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THE HEARTQUAKE

CENERE

Dramma in cinque quadri

di

Gianluca Arena

Posizione SIAE Autore: 220263-0

Premio Giuria Tecnica “Miglior drammaturgia”

Concorso Diversamente Stabili

 

Teatro Elettra, Roma, 2015

Metafora è tutto

Articolazione: Atto unico (5 quadri)

N° personaggi: 3 (1 personaggio femminile, 2 personaggi maschili)

Linguaggio: Lingua italiana contemporanea

Ambientazione: Moderno salotto di un appartamento

Personaggi:

Caterina

Tazio

Tony

Salotto di un moderno appartamento ben arredato: una porta d’ingresso, un’altra porta che conduce alle stanze interne, una finestra e una pregiata vetrina contenente una collezione di bottiglie di vino d’annata.

Quadro 1

Sipario chiuso. Entra Tony sul proscenio.

Tony: Eh sì. Ogni storia ha un principio e ha una fine. E davanti alla fine possiamo notare l’esistenza di tre categorie di uomini. La prima appartiene a chi ignora completamente la fine: vivono giorno per giorno, come se non ci fosse uno “ieri”, come se non ci fosse un “domani”. Poi ci sono quelli che, vedendo la fine, cambiano rotta: fuggono, rimandano, rimandano, rimandano; incapaci di affrontare la realtà, incapaci di guardarsi negli occhi. E poi c’è la terza categoria: quella di coloro che, nonostante abbiano già intravisto cosa li attende oltre l’orizzonte, vanno avanti, procedono a piccoli passi, consapevoli che ogni passo li avvicinerà sempre più alla fine. Ma loro, in quei passi, trovano tutta la loro essenza, tutto il senso che la vita può dargli. E non sanno tornare indietro. Come fumo, l’anima evaderà dall’ebbrezza dei loro sguardi muti e salirà in cielo. Dei loro corpi incandescenti rimarrà soltanto cenere.

Il sipario si apre. Caterina è seduta sul divano.

Tony: E quindi che devo fare, me ne vado?

Caterina: Sì, devi andartene.

Tony: Me ne vado.

Caterina: Sì, vai.

Tony: Nessun rammarico?

Caterina: No, Tony, vattene.

Tony: Me ne vado.

Caterina: Va’, e non tornare.

Tony: E’ la risposta definitiva?

Caterina: Sì.

Tony: L’accendiamo?

Caterina: Sì.

Tony: L’accendiamo. (Si accende una sigaretta)

Caterina: (Si alza dal divano e afferra la sigaretta) Qui non si fuma!

Tony: Se non si fuma non fai più per me.

Caterina: Ecco, allora vattene!

Tony: Vado via. Vado via. Non c’è alcun problema. Vado via. Guarda: apro la porta. Arrivederci. (Esce dalla porta d’ingresso, poi si riaffaccia) Vado? Vado. (Come prima) Me ne vado, eh?! (Come prima) Stavolta vado davvero. Poi non torno. Non ti lamentare. (Come prima) Ora vado davvero, eh?! Finché si scherza ok, ma ora sono convinto. (Come prima) Se vuoi rimango…

Caterina: No, devi andartene.

Tony: Va bene, vado.

Tony esce chiudendo la porta d’ingresso. Caterina apre la porta d’ingresso.

Caterina: Torna un attimo qui.

Tony: (Da fuori) No. Non sono il tuo cane. Il treno passa e non torna più.

Caterina: No, torna qui. Un minuto soltanto.

Tony: (Da fuori) No, vado via. Oramai è tardi per cambiare idea.

Caterina: No, aspetta, non te la prendere così.

Tony: (Da fuori) Problemi tuoi.

Tony entra in scena passando dalla finestra. Caterina esce dalla porta d’ingresso.

Caterina: Tony, Tony! Dove sei andato? Aspetta! Ma dov’è? Se l’è presa davvero! Sei infantile! Ma adesso ti chiamo…

Caterina rientra dalla porta d’ingresso.

Tony: Oh!

Caterina: Ah! (Tony ride) Pazzo! Sei passato dalla finestra!

Tony: Non sono passato dalla finestra.

Caterina: E da dove allora?

Tony: Da una botola sotto terra.

Caterina: Non si passa dalla finestra!

Tony: “Non si passa dalla finestra”!

Caterina: Come sei scemo.

Tony: “Come sei scemo”.

Caterina: Sei una causa persa.

Tony: Che ti devo dire? Sono fatto così. (Fa per accendersi una sigaretta)

Caterina: Qui non si fuma, te l’ho già detto!

Tony: Fumo alla finestra.

Caterina: Nemmeno alla finestra!

Tony: Che noiosa sei. Puritana a livelli estremi. (Ripone la sigaretta)

Caterina: Ma che te ne fai di fumare le sigarette?

Tony: (Pensa, poi) Fa stile.

Caterina: Non fumi perché ti piace?

Tony: No.

Caterina: Non fumi per consolarti di qualche dolore?

Tony: No.

Caterina: E allora perché?

Tony: Perché fa stile.

Caterina: Io non ti capisco.

Tony: Cos’hai? Le tue cose?

Caterina: No, perché?

Tony: Datti una calmata!

Caterina: Non ci riesco.

Tony: Vuoi una sigaretta?

Caterina: No.

Tony: Me ne vado?

Caterina: No.

Tony: E allora che faccio?

Caterina: Siediti, sta’ zitto e datti una calmata!

Tony: Ok. (Si siede) E’ il primo giorno oggi, vero?

Caterina: Non ho le mie cose!

Tony: Sarà… Ma lo fai l’amore?

Caterina: Non sono affari tuoi!

Tony: Non lo fai.

Caterina: Pensa come vuoi. (Pausa) E se ti interessa saperlo: ebbene sì, lo faccio, e lo faccio spesso.

Tony: E male.

Caterina: Non sono… Ah! Più parlo con te e più… Io davvero mi chiedo come, in un giorno qualunque, possa una persona decidere di fumare anche soltanto una sigaretta. Proprio non lo capisco…

Tony: Neanche io.

Caterina: Voi fumatori siete proprio insensati… io… non lo so… 

Tony: E’ mondaccio.

Caterina: Ma mi stai prendendo in giro?

Tony: Mai stato così serio.

Caterina: Com’è che hai cominciato a fumare la prima sigaretta?

Tony: Boh?!

Caterina: Come “boh”. Te la ricorderai la prima sigaretta, no?

Tony: Un giorno mi alzai, mi fermai davanti allo specchio e capii che non siamo altro che il riflesso di una metafora: la verità sta dall’altra parte del vetro, e ci guarda da lontano. Quando mi resi conto di ciò, fumai la prima sigaretta.

Caterina: Che c’entrano metafore, specchi…?! Ah! Tu sei un pazzo!

Tony: Lo hai già detto.

Caterina: Io non ti capisco…

Tony: Neanche io… Insomma, cosa volevi dirmi?

Caterina: Niente.

Tony: E allora che mi hai fatto tornare a fare?

Caterina: Sei stato tu a volerlo.

Tony: “Sono stato io”…. “E’ tutta colpa mia”...

Caterina: Sì, esatto.

Tony: Ecco.

Caterina: (Pausa) Questa storia va terminata. Non possiamo rimanere sempre nell’oblio. Bisogna prendere una decisione.

Tony: Ma se è appena iniziata…

Caterina: Non è appena iniziata. E’ durata già troppo…

Tony: Allora vado?

Caterina: Siediti.

Tony: Mi siedo.

Caterina: Io non credo che possiamo andare avanti…

Tony: Questo lo hai già detto.

Caterina: Però non voglio perderti.

Tony: Però non vuoi perdermi…

Caterina: No.

Tony: Non è che si muore, eh?!

Caterina: Però non sarà come prima.

Tony: E allora che vuoi fare?

Caterina: Non lo so.

Tony: Le cose sono due: o rischiamo o ci dimentichiamo.

Caterina: Io non sono disposta a mettere in discussione le mie scelte. Non ora.

Tony: E quindi?

Caterina: Non può durare.

Tony: (Pausa) Allora perché sei qui di fronte a me?

Caterina: (Pausa) Perché non riesco a dirti addio.

Tony: (Pausa) E perché non riesci a dirmi addio?

Caterina: (Pausa) Non lo so.

Tony: (Pausa) Toccherà dirlo a me?

Caterina: (Pausa) Dillo.

Tony: (Pausa) Non ci riesco.

Caterina: (Pausa) Non riesci a dirmi addio?

Tony: (Pausa) No, non so perché ma non ci riesco.

Caterina: Siamo uniti da quel “non lo so”?

Tony: Probabilmente sì.

Momento di silenzio. Tony accarezza la mano di Caterina.

Caterina: No, Tony. Lo sai: alle mani non resisto.

Tony: Scusami.

Momento di silenzio. I due si guardano negli occhi.

Caterina: Dimmi…

Tony: No, niente…

Caterina: Dimmi…

Tony: Hai dei bellissimi occhi. (Caterina ride) Che ridi?

Caterina: Tu che fai i complimenti…  Non ti ci vedo per niente.

Tony: Non sono bravo nei complimenti. Lo ammetto. Ma almeno quando li faccio sono sincero.

Caterina: (Pausa) A cosa pensi?

Tony: A niente.

Caterina: Sei sicuro?

Tony: Ti sto guardando e basta.

Caterina: Dimmelo… No. Non è questo il momento.

Tony: Lo so.

Caterina: (Pausa) Io mi chiedo solo…

Tony: Cosa?

Caterina: Avevo già programmato tutto Tony, avevo già scelto tutto: cosa fare dopo la laurea, dove sposarmi, come chiamare i miei figli. Avevo anche scelto di essere cremata da morta. Avevo già programmato tutta la mia vita. Tutta. E invece, un giorno, arrivi tu e nel niente il mondo mi crolla addosso, si smonta. Tutte le mie scelte, tutte le mie decisioni, tutto ciò in cui credevo si spezza in un istante, e ti accorgi che ci vuole veramente poco per cambiare una vita intera. Com’è stato possibile tutto questo? Voglio dire: un ingegnere e una studentessa di medicina sono una bella coppia, no? E’ una bella coppia, no, dottoressa e ingegnere? I miei ne sono fieri. Ero tranquilla, beata, con tutte le sicurezze al mio servizio. Non sapevo che poteva esserci altro, io non lo sapevo. E invece, improvvisamente, una scossa di terremoto, un’eruzione butta tutto all’aria, e un enorme boato dice che non è finita, che la strada è ancora lunga, che siamo solo all’inizio. Viviamo perennemente sulla cima di un vulcano senza sapere che è ancora attivo. Fa paura.

