CENTO MILIONI PER UN SOGGETTO
di Lionello Turrini
Come reagire quando rubano un'idea?
Si può rinunciare ad amore e successo
per un principio?
Personaggi (in ordine di apparizione)
PAOLO MURRI Protagonista
MAMMA DI PAOLO
MARCUCCI Presentatore
CAMILLA Segretaria di Produzione
FOSCO ROCCHETTI Produttore cinematografico
ORESTE CONTINI Regista
SANDRA CARINI Attrice
ELETTRICISTA
AVVOCATO DI PAOLO
CENTO MILIONI PER UN SOGGETTO
ATTO
PRIMO
Scena prima
Il sipario si apre su un'anticamera, molto avanzata rispetto al fondo. Pochi elementi:
un attaccapanni, uno specchio, una mensola. Sulla mensola una cartelletta per appunti.
Paolo è in scena, sta staccando l'impermeabile - che poi terrà al braccio -
dall'attaccapanni.
PAOLO Ciao, mamma. Esco.
MAMMA (entrando da una stanza interna. E' ben vestita, non in abiti da casalinga.
Non porta gioielli, ovviamente) Ciao Paolo. Si può sapere dove stai andando
(il tono è dolce, non di rimprovero) ?
PAO C'è la premiazione di quel concorso, ti ricordi che te ne parlai?
MAM Il concorso?
PAO Ma, sì, quello per un copione cinematografico, inedito.100 milioni per un
soggetto. Non ti ricordi?
MAM Oh, sì. Ora ricordo. Me ne parlasti con molto entusiasmo alcuni mesi fa,
saranno sei almeno, o sbaglio?
PAO Beh, era aprile... sì sette mesi...
MAM Sì, sì ricordo benissimo. Eri talmente euforico in quei tempi. Ti eri chiuso nella
tua stanza e non volevi essere disturbato (dolce/ironica) per non perdere
l'ispirazione.
PAO Sì, era un lavoro in cui credevo molto.
MAM Così bello che, per scaramanzia - come dicevi tu - non se ne doveva parlare.
E per questa ragione, ancor oggi, è rimasto per me un mistero.
Ma... non mi dirai che hai vinto il primo premio?
PAO Nè il primo, nè il secondo. Nemmeno classificato tra i primi cinquanta.
Si vede che non era un gran lavoro.
MAM Beh, se non vai di fretta... potresti anche raccontarmela questa bellissima
storia. Ormai la scaramanzia...
PAO Adesso, mentre sto uscendo?
MAM Ho detto "se non vai di fretta". Ma riesco a resistere alla curiosità, sai?
Almeno fino a questa sera.
PAO (guarda l'orologio) Va be'. Due minuti penso di poterteli dedicare. Allora,
velocemente...
MAM Ma non troppo "velocemente". Sai quanto mi piacciono anche i dettagli.
PAO Allora, normalmente (mette un braccio intorno alla spalla della mamma -
inizia a raccontare) La storia è quasi vera. Anzi, direi che è proprio vera.
Proprio nel periodo in cui lessi sulla rivista "Cinema Oggi" il bando del
concorso, incontrai uscendo da una sala cinematografica, una ragazza che
mi colpì con il suo sguardo intenso. Mi ha guardato per un attimo, non so
se mi ha visto davvero. Sembrava assorta. Poi ha girato lo sguardo e se
ne è andata. Io sono rimasto lì, come uno stupido a guardarla mentre
si allontanava. Un volto così bello, quei capelli lunghi e soffici e quegli occhi...
MAM Te ne sei innamorato.
PAO Già, da quel momento è stata come un'ossessione: la vedevo dappertutto.
Guardavo una ragazza e subito si sovrapponeva il volto di lei. Se mi
soffermavo su una copertina di una rivista, ecco che il volto dell'attrice
o della modella diventava il suo.
MAM Ma questa è una cosa seria: una malattia.
PAO Da morirne (sorridendo). No, è passato tutto. E sai come?
MAM Immagino scrivendo.
PAO Che domande stupide ti faccio! Tu mi conosci da sempre e mi hai sempre
capito. Sì, mamma, proprio così. Mi sono buttato a scrivere e sono riuscito
a liberarmi da questa che stava diventando un'ossessione. Anche se quella
ragazza la rivedrei volentieri.
MAM Oh, su non distrarti pensando a lei. Vai avanti con la storia.
PAO Non è una gran storia. E' soprattutto una vicenda intimistica, fatta di sensazioni,
emozioni, paure, tensioni, gioie tutti sentimenti che si sviluppano qui,
a Milano, in una città frenetica che sembra non accorgersi delle persone se
non vedendole come lavoratori. Ed è in questo contrasto di ambiente
e di emozioni che nasce la storia d'amore. Perché (teatrale) cara mamma,
è una bellissima storia d'amore.
MAM Con un lieto fine. Eh? Tu poi la incontri e...
PAO (guarda l'orologio) Oddio, s'è fatto tardi. Mi spiace, ma devo proprio
andare.
MAM (incuriosita) Ma come finisce? Bene?
PAO Te lo dirò questa sera, quando rientro. Ma poi cosa ti importa: tanto
non è stata accettata. E' una storia da buttare. Da ce-sti-na-re. Ciao,
vado (bacio e via con l'impermeabile buttato sulla spalla).
SCENA SECONDA
Conferenza stampa - tavolo organizzazione - fotografi che scattano foto in
continuazione. I giornalisti e gli invitati sono in platea, nelle prime file, tra il pubblico.
PRESENTATORE Buonasera signori. Grazie per aver gentilmente accolto l'invito
della Rocc Production. Per noi, questo è un avvenimento eccezionale perché
possiamo finalmente comunicare l'esito del nostro concorso che ha visto la
partecipazione di oltre tremila autori. E dovevano essere autori non
professionisti. Il successo è stato notevole ed i lavori arrivati hanno messo
a dura prova la giuria.Però, dopo quattro mesi di letture, con proposte
veramente belle ed originali, sono stati selezionati cinque soggetti, diversi tra
loro,con temi molto validi. La decisione è stata difficile e sofferta, perché
nessuno dei cinque lavori selezionati meritaval'esclusione, e così si è arrivati
a questa decisione: tutt'e cinque i soggetti sono stati ritenuti validi per essere
ortati sullo schermo. Se saranno realizzati nei prossimi tre anni, ad ogni autore
verranno riconosciuti ben venti milioni (con enfasi), venti milioni ciascuno,
dico: praticamente il premio è raddoppiato. Dopo i tre anni cadrà l'opzione
della Rocc Production e ogni autore sarà libero di sfruttarsi il soggetto
come crede. Al soggetto scelto, quello che verrà realizzato subito, andranno
come previsto i 100 milioni. Ed ora possiamo senz'altro passare alla
premiazione dei quattro soggetti. Signorina Camilla, vuole aiutarmi?
CAM Con piacere (avanza verso i microfoni e porge alcuni fogli al presentatore)
PRE I finalisti sono: il signor Massimo Gatti con "La pietra dell'amore".
Applausi
CAM "La pietra dell'amore" è una storia fantastica. Narra di un dittatore tutto
particolare, che conquista il mondo anziché con le armi ed i soprusi, con una
pietra che emana amore. Quando sulla terra si è perso il concetto di odio
e le armi sono solo un ricordo, il dittatore può imporre il proprio dominio
in maniera incruenta, perché non trova resistenza. Alla fine...
PRE Stop. Alla fine... non si sa. Ecco, amici, vogliamo presentarvi come sono state
concepite le storie, senza offrirvi il finale.
