Chat a due piazze

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Ray Cooney

Chat a due piazze

                                   (Caugh in the net)

Traduzione di Luca Barcellona 12/01/2008

Personaggi e interpreti

Mario Rossi, tassista è Raf

Walter Fattore, amico e inquilino, a piazza Risorgimento è Marco

Carla Rossi, moglie di Mario, a piazza Risorgimento

Barbara Rossi, moglie di Mario, a piazza  Irnerio

Alice, figlia di Mario e Carla è Giulia

Giacomo, figlio di Mario e Barbara è Eric

Nonno, padre di Walterè Ciamby

Primo Atto

L'azione si svolge nella casa di Mario e Carla Rossi a piazza Risorgimento, e contemporaneamente nella casa di Mario e Barbara Rossi a piazza lrnerio.

La porta d'ingresso della casa di piazza Risorgimento si trova sul muro di fondo, lato destro. Quella della casa di piazza Irnerio si trova sempre sul muro di fondo, lato sinistro. A destra della porta di piazza Risorgimento, c'è una scala che porta al piano superiore. Sotto alla scala si trova un armadio, abbastanza grande per accogliere una persona in piedi. A piazzo Irnerio non ci sono scale ma, a sinistra della porta, c'è un porta-abiti e un grande cofano di legno. Appesi al porta-abiti vari cappotti e una giacca di pelle da motociclista.

Le porzioni di scena dedicate a piazza Risorgimento e piazza lrnerio sono decorate in maniera completamente differente, e vengono utilizzate dai personaggi solo quando sono in una delle due location. A sinistra della porta di piazza lrnerio c'è una finestra. Sulla porta di piazza Risorgimento c'è una fenditura per le lettere.

La parte "comune" della scena prevede la porta della cucina davanti a destra. Più dietro c'è la porta della sala da pranzo. Davanti a sinistra, c'è la camera dei genitori, e dietro un'altra camera da letto, quella dei figli. Tutte le porte hanno le chiavi.

AI centro della parte "comune" c'è un divano, e davanti due poltrone, una a destra e una a sinistra. Tra la cucina e la sala da pranzo c'è una piccola cassettiera, mentre tra le due camere da letto un tavolino e, appeso al muro, uno specchio.

Il telefono di piazza Risorgimento, a filo (lungo), si trovo su un tavolo a sinistra del divano, il telefono di piazza Irnerio, senza fili, su un tavolo a destra del divano. Dietro il divano c'è un tavolino stretto.

l campanelli delle due porte e gli squilli dei due telefoni devono essere radicalmente diversi da una casa all'altra. La suoneria del telefonino di Mario deve essere musicale.

Non ci deve essere nessuna foto di famiglia, giusto paesaggi, stampe, piante, etc.

Spesso, durante la commedia, l'azione può svolgersi simultaneamente nei due spazi, ma i personaggi chiaramente si ignorano.

N.B.: Il divano e le poltrone devono essere solidi e fissati al palcoscenico per sostenere le "azioni".

All'apertura del sipario la scena è vuota.

E' il pomeriggio di una calda giornata d'estate.

Giacomo entra eccitato dalla sala da pranzo. Ha in mano una 'stampa" del SUO computer. Giacomo ha sedici anni.

GIACOMO   (chiama) Mamma!

Entra Alice dalla camera dei ragazzi. Anche lei ha un foglio in mano che ha appena stampato col SUO computer e che ammira entusiasta. Alice ha quindici anni. Siccome Giacomo è a piazza Irnerio e Alice a piazza Risorgimento, i due si ignorano.

ALICE           (chiama) Mamma!

GIACOMO E ALICE (insieme) Mamma! (Giacomo e Alice si incrociano al centro della scena e si fermano. Insieme:) Mamma!

Riprendono ad avanzare. Alice verso la sala da pranzo, e Giacomo verso la camera dei genitori.

GIACOMO   (alla porto) Mamma! (apre la porta)

ALICE           (aprendo la porta della sala da pranzo) Mamma!

Barbara si affaccia alla porta della camera da letto. Indossa una vestaglia. Alice torna verso la cucina.

BARBARA   (a Giacomo) Giacomo! Devo fare la doccia...

ALICE           (chiama verso la camera de/genitori) Mamma!

BARBARA   ...sai che devo uscire con papà, stasera!

GIACOMO   Lo so, ma... (agitando il foglio) Guarda! E' incredibile!

BARBARA   Sì, Giacomo... dopo!

Alice è arrivata alla porta della cucina e la apre.

ALICE           (dalla porta) Mamma!

GIACOMO   Mamma, ci vuole un attimo.

Giacomo prende Barbara per il braccio e la porta al divano mentre Carla appare dalla cucina.

CARLA         (a Alice) Sto finendo di preparare i panini di tuo padre.

ALICE           Sì, ma questo è pazzesco!

CARLA         Deve uscire tra cinque minuti.

BARBARA   Arriva fra dieci minuti.

ALICE           Civuole un attimo.

GIACOMO   Guarda qua!

CARLA         Oh, Alice!

BARBARA   Oh, Giacomo!

Giacomo fa sedere Barbara, sulla sinistra del divano, e si siede a sua volta sul bracciolo di sinistra. Contemporaneamente, stessa azione sulla destra del divano per Alice e Carla.

GIACOMO   (a Barbara) E' veramente incredibile!

ALICE           (a Carla) Non ci crederai mai!

GIACOMO   Ho appena ricevuto un'email da Alice.

ALICE           Ho ricevuto un messaggio da Giacomo,

BARBARA   (a Giacomo, preoccupata) Alice chi?

CARLA         (a Alice, preoccupata) Giacomo chi?

GIACOMO   Ma te l'ho già detto...

ALICE           Te ne ho parlato ieri, Giacomo Rossi.

GIACOMO   Alice Rossi.

GIACOMO E ALICE (insieme) Ci siamo incontrati su internet.

Le due donne sono sempre più preoccupate. Insieme.

CARLA         Giacomo Rossi?

BARBARA   Alice Rossi?

GIACOMO E ALICE (insieme) Sì!

CARLA E BARBARA (insieme, preoccupate) E allora?

GIACOMO   Beh, mi sono detto che era una coincidenza strana

ALICE           Ti ricordi che avevo trovato buffo

GIACOMO E ALICE (insieme) — che ci chiamassimo tutt'e due "Rossi".

BARBARA   Ma ci sono migliaia di Rossi.

CARLA         Rossi è un cognome molto comune.

GIACOMO   Sì, ma poi ho cominciato a parlare di papà...

ALICE           Però quando ho parlato di papà... allucinante!

GIACOMO   E' incredibile!

CARLA E BARBARA (insieme) Cosa?!

GIACOMO E ALICE (insieme) Anche suo padre si chiama Mario!

CARLA         Sai quanti Mario Rossi ci sono a Roma?

ALICE           Ma non basta!

GIACOMO   E non è tutto!

ALICE           Sai quanti anni ha il padre di Giacomo?

GIACOMO   Indovina quanti anni ha suo padre?

Carla e Barbara scrollano le spalle.

GIACOMO E ALICE (insieme) 43!!

CARLA E BARBARA (insieme, ridono preoccupate) Davvero?!

ALICE           E sai che lavoro fa il padre di Giacomo?

GIACOMO   E sai cosa fa il padre di Alice?

GIACOMO E ALICE (insieme) Iltassista!

CARLA E BARBARA (insieme) No!

GIACOMO E ALICE (insieme) E abita a Roma!

GIACOMO   Sta a piazza Risorgimento.

ALICE           Abita a piazza Irnerio.

Insieme,

CARLA         Ma dai?!

BARBARA   Impossibile?!

GIACOMO   Pazzesco, no?

ALICE           Non lo trovi incredibile?!

CARLA         (pausa, poi) Abbastanza, sì.

BARBARA   (pausa, poi) Effettivamente.

CARLA         (guarda l'orologio) Beh, devo finire di preparare i panini di

tuo padre.

BARBARA   (guarda l'orologio) Tuo padre sta per arrivare, mi devo preparare.

Carla e Barbara si alzano contemporaneamente.

GIACOMO   Aspetta, non ho finito. Siccome abitiamo vicini...

ALICE           Visto che piazza Irnerio è qui accanto...

GIACOMO   ...abbiamo deciso di incontrarci.

BARBARA   (sconvolta, si risiede) Cosa?!

ALICE           L'ho invitato a casa.

CARLA         (sconvolta, si risiede) Sei impazzita?!

GIACOMO   (un po' stupito della reazione eccessiva della madre, preoccupato) Cosa c'è che non va?

ALICE           (come sopra) Sembra proprio simpatico, mamma,

BARBARA   Ma... ma non la conosci neanche.

CARLA         E... come fai a sapere che va bene per te?

CARLA E BARBARA (insieme) Dovresti chiedere il permesso a tuo padre.

GIACOMO   Ma dai!

ALICE           Ho quindici anni, sai?

CARLA         Appunto!

GIACOMO   Ho sedici anni, cavolo!

BARBARA   E allora?

ALICE           Cosa vuoi che mi succeda, a casa?

CARLA E BARBARA (insieme) Chiedi prima a tuo padre.

Barbarasi alza e va verso la camera dei genitori. Carla si alza e si avvia verso la cucina.

GIACOMO   Ma smettila!

ALICE           Ma mamma!

Alice si getta sulla poltrona a destra, mentre Giacomo posa il foglio sul tavolino dietro il divano e va in camera sua.

CARLA         (si ferma sulla porta e si gira) Tra poco esce per il turno di notte.

BARBARA   (si ferma sulla porta e si gira) Dovrebbe tornare tra poco, oggi aveva il turno di giorno.

Mario Rossi, un uomo alquanto ordinario ma simpatico, esce dalla camera dei genitori. Barbara subito dopo entra nella stessa camera — dato che Mario è a piazza Risorgimento e Barbara è a piazza lrnerio, non interagiscono)

MARIO         Beh, io vado, tesoro!

CARLA         Aspetta, ti porto i panini. Ti ho messo anche un po' di pasta di oggi, va bene?

MARIO         (con entusiasmo) Benissimo!

CARLA         (AdAlice) SU! Chiedi a tuo padre.

ALICE           Ma perché? Mica è uno spacciatore!

CARLA         Chiedi a tuo padre!      Carla esce in cucina.

MARIO         Che cosa?                     Alice si alza, e va verso suo padre.

ALICE           E' quel ragazzo che ho conosciuto su Internet.

Durante lo scambio che segue Mario prende la giacca dal guardaroba in fondo a destra e la infila. N.B.: aprendo il guardaroba si notano cappotti, cappelli e sciarpe.

MARIO         Non ti fa bene stare sempre davanti al computer.

ALICE           Te ne avevo già parlato.

MARIO         (assente) Ah, sì?

ALICE           Si chiama come me.

MARIO         Si chiama Alice?

ALICE           Ma no! Rossi! Ci chiamiamo tutt'e due Rossi!

MARIO         Aah! (sarcastico) Impressionante. Due Rossi!

ALICE           Ma c'è di meglio!

MARIO         Beh, se c'è di meglio, meglio così! (apre la porta dellacucina) Carla, mi potresti

mettere anche una fetta di crostata? (a Alice) Cosa c'è meglio?

ALICE           Lecoincidenze.

MARIO         (guardando l'orologio) Oddio, com'è tardi. (da un bacio ad Alice e va verso la porta

di casa) Dimmi.

ALICE           Non solo il suo nome è Rossi, ma suo padre si chiama Mario, e anche lui fa il tassista. (Mario si blocca, la mano sulla maniglia, e si rigira, sconvolto) E ha la tua stessa età... (Mario si appoggia con la schiena contro la porta) e abita pure qui vicino. A piazza Irnerio. Sembra proprio simpatico, ha sedici anni, e sono sicura che è purealtoesupercarino!

MARIO         (va verso Alice, terrorizzato) Giacomo non è né alto né supercarino!

AUCE            Che ne sai?... E come fai a sapere come si chiama?

MARIO         Perché... perché... me l'hai detto ieri.

ALICE           Ma se non ti ricordavi?

MARIO         Beh, adesso me lo ricordo, e devi smetterla subito!

ALICE           Come?

MARIO         Te lo proibisco!

ALICE           Di fare cosa?

MARIO         Tutto. Tutto quello che fai con lui.

ALICE           Ma non ho fatto niente.

MARIO         E' già troppo. Non voglio che mia figlia passi tutto il tempo a nuotare su internet...

ALICE           Navigare.

MARIO         Che?

ALICE           Navigare, non nuotare.

MARIO         E' la stessa cosa... nuotare su internet con degli schifosi viziosi e brufolosi, e con... con... gli occhi iniettati di sangue, con la lingua sullo schermo, in una cantina buia e soffocante, piena di fumo di sigarette... quando non è erba o peggio...

ALICE           Papà, ma sei impazzito?

MARIO         Affatto! Ho sempre saputo che quelle macchine infernali erano pericolose. L'ho detto proprio ieri a Gu.. Gu... guardando la TV. I giovani ormai passano le ore col naso incollato allo schermo, a chattare come dei deficienti con dei maniaci virtuali, anziché uscire con dei veri ragazzi della loro età.

ALICE           Giacomo non è un maniaco. E' un ragazzo della mia età ed è super reale. E sono sicura che suo padre non reagirà come te.

MARIO         Ah! Sono sicuro di sì!

ALICE           Ma sei fuori! E comunque non passeremo affatto tutto il tempo a chattare davanti al computer, visto che, siccome abita qui vicino, l’ho invitato a casa. Contento?

Alice si siede sulla poltrona sinistra

MARIO         Cosa hai fatto?!

Carla entra con la scatola del pranzo

CARLA         Panini!

MARIO         (di soprassalto) AHH!

CARLA         Ti senti bene, caro?

Mario cambia completamente tono, cerca di essere dolce e allegro

MARIO         Sì, sì. Me ne occupo io, non ti preoccupare

CARLA         Di cosa mi dovrei preoccupare?

Mario spinge Carla in cucina.

MARIO         Di niente. Non c'è niente di cui preoccuparsi. Quindi puoi tornare tranquillamente in cucina...

CARLA         Ma ho finito, in cucina. (gli dà la scatola con il pranzo)

MARIO         (soppesando la scatola) Mi sembra leggerino. Non c'è un po' di...

CARLA         Un po' di...?

MARIO         Non lo so, un po' di... qualcosa! Pensaci tu!

ALICE           (a Carla) Mamma, diglielo tu che posso vedere Giacomo.

MARIO         (a Alice) Tua madre non c'entra niente!

CARLA         Le ho detto che doveva chiedere a te, prima di farlo venire qui.

MARIO         Hai fatto bene! (a Alice) E viene da piazza lrnerio?

ALICE           Sì.

MARIO         (sconvolto) Qui a piazza Risorgimento?

ALICE           Sì.

MARIO         (pallido) E come fa a sapere il nostro indirizzo?!

ALICE           Indovina un po'! Gliel'ho mandato via email.

MARIO         (sconvolto) Gli hai dato il nostro indirizzo?

ALICE           Sì!

MARIO         (rauco) A piazza Risorgimento?

CARLA         E' dove abitiamo, Mario.

ALICE           Sarà qui verso le quattro e mezza.

MARIO         (a Alice) Chiamalo.

ALICE           Cosa?

MARIO         Digli che non può venire.

Auct                Perché?

MARIO         Perché ho deciso così.

CARLA         Ma non è così grave, Mario.

MARIO         E' terribilmente grave! (spinge Carla verso lo cucina)

CARLA         A me invece sembra una cosa interessante. Un altro tassista che si chiama Mario Rossi.

MARIO         lo non lo trovo affatto interessante. Al contrario, lo trovo molto noioso.

CARLA         E anche lui ha 43 anni!

MARIO         Terribilmente noioso! (a Alice) Non devi frequentarlo, punto e basta!

ALICE           Ma volevamo solo prendere un caffè e fare quattro chiacchiere...

MARIO         Prendere un caffè! Fare quattro chiacchiere! E' proprio così che cominciano i problemi! (andando verso il telefono) Ne so qualcosa! Chiamalo e digli di non venire.

ALICE           No!

MARIO         Allora lo chiamo io! (alza il ricevitore e sta per fare il numero)

ALICE           Fai pure! Tanto non sai il suo numero! Mario realizza e si blocca. Pausa.

MARIO         Hai ragione. Non so il numero. (riattacca, Carla gli si avvicina) Che c'è?

CARLA         Mario, fai tardi per il turno. Ci penso io, a chiamare la madre di questo ragazzo.

MARIO         Assolutamente no! Alice adesso lo chiama subito e gli dice che se continua a molestarla... chiamo la polizia!

ALICE           Ma papà!

CARLA         Mario, calmati. Non devi innervosirti prima di guidare!

MARIO         Non mi innervosisco prima di guidare, perché non me ne vado di qui finché non abbiamo risolto la storia di questo ragazzo! (Mario si siede sul divano).

ALICE           E' già risolta. Fra poco arriva, e prendiamo un caffè insieme. Punto!

MARIO         Alice! (si alza) Fila in camera tua!

ALICE           (a Mario) Stai scherzando!

MARIO         Fila in camera tua, immediatamente!

ALICE           (si alza, in lacrime) Sei uno stronzo!

Carla passa davanti a Mario per confortare Alice.

CARLA         (a Alice) Alice! (a Mario) Ascolta, Mario. Lasciami chiamare sua madre Sono sicura che saprà spiegare a suo figlio perché non vuoi che Alice e lui si incontrino.

MARIO         Tu non devi assolutamente chiamare la madre di quel ragazzo. Né nessun altro di quella famiglia di depravati. Un ragazzo alla sua età dovrebbe fare i compiti, invece di rompere le palle alle migliaia di Rossi che abitano a Roma. E quando lo vedrò, glielo dirò di persona!

CARLA         Come fai a vederlo, se non vuoi che venga?

MARIO         Appunto!

Giacomo esce dalla sua camera (che è anche quella di Alice).

GIACOMO   (chiama) Mamma!

CARLA         Come, appunto?

MARIO         Proprio così. Nessuno lo vedrà, perché sono io che decido chi accogliamo sotto il mio tetto, e non sono pronto a ricevere quel giovane pervertito sessuale.

