scoreggiato.

DAVE        - Guarda che ti combino alla panca!

                            (Dave posiziona la panca per gli esercizi)

MAX          - Che mi combini?

DAVE        - 215.

MAX          - Perfetto!

                            (Dave siede e comincia l’esercizio)

MAX          - Forza, Dave, datti da fare! Bene, ancora! E uno, due. Bene così. Tre... quattro. Ancora un’altra... sei e altre due. Ben fatto!

DAVE        - Santo cielo!

MAX          - Sei da Guiness dei Primati! Anzi di più!

DAVE        - Sono le pillole dietetiche...

MAX          - Se lo dici tu. Secondo me è perché ti alleni bene. Come vorrei potermi dedicare all’allenamento come fai tu. Scendere di peso, dimagrire…

DAVE        - So come farti perdere trecento chili di quella orribile carne!

MAX          - E come?

DAVE        - Basta che ti tagli la testa!

MAX          - Ah, ah! Divertente!

                            (Pausa)

MAX          - Hai saputo del colloquio?

DAVE        - Sì…

MAX          - E allora?

DAVE        - È giovedì.

MAX          - È un po’ prestino, no? Ho spedito la lettera solo martedì scorso. Non perdono tempo…

DAVE        - Beh, è un’università, persone intelligenti…

MAX          - È un mondo diverso quello, lo sai?

DAVE        - Davvero?

MAX          - L’università è una enorme sfida per me, non azzecco mai una risposta, sai?

DAVE        - È perché sei scemo.

MAX          - Oh, già!

DAVE        - Se diventi ancora più scemo di così, o prima o poi ti prenderà un colpo!

MAX          - Che bello sentirselo dire!

DAVE        - Le battute vecchie sono le migliori!

                            (Pausa)

MAX          - Che cosa dirai al colloquio?

DAVE        - Qualcosa dirò…

MAX          - Non dire tutto, però!

DAVE        - Quando hai fatto l’ultimo colloquio all’università?

MAX          - Ehi, sembro scemo ma non lo sono!

DAVE        - No...

MAX          - Accetta un consiglio: sono stato alla scuola di infor-matica… alcuni di quegli studenti sono veramente strani, un pugno di cagnacci strani, quindi stai attento…

DAVE        - Speriamo che mi prendono…

MAX          - Sicuro!

DAVE        - Perché non sei andato al college, quando potevi farlo?

MAX          - Sono un individuo, io.

DAVE        - Oh, già, dimenticavo.

MAX          - Inoltre, ho questo lavoro, no?

DAVE        - Tempo perso…

MAX          - Ascoltami! No, non è poi così male. Intorno a noi, c’è il giardino di Platone. Il potermi muovere liberamente tra queste strade, mi dà la possibilità di contemplare i miei problemi. Avanti e indietro per il sentiero, il vostro gentile postino, grasso e allegro…ecco perché non mi alleno, non posso permettermi di perdere peso! E l’aria pura, che meraviglia! Comunque, mia mamma mi ha detto che se non accettavo questo lavoro, mi avrebbe voluto fuori dai piedi. E aveva ragione.

DAVE        - Non vuoi andartene via?

MAX          - Forse. Ma non adesso.

DAVE        - È soffocante, qui.

MAX          - Hai ragione.

DAVE        - Devi essere morto. Sei uno zombie. Io voglio diventare qualcuno, essere libero.

MAX          - Questo secondo te! Io sto bene…

DAVE        - Lasciamo perdere, credevo che riuscissi a vedere quel-lo che hai intorno.

MAX          - Lo vedo, infatti…

DAVE        - Così pare…

MAX          - Un giorno, alla scuola di informatica, un tizio mi dice: “Che cosa vuoi essere, un maiale in un porcile o un professore all’università?”.

DAVE        - E tu?

MAX          - Ho grugnito.

DAVE        - Normale!

MAX          - Quando conosci troppe cose, diventi paranoico…

DAVE        - Già, ma perché tutti i giovani restano bloccati in questo paese?

MAX          - E che altro esiste là fuori?

DAVE        - Anche questo è vero. Supponiamo che tu abbia ragio-ne. Che tristezza… non sembra che facciano molto per cambiare la loro vita. Sono infognati in un pozzo senza uscita.

MAX          - Che disco è?

DAVE        - Brutta battuta!

MAX          - Bisogna avere il senso dell’umorismo per lavorare in un’agenzia letteraria come l’ufficio postale.

DAVE        - Beh, faccio un’altra serie. Conta per me…

                            (Dave prende due manubri, siede sulla panca con la schiena dritta, comincia a fare l’esercizio)

MAX          - Uno, due, tre, quattro, ehi! Conosci Diane Andrews? Ti chiama ancora?

DAVE        - Conta, idiota!

MAX          - Sei, sette, otto, ottantotto, tre ventidue e mezzo. Due, tre. Bravo, Dave! Diventerai grasso quanto un maiale quando smetterai di fare pesi!

DAVE        - Non smetterò!

MAX          - E quando avrai sessanta anni?

DAVE        - Sessanta? Se raggiungerò i trenta, potrò considerarmi soddisfatto. Tumore o guerra nucleare, testa o coda, toc-cherà a tutti. Lo vedo sulla sfera del tuo culo: arriverà il giorno…

MAX          - Arriverà sulla M62?

DAVE        - Ricordati le mie parole…

MAX          - Ma non ci sarà una guerra. Non la vuole nessuno.

DAVE        - Scommetto che arriverà il giorno in cui coloro che sopravvivranno, saranno soltanto gli individui musco-losi. E io ci sarò…

MAX          - Testa o croce, idiota!

DAVE        - Prendimi in parola: guerra o tumore.

MAX          - Parassiti.

DAVE        - Continua a grugnire…

MAX          - Non voglio combattere una guerra. Sono troppo grasso. Maledette guerre, che stupidità! Mi fanno cagare solo a pensarci!

DAVE        - Non qui, per favore!

MAX          - E che cosa ti fa pensare che ci sarà una guerra?

DAVE        - Andropov ha chiamato mia mamma e le ha detto di dirmelo.

MAX          - Che fortunato che sei! Posso rifugiarmi da te?

DAVE        - Sì.

MAX          - Va bene se porto anche la mia cagnolina?

DAVE        - È allenata?

MAX          - Lo sarà presto: la sto addestrando di modo che smetta di pisciare sulla mia borsa portalettere!

DAVE        - “Quella è vita”!

MAX          - Tanto per coniare una frase nuova, no?

DAVE        - Già fatto…

MAX          - Che si fa venerdì?

DAVE        - Non so…

MAX          - Esci?

DAVE        - Dove andate?

MAX          - Da “Romeo & Juliet”…

DAVE        - No, devo allenarmi venerdì quando torno.

MAX          - Oh! Tutto lavoro e niente spasso, renderà Dave uno smargiasso!

DAVE        - Sono puro, Max! Il mio corpo è perfettamente pulito, non pieno di merda come il tuo.

MAX          - Prima o poi ti butterai sotto un autobus!

DAVE        - Chissà...

MAX          - Per quale scopo ti alleni?

DAVE        - Per la vita.

MAX          - Ti faccio una domanda stupida: ma Diane Andrews ti chiama ancora… per il tuo fisico?

DAVE        - No, è appena…

MAX          - Invitala a uscire.

DAVE        - Sei peggio di me, tu! Sai come sono fatto!

MAX          - Falla divertire un po’!

DAVE        - Sarà dura…

MAX          - Non lo so. Beh, non posso trattenermi tutto il giorno qui a fare ginnastica. Me ne vado.

DAVE        - Sì.

MAX          - Ci vediamo.

DAVE        - Dove vai?

MAX          - A fare jogging.

DAVE        - Che idiozia!

MAX          - Sì, avanti e indietro…

DAVE        - Che spasso che sei!

MAX          - Vado alle terme.

DAVE        - Sauna?

MAX          - Due scandinave per me, vecchio!

DAVE        - Nuoto allora?

MAX          - Non so nuotare.

DAVE        - Puoi galleggiare!

MAX          - Max Warren, il lupo di mare, ha un lavoro extra… pulire le docce per due sterline.

DAVE        - Attento a non bagnarti!

MAX          - Non fare lo spiritoso, potrei morire dal ridere!

DAVE        - Dovresti...

MAX          - Va a casa a cambiarti, faresti un favore a tutti!

DAVE        - Lasciami un po’ d’aria per respirare!

MAX          - Ci vediamo!

                            (Max esce. Dave continua ad allenarsi per un po’, poi si rivolge al pubblico)

DAVE        - È un bravo ragazzo, Max, è uno spirito libero. Ho cercato di fargli intraprendere la strada del body building ma non gli interessa. Io mi allenavo qui tutti i giorni, circuiti separati, dorso e gambe, petto e braccia, avevo pensato di iscrivermi a una palestra, ma non ho cambiato idea, questo posto è più spartano, più da classe operaia!

                            (Durante il monologo, si prepara per un esercizio su panca inclinata; alla fine del discorso assume la posizione e inizia l’esercizio)

                            (Musica)

SCENA 6.

                   (Un caffè. Un tavolo. La musica proviene da un juke box. Nigel e Diane si guardano negli occhi, in silenzio. Sul tavolo ci sono delle tazze da caffè, un incarto vuoto di un Kitkat)

NIGEL        - Che fai stasera?

                            (Pausa)

NIGEL        - Potremmo andare al cinema, se ti va...

DIANE       - No, non mi va...

NIGEL        - E che cosa ti va, allora?

DIANE       - Niente…

NIGEL        - Vuoi un altro Kitkat?

DIANE       - No…

NIGEL        - Sicura?

DIANE       - Senti, Nigel, così non va bene…

NIGEL        - Perché?

DIANE       - Ne ho avuto abbastanza, temo. Sono stufa.

NIGEL        - Di che cosa sei stufa?

DIANE       - Sono annoiata.

NIGEL        - Non essere soltanto stufa, Diana, dì qualcosa!

DIANE       - Che cosa vuoi che dica?

NIGEL        - Che ti piaccio, magari…

DIANE       - Mi piaci…

NIGEL        - E allora perché non vuoi uscire con me?

DIANE       - Perché sono stufa…

NIGEL        - Benissimo! Così mi fai stare male come un cane!

DIANE       - Non posso farci niente, Nigel.

NIGEL        - E chi può?

DIANE       - Era nell’aria, Nigel.