Tony: Fa paura il terremoto?

Caterina: Sì, tanto.

Tony: Probabilmente non eri convinta.

Caterina: Non dire così. Io ero convintissima.

Tony: Basta una piccola crepa per distruggere un muro.

Caterina: Ero felice fino a qualche mese fa.

Tony: Sì?

Caterina: (Pausa) E’ il destino che lo avrà voluto?

Tony: Oh, per favore, non cominciamo con questo destino e discorsi assurdi, via…

Caterina: E allora cos’è? Sentiamo l’esperto, il signor “so tutto io”!

Tony: E che ne so? Vedi, quando la gente ha trovato la sua sicurezza, serra la porta e non la apre più. Si mette in trappola. Tu non ti sei gettata nel vuoto e non mi hai rifiutato a prescindere. Mi hai accettato. Tutto qui. E hai avuto un bel coraggio perché ci vuole cuore e fegato per non negare sé stessi.

Caterina: Stai dicendo che io provo la stessa cosa che tu provi per me?

Tony: Sì, esatto.

Caterina: Sei un gran presuntuoso.

Tony: Sì, esatto.

Caterina: E pervertito.

Tony: Sì, esatto.

Caterina: Dici così perché vuoi confondermi.

Tony: Dico così perché sono sincero.

Caterina: Pazzo.

Tony: Questo lo hai già detto. Sei ripetitiva stasera, eh?!

Caterina: (Pausa) Io non provo niente per te, Tony.

Tony: Non provi niente… Neanche un pochino?

Caterina: Sei carino, lo ammetto. Ma niente di più…

Tony: (Pausa) Pff!

Caterina: Cosa sbuffi?

Tony: Fuori sembri tanto grande: “io sono la dottoressa”… ma dentro hai ancora l’innocenza di una bambina…

Caterina: Anche tu sei molto infantile.

Tony: Sì, esatto.

Caterina: Basta dire “sì, esatto”. Trova un’altra risposta.

Tony: Hai ragione.

Caterina: Non assecondarmi!

Tony: (Pausa) Sei una bambina.

Caterina: (Pausa) Siamo due bambini… un po’ troppo cresciuti…

Tony: (Pausa) Due bambini immersi nel vulcano…

Caterina: (Pausa) Sì, esatto.

Tony: (Pausa) Avevi detto di non usare più quella risposta…

Caterina: (Pausa) Io la posso usare quando voglio.

Tony: (Pausa) Sei proprio una bambina. (Le prende la mano)

Caterina: (Pausa) Questo lo hai già detto.

Tony: (Pausa) Allora sei una pazza.

Caterina: (Pausa) Anche tu. (Tony ride. Improvvisamente) Ma questo… (Annusa) Oddio! Il caffè! Non ho spento il fornello! (Esce per le stanze interne) Aspetta un momento!

Tony: Oh, non preoccuparti, non me ne vado. (Prende le sigarette)

Caterina: (Da dentro) Accidenti è tutto bruciato! Scusami, davvero…! (Rientrando con un vassoio contenente due tazzine e una piccola lattiera) Oramai avevo preparato tutto ma non credo che sia buono.

Tony: Allora era per questo che mi hai fatto ritornare...!

Caterina: Cosa?

Tony: Non mi avevi detto che avevi preparato il caffè.

Caterina: Che vuoi…! La cortesia di offrire qualcosa agli ospiti… Ti dice niente? (Versa il caffè in una tazzina e assaggia) No, no, è assolutamente imbevibile. Lascia stare Tony. (Tony ride) Che ridi? Insomma, un caffè è un caffè e niente più, non vedo cosa ci sia di così strano…

Tony: Figuriamoci, il caffè è la cosa più normale che c’è qui dentro…

Caterina: Una che ha il ragazzo ma che allo stesso tempo ha il cuore a mille per un estraneo. E’ vergognoso.

Tony: Ma se ti conosco da molto più tempo di lui!

Caterina: Ma non in questo modo. Prima eri solo un amico.

Tony: Il mondo cambia.

Caterina: Ma cosa abbiamo di diverso dagli altri, di così speciale? Io me lo domando continuamente e non trovo risposta…

Tony: Ma, Caterina, io e te non siamo così “diversi”. In mezzo a questo mondo di persone speciali, dove tutti hanno qualche qualità da mostrare che li rende unici, noi non abbiamo niente: siamo comuni mortali, normali peccatori. Forse è in questo che consiste la nostra specialità.

Caterina: (Pausa) Tu sei un pazzo e sono una pazza pure io.

Tony: Due pazzi insieme possono fare grandi cose. (Pausa) Stasera sono filosofo.

Caterina: No, non possiamo andare avanti.

Tony: Come vuoi.

Caterina: Cosa facciamo?

Tony: Comincerei col fumare una sigaretta.

Caterina: No!

Tony: Ma una sola.

Caterina: No davvero!

Tony: Ma non posso fare discorsi seriosi senza una sigaretta in mano…!

Caterina: E perché non potresti?

Tony: Immagina se ti dicessi: “oggi sono andato al mare”. Così, senza nient’altro, sembra solo la frase di un bambino scemo. Se invece ti parlo fumando l’effetto aumenta. Fumo una sigaretta, la aspiro bene e: “oggi sono andato al mare”. Colpisce no? Fa stile.

Caterina: No. Senza pensare che fumare fa malissimo alla salute.

Tony: Dici questo perché vuoi confondermi.

Caterina: Mi stai prendendo in giro?

Tony: Ma… il tuo ragazzo è lì.

Caterina: Cosa? Dove? (Tony ride) Stupido! Deficiente! Cretino! (Prende a cuscinate Tony)

Tony: Piano! Ahi!

Si fermano mano nella mano e si siedono sul divano. Caterina accarezza le mani di Tony.

Caterina: Che mani lisce e fredde. (Pausa) A cosa stai lavorando adesso?

Tony: Un paesaggio.

Caterina: Un paesaggio?

Tony: Sì.

Caterina: Che tipo di paesaggio?

Tony: Non lo so.

Caterina: Come non lo sai?

Tony: Non lo so. Lo saprò quando l’avrò finito. Tanto lo vedrai. Ti farò vedere ogni mio lavoro.

Caterina: La tela che mi hai fatto vedere ieri è molto bella.

Tony: Va rifinita.

Caterina: Sì, va rifinita. Somiglia molto a un dipinto che vidi su un libro.

Tony: Ti dirò io qual è. (Prende il cellulare)

Caterina: Qual è?

Tony: E’ questo? (Porge il cellulare a Caterina)

Caterina: (Guardando il cellulare) Sì, è proprio questo.

Tony: Bufera di neve di William Turner.

Caterina: William Turner? Ma è il nome di un personaggio di un film.

Tony: Prima è il nome di questo pittore.

Caterina: Non l’avevo mai sentito dire.

Tony: (Posando il cellulare) E’ uno dei più importanti. E’ inglese. La pittura inglese non è questo gran che a mio parere, però lui mi piace parecchio. Aveva un senso della pittura tutto suo. Molto romantico.

Caterina: E perché ti sei ispirato a quel quadro? Insomma, c’è scritto che è di inizio ottocento.

Tony: Voglio fare dei passi indietro per proseguire. La pittura di oggi, se pittura si può chiamare, la detesto.

Caterina: Anche a me non piace.

Tony: Siamo d’accordo.

Caterina: (Pausa) Tu non sai quanto mi fa sentire importante questa cosa.

Tony: Cosa?

Caterina: Il fatto che mi fai vedere i tuoi lavori. Mi sento una principessa…

Tony: Non devi sentirti una principessa… Tu sei una principessa.

Caterina: Basta… (Toglie la mano)

Tony: (Pausa) Nessuno ha mai dato tanta importanza ai miei lavori. Se per te è così, lo sarà anche per me.

Caterina: (Pausa) Ma perché mi vuoi così bene?

Tony: Non lo so. Forse se ci fosse un motivo non sarebbe quel che è. Io ti ho sempre visto come un’amica, una come tutte le altre, niente di più. Non avrei mai creduto che potesse avvenire tutto questo. Non l’ho deciso io. E non l’hai deciso tu. E’ successo. Forse perché dentro abbiamo delle cose che solo in certe situazioni escono fuori, e ti stupisci e dici: “ma come? Tutto in una volta? Fino a ieri era così, ora è cosà”. Non lo so.

Caterina: (Pausa) Ti ascolterei per ore.

Tony: Sei l’unica. Alla gente piace zittirmi.

Caterina: E perché?

Tony: Perché alla gente non piace ascoltare. Piace solo parlare. Parlano, parlano, parlano, e non ascoltano mai.

Caterina: E cosa vorresti che ascoltasse la gente?

Tony: (Pausa) Il silenzio. (Pausa) Stasera, oltre a essere filosofo, sono pure poeta. E tutto senza sigaretta.

Caterina: (Pausa) Io mi sento in colpa, Tony. Io vorrei solo…

Tony si alza, guarda la vetrina di vini d’annata, la apre e afferra una bottiglia.

Caterina: No. Non si tocca! (Toglie la bottiglia dalle mani di Tony e la ripone nella vetrina)

Tony: Non si può far veramente niente qui.

Caterina: Questi non vanno toccati. Non li tocca neanche Tazio. Si arrabbierebbe se lo sapesse.

Tony: Appunto, se lo sapesse.

Caterina: Non importa.

Tony: Ma di tutto quel vino che ve ne fate?

Caterina: Tazio colleziona vini d’annata.

Tony: Colleziona vino?

Caterina: Sì, perché?

Tony: Il vino va bevuto non collezionato.

Caterina: E’ una collezione pregiata la sua.

Tony: Scusami se te lo dico ma è veramente assurdo.

Caterina: Mi piace così com’è.

Tony: (Pausa) Ma lo ami?

Silenzio. Si sentono dei passi da fuori.

Caterina: Oddio! E’ qui. Cosa faccio adesso? Nasconditi. Vieni.

Tony: Ciao bella bimba. Ti lancio un bacio da quaggiù.

Tony esce dalla finestra.

Caterina: Tony! Tony!

Entra Tazio dalla porta d’ingresso con una bottiglia di vino d’annata in mano.

Tazio: Buonasera amore.

Caterina: Amore.

Si baciano.

Tazio: Tutto bene?

Caterina: Tutto bene.

