C’era un sacco di gente, soprattutto giovani

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di Umberto Simonetta

Personaggi

CANDIDATO A

LA  P.R.

RIGHETTI

MONICA

STEFANO BOSSI

KATIA, cantante napoletana

LOREDANA

CANDIDATO  B

MARIELLA, cantante emiliana

IL  DOTTOR ESPOSITO

LUIGINO

SUO  PADRE

SUA  MADRE

FUNZIONARIA

IL  PROFESSORE


ATTO PRIMO

(In uno studio della Casa Discografica sono in corso i provini per giovani cantanti. Il Candidato A, microfono in mano, ha appena iniziato a cantare la sua canzone. Per far risaltare l'imbecillità del testo anche la musica dovrà essere adeguatamente mediocre.)

CANDIDATO AE' un amore tremendo

quello che sto vivendo

ogni istante con te

in questo mondo che 

non è più nostro

è nero il cielo

come l'inchiostro

piante senza foglie

fragole senza voglie

poveri fiori

senza colori

nei mari ch'erano blu

i pesci non nuotano più

maledizione

andiamo verso l'autodistruzione

ma tu ma tu

tu sei colpevole anche tu perché

tutto ciò riguarda un po' anche te e me              

perciò                                                                   

facciamo insieme un nuovo bello mondo...

facciamo insieme un nuovo bello mondo...

(Entra la P.R. e lo interrompe)

P.R.                       Grazie, basta così. Puoi andare, grazie. Righetti!

CANDIDATO A       No, ma non è finita. La parte più bella è il refrain. Ascolti  il refrain.

P.R.                       Grazie non c'è bisogno, non importa, grazie, va bene lo stesso. Righetti!

CANDIDATO AVa be' ma il refrain è quello che colpisce di più. Anche quando la canto in giro nelle serate quello che prende veramente è il refrain. La strofa  è giocata tutta  in  funzione del  refrain, no?  è  un supporto per valorizzare   il   refrain. È tutta  impostata  per  arrivare all'esplosione: «Facciamo insieme un nuovo bello mondo... Facciamo insieme un nuovo...».

P.R.                       Sì, sì, ho capito perfettamente, l'esplosione è molto vivace, è interessante.  Ma adesso è inutile che  tu  me la  faccia  risentire. Grazie.  Righetti!

CANDIDATO AMa allora se non lasciate neanche finire le canzoni cosa invitate qui la gente per fare i provini? Io ho perso una giornata di lavoro per venir qua. Che se lo sapevo stavo a casa, stavo. Per venir qua e non cantare neanche il refrain. Eh.                                     

P.R.                       Che lavoro fai tu?

CANDIDATO A   Il cameriere.

P.R.                       Lo vedi?

CANDIDATO ACosa lo vedi, cosa vuol dire lo vedi?

P.R.                       Calmati per carità, calmati, non è successo niente di irreparabile. A me più che le canzoni interessa conoscere chi le canta, i personaggi. Questa è stata una prima presa di contatto. Con te come con tutti gli altri. Le prese di  contatto  sono estremamente  utili:   ci  servono a  visionare forze nuove, per renderci conto delle realtà emergenti. Adesso avremo una pausa di riflessione.

CANDIDATO A       Una pausa? Allora aspetto?

P.R.                       No, no, tu vai pure. Torna tranquillamente a casa. La pausa di riflessione la facciamo noi. Avremo una riunione di tutto il team, riascoltiamo i nastri e poi semmai ti facciamo sapere qualcosa. Tu intanto piuttosto preparati  un  altro brano.

CANDIDATO AUn altro? ma allora è il pezzo che non le è piaciuto. Se vuole sentirne un altro glielo faccio sentire subito. Quello era un pezzo ecologico, ne n'ho un altro tutto sul valore dell'amicizia. Glielo faccio sentire? dura tre minuti.

P.R.                       Ma no, ma chi ha detto che non m'è piaciuto. Anzi, il pezzo va bene, è suggestivo. Adesso dobbiamo rifletterci sopra, esaminare un po' la situazione nel suo insieme... Ci sono delle esigenze di mercato da rispettare... è difficile riuscire a capire cosa vuole la gente...

CANDIDATO AAlla gente sono pezzi che gli piacciono. Perché è vero, no? rispecchia la realtà d'oggi: ormai il cielo è come l'inchiostro, le piante sono senza foglie, non ci sono più pesci, anche i camosci diradano, maledizione andiamo verso l'autodistruzione... e allora cosa dobbiamo fare noi giovani? «Facciamo insieme un nuovo bello mondo... Facciamo insieme...».

P.R.                       Sì, sì, l'intento è lodevole. Anche il concetto, esemplare. Non nuovissimo... Anche la musica è briosa. . Stai tranquillo, se ci sono novità ci facciamo vivi noi. Ciao, eh. Grazie per la collaborazione.

CANDIDATO A  Prego, prego.  

(Esce)

P.R.                       Per me questo è pessimo anche come cameriere. Righetti!

RIGHETTI           (Entra) Eccomi, P.R.

P.R.                       Chi c'è ancora?

RIGHETTI            Basta, finito, questo era l'ultimo. Tragico, eh?

P.R.                       Come gli altri. Facciamo insieme un nuovo bello mondo:  imbecille. Ma possibile che noi organizziamo provini su provini e non riusciamo a trovarne uno?  uno eh, mica due: non sono così megalomane da sperare di trovarne due, me ne basterebbe uno.  In un  paese dove cantano tutti, noi niente.

RIGHETTI           E' un momento così, un momento difficile. Di talenti veri non ne vengono fuori.

P.R.                       Già, e come mai quegli schifosi della GDS sono riusciti a inventare quel cialtrone piagnone che ogni Ellepì che vomita fuori ne vende tre milioni di copie? Eh? come mai? non è difficile anche per loro il momento? eh? me lo spieghi, Righetti?

RIGHETTI           «Vomita  fuori»! ...Il   tuo linguaggio disinibito...  provocatorio... così emblematico di  una  profonda presa di coscienza delle nuove generazioni... Questo tuo linguaggio ruvido e scostumato mi turba P.R.! Mi turba e contemporaneamente mi esalta, mi accende di voglie...

P.R.                       Non dire puttanate Righetti e piantala di sbavarmi dietro. Non puoi   approvare  sempre  tutto  quello che dico, altrimenti viene a mancare il confronto dialettico...

RIGHETTI           Hai  ragione  ma quando  ti sento parlare  in un certo modo smarrisco la mia identità. Divento un cane.

P.R.                       Hai letto male Bulgakov.

RIGHETTI           Non l'ho letto per niente. Anzi, vorrei sapere...

P.R.                       Non chiedermi se è un cantante russo perché ti do uno schiaffo. Bene, ammettiamo anche che sia un momento difficile come dici tu. Ammettiamo che di talenti veri non ce ne siano troppi in giro, che non  dipenda quindi   soltanto dalla  sfortuna  o  peggio:   dalla  nostra incapacità,   incapacità   mia,   tua   Righetti,   incapacità  di tutti quelli che lavorano in questa stupidissima azienda...

RIGHETTI           Be' un po' di sfortuna l'abbiamo avuta...

P.R.                       Sì, non si può negarlo. Perché in effetti con Marilena ci è andata male per autentica rogna nera: perché quella lì  era  una che avrebbe sfondato sicuramente,  il  personaggio c'era, da bagasciona ma c'era. E cantare cantava, la voce ce l'aveva. Che se non s'ammazzava sulla moto... sempre per voler fare due cose contemporaneamente: canti, cosa vai anche in moto? che bisogno c'è? la mania dei giovani di strafare. No, quella volta con Marilena abbiamo avuto veramente una iella da manuale: perché avesse almeno inciso un Ellepì prima di finire contro il camion... No, niente: muore, si sfracella, così, senza lasciare niente di cantato. Bella oca.

RIGHETTI            Hai sentito il Professore oggi?

P.R.                       Certo che l'ho sentito, E' impaziente, bolle. Ogni volta che legge la Hit Parade e vede che in testa c'è uno della concorrenza s'incazza come un bufalo e minaccia di cacciarci via tutti. E non ha tutti i torti. Ci ha dimostrato la sua stima un sacco di volte e noi lo stiamo deludendo. Bisogna muoversi, Righetti. Dobbiamo assolutamente riuscire, a scova re unmascalzone che piaccia alla massa dei deficienti. Quand'è che hai fissato i prossimi provini?           

RIGHETTI            Giovedì. Ma non facciamoci troppe illusioni.

P.R.                       Devo fare un salto in RAI a parlare con Esposito. Vedo se mi riesce di far passare Christian e Rossella di pomeriggio, magari in un programma per ragazzi. Sono abbastanza seguiti dai deficienti. Per Claudio il sabato sera non c'è niente da fare. Se fosse stato negro. Adesso va su una trasmissione che si chiama «Black and White». Hanno bisogno di cantanti negri, di bianchi sono già a posto. Ma figurati se Claudio è negro, è di Verona l'imbecille. Se era negro stava con la GDS. Vedrò di convincere Esposito per Christian e Rossella. Gli avete mandato il disco?

RIGHETTI           Sì.

P.R.                       E la cassetta di liquori?

RIGHETTI            Certo, a casa sua.

P.R.                       Con dentro... il bigliettino?

RIGHETTI.          Sì.             

P.R.                       L'ha mica respinto, no?                 

RIGHETTI            Respinto?  Esposito?                                                                             

P.R.                       Mah, ho sentito dire che c'è un'ondata di moralizzazione. 

RIGHETTI           Va be' ma non credo fino al punto da respingere un assegno.

P.R.                       Allora però potrei insistere per Claudio anche se non è negro.

(Entra Monica, la giovane grafica.)

MONICA             Ciao P.R. Disturbo?                   

P.R.                       No, no, vieni tesoro. E' per la copertina di Claudio?

MONICA              Sì, volevo parlarti...                                        

P.R.                       Benissimo, solo che io adesso non posso, devo fare un salto in RAI. Parlane con Righetti, vi conoscete voi due?

RIGHETTI           Salve.

P.R.                       Bene, ciao ci vediamo più tardi. (Esce)

MONICA             Io mi chiamo Monica. Sono la grafica che avete interpellato per la copertina del...                                       

RIGHETTI           Sì, sì, sì, certo... si accomodi... La conosco benissimo... di nome... di fama...

MONICA             Be' di fama magari non so perché... cioè io sono ancora molto giovane, praticamente sto venendo fuori adesso no?... però insomma mi accorgo che sto andando abbastanza bene... Per esempio l'ultimo lavoro che ho fatto, non so se lei l'ha visto, è stata la copertina dei Menestrelli non vedenti...

RIGHETTI           Ah sì, i ciechi...

MONICA             (corregge con una punta di amarezza) Non vedenti. Be' ha avuto parecchio successo, no? è piaciuta molto... Ecco, siccome m'è venuta un'idea per l'Ellepì di Claudio, no? prima di buttarla giù volevo parlarne un momento...

RIGHETTI           Sì, certo... Non so, se vuole parlarne con me...

MONICA             Sì, per me va benissimo... Solo che non so... non vorrei farle perdere tempo... perché altrimenti magari ripasso quando c'è la P.R. Perché io di Ellepì ne ho sempre parlato con la P.R.

RIGHETTI           Non si preoccupi, può dire a me tranquillamente.

MONICA             Perfetto, okei, allora va benissimo. Dunque l'idea è questa... un culo, no?

RIGHETTI           (smarrito) Un... culo?

MONICA             Sì,  cioè  lei  lei  presente la copertina  del disco, no?... Un culo quadrato...  praticamente come  fosse  un culo, no? che poi si apre o c'è dentro l'Ellepì.

RIGHETTI           Nel culo?

MONICA              Nel culo-copertina. Si apre, no? come fossero due chiappone. Edentro c'è il disco. Non so se a lei piace come proposta. Forse la trova un po' troppo... Se la trova un po' troppo me lo dica francamente...

RIGHETTI           No,  no, continui, continui...   Dunque  la copertina si apre come fossero due chiappone...

MONICA              Esatto, e dentro c'è  il  suo  bravo disco.  Magari ci può mettere anche le solite due righe di presentazione, il curriculum, quelle balle lì. In sostanza l'idea più o meno è questa, no?   ...a me sembra abbastanza divertente. Io la trovo una trovata. Poi anche nuova. Perché sì d'accordo, va bene, all'estero, in Inghilterra hanno fatto la copertina dei Rolling con la palla di Mike Jagger... si  ricorda?   ...però da  noi   non s'era  mai fatta...   Eppoi la palla è una cosa il culo è un'altra, no?

RIGHETTI           In effetti sono due cose diverse...

MONICA              Oddìo non so, se per la vostra casa è unpo' troppo magari studio qualcosa d'altro... A me sembra originale... Perché poi in Italia si ripete sempre:  bisogna trovare qualcosa di originale,  bisogna  trovare qualcosa  di originale, poi quando uno inventa qualcosa di totalmente nuovo, anche strutturalmente, tutti subito che si  tirano indietro,  si   scandalizzano,   cominciano  a  dire:  «Mah. aspettiamo,  non  è ancora   il   momento eccetera...». Di questo passo di roba nuova da noi non ne vedremo mai. Giusto o no?