NIGEL        - Lo so, ma non avevo mai pensato che…

DIANE       - Esatto, non pensi mai, tu…a nessuno…

NIGEL        - Ti amo però… Diane?

DIANE       - E io ti voglio bene. Possiamo sempre restare buoni amici…

NIGEL        - Buoni amici? Tutto qui? Gesù... vuoi un altro caffè? Oppure no?

DIANE       - No, grazie.

NIGEL        - Puoi averne un altro, se vuoi. Puoi avere quello che vuoi.

DIANE       - Non mi va nulla, grazie, devo stare attenta alla linea.

NIGEL        - Ascolta, tesoro, perché non ci proviamo ancora? Soltanto qualche settimana di prova, ci divertiremo, vedrai!

DIANE       - Non funzionerebbe.

NIGEL        - C’è un altro?

DIANE       - Nessuno in particolare.

NIGEL        - Che vuol dire “in particolare”?

DIANE       - Vuol dire nessuno in particolare!

NIGEL        - Oh, benissimo!

DIANE       - Cresci, Nigel!

NIGEL        - Diane?

DIANE       - È finita, Nigel...

NIGEL        - Accidenti!

DIANE       - C’è Max.

                            (Max entra: indossa la divisa da postino, si avvi-cina al tavolo, canticchiando una canzone d’amore, ha in mano una tazza)

MAX          - Ehi, voi!

NIGEL        - Max!

MAX          - Nigel e consorte, come va?

DIANE       - Ok…

MAX          - Ma guarda un po’…(il tè) Sembra piscio… (lo assaggia) È piscio, ah ah ah ah ah ah ah!

DIANE       - Max, sei stupido per caso?

MAX          - Meglio che essere morto.

DIANE       - Ok, devo andare…

MAX          - No, non andare via adesso, altrimenti non avrò niente da guardare! Hai visto Dave, ultimamente? Si sta facen-do un fisico…

NIGEL        - Anche io comincerò a fare pesi, per rimettermi in for-ma. Sto aspettando che arrivi il catalogo di mamma, troverò qualche attrezzo più economico. Amore, quel pallone gonfiato è un essere inutile! Vedrai che pettorali mi verranno!

MAX          - Ma ce l’hai già i pettorali!

NIGEL        - Pettorali grossi e braccia grosse. A lei piacciono gli uomini muscolosi.

DIANE       - Adesso devo andare, altrimenti farò tardi… ci ve-diamo…

NIGEL        - Te ne vai?

DIANE       - Devo.

NIGEL        - Posso venire?

DIANE       - No, va bene così.

NIGEL        - Posso venirti a trovare dopo?

DIANE       - Potrei non esserci.

NIGEL        - No, ok...

DIANE       - Ci vediamo.

NIGEL        - Ci vediamo, Diane, amore, riguardati...

MAX          - Ciao.

                            (Diane esce di scena; Nigel siede in silenzio, cercando di trattenere le lacrime)

MAX          - Hai bevuto troppo?

NIGEL        - No...

MAX          - E allora perché piangi?

NIGEL        - Chi è che piange?

MAX          - Tu.

NIGEL        - Non è vero!

MAX          - È vero.

NIGEL        - E anche se piangessi? Mi ha lasciato, no?

MAX          - Chi?

NIGEL        - Lei, Diane. Chi altri se no?

MAX          - E perché ti ha lasciato?

NIGEL        - Perché è stufa.

MAX          - Beh, ha senso…è stufa. Io sono sempre stufo.

NIGEL        - Spero che muoia di tumore!

MAX          - Che cattiveria!

NIGEL        - Dico sul serio!

MAX          - C’è un altro?

NIGEL        - Nessuno in particolare, ha detto…

MAX          - Nessuno in particolare? Beh, ci ha girato intorno…

NIGEL        - È colpa mia. Pensa che io sia noioso.

MAX          - Beh, è vero…no, scherzo, era solo per farti tornare il sorriso. “Il mare è pieno di merluzzi”, mio caro, ricor-datelo.

NIGEL        - Grazie, padre!

MAX          - Và a cercarti un’altra donna. È facile per te che sei magro.

NIGEL        - Ma io amo lei, Max!

MAX          - Oohh! Ci risiamo! Amore? Che idiozie! L’amore è come una suora con la diarrea. È pieno di merda: serve solo a tenerci compagnia costantemente. Quando un amore finisce, si rimpiazza. È come cambiare ruota. E ti dico anche un’altra cosa: io discuterei seriamente con John Donne!

NIGEL        - Ma che stai dicendo?

MAX          - Bene…“Nessun uomo è un isola. Ogni uomo è parte di una terra, pertanto non chiedere per chi suonano le campane, perché suonano per te”. Balle: a me non dispiace affatto che Diane ti abbia lasciato!

NIGEL        - Me ne sono accorto!

MAX          - Qualche chauffeur ha sbagliato strada, credimi! Comunque non importa, secondo Dave ci sarà una guerra, quindi venerdì andiamo da Romeo & Juliet. Ubriachiamoci e dimentichiamo.

NIGEL        - Perché no?

MAX          - Rimboccati le maniche. Non deprimerti. Il tempo guarisce tutte le ferite.

NIGEL        - Il tempo. Ogni tanto mi infastidisce…

MAX          - Uno stravagante esistenzialista. Parlando del tempo, quasi dimenticavo… guarda! (estrae un orologio)

NIGEL        - Dove l’hai preso?

MAX          - L’ho trovato.

NIGEL        - Dove?

MAX          - Nella tasca di un tizio alle docce dei bagni termali. Ma dài, non è poi la fine del mondo!

NIGEL        - Ah no?

MAX          - No, domani è un altro giorno.

NIGEL        - Un giorno più vicino alla fine.

MAX          - Andiamo, Nigel!

NIGEL        - Nessun uomo è un’isola, eh?

MAX          - Ascolta, è una brava ragazza, ma è ovvio che tu non vai bene per lei.

NIGEL        - Le piace Dave, vero?

MAX          - Beh, è un bel ragazzo…

NIGEL        - Aspetta che anche io mi faccia i muscoli…perché mi farò un sacco di muscoli, sai?

MAX          - Non riuscirai mai a farti i muscoli, Nigel.

NIGEL        - E perché?

MAX          - Non riuscirai a sollevare neanche mezzo chilo quando comincerai a fare pesi!

NIGEL        - Grazie mille!

MAX          - Ascoltami, idiota! Resterai un idiota per tutta la vita… ma almeno sei magro… considerala una benedizione.

NIGEL        - Che cosa devo considerare, Max?

MAX          - Le mie palle! Andiamo a fare quattro passi, va!

                            (Max si alza in piedi per uscire)

NIGEL        - No... voglio meditare un po’...

MAX          - Come ti pare.

NIGEL        - La vita non funziona come nei film, vero?

MAX          - Dipende da quale film guardi.

NIGEL        - La amavo, sai…davvero…

MAX          - Come vorrai non averlo mai detto quando avrai trenta anni, cinque bambini e sarai sposato con una cicciona bassa, bionda e brutta!

NIGEL        - Perché?

MAX          - Perché è tutto nella tua testa…

                            (Musica)

SCENA 7.

                   (Il garage: Dave sta facendo delle ripetizioni a peso leggero, per poi dedicarsi alle super serie. Suo Padre lo osserva a distanza. In pantofole e camicia aperta. È l’ora del tè. Colin parla e Dave continua ad allenarsi, è concentratissimo)

COLIN       - (urlando) Di quanto tempo hai bisogno ancora? Sei appena tornato da Cardiff e ti stai già allenando?

                            (Dave non risponde. Colin si avvicina)

COLIN       - Tua madre vuole sapere quanto tempo hai ancora. Ehi, Mister Universo!

DAVE        - Mi sto allenando.

COLIN       - Beh, non può mantenere calda quella bistecca troppo a lungo.

DAVE        - Allora non avrebbe dovuto cucinarla così presto, no?

COLIN       - Avevi detto che saresti stato pronto per le cinque.

DAVE        - Non ho ancora finito, non vedi?

COLIN       - A chi stai urlando?

DAVE        - Sto cercando di allenarmi!

COLIN       - Le dico che non la vuoi allora!

DAVE        - Mi sto allenando!

COLIN       - Può buttarla nel caminetto, allora…

DAVE        - Vattene, mi stai distraendo…

COLIN       - Che vuoi fare?

DAVE        - Niente.

COLIN       - Riesco a sollevare più io con la pala!

DAVE        - Grande!

COLIN       - Quanto sollevi tu, ciccione?

DAVE        - Tonnellate.

COLIN       - Metti cento chili su quella barra. Ti faccio vedere io che cosa è la vera forza.

DAVE        - Sto eseguendo delle serie…

COLIN       - Forza, aggiungi il peso!

                            (Dave aggiunge cento chili alla barra)

DAVE        - Non ce la farai mai!

COLIN       - Un peso così lo lanciavo agli uccelli.

DAVE        - Sai come fare?

COLIN       - Bah!

                            (Colin siede sulla panca e afferra il peso)

DAVE        - Ce l’hai?

COLIN       - Ce l’ho!

                            (Avvicina il peso al petto ma non riesce a sollevarlo)

COLIN       - Cristo santo! Prendilo, prendilo!

                            (Dave prende il peso)

COLIN       - Ma sono cento chili, quelli?

DAVE        - Ehm…

COLIN       - Tu ci riesci?

DAVE        - Dieci volte.

COLIN       - È perché sei abituato…

DAVE        - Ovviamente.

COLIN       - Anche io ci sarei riuscito alla tua età.

DAVE        - No, papà…

COLIN       - Cento chili pesano!

DAVE        - È facile a dirsi, no? Tutti possono dire di riuscire a sollevare cento chili, ma poi non è così semplice…

                            (Entra in scena Max)

MAX          - No! “Il prima e il dopo”…quale dei due è l’uno o l’altro?

COLIN       - Ehi, Ciccio-Max!

MAX          - Signor Boulton! Tutto bene?

COLIN       - Niente male…

MAX          - Anche lei si allena?

COLIN       - Già…

MAX          - Mi è sembrato di vedere una vena uscirle dalla fronte.

COLIN       - (indica il peso) Riesci a sollevarlo?

MAX          - Quanto?

COLIN       - Cento chili.

MAX          - Li sollevo con l’orecchio. E lei?

COLIN       - L’ho appena fatto!

MAX          - Facile a dirsi. È vero?