DAL PUBBLICO Perché?
PRE Così... perché quando il film sarà realizzato, si potrà parlare di una storia nuova
e non già risaputa. Giusto? Andiamo avanti. Il secondo finalista è il signor
Gino Macchiaioli, il quale, fedelissimo al suo cognome, racconta una storia
di pittori: "Il giallo che uccide".
Applausi
CAM E' un giallo... che più giallo non si può. Perché è appunto del colore giallo che
il protagonista - noto pittore - si serve per uccidere le modelle di altri pittori
per farli incriminare e toglierli così dal mercato. Ma cos'ha questo giallo?
Ce lo spiegherà alla fine...
PRE Ok, alla fine. L'altro finalista è il signor Aurelio Righetti con
"Calciomercato".
Applausi
CAM Il soggetto di "Calciomercato" è di grande interesse sociale. Vede all'opera
dirigenti di società sportive, alcuni seri, altri mezzi falliti che cercano nel calcio
di farsi un nome per avere credito. Vecchi giocatori, ora procuratori di giovani
e soprattutto giovani che si aggirano in attesa di trovare una squadra.
Oggi i calciatori sono tanti e trovare un club cui accasarsi è importante,
specialmente per il giovane Carlo, con la fidanzata incinta, che ha bisogno
di giocare. Tra tante cattiverie ed egoismi, la vicenda si conclude...
PRE Si conclude, sì, sì. Si conclude. Ma non diciamo come. Il quarto finalista
è il signor Marco Ribelli con "La villetta".
Applausi
CAM "La villetta" narra le peripezie di una famiglia che deve cambiare casa perché
ha dei vicini terribili e chiassosi. Finalmente trovano in vendita una villetta:
i soldi sono pochi, ma tutta la famiglia si sentirà impegnata a risparmiare,
facendo anche lavoretti extra. Arriva il giorno del trasloco, ed il tanto sognato
inizio di una nuova vita, quando...
PRE Quando la famiglia scoprirà che... Anche questo potrebbe essere un bel film.
Certo, certo. Con quel finale così... Beh, siamo arrivati al quinto finalista, cioè
al vincitore di questo splendido concorso. Si è deciso di premiare (pausa),
ecco qui ci vorrebbe il rullo dei tamburi per creare la giusta atmosfera.
Il vincitore è... Mi sembra giusto che a proclamare il nome del vincitore sia lui,
il nostro presidente, il Commendator Fosco Rocchetti, la vera anima della
Rocc Production.
ROCCHETTI Grazie (al presentatore) Grazie (in risposta agli applausi) Sì, come ha
detto il Marcucci, siamo felici. Però, però vi devo deludere. Il nome... non
lo posso dire.
(brusii tra il pubblico)
Proprio così, amici, l'autore non vuole essere citato. Ha chiesto di conservare
l'anonimato. Perché - ha spiegato - si tratta di una storia troppo personale e non
vorrebbe esporsi. Insomma, pare che abbia proprio delle buone ragioni, che
nemmeno i nostri legali sono riusciti a demolire. Ma lo sapremo sicuramente
quando il film sarà realizzato. A quel punto, lo ha promesso, si rivelerà (brusii
che il Commendatore tronca) Va bene, va bene. Non abbiamo il nome, ma
c'è questa bellissima storia d'amore che sarà realizzata da un regista esordiente.
Dai, Marcucci, presentalo (e torna a sedersi).
PRE La realizzazione del soggetto da cento milioni è stata affidata ad un giovane
regista, non ancora trentenne. Al suo attivo ha alcuni documentari sui giovani
d'oggi. Come vivono, come amano, che problemi incontrano nello studio
e nel lavoro. Conosce molto bene l'"universo giovani" ed è quindi la persona
giusta per sviluppare questo tema d'amore tra i giovani.
DAL PUBBLICO Ma questo tema, avrà un titolo. Di che si tratta?
PRE Eh, signore la sua curiosità non rispetta i nostri tempi. E' tutto calibrato.
Prima l'autore, poi il regista ed infine la storia e poi... poi ci sarà anche una
deliziosa sorpresa. Lasciatemi presentare questo giovane talento. Signori:
Oreste Contini.
Applausi
CONTINI (si alza. E' tra le persone sul palco. Si avvicina al microfono) Grazie,
signori. Sono felice di questo incarico. Il soggetto è molto bello. Merita
davvero i cento milioni. Facciamo un applauso al nostro ignoto autore, che
magari si trova lì, tra voi, forse troppo timido per rivelarsi. Ho ricevuto il
copione quindici giorni fa. L'ho letto e mi sono subito messo al lavoro.
E devo dirvi che ho avuto una fortuna sfacciata. Pensate che mi trovavo
qualche giorno fa fuori del Cinema Manzoni quando vedo una ragazza... ma...
è lei, mi dico... signorina, signorina. Le dico chi sono, che sto preparandomi
a girare un film. Se vuole fare un provino... Per farla breve, ho il piacere di
presentarvi già da questa sera la protagonista della storia che stiamo per
realizzare (guarda verso il pubblico, in platea)
Vieni, vieni. Signori, ecco l'attrice del futuro: Sandra Carini.
Applausi
Tra il pubblico si sente la voce di Paolo:
PAO Lei? (ma poi il tramestio soffoca la voce)
SANDRA Buonasera signori (guarda il Regista) ecco, io... questo è un tradimento:
non mi aveva detto che mi avrebbe invitata sul palco.
REG Cara Sandra, ormai stai iniziando la tua vita pubblica e devi abituarti a stare
davanti al pubblico.
SAN Beh, oltre a grazie non saprei cosa dire.
REG Visto che sono tutti ansiosi di conoscere la trama di questa storia che noi
continuiamo a definire bellissima, perché non ce la racconti tu?
DAL PUBBLICO Sì, sentiamola finalmente (applausi).
SAN E' una storia d'amore, si svolge a Venezia negli anni trenta. Lui vede lei e se ne
innamora... ma a questo punto non posso dirvi niente di più, perché lui, il signor
Contini, il regista, non ha voluto spiegarmi come si conclude, quindi...
(allarga le braccia)
REG E' vero: ho preferito non raccontare come finirà perché l'interpretazione ne
avrebbe risentito. Immaginatevi - oh, non sarà così, ma solo a titolo di
esempio - immaginatevi che la storia si concluda male perché uno dei due
muore, o pianta l'altro. Ecco, come potrebbe essere vissuta e interpretata
questa storia sapendo che si concluderà male? Con quale slancio spontaneo
ci si può avvicinare ad un incontro sapendo già che non vi sarà seguito?
Ecco perché non vorrei, anzi non voglio proprio, far sapere come si concluderà
la storia.Anche perché potrebbe esserci, nel corso della lavorazione, una
variante imprevista che mi fa cambiare il finale. In questo, cioè nella possibilità
di condurre a conclusione la vicenda, anche con modifiche rispetto al copione,
la produzione mi ha dato carta bianca.
ROC E' vero. E' vero: noi abbiamo molta fiducia nel nostro Contini.
PRE (riprende il microfono) Se qualcuno vuole fare qualche domanda?
GIORNALISTA Sono Luca Maestri del giornale "Cine-Spettacoli".
PRE Si accomodi.
GIO (sale) Immagino che il nostro autore anonimo sia in sala. Beh, anche se non
conosciamo il tuo volto, caro amico, ricevi i nostri complimenti e i nostri
applausi (applausi) Senti, vorrei farti un'intervista.