RIGHETTI            No, no, sì, sì, giusto... Sì, sì. a me sembra che il... che il  popò funzioni...   Dico così, a naso...  Ma... e di che colore lo farebbe?

MONICA              Di che colore?  il suo colore.  Color culo.

RIGHETTI           Troppo realistico! No, no, scusi ma di quel colore lì mi pare che non... secondo me non incontri!... Io mi terrei su un colore un po' più... non so... un colore... magari verde...

MONICA              Ho capito, sì, sì, più astratto dici tu... scusa ci diamo del tu?

RIGHETTI           Sì, sì, certo... Dato anche l'argomento...

MONICA              Cioè un colore meno legato all'immagine diretta... meno fotografico...

RIGHETTI           Ecco, meno fotografico sì, brava... L'idea della foto non mi convince...

MONICA              Verde dici tu... un bel culone verde...

RIGHETTI           Ecco, sì...

MONICA.             ...oppure viola.

RIGHETTI           No, viola no... Sembra sculacciato. Eppoi porta anche male. Mah, non saprei decidere così sul momento... Bisogna che ci rifletta un attimo su questa idea. Che è ottima, intendiamoci. Ma non voglio prendere decisioni affrettate.  Intanto ne parlo anche con la P.R.

MONICA              Ecco sì, parlane anche con lei che ci ha gusto... Va be', fatemi sapere qualcosa. Ma guarda che è una grossa idea, è un peccato buttarla. Ciao. (Esce)

RIGHETTI            (fra sé) Mah... non vorrei averle dato l'impressione che sono un uomo all'antica. Forse ha ragione lei: può essere un'idea rivoluzionaria. Un culo verde. Ecologico.

(Rientra la P.R.)

P.R.                       Quell'imbecille di Esposito era in riunione, così ho fatto un viaggio a; vuoto. Com'è; andata con Monica? è una ragazza in gambissima, piena di idee.

RIGHETTI           Sì. Per la copertina dell'Ellepì di Claudio ha proposto un culo.

P.R.                       (interessata) Sì?

RIGHETTI           Un culo che poi si apre e dentro c'è il disco...

P.R.                       Non brutta come trovata: sì, è abbastanza indecente, dovrebbe piacere ai giovani.                                      

RIGHETTI           Senti... tu come lo vedresti questo culo?... verde o di un altro colore?

P.R.                       Come verde o di un altro colore? non capisco.

RIGHETTI           Sì, per evitare la pura riproduzione fotografica... di che colore lo vedresti tu? 

P.R.                       Io il culo, vedo color culo .  

RIGHETTI           Ecco, appunto, è quello che ho detto anch'io. Siccome lei pensava di colorirlo con un colore magari sfumato io ho detto:   no, meglio...

P.R.                       (interrompendolo) Cosa vuoi colorire? se si fa un culo lo si faccia rosa.

RIGHETTI           Appunto.

P.R.                       Altrimenti è ipocrisia, è mistificazione.

RIGHETTI           Esatto.

P.R.                       Dopo chiamo Monica e glielo dico. E'brava ma va seguita. 

RIGHETTI           No, lascia stare. Me ne occupo io.          

P.R.                       Piuttosto una cosa importante. Di chi è?

RIGHETTI           Cosa?

P.R.                       Eh, questo culo. Di chi è, a chi appartiene?

RIGHETTI           Ah, non me l'ha specificato ma credo che sia quello di Claudio.                            

P.R.                       Ma per carità, cosa vuoi che faccia vendere quello di Claudio! Ce ne vuole uno giusto, bello, di una bella figa.

RIGHETTI           P.R., quando cominci il dar sfogo al tuo linguaggio baldanzosamente scurrile… quando ti appropri dell'osceno con quella ma disinvoltura così spudorata, io...

P.R.                       Piantala di sbavare come un bastardo, Righetti. Sai piuttosto cosa ho sentito dire in TV? che forse il Professore salta.

RIGHETTI           Cosa? Possibile? Salta il Professore? Ma chi te l'ha detto?

P.R.                       D'Agostino. Dice che c'è in giro la voce che lo mandano all'IRI, o all'ENI, o all'ENEL, o all'INAM, boh.

RIGHETTI            All'INAM?... il Professore? ...ma cosa ne sa lui dell'INAM?

P.R.                       Be' quando è venuto qua veniva dai farmaceutici. Cosa ne sapeva di dischi? È un uomo superiore, che non si lascia invischiare nel banale discorso delle competenze specifiche. È un uomo al di sopra delle leggi della meschina professionalità.

(Entra Bossi)

BOSSI                   Eleonora!

P.R.                       Ciao Bossi. Non chiamarmi Eleonora per favore. Non mi chiamo Eleonora.

BOSSI                   Per me sì. Mi dispiace ma io non potrò mai, mai chiamarti P.R.:  una sigla, un'arida sigla...

RIGHETTI            Ma è una sigla importante caro Bossi.

BOSSI                   No, è una donna importante caro Righetti. E Bossi non chiamerà mai una donna importante come lei con una sigla.

P.R.                       E allora chiamami Mimma che è il mio nome, o Baldassarri che è il mio cognome. Tutte le volte che vieni qua ciai sempre un nome nuovo!

BOSSI                   Sì... per te io invento sempre un nome nuovo: oggi sei Eleonora... ieri eri Margareta... domani sarai Stefania...

P.R.                       Piantala Bossi.

BOSSI                   Va bene, va bene, come vuoi. Dunque, ti ho portato il testo per Katia... Ascolta...

P.R.                       Ma è inutile che lo leggi a me, devi leggerlo a Katia.

BOSSI                   Prima voglio un tuo parere, ci tengo. (a Righetti, con scarsa convinzione) Ci tengo anche al tuo, Righetti. State a sentire... (declama)

Fugge il cerbiatto al primo dolce sole

ma tu lo sai dov'è nascosto il mare?

è dietro a quelle rocce e spande amore

ma tu lo sai cosa vuol dire amare?

il n'y a pas de fenêtres dans ton coeur...

(si rivolge ai due in cerca di approvazione) Eh?

RIGHETTI            È finita qua?

BOSSI                   Ma no, dai, c'è il refrain. Ma cosa ve ne sembra della strofa ?

P.R.                       Vai avanti, facci sentire il resto.

BOSSI                   (riprende a declamare)

Frana... sono una frana... dura, lontana...

a livello di rapporto sono frana...

Rana... sono una rana... molle, pagana...

mi comporto ormai lo so come una rana...

Nello stagno putrido

il n'y a pas de fenêtres dans ton coeur...

P.R.                       Singolare, molto singolare.

RIGHETTI            Curiosa.

BOSSI                   Sì, sì, singolare, curiosa. Certo, è singolare, è curiosa ed è anche qualcosina di più. Ma chi me la canta questa?

P.R.                       Come chi te la canta? Katia, no?

BOSSI                   Grazie, lo so anch'io, certo che me la canta Katia... Ma qui, hai capito chi ci vorrebbe, no? qui ci vorrebbe una Piaf, una Joan Baez... una Barbra Streisand... oppure una di quelle cantanti tedesche dalla bella voce profonda, tipo Zarah Leander... Perché questo è un testo che va reso in un certo modo... Katia poverina è bravissima per carità, se la cava discretamente però le manca l'afflato... hai capito?... Qui più che un'istintiva ci vuole una colta, una provveduta, una che magari non sappia fare le melanzane al forno ma che abbia letto almeno una volta un libro di poesie... Prévert!... Ma dove la troviamo una cantante così?... A proposito, come stanno andando i vostri provini?

P.R.                       Schifosamente. Siamo nella melma.

RIGHETTI            P.R. sei straordinaria! riesci a essere volgare anche nella scelta degli eufemismi!

P.R.                       Vieni Bossi, se vuoi ascoltare qualche nastro dei provini scendiamo in registrazione. Sentirai che fenomeni. (Escono)

 

(Nell'appartamento di Katia. La cantante sta preparando qualcosa da mangiare e canticchia fra sé una canzoncina. Si sente suonare il campanello.)

KATIA                  Avanti, avanti, la porta è aperta... Chi è?

(Entra Bossi)                                        

BOSSI                  Katia carissima... Ti disturbo?

KATIA                  Stefano amore!... Ma quale disturbo, ti aspettavo. Come t'è venuta, t'è venuta bene? Perché l'importante è che piaccia a te, perché se sei soddisfatto te vuol dire che è una bella cosa, che è una cosa che hai sentito, una cosa che ci avevi dentro, dentro qua, che la dovevi tirare fuori, la dovevi esternare... Perché io penso che la prima cosa per un poeta, per uno come te che compone versi, è credere lui per primo in quello che scrive... è vero o no, Stefano? Dimmi la verità, è vero o non è vero?    

BOSSI                   E' verissimo Katia, è verissimo.

KATIA                  E tu ci credi in quello che hai scritto?

BOSSI                   (retorico) Sì, Katia:  io ci credo.

KATIA                  Oh, ecco, e io questo ti volevo sentir dire!... Basta, non m'interessa altro, questo già mi fa capire che è una bella cosa, una cosa importante. Perché io a te Stefano ti conosco troppo bene, da troppi anni ti conosco: se non ci credevi non m'avresti detto io ci credo con quel tono. No, tu m'avresti detto: guarda Katia, è una cosa simpatica, una cosa commerciale, qua dobbiamo fare i soldi... Intendiamoci: non che non li dobbiamo fare, che anzi a volte proprio con le cose buone uno fa i soldi... è vero? è vero o non è vero?

BOSSI                  E' verissimo Katia, è verissimo.                          

KATIA                  Noi dobbiamo fare una cosa che ci piace, che ci soddisfa dal punto di vista artistico e anche economico. È vero Stefano? è vero o non è vero?

BOSSI                  Sì, verissimo Katia, hai perfettamente ragione. Io sono convinto che con questa canzone noi facciamo anche i soldi. Guarda cosa ti dico: ne sono sicurissimo.

KATIA                  Dobbiamo fare una bomba. Proprio una bomba bomba. Bum! Debbono schiattare tutti quanti. Va bene, non mi tenere più in ansia Stefano, leggi, leggi.

BOSSI                  (legge) «Fugge il cerbiatto al primo dolce sole...»

KATIA                  Bella. Già mi piace. «Fugge il cerbiatto al primo dolce sole», bellissima.

BOSSI                   «Ma tu lo sai dov'è nascosto il mare?

è dietro a quelle rocce e spande amore...»

KATIA                  Bella. Spande amore. Bellissima.

BOSSI                   «Ma tu lo sai cosa vuol dire amare?

Il n'y a pas de fenêtres dans ton coeur...»

KATIA                  Una bomba! Hai fatto una bomba, Stefano!... Eh, io ti conosco: tu quando azzecchi il primo verso poi parti come un treno, non ti ferma più nessuno.

BOSSI                   Refrain, stai a sentire. «Frana, sono una frana... dura, lontana... a livello di rapporto sono frana... Rana, sono una rana...»

KATIA                  (stupita) Una rana?

BOSSI                  Sì.... ascolta: «Rana, sono una rana... molle, pagana... Mi comporto ormai lo so come una rana...».

KATIA                  No scusa, questo della rana non mi piace... Una rana molle, pagana... No, nun me va... Perché sembra che sia io la rana, capisci?

BOSSI                   Ma no, che c'entra... è un'immagine poetica... un raptus immaginifico per rappresentare un animale totalmente estraneo ai sentimenti umani, capisci amore?... Scusami, lasciami finire...

KATIA                  Sì, sì, ho capito questo concetto dell'animale... anche estraneo come dici tu... A me mi sta bene, mi piace, è bello, è poetico come dici tu giustamente... però poi la gente, tu la conosci, no? sai com'è la gente:  credono a quello che sentono cantare... se mi sentono cantare che sono una rana e quelli si convincono...

BOSSI                  Ma no, scusa, cosa vuoi che si convincano che sei una rana?

KATIA                  Eh, sì. Purtroppo è così, guarda io sono sicura. Il mio pubblico lo conosco bene. Che poi divento la rana della canzone italiana. Le altre sono le tigri, le aquile e io sono la rana, per carità. No, ma lì non ti preoccupare: si cambia, si mette un'altra parolina... al posto di rana si mette... che ne so, tana...

BOSSI                   Tana?!

KATIA                  No, tana no. Mettiamo... strana... sono strana... che è anche più carino oggi, è d'attualità. Una dice che è un po' strana, si confessa... ammette certe sue tendenze che oggi alla gente ci piace; «La Katia è una nu poco strana... si sa, gli artisti...» Vabbe' scusa, continua...

BOSSI                  Be', qui poi continuerebbe   così: «Mi comporto ormai lo so come una rana...  Nello stagno putrido...».

KATIA                  E vabbe' pure lo stagno putrido!... Ma che t'ha preso, Stefano?  Il pubblico mi sente cantare lo stagno putrido e si schifa.,. Eh, scusa.

BOSSI                  «Il n'y a pas de fenêtres clans ton coeur...».