DAVE        - …Cinque ripetizioni…

MAX          - Oh, niente male! No, io non ci riuscirei…

COLIN       - Provaci almeno…sei grosso quanto una casa!

MAX          - Quanto una serra, semmai…no, mi spezzerei!

COLIN       - Oh, Max…sei grande e grosso e distribuisci lettere!

MAX          - Esistono lettere molto pesanti, come le bollette!

COLIN       - Ok… io vado, e tu non trattenerti troppo. O tua madre diventerà viola per la rabbia.

MAX          - Le compri un cerone coprente!

                            (Colin esce di scena, ignorando l’ultima battuta di Max. Dave ha ripreso a fare delle ripetizioni da seduto. Conta a bassa voce. Max guarda)

MAX          - Non credi che sia troppo? Parlare da solo?

                            (Dave conclude)

MAX          - Attento, ti sfido…comincia a cagarti sotto!

                            (Max siede sulla panca, mette le mani dietro la nuca. Cerca di fare degli addominali. Cade dalla panca. Si alza nuovamente e comincia a fare degli esercizi con pugni e corsa sul posto: è buffo)

MAX          - Adesso sì che mi sento meglio.

DAVE        - Brutto ciccione!

MAX          - Tutto pagato. Che hai, un colloquio andato male?

DAVE        - No, da quello che hanno detto, dovrebbe essere andato bene.

MAX          - Hai visto dei gay?

DAVE        - Non gay troppo appariscenti, soltanto un paio con vestiti stravaganti, ma li ho evitati, come ho evitato un professore eccentrico.

MAX          - Forse sono in prima fila nella scena underground gallese!

DAVE        - Secondo me, erano tutti postini!

MAX          - Sciocchezze! Che idiota che sei!

DAVE        - Non posso farcela…Max, sto crollando!

MAX          - Come credi che sia andata veramente?

DAVE        - Ok. Ma non si sa mai, le prove sono tutte molto criptiche… un bel posto però: tante pollastrelle e un sacco di tipi da rugby.

MAX          - Bene! Hai parlato con qualche ragazza?

DAVE        - Sul treno c’era una ragazza, aveva le tette grosse!

MAX          - Fantastica!

DAVE        - Ogni volta che vieni a trovarmi, devo smettere di allenarmi!

MAX          - Va bene, me ne vado.

DAVE        - OK. Lo sai che mi piacerebbe andare a letto con qualcuna?

MAX          - Ah ah!

DAVE        - Quando è stata l’ultima volta?

MAX          - Circa diciotto mesi fa, alla festa di Leo. Ero ubriaco però.

DAVE        - Chi era?

MAX          - Beh, non mi ricordo.

DAVE        - Stai mentendo spudoratamente!

MAX          - Karen Websdale.

DAVE        - Gesù, dovevi essere ubriaco fradicio!

MAX          - Fuori di testa.

DAVE        - Fuori di te!

MAX          - E tu? Quando è stata l’ultima volta?

DAVE        - Eh?

MAX          - L’ultima volta che hai scopato?

DAVE        - Beh, molte volte…

MAX          - Lascia perdere!

DAVE        - Ma è vero!

MAX          - Andiamo…

DAVE        - Ok, ciccione, facciamo un po’ di bicipiti!

                            (Dave siede nuovamente sulla panca e comincia a eseguire degli esercizi per i bicipiti)

MAX          - Oggi, per consegnare la posta, sono quasi caduto tra le braccia di una donna. Lowlea Court, 39. Aveva circa trentuno anni, belle tette. Sarei entrato, ma non potevo infiltrarmi in quel dannato giardino per via dei cani… ehi! Ecco che cosa dovevo dirti! Nigel Storey e Diane Andrews si sono lasciati!

DAVE        - Perché?

MAX          - C’è un altro. Credevo fossi tu…

DAVE        - Oh, sì!

MAX          - Secondo Nigel, le piacciono gli uomini muscolosi. Tu sei già uscito con lei una volta...

DAVE        - Ci sono stato solo una volta al cinema…

MAX          - A me non dispiacerebbe darle una bella ripassata…

DAVE        - È troppo carina per certe cose…

MAX          - Ma che dici mai?

DAVE        - Chiudi il becco!

MAX          - Ok, ma prima devo dirti anche un’altra cosa: conosco una donna al lavoro a cui piaci. Ieri ti ha visto a Plough e così mi ha detto: “Dave Boulton è tuo amico?” e io ho risposto: “È bello muscoloso, no?”, “Oh, sì, è bello muscoloso, ah! Solleva pesi?”. E io ho risposto “Sì”. E poi si è allontanata.

DAVE        - E allora?

MAX          - Beh, si vede che non conosci le donne! Mi ha fatto un sacco di domande…

DAVE        - Lascia perdere.

MAX          - Ok…

DAVE        - Quanti anni ha?

MAX          - Circa trentatre, trentadue… I suoi ex-mariti l’hanno lasciata un anno fa. A Plough fa comunella con quella donna che lavora dal fruttivendolo.

DAVE        - Ma è quella con quelle…

MAX          - Esatto, è proprio lei! giarrettiera, gonna con lo spacco, ecc., ecc., ecc….

DAVE        - Le piaccio, dici?

MAX          - Ti sto solo riferendo quello che mi ha detto.

DAVE        - Meraviglioso! È una gran donna, quella!

MAX          - Posso dirti una cosa?

DAVE        - Credi che possa andare liscia?

MAX          - Secondo me, vai sul sicuro con lei!

DAVE        - Sì, è fatta. Che cosa le dirai?

MAX          - Questo fine settimana. Vive da sola.

DAVE        - Se viene fuori qualcosa, dovrò dire a mia madre che resto a dormire da Audrey.

MAX          - Dille che resti da me.

DAVE        - Ok, ma fa attenzione, sabato è un po’ complicata, potrei ricevere una lettera da Cardiff…

MAX          - Con cattive notizie?

DAVE        - Non si sa mai. E voglio esserci quando arriva quella lettera.

MAX          - Ok. Pensaci su. Quei grossi meloni, bellissimi!

DAVE        - Sarebbe la prima volta per me!

MAX          - Ma davvero?

DAVE        - Sì, davvero.

MAX          - Santo cielo! Sarà una bella serata, allora! Ti piacerà, fidati!

DAVE        - Credi che prende la pillola?

MAX          - Sì.

DAVE        - Sicuro?

MAX          - Faresti meglio a portarti un po’ di “lattice”, per sicu-rezza.

DAVE        - Hai mai sentito di quell’irlandese che si è messo il pre-servativo al contrario ed è andato tranquillo, senza neanche accorgersene?

MAX          - Sì, l’ho sentita.

DAVE        - Non sto più nella pelle!

MAX          - Che caos! Non sovrastimare il sesso con il preser-vativo. Quando è stata la mia prima volta, ho pensato: “Tutto qui?”, quella ragazza gemeva e a me non succe-deva nulla. Così ho lasciato perdere e mi sono fatto una sega.

DAVE        - E la ragazza che ha fatto?

MAX          - Non lo so. Dopo me ne sono andato a casa…

DAVE        - Come fai a capire che è messo nel verso giusto?

MAX          - Lo capirai, non ti preoccupare.

DAVE        - Devo fare un po’ di pratica a casa stasera.

MAX          - Diventerai cieco.

DAVE        - Devo rischiare.

                            (Musica.

                            Max entra in scena e si rivolge al pubblico)

MAX          - Ci divertivamo da matti a parlare di donne e a fanta-sticare. Come fanno tutti i ragazzi. Almeno avevamo qualcosa da fare. Dovevo occuparmi io di tutto, altri-menti lui non si sarebbe mai accorto di nulla. Gran parte delle ragazze di questo paese non ha molta sostanza qui dentro (indica la testa). Non voglio essere cattivo, ma è un dato di fatto che esse abbandonano la scuola molto presto, perché non hanno voglia di continuare, e tutto quello che desiderano è un ragazzo e dei figli. Quando non fai altro che battere il conto della spesa ai clienti, tutto il santo giorno, non puoi desiderare altro.

                            (Musica)

SCENA 8.

                            (Al bar, Sharon e Veronica sono in compagnia di Diane. Sono in pausa pranzo e stanno bevendo un caffè e mangiando un panino)

SHARON   - Perché lo hai lasciato?

DIANE       - Perché ero stanca di lui…

SHARON   - Non era male, però…

DIANE       - Lo so, ma ero stufa di lui, Sharon, e basta…

VERONICA - E con chi ti vedi adesso?

DIANE       - Con nessuno.

SHARON   - Oh…

VERONICA - Ehi, indovinate chi è venuto al negozio oggi?

SHARON   - Chi?

VERONICA - Gary Shaw.

SHARON   - Oddio! Veronica, ma che dici?

DIANE       - Com’è? Avanti, diccelo!

VERONICA - È brillante. Sono rimasta senza fiato quando l’ho visto entrare.

DIANE       - Era in classe con me a scuola.

SHARON   - Lui e Nigel non sono mai andati d’accordo, vero?

DIANE       - Avete visto Dave Boulton ultimamente?

SHARON   - No, fa lo snob.

VERONICA - Era un secchione a scuola… poi mi sembra sia stato bocciato, vero? Gary Shaw, invece, è diventato un otti-mo istruttore.

DIANE       - Frequenta la scuola di informatica, Dave Boulton…

VERONICA - Cavolo, Shaw ha firmato un contratto con i Wolves, dovreste vederlo adesso: è abbronzato come un carbon-cino ed è in forma… tremendamente!

SHARON   - Oh, quanto mi piaceva!

DIANE       - L’ultima volta che l’ho visto, sembrava un borlotto!

VERONICA - Oh, ma a me piace così, con quel sederino piccolo, alto e asciutto!

SHARON   - Come Simon Le Bon!

VERONICA - Oh, è bellissimo!

                            (Pausa)

SHARON   - E sapete che cosa mi diceva una signora?

DIANE       - No, che cosa?

SHARON   - Conoscete la nostra zona industriale, no?

DIANE       - Già!

SHARON   - C’è un giro di scambio di mogli…

VERONICA - Chi è coinvolto?

SHARON   - E io come faccio a saperlo?

DIANE       - Scommetto che tutti quelli che lo fanno, sono persone annoiate…

SHARON   - Lo so, ma…

VERONICA - E allora? All’hotel Greensmith la polizia ha fatto una retata.

DIANE       - Perché?

VERONICA - Video…video porno…

SHARON   - Gesù!