Tazio: Perdonami il ritardo ma purtroppo in ufficio mi hanno fatto tardare con delle pratiche.

Caterina: Io tanto ero qui a studiare.

Tazio: Allora poco male.

Caterina: Sì certo.

Tazio: (Pausa) Qualcosa non va? Da un po’ di tempo ti vedo strana.

Caterina: No, davvero. E’ tutto a posto. Sono solo un po’ stanca… l’esame è pesante, insomma…

Tazio: Sei sicura?

Caterina: Sì.

Tazio: Va bene. (Si avvicina alla vetrina, la apre e mette la bottiglia al suo interno) Un’altra bottiglia. Guarda che bella collezione che è diventata: venti bottiglie, una più vecchia dell’altra. Questa è del ’57. Me l’ha venduta un amico che frequenta il corso di equitazione. E domani mi arriva quella che ho ordinato un mese fa. Che bellezza!

Caterina: Che bello.

Tazio: Sì. Davvero.

Caterina: Veramente bello.

Tazio: Oh, avevi preparato il caffè? Ma non è un po’ tardi?

Caterina: Ah, il caffè…! Sì, mi andava di prenderne uno ma…

Tazio: … ma aspettavi me?

Caterina: Sì! Sì, aspettavo te! Ma vedendo che non arrivavi…

Tazio: Sei sempre uguale. (Pausa) Sei sicura di star bene?

Caterina: E’ tutto a posto…

Tazio: Adesso il caffè lo bevo, non preoccuparti…

Caterina: No, non importa, anzi…

Tazio: Non temerai mica che non pensi a te?

Caterina: Certo che no! Che discorsi…!

Tazio: (Pausa) Lo sai che io penso sempre a te, vero?

Caterina: Sì, lo so.

Tazio: Siamo Tazio e Caterina: T e C.

Caterina: Sì, lo so.

Tazio: Sulle nostre collane sono scritte le nostre iniziali. Ti ricordi quando te le regalai?

Caterina: Sì, me lo ricordo.

Tazio: Lo sai che ho bisogno di te, tu sei la mia vita, il mio amore.

Caterina: Sì, lo so.

Tazio: Sei tutto ciò di cui necessito.

Caterina: Sì, lo so.

Tazio: Ti amo.

Caterina: Lo so.

Si baciano.

Tazio: Perché hai questo sguardo così triste? Che cosa c’è?

Caterina: Vado un momento in bagno, scusami.

Caterina esce per i corridoi. Dopo un momento di silenzio, Tazio prende il cellulare di Caterina e lo guarda. Il cellulare di Tazio suona.

Tazio: (Rispondendo ma continuando a guardare il cellulare di Caterina) Sì? Dottore buonasera. Certamente. Sono uscito dal lavoro adesso. Alle nove domani sera? Perfetto. Sì che ci sarò. Va benissimo. Grazie infinite dottore. Salve. (Ripone il cellulare di Caterina dove lo aveva trovato)

Caterina rientra.

Tazio: Oggi che cosa hai fatto oltre a studiare?

Caterina: Niente.

Tazio: Non sei uscita neanche un po’?

Caterina: Non ho avuto il tempo.

Tazio: Vuoi uscire stasera? Ti porto a cena fuori.

Caterina: Sono molto stanca. Ho un esame impegnativo. Semmai andiamoci domani.

Tazio: Domani sera sono col club di equitazione per una cena.

Caterina: Allora andiamoci un’altra volta.

Tazio: Quando vuoi tu.

Caterina: Va bene.

Tazio: Va bene. (Pausa) Amore lo sai che io mi fido di te, vero?

Caterina: Sì.

Tazio: Ti dico però che ho fatto una cosa brutta. Molto brutta.

Caterina: Cosa?

Tazio: Ho appena guardato nel tuo cellulare.

Caterina: E…?

Tazio: E non ho trovato niente.

Caterina: Cosa avresti dovuto trovare?

Tazio: Non lo so. Scusami. Non l’avevo mai fatto e mai lo rifarò.

Caterina: Non me la prendo mica. Non ho niente da nascondere.

Tazio: Bene. (Pausa) Quindi tutto bene?

Caterina: Tutto bene. Quanto lo ripeti? Ti ho già risposto!

Tazio: Te lo sto chiedendo…

Caterina: Ho detto che è tutto a posto. Non ho assolutamente niente. Vuoi chiedermelo di nuovo?

Tazio: (Pausa) Amore, non mi hai mai risposto così. Perché alzi la voce?

Caterina: Scusami.

Tazio: Tu hai qualcosa.

Caterina: Non ho assolutamente niente!

Tazio: L’hai alzata di nuovo.

Caterina: Scusami, davvero.

Tazio: Che cos’hai?

Caterina: Niente.

Tazio: Non mi avevi mai alzato la voce così prima d’ora.

Caterina: Lascia stare. Oggi non è giornata.

Tazio: Non ci credo.

Caterina: Scusami amore, non volevo risponderti così. Sono molto stanca.

Tazio: Cosa ti è successo? Sei cambiata.

Caterina: Lascia perdere. (Si affaccia alla finestra e la chiude)

Tazio: Amore…

Caterina: Scusami Tazio. Vado a letto, ho bisogno di dormire. Buonanotte.

Caterina esce per i corridoi interni.

Tazio: Buonanotte. (Versa il caffè in una tazzina e beve) Ma che…?! Questo caffè è imbevibile!

Quadro 2

Tony: (Da fuori) Bimba! (Pausa) Oh bimba! (Pausa) Bimba? (Si affaccia dalla finestra) Dove sei? Ma qui non c’è nessuno. Ma dov’è? (Entra dalla finestra tenendo in mano una tela arrotolata) Bimba?! Non c’è. Pazienza, aspetterò. (Si toglie il giacchetto, lo posa sul divano e si accende una sigaretta. Successivamente, dopo una piccola pausa, si avvia verso le stanze interne)

Tony esce per le stanze interne. Entra Caterina dalla porta d’ingresso.

Caterina:(Al telefono) No, sabato non potrò venire. Ho capito ma non sono tutti come te che hanno la capacità di imparare a memoria tutto quanto anche mentre si svagano. Lo so, potrei anche staccare, ma sai quando ho l’esame? Martedì. Sì, martedì! E non posso permettermi di rimandarlo. (Quasi tra sé) Com’è che sento odore di sigaretta…? No, sentivo un odore strano… lascia perdere…

Entra Tony affacciandosi dalle stanze interne: si appoggia al muro.

Caterina: No che non fumo io… Comunque, per quanto riguarda l’altro discorso, cara, io per studiare ho bisogno di tempo, ho bisogno della mia camera, ho bisogno di silenzio, ho bisogno di molte cose. Come hai detto? Dai su smettila un po’. Non sei simpatica quando fai così. Sì, certo che sì. Basta su! Non ti ci mettere anche te. Volevo dire… non fare così. Non ho niente. (Nota il giacchetto sul divano. Pausa) Eh, sì!? Cosa?! Dicevi?! Scusa devo andare! Ci sentiamo presto. Grazie di tutto. In gamba per l’esame, eh?! Ah sì l’hai dato oggi che sbadata. Beh allora complimenti… Ciao ciao. (Butta giù e controlla il giacchetto. Tony le si posiziona vicino senza farsi vedere. Si volta) Ah!

Tony: Dovresti svagarti un po’ in effetti.

Caterina: Ma sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo!

Tony: Mi avevi detto tu di venire a quest’ora.

Caterina: Da dove sei entrato?

Tony: Dalla finestra. Lo so che ormai non si chiude bene.

Caterina: Sei un pazzo.

Tony: Probabile.

Caterina: Non fare mai più una cosa del genere! Questa non è casa tua!

Tony: Ho notato che la tua amica la sa lunga, eh?!

Caterina: Hai ascoltato tutta la conversazione?

Tony: Quel che ne potevo capire…

Caterina: Beh, allora sarà bene che cominci a impicciarti degli affari tuoi! Cosa stavi facendo di là?

Tony: Il caffè.

Caterina: Il caffè?

Tony: Sì, il caffè.

Caterina: Io non lo voglio. Fallo solo per te.

Tony: Oh, andiamo! Un caffè non si rifiuta mai…

Caterina: Non è il mio caso.

Tony: Mi ero dimenticato che tu sei la “signorina no”.

Caterina: Non sono in vena di battutine stasera.

Tony: Ah, e comunque: sarà bene che la sistemiate sennò un giorno vi troverete i ladri in casa.

Caterina: Cosa? La finestra?

Tony: Sì, la finestra.

Caterina: Abbiamo già chiamato. Tra qualche giorno dovrebbero venire a ripararla.

Tony: Peccato. Non potrò più passarci.

Caterina: No, infatti. Le persone normali passano dalla porta, non dalla finestra! E suonano al citofono per sapere se il padrone di casa, in questo caso la padrona, sia in casa. E se non c’è aspettano. Non che gli entrano così, col rischio magari di farsi vedere dai vicini…

Tony: Ma ho controllato benissimo, non mi ha visto nessuno.

Caterina: E se fossi rientrata con Tazio? Cosa sarebbe successo, te ne rendi conto?

Tony: Beh, lì era un problema… Ma dal momento che…

Caterina: (Quasi tra sé) Basta, sto perdendo tempo. Non ho speranza con te. Vado un attimo in bagno a rinfrescarmi... (Fa per andare, poi, improvvisamente) Ma tu stai fumando!

Tony: E’ un po’ ormai…

Caterina: Maledetto! (Gli toglie la sigaretta) Ti ho detto che qui non si fuma. E adesso chi lo leva più l’odore?!

Tony: Si leva. Basta tenere la finestra aperta.

Caterina: Quando arriverà Tazio cosa gli racconterò?

Tony: Vedrai che andrà via…

Caterina: No che non va via!

Tony: Allora rimane.

Caterina: Speriamo che vada via presto.

Tony: No, rimane, rimane…

Caterina: Perché dici questo?

Tony: Ho perso le speranze.

Caterina: Va via…

Tony: Rimane…

Caterina: Tu non capisci la mia posizione… anzi, non ti interessa proprio!

Tony: Non è che non interessa a me… Non interessa al fumo.

Caterina: Non prendermi in giro! (Pausa) Puah! Mi dà la nausea. Dove la metto?

Tony: Dalla a me… (Prende la sigaretta e la spenge) Ecco fatto…

Caterina: Se devi fare così puoi anche andartene.

Tony: Me ne andrò quando sparirà l’odore.

