C’era una volta

Stampa questo copione

C’ERA UNA VOLTA

Commedia in un atto

Di PAOLA RICCORI

PERSONAGGI

LA NONNA

DORA CASSINI, sua nipote

LUCIA, contadina

RITA E LISA, sue figlie

DON CARLO, curato di Tordara

GIORGIO DI LORENZO

MARIO, contadino

La scena ha luogo sulle alture di Sorrento, in una limpida mattinata di luglio.

Commedia formattata da

Una casetta a pian terreno, linda e gra­ziosa. In fondo: una porta a sinistra, ampia con la larga vetrata che dà sulla campagna. A destra: in fondo, una grande finestra, con le tendine di candida mussola, che s’apre anch’essa sui campi e lascia scorgere il paesaggio lontano. Una porta a destra ed una a sinistra.

Un tavolo rustico, nel centro, coperto da un semplice tappeto verde. A destra: una credenza carica di stoviglie.

A sinistra: in prima quinta, il caratteristico camino di pietra delle vecchie case di campagna. Il fuoco è acceso sotto la pentola. Presso il camino, l’ampio sediolone della nonna. Fra la porta e la finestra, una vecchia spinetta.

(All'alzarsi del sipario, la nonna è seduta nell’ampia poltrona, presso il camino: Lisa, poco discosto da lei, ha alle sue spalle Mario, in piedi, che gira e rigira fra le mani, come intimidito, il largo cappello di feltro. Lucia, presso la nonna, anche lei in piedi, guarda con orgoglio la sua bella figliuola, che si è fatta sposa da pochi giorni, ed è venuta a far visita alla padrona. Rita gira per la stanza, vivace ed irrequieta, ordinando le stoviglie e to­gliendo la polvere qua e là).

La Nonna                      - (con serenità e dolcezza) Brava, brava, Lisa; sono veramente contenta di rivederti tanto bene e tanto felice. E raccontami un po': sei stata dunque a Roma, nientemeno! Hai visto più di me, piccina!         Roma!... Come deve essere bella!...

Lisa                               - Ah, sì, signora Rosa! E' bella davvero: ma io, francamente, non vedevo l'ora di tornarmene alla mia casetta tranquilla! Che chiasso, che confusione! Se mi aveste vista, sembravo come istupidita; e Mario rideva, rideva tanto alle mie spalle!...

Mario                            - (con importanza ridendo) Ridevo, è vero, perché immaginatevi un po', signora... la mia Lisa, abi­tuata  quassù, sempre, trovarsi d'un tratto, prima a Napoli, poi a Roma, fra tanto movimento, fra tante cose belle, era come incantata!... Eppure, che cosa è Napoli, che cosa è Roma, in confronto di Parigi!

La Nonna                      - (meravigliata) E tu conosci Parigi?...

Mario                            - (con importanza) Se la conosco?... Sono stato lassù dieci mesi, col mio reggimento, ed a Bligny per poco non ci rimisi la pelle!... Ma... «n'était pas de­stine « !...

La Nonna                      - (ridendo) Ma bravo!... Eccolo che parla francese, ora!...

Lucia                             - (che guarda i due giovani con evidente compia­cenza ed emozione) Se sentiste, «ignora Rosa, il racconto delle battaglie alle quali ha preso parte, vi farebbe venire la pelle d'oca!...

Rita                               - Sul braccio sinistro ha una ferita lunga così!

La Nonna                      - Davvero!?... Sei stato anche ferito?

Mario                            - (c. s.) Sciocchezze!... Ho fatto il mio dovere!

La Nonna                      - E Iddio ti aveva destinato in premio questa bella creatura che dovrai amare molto, perché lo merita davvero!

Lisa                               - Voi siete troppo buona, signora Rosa!

Lucia                             - L'avete conosciuta piccina, le volete bene, e quindi...

La Nonna                      - Le voglio bene perché è un angelo, e nessuno potrebbe saperlo meglio di me! E’ cresciuta qui, in casa, con la mia Dora!...

Lisa                               - Tarderà ancora molto a rientrare, la signo­rina?...

La Nonna                      - Ma no! Sarà qui a momenti!...

Lucia                             - Se intanto andassimo dal nonno, Lisa?... Il poverino ti aspetta con ansia da stamane. Ritorneremo poi per salutare la signorina Dora!...

Lisa                               - Sì!... Andiamo, Mario?...

Mario                            - (alla nonna, comicamente) «Permettez vous, madame?»...

La Nonna                      - Ma no, ma no! Parla italiano, ragazzo mio; è tanto bello! E non capisco che quello, io!...

Lucia                             - (a Lisa) Su, su, non perdiamo più tempo, andiamo, Lisa!... Permettete, signora Rosa. (Esce con Lisa).

La Nonna                      - Povera Lucia! Quella figliuola era tutto il suo bene!...

Rita                               - (piccata) Perché?... Non ci sono forse anch'io?

La Nonna                      - (ridendo) Sì, cara! Fino a quando un altro bel mobile, come questo che parla francese, non s'arram-picherà quassù, per portar via anche te!...

Mario                            - (con filosofia) E' la vita, signora!...

La Nonna                      - Hai ragione, caro!... E' la vita!... Ma ora andate, andate! Quel povero Piero non reggerà per l'im­pazienza !

Lisa                               - (di dentro) Vieni, Mario?.,.

Mario                            - Vengo. (Poi, inchinandosi alla nonna con pretesa di eleganza) Signora!...

La Nonna                      - Che Dio ti accompagni, ragazzo mio! (Mario esce dal fondo).

Rita                               - E se permettete, vado un po' anch'io! Qui non c'è più nulla da fare, e vorrei...

La Nonna                      - Ma sì, Rita. Penso io al resto!...

Rita                               - Torno subito! Se vi occorresse qualche cosa, chiamatemi!...

La Nonna                      - Va bene!

(Rita esce correndo. E' mezzogiorno, una campana suona in lontananza. La nonna va presso il camino, guarda nella pentola la minestra che bolle; è lieta, affaccendata; poi, si scosta dal camino, va alla finestra, e guarda fuori, lontano, come per cercare qualcuno tra i campi. Finalmente il suo volto si rischiara, con un'espressione di maggiore gaiezza; tentenna il capo con indulgenza e tenerezza, mentre di fuori s'ode una risata fresca, un po' lontana; poi più vicina, gaia, squillante, giovanile).

La Nonna                      - (parlando a Dora che è di fuori) Bada, bada, piccola mia! Ti farà del male.

Dora                              - (di dentro, ridendo) Ah! Ah! Ah! Ah!

La Nonna                      - Pazzerella, passerella!... Ma lascialo in pace!... Finirà per morderti!...