KATIA                  Ecco, su questo non ci piove. Questo mi piace, è un verso bellissimo. Poi ci sta bene un verso in straniero, è elegante. Perché tu capisci che io ho bisogno di una canzone fine, la gente da me quello vuole.

BOSSI                  Allora cosa facciamo?

KATIA                  Come cosa facciamo amore mio, è un testo meraviglioso, pieno di poesia vera, come tutti i tuoi testi. Una volta eliminata la rana, funziona perfettamente. Ah, senti un po' ma quell'idolo che vanno cercando quei fregnoni dell'Etichetta e non potrei essere io?

BOSSI                  Ma figurati Katia, cosa ti viene in  niente! quelli stanno cercando l'idolo per il pubblico giovanile...

KATIA                  E vabbe' e io che sono per il pubblico dei moribondi?... Se la canzone è buona piace anche al pubblico giovanile... Vabbe', grazie Stefano... Non ti preoccupare, non fare quella faccia: la tua canzone e bellissima... Sopprimiamo la rana poi io col tuo permesso me l'aggiusto un po' su di me, me la faccio diventare mia... come abbiamo sempre fatto... Ciao tesoro, bacino... (Esce)

(Entra Loredana e la scena diventa il suo appartamento.)

LOREDANA        Allora, com'è andata?

BOSSI                   Una stronza, non ha capito niente. Vuol  togliere tana per mettere strana...        

LOREDANA       (dolorosamente colpita) No!... non è possibile!... non devi permetterglielo. La rana è il suofascino!

BOSSI                  Toglierà anche lo stagno putrido, vedrai. Il cerbiatto le è piaciuto ma tu capisci che il cerbiatto senza la sua rana... Ti giuro che sono distrutto, Loredana.

LOREDANA        (a parte, didascalica). Sì, il mio nome è Loredana. La sua amante che non riesce in nessun modo a far carriera nonostante lui le abbia promesso, tre anni or sono... da tanto dura la nostra storia... di lanciarla nel  mondo della canzone e di spianarle la via al successo. Quel successo che, anche al lume dei più recenti avvenimenti, le appare ormai sempre più inaccessibile. Forse la protezione di Stefano Bossi, il notissimo paroliere autore di tanti e tanti testi fortunati come Buonanotte signora sorriso, Mister Love e Ti giuro mai più, per non citare che i più noti, forse questa  protezione  non  è  più  sufficiente  per  farsi largo  in  quella  spietata  giungla che  è  il   mondo discografico e dello spettacolo in genere...              

BOSSI                   (didascalico anche lui) Purtroppo, anche se costa fatica ammetterlo, il dolente quadro tracciato da Loredana corrisponde alla realtà. Non si può tuttavia disconoscere che Stefano Bossi, a destra nella foto, abbia praticato tutti i modi, leciti e illeciti per farla, come si dice in gergo, sfondare. Per questa donna egli ha lottato, ha sofferto, si è sacrificato lui così orgoglioso e a volte sprezzante, si è anche umiliato.  Nonostante ciò, per un complesso di circostanze che in questa sede sarebbe superfluo riassumere, Loredana non raggiunse mai neppure un briciolo di quella notorietà che all'inizio di questa relazione sembrava così semplice ottenere. Se si eccettua una brevissima parentesi a radio Lubiana la sua carriera non ebbe mai squarci di luce autentica...

LOREDANA       Ciò ha, ovviamente, influito sui loro rapporti...

BOSSI                  E come avrebbe potuto essere altrimenti?

LOREDANA        E dunque tutta una serie di  malinconici autunni... una cascata di stornelli e strambotti per rinfacciarsi  reciprocamente torti  veri  o  presunti,  una  disarmonica litania di cantilene stizzite, di  tensioni, di  nervosismi che andavano sempre più aumentando di volume in un crescendo che anche il più intransigente degli anticonformisti non avrebbe esitato a definire rossiniano...

BOSSI                   ...fino all'inevitabile crisi che perdurava ormai da mesi che sembrava dovesse risolversi da un momento all'altro con lo scioglimento del legame che li  teneva ancora uniti...                                   

LOREDANA        (urlando) Ce l'avessi io una canzone così!... Mi fa una rabbia pensare che la canterà quella porca di napoletana!... per me è la più bella canzone che tu hai scritto!... Più bella di Buonanotte signora sorriso e di Ti giuro mai più... Più bella di Mister Love...         

BOSSI                  No, guarda che anche Mister Love era molto bella...

LOREDANA       Questa è meglio, c'è più poesia! Guarda amore che il provino lo voglio fare io!

BOSSI                  Ma come faccio amore, non è possibile... L'Etichetta me l'ha commissionata per quell'assassina di rane!

LOREDANA       Non   dirmi   che   non   riesci   a   farmi   fare  un provino... Ma non sei il più importante paroliere della casa?  il più pagato, il più richiesto? o non conti più niente?

BOSSI                   No, un momento Loredana, un momento... Guarda che io non mi sono mai considerino un paroliere. La stessa definizione, "paroliere" mi deprime.  Io sono un poeta che scrive testi di canzoni per vivere. Ricordati che Pavese tantissimi anni fa mi disse: «Va bene, mi mandi pure i suoi versi, li leggerò...».

LOREDANA       Me ne sbatto di Pavese e delle tue poesie!

BOSSI                  Ma Loredana... La luna e i falò!...  Lavorare stanca...                                                          

LOREDANA        Guarda Stefano che il provino voglio farlo io... guarda che io voglio fare il provino! Hai capito?... (Esce urlando)                                    

BOSSI                   (rimasto solo ma come se continuasse a parlare con lei) E va bene Loredana, farai il provino. Parlerò con Righetti, parlerò con la P.R. e se non bastasse andrò ancora più su: parlerò col Professore. E' un uomo serio, intelligente, ricattabile, una brava persona. E farai il provino. Ti assicuro, Loredana: lo farai. 

(Esce)

(Nella sala di registrazione  Loredana sta terminando il provino: canta il refrain della canzone.)

LOREDANA       Frana, sono una frana... dura, lontana,

a livello di rapporto sono frana...  

rana, sono una rana... molle, pagana...

mi comporto ormai lo so come una rana...

Nella fredda realtà di uno stagno putrido

il n'y a pas de fenêtres dans ton coeur...

(Terminata  la canzone  Loredana  esce.   Entrano  Bossi, Righetti e la P.R.)     

BOSSI                   Allora amici, posa ne dite eh? avevo ragione sì o no? Ecco l'idolo che state cercando voi. Non vi siete accorti che l'avevate già in casa. Pronta e confezionata. Perché questa se la lanciamo come dev'essere lanciata ba­sta, stop, non ce n'è più per nessuno. Hanno finito di vendere tutti quanti. Eh? Che ne dite? Siete convinti? Ve l'aspettavate una sorpresa di questo genere?... Allora? forza, su, dite qualcosa.                               

P.R.                       Non va Bossi, non funziona.

BOSSI                   Non ho capito, chi non funziona?

P.R.                       Hai capito benissimo. Loredana non funziona.

BOSSI                   Ah no?

P.R.                       No.

BOSSI                  E chi lo dice che non funziona?

P.R.                       Lo dico io. E lo dice anche lui, vero Righetti?

RIGHETTI           Sì, sì, lo dico anch'io.   

BOSSI                  Bene, bravi, benissimo. La tua  opinione  Righetti non conta perché  tu  non  hai   mai capito  niente...  Ma tu  P.R. tu me lo devi  dire chiaramente che non  punti su Loredana soltanto perché è la mia donna!  Dillo chiaramente, un briciolo dl lealtà per una volta, coraggio!

RIGHETTI           Bossi ti prego non metterti a far scene qui, c'è un sacco di gente fuori...

BOSSI                  No, io voglio  che  tu  P.R.  me  lo  dica  in   faccia che non credi in Loredana soltanto perché è la mia donna! Dimmelo!  Forza, avanti, dimmelo!

P.R.                       Ma cosa me ne frega a me se Loredana è a tua donna! Non va bene, non funziona e basta. Non  funziona per noi. Noi stiamo cercando un'altra cosa, lo sai benissimo... noi  stiamo cercando la star, il divo,  Gesù bambino... La  legenda  stiamo cercando,  il  mito... Che cosa ha di mitico Loredana? niente. E'una massaia. La incontri al mercato con la borsa della spesa. E' un'infermiera. Che va in giro a  fare  iniezioni .  Una sarta. Che ti aggiusta il cappottino dell'anno scorso. Non ha niente di misterioso, non ha carisma, non accende fantasie. Cos'ha  di  mitico  Loredana?   Niente.   E'  amitica.

BOSSI                  Ah, è amitica? Ah, è amitica. Tu sei convinta, eh, P.R.? Non hai dubbi tu, vero? E allora statemi bene a sentire voi due. Io questa la porto oggi stesso alta GDS e  fra tre anni  al  massimo la vostra  massaia,  la vostra sartina batte  tutti  i  record di  vendite!   E  il  Professore s'incazzerà come una bestia. E lo sapete con chi s'incazzerà? Non con me. Con voi s'incazzerà, con voi!... Forza, quanto scommettiamo?                                            

RIGHETTI           Niente, non scommetto niente. Lasciaci tranquilli Rossi adesso che hai fatto la tua scena madre. Dobbiamo continuare con i provini.                      

BOSSI                   Continuate, continuate. Ne riparleremo. Vi assicuro che  ne  riparleremo.  (Esce)

RIGHETTI           E se disgraziatamente fosse vero? se Bossi porta  Loredana alla GDS e quella esplode sul serio?

P.R.                       Stai tranquillo, Righetti. Non avere ansie inutili. Quella non esploderà mai. Se non sono rincoglionita tutta in un colpo ti garantisco che quella rimane al nastro di partenza. Be' andiamo va', andiamo a sentire gli altri deficienti.                

RIGHETTI           Vuoi ricominciare subito? non aspettiamo il Professore?

P.R.                       Ah, mi sono dimenticata di dirtelo. Il Professore ha telefonato che oggi non può venire. Ha una riunione con i romani. (Escono)

(Entrano il Candidato B e Mariella. Sono due giovani in attesa di fare il provino. Siamo quindi in una specie di anticamera.  davanti  alla  sa!a  di  registrazione.)

CANDIDATO BMah, io sono venuto qua proprio per dire ci vado ma a me non ine ne frena niente. Capisci no che partecipare ai un provino cosa significa? è una buffonata. non significa niente. Non è che quando tu hai fatto il provino, che ti è andato magari anche bene, poi scatta qualcosa. Niente, non scatta niente, cosa vuoi che scatti?

MARIELLA         Bisogna avere degli appoggi. Sennò è inutile, è tutto inutile. Se non ciai degli appoggi a livello politico. Prendi la Fiorella Tucci. Quella si sa benissimo da chi è appoggiata, no?

CANDIDATO B Ma no, non me ne frega niente. Capisci che se io voglio incidere un Ellepì lo incido, no?  però non me ne frega niente. Dopo che hai inciso il tuo bravo Ellepì cosa succede? succede magari che fai carriera, fai i soldi, ti riconoscono per strada, corri di qua e di là e poi perdi la tua privacy... No, a me non me ne frega niente.

MARIELLA         Anche a me della privacy non me ne frega niente.

CANDIDATO B       No ma allora non hai capito. A me l'unica cosa di cui mi frega è la privacy. È del resto che non me ne frega niente. Cosa vuoi che mi freghi? Io se voglio incidere un Ellepì lo incido, no? chi è che me lo proibisce?  ma non m'interessa. Chiaro?

MARIELLA         Be' sì, è molto chiaro.

CANDIDATO B Presempio l'idea di tirar su un gruppo... ecco, quella lì è un'idea che mi prende abbastanza bene, no? almeno così al momento mi sembra che mi deve prender bene poi invece se ci ripenso capisco che in fondo è una gran cazzata e non me ne frega niente. Perché anche quando hai messo su un gruppo cos'è che scatta? Niente, non scatta niente. Sì, diventi famoso ma poi? poi quando ti ritrovi faccia a faccia con te stesso ti sei accorto che non è scattato niente. Dentro di te voglio dire. E allora no, allora non m'interessa. Giusto?

MARIELLA         Sì, è molto giusto. A te cos'è che t'interessa esattamente?

CANDIDATO BMa niente... Anche se ti va bene questo provino per modo di dire, cosa risolvi? risolvi qualcosa?

MARIELLA         Be',certo che poi anche se ci riesci, se ti va bene come alla Fiorella Tucci... che a lei ci è andata proprio bene, eh... poi però dopo per andare avanti hai bisogno di appoggi... Oggi se non ciai gli appoggi.... È vero?

CANDIDATO B Ma no, ma io me ne frego, io non ciò mica voglia di star lì a sbattermi. Perché se io volessi sbattermi per tirar su un gruppo un po' giusto, mi organizzo in un secondo. Capisci no, non è che io canto soltanto... Io faccio voce, organo, percussioni, steel drums, piano acustico, clarinetto, basso, raggio laser, chitarre,  pocket  trumpet,  tablas, visualizzazione sonora... tutto, io posso fare tutto... ma perché dovrei farlo? per chi? a me di salire su una pedana a mettermi in mostra con cinque o sei coglioni davanti a un migliaio di altri coglioni  non me no frega niente... Io non inseguo la routine, il disco, il sound, quelle cazzatine lì... Io casomai voglio fare un concerto giusto, un certo tipo di concerto,  preciso,  però dev'essere  un   fatto  politico... capisci, no? devono accettarlo come un fatto politico... altrimenti finisce che perdi il contatto con la base...