Giacomo ha chiuso la sua porta e bussa alla porta della camera dei genitori.

GIACOMO   Mamma!

ALICE           Sei proprio stronzo!

Alice va in camera sua e sbatte la porta.

CARLA         (corre dietro Alice) Alice!

Contemporaneamente Barbara, in vestaglia e pantofole, esce dalla camera dei genitori. Durante quanto segue, Mario rimette a posto il telefono sul tavolo a sinistra del divano.

BARBARA   Che c'è?

GIACOMO   E' tornato papà?

BARBARA   No, appunto. E' in ritardo.

Giacomo e Mario guardano contemporaneamente l'orologio.

CARLA         (a Mario; irritata) Hai visto che hai fatto? (gli dà la scatola del pranzo) Te ne vai, adesso, o il tuo contenitore è ancora troppo leggero?

MARIO         (lo soppesa e glielo ridà) Troppo leggero! (avanzando verso Carla) Devo recuperare le forze.

Mario spinge Carla verso la cucina.

GIACOMO   Ma', io vado a casa di Alice. Glielo dici tu a papà.

BARBARA   No, si sentono tante brutte cose su internet. Aspetta tuo padre. Ormai dovrebbe arrivare da un momento all'altro. Adesso lasciami in pace, sto cercando di prepararmi.

GIACOMO   Dai, mamma! Che palle!

Giacomo va in camera, sbattendo la porta, mentre Barbara rientra nella sua camera e Carlo va in cucina. Mario chiude la porta della cucina e ci si appoggia con la schiena.

MARIO         Oddio mio! (tira fuori il telefonino e spinge un bottone) Giacomo, sei un rompipalle! (squilla il telefono di piazza Irnerio) Su, Barbara, rispondi! (suonano alla porta di piazza Risorgimento. Mario guarda la porta, terrorizzato) Oh Dio mio. Giacomo!

Mario riattacca il telefonino, e lo mette nella tasca del pantalone. Barbara, adesso con un asciugamano, arriva correndo dalla camera per rispondere al telefono. Suonano di nuovo alla porta di piazza Risorgimento. Mario non sa cosa fare.

BARBARA    (al telefono) Pronto? (Mario va verso la porta della cucina. Al telefono:) Pronto?!

MARIO          (urlando alla porta) Vado io!

BARBARA    (al telefono) Pronto?!!

Mentre Mario si avvicina alla porta d'ingresso in punta di piedi per sentire, Alice entra dalla sua camera. Si ferma a guardare suo padre.

ALICE           Papà!

MARIO          Ahhh! Alice! Vai in camera tua!

ALICE           Se è Giacomo...

BARBARA    (al telefono) Pronto?!! Pronto?!!

MARIO          Me ne occupo io, del tuo Giacomo! Tu, torna in camera tua.

BARBARA    Oh!

MARIO          Fila!

ALICE           Oh!

Barbara sbatte giù il telefono e ritorna in camera sua, mentre Alice torna nella sua, tutt'e due sbattendo la porta. Il campanello di piazza Risorgimento suona di nuovo.

MARIO         Maledetto ragazzo! (durante la battuta che segue, Mario gira la chiave della porta di Alice. Prende un giaccone dal guardaroba sotto le scale e se lo infila coprendosi tutto il volto col cappuccio) Con tutte le ragazze che ci sono a Roma, proprio mia figlia dovevi rimorchiare!

Suonano di nuovo alla porta Mario, a tastoni, va verso la porta. Carla esce dalla cucina col contenitore.

CARLA         (entrando) Mario!?

MARIO         (urla) Ah h ! (si blocca, poi lentamente si gira) Sì?!

Carla è sorpresa di vederlo completamente avvolto nel giaccone.

CARLA         Ma che stai facendo?

MARIO         Avevo freddo.

Si allontana dalla porta d'ingresso.

CARLA         Ma ci saranno trenta gradi, fuori.

MARIO         Mi sa che mi sono preso il raffreddore.

Si allontana ancora di un passo.

CARLA         Tieni. Eccoti la cena. Ti farà bene.

Gli da il contenitore. Lo soppesa.

MARIO         Ancora un po' leggero.

CARLA         (esasperata) Ma è pieno fino all'orlo!

MARIO         E da bere?

CARLA         C'è. Una lattina di Coca-cola

MARIO         Coca-cola? E il caffè?!

CARLA         Ma se non lo prendi mai.

Mario posa il contenitore sul tavolo dietro il divano.

MARIO         Sì, ma oggi, siccome sono raffreddato, vorrei un po' di caffè... (la spinge verso la cucina) ...ben caldo. (Lei si blocca) Nel thermos. (la spinge di nuovo) Sai, quello che sta in cucina, in fondo alla mensola tutta in alto, a destra... ti servirà la scala!

Carla si blocca e si gira.

CARLA         Scusa, ma non hanno suonato?

MARIO         No. (la rigira. Il campanello suona di nuovo. Carla si rigira.) O forse sì!

CARLA         Sarà l'amico di Alice?

MARIO         Se anche fosse, me ne sbarazzo subito.

CARLA         Non fare sciocchezze!

MARIO         Non ti preoccupare. Ma quell'ossesso non sporcherà la nostra casa, né nostra figlia! (la spinge in cucina. Il campanello suona di nuovo. Mario si assicura di essere completamente coperto dal cappuccio. Quindi apre la porta di uno spiraglio e si mette con le spalle contro la porta.Parla con un forte accento tedesco:) Giofanotto!! Ze ne vata zubito! Lei non è benfenuto!! lo zono Herr Rossi, contuttore di taxi, e lei non teve mettere occhi zu mia figlia! Verboten! Capito? (Walter Fattore entra attraverso Io spiraglio. Ha con sé due grosse buste della spesa. Guarda stupito Mario, che cercando di nascondere il volto continua il suo discorso folle) Ogni tentatifo di entrare in qvesta proprietà privata darà luoco a punizionen molto, molto dolorosen! Vada! Schnell!!! E NON TORNI PIU'!!!

WALTER       (deciso) "Salvate il soldato Ryan"!!! Giusto?

Mario si volta lentamente e si toglie il cappuccio.

MARIO          Walter, sei tu!

WALTER       Ho dimenticato le chiavi. (indicando il giaccone) Hai preso il raffreddore?

MARIO          Peggio! (Mario trascina Walter per il braccio e lo porto verso il divano. Walter posa le buste per terra. Mario si toglie il giaccone e Io posa sul divano)

WALTER       Influenza?

MARIO          Un disastro!

WALTER       Senti, salgo, poso questa roba, e poi mi racconti.

MARIO          Non c'è tempo!

WALTER       Ma ci impiego un attimo.

Mario fa sedere Walter sul divano.

MARIO          Troppo. Walter, ascoltami bene, ho bisogno del tuo aiuto.

WALTER     Mario, mi conosci. Sono sempre pronto...

MARIO         Giusto. Quindi mi devi ascoltare molto, ma molto attentamente. (tira fuori il telefonino, sempre parlando) Devo fare una telefonata molto importante.

WALTER     Molto importante...

MARIO         ...ma per essere più sicuro devo farla dal taxi...

WALTER     Dal taxi...

MARIO         Quindi devo lasciarti qui a difendere la casa...

WALTER     A difendere la casa... Ma da cosa?!

MARIO         Smettila di ripetere e ascoltami!

Carla esce dalla cucina con un thermos. Mario rimette subito il telefonino nella tasca del giaccone.

CARLA         (entrando) Chi era, il ragazzo...? (vede Walter; secca) Ah! Sei tu, Walter.

WALTER     Già, il tuo inquilino preferito.

CARLA         (sarcastica) Capirai!

MARIO         Carla...

Carla va da Mario e gli dà il thermos.

CARLA         E comunque è il TUO inquilino, non il mio! Quando abbiamo comprato l'appartamento, è stata tua l'idea di sistemare una parte del piano di sopra per poterla affittare a Walter...

MARIO         E' inutile parlarne adesso...

CARLA         Dicesti che così ci avrebbe aiutato a rimborsare il mutuo ..

MARIO         Ne abbiamo già parlato centinaia di volte...

CARLA         Sì... perché ne parlo ad ogni rata del mutuo.

MARIO         Lo so.

CARLA         Ma dopo quindici anni di rate, lui è sempre disoccupato.

MARIO         Non lo sarà ancora a lungo. E poi ti paga l'affitto tutti i mesi.

CARLA         Sì, perché tu, perché possa pagare l'affitto, gli presti i soldi e lui, con quei soldi mi paga l'affitto in modo che noi, possiamo rimborsare il mutuo.

MARIO         Beh, tutto a posto, allora.

CARLA         Per niente, perché lui... non ti restituisce mai i soldi!

MARIO         Lo farà, non appena avrà...

CARLA         ...trovato un lavoro. Come no.

MARIO         Carla, ho bisogno di un caffè.

CARLA         (secca) Hai il thermos!

MARIO         No, quello è per stanotte. Quello che mi ci vuole, adesso, è un bel caffè speciale come solo tu sai fare nella tazzina di porcellana con la zolletta di zucchero a forma di cuore e il quadratino di cioccolato.

CARLA         Credevo che dovessi andare via subito.

MARIO         Sì, ma Walter mi deve parlare, eh Walter?

Walter fa sì con la testa.

CARLA         E allora?

MARIO         Da soli. Eh Walter?

Walter fa sì con la testa.

CARLA         Vorresti dire che sono di troppo? Dai, dillo!

Walter guarda Mario.

MARIO         E' un problema molto personale... (Walter fa sì con la testa) che richiede un consiglio molto personale, eh Walter?

CARLA         Glielo do io un consiglio molto personale... Trovati un lavoro!

MARIO         Quando avrà risolto questo problema molto personale, forse, anzi sicuramente, troverà un lavoro. Eh Walter?

Walter fa sì con la testa più volte.

CARLA         Che tipo di lavoro? Come cagnolino per il pianale posteriore della macchina?

Walter fa sì con la testa.

MARIO         Carla, ti prego, il mio caffè! (la spinge verso la cucina) Ho bisogno di concentrarmi per risolvere questo problema. Perché è un problema... veramente.., molto delicato e molto personale, eh Walter?

WALTER     (sta per fare sì con la testa, lancia uno sguardo a Carla) Sì.

MARIO         (a Carla) Vedi? (Mario apre la porta della cucina e ci spinge dentro Carlo. A Walter:) Allora, ascoltami bene.

Carla torna.

CARLA         E un'altra cosa! (sbatte la porto della cucina)

MARIO         Oddio!

CARLA         (a Walter) Non dovevi partire in vacanza, oggi?

WALTER     Me ne vado, me ne vado, ho fatto la spesa apposta, tutto quello che mi serve a Positano. (Walter comincia a tirare fuori alcuni oggetti dalle buste) Cappello, crema solare, spray antizanzare...

MARIO         Scordati Positano!

WALTER     (continua imperterrito) Amuchina, siero antivipera, occhiali da sole...

CARLA         Mica vai in Africa!

WALTER     Pinne, ne ho prese due, perché... (alza un piede dopo l'altro) maschera, boccaglio... Non è mai troppo tardi per imparare.

CARLA         Spero che tu abbia lasciato pulito l'appartamento.

WALTER     (risentito) Carla! Mi conosci!

CARLA         (piatta) Già. Che spero a fare...

MARIO         Non puoi partire.

WALTER     Ma sì. Devo andare a prendere mio padre tra quindici minuti...

MARIO         Devi prima trovare una soluzione al tuo problema affettivo personale.

WALTER     Ma non ho nessun problema affettivo personale.

MARIO         Sì. (a Carla) In realtà è un problema sessuale molto intimo...

CARLA         Se si sposasse e se ne andasse lontano da qui, potrebbe trovare in un colpo solo una soluzione a tutti i suoi problemi affettivi e sessuali.., e ai miei, visto che ci siamo!

Mario si siede accanto a Walter.

MARIO         Sì, ecco... in effetti è un problema affettivo personale ...sessuale... molto intimo.., che se avesse modo di risolvere, potrebbe... capisci... (fa un gesto vago con la mano. A Carlo:) Sarebbe meglio se ci lasciassi.

Mario si alza e accompagna Carla verso la cucina.

CARLA         (rassegnata) Vabbè. (a Walter) Anche tu vuoi un caffè?

Walter comincia a fare "sì" con la testa...

MARIO         No. Non lo vuole.

...poi "no".

WALTER     Non lo vuole... Sennò mi viene voglia sull'autostrada. A proposito, prima di farlo salire in macchina, mi devo ricordare di far fare pipì a papà.

CARLA         Non vorrai andare a Positano con quel vecchio catorcio!

WALTER     Carla! Fisicamente, mio padre è ancora in ottimo stato per la sua età, è solo un po' ...(fa segno con la mano che ha perso un po' la testa)

CARLA         lo parlavo della macchina!

MARIO         Smettetela, tutt'e due.(a Carla:) Per favore.., il caffè.(la spinge in cucina) Bene, Walter. Concentrati. Sarò breve e conciso.

WALTER     Meglio, perché devo essere da mio padre fra tredici minuti...

MARIO         Alice ha scoperto di Barbara e Giacomo.

WALTER     Chi sono Barbara e Giacomo?

MARIO         Irnerio!

WALTER     (riflettendo) Nonconosco nessun Barbara e Giacomo

MARIO         Piazza Irnerio! Barbara e Giacomo Rossi!(indicando il suo anulare) In realtàBarbara no, solo Giacomo.

WALTER     (spalanca gli occhi) Giacomo, è tuo...(fa un gesto con la mano per indicare l'altezza di un bambino)

MARIO         Sì. Solo che adesso è...(fa un gesto per indicare un ragazzo molto più alto)

WALTER     E certo. Anche Alice non è più...(fa il gesto per indicare l'altezza di una bambina) Ma piuttosto...(mette le mani sul petto facendo il gesto dei "seni")

MARIO         Esattamente. Dov'è il mio telefonino? Alice ha invitato Giacomo a prendere un caffè insieme, qui!

WALTER     (breve pausa, poi terrorizzato) Tuo figlio viene da piazza Irnerio, per incontrare tua figlia a piazza Risorgimento?

MARIO         Sì.

WALTER     E Alice sa che Giacomo... (indica l'anulare)

MARIO         No.

WALTER     Ma come hanno fatto a incontrarsi?

MARIO         E' questo il punto. Per adesso si sono incontrati solo virtualmente. Devo fermarli prima che si incontrino davvero.

WALTER     Come, "virtualmente"?

MARIO         Su internet! In una maledetta chat!

WALTER     Porca miseria!

MARIO         Milioni di utenti nel mondo, e quella stupida di mia figlia deve collegarsi proprio con quel deficiente di mio figlio! Dove ho messo il telefonino?

WALTER     Sono secoli che ti dico che non puoi continuare questa doppia vita per sempre. E, detto tra noi, la bigamia è ancora un crimine.

MARIO         Senti. Inutile farmi la morale. Sono già vent'anni che sono sposato con Carla qui a piazza Risorgimento, e con Barbara a piazza Irnerio... e a parte un piccolissimo incidente diciassette anni fa, che ha rischiato, effettivamente, di mandare tutto all'aria, sono riuscito a mantenere il mio segreto. Non saranno certo due ragazzini a far saltare tutto adesso. E tu mi devi aiutare. Non dimenticare che se non avessi due domicili fiscali.., anche se non era questa la mia intenzione, e lo sai benissimo, non potrei "prestarti" i soldi che ti permettono di pagarmi ogni mese l'affitto.

WALTER     (si alza) Ok, d'accordo.

MARIO         (si alza)Ma dove ho messo il telefonino?

WALTER     (indicando il telefono fisso) Ma perché non usi il fisso?

MARIO         Perché c'è il dettaglio delle chiamate. Per questo uso sempre il telefonino quando devo chiamare Carla o Barbara.

WALTER     Uhao! Che organizzazione!

MARIO         Ma dove diavolo sta? Devo bloccare Giacomo prima che esca di casa! (ricorda) Ah, sì! Nel giaccone. (durante la replica va a prendere il telefonino nel giaccone e spinge un pulsante) Walter, se i miei due figli si incontrano, scopriranno tutto. Carla e Barbara saranno mortificate. Alice e Giacomo disgustati. E io...

WALTER     Pietrificato.

MARIO         Crocifisso, altro ché! Crocifisso! (il telefono suona a piazza Irnerio) Squilla. (pausa) Rispondi, Barbara. Su! Devo andare. (a Walter) Se non riesco a beccare Giacomo prima che esca e dovesse venire qua, sbarazzatene! (al telefono) E dai, Barbara!

Mario sta per andarsene ma Walter lo blocca.

WALTER     Cosa intendi dire con... "sbarazzarmene"?

MARIO         Quello che vuoi, basta che non metta piede in questa casa!

WALTER     Ma io devo portare papà a Positano!

Alice dà un colpo alla sua porta.

ALICE           (off) Ehi!

Walter guarda Mario.

MARIO         Non è niente.

Altri colpi alla porta.

ALICE           (off) Ehi!... Papà!

WALTER     Ma non è Alice?

MARIO         L'ho chiusa in camera.

WALTER     Uhao!

ALICE           (off) Fammi uscire da qui, bastardo!

Mario e Walter sono stupidi dal suo linguaggio.

WALTER     Non l'avevo mai sentita parlare così.

ALICE           (off) Sei uno sporco bastardo, papà!!!

WALTER     Mi sa che è arrabbiata.

Giacomo entra dalla sua stanza (che è la stessa di Carla) e va a prendere il giacchetto di pelle da motociclista.

MARIO         (verso la camera) Solo un attimo, tesoro. Sto cercando la chiave. (a Walter) Grazie, sei un vero amico. In bocca al lupo!

Il telefonino sempre all'orecchio, Mario sta per uscire ma Walter lo blocca.

WALTER     Aspetta un attimo!

GIACOMO   (chiama) Mamma, telefono!

MARIO         Perché Barbara non risponde?

WALTER     Ho bisogno di istruzioni più dettagliate.

GIACOMO   (aprendo la porta dei genitori) Telefono!