VERONICA - Ne hai visto qualcuno?

SHARON   - Che?

VERONICA - Di quei film sporchi!

SHARON   - No, e tu?

DIANE       - No… tu?

VERONICA - No, ma una donna al lavoro sì…

SHARON   - Oddio!

VERONICA - So chi è, quella sporcacciona!

                            (Pausa)

SHARON   - Avete visto che stanno per chiudere Tiffs?

VERONICA - Sì.

DIANE       - Siete state in quel nuovo posto, da Grape?

SHARON   - Fa schifo.

DIANE       - Organizzano serate da discoteca, lo sapevate?

VERONICA - Ho sentito che è un posto carino.

SHARON   - Sarà migliorato con le serate danzanti, perché quando ci sono stata io faceva schifo.

                            (Pausa)

VERONICA - Vi dico anche un’altra cosa: oggi è entrato un tizio che cercava un paio di Hush Puppies numero quarantatre. Si è tolto una scarpa per confrontare la misura con la scarpa nuova e quasi sono svenuta per la puzza!

DIANE       - I rischi del mestiere in un negozio di calzature.

VERONICA - Che?

DIANE       - Niente, niente.

                            (Pausa)

VERONICA - Non ce lo vuoi dire, allora?

DIANE       - Che cosa?

VERONICA - La ragione per cui hai mollato Nigel…

DIANE       - Ve l’ho detto!

VERONICA - Cercare di strapparle delle informazioni è come cer-care di estrarre del sangue da una pietra!

SHARON   - Credevo che se non avessimo chiesto nulla, ce lo avrebbe detto spontaneamente.

DIANE       - Non ho niente da dire…

VERONICA - Sarà in giro questo fine settimana?

DIANE       - E come faccio a saperlo?

SHARON   - Hai sentito che ha detto?

DIANE       - Che ficcanaso!

SHARON   - Non proprio…

VERONICA - Beh, a me piace Nigel, mi fa ridere!

DIANE       - Sono contenta che ti piaccia!

VERONICA - Beh, era uno spasso, almeno ai tempi della scuola.

DIANE       - Ah, sì?

VERONICA - Forse sei tu, Diane, che lo hai annoiato a morte.

DIANE       - Crede di essere spiritosa?

SHARON   - Non lo è?

VERONICA - Beh, se Nigel non è in giro questo fine settimana, c’è sempre Gary Shaw…

SHARON   - Tu e Gary Shaw?

VERONICA - E perché no?

SHARON   - Non è mica cieco!

VERONICA - Ma sentila!

DIANE       - Basta, me ne vado!

SHARON   - Non ti fermi con noi per altri pettegolezzi?

DIANE       - No, vado a farmi una nuotata.

                            (Diane si avvia verso l’uscita)

VERONICA - Per quando rientreremo al lavoro, avremo passato in rassegna tutti i ragazzi di Elmsall!

DIANE       - Chiamatemi per organizzarci per il fine settimana.

                            (Diane esce di scena)

SHARON   - Credi veramente che Gary Shaw sarà in giro nel weekend?

VERONICA - Forse, perché?

SHARON   - Andavamo a scuola insieme…

VERONICA - Ma davvero? Sei proprio una bugiarda!

SHARON   - Che?

VERONICA - Non me lo hai mai detto!

SHARON   - E tu non me lo hai mai chiesto!

                            (Musica)

SCENA 9.

                   (Il salotto di casa Monroe, il televisore è acceso con il volume molto basso. Max e Dave sono seduti in relax su delle comode poltrone. Nell’adiacente cucina, Betty si sta preparando del tè. È tarda sera)

MAX          - Allora?

DAVE        - Che?

MAX          - Che è successo?

DAVE        - Non qui…

MAX          - È avvenuto?

                            (Pausa)

MAX          - È avvenuto?

DAVE        - Tu che ne pensi?

MAX          - Posso solo intuire che la risposta è affermativa.

DAVE        - Corretto, signor Spock.

MAX          - (urlando) Fiiiùùù, fantastico!

DAVE        - Chiudi il becco!

MAX          - Portava le giarrettiere?

DAVE        - Beh… mi sono tolto la maglietta… me l’ha quasi ridotta a brandelli…

MAX          - Com’è di corpo?

DAVE        - Niente male…

MAX          - Me la sogno la notte… è proprio della mia misura.

DAVE        - Profumava intensamente quando mi sono avvicinato a lei…il cuore mi batteva all’impazzata. Mi sentivo come se stessi facendo una serie di squat con centocinquanta chili.

MAX          - Ehi… sento un calore che mi scalda dentro…

DAVE        - Smettila!

MAX          - Ma è vero. A te non succede mai?

DAVE        - Prende la pillola.

MAX          - Come fai a esserne sicuro?

DAVE        - Gliel’ho chiesto.

MAX          - Che sfacciato!

DAVE        - Ma dovevo chiederglielo, non credi?

MAX          - Quando sei tornato?

DAVE        - Oggi pomeriggio…

MAX          - Ma che hai fatto tutto il fine settimana? Anzi che avete fatto?

DAVE        - Mi sono allenato…su di lei.

MAX          - Ti ha stancato?

DAVE        - Mi ha distrutto!

                            (La mamma dalla cucina)

BETTY      - David?

DAVE        - Che c’è?

BETTY      - C’è dell’insalata qui, ti va?

DAVE        - Tra un po’...

BETTY      - Ok, tra un minuto vengo in salotto e metto i piedi sul tavolino...

DAVE        - Ok...

                            (Colin entra in cucina)

MAX          - Sudava?

DAVE        - Che?

MAX          - Ha sudato?

DAVE        - Sei un pervertito…

MAX          - Chi?

                            Colin lascia il cappotto in cucina ed entra in salotto. Si guarda intorno, ma non c’è posto per sedersi)

COLIN       - Guarda questi bricconi… due ragazzoni grossi quanto questa dannata casa, seduti a guardare la TV e a leggere libri.

DAVE        - Che c’è adesso?

COLIN       - Qualcuno è seduto sulla mia poltrona.

DAVE        - Max, spostati!

MAX          - Grazie!

                            (Max si alza, il signor Boulton gli dà qualche pugno, scherzando)

MAX          - Ehi, stia attento, sa?

COLIN       - Potrei batterti anche se avessi la polmonite doppia!

MAX          - Tuo padre è uno spasso!

DAVE        - Ogni tanto!

                            (Max e Dave entrano in cucina mentre Betty porta il tè a Colin che sta leggendo il giornale)

BETTY      - Dove sei stato, Colin?

COLIN       - Da Ken. Uno dei suoi cani sta male. Chi è che guarda questa roba? (rivolto alla TV) Quello è proprio senza speranza…

BETTY      - Chi, tesoro?

COLIN       - Quello sullo schermo...Tommy Cooper.

BETTY      - Oh, ma a me piace!

COLIN       - È osceno!

BETTY      - È divertente!

COLIN       - Guarda che sta combinando con quelle bottiglie. È sbronzo, per caso?

BETTY      - Ma no!

COLIN       - Ma guardalo, accidenti!

BETTY      - Non ti fanno andare in TV se sei ubriaco.

COLIN       - E come fai a dirlo?

BETTY      - Beh, lui è in TV.

COLIN       - Non vuol dire niente!

BETTY      - Vuol dire tanto, invece!

COLIN       - Il vero lavoro lo ucciderebbe.

BETTY      - È una grande persona, Tommy Cooper. L’ho letto su “Woman’s own”.

COLIN       - Quello cha fa lui potrei farlo anche io!

BETTY      - Oh, smettila!

COLIN       - Quanto prendono per stare in quella dannata scatoletta? (la TV)

BETTY      - Ma è solo intrattenimento!

COLIN       - Fanno sempre le stesse cose!

                            (Pausa)

COLIN       - Ma guarda. Potrei farlo anche io quel gioco con le carte… potrei restare in equilibrio su un piede solo e saltellare per un’ora.

BETTY      - Secondo me non ci riusciresti!

COLIN       - Lo so che non ci riuscirei.

BETTY      - E allora stai zitto!

COLIN       - Anche tu stai zitta! Comunque è finito… grazie a Dio!

                            (Pausa)

BETTY      - Che programma c’è dopo?

COLIN       - Passami il giornale. Oh, no! Danno “Play of the Chuffin’ Month”!

BETTY      - Oh, che bello!

COLIN       - Non avrai intenzione di guardarlo, spero! Ci sono le partite di rugby su BBC due.

BETTY      - Non mi piacciono le partite! Me ne vado a letto, allora!

COLIN       - E vattene a letto.

BETTY      - Ok!

COLIN       - Spero che non resterai sveglia a leggere tutta la notte.

BETTY      - Mi piace leggere.

COLIN       - Quello che leggi è solo robaccia.

BETTY      - E allora?

COLIN       - Quelle dannate storie d’amore, “Mills and Boon” Di Barbara Cartland! È vecchia quanto Adamo!

BETTY      - Sì. Comunque, volevo dirti una cosa...

COLIN       - Che?

BETTY      - Ho trovato una cosa nei jeans di Dave.

COLIN       - Soldi? È un miracolo!

BETTY      - No, non si tratta di soldi…

COLIN       - E di che cosa, allora?

BETTY      - Una di quelle confezioni...

COLIN       - Eh?

BETTY      - Una cosa... preservativi.

COLIN       - Preservativi?

BETTY      - Durex.

COLIN       - Durex? E dove l’hai trovati?

BETTY      - Nei suoi jeans, erano tra i panni da lavare. Ha detto che avrebbe dormito da Max lo scorso fine settimana, ma ne dubito…

COLIN       - Ah, beh...

BETTY      - Questa storia non mi piace...

COLIN       - Che vuoi farci?

BETTY      - È ancora un bambino!

COLIN       - Ha diciannove anni!

BETTY      - Per me resta sempre un bambino, non importa se sia grande e grosso.

COLIN       - Ascolta, amore, ci sono ragazzi al lavoro... di sedici o diciassette anni. Sposati. Non puoi continuare a trattare Dave come un bambino, è un uomo ormai. Può fare quello che vuole.

BETTY      - Che società permissiva! Ecco che cosa è!

COLIN       - Un corno! Era la stessa identica cosa quando eravamo ragazzi noi. Basta che non porta guai a casa, può pensare e agire con la sua testa.

BETTY      - Mi chiedo chi sia, però. Continua a dirmi che è gay e tutte le volte che lui e Max sono da soli dentro al garage, mi chiedo che cosa facciano…

COLIN       - Gay! È uno scherzo.

