Caviale e lenticchie

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PRIMO ATTO

CAVIALE E LENTICCHIE

COMMEDIA BRILLANTE IN TRE ATTI

DI

SCARNICCI E TARABUSI

Personaggi:

Antonio

Valeria

Fiorella

Marcello

Matilde

Salvatore

Velluto

Nonno Simeone

Ilona

Barone

Raimondo

Nicola

Alessio

Roberto

PRIMO ATTO

Siamo nell'abitazione di Salvatore Lamanna, una grande stanza all'ultimo piano di un casamento popolare, dalla finestra, sul fondo, si vedono infatti i tetti delle altre case. La stanza, che sulla destra ha il soffitto inclinato come quello di un solaio, è arredata con povertà, ma in maniera così pittoresca da far pensare subito che le persone che l'abitano abbiano, a loro modo, un certo senso artistico. Sulla sinistra una scala di legno conduce ad un piccolo ballatoio sul quale si apre la porta di una stanza a tetto. Sulla destra, una tenda a fiori nasconde un angolo della stanza. Quando la tenda sarà aperta mostrerà un piccolo salottino, arredato poveramente ma con precisione quasi ricercata, dove si scorge parte di un divano letto, un vecchio grammofono, una poltroncina di vimini ed una piccola scrivania sulla quale vi sono molte cartoline, al centro della stanza un tavolo e delle sedie, sul fondo, un po' a sinistra, si apre la porta d'ingresso che dà direttamente sul ballatoio delle scale, sulla sinistra della scena, vicino alla scala, si apre una porta, anche sulla destra si apre una porta, ma è bassa, come se la stanza alla quale conduce fosse un solaio.

Quando il sipario si apre la scena è vuota, appena illuminata dalla luce che penetra dalle persiane semichiuse della finestra. Dopo pochi istanti la porta della stanza superiore si apre ed entra in scena Valeria. E’ una donna piacente sui quarant'anni, indossa una bianca camicia da notte e mostra di essere ancora insonnolita. Scende le scale, con lentezza, accennando a qualche piccolo sbadiglio. Giunta in basso, apre con un colpo la tenda, scoprendo il salottino dove si scorgono con chiarezza i piedi scoperti di Fiorella, che spuntano dal divano semi nascosto. Valeria scuote bruscamente un piede di Fiorella poi si dirige verso la porta di sinistra ed esce.

Fiorella si sveglia e si alza a sedere sul letto. E una ragazza diciottenne, dall'aspetto dolce e romantico. Si preme le mani sugli occhi e si alza anch'ella, in camicia da notte e scalza, si dirige verso la porta di sinistra, dalla quale ora sta entrando Valeria, che si è infilata una modesta ma vistosa veste da casa. Le due si urtano leggermente, senza mostrare di avvedersene, Fiorella esce dalla porta, mentre Valeria va alla porta d'ingresso, la apre, esce sul ballatoio delle scale e, con gesto abitudinario tira il campanello della porta vicina. Poi, senza attendere, rientra in casa, apre la finestra e si dirige alla credenza.

Dalla porta d'ingresso, rimasta aperta, entra Antonio un giovane sui trent'anni dall'aria scanzonata. E’ uscito dalla vicina abitazione ed ha sottobraccio una cesta da pasticcere, che posa sul tavolo.

Scena I

(Antonio e Valeria)

ANTONIO         Buongiorno!

(Valeria risponde al saluto con un incomprensibile borbottio senza degnare di uno sguardo il nuovo venuto. Ella ha tolto dalla credenza alcuni vassoi e pone nella cesta vari cibi, elencandoli, mentre Antonio laguarda, con un leggero sorriso sulle labbra)

VALERIA           Nove sandwich misti... un pollo in gelatina, intero...

ANTONIO         (sottovoce) Non mi dici niente?

VALERIA           (dimostrando un represso sentimento) Che sei un porco!

ANTONIO         (cercando di cingerle la vita, un po' ironico) Ah! E’ un bene, offendimi, insultami, maltrattami.

VALERIA           (gli tira un forte schiaffo) Eccoti servito.

ANTONIO         (portandosi una mano alla guancia) E perché, scusa?!

VALERIA           Ti sei fatto male? E vai dall'infermiera del terzo piano! Quella ti guarisce, ti mette il balsamo miracoloso!

ANTONIO         (seccato) Come sei spiritosa!

VALERIA           E ancora non ti ho fatto ridere come vorrei!

ANTONIO         (sbuffando, ad alta voce) Uff! Quanto la fai lunga!

VALERIA           (sottovoce) Stai zitto, che Fiorella è di là (continuando a porre i cibi nella cesta, ad alta voce) Sette tartine di caviale... dieci marons glacés... una bottiglia di whisky...


Scena II

(Fiorella Antonio Valeria)

(Fiorella entra dalla porta di sinistra. Ha la faccia bagnata e tiene gli occhi chiusi. Si dirige a tentoni verso il suo angolo)

ANTONIO         Buongiorno, Fiorella!

FIORELLA         ... Giorno! (va nel suo salottino, prende un asciugamano, si asciuga la faccia poi tira la tenda)

VALERIA           (Tirando uno strattone ad Antonio, che osservava Fiorella) Stia attento, qui! Sono ventisei pezzi, un pollo in gelatina e una bottiglia. Salvatore vuole cinquemila lire.

ANTONIO         Salvatore sogna! Sarà molto se riesco a prender tremila lire! Non è facile smerciar questa roba, specialmente da quando gli ho portato le tartine con i pallini da caccia al posto dei caviale!

VALERIA           Sa bene che la colpa non era nostra. Era stato uno scherzo del Conte Ercolani. Vada, vada, e se si facesse male, non vada da un'infermiera qualunque; si ricordi che ci sono gli ospedali!

ANTONIO         (avviandosi alla porta, ironico) Non ci sono ospedali per le ferite d'amore! (Valeria fa un gesto minaccioso e Antonio si affretta ad uscire con la cesta sottobraccio)

VALERIA           (guardando verso la tenda, sulla quale è comparsa la camicia da notte di Fiorella, che evidententemente si sta vestendo) Fiorella, quante volte ti ho detto di non girare per casa in camicia da notte! Fiorella! Mi senti?

FIORELLA         (di dietro alla tenda) Sì, mamma!

VALERIA           E cerca di non aver sempre la testa tra le nuvole, specialmente quando ci sono estranei!

FIORELLA         (c.s.) Scusatemi, mamma, ma quando mi sono alzata non c'era nessuno! (da dietro la tenda comincia a suonare un disco)

VALERIA           Oh! Santo cielo, cominci subito con questa maledetta canzone! lh! Che bella mattinata! (Suono di campanello alla porta)


Scena III

(Marcello Fiorella Valeria Marcello e poi Matilde)

VALERIA           (verso la porta) E’aperto!

MARCELLO       (un giovane allegro, parla come se strillasse i titoli dei giornali) Buongiorno! Ecco la stampa cittadina! Ultime notizie! L'assessore all'igiene sorprende la moglie dei sindaco e se ne lava le mani! Gli impiegati hanno avuto l'aumento delle trattenute! Ecco, signora Valeria, oggi tre giornali. (getta sul tavolo tre giornali)

VALERIA           E che me ne faccio di tre giornali!

MARCELLO       Sono per la signora Matilde, me l'ha ordinati ieri sera. Ultime notizie! Giovane giornalaio tenta un colpo di mano con bella signora... (tenta di palpeggiare Valeria la quale gli tira uno schiaffo)... e si prende il solito schiaffone! (si avvia alla porta) Ultime notizie! (esce)

VALERIA           (chiamando verso la porta di sinistra) Matilde! Matilde! Ci sono i giornali!

MATILDE        (dall'interno) Vengo subito.

(Il suono del disco si interrompe. Dalla tenda esce Fiorella. E’ vestita con molta semplicità)

FIORELLA         Ma il babbo non si alza?

VALERIA           E che ne so! Ieri sera non l'ho neanche sentito rientrare.

FIORELLA         Stamani non ha da lavorare?

VALERIA           Domandalo a lui! A me non interessa neanche saperlo!

FIORELLA         Papà vi ti fa arrabbiare, vero. Ma voi dovetedevi scusarlo, lui è un poeta, è un artista, e allora...

VALERIA           E allora uno lo deve capire. E io non lo capisco perché sono una stupida... E’ un ritornello che conosco!

MATILDE          (entrando; è una donna sulla cinquantina; indossa una veste da camera ed ha in testa i bigodini) Dove sono i giornali? Ah! (va verso il tavolo, si siede e comincia ad aprire i giornali)

FIORELLA         Buongiorno, zia! Com'è andata la prima ieri sera?

MATIILDE        Benissimo, almeno da quanto posso giudicare io. Il teatro era esaurito e c'era un pubblico molto elegante.

VALERIA           E a te com'è andata?

MATIILDE        (che, scorrendo i giornali ha trovato l'articolo da leggere) Discretamente! C'è stata molta animazione, specialmente dopo il secondo atto. E’ durato più di un'ora! Se le critiche sono buone, sono certa che lo spettacolo farà molti esauriti. (si mette a leggere i giornali)

VALERIA           (che intanto ha accesso un fornellino a spirito e sta preparando il caffè nella cuccuma) Dopo il teatro, ieri sera, non sei passata da Roberto?

MATILDE          (un po' distrattamente) No. Non mi è venuto neanche in mente!

VALERIA           Qualcuno bisognerà che si faccia vedere! Può aver bisogno di qualcosa! Sono tre giorni e tre notti che balla!

MATILDE          Se è così deficiente da partecipare ad una maratona di danza peggio per lui!

FIORELLA         Se lo sa papà, chissà come si arrabbia!

VALERIA           Papà farà bene a stare zitto. In fondo suo figlio cerca di guadagnare!

MATILDE          Benissimo! Anche Ilario Moretti, che in genere stronca tutti, ne parla bene! (leggendo) «Un lavoro profondamente umano, in cui l'allucinante interiorità dei personaggi crea un'atmosfera che prende il pubblico fin dalle prime battute.»

FIORELLA         Deve essere bellissimo! Vorrei tanto poterlo vedere. Mi lasci venire una sera, zia?

MATILDE          Vedremo. Lo chiederò al direttore.

VALERIA           Portala anche a teatro! Tanto ne ha poche di fantasticherie nella testa!

MATILDE          Valeria ha ragione. Ti suggestioni troppo.

FIORELLA         Non credo di far niente di male a sognare un mondo diverso da quello in cui sono costretta a vivere.

VALERIA           Sì, ma purtroppo la realtà è questa e non serve suonare una canzone, per credere di essere la bella castellana in attesa dei figlio del re.

FIORELLA         L'attesa è un'oasi nel deserto della vita, dice papà.

VALERIA           Ha parlato Zaratustra! Qui siamo tutti artisti! Qui tutti aspettano! Tuo padre aspetta che i popoli riconoscano il suo genio e intanto dorme! Tuo fratello aspetta il sol dell'avvenire, e intanto balla! Tu aspetti il principe azzurro e intanto suoni! ...

FIORELLA         E tu?

VALERIA           lo? Lo aspetto ancora un po' e poi vi pianto tutti!

(Si ode bussare alla porta)

VALERIA           (ironica) Bussano, cara! Vai ad aprire. Chissà che non sia un biondo paggetto che porta un messaggio d'amore.


Scena IV

(Marcello Fiorella Valeria Matilde)

(Fiorella apre la porta d'ingresso dalla quale rientra Marcello con un voluminoso pacco)

MARCELLO       Ho portato la carta igienica!

MATILDE          Bravo Marcello!

MARCELLO       Sono due dozzine. Vanno bene per questa settimana?

VALERIA           Proprio qui a casa te la dovevi far mandare? Non potevano portartela ai gabinetti del teatro?

MATILDE          Non mi fido. Ne sparisce sempre qualche rotolo. E con le mance che mi danno, la sera, bisogna stare attenti a tutto!

MARCELLO       Allora, vanno bene due dozzine?

MATILDE          (riflettendo) Penso di sì. Per quanto le critiche siano molto buone e tutti prevedano un grande successo. Portamene un'altra dozzina.

MARCELLO       Sarà servita signora Matilde. Finisco il giro e poi ripasso. Arrivederci! (esce)

MATILDE          Penso sia bene che vada a vestirmi. Stamani ho le pulizie e dev'essere già tardi. Fiorella va a vedere che ore sono alla sveglia.

FIORELLA         (che intanto si era messa a pitturare le cartoline illustrate nel suo angolo) Sì, zia. (fa per dirigersi verso la porta)

VALERIA           Inutile. Il tuo signor papà l'ha messa al monte di pietà proprio ieri.

MATILDE          Di bene in meglio! Neanche l'ora si può sapere in questa casa. Già la più stupida sono io, a restare qui. lo che sono la sola che ha una vera posizione!

VALERIA           Ha parlato Cobianchi!

MATILDE          C'è poco da prendere in giro. Gli unici denari su cui si può contare sono i miei!


Scena V

(Salvatore Fiorella Valeria Matilde)

SALVATORE     (dall'interno della camera al piano superiore) Donne! Mi sono svegliato!

VALERIA           Gioite popoli, è arrivata la manna dal cielo!

(La porta alla sommità della scala si apre ed appare Salvatore. E’ un uomo maturo, non privo di una certa distinzione. Indossa una vecchia e consunta veste da camera. Ha le gambenude e calza due misere ciabatte)

SALVATORE     Prego! Don Salvatore Lamanna, fresco, riposato e pronto ai più ardui cimenti. E’ pronta la colazione, donne?

FIORELLA         (con affettuosità) Buongiorno, papà!

SALVATORE     (che ha cominciato a scendere le scale, arrestandosi) Buongiorno, delicato fiore di serra sbocciato in questa plebea dimora! Donne, stanotte ho molto riflettuto.

VALERIA           Russando!

SALVATORE     Non lo escludo. Ma io anche russando medito, e dico: bello è il destino di colui il quale, pur avendo un ingegno superiore, sa rimanere nell'oscurità!

VALERIA           Continua a non pagare la luce e vedrai che nell'oscurità rimaniamo tutti!

SALVATORE     Casalinga taci e prepara il desco. Stamani vi accorgerete come i bagliori di questo ingegno possano render luminose le vostre grigie esistenze! (avvicinandosi alla figlia, che bacia in fronte) Come va la pittura?

FIORELLA         Bene, papà. Ieri ho colorato 400 cartoline.

SALVATORE     Pari a?

FIORELLA         Ottocento lire.

SALVATORE     Brava! Mettile da parte e non darle a nessuno.

FIORELLA         Sta' tranquillo, papà. Non le ho ancora riscosse.

SALVATORE     Peccato! Mi occorrevano proprio 500 lire. Pazienza! E Roberto, dov'è?

VALERIA           Sta ballando!

SALVATORE     Ma sono tre giorni che non lo vedo!

VALERIA           Sta ballando da tre giorni.

MATILDE          E tre notti. Fa una maratona di danza!

SALVATORE     Ah! La maratona di danza. Nobile lavoro per il primogenito di Don Salvatore Lamanna. Non gli mancava che la maratona di danza! Con quel difetto che ha ai piedi!

FIORELLA         Ma, papà!

SALVATORE     Scusami, piccolo Fiorellino mio, ma è l'orgoglio ferito di un padre, che reagisce. E pensare che sognavo di farne un diplomatico.

VALERIA           Come poteva fare il diplomatico se dopo la terza elementare l'hai messo a tirare il carretto!

SALVATORE     Appunto. Sognavo! (prendendo i giornali sul tavolo e rivolgendosi a Matilde) Cosa dicono i giornali della prima del tuo spettacolo?

MATILDE          Che è stato un trionfo! Gassman ha incantato tutti!

SALVATORE     Le solite esagerazioni!

MATILDE          No, no, dev'essere proprio vero, perché, durante gli atti, da me non è venuta anima viva.

SALVATORE     Si vede che non avevano bisogno della tua opera!

VALERIA           (che intanto ha preparato la colazione sulla tavola) E’ pronto! Il caffè si fredda.

MATILDE          Beh! lo vado a vestirmi. (esce a sinistra)


Scena VI

(Salvatore Fiorella Valeria)

SALVATORE     (Mettendosi a sedere, con un giornale piegato davanti che legge, mentre beve un sorso di caffè) Cosa mangio col caffè?

VALERIA           (portando un vassoio con dei confetti) Confetti!

SALVATORE     Per sostituire lo zucchero va benissimo. Ma per mangiare?

VALERIA           La mandorla dei confetti.

SALVATORE     Ma come, ieri ho portato quasi tre chili di roba e non c'è più niente?

VALERIA           Ho dato tutto ad Antonio perché la vendesse. Non posso far la spesa finché non porta i soldi.

SALVATORE     Potevi dargli i confetti e tenere qualche sandwich.

VALERIA           Iconfetti non li vogliono più.

SALVATORE     E li dovrei inzuppare, io,nel caffè?

VALERIA           E noi che dovremmo dire! Sono mesi che mangiamo solo tartine di caviale, panini tartufati, bignè e vol-au-vent.

SALVATORE     Nel sacrificio si tempra la famiglia.

VALERIA           Coi discorsi non mi incanti. Se non ci fosse stato Antonio per collocare la merce non avremmo mai visto una lira con il tuo lavoro.

SALVATORE     Quest'Antonio mi ha già rotto le scatole e non ti permetto di paragonare a me quel farabutto senza fantasia che vive di meschini ripieghi. E poi mi è antipatico perché gira troppo per la casa. Che ora è?

VALERIA           Quanti lussi! Fai impegnare la sveglia e vuoi sapere anche l'ora.

SALVATORE     (finendo di salire le scale) E’ vero! Ignora il tempo, dice il filosofo, e sarai sempre giovane. Donne, io vado a vestirmi! (esce dalla porta superiore)


Scena VII

(Matilde Fiorella Valeria)

MATILDE          (entrando agitata dalla porta di sinistra. E’ tutta in ghingheri ma scalza) Qui, parola d'onore, mi sembra di rivivere il dramma di ieri sera! Uguale! Preciso!

FIORELLA         Perché, zia?

MATILDE          Perché mi succede come alla Contessina Moira al secondo atto, quando le sottraggono i gioielli per impedirle di raggiungere il barone Goffredo.

VALERIA           (ironica) E a te hanno sottratto i gioielli?

MATILDE          No, le scarpe. Quelle nuove, sono sparite. Chi mi ha preso le scarpe?

VALERIA           Domandalo a Salvatore.

MATILDE          (Meravigliata) Salvatore? Come? Mi ha preso anche le scarpe?

VALERIA           Le sue gliel'ha portate via Roberto.

MATILDE          E lui si è messo le mie?

VALERIA           No, deve averle cedute alla moglie di Arduino, in cambio di un paio di suo marito.

MATILDE          Questo è il colmo! Ma ogni pazienza ha un limite. In un mese mi ha preso la maglietta di lana rosa perché era raffreddato, mi ha venduto la valigia per comprare le decorazioni bulgare, mi ha rovinato tutto il reggiseno per trasportar le angurie, ora mi vende anche le scarpe. Basta! Qui dovrei fare anch'io come fa la Contessina Moira col patrigno. Si finge pazza, prende una rivoltella...

FIORELLA         (interessata) e l'uccide?

MATILDE          Questo non lo so perché prima del finale son dovuta ritornare alle toilettes. Però io sì, gli dovrei dare una lezione a quel farabutto. (Bussano alla porta. Valeria va ad aprire)

FIORELLA         Calmati, zia, papà, lo sai, fa queste cose per il suo lavoro.

(Dalla porta d'ingresso, aperta da Valeria, entra Antonio, con la solita cesta da pasticcierei)


Scena VIII

(Antonio Matilde Fiorella Valeria)

ANTONIO         Cara signora Valeria, è andata male. Il mercato è in ribasso.

VALERIA           Come sarebbe a dire?

ANTONIO         Sarebbe che al Gambero di Capri il pollo e le tartine non interessano e Poldo, anche se prende tutto, vuol dare solo 3400 lire.

VALERIA           Tremila quattrocento lire?

MATILDE          Come? 3400 lire tutta questa grazia di Iddio? Strozzini!

ANTONIO         Che vi debbo dire! O prendere o lasciare!

VALERIA           Me lo immaginavo! Ora mi mancano mille lire e anche oggi non posso comprarmi le calze. lo vorrei sapere come si può vivere in una famiglia dove l'unica cosa che non manca mai è la miseria! Doversi angustiare per mille lire.

MATILDE          E io che dovrei dire che mi hanno venduto anche le scarpe e devo uscire con quelle di tela.

VALERIA           E io che non posso uscire perché non ho uno straccio di vestito? E se anche l'avessi quell'altro lassù non ha neanche la camicia per accompagnarmi a un cinema?

ANTONIO         Se è per questo la posso accompagnare io!

VALERIA           Lei stia zitto, porco!

ANTONIO         Calma, calma, non l'ho mica offesa!

VALERIA           Certi inviti li faccia alle befane con le quali va insieme!

ANTONIO         Siamo nervosi, eh! Allora, decidete; che cosa faccio di questa roba. lo ho fretta!

MATILDE          Aspetti un momento. (chiamando) Salvatore! Salvatore!
 


Scena IX

(Salvatore Antonio Matilde Fiorella Valeria)

SALVATORE     (entra dalla porta superiore. Indossa un tight con colletto alto e plastron. Ha al collo un vistoso ordine cavalleresco e porta il monocolo. E’ molto distinto ed elegante) Vi ho pregato tante volte di non alzare la voce. Cosa c'è?

VALERIA           Dice Antonio che di tutta la roba non danno più di 3400 lire.

SALVATORE     (cominciando a scendere) Quanto danno?

ANTONIO         Don Salvatore, 3400 lire, è la verità. Li ho visitati tutti.

SALVATORE     A prescindere dal fatto che voi mi siete antipatico perché girate troppo per casa mia e che se mi accorgo che guardate mia figlia, vi spacco la faccia, a prescindere dicevo, piuttosto che vendere la merce a 3400 lire, io la prendo e la scaravento dalla finestra. Volete vedere?