PRE Qui?
GIO Sì, qui. Puoi mandarmi le risposte, in maniera anonima, al giornale.
Allora, le domande sono tre...
PRE Scusi, signor Maestri (verso la platea) Signor autore sconosciuto, se vuole
telefoni e si faccia fare le domande. Noi vorremmo proseguire. Grazie
(e congeda il giornalista) Altre domande?
PAO (si alza per parlare, restando in platea)
PRE Salga, salga sul palco, così può parlare al microfono e la sentono tutti.
PAO Sappiamo solo che il soggetto vincente narra di una bella storia d'amore.
Mi sembra poco. Si può saperne di più?
CAM Beh, inizia così: lui vede lei, per caso, e rimane come folgorato: è come se
avesse battuto la testa. Un KO da cui si sveglia come "suonato" e vede lei
in ogni donna che incontra e che vede raffigurata. Si comporta in maniera
strana, direi "lunare". Questi scambi di persona sono divertenti e quasi patetici,
finché la incontra davvero e allora...
PRE Niente finale, mi raccomando (a Paolo) soddisfatto? O vuole fare qualche
altra domanda?
PAO Sì, al regista. Signor Contini, in questo lavoro lei ha sufficiente autonomia
o deve rispettare il copione alla lettera?
REG Non so ancora come evolverà il lavoro. Penso che resterò fedele al copione,
anche per rispetto al nostro autore. Certo, qualcosa di mio ci sarà.
Ma perché questa domanda?
PAO Perché mi sembra che gli anni trenta non c'entrino niente con la vicenda. Anzi,
vedendo... la signorina Sandra (perde un po' di sicurezza)... un volto così
di oggi... e poi Venezia...non credo che...
ROC (taglia corto) Questo è il copione vincente. E noi pensiamo di realizzarlo così.
Grazie.
PAO (non si aspetta questo tono, rimane confuso)
REG Grazie signor...?
PAO Oh, scusate, non mi sono presentato. Sono il corrispondente di Movie Club,
mi firmo Cinephil.
REG Ah, Cinephil, sì ho letto dei suoi articoli. Grazie per l'intervento che ha fatto.
Io vorrei parlarle dopo la conferenza stampa. Può fermarsi? Poi le spiegherò.
PAO Certamente. Con piacere.
PRE Altre domande? Comunque amici vi ricordo che abbiamo preparato delle
cartelle stampa ricche di dati e notizie che possono facilitare il lavoro di
tutti gli amici giornalisti. Le troverete all'uscita. (pausa: si guarda in giro)
Nessun'altra domanda? Bene. Grazie amici. Arrivederci. Potete accomodarvi
al buffet, in fondo alla sala.
Gran movimento. Gli attori- giornalisti - invitati vanno verso il fondo. Paolo rimane. Ai giornalisti si aggrega il Commendator Rocchetti. Restano sul palco solo il regista e Sandra.
SCENA TERZA
REG Grazie dell'intervento, signor... Cinephil? No, vorrei chiamarla con il suo
nome vero.
PAO Paolo, Paolo Murri.
REG Senta, signor Murri. Paolo, posso chiamarla Paolo?
PAO Mi farebbe piacere.
REG Ecco Paolo, lei ha mai fatto l'attore?
PAO Perché, bisogna prima aver fatto l'attore per poter scrivere?
REG No, non pensavo assolutamente a lei come giornalista. Ma proprio come attore.
PAO A me? Come attore? Questa poi... Ma perché questa domanda?
REG Perché non abbiamo ancora trovato il protagonista maschile e lei... il fisico,
l'età, il volto, quell'aria un po'... Perché non fa un provino, eh? Se non andrà
bene, nessuna delusione. Continuerà a scrivere per il Movie Club o forse in
seguito per qualche testata più importante. Ma se il provino andasse bene...
PAO (continua a guardare Sandra) Signor Contini, le assicuro che non ho mai
sognato di fare l'attore e questa proposta mi sorprende, sì mi trova un po'...
impreparato. Però credo che tutti i giovani della mia età sognerebbero di
poter recitare accanto ad una ragazza stupenda come Sandra. Ed io...
beh, io sono un ragazzo della mia età. Quindi accetto.
Nel frattempo, alcuni operai stanno cambiando la scena, tolgono il tavolo, i microfoni.
REG Bene, ci speravo. E adesso non ci resta che vedere come andrà il provino,
augurandoci che sia positivo. Sandra, tu...
SAN Io? Cosa devo dire, che sarei contenta? Per me è già un grande avvenimento
poter iniziare un ruolo da protagonista che... figurarsi se avrei obiezioni sul
partner.
PAO (sarcastico) Lusingato.
SAN Oh, mi scusi, volevo solo dire che io non ho il potere di decidere chi sì e chi no.
Però (lo guarda bene) se il provino fosse positivo, ne sarei felice anch'io.
REG Bene Paolo. Ci vediamo domani agli studi. Lei è dell'ambiente quindi sa
dove giriamo.
PAO Lo so, lo so. Stia tranquillo: ci sarò. Arrivederci (dà la mano al regista, poi
a Sandra. Restano per qualche istante a guardarsi, senza staccare le mani)
REG Ecco, una scena così va bene. Però la giriamo domani. Ok?
PAO (come se si svegliasse) Ok. A domani. Studio tre.
REG Studio tre (esce con Sandra).
PAO Che strano... io che assomiglio al personaggio principale.
OPERAIO Signore, ci scusi (lo spinge verso il proscenio). Tira.
Si chiude il sipario
PAO Questa poi... mi sembra un sogno. Poter lavorare con Sandra. Interpretare una
storia d'amore con lei, una storia, tra l'altro, molto simile a quella che ho scritto
io (riflette). Già, molto simile. Cambia Milano con Venezia, i giorni nostri con
il 1930. Vuoi vedere che... ma no, che fantasie. Lavori troppo, caro cervellino
mio... Però, perché il produttore mi ha risposto male? Mah, forse è sembrato
a me. Certo che è una strana coincidenza... Sandra... io... Beh,ma cosa mi
importa? Il mio sogno non era quello di stare vicino a Sandra? E allora...
allora speriamo (quasi cantando) di superare il provino (esce).
BUIO
SCENA QUARTA
Set cinematografico. Paolo ha superato il provino, la lavorazione è già iniziata.
In scena, con il Regista, Sandra, Paolo, vari operai, elettricisti, costumista, personale
vario e Camilla, segretaria di produzione.
REG Stiamo procedendo molto bene, Paolo. Non solo hai brillanti intuizioni e
qualche tuo suggerimento, come hai visto l'ho accolto, ma anche come attore
sei veramente a posto. Non mi aspettavo questa sicurezza. Bravo. Ed anche tu,
Sandra, stai andando forte.
PAO Beh, far l'innamorato vicino a Sandra... non ci vuole molto impegno.
SAN (con finta aria altezzosa) Chiunque, vicino a me, riuscirebbe a recitare bene
la parte dell'innamorato.
PAO Io di più.
REG Va bene, va bene ragazzi. Vediamoci la scena girata questa mattina.Mi
sembrava buona (a un operaio fuori scena) Giovanni prepara per la
proiezione... La scena di questa mattina. E voi due (a Sandra e Paolo)
così, per prova di doppiaggio, recitate i dialoghi.
Si fa buio, viene proiettata una scena che ha per fondo Venezia. Un ponte vicino
a un vecchio lampione. In primo piano i due protagonisti. Lui con i capelli
impomatati, golf bianco, pantaloni bianchi, scarpe bianche e nere. Lei con vestito
corto a fiori, scarpe con tacco e suola di sughero - Sandra è Jolanda, Paolo è Bruno.