Dora                              - (entra dal fondo, con un bel fascio di fiori cam­pestri tra le braccia, i capelli a treccia sulle spalle, allegra, spensierata. E' una fanciulla di circa 18 anni. Si ferma sotto l’uscio, fa una boccaccia al cagnolino, dal quale finge d'essere inseguita, e gli chiude la vetrata sul muso: poi, ancora ridendo, si avvicina alla tavola e vi getta tutti i fiori, sparpagliandoli. Corre poi dalla nonna, le salta al collo, e, mentre questa la stringe al cuore commossa, esclama, ridendo ancora) Ho fame! Tanta, tanta fame!...

La Nonna                      - (con rammarico) Povero il mio tesoretto! Ed intanto quella cattiva della tua nonna non è ancora pronta!... Sai: ci sono state delle visite, e quindi...

Dora                              - (con un salto, sciogliendosi dall'amplesso della nonna e con tono di scherzosa meraviglia) Delle vi­site?... qui?! Ma tu scherzi, nonnina!...

La Nonna                      - No, no, dico sul serio! E' venuta da Sor­rento Lisa con lo sposo!

Dora                              - (allegra) Davvero? (Poi contrariata) E sono già andati via?

La Nonna                      - Non ancora! Torneranno qui a momenti per salutarti! Ora sono su dal povero Piero! Se tu ve­dessi, Dora, come si è trasformata la nostra piccola Lisa! E' gaia, felice... e bella poi come la primavera!

Dora                              - Cara! Come sonò contenta di poterla riab­bracciare!... Non tarderanno molto, io spero; e, intanto... se pranzassimo, nonnina?

La Nonna                      - Ahimè, piccina! Te l'ho già detto: non sono ancora pronta! Quella sventatella di Rita mi ha portato la legna soltanto un'ora fa!

Dora                              - E perché non dirlo a me, stamane, che man­cava la legna?... Avrei provveduto io stessa!...

La Nonna                      - No, cara! (Lo sai che non voglio!... Non sono per la mia piccola Dora queste umili faccende. Ti si sciuperebbero le manine belle!...

Dora                              - (con lieve tristezza nella voce) Poco male, nonnina!... Cosa vuoi che ne faccia di queste mie povere mani, per le quali hai tanta cura?...

La Nonna                      - E' per me stessa!... Mi piace di tenerle tra le mie, le tue mani così bianche e così lievi!... E poi... (Con un sospiro} Chi sa!... Il mondo gira, e nessuno può conoscere l'avvenire!

Dora                              - (sorridendo come sopra) Sicuro!... Trecciadoro trovò sulla montagna un Principe reale che la fece Re­gina!...

La Nonna                      - Toh!... Ricordi ancora la storia di Trec­ciadoro!... (Siede sul sediolone, presso il camino)

Dora                             - Ancora?... E come!... Le ricordo tutte le tue belle fiabe, nonnina! Tutte!... «Richetto dal ciuffo», « Cappuccetto Rosso », « La bella addormentata nel bosco »... Tutte, tutte! E più d'ogni altra «Trecciadoro»! Quante volte te l'ho fatta ripetere!... Ricordi?... Tu qui. presso il camino, come ora, ed io qua! (Le si accoccola ai piedi, vezzosa). Così...

La Nonna                      - (sorride al ricordo).

Dora                              - (appoggia la testina sulle ginocchia della nonna, che posa le sue scarne mani sui suoi biondi capelli, e, come presa dalla foga dei ricordi, quasi la rivedesse pic­cina come un tempo, incomincia il suo racconto, lenta­mente). La Nonna: «C'era una volta, in cima ad un colle lontano «Dove giammai giungeva neppure un grido umano, « Un solitario nido e una fanciulla bella « Ch'avea la chioma bionda e l'occhio d'una stella!

(Si ferma, come per ricordare).

Dora                              - (sorridendo, continua il racconto): « Trecciadoro era il nome, e canzoni festose « Cantava allegramente, tra il verde e tra le rose. «Ella non avea sogni, ma cantando sperava; « Che cosa?... Chi?... cantava... (con un sospiro) « e cantando aspettava...

La Nonna                      - (sorridendo con malizia) Già ma: « Un giorno, Trecciadoro sentiva a lei venire « Di voci umane il suono, di cavalli il nitrire. « E tra i canti una voce era triste, accorata, «Come la voce stanca d'un'alma sfiduciata... «Attraverso le piante, Trecciadoro guardò, «Per sapere chi fosse... e impaziente aspettò!...

Dora                              - (sorride, guarda la nonna, e le dice, rapita) Racconta, nonna, racconta!...

La Nonna                      - (felice di divertirla): «Ecco: un prence veniva, cavalcando un morello; « Ed era bruno e forte, ed era triste e bello. « E con lui s'avanzavan tant'altri cavalieri, « E tant'altri baroni, con paggi e con scudieri. «Il prence, alla visione della fanciulla bella, « Con quella chioma d'oro, con quegli occhi di stella... «Quasi come abbagliato, dal cavallo balzò, «E innanzi a Trecciadoro, rapito si fermo!... « Chi sei?... Perché qui sola tu trascorri la vita?... « Tu che sei bella tanto, d'una beltà infinita?...

Dora                              - (rapita, stringe le manine al petto, e guarda estatica davanti a sé, come se vedesse davvero il bel principe giungere alla casetta) Racconta, nonna, rac­conta!....

La Nonna                      - «Vuoi diventar regina?... Vuoi la mia fronte stanca «Spianare alla carezza della tua mano bianca?...

Dora                              - (presa dalla nostalgia del racconto, continua ora lei, sempre guardando estatica davanti a se): « Sopra un bel cocchio d'oro, sopra un cocchio fatato « Sorto lì per volere del prence innamorato, « Il solitario nido Trecciadoro lasciò, «Ed il suo dolce prence fino alla morte amò!... (Poi si ferma, si scuote e come ritornata alla realtà, guardando la nonna, sorride ed aggiunge, con grazia infantile) «Questa è la fiaba breve, o mia cara nonnina, «Di Trecciadoro povera, che diventò regina.

La Nonna                      - (la stringe al cuore commossa, e per un istante restano così strette l’una all’altra).

Don Carlo                     - (fin dall'inizio di quest'ultima parte del racconto, detto da Dora, è comparso al di fuori, presso la finestra ed è rimasto a contemplare, sorridendo con bono­mia, quel delizioso quadretto) Ma brave!...

Rosa                              - (voltandosi, con un sussulto) Don Carlo!?

La Nonna                      - Voi, signor curato?...

