C’era una volta… un pezzo di legno…
realizzata da Spazio Teatro
Annarosa Questa storia è un po' speciale! La storia di Pinocchio, il burattino, che dopo molte peripezie diventa figlio di Geppetto, è la vicenda, oltre la fiaba, dell'uomo chiamato a diventare figlio di Dio.
Manuela Il commento è stato originariamente scritto dal Cardinal Biffi, in chiave teologica. E’ stato poi tradotto e riassunto per noi da un curato perché ci risulti più facile leggere e capire meglio questo meraviglioso libro.
CANZONE: C'ERA UNA VOLTA...
BUIO
1^ scena: PINOCCHIO - MASTROCILIEGIA
LETTORE C’era una volta… è nell’immaginario collettivo l’inizio classico di una favola e di un racconto: ma quando possiamo collocare l’inizio della storia?
L’autore di Pinocchio, Collodi, ci dice che tutto ha inizio da un pezzo di legno. Ma se chiedessimo ai bambini qui davanti? Probabilmente risponderebbero da Dio (ma che brave catechiste hanno avuto!).
Certo lo afferma anche la Bibbia: In principio c’è Dio. E’ lui che dal nulla ha creato l’uomo, per cui potremmo iniziare anche dall’uomo, perché è lui il centro della creazione, ma subito incontreremmo anche Dio, perché l’uomo è a sua immagine e somiglianza.
Collodi fa iniziare tutto da un legno, e noi, abituati a seguire Gesù, non possiamo non pensare a un Cristo crocifisso e risorto.
In fondo Gesù è il vero uomo e il vero Dio: hanno dunque ragione i bambini, i grandi e anche Collodi.
Ascoltiamo dunque la storia di questo legno che ci parla di Dio e dell’uomo.
Narratore Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d'inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.
Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome mastr'Antonio, se non che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura.
Appena maestro Ciliegia ebbe visto quel pezzo di legno, si rallegrò tutto e dandosi una fregatina di mani per la contentezza, borbottò a mezza voce:
MASTROCILIEGIA Questo legno è capitato a tempo: voglio servirmene per fare una gamba di tavolino.
(SEDUTO SU UNA SEDIA COMINCIA A LAVORARE IL TRONCO)
PINOCCHIO Non mi picchiar tanto forte!
MASTROCILIEGIA (GUARDA SOTTO LA SEDIA E FUORI DALLE QUINTE)Ho capito; (GRATTARSI LA PARRUCCA) si vede che quella vocina me la sono figurata io. Rimettiamoci a lavorare.
(CONTINUA A LAVORARE IL LEGNO)
PINOCCHIO Ohi! tu m'hai fatto male!
MASTROCILIEGIA (BOCCA SPALANCATA – TREMARE DALLA PAURA) Ma da dove sarà uscita questa vocina che ha detto ohi?... Qui non c'è anima viva. Che sia questo pezzo di legno? Io non ci posso credere. Questo legno è un pezzo da buttare sul fuoco, per far bollire una pentola di fagioli...E se c'è nascosto qualcuno, tanto peggio per lui. Ora lo sistemo io!
(BUTTA IL TRONCO DALL’ALTRA PARTE DEL PALCO)
PINOCCHIO (SILENZIO)
MASTROCILIEGIA Avevo ragione, quella vocina che ha detto ohi, me la sono sognata! (RIPRENDERE IL TRONCO)Rimettiamoci a lavorare.
PINOCCHIO Smetti! tu mi fai il pizzicorino sul corpo!
MASTROCILIEGIA Ah!!!!! (GRIDO DI PAURA)
MASTROCILIEGA SVIENE – POI BUSSANO ALLA PORTA.
MASTROCILIEGIA (SENZA ALZARSI)Entrate pure.
2^ scena: GEPPETTO – MASTROCILIEGIA - PINOCCHIO
Narratore Allora entrò in bottega un vecchietto tutto arzillo, il quale aveva nome Geppetto; ma i ragazzi del vicinato, quando lo volevano far montare su tutte le furie, lo chiamavano col soprannome di Polendina, a motivo della sua parrucca gialla che somigliava moltissimo alla polendina di granturco. Geppetto era bizzosissimo. Guai a chiamarlo Polendina!
GEPPETTO Buon giorno, mastr'Antonio Che cosa fate così per terra?
MASTROCILIEGIA Insegno l’alfabeto alle formiche.
GEPPETTO Buon pro vi faccia! (LO AIUTA A RIALZARSI)
MASTROCILIEGIA Chi vi ha portato da me, compar Geppetto?
GEPPETTO Le gambe. Sappiate, mastr'Antonio, che son venuto da voi, per chiedervi un favore.
MASTROCILIEGIA Eccomi qui, pronto a servirvi.
GEPPETTO Stamani m'è piovuta nel cervello un'idea.
MASTROCILIEGIA Sentiamola.
GEPPETTO Ho pensato di fabbricarmi da me un bel burattino di legno; ma un burattino maraviglioso, che sappia ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali. Con questo burattino voglio girare il mondo, per buscarmi un tozzo di pane e un bicchier di vino; che ve ne pare?
PINOCCHIO Bravo Polendina!
GEPPETTO Perché mi offendete?
MASTROCILIEGIA Chi vi offende?
GEPPETTO Mi avete detto Polendina!...
MASTROCILIEGIA Non sono stato io.
GEPPETTO Sta un po' a vedere che sarò stato io! Io dico che siete stato voi.
MASTROCILIEGIA No!
GEPPETTO Si!
MASTROCILIEGIA Dunque, compar Geppetto, qual è il piacere che volete da me?
GEPPETTO Vorrei un po' di legno per fabbricare il mio burattino; me lo date? (PRENDERE IL TRONCO E MENTRE GLIELO PORGE FINGE DI DARGLI UNA BOTTA SUL GINOCCHIO)
GEPPETTO Ah! gli è con questo bel garbo, mastr'Antonio, che voi regalate la vostra roba? M'avete quasi azzoppito!...
MASTROCILIEGIA Vi giuro che non sono stato io!
GEPPETTO Allora sarò stato io!...
MASTROCILIEGIA La colpa è tutta di questo legno...
GEPPETTO Lo so che è del legno: ma siete voi che me l'avete tirato nelle gambe!
MASTROCILIEGIA Io non ve l'ho tirato!
GEPPETTO Bugiardo!
MASTROCILIEGIA Geppetto, non mi offendete; se no vi chiamo Polendina!...
GEPPETTO Asino!
MASTROCILIEGIA Polendina!
(FINGONO DI LITIGARE – SI DANNO LA MANO – POI ESCONO: GEPPETTO CON IL LEGNO)
3^ scena: GEPPETTO - PINOCCHIO
LETTORE E', questo Geppetto, un vecchietto tutto arzillo, così straordinariamente fantasioso, ma soprattutto così ottimista verso quel pezzo di legno da decidersi solennemente di fabbricarsi da sè un burattino! E' la decisione stupefacente, grandiosa, di Dio Padre a voler trarre dall'opacità della materia il futuro luminoso dello spirito dell'uomo! Il perchè è un mistero d'amore gratuito: Dio ha voluto che la vita sovrabbondasse. La scelta di Dio di creare l’uomo rimane per molti versi un mistero, ma è un mistero d’amore, che dà luce all’esistenza di ogni giorno. Noi non siamo figli di nessuno, ma abbiamo un padre creatore: scopriamo che il nostro Geppetto è Dio!
FAR ENTRARE IL TRONCO
Narratore La casa di Geppetto era una stanzina terrena che pigliava luce da un sottoscala. La mobilia era molto semplice. Nella parete di fondo si vedeva un caminetto col fuoco acceso; ma il fuoco era dipinto e accanto al fuoco c'era dipinta una pentola che bolliva allegramente e mandava fuori una nuvola di fumo che sembrava vero.
GEPPETTO (MARTELLO - SCALPELLO)Che nome gli metterò? Lo voglio chiamar Pinocchio. Questo nome gli porterà fortuna. Ho conosciuto una famiglia intera di Pinocchi: Pinocchio il padre, Pinocchia la madre e Pinocchi i ragazzi, e tutti se la passavano bene. Il più ricco di loro chiedeva l'elemosina.
(creare PINOCCHIO) Occhiacci di legno, perché mi guardate?
PINOCCHIO (RIDE)
GEPPETTO Smetti di ridere!
PINOCCHIO (RIDE)
GEPPETTO Smetti di ridere, ti ripeto!
PINOCCHIO (CACCIARE FUORI LA LINGUA)
GEPPETTO (CONTINUA A LAVORARE)
PINOCCHIO (GLI PORTA VIA LA PARRUCCA DAL CAPO)
GEPPETTO Pinocchio!... rendimi subito la mia parrucca!
PINOCCHIO (SI METTE IN TESTA LA PARRUCCA)
GEPPETTO (TRISTEMENTE) Birba d'un figliuolo! Non sei ancora finito di fare, e già cominci a mancar di rispetto a tuo padre! Male, ragazzo mio, male! (CONTINUA A LAVORARE PER CREARE GAMBE E PIEDI)
SI APRE IL TRONCO ED ESCE PINOCCHIO E FINGE DI DARGLI UN PUGNO SUL NASO
GEPPETTO Me lo merito! Dovevo pensarci prima! Ormai è tardi! (GLI METTE IL CAPPELLO GLI INSEGNA A CAMMINARE E INSIEME ESCONO DALLA SCENA LATO LUCI)
CANZONE: UN FIGLIO PERFETTO
LETTORE Fabbricare un burattino appare pieno di sorprese! - Birba d'un figliuolo! -esclama da subito Geppetto. Non ha ancora finito di sbozzare quel pezzo di legno, che già lo chiama figlio. E’ così anche per Dio: la decisione di creare l’uomo si accompagna da subito alla scelta di esserne padre, dandogli un nome.