ANTONIO         Don Salvatore, fate come volete...

SALVATORE     Volete vedere?

ANTONIO         E vediamo...

SALVATORE     (cambiando discorso) Siete stato alle «Quattro stagioni»?

ANTONIO         Niente da fare. Hanno ancora la vostra beccaccia della settimana scorsa.

SALVATORE     E da zio Salvatore?

ANTONIO         L'hanno arrestato ieri.

SALVATORE     E da Ercole?

ANTONIO         E’ all'ospedale. Lo ha picchiato sua moglie.

VALERIA           Bella clientela abbiamo.

SALVATORE     E da Poldo, siete stato?

ANTONIO         E’ proprio lui che vuol dare 3400 lire.

SALVATORE     Giovanotto, guardiamoci negli occhi. Voi quanto vi mettete in tasca?

ANTONIO         Niente! Quello che mi danno, quello vi porto. Voi lo sapete, lo faccio per affezione alla famiglia. Se poi mi volete onorare di una mancia, bontà vostra.

SALVATORE     Un momento. Qui ci troviamo di fronte ad un fenomeno psicoanalitico di grande interesse. Voi siete un fesso, ma il vostro inconscio, cioè quell'altro «io» primitivo interno a voi, forse meno fesso di voi, vedendomi vestito in tight, che poi non è che la mia tuta di lavoro, ritiene che io sia o un signore o un fesso più di voi. Con la qual cosa si dimostra che quell' «io», interno a voi che io definivo meno fesso, è ancora più fesso di voi, in quanto io non sono né un signore, né tantomeno un fesso. Mi sono spiegato?

ANTONIO         Don Salvatore, anche se abbondate in complimenti, sono sempre 3400 lire!

SALVATORE     Ah! allora voi volete offendermi!?

VALERIA           Lui! Ma se è mezz'ora che gli dai dei del fesso.

SALVATORE     Fesso non è un'offesa perché lui è fesso (ad Antonio) Invece voi mi offendete insistendo sulle 3400 lire, perché allora pensate che questa roba io vada a rubarla.

ANTONIO         Beh, Don Salvatore... sorvoliamo...

SALVATORE     Sorvoliamo? Che sorvoliamo! Rimaniamo a terra, giovanotto, perché allora voi non siete solo fesso ma anche farabutto. lo questa roba me la guadagno, me la sudo, è il compenso involontariamente elargito alla mia professione d'invitato.

ANTONIO         Sì, professione!

SALVATORE     Professione, professione! Perché, riuscire ad accodarsi ad un matrimonio di gente sconosciuta, far credere agli invitati dello sposo di essere un invitato della sposa e viceversa a quelli della sposa di essere un invitato dello sposo, simpatizzare con i parenti, intrattenere amabilmente persone di alto ceto e nel contempo a riempire le apposite saccoccie di cibarie assortite, è una vera e propria professione di artista che richiede talento, iniziativa e disinvoltura. E questo non basta! Sìssignore, non basta! Molte volte occorre una agile conoscenza di ogni branca dello scibile perché quando ho l'onore di non essere invitato a dei ricevimenti ufficiali io devo intrattenermi da pari a pari con personalità del mondo della politica, dell'arte, della scienza. E non crediate che sia agevole parlare dell'influsso del medio-oriente nella politica mediterranea e introdurre nelle tasche dodici budini di riso, o dissertare sull'esistenza del neutrone positivo facendo scivolare dolcemente due bottiglie di cognac nelle falde della marsina.

ANTONIO         E questo, voi, non lo chiamate rubare?

SALVATORE     Vi proibisco anche solo di pronunciare questa parola che offende la mia dimora onorata. Rubare! Rubare a chi?

ANTONIO         Al padrone di casa.

SALVATORE     Nossignore! Perché cibarie e rinfreschi sono stati messi dal padrone a disposizione dei presenti, i quali hanno il dovere morale di onorare l'offerta.

ANTONIO         Sarà, ma ho sempre saputo che se un invitato approfitta dell'ospitalità per portar via la roba fa una figura meschina.

SALVATORE     L'invitato, certamente. Ma io no, perché a me nessuno mi ha invitato. Perciò il disonesto non sono io, ma quello sciacallo che mi offre 3400 lire a compenso di due turni di onestissimo lavoro, un matrimonio e un battesimo senza contare tutte le spese generali che debbo sostenere.

ANTONIO         Spese generali!! E che siete la Montecatini?

SALVATORE     Perché, il noleggio di questi abiti lo pagate voi? E queste decorazioni a me non le dà mica il governo, me le devo comprare, io...

MATILDE          Vendendo la mia sveglia!

SALVATORE     Questo è un altro argomento. Fa parte della politica economica interna e non autorizza le potenze esterne a strangolarmi con offerte ricattatorie.

ANTONIO         Allora, Don Salvatore, che dobbiamo fare?

SALVATORE     Beh! Portami 3400 lire! Vai!

ANTONIO         Come desiderate, Don Salvatore.

SALVATORE     Allora, io vado a lavorare, Fiorella, guanti e bastone.

MATILDEFIORELLA  Quelli bianchi, papà?

SALVATORE     Certo, vado al matrimonio Rodegondi-Pioner. Prima delle undici sono di ritorno.

ANTONIO         Don Salvatore, ma sapete che ora è? Sono quasi le undici adesso!

SALVATORE     (meravigliato) Come?Le undici? (fissando Matilde) Ma il matrimonio era alle dieci!

MATILDE          E guardi me? Non l'ho mica fatta impegnare io la sveglia!

SALVATORE     Accidenti! Era un matrimonio da almeno tre chili! E tutta roba da Grand Hotel! Beh, pazienza. Gli dei non hanno voluto che mi distraessi con altre occupazioni in questa fatidica giornata.

VALERIA           Ah! Senti! Oggi è una giornata fatidica! Vado a mettere la bandiera al balcone!

SALVATORE     Taci, massaia casalinga; a suo tempo saprai. Vado a modificare il mio aspetto mondano. (sale le scale e esce dalla porta superiore) (Fiorella rimette il disco in movimento. Si ode la solita canzone)

ANTONIO         Allora io vado.

VALERIA           Cerchiamo di far presto, che abbiamo già perso tanto tempo in chiacchiere.

ANTONIO         Vado e vengo, donna Valeria. Però ho paura che se le calze non ve le regala qualcuno, con gli onesti proventi di vostro marito avete voglia d'aspettare!

VALERIA           Fate meno lo spiritoso. Le mie gambe piacciono anche senza calze!

ANTONIO         (uscendo) A chi lo dite, a chi lo dite, donna Valeria. (esce)


Scena X

(Matilde Fiorella Valeria e poi Velluto e Nonno Simeone)

MATILDE          Però quell'Antonio è antipatico anche a me. Si prende troppe confidenze.

VALERIA           Con chi?

MATILDE          Con tutte. Anche con te. E Salvatore ha ragione a non volerlo per casa. Guarda come si sta comportando con l'infermiera del 3' piano.

VALERIA           Non è colpa di Antonio, è lei che è una civetta. «Antonio qua! ... Antonio là! » - per ogni sciocchezza lo chiama in casa.

MATILDE          D'accordo, ma lui se ne è approfittato. Le ha venduto mezza mobilia.

VALERIA           Le sta bene a quella befana. Così impara!

MATILDE          Befana? Perché befana? Quanti anni avrà?

VALERIA           Press'a poco l'età tua! (Matilde reagisce con uno scatto.

Durante la battuta, la porta si è aperta ed è entrata in scena, spinta da un uomo, una carrozzella arotelle sulla quale è seduto nonno Simeone, un vecchio rimbambito, vestito poveramente e con in testa un cappello piumato da bersagliere

VELLUTO          (èun uomo cinquantenne, vecchio ladro a riposo) Buongiorno. Abbiamo portato il nonno.

VALERIA           Ilnonno? Il nonno di chi?

VELLUTO          E io che ne so!

MATILDE          Come? Voi dite il nonno e non sapete di chi è nonno?

VELLUTO          E che ne so. Me l'ha ordinato Don Salvatore ieri sera. Si è raccomandato di portargli il nonno per le undici.

MATILDE          Non ci mancava che il nonno!

VALERIA           Salvatore! Salvatore!


Scena XI

(Salvatore Matilde Fiorella Valeria Velluto Nonno Simeone)

(Salvatore si affaccia alla porta superiore. Ha cambiato parzialmente il suo vestito e si è tolto l'ordine cavalleresco)

SALVATORE     Buongiorno Velluto!

VALERIA           Cos'è questa storia del nonno?

SALVATORE     Donne non agitatevi. Tutto rientra nei piani prestabiliti.

VELLUTO          Don Salvatore, buongiorno. (indicando il nonno) lo spero di avervi accontentato.

SALVATORE     (guardando da competente il nonno Simeone) Sarebbe questo?

VELLUTO          E quale altro, Don Salvatore? Permettete: Nonno Simeone.

SALVATORE     Piacere.

VELLUTO          Ottantaquattro anni! Artritico, diabetico, arteriosclerosi e completamente rimbambito.

SALVATORE     Le qualità ci sono! E’ orfano?

VELLUTO          E come no!

SALVATORE     Anche questo non guasta.

(Il nonno comincia a cantare «Avanti arditi»)

VALERIA           Ohè! Ma che stai combinando? Non vorrai mica farmi tenere un nonno in casa!

MATILDE          Tanto siamo pochi in famiglia!

SALVATORE     Ssst! Voi parlate solo ad un mio cenno. Intesi? (riguardando il nonno) E canta sempre?

VELLUTO          No! No! Basta mettergli in bocca una pasticca di liquirizia e lui smette (eseguendo) Ecco, vedete! ... Come vi ho servito?

(Ilnonno cessa di cantare e comincia a succhiare)

SALVATORE     Eh! Non c'è male! L'avrei voluto un po' più scheletrico, un po' più cadaverico.

VELLUTO          Ma come Don Salvatore! Diabete, arteriosclerosi, artrite... Ma questo vi puòmorire in casa!

SALVATORE     Sarebbe l'ideale, ma non mi faccio illusioni.

VELLUTO          Allora vi sta bene?

SALVATORE     Sì, solo non mi piace questo cappello da bersagliere.

VELLUTO          Ma come? E’ la sua caratteristica

SALVATORE     Sarà, ma io odio sfruttare l'elemento patriottico. E un mezzuccio guitto che io rifiuto. Don Salvatore non fa mai avanspettacolo. Toglietegli il cappello. (fa il gesto)

VELLUTO          No, no, per l'amor di Dio, che quello piange!

SALVATORE     Piange?

VELLUTO          Guardate! (Velluto toglie il cappello al nonno che comincia a piangere con forza. Poi glielo rimette e il nonno cessa di piangere) Avete visto?

SALVATORE     Piange pure con la pasticca di liquirizia?

VELLUTO          Non canta ma piange.

SALVATORE     E senza pasticche di liquirizia?

VELLUTO          Piange e canta.

SALVATORE     E’ un fenomeno! E va bene! Lo tengo. Quanto me lo metti?

VALERIA           Qui siamo in pieno manicomio. Ora vuoi comprare un nonno! lo me ne vado! lo, il nonno non lo tengo!

SALVATORE     No, tu resti e tieni il nonno, il bisnonno e se necessario anche il trisnonno!

FIORELLA         Scusa, papà, ma credi proprio che la nostra casa sia la più adatta per ospitare un signore così vecchio?

SALVATORE     Ma no, ma no, Fiorella, il nonno non resterà qui. L'ho noleggiato solo per quattro ore!

MATILDE          (sorpresa) Come? Noleggiato?

VALERIA           (c.s.) Noleggiato?

SALVATORE     Si, noleggiato, noleggiato! (a Velluto) Allora, Velluto, quanto me lo metti?

VELLUTO          Sarebbero trecento lire l'ora. Per quattro ore facciamo mille lire.

SALVATORE     Mille lire? Ohè, ma chi è? De Nicola?

VELLUTO          Don Salvatore, c'è il trasporto, le pasticche di liquirizia, voi capite...

SALVATORE     E va bene! Preferite contanti sabato o confetti subito?

VELLUTO          Contanti subito.

SALVATORE     Mi dispiace, ma oggi non ho liquido.

VELLUTO          La vostra parola è Vangelo. Aspetterò sabato. Piuttosto, berrei volentieri un bicchiere alla vostra salute.

SALVATORE     Ve l'ho già detto: non ho liquido.

VELLUTO          Pazienza. (accomiatandosi) Don Salvatore mi raccomando! (accenna al nonno) E’ un oggetto delicato. (esce)


Scena XII

(Valeria Salvatore Matilde Nonno Simeone Fiorella)

VALERIA           Spero che ora ti degnerai di spiegarci la tua genialissima impresa.

SALVATORE     Genialissima e redditizia! Perciò, ascoltatemi bene, perché ho bisogno, purtroppo della vostra collaborazione e tutto deve svolgersi con metodo e disciplina.

VALERIA           Eh, che facciamo, lo sbarco dei mille!

SALVATORE     Altro che mille. Qui si tratta almeno di venti o trentamila lire!

MATILDE          (interessata) Come? trentamila lire?

SALVATORE     Sissignore, sissignore! E se saprete fare, anche di più. Dunque: ieri, mentre fungevo da invitato al battesimo del primogenito dei conti Chiarelli d'Adda, durante il rinfresco ho avuto l'onore d'intrattenermi amabilmente con alcuni membri di quella gentilissima famiglia. In quella atmosfera di serena giocondità, mentre s'intrecciavano i più lieti auspici, anch'io volli esprimere le mie felicitazioni terminando la mia brava prolusione con queste parole.

NONNO             (riprendendo a cantare improvvisamente) Avanti arditi, le fiamme nere...

SALVATORE     Ohè, nonno, stai buono!

FIORELLA         Avrà finito la pasticca di liquirizia!

SALVATORE     Giusto.(si avvicina al nonno e gli mette in bocca una pasticca)

NONNO             (cessa di cantare e comincia amasticare)

SALVATORE     Questo è peggio delle macchinette per far suonare i dischi. A quelle per sentir cantare bisogna mettere il gettone, a questo bisogna metterlo per farlo star zitto. Dunque, dove ero rimasto?

VALERIA           Alla prolusione.

SALVATORE     Ah! Alzando il nappo, dissi: Memore che la vera gioia sta nel far partecipe anche altri della felicità che oggi ci pervade, propongo di commemorare questo fausto evento costituendo un comitato benefico con l'incarico di portare un sorriso di serenità anche a chi soffre nell'indigenza e nel dolore.

VALERIA           Che impresa geniale! E avete costituito il Comitato?

SALVATORE     Sissignora!

MATILDE          E tu fai parte dei Comitato?!

SALVATORE    Naturale. Membro promotore.

VALERIA           Bel colpo hanno fatto! (ride) Hanno preso Rockfeller! (ride ancora forte)

SALVATORE    E non ridere così! Sembri un lavandino che si vuota.

MATILDE        Ma scusa, Salvatore, non ti basta la miseria che hai addosso; vuoi anche interessarti di quella degli altri?

SALVATORE    (sentenziando) «Ildono più sublime è quello di chi meno possiede».

VALERIA           E tu che cosa hai donato?

SALVATORE     L'idea! L'idea di fondare il comitato. E in più ho segnalato per primo il nominativo di una famiglia che giace nell'indigenza e nel dolore.

VALERIA           Bravo! E quale sarebbe questa famiglia?

SALVATORE     La nostra.

TUTTI               (meravigliandosi) Eh!?

SALVATORE     Sì, la nostra. Perché vi meravigliate?

MATILDE          Santo Cielo, qui passiamo un altro guaio!

SALVATORE     Che guaio? Perché la nostra non è forse una famiglia che giace nell'indigenza e nel dolore? E chi dovevo proporre, una famiglia estranea, di superficiale conoscenza, con la finzione e l'ipocrisia che regnano oggigiorno? Scherziamo? lo avevo una responsabilità. lo sono il membro promotore!

FIORELLA         Ma, papà, potevi far questo?

SALVATORE     Come no! Facevo parte del comitato. Era un mio preciso dovere.

VALERIA           Beh! Forse l'idea non è cattiva.

SALVATORE     Cattiva?! E’ un'idea genialissima come tutte le idee di Salvatore Lamanna. E vedrete, quando arriva il Comitato, come tutto funzionerà alla perfezione.

MATILDE          Come? Il Comitato viene qui?

SALVATORE     Per forza. Dobbiamo constatare le condizioni miserevoli in cui vi trovate, dobbiamo commuoverci per poi far ritornare il sorriso della gratitudine sui vostri volti emaciati e disfatti.

VALERIA           Disfatto sarai tu! lo sono fatta e fatta bene!

SALVATORE     E invece devi essere disfatta ed emaciata perché tra poco il Comitato sarà qui.

FIORELLA         Ma, papà, se ti trovano qui?

SALVATORE     Mi devono trovare. Sono il membro promotore giunto leggermente in anticipo. Perciò donne non perdiamo tempo!

VALERIA           E che dobbiamo fare?

SALVATORE     Emaciarsi: assumere un aspetto triste e compassionevole e togliere ogni segno esteriore di ricchezza. Perciò, via quella tenda, via il quadro, via il grammofono... La brandina la mettiamo qua più al centro... E facciamo presto perché non dobbiamo essere sorpresi.

(Salvatore ed i suoi familiari cominciano a togliere gli oggetti, che nascondono in maniera opportuna. Fiorella il grammofono, Valeria il quadro, Salvatore la tenda, mentre Matilde sposta la brandina)

MATILDE          Va bene qui il lettino?

SALVATORE    Lascialo lì, che ora vediamo. (a Valeria) Questa tenda falla sparire e portate qua la poltrona sfondata.

(Valeria e Fiorella eseguono portando in scena una poltrona mezza sfasciata, dal sottoscala)

SALVATORE    (guardando l'ambiente con occhio da artista) Ecco, il quadro comincia a delinearsi... Qua mi ci vorrebbe un ammalato... Tu, Matilde, mettiti a letto.

MATILDE          lo a letto? lo devo andare a fare le pulizie in teatro.

SALVATORE     Ilteatro oggi è qui.

MATILDE          Ma possibile che io, che sono l'unica ad avere una posizione...

SALVATORE     ... Verticale. Ora devi prenderla orizzontale. Perciò stai zitta ed infilati a letto, che tanto tra mezz'ora tutto è finito. (Matilde brontolando entra nel letto) Tu, Valeria, siediti al tavolo con la testa tra le mani e l'occhio spento per l'angoscia.

VALERIA           (eseguendo) Così?

SALVATORE     Spegni l'occhio!

VALERIA           (esegue) Così?

SALVATORE     Più spento. Ecco. E poi sei troppo colorita. Ho già detto: emaciatevi! Togli il belletto e spettinati un poco. Fiorella, passa un po' di borotalco sulla faccia della zia perché è poco moribonda. (Fiorella esegue l'azione)

SALVATORE     Ed ora il nonno. Dove mettiamo il vegliardo. (sposta la carrozzella) Qua. No. (lo sposta ancora) Meglio qua vicino al letto. Figlia moribonda e padre paralitico, binomio perfetto. (Suona il campanello. Tutti sobbalzano)

MATILDE          Gesù, sono già qui.

SALVATORE     Accidenti alla sveglia impegnata. Tutti a posto e zitti. Parlo solo io. Se v'interrogano, piangete.

FIORELLA         Papà, ed io cosa debbo fare?

SALVATORE     Tu va' in camera mia e non uscire finche non ti chiamo.

(Fiorella corre per le scale ed esce. Salvatore dà un'occhiata in giro rovesciando una sedia e gettando in terraalcuni stracci e socchiudendo le finestre dà gli ultimi tocchi al quadro. Quindi prende l'atteggiamento di chi è in festa)

VALERIA           (a un cenno dì Salvatore, con voce sofferente) Avanti!


Scena XIII

(Marcello Valeria Matilde Salvatore Nonno Simeone e poi Ilona Barone)

(La porta si apre e compare il garzone con il pacco della carta igienica. Guarda meravigliato la scena)

MARCELLO       Scusate, ho sbagliato piano! (fa per richiudere la porta, tutti abbandonano parzialmente la posizione presa)

VALERIA           Macché sbagliato, deficiente! Posa i rotoli di carta e vattene!

MARCELLO       (stupito) Ah! Signora Valeria, che è successo?

SALVATORE    Niente. Non te ne incaricare. (gli prende il pacco dalle mani)

MARCELLO       Don Salvatore, chi è che sta male?

SALVATORE    (sempre col pacco in mano) Sono cose che non ti riguardano. Fila, giovanotto.

(Marcello Esce)

ILONA            (apparendo sul ballatoio, alle spalle del garzone) E’ permesso?

SALVATORE    (sobbalzando) Eh! (parlando a bocca chiusa) Sono loro! A posto! ... A posto! ... (Tutti prendono di colpo la posizione prestabilita. Il garzone rimane allibito a guardare) Oh! Contessa! Prego, si accomodino!

(Entrano in scena: donna Ilona Czibar, distinta straniera quarantenne e il Barone Alfonso Chioccia, attempato nobiluomo, che reca sul braccio un pacco voluminoso)

ILONA               Buongiorno!

SALVATORE     (con fare da uomo di mondo, bacia la mano alle signore) Come sta, Donna Ilona!... Barone!

ILONA               Lei ci ha preceduti, Commendatore...

SALVATORE     Di pochi minuti, contessa. E sono già tutto commosso nel vedere le tristi condizioni in cui giace questa povera gente.

ILONA               (indicando il pacco della carta igienica) Vedo che anche lei ha voluto portare un suo dono personale... cosa ha portato?

SALVATORE     ... Piccolezze... Un semplice aiuto per i momenti di maggior bisogno dì questi poveretti (posando il pacco sul tavolo e indicando la famiglia) Figlia moribonda, padre paralitico e sposa angosciata.