MARIO         Non ci sono! Impediscigli di entrare in casa!

Sta per uscire, ma Walter lo blocca di nuovo, mentre Giacomo si controlla allo specchio e Barbara, in vestaglia, esce dalla camera dei genitori e va verso il telefono.

BARBARA   (entrando) Ma non potevi rispondere tu?

WALTER     E se vuole entrare per forza?

GIACOMO   Sarà per te.

BARBARA   (al telefono) Pronto?

Mario sta per parlare al telefono, ma Carla entra dalla cucina portando una tazzina di caffè.

CARLA         Caffè per il signore. (mentre Carla si gira per chiudere la porta, Mario lancia il telefonino dietro la spalla a Walter che, con un gesto fluido, lo lancia dietro lo propria spalla. Il telefonino atterra sul divano tra le pieghe del giaccone di Mario. Carla si gira trovandosi davanti Walter e Mario completamente rilassati e dall'aria innocente. Walter si è accomodato sulla destra del divano. Mario sul bracciolo accanto a lui. Carla va verso Walter. A Walter:) Sei ancora qui?

WALTER     Eh... sì.

MARIO         Il suo problema sessuale è più grave di quello che credevo.

BARBARA   (al telefono) Pronto?

CARLA         (dando la tazzina a Mario) Il caffè!

MARIO         E per Walter?

CARLA         Hai detto che non lo voleva!

Mario prende Carla per il braccio e la accompagna verso la cucina.

MARIO         Hacambiato idea. Adesso ha proprio bisogno di un buon caffè... lungo! (la spinge in cucina)

BARBARA   (al telefono) Pronto?

GIACOMO   E' papà?

BARBARA   (al telefono) Ssshh! Pronto?

MARIO         Svelto, ridammi il telefonino!

WALTER     L'ho lanciato dietro la schiena.

MARIO         E perché diavolo...?

WALTER     Beh, ho fatto come te.

MARIO         Ma sei scemo! Dov'è?

Mario poso la tazzina sul tavolo dietro il divano e cominciano a cercare disperatamente il telefonino (a quattro zampe dietro il divano).

BARBARA   (al telefono) Pronto? Basta!! (riattacca con violenza e torna verso la camera)

GIACOMO   Chi era?

BARBARA   E che ne so?

GIACOMO   Ma', non posso più aspettare! Alice magari crede che non voglio più incontrarla. Diglielo tu a papà!

BARBARA   Ascolta... (pausa) Ma non puoi rimandare? Domani chiamo la madre per dirle che vai da loro con il permesso dei tuoi genitori.

Intanto Mario (a destra) e Walter (a sinistra) contornano il divano sempre a quattro zampe, e finiscono per incontrarsi davanti.

GIACOMO   Mamma, ho sedici anni!

BARBARA   Hai solo sedici anni! (lo guarda con un misto di amore materno e preoccupazione)

GIACOMO   E poi, perché domani? Chiamala adesso.

BARBARA   (piccola esitazione) Hai il numero?

Giacomo tira fuori il foglio del computer e glielo porge.

WALTER     (trova il telefonino) Eccolo!

MARIO         Finalmente!   Mario prende il portatile.

BARBARA   Grazie. (guarda il foglio e compone il numero, poi ridà il foglio a Giacomo) E se dice di no, annulliamo. D'accordo? Vai a prendere il casco.

GIACOMO   E' nella moto!

MARIO         (a Walter) Mi raccomando, sii irremovibile!

Giacomo esce dalla porta principale di piazza Irnerio.

WALTER     Vado a prendere mio padre.

MARIO         Tu resti qui nel caso che Giacomo arrivi! "Re-dial"! (spinge il bottone)

ALICE           (off) Papà, hai trovato la chiave?!

MARIO         (chiama) Quasi! (allontana il telefonino dall'orecchio) Cazzo, occupato! Devo andare subito! (attacca il telefonino, sta per uscire quando il telefono di piazza Risorgimento squilla. Mario risponde al volo) Sì, pronto?

BARBARA   Salve, sono Barbara Rossi.

MARIO         (grido strozzato) Ahh!!! (Mario allontana il ricevitore dall'orecchio e lo guarda terrorizzato)

BARBARA   (al telefono) Pronto?

WALTER     Che succede?

BARBARA   (al telefono) Pronto? Potrei parlare con la madre di Alice, per favore?

MARIO         (al telefono) Hiiih hiiih. (Mario allontana di nuovo il ricevitore, lo guarda terrorizzato, poi lo riavvicina)

BARBARA   (al telefono) Pronto?

MARIO         (al telefono, alla fine. Con accento cinese:) Hiih... Questo Dlagone Losso, listolante cinese. (Barbara è sorpresa, Walter         stupefatto. Accentocinese:)-Deve-fale-plenotazione?          

BARBARA   (al telefono, confusa) Non è casa Rossi?

MARIO         (al telefono, accento cinese arrabbiato:) No, questo Dlagone Losso, signole e signola Mah Jongg, no casa Lossi! (a Walter) E' Barbara!

WALTER     Oddio!

Con il ricevitore in una mano e la base nell'altra, Mario si allontana dalla porta della cucina. Walter gli si mette dietro.

MARIO         (al telefono) Se non vuole plenotale, non deve più lichiamale! Questo numelo è pel clienti molto molto esclusivi. No poltal via!

BARBARA   (al telefono) Come?

MARIO         (al telefono) Dlagone Losso non è listolante pe lei! No take‑away. Glande qualità. Nostlo cibo molto speciale. Anatla laccata squisita.

BARBARA   (al telefono) Scusi, mi può dare il suo numero di telefono?

MARIO         (al telefono) No. Non dale niente! Tutto finito. Glande qualità. Polco salsa aglodolce. Anatla salsa aglodolce. Calamali salsa aglodolce. Liso salsa aglodolce.

Durante l'ultima battuta, Carla è entrata, con una tazzina di caffè per Walter. Si ferma alla vista di Mario che parla "cinese". Walter e Mario non lo notano.

BARBARA   (al telefono) Eppure io ho fatto...

MARIO         (interrompendola al telefono) Liso cantonese liso flitto,     

liso con gambeletti, liso bianco...(Mario vede Carla e tira Mario per lo manica. Mario si sbarazza di Walter. Allora, mentre Mario continua a parlare, Walter gli passa davanti e gli segnala discretamente la presenza di Carla) Liso poppadom, liso chappati, liso basmati. (vede Carla) Sì, basta così!  Plepali tutto che passelà a litilallo andando a prendere il padle. (riattacca. A Carla, normale:) Il proprietario non c'era. Era la moglie, ma capisce solo il cinese. (Barbara riattacca confusa) ...e siccome Walter non sa fare l'accento cinese, eh Walter?

WALTER     Benooo benooo...

MARIO         Vuole prendere da mangiare per il viaggio, e il padre adora la cucina cinese... Anche a te piace il cinese, vero Walter?!...

WALTER     (senza entusiasmo) Ahi voglia. Anche perché due settimane a Positano, rischio di mangiare sempre frutti di mare...

BARBARA   (portando il caffè a Walter) Ecco il tuo caffè. Senza riso..

WALTER     Perfetto!

MARIO         Beh, devo proprio andare!

Durante le repliche che seguono Barbara riprende il foglio col numero di telefono, lo controlla e lo ricompone. Un colpo alla porta di Alice.

ALICE           (off) Allora? Questa chiave?!

MARIO         (a Carla) Non farla uscire finché non promette di non mettersi più in contatto con Giacomo!

CARLA         Mario, posso capire che tu abbia paura ma...

MARIO         E non fidarti della sua parola. Falle firmare qualcosa. Tipo "letto e approvato", etc. Vado!

CARLA         Carla prende il contenitore sul tavolo. E la cena?

MARIO         Vado al ristorante... ! (rapido) Scherzavo! Grazie.

Prende il contenitore. Il telefono di piazza Risorgimento squilla. Mario e Walter lo guardano, poi si guardano, guardano Carla, si guardano di nuovo, poi guardano di nuovo Carla, e si mettono a ridere come due stupidi. A piazza Irnerio Giacomo entra dalla porta d'ingresso.

GIACOMO   Il casco non c'è, nella moto! Tu l'hai visto?

BARBARA   (furiosa, perché il telefono squilla a vuoto) Non è nel baule?

Giacomo guarda nel cofano sotto il portabiti.

CARLA         (a Mario) Non rispondi?

MARIO         Certo. (risponde al telefono) Sì...

BARBARA   (al telefono:) Scusi, è lo 06 47 42 21 68?

MARIO         (breve pausa; accento cinese) 41 48 57 62. (riattacca)

BARBARA   (guarda lo schermo del telefono) Ma non è possibile!

Giacomo non ha trovato il casco, si avvia verso la camera.

GIACOMO   (uscendo) Sarà in camera mia.

Durante le prossime battute, Barbara rifà il numero con molto attenzione.

CARLA         Cos'era, quel numero?

MARIO         La fine del mio numero di carta di credito. Le era caduta la salsa di soja sopra, non riusciva più a leggere gli ultimi otto numeri.

CARLA         Chi?

MARIO         La signora del ristorante cinese... per Walter.

CARLA         E perché gli hai dato il numero della tua, di carta di credito?

Mario cerca di trovare una risposta, poi indica a Walter che tocca a lui rispondere.

WALTER     La mia l'ho prestata a mio padre per comprarsi un costume.

CARLA         Allora non solo gli paghi l'affitto, ma anche da mangiare.

MARIO         No, è uno scambio. Mi deve portare un po' di sabbia della costiera Amalfitana... sai per finire il muretto del giardino. Vero, Walter?

WALTER     (esitante) Sì, certo.

MARIO         Devo assolutamente andare.

Il telefono squilla di nuovo. Mario e Walter si guardano. Carla va a rispondere.

CARLA         Ancora!

MARIO         No! (le strappa il telefono. Piano) Pronto.

BARBARA   (al telefono) Scusi se la disturbo, è lo 06 47 42 21 68?

MARIO         (al telefono) 07 08 (Riattacca. A Carla) La data di scadenza. (Barbara verifica il numero sul foglio, e rifà il numero. Mario prende Carla per il braccio e la guida verso la porta della camera d'Alice) Sai, cara, penso che sarebbe una buona idea se andassi a consolare Alice. (a Walter) E se la signora richiama, Walter saprà cosa rispondere! E quel pervertito di Giacomo, se ha il coraggio di venire, accompagnalo alla più vicina stazione di polizia!

WALTER     E quel poveraccio di mio padre che mi aspetta?

MARIO         Ha aspettato tanto, aspetterà un altro po'!

CARLA         Ma io sono qua! Se quel pervertito, come dici tu, arriva, vedrà che non sono una ragazzina di quindici anni, e si darà una calmata. E chi è questa signora che dovrebbe richiamare?

Squilla il telefono.

MARIO         Vedi? (risponde al telefono) La moglie del cinese. (al telefono, accento cinese) Soplattutto non tloppo cotto... (riattacca, accento normale) ...l'anatra laccata.

Mario prende il contenitore da dietro il divano ed esce di corsa dalla porta d'ingresso.

WALTER     Mario! Mario!

Barbara rifà il numero. Alice dà un altro colpo alla porta.

ALICE           (off) L'hai trovata questa maledetta chiave?!

Carla va verso la camera di Alice.

CARLA         (A Alice) Tutto a posto amore (A Walter) Hai finito il caffè? Allora perché non sloggi e te ne vai con tuo padre a Positano?

WALTER     (esitante, indica il telefono) Non sono sicuro se... (indica la porta) O se...

CARLA         lo invece sono più che sicura!... (apre la porta della camera di Alice che ne esce, furiosa)

ALICE           Dov'è quello stronzo di mio padre?!

CARLA         E' andato a lavorare.., e non parlare così.

ALICE           No, ma... (vede Walter) Ah! Zio Walter! (a Carla) Vedi, lo zio Walter non mi vieterebbe mai di incontrare Giacomo, eh zietto? Tu sì che mi capisci, vero? Ma pensavo che dovessi partire in vacanza con tuo padre, oggi!

WALTER     Anch'io, lo pensavo!

CARLA         (precisando) Stava appunto per andarsene. (insistendo) Immediatamente.

Walter fa un salutino con la mano a Alice. Il telefono di piazza Risorgimento squilla. Walter lo fissa con orrore. Carla sto per rispondere. Walter spinge Alice sul divano, salta sul telefono e risponde. Carla è sconvolta. Walter guarda un attimo il telefono, guarda Carla, poi di corsa.

WALTER     1 56 10 94 223 232 232. (riattacca, alza il braccio vittorioso) Yesss!!

BARBARA   Ma non è possibile!!!

Barbara se ne va in camera, col telefono senza fili in mano, lasciando sul tavolo il foglio. Carla e Alice guardano Walter con aria interrogativa.

WALTER     Il numero della mia tessera sanitaria.., voleva un documento... per il pagamento.

ALICE           (senza espressione) Non ho capito.

CARLA         Lascia stare, non c'è niente da capire. Vatti a sciacquare il viso. Mamma ti va a prendere un Moment.

ALICE           (con aria di sfida) Posso vedere Giacomo, quando arriva, vero?!

CARLA         Ma certo! Sempre che suo padre l'abbia lasciato venire.

ALICE           E perché non dovrebbe?

CARLA         Ah! Chiedilo a suo padre! (Walter controlla la porta d'ingresso, mentre Alice torna in camera sua. Carla va verso la cucina, poi si blocca e si gira verso Walter, che si è messo in ginocchio per guardare attraverso la fessura della posta) Arrivederci, Walter!

WALTER     Carla... Mi stavo domandando...

CARLA         (insistendo) Buon viaggio, Walter!

WALTER     ...riguardo a Giacomo e Alice...

CARLA         (con molta insistenza) Buone vacanze, Walter!

WALTER     ...se Giacomo è veramente un depravato...

CARLA         Walter Fattore, al posto tuo lascerei da parte i problemi sessuali degli altri per concentrarmi sui miei!! (Esce in cucina)

WALTER     Bel modo di cominciare le vacanze.

Beve un sorso di caffè, mentre Mario entra di corsa dalla porta.

MARIO         Walter!

WALTER     (spruzzando il caffè) Ahh! Non lo fare più!

MARIO         (Mario corre da Walter. Allungando la mano) Le tue chiavi!

WALTER     Cosa?!

MARIO         Ho fatto cinquanta metri e ho bucato! Dammi le chiavi della tua macchina!

WALTER     Ma mi serve!

Barbara esce dalla camera e chiude la porta. Va a sedersi sulla destra del divano, e spinge un pulsante sul telefono.

MARIO         Devo andare subito a piazza Irnerio! Torno subito! E poi riparo la mia

WALTER     Ma sono già in ritardo. Se non mi sbrigo, mio padre comincia ad andare a piedi!

MARIO         Vado e torno! (insiste) Venti minuti al massimo! OK?

WALTER     (controvoglia) Va bene. Venti minuti, non uno di più!

Walter comincia a cercare le chiavi nelle tasche, mentre Giacomo esce dalla camera, casco in mano.

GIACOMO   L'ho trovato. Chi chiami? (Si guarda allo specchio ed infila il casco)

BARBARA   Tuo padre. Non fa mai così tardi.

MARIO         (a Walter) Allora?!

WALTER     Ecco, ecco... (suoneria di portatile musicale) Che diavolo è?

MARIO         Il mio telefonino. (tira fuori il telefonino dalla tasca e lo guarda, poi rilassato risponde) Pucci pucci come stai?

BARBARA   (al telefono) Mario, dove sei?

MARIO         (a Mario, coprendo il telefono) Mi vuoi dare le chiavi?

WALTER     Non le trovo!

MARIO         Cazzo! Trovale!

GIACOMO   Papà sta bene?

BARBARA   Penso di sì.

MARIO         Dov'è Carla?

WALTER     In cucina.

Barbara si alza e si siede sul lato sinistro del divano.

BARBARA   (al telefono) Ciccino, ci sei ancora?

MARIO         (al telefono) Scusa, pucci pucci, c'era la polizia. Sto tornando a casa.

(a Walter) Bloccala di là! (lo spinge verso la cucina)

WALTER     Cosa? E come?

BARBARA   (al telefono) Mario!

MARIO         (al telefono) Scusa, tesoro, non ti sento bene! (coprendo il telefonino, a Walter) Che ne so, raccontale una barzelletta!

WALTER     Non ne conosco!

MARIO         Inventane una!... E trova le chiavi!

BARBARA   (al telefono) Mario, ci sei?

MARIO         (al telefono, parla a singhiozzo) Sì, ma c'era una galleria...

Mario apre la porta della cucina.

WALTER     Una galleria!

Mario spinge Walter in cucina e chiude la porta. Controllando sempre la porta della cucina, si mette davanti al divano.

MARIO         (al telefonino) Ok, finita la galleria. Niente polizia. Dimmi, tesoro, c'è Giacomo?

GIACOMO   Ciao, ma!

Barbara si alza.

BARBARA   (a Giacomo) Giacomo... aspetta!

GIACOMO   Sono in ritardo.

Giacomo se ne va. Barbara lo segue fino alla porta.

MARIO         (calmo, ma pressante) Posso parlare con Giacomo?

BARBARA   (al telefono) Non sono riuscito a bloccarlo.

MARIO         (nel panico) Raggiungilo!

BARBARA   (al telefono) Ha detto che era in ritardo.

MARIO         (al telefonino) Me ne frego, devo parlargli subito!

Barbara chiude la porta. Arriva Carla dalla cucina. Porta un bicchier d'acqua ed un Moment.

CARLA         (arrabbiata) E tu la chiami una barzelletta? (Walter la segue) Mario, con chi stai parlando?

MARIO         Con nessuno.

CARLA         E cos'è che hai in mano, una noce di cocco?

MARIO         Ah, questo!(al telefono) Un attimo.

BARBARA   (al telefono) Mario?

CARLA         Chi deve aspettare?

MARIO         Ehm, un cliente.(al telefonino) ...Una Fiat blu tra sette — otto minuti.

BARBARA   (al telefono) Mario, ma che stai dicendo?