BETTY      - Potrebbe essere Diane, Colin. Scommetto che è lei.

COLIN       - Potrebbe essere…

BETTY      - Sembra una brava ragazza...

COLIN       - È vero! Diane è proprio una brava ragazza. Sì, proprio brava…

BETTY      - E non guardarmi in quel modo, tu!

COLIN       - In che modo?

BETTY      - Togliti quello sguardo dagli occhi prima di salire le scale! Vado a leggere.

COLIN       - Beh, vedi di spegnere la luce prima che io salga su! O me ne resto a dormire sulla poltrona.

BETTY      - Non sarebbe la prima volta che resti a russare in salotto!

COLIN       - Bene, allora. Aspetterò che finisca lo spettacolo in tele-visione. Puoi anche morire di freddo, non mi interessa!

BETTY      - Ma fammi il piacere! Ho la coperta elettrica!

                            (Betty si alza per andare a letto; esce dal salotto ed entra in cucina, poiché per andare in camera da letto bisogna passare per la cucina. In cucina Dave ha appena finito l’insalata. Max vuole fumare una sigaretta. Betty esce di scena e Colin cambia canale, mette il rugby a tutto volume)

DAVE        - Vai a letto, mamma?

                            (Nessuna risposta)

MAX          - Come a casa mia, mio padre torna dal lavoro e mia madre gli si presenta con un coltello in mano… nel senso metaforico del termine, ovviamente!

DAVE        - Credo che tu stia diventando troppo esteta nel tuo approccio alla vita.

MAX          - Ho possibilità di fumarmi una sigaretta?

DAVE        - Non qui.

MAX          - Possiamo andare a fumarne una fuori?

DAVE        - Io non fumo.

MAX          - Resto sulla soglia mentre tu stai in casa.

DAVE        - Il freddo entrerà comunque.

MAX          - Ah! Mettiti il cappotto!

DAVE        - No!

                            (Pausa)

MAX          - La rivedrai?

DAVE        - Tu che faresti?

MAX          - Io la rivedrei se dici che tutto è finito bene…

DAVE        - La vedo giovedì.

MAX          - No!

DAVE        - Sì!

MAX          - E io sarei il pervertito, vero?

DAVE        - Mi ha detto che deve insegnarmi una cosa…

MAX          - (ulula) Insegnami… insegnami!

DAVE        - Zitto!

MAX          - Fammi del male, sì! Così le ho dato un cazzotto in bocca… Vedo il futuro, riesco già a visualizzare fremiti, gemiti e tutto il resto…l’amore ci dividerà!

                            (Max è molto felice per il suo amico e fa un bal-letto, cantando varie canzoni d’amore)

DAVE        - La smetti? Mio padre è lì dentro.

MAX          - Vorrei essere una mosca sulla parete… ah come lo desidererei!

                            (Colin entra in cucina)

COLIN       - Che succede qui, hai intenzione di darle il colpo finale?

DAVE        - Max è impazzito!

COLIN       - Impazzirà sul serio se tua madre viene al piano di sotto, vero, Max?

MAX          - Me ne vado. Ci vediamo venerdì mattina, Dave!

                            (Pausa)

MAX          - Se non sei troppo stanco…

                            (Max esce di scena)

COLIN       - Di che parlava?

DAVE        - Niente…

COLIN       - Non resti a dormire fuori anche questa settimana, spe-ro!

DAVE        - Forse…

COLIN       - E da chi?

DAVE        - Mi fermo da amici.

COLIN       - Tuoi amici? Ne hai soltanto uno, di amico, cioè quel ciccione.

DAVE        - Ho altri amici, papà.

COLIN       - Non che me ne importi…è tua madre…

DAVE        - Che ha?

COLIN       - Si preoccupa per te…

DAVE        - Ha ragione.

COLIN       - È sempre tua madre, cerca di comportarti bene con lei.

DAVE        - Lo faccio già adesso.

COLIN       - E comportati bene anche con me, hai soltanto un padre e lo sai.

DAVE        - Lo so…

COLIN       - Sai che penso che tu sia un bravo ragazzo…

DAVE        - Lascia perdere!

COLIN       - È vero! A volte mi siedo su quella poltrona e penso a te, al tuo futuro e a quello che hai raggiunto fino a ora.

DAVE        - Eh?

COLIN       - Siamo orgogliosi di te!

DAVE        - Lo so.

COLIN       - Non puoi saperlo perché non parli mai con noi!

DAVE        - Ah!

COLIN       - Non sei d’accordo?

DAVE        - Devo allenarmi, no?

COLIN       - Non voglio che te ne vai, lo sai?

DAVE        - No?

COLIN       - Potresti restare a casa per sempre, se fosse per me e per tua madre.

DAVE        - Devo realizzare qualcosa nella vita, papà…per me stesso.

COLIN       - Lo so benissimo.

DAVE        - Mi sento un po’…scosso…

COLIN       - Davvero?

DAVE        - Già…

COLIN       - Ah!

DAVE        - Uhm…

COLIN       - Cristo santo, che scellerato!

DAVE        - Eh?

COLIN       - Non ti sarai messo nei guai, vero, David? Solo che… beh, sai che voglio dire… vieni a vedere il rugby con me?

DAVE        - No… vado a farmi una corsa… allenamento cardio-vascolare… ci vediamo dopo.

                            (Dave esce di scena, Colin torna a guardare il rugby. I  riflettori si affievoliscono)

Fine dell’atto primo.


SECONDO ATTO

                  

SCENA 10.

                   (Dave è nel garage/palestra. Sta facendo delle ripeti-zioni molto energiche così come lo abbiamo visto all’inizio del primo atto. Le serie sono molto più elaborate. Non si sente forte e pieno di energia, si nota dalla performance: la stessa musica del primo atto apre anche il secondo atto. Dave interrompe l’esercizio e siede imbronciato sulla panca. Entra Max)

MAX          - Ehi!

DAVE        - Ah!

MAX          - Allenamento “dolce”?

DAVE        - No!

MAX          - Hai finito?

DAVE        - Non ho neanche cominciato, veramente!

MAX          - Un po’ di riposo ti farà bene.

DAVE        - Non riesco a concentrarmi. Non so, mi sento patetico.

MAX          - Ti passerà…

                            (Pausa)

DAVE        - Mia madre mi ha scoperto e mi ha chiesto chi fosse.

MAX          - E tu che le hai detto?

DAVE        - Non si è arrabbiata, ci ha scherzato sopra…

MAX          - Benissimo, no?

DAVE        - Non avrei dovuto farlo, non con lei, è stato un errore.

MAX          - Ma che errore!

DAVE        - Non c’era sentimento, eravamo come due bistecche di manzo avvolte in lenzuola di nylon.

MAX          - Ma smettila con queste elucubrazioni!

DAVE        - Non volevo. Lei non sa niente…mi sento uno schifo! Pensavo che forse tu avresti potuto sistemare le cose… farmi rilassare un po’…

MAX          - Considerala soltanto esperienza…

DAVE        - Sei mai dovuto andare in ospedale?

MAX          - Oh, che paranoia! Che reparto ti serve?

DAVE        - Malattie veneree.

MAX          - Beh, almeno lì servono i pasti caldi!

DAVE        - Che sciocchezze! Dove è situato?

MAX          - Reparto 13, in infermeria.

DAVE        - Suona bene…

MAX          - Perché? Che hai?

DAVE        - Ho un prurito insopportabile…

MAX          - No!

DAVE        - Mi sta uccidendo!

MAX          - Hai anche perdite?

DAVE        - Un po’…

MAX          - Beh…

DAVE        - Come dei filamenti. Avevo il pigiama tutto sporco, stamattina. E poi, che puzza. Non sopporto la sporcizia sul mio corpo…

MAX          - Sistemerai tutto, vedrai.

DAVE        - Continui a dirmi che sistemerò tutto! Ma sono io a essere malato… è disgustoso… mi sento come se fossi completamente ricoperto da quei filamenti!

MAX          - So che vuol dire. L’ho passato anche io. E ti fa stare male. Ti accompagno in ospedale se vuoi. Ci facciamo dare della penicillina e tra una settimana sarà tutto finito.

DAVE        - Bene, andiamo adesso.

MAX          - Non posso…

DAVE        - Perché?

MAX          - Credo che il venerdì chiudano a mezzogiorno.

DAVE        - Classico!

MAX          - Lunedì andrà bene lo stesso.

DAVE        - Sono stufo fino al collo! Ma perché mi succedono sempre queste cose?

MAX          - Stai scherzando? È la prima volta che ti succede una cosa del genere!

DAVE        - Sto ancora aspettando notizie da Cardiff. Si stanno prendendo tempo! L’allenamento va male e adesso anche questa: il premio per la mia prima volta!

MAX          - C’è di peggio…

DAVE        - Ah! Magari l’ho preso da un altro uomo!

MAX          - Rilassati, Dave...metà della popolazione mondiale ha infezioni del genere.

DAVE        - Metà della popolazione mangia cibo schifoso, hamburger, ingerisce anidride carbonica e beve birra accompagnata da patatine in busta. Ma il mio corpo è puro, Max!

                            (Pausa)

MAX          - A lei lo hai detto?

DAVE        - Per carità! Non voglio vederla mai più!

                            (Pausa)

MAX          - Che fai stasera?

DAVE        - Niente…

MAX          - Ti va di uscire? La vita sfugge e tu non fai altro che sollevare pesi. Vieni da “Grape” con me e Nigel, dài!

DAVE        - Nigel Storey?

MAX          - Sì.

DAVE        - Ma è un emerito idiota!

MAX          - Meglio che restartene qui da solo, a parlare con il vento.

DAVE        - Sì, ma se vengo, non bevo!

MAX          - Come vuoi!

DAVE        - A che ora andate?

MAX          - Verso le otto. Mettiti la canottiera, avrai un succes-sone!

DAVE        - Non sarò pronto per le otto.

MAX          - Vieni quando sei pronto, allora, e ascoltami: non preoccuparti per quella cosa, passerà.

DAVE        - Romantico…

MAX          - Me ne vado.

DAVE        - Mi sembrava che facesse cattivo odore…

MAX          - Basta! Ci vediamo da “Grape” alle nove, ok?

DAVE        - Ok…

                            (Max esce mentre Colin entra)

COLIN       - Non è ora di uscire da qui, per oggi?