Caterina: Speriamo presto allora… (Pausa. Si tocca i capelli) Vado in bagno. (Fa per andare, poi) E non fumare. (Fa per andare, poi) Anzi, dammi le sigarette. (Pausa) Hai capito benissimo: dammi le sigarette.

Caterina prende dalla tasca di Tony il pacchetto di sigarette per poi uscire.

Tony: (Guarda la vetrina, si avvicina) Ma tu guarda che gran spreco. Tutto questo buon vino… (Prende una bottiglia dalla vetrina)

Tony esce per le stanze interne con la bottiglia di vino. Poco dopo Caterina rientra.

Caterina: Senti, lasciamo perdere questi inconvenienti, abbiamo altre cose di cui parlare.

Tony: (Da dentro) Giusto. Quanto zucchero?

Caterina: Ho detto che non lo voglio.

Tony: (Da dentro) Allora due?

Caterina: Non lo voglio!

Tony: (Da dentro) Ah, allora lo bevi amaro…!

Caterina: Sì, io lo bevo amaro. Ma non lo voglio.

Tony rientra con due tazzine di caffè.

Tony: A proposito, dove sei stata?

Caterina: Ad accompagnare Tazio all’ippodromo. Stasera ha una cena e non ci vedremo.

Tony: Sì, questo lo so. Scommette ai cavalli?

Caterina: Frequenta un corso di equitazione.

Tony: Fa equitazione?!

Caterina: Sì, fa equitazione.

Tony: Oddio!

Caterina: Cosa?

Tony: Niente.

Caterina: Cosa?!

Tony: Niente, niente.

Caterina: Allora non parlare.

Tony: Infatti non parlo…

Caterina: (Pausa) E’ un bellissimo sport l’equitazione. Molto nobile. Il rapporto coi cavalli, la natura, il verde… Hai mai provato?

Tony: Una volta…

Caterina: E…?

Tony: E ho capito che a me piace la boxe.

Caterina: Lo sapevo. Il più rozzo di tutti. Che senso ha malmenarsi in quella maniera? Non lo capisco! E’ tutto esibizionismo.

Tony: Ogni tanto qualche mazzata ben assestata ci vuole. (Fa per darle una tazzina di caffè) Tieni, il caffè.

Caterina: Ma non lo voglio…!

Tony: Certo che sei proprio ostinata! Perché mai non lo vorresti?

Caterina: Ne ho già bevuto uno oggi.

Tony: E capirai! Non di certo morirai con un secondo caffè! Io arrivo anche a quattro al giorno.

Caterina: Si vede. Pazzo come sei…

Tony: (Pausa) Sono pazzo?

Caterina: (Pausa) Sì, lo sei. (Pausa) Dimmi…

Tony: (Pausa) Dimmi tu.

Caterina: La faccenda va chiusa definitivamente.

Tony: Certo che va chiusa definitivamente.

Caterina: Sì, va chiusa definitivamente!

Tony: E’ quel che ho detto.

Caterina: Non può durare per sempre del resto, no?

Tony: No, questo è certo.

Caterina: E perciò va chiusa definitivamente.

Tony: Ah, adesso ho capito!

Caterina: Spiritoso, sì!

Tony: (Pausa) Allora che si fa?

Caterina: Non lo so.

Tony: Non sai darmi un risposta?

Caterina: No.

Tony: Devo decidere io?

Caterina: Cosa vorresti decidere?

Tony: Me ne vado. Me ne vado e non mi vedrai mai più. Sparirò per sempre.

Caterina: (Pausa) Non sei bravo a recitare.

Tony: Lo so. E’ per questo che la gente non mi sopporta.

Caterina: (Pausa) Il punto è che… insomma… io non… Cosa ci aspettiamo? Cosa dovrei fare? Insomma, dovrei lasciare il mio ragazzo così…? Senza arte né parte?

Tony: E’ la reputazione?

Caterina: Non posso fare una cosa del genere, Tony... E poi, voglio dire, ti fideresti?

Tony: Io già mi fido.

Caterina: Com’è possibile…?

Tony: Hai reso la faccenda complicata. E ciò mi rallegra molto. Se tu avessi fatto altro…

Caterina: E cosa avrei potuto fare?

Tony: Lasciare il ragazzo così…. Senza arte né parte.

Caterina: (Pausa) Dimmi…

Tony: Niente…

Caterina: Dimmi…

Tony: (Pausa) Sei molto bella. Molto, molto bella. (Fa per prenderle la mano)

Caterina: No. (Allontana la mano) Lo sai che alle mani non resisto.

Tony: (Pausa) Scusami.

Caterina: Non scusarti. (Pausa, poi, indicando la tela arrotolata) Che cos’è?

Tony: E’ il dipinto di cui ti avevo parlato.

Caterina: In così poco tempo?

Tony: Ci ho messo tutta la notte per farlo.

Caterina: Non hai dormito?

Tony: (Pausa) No.

Caterina: Fammela vedere.

Tony: (Prende la tela e la srotola) Devo lavorare ancora sui dettagli, ma la struttura di base c’è.

Caterina: Quindi non è finito.

Tony: No, non penso proprio… E’ solo una prima stesura.

Caterina: E quando lo finirai? Voglio dire: come stabilisci che un’opera è finita?

Tony: (Pensa, poi) Come stabilisci di aver fatto abbastanza per una persona che ami? (Caterina non sa cosa rispondere) Eh! Il concetto è lo stesso.

Caterina: (Guardando la tela) In ogni caso, è bellissimo.

Tony: Davvero?

Caterina: Sì, molto.

Tony: Puntinismo. (Caterina lo guarda) E’ la tecnica che ho utilizzato. E’ un modo di dipingere che inventò un certo Seurat.

Caterina: E chi è Seurat?

Tony: Un pittore francese. Quello che ha dipinto Un bagno a Asnieres.

Caterina: Non lo conosco. Come lo hai intitolato?

Tony: Non so… Coi titoli non sono bravo. Dagli tu un titolo.

Caterina: Io?

Tony: Sì.

Caterina: E che… Non lo so… Sei tu il pittore, non io…

Tony: Beh, pensaci. (Pausa) Quando l’avrò finito te lo regalerò.

Caterina: Davvero?

Tony: Sì. Ma non ora, non è adesso… il momento.

Caterina: Come sarebbe…?

Tony: Ogni cosa ha un suo giusto momento per essere esposta… E il momento non è questo…

Caterina: Ma è una gran fatica… Sei molto bravo.

Tony: (Pausa) Grazie.

Caterina: Dimmi…

Tony: (Pausa) Hai due occhi fantastici. (Caterina si ripiega su se stessa) Che cosa c’è?

Caterina: Niente.

Tony: Dimmi…

Caterina: (Con voce tremante) E’ tutto così incasinato. Così… Perché deve essere tutto così difficile?

Tony: Ehi, non piangere. (Prende un fazzoletto dal taschino) Ecco tieni…

Caterina: (Si asciuga gli occhi) Io… io mi sento veramente cattiva. Anzi io sono cattiva! Eppure quando tu non ci sei sto male. Sto veramente male. Mi ritrovo che passo giornate intere alla finestra per vedere se stai arrivando, e… non riesco più a studiare come dovrei. Ti penso, ti penso e ho un senso di colpa che mi soffoca. Io non so cosa devo fare Tony… (Tony fa per prenderle la mano) No, le mani no. Lo sai… (Tony le porge la tazzina di caffè che lei afferra inavvertitamente) L’altra volta ti ho sognato. Ultimamente la notte non dormo, però quando dormo vedo te.

Tony: Che cosa facevamo?

Caterina: Tu ti avvicinavi a me quasi a volermi baciare. Poi ti sei fermato e mi dicevi che volevi vedere come avrei reagito.

Tony: E tu?

Caterina: Ero immobile: felice e imbarazzata allo stesso tempo.

Tony: (Pausa) Facevamo le cosacce.

Caterina: Non facevamo niente!

Tony: Lo dicevo io che ultimamente non fai l’amore…

Caterina: Basta con questo discorso. E poi non è vero! (Pausa) Cosa devo fare?

Tony: La scelta è tua.

Caterina: Ma adesso non lo so.

Tony: Allora aspetterò.

Caterina: E’ ciò che non voglio.

Tony: Questo lo decido io. Tu devi decidere altro.

Caterina: Io non potrò decidere niente. Nella vita non si può scegliere. Tutto è già scritto. Si deve imparare a cogliere la vita così, come viene. (Beve il caffè)

Tony: Ma sei scema?!

Caterina: Cosa?

Tony: Sei una scema?!

Caterina: Che c’entra?

Tony: Senti ragazza, io non sono di certo un maestro di vita e non lo voglio essere…

Caterina: Cosa?

Tony: (Pausa) Alcune cose avvengono e non puoi farci niente: capitano e non l’hai deciso tu. Ma ce ne sono altre dove puoi scegliere, dove la vita stessa ti chiede di scegliere, ti viene a bussare alla porta e… beh, difficile o facile che sia, devi buttarti. Il mondo è un po’ come un ring, un ring dove sali senza che tu l’abbia chiesto, e devi sapertela cavare. A volte perdi il controllo, a volte lo guadagni… Dipende solo da cosa decidi di fare. E non sai mai come andrà veramente a finire. Combatti e basta. E tu lo stai già facendo ma non te ne sei accorta. (Si guardano. Pausa) Sono un idiota.

Caterina: E perché?

Tony: Mi hanno insegnato che con le ragazze le parole non servono, e io invece sono qua a ragionare da ore.

Caterina: E cosa vorresti fare? (Si guardano. Pausa) Non posso.

Tony: Ma vorresti?

Caterina: (Pausa) Sì. Come farei a non pensarlo… (Tony fa per baciarla, ma lei si scosta) No Tony, farei un gran macello…

Tony: (Pausa) Scusa.

Caterina: Non scusarti.

Tony: Allora non mi scuso.

Caterina: (Pausa) Lui ha bisogno di me, Tony.

Tony: Aspetta un momento… hai detto “bisogno”?

Caterina: Sì, perché?

Tony: Te lo ha detto lui?

Caterina: Me lo ha detto lui ma lo sento pure io. Perché?

Tony: E’ la cosa più codarda che un uomo possa dire. (Pausa) Un uomo desidera una donna, non ne ha bisogno.

Caterina: E’ facile per te. Non sei nella mia posizione.

Tony: Ci stai per compassione.