Don Carlo                     - Io, signora Rosa: e voialtre che cosa fate li?.....

La Nonna                      - Raccontavamo una fiaba! Si ricordava i pel tempi passati!...

Dora                              - La storia di Trecciadoro, che era una pove­relli, e diventò regina!...

Don Carlo                     - Miracoli che si verificano nei racconti ielle nonne.

Dora                              - Purtroppo!...

Don Carlo                     - Qui, almeno, non si fanno che peccati di desiderio!...

La Nonna                      - (ridendo e guardando Dora con malizia) Mi se ne fanno un po' troppi, da qualche tempo, Don Carlo!...

Don Carlo                               - Davvero?

Dora                              - (arrossendo) Non datele retta! Non è vero!... Ma perché non entrate, signor curato?...

La Nonna                      - ISS. Sì! Non rimanete lì, al sole. Entrate, Don Carlo.

Don Carlo                     - Entrerei se fossi sicuro di uscirne presto. Ma se mi lascio tentare, lo so bene come andrà a finire!

Dora                              - (correndo ad aprirgli l'uscio) No, no!... En­trate, Don Carlo! Venite a tenerci un po' di compagnia.

Don Carlo                     - E sia !... (Entrando) La pace sia con voi !...

La Nonna                      - Grazie, signor curato! (Chiudendo la fine­stra) Mettetevi qui, mettetevi qui, al riparo dall'aria; sarete certo accaldato!... Accomodatevi!...

Don Carlo                     - Grazie!... Posso però trattenermi po­chino. Debbo essere a casa per il tocco, e di qui a casa mia c'è ancora una mezz'ora di cammino !

Dora                              - (con lieve nostalgia) Dio mio! Come tutto è lontano di qui!...

Don Carlo                     - Sì, lontano, piccola Dora: ma quanti di quelli che vivono in quegli alveari umani che si chiamano città, t'invidierebbero questo cantuccio di Paradiso, dove non giunge neppure l'eco dei tanti affanni, e delle Inule miserie di cui s'intesse la loro vita!

La Nonna                      - Povera Dora! Alla sua età, questa vecchietta noiosa della sua nonnina, unica compagna di tutte le ore, non le basta più!...

Dora                              - (abbracciandola) Perché dici questo?... Io non Assidero nulla! Sono tanto felice così!

La  Nonna                     - Eh! No, piccina! Vuoi ingannarmi ed ingannare te stessa! Non sei più felice e gaia come una volta, e la colpa è del signor curato!...

Don Carlo                     - (con meraviglia) Mia?... Oh, poveretto me: e che c'entro io?...

La Nonna                      - C'entrate, c'entrate, e ve lo dimostro in quattro e quattro otto!... Chi è che me l'ha istruita la mia Dora?...,Chi è che le ha insegnato tante, troppe cose? c'era una volta...

Don Carlo                     - (c. s.) Ma...

La Nonna                      - Ma... Ma!... E' così!... Non è forse colpa vostra se la mia bimba conosce ora quello che, senza di voi, non avrebbe mai saputo?... Non siete stato forse voi ad insegnarle la storia? La geografia?...

Don Carlo                     - (c. s.) Sì, ma...

La Nonna                      - E Dora adesso sa che non esiste Sorrento soltanto, e sogna tante terre, tanti paesi lontani, che ha visti lì, su quella benedetta carta geografica, con dei nomi piccini, piccini, che nella sua fantasia crescevano, fino a diventare tante belle città!... E la storia, poi?!... Oh! la storia è la più colpevole, sapete!... Perché le avete insegnato che la gente del mondo soffre e gode, spasima e si rallieta. E la fantasia vola, il cuore desidera, è la mia bimba soffre, perché « questo cantuccio di Para­diso » come dite voi, non le basta più, è troppo an­gusto, e questo povero cencio di nonnina è troppo poco per tenerle compagnia. Come vedete, Don Carlo, la colpa è proprio vostra!...

Don Carlo                     - (colpito e quasi preoccupato) E pure non avete torto, perbacco!... Ma io l'ho fatto a fin di bene!

Dora                              - Ed è stato un bene! .Non ascoltate la nonna!... Scherza, non vedete?... Cosa sarebbe stato idi me, se voi non mi aveste insegnato un poco di quello che sapete?... Sarei ancora una piccola selvaggia, nn'ignorantella qua­lunque!...

Don Carlo                     - (incoraggiato) Ma sicuro!... Ed io non me ne pento di cèrto!... Suvvia, Dora, non diamo più retta a questa vecchia brontolona! Lo sai perché parla così?... Per invidia!... Perché ora tu sei una piccola dotto­ressa, mentre lei è costretta a fare con te delle gran brutte figure!...

La Nonna                      - (ridendo) Avete ragione!... Parlo per in­vidia! E giacché sono una povera ignorante, il caffè quest'oggi ve lo preparerà lei, la signora dottoressa! Anche questo le avete insegnato a fare a modo vostro, perché quello che faccio io non, vi piace più!.»

Dora                              - (scherzosamente dispettosa) Ed io glielo preparo subito!

Don Carlo                     - No, no!.,. Grazie lo stesso!... Non ho ancora pranzato e...

La Nonna                      - (interrompendo) E allora si pranza qui! A momenti sarà pronta la minestra, e quella, se debbo giudicare dall'odore, piacerà anche ai signori dottori!

Dora                              - (supplichevole) Sì, restate, restate, Don Carlo! Vi è del buon latte fresco, del burro squisito ed un bel piatto di panna, che, vi assicuro, è panna coi fiocchi!

Don Carlo                     - Ma...

Dora                              - (continuando insistente) E poi c'è la frutta, la buona frutta scelta e saporosa del podere di Dora Cassini, qui presente. (Fa una graziosa riverenza).

Don Carlo                     - La lista è ricca e solleticante, e mi hai toccato dov'è il mio debole, birichina! (Comica­mente) Oh, creatura umana, come fragile sei!...

La Nonna                      - E allora?

Don Carlo                     - Si resta, e non ci si pensa più! Lo dicevo io che era facile entrare, ma più difficile l'andar via! Come si fa a resistere agl'incanti «li una vecchia maga e di una giovane fata?...

 La Nonna                     - (con malizia) Ed a questo odorino che fa venire l'acquolina in 'bocca!

Dora                              - (felice) Bravo, Don Carlo! Ed io, in premio, vi farò sentire una dolce canzone che mi ha insegnato Prospero, l'organista! Servirà per ingannare un po' l'ap­petito che, grazie al Cielo, sembra non manchi né a me né a voi!...

Don Carlo                     - Ah, sì! A proposito! Prospero mi ha parlato tanto dei tuoi progressi.

