CERCASI ULISSE DISPERATAMENTE
di Maura Pettorruso
monologo per una donna
Musa, quell'uom di multiforme ingegno
Dimmi, che molto errò, poich'ebbe a terra
Gittate d'Ilïòn le sacre torri;
Che città vide molte, e delle genti
L'indol conobbe; che sovr'esso il mare
Molti dentro del cor sofferse affanni,
Mentre a guardar la cara vita intende,
E i suoi compagni a ricondur: ma indarno
Ricondur desïava i suoi compagni,
Ché delle colpe lor tutti periro.
Deh! Stolti! che osaro vïolare i sacri
Al Sole Iperïon candidi buoi
Con empio dente, ed irritâro il nume,
Che del ritorno il dì lor non addusse.
Deh! parte almen di sì ammirande cose
Narra anco a noi, di Giove figlia e diva.
Già tutti i Greci, che la nera Parca
Rapiti non avea, ne' loro alberghi
Fuor dell'arme sedeano e fuor dell'onde;
Deh! Sol dal suo regno e dalla casta donna
Rimanea lungi Ulisse: il ritenea
Nel cavo sen di solitarie grotte
La bella venerabile Calipso,
Deh...
Deh! Deh! Deh!
Macchè deh!!
Te lo do io, altro che «deh!!!»
Ma chi l’ha scritta sta roba? Non si capisce niente. Te lo insegnano fin dalle elementari: soggetto verbo complemento oggetto. Poi se proprio vuoi fare il letterato puoi aggiungere il complimento di specificazione….questo che ha scritto questo romanzo non conosceva nemmeno le regole dell’italiano base “Musa, quell'uom di multiforme ingegno Dimmi, che molto errò”
Tutto al contrario!
Musa, dimmi di Ulisse che viaggiò di qua e di là per tanto tempo dopo che aveva distrutto la città di Troia; vide molte città conobbe tante persone ma sentiva come un nodo alla gola che gli stringeva il cuore quando pensava a che aveva combinato della sua vita e pensava a come riportare in patria, Itaca, la sua ciurma. Ma pensa e ripensa non gli riesce di venirne a capo, tant'è che se ne morirono tutti.
Deficienti! Perché avete mangiato le mucche sacre al dio Sole (si sa che gli dei si arrabbiano per un niente, a questo non gli puoi toccare le mucche, a quell’altro guai se gli porti via una mela, con rispetto parlando) e lui si è così arrabbiato ma così arrabbiato che ora non vi fa fare ritorno a casa.
E Ulisse rimase a lungo lontano dalla sua casta donna Penelope ed in questo momento è stato rapito e imprigionato da una tale Calipso, dea di non so che cosa, che voleva che lui la sposasse…
Toh, storie di tutti i giorni: vi sarà capitato un giorno si e uno no…
ad esempio tu stai guidando tranquillo sei nella tua bella macchinina dopo otto ore di lavoro
c’è la tua brava moglie che ti aspetta casa ha già messo lo stinco nel forno e tu hai una cosa alla gola che ti prende come un acquolina in bocca
ti fermi al semaforo
scatta il verde
e vai
ma un deficiente affianco a te che si crede dio sceso in terra si arrabbia perché dice che gli hai tagliato la strada
che lui era arrivato prima
anzi che quella strada anzi la città è sua e tu non puoi guidarci così senza il suo permesso
e s’attacca a litigare e a mezzanotte sei ancora lì a spiegargli che tu non l’avevi visto che non l’hai fatto apposta
che c’è tua moglie che ti aspetta a casa
alla fine gli dai un contentino economico e ti lascia andare
stai per parcheggiare la macchina in garage quando spunta da dietro l’angolo una vecchia compagna di classe che, si ricorda benissimo, le avevi promesso che vi sareste amati per sempre…e tu sei lì, che ormai lo stinco s’è carbonizzato…e finalmente alle tre di notte stremato riesci a mettere piede in casa.
E tua moglie ti chiede “Ma caro mi hai fatto stare in pensiero, ti aspettavo alle cinque e tre quarti! Che cosa è successo!”
“Guarda cara lascia perdere..un’odissea!”
Ohh!!! c’era bisogno di tutto sto po po di versi e canti e dee e dei, e parti e torna e mari e monti
Per raccontare poi sempre la solita storia!!?
Certo mio marito, Ulisse, l’uomo dal multiforme ingegno, s’è ingegnato ben bene ad inventarsi la sua odissea…che è una signora Odissea, con la O maiuscola. Altro che qualche ora di ritardo! Vent’anni ci ha messo per rientrare dal lavoro!
E mo mi tocca leggere ‘sti versi…non si capisce niente!
“Sol dal suo regno e dalla sua casta donna rimanea lungi”
Casta donna! Son qui…quello se n’è partito per vent’anni, vent’anni dico, ed io qui rinchiusa senza un...uomo!
Casta donna!
Penelope, la santa! Altro che casta!
E cuce e ricama, e lava e leggi, e stira e cucina…oooh…l’inferno! Condannata prima ancor d’esser rea!