Caterina: Io non… (Si scosta)

Tony: Ascoltami un momento…

Caterina: Senti, lascia…

Tony: Caterina, tu…

Caterina: Non ci sto per compassione!

Tony: Se solo tu…

Caterina: “Se solo tu…” cosa? Cosa vorresti insegnarmi? Smettila subito e evita di parlare di ciò che non conosci!

Tony: (Pausa) Scusami.

Caterina: (Pausa) Vuoi da bere?

Tony: No, ho già bevuto il caffè.

Caterina: (Pausa, con voce tremante) Ieri ha spiato nel mio cellulare. Non l’aveva mai fatto prima. E poi io gli ho alzato la voce.

Tony: Succede… Non vergognarti.

Caterina: Io e lui non abbiamo mai litigato. Capisci?

Tony: Non avete mai litigato?

Caterina: No, mai.

Tony: (Pausa) E… il fatto che non abbiate mai litigato è positivo per te?

Caterina: Perché?

Tony: No, così per chiedere…

Caterina: Penso di sì… Credevo di sì. Ma adesso ci sto riflettendo.

Tony: Comunque sono cose che capitano.

Caterina: Sono cose che non posso accettare. Tutto questo tempo, gli anni di convivenza…

Tony: Vuoi da bere?

Caterina: Ti avevo offerto io da bere. Comunque sì, grazie.

Tony: Hai qualcosa di là?

Caterina: Io bevo solo acqua.

Tony: Acqua?

Caterina: Sì, acqua.

Tony: Che tristezza…

Caterina: E’ la cosa più salutare che c’è!

Tony: E il vino?

Caterina: Io non lo bevo. Non mi piace.

Tony: Non ti piace perché non lo bevi con le persone giuste.

Caterina: Che c’entra…?

Tony: Il vino ha il sapore di chi ti fa compagnia.

Caterina: Sta’ zitto! Tanto non lo voglio!

Tony esce per le stanze interne: rientrerà successivamente con due bicchieri e la bottiglia di vino stappata.

Caterina: E’ incredibile! Io… io… Prima lo conosci, gli parli e ti piace. Il tempo passa e decidi che la cosa potrebbe farsi davvero seria e pensi: “oramai siamo abbastanza grandi”; “oramai tutto non può che andare per il meglio”. E poi scopri… E poi scopri cosa? Non so nemmeno…? Che tristezza, ma cosa mi è preso? E’ tutto così… Ma perché? Siamo come i bambini: queste cose capitano agli adolescenti, non dovrebbero più capitare a noi… (Si toglie la giacchetta) Che caldo… (Posa la giacchetta sul divano e si lascia cadere a terra, davanti al tavolino)

Tony: (Versa del vino in un bicchiere) E’ proprio vero. Sei una ragazzina... Tieni.

Caterina: Grazie. (Beve) Ma è vino!

Tony: Sì, esatto.

Caterina: Ma dove lo hai preso?

Tony: L’ho portato io.

Caterina: E dov’era?

Tony: Di là.

Caterina: Non lo voglio.

Tony: E perché?

Caterina: Ho appena bevuto un caffè. Lo sai che il caffè rilascia delle sostanze che aumentano l’effetto dell’alcool?

Tony: E allora?

Caterina: E allora non si beve l’alcool dopo il caffè.

Tony: Ma lasciare il fondo del bicchiere porta male, lo sai? Oramai lo hai bevuto…

Caterina: Ecco. Ma sì, diamoci pure all’alcool. Sono proprio decaduta!

Tony: E’ solo un bicchiere di vino…

Caterina: No, non è “solo un bicchiere di vino”. Questo è il simbolo del mio decadimento.

Tony: (Sedendosi accanto a lei) Sei proprio decaduta, sì…

Caterina: Mi faccio schifo da sola!

Tony: Fai schifo, sì…

Caterina: Ed è tutta colpa tua!

Tony: E’ tutta colpa mia…

Caterina: Sì, esatto. E non prendermi in giro.

Tony: E chi ti prende in giro? Io sono sincero. (Prende le sigarette dal taschino della giacchetta di Caterina)

Caterina: Qui non si fuma!

Tony: Ma oramai l’odore c’è…

Caterina: E allora va bene. Va bene, fuma. Tanto non fa più differenza. Tutto è perduto. (Beve)

Tony: Siamo proprio degli spaesati.

Caterina: Siamo dei disadattati, ecco cosa. Ma non faremmo prima ad accontentarci senza tante complicazioni? E invece no. (Si versa il vino) Abbiamo mille pretese e non siamo mai, mai contenti. (Beve)

Tony: Ehi, vacci piano. Questo è forte. (Legge l’etichetta) Tredici gradi.

Caterina: Sta’ zitto!

Tony: Ecco tieni. (Le passa una sigaretta)

Caterina: Io non fumo.

Tony: Come sei puritana…

Caterina: Sono puritana? Sì? Fumiamo! Fumiamo tutti con orgoglio! Tanto chi se ne frega di polmoni, cancro e tutto il resto. Prima o poi si deve morire, no?

Tony: Eh sì.

Caterina: E allora tanto vale morire con stile. (Fuma)

Tony: Eh sì. (Si versa da bere e beve)

Caterina: (Tossisce) Fa veramente schifo però mi sento una dea…!

Tony: Ci farai l’abitudine.

Caterina: Dammi il vino.

Tony: Solo un goccio.

Caterina: No, dammi il vino.

Tony: No.

Caterina: Dammi il vino.

Tony: Te lo verso io.

Caterina: Allora versa e sta’ zitto. (Tony versa il vino)

Tony: Basta.

Caterina: Ancora.

Tony: No.

Caterina: Sei un stupido. (Beve)

Tony: (Pausa) Sai cosa c’è che non sopporto di te?

Caterina: Cosa?

Tony: Non dici mai parolacce. Sei sempre tutta così… trattenuta. Avanti, liberati un po’.

Caterina: Sono trattenuta?

Tony: Sì, sempre. (Si versa da bere e beve)

Caterina: Bene, allora sappi che da oggi cambio strada… (Si alza) Di sicuro io sono una bastarda, e questo lo ammetto…

Tony: Di più…

Caterina: Sono una stronza…

Tony: Di più, di più…

Caterina: Sono una puritana… una puttana…

Tony: Ora ci siamo.

Caterina: E tu sei un…

Tony: Un…?

Caterina: Un minchione.

Tony: Impegnati.

Caterina: Un pezzo di merda.

Tony: Vai così!

Caterina: Però c’è una cosa che io volevo dire da molto tempo: i cavalli… A te piacciono i cavalli?

Tony: Per niente.

Caterina: A me fanno veramente schifo. I cavalli e quei frocetti schizzinosi dei fantini.

Tony: E cosa ti piace allora?

Caterina: Lo vuoi proprio sapere? E’ un segreto, eh? Rimanga fra me e te… (Si siede)

Tony: Labbra cucite, segreto di stato.

Caterina: A me è sempre piaciuto il calcio. Però non è femminile e non va bene per una ragazza…

Tony: Allora anche io dirò la mia. Volevo dirla da un po’… (Si alza)

Caterina: Dilla…

Tony: “Tazio” è veramente un nome orrendo.

Caterina: Che fai, ti trattieni anche tu?

Tony: Un nome di merda.

Caterina: In effetti, ora che mi ci fai pensare, è davvero un brutto nome.

Tony: (Ridono) Insomma… come si fa a chiamare un figlio “Tazio”? Cioè, i genitori cos’avevano bevuto in quel momento…? Volevano la specialità!

Caterina: (Improvvisamente) Zitto!

Tony: Cosa?

Caterina: Zitto! Sta’ zitto!

Tony: Perché?

Caterina: Non montarti la testa… Non lo sopporto…

Tony: Ma io…

Caterina: No. A cuccia.

Tony: Ma che c’entra…

Caterina: E tu cos’hai di tanto speciale, sentiamo?

Tony: Cos’ho io di speciale? Cucino, sì, ma niente di particolare. Non so andare a cavallo, non ho un garage tutto mio. Ho un’auto usata del ’97: non gli vanno i tergicristalli. Avevo un motorino una volta, ma gli dettero fuoco. Chissà perché? E poi, figuriamoci, dipingo ma non sono di certo un genio. Ce ne sono di bravi al mondo, molto più di me… Ah, vuoi sapere una cosa che odio davvero? Odio mettere le foto della mia ragazza ovunque. Lo odio. Insomma, io di ragazze ne ho avute ma non ho mai riempito pareti intere e sfondi del cellulare di fotografie. Mai. Alcune credevano che non le amassi per questo: non hanno capito niente. Purtroppo è così. Tutti ti offriranno una vita perfetta, senza pensieri né desideri, senza difetti né sconfitte, una vita di foto e gioielli... Io no… Io porto il carbone, e il carbone è molto più sincero del diamante… (Pausa) Stasera abbiamo il poeta maledetto…

Caterina: Come sei stupido. Sempre a sminuirti… (Fa per versare il vino nel bicchiere)

Tony: Basta! (Allontana la bottiglia)

Caterina: Vaffanculo! (Si avvicina a Tony e si siedono sul divano. Poggia la testa su di lui) Oddio, come sono diventata volgare. Ho detto troppe parolacce.

Tony: Sei ancora una apprendista.

Caterina: Però mi sento meglio… Ma che vino era?

Tony: Non preoccuparti. E’ buono, è buono… (Si accende una sigaretta)

Caterina: Che bello. (Pausa) Vuoi sapere un cosa…?

Tony: Cosa?

Caterina: Il caffè e la sigaretta hanno lo stesso sapore.

Tony: Non ci avevo mai fatto caso.

Caterina: E tu poi cosa vuoi fare?

Tony: Cioè?

Caterina: Perché la pittura? Cosa ti piace della pittura?

Tony: Ma a me non piace la pittura.

Caterina: Come non ti piace?

Tony: Non è un passatempo.

Caterina: E allora perché dipingi?

Tony: (Pausa) Perché…? Non lo so… Non me lo sono mai chiesto…

Caterina: E allora perché ti attira così tanto?

Tony: (Pausa) Penso che sia il desiderio di stare solo. Solo: dove niente si muove e niente parla, sbraita. Senti il tuo respiro. Tutto è fermo… Sei soltanto tu e il mondo che crei.

Caterina: E per te cosa sono i tuoi lavori?

Tony: Non so… forse… pezzi di me… che strappo da me stesso e ripongo lì, servendomi del pennello… Non mi fisso troppo su schemi o... sì, servono anche quelli ma… L’arte è come l’amore: è sregolata. Non la puoi comandare totalmente. Prende vita e diventa una cosa autonoma, a sé stante, indipendente. E magari non ne sei più neanche padrone, ma è lei che ti comanda.