MARIELLA         La Fiorella Tucci cià una base che è un sogno... Tutta di archi e di fiati,  io ogni volta che la sento mi vien da piangere... Mi viene come un nodo qua e incomincio a piangere... L'hai mai sentita te?

CANDIDATO B       Cosa?

MARIELLA         La base della canzone della Fiorella Tucci.

CANDIDATO B Ma no, che mi frega, io non parlavo di quella base lì.

MARIELLA         Comunque a me mi commuove sempre. Be', ciao. Non ti faccio gli auguri perché dicono che porta male. Ti dico solo  in culo alla balena.

CANDIDATO B Ma cosa fai, dove vai?

MARIELLA         Come dove vai, entro a fare il provino, no?

CANDIDATO B       No scusa, aspetta un attimo, c'ero prima io!

MARIELLA         No, guarda che io sono qua dalle otto di stamattina!

CANDIDATO B E allora?

MARIELLA         Come e allora, e allora tocca prima a me... Eh, scusa.

CANDIDATO B Cosa vuoi il premio per il tuo zelo? vuoi la medaglia?

MARIELLA         No, io non voglio nessuna medaglia, io voglio solo entrare a fare il provino. Che mi tremano le gambe, figurati.

CANDIDATO B E non fare tanto casino.... e cerca di non alzare la voce perché a me non m'impressioni!

MARIELLA         (Intimidita) Io non alzo...  

CANDIDATO B Stai buona, stai calma, non assumere atteggiamenti da fascistella...

MARIELLA         Non assumo io... però che ero qua dalle otto è la verità...

CANDIDATO B Non serve arrivare prima, serve arrivare al momento giusto. Ricordatelo, zucca. (Chiama, rivolto in quinta) Dottoressa Baldassarri!... mi scusi dottoressa... dottoressa Baldassarri!

P.R.                       (entrando) Cosa c'è, che succede?                           

CANDIDATO B       Buongiorno dottoressa, sono Marco...

P.R.                       Marco chi?

CANDIDATO B       Marco Pedrazzoli... sono il figlio dell'ingegner Pedrazzoli... mio padre le ha telefonato credo...

P.R.                       Ah sì, sì, certo... il figlio di  Pedrazzoli... Sì, vieni, vieni...

(Esce con il Candidato B)

MARIELLA         (rimasta sola) Ecco, appunto, io ho soprattutto bisogno di appoggi... se non c'è nessuno che ti appoggia... Credete che la Fiorella Tucci senza appoggi sarebbe venuta fuori? ma figurati, quella era ancora là a Terni a far la pantalonaia!

(Entra Righetti)

RIGHETTI           Avanti, chi è il prossimo?

MARIELLA         Sarei... sarei io.

RIGHETTI           Buongiorno. Lei si chiama?

MARIELLA         Andreini Mariella.

RIGHETTI           Benissimo Mareella. Cosa ci canta di hello?

MARIELLA         Io avrei preparato la canzone di Fiorella Tucci.

RIGHETTI           Ah. Di chi?

MARIELLA         Fiorella  l'ucci.

RIGHETTI            Ah, ho capito. Ma chi è?

MARIELLA          Ma come, non la conosce?  Fiorella Tucci.

RIGHETTI           Al momento mi sfugge.

MARIELLA         Ma  è  quella che  ha  vinto  la  manifestazione "Voci duttili" nel Salento.  La lady del revival.

RIGHETTI           Ah, ecco. E... questa Fiorella Tucci è un suo punto di riferimento preciso?

MARIELLA         Come?

RIGHETTI           Voglio dire... va be', quale canzone tucciana ci canta?

MARIELLA         (divertita). Tucciana?

RIGHETTI           Della Tucci.  Di questa Tucci, Tucci, tucciana.

MARIELLA         Ah... Ce n'è una sola, quella che l'ha lanciata, no?  Parola amara.

RIGHETTI           Parola amara?

MARIELLA         Non conosce neanche questa?

RIGHETTI           No, anzi sono sono incuriosito. Prego, cara.

MARIELLA         Sono un pochino emozionata perché è la nona volta che mi presento a un provino.

RIGHETTI           La  nona  volta?  però. Tenace.  Eper quali motivi non ce l'ha fatta finadesso?

MARIELLA         Be', sa... i motivi... non mi faccia dire cose che non ciò voglia... I motivi lei li sa meglio di me, no? ci vogliono degli appoggi Non so se mi sono spiegata.

RIGHETTI           Certo, capisco, s'è spiegata benissimo. Coraggio adesso, non ci pensi più. Adesso è qua, la vita ricomincia. Si concentri. Vedrà che questa è la volta buona...   Faccia un bel respiro forte. Ecco, brava, così... Va meglio?

MARIELLA         Unpo'. Grazie.

RIGHETTI           Bene. Come ha detto che s'intitola il bruno?

MARIELLA         Parola amara.

RIGHETTI            Molto bene. Forza, Mariella.  E niente emozione, mi  raccomando.

MARIELLA         Mi dica in culo alla balena.

RIGHETTI           Come?

MARIELLA         Mi dica in culo alla balena.

RIGHETTI           Ah, sì, sì, certo. (Imbarazzato, rapido e a voce bassa) In culallabalena... Coraggio, cominci pure.         

MARIELLA         (canta)      È difficile amare le favole al giorno d'oggi che

nessuno più crede alle favole, nessuno tranne me...

RIGHETTI            (la interrompe). Bene, bene, molto bene, benissimo... (sottovoce) Senti Mariella... non è il caso che tu continui qui, ti esponi troppo! Io di te ho già capito tutto... Guarda, quando io sento dalle prime note che una ha veramente del talento la interrompo subito, non la faccio nemmeno continuare un secondo perché non voglio bruciarla con  questo  tipo di  provini.  Questi, forse tu non te ne sarai accorta perché non sei ancora calata in questa tragica realtà... questi non sono provini, questo è un gioco al massacro. Qui tu puoi cantare bene fin che vuoi, puoi avere la voce della Callas ma passi inosservata. Non vedi il casino che c'è? Guarda, fa' una cosa Mariella, vieni a casa mia stasera alle nove, siamo più raccolti, li posso ascoltare con più calma... È stupido che tu debba sorbirti  tutta la  trafila quando si può evitare... Giusto o no?

MARIELLA         Io... io la ringrazio dottor Righetti, lei è...

RIGHETTI           Ma per cavità, non devi ringraziarmi   Devia ringraziare te stessa che hai del  talento. Guarda è difficile che mi sbagli. Ormai la so lunga, ho troppi anni di esperienza in questo settore. Vai, aspettami di là che dopo ti do l'indirizzo. Chi è il prossimo?

(Escono)

(Nell'ufficio del dottor Esposito. Il funzionano sta proseguendo la conversazione, evidentemente già iniziata, con la P.R.)                                                  

ESPOSITO           ...non è per cattiva volontà o perché non ci tenga a fare un favore a voialtri dell'Etichetta, gliel'assicuro  dottoressa Baldassarri...  Qui  non  c'entra né la buona né la cattiva volontà, qui il disastro è che non abbiamo più gli spazi. Tra l'altro anche col nuovo palinsesto  non  è che la   situazione  migliorerà   perché  rimangono i tre quiz, il varietà del sabato sera, la domenica pomeriggio, ci sarà   forse... sono anni che  se  ne parla e si continua a rimandarla... una trasmissione in diretta dalle varie discoteche, dovrebbe andar su di venerdì in prima serata, si chiamerà Dis-dir: discoteca diretta... ecco, lì qualcosa potrò fare per voi... Al momento, in questo semestre, l'unico programma agibile per me è «Black and White». Però come le ho già detto per telefono il numero dei cantanti bianchi è già chiuso.

P.R.                       Be' ma sono sicura che se lei  volesse dottor Esposito... non si potrebbe riaprire? Mi trovi un'aperturina, uno spiraglietto, cinque minutini di trasmissioncina per Claudio e Katia... Lei ha sentito il loro ultimo Ellepì? Claudio secondo  me  ha  una  personalità  eccezionale e Katia io credo che se avesse la fortuna di ottenere un rilancio   televisivo   potrebbe esplodere. Ha un carisma straordinario e con gli anni ha acquistato grinta e temperamento fortissimi.

ESPOSITO           Sì, sì, lo so, sono bravi tutti e due ma mi dispiace... Le ripeto: a cantanti bianchi siamo già a posto...

P.R.                       Aspetti un momento. Noi rappresentiamo anche i Sex Bananen... E' un gruppo eritreo, li conosce? sono fantastici, fanno un genere un po' tipo Bob Marley... Quelli sono neri, eritrei. Nerissimi.

ESPOSITO           Purtroppo niente da fare anche per i cantanti neri. Se veniva ieri... Ma proprio stamattina ho dovuto prendere un gruppo di socialisti...

P.R.                       Socialisti neri? del terzo mondo?

ESPOSITO           No, bianchi,  bianchi. Socialisti  normali.

P.R.                       Non ho capito. Cosa c'entrano i socialisti bianchi con i cantanti negri?

ESPOSITO           Be' si dipingono... si truccano la faccia... sono giovani, no? Vengono dalla federazione socialista di Brescia.                                                                                

P.R.                       Ma... sanno cantare?

ESPOSITO           Credo, non so. Ma poi oggi con l'elettronica non ci sono problemi. D'altra parte lo sa anche lei, no, come vanno queste  faccende.  Certe  regole  esistono e dobbiamo rispettarle. Ha visto l'altra sera sulla Reteuno la trasmissione dedicata alle donne arabe? Erano tutte delle ACLI.

P.R.                        Delle ACLI arabe?

ESPOSITO           No, no, delle ACLI-ACLI. Venete. P.R.  Ha ricevuto la cassettina che le abbiamo mandato?

ESPOSITO           Non è molto elegante chiedermelo però si tranquillizzi: l'ho ricevuta.  La prego anzi d'ora  in avanti di non spedirmene più. lo non bevo alcolici.

P.R.                        Mi scusi dottore, non volevo...

ESPOSITO           Non c'è motivo di scusarsi. Non potevate sapere che ero  astemio.  Mandatemi  piuttosto  una  bella pianta o una scatola di cioccolatini. L'importante è che ci sia sempre il bigliettino.

P.R.                       Ah, certo, certo. E allora per Claudio e Katia? proprio niente niente?

ESPOSITO           Mi dispiace dottoressa Baldassarri, al momento la situazione è quella che le ho detto. Ma abbia un po' di pazienza. Qualcosa salterà fuori. Come stanno andando i vostri provini? nell'ambiente non si parla d'altro.

P.R.                        Ottimamente, non speravamo che andassero così bene. Fra poco caro dottore sarete voi a implorarci di mandarvi la nostra nuova vedette.

ESPOSITO           L'avete già trovata? Chi è?

P.R.                       Top secret.

ESPOSITO           Capisco. Ma è un uomo o una donna?

P.R.                        Non si sa...

ESPOSITO           Mi dica almeno se e italiano o straniero...

P.R.                       Non si sa...

ESPOSITO           Cattolico o laico...

P.R.                       Non posso dirle niente...

ESPOSITO           Intonato o...

P.R.                       Niente, non le posso dire niente.

ESPOSITO           E il Professore è contento immagino...

P.R.                       Direi di sì.

ESPOSITO           Lo chiederò a lui direttamente chi è questo vostro nuovo asso nella manica.

P.R.                       E' inutile. Non sa ancora niente nemmeno lui. Buon lavoro dottor Esposito.

ESPOSITO           Aspetti, l'accompagno.

(Escono)

(Appartamento di Righetti, la sera. Lui è in maniche di camicia,  bicchiere   in  mano.  Mariella sta  cantando.)

MARIELLA         E' difficile amare le favole al giorno d'oggi che

nessuno più crede alle favole, nessuno tranne me...

Io... io credo ancora alle favole

tu... tu sei la mia splendida favola

ma...  scusa se te lo dico sinceramente

non ho capito ancora se...

Se sei cappuccetto rosso         

o il gatto con gli stivali

o il  lupo di campagna

o Biancaneve e i sette nani

Se sei  il brutto anatroccolo       

o l'augellin bel verde

o il bello addormentato         

addormentato tra le merde...    

RIGHETTI           (che durante la canzone era altrimenti affaccendato, reagisce) Mi pare un po' brusco come finale.

MARIELLA         Ma è voluto, no? lei evidentemente non ha seguito le polemiche. Prima c'era un altro finale, che era così:   «Se  sei   il  brutto  anatroccolo  /  o  l'augellin  bel  verde  /  o il  bello  addormentato  /  addormentato in mezzo al verde...».

RIGHETTI           In effetti è un po' meno drammatico.

MARIELLA         Però Sergio ha detto che così era troppo sdolcinato...