MARIO         (coprendo il microfono) Walter. DOVE SONO LE TUE CHIAVI?! (a

Carla) Ho bucato e c'è un cliente che mi aspetta.

CARLA         Non puoi prendere un cliente con la macchina di Walter. Non ha il tassametro.

MARIO         (coprendo il microfono) E' uno fisso. La prossima volta, lo faccio pagare doppio.

BARBARA   (al telefono) Mario... Mario. Non ti sento più. Sei ancora in galleria?

WALTER     (cercando nelle tasche) Non le trovo.

BARBARA   (al telefono) Mario, mi senti?

MARIO         (al telefonino) Molto male. Ma adesso vengo. (si sente Giacomo che accende il motorino)

BARBARA   (al telefono) Ah, Giacomo se ne sta andando. Sento il motorino. (apre la porta d'ingresso)

MARIO         (coprendo il microfono) Walter, le chiavi! (al telefonino) Scenda subito dal motorino e mi aspetti!

WALTER     Forse...

MARIO         Sbrigati! (Walter comincia a cercare nelle buste per terra).

CARLA         Motorino?

MARIO         (coprendo il microfono, a Carla) Il mio cliente, un vecchietto di settantacinque anni che tutte le settimane fa la spesa al supermercato e che io riaccompagno a casa. Siccome non mi ha trovato, una persona si offerta di riaccompagnarlo in motorino.

Carla va verso la camera di Alice. Si sente il rumore del motorino di Giacomo che parte. Barbara chiude la porta.

BARBARA   Vabbè, se n'è andato. Mario, non ti sento più, io riattacco.

(riattacca il telefono)

Carla esce nella camera di Alice.

MARIO         (al telefonino) No! Arrivo. Digli di aspettarmi! Fallo scendere subito dal motorino! (a Walter) Fammi cercare a me,-(Mario gli dà il telefonino e comincia a cercare Barbara esce dalla porta d'ingresso. Mentre cerca, a Walter) E qualunque cosa succeda, tu resti qui finché non torno.

WALTER     E dove vuoi che vada senza macchina? E torna presto, perché quando sono in ritardo, papà perde la testa.

MARIO         La testa l'ha persa già da un pezzo.

WALTER     Appunto. Adesso ha bisogno di punti di riferimento. Quindi, se sono in ritardo...

MARIO         Walter, la mia vita dipende da te!

WALTER     Anche quella di mio padre.

MARIO         Ma tuo padre non ha due mogli.

WALTER     Da quando è morta mia madre, non ne ha più neanche una.

MARIO         Beato lui! (trova le chiavi) Sono queste?

WALTER     Sì ma... Mario, ascoltami, io non so fare queste cose! Non so fare James Bond, sono solo il tuo inquilino.

MARIO         (grave, passandogli un braccio intorno al collo) Walter. Tu sei molto di più che il mio inquilino. Tu sei il mio migliore amico. Da vent'anni. Ti rendi conto? Da vent'anni, sei il mio migliore amico, mio... e di Carla...

WALTER     Beh, insomma...

MARIO         ...e di Alice.

WALTER     Vent'anni fa non era ancora nata.

MARIO         Non cambia niente. Tu sei il suo zietto Walter. Fai parte della famiglia. (emozionato) E oggi la famiglia ha bisogno di te!

WALTER     Senti...

MARIO         Conto su di te, Walter. Ho bisogno di te per salvarmi la vita. L'hai già fatto una volta...

WALTER     Sì, ma...

MARIO         ...ormai dovresti essere abituato! (Mario corre verso la porta d'ingresso)

WALTER     Mario!... (troppo tardi, Mario è andato via, senza rendersi conto di aver lasciato il telefonino a Walter. Walter sospira, e getta uno sguardo alle sue cose sparse per terra. Sta per raccoglierle, quando si accorge di avere ancora in mano il telefonino di Mario. Corre alla porta) Mario! Mario! Il telefonino! (si sente la macchina di Walter che parte) E poi, James Bond non doveva accompagnare suo padre a Positano! (prende una busta piccola che mette in quella più grande) Questo è per mio padre. (raccoglie le altre cose, trova la maschera e il boccaglio. Li mette e comincia a "nuotare". Contemporaneamente, a piazza lrnerio, Barbara entra dalla porta d'ingresso, e, accanto a Walter che "nuota", compone un numero. Squilla la suoneria musicale del telefonino nella tasca di Walter. All'inizio non capisce da dove viene. Poi, rendendosi conto, tira fuori il telefonino dalla tasca e risponde, sempre col boccaglio in bocca. Al telefonino:) Pronto!

BARBARA   Mi scusi, credevo di aver fatto linumero di mio marito, il signor Rossi.

WALTER     (toglie la maschera e il boccaglio e li posa dietro la poltrona a destra) Ehm, sì.

BARBARA   Ma lei non è mio marito.

WALTER     Ehm, no.

BARBARA   (perdendo la pazienza) Quindi questo è il numero del telefonino di mio marito, il signor Rossi?

WALTER     Ehm, sì.

BARBARA   Allora posso parlare con mio marito?

WALTER     Ehm, no.

BARBARA   Ci conosciamo?

WALTER     (nel panico) Assolutamente no!

BARBARA   Ma allora lei chi è?

WALTER     Signor... (guarda il telefonino) Nokia.

BARBARA   Ma come, Nokia? Che invenzione è mai questa?!

WALTER     Per l'appunto, noi inventiamo telefoni e l'ultima nostra grandissima invenzione è un sistema di risponditore molto, molto personalizzato e estremamente profilato.

BARBARA   Ma leichi è?

WALTER     Gliel'ho appena detto. Sono il risponditore estremamente profilato e personalizzato del signor Rossi. Come posso aiutarla?

BARBARA   (pausa, con molta pazienza) Stavo parlando con mio marito, due minuti fa. Vorrei parlare con lui!

WALTER     Non può ricevere più telefonate. Se desidera lasciargli un messaggio, sarà mia cura riferirglielo personalmente.

BARBARA   Gli può dire che ha chiamato sua moglie...

WALTER     Sua moglie di... piazza Irnerio?

BARBARA   (pausa) Sì, certo. Ma... (si alza) lei come lo sa?

WALTER     Ehm... lei è nel nostro database. Sì. Proprio così... moglie...piazza Irnerio... signora Rossi. E il resto del messaggio, prego?

BARBARA   Che non sono riuscita a bloccare mio figlio.., sta andando a piazza Risorgimento.

WALTER     "Sta andando a..." (rendendosi conto) Qui?!... Oh no! Qui no!

BARBARA   Come "qui no"?

WALTER     Qui no, Cinzia... Mi scusi. Piccolo problema organizzativo.Cinzia, non deve mai poggiare il caffè qui. Adesso ho il mouse tutto bagnato. (voce acuta) Mi dispiace, signor Bianchi. Le posso portare un altro caffè? (voce normale) Non ha del lavoro da fare, Cinzia? (voce acuta) Sì, signor Bianchi. (voce normale) Allora?! Cosa aspetta, Cinzia? Torni al lavoro! (voce acuta) Mi scusi, signor Bianchi... subito, signor Bianchi. (Walter sbatte la porta del salotto. Barbara  ascolta sconvolta. Voce normale) Mi scusi, signora Rossi. Queste co-co-co... Allora, cosa stavamo dicendo? Ah, sì! Lei è definitivamente e irrimediabilmente sicura che il piccolo Giacomo stia andando a piazza Risorgimento?!

BARBARA   Come sa che mio figlio si chiama Giacomo?

WALTER     Ehm... è registrato nel…

BARBARA   ...database, certo. Sì, se n'è andato. Andava molto di fretta... e dovrebbe arrivare da un momento all'altro.

WALTER     Da un momento... Perfetto. Grazie, signora Rossi. Nokia la ringrazia per aver utilizzato il suo servizio di risponditore "top persona!" (riattacca il telefonino, e Barbara, perplessa, rimette il cordless sulla base) Porca miseria!

Barbara si precipita nella sua camera, mentre Walter si mette il telefonino in tasca, va in punta di piedi alla porta d'ingresso e apre uno spiraglio. Contemporaneamente, Carla esce dalla camera di Alice, con un bicchiere in mano. Vedendo Walter, si blocca.

CARLA         Sei ancora qua, tu?

WALTER     (a causa della voce improvvisa di Carla, Walter tira per sbaglio la porta verso di sé e sbatte la testa) Sì. Stavo giusto dando un'occhiata fuori. E' sempre molto importante controllare il tempo, quando si parte in vacanza.

CARLA         C'è una cosa ancora più importante!

WALTER     E cosa?

CARLA         Esserci.

WALTER     Essere dove?

CARLA         In vacanza. (pausa, aggressiva) Vuol dire che voglio che tu sparisca, che voglio che tu raccolga il tuo casino (indicando le cose sparse per terra) prima di andare, e che mi lasci in pace per quindici giorni. Quindici giorni parti, giusto?

WALTER     Se fa bel tempo. Papà non sopporta la pioggia.

CARLA         Allora pregherò il cielo perché resti bello, blu e senza nuvole. Scompari!

WALTER     Consideralo fatto. Raccolgo. Salgo. (mimo di prendere la valigia) Le valigie. Scendo. Vado a prendere papà, e poi... direzione il sole tropicale di Positano. La vita è bella.

Walter prende tutto quello che resta sul divano. La maschera e il boccaglio sono ancora dietro la poltrona.

CARLA         OK!

WALTER     Ok ok ok ok ok. La vita è bella! (Ma non se ne va).

CARLA         Allora? Vai o non vai?

Carla spinge Walter per poter prendere l'altra tazza di caffè dietro il divano. Walter, preoccupato, guarda la porta d'ingresso. Carla si gira.

WALTER     Certo. Lassù. Il mio appartamentino. Tranquilla. Adesso vado. Adesso vado. Mettere tutto a posto. Poi partire. Non ti preoccupare per me. Vai. Avrai sicuramente qualcosa da fare.

CARLA         Se non te ne vai, allora sì che avrò qualcosa da fare. Incollarti il mio piede là dove il sole non batte!

WALTER     Ah sì?! Beh, allora... (Walter si precipita per le scale. Carla emette un sospiro rabbioso, poi va in cucina. In cima alle scale appare la testa di Walter. Controlla che non ci sia nessuno e corre giù per le scale. Corre ad incollare l'orecchio sulla porta della cucina. Poi va in punta di piedi verso la porta d'ingresso e la spalanca per guardare fuori. Giacomo è davanti alla porta, ancora col casco, il dito pronto a suonare. Spaventato:)Aah!

GIACOMO   Salve! lo sono Giacomo!

WALTER     (lancia uno sguardo verso la cucina; preoccupato) Aah!

GIACOMO   Ho appuntamento con Alice. Mi sta aspettando.

WALTER     Sì. Ha aspettato, ha aspettato... e adesso non vuole più vederti.

GIACOMO   Ma è lei che mi ha detto di venire. (guarda l'orologio) E sono pure in anticipo.

WALTER     Con Alice, l'ora è l'ora. In ritardo, è troppo tardi. In anticipo, è troppo presto Felice di averti incontrato, e non dimenticare di non tornare.

Prende Giacomo per il braccio e lo tira verso la porta.

GIACOMO   Aspetti. Lei è il padre di Alice?

WALTER     Come?

GIACOMO   Alice abita qui con i suoi genitori, no?

WALTER     Alice abita qui con i suoi genitori, sì. lo, abito nella stanza di sopra. (piccola pausa) Alice abita nella sua stanza (passa davanti alla camera di Alice e la indica), e poi il signore e la signora Rossi abitano nella loro stanza (sta per andare verso la camera dei genitori per indicarla ma cambia idea), cioè... nostra, noi abitiamo nella nostra stanza di sopra... perché... effettivamente, sì io sono ... il padre di Alice... (più sicuro di sé) e quindi, sono io che comando, e quel che sto dicendo, ragazzo mio... è che Alice non ti vuole vedere!

Cerca ancora una volta di spingere Giacomo alla porta, ma Giacomo resiste.

GIACOMO   Ma mi ha mandato un'email mezz’ora fa per dirmi di venire.

Durante quel che segue rimette il casco a Giacomo.

WALTER     Devi stare al passo con i tempi, ragazzino. Questo era mezz’ora fa. Ma adesso non vuole più vederti. E non potrà vederti neanche più tardi. E dopo, sarà troppo tardi Non avete nessun futuro insieme. E' finita. Buongiorno. Addio. Buona giornata!             (su queste ultime parole chiude la visiera del casco, spinge Giacomo fuori e sbatte la porta. Si appoggia alla porta, sfinito. Squilla la porta di piazza Risorgimento. Walter apre la porta. Giacomo è sempre là) Togliti dai coglioni!

Walter sbatte nuovamente la porta,e ci si appoggia di nuovo, distrutto, morto di vergogna. Non è il suo linguaggio abituale. Carla arriva dalla cucina con una grande pentola in mano. Si blocca vedendo Walter immobile. Walter trasforma la sua espressione orripilata inaria beata

BARBARA   Sei ancora qui, tu?                

WALTER     In un certo senso.

BARBARA   Non era il campanello?

WALTER     In un certo senso.

BARBARA   Beh, apri per vedere chi è.

Carla va verso Giacomo, Walter la prende per le spalle e l'allontana dalla porta, fronte sinistra.

WALTER     So già chi è. (pausa) E' per me.

BARBARA   Per te?

WALTER     Sì, è una persona che viene per vedere me. E' una visita molto importante e molto lunga. Potrebbe durare ore... e non dobbiamo essere disturbati per nessun motivo.

Cerca di portare Carla verso la cucina, ma lei resiste.

CARLA         Ma credevo che andassi a Positano.

WALTER     Eliminato... Positano.

CARLA         E tuo padre.

WALTER     Eliminato anche lui. Voglio dire... temporaneamente. Ci andiamo più tardi. Dopo la visita del mio ospite.

Il campanello squilla di nuovo.

CARLA         Allora, non lo fai entrare?

WALTER     No, non adesso... Ho bisogno di essere, soto cot-mlo-ospite.          

Cerca di spingere Carla in cucina.

CARLA         Ma che stai dicendo?

WALTER     Ottima domanda!

CARLA         Allora?

WALTER     Allora... (il campanello squilla di nuovo) Carla! Non voglio che tu veda il mio ospite, e che il mio ospite veda te.

CARLA         Perché?

WALTER     Perché è una visita.., personale e privata.

CARLA         Personale e privata come il problema affettivo di cui parlavi a Mario prima.

WALTER     Ehm, sì... se vuoi...

CARLA         E quando ne hai parlato a Mario, sapeva della persona dietro la porta?

WALTER     (titubante) Ehm, sì...

CARLA         E sapeva che l'avresti incontrata?

WALTER     (titubante) Sapeva che c'era questo rischio, sì...

CARLA         E non era d'accordo...

WALTER     Non proprio. No.

CARLA         Beh, senti, fai salire la signorina in camera tua e non ne parliamo più.

Carla se ne va in cucina arrabbiata. Walter chiude gli occhi, e alza gli occhi al cielo,

completamente sconvolto. Il campanello squilla di nuovo. Nel panico, Walter chiude la porta della

cucina, e comincia ad andare verso la porta d'ingresso, poi ci ripensa, torna verso la porta della

cucina e la chiude a chiave.

WALTER     Carla, chiusa a chiave. (stessa storia, ma questa volta corre verso la porta di Alice, che chiude a chiave) Alice, chiusa a chiave. (finalmente va alla porta d'ingresso e l'apre. Giacomo entra direttamente nella stanza) Giacomo!

GIACOMO   Non posso credere che Alice non mi voglia vedere.

WALTER     Ma non mi ascolti proprio, eh, con quella tua testolina da internauta? Non è che non vuole vederti, è che preferisce non vederti, che vuole evitare di vederti. Me l'ha detto lei stessa: "Papà, non ho il coraggio, devi dire a quel Giacomo Rossi, e fargli capire una volta per tutte (staccando le parole) che non lo posso vedere." Capito?

GIACOMO   (pausa) Vuol dire che ha un problema di vista?

WALTER     (esita, poi con un'aria esausta) Sì. Se vuoi.

GIACOMO   Che problema ha?

WALTER     (urlando) Ma non ne ha!

GIACOMO   Se mi ha appena detto che ha un problema di vista.

WALTER     (urlando) Sì. Lo so. Il problema di vista.., è che non ne ha.

GIACOMO   (sconvolto) Non ne ha?! Vuole dire... che non ci vede?

WALTER     Non ci vede! Hai capito benissimo. Molto triste.

GIACOMO   (senza parole) E' cieca...

WALTER     Non si dice cieca, caro Giacomo. Si dice "non vedente". Troppa televisione. Troppo internet. E' cominciata piano piano. E poi, un bel mattino: "Dov'è la colazione, papà? — Sul tavolo, tesoro. — Quale tavolo, papà?" Ecco fatto... Alice cieca!

GIACOMO   Non vedente.

WALTER     Sì, hai ragione. Allora, adesso che hai capito, vuoi andartene da questa casa, e non tornare mai più? (Spinge Giacomo verso la porta, ma Giacomo si rigira).

GIACOMO   Ma è una ragazza fantastica!

WALTER     Perché?

GIACOMO   Se è cieca, come fa ad usare il computer?

WALTER     Aveva fatto un corso per segretaria. Non ha bisogno di guardare la tastiera.

GIACOMO   Ma per vedere lo schermo?

WALTER     Lo schermo? (pausa) Ha un programma speciale che traduce in voce tutto ciò che c'è sullo schermo.

GIACOMO   Anche le immagini?

WALTER     (stanco) Anche le immagini.

GIACOMO   Ma un programma così sarà costato un occhio della testa.

WALTER     L'hai detto. Beh, te ne vai?

GIACOMO   (Deciso) No! Devo vederla!  

WALTER     E' finita, Giacomo. Col cuore pesante, le lacrime agli occhi, lei ha deciso di porre fine a tutto ciò, prima che sia troppo tardi. Ecco. La sua decisione è presa. Definitivamente. Senza rimpianti, senza rancore. Addio, Giacomo.