E quelli, gli editori, i produttori, i distributori, i traduttori, i titoli dei giornali “E’ un eroe senza macchia e senza paura!” “Che avventura divina! Il primo viaggio intorno al mondo senza aereo, e senza macchina, e senza last minute” “Ulisse: un eroe leggendario”
Figurati i paparazzi: si sono appostati, travestiti da cespugli, da ancelle, da statue di marmo…che appena metto il naso fuori da ‘sta trista dimora…zac! Mi tocca vestirmi di cenci e stracci per andare a fare una permanente!
E quel poveraccio di Omero, giù a scrivere…tutto stretto stretto piccolo piccolo che a furia di scrivere e cancellare e “no, qui ci metterei più sangue…qui più pathos…qui più lacrime…”poveraccio è diventato cieco! Sempre chiuso in quel buco di studiolo, senza mai vedere la luce del sole, con gli aguzzini che lo incitano “scrivi Omero scrivi che diventerà un best-seller”
Il mondo delle fiction è così: mica ti possono raccontare le cose quotidiane, quelle non interessano a nessuno, ma viaggi, morti, mostri e sirene, e piovre, e zombi…lo splatter ha sempre funzionato! Fin dalla notte dei tempi.
“Ulisse lo prese di mira e lo colse col dardo alla gola, la punta trapassò il morbido collo. Urlarono i proci, quando videro l’uomo cadere, balzarono dai loro seggi e si agitavano dentro la sala. Eurimaco
Estrasse la spada, e balzò su di lui con un urlo tremendo, ma nello stesso tempo il divino Ulisse scagliò una freccia e lo colpì in pieno petto: gli trapassò il fegato il dardo veloce. Sul glorioso Ulisse balzò allora Anfinomo, con la spada sguainata, ma prima Telemaco lo colpì con la lancia di bronzo, proprio in mezzo alle spalle, trapassandogli il petto…”
Dunque facendo i conti: Antinoo, Eurimaco, Anfinomo, Melanzio, Angesilao, Pino, Eurinomo, Anfimedonte, Demottolemo, Salvatore, Pisandro, Polibo, Angelo, Leocrito, Leode, più una serie di controfigure senza nome di cui infarcire la scena non ancora troppo sanguinolenta. Insomma facendo dei conti approssimativi almeno una ventina di guerrieri aitanti ed incazzati neri più una decina di ancelle da lui ritenute traditrici perché magari avevano giaciuto nel letto con qualche procio…poveracce…
Ora se Ulisse avesse avuto tra le mani un mitra, o chessò io, si poteva anche sorvolare sulla questione numerica..ta-ta-ta-ra-ta e li falciava via in una sola passata alla Terminator, ma il fucile non l’hanno ancora inventato di questi tempi e nemmeno la mitraglia o il bazooka…Ulisse l’uom dal multiforme ingegno e Telemaco, l’omin dall’acne giovanile, possedevano giusto un arco…
E voi credete che li abbia ammazzati così?? Ma va là! Prendi la freccia, mettila sull’arco, tira l’arco, prendi la mira, quelli avevano tempo di condirselo come uno spiedino sul fuoco!
La dea Atena, naturalmente, è accorsa in suo aiuto, rendendo i Proci timidi come dei bambini il primo giorno di scuola. Gli mancava giusto il cestino della merenda.
Su questa cosa di Atena…ci devo riflettere eh! Quella, con rispetto parlando, non ha altro da fare che proteggere Ulisse…e prima lo tira fuori dalla caverna di Calipso, e poi intercede con Zeus, e avvisa Telemaco in sogno, e si traveste da tizio o da caio per spianargli il terreno. Non c’è proprio nessun altro da aiutare sulla faccia della terra che stare dietro a quel bellimbusto di mio marito?
Ma...a leggere questi versi, versacci, più che un avventura è una strage, un genocidio, un olocausto.
E quelli ci hanno creduto.
L’altro giorno c’era la fila qua fuori, tv, giornali, radio…e tutti a chiedere “dov’è l’eroe che ha sconfitto il gigante dall’occhio di ghiaccio” “dov’è l’uomo che sfidò le sirene” “dov’è il condottiero che è disceso nell’ade”
Dov’è?? E vorrei saperlo anch’io dov’è?
Dopo aver scatenato tutto sto putiferio se ne partito di nuovo, quel disgraziato.
Ma mica sono nata scema io!
“Mia casta consorte- e dalle- il mare mi chiama. Il mio viaggio deve proseguire, laddove mai uomo a messo piede”
Quello s’è fatto amanti a destra e manca. Oltre alla dea Atena che già avevo capito che tra i due c'era del tenero..
Sentite qui:
Diario di bordo.
E' il capitano Ulisse che vi parla:
“Tra poco vedremo delle donne bellissime, completamente nude, distese su prati fioriti. Esse ci inviteranno ad approdare, ma VOI non dovete nemmeno guardarle, né tanto meno ascoltarle: il loro canto, per quanto delizioso non perdona!”
E c’era bisogno di andare dall’altra parte del mondo per trovare donne così!
“Solo io potrò udire la loro voce”
Ingordo! Tutte per se le voleva tenere, ‘ste sardine inscatolate!
