C’era folla al castello

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C’ERA FOLLA AL CASTELLO

di Jean Tardieu

Personaggi:

DUBOIS-DUPONT, investigatore

BARONESSA DI Z, sua moglie

PRIMA CAMERIERA

PRIMO CAMERIERE

SECONDA CAMERIERA

SECONDO CAMERIERE

MISS ISSIPEE, ospite americana

ATTO UNICO

Musica di valzer. Poco dopo, la musica sfuma.

DUBOIS-DUPONT - (indossa una mantellina scozzese a grandi riquadri ed un berretto simile, “stile inglese”. Ha in mano un ramoscello fiorito) Mi presento: sono il poliziotto privato Dubois. Soprannominato Dupont per via della mia rassomiglianza con il celebre poliziotto inglese Smith. I motivi della mia presenza qui sono tanto misteriosi quanto… misteriosi… li conoscerete tra poco. Non dico altro. Acqua in bocca. Mosca. Vi basti sapere che ci troviamo, in una bella sera di primavera, (mostra il ramoscello) nel maniero del Barone Z… Zeta come Zebra, come Zefiro… Sssss! Basta così! Non debbo rivelarvi l’arcano. Come potete sentire, il barone e la sua incantevole sposa danno, questa sera, un sontuoso ballo. La festa impazza. C’è folla al castello. (Improvvisamente ricomincia il valzer, si odono risa, evviva) Avete udito? Ma basta con le chiacchiere! Sono qui per assolvere una missione pericolosa. Il delitto, giacché ci sarà un delitto, non è ancora stato consumato. Eppure, cosa strana, io, il detective, sono già qui! Perché? Lo saprete più tardi. Ah! Quante gemme, quante candele, quante sete!!! Ma, viene qualcuno!… Ssss!… Mi eclisso. Mai visto, né conosciuto! (Esce dalla destra con un dito sulle labbra, in punta di piedi. Non appena è scomparso, entra in scena da sinistra la baronessa di Zeta, ballando passi di valzer e canticchiando il motivo. Al centro del palco si accorge del pubblico. Si ferma)

BARONESSA DI Z - Io sono l’incantevole baronessa di Zeta… La donna più invidiata e corteggiata dei dintorni. Ammirate il mio abito da sera: questa guaina di cocro catramato, questo falso boa in struzzo africano, queste anticaglie in pino dei Vosgi! E i miei gioielli, i miei gioielli famosi in tutta la regione: la mia collana in spugnoli temprati, il mio collare di Coriza Luigi XVI… e questi pizzicatti sulla salvastrella, non sono i più belli del mondo? (Improvvisamente malinconica) Ecco perché mi dispero di essere trascurata da mio marito. Lui non pensa che alla caccia! D’estate insegue i pennini di palude, restando ore e ore nel fango, in autunno fa correre le cervici, ecco i suoi passatempi preferiti! (sospira) Eppure, lontano dalle mie compagne di collegio, io, che non amo né il giuoco né la musica né la lettura, mi annoio e languo in questo grande maniero bretone. O meglio mi annoiavo, allorché il barone ebbe la sorprendente idea di organizzare proprio qui un ballo! Un ballo! Lui, il cacciatore. Ne sono ancora sbalordita e felice! È la più bella serata della mia vita, la festa impazza e c’è folla al castello! Presto, torniamo nel salone ad occuparci degli invitati! Dio, come mi diverto (Esce dalla medesima parte da cui è entrata. Di nuovo si sente la musica. Improvvisamente un grido di donna sovrasta i rumori del ballo: “Oh Dio, svengo!”)

PRIMA CAMERIERA - (entrando da sinistra; è agile e graziosa) Sono la prima cameriera. Il barone mi faceva un po’ la corte. Gli piaceva il colore dei miei capelli!… Ma perché parlare di queste cose?… La baronessa si è sentita male. Presto: i sali ed un medico! (Esce da destra)

PRIMO CAMERIERE - (entra da destra; calze bianche, guanti bianchi; è giovane e manierato) Che lutto per tutti noi! È possibile che una cosa simile sia accaduta! Ed io che ero così affezionato al Signore!… Ah, dimenticavo di dirvi che sono il Primo cameriere! Il primo! Posto d’onore! (Esce da sinistra)

SECONDA CAMERIERA - (entra da destra) Sono io, Giulia, la seconda Cameriera! Mi occupo anche della cucina! Al povero Signore piaceva tanto palparmi le poppe, così, negli angoli!… La colpa, credete a me, è tutta della Signora. Alla Signora non piaceva la caccia. Alla Signora non piaceva mangiare quelle bestialità e diavolerie che il Signore acchiappava col fucile! E la faccenda ha dato sui nervi al pover’uomo! (Esce da destra)