Durante l'ultima risposta, Walter ha spinto Giacomo dolcemente verso la porta d'ingresso. Si sente

bussare alla porta di Alice.

ALICE           (off) Ehi! Chi è che mi ha chiuso di nuovo a chiave?

Walter prende Giacomo per il braccio e lo spinge per bloccargli l'accesso alla porta della camera.

WALTER     (con voce gentile) Arrivo. (Walter sorride a Giacomo, poi con fermezza:) Tu, vattene.

Prende Giacomo per le spalle e lo accompagna alla porta. Alice picchia di nuovo sulla porta.

Giacomo si rigira.

ALICE           (off) Cosa sta succedendo?

WALTER     (gentile) Arrivo! Arrivo!

Walter sorride nuovamente a Giacomo e lo rigira in direzione della porto d'ingresso.

ALICE           (off) Sei tu, zio Walter?!

Giacomo si gira, sorpreso. Walter sorride.

WALTER     (verso la porta) No. (a Giacomo) Suo zio Walter abita con noi.

ALICE                       (off) Allora chi è? Aprite questa porta!

GIACOMO   E' Alice?

Giacomo si sposta rapidamente verso la camera, ma Walter lo prende per il braccio, e lo tira

nell'altro senso.

WALTER     No! Nonè Alice. E' la signora Rossi.

GIACOMO   La signora Rossi, la madre di Alice?

WALTER     Sì, Carla, esatto.

GIACOMO   Oh, vorrei tanto conoscerla.

ALICE           (off) Aprite questa porta!

Walter va verso lo porta, Giacomo lo segue.

WALTER     Non è una buona idea. E' un po' strana. Per questo l'ho chiusa dentro. Non è sempre stata così. E' successo la mattina che Alice ha perso la vista. Una colazione che mi è impossibile dimenticare.

GIACOMO   E' orribile.

WALTER     Orribile! Grazie, Giacomo.

ALICE           (off) Se non aprite questa porta, la butto giù!

WALTER     (a Giacomo) La senti? Può diventare anche molto violenta. Credo che tu faccia meglio ad andartene. Tutto ciò è molto triste!

Rigira Giacomo verso la porta d'ingresso. Carla bussa alla porta della cucina.

CARLA         (off) Ehi, oh! (Walter e Giacomo si girano verso la porta della cucina) Ma, chi è che ha chiuso?!

WALTER     (a Giacomo) E' la sorella di Carla mia moglie.

Walter va verso la porta della cucina.

GIACOMO   Anche lei è chiusa a chiave?

Giacomo va verso la porta della cucina ma Walter lo blocca.

WALTER     Certamente!

GIACOMO   Perché anche lei è strana?

WALTER     Certamente!

GIACOMO   Ammazza!

WALTER     Sì. E' Lilli. Lilli è uscita fuori di testa lo stesso giorno della sorella. Non a colazione. Più tardi. Verso metà pomeriggio, all'ora del tè. E' sempre stata un po' più lenta.

GIACOMO   Porca miseria!

Carla bussa più forte.

CARLA         (off) Perché la porta è chiusa a chiave?

GIACOMO   No. Voglio vedere Alice!

Il rumore dalle porte diventa assordante. Walter non sa più cosa fare.

WALTER     Va bene. Ma aspetta lì sopra, nel mio appartamento.

Walter chiude la porta d'ingresso. Aspetta che Giacomo salga, ma Giacomo si blocca.

GIACOMO   Il suo appartamento?

Walter non sa cosa dire Gli viene da piangere.

WALTER     (pausa) Sì. (si lancia) Quando Carla ha cominciato ad avere le sue crisi isteriche ho dovuto predisporre un piccolo appartamento lì sopra. Soprattutto per la notte. Di giorno, mangiamo insieme, ma la notte, è più sicuro stare in camere separate. E Walter Fattore, mio cognato, mi raggiunge anche lui se Lilli diventa.., insomma, la stessa cosa.

GIACOMO   Beh, salgo.

WALTER     In alto a sinistra. La porta è aperta.

GIACOMO   Ma dirà ad Alice che sono là, vero?

WALTER     Sì, sì. Ma mi sa che dovrai aspettare un bel po', perché è caduta dalla bicicletta.

GIACOMO   Bicicletta?!

Walter si rende conto di ciò che ha detto. Si sposta a destra del divano e si siede, batte la mano sul

sedile accanto a lui per farsi raggiungere da Giacomo.

WALTER     (pausa) Sì. (si lancia) Perché, sul suo computer lei ha un'immagine virtuale di una bicicletta, che lei chiaramente non vede, ma che sente. I dottori hanno insistito molto che lei faccia un po' di esercizio... e allora.., lei pedala... virtualmente... Oggi ci ha messo un po' troppo entusiasmo, sapendo che tu saresti venuto. Allora è caduta cambiando marcia...

GIACOMO   Ma come può essere in ritardo per questo? Il suo computer è qui, no?

WALTER     (sfinito) Di solito sì, ma quando è caduta, la bicicletta virtuale si è rovinata, allora abbiamo dovuto portare il computer a riparare. E siccome il computer è programmato personalmente per lei, abbiamo dovuto portare a riparare anche lei. Va bene?

GIACOMO   Sì, ma...

WALTER     No!

Dalla camera dei genitori entra Barbara e va al telefono. Walter spinge Giacomo e gli fa salire le

scale. Mentre Barbara compone il numero, Walter va verso la cucina in punta di piedi e origlia alla

porta. Alice bussa sempre alla porta. Giacomo si volta.

ALICE           (off) Papà, se non apri questa porta, la sfondo.

Walter esita, poi si dirige sempre in punta di piedi verso la camera di Alice. All'improvviso, squilla

il telefonino nella sua tasca. Walter si spaventa, poi si rende conto di cos'è, Io tira fuori, spinge il

pulsante di risposta, e ascolta.

BARBARA    (al telefono) Mario? Mi senti? Ma dove sei? (Walter fa qualche respiro al telefono e riattacca) Ma non è possibile!

Barbara arrabbiatissima va in camera sua.

ALICE           (off) Papà!

CARLA          (off) Walter!

ALICE           (off) E che palle!

Walter guarda le due porte, senza sapere verso quale andare.

Contemporaneamente, Mario arriva a piazza Irnerio. Non ha più la giacca. Alla fine, Walter va in

punta di piedi verso la camera di Alice.

MARIO          (senza fiato, di corsa) Giacomo! Barbara! Giacomo! Barbara!

Nel momento che Walter gira la chiave per aprire la porta di Alice, Mario entra nella camera di

Barbara. Alice esce furioso dalla sua camera. Ha fatto la doccia, indossa dei vestiti molto

tendenza, e porta una borsa sulla spalla.

ALICE           Senti, papà, io non...!

WALTER       Ssshhh!

ALICE           (meravigliata) Zio Walter! Ma... (sbatte la porta) Che ci fai qua? (attraversa la scena davanti a Walter) Dov'è papà? Perché mi ha chiuso a chiave? Era Giacomo alla porta?

WALTER       Una domanda per volta! Tuo padre è andato a prendere un cliente che lo aspetta davanti al supermercato. Sì, era proprio Giacomo alla porta, e... sì, ti ho chiuso a chiave.

Carla bussa alla porta della cucina.

CARLA         (off) Apri questa porta!

WALTER     (a Alice) E ho chiuso a chiave anche tua madre.

ALICE           Ma perché?

WALTER     (gli viene da piangere) Non mi ricordo più.

Si abbandona sul divano. Alice apre la porta della cucina. Carla entra di gran carriera.

CARLA         (entrando) Ma chi è che... Alice! Sei tu che mi hai chiuso a chiave?

ALICE           No. E' stato zio Walter.

CARLA         E perché diavolo?!

ALICE           Non si ricorda più.

Carla attraversa la scena fino a dove sta Walter.

CARLA         E' vero?

WALTER     Sì.

CARLA         E com'è che non ti ricordi più?

WALTER     Se mi ricordassi perché non mi ricordo più, saprei rispondere alla tua domanda.

CARLA         Sei ancora più rincoglionito di quanto pensassi! (fredda) E il tuo "ospite"?

WALTER     Disopra.

CARLA         Allora cosa fai qui?

WALTER     Beh, non lo so.

ALICE           Me ne frego del suo ospite. Dov'è il mio?

CARLA         Come, il tuo?

ALICE           Giacomo.

WALTER     (si alza) E' andato via.

CARLA         Non sapevo neanche che fosse arrivato.

WALTER     E non tornerà.

ALICE           Come? E perché?

WALTER     L'ho mandato via.

CARLA         (a Walter) Ma tu che c'entri?

WALTER     (si siede) A dire il vero... niente.

ALICE                      Visto che l'hai mandato via, andrò io da lui.

Alice va al guardaroba per prendere il casco della sua bicicletta.

WALTER     No!

CARLA         (a Walter) Non ti riguarda!

ALICE           Mamma ha ragione! Prendo la bicicletta.

Durante le prossime tre repliche, Alice tira fuori il casco dal guardaroba in fondo a destra.

CARLA         Preferirei comunque che domandassi il permesso a tuo padre.

WALTER     (si alza) Ben detto!

CARLA         (girandosi verso Walter) Cuccia, tu!

ALICE           (decisa) Papà non vorrà certo impedirmi di andare a trovare un ragazzo a casa dei genitori in pieno giorno. (a Walter) E tu.. sei peggio di mio padre. Sei un traditore!

Walter si alza. Durante la prossima battuta, Alice esce.

CARLA         Papà lo fa per il tuo bene, e lo sai. Non fare stupidaggini, tesoro.

ALICE           (off) Stupidaggini, io?!

CARLA         Sì, tu! (Carla chiude la porta. Tra sé) E' proprio figlia di suo padre! (a Walter) Tutta colpa tua!

WALTER     (si siede) E ti pareva.

CARLA         Quando è arrivato, Giacomo?

WALTER     Poco fa!

CARLA         Mentre la tua consultazione "personale e privata" era di sopra?

WALTER     Ehm... sì.

CARLA         Ed è ancora là?

WALTER     Là... dove?

CARLA         Beh, di sopra!

WALTER     Ah, sì, è ancora là.

CARLA         Allora, se tu salissi, potresti finire la tua "consultazione"...

Conclude la frase con un gesto della mano. Carla va in cucina. Walter si alza e va verso la porta d’ingresso.

WALTER     (Tra sé) Avvisare Mario. Arriva Alice. Giacomo da me. (tira fuori il telefonino, spinge i pulsanti) Allora, chiamate ricevute, chiamate ricevute.

A piazza Irnerio, Mario entra dalla stanza dei genitori, seguito da Barbara che chiude la porta

MARIO         (entrando) Avresti dovuto impedirglielo!

BARBARA   A sentire Giacomo, è carina.

MARIO         E' una strega!

BARBARA   Ma come puoi dire una cosa simile? Non l'hai mai vista.

MARIO         Ma sì! Sì... cioè... è come se l'avessi vista, sono sicuro che è una strega. E comunque non c'entra niente. Ti avevo detto di bloccare Giacomo qui.

Mario torna verso la porta d'ingresso.

WALTER     (guardando il telefonino) Chiamate ricevute.

BARBARA   Ma dove vai, adesso?

WALTER     (guarda l'orologio) Opzioni. Chiamare. Yes!

MARIO         Mi sono appena ricordato che ho lasciato un vecchietto carico di buste della spesa nel parcheggio del supermercato.

Mario parte di corsa. Barbara sta per seguirlo, ma squilla il telefono.

BARBARA    (al telefono) Pronto?

WALTER       (al telefono; nervoso) Signora Rossi?

BARBARA    (al telefono) Sì?

WALTER       (al telefono) Avrei bisogno di parlare col signor Rossi. E' molto urgente.

BARBARA    (al telefono) Lei è?

WALTER       (al telefono) Il signor Fa… fa niente, sono la segreteria personale del signor Rossi. E ho un messaggio personale da comunicargli. Molto personale, molto importante... e molto urgente.

BARBARA    (al telefono) Non c'è.

WALTER       (al telefono, con una voce completamente disperata) Ma no! Non è possibile!

BARBARA    (al telefono) Ma che succede?

WALTER       (al telefono, grida:) Ma non è possibile, Cinzia! (voce acuta) Non so che mi succeda, oggi. (voce normale) Succede, mia cara, che lei è licenziata! (voce acuta) Ma signor Durante, mi nasce un figlio tra tre mesi. (voce normale) Dovevi pensarci prima, su, fuori. (a Barbara) Il nostro servizio deve consegnare i messaggi nel minor tempo possibile! Allora, è arrivato il signor Rossi?

BARBARA    (al telefono) E'arrivato qualche minuto fa...

WALTER       (al telefono) Meno male.

BARBARA    (al telefono) ...ma è riuscito.

WALTER     (al telefono, nel panico) Ah no! E Alice che sta arrivando...

BARBARA   (al telefono) Cosa ha detto, Alice?

WALTER     (al telefono; nel panico più totale) Ho detto Alice? Beh sì... ho detto Alice... è la sostituta di Cinzia che ho appena licenziato. E sta arrivando, la piccola Alice, sarà qui da un momento all'altro e... e... (si riprende, deciso) Signora Rossi, deve andare via subito!

BARBARA   (al telefono) Non so di che sta parlando.

WALTER     (al telefono) Neanche io, ma faccio del mio meglio. Allora, cerchi anche lei di fare uno sforzo... Esca subito di casa! Adesso... subito... Go!

BARBARA   (al telefono) Ma perché?

WALTER     (al telefono; cerca un'ispirazione) Perché... sul mio schermo... il database mi ha appena detto che avete vinto una cena gratis, vino compreso, in un qualunque ristorante di sua scelta grazie all'estrazione della segreteria esclusiva e personalizzata della Nokia. Ma deve essere lì prima... (guarda l'orologio) delle 16 e 45.

BARBARA   (al telefono) Le 16 e 45... a cena?

WALTER     (al telefono) Prima un tè, e poi più restate e più punti bonus vincete. Basta che mi dica il numero da cui la sto chiamando...

BARBARA   (al telefono, cinica) "Numero privato"?

Carla esce dalla cucina. Walter guarda il telefonino.

WALTER     (al telefono) Ah... davvero? Allora glielo do io. Il numero è... (Walter vede Carla) Carla!

BARBARA   (al telefono) Chi è Carla?

WALTER     E' la... la... la responsabile... e mi sta dicendo che deve imperativamente uscire subito, ma immediatamente, chiudere le finestre e mettere l'allarme. Sennò l'offerta non è valida. (Walter riattacca. Barbara guarda il telefono, sbalordita, ed esce in camera sua. A Carla:) Era una chiamata dall'assicurazione di mio padre. (prende tempo) Per ricordagli di chiudere tutto a doppia mandata prima di andare via, sennò l'assicurazione non è valida in caso di furto.

Carla attraversa la stanza passando davanti al divano, si gira verso Walter.

CARLA         E la tua consultazione? Non sarà impaziente?!

WALTER     (senza muoversi) No, no. E' pagata all'ora.

CARLA         Beh, io no. Ho tante cose da fare. Allora vatti a divertire con lei di sopra... poi vatti a divertire con tuo padre a Positano... ma vatti a divertire altrove!!

In cima alle scale appare Giacomo.

GIACOMO   Scusate, ma... (Walter chiude gli occhi. Carla guarda Giacomo, poi si gira verso Walter. Giacomo scende le scale. Carla sprofonda sul divano, lato sinistro) ...mi stavo chiedendo se non mi avesse dimenticato.

WALTER     Se magari fosse possibile...

GIACOMO   (a Carla, educato) Lei è la signora Rossi?

CARLA         (fredda, si alza) Sì. Sono la signora Rossi.

GIACOMO   Iosono...

WALTER     (rapido) La "visita" (indicando le scale) di sopra.

Durante quanto segue Carla si avvicina con passo lento ma deciso verso Walter fissando Io sguardo su di lui.

CARIA          (fredda) Lo so chi è lei. Ma non sapevo che fosse…

WALTER     Così giovane.

GIACOMO   Mica poi così giovane. E comunque, mia madre sa che sono qui.

CARLA         Sua madre! E lei è d'accordo?

WALTER     Certo che è d'accordo. Non è assolutamente quello che pensi.

CARLA         lo non penso. Constato.

GIACOMO   Beh, all'inizio non era poi super d'accordo!

CARLA         All'inizio?!

GIACOMO   Non so perché. Forse per come ci siamo incontrati.

WALTER     (a Giacomo) Giovanotto, le dispiace aspettarmi di sopra?

GIACOMO   Lei sa perché sono qui?

CARLA         No. E non mi interessa.

WALTER     (spingendo Giacomo) Saliamo?!

GIACOMO   (senza muoversi) Alice non gliel'ha detto?

CARLA         (a Walter) Alice ha incontrato questo ragazzo?!

Insieme.

WALTER     Assolutamente no.

GIACOMO   Ancora no.

CARLA         (a Walter) Tu! La tua vita privata non mi riguarda. Ma è nel tuo interesse che Alice non incontri mai questo ragazzo, capito?!

Carla parte di corsa in cucina (ndT: dove Giacomo pensa sia la zia Lilli).

WALTER     (a Giacomo) Hai visto?

GIACOMO   Ma che ho detto?

WALTER     Ti avevo detto che era strana.

GIACOMO   Pensa che può diventare di nuovo violenta?

WALTER     Certamente.

GIACOMO   Ma allora tutt'e due...

WALTER     Tutt'e due, cosa?

GIACOMO   Sua moglie e la zia Lilli. Potrebbero uccidersi a vicenda.

WALTER     Ah, no. Non c'è pericolo. Tra poco è l'ora dell'aperitivo. E all'ora dell'aperitivo chiudiamo la zia Lilli in cantina.

GIACOMO   E Alice?

WALTER     Cosa?

GIACOMO   Mi aveva detto che andava a prendere Alice.

WALTER     L'ho detto?!

GIACOMO   Sì.

WALTER     (improvviso) Ah, sì. Ho dimenticato il suo messaggio.

GIACOMO   Che messaggio?

WALTER     Di Alice.

GIACOMO   Alice mi ha lasciato un messaggio?

WALTER     Sì.

GIACOMO   E allora?