“Voi dovete continuare a remare senza mai alzare lo sguardo”
Ora: voi provate ad immaginarvi una ciurma di marinai, che navigano navigano navigano navigano senza meta per vent’anni, senza riposo, senza tregua, senza una serata in discoteca senza il…calore di una donna…un abbraccio, un bacio…quelli ci avevano una voglia colossale…altro che colossal!
E le sirene potevano essere anche andate a male, ma quelli pur di riassaporare una donna…donna…una mezza donnetta…si accontentavano.
E che non lì capisco?
Io qui dentro chiusa, vent’anni!
E quel furbacchione egoista di mio marito, lui l’eroe, si inventa sta fregnaccia del Canto delle Sirene, e che poi se vi avvicinate vi mangiano, e se le toccate vi sbranano.
Un trucco vecchio come gli dei dell'Olimpo, senza offesa: quando mio figlio Telemaco, altra spina al fianco, si strafogava di marmellata, io da buona madre “Telè, non toccare il barattolo, che viene Zeus e ti mangia il naso!”
Capirai che invenzione.
Mentre l’eroe dal multiforme ingegno, si fa legare all’albero maestro per sentire e guardare! E’ sempre stato un guardone. Un voyeur!
Anche quella storia del cavallo di Troia, una porcata delle sue. Lui e il suo amichetto Menelao avevano saputo di questa Elena, miss Grecia 1200 a.c. che era proprio una gran gnocca, ma timida timida, il padre poi non la faceva mai uscire di casa, siculo…così a quei due viene in mente di nascondersi dentro un enorme cavallo di legno ed entrare furtivamente nella città per vedere la bellezza al bagno… poi gli è presa un po’ la mano e li hanno sterminati tutti, i troiani. Sorvoliamo.
Da quella trovata del Cavallo, è diventato un idolo.
Prima è andato in tv, lo chiamavano da Rai Atene, poi da Radio Peloponneso...poi ha iniziato a girare in lungo e in largo: conferenze, lezioni di strategia militare, il Club degli amanti del Cavallo l'hanno fatto presidente onorario, poi la sua fama ha varcato i confini nazionali ed ha iniziato a girare qui e lì per il mondo…un’odissea senza fine!
Passa un anno e non torna, passano due e non torna, passano tre, la gente ha iniziato a farsi le sue idee.
Itaca è un isoletta piccola, con due cento anime, c’è un pub dove mangi mussaka, yogurt greco, cevapcici e feta. Nel menù completo c'è anche il famoso caffè greco, quello che devi aspettare 35 minuti prima di berlo perchè si deve depositare sennò ti ingoi anche i chicchi di caffè, e se lasci la mancia c'è una zingara che ti legge il futuro nei fondi, una grande attrattiva per i turisti. Il cinema è aperto solo nel week end, ma tanto i film arrivano con tre anni di ritardo, poi ci sono due bazar dove compri tutto dal pane alla crema per i calli e 23 tra saune, vasche termali, bagni turchi, piscine con scivolo e aquafan.
La gente di Itaca non si ritrova al bar per fare due chiacchiere chessò, no al bagno.
Un divertimento alquanto bizzarro, troverete.
E mentre stanno lì, ognuno con la sua bella turca, o pedalando con l’idrobike, l’ultima invenzione dalle avanguardie del fitness, che fanno? Mormorano, chiacchierano, spettegolano, bisbigliano, malignano, frusciano e ridacchiano.
E quale volete che sia l’argomento cult di tutte le loro messe in pieghe: LA REGINA PENELOPE, eccola qui, che a seconda dell’umore della perpetua, della temperatura dell’acqua o delle condizioni atmosferiche, diventa indistintamente:
Penelope l’abbandonata
(coretto: poverina!)
Penelope la cornuta
(coretto: avrebbe dovuto immaginarlo a sposare uno cosi)
Penelope l’insidiata
(coretto: io scommetto che alla fine si sposa con Antinoo…no, io punto su Demenottete…ma dai, è strabico!)
Penelope la mantide
(coretto: sai cosa mi ha detto un ancella che lavora al castello? No? Si? No? Giura? Con quattro insieme??!!)
Penelope l’avvizzita
(coretto: la solitudine le fa proprio mane. Visto che cellulite? Pare invecchiata di dieci anni!)
Mica bisogna fargliene una colpa, le avventure e disavventure di noi reali hanno sempre intrattenuto il popolino, prima ancora dell’invenzione delle telenovela.
E ad ingarbugliare ancora le trame del fato, ci si mettono anche gli dei. Quelli si annoiano ancora di più, figurati un eternità a far nulla, a giocare con i super poteri.
Il loro più grande divertimento è prendere le sembianze degli umani e mettere in giro voci, tramar tranelli, ingannare gli stolti.
Tipo, tu vai tranquilla al mercato, incontri un mendicante che ti sembra proprio un mendicante che ti chiede cento lire, e ti dice ho cinque figli da sfamare, sono in cassaintegrazione da 255 anni (e già lì ti dovrebbe venire il dubbio) sono profugo, sono una vittima della liberalizzazione capital-utilitaristica della sip, e tu sta tirando fuori due lacrimoni da annegare un elefante indiano e poi ..puff..e si trasforma nella Dea Atena....poi puff diventa Ulisse, poi ..puff…di nuovo un mendicante…si insomma va a capire tu con chi stai parlando!