BRU (incrocia lo sguardo di Jolanda) Jolanda...
JOL Sì? Scusate ma io non credo di conoscervi.
BRU Ma allora, siete proprio voi, Jolanda, in carne ed ossa. O Dio, no, non è una
visione. Posso toccarvi?
JOL Ma come vi permettete? Non so chi siete, mi fermate così per strada e volete
anche...
BRU No, solo così (tocca leggermente il vestito) per vedere se esistete davvero.
Se non siete un sogno.
JOL Certo che esisto. Ma voi... non sarete un po' matto?
BRU Ho paura di sì. Cioè, no, non credo di esserlo, ma temevo di diventarlo.
Per causa vostra.
JOL Per causa mia?
BRU Sì, vostra. Da alcuni mesi siete diventata per me come un'ossessione.
JOL Ma come è possibile? Vi vedo oggi per la prima volta.
BRU Ma io vi ho vista all'uscita da un concerto. Voi avete incrociato il mio sguardo
e i vostri occhi hanno scavato in profondità fino a penetrare in me. E da quel
momento io vedo sempre voi, i vostri occhi. Sapete cosa mi succede ? Vedo
un cartellone pubblicitario con un viso di donna: lo guardo e quel viso si
trasforma, come in una dissolvenza incrociata, e diventa il vostro viso.
Così se guardo la copertina di una rivista, il viso di un'attrice, un viso
qualunque e subito si sovrappone il vostro viso a quell'altro.
JOL Cos'è? Una dichiarazione d'amore o volete dimostrarmi che siete matto?
BRU No, non sono matto. Solo... volete fare due passi con me? Vi spiegherò
tutto.
JOL (ridendo) Ma, sì. Mi diverte questa storia. Raccontate.
Salgono i gradini del ponte. Lui l'aiuta e se ne vanno.
REG Beh, non è male, siete stati convincenti.
PAO Ma non trova, dottor Contini...
REG Senti Paolo, ed anche tu Sandra, datemi del "tu" per favore. Mi fate sentire
troppo vecchio.
CAM (che finora era rimasta zitta a prendere appunti). Oh, lui si fa dare del tu da
tutti. E poi gli altri se ne approfittano.
REG Ma nessuno mi ha mai mancato di rispetto. Dicevi, Paolo?
PAO Non trova... non trovi che questo modo di parlare con il "voi" nuocia un po' alla
nostra spontaneità? E poi quei vestiti, i capelli impomatati...
REG Questa è la storia che mi è stata passata dalla produzione con la preghiera di
attenermi fedelmente... Anche se - mi hanno aggiunto - lei ha carta bianca.
Faccia pure saltar fuori il suo estro.
SAN Credo che Paolo...
REG Abbia ragione? Sei simpatica, Sandra. Certo che ha ragione. E magari non ti va
neanche Venezia?
PAO Infatti, preferirei fosse ambientata a Milano.
CAM Forse il signor Paolo vorrebbe lavorare in un altro film, non è vero?
REG Signorina Camilla, la trovo un po'...
CAM Un po' acida? No, dottor Contini il fatto è che io non sopporto chi le manca
di rispetto. Vede, io le dò ancora del "lei".
REG Già, è vero Camilla, mi dia, anzi - posso? - dammi del tu.
CAM (confusa) Io?
REG Ma certo, signorina Camilla. Perché non ci diamo tutti del "tu". Tra artisti
è normale, no?
CAM Tra artisti! Ma io sono solo una segretaria di produzione.
SAN Solo? Dice? Ma lei qui è quella che comanda più di tutti, anche del dottor
Contini. Sarebbe bello dare del "tu" alla nostra "capa".
REG (mette un braccio intorno alla spalla di Camilla) Se si degna... noi saremmo
felici!
CAM Va bene, se volete.
PAO Senti, Oreste che ne diresti se provassimo a rifarla? Qui in tasca (estrae due
fogli) avevo preparato una variante più attuale.
REG Oh, guarda che combinazione: avevo per caso due fogli in tasca... va bene,
va bene. Sentiamo la vostra versione, ma solo così per... cortesia.
PAO Grazie. Ecco: immaginiamoci di avere alle spalle immagini di Milano
(a Sandra) Pronta?
SAN Sì.
PAO Oreste, per favore, le luci come prima.
REG Va bene, ecco fatto.
PAO Ciao Sandra.
SAN Ciao Paolo.
REG Alt! Scusate, non avete ancora iniziato o avete cambiato anche i nomi?
PAO Teniamo i nostri: è più naturale.
REG Va bene, vediamo. Potete partire.
SAN Ciao Paolo. Sono in ritardo? Non trovavo un posteggio: forse era meglio se
venivo in metrò.
PAO Non importa, sono contento che tu sia venuta.
SAN Anche se non ho ben capito perché hai insistito tanto per incontrarmi.
PAO Beh, volevo vedere se venivi. E infatti hai mantenuto la promessa.
SAN Solo buona educazione.
PAO Solo? Speravo che mi dicessi "per rivederti".
SAN Certo, per rivederti. Se no, non ero qui. Ma solo per curiosità, non pensare ad
altro. Sono solo curiosa di sapere com'è quella storia dell'immagine che si
sovrappone: mi incuriosisce. Dai, andiamo a berci una cioccolata, così mi
racconti (lo prende sottobraccio e si incamminano).
PAO Luci.
REG (riaccende le luci)
PAO Non trovi che così è più snella?
REG Non mi sembra che la sostanza sia molto diversa.
PAO La sostanza no. La storia è sempre uguale. Soltanto che noi così la sentiamo
di più.
OPERAIO Dottore, c'è di là la costumista...
REG La costumista?
CAM Dovrebbe avere le proposte per le scene finali.
REG Ma io, a dir la verità non sono convinto del tutto. Forse converrà aspettare.
Ho l'impressione che le idee di Paolo...
CAM Cosa? Dovremmo rifare tutto? Beh, intanto andiamo a vedere cosa ci propone,
poi ci penseremo.
REG Ci penseremo?
CAM Oh, mi scusi... scusa... volevo dire... poi ci penserai e deciderai.
REG Perché ti tiri indietro? Ci penseremo, è giusto, anche tu ci devi pensare.
Ho bisogno del tuo aiuto, sai? Andiamo.
CAM Sì, dottor Contini, vengo.
REG (uscendo) Dottor Contini? Perché non Oreste?
CAM (quasi fuori) Sì, Oreste.
SCENA QUINTA
Sono rimasti in scena solo Paolo e Sandra. Sul fondo sempre movimento
di persone: falegnami, elettricisti, ecc.
PAO Hai visto la nostra Camilla? Per me si è innamorata di Oreste (teatrale)
del dottor Contini.
SAN Sì, pare anche a me. Dietro alla sua efficienza, al suo piglio severo...
PAO ... c'è un cuore che batte: Perugina, cioccolatino 25, incarto 12.
SAN (ride divertita) Oh, Paolo. Sai che sei molto simpatico? (lo prende a braccetto)
E poi anche sul lavoro, hai delle bellissime intuizioni. Quasi che il copione
l'avessi scritto tu.
PAO (smorfia, come a dire: infatti)
SAN Posso confessarti una cosa? Quando ti ho visto per la prima volta, quando hai
fatto quell'intervento, mi sembravi un po' imbranato... gli occhialini... Mi facevi
tenerezza.