DAVE        - Sì...

COLIN       - Tua madre si è dimenticata che faccia hai!

MAX          - Ci vediamo dopo.

DAVE        - Ciao.

COLIN       - Ci vediamo, ciccione!

MAX          - Non cominciare, sai?

                            (Max esce di scena)

COLIN       - Non puoi trascorrere le tue giornate chiuso in garage, Dave!

DAVE        - È tutto sotto controllo.

COLIN       - Ok, ti aiuto a fare qualche serie, allora.

DAVE        - No.

COLIN       - No? Ma che hai oggi?

DAVE        - Ho già fatto i pettorali!

                            (Pausa)

COLIN       - Tua madre comincia a preoccuparsi: non sa dove dormi il fine settimana…

DAVE        - Dille di non preoccuparsi. Non accadrà più.

COLIN       - Che fai stasera?

DAVE        - Esco…

COLIN       - Ma tu non esci mai…

DAVE        - Già…esco con Max, andiamo in paese…

COLIN       - Era ora che cominciassi a vivere un po’. Quando avevo la tua età, uscivo ogni sera, per Dio! Una donna diversa ogni notte…ci divertivamo, eravamo spensierati, e guardati, invece…sei troppo sotto pressione!

DAVE        - Dici davvero?

COLIN       - Certo, hai l’università… gli esami di informatica…e allenarti con questa frequenza è eccessivo per il tuo fisico. Tutto dovere e niente piacere, ti rende triste…

DAVE        - Già…

COLIN       - Forza, dai! Vatti a cambiare e vai a divertirti!

DAVE        - Ok.

COLIN       - Bene!

                            (I riflettori si spengono. Musica)

DAVE        - A dopo!

COLIN       - E non ti ubriacare!

SCENA 11.

                   (Un pub moderno, stile discoteca. In scena, due tavoli. A un tavolo sono seduti Nigel e Max, all’altro tavolo Diane, Sharon e Veronica. La musica accompagna la scena mentre l’illumina-zione cambia da una sequenza all’altra. Fino a che tutti non siederanno allo stesso tavolo, la musica oscillerà di intensità, restando sempre di sottofondo)

MAX          - Sono inzuppato di sudore!

NIGEL        - Io no...

MAX          - Infatti, per te è impossibile!

NIGEL        - È perché tu sei sovrappeso.

MAX          - Non sono sovrappeso!

NIGEL        - Oh!

MAX          - Quel juke box è a volume altissimo...ci farà male, a malapena riesco a sentire la mia voce! E questa birra sembra acqua al piscio!

NIGEL        - Non fai altro che lamentarti!

MAX          - È vero, non c’è proprio niente da fare in questo paese, Dave ha ragione... credo che prima o poi tornerò al Sud.

NIGEL        - Davvero? C’è un sacco di divertimento lì, vero?

MAX          - No, è qui che non esiste divertimento!

NIGEL        - È perché tu non sei un vero settentrionale, sei solo naturalizzato settentrionale! E non apprezzi la noia.

MAX          - Eh, già! Sai perché la musica è così alta? Perché così tutti credono di divertirsi.

NIGEL        - A me piace la musica ad alto volume. Crea l’atmosfera…

MAX          - Balle!

NIGEL        - Bello!

MAX          - Ehi, sei tu che hai ottenuto il punteggio più alto a Donkey Kong?

NIGEL        - No...

MAX          - Credevo che fossi tu ad aver raggiunto il record. Ieri ho fatto ventimila punti. Fantastico! Un bambino di Plough ne ha fatti settantamila.

NIGEL        - A Donkey Kong?

MAX          - No, a Galaxians!

NIGEL        - Oh, ma giocare a Galaxians è facilissimo!

MAX          - È da pazzi!

                            (Si spengono le luci.

                            Musica)

                            (Le ragazze sono allegre, la musica aumenta di volume per diminuire appena cominciano a parlare)

SHARON   - Ma andate a quel paese, quel grassone non lo voglio!

VERONICA - A te piace?

SHARON   - Quell’altro, non il grassone. Il suo amico. Nigel, vero?

DIANE       - Sì, il mio ex. L’altro è Max.

SHARON   - Quale?

DIANE       - Il grassone è Max, ma è innocuo… lui e Dave Boulton sono grandi amici.

VERONICA - Dave, il muscoloso?

DIANE       - Sì.

SHARON   - Ti piace, vero?

DIANE       - Adesso non più, mi piaceva. Sono stata al cinema con lui, una volta, ma non parla molto, è piuttosto taciturno.

VERONICA - Un tipo taciturno, eh?

DIANE       - Sai che cosa dicono di lui?

SHARON   - Mi chiedo che ci faccia Nigel qui…

VERONICA - Chiediglielo!

SHARON   - Neanche per sogno!

DIANE       - Vado a io chiederglielo, non mi vergogno.

SHARON   - Come no!

DIANE       - Aspetta che mi sia bevuta qualche altro bicchiere!

SHARON   - A chi tocca questo giro?

DIANE       - A Veronica.

VERONICA - Vado.

DIANE       - Sì! Che bella acconciatura!

SHARON   - La prossima volta, mi farò fare qualcosa di diverso. Sono stufa di questo taglio. Forse chiederò dei colpi di sole, rosa...Steve, il proprietario del salone, conosce tutti i diversi stili.

                            (La musica aumenta di volume. Entra in scena Dave. Indossa una camicia alla moda. Sembra un pesce fuor d’acqua, anche se è molto carino. È la prima volta che si fa vedere senza tuta da ginnastica)

MAX          - Era ora! Dov’eri?

DAVE        - Stavo per venire qui…

MAX          - Che burlone!

NIGEL        - Dave!

DAVE        - Nigel!

NIGEL        - Come va?

DAVE        - Bene.

MAX          - Ehi, che inventiva! (si riferisce ai vestiti)

DAVE        - Una concessione degli anni Ottanta.

NIGEL        - Eh?

MAX          - Esattamente.

NIGEL        - Ma di che parlate?

DAVE        - Dei miei vestiti.

MAX          - Scommetto che sotto hai lasciato la tuta.

NIGEL        - Davvero?

DAVE        - Ovviamente.

MAX          - Fantastico! Che prendi?

DAVE        - Eh?

MAX          - Che prendi?

DAVE        - E due! Non sono sordo!

MAX          - Fantastico! Che burloni che siamo stasera, vero?

DAVE        - Prendo un whisky & orange.

MAX          - Santo cielo!

DAVE        - Piantala! Non farmi sembrare un ubriacone!

MAX          - E tu che prendi, Nigel?

NIGEL        - Stesso, grazie.

MAX          - Bene, vado a ordinare da bere. Se non torno presto, mandate una squadra di ricerca… ci vediamo tra un mese!

                            (Max esce di scena)

NIGEL        - Allora, come va?

DAVE        - Lo sai, tutto stabile.

NIGEL        - Andrai all’università, vero?

DAVE        - Se mi prendono...

NIGEL        - Devi pagare le tasse?

DAVE        - No, posso richiedere la borsa di studio, ma devo prima aspettare i risultati dell’esame di ammissione.

NIGEL        - È un po’ come la scuola, no?

DAVE        - Non saprei, non ci sono mai andato all’università.

NIGEL        - Sei contento di andartene da qui, vero?

DAVE        - Non molto, l’idea mi annoia.

NIGEL        - So che vuoi dire. Non c’è molto da fare neanche lì, vero? Ma io sono qui e sono incastrato. Forse andrò a cercare un lavoro a Leeds quando avrò finito l’apprendistato.

DAVE        - Leeds, sì!

NIGEL        - Ti stai ancora allenando con i pesi?

DAVE        - Mi sono preso una settimana di riposo.

NIGEL        - Giusto! Dannati studenti! Gli cagherei in testa!

DAVE        - Conoscendoti, lo faresti sul serio!

                            (La musica aumenta di volume e poi si affievo-lisce. Veronica torna con i drink. Diane e Sharon hanno osservato la scena)

VERONICA - Eccomi, finalmente!

SHARON   - Oh!

DIANE       - Grazie, tesoro.

VERONICA - Che lunga attesa…

SHARON   - Già…

VERONICA - Sviluppi?

DIANE       - Che intendi?

VERONICA - Sharon ha chiesto al tuo ex di uscire?

SHARON   - Ne è arrivato un altro, sfacciata che non sei altra!

VERONICA - Oh, già…

SHARON   - A Diane piace…

DIANE       - Piaceva, prego! Piaceva!

VERONICA - E adesso non ti piace più…

DIANE       - Non mi interessa.

VERONICA - Sembra Hulk!

SHARON   - Forse sotto la doccia diventa verde. Ti spezza in due!

DIANE       - Beh, credo…

SHARON   - Hai visto che braccia?

VERONICA - Non mi piacciono per niente!

SHARON   - Scommetto che fa pesi.

DIANE       - Infatti, l’ho visto…mi è capitato di passare davanti al suo garage mentre tornavo a casa dal lavoro.

SHARON   - Non è naturale. Tutti quei muscoli si trasformeranno in grasso. Non è naturale.

VERONICA - Beh, non saprei…

SHARON   - Gli altri due sono meglio.

VERONICA - Il che vuol dire che a me spetta Ciccio? Niente da fare!

DIANE       - È carino! E poi chi ha parlato di uscire con loro?

SHARON   - Vagli a chiedere l’accendino.

VERONICA - No!

SHARON   - Vai tu, Diane, vediamo che cosa dice.

DIANE       - No, ho già fatto la prima mossa, io…

SHARON   - Forza, almeno tu lo conosci!

DIANE       - E che dovrei dirgli?

SHARON   - Chiedigli che fa qui stasera, per esempio.

DIANE       - Penserà che voglio tornare con lui!

SHARON   - Forza, vedi se gli piaccio…

DIANE       - Che mi tocca fare!

                            (Diane si avvicina all’altro tavolo)

DIANE       - Ciao!

DAVE        - Ciao! Come va?

DIANE       - Bene.

DAVE        - Lui è Nigel.

DIANE       - Lo so…

NIGEL        - Che posso fare per te?

DIANE       - Conosci la mia amica Sharon Luxby?

NIGEL        - Sì…

DIANE       - Credo che voglia parlare con te…

NIGEL        - Unitevi a noi, allora!

                            (Diane torna al suo tavolo)

NIGEL        - Diane Andrews…

DAVE        - Già…

NIGEL        - Non è strano?