ILONA               Che tristezza! La malattia nella povertà è veramente terribile!

BARONE           Avete visto che ho avuto ragione io a non voler portare indumenti e cibarie!

SALVATORE     Perché? Cosa avete portato?

BARONE           Medicinali a base vitaminica!

SALVATORE     (deluso) Ah! Buona idea! Invece di cibarie...

BARONE           Medicinali...

ILONA               Saranno loro utilissimi.

SALVATORE     Come no! Chi sa come saranno contenti!

ILONA               (avvicinandosi a Valeria ed indicando Matilde) Buona donna, che cos'ha la poveretta? (Valeria la guarda un po' poi comincia a piangere)

SALVATORE     (intervenendo) E meglio non domandare. «Dona senza nulla chiedere» dice il samaritano. L'indagine è solo un'umiliazione, per loro, contessa.

ILONA               Ma sarebbe utile sapere che malattia ha per poterla aiutare. (a Matilde) Come vi sentite?

(Matilde guarda Ilona poi Salvatore e comincia a piangere)

SALVATORE     Mi sembra molto grave. Credo sia pericoloso farla parlare.

(Intanto il Barone si è avvicinato a nonno Simeone e, mostrando di interessarsi al suo aspetto, gli ha tolto il cappello di testa. Nonno Simeone comincia a piangere)

BARONE           Ma qui, mi sbaglio o piangono tutti?

SALVATORE    Scusate, barone, ma dopo avergli portato solo medicinali, volevate anche che ridessero? (Rimette il cappello in testa al nonno che cessa di piangere)

ILONA               (a Valeria) Buona donna, lei è sposata?

VALERIA           (ricominciando subito a singhiozzare, dopo aver visto il cenno di assenso di Salvatore) Sì!

ILONA               Non pianga buona donna... siamo qui per cercare di aiutarla... suo marito, lavora?

VALERIA           (guarda Salvatore e senza rispondere accentua il pianto)

SALVATORE     Che lavora! Mi dicono che sia un fannullone e che abbia anche il vizio di bere. E quando ha bevuto la picchia. Guardate come ha ridotto questa povera donna. Che squallore, che tristezza!

NONNO             (comincia improvvisamente a cantare) Avanti arditi, le fiamme nere...

BARONE           Vecchio fascista?

SALVATORE     No, vecchio rimbambito. Trauma psichico contratto sul fronte greco.

BARONE           Fronte greco? Ma se avrà 90 anni!

SALVATORE     Sembra, perché è un relitto. Ma questo è un uomo che non ha più di 50 anni!... Il trauma e la miseria, guardate come lo hanno ridotto. (mette in bocca al nonno una pasticca e il nonno smette di cantare) Beh, allora, che facciamo?

BARONE           lo proporrei di dare un'occhiata all'abitazione, anche per renderci conto delle condizioni igieniche di questi proletari.

ILONA               Giustissimo! Non siamo indiscreti, veri, signora?

(Valeria, come le altre volte, piange)

BARONE           Poveretti, non sono per niente allegri.

SALVATORE     (aprendo la porticina del solaio di destra) Ecco, questa è la camera del vecchio padre.

ILONA               (chinandosi a guardare) Ma è uno sgabuzzino!

BARONE           Non c'è il letto.

SALVATORE     E’ paralitico, dorme in poltrona.

ILONA               E da quest'altra parte?

SALVATORE     Ah, non so.

BARONE           Andiamo a vedere.

SALVATORE     Se lo crede necessario. Prego! (Salvatore fa passare il gruppo nella stanza di sinistra e lo segue dopo aver lanciato uno sguardo d'intesa ai suoi. Appena il gruppo è uscito Valeria e Matilde si muovono dalle loro posizioni)

MATILDE          (sedendosi sul letto) lo sono stufa di questa commedia! Sembra il terzo atto della signore delle Camelie!

VALERIA           Abbi pazienza, Matilde. Il più è fatto. Lascia lavorare Salvatore. Pensa: trentamila lire!

MATILDE          Trentamila lire. (Torna a distendersi e a lamentarsi. La porta si apre ed entra Antonio)


Scena XIV

(Antonio Matilde Valeria Salvatore Nonno Simeonepoi Barone Ilona)

ANTONIO         (fermandosi stupito) Beh! Che succede? Donna Matilde, vi sentite male?

MATILDE          Ci siamo! Non mancava che lui!

VALERIA           (alzandosi, preoccupata) Andate, andate, Antonio, che questo non è il momento!

ANTONIO         (facendo un balzo nel vedere il nonno)E quello, chi è?

VALERIA           Ho detto che abbiamo da fare. Andatevene!

ANTONIO         Qua c'è sotto qualche inghippo di Don Salvatore!

MATILDE          Non è cosa che vi riguarda. Abbiamo delle visite.

VALERIA           Salvatore è di là con dei signori. Perciò, andatevene.

ANTONIO         E non volete neanche le 3400 lire? Forse questi signori ve ne offrono di più?

VALERIA           Certamente! Se voi non rompete le uova nel paniere!

ANTONIO         Ah! Don Salvatore comincia a portarvi i clienti a casa!

VALERIA           Mascalzone che non sei altro! (lo colpisce con un forte schiaffo) (In quel momento rientrano donna Ilona e il barone. Il barone vedendo lo schiaffo si ferma meravigliato, Valeria accorgendocene cerca di rimediare incominciando a piangere)

BARONE           Oh!... Ha visto donna Ilona? L'ha percosso.

ILONA               Ho visto! Deve essere il marito.

(Mentre Matilde e Valeria hanno ripreso le posizioni primitive, Antonio resta imbarazzato a guardare)

SALVATORE     (che essendo rientrato per ultimo non ha visto quanto è successo, con apprensione) Cosa è successo?

BARONE           E’ tornato il marito e la buona donna lo ha percosso.

SALVATORE     Ilmarito? Quale marito?

BARONE           Quello... Non è il marito quello?

SALVATORE     (rendendosi conto della situazione) Ah! Sì... sì... è il marito... Ve l'ho già detto: un brutto tipo... un fannullone, un violento. (ad Antonio) Giovanotto, venite qua! Guardate in quali condizioni avete ridotto la vostra famiglia!

ANTONIO         La mia famiglia?

SALVATORE     E che è, mia? Vergognatevi! Fareste meglio ad andarvene per sempre invece che tornare ubriaco, solo per picchiare vostra moglie!

BARONE           Commendatore, veramente è stata lei a picchiare lui!

SALVATORE     Appunto!

BARONE           Come, appunto? Lei ha detto che è lui che picchia lei!

SALVATORE     Quando è ubriaco. Quando non è ubriaco è lei che picchia lui! E fa bene! (ad Antonio) Uscite! (Antonio che mostra di aver capito la situazione fa per andarsene)

ILONA               (richiamandolo) Un momento, prego. (Antonio si ferma) (rivolgendosi a Salvatore) Voi in tal maniera inasprite il disaccordo coniugale, mentre è nostro compito di portare in questa famiglia non solo un aiuto materiale, ma soprattutto la serenità nei cuori.

SALVATORE     Nobile concetto, donna Ilona, ma non è applicabile ad un simile individuo!

ILONA               (ad Antonio) Signore, vi prego, chiedete scusa a vostra moglie.

ANTONIO         (imbarazzato) Ma io, signora... veramente...

BARONE           Vi prego: baciatevi e tornate a sorridervi!

SALVATORE     Eh! Un momento! Come? Baciarsi! Contessa non è il caso! C'è anche una moribonda!

ILONA               Sarà la prima ad esser lieta di salire in cielo lasciando in terra l'armonia familiare. (Matilde non vista fa gli scongiuri)

BARONE           Su, un bel bacio!

ANTONIO         (a Salvatore) Commendatore, qui, che facciamo?

SALVATORE     (arrabbiato) Come, che facciamo?

ANTONIO         No, dico... voi mi autorizzate?

BARONE           Ma che diamine! Il commendatore non desidera altro che vedervi riappacificati. Non è vero?

SALVATORE     Come no!

ANTONIO         Allora?

SALVATORE     Baciate! Baciate! (Antonio si avvicina a Valeria e incoraggiato dai presenti, la bacia)

                           ( per interrompere il bacio) Basta Signori, è molto tardi. I miei impegni non mi permettono di trattenermi ancora.

ILONA               E’vero, è tardi. Come passa il tempo a fare del bene!

SALVATORE     Però il bene non l'abbiamo ancora fatto... solo parole e medicinali. Vogliamo passare al vero scopo della nostra visita?

ILONA               Senz'altro!

SALVATORE     Vogliamo riunire il comitato per stabilire l'importo benefico?

BARONE           Siamo a sua disposizione...

SALVATORE     Appartiamoci un po'. (Il gruppo dei beneficatori si riunisce un po' in disparte)

ANTONIO         Commendatore, se disturbiamo io e mia moglie possiamo ritirarci in camera...

SALVATORE     (scattando) No! Voi restate qua. E non facciamo tanto l'affettuoso, perché sappiamo che è tutta ipocrisia.

BARONE           Allora, signore, che facciamo?

SALVATORE     Come che facciamo? Benefichiamo, elargiamo, diamo, insomma, i denari.

ILONA               Certamente. Lei cosa propone?

SALVATORE     lo ho lasciato cinquantamila lire... (Reazione dei familiari a base di tosse)

ILONA               Benissimo! Mi rallegro della sua personale munificenza. Mi sembrano sufficienti, no?

BARONE           Vuol dire che i nostri denari li riserveremo per beneficiare altre famiglie...

SALVATORE     (premuroso) No, no. Forse non misono espresso bene... Dicevo che io ho lasciato cinquantamila lire a casa prima di uscire, così sono privo di contanti. Però per parte mia, farò un assegno.

ILONA               Bene. E allora?

SALVATORE     (parlando un po' incomprensibile per la paura di dire troppo) Vogliamo fare cento?

TUTTI               Come?

SALVATORE     Vogliamo fare centomila lire, quale obolo benefico.

BARONE           Commendatore, lei è molto generoso, ma mi sembra eccessivo.

SALVATORE     Facciamo, novantacinque.

BARONE           Troppo, troppo!

SALVATORE     Novantaquattro?

BARONE           Troppo, troppo!

SALVATORE     Oh! Quanto siete taccagno!

ILONA               Commendatore, non si tratta di taccagneria ma di prudenza. Elargire una simile cifra in una sola volta può recare più danno che benessere.

SALVATORE     E che gliela vogliamo dare a rate!?

ILONA               Cinquantamila lire in una busta saranno sufficienti.

SALVATORE     Beh! Facciamo sessanta e non ne parliamo più.

ILONA               Va bene, io sono d'accordo.

SALVATORE     Allora sono dodicimila a testa.

BARONE           lo, se permettete, dissento.

SALVATORE     Che fa, lei?

BARONE           Dissento. lo ho portato i medicinali e mi tasso solo per cinquemila lire. Sa, lo statuto...

SALVATORE     Sì, lo statuto e la conciliazione. Vuol dire che il mio assegno sarà di ventimila lire. (Ilona, intanto fa per consegnare la busta ad Antonio) (quasi balzando le afferra il braccio) Un momento! Che fa? Non vorrà consegnare la somma a quell'alcolizzato. Se permettete, faccio io. (prende la busta del contante e la mette in tasca) Faccio un assegno globale di 60.000 lire e lo intesto alla moglie angosciata. Il contante lo tengo io... che ne sono sprovvisto. (va verso Valeria) Il vostro nome, buona donna?

VALERIA           Valeria.

SALVATORE     (scrivendo sul libretto d'assegni che ha estratto in precedenza) A vista pagate alla signora Valeria Lamanna...


Scena XV

(Nicola Raimondo Ilona Barone Matilde Valeria Salvatore Antonio Nonno Simeone)

(La porta d'ingresso si . apre e compare sulla soglia Nicola, il giovane figlio di donna Ilona E’ sconvolto, resta un attimo fermo a guardare i presenti)

NICOLA             (scorgendo la madre e andandole incontro precipitosamente) Mamma! Mamma!

ILONA               (vedendo Nicola, spaventata) Nicoletto! Oh Dio cosa è successo?

NICOLA             (gettandosi nelle braccia di Ilona) Mamma, l'ho ucciso! L'ho ucciso!

ILONA               (sempre più spaventata) Ma cosa dici? Cosa dici?

NICOLA             (in preda a una crisi) L'ho ucciso mamma. Ho ucciso Alessio!

(Si getta su una sedia piangendo)

ILONA               (allibita) Alessio! (portando una mano al cuore) Dio mio, aiutatemi, vi prego, aiutatemi!

SALVATORE     (porgendo una sedia) Donna Ilona, prego, si sieda.

ILONA               (sedendosi) Ma perché, perché l'hai ucciso? (Nicoletto continua nella sua crisi tenendosi il volto tra le mani senza parlare.)

(Raimondo Czibor si affaccia alla porta. E’ un uomo sui trentacinque anni, distinto, ma antipatico. E molto agitato)

RAIMONDO      Zia! Zia sono qua io.

ILONA               (vedendo Raimondo) Raimondo! Raimondo, ma cosa ha fatto Nicoletto?

RAIMONDO      (sempre agitato, andando verso Donna Ilona) Zia! E’ successa una cosa terribile!

ILONA               Ma in nome del cielo, spiegati!

RAIMONDO      Zia, è stata una fatalità. Nicoletto, credendo che la mia pistola fosse scarica, ha fatto partire un colpo contro la porta dietro la quale c'era Alessio!

(Sensazione fra i presenti)

ILONA               Ed è morto?

RAIMONDO      Sì.

ILONA               Oh Dio!... Ora lo arresteranno! ... Ora lo arresteranno! (sviene)

BARONE           E’ svenuta! Presto i sali! (premuroso) Nel mio pacco c'è della canfora.

(Mentre tutti si affollano intorno a donna Ilona, il barone va al pacco della carta igienica e credendolo quello dei medicinali, comincia a svolgerlo)

SALVATORE     (a Raimondo) Permette? Sono il membro promotore del comitato. Le posso essere d'aiuto...

RAIMONDO      Grazie, molto gentile. Purtroppo il fato ha voluto colpirci. Bisogna subito portar via Nicoletto.

SALVATORE     Ma è proprio morto?

RAIMONDO      L'ha colpito al cuore.

SALVATORE     (costernatissimo) Morto! Che disgrazia! ... E questo Alessio, è un parente di donna Ilona?

RAIMONDO      No, è il cameriere.

SALVATORE     Ah, beh, allora... (cambiando tono) Sempre male, sempre brutte cose. eh!

BARONE           (mostrando un rotolo di carta igienica) Ma dove sono i miei medicinali? Questo è il pacco del Commendatore. (prende il rotolo in mano e, si avvicina a Salvatore, mostrandogli il rotolo) Scusi, commendatore. vorrei sapere...

SALVATORE     (vedendo il rotolo, interrompendolo) Fuori della porta, a sinistra del ballatoio... (a Raimondo) Morto! ... Alessio è morto!

BARONE         Scusi, commendatore...

SALVATORE     (interrompendolo) Barone, siete inopportuno! Arrangiatevi!

ILONA               (rinvenendo) Oh Dio! Oh Dio! Nicoletto! Nicoletto!

NICOLA             Mamma, ora mi arresteranno!

RAIMONDO      State calmi. Trascorsa la flagranza non ti possono più arrestare. Bisogna nasconderlo.

ILONA               Sì, bisogna nasconderlo, bisogna nasconderlo...

RAIMONDO      Certo, certo, zia, ma ora andiamo... Vieni Nicoletto...

SALVATORE     Giusto! Sarà meglio andar via tutti. Siamo in casa altrui... Ci sono dei malati...

BARONE           Venga... l'aiutiamo noi.

ILONA               (alzandosi a fatica) Sì, sì, andiamo, bisogna nasconderlo subito... Ma dove?

RAIMONDO      Non sarà difficile, zia, è solo una questione di denaro... il luogo lo troveremo.

(Il Barone si avvia intanto verso la porta sorreggendo donna Ilona, Raimondo cerca di far alzare NicolettoNicola)

SALVATORE     (che alle parole «questione di denaro» viene colpito da un'idea improvvisa) Un momento, prego! (il gruppo si ferma) donna Ilona, voi volevate nascondere vostro figlio?

ILONA               Certo!

SALVATORE     Ebbene, lasciatelo qua.

ILONA               Come?

SALVATORE     Lasciatelo qua. In tutta Napoli miglior nascondiglio di questo non lo potrete trovare. Chi volete che venga a cercare vostro figlio, un nobile, in questa casa di poveri disgraziati. Non solo, ma evitate di portare ancora in giro Nicoletto, col pericolo che lo arrestino prima di trovare un nascondiglio.

RAIMONDO      Ma no! Non perdiamo altro tempo. Andiamo!

ILONA               Però a me sembra una buona idea.

BARONE           Anche a me sembra un'ottima soluzione.

RAIMONDO      Ma qui starà male.

NICOLA             Sì, lasciami qui, non mi portare via. Ho paura ad uscire!

RAIMONDO      Insomma non fare il bambino! lo non voglio che tu rimanga qui!

ILONA               (decisa) Scusami Raimondo, credo invece che questo per ora sia il miglior nascondiglio. Poi decideremo!

RAIMONDO      E’una sciocchezza inaudita. Fate come volete!

ILONA               (rivolta a Salvatore) Grazie, commendatore, non dimenticherò mai quello che fate per me.

SALVATORE     Ma vi pare! E poi questa è brava gente! Naturalmente bisognerà ricompensarla e lautamente perché se lo merita.

ILONA               Certo, certo!

SALVATORE     State tranquilla, dopo me ne interesserò io!

BARONE           Cara Ilona, noi ti lasciamo. Immagino che vorrete restare soli?

ILONA               Grazie, grazie!

TUTTI               (salutando) Buongiorno. (esconoesce)

ILONA               (andando verso Nicoletto, e vedendo Salvatore che è rimasto) Grazie anche a lei, commendatore. (dandogli la mano da baciare) Buongiorno.

SALVATORE     Ma io... veramente... dovrei restare...

RAIMONDO      (seccamente) Non si disturbi commendatore, ha già fatto fin troppo lei... non vogliamo trattenerla.

SALVATORE     Ma io devo fissare il lauto compenso per questa brava gente... così sola, abbandonata... se vado via io, cosa fa?

RAIMONDO      Commendatore, scusate, ma non vedete che Nicoletto è in preda a uno choc nervoso... Vogliamo restare soli.

SALVATORE     Ma io...

RAIMONDO      Insomma come ve lo devo dire? Volete andare? Questa non è casa vostra!

ANTONIO         (imbarazzatissimo) Come?... Ah! sì, sì... (a Salvatore allargando le braccia) Commendatore... noi vi ringraziamo tanto, ma ora, scusate, ma ora dovete lasciarci soli. In famiglia!

SALVATORE     (guardando Antonio, con rabbia contenuta) E va bene! ... E’ giusto! Avete il diritto di rimanere soli in famiglia. E va bene. Me ne vado. (Salvatore prende il cappello e si avvia verso l'uscita)

NONNO             (cantando improvvisamente) Avanti arditi, le fiamme nere...

VALERIA           (a Salvatore) Commendatore, le caramelle!

SALVATORE     Ah, già... Le caramelle... (estrae di tasca il sacchetto delle caramelle prendendone una) Le caramelle me le mangio io. (Si mette in bocca la caramella e contemporaneamente toglie il cappello al vecchio che comincia a piangerecontinuando a cantare)

Cala la tela

ATTO SECONDO

La scena è quella del primo atto, sono ricomparse le tende tolte per la visita del Comitato benefico. E’ sera inoltrata.

All'aprirsi del sipario sono in scena Fiorella e Nicola. Questi è un giovanotto di 20 anni dall'aria timida e trasognata, dalla quale, però, traspare una certa nervosa decisione. E’ seduto sul letto, nell'angolo di Fiorella, e mostra dal suo atteggiamento di essere ancora sotto l'incubo della disgrazia accadutagli.

Fiorella sta trasferendo, dal suo angolo nell’altra stanza, i suoi oggetti d'uso. Tutto il dialogo che segue avviene mentre Fiorella si muove tra le due stanze

Scena I

(Fiorella e Nicola poi Valeria)

FIORELLA         (tirando fuori dal piccolo armadietto alcuni indumenti femminili) Vede? Non è difficile trasferire il mio guardaroba. E tutto qui. (sorride)

NICOLA             (rimanendo con gli occhi fissi nel vuoto, come assente) Come?

FIORELLA         Su, non faccia così! Bisogna che cerchi di reagire. E’ stata una disgrazia.

NICOLA             Ho ucciso un uomo. Mi sembra d'impazzire!

FIORELLA         Ma non ci deve pensare. Sono fatalità. (cambiando tono) Perché non mi aiuta a fare il trasloco?

NICOLA             Oh! Scusi! Ha ragione. Mi dispiace di aver portato tanto disturbo; soprattutto di averle rubato il suo angolino; è così grazioso! ...

FIORELLA         Strano che proprio lei lo trovi grazioso.

NICOLA             Perché?

FIORELLA         Lei è abituato a vivere in chissà che bella casa...

NICOLA             La prego, non me la ricordi!...

FIORELLA         Ha ragione, sono una sciocca... Mi scusi. Mi vuole aiutare a portare il tavolino?

NICOLA             Volentieri, signorina.(vedendo i pacchi di cartoline sparsi sul tavolino) Come mai tante cartoline?

FIORELLA         E’il mio lavoro. (mostrandogli una cartolina) Vede!

NICOLA             Le dipinge lei?

FIORELLA         Vorrà dire, le coloro semplicemente. Rosa e celeste. E un lavoro stupido, vero? Però a me piace. Il rosa e il celeste sono due colori così belli! E nel dare un po' di colore a questi paesaggi e a questi fiori mi sembra di togliere un po' di grigio anche alla mia vita. Le sembra sciocco, vero?

NICOLA             Perché sciocco?