PAO Oh, l'amore materno.
SAN Già, mi sembravi un cucciolotto. Ora invece...
PAO Ora?
SAN Sei sempre un cucciolotto, ma ti trovo molto maturo. Hai le idee chiare, quasi
quasi mi sembra che sia tu a dirigere il regista.
PAO Io? Ma sei matta? (e così dicendo l'abbraccia). C'è invece che questa storia
d'amore che stiamo recitando, in effetti...
SAN Non la stiamo recitando, ma... la stiamo vivendo.
PAO (illuminato) Davvero? Anche tu la stai vivendo? Ma allora la finzione scenica...
SAN Stupido! La finzione scenica è una realtà... reale.
PAO Oh, Sandra (si baciano).
FLASH (un fotografo li ha ripresi, ma non se ne sono accorti)
REG (rientrando) Questo si chiama "essere professionisti". Provare, anche quando
non si gira. Questo significa "essere nel personaggio".
SCENA SESTA
ELETTRICISTA (entra gridando, invano trattenuto da Camilla)
Eh, no, eh, dottore! Se uno mi dice di illuminare in modo che il viso sia nella
luce giusta, io guardo soprattutto che il viso risalti. Non voglio che mi si
venga a dire che il bianco "spara", che il fondo è diventato troppo intenso
e che le ombre...
REG (calmo) Posso sapere qual'è il problema? Non potrebbe spiegarmelo, invece
di arrabbiarsi?
ELE Ecco, è il suo "aiuto" che rompe, dottore. Se non ci pensa lei...
REG Va bene, gli parlerò.
ELE No, perché altrimenti io vi mando tutti...
REG (sempre calmo) Va bene, ci mandi... e noi ci andremo. E adesso vada anche lei.
Poi vengo a controllare (alzando il tono, mentre l'Elettricista esce) però
è vero: il bianco non deve sparare.
PAO Ma non ti sembra di essere troppo calmo? Uno che urla in quel modo,
specialmente in un ambiente così difficile da gestire... andrebbe ripreso.
CAM Bravo, glielo dica... diglielo anche tu.
REG Sembra che io sia un debole, vero?
SAN Beh, sì. Sembra proprio così.
REG Ma nessuno mi ha mai messo sotto i piedi, finora.
SAN Però ci provano.
CAM E spesso anche.
REG Ci provano, sì. Hanno bisogno di sentirsi forti, importanti. E ci provano.
PAO E tu li lasci fare?
REG Vedi Paolo, la vera forza non sta nell'alzare la voce. Non mi piace che vinca
chi grida di più o chi impone la sua autorità. Vince chi è più forte, nel senso
vero, forte in se stesso. Forte perché più preparato professionalmente, forte
perché più calmo.
SAN Già, la calma dei forti.
REG (sorride) E non è una frase fatta. La tua personalità deve prevalere. Non il
pugno sul tavolo o la bestemmia. Ci sono dei colleghi che mi dicono "Se ogni
tanto non tiro una bella bestemmia - che poi io non capisco quali sono quelle
belle - non riesco a farmi ascoltare". Ha bisogno della bestemmia, capisci? ,
perché lui da solo non basta. Quindi non ha abbastanza forza in sé (cambia
tono). Questa sera il nostro elettricista andrà a casa contento e dirà alla moglie
"Oggi ne ho dette quattro al regista, perché lì mi stanno rompendo..." E magari
la moglie avrà rispetto per questo suo marito "forte", che non ha paura di dirne
quattro al regista. Lui è contento e a me, proprio...
SAN Ma tu non ti senti come "sminuito"?
REG Ecco, qui è il punto. No, non mi sento sminuito, come dici tu. Io mi sento forte,
perché ho avuto la forza di lasciarlo dire. Sono io che ho accettato. Se lui me
lo avesse imposto, allora sì, mi sentirei uno stupido sottomesso, incapace di
reagire. Ma io, dall'alto della mia tranquillità ho lasciato che lui facesse un
gradino in su, per venire un pochino più in alto anche lui.
PAO E i miei suggerimenti? Guardi anche loro dall'alto in basso per poi farmi
il grande favore di accettarli, perché anch'io faccia un gradino in su?
REG I tuoi suggerimenti? Che c'entrano? Li accetto perché sono intelligenti, tutto
qui. Tu non me li imponi, ne' io faccio violenza a me stesso accettandoli, solo
per farti un piacere. Sono sempre un regista. Anzi, "il" regista ed il film è mio.
Io sono il solo, vero responsabile. Nel momento in cui ascolto un
suggerimento, ho l'umiltà di valutarlo e non rifiutarlo a priori perché non è
un'idea mia. Sai quanti rubano le idee, dicendo: "No, no, non dire fesserie...
" e il giorno dopo fanno come hai suggerito tu, facendo credere di essere stati
loro ad avere l'idea? Debolezza, mio caro... e vigliaccheria. La vera forza,
lo ripeto, è solo quella interiore, che ti consente di stare un gradino più in alto
delle cose materiali.
SAN Hai sentito Paolo? Allora è vero che sei intelligente.
REG Sì, Paolo è intelligente. Ma non perché ha le idee: perché in questo caso
avrebbe solo fantasia. E' intelligente perché offre il suggerimento, senza
pretendere di imporlo. Me ne parla come se fosse la mia fantasia a farmi
balenare l'idea. Ed io l'accetto e diventa mia. Subito. Paolo non esiste più,
è rientrato nei ranghi.
PAO Ma guarda un po'... Io volevo farti notare che forse un elettricista ti stava
mettendo sotto e dal discorso ne viene che io sono intelligente.
SAN Potresti inventare un nuovo proverbio: Parla degli elettricisti e ti scoprirai
intelligente.
REG - PAO Sandra!
REG Mi devo ricredere Paolo. Non sei intelligente... solo tu. Siete in due
(li abbraccia, poi vede Camilla delusa). Però se non avessimo Camilla
(abbraccia anche lei). Beh, credo che per oggi si possa chiudere e andarsene
a cena tutti assieme. Camilla... possiamo, vero?
(escono) FINE PRIMO TEMPO
SECONDO TEMPO
SET: Regista, Paolo, Sandra, alcuni operai, movimento, poi Camilla.
SAN (al regista) Oreste, guarda un po' qui Eva Oggi: "Nasce l'amore sul set"Ma
chi ha scattato queste foto?
REG (ride) qui c'è sempre qualche fotografo. A volte sono foto rubate, prese con il
teleobiettivo, a volte siamo noi che passiamo le foto ai giornali
PAO E tu lo sapevi?
REG Certo. Fa parte del lancio pubblicitario. Bisogna cominciare a creare molto
prima l'interesse per il film. Così il pubblico comincia ad aspettarlo. E poi nel
vostro caso, è tutto così bello. Non siete sposati, non avete figli in giro,
nessuna famiglia distrutta, ma un bellissimo amore, tale e quale il vostro
incontro nel film.
PAO Capito, Sandra? Da oggi siamo i fidanzati d'Italia.
Suona il telefono, in un angolo
CAM (entrando) rispondo io. Sì? I due fidanzatini? Sì, chi dei due? Va bene
(a Paolo e Sandra) è Mino Ratti, della rivista "Le Regine". Vorrebbe fare un
servizio fotografico.
PAO e SAN (guardano il regista)
REG E' l'inizio della celebrità. Non si può rifiutare. Rispondete.
PAO Buongiorno signor Ratti. Certo, volentieri. Cosa? No, no Peynet proprio no.