RIGHETTI           Sergio chi?                                                        

MARIELLA         Sergio Baronzi, l'agente  della Tucci, che poi è anche il suo uomo, no? ha detto che ci voleva un finale più provocatorio, più pugno nello stomaco. Allora invece di farlo addormentare in mezzo al verde l'ha fatto addormentare tra le merde.        

RIGHETTI            Troppo giusto. (Le si avvicina, l'abbraccia, cerca di baciarla.) Se tu sapessi Mariella come mi ripugna fare cose di questo genere. Mi vedo in tutta la mia molestia, in tutta la mia viltà... perché di viltà si tratta! sì, di viltà e per di più laida... Avvalersi di una certa posizione per... Dio mio che infamia!... d'altra parte lo fanno tutti... Mascalzoni!... Tutti lo fanno,  tutti. È un malcostume ignobile, inestirpabile. E io? che debbo fare io povero untorello? posso permettermi di agire diversamente, improvvisandomi  patetico don Chisciotte fuori moda? ...Tu  mi  capisci  vero cara, non mi disprezzi  per questo, vero?

MARIELLA         No, no, ci mancherebbe altro che la disprezzassi dottor Righetti, io lo so che è così. Del resto se c'è da  pagare un prezzo... perché scandalizzarsi? tutto si paga, no? è la vita. Perché tu dovresti appoggiarmi senza una piccola contropartita? Io ti do una cosa a te con quel che segue...                                                 

RIGHETTI           Sì Mariella... tu così candida e disarmata hai detto una grande verità: fra noi ci sono delle convergenze oggettive. È una logica scellerata ma purtroppo è la realtà. Una realtà sciagurata nella quale siamo sprofondati da secoli. Però, credimi, assecondare questa logica... non dico del potere perché io di potere ne ho poco...

MARIELLA         (ritraendosi) Come  ne hai poco?

RIGHETTI           Quel tanto che basta per aiutarti, stai tranquilla, fidati... Assecondare questa logica, dicevo... avallare la corruzione... prenderti in questo modo...

MARIELLA         Ti capisco... ti senti bloccato?

RIGHETTI           No, no, questo no. Abbietto, spregevole ma bloccato no. Dopotutto chi sono io, chi siamo noi per giudicare così severamente la tradizione...  per  bollare senza esitazioni  un  patrimonio nazionale che... Non  è forse meglio lasciar agire la  natura, abbandonarsi  agli istinti per bestiali che siano?

MARIELLA         Sì, io direi di abbandonarsi anche perché sputando il rospo io ti confesso che non sono una Maria Goretti... e non ciò nessuna voglia di esserlo. Io la mia cosina la do, la voglio sfruttare al massimo, la voglio investire con giudizio. Se può essermi utile per la carriera...

RIGHETTI            Può esserla, sì...  E'malinconico dover ammettere che l'iter tradizionale è ancora il più seguito ma è la verità...

MARIELLA         E allora!... ci sono state delle donne che con la loro cosina hanno conquistato degli imperi...

RIGHETTI           Be' adesso non andrei nell'ambizioso...

(Le si butta addosso. Buio Quando torna la luce la scena è cambiata. Siamo nello studio della P.R. Lei è al telefono.)

P.R.                       Mi creda Professore, non dormiamo la notte. Stiamo setacciando il paese con ostinazione alla ricerca di nuove realtà emergenti. Purtroppo le nuove realtà emergenti non emergono. Ma noi non ci arrendiamo. Proseguiamo a visionare forze nuove provenienti da tutti i settori. Isoliti. Siamo sicuri che prima o poi riusciremo a trovare unelemento valido capace d'imporsi alla grande massa del pubblico giovanile. Sì, Professore, glielo giuro: lo troveremo questo bastardo.                                               

(Buio)

(Quando torna la luce siamo nello studio di registrazione che s'è visto all'inizio. Sono in corso altri provini.   E' in scena il Candidato B, Marco.)

            

VOCE

DELLA P.R.         (al microfono) Noi siamo pronti, Marco. Vai pure quando vuoi.

CANDIDATO B No, io non so se questa cosa qua si può chiamare  una  canzone,  Bob.  Però  non  è  che  me ne freghi molto di sapere che cos'è, se è una canzone o un'altra roba. Io so che per me è un momento. Un momento piuttosto importante.                                 

VOCE

DELLA P.R.         Va bene Marco, non ti preoccupare. Vai pure.

CANDIDATO B  (canta)

Ieri sera ho ammazzato mio padre

non ditemi però che è un fatto grave:

ho lasciato in vita mia madre...

E' lì che piange la scema e mormora un'Ave...

VOCE DI

RIGHETTI           (al microfono)   Non mi pare  un granché... che ne dici?                                                     

VOCE

DELLA P.R.         E' il figlio dell'ingegner Pedrazzoli...

VOCE DI

RIGHETTI           Ah, il figlio di Pedrazzoli...

VOCE

DELLA P.R.         Il padre è un coglione però è molto amico del  Professore...

CANDIDATO BGuardate che qua si sente tutto. Non avete tolto l'audio.  Non che me  ne  freghi  molto comunque

VOCE

DELLA P.R.         Scusaci,  Marco.  E' un  incidente  spiacevole. Grazie  per  la collaborazione.  Ti   facciamo  sapere qualcosa tra qualche giorno. E' stato utile sentirti.

CANDIDATO B Anche sentire voi. E' stato utilissimo.

(Esce)

(Entra il Candidato A)

CANDIDATO A       Salve. Noi ci si conosce già.

VOCE

DELLA P.R.         Certo,  sì.  Come  va?

CANDIDATO A Io benissimo.

VOCE

DELLA P.R.         Allora quando sei  pronto, quando  vuoi vai pure.

CANDIDATO A Siccomel'ultima volta m'ha detto di portare un altro pezzo, così l'ho portato. Quello che avevo cantato era un pezzo ecologico, non so se se lo ricorda...

VOCE

DELLA P.R.         Sì,  sì. Lo  ricordo  perfettamente.

CANDIDATO A Questo invece è un pezzo tutto sul valore dell'amicizia.

VOCE

DELLA P.R.         Okei.Vai  pure.

CANDIDATO A       (canta) Io piango e tu mi dici che cos'hai

io  rido e tu ridi anche tu

io viaggio e tu vieni con  me

perché...

Tu sei un amico siamo amici e noi

faremo insieme un nuovo bello mondo...

faremo insieme un nuovo bellomondo...

VOCE

DELLA P.R.         Grazie, va bene.   Ti facciamo sapere qualcosa.

CANDIDATO A       Neanche stavolta, eh?  ma sono proprio così cesso?

VOCE

DELLA P.R.         Ma  no. tutt'altro. perché dici  così?

CANDIDATO ASono mica scemo io, sa? pensare che i miei amici dicono tutti che ciò una bella voce. Cosa dovrei fare  secondo  voialtri?   piantarla  lì?

VOCE

DELLA P.R.         Che  mestiere  fai?

CANDIDATO AGliel'ho detto anche l'altra volta. Il cameriere.

VOCE

DELLA P.R.         Ah sì, sì.  Be' non è un mestiere malvagio, si  guadagna bene. no?

CANDIDATO      A   Sì, sì, ho capito. Ci si  vede. Ciao  a  tutti.

                              (Esce)

                              (Entra Loredana)

LOREDANA        Ciao P.R., ciao Righetti.

VOCE DI

RIGHETTI            Loredana... come mai?

LOREDANA       Guardate che Bossi non sa niente. Non gli ho detto niente perché me l'avrebbe impedito. Lui voleva che andassi alla GDS. Io ho detto: no, preferisco fare un ultimo tentativo con l'Etichetta. Però se non volete vado via.

VOCE

DELLA P.R.         No. no, resta. Scusa, siamo rimasti un attimo sorpresi ma siamo qua per ascoltarti.

LOREDANA        Questa è una cosa mia, tutta mia. L'ho musicata e scritta io da sola. L'ho composta quando mi trovavo in una situazione... una situazione di emergenza un po' particolare che adesso non ho voglia di star lì a ricordane. È una canzone che esprime... anzi che esprimeva i miei bisogni di quell'epoca... Scusate.

(Canta)

Una tazza di caffellatte

due biscotti

pane burro marmellata

una spremuta

un po' di formaggio

due uova in tegame

non ho più fame...

VOCE

DELLA P.R.         Loredana... la canzone è molto bella, complimenti... E tu sei molto brava...                       

VOCE DI

RIGHETTI            Veramente bravissima Loredana...    

VOCE

DELLA P.R.         Sì, piena di temperamento, piena di grinta... Però...

LOREDANA       Ho capito.

VOCE DI

RIGHETTI            No guarda che sei brava sul serio... La questione è che...                                       

LOREDANA        Ho capito, ho detto che ho capito. Va be',io ciò provato. Non ditegli niente a Bossi per favore. Ciao.

(Esce)

VOCE DI

RIGHETTI            Chi è il prossimo? forza!

(Entra Luigino. E' un ragazzino con un naso molto grosso, alla Cirano. S'inchina educatamente.)

LUIGINO             Buongiorno. Io mi chiamo Luigi Richimuzzi. Sic­come non ho ancora trovato le parole da metterci sulla musica la canto con i numeri.

(Canta) Ventiquattro trentacinque sei più tre

trentanove quarantuno due due due...

sette sette novantotto tredici...

sessantuno ventiquattro dodici...

VOCE

DELLA P.R.         E’lui!...  E’ lui!

VOCE DI

RIGHETTI           Stupendo!...  Fortissimo!

(La P.R. e Righetti entrano in scena. Si avvicinano at ragazzo.)

P.R.                       C'è!... questo c'è!...  un  paio di  tocchi  e... Righetti questo c'è!

RIGHETTI           Sì, sì, c'è c'è... Cel'abbiamo...

LUIGINO             Buongiorno... Io mi chiamo Luigi Richimuzzi... P.R. Sì, sì, sappiamo già tutto, carino... Fatti vedere, fatti vedere bene...                              

(Gli girano attorno osservandolo compiaciuti come fosse un animaletto.)

RIGHETTI            (con un sorriso laido, porgendogliela) Una... caramella?

LUIGINO             Grazie. (Fa il gesto di prendere la caramella ma Righetti rapidissimo ritira la mano.)

P.R.                       (con un sorriso) A suo tempo, caro, asuo tempo.

         

ATTO SECONDO

(Luigino è in piedi, sopra una sedia,  immobile e pendente a sinistra a causa di un enorme orecchino che gli scende vistosamente dall'orecchio sinistro. Entrano la P.R. e Righetti.)

P.R.                        (dopo aver osservato Luigino per qualche istante). No, Righetti. No, non ci siamo.

RIGHETTI            Eppure guarda che l'orecchino...

P.R.                       L'orecchino!... Sei vecchio, Righetti... sei vecchio, sei rimasto indietro, tu  rimani sempre indietro di un paio d'anni... Non di molto, di un paio d'anni...

RIGHETTI           Scusami se insisto ma l'orecchino è un segno...

P.R.                        Non pretendo di darti lezioni di semeiotica, Righetti...

RIGHETTI           (laido e eccitato) Da te le accetto... dammele, dammele!... impartiscimi severe lezioni di semeiotica, P.R.!

P.R.                       Sta' buono, schifoso!... L'orecchino!... L'orecchino era un segno! Era!    (Guardando il ragazzo e passando a un tono più confidenziale)  Tra   l'altro   non  così   grosso!... non così pesante!... Lo fa pendere tutto a sinistra!

RIGHETTI            Ma non mi capito? E'un effetto voluto... Un effettaccio se vuoi ma mi pareva che sottolineare la sua appartenenza  a  una certa  area...

P.R.                       Non prendere iniziative ideologiche! E sforzati di non essere sempre così rozzo e intempestivo!... A suo tempo, a suo tempo provvederemo alla militanza politica del nostro giovinetto... guardalo, poverino... ti sembra forse disinvolto?

LUIGINO             In effetti non mi sento del tutto a mio agio...  

P.R.                       (a Righetti)  Levaglielo. (a  Luigino) Non  ti  preoccupare, caro. Gli inizi sono sempre un po' difficili... 

RIGHETTI           (mentre toglie l'orecchino a Luigino)  Tu hai avuto un grosso colpo di  fortuna  a essere stato scelto tra   tanti  concorrenti...                                                 

P.R.                        Sì, un colpo di culo notevole. E sei stato scelto oltre che per le tue probabili qualità canore, direi soprattutto per l'età: su un ragazzo di quattordici anni si può lavorare bene...

LUIGINO             Veramente... io non ho quattordici anni...

P.R.                       Ma certo che li hai.

LUIGINO             Ne ho diciassette.

RIGHETTI           Ne avevi diciassette, caro. Da oggi ne hai quattordici.

P.R.                        (sorridendo) Come passa  il tempo, eh? Vedi tu devi collaborare, devi aiutarci. Un idolo di quattordici anni vale molto di più di uno di diciassette. E dura anche di più. Vedrai caro che se ci dai retta i risultati saranno strepitosi. Bene, adesso pensiamo a come  ti chiami.

LUIGINO             Io mi chiamo Luigi Richimuzzi.

P.R.                        (ridendo divertita, rivolta a Righetti) Ha ha ha... non è delizioso?...  Fresco, candido...