FIORELLA         Perché forse sono sciocche tutte le cose che piacciono ad una ragazzetta come me, che ama più fantasticare che pensare :

NICOLA             Ma questo non e un difetto!

FIORELLA         Eppure la mia matrigna mi sgrida sempre per questo. Dice che le altre ragazze non sono sciocche come me.

NICOLA             Anche a me rimproverano di essere diverso dagli altri. Mia madre dice che sono strano. (come assorto, parlando a se stesso) E forse ha ragione. Se fossi normale non avrei fatto quello che ho fatto, non sarei costretto a nascondermi.

FIORELLA         Vuole ascoltare una bella canzone? la mia preferita. Anche perché ho solo questo disco... (fa azionare il fonografo che comincia a suonare, poi . vedendo Nicola sempre assorto, lo prende affettuosamente per un braccio) Su venga, mi aiuti allora a portare il tavolino.

NICOLA          Ah! Sì, sì, certo...

(I due portano il tavolino nella stanza di sinistra. Dalla porta, in alto, sul ballatoio, che è sempre rimasta aperta, compare Valeria. Mentre sta scendendo le scale si ode il tuono di un temporale e il rumore della pioggia che cade. Fiorella e Nicola rientrano in scena)

VALERIA           (chiudendo la finestra) Ti sembra proprio di aver scelto il momento migliore per suonare la canzone? (fa per andare a togliere il disco)

FIORELLA         Ilsignor Nicola voleva ascoltarla.

VALERIA           (fermandosi e con tono di esagerata gentilezza) Ah! Se è per il signor Nicola... (Si ode bussare alla porta)

NICOLA             (sussultando) Chi sarà?... La Polizia?

FIORELLA         (anche lei in apprensione) No, non credo. Chi sarà, mamma?

VALERIA           Che ne so io! Signor Nicola, lei si nasconda di qua...

(Nicola viene fatto entrare nella stanza di sinistra. Valeria si guarda in giro per assicurarsi che non ci sia niente che tradisca la presenza di Nicola, poi va alla porta, toglie il paletto ed apre)


Scena II

(Marcello Valeria Fiorella e poi Nicola)

MARCELLO       (apparendo dalla porta)Buonasera, donna Valeria! E’ arrivato il Messaggero!

VALERIA           Ma che ti prende? Chi ti ha ordinato i giornali a quest'ora?

MARCELLO       Messaggero! Sono io il messaggero, ho una lettera per Fiorella.

FIORELLA         Che lettera?

MARCELLO       Messaggio urgente di Don Salvatore (dà la lettera a Valeria)

VALERIA           (prendendo la lettera) E dov'è?

MARCELLO       E’ nell'edicola. Sta accendendo tanti di quei moccoli che se non piovesse darebbe fuoco a tutti i giornali. Buonanotte (esce)

VALERIA           (chiudendo a paletto la porta e porgendo la lettera a Fiorella) Che cosa dice?

FIORELLA         (aprendo la lettera e leggendo) Comunicato urgente a tutti i congiunti. Come Napoleone Buonaparte nella battaglia di Waterloo non aveva previsto la presenza dei rinforzi inglesi, così io, nella mia geniale trovata, non ho previsto che la redditizia presenza del giovane Nicola non mi avrebbe permesso di rientrare pubblicamente in casa mia. E, mannaggia la miseria, come se non bastasse piove. Pertanto dispongo: primo, segnalerò il mio arrivo con tre colpi brevi ed uno lungo battuti alla porta; secondo, a questo segnale il Nicola dovrà essere chiuso nello sgabuzzino facendogli balenare il pericolo della polizia; terzo, Antonio faccia meno il fesso e finga un'improvvisa partenza perché se lo ritrovo ancora in casa come falso marito, passa un guaio! Distinti ossequi, Don Salvatore Lamanna.

VALERIA           Anche se non la firmava una lettera simile, non poteva averla scritta che tuo padre.

FIORELLA         Ma se viene qui ed è scoperto, che figura ci facciamo?

VALERIA           Ha quarantamila lire in tasca, potrebbe anche restare a dormire fuori.

FIORELLA         (apre la porta della stanza di sinistra) Signor Nicola, venga pure; era Marcello... Ma lei trema?...

NICOLA             (entrando) Sì... ho avuto veramente paura... io... ho i nervi talmente scossi... non riesco a dominarmi...

FIORELLA         Cerchi di essere calmo.

VALERIA           Sa cosa facciamo? Le prepariamo il letto, così potrà riposarsi.

NICOLA             Grazie.

(si ode bussare alla porta)

NICOLA             (sussultando) Oh, Dio!... ancora!... Chi sarà? (ritorna verso la porta di sinistra)

VALERIA           (trattenendolo) No, non lì! Venga di qua! (va allo sgabuzzino e ne apre la porta) E’ scomodo ma è più sicuro... Vada...

(Nicola entra dentro lo sgabuzzino mentre Fiorella va ad aprire con precauzione la porta. Appaiono donna Ilona e Raimondo)


Scena III

(Ilona Raimondo Valeria Fiorella e poi Nicola)

ILONA               (sorpresa di vedere Fiorella) Buonasera...

VALERIA           Prego, signora, si accomodi pure.

ILONA               (restando un po' imbarazzata dalla presenza di Fiorella) Ma... veramente...

VALERIA           (notando l'imbarazzo) Non abbia timore; questa è mia figlia Fiorella. Ieri non l'avete vista perché non c'era...

ILONA               Ah! (ansiosa) E Nicola? Dov'è?

VALERIA           Lo abbiamo nascosto non sapendo chi bussava.

FIORELLA         Lo chiamo subito. (va ad aprire lo sgabuzzino)

RAIMONDO      (a Valeria) Come sta mio cugino?

VALERIA           E’ molto scosso. Pare una centrale elettrica!

ILONA               (a Nicola che è uscito dallo sgabuzzino) Nicola! Come stai tesoro? (lo abbraccia)

NICOLA             E’ terribile, mamma... Non faccio altro che pensarci!

ILONA               Tranquillizzati, tesoro! Vedrai che andrà bene!... Raimondo fa tutto il possibile perché non ti succeda niente.

RAIMONDO      La zia ha ragione, Nicola... Tu cerca solo di non farne una fissazione... altrimenti c'è da impazzire...

NICOLA             E’ questo che mi fa paura...

ILONA               Ma non lo dire nemmeno per scherzo! Ma qui, ti trovi bene?

NICOLA             Sì, mamma, sono persone... tanto care...

VALERIA           Facciamo solo il nostro dovere, signora. (Bussano alla porta d'ingresso: tre colpi con un breve intervallo ed uno a lungo intervallo)

NICOLA             (sussultando) Hanno bussato!

ILONA               Chi può essere?

VALERIA           Hanno bussato? Non ho sentito... Hai sentito bussare, Fiorella?

FIORELLA         No, mamma.

NICOLA             Vedi, mamma, io vivo come in un incubo... Ti giuro che ho sentito bussare.

ILONA               Ma hanno bussato! Ho sentito anch'io dei colpi.

VALERIA           Ah! Quei colpi! Toc! Toc! Sono gli inquilini qui accanto... E’ il vecchio che per vuotare la pipa la batte sulla parete. Tic! Tic!... e allora si sente di qua!

(Si ode bussare alla porta c.s.)

NICOLA             Ancora, mamma!

RAIMONDO      Ma, perbacco, bussano alla porta!

VALERIA           Ah! ora sì!

NICOLA             E’ la polizia!

FIORELLA         Ma no, non abbia paura!

ILONA               Signorina, la prego... lo nasconda subito.

(Fiorella prende per mano Nicola e lo porta nella stanza di sinistra, tutti restano in attesa)

ILONA               (a Valeria, che era rimasta ferma) Signora, può aprire.

VALERIA           Ah!... Non credo che importi. (alzando un po' la voce) Forse se ne sarà già andato... (avvicinandosi alla porta e ascoltando, a voce alta con l'intenzione di farsi sentire da Salvatore) Sì... sì... E’ andato via!... Sento scendere le scale. (Si ode bussare ancora c.s.)

VALERIA           (irritata torna indietro e spalanca la porta d'ingresso) Cara signora, è inutile: «Chi nasce quadro non può morire tondo!» Avanti!

(Nel vano della porta appare Don Salvatore, indossa l'abito della fine dell'atto precedente. Vedendo donna Ilona che cerca di assumere un atteggiamento disinvolto)


Scena IV

(Salvatore Ilona Raimondo Valeria)

ILONA               (meravigliata) Commendatore!?

SALVATORE     (falsamente cordiale) Donna Ilona! ...

RAIMONDO      Come mai qua, a quest'ora?

SALVATORE     Esco adesso da casa Verdernanni dove abbiamo celebrato il Grande Ufficialato del capostipite. Via facendo mi sono detto... Ora sai che faccio? Passo a dare un'occhiata alla famiglia... alla famiglia... Com'è il cognome?

VALERIA           Lamanna.

SALVATORE     ... alla famiglia Lamanna per avere notizie di Nicola... In fondo, donna Ilona la responsabilità è un po' anche mia!

ILONA               Molto gentile, commendatore!

SALVATORE     Mio dovere. Solo dovere e niente altro.

RAIMONDO      Scusi, commendatore ma debbo chiederle un favore.

SALVATORE     Sono a sua disposizione. Dica pure.

RAIMONDO      Ecco, vede... ma non interpreti male quanto le dico... Dunque noi preferiremmo che in questi giorni lei non venisse a visitare i suoi beneficati. Lei capisce, le visite in questa casa di una persona di rango elevato come lei, possono attrarre l'attenzione e ciò può essere pericoloso per Nicola. Lei mi comprende, vero?

SALVATORE     Come no? Troppo giusto... Ma io non capito mai qua... £ stata una combinazione... e soprattutto il desiderio di aver notizie dei caro Nicola. A proposito dove è il simpatico latitante?

VALERIA           E’ di là con Fiorella.

SALVATORE     Ah! Si è piazzato! (a Ilona) E, si trova bene nella casa?

ILONA               Sì, credo di sì... A proposito, commendatore, quanto ha fissato per l'ospitalità che questa brava gente dà a mio figlio?

SALVATORE     (portando Ilona un po' in disparte)Diecimila.

ILONA               (che si è distratta) Come ha detto?

SALVATORE     Quindicimila al giorno.

ILONA               Quindicimila?

SALVATORE     Le sembra troppo?

ILONA               No, no, credevo molto di più!

SALVATORE     (ha uno scatto di dispetto) Accidenti!... Vogliamo aggiungere qualcosa?

ILONA               Ora non è il caso. Faremo in ultimo un bel regalo. In ogni modo, io nel pomeriggio ho già dato ventimila lire.

SALVATORE     Ha fatto benissimo! A chi le ha versate?

ILONA               Al marito, naturalmente.

SALVATORE     (arrabbiato) Ha fatto malissimo... Quello è un alcolizzato che davanti al denaro non vede più niente! Quello se le beve tutte! Donna Ilona, sa che le dico? Quelle ventimila lire, non le rivediamo più.

ILONA               E a noi che c'interessa?

SALVATORE     A lei! ... A me interessa invece. M'interessa che da tutto ciò ne tragga beneficio questa povera gente e non quel delinquente. Guardi, facciamo così: ogni volta che bisogna pagare anticipo io i denari a chi di dovere, poi lei me li restituisce!

ILONA               Grazie, lei vuol sempre disturbarsi.

SALVATORE     Dovere! ... Beh! Vogliamo andare a fare un po'di coraggio al caro Nicola! ... (con intenzione) Lei se ne va, vero? (tende la mano a Raimondo)

RAIMONDO      No. Devo trattenermi ancora.

SALVATORE     Ah! Però vi consiglierei di affrettarvi perché il tempo minaccia tempesta...

RAIMONDO      Ho la macchina.

SALVATORE     Appunto! Beh! (aIlona che si avvia anche lei verso la porta di sinistra) Prego!

(Ilona e Salvatore escono)


Scena V

(Raimondo Valeria poi Salvatore e Antonio)

RAIMONDO      (che durante il colloquio precedente si è dimostrato sempre un po' seccato dalla presenza di Don Salvatore) Signora, suo marito è in casa?

VALERIA           Non l'ha visto?

RAIMONDO      Come?

VALERIA           (imbarazzata) Dico: non l'ha visto? Perché lo cerca?

RAIMONDO      Gli vorrei parlare.

VALERIA           Ora?... E come si fa? Quello è in camera sua!

RAIMONDO      Perché ci vuole il passaporto? lo chiami...

VALERIA           Ma è proprio necessario?

RAIMONDO      E’cosa molto urgente.

VALERIA           (rassegnata) E va bene! (chiamando verso la camera superiore) Antò... (correggendosi) Salvatore! ... Salvatore!

SALVATORE     (comparendo alla porta dalla quale era uscito) Che volete?

RAIMONDO      (meravigliato) Niente, commendatore, perché?

SALVATORE     (comprendendo di aver sbagliato) Ah, no! Mi era parso di sentir chiamare: Commendatore! Commendatore.

VALERIA           No, stavo chiamando mio marito... (forte, verso l'alto) Marito mio! ... Marito mio!

SALVATORE     Ah! Non è partito? Vostro marito, non è partito?

ANTONIO         (affacciandosi in maniche di camicia al ballatoio in alto) No, commendatore, sono qua...

SALVATORE     Ah! bene! Di bene in meglio! A questo siamo arrivati. Addirittura in camera di vostra moglie? Ma qui si stanno passando i limiti della decenza e dei buon costume. Qui siamo in piena orgia!

RAIMONDO      Scusi, commendatore, ma non so cosa ci trova di strano?

SALVATORE     Come no? Quel fetente sta addirittura in maniche di camicia nella camera nuziale!

VALERIA           Ma se ci sta pure nonno Simeone in camera! Ce l'avete fatto mettere voi!

SALVATORE     Ah! Ci sta?

VALERIA           Certo.

RAIMONDO      (mostrandosi seccato) Scusate, commendatore, non per mandarvi via, ma sapete, nella confusione della sciagura, Donna Ilona ed io non abbiamo potuto prendere tutti gli accordi con questa brava gente e allora...

(Spingendo Salvatore verso l'uscio)

SALVATORE     (resistendo) Dovrei andar via? Un momento... Il dovere avanti tutto. lo, quale membro promotore, devo accertarmi che il vecchio abbia avuto la sistemazione migliore... Quello è malato! Può darsi che l'hanno messo dietro un paravento e non vede niente. (a Valeria) Brava donna, vogliamo andare a vedere cosa fa il nonno Simeone?

VALERIA           E che volete che faccia? E’ vecchio e paralitico!

SALVATORE     Il nonno! (spingendo Valeria per le scale) Ma il nipote è giovane e si muove!

(I due escono dalla porta superiore)


Scena VI

(Raimondo Antonio)

RAIMONDO      (avvicinandosi ad Antonio)Se non vi dispiace vorrei scambiare due parole con voi.

ANTONIO         Sono ai vostri comandi, Eccellenza.

RAIMONDO      Si tratta di una cosa molto confidenziale che deve rimanere tra voi e me.

ANTONIO       Eccellenza, quando voglio so essere muto, cieco e sordo.

RAIMONDO      Avevo già capito che potevo fidarmi di voi. D'altra parte, voi, tenendo nascosto mio cugino dietro compenso, siete praticamente nostro complice... complice a fin di bene, s'intende...

ANTONIO         E allora?

RAIMONDO      Volevo dire che voi siete interessato quanto noi a non parlare né di questo incidente increscioso... né tantomeno della cortesia, ancor più delicata di quanto sto per chiedervi, cortesia pagata, naturalmente.

ANTONIO         Eccellenza, se si tratta di un'opera buona specialmente pagata... di che si tratta?

RAIMONDO     (guardandosi in giro) Siamo certi di non essere ascoltati?... perché nessuno della vostra famiglia deve sapere questo.

ANTONIO         (guardando anche lui in giro) Parlate.

RAIMONDO      Si tratta di nascondere per questa notte sola una persona in casa vostra...

ANTONIO         Un'altra! E proprio qui! E chi è questa persona?

RAIMONDO      Alessio.

ANTONIO         Alessio?

RAIMONDO      Sì, Alessio, il cameriere...

ANTONIO         Ma quello è cadavere!

RAIMONDO      Certo!

ANTONIO         Ah, io dovrei nascondere una persona cadavere... Eccellenza, ma questo è grave, molto grave...

RAIMONDO      Solo per stanotte.

ANTONIO         Lo so, ma qui, in casa mia, come facciamo... Se poi vengono a saperlo...

RAIMONDO      State tranquillo... ho tutto predisposto.

ANTONIO         Sì, d'accordo, ma vi conviene proprio, eccellenza, far sparire questa... buon'anima?

RAIMONDO      E’ obbligatorio, purtroppo. Se denunciamo la morte cominciano le indagini e per Nicola la cosa sarebbe molto grave...

ANTONIO         Ma si tratta di una disgrazia!

RAIMONDO      Sì, ma non è così facile a dimostrarsi. Nicola ebbe con lui un alterco alcune settimane or sono e poi il ragazzo non è dei tutto normale, è un ipersensibile, tanto che io sto cercando di convincere la madre a chiedere l'interdizione.

ANTONIO         Appunto, Eccellenza, è una cosa piuttosto pericolosa... Se qualcuno ricerca il defunto?...

RAIMONDO      No, per questo non c'è pericolo, nessuno lo ricercherà. Alessio era apolide.

ANTONIO         Cosa era?

RAIMONDO      Apolide!

ANTONIO         Povero disgraziato! E lui lo sapeva?

RAIMONDO      Ma che cosa avete capito? Apolide è un uomo civilmente senza patria. Alessio perciò non aveva parenti. Basta dire che è partito e nessuno ci farà caso.

ANTONIO         Sì, d'accordo, ma sempre occultamento di cadavere è. No, no, mi dispiace...

RAIMONDO      Signor Lamanna ci sono duecento mila lire per voi!

ANTONIO         Ah! E che vi debbo dire? Se si tratta di un'opera buona... Avete un cadavere solo?

RAIMONDO      No! Ora vi porto l'obitorio!... Dunque, siamo d'accordo. Bisognerebbe allora...

ANTONIO         (che ha sentito dei rumori) Un momento!


Scena VII

(Ilona Valeria Salvatore Raimondo Antonio e poi Marcello)

ILONA               (entrando) Nicola mi sembra meno agitato.

RAIMONDO      Non c'è da fidarsi zia, lo choc è stato molto grave... In ogni modo io mi trattengo ancora un po', perciò tu va a riposarti, che anche tu ne hai bisogno.

(Durante la battuta dalla porta sono entrati Valeria e Salvatore, che mostra di aver discusso vivacemente con la moglie)

SALVATORE     Oh! Ora sono più tranquillo. Nonno Simeone è sistemato benissimo.

VALERIA           (guardando Antonio) L'ha voluto mettere nel letto matrimoniale.

SALVATORE     Onora i vecchi e onorerai te stessa, dice Sant'Alfonso Maria de Liguori!

(Si ode bussare alla porta. Tutti si fermano in apprensione guardandosi l'un l'altro)

ILONA               Chi sarà?

VALERIA           E che ne so?

RAIMONDO      Aspettate qualcuno?

VALERIA           No!

ILONA               Dio mio!

(Bussano ancora)

MARCELLO       (dall'esterno della porta d'ingresso)Don Salvatore! Donna Valeria! Aprite.

VALERIA           E’Marcello, il garzone del droghiere.

SALVATORE     E che vuole a quest'ora?

VALERIA           (alla porta) Cheè successo Marcello?

MARCELLO       (c.s.) Ho portato Roberto!

VALERIA           Ah! E’ tornato Roberto!

ANTONIO         Ah! E’ tornato Roberto!

SALVATORE     Ah! E’ tornato Roberto!

RAIMONDO      E chi è questo Roberto?

ANTONIO         E’ il figlio.

VALERIA           Sì, è il figlio del mio primo marito.

ANTONIO         Sì, del primo marito che è morto.

SALVATORE     (fa scongiuri borbottando imprecazioni) Ah! è morto?


Scena VIII

(Roberto Ilona Valeria Salvatore Raimondo Antonio Marcello)

(Intanto Valeria ha aperto la porta dalla quale entra, sorretto da Marcello, Roberto. E’ un giovanotto sui venticinque anni completamente istupidito da cinque giorni di danza ininterrotta. Tiene gli occhi chiusi e il corpo è scosso da sussulti ritmici come se ballasse ancora)

VALERIA           (allibita) Gesù! Gesù! Guardate come si è ridotto!

MARCELLO       L'hanno riportato quelli della Sala Splendor.

ILONA               Poveretto! Ma cos'ha? Le convulsioni?

VALERIA           No, stava facendo la maratona di danza... sono cinque giorni che balla senza mai smettere.

RAIMONDO      Ma, santo cielo, fatelo mettere a sedere!

MARCELLO       No, no! Hanno detto di non farlo sedere prima di due ore perché dice che se no perde tutti i riflessi.

SALVATORE     E che è? Un brillante?

VALERIA           Santo Cielo! Ci voleva anche la maratona di danza!

SALVATORE     Ma l'ha vinta, perlomeno?

MARCELLO       Macchè! Si è ritirato dopo 120 ore. Ci sono ancora otto coppie che continuano.

SALVATORE     Allora non ha vinto neanche un premio.

MARCELLO       Che premio? Si è ritirato.

SALVATORE     Che schifo di ballerino!

VALERIA           (cercando di far bere un bicchiere d'acqua a Roberto) Roberto!... Roberto! ... Come ti senti?

ROBERTO       (con voce esausta) Stanchino! ... Tanto stanchino...

MARCELLO       Allora a chi lo dò?

ANTONIO         (avvicinandosi a Roberto) Dammi qua, ci penso io.

ROBERTO       (passando nelle braccia di Antonio comincia a ballare con questo come se fosse ancora in gara. Guardando Salvatore) Voglio dormire!... Papà, voglio dormire.

MARCELLO       (ad Antonio) Ancora no! Deve passeggiare. (agli altri) lo vado, buonasera a tutti! Donna Valeria, buonasera.