Caterina: (Pausa) E qual è il tuo colore preferito?

Tony: Beh, mi piacciono tutti i colori, che domande…

Caterina: Sapevo che avresti detto così. Sei prevedibile.

Tony: Tu dici?

Caterina: Ma almeno uno che ti colpisce più degli altri ce lo avrai…

Tony: Penso sia il blu. (Pausa) E invece il tuo colore preferito è il rosso. Anzi, arancio scuro. (Caterina lo guarda, colpita) Lo smalto sulle tue unghie. Quando ci passi quel colore sono molto più curate rispetto a quando le hai bianche o celesti… Le hai avute anche viola…

Caterina: Non ricordo quando ti ho detto questo…

Tony: Sei prevedibile. (Pausa) Blu e arancio sono colori complementari, lo sai?

Caterina: Cosa vuol dire?

Tony: Vuol dire che, se accostati, si fanno luce a vicenda.

Caterina: Sì, ma il mio non è arancione, è un quasi rosso.

Tony: Dipende dai punti di vista.

Caterina: (Pausa) Però non è facile… Ci si campa con l’arte oggigiorno? Bisogna rimanere anche coi piedi per terra… (Si inginocchia sul divano, rivolta verso Tony) Che aspettative hai? Cosa vuoi fare da… grande?

Tony: “Cosa voglio fare da grande”? E che ne so?!

Caterina: Quindi non hai aspettative…?

Tony: Non è che non ho aspettative, io rifiuto le aspettative. Mi godo il momento, il viaggio.

Caterina: E poi?

Tony: Non so… Non so dove tutto questo mi porterà, non lo so davvero. Tanti mi guardano e mi giudicano uno sfigato o un buono a niente, un essere inutile. Ma io adesso sono contento, non desidero di meglio. E la gente è invidiosa, che ci vuoi fare... Mi basta poco. Faccio ciò che mi piace: dipingo. Sono felice, e i miei lavori sono apprezzati dalla ragazza più dolce del mondo. Chi sta meglio di me?

Caterina: (Gli prende la mano) Me li farai vedere tutti, vero?

Tony: Sì.

Caterina: Tutti, tutti?

Tony: Tutti, tutti.

Caterina: (Pausa) Ma questo è un sogno… Non è reale... Non è che siamo caduti in un sogno...? Un sogno dove siamo solo io e te. Un viaggio inaspettato. E’ come se… è come se tutto si fosse fermato. Tutto si è fermato in un momento. Il tuo respiro, e il mio… che si fanno più grandi. Tutto è fermo e il silenzio ha un suono così forte… E’ un silenzio che non conoscevo, che non credevo… Eppure è qui, c’è sempre stato. Come ho fatto a non accorgermene finora? Come…? (Gli bacia la mano, poi si addormenta)

Tony solleva Caterina e la posa sul divano, coprendola con la sua giacchetta lasciata nelle vicinanze. La bacia sulla guancia, si rimette il giacchetto e fa per uscire dalla porta, poi però esce dalla finestra.

Quadro 3

Tony: (Nel frattempo entra Tazio con un pacchetto e una bottiglia di vino, si guarda attorno, posa accuratamente il pacchetto sul divano, lascia la bottiglia di vino sulla mensola e esce per i corridoi interni) Eh sì. Ogni storia ha un principio e ha una fine. E davanti alla fine possiamo notare l’esistenza di tre categorie di uomini. La prima appartiene a chi ignora completamente la fine: vivono giorno per giorno, come se non ci fosse uno “ieri”, come se non ci fosse un “domani”.

Entra Caterina. Si toglie la giacchetta. Nota la bottiglia di vino sulla mensola. Si avvicina alla vetrina controllandone l’interno. Successivamente fa per tornare alla mensola ma nota il pacchetto sul divano, dove si siede. Entra Tazio con una bottiglia di costoso champagne e due calici.

Tazio: Buon anniversario amore.

Caterina: Buon anniversario.

Tazio: Cinque bellissimi anni.

Caterina: Cinque bellissimi anni.

Tazio: Auguri. (Versa lo champagne nei calici e ne porge uno a Caterina)

Caterina: Auguri. (Fanno toccare i bicchieri e bevono)

Tazio: Aprilo.

Caterina: Sì, ora lo apro. (Apre il pacchetto: estrae una collana bianca)

Tazio: Ti piace?

Caterina: E’ molto bella.

Tazio: (Pausa) Ti amo, Caterina.

Caterina: Bella, davvero.

Tazio: Tu mi ami?

Caterina: Certo che ti amo. (Si alza di scatto) Cos’è questa bottiglia di vino?

Tazio: Mi è appena arrivata dall’Argentina.

Caterina: Accidenti, deve costare molto…

Tazio: Sì, in effetti…

Caterina: Deve anche essere molto buono. Caspita! Dodici gradi e mezzo!

Tazio: Caterina…

Caterina: Sì?

Tazio: Da quando ti intendi di vino?

Caterina: (Guardando la vetrina) No, era così per chiedere…

Tazio: E perché tutto questo interesse proprio ora? Ho capito: ti è venuta la curiosità di berne una, vero? Ma lo sai: la bottiglia perde tutto il suo valore se stappata.

Caterina: Ma figurati. E poi io non bevo vino…

Tazio: Sì, in effetti mi stupirei molto. Ti smentiresti. Ma tu sei così determinata… Quando ti metti in testa una cosa non ti smuove nessuno. Non che voglia convincerti a bere, eh?! Intendiamoci.

Caterina: Certo, certo.

Tazio: A proposito, dov’eri?

Caterina: In biblioteca.

Tazio: E che libri… Ma si può parlare stando seduti? Insomma, oggi è il nostro anniversario ed è tutto il giorno che non ci vediamo. Rilassati.

Caterina: Mi siedo, mi siedo. (Si siede sul divano)

Tazio: Che libri hai preso?

Caterina: Ho restituito quelli che avevo già.

Tazio: Hai l’esame fra poco e restituisci i libri adesso?

Caterina: Il prestito non può durare più di un mese. Altrimenti avrei dovuto pagare per il ritardo.

Tazio: Beh, non sarebbe stato certo un problema…

Caterina: Non mi sembrava giusto. Magari servissero a qualcun altro…

Tazio: Sei altruista come sempre, anche troppo… (Si avvicina a lei)

Caterina: (Pausa) Tazio…

Tazio: Sì amore?

Caterina: Qual è il tuo colore preferito?

Tazio: Non capisco la domanda.

Caterina: E’ semplice: qual è il tuo colore preferito?

Tazio: Il nero.

Caterina: E perché?

Tazio: Il nero è il colore dell’eleganza. E poi so che a te piace il bianco. E rendi le mie giornate più chiare di quanto lo siano… Non è forse vero che ti piace il bianco?

Caterina: Certo che mi piace il bianco.

Tazio: Tu sei il mio bianco, come questa collana.

Caterina: Eh sì. (Si alza) Scusa, vado in bagno.

Tazio: Vai, pure.

Caterina esce. Tazio controlla il cellulare di Caterina, che era nella borsa. Successivamente, rimette il cellulare dove lo aveva trovato e torna al suo posto. Caterina rientra.

Tazio: Amore…

Caterina: Sì?

Tazio: Qualcosa non va?

Caterina: No. Non c’è niente che non va…

Tazio: E allora che hai? Sei agitata. Perché sbuffi così tanto?

Caterina: E’ per via dell’esame… Infatti dovrei studiare…

Tazio: Ma dai retta a me: per oggi lascia perdere…

Caterina: No, non posso…

Tazio: Nemmeno per il nostro anniversario?

Caterina: Andiamo a cena fuori stasera giusto?

Tazio: Sì.

Caterina: Allora festeggeremo lì.

Tazio: (Pausa) Tu hai qualcosa che non va…

Caterina: Non ho niente che non va. Basta con questo discorso.

Tazio: Mi trascuri. Lo sai che io penso sempre a te, vero?

Caterina: (Nervosa) Siamo Tazio e Caterina: T e C! Va bene!

Tazio: (Pausa) Amore, come mai mi alzi la voce ancora?

Caterina: Tazio, me lo ripeti ogni giorno!

Tazio: Te lo ripeterei all’infinito…

Caterina: Cosa, che hai bisogno di me? Ho bisogno, ho bisogno… (Crolla sul divano)

Tazio: Amore, questo tuo comportamento non è da te! Mi puoi dire che hai? Cos’è? Cosa mi vuoi dire?

Caterina: Niente.

Tazio: Vuoi…

Caterina: Non ho niente che non va!

Tazio: (Pausa) Mi sembri impazzita.

Caterina: Sì, forse lo sono davvero.

Tazio: Ti rendi conto che stiamo litigando?

Caterina: Non stiamo litigando.

Tazio: Stiamo litigando.

Caterina: E va bene. Mettiamo che stiamo litigando. E allora?!

Tazio: “E allora”!? “E allora”… Quant’è che stiamo insieme Caterina? Ti rendi conto che… non so cosa pensare… E’ tutto crollato, ti rendi conto?!

Caterina: Non è crollato niente. Una litigata ogni tanto non uccide nessuno. E poi non stiamo litigando.

Tazio: Tu sei cambiata!

Caterina: Basta Tazio! Non sono cambiata!

Tazio: Io… (Suona il cellulare. Tazio risponde) Dottore buonasera. Ah, bene, bene! Certamente che ci saremo! Giovedì prossimo all’Hotel Nettuno, benissimo. Certo che ci sarà, così ve la presenterò. Sarà piacere nostro. Buonasera e grazie. (Butta giù)

Caterina: Chi era?

Tazio: Un mio collega. La prossima settimana festeggia gli anni il direttore. Sessant’anni. Ah, lo invidio sotto sotto. Ha il suo conto in banca, ha la sua famiglia, il suo lavoro, la sua tranquillità… Nessuna preoccupazione al mondo. Nessuna. Certo, l’età avanza, ma sessant’anni non sono poi troppi. Un ufficio tutto per sé… E noi invece… Tesoro, io lo so che forse mi vedi distaccato per via del lavoro ma sappi che in testa non ho nient’altro che te. Io senza te non ce la faccio.