RIGHETTI           Vedi caro, il tuo nome... Luigi Richimuzzi... non è un nome che... Non va bene per una star... non è d'effetto... Non suscita grosse emozioni... Te l'immagini in un grandissimo manifesto con stampata su la tua foto e sotto «Luigi Richimuzzi»? ... non funziona. (Dopo un attimo di riflessione) Cosa ne dite di Luis Riky?

P.R.                       Ma no. Righetti. No, no!... ma allora  non hai capito niente!...  Richimuzzi  funziona  perfettamente, è  plebeo, è sbracato, è ordinario... E' Luigi che bisogna cambiare! (Rivolta al ragazzo) Scusa, tu sei figlio di immigrati meridionali, tenti la fortuna nella grande metropoli... e questo se dio vuole ti crea subito un olone di simpatia, la  simpatia che  accompagna  la  miseria...  be', cosa   fai, ti chiami Luigi?

LUIGINO             Luigino . Mi chiamo Luigi ma mi chiamano tutti Luigino...

P.R.                       Ma no caro, no, non te lo puoi permettere un nome così!... Luigi o anche Luigino è già su una certa linea, è giàun nome da programmatore all'IBM, da assicuratore, da amministratore di condomini... Tu devi avere un nome che sa di pomodoro, di basilico, di aglio... di otto persone che dormono in una stanza... di valigie di cartone, di mutande sporche...                   

RIGHETTI            Mutande?                           

P.R.                       Hai ragione, scusa. Volevo dire di slip. Di slip con l'elastico allentato, sudicie... Ci penseremo, non ti preoccupare...

LUIGINO             Se posso esprimere un giudizio e qualora questo non dovesse intralciare ovviamente  i vostri  programmi io preferirei continuare a chiamarmi Luigino...

P.R.                       (non raccoglie, inseguendo uno suo pensiero). Quanti fratelli hai?

LUIGINO             Nessuno. Sono figlio unico.

P.R.                       Questo toglitelo dalla testa. Figlio unico, sì! ci manca solo questo. Bisogna procurargli subito dei  fratelli.

RIGHETTI            Otto?

P.R.                       Otto, sì, meglio nove. Dove abiti?             

LUIGINO             Al Carrobbio.                                     

RIGHETTI           Be' adesso esageri.                                     

LUIGINO             Esagero?                         

P.R.                       Eh, sì. Troppo centrale. Chiamare Gondrand e traslocare tutto a Quarto Oggiaro.                       

RIGHETTI            Subito.                                                    

LUIGINO             Scusatemi... Non vorrei destare  una sfavorevole impressione ma né io né tanto meno i miei siamo disposti a rinunciare alla zona centro...

P.R.                       Ma Righetti... ti sei accorto di come parla?... Destare una sfavorevole impressione... disposti a rinunciare... Ma come ti esprimi, caro, cosa dici?

LUIGINO             Ho sbagliato qualche verbo?  succede...

P.R.                       Macché sbagliato  qualche verbo, qui è  tutto  il  linguaggio che bisognerà modificarti. Senti, io non sono né pro né contro il turpiloquio... mantengo una posizione distaccata  in  proposito...  ma  una  coloritura oscena, un guizzo scurrile, un  attimo di licenziosità, un'impennata blasfema per la madonna non possono che dar vigore al parlato di un ragazzo!                          

RIGHETTI            P.R. la tua volgarità è di una raffinatezza sublime!

P.R.                       Piantala di sbavare, Righetti. (Dopo un attimo di riflessione) Concettino!... (Al ragazzo) Ti piace Concettino?... Non è un bel nome da diseredato?... Concettino Richimuzzi!

LUIGINO             Io preferisco Luigi...

P.R.                       Sì, sì, certo, certo. Concettino Richimuzzi. Perfetto! Che ne dici, Righetti?

RIGHETTI           Squallido, stupendo.

P.R.                       Alla tua creazione caro Concettino noi  dedicheremo tutto noi stessi... Sarà una dedizione completa, assoluta. Non possiamo concedere spazio al minimo errore. Fidati di noi. (A Righetti) Senti... e se gli facessimo cambiare?

RIGHETTI            Cambiare?

P.R.                       Ma sì... Pensa alla pubblicità basata sul sicuro eterno fascino dell'ambiguo.  L'equivoco paga. (A  Luigino) Ti piacerebbe diventare una femminuccia?

LUIGINO             Chi?

P.R.                       I ragazzi vanno matti per gli ex.

LUIGINO             Per gli ex che cosa?

P.R.                       Per gli ex ragazzi. Oh sta' tranquillo, non si prova nessun dolore. Vero Righetti?

RIGHETTI            Be' io... non sono pratico per la verità. Ma penso di no. Ti fanno l'anestesia, è un'esperienza importante. Ti addormenti maschietto e zac! ti risvegli femminuccia. Concettina Richimuzzi!

P.R.                       No Righetti, no. Come femminuccia Concettina non va bene. In questo caso sì che ci vuole qualcosa d'esotico... Concia Rica!...  Rica Concia!... (Al ragazzo) Eh?... che ne dici?... Ti piace di più Concia Rica o Rica Concia?

LUIGINO             Posso tornare a casa?

P.R.                       A meno che non diamo già tutto per avvenuto. Fatti vedere un momento, Concettino. Be' il naso quello va via, non c'è problema, i capelli si tingono, i denti si limano. Però devi avere una maggior armonia caro, una certa pacchiana morbidezza nei movimenti. Meno rigido ti voglio. Cerca di giocare un attimino con le anche, sono lì apposta. Poi va be' si fa la campagna promozionale, si sparge la voce.                                      

LUIGINO             Che voce?                                                     

P.R.                       Che adesso sei un maschietto ma che prima eri una femminuccia.

LUIGINO             Prima quando?                                               

RIGHETTI           Prima  di andare  a Casablanca,  tesoro.       

LUIGINO             Ecco,  riflettendoci bene io non nascondo qualche nutrita perplessità sul vostro progetto...                 

P.R.                       Lui non nasconde qualche nutrita perplessità. Righetti è indispensabile fargli prendere qualche lezione di parlato... dobbiamo affidarlo a un esperto che gli insegni alcune rozzezze di linguaggio...                   

RIGHETTI           C'è la professoressa De Fioresi, la Laura Lulli De Fioresi, è un'autorità, ha un sacco di pubblicazioni. (Al ragazzo) Sono sicuro che ti piacerà. Vedrai, t'insegnerà che il termine pene deriva da un'antica radice indoeuropea presente anche nel greco péos e nel sanscrito pàsah eti spiegherà anche che nel linguaggio comune gli si preferisce espressioni meno difficili, voci più correnti considerate volgari e che dunque dovrai aver cura di usare spesso nelle conversazioni di tipo tipico... Però, un momento P.R. E se...

P.R.                       Cosa stai pensando Righetti?                           

RIGHETTI           Sto  pensando  che  potrebbe   essere   un'idea lasciargli usare questo suo lessico privo di eccessi, così pulitino pulitino, mondato da ogni turpiloquio...

P.R.                       Hai ragione, può essere un fatto nuovo.  Può diventare una  moda. In fondo il gergo sboccato lo usano tutti. (A  Luigino) Bene caro, puoi andare adesso. (Luigino esce e lei gli raccomanda) Una  maggior armonia, ricordati...  Devi  essere  meno rigido,  meno  rigido... (a Righetti) Ho l'impressione che stiamo facendo un buon lavoro.

RIGHETTI           Il Professore sarà contento.

P.R.                       Gli ho parlato. Approva senza riserve la nostra linea ma consiglia di non dare al ragazzino l'impressione che lo trattiamo come un oggetto: sai hanno una loro sensibilità. Ma la cosa più urgente da fare secondo lui è quella di parlare col padre. L'ho fatto chiamare. E'fuori che  aspetta.  (Chiama rivolta in quinta)  Venga, venga. Si accomodi ragionier Richimuzzi.

(Entra il Padre di Luigino)

                                            

PADRE                 Dottoressa Baldassarri, dottor Righetti... io davvero non so come ringraziarvi per tutto quello che state facendo per mio figlio. Vi sono profondamente debitore.

P.R.                        Per carità ragionier Richimuzzi non è il caso di  ringraziarci. Noi ci siamo buttati in quest'impresa con l'entusiasmo, la passione, l'esperienza di onesti professionisti. Semmai ci  ringrazierà alla fine...

RIGHETTI           ...quando Concettino sarà diventato famoso.

PADRE                 Concettino? e chi è?

RIGHETTI            Suo figlio, no?

PADRE                 Ah, non si chiama più Luigi?

P.R.                       No, lei capisce che Luigi non è un nome adatto al figlio di un contadino.

PADRE                 Forse por telefono non ci siamo compresi bene. Io non faccio il contadino. Sono impiegato in banca.

P.R.                       Certo, certo... Ecco, vede ragioniere... è proprio di questo che dobbiamo parlare.  Secondo il  Professore, il nostro  presidente, è  molto... come dire? è molto  seccante che il padre di   Concettino  faccia  l'impiegato di banca. E' un impiego dignitoso sì, ma non sollecita nessun  sentimento demagogico,   nessun  rigurgito  emotivo, lei mi capisce. Se trapelasse che lei è impiegato di banca potrebbe nuocere alla story di Concettino.

PADRE                 Sì, certo, capisco... mi rendo conto che voi vi state muovendo secondo la logica di mercato ma... cosa dovrei  fare io?

P.R.                       Andare a lavorare nei campi.

PADRE                 A lavorare nei campi?

RIGHETTI            In Sicilia.

PADRE                 In Sicilia?!

P.R.                       Creda ragioniere è una proposta ragionevole.  Il figlio di un contadino siculo ottiene tutt'altro effetto sulle masse giovanili del figlio di un impiegato di banca.

RIGHETTI            Pensi all'avvenire di suo figlio, ragionier Richimuzzi...

PADRE                 Sì, sì, i figli costituiscono il bene più prezioso... di conseguenza non c'è sacrificio che un padre degno di questo nome non farebbe pur di essere d'aiuto al proprio ragazzo... Però voi capite... lasciare la banca dopo quasi quindici anni... trasferirmi in campagna... io che sono a digiuno di seminagioni, non poto le viti, gli stessi concimi mi sono per così dire estranei...

P.R.                       Un uomo come lei di queste minuzie se ne impratichisce in sei mesi!

PADRE                 Sei mesi?!... dovrei stare in campagna per sei me si?... No, no, guardate non è possibile... io stravedo per Luigino ma...

P.R.                       Concettino... Lei deve stravedere per Concettino...

PADRE                 Mi scusi. Io stravedo per Concettino, gli voglio un bene dell'anima, mi farei tagliare una mano per lui...

RIGHETTI            Purtroppo non serve. Il figlio di un mutilato non fa vendere un disco. Abbiamo già avuto una boiata esperienza in materia. Ci rifletta ragionier Richimuzzi. Ci pensi su bene, con calma.

PADRE                 Rifletterò, penserò dottor Righetti, ma vi ripeto: ho qualche dignitosa perplessità... Buongiorno signori...

(Entra Luigino. Corre incontro al Padre.)

LUIGINO             Papà!

PADRE                 Luigino!

P.R.                       Concettino!

PADRE                 Scusatemi. Concettino...

P.R.                       Tuo padre va a lavorare nei campi, Concettino. Ha scelto la buona terra. Lo fa per te, per la tua carriera. Gli devi riconoscenza.

LUIGINO             Grazie papà. Quando sarò diventato famoso ti ricompenserò dei sacrifici che fai oggi per me. Dove vai a lavorare i campi?

PADRE                 In Sicilia.

LUIGINO             Ah be' però, sono bei posti.

PADRE                 Auguri figliolo. Signori... (Esce)

RIGHETTI            Buon viaggio ragionier Richimuzzi.

P.R.                       E adesso ragazzo parliamo un po' della tua militanza politica.

LUIGINO             Veramente io non mi sono mai interessato molto a questi problemi.

RIGHETTI Io lo vedrei bene alla sinistra del P.C. I giovanissimi ci tengono molto a collocarsi alla sinistra del P.C.

P.R.                       Sì, se fosse il figlio di un borghese benestante senz'altro, sarebbe la sua collocazione perfetta. Ma Concettino è il nono figlio di un povero contadino siciliano...

RIGHETTI            Allora liberale.

P.R.                       Ho detto povero...

RIGHETTI            Democristiano?

P.R.                       Povero.

RIGHETTI            Socialdemocratico?

LUIGINO             No socialdemocratico no!

RIGHETTI            Hai ragione, forse è troppo.

LUIGINO             Non potrei non occuparmi di politica?

P.R.                       Tesoro non è possibile. Sei un cantante. Tutti i cantanti in Italia si occupano di politica. Anzi praticamente se ne occupano solo loro. Ma adesso è inutile riempirti la testa con questi problemi. Vai pure a distrarti. Pensiamo noi alla tua formazione ideologica, tu stai tranquillo. Ciao caro. (Luigino esce e lei gli grida dietro) Un po' più morbido tesoro, un po' più morbido... Sei ancora troppo rigido...

RIGHETTI            Che ne diresti di un sano qualunquismo di sinistra?