VALERIA           Grazie, Marcello.

MARCELLO       (giunto vicino alla porta) Mi raccomando; hanno detto: fatelo passeggiare, fatelo passeggiare! (esce)

SALVATORE     (ripetendo) Fatelo passeggiare... (Antonio sorregge Roberto che comincia a passeggiare ballonzolando.

(Roberto intanto, continuando a passeggiare sorretto da Antonio è giunto proprio vis a vis con Salvatore. Si ferma e lo guarda fisso)

ROBERTO         (con voce commossa) Papà! Papà, mi perdoni?

SALVATORE     (resta fisso e imperturbabile a guardare Roberto, come se non avesse parlato, poi, volgendosi lentamente verso gli astanti) Ma, a chi dice?

ROBERTO         Dico a te, papà. Perdonami!

SALVATORE     Ma donna Valeria, questo giovane oltre la maratona ha fatto anche l'encefalite?

VALERIA           E’ la stanchezza, commendatore, dovete scusarlo.

SALVATORE     Allora mettetelo a letto, di sopra, insieme a nonno Simeone.

ILONA               Ma, se perde tutti i riflessi, poveretto.

SALVATORE     Vuol dire che dopo gli daranno una bella lustrata. Andate, portatelo su.

ROBERTO         Papà, buonanotte! Papà!

SALVATORE     Si è fissato che sono il padre.

ILONA               Commendatore, forse lei rassomiglia alla buon'anima!

SALVATORE     (facendo scongiuri) Forse!

(Roberto sorretto da Antonio e accompagnato da Valeria escono dalla stanza superiore)

RAIMONDO      Allora, cara zia, se vuoi andare a riposarti, vai pure. (a Salvatore) Commendatore, accompagni lei donna Ilona, che io mi trattengo ancora un poco! ...

SALVATORE     Lei si trattiene ancora?...

RAIMONDO      Appunto.

SALVATORE     Ma venga con noi, che Nicola è in buone mani. Ho visto che ha subito simpatizzato con quella cara fanciulla... Venga via anche lei!

RAIMONDO      No, no, grazie. Debbo parlare a Nicola. (salutando) Buonasera, commendatore e alla felice occasione d'incontrarci ancora. (a Ilona) Ciao, zia, e stai tranquilla, che a Nicola ci penso io. (esce da sinistra) (tra sé, sospirando) Speriamo che tutto vada a finir bene.


Scena IX

(Ilona Salvatore)

SALVATORE     Non credo! ... Da come si sono messe le cose...

ILONA               Allora, vogliamo andare?

SALVATORE     (guardando la camera in alto) Ma, forse...io... dovrei...

ILONA               (decisa) Andiamo. E’ meglio.

SALVATORE     Come, è meglio?

ILONA               Commendatore, nonostante il dolore e le tante vicende che sto attraversando, non creda che io non abbia capito.

SALVATORE     (impaurito) Che cosa?

ILONA               Tutto.

SALVATORE     Tutto? Tutto che?

ILONA               Che lei ha un motivo recondito per introdursi in questa casa, e non è certo la beneficenza.

SALVATORE     (inghiottendo, spaventato) Donna Ilona ma che dice?

ILONA               Commendatore, non creda che non mi sia accorta che prima di entrare lei ha bussato alla porta in un modo speciale, come se fosse un segno convenuto. Chi voleva avvertire?

SALVATORE     (sempre più spaventato) Un segno convenuto?

ILONA               Esattamente! E perché siete saliti soli in camera, lei e la signora Valeria?

SALVATORE     Ma per sistemare nonno Simeone.

ILONA               No. Scuse. Valeria la guarda troppo, lei, commendatore, desidera troppo che il marito parta, lei è troppo generoso con questa famiglia, Commendatore lo confessi, lei tenta di divenire l'amante di Valeria!

SALVATORE     (tranquillizzato, cominciando a ridere a poco a poco) Ah! Ah! lo tento... Ah! Ah! L'amante di Valeria... Ah! Ah! Questa è buona, donna Ilona! lo tento!... Ah! Ah!

ILONA               So che siete un gentiluomo e che non ammetterete mai una cosa simile, ma state attento, può essere pericoloso.

SALVATORE     (ridendo) Ah! Pericoloso! Ah! Ah! Pericoloso che io...

ILONA               Sì, perché i due si vogliono molto bene...

SALVATORE     Come? Valeria è... Ma non è possibile!

ILONA               Ah, non lo credevate? Perché non li avete mai visti nell'intimità: oggi pomeriggio sembravano due piccioncini in amore. Un vero quadretto!

SALVATORE     Ma, faranno la commedia, donna Ilona, polvere negli occhi, ipocrisia. (borbotta) almeno così credo!

ILONA               No, Commendatore. Sono innamorati! E questo è molto bello.

SALVATORE     Ah! E’ molto bello! (arrabbiatissimo, borbottando parole di minaccia) Mannaggia! ... se fanno tanto di... (cambiando tono) Ma, donna Ilona, in camera c'è sempre stato il nonno, di là ci sono Fiorella e Nicola, qui c'è sempre gente e dove sono andati? Nello sgabuzzino?

ILONA               Commendatore, vi prego, non siate volgare. Basta vedere come si guardano per comprendere il loro sentimento.

SALVATORE     Giuratelo un po'!

ILONA               Giurare? Ma, scusate, vi sembra strano che una moglie ami il marito?

SALVATORE     Ma quale marito?

ILONA               Ilmarito!

SALVATORE     Donna Ilona, ci sono mariti e mariti... e quello è un disgraziato, e farabutto! ...

ILONA               Comunque è sempre il marito ed io non vi lascerò finché non mi avrete giurato di non mettere più piede in questa casa!

SALVATORE     Cosa? Dovrei giurare?... Ma per quale motivo, Donna Ilona?

ILONA               Commendatore non mi faccia dire quello che non voglio dire: voi siete un sensuale!

SALVATORE     lo?

ILONA               Sì! Voi venite qui solo per trovare i piaceri della carne!

SALVATORE     Ma quale carne! Qua a stento si mangia il primo piatto!

ILONA               Non cercate di far dello spirito. Venite, vi prego...

SALVATORE     (cercando di trattenersi) Ma, io...

ILONA               Venite! Venite! il meglio... (Salvatore sospira e dopo aver guardato con intenzione la stanza in alto, esce preceduto da Ilona)


Scena X

(Raimondo Valeria Antonio)

RAIMONDO      (rientrando subito dalla porta di sinistra, come avesse atteso con impazienza l'uscita di Salvatore, chiama verso la porta in alto) Signora Valeria!

VALERIA           (affacciandosi) Comandate!

RAIMONDO      Può scendere vostro marito?

VALERIA           Ilcommendatore è uscito?

RAIMONDO      Sì, finalmente se ne è andato.

ANTONIO         (scendendo) Eccellenza, sono a vostra disposizione. Cosa si tratta di fare?

RAIMONDO      Dunque bisognerebbe andare a prendere il baule contenente la salma del povero Alessio e portarla qua. lo purtroppo fino all'alba non posso provvedere alla sua sistemazione definitiva. Alle prime ore del mattino verrò a ritirarlo.

ANTONIO         Sta bene!... E che fate?... Pagate anticipatamente?

RAIMONDO      Certo. Ecco... (dandogli una busta) queste sono le prime centomila lire. Le altre cento a fine operazione.

ANTONIO         (controllando il denaro) Benissimo. Allora io sono pronto... Se vogliamo fare questo piccolo funerale...

RAIMONDO      Sì, andiamo!

ANTONIO         (chiamando) Valeria! (Valeria si affaccia alla porta sul ballatoio) Valeria io esco un momento con Sua Eccellenza.

VALERIA           E dove vai?

RAIMONDO      Andiamo a prendere il bauletto di mio cugino per portargli qui un po' di biancheria e di vestiti.

ANTONIO       Torniamo fra poco. Andate pure a dormire.

(Antonio e Raimondo escono dal fondo)


Scena XI

(Valeria Fiorella poi Nicola)

VALERIA           Sì, andate a dormire! E’ una parola! C'è più gente qui che al Grand Hotel! (chiamando) Fiorella! ... Fiorella!

FIORELLA         Che volete mamma?

VALERIA           Ilsignor Nicola vorrà andare a dormire. E’ quasi mezzanotte. Prepara il letto...

FIORELLA         E’ già tutto pronto. Ho preso pure la coperta dal letto di zia Matilde, tanto a dormire in due il freddo si sente meno.

VALERIA           Per quello che vorrai dire in tre, perché anche io dormirò con voi. Il tuo caro fratello ha avuto la buona idea di abbandonare le danze proprio stasera.

FIORELLA         E dove è?

VALERIA           E’ su, nel letto matrimoniale insieme a Matusalemme. Fanno una bella coppia. Tutti e due! Sembrano imbalsamati...

FIORELLA         Allora, mamma, chiamo il signorino?

VALERIA           Ti spiace, eh? Tom Mix?

FIORELLA         Ma che dite, mamma!

(Fiorella esce da sinistra per ritornare subito seguita da Nicola. Valeria intanto finisce di mettere in ordine la stanzetta di Fiorella)

VALERIA           Ecco, signor Nicola, le abbiamo preparato il suo appartamento...

FIORELLA         Mi dispiace, signor Nicola, che debba dormire così.

NICOLA             Ci starò benissimo. Però sarà difficile che riesca a prendere sonno.

FIORELLA         Invece deve cercare proprio di dormire. Ha bisogno di riposare e non pensare più a niente.

NICOLA             Sì, dovrei, ma so che è impossibile. Le ore più terribili sono quelle della notte. lo ho paura a restare solo. Mi sembra di impazzire! Quella macchia di sangue sul petto di Alessio è come un incubo che non mi fa dormire.

VALERIA           Su, cerchi di non pensarci... vada a letto e vedrà che riuscirà a dormire. (chiude la tenda della stanzetta)

FIORELLA         Mamma, sapete che cosa faccio. Corro in farmacia e compro un sonnifero.

VALERIA           Aspetta un momento! Guardiamo se c'è qualcosa nel pacco del barone; tanto noi che ce ne facciamo! Per grazia di Dio, crepiamo di salute! (Valeria va alla credenza ed estrae il pacco dei medicinali portato dal barone, anche Fiorella le va vicino. Insieme esaminano le scatolette di medicinali)

VALERIA           (leggendo i nomi dei prodotti) Pomata alla penicillina, no, Vitamina B, niente... Aspirina, per l'amor di Dio, tanto suda poco!

FIORELLA         (leggendo) Agrili astringente antidiarroico...

VALERIA           Questo leviamolo di mezzo perché se lo trova tua zia Matilde lo butta subito dalla finestra.

FIORELLA         Ecco, mamma! (mostrando un tubetto) «Gardenal» contro l'insonnia e gli stati emotivi...

VALERIA           Benissimo! E’ quello che ci vuole!

FIORELLA         (c.s.) Da due a quattro compresse secondo prescrizione medica.

VALERIA           Diamogliene sei, almeno stiamo tranquille (dà a Fiorella un bicchiere d'acqua e le pillole) Tieni, portagliele.

FIORELLA         (con timidezza) Ma si sta spogliando!

VALERIA           Ci vado io! Se a diciotto anni avessi avuto paura di un uomo in mutande, sarei morta a quindici. (scostando la tenda) Permesso! (Valeria entra senza attendere risposta nella cameretta, dalla quale si odono le voci)

VALERIA           Tenga, signor Nicola, prenda queste e vedrà che bella dormita.

NICOLA             Grazie, signora. Sono così stanco!

VALERIA           (dopo un attimo di pausa) Ecco! Bravo! Buonanotte!

NICOLA             Buonanotte! (Valeria esce dalla tenda)

VALERIA           Ecco fatto. Vieni, andiamo a letto anche noi. Spegni la luce.

(Valeria esce. Fiorella va vicino alla tenda)

FIORELLA         Buonanotte, signor Nicola!

NICOLA             Buonanotte, Fiorella. Grazie!

(Fiorella va ad un vaso di fiori che prima ornava la sua stanzetta e si versa dell'acqua. Poi spegne la luce facendo rimanere la scena illuminata solo dal riverbero della luce esterna. Ritorna poi vicino alla tenda)

FIORELLA         (sottovoce) Di nuovo, buonanotte (non udendo risposta ripete un po' più forte) Buonanotte! (ma nessuno risponde e la ragazza silenziosamente esce da sinistra)


Scena XII

(Antonio Raimondo poi Valeria Nicola)

(Dopo alcuni istanti la porta di fondo si apre ed entra con circospezione Antonio che si accerta che tutti siano a dormire. Poi ritorna fuori e rientra con Raimondo trasportando insieme un baule molto pesante. I due cercano di muoversi in silenzio)

ANTONIO         (parlando sottovoce) Dove lo mettiamo? Nello sgabuzzino?

RAIMONDO      Sì!... Facciamo piano che non si svegli Nicola.

(I due trasportano il baule nello sgabuzzino del quale richiudono la porta. Raimondo si ferma davanti alla tenda della cameretta; guarda Nicola e poi apre la tenda anteriore)

ANTONIO         (accompagnandolo verso la porta d'ingresso) Buonanotte!

RAIMONDO      Allora alle cinque precise!

ANTONIO         State tranquillo. Sarò qui ad aspettarvi.

(Raimondo esce. Antonio richiude la porta poi va alla porta di sinistra)

ANTONIO         (affacciandosi alla camera) Valeria!... Valeria!

(Valeria entra in scena. E in vestaglia come all'inizio del I atto. La scena è solo illuminata dalla luce che proviene dalla porta della camera)

VALERIA           Che cosa vuoi?

ANTONIO         Fiorella sta dormendo?

VALERIA           Sì.

ANTONIO         E tuo marito?

VALERIA           Non torna. Non c'è posto. L'ho convinto a dormire in albergo...

ANTONIO         Beh! Allora io lascio la porta aperta...

VALERIA           Ma che cosa vuoi? Lasciami stare! Tu pensi sempre a quello!

ANTONIO         Ma come! Se non approfittiamo ora che siamo marito e moglie?

VALERIA           Ma vattene!

(Valeria spinge verso la porta Antonio. I due si baciano)

ANTONIO         Ti aspetto! (esce)

(Valeria rientra nella camera chiudendone la porta. La scena è al buio. L'orologio di un campanile batte dodici rintocchi lugubri. La porta dello sgabuzzino si apre lentamente da sola con un cigolio. Entra, dopo un istante, una figura d'uomo che muovendosi come un automa avanza verso il letto dove dorme Nicola. Fatti alcuni passi accende una lampada tascabile e la figura si illumina dal basso in alto. E’ Alessio, il morto, vestito con la classica giacchetta a righine sulla quale spicca, dalla parte del cuore, una grande macchia rossa di sangue. Alessio si avvicina ancora a Nicola fermandosi al bordo del letto)


Scena XIII

(Alessio Nicola)

ALESSIO           (come maledicendo) Assassino! Maledetto assassino! Guardami, sono Alessio. Tu mi hai ucciso! Ma io ti perseguiterò fino a quando non sarai sconvolto dalla pazzia! Guardami!

(Nicola dorme respirando rumorosamente senza udire le parole di Alessio, il quale dopo un istante di pausa, riprende a parlare)

ALESSIO           (con voce più alta avvicinandosi ancora di più a Nicola) Assassino! Maledetto assassino! Guardami, sono Alessio!

(Alessio vedendo che Nicola continua a dormire lo scuote leggermente con una mano. Nicola ha un movimento nel sonno come se si risvegliasse, Alessio allora riprende la posizione spettrale)

ALESSIO           Assassino! Tu diverrai pazzo! Pazzo! (Nicola che non si era risvegliato affatto comincia a russare decisamente)

ALESSIO           (con tono di chi risveglia una persona senza svegliare gli altri) Ehi!... Psst! ... Signorino! ... Ehi! C'è la colazione! ...

(Alessio scuote ancora più forte Nicola che ha un altro movimento più deciso)

ALESSIO           (balzando ancora indietro e riprendendo la posa spettrale) Assassino!... Sveglia! ... Assass...

(si ode improvvisamente il segnale di Salvatore battuto piano alla porta)


Scena XIV

(Salvatore Nicola Alessio Valeria)

(Alessio spegne subito la lampada che lo illuminava e si nasconde dietro le tende della stanzetta. Dopo che il segnale viene ripetuto una seconda volta, la porta d'ingresso si apre lentamente ed entra con molta circospezione Salvatore, che vedendo la stanza buia va ad accertarsi che Nicola sia addormentato e richiude la tenda. Quindi dopo esser salito nella sua camera, dato un'occhiata dentro, ridiscende e si affaccia alla porta di sinistra)

SALVATORE     (chiamando sottovoce) Valeria! ... Valeria!

(Mentre Salvatore sta chiamando la moglie, dalla tenda della stanzetta esce furtivamente Alessio che con rapidità rientra nello sgabuzzino)

VALERIA           (entrando, in camicia da notte come se si fosse alzata dal letto) Perché sei ritornato a quest'ora? Che cosa sei venuto a fare?

SALVATORE     Ssst! Parla piano (indica la stanzetta) C'è il giovanotto!

VALERIA           (sempre con voce normale) Sì, quello non si sveglia neanche con le cannonate! Gli abbiamo dato un sonnifero.

SALVATORE     (con tono di comando) Ah! Gli avete dato un sonnifero... (va ad accendere la luce. Con uno scatto d'ira fa il gesto di colpirla, poi trattenendosi) Inginocchiati!

VALERIA           (per niente impaurita) Ohè! Ma sei tornato per dirmi queste fesserie?

SALVATORE     No, sono tornato per farti una faccia così! (fa ilgesto)

VALERIA           A chi?

SALVATORE     A te!

VALERIA           Ah! senti?! Mi vuoi fare una faccia così? Ed io ti spacco questa bottiglia sulla testa! (Valeria brandisce subito la bottiglia che era a portata di mano e fa il gesto di tirargliela in testa)

SALVATORE     (cambiando tono) Calma!... Calma! ... Ragioniamo! Accomodati!

(Valeria si siede e posa la bottiglia sul tavolo)

SALVATORE     Stai comoda?

VALERIA           Allora?

SALVATORE     Mi consta che in questa casa si cerca di farmi becco! Chiariamo subito. Per fare becco un Salvatore Lamanna non basta una come te!

VALERIA           Giusto. Ci vuole anche un uomo! (Nuovo gesto di minaccia di Salvatore e nuovo gesto di Valeria di riprendere la bottiglia)

SALVATORE     Calma! La calma è dei forti... Vogliamo fare il punto della situazione?

VALERIA           Facciamo punto e basta perché voglio andare a dormire!

SALVATORE     Stai zitta ed ascolta: sono stati osservati certi sguardi amorosi tra te e quello pseudo sensuale che si chiama Antonio.

VALERIA           Chi ti ha detto questa sciocchezza?

SALVATORE     Questo non ti riguarda. Ti riguarda invece la reazione che questo fatto ha prodotto in me... un sentimento di malinconica quasi affettuosa commiserazione unita ad un profondo senso di schifo.

VALERIA           Ma che stai dicendo?

SALVATORE     Sì: malinconia e schifo. Perché una donna che ha avuto la soddisfazione spirituale e fisica di giacere con Salvatore Lamanna...

VALERIA           Più spirituale che fisica...

SALVATORE     D'accordo. Questa donna, dicevo, non può, anche semplicemente guardare un sottoprodotto umano come Antonio. Lascerebbe il caviale, e sta qui la malinconia, per prendere le lenticchie, e qui sta lo schifo.

VALERIA           Hai finito?

SALVATORE     Non ancora. Perciò stando così le cose mi rifiuto di credere che quegli sguardi languidi siano il preludio ad una più concreta attività erotica; perché in tal caso io vi faccio fare la fine di Ercolano e Pompei: vi seppellisco sotto una tale eruzione di sberle e cazzottoni da lasciarvi incoscienti per secula seculorum!

VALERIA           ... Amen! La predica è finita, buonanotte!

SALVATORE     La predica è finita ma il predicatore non lascia il pulpito. lo resto qua! lo voglio controllare. Dov'è Antonio?

VALERIA           E che vuoi che sappia! E’ tanto che se n'è andato.

SALVATORE     Non mi fido. Io dormo qua e con gli occhi aperti.

VALERIA           E dove vuoi dormire. Nello sgabuzzino?

SALVATORE     Sì, proprio nello sgabuzzino (va verso lo sgabuzzino e lo apre, vede il baule lasciato da Antonio) E questo baule di chi è?

VALERIA           Ah! Deve essere il baule che ha portato il signor Raimondo con la roba del signorino. Vedi non c'è posto; ti conviene andare a dormire fuori.

SALVATORE     Ah! Astuta la femmina! No, mia cara, io dormo proprio qua. Il baule lo mettiamo vicino al giovinetto e così ho tutto lo spazio per stendermi comodamente nel mio posto d'osservazione! Va! Va a prendermi un cuscino!

(Mentre Valeria va a prendere il cuscino Salvatore trascina con fatica il baule fuori dello sgabuzzino)

SALVATORE     (meravigliato del peso del baule) Gesù, quanto è pesante... Eh! Ma che porta come vestiti, le armature degli antenati?...

(Valeria intanto esce dalla camera superiore con il cuscino)

SALVATORE     Brava! Ce l'hai fatta da sola!... E nonno Simeone si è svegliato?

VALERIA           (posando il cuscino nello sgabuzzino) E che ne so? Sembra morto quand'è ritto, figuriamoci quando è a letto. Ecco. L'osservatorio è pronto! Signor generale se non avete altri ordini, torno in camerata!

SALVATORE     (fa il gesto di dargli uno schiaffo) Non sfottere, sai!

VALERIA           (corre a prendere la bottiglia e la solleva minacciandolo)

SALVATORE     Calma! Calma!