E Pinocchio ride! E’ un po’ come l’uomo che da subito crede di poter vivere solo e si ribella. Pinocchio tira un pugno a Geppetto: l’uomo appena creato compie quel misterioso peccato originale.
Ma un padre non molla. Dio continua ad insegnare a vivere all’uomo, come Geppetto che conduce passo dopo passo il burattino a imparare a camminare.
Eppure Pinocchio scappa ancora, come l’uomo con Dio.
Occorre molta pazienza, virtù che nasce dalla carità.
Narratore Il povero Geppetto corse dietro a Pinocchio; successe una gran confusione per la strada, che cominciava a riempirsi di curiosi e bighellono. Chi ne diceva una, chi un’altra. Insomma tanto dissero e tanto fecero che un carabiniere rimise in libertà Pinocchio, che se scappò verso casa, e condusse in prigione Geppetto.
4^ scena: PINOCCHIO - GRILLO
PINOCCHIO TORNA A CASA DI CORSA E SI BUTTA A SEDERE PER TERRA - SOSPIRANDO DI SOLLIEVO.
GRILLO Cri, cri cri!
PINOCCHIO Chi è che mi chiama?
GRILLO Sono io!
PINOCCHIO Dimmi grillo, e tu chi sei?
GRILLO lo sono il Grillo Parlante, ed abito in questa stanza da più di cent'anni.
PINOCCHIO Oggi però questa stanza è mia, e se vuoi farmi un vero piacere, vattene subito, senza nemmeno voltarti indietro.
GRILLO lo non me ne andrò di qui, se prima non ti avrò detto una gran verità!
PINOCCHIO Dimmela e spicciati!
GRILLO Guai a quei ragazzi che si ribellano ai loro genitori e che abbandonano capricciosamente la casa paterna! Non avranno bene in questo mondo; e prima o poi dovranno pentirsene amaramente.
PINOCCHIO Canta pure, Grillo mio, come ti pare e piace: ma io so che domani, all'alba, voglio andarmene di qui, perchè se rimango qui, avverrà a me quel che avviene a tutti gli altri ragazzi, vale a dire mi manderanno a scuola e per amore o per forza mi toccherà studiare; e io, a dirtela in confIdenza, di studiare non ne ho voglia e mi diverto più a correre dietro alle farfalle e a salire sugli alberi a prendere gli uccellini dai nidi.
GRILLO Povero grullerello! Ma non sai che, facendo così, diventerai da grande un bellissimo somaro e che tutti si piglieranno gioco di te?
PINOCCHIO Calmati, Grillaccio del malaugurio!
GRILLO E se non ti garba di andare a scuola, perchè non impari almeno un mestiere, tanto per guadagnarti onestamente un pezzo di pane?
PINOCCHIO Vuoi che te lo dica? Fra tutti i mestieri del mondo ce n'è uno solo che mi vada veramente a genio.
GRILLO E questo mestiere sarebbe?
PINOCCHIO Quello di mangiare, bere, dormire, divertirmi e fare dalla mattina alla sera la vita del vagabondo.
GRILLO Per tua regola, tutti quelli, che fanno codesto mestiere, finiscono quasi sempre all'ospedale o in prigione.
PINOCCHIO Bada, Grillaccio del malaugurio! Se mi arrabbio, guai a te!
GRILLO Povero Pinocchio! Mi fai proprio compassione!
PINOCCHIO Perche ti faccio compassione?
GRILLO Perche sei un burattino e, quel che è peggio, perchè hai la testa di legno.
CANZONE: IL GRILLO PARLANTE
ALLA FINE DELLA CANZONE PINOCCHIO TIRA UNA MARTELLATA AL GRILLO
LETTORE Anche l’uomo ha il suo grillo per la testa; quella coscienza morale che ci educa a cercare e a vivere il progetto di Dio su di noi.
Ma molte volte vorremmo avere anche noi un martello. Dio Padre ci chiama a volare alto, assegnandoci un destino di Felicità con la F maiuscola. La porta però appare stretta e il Grillo parlante un disturbatore tremendo per chi, come Pinocchio, preferisce piaceri momentanei e fugaci come è il vagabondare da mattina a sera.
PINOCCHIO SI SDRAIA VICINO ALLA PENTOLA PER BRUCIARSI I PIEDI
Narratore Pinocchio, dimenticandosi di essere fatto di legno, si addormenta con i piedi sul camino che pian piano bruciano.
Geppetto, di ritorno dalla prigione, sente piagnucolare ed entrato in casa si commuove al vedere quel monello di figlio: con pazienza gli rifà i piedi e poi gli cede anche la sua colazione.
5^ scena: PINOCCHIO - GEPPETTO
PINOCCHIO (ABBRACCIANDO GEPPETTO) Per ricompensarvi di quanto avete fatto per me, voglio subito andare a scuola.
GEPPETTO Bravo ragazzo!
PINOCCHIO Ma per andare a scuola mi manca qualcosa: anzi mi manca il più e il meglio.
GEPPETTO Cioè?
PINOCCHIO Mi manca l'Abbecedario.
GEPPETTO Hai ragione: ma come si fa per averlo?
PINOCCHIO È facilissimo: si va da un libraio e si compra.
GEPPETTO E i quattrini?
PINOCCHIO Io non ce li ho.
GEPPETTO Nemmeno io (tristemente)
Narratore E Pinocchio, sebbene fosse un ragazzo allegrissimo, si fece triste anche lui perché la miseria, quando è miseria davvero, la intendono tutti, anche i ragazzi. Geppetto, tutt'a un tratto infilatasi la vecchia casacca di fustagno, tutta toppe e rammendi, uscì correndo di casa. Poi rientrato a casa….
GEPPETTO ESCE SI TOGLIE LA CASACCA E RIENTRA CON L’ABBECEDARIO
PINOCCHIO E la casacca, babbo?
GEPPETTO (IN MANICHE DI CAMICIA) L'ho venduta.
PINOCCHIO Perché l'avete venduta?
GEPPETTO Perché mi faceva caldo.
PINOCCHIO SALTA’ AL COLLO DI GEPPETTO LO ABBRACCIA – POI ESCONO DI SCENA
PINOCCHIO (RIENTRA CON L’ABBECEDARIO SOTTO IL BRACCIO) Oggi, alla scuola, voglio subito imparare a leggere: domani poi imparerò a scrivere e domani l'altro imparerò a fare i numeri. Poi, con la mia abilità, guadagnerò molti quattrini e coi primi quattrini che mi verranno in tasca, voglio subito regalare al mio babbo una bella casacca di panno.
Ma che dico di panno? Gliela voglio fare tutta d'argento e d'oro, e coi bottoni di brillanti. E quel pover'uomo se la merita davvero: perché, insomma, per comprarmi i libri e per farmi istruire, è rimasto in maniche di camicia... con questo freddo…
Narratore Mentre tutto commosso diceva così gli parve di sentire in lontananza unamusica. SI FERMÒ E STETTE IN ASCOLTO. E RIMASE LÌ PERPLESSO. Bisognava prendere una decisione: o a scuola, o a sentire la musica, e così fece. Si trovò davanti al GRAN TEATRO DEI BURATTINI, vendette l’abbecedario per poter entrare e lì scombussolò lo spettacolo suscitando le ire di Mangiafuoco. (DRAMMATIZZARE TUTTA LA SCENA)
MANGIAFUOCO (GRIDANDO) Perché sei venuto a mettere lo scompiglio nel mio teatro?
PINOCCHIO (FUORI DALLE QUINTE) Mi creda, illustrissimo, che la colpa non è stata mia!...
MANGIAFUOCO Arlecchino, Pulcinella; portatemi di qua quel burattino attaccato al chiodo. Mi pare un burattino fatto di un legname molto asciutto, e sono sicuro che, a buttarlo sul fuoco, mi darà una bellissima fiammata all'arrosto.
(PINOCCHIO IN MEZZO AD ARLECCHINO E PULCINELLA SI DIVINCOLA)
PINOCCHIO Babbo mio, salvatemi! Non voglio morire, non voglio morire!...
(MANGIAFUOCO STARNUTISCE ETCÌ ETCI ..)
ARLECCHINO Buone notizie, fratello. Il burattinaio ha starnutito, e questo è un modo come un altro, per far conoscere agli altri la sensibilità del suo cuore: oramai sei salvo.
MANGIAFUOCO Finiscila di piangere! I tuoi lamenti mi hanno messo un languorino in fondo allo stomaco... Quasi quasi... Etcì etcì
PINOCCHIO Felicità!
MANGIAFUOCO Grazie! E il tuo babbo e la tua mamma sono sempre vivi?
PINOCCHIO Il babbo sì, la mamma non l'ho mai conosciuta.
MANGIAFUOCO Chi lo sa che dispiacere sarebbe per il tuo vecchio padre, se ora ti facessi gettare fra quei carboni ardenti! Povero vecchio!.. Etcì etcì etcì
PINOCCHIO Felicità!
MANGIAFUOCO Grazie, come vedi, non ho più legna per finire di cuocere quel montone arrosto, e tu, dico la verità, in questo caso mi avresti fatto un gran comodo! Ma oramai mi sono impietosito e ci vuol pazienza. Invece di te, metterò a bruciare Arlecchino.
PINOCCHIO Pietà, signor Mangiafoco!...
MANGIAFUOCO Qui non ci sono signori!
PINOCCHIO Pietà, signor Cavaliere!...
MANGIAFUOCO Qui non ci sono cavalieri!
PINOCCHIO Pietà, signor Commendatore!...
MANGIAFUOCO Qui non ci sono commendatori!