La Nonna                      - Poverino! E' tanto buono! Guardate là: è la sua spinetta, quella! Gliel'ha mandata pochi giorni or sono, perché ai diverta un po'!

Don Carlo                     - Benissimo! E allora sentiamo!

La Nonna                      - Si, sì, canta, Dora!

Dora                              - Non canzonatemi però, Don Carlo!

Don Carlo                     - Canzonarti io? Scherzi! Come vuoi che faccia la critica io, che non m'intendo punto di musica! La mia povera mamma mi ripeteva sempre: «come farai, Carlino, a cantar messe tu, che non intoni neppure la tosse? »...

Dora                              - (siede alla spinetta, e canta dolcemente, accom­pagnandosi, una canzone nostalgica).

La Nonna                      - (l’ascolta rapita, accompagnando il ritmo col movimento della bella testa bianca, e mormorando, di tanto in tanto, qualche parola della canzone).

Don Carlo                     - (seduto a sinistra, presso la tavola, segue attentamente il canto, sorridendo compiaciuto).

(La canzone è terminata: la nonna si asciuga gli occhi commossa, e si riavvicina al camino per riattizzare il fuoco sotto la pentola).

Don Carlo                     - (entusiasta) Brava! Ma brava davvero! Che progressi!

Dora                              - (alzandosi, ancora eccitata dal canto e dalla mu­sica) Vi pare?... Ma che caldo, mio Dio! (Va alla finestra, e la spalanca interamente),

Giorgio                          - (di fuori, ma visibile agli spettatori, elegantis­simo, in abito sportivo e largo cappello di feltro gri­gio: ha con se una cassetta da pittore. E' fermo presso la finestra, e l'apparire di Dora nel vano, improvvisa­mente, lo fa sussultare, quasi come persona colta in fallo: si scopre in fretta, un po' timido, un po' impacciato).

Dora                              - (arretrando meravigliata) Oh!...

Giorgio                          - (sempre di fuori) Domando scusa, signorina; vi sembrerò forse indiscreto e curioso, ma il caso, sola­mente il caso, mi ha condotto fin qui. Volevo picchiare ai vetri, ma non ho osato interrompere la canzone, e sono rimasto, estatico, in ascolto. Perdonatemi!

Dora                              - (confusa, intimidita) Ma...

Don Carlo                     - Cosa c'è, Dora, con chi parli? i(Si avvi­cina alla finestra).

Giorgio                          - (riconoscendolo subito) Don Carlo?! Voi? Proprio voi? Ma quale fortunata combinazione!...

Don Carlo                     - Sbaglio, oppure...

Giorgio                          - (allegramente) Ma no, no, che non sba­gliate, Don Carlo! Sono io, proprio io: Giorgio Di Lo­renzo !

Don'Carlo                     - (con gioia) Giorgio? Oh, guarda, guarda! Voi quassù?!... A quest'ora? Sotto questo sole ardente?!...

Giorgio                          - Sono a Sorrento, Don Carlo, ed ero salito fin quassù per ritrarre dall'alto questo paesaggio mera­viglioso! Sono un po' pittore: non ricordate?...

 Don Carlo                    - Altro che ricordo! Ma favorite, figliuolo mio! (Alla nonna) Permettete, signora Rosa

La Nonna                      - Ma si può sapere ehi è?

Dora                              - E' un giovane signore che...

Don Carlo                     - Permettete dunque?

La Nonna                      - (un po' titubante) Ma vi pare? Carlo! Fate pure!

Don Carlo                     - (aprendo l'uscio) Venite, venite, Giorgio. Non state lì a bruciare al sole! (Presentando Giorgio) Il signor Giorgio Di Lorenzo, un mio ex allievo, quale sono stato il precettore per otto anni: anima retta e cuore d'oro! Solamente...

Giorgio                          - (inchinandosi) Ma via... (ridendo) Don Carlo! Lasciate stare il resto.

Don Carlo                     - (ridendo) E lasciamolo stare! La signorina Rosa Cassini, mia buona amica!... La signorina Dora,) sua nipote, anche essa mia allieva, e la più intelligente e la più volenterosa!...

La Nonna                      - (timida e imbarazzata Siamo liete, molto liete, signore, di conoscervi, e... vi prego: accomodatevi!.

Giorgio                          - Sono io, signora, felicissimo di fare la vostra conoscenza e quella della signorina Dora, che, se non sbaglio, è la proprietaria di quella vocetta così dolce, che mi ha fermato presso la finestra!...

Don Carlo                     - Precisamente!... Era Dora che cantava!| Avete sentito, Giorgio?... Che voce, che grazia!... E dirti che il maestro è un povero organista!

Giorgio                          - Davvero?... I miei complimenti, signorina! Voi cantate con una grazia incantevole!

Dora                              - (chinando gli occhi) Oh! Voi scherzate, signore!

Giorgio                          - No!... Dico sul serio, ve lo assicuro!... Me ne intendo io! Ah, Don Carlo, credetemi: nell'avvicinarmi a questa piccola casa solitaria così pittorescamente j situata fra i campi, nel sentire quel canto così dolce, j così fresco, ho provato una sensazione strana! Mi seni-1 brava di sognare!...

Don Carlo                     - Artista e poeta! L'anima non muta!...

Dora                              - (è sempre più timida e confusa) Per carità, | signore!

La Nonna                      - (la guarda preoccupata).

Giorgio                          - (con slancio) Ve lo giuro, signorina! E quando quella finestra si è spalancata d'un tratto, e voi mi siete apparsa in quel vano, ho creduto ad una vi-

Don Carlo                     - (ridendo) Per fortuna che c'ero anch'io!... Ha dovuto essere un gran brutto risveglio la mia appari­zione!... (Non è così?...

La Nonna                      - Ma, scusatemi, perché venivate qui, voi?»!

Giorgio                          - Mi ero smarrito fra i campi! E' più di un'ora che cerco di ritrovare la buona via inutilmente. A que­st'ora, poi, le campagne sono così deserte ; non s'incontra un'anima viva! ...

Don Carlo                     - Sfido io! Con questo sole!... Non ci sono che le cicale ed i poeti!

Giorgio                          - (ridendo) Infatti!... Ho scorto allora questa casetta, e venivo a chiedere aiuto!... Come fare per ridi­scendere a Sorrento?...

Dora                              - (ripigliando la sua ingenua disinvoltura) Ep­pure voi eravate proprio sulla buona via, signore!.,, Camminando sempre diritto, sareste giunto alla chiesetta del « Soccorso » ; di lì avreste potuto girare a destra prendendo la via maestra, oppure a sinistra, per il viottolo che abbrevia di molto il cammino; per quella stradetta in occorre più di mezz'ora per giungere a Sorrento!...