Scena XV

(Salvatore Antonio Nicola Alessio nel baule)

(Valeria esce dalla porta di sinistra. Salvatore entra nello sgabuzzino e ne chiude la porta dopo aver spento la luce. La scena rimane per qualche secondo vuota. L'orologio del campanile batte dei rintocchi in lontananza. Lentamente il coperchio del baule si alza. Quasi nello stesso momento la porta d'ingresso si apre. Il coperchio del baule si richiude con rapidità. Entra in scena Antonio, che, cautamente si dirige verso la camera di sinistra. Quando egli è al centro della stanza la porta dello sgabuzzino si apre ed esce Salvatore. E in camicia e mutandoni allacciati alle caviglie. Brandisce per l'estremità inferiore una stampella a mo' di bastone)

SALVATORE     Alto là! Chi va là?

ANTONIO         (fermandosi impaurito) Sono io, Don Salvatore, Antonio!

SALVATORE     (imbracciando la stampella come un fucile) Se ti muovi, sparo!

(Salvatore accende laluce, Antonio vedendo la stampella ha un movimento)

SALVATORE     Che cosa sei venuto a fare?

ANTONIO         Ma, io...

SALVATORE     Rispondi o sparo... (accorgendosi che la stampella con la luce è ben visibile, la prende come un bastone) o ti spacco la testa!

ANTONIO         No!... lo venivo qui, per... abbiamo portato il baule con il vestiario... e io...

SALVATORE     So tutto, carogna!

ANTONIO         E che sapete, Don Salvatore... non c'è niente da sapere...

SALVATORE     Tutto! Donna Ilona ha parlato e tu non puoi negare... il morto sta nella bara.

ANTONIO         Il morto? (sollevato, quasi allegro) Ah! li morto? Ma doveva essere un segreto, non lo doveva sapere nessuno.

SALVATORE     Ah! Allora è vero, farabutto!

ANTONIO         Certo che è vero, ma state calmo. lo ho sempre pensato di fare a mezzo con voi.

SALVATORE     Ah! E io prendo la tua metà.

ANTONIO         Sissignore. lo ho sempre pensato di lasciare per voi la parte che vi spetta.

SALVATORE     (stupefatto) La parte che mi spetta?! E quale parte?

ANTONIO         La vostra metà!

SALVATORE     Cosa?! E io mi prendo la mia metà dopo che tu hai fatto i tuoi comodi! (alza la stampella)

ANTONIO         Ma Don Salvatore, ad affare fatto! Io vi do centomila lire!

SALVATORE     (rimanendo con la stampella in alto, esterrefatto) Che?! Centomila lire (sedendosi sul  baule) Tu, a me!

ANTONIO         Sì. Naturalmente a imbarco avvenuto.

SALVATORE     Ah! La imbarcano?

ANTONIO         Eh!

SALVATORE     Ma allora tu fai la tratta delle bianche?

ANTONIO         Che tratta! Quando sono al largo (facendo il gesto di un tuffo) Pluff! In fondo al mare!

SALVATORE    Valeria?

ANTONIO       (guardandosi dietro) Dov'è?

SALVATORE    Chi?

ANTONIO       Vostra moglie. L'avete detto voi!

SALVATORE     Dicevo, mia moglie... puff! ...

ANTONIO         Ah! sta facendo il bagno, a quest'ora?

SALVATORE     (alzandosi arrabbiatissimo) Non mi prendere in giro, sai! (ritorna seduto sul baule)

ANTONIO         Ma chi vi prende in giro! Don Salvatore, vi giuro, ci sono centomila lire per voi!

SALVATORE     Per far sparire Valeria.

ANTONIO         Che c'entra Valeria?! Per far sparire la salma di Alessio.

SALVATORE     (interdetto) La salma di Alessio? E dov'è?

ANTONIO         Con rispetto parlando, sotto il sedere vostro!... Nel baule!

SALVATORE     (balzando in piedi come una molla) Eh! Qui c'è un cadavere?... Morto?

ANTONIO         E che volete che abbia l'influenza!

SALVATORE     Non fare il cretino! Il cadavere è qui dentro?

ANTONIO         Sì. Perché Donna Ilona non vi ha detto che era dentro il baule?

SALVATORE     Ah, sì, sì!... Certo... La salma d'Alessio... E perché è stato portato qui, in casa mia?

ANTONIO         Perché alle cinque domattina il signor Raimondo torna a prendere il morto e dà 100.000 lire ai vivi...

SALVATORE     Ah! ... 100.000 lire ai vivi?...

ANTONIO         Cinquanta a voi e cinquanta a me.

SALVATORE     Un momento: vorrai dire venti a te e ottanta a me. Il cadavere è mio, è in casa mia.

ANTONIO         Ma ce l'ho portato io!

SALVATORE     Abusivamente. (arrabbiandosi) Vigliacco, sfruttatore! Hai abusato della tua falsa posizione di capo di casa per fare un indegno commercio di cadavere. Vattene, avvoltoio! Il cadavere è mio!

ANTONIO         Come volete!... Il cadavere è vostro! Lo consegnate voi a don Raimondo. E come spiegate di trovarvi in questa casa alle cinque del mattino? (avviandosi alla porta) Buonanotte!

SALVATORE     (Trattenendolo) Vieni qua, delinquente! Settanta a me... e trenta a te, compresa la consegna... Va bene?...

ANTONIO         E va bene... siete voi il padrone!... Torno alle cinque.

SALVATORE     Alle cinque.

ANTONIO         Buonanotte, collega sciacallo! (Salvatore ha una reazione e Antonio esce dalla porta velocemente)

SALVATORE     Quanto mi è antipatico!

(Salvatore va verso la luce, la spegne, quindi ritorna verso lo sgabuzzino, inciampa nel baule e ha un gesto di rabbia per il dolore. Ma il gesto si muta subito in un segno di croce non appena si rende conto che dentro c'è un morto. Anzi prende la stampella e come se fosse una croce la bacia e la mette sul baule. Quindi rientra nello sgabuzzino. Il campanile batte altri colpi.


Scena XVI

(Nicola Alessio Matilde Salvatore )

Il baule si apre lentamente. Esce, di spalle, Alessio che va allo sgabuzzino di Salvatore e ne chiude il paletto. Quindi, accesa la lampada che gli illumina il volto, va verso Nicola e comincia di nuovo la scena dell'incubo)

ALESSIO           (dopo aver scosso Nicola che dorme) Assassino! Maledetto assassino! Guardami! Tu mi hai ucciso.

(La porta di fondo si apre ed entra Matilde, di ritorno dal teatro. Alessio al rumore spegne la lampada e rapidamente si nasconde dietro la tenda. Matilde entra in casa. Dal dietro la tenda perviene un rumore di qualcosa che cade in terra)

MATILDE          (sottovoce) Valeria! Ehi! Valeria, sei tu?... Fiorella! Fiorella! ... Chi c'è? (accende la luce. Va verso la tenda. Forte) Chi c'è? (apre la tenda e vede Nicola che dorme) Dorme. Eppure ho sentito un rumore! (affacciandosi dentro il separè) Ehi! Chi c’è? (guarda un po' per la stanza, mentre Alessio, silenziosamente si sposta senza farsi vedere da Matilde) C'è qualcuno? (si odono dei colpi battuti alla porta dello sgabuzzino. Matilde sobbalza) Perbacco! Chi c'è?

SALVATORE     (dall'interno dello sgabuzzino) Aprite! Apritemi! Chi è stato a chiudermi dentro?

MATILDE          Questo è Salvatore! (Matilde toglie il paletto ed apre laporta dello sgabuzzino dal quale appare Salvatore)

MATILDE          (stupita) Salvatore!

SALVATORE     Chi è stato a mettere il paletto? Sei stata tu?

MATILDE          lo? lo sono arrivata ora. Anzi, ho sentito un rumore misterioso da quella parte (indica il separè)

SALVATORE     Allora c'è qualcuno?

MATILDE          No. Ho guardato io.

SALVATORE     Eppure qualcuno mi ha chiuso dentro.

MATILDE          Mamma mia santissima! Mi sembra di essere al primo atto dell'Amleto! Qui ci sono i fantasmi!

SALVATORE     Qui ci sono i fetenti! Altro che Amleto! La tragedia ora la faccio io! Mi ha fatto un sequestro di persona, a me, a Salvatore Lamanna e per di più in casa mia! Mascalzone, farabutto!

MATILDE          Ma con chi ce l'hai?

SALVATORE     Con quel porco di Antonio! E’ stato lui! (come preso da un'idea improvvisa) Un momento! Dov'è Valeria?

MATILDE          E che c'entra Valeria?

SALVATORE     Lo so io! (va verso laporta di sinistra, guarda dentro, richiude) Strano! Molto strano! Quella sta dormendo!

MATILDE          Come? Valeria dorme in camera mia? E io dove dormo? Nello sgabuzzino?

SALVATORE     No. Nello sgabuzzino ci dormo io!

MATILDE          Ah! E io passo la notte insonne; seduta qua? (si siede sul baule)

SALVATORE     (scattando) Non ti sedere! Siediti dove vuoi, ma non sopra il baule!

MATILDE          Perché? C'è roba fragile, dentro?

SALVATORE     No... c'è la biancheria di Nicola...Non lo toccare!

MATILDE          Ma perché, cos'ha? (lo solleva da una parte, con estrema facilità)

SALVATORE     Uhè! Che hai fatto?

MATILDE          L'ho alzato!

SALVATORE     Uh?! Alzalo ancora! (Matilde esegue c.s.)

SALVATORE     Uhè!! Non è pesante?!

MATILDE          No. Sembra vuoto!

SALVATORE     Vuoto? Non è possibile! lo ho sudato sette camicie per...

MATILDE          (alzando il coperchio del baule) E’ vuoto!

SALVATORE    Uhè! Perdio! M'hanno fregato il morto!

MATILDE        Che t'hanno fregato?

SALVATORE    Ilmorto! Mascalzone, ora capisco! E’ venuto e m'ha fregato il morto!

MATILDE          Ma che morto?

SALVATORE     Ilmorto! M'ha fregato settantamila lire.

MATILDE        Ma che morto?

SALVATORE     Un morto da settantamila lire!

(Salvatore spinge Matilde, stupita, verso la porta di sinistra facendola uscire, quindi va alla porta di fondo, la apre, esce sul ballatoio, dà un violento strattone al campanello della porta di Antonio, quindi rientra in casa)


Scena XVII

(Alessio Nicola Antonio Salvatore e poi Roberto)

SALVATORE     Ora ci facciamo quattro belle risate!

ANTONIO         (apparendo sulla porta. E’ insonnolito e sta mettendosi a posto i pantaloni) Che c'è?

SALVATORE     Vieni qua.

ANTONIO         Che è successo, Don Salvatore?

SALVATORE     Fuori il morto!

ANTONIO       Che?

SALVATORE     Ho detto fuori il morto! Dove hai messo la salma?

ANTONIO         Nel baule, Don Salvatore. Ve l'ho detto.

SALVATORE    Ah, senti! Nel baule! Guarda un po'!

ANTONIO       E’ chiuso.

SALVATORE    Ah, è chiuso?! Invece, guarda la combinazione, è aperto! (spalanca il baule)

ANTONIO         (guardando nel baule) Gesù! La salma è sparita.

SALVATORE    E’ sparita la salma! Vogliamo farla apparire?

ANTONIO         Ecco, facciamola apparire!

SALVATORE    (fa i gesti di un prestigiatore che fa un gioco di prestigio, poi improvvisamente corre, si slancia verso Antonio) Vigliacco e disonesto! Ti sei introdotto in casa mia, mi hai chiuso dentro e ti sei nascosto il cadavere per fregarti tutte le 100.000 lire!

ANTONIO         Don Salvatore, voi bleffate! Siete voi che vi volete fregare tutte le 100.000 lire.

SALVATORE     (minaccioso, mentre cerca di prendere Antonio che gli sfugge ruotando intorno al baule) lo? Delinquente. Dov'è l'estinto?

ANTONIO         lo lo domando a voi. Dov'è l'estinto? (al ballatoio superiore appare Roberto. E’ in pigiama)

ROBERTO       (spaventato) Papà! Papà! C'è un morto!

SALVATORE     Dove?

ROBERTO       In camera!

ANTONIO         Ah! Fin lassù l'avevano portato!

SALVATORE     (salendo le scale seguito da Antonio) lo, l'ho portato? Roberto non lo perdere d'occhio, quel morto, è nostro!

(Antonio e Salvatore spariscono dentro la camera mentre Roberto rimane appoggiato al ballatoio mezzo addormentato. Alessio aquesto punto, approfittando che la stanza è vuota rientra rapidamente dentro il baule)


Scena XVIII

(NicolaAlessio nel baule Antonio Salvatore Roberto poi Matilde Valeria Fiorella)

SALVATORE     (ritornando sul ballatoio rivolto aRoberto) Mi vuoi dire dove e' questo morto?

ROBERTO         Sul letto, papà!

SALVATORE     (tirando uno schiaffo a Roberto) Imbecille! Quello è nonno Simeone!

ANTONIO         (apparso anche lui sul ballatoio) Non è morto, è paralitico!

(Salvatore è intanto disceso seguito da Antonio)

ROBERTO         (toccandosi laguancia colpita, piagnucola) E che ne sapevo io di avere un nonno paralitico!

SALVATORE     Ora basta! Volete vedere che il morto ve lo faccio saltare fuori io? Aspettate un poco! (Salvatore esce dalla porta di fondo ed entra in casa di Antonio)

ANTONIO         E’ inutile, il morto è in questa casa. So io dove l'avete nascosto!

(Antonio entra nello sgabuzzino)

ROBERTO         (che intanto è sceso, apre la porta della stanza di sinistra) Valeria!... Zia Matilde! ... Voglio dormire! Voglio dormire!... Dove dormo io?

(Dalla stanza di sinistra esce Matilde. E’ quasi pronta per andare a letto con i bigodini in testa)

MATILDE          Ah! Sei tornato anche tu? Ora siamo proprio al completo! Che vuoi?

ROBERTO         Voglio un letto per dormire.

MATILDE          Ed io pure!

(Sempre dalla stanza di sinistra esce insonnolita Valeria)

VALERIA           Ma insomma, cosa succede?

ROBERTO         lo accanto al nonno paralitico non ci voglio stare! Mi fa impressione!

VALERIA           Prenditela con tuo padre. E’ lui che ce l'ha messo!

FIORELLA         (uscendo anche lei da sinistra) Mamma! E’ successo qualcosa al signor Nicola?

VALERIA           Quello è l'unico che dorme tranquillo!

ANTONIO         (uscendo dallo sgabuzzino, fa un gesto di disappunto) Qui non c'è.

MATILDE          Ah! C'èanche lui?

SALVATORE     (rientrando velocemente dalla porta d'ingresso, ad Antonio aggressivamente) E allora?

ANTONIO         E allora voi?

SALVATORE     Non ho finito!

ANTONIO         Nemmeno io!

(Antonio entra nella stanza di sinistra e Salvatore, sempre cercando, si avvia verso il separè)

ROBERTO         Papà io voglio dormire!

(Roberto, mezzo addormentato, senza prendere parte alle scene seguenti, vagherà per un po' nella stanza, per poi appisolarsi vicino al separè)

VALERIA           Ma insomma si può sapere che cosa state cercando?

SALVATORE     Ilmorto.

DONNE             (allibite) Che cosa?

SALVATORE     Il morto! Il morto! Voi, per caso, non avete visto nessun cadavere?

VALERIA           Gesù, Gesù... Sono impazziti!

FIORELLA         Ma papà, che cosa dici?

SALVATORE     C'era il morto nel baule. Ed ora non c'è più.

VALERIA           Come? Nel baule c'era un morto? E chi è questo morto?

ANTONIO         E’ Alessio. Il morto del signor Nicola!

MATILDE          (avvicinandosi al baule) Ma allora è vero! Mamma mia, qui dentro c'era un mor... (Mentre parla Matilde apre il coperchio del baule, vi guarda dentro e rimane impietrita dallo spavento, lascia andare il coperchio e viene presa da un forte tremore. Cerca di dire agli altri che il cadavere è nel baule, ma la voce non le esce e muove la bocca senza fare uscire alcun suono)

SALVATORE     (prendendo Antonio per il petto) Ascoltami bene, parassita, in questa casa non è mai sparito nemmeno uno spillo, figuriamoci un morto...

FIORELLA         Papà, papà, la zia si sente male!

SALVATORE     (senza dare ascolto)... Perciò ti avverto per l'ultima volta...

ANTONIO         (a Salvatore) Don Salvatore, vostra sorella sta per svenire!

SALVATORE     (voltandosi verso Matilde e avvicinandosi al baule) Ehi! Che cosa ti succede?

MATILDE          (sempre boccheggiando fa dei gesti. Anche Antonio si è avvicinato al baule)

FIORELLA         Fatela sedere!

(Tutti cercano di farla sedere sul baule ma Matilde si ribella al tentativo e indica con gesti di terrore il baule)

SALVATORE     Il baule?

(Salvatore alza il coperchio del baule e, insieme ad Antonio vi guarda dentro. Ambedue hanno un balzo e, senza dire una parola lo richiudono velocemente e vi si siedono sopra. Matilde lancia un grido e sviene nelle braccia di Valeria e di Fiorella)

ROBERTO         (da dietro la tenda del separè) Papà! Papà, qui c'è un morto!

Cala la tela

ATTO TERZO

La solita scena degli atti precedenti. All'aprirsi del sipario sono in scena Ilona, Valeria e il Barone Chioccia che stanno entrando dalla porta di sinistra

Scena I

(Barone Valeria Ilona)

BARONE           Cara Ilona, eppure lo sai come dice il proverbio «Le disgrazie sono come le ciliegie, una tira l'altra».

VALERIA        Ma, signor Barone, non è niente di grave! Deve solo rimanere immobile per qualche settimana.

ILONA               (sedendosi) Sì, ma il destino sembra proprio accanirsi contro il mio povero Nicola. E’ così sensibile e non vorrei che questo nuovo incidente lo facesse ricadere nelle sue crisi di sconforto.

BARONE           No! Ora il Commendatore porterà qui il dottore, che sono certo, farà scomparire ogni tua preoccupazione. Però questo Commendatore ha mostrato un così vivo interesse! Ogni qual volta sono venuto qui, ce l'ho sempre trovato!

VALERIA           Sì... E’ un signore tanto buono...

ILONA               A proposito: vostro marito dov'è?

VALERIA           (imbarazzata) Ah!... Mio marito?... è... è partito. Gli hanno trovato un lavoro fuori città.

ILONA               Immagino gliel'abbia trovato il commendatore?

VALERIA           (c.s.) Sì... no... cioè, non lo so.


Scena II

(Nicola Fiorella Barone Valeria Ilona)

 (Dalla porta di sinistra entra Nicola. E’ seduto sulla poltrona a rotelle di nonno Simeone. Ha tutta la gamba ingessata e tenuta sollevata da un sistema di contrappesi. Fiorella spinge la carrozzella)

NICOLA             Hai visto mamma, com'è brava Fiorella! E’ riuscita a farmi la barba benissimo!

BARONE           Più bravo tu che hai avuto il coraggio di fartela fare!

FIORELLA         Infatti, devo esser sincera, mi tremava la mano.

ILONA               Se non posso trasportarti a casa, bisognerà che ti mandi un'infermiera.

NICOLA             Per che fare, mamma? Fiorella è la migliore infermiera del mondo!

ILONA               Insomma, mi sembra che tu non senta nessun desiderio di tornare a casa!

NICOLA             Non è vero, mamma; se non mi fossi fatto male...

ILONA               Sì, però, la cosa non ti preoccupa molto. Invece sai bene che Raimondo ti aspettava oggi ed aveva tutto predisposto per accompagnarti in campagna...

NICOLA             Raimondo aspetterà...

ILONA               Ma ne sarà molto contrariato.

NICOLA             Pazienza, mamma.

(Si ode bussare alla porta)

VALERIA           Questo è il dottore!

FIORELLA         Io, allora vado di là. (esce da sinistra)

VALERIA           Avanti.

 

Scena III

(Salvatore Velluto Nicola Barone Valeria Ilona)

 (Tutti assumono un atteggiamento di circostanza. La porta si apre e si vedono Salvatore e Velluto. Quest'ultimo è vestito distintamente da professionista con occhiali, borsa e cappello. Si vede però che gli abiti non sono suoi, tanto che mostra un certo impaccio nei suoi atteggiamenti e che gli occhiali gli impediscono di vedere bene, ed è costretto a toglierli varie volte)

SALVATORE     (cedendo il passo a Velluto) Prego, professore, si accomodi.

TUTTI               Buongiorno!

VELLUTO        (entrando, parla con calcata forbitezza) Buongiorno!

SALVATORE     Donna Ilona le presento il Professor Gorresio il noto luminare, che sono certo la tranquillizzerà da ogni sua apprensione.

VELLUTO          (salutando il barone) Molto lieto!

SALVATORE     No... Donna Ilona è qui...

VELLUTO          Ah! Scusate... Distratto! (bacia la mano a Ilona) Imiei rispetti!

ILONA               Professore, mi spiace di averla disturbata.

VELLUTO          Per carità, è il nostro mestiere. Noi ci disturbiamo dalla mattina alla sera.

SALVATORE     Purtroppo il professore è molto occupato sa, la clinica, le visite, il gabinetto...

ILONA               Immagino, ma io non le ruberò molto tempo. Desidero solo sapere le reali condizioni di mio figlio.

VELLUTO          Gentile signora, io sono qua... è vero commendatore?

SALVATORE     Appunto professore. Il mio assistente che ha provveduto all'ingessatura dell'arto, le ha mostrato il referto?

VELLUTO          Eh! Certamente.

ILONA               E che cosa ha diagnosticato?

VELLUTO          Come?

SALVATORE     Le mostri la cartella, professore, è meglio!

VELLUTO          Ah, subito. (facendo vedere a Ilona la cartella di cuoio che porta sotto il braccio) Vede, signora?

SALVATORE     La cartella clinica! Quel foglietto che ha messo in tasca!