PINOCCHIO Pietà, Eccellenza!...
MANGIAFUOCO (SOSPIRANDO) Ebbene, che cosa vuoi da me?
PINOCCHIO Vi domando grazia per il povero Arlecchino! Legate me e gettatemi fra quelle fiamme. Non è giusto che il povero Arlecchino debba morire per me!...
MANGIAFUOCO Tu sei un gran bravo ragazzo! Vieni qui. (PINOCCHIO SI AVVICINA) Come si chiama tuo padre?
PINOCCHIO Geppetto.
MANGIAFUOCO E che mestiere fa?
PINOCCHIO Il povero.
MANGIAFUOCO Guadagna molto?
PINOCCHIO Guadagna tanto, quanto ci vuole per non aver mai un centesimo in tasca. Si figuri che per comprarmi l'Abbecedario della scuola dovette vendere l'unica casacca che aveva addosso: una casacca che, fra toppe e rammendi, era uno straccio.
MANGIAFUOCO Povero diavolo! Mi fa quasi compassione. Ecco qui cinque monete d'oro. Vai subito a portargliele e salutalo tanto da parte mia.
PINOCCHIO Grazie, grazie Signor Mangiafuoco (ABBRACCIO ARLECCHINO E PULCINELLA USCENDO DI SCENA )
BUIO – ESCONO TUTTI
7^ scena: PINOCCHIO GATTO & VOLPE - MERLO
Narratore Dopo aver rischiato di fare una brutta fine al teatro dei Burattini, Pinocchio fa ritorno a casa, ma lungo la strada fa un brutto incontro.
LETTORE Non è così facile ritornare a Dio. L’uomo sa bene che con il peccato si accompagna una serie di tentazioni: è la scoperta che il male non solo si nasconde in noi ma è anche fuori di noi. Ed ecco il gatto e la volpe, che appaiono docili come agnelli, ma in realtà sono lupi rapaci. L’occhio dello Spirito può ben aiutarci a scoprire l’inganno, ma Pinocchio da quest’occhio pare essere cieco!
VOLPE Buongiorno, Pinocchio!
PINOCCHIO Com'è che sa il mio nome?
VOLPE Conosco bene il tuo babbo.
PINOCCHIO Dove l'hai visto?
VOLPE L'ho visto ieri sulla porta di casa sua.
PINOCCHIO E che cosa faceva?
VOLPE Era in maniche di camicia e tremava dal freddo.
PINOCCHIO Povero babbo! Ma, se Dio vuole, da oggi in poi non tremerà più!
VOLPE Perchè?
PINOCCHIO Perchè io sono diventato un gran signore
VOLPE Un gran signore tu?
(IL GATTO E LA VOLPE RIDACCHIANO SOTTO I BAFFI)
PINOCCHIO C'è poco da ridere. Mi dispiace davvero di farvi venire l'acquolina in bocca, ma queste qui, se ve ne intendete, sono cinque bellissime monete d'oro.
(FAR NOTARE CHE LA VOLPE NON È PIÙ ZOPPA E IL GATTO CI VEDE BENISSIMO)
VOLPE E ora, che cosa vuoi farne di queste monete?
PINOCCHIO Prima di tutto, voglio comprare per il mio babbo una bella casacca nuova, tutta d'oro e d'argento e coi bottoni di brillanti: e poi voglio comprare un Abbecedario per me.
VOLPE Per te?
PINOCCHIO Si, perchè voglio andare a scuola e mettermi a studiare.
VOLPE Guarda me. Per la passione sciocca di studiare ho perduto una gamba.
GATTO Guarda me. Per la passione sciocca di studiare ho perduto la vista di tutt'e due gli occhi.
MERLO Pinocchio non dar retta ai consigli dei cattivi compagni, se no te ne pentirai.
(IL GATTO MANGIA IL MERLO – ESCE DI SCENA - E CONTINUA A FARE IL CIECO)
PINOCCHIO Povero merlo. Perchè l'hai trattato così male?
GATTO L’ho fatto per dargli una lezione. Così un'altra volta imparerà a non metter bocca nei discorsi degli altri.
(GATTO E VOLPE FANNO QUALCHE PASSO)
VOLPE Vuoi raddoppiare le tue monete d'oro?
PINOCCHIO Cioè?
VOLPE Vuoi tu, di cinque miserabili zecchini, farne cento, mille, duemila?
PINOCCHIO Magari! E la maniera?
VOLPE La maniera è facilissima. Invece di tornartene a casa tua, dovresti venire con noi.
PINOCCHIO E dove mi volete condurre?
VOLPE Nel paese dei barbagianni.
PINOCCHIO No, non ci voglio venire. Oramai sono vicino a casa e voglio andarmene a casa, dove c'è il mio babbo che mi aspetta. Chi lo sa, povero vecchio, quanto ha sospirato ieri, a non vedermi tornare. Purtroppo io sono stato un figliuolo cattivo, e il Grillo-parlante aveva ragione quando diceva: "I ragazzi disobbedienti non possono aver bene in questo mondo". E io l'ho provato a mie spese, perchè mi sono capitate molte disgrazie.
VOLPE Dunque, vuoi proprio andare a casa tua? Allora vai pure, e tanto peggio per te!
GATTO Vai pure e tanto peggio per te!
VOLPE Pensaci bene Pinocchio, perchè tu dai un calcio alla fortuna.
GATTO Dai un calcio alla fortuna!
VOLPE I tuoi cinque zecchini, dall'oggi al domani sarebbero diventati duemila.
GATTO Sarebbero diventati duemila!
PINOCCHIO Ma come è possibile che diventino tanti?
VOLPE Te lo spiego subito. Devi sapere che nel Paese dei Barbagianni c'è un campo chiamato Campo dei Miracoli. Tu fai in questo campo una piccola buca e ci metti dentro per esempio uno zecchino d'oro. Poi ricopri la buca con un po' di terra: l'annaffi con due secchi d'acqua, ci getti sopra una presa di sale e la sera te ne vai tranquillamente a letto. La mattina dopo troverai un bell'albero carico di tanti zecchini d'oro, quanti chicchi di grano può avere una bella spiga nel mese di giugno.
PINOCCHIO Sicche dunque, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?
VOLPE E' un conto facilissimo, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Metti che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca 2.500 zecchini lampanti e sonanti.
PINOCCHIO Oh, che bella cosa! Appena raccoglierò questi zecchini, ne prenderò per me 2000 egli altri 500 li darò in regalo a voialtri due.
VOLPE Un regalo a noi? Dio te ne liberi!
GATTO Dio te ne liberi!
VOLPE Noi non lavoriamo per il vile interesse: noi lavoriamo unicamente per arricchire gli altri.
GATTO Unicamente per arricchire gli altri!
PINOCCHIO Che brave persone! Andiamo pure, io vengo con voi.
CANZONE: DA COSI’ A COSI’
8^ scena: PINOCCHIO - GRILLO
Narratore: E si fermarono, tutti e tre, a mangiare un boccone all’osteria GAMBERO ROSSO ad aspettare la mezzanotte per andare al campo dei miracoli. Ma allo scoccare della mezzanotte Pinocchio ebbe una sorpresa: i suoi due compagni di viaggio se ne erano andati lasciando a lui l’onore di pagare la cena.
(PINOCCHIO RIENTRA IN SCENA CON IL SACCHETTO CON I SOLDI)
GRILLO (PICCHIETTA PINOCCHIO SULLA SPALLA)
PINOCCHIO Chi sei? (PINOCCHIO IN AVANTI)
GRILLO (ENTRA IN SCENA DIETRO A PINOCCHIO) Sono il tuo Grillo-parlante!
PINOCCHIO Che vuoi da me?
GRILLO (PICCHIETTA PINOCCHIO SULLA SPALLA) Voglio darti un consiglio. Ritorna indietro e porta i quattro zecchini che ti sono rimasti al tuo povero babbo che piange e si dispera per non averti più veduto.
PINOCCHIO (NON SI VOLTA – BRACCIA CONSERTE – SGUARDO OPPOSTO AL GRILLO) Domani il mio babbo sarà un gran signore, perchè questi quattro zecchini diventeranno duemila.
GRILLO Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Per il solito, o sono matti o imbroglioni! Dài retta a me, ritorna indietro.
PINOCCHIO E io, invece, voglio andare avanti.
GRILLO L'ora è tarda!...
PINOCCHIO Voglio andare avanti.
GRILLO La nottata è scura...
PINOCCHIO Voglio andare avanti.
GRILLO La strada è pericolosa...
PINOCCHIO Voglio andare avanti.
GRILLO Ricordati che i ragazzi che fanno e vogliono fare a modo loro, prima o poi se ne pentono.
PINOCCHIO Le solite storie. Buona notte, Grillo.
GRILLO Buona notte, Pinocchio, e che il cielo ti salvi dalla guazza e dagli assassini! (ESCE DALLA SCENA)
BUIO per la notte
PINOCCHIO Come siamo disgraziati noi poveri ragazzi! Tutti ci sgridano, tutti ci ammoniscono, tutti ci danno consigli. A lasciarli dire, tutti si metterebbero in capo di essere i nostri babbi e i nostri maestri, tutti, anche i Grilli-parlanti. Ecco, perché io non ho voluto dar retta a quell'uggioso di Grillo, chi lo sa quante disgrazie mi dovrebbero accadere! Dovrei incontrare anche gli assassini! (ENTRANO IL GATTO E LA VOLPE CON MANTELLI) Meno male che agli assassini io non ci credo. Sono stati inventati apposta per far paura ai ragazzi che vogliono andare fuori la notte.