Per esempio, ora voi pensate che io sia Penelope, la consorte, casta consorte, dell’uom dal lungo viaggio, ma potrei essere Zeus che ha preso le sembianze di una colonna che a sua volta a preso le sembianze di una vecchia che a sua volta si è trasformata in Penelope, la consorte, casta consorte, dell’uom dal lungo viaggio…
E così quando Ulisse è tornato dal lungo viaggio, capirai, una crociera per i sette mari, era stato trasformato da Atena in un vecchio mendicante, vorrei vedere voi se l’avreste conosciuto vostro marito!
E mio figlio, quel deficiente di Telemaco “Madre, sciagurata! Come potete non correre ad abbracciare vostro marito! Dopo vent’anni di assenza è così che lo accogliete?”
Ecco.
Punto primo: mio marito avrà si e no 40 anni, questo vecchio incanutito, concorre per il guinness dei primati dell’uomo più rugoso del mondo.
Punto secondo: dopo vent’anni una donna può anche essersi fatta un’altra vita no?
Vent’anni, dico, vent’anni che sto disgraziato imbroglione di mio marito manca da casa, mi avesse mandato una lettera, un telegramma, una telefonata...una mail!
Niente…sparito nel nulla.
E io a cercarlo: prima chiama la polizia se l’avevano ripescato in un fosso…con quel viziaccio di correre insieme a quello scavezzacollo di Achille, un giorno o l’altro lo dicevo io che finivano contro il guard rail. Niente.
Telefona a tutti gli ospedali che con quel viziaccio di fare a botte con i Troiani capace che qualcuno ci sia andato giù pesante…sono una banda di camorristi quelli lì! Niente.
Stampa foto per tutta la Grecia, ma, con quel viziaccio degli dei di trasformarsi in chicchessia, non c’è un cane che si fidi di ciò che a visto. Niente.
Pure a “Chi l’ha visto” sono stata. E ho pianto, ho pianto…ma della nave di Ulisse neanche l’ombra.
Mi appello al vostro tribunale, cosa doveva fare una donna come me, casta e va bene, ma donna, e giovane!
Sicchè ho messo un annuncio AAA Cercasi Ulisse disperatamente: donna di 33 anni, formosa, disponibile, non straniera, pulita, con castello e servitù, cerca uomo di bella presenza, non fumatore, non viaggiatore, amante del bridge per simpatica amicizia. No perditempo.
E sono arrivati a mille, a milioni, da tutta la Grecia, una processione!
Tant’è che la gente quando ne vedevano in arrivo un'altra carovana urlava “Arrivano i proci”
Eh bei tempi: uomini, belli, robusti…si sono piantati in casa e chi è più riuscita a liberarsene!
E chi voleva liberarsene!
E una sera un banchetto in onore di Penelope, e una sera un ballo in onore di Penelope, e una sera un torneo in onore di Penelope…altro che Ulisse!
In ventidue anni di matrimonio, m’avesse portato una sera al cine, un mazzo di fiori, una cenetta io e lui a lume di candela…macchè!
“Donna, non ho tempo per queste scemenze! Devo cercare Virtute e Canoscenza!”
Un marpione ve lo dico io.
Potevo risposarmi, potevo mettere su una nuova famiglia, ma invece no. Telemaco, sempre imbronciato, sempre a ricordarmi di chi ero moglie … e che! Tutte le volte che mi appartavo in camera con questi galanti, lui subito a chiamare, a bussare “Madre, che state facendo madre?”
“Sto tessendo la tela” E se ne andava tranquillo.
Poi un altro giorno “Madre, perché state tutto il giorno chiusa in camera?”
“Sto tessendo la tela”
“Madre, che occhiaie terribili? Avete passato la notte insonne?”
“Tessevo la tela”
E così tutte le volte che entrava in camera io correvo al telaio a tessere la tela, tant’è che ad un certo punto non si poteva più entrare in camera, c’era tela ovunque. Ne è venuto fuori un corredo per ogni ancella. E quando ogni ancella aveva il suo set di lenzuola-asciugamani-strofinacci-babbucce per la notte-federe-tende per il bagno, di tela ce n’era ancora sparsa ovunque.
Per riuscire ad arrivare al letto, ho dovuto disfarla tutta.
Ed è venuta fuori quella storia, che poi è piaciuta tanto agli editori che l’hanno pure messa nel capitolo XIII:
“pensa Ulisse a come affrontare e proci che da tre anni fanno i padroni in casa tua e insidiano la tua sposa divina offrendole doni. Ma lei, nel suo cuore, sospira il tuo ritorno, e piange: concede speranze a tutti, fa promesse a ciascuno, manda messaggi, ma ad altro pensa, nel cuore.
Disse che si sarebbe decisa solo dopo aver terminato una preziosa tela da regalare al vecchio Laerte. E sono ormai tre anni che sta tessendo questo straordinario ricamo, per poi disfare durante la notte tutto quello che ha tessuto”
Bello eh?