WALTER     Mi ha detto che... Hai visto la reazione della madre... Allora, si è detta che forse sarebbe meglio incontrarvi al bar su Cola di Rienzo.

GIACOMO   Dov'è?

WALTER     (schiena alla porta d'ingresso) A sinistra uscendo, prendi a destra in fondo alla piazza, dopo cinquanta metri a sinistra, poi la prima a destra, la prima a sinistra e te lo trovi davanti. Hai capito?

Durante le due battute che seguono, entra Mario dalla porta d'ingresso di piazza Risorgimento.

GIACOMO   Credo di sì Sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra.., e me lo trovo davanti.

WALTER     Perfetto. Alice ti aspetta. (Mario salta, testa avanti, sopra il divano e nasconde la testa sotto il giaccone che si trova ancora lì. Contemporaneamente Walter spinge Giacomo, che cade davanti alla poltrona di destra. Walter "rimbocca" Mario con il giaccone. Indicando Mario). E mio cognato, il signor Fattore. E' venuto a fare il pisolino. Dorme quando può, poverino. Il matrimonio con Lilli, lo distrugge.

GIACOMO   Capisco. (al corpo inerte di Mario) Buongiorno, signor Fattore.

Mario russa, molto forte.

WALTER     Il bar ti aspetta, Giacomo. Vai. Sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra, ok?

GIACOMO   Vado. E Alice riuscirà a venire da sola?

WALTER     (rassicurandolo) Ah, sì. Lo troverebbe a occhi chiusi.

GIACOMO   Non è molto divertente.

WALTER     Beh, no.

GIACOMO   Immagino che avrà un cane.

WALTER     Perché?

GIACOMO   Oltre al bastone bianco.

WALTER     Ah sì... Certo!

Walter spinge Giacomo fuori. Mario si libera del giaccone, mentre Walter vacilla e sprofonda sulla poltrona a sinistra.

MARIO         Un cane e un bastone bianco?

WALTER     Non immagini neanche l'inferno che ho passato.

Mario si alza. Si sente il motorino che parte.

MARIO         E che cos'è questa storia del cognato?

WALTER     Semplice! lo sono te; tu sei mio cognato; Alice è cieca; Carla è pazza; e Lilli, tua moglie, è la sorella di Carla; e prende l'aperitivo in cantina.

MARIO         In cantina?

WALTER     Ah, sì E Carla pensa che io abbia una relazione sessuale con tuo figlio.

MARIO         (furioso) Una relazione s...

WALTER     (interrompendolo) Ma, stai tranquillo... Giacomo e Alice si cercano, ma non si sono trovati...

MARIO         Sei fantastico!

WALTER     ...perché, Giacomo, l'ho mandato al bar per incontrare Alice...

MARIO         Ma sei impazzito?!

WALTER     ...che non c'è...

MARIO         Fantastico! Sei sicuro?

WALTER     Sì, perché ha preso la bicicletta e sta andando a piazza Irnerio. (reazione di Mario) Non sono riuscito ad evitarlo.

MARIO         (atterrito) Ma così incontrerà Barbara. Devo tornare là.

Getta il giaccone nelle braccia di Walter, sta per uscire, ma Walter lo prende per la spalla.

WALTER     Mario!

MARIO         Walter. Resisti. Hai allontanato il nemico sul fianco est. io lo affronto ad ovest.

WALTER     Mario, non ce la faccio più.

MARIO         Ma Walter, l'avvenire delle mie due famiglie è nelle tue mani!

WALTER     E le mie famiglie? Ho mio padre che mi aspetta a casa sua... e qui, ho la zia Lilli, lo zio Walter... e Carla la malata mentale.

MARIO         Walter, ogni secondo è importante.

WALTER     No, Mario. Ho bisogno della macchina. Papà mi aspetta. Dobbiamo partire in vacanza.

MARIO         Prendi un taxi.

WALTER     Fino a Positano?! E poi, io non mi fido più dei taxi! Ridammi le chiavi!

MARIO         Devo andare!

Dietro Mario, appare Giacomo dalla porta d'ingresso.

GIACOMO   Signor Rossi. (parla a Walter.) Mi devo essere sbagliato, perché...

Si blocca. Mario salta sullo schienale della poltrona di destra, e contemporaneamente riesce a coprirsi con il giaccone. Con le ginocchia sulla seduta, il sedere per aria, ha la testa nascosta dallo schienale della poltrona. Durante quanto segue, Mario, senza essere visto dal pubblico, mette la maschera e il boccaglio. Giacomo avanza sulla destra della poltrona e lo guarda. Walter avanza sulla sinistra della poltrona e copre Mario con il giaccone.

WALTER     Lo zio Walter soffre di sonnambulismo. Perché sei tornato, Giacomo?

GIACOMO   Perché ho fatto sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra come ha detto... e sono arrivato a piazza Mazzini.

WALTER     Va bene.

GIACOMO   Ma no! Alice si starà preoccupando. (indicando Mario) Ma non rischia di cadere?

Walter chiude la porta d'ingresso.

WALTER     No, dorme sempre così. Hai detto sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra?

GIACOMO   Sì.

WALTER     E' chiaro. Devi fare destra, sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra.

GIACOMO   Ah! Destra... (anziché dire il resto fa il gesto con la mano, guarda Mario) Ma starebbe più comodo sul divano?

Giacomo gli ha preso il braccio sinistro e cerca di girarlo Walter gli prende il braccio destro per impedire a Giacomo di rigirarlo. Piccola lotta.

GIACOMO   Le assicuro!

WALTER     No, Giacomo! Non deve essere disturbato!

Mario finisce per rigirarsi e, con un movimento rapido, cade sul divano, spingendo Walter e Giacomo che finiscono per sedersi rispettivamente alla sua sinistra e alla sua destra. Mario guarda Giacomo, che si alza di scatto. Poi guarda Walter, che si alza  ugualmente di scatto. Alla fine si alza anche Mario (che indossa la maschera e il boccaglio), fa un piccolo inchino, poi comincia a "nuotare" a rana verso la porta d'ingresso. Quando arriva alla porta, il campanello suona con uno squillo lungo e insistente. Si blocca un attimo, poi continua a "nuotare", stavolta in "crawl" rapido, passando davanti al divano in direzione della cucina. Quando arriva alla porta della cucina, Carla apre la porta, che le nasconde la vista di Walter. Indossa dei guanti da cucina, e ha in mano una pentola calda, piena di verdure.

CARLA         (entrando) Walter, puoi...?

Si blocca, sbalordita davanti a Mario. Anche lui si blocca, esita un attimo, poi comincia a "nuotare" indietro a dorso. Passa dietro il divano e si ferma. Il campanello della porta squilla di nuovo. Mario si tappa il naso, "si tuffa" e "affonda nell'acqua".

Musica.

BUIO

Secondo Atto

L'azione prosegue senza interruzione. Il campanello diventa sempre più insistente, poi smette. Carla va verso Mario davanti al divano.

CARLA         (a Mario) Ma cosa fai?

Mario "riemerge" da dietro il divano.

MARIO         (sempre col boccaglio in bocca) Gli stavo dando una lezione di nuoto. (Fa una dimostrazione di nuoto a rana. Walter Io imita. Sempre col boccaglio) Devo tornare la lavoro. (fa la dimostrazione di uno che guida)

CARLA         Che hai detto?

WALTER     (otturandosi il naso) Deve tornare al lavoro. (imita Mario col suo "volante virtuale")

MARIO         (sempre col boccaglio) Passo da dietro. (indica che passa dalla cucina)

WALTER     (otturandosi il naso) Ha detto che passa da...

CARLA         Walter! Chiudi il becco!

MARIO         (sempre col boccaglio) Allora, riassumiamo: (ad ogni parola fa una dimostrazione) rana... stile libero.., dorso... farfalla...

Ed esce dalla cucina.

WALTER     (grida dalla porta, poi la chiude) Grazie! (a Carla) Devo esercitarmi. (facendo i movimenti) Rana, stile libero...

CARLA         (dà una botta al braccio di Walter) Ho detto di chiudere il becco! (indicando Giacomo) E perché è ancora qui, lui?

WALTER     Nella vita, è importante saper nuotare. E non si è mai troppo giovani per cominciare.

Si sente il motore di una macchina che parte, seguito da uno stridio di pneumatici.

CARLA         Finirà per ammazzarsi.

WALTER     Potrebbe essere un'idea.

Il campanello squilla di nuovo, sempre più insistente.

CARLA         Non apri?

WALTER     (impaurito) Non sappiamo chi è.

Giacomo si avvicina a Walter.

GIACOMO   Potrebbe essere Alice?!

WALTER     (preoccupato) No, no. Anche in bicicletta, non avrebbe avuto il tempo di...

Si blocca.

GIACOMO   ...di far riparare il computer?

WALTER     Esatto!

CARLA         (a Giacomo) Tu che c'entri?!

WALTER     (a Giacomo) Sì, tu che c'entri!

CARLA         (a Walter) E a te, avevo vietato di far avvicinare il ragazzo ad Alice. (indicandoli col dito a turno) Che non si ripeta più!

WALTER     (a Giacomo) Vedi! (suonano di nuovo alla porta) Forse... (va verso la porta) ...sarà meglio aprire

Apre la porta. Nonno, il padre di Walter, è sulla porta. Ha in una mano la valigia, e nell'altra un bastone da passeggio. E' un vecchietto un po' svampito.

NONNO         (fa un passo avanti) Di' un po'. Sono ore che ti aspetto ad Anagnina.

Un attimo esitazione e Walter sbatte la porta sul naso del padre. Carla è sconvolta dalla reazione di Walter.

CARLA         E' tuo padre!

WALTER     Lo so!

CARLA         Gli hai sbattuto la porta in faccia!

WALTER     In questo momento, mio padre è l'ultima persona al mondo che voglio vedere.

CARLA         E ci credo! Se ti vedesse con questo giovanotto traviato!...

GIACOMO   Perché, traviato?

WALTER     Beh sì, traviato. Allora, Giacomo, uscendo dal portone a destra, poi sinistra, destra, sinistra, destra... bar. (Giacomo va verso la porta d'ingresso. Walter lo prende per le spalle e lo conduce verso la cucina) Di qua, giovanotto, a sinistra uscendo dalla cucina, poi... (Walter spinge Giacomo in cucina) il bar. (a Carla) Ha bisogno di un goccetto per tirarsi sù

CARLA         E ci credo! (pausa) Walter, non riesco a crederci!

WALTER     Neanche io.

CARLA         Non sto scherzando! Che tu vada a vela o a vapore.., o a propulsione mista, sono affari tuoi...

WALTER     Ti ringrazio.., molto politically correct.

CARLA         (furiosa, lo interrompe) ...ma rifiuto di accettare una cosa simile sotto il mio tetto... chiaro?!

WALTER     Certo.

Squilla nuovamente il campanello. Carla sta per andare in cucina.

CARLA         (fa un gesto con la pentola) Allora non scoperchiare...

WALTER     Certo.

CARLA         Grazie, ma lo faccio soprattutto per tuo padre…

Carla gli lancia un'occhiata di rimprovero e va in cucina.

WALTER     (tra sé, andando alla porta d'ingresso) Ah, sì. Certo. (Walter apre la porta. Nonno è sempre là, la valigia in una mano e la canna nell'altra. Nonno apre la porta per parlare) Non dire niente! (Walter prende la valigia di Nonno con una mano, e con l'altra lo prende per il braccio e gli fa varcare la soglia in maniera brusca. Nonno, furioso, apre la bocca per parlare) Non dire niente! (Walter spinge la porta, ma non la chiude completamente. Fa sedere Nonno nella poltrona di destra) Non dire niente! (si siede sul bracciolo della poltrona) E' la peggiore giornata della mia vita! Non dire niente! Non mi chiedere perché non sono venuto a prenderti! Non mi chiedere perché siamo in ritardo! Non mi chiedere a che ora arriveremo a Positano! E soprattutto non mi chiedere dove sta la mia macchina, perché l'ho prestata... Correzione! Mi è stata chiesta... no, requisita dall'uomo più bastardo, più schifoso, più machiavellico che la terra abbia mai ospitato! (Nonno apre la bocca per parlare. Walter alza il dito. Durante la battuta che segue, lo accompagna su per le scale) NON DIRE NIENTE! Sali su. Ti metti davanti alla televisione. E ti guardi il DVD di Lost — la versione integrale 1,2, 3 più i contenuti speciali... il tempo che io rimetta a posto i pezzi di ciò che resta della mia vita. (Nonno apre la bocca per parlare) No!

Walter spinge Nonno davanti a sé. Salgono le scale e scompaiono. Dopo un attimo, la porta

principale di piazza Irnerio si spalanca. Entra Mario, sconvolto, senza fiato. Non ha più il

giaccone. Cerca di chiamare Barbara, ma dalla sua bocca esce solo un filo di voce. Riprova.

MARIO         (finalmente) Barbara! (Mario lascia la porta aperta e corre verso la cucina. Apre la porta della cucina. Con voce rauca) Barbara!

Esce in cucina e chiude la porta dietro di sé. Barbara entra dalla porta della sua camera.

BARBARA   (entrando) Sei tu, Mariuccio? (va verso la porta della sala da pranzo. Aprendo la porta) Mariuccio? (Barbara esce in sala da pranzo, e chiude la porta dietro di sé. Mario entra dalla cucina, chiude la porta, e si precipita verso lo camera dei genitori.

MARIO         (aprendo la porta) Barbara!

Esce nella camera dei genitori e chiude la porta dietro di sé. Barbara entra dalla sala da pranzo,

chiude la porta e si dirige verso la cucina.

BARBARA   (aprendo la porta) Mariuccio?

Barbara esce in cucina, e chiude la porta dietro di sé. Mario torna dalla camera dei genitori,

chiude la porta e si dirige verso la sala da pranzo.

MARIO         (aprendo la-porta) Barbara?

Mario esce in sala da pranzo e chiude la porta dietro di sé. Alla porta d'ingresso appare Alice, con

la sua bicicletta.

ALICE           (sulla soglia) Uh, uh!...(Alice entra e avanza sulla sinistra) C'è nessuno?

Barbara entra dalla cucina.

BARBARA   (entrando)Mariuccio?

ALICE           (di soprassalto) Oh!

BARBARA   Salve! Lei chi è?

ALICE           Mi scusi. La porta era aperta. Sono Alice Rossi.

Alice si avvicina rapidamente a Barbara.

BARBARA   Ah!(un'esitazione. La guarda bene) Felice di incontrarti. (chiude la porta della cucina) Accomodati. Credevo che Giacomo fosse venuto a trovarti a casa tua, a piazza Risorgimento.

Alice si siede. Barbara passa dietro il divano per chiudere la porta d'ingresso. Alice si gira verso di

lei per parlarle. Mario entra dalla sala da pranzo. Alice e Barbara sono di schiena, quindi non lo

vedono. Mario si blocca.

ALICE           Non ci siamo capiti. A dire il vero, è tutta colpa di mio padre. A volte è proprio pesante... per non dire... un po' stronzo!

Mario accusa il colpo e torna indietro  nella sala da pranzo, lasciando uno spiraglio della porta aperto.

BARBARA   (un po' sorpresa, anche lei, dalla franchezza della risposta) Addirittura? Bene! Hai fretta?

ALICE           No. Affatto. Posso tranquillamente aspettare. Se non mi trova a casa mia, Giacomo tornerà sicuramente qui.

BARBARA   (dirigendosi verso la cucina) Sicuramente. (breve pausa) Vuoi un tè?

ALICE           Non ha una Coca?

BARBARA   Posso proporti un succo di mango e litchi fatto in casa.

AIACE          (dubbiosa) Proviamo...

BARBARA   Ea parte il fatto che è pesante e un po' stronzo, mi puoi parlare di tuo padre?!

Barbara apre la porta della cucina.

ALICE           Beh, sì. Se vuole. Comunque ha toppato!

Alice osserva l'appartamento.

BARBARA   Toppato?!

ALICE           Mi aveva detto che i genitori di Giacomo dovevano essere sicuramente... mi perdoni, una coppia di matti. Lei è normalissima. E il signor Rossi pure, immagino. E' in casa?

BARBARA   C'era, ma è dovuto riuscire. Non si ferma mai. Fà per due.

ALICE           Anche mio padre!

BARBARA   Ma dai! (Barbara esce in cucina. Mario appare sulla porta della sala da pranzo. Barbara entra dalla cucina. Aprendo, sbatte la porta contro Mario che si ritrova quindi nascosto dietro.) Abbiamo detto mango-litchi?

ALICE           Sì, sì.

BARBARA   Perché ho anche lampone-carota, se preferisci.

ALICE           No, no! Mango-litchi va benissimo!

Barbara riparte in cucina.

MARIO         Svelta!

ALICE           (di soprassalto) Ahh! (Mario chiude la porta della sala da pranzo e si avvicina ad Alice. Meravigliata) Papà!

MARIO         (la cinge per le spalle) Andiamo!

ALICE           No, ma... cosa ci fai tu qui?!

MARIO         (aprendo la porta d'ingresso) Lascia stare! Andiamo!

ALICE           Ma no. (riesce a svincolarsi da Mario) lo aspetto Giacomo! (Si siede sul divano).

MARIO         (chiude la porta d'ingresso) Alice, non capisci! Ti prego! (la raggiunge al divano) Devi tornare a casa!

ALICE           (ostinata) Perché?!

MARIO         (Mario esita un attimo). Zio Walter è morto.

ALICE           (Alice non capisce – Incredula). Cosa???

MARIO         Tuo zio Walter... è morto. Ti vuole vedere. (si rende conto) Cioè, è quasi morto. E chiede di te. Un incidente terribile.

ALICE           (distrutta) Zietto Walter?

MARIO         Sì.

ALICE           Ma è impossibile!

MARIO         Impossibile, ma vero. Ha bisogno di te. Credo che gli resti poco tempo.

ALICE           Come è successo?

MARIO         E' caduto dal tetto.

ALICE           E cosa faceva sul tetto?

MARIO         Sul tetto? Che domande fai! Cosa faceva sul tetto?! Dobbiamo rientrare subito, prima che ci lasci!