(SI VOLTA A GUARDARE E VEDE NEL BUIO DUE FIGURACCE NERE TUTTE IMBACUCCATE IN DUE SACCHI DA CARBONE, LE QUALI CORREVANO DIETRO A LUI A SALTI E IN PUNTA DI PIEDI, COME SE FOSSERO DUE FANTASMI, PINOCCHIO NASCONDE I SOLDI IN BOCCA.)
9^ scena: PINOCCHIO – GATTO & VOLPE
VOLPE O la borsa o la vita!
PINOCCHIO NON POTENDO RISPONDERE CON LE PAROLE, A MOTIVO DELLE MONETE CHE AVEVA IN BOCCA, FECE MILLE SALAMELECCHI E MILLE PANTOMIME PER DARE AD INTENDERE A QUEI DUE INCAPPATI, DI CUI SI VEDEVANO SOLTANTO GLI OCCHI ATTRAVERSO I BUCHI DEI SACCHI, CHE LUI ERA UN POVERO BURATTINO, E CHE NON AVEVA IN TASCA NEMMENO UN CENTESIMO FALSO.
GATTO Via, via! Meno ciarle e fuori i denari!
E IL BURATTINO FECE COL CAPO E COLLE MANI UN SEGNO COME DIRE: « NON-NE HO ».
VOLPE Metti fuori i denari o sei morto!
GATTO Fuori i denari o sei morto!
VOLPE E dopo ammazzato te, ammazzeremo anche tuo padre!
GATTO Ammazzeremo anche tuo padre!
PINOCCHIO (FINGE DI SPUTARE I SOLDI) No, no, no, il mio povero babbo no
VOLPE Ah! furfante! Dunque li hai i denari?
PINOCCHIO (DA UNA SPINTA AL GATTO E LA VOLPE, SI VOLTA PER ANDARSENE MA TUTT’E DUE SI RIALZANO LO PRENDONO E LO IMPICCANO)
VOLPE Bisogna impiccarlo! Impicchiamolo!
GATTO Si forza impicchiamolo!
DETTO FATTO, GLI LEGARONO LE MANI DIETRO LE SPALLE E PASSATOGLI UN NODO SCORSOIO INTORNO ALLA GOLA, LO ATTACCARONO PENZOLONI AL RAMO DI UNA GROSSA PIANTA DETTA LA QUERCIA GRANDE.
VOLPE Addio a domani. Quando domani torneremo qui, si spera che ci farai la garbatezza di farti trovare bell'e morto e con la bocca spalancata. (E SE NE ANDARONO)
GATTO Bell’e morto e con la bocca spalancata!
PINOCCHIO Oh babbo mio! se tu fossi qui!... (E RECLINA IL CAPO)
10^ scena: FATA - FALCO - CORVO - CIVETTA - PINOCCHIO
Narratore Pinocchio, si trova nei guai per non aver dato retta ai buoni consigli del Grillo Parlante. La fata turchina, con l’aiuto dei suoi fedeli servitori fa raccogliere il burattino e lo fa visitare dai suoi medici di fiducia…
LETTORE E’ bello vedere nella fata turchina il dolce volto di Maria, quella madre che ci conduce a Dio. Insieme a lei ritroviamo ancora il Grillo.
Il Corvo e la Civetta sono immagine della sapienza umana: certamente aiutano nel cammino ma non riescono a raggiungere la Verità.
Sarà invece la coscienza del Grillo e la sapienza divina impersonificata dalla fata, da Maria, che porteranno il nostro giovane Pinocchio a rincontrare l’amore del Padre.
(ENTRA LA FATA CHE BATTE TRE VOLTE LE MANI E APPARE UN FALCO)
FALCO Che cosa comandate, mia graziosa Fata?
FATA Vedi tu quel burattino attaccato penzoloni a un ramo della Quercia grande?
FALCO Lo vedo.
FATA Bene: vola subito laggiù: rompi col tuo fortissimo becco il nodo che lo tiene sospeso in aria e posalo delicatamente sdraiato sull'erba, ai piedi della Quercia.
(IL FALCO VOLA VIA E RITORNA)
FALCO Quel che mi avete comandato è fatto.
FATA E come l'hai trovato? Vivo o morto?
FALCO A vederlo, pareva morto, ma non dev'essere ancora morto perbene, perchè appena gli ho sciolto il nodo scorsoio che lo stringeva intorno alla gola, ha lasciato andare un sospiro, balbettando a mezza voce: "Ora mi sento meglio!".
FATA Fatti aiutare da Medoro e andate a prendere quel povero burattino mezzo morto e portatemelo qui.
(LA FATA PREPARA IL LETTO PER PINOCCHIO ED ENTRANO I MEDICI)
FATA Vorrei sapere da lor signori, se questo disgraziato burattino sia morto o vivo.
CORVO A mio credere il burattino è bell' e morto: ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!
CIVETTA Mi dispiace di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega: per me, invece, il burattino è sempre vivo, ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero!
FATA E lei non dice nulla?
GRILLO lo dico che il medico prudente quando non sa quello che dice, la miglior cosa che possa fare, è quella di stare zitto. Del resto quel burattino non m'è fisionomia nuova: io lo conosco da un pezzo!… Quel burattino lì è una birba matricolata…. E' un monellaccio, uno svogliato, un vagabondo…. E' un fIgliuolo disubbidiente, che farà morire di crepacuore il suo povero babbo!…..
(PINOCCHIO PIANGE SOTTO LE LENZUOLA)
CORVO Quando il morto piange, è segno che è in via di guarigione.
CIVETTA Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega: ma per me, quando il morto piange, è segno che gli dispiace morire.
(I DUE MEDICI E IL GRILLO ESCONO DI SCENA)
FATA (porge a Pinocchio un bicchiere) Bevila e in pochi giorni sarai guarito!
(PINOCCHIO FA UN PO’ DI FACCE NON VUOLE PRENDERLA)
Narratore Pinocchio, dopo aver forzatamente bevuto la medicina spiega alla Fata tutto quello che gli è successo, ma, a riguardo delle monete d’oro s’inventa delle bugie, senza accorgersi che man mano il suo naso cresceva sempre più. Pinocchio non sapeva più dove nascondersi dalla vergogna, ma la fata vedendolo disperato si mosse a pietà e in pochi minuti quel naso enorme si trovò ridotto alla grandezza naturale.
PINOCCHIO Grazie di tutto, fatina mia, ora vado; non vedo l’ora di poter riabbracciare quel povero vecchio del mio babbo.
FATA Vai pure, ma bada di non perderti, prendi la via del bosco e arriverai a casa.
CANZONE: VITA
11^ scena: PINOCCHIO – LUCIGNOLO
Narratore Pinocchio incontra mille ostacoli ma alla fine riesce a ritrovare la via giusta per far ritorno a casa della fata e chiederle scusa. La fata per ricompensa gli promette che non sarà più un burattino ma diventerà un ragazzo in carne ed ossa.
LETTORE Ma la conversione non è cosa facile. E all’ultimo momento sembra molto faticoso il passo. Ciascuno trovi qui l’esitazione che sente nell’accostarsi a una decisione importante, ma sempre rinviata
Narratore Pinocchio fece un giro di inviti per festeggiare l’evento, ma il suo grande amico, Lucignolo, che era il ragazzo più svogliato e più birichino di tutta la scuola, ma al quale Pinocchio voleva un gran bene, non si trovava. Dopo lunghe ricerche Pinocchio lo incontra per caso per la strada...
(LUCIGNOLO APPOGGIATO A UNA QUINTA)
PINOCCHIO Che cosa fai qui?
LUCIGNOLO Aspetto la mezzanotte, per partire...
PINOCCHIO Dove vai?
LUCIGNOLO Lontano, lontano, lontano!
PINOCCHIO Son venuto a cercarti a casa tre volte!...
LUCIGNOLO Che cosa volevi da me?
PINOCCHIO Non sai il grande avvenimento? Non sai la fortuna che mi è toccata?
LUCIGNOLO Quale?
PINOCCHIO Domani finisco di essere un burattino e divento un ragazzo come te, e come tutti gli altri.
LUCIGNOLO Buon pro ti faccia.
PINOCCHIO Domani, dunque, ti aspetto a colazione a casa mia.
LUCIGNOLO Ma se ti dico che parto questa sera.
PINOCCHIO A che ora?
LUCIGNOLO Fra poco.
PINOCCHIO E dove vai?
LUCIGNOLO Vado ad abitare in un paese... che è il più bel paese di questo mondo: una vera cuccagna!...
PINOCCHIO E come si chiama?
LUCIGNOLO Si chiama il Paese dei Balocchi. Perché non vieni anche tu?
PINOCCHIO IO? no davvero!
LUCIGNOLO Hai torto, Pinocchio! Credi a me, se non vieni, te ne pentirai. Dove vuoi trovare un paese più salubre per noialtri ragazzi? Lì non vi sono scuole, lì non vi sono maestri, lì non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia mai. Il giovedì non si fa scuola e ogni settimana è composta di sei giovedì e di una domenica. Figurati che le vacanze dell'autunno cominciano col primo di gennaio e finiscono con l'ultimo di dicembre. Ecco un paese, come piace veramente a me! Ecco come dovrebbero essere tutti i paesi civili!...
PINOCCHIO Ma come si passano le giornate nel Paese dei Balocchi?
LUCIGNOLO Si passano baloccandosi e divertendosi dalla mattina alla sera. La sera poi si va a letto, e la mattina dopo si ricomincia daccapo. Che te ne pare?
PINOCCHIO Uhm!... È una vita che farei volentieri anch'io!
LUCIGNOLO Dunque, vuoi partire con me? Sì o no? Deciditi!
PINOCCHIO Noo. No, no e poi no. Oramai ho promesso alla mia buona Fata di diventare un ragazzo perbene, e voglio mantenere la promessa. Anzi, siccome vedo che il sole sta tramontando, ti lascio subito e scappo via. Addio e buon viaggio. (AVVICINARSI ALLE QUINTE)
LUCIGNOLO Dove corri con tanta furia?