P.R.                       Spiegati meglio.

RIGHETTI            Cioè rispetto alla linea della sinistra storica Concettino dovrebbe esprimere un onesto dissenso.

P.R.                       Un disonesto dissenso, Righetti. Le posizioni oneste non fanno vendere un disco.

RIGHETTI            Hai ragione. E questo disonesto dissenso potrebbe manifestarsi in qualche provocatoria richiesta rivolta al P.C....

P.R.                       Grazioso. Per esempio?

RIGHETTI            Per esempio Concettino potrebbe chiedere al P.C. l'abbandono del leninismo! Cantando s'intende.

P.R.                       L'abbandono del leninismo! ma è una cosa vecchia, superata... Ci vuole qualcosa di più oltraggioso...

RIGHETTI            L'abbandono dello stalinismo...

P.R.                       È roba vecchia...

RIGHETTI            L'abbandono del comunismo...

P.R.                       L'abbandono!

RIGHETTI            Appunto!

P.R.                       Non hai capito. L'abbandono di ogni attività politica! Ecco la grossa trovata! Concettino esige dal P.C. l'abbandono di ogni attività politica! Cantando s'intende. Chiede la trasformazione immediata del partito in un immenso Rotary club per venire incontro ai bisogni di evasione delle classi lavoratrici... L'attività principale del nuovo P.C. dev'essere il golf e il cricket... Vai subito a informare il ragazzo di questa nuova linea...

RIGHETTI            È una linea vincente, P.R.! Il Professore s'entusiasmerà!

(Esce)

(Entra Bossi)

BOSSI                   Eccomi, Giuditta!

P.R.                       Piantala coi tuoi nomi idioti, Bossi. Ti ho fatto chiamare perché voglio che tu scriva subito una canzone eccezionale per Concettino. Subito.

BOSSI                   Io scrivo sempre canzoni eccezionali... Ti ricordi Buonanotte signora sorriso?... e Mister Love? ... e Frana, sono una frana?

P.R.                       Devi scrivermi una canzone che parli di cose d'oggi.

BOSSI                  D'accordo. Scriverò per il vostro nuovo prodotto una canzone di palpitante attualità.

P.R.                       Non essere ironico. Scrivere l'attualità è un'operazione molto difficile in un paese come il nostro dove esistono solo antenati e posteri: i contemporanei sono emarginati.

BOSSI                   Scriverò per Concettino una canzone che resterà come esempio della contemporaneità, il manifesto del quotidiano... Ho già in mente il primo verso: «Rospo... sono un rospo... brutto, ciospo...». Eh? che ne dici?

P.R.                       Una puttanata.

BOSSI                   Scherzavo. In realtà avevo immaginato che mi avresti chiesto di scrivere una canzone per il ragazzino. Così l'ho già mezza preparata. Senti, questa volta è una cosa seria:

Ho uno strano appuntamento

con una compagna del movimento

che spinella un gelato sballato e incazzato

davanti al liceo occupato...

Eh? mica male, no? c'è dentro tutto. Lo strano appuntamento... cioè il privato... la compagna del movimento: il politico... spinella: il loro gergo... C'è dentro proprio tutto tutto.

P.R.                       Troppo Bossi. Hai fatto un po' di casino. Gli argomenti da trattare sono... segnateli: rapporti coi genitori... rapporti col lavoro, eventuale disoccupazione... rapporti col proprio corpo... rapporti con l'ambiente... rapporto coi rapporti... momenti di aggregazione... abolizione della coppia... ritorno della coppia e recuperare...

BOSSI                   ...recuperare. Recuperare cosa?

P.R.                       Qualsiasi cosa. Quello che vuoi, vedi tu. Recuperare la musica, recuperare la natura, recuperare la masturbazione. Riprovaci Bossi, riprovaci.

BOSSI                   (uscendo) D'accordo, riproverò. Però «spinella un gelato sballato e incazzato davanti al liceo occupato» a me sembrava divertente... Va be'. Ciao.

(Esce)

(Entra Luigino. È biondo, con un naso normale, un abbigliamento un po' stravagante.)

P.R.                       Oh fatti vedere caro!... Delizioso... i capelli nuovi, il naso nuovo, incantevole... Vedere i denti... Magnifico, i nostri estetisti hanno fatto un buon lavoro. Anche l'abbigliamento è giustissimo... Hai visto Righetti? ti ha parlato?

LUIGINO             Sì. Mi ha detto che col P.C. sul golf e sul cricket debbo assumere una posizione intransigente.

P.R.                       Perfetto. E tu come stai caro? sei un po' stanco forse?

LUIGINO             Be' mi sento un po' diverso.

P.R.                       Un po' diverso, stupendo! Ma devi cercare di esserlo ancora di più. Se usata bene la diversità può essere molto promozionale. Intanto rallegramenti: stai per scrivere una bellissima canzone.

LUIGINO             Io?

P.R.                       Naturalmente.

LUIGINO             Ci dev'essere un equivoco. Io non ho mai scritto canzoni. Non ne sono capace.

P.R.                       Logico, caro. La canzone te la scrive Bossi. Tu la firmi. Firmi le parole e la musica. Sei un cantautore Concettino, l'ultimo divo della cultura di massa. Il nuovo intellettuale disorganico. Non ti preoccupare: tutto procede magnificamente. Intanto ho mandato a chiamare la tua mamma.

LUIGINO             La mamma? perché?

P.R.                       È un piccolo segreto che ti svelerò dopo. Tu vai pure caro, continua a studiare... (Mentre lui si avvia all'uscita) Meno rigido però, più armonico... flessuoso, flessuoso...

(Luigino fa un movimento con le anche, goffamente, e esce. Entra la Madre di Luigino.)

MADRE                Permette dottoressa? sono Fabiola Richimuzzi. Ci siamo sentite solo per telefono. Molto piacere.

P.R.                       Oh cara signora, si accomodi.

MADRE                Come sta, come sta il mio Luigino? sta bene? non ha bisogno di niente? posso vederlo?

P.R.                       Nessuna ansia meridionale signora, per carità. Suo figlio sta benissimo e se noi abbiamo deciso di non farglielo incontrare per qualche tempo è soltanto per non turbarlo in un momento per lui molto impegnativo. Come lei sa noi dell'Etichetta stiamo organizzando un lancio in grande stile di suo figlio.

MADRE                Grazie, grazie dottoressa, non so come ringraziarvi tutti. Ma, la prego, mi dica perché ha chiesto di parlarmi. Qualcosa che non va?

P.R.                       Sì, signora. È inutile che io cerchi di nasconderle la verità. C'è qualcosa che non funziona.

MADRE                O mio dio, che cosa?

P.R.                       Lei, signora Richimuzzi. Lei.

MADRE                Io? e che ho fatto io? ho fatto quello che mi avevate detto di fare. Non ho telefonato a Luigino, scusate, a Concettino... Non mi sono più fatta viva, mai... che ho fatto io?

P,R.                       Purtroppo il suo irreprensibile passato non ci è di grande aiuto.

MADRE                Il mio passato?

P.R.                       Il suo passato, sì signora. Il suo passato nuoce al buon nome di suo figlio. Lei si è sposata vergine, è stata una sposa beatamente devota: mai un'avventura, mai un uomo, probabilmente mai neanche un rapporto saffico... (Vedendo che la Madre non capisce) È mai stata a letto con una donna?

MADRE                Oooh, tante volte! Con Samanta, mia sorella.

P.R.                       Ah, però. Un incesto. Simpatico. Questo getta una luce abbastanza spregiudicata sulla famiglia. Mi racconti signora, mi racconti di questo incesto.

MADRE                No, nessun incesto per carità... Io e Samanta dormivamo nello stesso letto. Da bambine.

P.R.                       Da bambine?

MADRE                Sì.

P.R.                       E da grandi?

MADRE                No, da grandi mai.

P.R.                       Che squallore. No, ma voi dovete tornare a letto da grandi, eh scusi. Lei e sua sorella... come si chiama lì, Samanta... dovete farmi il santo piacere di tornare a letto da grandi. Eh, scusi, stiamo lavorando noi qua.

MADRE                Purtroppo mia sorella è emigrata in Canada.

P.R.                       Ho capito, l'incesto è saltato. Benone. E va be', andiamo avanti.

MADRE                Io la capisco perfettamente dottoressa, lei ha ragione... Voi a Milano siete abituati al meglio... ma cerchi anche lei di capire me: la grettezza della mentalità meridionale, specie piccolo borghese è risaputa... Io da ragazzaero una bella figliola, di temperamento, focosa, ardente... avrei fatto l'amore con porci e cani ma cosa vuole, la paura, l'ipocrisia, l'educazione cattolica...

P.R.                       Va be', va. be', non si preoccupi. Il nostro ufficio stampa ha provveduto a ricostruirle un passato significativo.                                                                                

MADRE                Vi ringrazio infinitamente.                                                         

P.R.                       Diremo che lei è stata una puttana.                            

MADRE                Una puttana. Be' magari proprio una puttana puttana no. Troppa grazia. Magari una via di mezzo.

P.R.                       Per Concettino sarebbe l'ideale. Un figlio di puttana ha sempre funzionato.

MADRE                Sì, sì, no, io non discuto il funzionamento di un figlio di puttana, figuriamoci, anzi... solo che sa... per via di mio marito...

P.R.                       Figlio di una puttana e di un contadino siciliani!... cosa pretendono di più?

MADRE                Be' certo che è molto. P.R. Allora d'accordo signora Richimuzzi?

MADRE                Be', prevalga la ragion di stato come si dice. Se deve servire alla carriera di mio figlio...

(Entra Luigino. Ha una nuova parrucca, con capelli di uno strano colore. Anche il vestito è cambiato, pur restando nello stravagante.)

LUIGINO             Mamma!

MADRE                Aaaaah!... Chi sei?

LUIGINO             Sono Luigino...

MADRE                Oh povero figlio come t'hanno ridotto!... il tuo bel nasino... i tuoi capelli...

P.R.                       Tua madre ha fatto un grosso sacrificio per te, Concettino. È diventata una puttana!

LUIGINO             Cosa? mamma!

MADRE                Poi ti spiego caro...

LUIGINO             Ma com'è possibile... una puttana, tu?

P.R.                       In gioventù.

LUIGINO             Ah, in gioventù. Tuttavia è sempre traumatico scoprire che la propria madre...

P.R.                       Ma no, caro. È a uso e consumo dei deficienti.

LUIGINO             Quali deficienti?

P.R.                       Ma i tuoi coetanei, no?

MADRE                La dottoressa mi ha spiegato che per far carriera è molto meglio che tu sia un figlio di puttana.

P.R.                       Molto, molto meglio. Bene, venga signora, l'accompagno.

MADRE                Ciao Luigino... (Esce con la P.R.)

LUIGINO             Ciao mamma. E grazie!

(Entra Bossi)

BOSSI                  Ecco qua Puccettino.

LUIGINO             Concettino. Anzi veramente sarebbe Luigino.

BOSSI                  Non ha importanza. Ti ho scritto la canzone. È una bomba. (Gli porge un foglio.) Tieni. Quando gliel'ho letta a Loredana è impazzita dalla rabbia. Voleva cantarla lei.

LUIGINO             Chi è Loredana?

BOSSI                   È una storia lunga. Bene, prova a cantarla, ragazzo. La musica la conosci. È una canzone giovane, un testo giovane per voialtri giovani. Mettici entusiasmo mi raccomando.

LUIGINO             Grazie maestro Bossi.

BOSSI                   Non ringraziarmi, ragazzo. I poeti non si ringraziano.

(Esce)

LUIGINO             (canta)

Abbiamo diritto a un mondo più schifoso

questo sinceramente è troppo bello per noi

abbiamo diritto a un basso impero più basso

questo sinceramente è troppo alto per noi.

La nostra incazzatura dev'essere ancora

più di maniera

chissà così che un giorno non diventi vera.

Recuperiamo la natura che è pura

la coppia che scoppia

e la masturbazione

che nei momenti di aggregazione

può avere una sua utile funzione.

Com'è caratteristico esser giovani

com'è caratteristico esser giovani...

Nell'acquitrino

il giovane è come un girino

cra cra cra.

(Esce Luigino e entrano la P.R. e Righetti)

RIGHETTI            Purtroppo il padre come contadino non ha funzionato. È stato una frana. Molle, pagana. La clientela dei deficienti si è dimostrata insensibile al richiamo della campagna. Che ne facciamo di questo padre? Un gigoló?

P.R.                       Ma no, abbiamo già la mamma puttana non esageriamo. In queste cose non bisogna mai calcare la mano. Bisogna essere lievi, lavorare di fino. È già tornato dalla Sicilia?

RIGHETTI            Sì. Ieri.

P.R.                       Bene, bisogna convincerlo a trasferirsi in Belgio, a Charleroi.

RIGHETTI            Un minatore?

P.R.                       Credo che possa far breccia nell'emotività dei deficienti.

RIGHETTI            Speriamo. Ti sei accorta di una cosa, P.R.?

P.R.                       Di cosa avrei dovuto accorgermi?