Giorgio                          - Come siete pratica, voi!... Si vede che quella via la fate spesso!...

Dora                              - (sorridendo un po' triste) Spesso?... Tutt'altro. Una o due volte all'anno, non di più!

Giorgio                          - Soltanto?... Ma... (Con un po' dì meraviglia) sempre quassù?... (c. s.) Sempre!

Giorgio                          - (c. s.) E scendete a Sorrento solamente una o due volte all'anno?...

Dora                              - Come si fa?... La nonna non potrebbe di più, perché il camminare a lungo la stanca: e poi qui c'è sempre tanto da fare!... Io, qualche volta, lo dimentico addirittura che laggiù c'è Sorrento! La nostra passeggiata più lunga è Tordara. Conoscete Tordara?...

Giorgio                          - (guardandola con ammirazione) No!... Non sono molto pratico di questi siti!

Dora                              - (si avvicina alla finestra, e mostra un gruppo di in lontananza. Giorgio si è alzato, e l'ha seguita; tono ora, ami e due, avvolti nel fascio della luce che entra dalla finestra spalancata) Eppure avete dovuto i certamente! Guardate: è la! Quel piccolo gruppo in quella vallata!

Giorgio                          - Ho capito! Laggiù!... Ci sono infatti passato, ma non sapevo che fosse Tordara!

Dora                              - E' lì che abita mia zia, sorella del mio povero papà.

Giorgio                          - (interessato) Siete orfana?.,.

Dora                              - (triste) Sì!... La mamma morì mettendomi al mondo, ed il babbo, poco dopo, per il gran dolore...

La nonna                       - (che ha seguito il dialogo, e si è avvicinata ai due giovani) Era il mio unico figliuolo: Dora mi fu portata  quassù ancora in fasce...

Giorgio                          - (sempre più interessato) E voi, signora, siete stata sempre qui?...

La nonna                       - Sempre!... Nata e cresciuta a Tordara, i diciotto anni Giovanni Cassini, proprietario di queste terre, e. venni quassù con lui: è qui che ho vissuto sempre da allora. E non rimpiango nulla, sapete! Ho avuto quassù la mia vita serena, tranquilla, felice, fino al giorno in cui giunse la sventura e bussò a quella porta. Quassù non si conosce il male...

Don Carlo                     - (con lieve tono da predicatore) Perché non si vede nulla e si è lontani da tutto. Quando l'occhio non vede il cuore non desidera e, non desiderando, non invidia. Le passioni che avvelenano il mondo non giungono fin qui. dove tutto è puro!... L'acqua che si beve, l’aria che si respira, l'anima tanto vicino a Dio!...

La Nonna                      - Pura è la mia Dora, che non conosce tristezza non conosce tormenti!...

Don Carlo                     - Pura è questa nonnina, passata nella vita, bando e, soffrendo, come pochi sanno amare e soffrire!...

Giorgio                          - (con commozione) Ma è un incanto, Don Carlo quello che voi dite!...

Don Carlo                     - Sì, sì, avete ragione! E' un incanto! Ed è perciò che io vengo qui, quando ho bisogno di respirare liberamente!

Lisa                               - (di fuori) E' permesso?...

Dora                              - (felice) Lisa?!... (Corre ad aprire, e, con mio, abbraccia e bacia Lisa) Sei tu?... Lascia che ti abbracci, lascia che ti guardi, mia piccola Lisa!.,. E voi, Mario?... Come state?... Bene, non è vero?... Anzi, benone!... Basta guardarvi!... Bravi, bravi davvero'...... Come sono felice di rivedervi!...

Mario                            - Come siete buona, voi, signorina Dora!...

Dora                              - (a Don Carlo) Non vedete, Don Carlo?... C'è Lisa!... Questa cattivaccia che ci ha lasciati!...

Lisa                               - (baciando la mano a Don Carlo) Signor curato! Serva vostra!...

Mario                            - Don Carlo, i miei rispetti!

Don Carlo                     - (con bonomia) Benedetti, ragazzi, bene­detti!... Come va?... Vedo che siete felici, e ne godo infinitamente !...

Lisa                               - Grazie, signor curato!

Mario                            - (sorridendo a Don Carlo) Si fa quel che si può!...          

Dora                              - E Mario mantiene le sue promesse?...

Lisa                               - Ah, sì, signorina Dora!... Mi vuole tanto bene!

Dora                              - (a Mario, porgendogli la mano fraternamente) E bisogna volergliene sempre, altrimenti... (con un gesto della mano, scherzosamente minaccioso. Restano a par­lare ed a ridere, fra loro).     

Giorgio                          - (il quale s'interessa ormai d'ogni cosa, a Don Carlo) Chi sono?...

Don Carlo                     -E' la figlia del fattore, che si è sposata la settimana scorsa; una cara fanciulla che è cresciuta qui in casa con Dora!...

Giorgio                          - Che bella figliuola questa vostra piccola amica, Don Carlo! E quanta ingenua bontà è racchiusa in lei!...

Don Carlo                     - Vi pare?... E non la conoscete che. da pochi istanti: chissà cosa ne pensereste allora, se la cono­sceste ,come me!

Giorgio                          - Io vivo in un altro mondo da mezz'ora, Don Carlo! Io, lo scettico, il disilluso, mi sento cambiato, parola d'onore! Dunque al mondo esiste ancora la bontà, la purezza?...

Don Carlo                     - Pare!... Ma sono fenomeni puramente . campestri!....

Mario                            - (a Dora) Scusateci, signorina, se non ci trat­teniamo di più, ma è tardi, molto tardi, e debbo trovarmi a Sorrento per le due!...

La Nonna                      - Non trascurate il povero Piero; e la mam­ma, Lisa! (Non dimenticare quanto bene ti vuole la tua mamma: vieni a vederla spesso! Lisa    - Verrò, signora Rosa, non dubitate!

La voce di Lucia           - Lisa! Mario!... E' tardi, benedetti figliuoli!...

Mario                            - Andiamo, Lisa!... (I due vanno a salutare Don Carlo, s'inchinano a Giorgio, che guardano con curiosità e meraviglia, ed escono, accompagnati al fondo da Dora e dalla nonna, dalle quali si accommiatano).

Dora                              - (ritorna sul davanti) Come è felice la mia Lisa; lo si legge negli occhi!... Non potete neppure im­maginare, Don Carlo, quanto ne sia contenta!

La Nonna                      - (a Giorgio) Scusateci, signore!...

Giorgio                          - Immaginatevi!...