PINOCCHIO A casa. La mia buona Fata vuole che ritorni prima di notte.
LUCIGNOLO Aspetta altri due minuti.
PINOCCHIO Faccio troppo tardi.
LUCIGNOLO Due minuti soli.
PINOCCHIO E se poi la Fata mi grida?
LUCIGNOLO Lasciala gridare. Quando avrà gridato ben bene, si calmerà.
PINOCCHIO (RITORNA VERSO LUCIGNOLO) E come fai? Parti solo o in compagnia?
LUCIGNOLO Solo? Saremo in tanti.
PINOCCHIO E il viaggio lo fate a piedi?
LUCIGNOLO A mezzanotte passerà di qui il carro che ci deve prendere e condurre fin dentro ai confini di quel fortunatissimo paese.
PINOCCHIO Che cosa pagherei che ora fosse mezzanotte!...
LUCIGNOLO Perché?
PINOCCHIO Per vedervi partire tutti insieme.
LUCIGNOLO Rimani qui un altro poco e ci vedrai.
PINOCCHIO No, no! Voglio ritornare a casa.
LUCIGNOLO Aspetta altri due minuti.
PINOCCHIO Ho indugiato anche troppo. La Fata starà in pensiero per me. (RITORNA VERSO LE QUINTE)
LUCIGNOLO Povera Fata! Che ha paura forse che ti mangino i pipistrelli?
PINOCCHIO (RITORNA VERSO LUCIGNOLO)Ma dunque, tu sei veramente sicuro che in quel paese non ci sono scuole?...
LUCIGNOLO Neanche l'ombra.
PINOCCHIO E nemmeno maestri?...
LUCIGNOLO Nemmeno uno.
PINOCCHIO E non c'è mai l'obbligo di studiare?
LUCIGNOLO Mai, mai, mai!
PINOCCHIO Che bel paese! Io non ci sono stato mai, ma me lo immagino!...
LUCIGNOLO Perché non vieni anche tu?
PINOCCHIO E inutile che tu mi tenti! Oramai ho promesso alla mia buona Fata di diventare un ragazzo di giudizio, e non voglio mancare alla parola.
LUCIGNOLO Dunque addio, e salutami tanto le scuole ginnasiali!... e anche quelle liceali, se le incontri per la strada.
PINOCCHIO Addio, Lucignolo: fai buon viaggio, divertiti e rammentati qualche volta degli amici. (FA PER ANDARSENE POI RITORNA VERSO LUCIGNOLO)
PINOCCHIO Ma sei proprio sicuro che in quel paese tutte le settimane siano composte di sei giovedì e di una domenica?
LUCIGNOLO Sicurissimo.
PINOCCHIO Ma sei sicuro che le vacanze abbiano principio col primo di gennaio e finiscano con l'ultimo di dicembre?
LUCIGNOLO Sicurissimo!
PINOCCHIO Che bel paese! Dunque, addio davvero: e buon viaggio. (RITORNA VERSO LE QUINTE)
LUCIGNOLO Addio.
PINOCCHIO (RITORNA VERSO LUCIGNOLO) Fra quanto partirete?
LUCIGNOLO Fra due ore!
PINOCCHIO Peccato! Se alla partenza mancasse un'ora sola, sarei quasi quasi capace di aspettare.
LUCIGNOLO E la Fata?...
PINOCCHIO Oramai ho fatto tardi!... e tornare a casa un'ora prima o un'ora dopo, è lo stesso.
LUCIGNOLO Povero Pinocchio! E se la Fata ti grida?
PINOCCHIO Pazienza! La lascerò gridare. Quando avrà gridato ben bene, si calmerà.
(TROMBETTA DEL CARRO)
LUCIGNOLO Eccolo! (RIZZANDOSI).
PINOCCHIO Chi?
LUCIGNOLO È il carro che viene a prendermi. Dunque, vuoi venire, sì o no?
PINOCCHIO Ma è proprio vero che in quel paese i ragazzi non hanno mai l'obbligo di studiare?
LUCIGNOLO Mai, mai, mai!
PINOCCHIO Che bel paese!... che bel paese!...
CANZONE: NEL PAESE DEI BALOCCHI
LETTORE Nella notte arriva il carro carico di ragazzetti; lo guida un’omino più largo che lungo, così capace di adescare che tutti i ragazzi appena lo vedono ne restano innamorati. E anche Pinocchio ci casca.
Come già la serpe della Genesi, c’è sempre qualcuno che ti promette facili paradisi, ma in realtà ti imbroglia, perché non ha interesse per la tua felicità,ma solo per il suo portafogli: nella vicenda tamburi assicurati!
Narratore Pinocchio partì con loro. Il carro era trainato da asinelli che solo più tardi Pinocchio scoprì essere ragazzi e si preoccupò; ma la sua preoccupazione durò solo per un attimo.
12^ scena: GRILLO – PINOCCHIO
GRILLO (ALL’ANGOLO VICINO A MANUELA) Povero gonzo, hai voluto fare a modo tuo, ma te ne pentirai!
PINOCCHIO (GUARDA DA TUTTE LE PARTI)
GRILLO (ANCORA FUORI COME PRIMA) Tienilo a mente, grullerello! I ragazzi che smettono di studiare e voltano le spalle ai libri, alle scuole e ai maestri, per darsi interamente ai balocchi e ai divertimenti, non possono far altro che una fine disgraziata!... Io lo so per prova!... e te lo posso dire! Verrà un giorno che piangerai anche tu, come oggi piango io... ma allora sarà tardi !...
PINOCCHIO (IMPAURITO SI GUARDA ATTORNO MA NON VEDE NESSUNO: PO ALZA LE SPALLE E SE VA A GIOCARE)
13^ scena: PINOCCHIO – LUCIGNOLO
(2 TENNIS PLASTICA – 2 PALLONE NIVEA – 2 BORDO PALCO CON LE CARTE – PASSAGGIO 5 MESI)
Narratore Pinocchio, Lucignolo e tutti gli altri ragazzi che avevano fatto il viaggio, appena ebbero messo il piede dentro la città, si ficcarono subito in mezzo alla gran baraonda, e in pochi minuti, come è facile immaginarselo, diventarono gli amici di tutti. Chi più felice, chi più contento di loro? In mezzo ai continui spassi e agli svariati divertimenti, le ore, i giorni, le settimane, passavano come tanti baleni.
PINOCCHIO Oh! che bella vita! (SI IMBATTE’ IN LUCIGNOLO)
LUCIGNOLO Vedi, dunque, che avevo ragione?... E dire che tu non volevi partire!
PINOCCHIO È vero, Lucignolo! Se oggi io sono un ragazzo veramente contento, è tutto merito tuo.
LUCIGNOLO Poveri maestri!
PINOCCHIO Anima grande! (ABBRACCIA L'AMICO E DANDOGLI UN BACIO IN FRONTE)
CANZONE: SBALLO
Narratore Dopo cinque mesi nel Paese dei Balocchi, una mattina Pinocchio si sveglia contagiato dalla febbre del somaro. La stessa sorte tocca a Lucignolo. Il finale è inesorabile.
LETTORE E’ la via ampia della perdizione, che appare affascinante, ma a poco a poco delude, per rendere schiavi, impotenti, costringendoci da uomini a bestie, da persone a cose. Il Paese dei balocchi ha distrutto la libertà e con essa la nostra umanità autentica. Dov’è finita la somiglianza con Dio?
PINOCCHIO (ORECCHIE D’ASINO + CAPPELLO PER COPRIRSELE, BUSSA A LUCIGNOLO)
LUCIGNOLO Chi è?
PINOCCHIO Sono io!
LUCIGNOLO Aspetta un poco, e ti aprirò. (METTE ORECCHIE + CAPPELLO E POI ENTRA IN SCENA)
PINOCCHIO (GUARDANDO IL PUBBLICO) Che sia anche lui malato della mia stessa malattia? Che abbia anche lui la febbre del ciuchino?..
PINOCCHIO Come stai, mio caro Lucignolo?
LUCIGNOLO Benissimo: come un topo in una forma di cacio parmigiano.
PINOCCHIO Lo dici proprio sul serio?
LUCIGNOLO E perché dovrei dirti una bugia?
PINOCCHIO Scusami, amico: e allora perché tieni in capo codesto berretto che ti copre tutti gli orecchi?
LUCIGNOLO Me l'ha ordinato il medico, perché mi sono fatto male a questo ginocchio. E tu, caro burattino, perché porti codesto berretto ingozzato fin sotto il naso?
PINOCCHIO Me l'ha ordinato il medico, perchè mi sono sbucciato un piede.
LUCIGNOLO Oh! povero Pinocchio!...
PINOCCHIO Oh! povero Lucignolo!...
(PAUSA NON SANNO COSA DIRSI, SONO IMBARAZZATI)
PINOCCHIO Levami una curiosità, mio caro Lucignolo: hai mai sofferto di malattia agli orecchi?
LUCIGNOLO Mai!... E tu?
PINOCCHIO Mai! Però da questa mattina ho un orecchio, che mi fa spasimare.
LUCIGNOLO Ho lo stesso male anch'io.
PINOCCHIO Anche tu?... E qual è l'orecchio che ti duole?
LUCIGNOLO Tutt'e due. E tu?
PINOCCHIO Tutt'e due. Che sia la medesima malattia?
LUCIGNOLO Ho paura di sì.
PINOCCHIO Vuoi farmi un piacere, Lucignolo?
LUCIGNOLO Volentieri! Con tutto il cuore.
PINOCCHIO Mi fai vedere i tuoi orecchi?