SECONDO CAMERIERE - (entra da destra, zoppica, ha baffoni e gobba) Non sarò che il secondo cameriere del castello, d’accordo, eppure la so più lunga di molti altri! Era un pezzo che fiutavo qualcosa! Però non volevo dire niente a nessuno! Ecco perché nessuno ne sapeva niente! (Esce da sinistra)

MISS ISSIPEE - (entra da destra; giovane, bella, ha un forte accento americano) Io sono la donna fatale del castello. Mi chiamano Miss Issipee. Lo amo, lo adoro, con i suoi stemmi e le sue casacche da discendente delle crociate!… Facciamo finta di soccorrere la baronessa! Tra poco prenderò il largo!… Per intanto cerchiamo il sale e l’aceto! (scompare da sinistra)

DUBOIS-DUPONT - (venendo dalla destra; è in abito da sera e tiene in mano un cappello a cilindro) La trama s’ingarbuglia e il mistero s’infittisce!… Grazie ad una mia diabolica macchinazione la Baronessa di Z è stata informata, in pieno ballo, dell’improvvisa morte del marito! Si tratta di un delitto? Di un suicidio? La folla degli invitati, che si accalca ancora nelle sale del maniero, se lo domanda con angoscia. Ascoltate… (Dalla porta aperta si odono numerose voci che si incrociano)

VOCI DEGLI INVITATI - (in lontananza) Delitto?… Suicidio?… Ma, no, via! È impossibile!… Si è ucciso!… Perbacco, no!… Sì… Un suicidio?… Un delitto certamente!… Cerchiamo l’assassino!

DUBOIS-DUPONT - (fregandosi le mani soddisfatto) Benissimo! Benissimo! Le cose sono avviate bene! Ma, viene qualcuno!… (scompare a destra)

MISS ISSIPEE - (ricompare da sinistra; ha un libro in mano) Ho sparso sale ed aceto in seno alla camerista per solleticare le nari della baronessa. E (mostrando il libro) ho preso l’orario delle vaporiere. Giacché il colpo del morto è uscito exactly, posso partire contenta. Il mio diletto non dovrà scalpitare troppo sul marciapiede della stazione. (si ode un galoppo di cavallo allontanarsi) Scalpita? Ecco il galoppino del cavallo che lo porta via! Viva il castoro dal lungo pelo dell’Oklahoma! (esce da destra)

PRIMO CAMERIERE - (Entrando da destra) Quella Signorina americana ha un’aria che non mi piace! Ahimè! Il Signore aveva un debole per lei! Lei andava sempre a strofinarsi contro di lui, che orrore! Peccato! Un Signore così per bene. (esce da sinistra)

SECONDA CAMERIERA - (entra da destra; porta una saliera e un’ampolla d’aceto) Che cosa vuole che me ne faccia della saliera e dell’aceto, ‘sta oca? Vuole fare dello zelo?! Il suo muso non mi va! E poi, credetemi o no, ma io non credo una parola a ‘sta storia! Il Signore steso morto nel parco! Lui che stava così bene un’ora prima! Storie! E la faccenda del cilindro conficcato in testa? Forse che si ammazza così la gente? O ci si suicida! Ma non scherziamo! (esce da sinistra, alzando le spalle)

SECONDO CAMERIERE - (entrando da sinistra) Io non capisco niente di niente quando non c’è niente da capire, d’accordo. Ma se c’è qualcosa, allora capisco. Ma voi pensate che io vi dica quello che so? Eh no, non vi dirò un bel niente! (esca da destra)

PRIMA CAMERIERA - (entra da sinistra) Ho forse sognato? Mentre andavo a chiamare il medico, mi è sembrato di vedere, in un corridoio male illuminato, l’ombra del Signor Barone! Un uomo in abito da sera che scivolava lungo i muri! C’è di che diventar matti! Che notte, gran dio, che notte! (esce da destra. La scena resta vuota per un momento. Il vento si mette a soffiare con violenza e sibilare sotto le porte)