Don Carlo                     - Ed io non vi trattengo più, Giorgio! Forse avrete fretta di ritornare a casa dalla mamma! A proposito, e scusatemi se non l'ho fatto prima: datemi notizie della signora marchesa!...

La Nonna                      - (sottovoce a Dora, con interesse) Una marchesa!...

Giorgio                          - Grazie. Don Carlo! Sta bene la mamma; molto meglio di cinque anni fa, quando la vedeste per l'ultima volta. Da quando poi siamo a Sorrento, sembra tornata a nuova vita!...

Don Carlo                     - Benissimo!... Ne sono veramente lieto!... E andate, ora, andate, che certo vi attenderà per il pranzo!

La Nonna                      - Siete ancora digiuno?... Se osassi, vi pre­gherei di pranzare con noi, ma...

Giorgio                          - Grazie, signora, ma non posso, ve lo assi­curo...

La Nonna                      - Mi rincresce che non abbiamo nulla da offrirvi !...

Giorgio                          - Datemi un bicchier d'acqua!... Ecco!... Ho molta sete, e Don Carlo ha detto che è tanto buona l'acqua che avete quassù!...

Dora                              - (svetta) Buonissima!... E (fresca, poi... Vado io stessa a tirarne una secchia. E, se permettete, vorrei anche offrirvi un po' della frutta del nostro -podere! Abbiamo della frutta squisita! Non è vero, Don Carlo?...

Don Carlo                     - Verissimo!... E non bisogna risparmiare gli elogi, perché le pesche ,e gli aranci del suo podere sono l'orgoglio della signorina Dora!...

Dora                              - E voi, .cattivo, mi prendete in giro! .

Don Carlo                     - Perché?... Non è vero forse?...

Dora                              - (a Giorgio con grazia) Ebbene giudicherete voi!... Io vado!... (Prende un cestino per la frutta che è sulla credenza e una brocca per l'acqua).

Giorgio                          - Vengo ad aiutarvi, signorina! (Alla nonna) Permettete, signora?...

La Nonna                      - (impacciata) Ma... non so... (Poi piano a Don Carlo) Che cosa ne dite, Don Carlo?...

Don Carlo                     - Ma sì, ma sì; andate, Giorgio! Fate da cavalier servente alla piccola «regina dei colli » !

Giorgio                          - Allora a me quel cestino, -maestà! Sono ai vostri ordini! (Escono dal fondo, ridendo e parlando al­legramente. Giorgio e Dora passano correndo davanti alla finestra e spariscono a destra).

Don Carlo                     - (si avvicina alla finestra, annusando il suo tabacco).

La Nonna                      - (è presso il camino, nell'ampio sediolone, taciturna e pensierosa).

La voce di Giorgio        - Datemi quella secchia, signorina!

La voce di Dora            - Ma no, ma no! Lasciate fare a me !...

!La voce di Giorgio      - Non mi credete capace di tirar su un secchio d'acqua?...

La voce di Dora            - E allora fate voi! (Si sente la car­rucola del pozzo girare precipitosamente). Ah! Ah! Ah! Avete visto cosa avete fatto?!...

Don Carlo                     - (che segue la scena dalla finestra) Che figura!... (Ride di gusto).

La voce di Giorgio        - Per carità, Don Carlo, non ridete anche voi delle mie sventure!

Don Carlo                     - Evidentemente non è mestiere per voi, Giorgio!...

La voce di Dora            - Guardate,, guardate come si fa! (Di nuovo il rumore della carrucola, ma uguale e rego­lare) Ecco fatto! Bevete ora!

La voce di Giorgio        - Date qua, che ardo dalla sete!...              

 Don Carlo                    - Bevete, bevete... E' l'acqua pura d'una [ fonte pura! Bevete, Giorgio!

(Una piccola pausa; poi i due giovani ripassano correndo, e, ridendo allegramente, spariscono a destra).

Don Carlo                     - (sempre seguendoli con lo sguardo sorri­de, scuote il capo, poi ritorna sul davanti, porge la ta­bacchiera alla nonna, e le dice, sorridendo con malizia) E noi, signora Rosa, non trascuriamo il nostro ta­bacco!...

La Nonna                      - (lo guarda, senza capire; prende il tabacco, poi dice) Perché ridete, Don Carlo?...

Don Carlo                     - Non rido ; « sorrido »! Così, per una mia idea!...

La Nonna                      - ,Quale?...

Don Carlo                     - (c. s.) Non vi piacerebbe, quella coppia?..

La Nonna                      - Quale?... Quella che... oh, via! Volete scherzare, ora!...

Don Carlo                     - Sarebbe però una gran bella cosa, non vi pare, signora Rosa?... Vi giuro che li benedirei tanto volentieri!...

La Nonna                      - Ma via, Don Carlo, che idea!...

Don Carlo                     - E perché... Vi parrebbe davvero tanto strano?... Il più è fatto!

La Nonna                      - Il più?... Ma che vi frulla pel capo, sta­mane, Don Carlo?...

(Don Carlo                    - Ma, benedetta donna! Non vi pare che sia già abbastanza l'essersi incontrati e piaciuti?... Perché su questo spero non abbiate dei dubbi! Vi sem­bra che, se non fosse così, sarebbero ora lì, insieme, a cogliere la frutta?...

La Nonna                      - (perplessa) E voi credete che...

Don Carlo                     - Non lo credo; lo spero!...

La Nonna                      - Ah, Don Carlo! Il Cielo lo volesse! Pen­sate: ho settantacinque anni suonati, e la mia Dora non ha nessuno al mondo, all'infuori di me!... E questo bel signorino...

Don Carlo                     - (preoccupato) Là, là! Non fantasticate troppo, ora, e non date retta alle mie parole!... La co­noscete bene la mia mania, e che il Cielo me la per­doni: non faccio che imbastire matrimoni come una vecchia bigotta!...

La Nonna                      - (è restata pensierosa, sul davanti iella scèna e Don Carlo si è riavvicinato alla finestra, la nonna scuote il capo; poi mormora piano) E perché no? (Rivolge gli occhi al Cielo, congiunge le mani come in una muta preghiera, e lentamente si asciuga una grinta).

Rita                               - (dal fondo, con un secchio d'acqua) Sono qua, signora Rosa, ed ho portata l'acqua fresca! Serva vostra, Don Carlo!... (Depone il secchio e corre a baciare la mano a Don Carlo) Posso apparecchiare, si­gnora?,..

La Nonna                      - Sì, sì! Sbrigati, anzi, ch'è tardi ormai!... Dora dov'è?...

Rita                               - Poco fa era al pozzo a tirar l'acqua con quel signorino!... Quanto abbiamo riso, Don Carlo, quando... A proposito: e chi è mai quel bel signorino?...