LUCIGNOLO Perché no? Ma prima voglio vedere i tuoi, caro Pinocchio.
PINOCCHIO No: il primo devi essere tu.
LUCIGNOLO No, carino! Prima tu, e dopo io!
PINOCCHIO Ebbene, facciamo un patto da buoni amici.
LUCIGNOLO Sentiamo il patto.
PINOCCHIO Leviamoci tutt'e due il berretto nello stesso tempo: accetti?
LUCIGNOLO Accetto.
PINOCCHIO Dunque attenti! Uno! Due! Tre!
ALLA PAROLA TRE! I DUE RAGAZZI PRESERO I LORO BERRETTI DI CAPO E LI GETTARONO IN ARIA. RIDONO TANTO.
SI PIEGANO FINO A CAMMINARE SU 4 ZAMPE ED ESCONO DALLA SCENA.
CANZONE: UN VERO AMICO
14^ scena: PINOCCHIO GEPPETTO
BUIO – INTANTO CHE PARLA IL NARRATORE FAR ENTRARE IL PESCE-CANE
Narratore Dopo il periodo trascorso nel Paese dei Balocchi e la trasformazione in ciuchino, Pinocchio è gettato in mare. Nell’acqua ritorna ed essere un burattino come prima. Mentre nuota per salvarsi, è ingoiato dal terribile Pesce-cane. C'e un gran buio: ma un buio così nero e profondo, che pare di essere in un calamaio pieno d'inchiostro. Pinocchio, comincia a camminare a tastoni dentro il corpo del Pesce-cane, avviandosi verso un piccolo chiarore che vede baluginare lontano. E più va avanti, e più il chiarore si fa distinto. Cammina cammina, alla fine arriva: e che cosa trova? Un vecchiettino che gli ricorda molto…..
LETTORE Questo pesce-cane è descritto in effetti come una grossa e pacifica balena. E il richiamo di Giona profeta, è immancabile. Come Giona, anche Pinocchio, è inghiottito dal pesce, grida al padre, è rimesso alla vita dopo tre giorni. Il primo risultato di questo ritrovamento è la gioia del sentirsi arrivato. E’ l’esperienza di chi si lascia salvare dalla croce di Cristo. I giorni nella balena: i giorni nel sepolcro, e l’uscita, ovviamente: la gioia della Risurrezione.
PINOCCHIO Oh! babbino mio! finalmente vi ho ritrovato! Ora poi non vi lascio più, mai più, mai più!
GEPPETTO Dunque gli occhi mi dicono il vero? (STROPICCIANDOSI GLI OCCHI)Dunque tu sei proprio il mio caro Pinocchio?
PINOCCHIO Sì, sì, sono io, proprio io! E voi mi avete perdonato, non è vero? Oh! babbino mio, come siete buono!... e pensare che io, invece... Oh! ma se sapeste quante disgrazie mi sono piovute sul capo e quante cose mi son andate per traverso! Figuratevi che il giorno che voi, povero babbino, col vendere la vostra casacca mi compraste l'Abbecedario per andare a scuola, io scappai a vedere i burattini, e il burattinaio mi voleva mettere sul fuoco ma poi mi diede cinque monete d'oro, perché le portassi a voi, ma io trovai la Volpe e il Gatto, e poi solo, di notte incontrai gli assassini che m'impiccarono a un ramo della Quercia. La fata mi mandò a prendere con una carrozza, e i medici, quando m'ebbero visitato, dissero subito: "Se non è morto, è segno che è sempre vivo", e allora mi scappò di dire una bugia, e il naso cominciò a crescermi e non mi passava più dalla porta di camera…
GEPPETTO Calmati, calmati mi racconterai tutto dopo…
PINOCCHIO E quant'è che siete chiuso qui dentro?
GEPPETTO Da quel giorno, saranno oramai due anni: due anni, Pinocchio mio, che mi son parsi due secoli!
PINOCCHIO E come avete fatto a campare? E dove avete trovata la candela? E i fiammiferi per accenderla, chi ve li ha dati?
GEPPETTO Ora ti racconterò tutto. Un giorno che ero fuori a pescare con la mia barchetta ci fu una burrasca, che fece anche affondare un bastimento mercantile. E il Pesce-cane, che quel giorno aveva un appetito eccellente, dopo aver inghiottito me, inghiottì anche il bastimento...
PINOCCHIO Come? Lo inghiottì tutto in un boccone?...
GEPPETTO Tutto in un boccone: e sputò solamente l'albero maestro, perché gli era rimasto fra i denti come una lisca. Per mia gran fortuna, quel bastimento era carico di carne conservata in cassette di stagno, di biscotto, ossia di pane abbrostolito, di bottiglie di vino, d'uva secca, di cacio, di caffè, di zucchero, di candele steariche e di scatole di fiammiferi di cera. Con tutta questa grazia di Dio ho potuto campare due anni: ma oggi sono agli ultimi sgoccioli: oggi nella dispensa non c'è più nulla, e questa candela, che vedi accesa, è l'ultima candela che mi sia rimasta...
PINOCCHIO E dopo?...
GEPPETTO E dopo, caro mio, rimarremo tutt'e due al buio.
PINOCCHIO Allora, babbino mio, non c'è tempo da perdere. Bisogna pensar subito a fuggire...
GEPPETTO A fuggire?... e come?
PINOCCHIO Scappando dalla bocca del Pesce-cane e gettandosi a nuoto in mare.
GEPPETTO Tu parli bene: ma io, caro Pinocchio, non so nuotare.
PINOCCHIO E che importa?... Voi mi monterete a cavalluccio sulle spalle e io, che sono un buon nuotatore, vi porterò sano e salvo fino alla spiaggia.
GEPPETTO Illusioni, ragazzo mio! Ti par possibile che un burattino, come sei tu, possa aver tanta forza da portarmi a nuoto sulle spalle?
PINOCCHIO Provatevi e vedrete! A ogni modo, se sarà scritto in cielo che dobbiamo morire, avremo almeno la gran consolazione di morire abbracciati insieme.
(PINOCCHIO PRENDE IN MANO LA CANDELA, E VANNO AVANTI PER FAR LUCE)
PINOCCHIO Venite dietro a me, e non abbiate paura.
(PINOCCHIO VERSO LA BOCCA GUARDA FUORI)
PINOCCHIO Questo è il vero momento di scappare. Venite dunque, babbino, dietro a me e fra poco saremo salvi. Montatemi sulle spalle, ora ci tuffiamo.
(BUIO TOTALE – RUMORE TUFFO – USCITA MATERIALE E ATTORI)
CANZONE: GALLEGGIANDO
Narratore Con l’aiuto di un tonno compagno di sventura nella pancia del pesce-cane, Pinocchio e Geppetto riescono a raggiungere la riva. Asciugatisi e riposatisi si incamminano alla ricerca di un alloggio.
15^ SCENA: PINOCCHIO – GEPPETTO GATTO & VOLPE
PINOCCHIO Appoggiatevi pure al mio braccio, caro babbino, e andiamo. Cammineremo pian pianino come le formicole, e quando saremo stanchi ci riposeremo lungo la via.
GEPPETTO E dove dobbiamo andare?
PINOCCHIO In cerca di un boccone di pane e di un po' di paglia che ci serva da letto.
(COMPAIONO IL GATTO E LA VOLPE)
VOLPE Oh Pinocchio, fai un po' di carità a questi due poveri infermi.
GATTO Questi due poveri infermi.
PINOCCHIO Addio mascherine! Mi avete ingannato una volta e ora non mi ripigliate più.
VOLPE Credilo, Pinocchio, che oggi siamo poveri e disgraziati davvero.
GATTO Oggi siamo poveri e disgraziati davvero!
PINOCCHIO Se siete poveri, ve lo meritate. Ricordatevi del proverbio che dice: "I quattrini rubati non fanno mai frutto". Addio mascherine!
VOLPE Abbi compassione di noi!
GATTO Abbi compassione di noi!
PINOCCHIO: Addio mascherine!
VOLPE Non ci abbandonare!
GATTO Non ci abbandonare!
PINOCCHIO Addio! (PINOCCHIO E GEPPETTO CONTINUANO A CAMMINARE)
PINOCCHIO Quella casa deve essere abitata da qualcuno. Andiamo là e bussiamo.
(BUSSARE QUINTA )
GRILLO (DALLA FINESTRA) Chi è?
PINOCCHIO Siamo un povero babbo e un povero figliolo, senza pane e senza tetto.
GRILLO (DALLA FINESTRA) Girate la chiave e la porta si aprirà.
PINOCCHIO (SI GUARDA INTORNO) Ma il padrone della casa dov’è?
GRILLO (SI SPORGE DALLA FINESTRA) Eccomi quassù!
PINOCCHIO Oh mio caro grillino!
GRILLO (SCENDE - GRIDARE) Ora mi chiami il tuo caro grillino non è vero? Ma ti rammenti di quando per cacciarmi di casa tua, mi tirasti un martello di legno?
PINOCCHIO Hai ragione, grillino! Scaccia anche me tira anche a me un martello di legno: ma abbi pietà del mio povero babbo.
GRILLO lo avrò pietà del babbo e anche del figliuolo: ma ho voluto rammentarti lo sgarbo ricevuto, per insegnarti che in questo mondo, quando si può, bisogna mostrarsi cortesi con tutti, se vogliamo essere ricambiati con pari cortesia.
PINOCCHIO Hai ragione, grillino, hai ragione da vendere e io terrò a mente la lezione che mi hai data. Però dimmi grillino: dove potrei trovare un bicchiere di latte per il mio povero babbo?
GRILLO Tre campi distante di qui c'è l'ortolano Giangio, che tiene le mucche. Se lo aiuti a tirar su l'acqua dal pozzo, ti darà in compenso il latte che cerchi.