DAVE        - Che cosa?

NIGEL        - Soltanto una settimana fa, uscivo con lei…

DAVE        - Ah…

NIGEL        - È molto simpatica, sai?

DAVE        - È per questo che ti ha mollato?

NIGEL        - È vero, però!

DAVE        - Lo so.

NIGEL        - Non sei uscito con lei una volta?

DAVE        - Siamo soltanto andati al cinema, ma non ha funzionato molto bene.

NIGEL        - Non ci hai provato?

DAVE        - Non è quello. Non sapevo che cosa dirle...

NIGEL        - Oh!

DAVE        - Come in quella barzelletta...

NIGEL        - Che barzelletta?

DAVE        - Non ho voglia di raccontartela.

                            (Le ragazze avvicinano sgabelli e borse al tavolo dei ragazzi e siedono accanto a loro. Nel frattem-po, Max è tornato dal bar con un vassoio pieno di birre. È compiaciuto dal vedere così tante ragaz-ze)

MAX          - Ehi, sono tornato! Che cos’è questa? Un’invasione?

VERONICA - Abbiamo pensato di unirci al vostro tavolo…

MAX          - Perché? Chi è che ha bisogno di sostegno?

SHARON   - Non è uno spasso?

MAX          - Ho pagato quattro giri per risparmiarmi i viaggi al bar quando toccherà a me…

VERONICA - Posso intrufolarmi qui?

MAX          - Puoi intrufolarti quando vuoi…

VERONICA - Ciao, io sono Veronica.

NIGEL        - Nigel.

DAVE        - Ehi!

MAX          - Walter.

VERONICA - Ti ho visto in televisione.

SHARON   Ma non ti chiami Max?

MAX          - Infatti!

SHARON   - Io sono Sharon.

MAX          - Bellissimo nome.

NIGEL        - Bellissimo nome davvero!

MAX          - Diane? Come vanno le cose all’ufficio del comune?

DIANE       - Bene.

NIGEL        - Dove volete andare dopo?

SHARON   - Al Romeo and Juliet.

DAVE        - Ooohhhhhhh! (lamento di disturbo)

SHARON   - Ma che ha?

VERONICA - Dategli una banana!

MAX          - Discoteca, vero?

DIANE       - Sì, mi piace andare a ballare il fine settimana!

MAX          - Ti capisco alla perfezione!

NIGEL        - Anche io.

MAX          - Chiamatemi John Travolta.

VERONICA - Rivolta, semmai!

MAX          - Spiritosa! Ti piace il cibo dell’ospedale?

VERONICA - Ne ho sentito parlare…

SHARON   - Perché non venite da Romeo and Juliet con noi?

MAX          - Certo, arrivo!

DIANE       - Sì, dài che ci divertiamo!

MAX          - Ci divertiremo quando io comincerò a ballare.

DIANE       - E tu vieni Dave?

DAVE        - Ehm…

MAX          - Ehi, ci andiamo, no?

SHARON   - In questo momento non mi va!

VERONICA - Io vengo.

MAX          - Ci sto…

VERONICA - Per cosa?

MAX          - Indovina, indovinello…

DIANE       - Ok, tutti da Romeo and Juliet!

MAX          - Fantastico, evviva Romeo and Juliet!

VERONICA - Tu che fai, “felice e contento”?

NIGEL        - Tu vieni, vero, Dave?

DAVE        - Beh…

DIANE       - Se vieni tu, vengo anche io.

MAX          - Dài che ci divertiamo da matti!

DAVE        - A me non piace la discoteca… non mi sento tanto bene…

NIGEL        - Forza, Dave! Non avrai paura dei buttafuori, vero?

VERONICA - Non credo, guarda che taglia!

DIANE       - Se non stai bene, torno a casa anche io…

MAX          - Forza, Dave!

DAVE        - Devo ancora finire il drink…

NIGEL        - Buttalo giù tutto in una volta!

DAVE        - Che? Quattro whisky tutti insieme?

SHARON   - Sei grande e grosso.

VERONICA - Ce la puoi fare!

SHARON   - A fare che?

MAX          - Forza!

DAVE        - Vengo più tardi.

MAX          - Certo! Questa l’ho già sentita!

DIANE       - Vieni o no?

MAX          - Finisci di bere e vieni con noi!

DAVE        - Vengo dopo!

SHARON   - Forza, se dobbiamo andare…

VERONICA - Ci vediamo dopo, forse…

SHARON   - Tara!

                            (Escono tutti di scena, tranne Max e Dave)

MAX          - Vieni?

DAVE        - Non posso.

MAX          - Perché?

DAVE        - Mi sento un essere inutile.

MAX          - Ma che dici?

DAVE        - Ci sarà anche Diane.

MAX          - E allora?

DAVE        - Ma non capisci? Sono un fallito.

MAX          - Balle! Ascoltami: vieni più tardi. Devi. Adesso devo andare, potrebbe scattare qualcosa tra me e quella Veronica…mi sembra calda e accogliente. Ci vediamo…

DAVE        - Sì…

                            (Max esce di scena ma Diane rientra)

DIANE       - Non vieni, Dave?

DAVE        - No…

DIANE       - Perché?

DAVE        - Così…

DIANE       - Se vuoi, resto con te.

DAVE        - Perché?

DIANE       - Sembri annoiato.

DAVE        - Sto bene.

DIANE       - Oh…

DAVE        - Perché non vai? Nigel e gli altri ti stanno aspettando…

DIANE       - Oh!

DAVE        - È un ragazzo carino…un po’ idiota ma carino…

DIANE       - Ok, vado allora…

DAVE        - Sì.

DIANE       - Puoi venire con noi, se vuoi, non mordiamo mica!

DAVE        - No, grazie…

DIANE       - Ok… ci vediamo… forse…

                            (Esce di scena)

DAVE        - Già…

                            (Dave resta da solo al tavolo: un personaggio cult, un Mod, siede con lui al tavolo)

MOD          - Tutto bene?

DAVE        - Sì…

MOD          - Ti stai allenando con i pesi, vero?

DAVE        - No...

MOD          - Credevo di sì. Io faccio un po’… un po’ di karatè per tenermi in forma, sai?

DAVE        - Che cosa dici a una ragazza quando ti piace?

MOD          - Chi lo vuole sapere?

DAVE        - Io… io lo voglio sapere…

MOD          - Parlale, dille quello che desideri, falla ridere, insomma!

DAVE        - Non posso.

MOD          - Perché?

DAVE        - Beh, non saprei che cosa dirle…

MOD          - Ma dì qualcosa, no?

DAVE        - Non ci riesco!

MOD          - Che c’è che non va, ragazzo?

DAVE        - Oh… ehm…

MOD          - Ah!

DAVE        - Potrei ridurti in polvere!

MOD          - Ehi, ma che ti prende?

DAVE        - Potrei frantumarti!

MOD          - Ma non ti ho fatto nulla!

DAVE        - Scommetto che vorresti avere braccia come queste, vero?

MOD          - Già…

DAVE        - Ehi, sto parlando con te. Ho lavorato sodo per questo!

MOD          - Ci credo!

DAVE        - Tutti i santi giorni!

MOD          - Determinazione e impegno…

DAVE        - Sì?

MOD          - Certo.

DAVE        - Ma che ne sai tu di determinazione e impegno, che ne sai di tutto l’allenamento che ci vuole per tenere il fisico in forma?

MOD          Anche io mi alleno…

DAVE        Oh, davvero?

MOD          - Una volta alla settimana vado allo Sports Centre a fare un po’ di attività fisica.

DAVE        - Una volta alla settimana? Sarebbe meglio se ti andassi a buttare sotto un autobus!

MOD          - Mi serve per il karatè...

DAVE        - Il karatè?

MOD          - Sì.

DAVE        - Pensi di spaventarmi?

MOD          - Pensala come vuoi...

DAVE        - E secondo te, dovrei pensare: “Accidenti, fa karatè, sarà tosto! Scommetto che questo mingherlino è duro come il ferro!”.

MOD          - Pensala come vuoi, ripeto!

DAVE        - Stai esercitando il tuo auto-controllo?

MOD          - Mi stai irritando...

DAVE        - Sei solo un moccioso!

MOD          - Potrei farti arrabbiare ancora di più, tanto i miei amici sono laggiù!

DAVE        - Non potrei averla vinta…

MOD          - Io sì...

DAVE        - Scommetto che siete come quegli stronzi che il sabato vanno in giro per il centro commerciale e che passano le ore dentro Marks and Spencer, vero? Spaventate a morte la gente, sputate ovunque, voi uomini del karatè, cinture gialle, camice a maniche corte per mostrare i bicipiti. Date spintoni alle anziane signore. Vorrei che provassi a dare uno spintone a mia madre, così avrei una scusa per spaccarti il muso!

MOD          - Sei pazzo!

DAVE        - Davvero?

MOD          - Sei ubriaco fradicio.

DAVE        - Quasi! È la prima volta che mi ubriaco a dovere. Mi sto rovinando. Domani però, sarò come nuovo: mi alleno e smaltisco tutto. Eliminerò questa merda dal mio sistema domani, con il sudore. Questa è soltanto una lieve ricaduta. Ogni tanto serve…

MOD          - Certo…

DAVE        - Anche tu hai delle ricadute ogni tanto, no? Domani mi metterò sotto il mio fisico sarà potentissimo!

MOD          - Il tuo fisico mi sembra potentissimo già adesso!

DAVE        - Ce l’hai tu una ragazza?

MOD          - Sì.

DAVE        - Che le dici?

MOD          - Trovatene una e scoprilo da solo!

DAVE        - E se quella che ti piace, ha trovato un altro?

MOD          - Distruggi il bastardo!

DAVE        - Vuoi che ti spacchi la testa?

MOD          - Che vuoi dire?

DAVE        - Aria!

MOD          - Ok, amico!

DAVE        - VAFFANCULO!

MOD          - Va bene. (si alza, prende da bere e si avvia verso il fuori scena) O prima o poi le prenderai. Chi fa il gradasso…ma chi ti credi di essere?

DAVE        - Io? E tu? Chi cazzo ti credi di essere? (ride)

                            (Si spengono gradualmente i riflettori)

SCENA 12.

                   (Casa Boulton. Colin è seduto sulla poltrona, sta guardando la TV. È sera tardi. Betty entra con una tazza di cioccolata e la ripone davanti a lui. Lui la guarda, poi guarda lei, sorpreso da quell’affetto anomalo. Betty prende il libro “Mills and Boon” dalla sedia, pronta per andare a letto)

BETTY      - Cioccolata...