Si, certo, si è poi scelto di dare una motivazione leggermente diversa alla storia della tela, questione di audience…
Idea che mi ha fruttato anche un discreto gruzzolo, una donna di questi tempi deve raggiungere l'indipendenza economica dal marito, no?
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Si insomma, una cosina...
E poi un giorno tanto disgraziato quanto funesto, Ulisse ricompare vispo allegro ed abbronzato. Non si può dire che mio marito fosse un esempio dell’arte del perdono, anzi…gli ha ammazzati tutti quei poveracci, c’è stato un fuggi fuggi, ancelle mezze nude che scappavano dalla loro alcova in braccio ai loro uomini, banchettari che dovettero abbandonare il banchetto…all’ira di mio marito non c’è possibilità di fuga. E’ testardo come un mulo, quando si mette in testa qualcosa, non c’è verso di persuaderlo. Non si capiva più niente.
E adesso che ha fatto tabula rasa di tutti, se n’è partito di nuovo. Sempre con sta scusa delle conferenze, della civilizzazione delle terre selvagge. Ha fatto il cambio di vestiti, mi ha lasciato una montagna così di calzini, mutande, camice, costumi da bagno...ci sarà da stirare fino alle calende greche!
Mi farò aiutare da qualche ancella...noi regine mica possiamo occuparci delle faccenducole domestiche.
UNA NOIA! In quest’Isola non succede mai niente!
Nessun uomo osa più avvicinarsi al castello…te credo hanno tutti paura che mio marito torni di nuovo con un diavolo per capello!
E intanto lui se la spassa..
“l’uomo è cacciatore!”
Io qui a tenere a bada quel deficiente di Telemaco e lui in giro a gozzovigliare.
Non fatemi dire.
Non sono poi così fessa. Cornuta, non fessa.
Sentite un po’:
“O mio signore. Ammiro il tuo coraggio e sono attratta dal tuo corpo maschio e virile. Non vedo l’ora che le tue braccia mi stringano. Vieni nel mio letto, o divino eroe. Non perdiamo altro tempo: amiamoci!”
Firmato la Maga Circe.
Capito? Il valoroso Ulisse? L’uom dal lungo viaggio? Eh?
Tra le braccia di una fantomatica prestigiatrice da circo si è riposato quel buono annulla!
Che poi lo sanno pure i muli che da queste fattucchiere da baraccone bisogna star lontano.
E i marinai, per primi, ci sono cascati in pieno.
Hanno sentito una voce dolcissima di donna, i capelli lunghi e lucenti. Li ha fatti accomodare nel salottino, gli offrì, vino e chissà quali altre bevande e questi erano talmente brilli ma talmente brilli che iniziarono a grugnire come dei maiali e di lì a poco si trasformarono in due bei maialoni…e quella si divertiva a vederli grugnire e gli lanciava ghiande.
Ora, io avessi i super poteri come circe non lì avrei trasformati in maiali, che poi puzzano e fanno un casino che non ti dico…proprio di cattivo gusto…non so io ne avrei fatti a forma di gatto, di barboncino, di ermellino…maiali, blea!
Comunque come al solito Ulisse, che fa? Manda avanti i suoi compagni…tanto chissenefrega…e lui pensa a rimpinguarsi lo stomaco. Poi arriva Euriloco che gli dice “Orrore orrore…sacrilegio…magia nera…c’è una donna bellissima con i riccioli e la voce dolcissima che….” E stava per metterlo in guardia sulla fine assai poco dignitosa dei compagni, che Ulisse appena sentito “odore di femmina” non ci vede più, e non ci sente più, corre a sistemarsi un po’ barba e capelli, si infila la giacchetta nuova…e vai una nuova conquista!
Ulisse, bello e sicuro entra in casa di Circe quella lo vede e pensa “questo non lo trasformo in maialino, che in vesti umanoidi e vieppiù più interessante”
Uli, fa finta di non essere interessato, ma intanto sente dentro di se un’acquolina sospetta.
Lei, abituata al “tutto e subito” gli salta addosso, lui fa il ritroso “Perfida maga, come pensi che io possa fare l’amore con te sapendo i miei compagni ancora ridotti a maiali”
E lei “Ne libero uno se mi dai un bacio”
E lui “Uno mi sembra poco, facciamo un bacio più un abbraccio focoso e ne liberi metà”
E lei “Metà mi sembrano troppi. Tu rimani con me tutta la notte e io ne libero 4”
E lui “Una notte mi sembra lunga. Facciamo che sto con te per un mese intero e tu ne liberi 10”
E lei “Dieci mi sembrano troppi….”
Si insomma, tira e rilancia arrivarono a questo accordo:
Ulisse avrebbe giaciuto in compagnia di Circe per un anno e in cambio lei avrebbe, dei 20 uomini trasformati in maiali fatto così:
10 sarebbero tornati uomini subito, 5 dopo la prima notte d’amore, e 5 dopo il compimento dell’anno.
Si capisce che anche Circe voleva le sue garanzie, e il suo avvocato le aveva detto appunto di tenersi una caparra fino a contratto esaurito.
Va beh, finito l’anno pattuito, rifocillati e alquanto soddisfatti, i nostri…seppur a malincuore…abbandonano l’isola di Circe.