Narratore Pinocchio da quel giorno continuò ad alzarsi ogni mattina prima dell'alba, per girare la ruota del pozzo e guadagnare quel bicchiere di latte che serviva al babbo, ma non si accontentò di questo: imparò anche a fabbricare canestri e panieri di giunco e con i quattrini provvedeva a tutte le spese giornaliere. Alla sera si esercitava a leggere e scrivere. Fatto sta, che con la sua buona volontà d'ingegnarsi e di lavorare, aveva potuto mettere da parte anche dei soldi. (SI SIEDE VICINO ALLE QUINTE)
17^ scena: PINOCCHIO – FATA
ENTRA LA FATA
FATA Bravo Pinocchio: per il tuo buon cuore ti perdono tutte le monellerie che hai fatto. l ragazzi che assistono amorosamente i propri genitori meritano sempre grande lode e affetto. Metti giudizio per l'avvenire e sarai felice.
(PINOCCHIO COLPITO DALLA BACCHETTA MAGICA CADE SULLA SEDIA)
LETTORE Da burattino, Pinocchio è diventato ragazzo!
E’ stata lunga la strada per scoprire l’autentica libertà, ma l’obbedienza al padre e la fiducia nella fata hanno portato ad una felicità piena.
E’ il salto di qualità che è chiesto a ciascuno di noi: il salto di qualità cui Dio invita l'uomo qualora questi incominci a fidarsi di lui.
Uno si innamora quando conosce. Forse l’uomo non si innamora abbastanza di Dio perché non lo conosce.
Chissà, forse anche questa storia ci ha portato a scoprire che essere uomini non è scegliere la via del paese dei balocchi, ma quella dell’amato Padre.
La storia di un burattino diventato bambino può così essere la vicenda dell’uomo che, lasciato il peccato, trova nel Suo Creatore la sua umanità perfetta. Una storia in cui speriamo di aver conosciuto un po' di più Dio e di esserci innamorati un po' di più di Lui.
CANZONE: E’ SOLTANTO AMORE (parte la musica..)
ENTRA GEPPETTO (DAL LATO OPPOSTO DI PINOCCHIO)
GIOCO DI LUCI - BUIO – LUCE ALLA MUSICA CON VIOLINI
ENTRA Pinocchio piccolo)
Pinocchio p. (ENTRA ALLE SPALLE DI GEPPETTO, GLI TIRA LA GIACCA LO GUARDA E DICE: Papà!! SALTA IN BRACCIO A GEPPETTO E GUARDANO IL BURATTINO
CANZONE: E’ SOLTANTO AMORE
(Simone spunta in piedi alla sedia)
CHIUSURA SIPARIO
RIAPERTURA SIPARIO PRESENTAZIONE GENERALE CAST (saltellando, inchino):
CANZONE: TUTTI IN PIAZZA
Ballerini in ordine di altezza dal + grande poi dietro in due file (battito mani)
Nadia (fata) unione cast
escono ATTORI
1^ Canzone: - C’era una volta
PROLOGO C’era una volta…
VOCE Un re?
PROLOGO No, un pezzo di legno!
C’era una volta un albero al vento di mille anni in più.
Ma la tempesta lo prende in testa e i rami vanno giù.
Notte di piombo, fiamma di lampo
rotola il tuono e scoppia l’oscurità
l’aria e la terra sono nemici
in una guerra che tutto porta via con sé.
L’ultima pioggia sgocciola piano
rami spezzati che il giorno non vedranno mai,
ma c’è dell’altro tra cielo e mondo
e l’uragano non lascia intorno solo guai.
Uno soltanto in mezzo al disastro
un po’ di fortuna avrà,
con un singhiozzo chiede alla luna
aiuto e lo troverà.
FATA Mai, mai lasciare che il vento ci porti via
nel ciclone del tempo, c’è sempre un mondo…
PROLOGO Un po’ più in là
se funzionano i sogni c’è libertà
ricomincia la storia: c’era una volta…
CORO C’era una volta un pezzo di legno
che più fortuna avrà
PROLOGO C’era una volta…
CORO Precipitando in mezzo al mondo
vivo si sveglierà
PROLOGO Forse si salverà, ma dove finirà…
CORO C’era una volta un pezzo di legno
C’era una volta un pezzo di legno…
2^ Canzone: - Un figlio perfetto
(G. = Geppetto - R. = Ragazza - r. = ragazzo)
G.Un figlio perfetto ce l’ho nella testa,
ti ascolta e sta zitto, non sporca e non costa,
non cerca avventure, ma è sempre al tuo fianco,
se tu di parlare, da solo sei stanco.
r.Ma cosa stai dicendo? Questo non è un figlio!
Questa è una cosa da comandare è… un burattino!
G. Un burattino?!
R.Non male!
Anche un burattino andrebbe bene per cominciare…
G.Un burattino, si! Ma certo lo saprei fare…
R.Come padre sarebbe un buon apprendistato…
G. Un burattino..? Si, mi piace l’idea!
R.E allora che aspetti? Datti da fare!
G.Un figlio perfetto è un amico,
ha sempre stampato un sorriso,
non vuole giocare col fuoco,
sa dove non mettere il naso.
Un figlio perfetto è un signore,
non tira sassate sui vetri,
non fa fare brutte figure,
con due canzonette lo nutri.
E’ questo il progetto di un figlio perfetto! -MUSICA-
CORO Un figlio perfetto non nasce per sbaglio,
dev’essere esatto in ogni dettaglio
per dare la massima soddisfazione
ma senza bisogno di manutenzione.
Un figlio perfetto lo fai su misura,
l’idea di un conflitto nemmeno lo sfiora,
sta dove lo metti, non pianta casino
è proprio un gran bel burattino.
Un bel burattino… un bel burattino…
è perfetto! -MUSICA-
Un figlio perfetto è speciale,
qualunque straccetto gli dona,
incanta i parenti a Natale,
è un fotomodello in vetrina,
dà quasi l’effetto di farti l’occhietto.
-MUSICA-
G.Si merita un nome importante,
di quelli che spaccano l’aria,
che faccia impressione alla gente,
che vada sui libri di storia;
un nome da ricco, da capostazione…
Annibale, Sandokan, Napoleone… ma no!
CORO Mosè, Lancillotto, Rolando, Tancredi,
Francesco, Giuseppe, Fanfulla da Lodi,
Geronimo, Dante, Zorro, Lumumba,
Cesare, Augusto, Epaminonda.
G.Legno di pino, mi strizzi l’occhio…
CORO Lo chiami, lo chiami, lo chiami…
G.Ti chiamerò PINOCCHIO!
3^ Canzone: - Il Grillo Parlante
(P. = Pinocchio - G. = Grillo - I. = Insieme)
P.E tu chi sei?
G.Grillo in apparenza, ben diversa è la sostanza.
Per te sono una presenza, non potrai mai farne senza.
Tu lo voglia o non lo voglia mangerò sempre la foglia.
Un insetto ripugnante? No!! Un grillo, ma parlante.
P.E smetti di gridare,
che c’è chi vuol dormire
ti stai rendendo conto
che casino stati facendo?
G.Non starti a preoccupare,
solo tu mi puoi sentire
perdona l’invadenza
io sarò la tua coscienza?
P.La mio co… cosa?
G.Ti informerò su tutto quello che non sai
Se mi dai retta, ti allontanerò dai guai.
P.Ma insomma: chi sei?
G.Sono un grillo parlante e sapiente
sono la voce che è dentro di te
i miei consigli non costano niente e sono per te!
P. Risparmia il tuo lavoro
so cavarmela da solo
per evitare sbagli
non mi servono consigli.
G. Sei proprio un permaloso
ignorante e presuntuoso
perfettamente degno
di una gran testa di… legno
son proprio i tipi come te che a lungo andare
regolarmente vanno poi a finire male
ascolta un grillo che sa stare al mondo
e che di cose ne ha viste un bel po’
se prendi tutto ridendo e scherzando
è peggio per te!
G.VIETATO CONTESTARE
CONSENTITO CONSENTIRE
DISDICEVOLE MENTIRE
MA FA ONORE CONFESSARE
VIETATO COMPLOTTARE PREFERIBILE OBBEDIRE
IL PENTIMENTO E’ LECITO
SE NON PROGRAMMATICO
CHI SFUGGE SI UMILIA
CHI BARA S’IMPIGLIA
CHI OFFENDE SI SVENDE
CHI IMBROGLIA SI SBAGLIA
NON HAI PERCEPITO CHE COSA E’ PROIBITO?
E NON HAI CAPITO CHE COSA E’ VIETATO?
P.Ma che tormento! Stai zitto un momento!
Tutto vietato la tua è una mania!
Secondo te non si può fare niente
ma vattene via.
G.Impossibile! Sono la tua coscienza!
P.Ma… non potrei farne a meno?
G.Impossibile! Tutti hanno una coscienza!
Pinocchio, non mi puoi evitare.
Da ora in poi noi due siamo una coppia
una coppia regolare una coppia ufficiale!
INSIEME Ma che coppia improbabile
tra tutti gli altri mi capiti tu
devo trovare una tattica per liberarmi di te.
PINOCCHIO GRILLO
Ma che gran rompiscatole! Parli proprio tu
Non puoi stressarmi così caro mio. Basta!
INSIEME Sei quasi peggio di un incubo
Sei insopportabile.
PINOCCHIO GRILLO
Basta parlare vattene via Dai!
Basta sei quasi peggio di un incubo Smettila!
Basta parlare Rilassati! No!
Vattene subito via da qui! Io resto qui!