COLIN       - Uhm...

BETTY      - Vado, allora.

COLIN       - Eh?

BETTY      - Me ne vado!

COLIN       - Ok.

BETTY      - Resterai qui ancora per molto?

COLIN       - Non lo so...

BETTY      - Non hai intenzione di guardare il film, vero?

COLIN       - Non lo so, perché?

BETTY      - Non fare tardi, voglio alzarmi presto domani mattina.

COLIN       - Presto? Quanto presto?

BETTY      - Presto.

COLIN       - A che ora ti devi alzare?

BETTY      - Verso le sette!

COLIN       - In quel caso, resterò a dormire...

BETTY      - Voglio andare a Doncaster prima che i negozi siano troppo affollati. Arndale è affollatissimo il sabato…

COLIN       - Ma non aprono prima delle nove e in auto ci mettiamo soltanto venti minuti.

BETTY      - Voglio alzarmi presto perché devo comprare delle cose per Dave: vediamo che cosa gli serve. Detesto il centro commerciale quando è troppo affollato, mi dà ai nervi. Devo comprare la roba da mangiare per lui e per noi. Mi sembra di dover fare la spesa per un esercito con il nostro Dave! Più pillole di una farmacia!

COLIN       - Beh, in quel caso devo venire anche io, no? Aspetto la fine del film e vengo a letto.

BETTY      - Non passare le ore in bagno quando vieni su.

COLIN       - Devo...

BETTY      - Ma così mi sembra eccessivo! Non è normale!

COLIN       - E come fai a sapere che cosa è normale e che cosa non lo è?

BETTY      - So che non è normale restare seduto sul gabinetto come se fosse la tua poltrona!

COLIN       - Tu prepari da mangiare...

BETTY      - E allora?

COLIN       - Non voglio litigare con te. Vai a letto, vedo la fine del film e vengo su, vado in bagno, cercando di restarci il meno possibile e poi vengo a dormire. Non voglio litigare…

BETTY      - A che ora rientra?

COLIN       - Non lo so.

BETTY      - Beh, spero che non faccia di nuovo tardi.

COLIN       - Ha diciannove anni. È alto un metro e ottanta e pesa novanta chili, può fare tutto quello che diavolo vuole!

BETTY      - Credevo che non volessi litigare!

COLIN       - Infatti no!

BETTY      - Sai che non riesco ad addormentarmi se non siamo tutti a casa. So che è grande. Appena rientra, mi rilasserò.

COLIN       - Non so perché ti preoccupi tanto. È grande quanto una casa che cammina!

BETTY      - Colin!

COLIN       - Beh, è vero!

BETTY      - Ne bastano due come lui per farlo a pezzi!

COLIN       - Se la caverà! Non fa mai tardi. E inoltre, non c’è nessuno grande quanto lui che possa fargli del male.

BETTY      - Mi sorprende che sia uscito...il venerdì, di solito, resta a casa a ripassare. Dice che durante il fine settimana è pieno di idioti in giro.

COLIN       - Infatti...

BETTY      - E lui dice che gli idioti lo irritano.

COLIN       - Si stufa.

BETTY      - Io sono stufa!

COLIN       - Vedrai che se ti mantieni calma, ti racconterà tutto! Non sai mai come comportarti con questi universitari!

BETTY      - E poi la sua stanza: è un caos! Domani gli dirò di mettere in ordine. C’è una puzza infernale lì dentro! Rimetterò a posto quella camera se si trasferisce a Cardiff. Tanto per iniziare, toglierò quei poster di uomi-ni tutto muscoli mentre le riviste finiranno nell’armadio. Quella camera puzza!

COLIN       - È solo puzza di sudore, ma che hai stasera?

BETTY      - Ne ho avuto abbastanza! So che è carne della mia carne e sangue del mio sangue… ma puzza tremendamente!

COLIN       - Solo ogni tanto, Betty…

BETTY      - Si mette sempre gli stessi vestiti. Ieri quella tuta era inzuppata di sudore!

COLIN       - Ma servono proprio a questo, le tute!

BETTY      - Beh, tutto questo finirà quando partirà: non gli laverò i vestiti per sempre! Prima o poi dovrà cominciare a badare a se stesso!

                            (I riflettori si affievoliscono gradualmente)

SCENA 13.

                   (Nota dell’autore: se la commedia prevede un pubblico in piedi, gli spettatori, per questa scena, assisteranno, circondando gli attori)

                   (Max e Nigel stanno ballando insieme alle ragaz-ze, sono degli ottimi ballerini. Niente di acroba-tico. Musica soul ad alto volume)

DIANE       - Credo che non verrà…

MAX          - Che?

DIANE       - Non credo che Dave verrà…

MAX          - Neanche io…

DIANE       - Che peccato…

MAX          - Già, ci stiamo proprio divertendo… Che ne pensi del mio stile da ballerino?

VERONICA - Ah, è uno stile da ballerino, quello? Credevo che ti stessi cagando addosso!

MAX          - Spiritosa!

                            (Una canzone lenta. Ultimo disco: Max chiede a Diane di ballare con lui)

MAX          - Vuoi ballare?

DIANE       - No… vado via…

                            (Nigel balla con Sharon)

SHARON   - Mi accompagni a casa?

NIGEL        - Dipende da dove abiti…

SHARON   - Non lontano da qui…

NIGEL        - Beh, veramente sono un po’ ubriaco…

SHARON   - Allora siamo in due…

MAX          - (rivolto a Veronica) Vuoi ballare?

VERONICA - No… vado a prendere un taxi… ci vediamo domani…

                            (La musica continua, Max resta da solo… i riflettori si spengono gradualmente su di lui)

SCENA 14.

                   (Il salotto di casa Boulton: Betty è seduta sulla poltrona in uno stato di depressione profonda; ha trovato il corpo di Dave appeso alla porta della credenza: il ragazzo si è impiccato con una cintura. Colin è accovacciato davanti a lei, cercando inutilmente e pateticamente di farle bere una tazza di tè)

COLIN       - Forza, tesoro, cerca di bere...

BETTY      - Non ce la faccio...non ce la faccio...

COLIN       - Provaci, almeno, amore...

BETTY      - Non ci riesco, Colin...

                            (Scoppia in lacrime)

COLIN       - Cerca di riprenderti, Betty!

BETTY      - Perché, Colin?

COLIN       - Non lo so...

BETTY      - Perché? Perché?

COLIN       - Andiamo, tesoro...so che...

BETTY      - Non aveva problemi...

                            (Arriva Max dall’ufficio postale. Un urlo dalla cucina)

MAX          - Sei in piedi? Ehi, pigrone, sei a casa?

                            (Max non riceve risposta ed entra in salotto, vedendo la tragica scena)

MAX          - È in casa?

COLIN       - No…Max…una tragica notizia…

MAX          - Oh, mi dispiace… scusatemi… ho questa lettera per Dave. Potete dargliela voi quando starete meglio? Sono passato appositamente dalla posta per vedere se era arrivata.

                            (Betty scoppia nuovamente in lacrime)

BETTY      - Oh, Max, il nostro Dave...

                            (Colin sta per cedere)

COLIN       - Si è impiccato…

MAX          - Che?

COLIN       - Ieri sera… deve essere successo, ieri sera… Betty lo ha trovato stamattina… appeso lì…

BETTY      - Perché, Max?

MAX          - (con il respiro affannato) Cazzo!!.....Che posso dire?....

COLIN       - Le pompe funebri…sono state qui…

MAX          - Sì… (con espressione di incredulità)

BETTY      - Era un così bravo ragazzo... il suo viso così bello... Perché? Perché?

                            (Max esce di scena, silenziosamente)

COLIN       - Forza, Betty...coraggio, tesoro...

                            (Colin e Betty si abbracciano, in lacrime.

                            Musica. I riflettori si affievoliscono lentamente)

SCENA 15.

                   (Il garage: Max è nel garage. Riprende il discorso dalla fine della quarta scena; il giorno del fune-rale)

MAX          - Quindi… cenere alla cenere, polvere alla polvere… ruggine alla ruggine… uccelli alle piume, merda alla coperta…soltanto parole…

                            (Estrae la lettera dalla tasca)

MAX          - Parole al vento…Quando succede a un amico, nessuno può spiegarne la ragione…ho ancora questa lettera… gliel’avrebbe fatta vedere lui a quei cervelloni dell’uni-versità… vediamo che cosa c’è scritto…

                            (Max legge la lettera)

MAX          - Oh…

                            (Max sorride, accartoccia la lettera e poi la strappa in mille pezzi. Getta i pezzi di carta sul pavimento)

MAX          - Suoni vuoti…parole…ci vediamo…

                            (Bruce Springsteen, “Born to Run” ad alto volume. I riflettori si affievoliscono gradualmente mentre Max esce dal teatro)

FINE


Una commedia dai toni umoristici che rispecchia come avvenimenti spiacevoli possano turbare profondamente la psicologia di un ragazzo, fino a condurlo ad azioni estremamente tragiche e a volte senza alternative o vie d’uscita.

Dave è un giovane che vive in un paesino di provincia dell’Inghilterra del Nord, circondato da persone poco stimolanti e travolto da un’apatia congenita che non gli consente di reagire alla noia interiore se non con allenamenti di body building estenuanti e portati all’estremo. Una madre apprensiva e troppo premurosa, un padre che riconosce a malapena il valore del figlio, l’incapacità di interrelazionarsi con i suoi coetanei, scatenano nell’animo di Dave una serie di turbamenti, che raggiungono lo zenit nel momento in cui questi sostiene un colloquio di ammissione all’università di Cardiff. Probabilmente il fallimento di un precedente esame, mina profondamente la sicurezza di Dave, portandolo alla convinzione di essere un fallito nella vita in generale.

Sarà l’amico Max che tenterà di soccorrerlo e di aiutarlo a uscire dal suo isolamento, ma questo personaggio, buffo e sensibile, non sarà in grado di comprendere a fondo le sensazioni e lo stato d’animo di Dave, non essendo pertanto in grado di salvarlo sull’orlo del baratro.

Una commedia che lascia l’amaro in bocca e che sottolinea come piccole incomprensioni o l’incapacità di comunicare possa condurre l’essere umano a soluzioni tragiche pur di sfuggire alla sofferenza e all’oscurità in cui è avvolta la propria anima.