Sì, siamo i fidanzatini d'Italia, d'accordo. Ci vogliamo bene. Teneramente.
Ma vestirci come i fidanzatini di Peynet, proprio no. Inventi qualcos'altro.
Certo, certo. Sempre disponibili. Va bene, richiami. Arrivederci.
REG Peynet! E perché no? Sai che successo?
SAN Senti Oreste, se il successo deve passare attraverso il ridicolo...
PAO Dai, ha ragione Sandra. Ne va della serietà del film. Ed io ci tengo.
REG Già, ci tieni molto, vedo. Ormai si può dire che sia il tuo film. Tutti i tuoi
suggerimenti erano azzeccati. Ed anche trasportare la vicenda ai giorni nostri
la ritengo una bella idea. I dialoghi sono diventati più freschi, più spontanei.
E voi siete più voi. Speriamo solo che la produzione non si lamenti per
qualche scena girata e poi buttata. Quando vedranno il successo del film,
pagheranno volentieri qualche metro di pellicola in più.
CAM Qualche metro? Fosse solo quello. Perché non diciamo qualche settimana
di paga a decine di persone, in più.
REG (ridendo) Via Camilla, rilassati. Sei sempre così tesa. D'accordo, devi
controllare tutto, devi fare gli interessi della produzione, ma vedrai che andrà
tutto a meraviglia (dolce). Non sei d'accordo?
CAM (perdendo la grinta) Oh, sì. Tu hai un modo di dirigere così... così... veloce,
concreto, essenziale, che in effetti... Sai che siamo addirittura in anticipo sui
programmi di lavorazione? Nonostante i vestiti degli nni trenta buttati.
Così come tutte le scene di Venezia... buttate.
REG Non tutte, Camilla, i canali di Venezia li abbiamo usati come se fosse il
Naviglio di Milano. O no?
CAM Già, con pettinature e vestiti del 1930? Tutto è stato buttato.
REG (a Paolo e Sandra) Vedete come mi sorveglia? Dai, Camilla preparati
al successo, perché il merito sarà anche tuo.
CAM Oh, noi non figuriamo mai. Noi abbiamo solo i rimproveri per aver speso
troppo.
REG Ma poi abbiamo recuperato, no? Girare a Milano, anziché a Venezia, senza
dover fare tutte quelle ricostruzioni storiche ha fatto risparmiare tempo
e denaro.
SAN E ha migliorato la storia, grazie al mio Paolo e a te Oreste. Che bello essere
diventati così amici, ci capiamo, ci aiutiamo (prende sottobraccio il regista,
avanti verso il proscenio) ed anche Camilla, pur sembrando una fredda
ragioniera, è molto simpatica. Ed anche graziosa. Ti sei accorto Oreste che...
Dai, perché, non... Così tutto si completa, si formano le coppie dei quattro
innamorati, come nella Commedia dell'Arte.
REG (ridendo) E io chi sarei? Arlecchino che conquista Colombina?
PAO (verso i due) Segreti?
SAN (tornando al centro) No, stavo dicendo che mi avevano parlato del cinema
come di un brutto ambiente, invidie, gelosie... vigliaccate, a volte, ma noi
abbiamo creato un gruppo affiatatissimo. L'ambiente lo fanno le persone e noi
- tu Oreste soprattutto - ci hai fatto lavorare con entusiasmo e ci hai diretto...
REG Dai, dai, Sandra niente complimenti. Quando sono troppi diventano falsi.
E poi cosa c'era da dirigere? Paolo aveva in mente tutto il film, come se fosse
l'autore. Tu avevi una parte che sembrava scritta apposta per te. E poi...
è nato l'amore e a quel punto non dovevate più nemmeno recitare.
Dai ragazzi, mettiamoci al lavoro, altrimenti Camilla ci sgrida.
C'è da girare l'ultima scena.
SAN Quella segreta?
REG Sì, quella segreta.
SAN Finalmente sapremo come finisce questa storia. Ci hai tenuto per mesi
in attesa di sapere quale sarà la nostra sorte.
REG Per farvi recitare in maniera più disinvolta, senza pensare al momento finale.
SAN E' tragico? Non dirmi che muore qualcuno di noi.
REG Non temere. Tieni il copione. Questo è per te Paolo. Preparatevi bene:
è la scena madre. Deve venire perfetta.
CAM Anche perché non avremmo tempo per rifarla più volte. Ormai mancano
solo due mesi. E io temo che...
REG Arriveremo in tempo, Camilla. Non preoccuparti.
(le sfiora la spalla con la mano)
SAN (guarda Paolo, occhiata d'intesa) Noi andiamo a prenderci un caffè.
(escono)
SCENA SECONDA
REG Camilla.
CAM Sì, dottor Contini.
REG Dottor Contini?
CAM Oh, mi scusi, scusa. Dimmi Oreste.
REG Vieni qui. Parlami un po' di te. Sei sempre così seria, così perfetta. Ridi
pochissimo. Pare quasi che tu non provi mai emozioni. E' così?
CAM Probabile.
REG Probabile non è una risposta... una risposta "finita", voglio dire. E' una risposta
tipo "non mi sono mai posta il problema" oppure "sì, me lo sono posta,
la verità è che... ma non te lo dico".
CAM In un certo senso è così.
REG Così, come?
CAM E' vero, le emozioni le ho soffocate da un pezzo. Mi impongo di non illudermi
per non avere delusioni. Credo di avere iniziato a comportarmi così fin da
ragazza. Ricordo, un giorno che dovevamo andare in gita con gli amici.
Al sabato in giro a far spese per farci i panini, io mi ero comprata una camicetta
nuova, ed anche i pantaloni perché doveva essere una lunga gita in bicicletta.
Chissà perché me l'ero sognata allegra, quella gita, mi vedevo pedalare felice
e ridere con le amiche. Quasi non dormii la notte del sabato dall'eccitazione.
La domenica piovve. Tutto il giorno. Io, nel mio pigiamino, guardavo dalla
finestra cadere quella pioggia che aveva rovinato il mio sogno. Avevo in
mano la camicetta nuova e la stavo strapazzando con rabbia...
REG Ma è capitato a tutti di rimandare una gita per la pioggia, non mi sembra un
avvenimento che possa condizionare la vita.
CAM E' vero. Ma fu il primo. A quella delusione ne seguì un'altra. E questa volta
non era solo una camicetta, ma...(sorride, triste) un ragazzino. Anche in questo
caso c'entrava una gita. Una gita scolastica. Lui era un anno avanti a me e ci
piacevamo. Io aspettavo quella gita per stargli vicino, per parlargli tenendolo
per mano e magari, sai com'è...
REG Un bacino veloce...
CAM Appunto. Solo che... avevo predisposto tutto per stare sganciata dalle amiche,
ma lui non venne: si era svegliato tardi e non raggiunse il pullman in tempo.
Banale, no? Beh, puoi immaginare come passai quel giorno di sognata felicità.
Ero come inebetita. Tutti mi chiedevano "Ma cos'hai? Non stai bene?"...
REG Anche questo tipo di delusioni credo siano capitate almeno una volta a tutti
i ragazzi.
CAM E' vero... e non pretendo di essere speciale. Però la mia reazione fu "mia"... e io
da allora evitai di illudermi. Sai cosa facevo?
REG No! Mi incuriosisci.