Per fare ritorno a Itaca…dalla casta mogliettina, penserete voi…e invece no!
Nuovo giro nuova corsa.
“mi vuoi bene, mio eroe? Io te ne voglio tantissimo. Ma gli dei dell’olimpo crudeli ci dividono! Altro non sapete, dei dell’olimpo, che perseguitare noi povere dee che si sono scelte come compagno un mortale. A suo tempo perseguitaste Demetra dai capelli d’oro perché si era unita a Iasone. Poi accusaste Eos, la dea dell’aurora, per essere andata a letto con Orione. E ora tocca a me, misera Calipso, dover rinunciare all’uomo che più di tutti ho amato. Io lo nutrii e gli rimasi vicino finchè non riacquistò le forze. Ed ora che è tornato sano e salvo, a magari anche più bello, gli dei lo rivogliono indietro. Non piangere mio infelice amore. Zeus desidera che tu torni nella sassosa Itaca ed io, per ironia della sorte, dovrò aiutarti a fuggire. Eccetera eccetera”
Firmato: Calipso
Capito il furbacchione?
Prima si è fatto rifocillare e coccolare, e quando si è stufato, racconta pure la palla che gli dei lo rivogliono a Itaca…e bla bla e bla bla.. A me ste poveraccie fanno pena, altro che rabbia. Pena. Mi verrebbe da creare un comunità “TUTTE LE DONNE DI ULISSE” solo che bisognerebbe sgomberare lo skyline per farle stare tutte!
Quella che però mi fa più rabbia…verso mio marito intendiamoci…e la piccola Nausicaa, piccola, ingenua, pura. Se ne stava tranquilla a giocare a palla con le amichette sulla spiaggia, con le trecce bionde, le scarpette rosse, gli occhi azzurri….e lui si è presentato…nudo! Nudo!
“Mi scusi signorina…stavo facendo una nuotata…qualche burlone mi ha nascosto i vestiti…non sa dove posso trovare una upim per rimediare un completino intimo…
Figurati la Nausicaa, che mica poteva essere la figlia di una verduriere chessò…no, figlia del re.
E se lo porta a casa- e dalle- e se lo veste, e se lo guarda e quello le fa gli occhi dolci e lei corre dal padre: “Papà papà papà, lo voglio lo voglio lo voglio!”
Dietro una figlia troppo viziata c’è sempre un padre troppo buono.
“Ma Nausi, è troppo grande per te”
“Sempre le solite storie, uffa. Mi piace e lo voglio. E tu sei cattivo, cattivo, cattivo”
“E va bene, Nausi. Ma alle undici ti voglio a casa!”
“Grazie papi, sei il papi più grande del mondo”
“E chiamami quando sei arrivata che sto in pensiero”
“Si va bene ti mando un'sms!”
E via sullo scooter, in spiaggia, e il falò, e chi suonava la cetra attorno al fuoco e chi cantava
E’ sempre stato un grande inventore di frottole.. ah in quello si che è un eroe!
Come credete che mi abbia abbindolata a me
“Mia dolce, bella, e casta, Penelope. Venite nel mio ridente castello. Si trova su di un isola rigogliosa, dove sarete padrona incontrastata, e signora venerata”
In questo buco di isola io non trovo proprio nulla da ridere.
Eh va beh sono stata stupida anch’io a cascarci come un’allocca, ma ero poco più di un ingenua fanciulla e a sentir castello, a sentir isola…mi ero immaginata una villa con sauna piscina palestra in un centro vacanze…mi immaginavo le Maldive, le Hawaii, sole mare cocktail!
Donne di tutto il mondo: aprite gli occhi!
Non è tutto oro quello che luccica! Non fatevi ricoprire da patacche da bigiotteria che poi anneriscono e non potete nemmeno rivederle al mercatino dell’usato.
La realtà dei fatti è che la colpa fu tutta di Elena, Elena la bella, Elena la miss, era mia cugina.
Sì.
Lei bellissima.
Io normale.
Lei elegante.
Io rozzina.
Lei corteggiata.
Io…oltrepassata
Lei ammirata.
Io…ignorata.
Il giorno del mio matrimonio con Ulisse disse “E’ l’uomo che fa per te. E’ rozzo quanto te, asociale quanto te, ed ha le gambe corte corte come le tue. Farete una coppia magnifica. Almeno riuscirete a guardarvi negli occhi.”
A questo punto dell’intreccio, è necessaria una schematizzazione di luoghi, persone e spostamenti affinché il quadro risulti chiaro e lampante ai più:
Anno in cui si svolge l’azione: 1200 a.c.
Luogo in cui si svolge l’azione: le terre conosciute
Protagonista assoluto dell’azione: Ulisse
Noi ci troviamo esattamente qui ecco: ITACA
Il viaggio di mio marito parte da qui: TROIA
Dopo la caduta della città di Troia, mio marito non fa ritorno a casa perché?
Perché Poseidone, il dio del mare, è incazzato nero con lui.
Ma procediamo con ordine:
dopo la caduta ti Troia, mio marito si sposta a Ismara, nella terra dei Ciconi e saccheggia tutto ciò che trova
a causa di una tempesta burrascosa, l’abbiamo detto che Poseidone non lo aveva in simpatia no?