4^ Canzone: - Da così a così
(V. = Volpe - P. = Pinocchio - G. = Gatto - T = Tutti)
V. Pinocchio sono i soldi che cambiano la vita!
P. Con i soldi può cambiare la mia vita da così a così?
G. & V. Oh! Con i soldi può cambiare la tua vita
da così a così!!
V. Coi soldi poi, coi soldi poi sarai un gran figo vanitoso. Potrai rifarti pure il naso!!
G. Però non ti scordare mai di noi.
V. Quello che vuoi, quello che vuoi se hai tanti soldi nel cappello.
G.Il mondo diventa bello e poi puoi riciclarti come vuoi!
E adesso tutti quanti insieme!
T.Quello che vuoi! Quello che vuoi,
se hai tanti soldi nel cappello,
il mondo diventa bello,
e vai felicemente dove vuoi!
G.Ancora una volta!
T. Quello che vuoi! Quello che vuoi,
se hai tanti soldi nel cappello,
il mondo diventa bello!
G.E vai felicemente…
V.E vai felicemente, si…
T.E vai felicemente…dove vuoi!!
(Gente: e il finale ……)
V. Ah, sì, certo… il finale!
T.E vai felicemente…
E vai felicemente…
E vai felicemente…
dove vuoi!
Dicci cosa vuoi di più, dicci cosa vuoi…
Dicci cosa vuoi di più, dicci cosa vuoi…
G. & V. Siamo “Gatto e Volpe S.p.A.”
5^ Canzone: - Vita
Vita, nella vita c’è un destino sempre,
e nessuno nasce mai per niente,
vivere è il mestiere dei perché,
ma il più bello che c’è.
Vita, questa vita è dura e a volte amara,
chi è diverso spesso fa paura a chi guarda solo la realtà,
e sognare non sa, ma chi va con il cuore
può fidarsi di sé e restare com’è.
La Luna conosce a memoria la vita che va,
e riesce a vedere domani che cosa sarà,
per sapere di noi domandiamolo a lei.
MUSICA
La Luna di giri del mondo ne ha fatti un bel po’
e sa che mai niente di nuovo succede quaggiù,
per sapere di noi domandiamolo a lei.
Vita, questa vita cambia e ci sorprende,
per ognuno c’è qualcuno sempre
tutti differenti e tutti uguali
tutti appesi a dei fili in ognuno che nasce,
anche se non lo sa c’è qualcosa di noi.
Ognuno è qualcuno e la vita è una storia infinita,
un lungo cammino che porta su un’unica strada,
tutti in volo attraverso,
uno stesso universo.
Ognuno ha il futuro legato alle dita,
la vita di tutti in un’unica vita,
milioni di eroi,
ma c’è in tutti qualcosa di noi.
6^ Canzone: - Nel paese dei balocchi
(L. = Lucignolo - P. = Pinocchio - R. = Ragazzi)
R. Nel paese dei balocchi se ti piace la libertà,
nel paese dei balocchi ogni giorno una novità!
L.Ehi, Ma quello è Pinocchio!
Pinocchio, sono io Lucignolo!
P.Lucignolo!
L.Dai, sali su!
R. Lucignolo, lascia perdere!
Quello è troppo legnoso! Partiamo!
Non perdiamo tempo dietro a Pinocchio!
Pinocchio vieni con noi…
P. Dove andate?
R. Nel paese dei balocchi!
L.Dai è un’occasione unica, perché
Nel paese dei balocchi se ti piace la libertà,
nel paese dei balocchi ogni giorno una novità!
P.Oh, no grazie… io ho promesso a…
R. Non ci frega niente delle tue promesse.
Pinocchio, sei diventato una lagna vivente!
Peggio: un legno ubbidiente!
L.Pinocchio, è un posto bellissimo… vedrai
Se poi ti annoi torni a casa….
Nel paese dei balocchi uno fa quello che gli pare!
R. Dai, vieni con noi e poche storie!
P.Mi dispiace, ma io non ci casco.
L.Non sai che ci perdi!
P.Non pregarmi, che io ti conosco, mi fai fare tardi.
L.Giusto un minutino, tanto per vedere,
e se non ti piace poi ritorni qui.
Pinocchio, dai Pinocchio vieni via!
R. Pinocchio, dai Pinocchio vieni via!
Pinocchio, dai Pinocchio vieni via!
Dai Pinocchio vieni… (4 volte)
L.Dai Pinocchio vieni via!
P.No!… Sì vengo!
R. Nel paese dei balocchi se ti piace la libertà,
nel paese dei balocchi ogni giorno una novità!
C’è tutto proprio tutto e di più! (2 volte)
Nel paese dei balocchi niente storia ne geografia,
Muri pieni di scarabocchi, se ci arrivi non vai più via!
7^ Canzone: - Sballo
(L. = Lucignolo - P. = Pinocchio - R. = Ragazzi)
Sballo, prova e vedrai che sballo,
quel che ti gira fallo, senza nessun controllo!
Sballo, senza cravatte al collo,
fuori di testa è bello, basta che sia da sballo!
L.L’educazione, la precisione
son per la gente snob,
batti il tamburo, e scrivi sul muro
fai della scuola un pub.
Mangia come le scimmie,
balla come un masai, fuori son tutte mummie.
L.Pensa che sballo qui non si cresce mai!
Non si cresce mai!!!
Sballo, prova e vedrai che sballo,
quel che ti gira fallo, basta che sia da sballo!
MUSICA
…Non si cresce mai!!
Sballo, prova e vedrai che sballo,
quel che ti gira fallo, basta che sia da sballo!
Sballo, se il sole scotta il collo
tutti a buttarsi a mollo,
e dopo l’intervallo, lezioni di break…
di break dance, di break dance!…
MUSICA
Sballo, prova e vedrai che sballo,
quel che ti gira fallo, basta che sia da sballo!
Sballo, da quando canta il gallo,
lavaggio del cervello e dopo l’intervallo
lezioni di break
lezioni di break
lezioni di break
di break dance!
8^ Canzone: - Un vero amico
(L. = Lucignolo - P. = Pinocchio - I. = Insieme)
L. Mi potrai mai perdonare?
P.Con un amico non servono regole e neanche bugie,
non c’è bisogno di chiedere scusa,
se mai qualche cosa non va,
un vero amico ti resta vicino nel bene e nel male
e non gli serve parlare per dirti che pensa di te.
L.Se c’è un’amico,
c’e sempre speranza di un’altra occasione,
un treno perso è soltanto una buona ragione
per prenderne un altro.
P.Se ti succede che soffri in silenzio
ti sta ad ascoltare,
e sa restare, aspettando il sereno, a bagnarsi con te.
L.Le feste passano.
P.Gli amici no!
L.Comunque vada sai, che non ti scorderò
possiamo crederci, amico mio.
I. Proviamo a farcela una volta in più!
P.Un vero amico è una vera fortuna se è come sei tu,
che non ti preoccupi mai di sembrarmi diverso
da quello che sei.
Tu m’hai insegnato a sbagliare
e sbagliando ho imparato a campare,
desiderando ogni giorno più forte la mia libertà.
I. Le feste passano, gli amici no,
comunque vada sai che non ti scorderò.
L. Stanotte è l’ultima, amico mio,
P. Ma non ti arrendere…
I. Le feste passano, gli amici no,
comunque vada sai che non ti scorderò.
E se il destino poi cambiasse idea,
restiamo amici noi,
comunque sia.
9^ Canzone: - Galleggiando
Galleggiando la vita è piena, no tenemos problema,
più leggere che sulla luna, tutte nude nel blu.
Galleggiando sotto il mondo, molleggiando e svollazzando,
anche quando tocchi il fondo, torni sempre su.
Galleggiando y baiando si toccano i cuori,
sotto il pelo dell’onda non nevica mai,
rotolando fra i flutti c’è tutto per tutti,
alla luce dei fatti di più casa vuoi?
Galleggiano ti lasci andare, abboccando all’amore,
a ‘sto mondo son cozze amare, se non hai corazon.
Boccheggiando resti secco come un tonno nel cacucco,
galleggiando vai col mambo e al mondo resterai.
Galleggiando y baiando si toccano i cuori,
sotto il pelo dell’onda non nevica mai,
e secondo la legge più vecchia del mondo,
più profondo del fondo affondare non puoi!
Galleggiando vai col mambo e, niente può andar male,
annaspando vai a fondo e poi son cozze amare.
Galleggiando sotto il mondo, molleggiando e svollazzando,
anche quando tocchi il fondo, torni sempre su…
Galleggiando vai col mambo e, niente può andar male,
annaspando vai a fondo e poi son cozze amare.
Galleggiando vai col mambo e, niente può andar male,
annaspando vai a fondo e…
vai col mambo olè!
10^ Canzone: - E’ soltanto amore (FINALE)
MUSICA (tono basso)
………………………………………………………….
MUSICA (tono alto)
Basta andare sempre dove porta il cuore,
per cambiare i sogni nelle cose vere.
Burattino ieri, burattino basta,
è soltanto amore la parola giusta.
Può sembrare fantasia ma è la verità!
È soltanto amore la parola giusta,
è soltanto AMORE!
11^ Canzone: - Tutti in piazza
P R E S E N T A Z I O N E
Scendi in piazza che facciamo festa!
Oggi no, non si lavora piu!
Scendi in piazza che facciamo festa!
Oggi no, non si lavora piu!
Chiudi tutto che per oggi basta!
Dillo a tutti di venire giù!
Vieni anche tu!
Scendi in piazza tu, c’è una festa qui,
chiudi tutto che non si lavora.
Scendi in piazza tu, c’è una festa qui,
chiudi tutto che non si lavora.
Scendi in piazza tu, c’è una festa qui,
chiudi tutto che non si lavora.
Dillo a tutti, si, di venire giù!
Col vestito più bello che hanno, sì!