RIGHETTI            Ti sei accorta che quest'operazione pigmalioneggiante ha approfondito il nostro rapporto?

P.R.                       Quale rapporto?

RIGHETTI            Il nostro.

P.R.                       Noi abbiamo un rapporto?!... io e te?!

RIGHETTI            Be'... (ridacchia)

P.R.                       Cosa ridi, ebete?

RIGHETTI            Scusa ma mi domandi se abbiamo un rapporto...

P.R.                       Ce l'abbiamo forse? Noi non abbiamo nessun rapporto nel senso di rapporto-rapporto. Scopiamo e basta. Il mio lavoro non mi lascia spazio per le avventure sentimentali, quindi vado a letto con te. Ma mi ripugna l'idea che tu consideri questa necessità un rapporto.

(Entra un fattorino e consegna un telegramma. Lei lo apre, lo legge.)

P.R.                       È morta la mamma di Concettino.

RIGHETTI            Oh poveretto.

P.R.                       Non essere stupido e patetico. Gli orfani funzionano. Pensa: un ragazzo ambiguo, figlio di un minatore siciliano in Belgio e orfano di Madre.

RIGHETTI            Hai ragione. Chi dà la buona notizia al ragazzo?

P.R.                       Io. Concettino! Tesoro!

                              (Entra Luigino. È abbastanza effeminato, con anelli, collane, nastri fra i capelli che sono di un colore diverso da quelli della sua ultima apparizione.)

LUIGINO             Sì?

P.R.                       Oh, stupendo!

RIGHETTI            Sì, migliori a vista d'occhio.

P.R.                       Una bella notizia, caro. La tua mamma è morta.

(Luigino stramazza pesantemente a terra)

RIGHETTI            L'ha presa male. Gli italiani toccali sulla mamma...

(Lo aiutano a fatica a rialzarsi. Luigino ripiomba.  Poi finalmente si rialza.)

P.R.                       Non devi amareggiarti, caro. Credimi è molto meglio così. Il mammismo ha fatto il suo tempo, le mamme ormai...

RIGHETTI            Dopotutto morta una mamma se ne fa... (alla P.R.) No?

P.R.                       Perché no? certo.

(cantano tutti e tre)

Per anni nessuno di noi ha capito

cosa si nascondeva

sotto al sorriso buono

sotto al sorriso dolce

della mamma...

Adesso a tutti è noto

ci è stato spiegato:

adesso finalmente mamma

hai gettato la maschera

hai mostrato la tua vera faccia

di donnaccia...

E tu figlio

fai attenzione:

la mamma è come un iceberg:

sotto nasconde sempre un errore di educazione.

Se a cinque anni

ti senti un po' fallito

non  sei realizzato

la colpa è della mamma... la colpa è della mamma..

Se a diciott'anni

esci dal movimento

ed entri in un convento

la colpa è della mamma... la colpa è della mamma..

Se a ventun anni

ti lasci con Patrizia

ti metti con Fabrizio

la colpa è della mamma... la colpa è della mamma..

Se a trentun anni

ti angoscia il gabinetto

fai la pipì a letto

la colpa è della mamma... la colpa è della mamma..

Se a quarant'anni

non sei ancora arrivato

t'iscrivi ad un partito

la colpa è della mamma... la colpa è della mamma..

Se a cinquant'anni

scappi dalla famiglia

vai a vivere a Marsiglia

la colpa è della mamma... la colpa è della mamma.

Se a settant'anni

vorresti darla via

la colpa è della mamma... e così sia...  

P.R. E adesso vai caro, vai pure...

(Luigino esce ancheggiando vistosamente)

P.R.                       Un po' più rigido però... un po' più rigido...

RIGHETTI           Dopotutto sei un orfano...

P.R.                       Questo lutto dobbiamo giocarcelo bene.

RIGHETTI            Sì, può essere la carta vincente.

P.R.                       E se... Sì, è un'idea! Dobbiamo convincere il padre del ragazzo a confessare tutto e a costituirsi.

RIGHETTI            A confessare cosa?

P.R.                       Ma l'assassinio della moglie, no?

RIGHETTI            Ma come, l'ha ammazzata lui?

P.R.                       Righetti per favore, sveglia!... Ecco la story: un minatore siciliano emigrato torna a casa, trova la moglie aletto con qualcuno e pam pam! lupara.

RIGHETTI            Con chi la trova a letto?

P.R.                       Non ha importanza, con qualcuno. Con Bossi. Più ci penso e più m'entusiasmo: un idolo perfetto!... sessualmente ambiguo, figlio di un minatore uxoricida, orfano di madre ex puttana e abitante a Quarto Oggiaro. È il  massimo.

RIGHETTI            Peccato che non sia anche vedovo.

P.R.                       Se il primo disco funziona lo facciamo sposare. Poi si vedrà. È una storia da proporre subito alla TV. Corro alla RAI e ne parlo col dottor Esposito.

RIGHETTI            Scusa, mi sono dimenticato, l'ho saputo stamattina. Esposito non c'è più.

P.R.                       Esposito non c'è più? e chi hanno messo al suo posto?

(Buio. Quando torna la luce siamo nell'ufficio del dottor Esposito. Sono in scena la Funzionaria e la P.R.)

FUNZIONARIA (porgendo la mano) Dottoressa Esposito, piacere.

P.R.                       Esposito?... parente forse del dottor...

FUNZIONARIA Sì, sono sua figlia. Sono appena stata assunta. Ho davanti a me la prospettiva di una carriera folgorante.

P.R.                       Glielo auguro di cuore dottoressa.

FUNZIONARIA Grazie ma non è necessario. È una cosa si cura. I nostri padri, voglio dire i padri che contano nel paese, possono essere criticati per mille motivi ma non si può certo rimproverarli di non aver messo al mondo figli straordinari. Guardi che splendide carriere stanno facendo tutti. Se si prendesse esempio da loro la disoccupazione giovanile non esisterebbe. Non trova?

P.R.                       Sono d'accordo. Ma se uno, per combinazione, non ha un padre che conta?

FUNZIONARIA È un provocatore.

P.R.                       Troppo giusto. Forse lei dottoressa non ha ancora avuto tempo di leggere la mia proposta articolata...

FUNZIONARIA No, l'ho letta, l'ho letta. Sa i primi giorni bisogna mostrarsi molto efficienti. L'ho letta e le dico subito che l'ho trovata estremamente interessante. Io come Retedue avrei soltanto da proporre qualche lieve modifica. Al posto del ragazzoemarginato orfano e semi omosessuale non si può mettere un audioleso?

P.R.                       Un... come ha detto, scusi?

FUNZIONARIA  Un audioleso. Un sordomuto. In questo momento i sordomuti stanno andando fortissimo. Pensi che sequenza: Concettino, audioleso e parzialmente diverso scopre l'embrione di una coscienza politica quando, nella fabbrica di Sesto San Giovanni dove lavora part-time, viene a contatto, cantando full-time, con una certa realtà operaistica ancora molto legata alla matrice cattolico-marxista. Eh? che gliene pare?

P.R.                       Be' certo, è un'ottima' soluzione. Ma se ne facciamo un audio... un sordomuto come fa a cantare?

FUNZIONARIA Ecco, questo è un piccolo problema. Ma vedrà che lo risolviamo.

P.R.                       Potrebbe mugolare. Part-time. (crolla a terra)

FUNZIONARIA (aiutandola a rialzarsi) È un po' emozionata per domani?

P.R.                       Come l'ha capito?

FUNZIONARIA Intuito professionale.

P.R.                       Eh domani è il grande giorno. Domani l'Etichetta si gioca tutto.

(Buio. Quando si riaccende troviamo Luigino al centro della scena illuminato da un grande riflettore. È arrivato il momento del debutto. Ha una vistosa fascia nera di paillettes al braccio. Si sentono le voci degli spettatori accorsi alla manifestazione, i rumori del pubblico. Luigino canterà accompagnandosi alla chitarra.)

VOCE DEL PRESENTATORE AL MICROFONO E adesso ecco Canzone sobria di Bossi-Richimuzzi.  Canta  l'esordiente Concettino Richimuzzi!

LUIGINO             (canta, visibilmente emozionato).

Guardando il cielo

in un sacco a pelo

sdraiato sotto a un melo

mi chiedo cosa anelo

e dopo averci riflettuto un po' mi svelo

che quello che io anelo

è star sdraiato sotto a un melo

in un sacco a pelo

a guardare il cielo

lontano dal vostro sfacelo...

voi che non guardate mai il cielo

e non vi siete messi mai in un sacco a pelo...

(Urla di disapprovazione, insulti. Luigino, disfatto e piangente, si slancia fra le braccia della P.R. che è entrata e lo attende in un angolo.)

LUIGINO             Non è andata tanto bene...

P.R.                       Sì ho sentito, ho sentito caro... Ma non devi abbatterti. Bisogna saper reagire. Oddìo certo è inutile nasconderselo: la tua carriera è stroncata. È la fine di tutto. Un ragazzino coscienzioso di fronte a un tonfo così irreparabile si suiciderebbe.

LUIGINO             No, questo mai.

P.R.                       Non essere precipitoso, caro. Pensa invece quanti di­schi fa vendere un suicida. Venderai milioni di copie. Ti daranno il disco d'oro.

LUIGINO             Sì ma alla memoria non m'interessa.

P.R.                       Non essere egoista. Pensa a noi. Pensa a quanti sacrifici abbiamo fatto, a quanti soldi abbiamo buttato via per farti trionfare. E tu ci ripaghi con un fiasco vergognoso. Ti sembra onesto?

(Escono)

VOCE DEL PRESENTATORE AL MICROFONO Ed ecco a voi Nunzio Criscuolo che presenta Valori nuovi!

(Entra Nunzio Criscuolo, cantante da sceneggiata napoletana: è il candidato A che abbiamo visto all'inizio.)

NUNZIO              (canta)

Felicissima sera a tutti quanti...

vi vedo bello freschi sorridenti

vi vedo con la faccia da signori...

(Parlato) E sapete perché? Lo sapete perché vi vedo con la faccia da signori?

(Riprende a cantare)

Perché abbiamo riscoperto i valori

sissignori!

I valori della famiglia

padre e madre figlio e figlia

i calzoni li porto io

e crediamo tutti  in Dio.

'A famiglia...  'a famiglia...  'a famiglia zazzà zazzà!

Ivalori della famiglia

con la sposa che è una cavalla

con la mamma che soffre e tace

con il nonno che fotte in pace...

I valori della famiglia

con la torta alla vaniglia

con Corrado quant'è bello

faccio tanto di cappello...

'A famiglia... 'a famiglia... 'a famiglia zazzà zazzà!

Ai valori della famiglia

su stappiamo una bottiglia

quando vié la votazione

viva o' simbolo del melone...

'A famiglia... 'a famiglia... 'a famiglia zazzà zazzà!

(Applausi, ovazioni. Nunzio esce mandando baci. Contemporaneamente entrano, mentre la scena non sarà più quella della manifestazione canora, la P.R. e il Professore: di lui nel corso della narrazione si è parlato tanto. Non dovrà dunque essere inferiore all'attesa: autoritario, elegante, freddo.)

P.R.                       Professore... mi creda Professore, io... io sono distrutta, avvilita... Ma non voglio crederci ancora: tutto non è ancora perso... Le assicuro che convincerò Concettino a suicidarsi...

PROFESSORE     Se non si suicida lui si suicidi lei. Però vediamo di stringere i tempi. Un'operazione condotta all'insegna del dilettantismo più sfrenato. L'Etichetta si è scollata, cara Baldassarri. Si vergogni. E si decida. Preferisce che io accetti le sue dimissioni o che le mandi una corona di fiori?

(Entra Righetti. È trionfante.)

RIGHETTI            Abbiamo vinto!... Vittoria!... Ossequi, Professore. Abbiamo trionfato!

PROFESSORE     Apprezzo il suo senso dell'humour dottor Righetti.

RIGHETTI            Non si tratta di senso dell'humour, Professore...

PROFESSORE     Allora apprezzo ancora di più il suo elevato senso di responsabilità. Uscire di senno dopo un simile disastro è il minimo che un funzionario scrupoloso possa fare. Complimenti.

RIGHETTI            Professore... Concettino è stato un fallimento ma Nunzio Criscuolo ha firmato per noi!... È lui il nuovo idolo delle masse giovanili... Ci sono già le magliette... Ha firmato per noi!

P.R.                       Stupendo Righetti!... Ti... ti amo!

PROFESSORE     Anch'io la amo, dottor Righetti. Parlo dal punto di vista professionale, s'intende.

P.R.                       Così non è nemmeno indispensabile che Concettino si suicidi...

(Si sente uno sparo)

RIGHETTI            Che è successo?...

P.R.                       Niente... un  botto... Abbiamo  vinto! Viva Nunzio Criscuolo!

RIGHETTI            Abbiamo vinto! Ce l'abbiamo fatta!

PROFESSORE     Bravi, bravi. Una... caramella?

                              (Tira fuori dalla tasca due caramelle che la P.R. e Righetti afferrano con avidità. Su questo gesto parte una musica molto gioiosa e si chiude il sipario per riaprirsi subito, si spera, per i ringraziamenti finali.)