CAM Quando dovevo partecipare a qualche festa o quando si organizzava di andare
a ballare, dicevo tra me: "Chissà che festa stupida, sono sicura che non mi
divertirò" E se davvero la festa era stupida, mi confortava la mia esatta
previsione e restavo indifferente. Se invece mi capitava di divertirmi,
accettavo di essermi divertita come un "di più". Come qualcosa che non
mi aspettavo, non mi era dovuto e invece me lo trovavo come regalo del
destino. Sai che non sono capace di ridere?
REG Come sarebbe a dire? Non bisogna mica andare a scuola per imparare
a ridere.
CAM Davvero! Se mi diverto sorrido. Ma la bella risata, sai quella che prorompe
fragorosa? Beh, io non sono mai stata capace.
REG (ironicamente serio) E' molto grave. Posso fare qualcosa? Chessò: una cura
intensiva di barzellette o di solletico potrebbe servire?
CAM (sorriso appena accennato) A migliorare, forse, ma non a guarire.
REG Sei pessimista?
CAM Pessimista è colui che prevede tutto brutto. Io non sono ne' pessimista,
ne' ottimista. Io, semplicemente, non m'illudo che tutto possa essere bello,
ma nemmeno vedo in partenza solo gli aspetti negativi.
REG Contini regista, di questo film cui stiamo lavorando, come lo vedi? Ti sarà
estraneo o ti diventerà amico (insinuante) o forse più che un amico?
CAM Non lo so, non me lo chiedo. Semplicemente non costruisco castelli in aria.
Potrei...(gli sorride) costruire forse una casa, vera... ma non la sogno.
REG E questa, chiamiamola così "regola", vale solo per i sentimenti o anche per il
lavoro? Per questo film - per esempio - non sogni il successo?
CAM E se poi non verrà, il successo? Tutto funziona bene, posso fare previsioni
abbastanza ottimistiche. Ma non mi immagino trionfi. Non voglio immaginarli
per non avere delusioni. Se poi ci saranno sarò felice... soprattutto per il regista.
REG Oh, grazie. No, vedo che non sei priva di sentimenti. Forse li hai soffocati,
ma chissà che...
VOCE DA FUORI Dottor Contini, la desiderano.
REG Vengo. (guarda Camilla) Vieni anche tu?
CAM (cenno di sì col capo)
(escono)
SCENA TERZA
(rientrano Paolo e Sandra)
SAN Ci pensi Paolo? Ancora due mesi e poi la grande prima. Io e te lanciati verso
il successo (recitando) I due giovani attori, i due grandi attori, destinati a
diventare la coppia del secolo. Perfetti anche nella vita. Ti immagini il nostro
matrimonio?
PAO Il nostro matrimonio?
SAN Sì, dopo l'uscita del film. Ci sposeremo quando saremo al massimo
dell'attenzione. Fotografi, giornali, televisioni. Mi sembra ancora un sogno.
Dimmi che è vero.
PAO Ma tu, dunque, ami molto il successo?
SAN E perché non dovrei? Fino ad un anno fa ero una ragazzina sconosciuta.
Oggi ho te, sono innamorata. Perché ti amo, sai? E poi il successo.
Oh, non credo che mi farà perdere la testa, ma se c'è, perché rifiutarlo?
PAO Già (pensieroso) Perché rifiutarlo? E' da stupido rifiutarlo.
SAN Ehi, Paolo. Beh, che ti succede? Sei diventato serio tutto d'un tratto. Non vuoi
sognare? Eh, già, gli uomini sono razionali, non si lasciano prendere dalle
emozioni. Però, dai, lasciati andare. Fingi per un momento di essere un
bambino e vivi questi momenti con quella spontaneità che hanno i bambini.
Ti è capitata una fortuna grande grande: afferrala e urla di gioia. Dai, Paolo,
assieme: UAOO, sono fortunato, sono innamorato.
PAO (sforzandosi) UAOO, sono fortunato, sono innamorato.
(si abbracciano)
SAN Ancora due mesi e poi... su, offrimi da bere e poi andiamo a leggerci il copione.
Sono davvero curiosa di scoprire come finirà questa bellissima storia.
Tu cosa dici? Finirà bene?
(escono) BUIO
EPILOGO - SCENA FINALE
Siamo in una grande sala cinematografica. Le luci in sala sono accese.
Sul palco il regista, il produttore, i due protagonisti. Fotografi scattano
vari flash. Nelle prime file arrivano personaggi importanti, in abito da
sera. Alcuni teleoperatori sistemano le luci.
CAM Signore e signori, buonasera. La produzione desidera ringraziarvi per aver
accolto l'invito di essere presenti alla prima di questo film, molto importante
sia per la nostra Casa di produzione, che per il cinema, oggi, in generale.
Ma di queste cose vi parlerà il nostro presidente. Signori ho il piacere di
presentarvi il commendator Fosco Rocchetti.
Applausi
ROC Ciao a tutti gli amici. E' una serata importante, come diceva la nostra preziosa
Camilla - non solo valida Segretaria di produzione - ma anche amabile
presentatrice. In questo film, tutti sono agli esordi: l'autore che, come sapete,
è il vincitore del nostro concorso "100 milioni per un soggetto". Ma non
cercatelo stasera: è troppo timido. La gente lo spaventa, ma di sicuro non
mancherà dicollaborare ancora con noi. E' all'esordio il regista, giovane,
ben preparato. Ha seguito un metodo di lavoro esemplare, senza sprechi
e Dio sa quanto tutti i produttori vorrebbero arrivare a concludere senza
sforare il budget (applausi). Ed esordienti, sono infine i protagonisti di questa
bellissima e poetica storia d'amore. Sandra Carini e Paolo Murri (gli
applausi sono intensi). Adesso ci vorrebbe qualcuno che mi togliesse la
parola, so no anziché vedere il film, assisterete ad una mia conferenza.
Eh, cosa volete, cari amici, quando parlo dei miei film non smetterei mai.
E allora (verso le quinte) chi mi toglie la parola? (risate in platea).
AVVOCATO Io, se permette gliela tolgo io.
ROC Mi scusi, signore, ma io scherzavo. Le domande le facciamo dopo. Adesso
proiettiamo il film e poi potrà chiedere tutto ciò che vuole (crede di poter
scherzare). Lei deve essere nuovo: non lo sa che il dibattito è alla fine?
(risate)
AVV Ma siamo già alla fine, signore (si avvicina al palco e sale).
ROC Per cortesia, signore... ma chi è lei? La prego di non disturbare.
AVV Mi spiace per lei, ma la devo proprio disturbare per ribadirle che siamo
alla fine. Questa è un'ordinanza di sequestro del film.
Brusio in sala
ROC (urlando) Cosa? Senta, questi scherzi non mi piacciono. Se ne vada.
AVV (calmo) Mi spiace, ma dovete andarvene tutti. (al pubblico) Signori,
la serata è finita.
DAL PUBBLICO Perché? Cosa è successo? Le ragioni, vogliamo le ragioni.
REG e SAN (si precipitano verso l'avvocato) Ma lei è pazzo: non può...
SAN (verso Paolo) E tu perché te ne stai lì senza dir niente? Questo vuole
rovinarci (sempre più isterica, verso l'avvocato) Ma lei ha sbagliato
indirizzo. Se ne vada.
C'è molta confusione
AVV (urla) Signori (tutti zittiscono) La ragione c'è... e grave. Vuole spiegarla
lei, signor Murri?
SAN Lui? Che c'entra lui? (a Paolo) Paolo, cos'è questa storia? Paolo!
PAO (prende il microfono - apparentemente calmo - si fa silenzio completo)
Sono stato io a chiedere il sequestro del film.