La Nonna                      - E' un amico del signor curato!...

Rita                               - (delusa) Solamente?...

La Nonna                      - Perché?... Cosa volevi che fosse?...

Rita                               - Non so!... Avevamo creduto...

Carlo                             - Che cosa? Sentiamo!...

Rita                               - Ah, nulla di male, Don Carlo!... Ma la signo­rina Dora è tanto bella, ed è tanto bello lui, e siccome lei guardava tanto lui e lui guardava tanto lei, abbiamo creduto che fra lui e lei...

Don Carlo                     - (con caricatura) Bel discorso!...

Rita                               - Ma gli è che...

La Nonna                      - ... che voialtre siete subito pronte a pensar male ed a far pettegolezzi!

Rita                               - Pensar male noi?... Oh, signora Rosa, come potete dirlo?... Voi sapete bene come ci sia cara la si­gnorina Dora, e come vorremmo subito vederla sposa ad un signorone degno di lei!... Mamma lo dice sempre: «La padroncina è tanto bella, è tanto buona, è ricca, istruita, ed ha oramai diciotto anni suonati! Sarebbe ora ili maritarla; ma quassù, dove trovarlo un bel ma­rito che faccia per lei?... ». Ecco perché, vedendo oggi quel signore così bello, così distinto, avevamo pensato...

Don Carlo                     - (interrompendo) ...delle sciocchezze!... Giorgio è solamente un mio amico, che si trova qui, per puro caso!

Rita                               - Giorgio?... Si chiama Giorgio?... Che bel nome!...

La Nonna                      - Ma finiscila!... E dimmi piuttosto dove sono ora?...

Rita                               - Sono andati giù, all'agrumeto, e correvano e ridevano come bimbi! Alla signorina, poi, brillavano gli occhi per la gioia, e... sentite, Don Carlo, sarà un vostro amico, sarà tutto quello che volete, ma...

La Nonna                      - Ma... ma!... Smettila, chiacchierona, e sbrigati, piuttosto!... Queste ragazze del giorno d'oggi hanno più lingua che cervello!

Rita                               - Debbo apparecchiare per quattro?...

La Nonna                      - Ma no, per tre! Don Carlo resta con noi!...

Rita -                             - E l'altro, l'amico?...

La Nonna                      - È dagli... Ma è un'idea fissa!...

Rita                               - Abbiate pazienza, signora Rosa; domandavo per non sbagliare!... (Un po' mortificata, comincia ad apparecchiare).

Don Carlo                     - (ride beatamente).

Lucia                             - (dal fondo) Sono qua, sono qua!... Ah, si­gnora mia, che gioia, che consolazione!...

La Nonna                      - Che c'è, Lucia? Perché sei così agitata?...

Lucia                             - Agitata?... Ma no, sono felice, sono com­mossa! Che bel ragazzo, e come stanno bene insieme: sembrano proprio nati l'uno per l'altra!... Credetemi, signora Rosa, credetemi: ne sono felice come se si trat­tasse d'un'altra mia figliola!... Che il Signore li bene­dilli, li faccia felici... e...

La Nonna                      - Calmati, calmati, mia buona Lucia!... Non fantasticare: ti sei sbagliata anche tu!...

Lucia                             - Come? Volete far misteri con me, con la povera Lucia che l'ha portata in braccio, che le vuole tanto bene?...

La Nonna                      - Misteri non ne faccio e non ne farei con te: ma questo signore è oggi la prima volta che lo vediamo!...

Rita                               - (con malizia) E' un amico di Don Carlo!... (Seguita ad apparecchiare).

Lucia                             - (accorgendosi di Don Carlo) Oh, signor curato! Scusatemi, ma stordita che sono, non m'ero ac­corta di voi!... Ero venuta tutta lieta, convinta che...

Don Carlo                     - Capisco, capisco perfettamente l'equi­voco!

Lucia                             - (ancora incredula) E mi sono proprio sba­gliata?...

Don Carlo                     - (guardando la nonna, con malizia, e sorri­dendo scherzoso) Speriamo di no!...

Rita e Lucia                  - (avvicinandosi a Don Carlo, con pre­mura) E allora?...

La Nonna                      - Va, va, Lucia, non perdere il tuo tem­po! Don Carlo ha voglia di scherzare, non vedi?... No­vità non ve ne sono, e questo giovanotto è una rondine di passaggio!... Se così non fosse, sarei tanto felice di confidarlo a te, prima che ad ogni altra, mia povera Lucia.

Lucia                             - Ed allora, scusatemi! Ma non reggevo al­l'impazienza di sapere e quindi... Don Carlo, coman­datemi pure!... E buon appetito!... Scusatemi, signora Rosa!... (Esce, mormorando e facendo cenni d'incredu­lità).

Rita                               - (apparecchiando, canta con malizia ed inten­zione) :« E fiore d'ogni fior, fior di gaggìa. « C'era una bimba bella, bionda e gaia, « C'era un bimba bella, bionda e gaia... « Venne l'amore, e se la portò via! ...

(Esce a sinistra, seconda quinta).

La Nonna                      - E non ci credono ancora!...

Don Carlo                     - (ridendo) «Vox populi, vox Dei!...».

La Nonna                      - E voi vi ci divertite: Ma tardano un po' troppo, non vi pare?...

Don Carlo                     - (c. s.) Bisogna bene che si conoscano!...

La Nonna                      - Benedetto!... Non fa che ridere!... (Va all'uscio preoccupata; una pausa) Ah, eccoli, sono qui!...

Don Carlo                     - Meno male, sono stati discreti!...

Dora                              - (entra correndo, rossa in volto, un po' eccitata, seguita da Giorgio).

Giorgio                          - (con l'aria entusiasta e felice) Che frutta, Don Carlo!... Che meraviglia!... Ha ragione la signorina Dora d'esserne orgogliosa! Ne ho qui un cestino, vede­te? Sono per la mia mamma!... E’ un dono gentile della signorina Dora!...

Dora                              - Poca cosa!... Ma non abbiamo altro da offrirvi !

Giorgio                          - Ma sapete, Don Carlo, che la vostra allieva merita davvero tutto il bene che me ne avete detto?... Che intelligenza, che spirito!... Ne sono incantato!...

Dora                              - (modesta) Via, perché vi prendete giuoco di me, ora?...

Don Carlo                     - E che cultura!... Se sapeste: le nostre lezioni si dovettero interrompere, perché la scienza del maestro era esaurita ed avrei finito per farci una pes­sima figura!...

La Nonna                      - Vangelo, sapete!...