Caterina: (Pausa) Non ce la fai…

Tazio: E adesso promettimi che non litigheremo mai più. Promettimi che non alzerai più la voce. Promettimi che ti darai una calmata. Per favore. Io non posso sopportare l’idea che tu non ti renda conto di quanto sia perfetta la tua vita. Ma cosa vuoi di più? Guarda. (Tira fuori un sacchettino) Ti avevo comprato anche un altro pensierino. (Caterina estrae dal sacchettino un ciondolo a forma di cuore) Non è niente di che ma… (Caterina apre il ciondolo contenente una foto dei due fidanzati) Ti piace?

Caterina: Molto, grazie…

Tazio: Questo è per ricordarti del ragazzo che ti ama…

Caterina: Un ragazzo che ha bisogno di me…

Tazio: Sì, lui, il ragazzo al quale tu hai reso la vita perfetta… Niente da dire?

Caterina: Che ho da dire… Sono molto contenta.

Tazio: E poi…?

Caterina: (Pausa) Nella vita si cambia Tazio, è questo ciò che tu devi comprendere… E a volte si passano al setaccio le proprie posizioni…

Tazio: Ma questo è come dire che allora ogni cosa può essere messa in discussione, può essere “ripensata”. Questo vuol dire che non ci sono delle regole, degli schemi, tutto può essere ribaltato. Così, basta volerlo. Ci sono delle formule, delle fondamenta da rispettare, degli ordini. Altrimenti niente regge. Ma tu… Voglio dire: non hai mai fatto una scelta sbagliata, cosa hai da ripensare? Io questo mi domando… E’ come se una persona, orgogliosa di non aver mai fumato, improvvisamente si mettesse a fumare, credendo che faccia bene…

Caterina: Prima o poi a tutti capita di fumare la prima sigaretta, e non di certo perché si crede che faccia bene. Ma quando ti rendi conto che hai guardato il mondo solo da una finestra chiusa... (Guarda verso la finestra)

Tazio: Sì, ma fumare fa male.

Caterina: Hai mai fumato Tazio?

Tazio: No, mai.

Caterina: Si vede.

Tazio: Ma cosa stai dicendo?

Caterina: Lascia perdere, lascia perdere…

Tazio: (Pausa) Io credo che con un po’ di tempo i tuoi problemi si risolveranno.

Caterina: “I tuoi, i tuoi”… Come se il problema riguardasse solo me.

Tazio: Senti Caterina, parliamoci sinceramente: io non ho idea di dove tu voglia arrivare con tutti questi discorsi ma sappi che se hai intenzione di mettere in discussione me e la vita che conduci, bene, sappi che non sono disposto ad accettarlo. Vogliamo dirci la verità? Io non credo di creare tutti questi problemi, senza contare che vivi magnificamente, una vita che tutti invidierebbero…

Caterina: (Guardando il ciondolo) …una vita perfetta, senza pensieri né desideri, senza difetti né sconfitte, una vita di foto e gioielli…

Tazio: Sei diventata cattiva, Caterina. Molto cattiva.

Caterina rimane colpita. Tazio esce.

Caterina: Il tempo… Il tempo crea solo capricci. Quanti problemi abbiamo risolto rimandando tutto al tempo? “Il tempo risolverà tutto”: quante volte lo abbiamo ripetuto? Quante volte ce lo siamo detti pur di non litigare, pur di non guardarci in faccia? Tazio. (Ride) Tazio. (Ride)

Tazio torna con una scatolina nera che posa sulla mensola.

Tazio: Che c’è? Che ridi?

Caterina: Niente, niente, ora mi calmo… (Ride)

Tazio: Amore io non ti capisco più. Io… Vorresti dirmi di tornare indietro e iniziare tutto da capo? Tesoro, sei fuori di senno. Non si può tornare indietro. Ognuno di noi non può tornare indietro. Tu hai fatto le tue scelte, e quando ti ho chiesto se volevi essere la mia ragazza tu mi hai detto “sì”. E quando ti ho chiesto di venire a convivere con me, tu mi hai detto “sì”. Io e la mia famiglia teniamo talmente tanto a te che ho già inserito il tuo nome nel nostro albero genealogico. Tu appartieni già ai diretti discendenti di un casato nobiliare risalente al quindicesimo secolo.

Caterina: (Colpita) Ma io questo non lo sapevo. Non me lo hai mai detto…

Tazio: Amore non l’ho mai detto, è vero: doveva essere una sorpresa. Ma se tu ora mi parli del tempo, io ti dico che di tempo non ne abbiamo più. (Prende la scatolina dalla mensola) Mi inchino a te, nella maniera più umile che un uomo possa fare. (Si inginocchia davanti a Caterina) Ti prego, adesso dammi una risposta, una risposta definitiva, sapendo bene chi hai di fronte a te.  (Apre la scatolina: un anello) Amore, vuoi sposarmi? (Caterina rimane ammutolita)

Tony: (Nel frattempo la scena è immobile) Poi ci sono quelli che, vedendo la fine, cambiano rotta: fuggono, rimandano, rimandano, rimandano; incapaci di affrontare la realtà, incapaci di guardarsi negli occhi.

Quadro 4

Caterina dorme sul divano. La scena è illuminata di vari colori. Viene illuminato Tazio in abito nero, con una scatolina nera in mano, contenente l’anello nuziale. Caterina si alza. Viene illuminato Tony, seduto sul divano accanto a lei, vestito di bianco. Caterina lo tocca. Tony si volta e la guarda, successivamente volta la testa in basso e rimane nel buio. Anche su Tazio cala il buio. Una luce illumina il centro scena, Caterina entra nella luce e guarda verso l’orizzonte. Respira lentamente, ferma. Tony, dal buio, abbraccia da dietro Caterina. Pausa. Lei lo accarezza. Tony le prende la mano e le dà un bacio sulla guancia. La conduce con sé verso l’altra parte del palcoscenico. Guardano il cielo. La luce diventa blu. Tony tira fuori il pacchetto di sigarette. Fumano. Tony dipinge nell’aria, usando la sigaretta come fosse un pennello e la finestra come se fosse la tela. Lasciano cadere la cenere della sigaretta a terra. Caterina rimane meravigliata guardandosi attorno. Si mette in posa di fronte a Tony. Ridendo, Tony continua a dipingere e Caterina fa da modella, cambiando posizione talvolta. Ogni tanto lui si alza e la bacia sulla guancia, lei ricambia con altrettanti baci. Poi, il dipinto viene aperto come fosse una finestra nell’aria. Tony simula di oltrepassare la finestra. Lei lo segue tenendolo per mano. Si fermano. Si fissano. Pausa. Guardano in alto. Pausa. Chiudono gli occhi, ascoltando il silenzio, il respiro, il battito. Pausa. Si guardano nuovamente negli occhi. Lui si china, le bacia la mano. Ballano. Infine, si sdraiano sul divano. Ambedue guardando il cielo, lei giace su di lui. Pausa. Tazio si avvicina, versa del vino in due calici e con un preciso inchino si allontana. Tony e Caterina rimangono immobili, poi si sollevano e bevono dai calici. Ridono. Caterina poggia la testa sulle gambe di Tony e lo bacia sul collo più volte. Lui la ferma e sfiora con la propria bocca quella di lei, come a volerle accarezzare le labbra con le proprie. Pausa. La luce diventa color fiamma. I due guardano verso il basso: il vulcano. Lei si alza e inizia a correre. Lui fa per acchiapparla, ma Caterina incontra Tazio, che viene improvvisamente illuminato. Pausa. Caterina crolla. Tony la afferra, la strattona ma lei non si muove. Infine lascia la presa. Lei si volta, come a cercare Tony, ma non lo trova. Tony si allontana. Afferrando Caterina, Tazio si inginocchia, apre la scatolina che tiene in mano. Caterina continua a cercare Tony mentre si avvicina al divano, dove si sdraia. Tazio e Tony escono da lati opposti. Caterina si addormenta. La scena illumina solo Caterina. Si sveglia di soprassalto. Si guarda attorno. Sospira. Buio.

Quadro 5

Entra Tazio.

Tazio: Amore, sbrigati! Sono quasi le otto!

Caterina: (Da dentro) Un momento sono quasi pronta!

Tazio: Dai, muoviti! Lo sai che è una cena importante...! Ma cosa stai facendo?

Caterina: (Da dentro) Ho quasi fatto!

Tazio: Ti aspetto in macchina. Non farmi aspettare troppo! (Fa per andare, controllando nelle tasche, poi si volta per prendere le chiavi sulla mensola ma vede il cellulare di Caterina, che afferra e controlla)

Entra Caterina.

Tazio: (Posando il cellulare di scatto senza farsi vedere) Dove sono le chiavi?

Caterina: (Guardando velocemente dalla finestra, poi finisce di mettersi un vestito) Nel solito posto, no?

Tazio: Ah sì, certo. (Prende le chiavi da un cesto sulla mensola)

Caterina: Amore, dato che ci sei, mi porti i tacchi, per cortesia? Li ho messi lì accanto.

Tazio: Sì. (Prende i tacchi e li porta a Caterina)

Caterina: Ah, gli orecchini!

Caterina esce per i corridoi interni.

Tazio: Su, tesoro!

Caterina: (Da dentro) Arrivo! (Rientrando) Dove hai messo…

Tazio: Qui. Sono qui. (Indica i tacchi)

Caterina: (Mettendosi i tacchi) Insomma, chi devo salutare?

Tazio: I signori Rodari. Hanno una impresa edile tra le più importanti della regione. Se riesco a mantenerci i contatti sono sicuro che riuscirò a ricavarci qualcosa. Stiamo già discutendo di affari.

Caterina: Bene, bene.

Tazio: Che cosa c’è?

Caterina: Niente.

Tazio: Non mi sembri molto contenta.

Caterina: E’ lavoro, Tazio. Il lavoro è lavoro.

Tazio: (Pausa) Non ti metti collane?

Caterina: Adesso vado a prenderla.

Tazio: Dov’è quella che ti ho regalato la scorsa settimana? Hai detto che l’avresti usata nelle occasioni importanti.

Caterina: Vado a truccarmi. Aspettami giù.

Caterina esce per i corridoi interni. Tazio esce dalla porta d’ingresso. Tony si affaccia dalla finestra. Caterina rientra con la collana bianca al collo e guarda il cellulare.

Tony: Che bella conversazione…!

Caterina: Tony.

Tony: (Sulla soglia della finestra) Posso?

Caterina: No, Tazio è qui! Che fai? E poi cosa stai a spiare?

Tony: Non stavo spiando… Venendo vi ho sentiti parlare e ho aspettato che il tizio se ne andasse…

Caterina: Tazio!