Mario la tira su di forza. Per sbadataggine, lei lascia la borsa sulla poltrona. Mario la spinge

verso la porta.

ALICE           Prima che... ma è orribile. Aspetta, devo dire alla signora Rossi che me ne vado.

MARIO         Ci penso io! Inforca la bicicletta e vai.

La prende per le spalle e la spinge verso la porta d'ingresso. In quel momento entra Barbara dalla

cucina, con un bicchiere di succo di frutta in mano.

BARBARA   Ah! Era ora di tornare!

Mario è terrorizzato, poi si riprende, e si gira sorridente verso Barbara.

MARIO         Sì... effettivamente deve tornare.., a casa perché è caduto dal tetto.

BARBARA   (sconvolta) Ma chi?!

Mario prende il bicchiere dalla mano di Barbara e lo beve d'un fiato.

MARIO         Mango-litchi... (ridà il bicchiere a Barbara) Formidabile! Ed è per questo che la signorina Rossi deve saltare sulla bicicletta e pedalare di fretta fino a piazza Risorgimento.

ALICE           (in lacrime) Mi dispiace. E' terribile Lo zietto Walter.

Sconvolta dalle lacrime, Alice parte di corsa. Non si rende conto che ha lasciato la borsa sulla poltrona.

BARBARA   (confusa) Cosa è successo?

MARIO         (si siede sulla poltrona sinistra; innocente) Come?

BARBARA   Hai appena detto che qualcuno è caduto dal tetto.

MARIO         Ah, sì. Già. Lo zio della signorina Rossi, il signor Fattore, loro inquilino, è caduto dal tetto della loro casa a piazza Risorgimento. Sulle aiuole, distrutte! E anche il signor Fattore, molto, molto acciaccato. Il padre della signorina Rossi, il signor Rossi, è appena passato qui per dirglielo.

BARBARA   Il signor Rossi. Qui?

MARIO         Sì, sì. L'altro signor Rossi. Non io. lo sono ancora qua. Ma lui...  non poteva fermarsi. E' dovuto tornare a casa per rimettere a posto le aiuole.

BARBARA   E il signor Fattore?

MARIO         Gli darà sicuramente una mano.

BARBARA   Ma se mi hai appena detto che era gravemente ferito.

MARIO         Beh, è ancora vivo. Per ora. Il signor Rossi non ha avuto il tempo di entrare nei dettagli. Comunque! La vita continua, devo andare a prendere il mio pensionato che mi aspetta ancora davanti al supermercato.

BARBARA   (non sa ancora come reagire) Non dimenticare che stasera andiamo al ristorante. Quel nuovo vegetariano che hanno aperto sul Tevere.

MARIO         Va bene. Se arrivi prima di me, ordinami una bistecca.

Mario esce di corsa dalla porta d'ingresso di piazza Irnerio.

BARBARA   Mario! Avviso la signora Rossi che sua figlia sta tornando a casa!

Mario è già partito. Giacomo appare sulla porta d'ingresso, semi-aperta, di piazza Risorgimento.

GIACOMO   Signor Rossi?! (Giacomo chiude la porta d'ingresso dietro di lui, contemporaneamente Barbara chiude la porta di piazza Irnerio. Urla verso la scala) Signor Rossi!

Sale la scala di corsa, mentre Barbara va al telefono e verifica il numero. Barbara si siede sulla

poltrona sinistra. Giacomo riappare in cima alle scale, spinto da Walter.

WALTER     (entrando) Com'è che sei tornato qua, tu?

GIACOMO   Alice non c'era, al bar.

WALTER     Starà arrivando. E' il suo bar preferito.

GIACOMO   Strano, perché ho chiesto a tutti se avevano visto una ragazza con un cane ed un bastone bianco.

Barbara comincia a fare il numero

WALTER     Sei peggio di tuo padre!

GIACOMO   (sorpreso) Conosce mio padre?

WALTER     (rapido) No! Mai incontrato!

GIACOMO   Allora come fa a dire che sono peggio di lui?

WALTER     (riflettendo) Perché non ho mai incontrato qualcuno testardo come te. E siccome non ho mai incontrato tuo padre, non ho mai potuto incontrare qualcuno peggio di te, allora devi essere per forza peggio di lui... evidente, no?!

Giacomo cerca di assimilare questa "logica". In quel momento squilla il telefono a piazza

Risorgimento.

GIACOMO   Ma...

Walter risponde

WALTER     Ha sbagliato numero. (riattacca)

BARBARA   Scusi?

Troppo tardi. Barbaraallontana il ricevitore e lo guarda.Durante le battute seguenti, Barbara esce.

GIACOMO   Come faceva a sapere che avevano sbagliato numero?

WALTER     Perché ero accordatore di pianoforte. Ho l'orecchio assoluto. E quello, suonava come un numero stonato. Su! Al bar, via!

GIACOMO   Ma gliel'ho già detto. Alice non c'è.

WALTER     Non c'era, ma adesso ci sarà!

GIACOMO   Ma se mi ha detto che era uscita da mezz'ora...

WALTER     Giacomo!

GIACOMO   ...e il bar è a cinque minuti da qui.

WALTER     (urla) E' cieca! (avvicinandosi a Giacomo) Le ci vuole più tempo!

GIACOMO   Sì, ma mi ha pure detto che è il suo bar preferito, allora...col cane non ci può impiegare più di una ventina di minuti.

WALTER     (prende Giacomo per il bavero della giacca) Sarà pure il suo bar preferito, ma non è il bar preferito del suo cane... Che quindi cerca di andare il più piano possibile.

GIACOMO   E comunque, il barista non sembrava proprio conoscerla. Una ragazza cieca con il cane ed un bastone bianco, non passa inosservata.

WALTER     (urla e scuote Giacomo) Giacomo! Tu e quella ragazza, è finita! (tiene Giacomo per il bavero e lo scuote. Poiloprende tra le braccia. Lo implora) Cosa devo fare perché tu capisca?... (in quel momento, Carla entra dalla cucina. Ha una tagliere in mano. Si blocca, sconvolta. Walter si rende conto della presenza di Carla. Carla indignata, ritorna in cucina. Walter si gira verso Giacomo) Giacomo, per l'ultima volta: addio!

GIACOMO   No. Sono convinto che Alice sta tornando qui. E lei può urlare quanto vuole, non me ne andrò prima di averla incontrata.

Giacomo si siede sul divano, lato sinistro.

WALTER     Va bene. Non urlo più, Giacomo, ma ti prego di ascoltarmi. (durante la battuta che segue, Walter si mette in ginocchio davanti a Giacomo, gli mette le mani sui fianchi e la testa sulla coscia destra, mentre Carla entra nuovamente dalla cucina) Vedi, mi metto in ginocchio. Ti supplico. Fai quello che ti chiedo. Faresti di me l'uomo più felice del mondo.

Carla resta a bocca aperta davanti allo spettacolo di Walter con la testa sulla coscia di Giacomo.

Alla fine sbatte la porta (restando in scena). Walter si gira verso Carla che lo fissa,avanza verso i

due poi alla fine esce, a marcia indietro, furiosa, nella sala da pranzo. Squilla il telefono. Walter si

gira, e guarda il telefono, impaurito.

GIACOMO    Sembra lo stesso squillo.

Giacomo sta per rispondere, ma Walter fa un salto per prendere il telefono, poi lo porta

all'orecchio.

WALTER       (al telefono. Titubante) Pronto?

BARBARA    (al telefono. Perplessa) Chi parla?

WALTER       (al telefono. Realizzando) Ohhh...

BARBARA    (al telefono) Pronto?! (Walter fa segno a Giacomo di andarsene. Giacomo fa segno che vuole restare. Walter, durante la battuta che segue, prende la base del telefono, va alla porta della sala da pranzo e gira la chiave. Al telefono) Pronto!

WALTER       (al telefono) Pronto?

BARBARA    (al telefono; sorpresa) E' il signor Rossi?

WALTER       (al telefono) Ehm... sì.

BARBARA    (al telefono) Ha impiegato poco a tornare a casa!

WALTER       (al telefono. Confuso) Ehm... sì.

BARBARA    (al telefono) Mi dispiace che non ci siamo incontrati quando è passato di qua, poco fa.

WALTER       (al telefono. Confuso) Ehm... sì. (coprendo il telefono, a Giacomo) E' la mia banca. (a/ telefono) Sì?

BARBARA   (al telefono) Come vanno le cose a casa?

WALTER     (al telefono) Ehm... non molto bene.

BARBARA   (al telefono) E come sta il signor Fattore?

WALTER     (al telefono) Molto male, grazie.

BARBARA   (al telefono) E' ancora vivo?

WALTER     (al telefono; tra i denti) Per adesso...

BARBARA   (al telefono) Avete chiamato un'ambulanza?

WALTER     (al telefono. Portandosi la mano sul cuore) Ancora no, ma manca poco. (a Giacomo) Un bonifico in ritardo.

BARBARA   (al telefono) L'ha scoperto lei, o la signora Rossi?

WALTER     (al telefono. Capendo sempre di meno) Scoperto?

BARBARA   (al telefono. Spiegando di cosa parla) Il signor Fattore.

WALTER     (al telefono) Sono io. (realizzando) Voglio dire... sono io che.., io che... scoperto? (a Giacomo) Queste banche. Un piccolo scoperto e... (fa un gesto a dire "fanno subito storie") La ringrazio per l'interessamento, la posso lasciare?

BARBARA   (al telefono) Sì, certo. Solo un'ultima cosa.

WALTER     (al telefono) Sì?

BARBARA   (al telefono) Alice dovrebbe arrivare da un momento all'altro.

WALTER     (al telefono) Come?

BARBARA   (al telefono) E' andata via da qui una decina di minuti fa. Dovrebbe arrivare tra poco.

WALTER     (al telefono) Ah, no!!!

BARBARA   (al telefono) Cosa succede, signor Rossi?

WALTER     (al telefono) Niente. (voce grave) Ma non può essere, Cinzia! (voce acuta) mi dispiace, signor Durante, signor Rossi, oh cazzo... (Walter si blocca, rendendosi conto che non può fare Ta scenetta di Nokia davanti a Giacomo, e neanche a Barbara visto che si è presentato come il signor Rossi. Al telefono) E' stata molto gentile a chiamare, la ringrazio ancora. (Walter sta per riattaccare).

BARBARA   (al telefono) Ah, signor Rossi!

WALTER     (al telefono. Trattenendo la pazienza) Sì?

BARBARA   Immagino le risate che si sarà fatto quando ha scoperto che c'era un altro tassista di nome Mario Rossi che abita a piazza Irnerio.

(Durante le battute che seguono, Nonno appare in cima alle scale. Sta lottando con la valigia e la

canna. Walter non lo vede, ma Giacomo sì, e sale ad aiutarlo. Cerca di prendere la valigia di

Nonno. Nonno non vuole essere aiutato, ma Giacomo insiste. C'è una lotta su e giù con la valigia).

WALTER     (al telefono. Risata falsa) Sì!

BARBARA   (al telefono) Ho trovato Alice molto simpatica. Dirò a Mario che non ci trovo niente di male che i nostri figli si incontrino.

La lotta tra Nonno e Giacomo continua. Alla fine, Giacomo prende la valigia; ma lasciandola, Nonno inciampa sugli ultimi gradini della scala e si ritrova con la schiena contro il dietro del divano. Giacomo è davanti a Nonno. Nonno spinge Giacomo con una tale forza che cade all'indietro sullo schienale del divano.

WALTER     (al telefono) Ah, no! Ah, no, assolutamente no!

BARBARA   (al telefono) Perché?

Al rumore, Walter si gira.

WALTER     (al telefono) Ehm... stavo parlando al barelliere. E' appena arrivato e vuole spostare lo zio Walter prima che il dottore lo visiti. La devo lasciare.

Walter riattacca bruscamente. Barbara riattacca.

NONNO         (ancora per terra) Non ho bisogno del dottore e puoi anche mandare via l'ambulanza.

Mentre Walter e Giacomo cercano di sollevare Nonno, Barbara va verso la camera dei genitori, ma si blocca vedendo la borsa di Alice.

BARBARA   Che testa!

La prende, riflette un attimo, va al telefono, e spinge il pulsante "ripeti". Nonno adesso è in piedi.

NONNO         Figliolo, non sono per niente contento di questo albergo.

WALTER     Papà, siamo a piazza Risorgimento.

NONNO         Ma mi hai detto che andavamo a Positano! (Nonno si gira verso Giacomo, che ha

ancora la sua valigia. A Giacomo) Lei è il cameriere al piano?

GIACOMO   Ehm, no!

NONNO         Bene, allora porti questa valigia su in camera mia. E domani mattina voglio la colazione alle otto in punto!

WALTER     Papà!

GIACOMO   (realizzando che è il padre del "signor Rossi") Ah! (a Nonno, tendendogli la mano) Buongiorno, signore.

NONNO         (credendo che gli chiede la mancia) Che faccia tosta! Le darò la mancia alla fine del nostro soggiorno.., se sarò contento di lei!

GIACOMO   Mi scusi, c'è stato un equivoco. Le volevo giusto stringere la mano, signor Rossi.

NONNO         (si guarda intorno) Signor Rossi?

GIACOMO   Sì, sono rimasto molto colpito dalla sua...

Durante la battuta seguente, squilla il telefono a piazza Risorgimento.

WALTER     ...valigia, che porterà su subito aspettando che...

NONNO         Telefono! (Walter guarda telefono) Telefono!

Walter guarda suo padre, prende il ricevitore, lo porta all'orecchio e fa finta di ascoltare.

BARBARA    (al telefono) Pronto?

Walter riattacca. Barbara, irritata, spinge di nuovo sul tasto "ripeti".

WALTER       Ancora la banca. Cosa fai ancora qua, ragazzo? Alice ti aspetta.

GIACOMO    Ma le ho detto che non c'è da Cesare!

WALTER       (falsamente incredulo) Sei stato da Cesare? Ma ti avevo detto via Crescenzio.

GIACOMO    No. Mi aveva detto via Cola di Rienzo.

WALTER       No, no. Non posso essermi sbagliato. Non va più da Cesare da un sacco di tempo. Da quando non vede più, va da Luigi a via Crescenzio. (squilla il telefono) Allora, immagino vorrai sapere la strada per andare da Luigi?

NONNO         Telefono!

GIACOMO   Certo, se Alice è là...

NONNO         Telefono.

Walter lancia un'occhiataccia a Nonno, solleva e riattacca ilricevitore. Questa volta, Barbara prende il foglietto, ricontrolla e rifà il numero.

WALTER     Ancora la banca. Aprirò uno scoperto altrove. Bene. Ti ricordi come si va al bar di via Cola di Rienzo?

Giacomo fa i gesti con la mano: destra, sinistra, destra, sinistra, destra.

GIACOMO   Sì.

WALTER      Bene. Allora. Dimentica. Luigi, è dalla parte opposta. Vai.

            (prende Giacomo per il braccio, e lo accompagna alla porta) Sempre a destra uscendo da qui...

Squilla il telefono. Nonno risponde.

NONNO         (al telefono) Lasciate in pace mio figlio!

WALTER      Papà!

NONNO         (a Walter) Sshh!

BARBARA   (al telefono) Mi scusi. Non sapevo che anche lei avesse un figlio. Chiamavo per dirle che sua figlia ha dimenticato qui la sua borsa.

NONNO         (al telefono) lo non ho una figlia. E dove, qui?

BARBARA   (al telefono) Ma con chi parlo?

NONNO         (al telefono) E io che ne so? Lei sta all'altro capo del filo, come faccio a vedere con chi sta parlando!?

WALTER      (tra i denti) Dammi il telefono!

Walter cerca di prendergli il telefono, ma Nonno si divincola.

BARBARA   (al telefono) E' la casa di Mario Rossi?

NONNO         (copre il telefono) C'è un Mario Rossi, qui?

GIACOMO   (indicando Walter) Sì.

NONNO         (al telefono) Sembra di sì.

BARBARA   (al telefono) Le posso lasciare un messaggio per sua figlia?

NONNO         (copre il telefono) Ha una figlia, il signor Rossi?

GIACOMO   Ma certo.

NONNO         (al telefono) Vada avanti. Ascolto.

BARBARA   (al telefono) Gli dica che sua figlia ha dimenticato la borsa a casa mia e che ve la riporto subito.

NONNO         (al telefono) Ma lei non sa il mio indirizzo.

WALTER      Lascia stare, papà.

BARBARA   (al telefono) Sì, mio figlio me l'ha stampato. Ma l'ha dimenticato. Quindi il suo indirizzo è qui.

Barbara prende il foglio.

NONNO         (al telefono) Come, qui? Cosa ci fa a casa mia?!

BARBARA   (al telefono) Non sono a casa sua, ma adesso ci vengo per portare la borsa.

NONNO         (al telefono) Ma questa non è casa mia.

BARBARA   (al telefono) Ah! Lei è il padre del signor Fattore?

NONNO         (al telefono) Ma certo!

BARBARA   (al telefono) Sta aspettando l'ambulanza per suo figlio.

NONNO         (al telefono) Sarà lei ad avere bisogno di un'ambulanza se non lascia in pace mio figlio! (Nonno riattacca. Barbara guarda il telefono, sconvolta. Riattacca, prende la borsa di Alice, ed esce dalla porta d'ingresso) Ecco fatto! Adesso il tuo banchiere non ti romperà più!

WALTER     Ma papà! (a Giacomo) Giacomo. Alice ti sta aspettando da Luigi. Tieni. (tira fuori dalla tasca una banconota da venti euro e la dà a Giacomo) Luigi ha una grandissima scelta di miscele di caffè... Fai con calma!

Giacomo gli ridà la banconota.

NONNO         Dica, buon uomo... dove sono le sdraio?

GIACOMO   (a Walter, indicando Nonno) E' suo padre?

WALTER      Sì.

GIACOMO   Anche lui ha avuto un incidente?

WALTER      Ilsuo incidente, sono stato io. Mia madre non l'ha mai perdonato.

GIACOMO   In fin dei conti, io sono proprio fortunato... ho un padre ed una madre... Niente di più normale!