Esplosione di voci: su tutte, quella di Sandra
SAN Tu? Ma sei impazzito? Vuoi rovinare tutto? Perché? Perché Paolo?
PAO Io sono l'autore del film.
ROC Cosa? Smettila buffone. Portatelo via.
PAO (calmo) Commendatore, lei voleva risparmiare i 100 milioni del premio
e così ha inventato l'autore timido che non vuole presentarsi al pubblico.
Perché quell'autore, lei, lo ha ucciso!
ROC Cosa? Io, ucciso? Ma tu straparli. Eccola, la riconoscenza per averlo lanciato
come attore. Io ti ho inventato. Io ti ho preparato la strada del successo e tu
arrivi con le tue fandonie. Avvocato, mi meraviglio di lei, farsi prendere in giro
così, da un giovane esaltato. Io ho ucciso l'autore... ma si può essere più pazzi?
PAO Sissignore, lei mi ha ucciso come autore, ma la storia le piaceva troppo per
rifiutarla. Così ha cambiato qualcosa. Io prevedevo che si svolgesse a Milano...
e lei la sposta a Venezia. Io scrivo una storia di oggi e lei la sposta indietro,
negli anni trenta. E' così, vero?
ROC (sa di essere scoperto, ma cerca ancora di indignarsi) Sì, è vero: tu sei
l'autore (urlando) ma da oggi, da questo momento, perché ti stai inventando
tutto. Certo potresti diventare un bravo autore, perché fantasia ne hai.
PAO Lo so, e tanta. Ecco perché lei è rimasto affascinato dal mio lavoro "Un volto
tra la folla" che ha cambiato in "Incontro a Venezia". Non è così? E' così.
E' così!
ROC (vorrebbe intervenire)
PAO Mi lasci finire. Con due piccoli ritocchi, qua e là... cambiamo la città,
cambiamo le date... e poi tutte le storie d'amore sono uguali... Sa perché
avete scelto Sandra e non un'altra? Perché io mi ero innamorato di Sandra,
senza ancora conoscerla. E' lei il volto tra la folla. L'ho descritto così bene,
così minuziosamente che voi, quando l'avete vista in carne e ossa non potevate
non scegliere lei. Io tutto questo non lo sapevo. Quando sono venuto alla
conferenza stampa per la premiazione del concorso, il protagonista maschile
non era ancora stato scelto. E quando miha visto, il regista (si gira, lo guarda)
- scusami Oreste - ha visto subito in me il protagonista. Per forza,
commendatore, per forza: ero io il protagonista di quella storia e, senza
rendermene conto, avevo descritto quel ragazzo che fa quell'incontro,
esattamente come sono io. Ecco perché noi persone - Sandra ed io - eravamo
perfetti come personaggi. Perché vivevamo per finta una storia vera.
ROC Bella storia. Quasi commovente Ma come può dire che il film sia come la sua s
toria. Le modifiche mi mettono al riparo dal plagio. Quindi...
PAO Quindi... lei dice, qui davanti a tutti "è vero, sono disonesto, ho rubato la sua
idea, però l'ho modificata e così l'ho fatta franca". Un bell'esempio per i suoi
figli (guarda verso la platea) Ragazzi, avete capito com'è vostro padre?
ROC (arrabbiato) Lasci stare i miei figli e la smetta. Abbiamo detto che lei non può
far niente e quindi sloggi, se ne vada: se ne va-da!
PAO Abbiamo detto, lei dice. Ma lo dice lei. Mi lasci finire e poi vedrà. Le sto
dandolo spunto per una nuova storia. Ascolti. Il signor Contini, il regista,
non riusciva a capire perché una storia di oggi doveva essere ambientata
nel 1930. Così come non capiva perché era stata scelta Venezia, quando
Milano poteva rendere meglio l'atmosfera di un amore che sviluppa nonostante
intorno ci sia poca poesia. E così, parlandone, ha capito che la storia originale
- ma lui non lo sapeva che era l'originale - ha capito, dicevo, che era meglio;
Sandra ed ioeravamo molto più a nostro agio nella nostra città e ai giorni nostri.
ROC (al regista) Cosa? Lei ha modificato il copione? Io la denuncio per...
(si guarda intorno)... per... (gli occhi cadono sull'avvocato)
AVV Per cosa, commendatore? Perché non le ha tenuto il sacco? Vada avanti,
signor Murri.
PAO E così, seguendo un logico ragionamento, il signor Contini, il regista - magari
anche con qualche mio suggerimento - ha riportato la storia esattamente come
era nata. Il film, signor Commendatore, è identico al mio copione.
(scandisce) C'è plagio!
REG Allora tu sapevi tutto? I tuoi suggerimenti erano...
PAO No, non ho capito subito perché non poteva nemmeno sfiorarmi un'idea del
genere. Me ne sono reso conto man mano che si snodava la vicenda. Ma ero
tutto preso dall'amore per Sandra, per...
SAN Amore? Per me? E tu così mi ami? Distruggendomi, stroncando la mia
carriera d'attrice sul nascere. Tutta la fatica di questi mesi per niente. E tu
fingevi. Fingevi e intanto ti preparavi a distruggerci. Sì, oltre a me hai tradito
anche Oreste, che ti aveva dato tutta la sua amicizia e la sua fiducia.
Ti odio Paolo (urlando) Ti odio! (esce disperata)
REG Paolo, tu avevi le tue buone ragioni. Ti capisco: tu sei un puro. Per te un furto
è un furto. E' un sopruso che non deve essere perdonato. Ma le tue buone
ragioni non distruggono solo il commendatore. Distruggono Sandra,
distruggono me. Eravamo alla nostra prima prova impegnativa. Il film è
nato bene, si è sviluppato perfettamente - anche grazie a te - e ora capisco
perché sentivi così intensamente la storia. Perché era tua. Ma tu per lavare
un'onta, per vendicare un sopruso, hai coinvolto me, Sandra e soprattutto
te stesso. Sì, Paolo, è stato stupido il tuo "muoia Sansone con tutti i filistei".
Perché i filistei come il commendatore non muoiono, risorgeranno sempre.
Sono i deboli che resteranno per sempre sotto le macerie. Quante occasioni,
come questa, potrò avere ancora io? Quante ne potrà avere Sandra?
E quante ne potrai avere tu? Hai perso tutto, capisci? Hai perso la mia
amicizia che era sincera perché ti stimavo. E hai perso Sandra. L'hai
sacrificata sull'altare dell'orgoglio. Hai avuto la tua rivincita questa sera.
Va bene, hai vinto. Ma cosa hai vinto? Quale coppa, quale trofeo ti porti
a casa? Non era meglio fingere di perdere e tenerti tutto, amicizia, amore,
successo? Con il successo ti saresti imposto facilmente anche come autore.
Ora sei solo Paolo. Vincendo hai perso tutto. Ti compiango. (esce)
Il pubblico: ha ragione - buffone - vattene - rovinare così una serata.
Si alzano ed escono gli attori/pubblico
AVV Non gli dia retta. Lei ha fatto trionfare la giustizia. I prepotenti che sfruttano
gli altri vanno puniti. Non importa il prezzo che si paga: purché certa gente
la smetta di muoversi impunemente rubando agli altri. Lei ha vinto, signor
Murri. Deve essere fiero di ciò che ha fatto. Ci vediamo in studio. (esce)
Sono sfollati tutti. Paolo rimane sul palco come inebetito. Arrivano due
elettricisti e spengono i due fari rimasti accesi. E' buio.
FINE