Approdano quindi nella terra del Lotofagi, o mangiatori di loto.
Il loto è un frutto dalle particolari proprietà inebrianti, insomma trattasi della prima comunità hippies della storia.
Eccoli qui: Djerba in Tunisia…ambita meta turistica anche nel 2007 d.c.
Qui incontrano il gigante Polifemo ma ancora una volta fuggono ed arrivano dai terribili Lestrigoni, che si mangiarono praticamente l’intera flotta di Ulisse.
I Lestrigoni vivevano qui: Sicilia, e precisamente l’Etna!
Naturalmente Ulisse si salva e lo ritroviamo tra le braccia della maga Circe nell’isola di Eea, qui.
Poi Ulisse e i suoi scendono nell’Ade, il regno dei morti…e in questo la cartina non ci aiuta, sorvoliamo.
Riprendendo il viaggio in terra conosciuta, Ulisse incontra le sirene qui, l’isola di capri, anche chiamata isola dell’ammore.
Poi proseguono nello stretto di Scilla e Cariddi, infine approdano in Sicilia dove si sbafano interi greggi di mucche e dopo una violenta tempesta eccolo arrivare dai Feaci dove incontra Nausicaa.
E Alcinoo, re dei Feaci e padre di Nausicaa, forse per allontanare Ulisse dalla giovane figlia e salvare la sua reputazione, lo aiuta a tornare ad Itaca.
Eccoci tornati al punto di partenza.
Da cui la domanda: tutto sto casino per tornare all’inizio?
E la seconda domanda: come faccio io Penelope che in tutti questi anni sono stata chiusa in camera a tessere la tela a conoscere i particolari del viaggio?
Risposta numero 1: una moglie conosce sempre ogni particolare del proprio uomo
Risposta numero 2: Ho anch’io un amichetto nei piani alti che mi spiffera ogni cosa.
Risposta numero 3: fatevi gli affari vostri!
Insomma, ora io non voglio completamente denigrare l’opera del marito mio, ma bisogna valutarlo sotto un luce più vera.
Chi è Ulisse?
Un uomo coraggioso? A volte.
Un bugiardo? Sempre
Un amante dell’avventura? A volte.
Attaccato alla famiglia? Ma chi la scritta ‘st’idiozia?!
Traditore? Hai voglia!
Curioso, imbroglione, astuto e farabutto? Si!
Mio marito aveva una sola cosa in testa…no, non quella che state pensando voi in questo momento, importante sì ma in seconda posizione.
Al primo posto c’è la fama, il successo, la riconoscenza internazionale, il trionfo, la popolarità, l’onore, la celebrità, la gloria!
Capirete che ci sono tutti i presupposti perché Ulisse sia pronto a tutto, anche alle mosse più illecite pur di perseguire i suoi scopi.
Quando aveva una quindicina d’anni, invece di andare a scuola, frequentava gente sospetta dei bassifondi, e soprattutto era culo e camicia con un tale, un furbacchione che per evadere le tasse ed evitare di pagare ai ristoranti si presentava con il nome di Nessuno.
Figurarsi, ad Ulisse questa storia parve il massimo dell’intelligenza e così appena ha potuto l’ha rifilata a suo padre Laerte, pover’uomo
“Padre, d’ora in avanti il mio nome è Nessuno!”
“Pensa piuttosto a diventare Qualcuno” gli rispose Laerte, uomo poco propenso ad ascoltare favole metropolitane.
E così nacque quella storia del ciclope.
“Aspettatemi, io con la mia nave andrò a vedere chi sono gli uomini che abitano questi lidi.
E così, vidi una grotta all’interno della quale si scorgevano i recinti del bestiame. Portai con me 12 uomini e un otre di vino, per farne dono all’abitante della spelonca. Non passò molto che arrivò il mostro: era un gigante incredibile.
“chi siete?”
“siamo achei di ritorno da troia”
Oh spettacolo orribile a vedersi! Il ciclope prese due dei miei uomini e li sbatacchio contro le pareti. Il cervello dei due disgraziati schizzò fuori dalle loro teste imbrattando il pavimento e le rocce un po’ dappertutto. A questo punto non mi rimaneva che escogitare un piano per non diventare la prossima cena del ciclope.
“Bevi questo vino Ciclope, l’avevo portato per dartelo in dono”
“Dammene ancora: come ti chiami straniero”
“Mi chiamo Nessuno”
“Molto bene, Nessuno, anch’io ti farò un dono. Ti mangerò per ultimo.”
Eccolo qui, figurarsi i produttori del film quando mio marito è arrivato a questo punto.
E poi? E poi?
Ulisse, superbo com’è s’era tutto inorgoglito della sua
trovata!
Quando il Ciclope stramazzò al suolo ubriaco, io gli infilzai l’unico occhio,
che aveva, con uno spiedino che coceva sul fuoco (uno spiedino del ciclope era
“di grandezza ciclopica”) e lui iniziò a urlare mentre noi scappavamo “Aiuto
aiuto amici ciclopi, aiuto”
E gli altri “Chi ti fa del male?”