VELLUTO          Ah, giusto! (estraendo un foglietto) Dunque... (si toglie gli occhiali e legge) Distorsione obliqua del... dei femòre...

BARONE           Come ha detto?

SALVATORE     Del fémore! ... Sa fémore, femore, micròbo, microbo... termini clinici, no? Vada avanti, professore, vada avanti!

VELLUTO          Distorsione obliqua del fémore e... (s'interrompe perplesso, battendo il piede in terra)

ILONA               (allarmata) Professore, è grave?

VELLUTO          No, grave no, è scritto male... frittura...

SALVATORE     (correggendo) Frattura!

VELLUTO          Sì, sì, d'accordo... Ma qui c'è scritto proprio frittura...

SALVATORE     (seguitando a leggere) Frattura longitudinale del perone.

VELLUTO          Ah! Del perone!... Perone!

ILONA               Cosa ne pensa professore?

VELLUTO          Mah! ... Non sembrerebbe niente di grave... Ma ora vediamo! (si avvicina a Nicola e gli prende il polso in mano) Allora, giovanotto, raccontami come siete caduto.

NICOLA             Professore, non lo ricordo proprio.

VELLUTO          Come?

NICOLA             Vede, professore, il Commendatore ieri ha portato dei sandwich e due bottiglie di liquore... e allora...

SALVATORE     (ridendo)... e allora, sa professore, un bicchierino tira l'altro e il nostro Nicola, che non è un bevitore, diciamo pure si è...

VELLUTO          Sbronzato?

NICOLA             Sì, proprio così: sbronzato, professore! Poi mi è venuto un gran sonno e quando mi sono svegliato avevo la gamba ingessata. Non mi sono accorto di niente.

SALVATORE     (sempre scherzoso) Appunto. Era già fuori senno quando è sdrucciolato dalle scale cadendo in malo modo. E’ vero, signora Valeria?

VALERIA           Proprio così! Abbiamo preso uno spavento!

NICOLA             Però non ricordo di aver sentito male.

VELLUTO          L'alcool... l'alcool è un... anestetico!

SALVATORE     Eh! Ben detto! Cosicché abbiamo chiamato il vostro assistente che l'ha visitato ed ha provveduto all'ingessatura.

VELLUTO          Ho compreso!... Niente di grave! Diamo un'occhiata, così per tranquillità... e poi ce ne andiamo. (si avvicina a Nicola e con gesti professionali copie una sommaria visita) Dunque... il polso è regolare... la lingua... sana... l'occhio è vivo... Condizioni generali soddisfacenti. Vediamo un po' questa ingessatura... Fatta a regola d'arte. (Torcendogli un po' il piede) Sente male?

NICOLA             No. Niente.

VELLUTO          Benissimo! (ad Ilona) Signora, lei può dormire tra due guanciali. Tra quaranta giorni suo figlio potrà fare dei salti come un canguro.

ILONA               Grazie, professore, di avermi rassicurata. Allora posso senz'altro farlo trasportare a casa?

VELLUTO          (subito) Ah, no, questo no! Sarebbe pericolosissimo! La frattura del perone e dei... femore... obliquo... con il movimento può degenerare... e allora addio prognosi... Pericolosissimo!

SALVATORE    Ho piacere che la scienza le confermi quello che io stesso le avevo detto.

VELLUTO        Be', io devo scappare. Mi aspettano in...

SALVATORE    In clinica.

VELLUTO        In clinica, appunto. (porgendo la mano al barone) Barone carissimo...

BARONE           (ritirando la mano) Ma non vuol lavarsi le mani?

VELLUTO          Perché? Me le sono lavate stamattina!

ILONA               Professore, se vuol dirmi il suo onorario...

VELLUTO          E’ tardi, è tardi (guardando l'orologio) Cinque alle sei.

ILONA               No, dicevo, il suo onorario.

SALVATORE     Ilcompenso, professore, quanto deve avere per la visita...

VELLUTO          Ah, il compenso... (pensandoci) Facciamo... trecento lire.

ILONA               Come?

SALVATORE    ...trecento lire di taxi, più naturalmente la visita, credo cinquemila, vero?

VELLUTO          Cinquemila! Ah! Appunto, cinquemila.

ILONA               (pagandolo) Ecco, professore. E molte grazie!

VELLUTO          Che grazie! Grazie a lei! E quando ha bisogno... qualunque cosa. Non solo gambe, ma anche braccia, piedi, tutto!

SALVATORE     (indicando l'uscita) Professore, prego, da questa parte.

VELLUTO          (un po' trascinato da Salvatore) Signori, buonasera!

TUTTI               Professore! Buonasera!

(Velluto accompagnato da Salvatore esce)


Scena IV

(Salvatore Nicola Barone Valeria Ilona e poi Matilde)

SALVATORE     Siete più tranquilla adesso, signora?

ILONA               Certamente. Tuttavia quaranta giorni lontano da casa sono molti.

(Dalla porta d'ingresso entra Matilde. Si mostra un po' imbarazzata di trovare tanta gente)

MATILDE          Buonasera, buonasera a tutti.

SALVATORE     Buonasera, buona donna.

ILONA               Buonasera, signora (al barone) Barone, vogliamo andare?

BARONE           Come credi, cara.

ILONA               Ciao Nicola. Bisogna che vada a casa perché Raimondo mi aspetta e non sa niente del tuo increscioso incidente.

NICOLA             Ciao, mamma!

ILONA               Ci vediamo domani. (porgendo la mano a Salvatore) Lei, immagino, si tratterrà ancora un po'?

SALVATORE     Appunto. Voglio parlare con la signora Valeria per quella riduzione...

ILONA               Me lo immaginavo. In ogni modo lei è sempre molto gentile... Non so come ringraziarla... Di nuovo, buonasera.

(Ilona e il Barone Chioccia dopo aver salutato gli altri, accompagnati da Valeria alla porta, escono. Appena usciti Matilde si avvicina a Salvatore come per dirgli cose urgenti)


Scena V

(Salvatore Nicola Valeria Matilde e poi Marcello e Fiorella)

NICOLA             Commendatore.

SALVATORE     (a Matilde un po' sottovoce) Un momento. (a Nicola) Ditemi, Nicola.

NICOLA             Commendatore, a voi posso dirlo: sono contento che anche il professore mi abbia giudicato intrasportabile perché io sto tanto volentieri qui.

SALVATORE     Ah! Bravo Nicola! Confidenza per confidenza: me ne ero accorto! (Bussano alla porta d'ingresso)

VALERIA           E ora chi c'è? (va ad aprire)

MARCELLO       (consegnando una scatola di fiori) Per la signorina Fiorella Lamanna.

VALERIA           (prendendo la scatola) Grazie. Buonasera. (richiude la porta d'ingresso e va verso la porta di sinistra) Fiorella, ci sono questi fiori per te.

FIORELLA         (entra e prendendo la scatola) Per me?!

NICOLA             (imbarazzato) Sono stato io! Ma pensavo che arrivassero quando ero già tornato a casa. Li ho fatti ordinare ieri dalla mamma.

FIORELLA         Sono meravigliosi! ... Grazie, signor Nicola. E’ la prima volta che qualcuno mi manda dei fiori.

(Fiorella, aiutata da Valeria disfa la scatola e tolti i fiori si adopera per metterli in unvaso. Matilde intanto si è di nuovo avvicinata a Salvatore col quale si apparta lontano dagli altri)

SALVATORE     (un po' misterioso) Allora?

MATILDE          Alle tre l'abbiamo visto uscire.

SALVATORE     E chi l'ha seguito?

MATILDE          Marcello.

SALVATORE     Si è accorto di niente?

MATILDE          Non credo. Però c'è un guaio. La casa ha doppia uscita.

SALVATORE     Ci metteremo Velluto.

(Si ode un fischio caratteristico dalla finestra)

MATILDE          Ecco, questo è Roberto.

SALVATORE     Allora è tutto pronto?

MATILDE          Aspettano solo te.

SALVATORE     Bene. lo vado. (cambiando tono) D'accordo signora Matilde, vedremo di fare qualcosa per voi. Voi volete passare da quelli della Sala a quelli del palcoscenico... ne parlerò al sottosegretario dello spettacolo, eh? (rivolto agli altri) Caro Nicola, io debbo andare. Mi aspettano al Circolo per una riunione.

NICOLA             Commendatore laringrazio ancora di tutto quello che ha fatto per me.

SALVATORE     Per carità! Ho fatto della mia vita un sacerdozio tutto dedicato ad opere di bene. li beneficare è la mia gioia, perciò non mi ringraziate... (si ode ancora il fischio caratteristico) Beh! Il Consiglio mi sta fischiando... (correggendosi) Mi sta aspettando! Ci vediamo!

VALERIA           (porgendo il cappello e il bastone a Salvatore un po' sottovoce) Quello fa lo sciopero della fame.

SALVATORE     Ah! Non vuol mangiare? Meglio, risparmiamo! Buonasera!

TUTTI               Buonasera, commendatore.

(Salvatore esce con sussiego, Valeria va alla dispensa dalla quale estrae alcuni cibi già pronti)


Scena VI

(Nicola Valeria Matilde Fiorella)

NICOLA             IlCommendatore è veramente simpatico. Non sembra nemmeno un personaggio dei nostri tempi.

VALERIA           Eh! Proprio! Se era nato un secolo fa era meglio per tutti.

NICOLA          Credo anch'io che sarebbe stato molto più apprezzato nel secolo dei romanticismo.

VALERIA           Appunto.

MATILDE          Anch'io, sa, signor Nicola, avrei vissuto volentieri in un secolo più romantico perché sono una sognatrice.

FIORELLA         Lo siamo un po' tutti, zia!

MATILDE          Due mesi fa abbiamo rappresentato Romanticismo del povero Rovetta per quindici repliche. Lei non ci crederà, tutte le sere le lacrime agli occhi.

NICOLA             Per la situazione drammatica?

MATILDE          Non l'ho ancora capito bene, se era per la situazione o perché in quel periodo adoperavo la creolina.

VALERIA           Matilde, scusa! (porgendole un piatto con dei cibi) Vuoi provare a convincerlo?

MATILDE          Io provo, ma se non ci sei riuscita te, figurati io!

(Matilde prende le cibarie e entra nello sgabuzzino che apre togliendo il paletto)

FIORELLA         Mamma ti dispiace se suoniamo un disco?

VALERIA           No, no, fate pure tanto devo andare su a rifare la stanza. (sale nella camera superiore)


Scena VII

(Nicola Fiorella)

(Fiorella va al grammofono e fa partire la canzone)

FIORELLA         (graziosa) Permetti, questo ballo?

NICOLA             (sorridendo le prende le mani e l'attira a sé) Cara!

FIORELLA         (sfuggendogli, allegra) Ma, Nicola! Stai attento. Potrebbero vederci!

NICOLA             (anch’egli sorridendo) Ti approfitti perché non posso muovermi.

FIORELLA         (andando alle spalle di Nicola e carezzandolo sulla testa, gli parla con molta dolcezza) Ora sei mio prigioniero, vero?

NICOLA             Per quaranta giorni soltanto! Però se tra quaranta giorni le cose non si sono messe in modo da poter stare insieme, prendo un'altra sbronza e mi rompo l'altra gamba. Poi ho le braccia, la testa...

FIORELLA         (ridendo) Amore mio... (Fiorella comincia a baciare i capelli e la guancia di Nicola. Poi attratta da lui, lo bacia lungamente sulla bocca)

NICOLA             Ti voglio tanto bene!

FIORELLA         (sedendo in terra al fianco di Nicola) Nicola, senti, debbo dirti una cosa.

NICOLA             Eh, che tono serio!

FIORELLA         Ma è una cosa seria! Ascoltami. quello che tu credi mio padre non è mio padre.

NICOLA             Come, tuo padre non è il signor Salvatore?

FIORELLA         Quello che tu credi il commendatore. Hai capito?

NICOLA             Assolutamente niente!

FIORELLA         Meglio cominciare dal principio.

NICOLA             Sarà meglio!

FIORELLA         Ecco... Mio padre fa... fa una strana professione. Fa l'invitato.

NICOLA             Che fa?

FIORELLA         Non m'interrompere altrimenti perdo il filo. Dunque: fa la professione d'invitato e fingendosi commendatore ha fondato un comitato di beneficenza per far la beneficenza a se stesso, cioè a questa famiglia. Quando quella mattina arrivasti tu, mio padre era qui come membro del comitato.

NICOLA             E allora?

FIORELLA         E allora la tua presenza in questa casa l'ha costretto a rimanere sempre il commendatore che tu conosci!

NICOLA             (scoppiando a ridere) Ah! Bellissima! Perciò è sempre qui, per casa! Bellissima! (ride ancora)

FIORELLA         Perché ridi, non sei arrabbiato?

NICOLA             Arrabbiato! Tutt'altro! Tuo padre mi era simpatico, ma ora mi è simpaticissimo! E’ un grande attore!

FIORELLA         No, è solo un uomo tanto caro che fa qualche onesto imbroglio per mantenerci.

(Si ode bussare imperiosamente alla porta. I due si ricompongono)

FIORELLA         Avanti!


Scena VIII

(Raimondo Nicola Fiorella e poi Matilde)

(La porta si apre ed entra con decisione Raimondo)

FIORELLA         Buonasera, signor Raimondo.

RAIMONDO      (senza rispondere) Mi vuoi spiegare cosa è questa faccenda della gamba?

NICOLA             Fiorella ti ha salutato.

RAIMONDO      (seccato) Buonasera. (a Nicola) Lo sai che oggi dovevamo partire per la villa?

NICOLA             E invece non possiamo partire perché mi sono rotto la gamba. E’ molto semplice.

RAIMONDO      Non è molto semplice! lo non desidero che tu rimanga ancora in questa casa, perché ogni giorno diviene più pericoloso.

NICOLA             Se, mamma, ha detto che ormai hai sistemato tutto?

RAIMONDO      Lascia stare cosa dicemamma. La verità è che quell'idiota dei commendatore con i suoi continui andirivieni ha richiamato l'attenzione su questa catapecchia, dove non potresti scusare la tua presenza.

NICOLA             Io non so che dirti: il professore ha dichiarato che è pericoloso trasportarmi.

RAIMONDO      E’ molto più pericoloso restare qui.

NICOLA             Raimondo caro, sono certo che con il tuo acume troverai un'altra via di uscita.

RAIMONDO      Ed io ti dico che l'unica via diuscita è quella porta! Sii perciò ragionevole e lascia che ti portiamo a casa.

(Intanto dallo sgabuzzino è uscita Matilde. Essa ascolta le ultime parole della discussione)

MATILDE          Scusi, Don Raimondo, se mi intrometto, ma il signor Nicola non può muoversi.

RAIMONDO      Buona donna, nessuno ha chiesto il vostro parere!

NICOLA             La signora Matilde ha ragione, non posso; devo restare qui.

RAIMONDO      Tu invece farai quello che voglio io. Sono il tuo tutore e mi assumo tutte le responsabilità.

NICOLA             Ti ricordo che tra un mese sono maggiorenne.

RAIMONDO      Rimarrai sempre il solito sciocco irresponsabile. Non ti rendi conto che hai ucciso un uomo?

FIORELLA         (un po' spaurita) Maè stata una disgrazia!

MATILDE          Solo una disgrazia. Anche se lo trovano non lo potranno arrestare.

RAIMONDO      Per Dio, vi ho detto di stare zitta! chiaro che lo volete trattenere qui per sfruttare questa disgrazia e portarci via più denaro possibile. Nicola viene via con me! Voi siete solo degli avvoltoi!


Scena IX

(Salvatore Matilde Raimondo Nicola Fiorella)

(Su questa battuta la porta d'ingresso si è aperta silenziosamente e sulla soglia è apparso Salvatore)

MATILDE          (improvvisamente irata, alzando molto la voce) Eh! Avvoltoi a chi! Come vi permettete di offendere delle persone che hanno cercato di aiutare la vostra famiglia! Huè! Avvoltoi, sarete voi!

SALVATORE     (che è rimasto fermo sulla porta, ascoltando) Calma, signori, calma! Che cos'è questa gazzarra! Cos'è questo indegno bailamme!

RAIMONDO      (collerico) Siete di nuovo qua anche voi! Che cosa volete?

SALVATORE     Per prima cosa non voglio udire urla concitate che offendono e la buona educazione e le mie trombe di Eustachio. Inoltre vorrei sapere come mai questa cornacchia spennacchiata si dimentica la differenza di casta e si rivolge in maniera così indecorosa verso un nobile e intemerato gentiluomo!

MATILDE          (meravigliata) Eh? Come? Ma...

SALVATORE     (interrompendola) Fate silenzio! Sovversiva!

RAIMONDO      Commendatore vi ringrazio del vostro intervento. E’ indegno che dopo aver ricevuto del bene, questa gente cerchi di ricattarci.

NICOLA             Ricattare! Ma cosa dici, Raimondo?

SALVATORE     Ha ragione! (a Raimondo) Don Raimondo, voi avete gettato le perle ai porci! E loro naturalmente le hanno calpestate! Plebei! Dite pure a me quello che avete stabilito di fare.

RAIMONDO      Ho cercato di spiegare loro che mio cugino trattenendosi in questa casa espone se stesso e noi tutti ad un grave pericolo...

SALVATORE     (approvando) Giustissimo!

RAIMONDO      Io, come suo parente e tutore, nel suo stesso interesse, ho predisposto un sicuro rifugio in una zona solitaria.

SALVATORE     Giusto! Avete fatto benissimo!

RAIMONDO      Grazie della vostra approvazione. Perciò, caro Nicola, ingessatura o non ingessatura, devi lasciare subito questa casa. (a Salvatore) Non è vero?

SALVATORE     (calmo) No.

RAIMONDO      (meravigliato) Come no?!

SALVATORE     (c.s.) No, Nicola, non deve lasciare questa casa.

RAIMONDO      (con collera) Ma allora voi volete prendermi in giro?

SALVATORE     (c.s.) Si.

RAIMONDO      (scattando) Come osate? Non vi permetto di metter bocca in cose che non vi riguardano. Voi siete solo un intruso! Io farò quello che devo fare!

SALVATORE     Calma Don Raimondo. Non ci eccitiamo. (rivolto agli altri) Scusatemi ma vorrei conferire a quattr'occhi con Don Raimondo.

RAIMONDO      Non desidero discutere con voi.

SALVATORE     Ma io sì. (facendo cenno agli altri di andarsene) Vogliamo sgombrare l'aula?!

(Fiorella spingendo la poltrona di Nicola si avvia insieme a Matilde verso la porta di sinistra)

RAIMONDO      Nicola! Dove vai? Ti ho detto di restare qua! (Fiorella, Nicola e Matilde escono) Ma, per Dio, questo è il colmo! Come osate dare degli ordini in una casa che non è vostra! Dove è il padrone di casa?

SALVATORE     Fra poco arriverà anche lui.


Scena X

(Salvatore Raimondo)

RAIMONDO      Vedrete, vi farò mettere a posto. Non mi muovo di qui finché non è arrivato.

SALVATORE     Benissimo. Allora accomodatevi. (porge una sedia a Raimondo che non siede) Ah! Non volete sedere?... Come non detto! ... Se permettete, per ingannare l'attesa vorrei raccontarvi una graziosa storiella.

RAIMONDO      Non ho nessuna voglia di ridere.

SALVATORE     Non è una storiella da ridere. Volete accomodarvi, perché è un po' lunghetta.

RAIMONDO      Sto benissimo in piedi.

SALVATORE     Ah, e va bene... Dunque: In una nobile famiglia della nostra città vive un giovinetto dal carattere sensibile e impressionabile. Questo giovinetto è affidato alla tutela di un distinto e simpatico cugino che ne amministra il patrimonio. Il simpatico cugino è naturalmente uomo di mondo; ha un fisico attraente, piace alle donne, ama la vita brillante, giuoca, spende con generosità, però è un po' distratto: si dimentica che quei denari non sono suoi, ma del pupillo sensibile e impressionabile... (Raimondo, che ha cominciato ad interessarsi al racconto, si siede senza rendersene conto)... Ah! Vi siete accomodato? Avete fatto bene.

RAIMONDO      (seccamente) E allora?

SALVATORE     Ve l'avevo detto che era una graziosa storiella. V'interessa, eh? E il bello deve ancora venire, perché il simpatico cugino si accorge a un certo momento che il giovinetto sta per divenire maggiorenne e che egli deve rendere conto di quei denari così simpaticamente sperperati. Cosa avreste fatto voi al suo posto?

RAIMONDO      lo?! Cosa c'entro io?

SALVATORE     Niente. Niente! Siccome siete simpatico e distinto pure voi poteva darsi che... Ma non importa, ve lo dico io: Il cugino, distratto ma non stupido dice fra sé: «Sai cosa faccio? Faccio interdire il pupilletto così posso continuare il mio spensierato incarico di tutore senza render conto a nessuno». Pensata bene, no? Voi non ci avevate pensato? Oppure sapete già questa storiella?

RAIMONDO      So, solo, che mi state seccando con questi stupidi discorsi.

SALVATORE     Perché voi non sapete il seguito. Voi non sapete allora cosa escogita questo distinto cugino? Compra un giocattolo come questo! (estrae dalla tasca una grossa rivoltella e la mostra a Raimondo, senza sembrare gliela punta contro)

RAIMONDO      (impaurito) Ehi! Ma cosa fate? Siete impazzito?

SALVATORE     Non abbiate paura. E scarica... O almeno credo. In ogni modo se state fermo non c'è nessun pericolo. Acquistato il giocattolo il buon tutore pone la sua attenzione sul baule personale del suo pupillo... Un baule qualunque... Per maggior chiarezza ve ne mostro uno simile (battendo le mani ed alzando la voce) Il baule!


Scena XI

(Roberto Marcello Salvatore Raimondo e per ultimo Velluto)

(La porta d'ingresso si apre ed entrano Roberto e Marcello che trasportano il baule del secondo atto)

MARCELLO       (entrando) Buonasera!