BARONESSA DI Z - (entra da sinistra e parla rivolta verso le quinte) No, grazie, lasciatemi, è meglio! Voglio restare sola un momento per riflettere su queste singolari circostanze. (Chiude la porta) Che serata! Che colpi di scena! E come fa presto una fragile felicità a crollare sotto la mano crudele del destino!… Avevo appena preso coscienza della mia gioia in mezzo alla folla festosa degli invitati, avevo appena fatto uno o due giri di valzer ed ecco che l’atroce notizia mi schiantava. Ah! Finché vivrò, mi ricorderò di quell’aria di valzer! (Accenna a due passi di valzer canticchiando) Ma chi dunque ha avuto interesse ad assassinarlo, lui così ricco e così fiducioso? E per quale motivo si sarebbe ucciso, lui così appassionato della caccia? Ahimè, enigmi atroci! La mia povera testa duole, duole, duole… eh, duole! (Mentre la Baronessa va e viene per la scena, il vento ha ripreso a soffiare. Improvvisamente si spalanca la porta dell’armadio, la Baronessa lancia un grido acutissimo) Ah!! È lui, è lui, è lui! (fugge da sinistra. Subito dopo, appare di corsa provenendo da destra la seconda cameriera)

SECONDA CAMERIERA - Chi ha gridato?… (Scorgendo l’armadio e lanciando un grido di terrore) Mio Dio! Il cadavere! (Scappa facendosi il segno della croce, dalla medesima parte da cui è entrata. Subito dopo appare da sinistra il Primo cameriere)

PRIMO CAMERIERE - Oh! Là, là! Un impiccato! Ma è il Signore! Sì, è il povero Signore! Aiuto! Aiuto! (esce da sinistra)

PRIMA CAMERIERA - (arrivando da destra) Che trambusto! Che cos’altro succede? (Si volta e vede l’armadio) Oh! Che orrore!… (riprendendosi) Ecco una parvenza che sembra realtà! Su, coraggio! Guardiamo! Ebbene, si, io… io dico che non è il Signor Barone! (Si ode un altro grido in lontananza) Ah, bene! Ecco che la Baronessa ha un’altra crisi di nervi! Bisogna portarle di nuovo i sali! E a me, chi me li fa annusare i sali? (Esce risolutamente da destra. La scena resta vuota un momento. Il vento raddoppia la violenza e, improvvisamente, il cadavere rigido e legato, il cilindro conficcato sino al mento, cade dall’armadio, faccia contro terra)

MISS ISSIPEE - (entrando da sinistra, si rivolge al cadavere) Buongiorno e grazie, Signor factotum! Il vero barone è già lontano! Ci incontreremo stanotte nel porto di Brest. L’assegno glielo porterà un piccione viaggiatore. Addio! (Scompare da destra. Subito dopo, il cadavere si rotola per terra per liberarsi dai lacci, si alza, si toglie il cilindro che gli copre la faccia: è Dubois-Dupont, felice)

DUBOIS-DUPONT - Puah! È incredibile la quantità di polvere che si accumula in un armadio di un vecchio castello! Questo m’insegnerà a fare il fantasma! Mentre io penavo, soffocando sotto il cappello del delitto, o del suicidio, nessuno lo saprà mai, il Barone ha preso il largo, ben presto raggiunto dalla sua Dulcinea, l’intrigante americana! Questa la macchinazione ideata dal Barone per fuggire per sempre con Miss Issipee, lasciando una vedova inconsolabile! E adesso, a nostra volta, fuggiamo! Abbiamo vinto la partita… Purché il mio assegno arrivi! Non mi fido troppo dei piccioni viaggiatori! (Si mette la mantella, il cappello a scacchi e esce tranquillamente da destra. Dalla medesima parte entra la Prima cameriera)

PRIMA CAMERIERA - (scorgendo l’armadio vuoto) Naturalmente! L’armadio è vuoto! Lo sospettavo! Ecco un cadavere che ha buone gambe! È stata tutta una ridicola montatura! Com’è ingenua la Baronessa che si è lasciata ingannare! (Di nuovo si sente il grido della Baronessa: “Dio, Dio, svengo… No, no, falso allarme!” All’inizio del grido, la prima cameriera si precipita fuori a sinistra)

SECONDO CAMERIERE - (apparendo sulla sinistra e parlando rivolto alle quinte) Eh! Mia povera signora! Venga qui! Non abbia paura! Vedrà che non ci sono più cadaveri e baroni di quanti ce ne siano sulla mia mano! Dev’essere ben lontano il suo sposo! E in buona salute, creda a me!! (Rivolto al pubblico) Io ne avevo un sospetto, ma non volevo dir niente, niente di niente! (esce da destra)

BARONESSA DI Z - (appare da sinistra e attraversa malinconicamente la scena) Questo è stato il mio unico giorno felice! Ed è finito nel mistero e nella solitudine! Ahimè! Per tutta la vita mi ricorderò di questo ballo!… Quella sera c’era folla al castello!!!! (Mentre le note di valzer si fanno udire in sordina la Baronessa esce da destra)

SIPARIO