“Nessuno nessuno mi fa del male”
Al che i ciclopi che non brillavano certo per l’acutezza della loro mente se ne tornarono alle loro caverne pensando che Polifemo fosse impazzito.
Ce n’è abbastanza perché Hollywood smuova tutta la sua macchina produttiva per creare l’horror più horror che sia mai uscito nelle sale internazionali.
Naturalmente quei boccaloni si sono bevuti la storia come se fosse vera.
Io guardavo mio marito che si gonfiava …e uno spiedino glielo avrei infilato anch’io da qualche parte perché si sgonfiasse come un pallone bucato…da quel pallone gonfiato che era.
Poi un mattino si sveglia e riparte di nuovo.. Per fortuna s’è portato dietro anche Telemaco, tanto quello voglia di andare a scuola non ne ha. Sono stata a parlare con i professori lo scorso semestre, una vergogna…”Signora suo figlio ha sempre la testa fra le nuvole, parla da solo, fa a botte con i compagni…l’altro giorno lo abbiamo beccato mentre rubava la merenda ad una sua compagna nascondendola in un astuccio a forma di cavallo di legno..”
“Che vuole che le dica emula suo padre in tutto e per tutto”
Si sa, i figli tentano sempre di seguire le orme dei genitori, ma proprio quelle di suo padre!
Non poteva diventare come me?
Io gli studi li ho finiti tutti, mi sono accasata, ho messo su famiglia, mica tutti sti grilli per la testa…e viaggia e fai e disfa…
Meglio che se ne sia andato con il papà.
Primo perché così se le sorbisce anche un po’ Ulisse le sue lagne, che io mi sono passata tutti i periodi più cupi: e il primo dentino e la prima zappetta e la prima cacchina e il primo passetto e la prima caduta e il primo giorno d’asilo e il primo giorno di scuola e comprami questo e comprami quell’altro…vada vada un po’ per mare con suo padre che così capisce qual è la vita dura!
Che almeno imparasse il mestiere del marinaio…va beh che è mio figlio, ma mica posso mantenerlo a vita.
S’impara un mestiere pure lui, come fanno tutti. Certo l’avrei preferito avvocato o ingegnere, o magari medico, chirurgo plastico…va beh!
Io non ho tempo di pensare a lui.
C’è vento di cambiamento ad Itaca.
C’è aria nuova!
Vent’anni di forzata solitudine mi hanno resa astuta e scaltra più di un esercito di commercianti arabi.
Non si può immaginare quanto si indurisca il cuore di una donna che soffra per l’abbandono del marito, ahimè.
Non si può immaginare quanto si rafforzi l’animo di una donna che debba condividere con la solitudine il suo letto nuziale.
Non si può immaginare quanto si tonifichi il carattere di una donna privata della sua femminilità per venti lunghi anni.
Non si può immaginare quanto si corrobori lo spirito di una donna che viva costretta nel deserto delle suoi desideri repressi.
Non si può immaginare quanto diventi fertile l’ingegno di una donna davanti al pensiero di un avvenire glorioso: fama, ricchezza, gioielli, articoli di giornale, copertine di vogue, flash di fotografi…
Eccolo qui, il mio progetto…studiato notte dopo notte, altro che tessere la tela!
Ecco: disegni, progetti, contratti, modellini.
Itaca presto sarà vestita a nuovo: basta capra, mucche, sassi, vento peggio che fossimo a Riva…
Le strade acciottolate si copriranno di tappeti rossi, si apriranno pub, wine bar, cocktail bar, disco bar…via le stanche barche di pescatori d’altri tempi…i moli accoglieranno yacht da 55 metri, alberghi, bed and breakfast, pensioni per famiglie, e campeggi per giovani arditi…
Sorgeranno splendide vie piene di palme e limoni carichi di..limoni, negozi aperti fino a tarda notte illumineranno con le loro vetrine le strade di Itaca…
E camminando sorridenti si potranno incontrare stars hollywoodiane, registi, cantanti, musicisti di fama internazionale…
Signori e signore presenti segnate prego questa data memorabile:
addì 20 luglio 1180 a.c. si fonda la ITACA PRODUCTION, una nuova casa cinematografica pronta a sfondare sul mercato internazionale!
Musica
Le porte del successo si sono schiuse davanti a Penelope, la casta…? Penelope la scaltra!
Attori e registi stanno già lavorando al Kolossal del secolo: ULISSE, OVVERO L’ASCESA DI NESSUNO.
Un kolossal che uscirà contemporaneamente in tutte le città del mondo.
Gli editori sono pronti a stampare milioni e milioni di copie dell’ODISSEA DELL’OMERO…tradotto in 650 lingue, compresi i dialetti regionali e le lingue morte.
I nostri maghi del merchandising stanno distribuendo magliette, penne, bambolotti a forma di Ulisse, cioccolatini da inzuppare nel latte con i personaggi dell’Odissea, una squadra di rugby si chiamerà i CICLOPE’S EYE, esploderanno pub dedicati ad Atena, templi in cui venerare Zeus…
E tutto questo grazie a PeneLopez, la più grande produttrice di tutti i tempi!
FINE