RAIMONDO      (alzandosi in piedi) Basta! Mi rifiuto di assistere a questo stupido scherzo!

SALVATORE     (facendo cenno di sedere con la rivoltella) Don Raimondo sedete, sedete. La storiella non è ancora finita!

RAIMONDO      Voi siete un pazzo o un delinquente!

SALVATORE     (tenendo la rivoltella più decisamente puntata) Sedete! Hodetto sedete. Perché questa è scarica, ma non si sa!

(Raimondo si siede impaurito)

SALVATORE     (a Roberto e al Marcello) Volete posare il baule lì, vicino a Sua Eccellenza... (Roberto e il Marcello eseguono) Grazie! ... (a Marcello) Signor Marcello permette una domanda?

MARCELLO       Ai vostri ordini, commendatore!

SALVATORE     Voi che siete un esperto in bauleria, volete spiegare a Don Raimondo cosa trovate di particolare in questo baule?

MARCELLO       (come se recitasse una cosa a memoria) Inquesto baule sono stati praticati nel fianco dei fori ed è stata applicata una serratura interna.

SALVATORE     Ho capito. Grazie! Ma ritorniamo al nostro simpatico e distinto cugino il quale avendo a disposizione i due sunnominati oggetti combina questo grazioso giochetto. Scena: Lo studiolo del pupillo emozionabile e sensibile. La signora madre è uscita. Il pupilletto sta allegramente canticchiando. (a Roberto) Signor Roberto avete un minuti di tempo?

ROBERTO         Certo, commendatore.

SALVATORE     Volete fare la parte del pupilletto?

ROBERTO         Volentieri.

SALVATORE     Allora sedetevi e canticchiate allegramente. (Roberto comincia a canticchiare e si siede) Entra a questo punto il tutore, quello se permettete Don Raimondo lo faccio io, e si rivolge al giovinetto sensibile. (rivolto a Roberto con intonazione cordiale) Caro pupillo, come va?

ROBERTO         (anche egli con intonazione da recitazione pappagallesca) Non c'è male, caro tutore.

SALVATORE     (mostrando la pistola a Roberto) Guarda, caro pupillo che cosa ti ho portato.

ROBERTO         Uh, che bella, caro tutore. Grazie!

SALVATORE     E’ un vero gioiello. Si impugna come un guanto e si mira alla perfezione. Vedi quel calendario sulla porta? (mirando veramente un calendario attaccato alla porta d'ingresso)... Tah! ... Tah!... (finge di sparare) Centrato! (a Roberto) Prova tu... Senti che maneggevolezza (dà la pistola a Roberto)

ROBERTO         (un po' timoroso) Caro tutore le armi mi fanno sempre un po' d'impressione.

SALVATORE     Caro pupillo sei un uomo ormai... Prova! Prova!

(Roberto in piedi punta la pistola verso la porta imitando Salvatore)

ROBERTO         (imitando con la bocca il primo colpo) Tah! ...

(Dalla pistola parte improvviso un colpo a salve... Sobbalzo di tutti i presenti. La porta d'ingresso si apre e stramazza al suolo Velluto vestito da maggiordomo con la stessa giacchetta a righe di Alessio. Anche essa macchiata di sangue. Raimondo si alza in piedi di scatto e terrorizzato fissa Velluto disteso in terra. Dalla porta di sinistra e da quella superiore escono Matilde, Valeria)


Scena XII

(Velluto Matilde Valeria Roberto Marcello Salvatore Raimondo poi Nicola Fiorella)

MATILDE          Che è successo?

VALERIA           (dal ballatoio, vedendo il corpo di Velluto, lancia un grido) Ah! Chi avete ammazzato?

SALVATORE     (che si è chinato sul corpo di Velluto, a Roberto) E’ morto! hai ucciso un uomo!

ROBERTO       Oh Dio, cosa ho fatto! Oh Dio, cosa ho fatto! Credevo fosse scarica! L'ho ucciso!

(esce di corsa dalla porta lasciando cadere la pistola. Dalla sinistra è entrato, su questa ultima battuta, Nicola spinto da Fiorella)

NICOLA             (vedendo fuggire Roberto, guardando il corpo) Alessio!

SALVATORE     Non è Alessio: è Velluto!

FIORELLA         Velluto? Morto?

SALVATORE     No. Non è morto. (a Velluto) Velluto, alzati. La parte di cadavere è finita. Anche lui, come Alessio, ha fatto finta di morire. (Velluto si alza tra lo stupore generale)

NICOLA             (emozionato) Come avete detto? Alessio non è morto?

FIORELLA         Ma come papà? Alessio non è morto?

SALVATORE     No, più vivo di un'anguilla. A Don Raimondo non serviva un morto morto, ma un morto vivo, altrimenti come poteva farvelo apparire di notte e ossessionarvi fino al punto di farvi impazzire?

RAIMONDO      Mi rifiuto di rispondere alle assurdità di un pazzo criminale come voi! Lasciatemi uscire!

NICOLA             (esaltato) Io non capisco niente. Perché mi volevano fare impazzire?

SALVATORE     Per farvi interdire. Altrimenti come poteva seguitare a sperperare allegramente il vostro patrimonio?

NICOLA             Non è possibile! Tu Raimondo non puoi aver fatto questo! lo non ci credo!

RAIMONDO      Non devi credervi! Ti giuro che sono vili menzogne di questo sporco individuo!

SALVATORE     E allora perché volevate scappare?

RAIMONDO      Per denunciare il vostro lurido ricatto.

SALVATORE     E perché avete voluto trasportare il baule con il morto in questa casa?

RAIMONDO      Per evitare che un eventuale sopralluogo trovasse il corpo in casa di Nicola.

SALVATORE     E per trasportare il morto in un baule avete fatto dei fori per farlo respirare? E questa giacchetta servitorame, reperita nottetempo dal signor Velluto in casa vostra, come mai è macchiata di questo sangue?

RAIMONDO      Che domanda idiota! E’ il sangue dell'ucciso!

SALVATORE     Ah! (a Nicola) Allora caro Nicola state tranquillo. Voi avete ucciso un bel vitellino di latte.

NICOLA             Vitellino di latte?

SALVATORE     Sì, perché all'analisi il sangue del caro Alessio è risultato sangue bovino. Allora i casi sono due: o Alessio è figlio d'una vacca o il sangue non era suo!

RAIMONDO      Basta! Con quale diritto voi osate sottopormi ad un simile interrogatorio? Vi sfido a provare le vostre stupide accuse, senza testimoni!

SALVATORE     Ah! Volete anche i testimoni? Benissimo. Signora Matilde, dov'è vostro fratello?

MATILDE          Commendatore, è nello sgabuzzino...

SALVATORE     Perbacco! Introducetelo con tutti gli onori!


Scena XIII

(Antonio Matilde Salvatore Raimondo Nicola Fiorella Velluto Valeria Marcello )

(Matilde va nello sgabuzzino e rientrano porta Antonio legato come un salame)

MATILDE          Prego, accomodatevi Don Salvatore. Siete in casa vostra!

SALVATORE     (ad Antonio) Ma cosa mai vi siete messo a fare? Come mai vi siete legato a codesta maniera? Mettetevi pure in libertà. Scioglietelo! (Matilde scioglie Antonio che resta zitto e mortificato)

RAIMONDO      Vedo dai vostri modi che siete solo un gangster! (ad Antonio) E voi come permettete a questo delinquente di spadroneggiare in casa vostra? Sappiate che quest'uomo (indica Salvatore) è l'amante di vostra moglie!

(Nuova risata generale)

ANTONIO         (sconfortato) Ah!

RAIMONDO      Come? Vi deridono e voi non vi ribellate?... Don Salvatore! ... Don Salvatore!

ANTONIO         (scocciato) Ma io non sono Don Salvatore... Don Salvatore è lui (indica Salvatore)

RAIMONDO      (fulminato) Lui? Ma come? Lui è?... Ma allora è tutto un complotto! Vigliacchi! Anche voi contro di me, dopo che vi ho dato duecentomila lire?

SALVATORE     (sobbalzando) Quanto avete detto? Duecentomila? (ad Antonio) Verme spudorato! Ignobile parassita! Mi hai voluto fregare anche centomila lire! (alza il braccio più per minacciarlo che per colpirlo)

FIORELLA         Papà, ti prego! Calmati!

SALVATORE     (abbassando il braccio) E va bene! Ne riparliamo dopo! Prima finiamo di sistemare il candido fiorellino (a Raimondo) Dunque, ora che mi avete smascherato davanti al marito come l'amante di questa cara gentildonna, possiamo anche andare in questa, no?

RAIMONDO      Ma allora volete proprio ricattarmi?

NICOLA             (esplodendo) Ricattarti? Noi? Con quale coraggio dici questo, tu, che cercavi di compiere su di me uno dei delitti più infami! Assassino! Ti approfittavi del mio stato per sconvolgere la mia mente! Ti giuro che se potessi muovermi ti ucciderci con le mie stesse mani!

SALVATORE     E perché non vi muovete?

NICOLA             Per questa maledetta gamba rotta!

SALVATORE     Muovetevi, muovetevi pure. Non è rotta.

FIORELLA
NICOLA           
Come, non è rotta?

SALVATORE     No. Vi abbiamo ingessato una gamba sana quando vi siete addormentato per la sbornia presa.

NICOLA             E perché lo avete fatto?

SALVATORE     Per impedirvi di tornare a casa sotto le grinfie del vostro affezionatissimo tutore.

NICOLA             (alzandosi comicamente con la gamba ingessata) Grazie anche di questo! (andando minacciosamente verso Raimondo, che indietreggia impaurito) E grazie di avermi dato la soddisfazione di poter...

FIORELLA         (fermando Nicola) No, Nicola, No, questo no!

NICOLA             Va bene! (a Raimondo) Però, ascoltami. Io non ti denuncerò, solo per non dare un dolore a mia madre e per non macchiare il nome della nostra famiglia, ma ti giuro che se ti trovo in questa città quando io sarò guarito ti farò andare in galera come il più spregevole dei delinquenti! Hai capito, Raimondo?

RAIMONDO      Come vuoi... (Raccoglie il cappello, se lo mette in testa e fa per avviarsi verso l'uscita)

SALVATORE     Prego! In casa di Salvatore Lamanna anche i criminali tengono il cappello in mano! (toglie il cappello di testa aRaimondo) Buonasera. (Raimondo prende il cappello ed esce)


Scena XIV

(Antonio Matilde Marcello Salvatore Fiorella Nicola Velluto Valeria)

MATILDE          Gesù! Quanto è bello! L'uscita l'ha fatta proprio bene! Mi è piaciuta molto. Sembrava Ruggero Ruggeri nel «Piacere dell'onestà». (L'atmosfera generale si rasserena)

MARCELLO       Don Salvatore, allora posso tornare all'edicola?

SALVATORE     Un momento! Non è finito. C'è ancora questo bravo giovane. Abbiamo gettato fuori il letame, ma c'è rimasto il puzzo. Duecentomila lire! Vigliacco, spudorato!

ANTONIO         (cercando d'impietosirlo) Don Salvatore, scusate... lo ho cercato di aiutarvi...

SALVATORE     Che hai fatto?

ANTONIO         Come testimone necessario ho contribuito a che il reo fosse confesso.

SALVATORE     Con fesso vorrai dire! Reo con fesso, perché era insieme a te. E ora, fuori! Vattene! (Antonio si alza e va verso la porta. Poi si ferma)

ANTONIO         Don Salvatore, ascoltatemi...

SALVATORE     E non farti vedere più in casa mia! Fuori! (aMarcello) E voi, Marcello, prendete tutto il mobilio di questo farabutto e scaraventatelo nella strada dietro di lui.

ANTONIO         (arrivato alla porta) No. Non lo potete fare, i mobili sono dell'infermiera dei terzo piano! (esce velocemente, rincorso da Marcello)


Scena XV

(Velluto Matilde Valeria Salvatore Nicola Fiorella)

NICOLA             (commosso) Don Salvatore non so come esprimervi la mia gratitudine... Grazie! Grazie! Voi mi avete salvato ed io vi sarò riconoscente per sempre!

FIORELLA         Ma tu, papà quando cominciasti a capire che c'era qualcosa sotto?

SALVATORE     Quando dal baule sparì il morto. Ora dato che un morto che cammina io lo chiamo un morto vivo; pensai: qui fanno camminare i morti per spaventare i vivi. E chi voleva spaventare?

NICOLA             Me!

SALVATORE     Certo, voi!

NICOLA             Il bello è che quella notte, l'unica persona che ha dormito sono stato io!

FIORELLA         Per forza, con quella doppia dose dì sonnifero che ti ha dato la mamma!

SALVATORE     Un momento! Che cosa significa: «che ti ha dato la mamma»?

FIORELLA         Sì, papà! Glielo dette la mamma!

SALVATORE     No. Non fraintendermi. Cos'è questo «tu». Cos'è questa confidenza che hai con il signor Nicola?

NICOLA             (imbarazzato) Don Salvatore, vedete, Fiorella ed io ci diamo del tu perché... Don Salvatore, noi ci vogliamo bene!

SALVATORE     Ah! Non avete perso tempo!

NICOLA             Lo so. Ma non è colpa mia se mi sono innamorato subito di vostra figlia.

SALVATORE     Ah! (a Fiorella) E tu?

FIORELLA       Anch'io papà. Gli voglio tanto bene!

NICOLA             Don Salvatore, è una cosa seria, sapete! Fiorella ècosì dolce, così dolce... lo non sono mai stato tanto felice... Sento che desidero solo stare vicino a lei... Per sempre... lo la voglio sposare, Don Salvatore... (Fiorella rimane interdetta e commossa)

MATILDE          Gesù! Gesù! Fiorella, hai sentito. Ti vuole sposare!

SALVATORE     Calma! Un momento! Caro Nicola, io vi ringrazio veramente per l'onore che fate a me e a tutta la mia famiglia... Vi giuro che sono commosso e non so neanche io che cosa dire perché sentire chiedere la mano della mia bambina da un signore come voi, qui... fa una certa impressione...

NICOLA             Allora, Don Salvatore, abbiamo il vostro consenso?

SALVATORE     No...

(Tutti hanno un moto di sorpresa)

FIORELLA         Papà!

MATILDE
VALERIA          
Ma, Salvatore?

SALVATORE     No, non posso darvi il mio consenso, ora... vedete io sono certo che voi volete molto bene a mia figlia, in questo momento. Fiorella vi è stata vicina, vi ha curato, vi ha fatto sentire il suo affetto in un momento così brutto per voi... e’ facile, credetemi, innamorarsi in questa situazione, specialmente di una figlia, che è così buona e cara... Ma credo, che voi abbiate visto in lei qualcosa, come dire? più grande di lei. Perciò ritornate a casa vostra nel vostro ambiente e quando sarà passato un po' di tempo saprete se il vostro amore è così forte da desiderare Fiorella per sempre, e, soprattutto, da farvi passar sopra al fatto di esser nata in una famiglia, diciamo, un po' troppo pittoresca come la nostra.

NICOLA             Ma io sono sicuro...

SALVATORE     Voglio essere sicuro anch'io. Andate, toglietevi il gesso. Dovete ritornare a casa vostra. Vi accompagnerà Fiorella.

NICOLA             Va bene! Ma io sono certo del nostro amore.

(Nicola mette un braccio sulla spalla di Fiorella ed i due escono abbracciati dalla porta di sinistra)


Scena XVI

(Velluto Matilde Salvatore Valeria)

VELLUTO          Don Salvatore, allora congratulazioni. State per diventare barone!

SALVATORE     Non diciamo fesserie!

MATILDE          Invece ha ragione! Quando Fiorella si sarà sposata, anche io in fondo farò parte della nobiltà.

SALVATORE     Sì, con lo stemma diviso in due, da una parte scritto Signori e dall'altra Signore! (a Velluto) Piuttosto, Velluto, la carrozzella è libera. Ti puoi riprendere anche nonno Simeone.

VELLUTO        Ah! Bene! E dov’è?

SALVATORE    A letto lo abbiamo messo e a letto lo ritrovate.

VELLUTO        Ma è sempre vivo?

SALVATORE    Credo.

VELLUTO        Perché non l'ho più sentito cantare.

SALVATORE    Per questo non vi impressionate. Abbiamo scoperto che sta zitto anche a succhiare il pomo dell'ombrello di Matilde. E’ meno dolce della menta, ma dura di più! Tieni... (gli porge un biglietto da mille lire) Queste sono le mille lire per il noleggio.

VELLUTO          Don Salvatore, se permette, con le mille lire dei noleggio voglio fare un omaggio alla Signorina Fiorella per il fidanzamento.

SALVATORE     Grazie, Velluto. Sei molto gentile. (dà le mille lire a Matilde) Tieni, compra due fiori e mettili nella stanza di Fiorella...

VELLUTO          (estraendo di tasca un orologio da polso) E questo, per favore, lo date al signorine Nicola...

SALVATORE    Perbacco, sei in vena di regali! Un orologio?!

VELLUTO        No, questo è l'orologio suo...

SALVATORE    E come mai ce l'hai tu?

VELLUTO        Prima, durante la visita medica, tastandogli il polso, mi è scivolato in tasca... La forza dell'abitudine! (esce)

(Salvatore rimane un istante fermo a guardare la porta chiusa da Velluto, poi si passa una mano sul volto come se fosse stanco e comincia a togliere giacca e colletto)

SALVATORE     (a Matilde) Matilde, per favore vammi a prendere la marsina.

MATILDE          Vado, Salvatore. (si avvia alla porta superiore)


Scena XVII

(Valeria Salvatore)

VALERIA           Te ne vai?

SALVATORE     Certo! Devo andare al rinfresco di chiusura del congresso enologico internazionale.

VALERIA        E di Fiorella non ne parliamo?

SALVATORE     Quello che dovevo dire, l'ho già detto.

VALERIA        Ma come? La prima sera che puoi rimanere in casa senza nasconderti, te ne vai?

SALVATORE     E’ proprio così.

VALERIA           E si può sapere a che ora torni?

SALVATORE    Non lo so. Tardi, molto tardi. In ogni modo non ti preoccupare. Sei padrona di fare quello che vuoi... Anche se non ti trovo in casa non ha valore.

VALERIA           Uhè! Ma che stai dicendo?

SALVATORE     Ah! Perché non ti sei resa conto che le cose sono cambiate fra noi?

VALERIA           Quali cose?

SALVATORE     Senti, non ho voglia di discutere... Dopo quello che so, non c'è nessuna ragione che noi due restiamo insieme...

VALERIA           Ma che cosa sai?

SALVATORE     Una cosa sola: che non mi vuoi più bene. Ed è l'unica che conta. Io non so se mi hai tradito, se non mi hai tradito... Non ho voluto neanche indagare... tanto le cose non sarebbero cambiate. Perciò, vedi, te lo dico molto semplicemente; è meglio che tu vada per la tua strada ed io vada per la mia...

VALERIA           Perché tu fino a ora sei venuto per la mia strada? O non sei invece andato per la tua strada, senza preoccuparti minimamente di quale fosse la mia.

SALVATORE     Può darsi. Però io almeno non ho mai smesso di volerti bene.

VALERIA           Comodo! E come me l'hai dimostrato: facendo solo quello che ti piaceva fare, non degnandoti mai di farmi partecipare alla tua vita, lasciandomi sempre sola in questa casa... che non è neanche la mia... perché non sono tua moglie.


Scena XVIII

(Matilde Valeria Salvatore)

(Matilde compare dalla porta superiore. Ha in mano la marsina e il cilindro di Salvatore. Valeria si è interrotta e Salvatore resta in silenzio. Matilde lo aiuta a infilarsi la marsina)

MATILDE          Salvatore non prendere più le pesche sciroppate, perché ho provato a smacchiarti le falde, ma le macchie fioriscono sempre.

SALVATORE     Grazie, Matilde. Mi prendi anche i guanti e il bastone.

(Matilde esce da sinistra)

SALVATORE     (dopo esser rimasto un altro istante in silenzio, accomodandosi il vestiario) Volevo dire... Tu sei nata a Santa Martinella, vero?... E’ Comune?

VALERIA           Sì. Perché?

SALVATORE     Sarà bene che tu richieda la fede di nascita e lo stato di famiglia... Per i documenti che si debbono fare qua a Napoli incarico Rigoletto che ha il compare in Municipio.

VALERIA           La mia fede di nascita? Per che fare?

SALVATORE     Le pubblicazioni.

VALERIA           (dopo un attimo di pausa) Mi vuoi sposare?

SALVATORE     Sì. Ti voglio sposare. Soprattutto per nostra figlia. Se Fiorella ha la fortuna di essere accolta in quella famiglia voglio che almeno entri onorata e con le carte in regola.

MATILDE          (rientrando con bastone e guanti li guarda) Uhè, il fidanzamento di vostra figlia vi ha messo proprio una grande gioia, a voi! Sembrate a un funerale!

VALERIA           (a Salvatore che sta infilandosi i guanti) Allora, non vuoi dirmi neanche a che ora torni?

SALVATORE     (la guarda un istante, in silenzio, poi) Le decorazioni cecoslovacche! (Valeria va alla credenza, prende il collare della decorazione)

VALERIA           (mettendogli al collo le decorazioni) Ti aspetto.

MATILDE          Salvatore, se ti capitano i bignè con lo zabaione, ricordati che mi piacciono assai.

SALVATORE     Hai fatto bene a ricordarmelo! A proposito. Le saccocce! (estrae di tasca le saccocce, se le lega alla vita, le sposta dietro le falde, si accomoda la giacca, si mette il monocolo)

VALERIA           Torna presto.

SALVATORE     Ciao. (si avvia verso la porta, poi torna indietro) Senti, Valeria del nostro matrimonio, non ne parlare in giro... (a Matilde) E neanche tu, capito? Voglio fare una cerimonia strettamente familiare... Non vorrei che, tra gli invitati, capitasse qualche Salvatore Lamanna! (esce)

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