Giorgio                          - Niente meno?!... Io, intanto, le ho pro­messo dei libri, i migliori che io abbia!

Dora                              - E la musica!... Non dimenticate la musica!...

Giorgio                          - Non dubitate!... Non dimenticherò nulla!... Abbiamo detto: i ballabili, le canzoni più recenti, le ul­time «Piedigrotta »... penso io, penso io!

Don Carlo                     - Quanta roba!... Libri, musica... Come farà a trascinarla fin quassù?...

Giorgio                          - (eccitato con entusiasmo) Ma io ci verrò molto spesso, quassù! Che paradiso, che incanto! Come ci si respira bene! Che peccato che non vi sia un albergo! Condurrei qui la mia mammina, che ha tanto bisogno d'aria, e vi trasporterei tutti i miei libri, le mie tele, i miei pennelli...

Don Carlo                     - Non sarebbe poi un'idea tanto, cattiva!...

Dora                              - (svelta e felice) Lo sapete, Don Carlo, che il signor Giorgio ha promesso di farmi il ritratto?...

Don Carlo                     - Benissimo!...

Giorgio                          - E manterrò la mia promessa!... Le farò il ritratto, lo farò alla nonna... a Don Carlo...

Don Carlo                     - E magari a Prospero, l'organista!...

La Nonna                      - Bel ritratto, il mio!!...

"Dora                            - Sì, sì, nonnina, anche a te, anche a te!... Anzi, potrebbe ritrarci insieme, così... (corre ad abbracciare la nonna, ed appoggia la sua bionda testolina sulla spalla della nonna). Vi piace?...

Giorgio                          - Tanto!... Sento che, con dei simili modelli, farò dei capolavori!...

Don Carlo                     - (sempre con tono malizioso) Comincio a crederlo anche io!...

Giorgio                          - Ma ora scappo !... Vedo che il vostro pranzo è pronto, e vado via!...

Dora                              - (un po' ansiosa) E... tornerete?...

Giorgio                          - Domani... stasera, forse!...

Don Carlo                     - (c. s.) Domani, domani!... Stasera non fareste a tempo!... Dormiteci su!...

Giorgio                          - Allora, a domani!... Con la musica, con i colori!... Ah, peccato che non vi sia un albergo, una vil­letta, quassù!...

Don Carlo                     - Questo lo avete già detto, mi pare!...

Giorgio                          - E lo dirò ancora, perché me ne rincresce davvero !...

Don Carlo                     - Ed anche questo era ben chiaro, e lo avevamo capito bene!... Ma non pretenderete certo che io trasformi la mia canonica in un albergo, per farvi piacere!..

Giorgio                          - (ridendo) Eppure sarebbe un'idea da coltivare, ma non lo pretendo, e me ne vado, con rammarico, ma me ne vado!...

Don Carlo                     - Ed allora: arrivederci!...

Giorgio                          - (baciando la mano alla nonna, che la ritira, timida) Nonna!... Mi permettete di ritornare, non è vero?...

Dora                              - (svelta) Ma sì, ma sì, che ve lo permette!...

La Nonna                      - (a Giorgio, sorridendogli con molta dolcezza) Lo dice lei!... Come potrei dirvi di no?...

Giorgio                          - Ed io ve ne sono grato, signora, tanto grato! ...

Don Carlo                     - Veramente, bisognava cominciare dalla fine !...

Giorgio                          - Come sarebbe a dire?...

Don Carlo                     - Sarebbe a dire che, prima, si doveva chie-dere il permesso alla nonna, poi a me...

Dora                              - (svelta) Voi non c'entrate!...

Don Carlo                     - (con malizia, indicando Giorgio) Ma nem­meno lui «c'entrava», se non c'ero io!...

Giorgio                          - Avete ragione, avete ragione; ho man­cato, ma...            

 Dora                             - (impaziente) Ma è lo stesso!... Non è vero, nonnina?...

La Nonna                      - (compiacente) Certo, certo!

Giorgio                          - Ed allora, grazie ed arrivederci!... (Strin­gendo la mano a Don Carlo) Don Carlo, non vi ho rivisto mai tanto volentieri come oggi!...

Don Carlo                     - (sempre sorridendo maliziosamente) Me ne sono accorto anch'io!

Giorgio                          - Signorina Dora!.. (Le stringe la mano con effusione, e prende il cestino con la frutta) E grazie, anche per la mia mamma!... (Esce in fretta, per l'uscio di fondo).

Don Carlo                     - (lo segue fino all'uscio).

Dora                              - (con premura, si avvicina alla finestra).

Giorgio                          - (passando davanti alla finestra si ferma e dice a Dora) E' dunque quella la via?... Sempre diritto, giunto alla chiesetta, girare a destra...

Dora                              - Oppure a sinistra, per il viottolo che...

Giorgio                          - Ho capito, ho capito!... Grazie!... A do­mani!... (Le stringe ancora la mano: poi si volta, e vedendo Don Carlo sull'uscio, che sorride) Non ri­dete, Don Carlo, perché questa volta sono proprio sulla buona via!...

Don Carlo                     - (con marcata intenzione) Incomincio a crederlo anch'io!... E... mi raccomando... prendete la scorciatoia !...

Giorgio                          - Non dubitate!... (E con un ultimo saluto a Dora, sparisce).

Dora                              - (rimane alla finestra, allungando il collo per guardare ancora Giorgio che si allontana. Una pausa. Poi Dora appoggia pensierosa la testina alla finestra, e sorridendo, guarda nel vuoto).

La Nonna                      - (la guarda ansiosa).

Don Carlo                     - (sempre sotto l'uscio, guarda la nonna e la fanciulla, annusando tabacco, senza osare di turbare quel silenzio così eloquente).

Rita                               - (di dentro, cantando):

«E fiore d'ogni fior, fior di gaggìa...

La Nonna                      - (sorride, poi, pian piano, con dolcezza e malizia dice):

« C'era una volta, in cima ad un colle lontano...

Rita                               - (c. s.):

« C'era una bimba bionda, bella e gaia !...

La Nonna                      - (c. s.):

« Dove giammai giungeva, neppure un grido umano...

Rita                               - (c. s.):

« C'era una bimba bionda, bella e gaia...

La Nonna                      - (c. s.):

«Un solitario nido e una fanciulla bella!...

Rita                               - (c. s.):

« Venne l'amore, e se la portò via !... ».

Dora                              - (si scuote, ha capito; sorride commossa, e corre a gettarsi nelle braccia della nonna, esclamando) Nonna, nonna mia!...

La Nonna                      - (reprime un singhiozzo, e si asciuga una lagrima).

Don Carlo                     - (si soffia il naso per nascondere la sua emozione).

FINE