Tony: Tizio-Tazio.

Caterina: (Le viene da ridere ma si trattiene) Non puoi fare così. Non va bene.

Tony: No che non va bene. Certo.

Caterina: Tony, parliamoci chiaramente: io non sono presa quanto te da questa situazione.

Tony: Beh, questa mi risulta nuova. I fatti parlano chiaro…

Caterina: Beh, le circostanze sono cambiate.

Tony: Sì, eh?!

Caterina: Sì.

Tony: Ho capito.

Caterina: Quindi non… (Si sentono dei passi da fuori) Stai giù!

Tony si nasconde. Entra Tazio dalla porta d’ingresso.

Tazio: Amore, quanto ci stai? Che stai facendo?

Caterina: Niente tesoro.

Tazio: Vorrei che ti rendessi conto che sono le otto e il ristorante è a mezz’ora da qui…!

Caterina: Ho quasi fatto…

Tazio: Che stavi facendo alla finestra?

Caterina: Niente… cambiavo l’aria, perché ora passo lo smalto sulle unghie…

Tazio: (Si affaccia alla finestra, poi si volta) Che c’entra lo smalto sulle unghie?

Caterina: L’aria deve essere fresca perché si asciughino in fretta…

Tazio: E non puoi mettertelo mentre siamo in strada? Ma non ti sei ancora truccata…

Caterina: Dammi dieci minuti.

Tazio: Dieci minuti…

Caterina: Ma perché sei tornato, scusa? Ti avevo detto che stavo arrivando…

Tazio: Ho… Mi sono scordato di prendere l’orologio.

Caterina: Sì tesoro, vai.

Tazio: Ti sei messa la mia collana. Ti sta proprio bene.

Tony spunta dalla finestra scuotendo la testa e schernendo Tazio.

Caterina: Tu… dici?

Tazio: Sì, ti dona molto. Cosa guardi?

Tony torna giù.

Caterina: Io? No… Mi sembrava di aver visto qualcosa…

Tazio: Dove? Cosa?

Caterina: Tesoro, va’ a prendere il tuo orologio, altrimenti faremo veramente tardi…

Tazio: Sì, hai ragione. Vado, vado.

Tazio esce per i corridoi interni. Tony si affaccia dalla finestra.

Tony: E di che colore le fai le unghie?

Caterina: Sei matto? Tu non capisci i rischi che stiamo correndo! Mi hai fatto quasi prendere un infarto! Non startene lì così!

Tony: Tu sei proprio brava a recitare. Sei proprio una mascherina.

Caterina: Tony, sta’ zitto e vattene! Mi metterai nei guai!

Tony: Lo sei già.

Caterina: No, io non sono nei guai. Vattene Tony.

Tony: Ho capito: te le farai bianche. Peccato…

Caterina: Peccato cosa? Tony dove vai!?

Tony si nasconde. Tazio rientra.

Tazio: Mi sono messo quello di cuoio. Quello che mi hai regalato tu.

Caterina: E’ un bellissimo orologio, amore.

Tazio: Vado a prendere la macchina in garage.

Caterina: Vai, amore. Sono da te tra pochissimo.

Tazio esce dalla porta d’ingresso.

Caterina: (Rivolta alla finestra) Tony, vattene via! E’ finita, Tony! (Pausa) Ma dov’è? (Il campanello suona) Amore che c’è? Lo sai che adesso arrivo, non è passato neanche un minuto. (Apre la porta)

Entra Tony dalla porta d’ingresso.

Tony: In effetti le circostanze sono cambiate.

Caterina: Tony!

Tony: Comunque è davvero un bell’orologio, e anche la tua collana è molto preziosa.

Caterina: Sei passato davanti a Tazio così… Sei pazzo?

Tony: Questo è già stato appurato.

Caterina: Bene, io non voglio fare la tua fine.

Tony: Non ti invidio.

Caterina: Insomma, mi dici che cosa vuoi?

Tony: La stessa cosa che vuoi tu.

Caterina: E cosa voglio io?

Tony: (Pausa) La verità.

Caterina: La verità?

Tony: Sì, esatto. (Pausa) Sii spietata ma sincera…

Caterina: (Pausa) Adesso non posso, è una storia lunga…

Tony: No, adesso tu parlerai…

Caterina: No, io… sono in ritardo… scusami.

Tony: No, tu mi dirai come stanno le cose.

Caterina: (Pausa, con voce tremante) Lo sai Tony, io ti voglio bene…

Tony: Sì, questo lo so già… Ehi, non piangere. Non piangere. (L’abbraccia e la bacia sulla fronte)

Caterina: (Si scosta) Io devo andare, Tony… Non… Non farmi parlare e non farmi domande… Il sogno è finito. Vai, Tony.

Silenzio.

Tony: Ho capito. (Pausa) Era tutto un sogno.

Caterina: Un bellissimo sogno. Ma la realtà è un’altra e non… Mi spiace…

Tony: (Pausa) Sì. E’ giusto. Io… (Si avvicina alla vetrina) Era proprio un buon vino.

Caterina: Tony, ascoltami…

Tony: Peccato che oramai le abbiamo bevute tutte.

Caterina: Tony non fare finta di…

Tony: Ah, no. Ne manca una.

Caterina: Tony, ti prego…

Tony: Era anche la più buona. L’avevo tenuta per ultima…

Caterina: Tony, non fare…

Tony: (Le mette un dito davanti alla bocca) Sh, sh! Non parlare. (Prende dal taschino una lettera) Tieni è per te. (Porge la lettera a Caterina)

Caterina: (Pausa) Una lettera?

Tony: Fanne ciò che vuoi.

Caterina: Di cosa?

Tony: Saranno dei bambini che bevono vino immersi in un vulcano, sdraiati l’una sull’altro, con gli sguardi fissi verso l’orizzonte, mentre fumano una sigaretta…

Caterina: Tony… ma cosa?

Tony: La sorpresa che ti avevo portato per festeggiare questa occasione.

Caterina: Quale occasione…? (Pausa, si guardano) Quale… Tony… Ma allora tu…

Tony: Ogni cosa ha un suo giusto momento per essere esposta.

Caterina: (Tony si avvia verso la finestra. Pausa) Adesso tutto cambierà, vero? Non sarà più come prima… L’odore di sigaretta scompare…

Tony: Oppure è il naso ad essersi assuefatto…

Caterina: Già… Quale dei due?

Tony: Non lo so.

Caterina: Siamo uniti di nuovo da quel “non lo so”…

Tony: Magari tornerò per bere l’ultima bottiglia… Chissà.

Caterina: Questo allora non è un addio?

Tony: Non lo so…

Caterina: Mai che tu sappia dare una risposta certa, eh?!

Tony: L’unica cosa certa è che quella collana ti invecchia. Toglila.

Caterina: Tu dici? (Si toglie la collana) Così?

Tony: (Si guardano) Io vado.

Caterina: Tony, aspetta!

Tony: (La bacia) Ciao, bella bimba.

Tony esce dalla finestra.

Caterina: Tony!

Entra Tazio dalla porta d’ingresso. Caterina nasconde la lettera sotto un cuscino.

Tazio: Caterina, io ti chiedo scusa. Lo so, lo so che questo è un periodo difficile per te. Hai gli esami e tutto il resto. Però, lo sai che a te ci tengo. Io ho bisogno di te perché senza di te io sono morto. E ti voglio talmente tanto bene che quando ti vedo così mi preoccupi e… Caterina, ciò che voglio dirti è: ho guardato di nuovo nel tuo cellulare. Sì, lo so, ho sbagliato ancora… Scusami, davvero. Non volevo farlo di nuovo, ma… ma io sono troppo in pensiero per te e…

Caterina: Va bene Tazio. L’importante è la sincerità.

Tazio: Perdonami, io non volevo…

Caterina: Non ti preoccupare. E’ tutto a posto.

Tazio: Davvero?

Caterina: Sì, davvero.

Tazio: Non hai problemi con me?

Caterina: Non abbiamo mai litigato. Quale rapporto migliore potrei desiderare…

Tazio: Sì, è vero.

Caterina: Sei un po’ agitato per il lavoro, forse.

Tazio: Sì. Potrebbe essere… Ma ti sei tolta la collana?!

Caterina: Sì, ho un’irritazione.

Tazio: Vai bene anche così.

Caterina: Forse sì.

Tazio: Bene, allora se tutto è a posto, andiamo.

Caterina: Arrivo subito... (Si affaccia alla finestra)

Tazio: Che fai?

Caterina: Prendo una boccata d’aria. Ho un po’ di nausea…

Tazio: Hai le tue cose?

Caterina: Sì, proprio adesso.

Tazio: Ti aspetto…

Caterina: No, tu vai… Aspettami giù. (Pausa) Voglio stare un attimo da sola…

Tazio: (Pausa) E va bene, come vuoi, amore. (Pausa) Amore ma tu mi ami?

Caterina: (Pausa, voltandosi lentamente) Sì, ti amo.

Tazio: E perché hai cambiato lo sfondo del cellulare? Perché non tieni la foto di noi due?

Caterina: Mi piaceva.

Tazio: Che cos’è quell’immagine che hai messo?

Caterina: Bufera di neve di William Turner.

Tazio: William Turner?! (Ride) Ma non è il personaggio di un film…? William Turner… (Ride)

Tazio esce dalla porta d’ingresso.

Caterina: No. (Apre la lettera. Estrae una sigaretta e un accendino. Accende la sigaretta e fuma. Estrae un foglio di carta. Legge. Si alza di scatto, si avvicina alla finestra e tira fuori, da dietro il balcone, una tavola impacchettata)

 

Tony: (Fumando. Nel frattempo, la luce illumina solo Tony e Caterina, che toglie la carta e guarda il dipinto, commovendosi e continuando a fumare la sigaretta) E poi c’è la terza categoria: quella di coloro che, nonostante abbiano già intravisto cosa li attende oltre l’orizzonte, vanno avanti, procedono a piccoli passi, consapevoli che ogni passo li avvicinerà sempre più alla fine. Ma loro, in quei passi, trovano tutta la loro essenza, tutto il senso che la vita può dargli. E non sanno tornare indietro. (Si guardano negli occhi) Come fumo, l’anima evaderà dall’ebbrezza dei loro sguardi muti e salirà in cielo. Dei loro corpi incandescenti rimarrà soltanto cenere.

Il sipario si chiude. Tony rimane solo sul proscenio e continua a fumare la sigaretta.

Buio