WALTER      (esitante) Sì... è un modo di vedere le cose. Allora, adesso vai!

Walter gira Giacomo  in direzione della porta.

Contemporaneamente Carla comincia a bussare sulla porta della sala da pranzo.

CARLA         (off) Chi è che ha chiuso ancora questa porta?

WALTER      (a Giacomo) L'ho dovuta chiudere di nuovo.

CARLA         (off) Aprite questa porta! (Carla batte violentemente sulla porta).

NONNO         Molto rumoroso, questo albergo.

Carla bussa di nuovo.

CARLA         (off) APRI-TE QUE-STA POR-TA!

NONNO         (battendo sulla porta) Chi è che fa questo baccano?!

GIACOMO   (a Nonno) E' sua nuora, ha una nuova crisi.

NONNO         (felice) Ho una nuora?

Walter prende Giacomo per il braccio e l'allontana da Nonno.

WALTER      (tra i denti) Grazie, Giacomo.

NONNO         C'ero, al matrimonio?

WALTER     (a Nonno) Ma certo. (a Giacomo) Addio, Giacomo. (Walter gli ridà la banconota) Luigi.

GIACOMO   E se Alice non c'è più?

WALTER      Ci sta! Conosco mia figlia. Ti sta aspettando!

NONNO         Tua figlia! Ho anche una nipote. Sei uno rapido, eh? Come tuo padre!

WALTER     (a Nonno) Sali! E aspettami su! (Walter tira Nonno attraverso la scena fino alle scale, e Io spinge per farlo salire. Nonno comincia a salire, Walter corre da Giacomo) E tu, fila da Luigi!

Walter apre lo porta per far uscire Giacomo. Sulla soglia c'è Carla, che entra in tromba.

CARLA         Sono dovuta uscire dalla finestra!

NONNO         (scendendo le scale) Perché? C'è un incendio?!

CARLA         (indicando Giacomo) Credevo che se ne fosse andato, questo!

WALTER     Beh no Ma ci siamo quasi. (a Giacomo) Grazie di tutto, giovanotto. (gli mette la banconota in mano e gli chiude le dita) Arrivederci.

Carla guarda sconvolta. Walter si rende conto di cosa ha pensato Carla, e spinge Giacomo fuori. Walter chiude la porta, si gira e va a sedersi sulla poltrona sinistra.

CARLA         Adesso ho capito perché mi avevi chiuso a chiave.

Carla va verso la porta della sala da pranzo per aprirla.

NONNO         Allora tu sei mia nuora?

CARLA         Non sono sua nuora, signor Fattore. Sono la signora Rossi. Spero che lei stia bene, caro signor Fattore, e (girandosi verso Walter) che passerete delle buone vacanze!

NONNO         Ah, fa parte del personale.

CARLA         Le posso offrire un caffè, signor Fattore?

NONNO         (a Walter) Come fa a sapere il mio nome? (a Carla) Siamo già venuti, qui?

CARLA         (stanca) Sì, è già venuto qui. Caffè, o tè?

NONNO         Un triplo whisky, senza acqua, né ghiaccio.

CARLA         Un triplo whisky, secco.

Carla passa davanti a Nonno, che ne approfitta per toccarle il culo.

NONNO         E subito!

Carla lo fulmina con lo sguardo. Poi gira la chiave della porta della sala da pranzo. In quel momento entra Alice, ancora col casco della bicicletta.

ALICE           Sono tornata più velocemente possi… (Alice vede Walter; stupita) Ma, zietto, sei qui…e non hai niente di rotto.

CARLA         Solo perché mi sono trattenuta. (va verso Alice) Alice, ti devo parlare

ALICE           Ma mamma! Ne abbiamo già parlato stamattina.

CARLA         Non di quello. Tuo zio Walter... (guarda Walter, esita, poi guarda di nuovo Alice) Ne parliamo dopo. Vado a prendere un triplo "calmante" per Nonno.

Carla va in sala da pranzo sbattendo la porta dietro di sé.

ALICE           Papà mi ha detto che stavi per morire.

WALTER      E non aveva tutti i torti.

Walter viene in avanti a sinistra. Alice lo segue.

ALICE           Non vai a farti vedere da un medico?

WALTER      Preferisco aspettare domani. Potrebbe peggiorare.

Nonno viene avanti a destra.

NONNO         Che c'è, Walter? Ancora i tuoi reumatismi?

ALICE           Sono contenta di vederti vivo, zio Walter.., e mi dispiace per quello che ho detto prima. (va verso Nonno, gli tende la mano) Buongiorno, signor Fattore.

NONNO         Ah, no. Non mi lascio toccare finché non si toglie i vestiti, signorina.

ALICE           (Scioccata) Come?!

NONNO         Non mi lascio toccare da un'infermiera se non indossa la blusa bianca.

ALICE           Ma io non sono un'infermiera.

NONNO         Allora, mi può toccare quando vuole.

WALTER     (si alza, a Nonno) Papà. Di sopra! Da solo, e subito!

Prende Nonno per il braccio e lo accompagna alla scala.

NONNO         E ho bisogno della mia valigia.

ALICE           Ah! La mia borsa!

NONNO         Lasciami! So salire da solo!

ALICE           Devo averla dimenticata da Giacomo.

NONNO         Chi è, Giacomo... e cosa ci fa la mia valigia a casa sua?

ALICE           Sono andata via di corsa...

WALTER     (a Nonno) Papà, non hai bisogno della valigia.

NONNO         Sì, c'è il mio costume, dentro.

Walter gli dà la sua valigia, e lo spinge per salire le scale.

ALICE           Devo tornare là.

WALTER     Dove?

NONNO         Nella mia valigia.

WALTER     Non a te. (a Alice) Dove devi andare?

Insieme.

NONNO         In spiaggia.

ALICE           Da Giacomo.

WALTER     No!

NONNO E ALICE   (insieme) Perché?

WALTER     (a Nonno) Papà. Non siamo a Positano! (Walter spinge Nonno per fargli salire le scale. Nonno esce. Da sopra le scale; a Alice) ...E Giacomo non è in casa.

ALICE           Forse è tornato. Comunque, devo andare a riprendere la borsa. E poi, sua madre è troppo fica...

WALTER     (corre giù per le scale) Hai incontrato sua madre?!

AucE              Sì.E' una donna troppo normale, ed è super simpatica. E sono sicura che suo padre è molto meno rincodel mio.

Alice sta per uscire. Walter la prende per un braccio.

WALTER     No!

ALICE           Cosa, no?!

WALTER     Non devi andare a casa di Giacomo!

ALICE           Non vorrai mettertici pure tu!

WALTER     Non devi andare a casa di Giacomo, perché Giacomo ti aspetta da un'altra parte! (va a sedersi sulla poltrona sinistra) Al bar. Mi ha incaricato di dirtelo.

ALICE           E perché non me l'hai detto prima?

WALTER     Sono caduto dal tetto. Ho preso una bella botta.

ALICE           (avvicinandosi a Walter) Il che vuol dire, immagino, che hai anche dimenticato il nome del bar...

WALTER     Sì... No. Conosci il bar da Luigi?

ALICE           Certo (Sta per uscire).

WALTER     Beh, non è quello!

ALICE           (si avvicina di nuovo a Walter) Allora?!

WALTER     Non mi ricordo più.

ALICE           Da Cesare, quello a Cola di Rienzo?

WALTER     (esita, per verificare di non fare una gaffe) Sì, quello!

ALICE           Perfetto! (sta per uscire, si gira) Vai comunque a farti vedere da un dottore.

Alle sue spalle, Mario entra in tromba, senza fiato.

MARIO         E' venuto qualcuno?!

WALTER     Veni, vidi, vici.

MARIO         (attraversando la scena) Cioè?

WALTER     Eliminato...

Mario sprofonda nella poltrona di destra.

MARIO         Bravo Walter!

WALTER     Puoi dirlo forte. Allora vai, Alice?

ALICE           Certo!

Sta per uscire

MARIO         E dove?

ALICE           Ad incontrare Giacomo.

Mario afferra Alice per un braccio e si alza di scatto dalla poltrona

MARIO         Cosa?!

Walter li raggiunge e fa risedere Mario

WALTER     Tutto a posto Mario!

MARIO         No, non è tutto a posto! Non vorrai ritornare da quel cyber-pervertito, quella baldracca di sua madre…per non parlare poi di suo padre.

ALICE           L’ho vista, sua madre, e non è una baldracca!

WALTER     (A Mario) E non sta andando a piazza Irnerio. Deve incontrare  Giacomo qui vicino, da Cesare.

Mario si alza e si avvicina a Walter, ma senza lasciare Alice

MARIO         Ma sei impazzito?

WALTER     Ancora no!

ALICE           Nonostante sia caduto dal tetto.

MARIO         Chi?

WALTER     Beh, io.

MARIO         Sei caduto dal tetto?

ALICE           Prima. Sei tu che me l'hai detto. Mi avevi detto che era caduto dal tetto e che era morto.

MARIO         Ah, quel tetto!

ALICE           Visto che è vivo e vegeto, io vado finalmente ad incontrare Giacomo!

MARIO         Mai e poi mai!

Mario getta Alice sul divano.

WALTER     Sì, lasciala andare da Cesare...

MARIO         E tu, non ti immischiare...

WALTER     ...e non da Luigi.

ALICE           (si alza) E tu non me lo puoi più impedire raccontandomi le tue stronzate.

MARIO         (la ributta sul divano) Non ci vai!

ALICE           Sì, che ci vado!

Walter fa sedere Mario sul divano alla destra di Alice, e si mette in ginocchio davanti a lui.

WALTER     Sì, ci va. Ci deve andare. Ti prego, Mario. Cerca di capire.

MARIO         (lo spinge) No!

WALTER     Te ne pentirai, Mario!

MARIO         Che vuoi dire?!

Durante la battuta che segue, Walter, diventato quasi isterico, afferra Mario per il bavero della

giacca, lo spinge verso la cucina e gli sbatte la testa contro la porta. Poi lo rigira, lo spinge per terra,

gli si siede a cavalcioni e gli scuote la testa, sempre tenendolo per il bavero. Alice li guarda, attonita.

WALTER     Perché il bar di Cesare è un posto molto, molto carino.., che una ragazza può frequentare, mentre il bar di Luigi, è un locale brutto e malfamato, dove si ritrovano dei ragazzi poco raccomandabili! Allora è per questo che lei non va da Luigi. (Walter lascia Mario, si alza, e si gira verso Alice) Vai. Su, muoviti.

Alice si alza ed esce. Walter attraversa la scena per sprofondare nella poltrona sinistra. Mario si

mette a quattro zampe, e si avvicina a Walter.

MARIO         (sconvolto) Che cosa hai fatto?!

WALTER     Ho fatto quel che sto facendo da quando sono tornato, oggi pomeriggio. Per salvare il tuo doppio matrimonio, mi sto preparando un doppio infarto.

Mario, sulle ginocchia, si avvicina a Walter.

MARIO         Hai mandato mia figlia da Cesare per incontrarsi con mio figlio.

WALTER     Perché tuo figlio l'ho mandato da Luigi per incontrare tua figlia. E' quello che sto cercando di dirti da prima.

MARIO         (pausa, poi) Walter, sei un genio!

Mario, sempre in ginocchio, bacia Walter. La loro posizione assomiglia a quella di Walter e

Giacomo di prima. In quel momento, Carla esce dalla sala da pranzo con un bicchiere di whisky.

Sbatte la porta. Mario e Walter si girano lentamente per guardare Carla e si allontanano.

WALTER     (a Carla) Mario mi stava facendo solo...

CARLA         (a Walter) Mario non ti fa niente di niente. Hai già i ragazzetti che paghi per quello. Non vorrai coinvolgere anche mio marito nelle tue "attività".

WALTER     No, ma... lascia che ti spieghi!

CARLA         Non c'è niente da spiegare. Dov'è tuo padre?

WALTER     Di sopra.

CARLA         (tende bruscamente il bicchiere a Walter) Bene, portagli questo. Ne avrà bisogno, quando scoprirà la vita sessuale di suo figlio. (a Mario) E tu non dici niente? Certamente, tu lo sapevi. E si può sapere tu che ci fai ancora qua? Pensavo dovessi andare a lavorare.

MARIO         Sì, vado. Ho il mio pensionato da andare a prendere.

CARLA         Ti sta ancora aspettando? Vai, sennò schiatta prima che arrivi.

Carla esce in cucina.

WALTER     Questa mattina, (beve tutto il whisky d'un sorso) guardando il sole che sorgeva, mi sono detto: "Che bella giornata che comincia." (si siede sul bracciolo sinistro della poltrona) E adesso...

Beve il whisky d'un sorso.

MARIO         Le nuvole si allontanano.., e ti dici che il tramonto sarà altrettanto bello.

WALTER     Come fai a dire una cosa simile? Carla pensa che io abbia una relazione sessuale con tuo figlio.

MARIO         Sì, ma non sa che è mio figlio. Quindi non è grave.

Mario chiude la porta della cucina a chiave.

WALTER     Sei proprio un fetente.

MARIO         Ma tu sai che non è vero. Mi sono sposato due volte solo perché non so dire di "no", tutto qui. Allora dimmi, Giacomo aspetta Alice da Luigi, giusto?

WALTER     In teoria.

MARIO         Bene! Allora tu adesso vai da Luigi...

WALTER     (si siede sulla poltrona sinistra) Ah, no. Te l'ho detto, è tutto finito. Parto con papà per Positano.

MARIO         Ascolta, Walter, tu vai da Luigi, e dici a Giacomo...

WALTER     Ti ho detto che è finita, Mario!

MARIO         Quasi finita. Ma tu dovrai occuparti solo di Giacomo. Così io potrò andare da Cesare e dire ad Alice che c'è stata un'esplosione di gas, che la nostra cucina è nel giardino dei vicini...

WALTER     (indietreggia sulla sinistra) No, no, no! Smettila, Mario. (grave) Non può continuare. Devi accettarlo. Quei due ragazzi vogliono incontrarsi. (pausa) E' finita, Mario.

MARIO         Ma non esiste! Una partita non è finita finché non arriva il fischio finale.

Nonno appare in cima alle scale. Indossa un asciugamano e un cappellino. Al collo porta un pareo.

Walter lo vede.

WAI.TER      Papà! Non andare in giro nudo!

NONNO         (scende le scale) Lei è il direttore dell'albergo? Dove sono i teli da spiaggia?

WALTER     Papà! Non c'è la spiaggia a piazza Risorgimento.

Nonno apre la porta d'ingresso.

NONNO         Chi ha mai parlato di piazza Risorgimento?

Arriva Giacomo, correndo, dalla porta d'ingresso.

GIACOMO   Signor Rossi, signor Rossi!

MARIO         Aaah!

Walter prende Giacomo e lo abbraccia per impedirgli di vedere Mario.

WALTER     Giacomo, bentornato!

Durante quanto segue, Mario si gira rapidamente su sé stesso, si tuffa, faccia a terra, davanti al

divano, e cerca di infilarsi sotto i cuscini del divano. Nonno lo colpisce ripetutamente con la canna;

Mario afferra la canna, fa cadere Nonno e ne approfitta per prendergli il pareo. Si stende sulla

schiena e si copre col pareo.

GIACOMO   Non c'era!

WALTER     Dovevi aspettare.

GIACOMO   E' quel che ho fatto.

WALTER     Sì, ma lei cammina molto, molto lentamente.

GIACOMO   Sentami son dettocheforseerameglio tornare qui per vedere se, magari, era tornata, ma siccome non c'è... sarà andata da Cesare.

WALTER     No, no, no. Da Cesare no. Impossibile.

NONNO         (si rialza e indica Mario) Il direttore dell'albergo sta male?

WALTER     Papà!

Walter chiude gli occhi, completamente distrutto. Giacomo avanza per guardare Mario.

GIACOMO   Ma non è suo cognato... il signor Fattore?

WALTER     (guarda suo padre) Ehm... sì.

NONNO         Ma Fattore sono io... e anche tu.

GIACOMO   Non capisco. Come fa suo padre a chiamarsi Fattore?

WALTER     (breve pausa) Perché è nella famiglia...

NONNO         Chiaramente...

WALTER     Per certe professioni ci vuole una formazione, ma un buon fattore nasce fattore oppure no... Allora, mio nonno era fattore, mio padre era fattore, e io... no. Questioni di geni. Allora quando il signor Fattore, lui, è caduto dal tetto, anche lui...

GIACOMO   Anche lui cosa...

WALTER     Anche lui... (a sé stesso) Ah, no, era Alice...

GIACOMO   (preoccupato) Alice è caduta dal tetto?!

WALTER     No. Peròlo sa. Che è il signor Fattore che è caduto dal tetto, lui, non io, splat! E siccome mio padre è fattore, è venuto a controllare i danni fatti al giardino.

GIACOMO   Almeno prendiamolo e mettiamolo sul divano.

Giacomo avanza verso Mario, ma Walter lo blocca.

WALTER     No! Purtroppo... è morto.

GIACOMO   Morto?!

WALTER     Sì.

GIACOMO   E come fa Alice a saperlo?

WALTER     Ma caro ragazzo, ha letto le sue email.

GIACOMO   Ma se il suo computer è rotto.

WALTER     (disperato) Ma non il server! Ha controllato da Luigi. Quindi vedi che c'era.

GIACOMO   Allora potremmo mandarle un'altra email.

WALTER     Ma no. Non sta più da Luigi. Me l'hai appena detto.

GIACOMO   E lei come fa a dire che è morto?

WALTER     Ho provato a rianimarlo, ma niente da fare, è spirato poco fa. Pace all'anima sua. Giacomo, per favore, puoi andare di là (indica la camera dei figli) a prendere un lenzuolo?

GIACOMO   Un lenzuolo?

WALTER     Sì. E' una camera da letto. Allora, c'è sicuramente un letto. E sul letto, di solito, c'è un lenzuolo. E un morto, si copre sempre con un lenzuolo.

GIACOMO   Ma non sarebbe meglio chiamare un dottore?

WALTER     Oh, sì. Avremo sicuramente bisogno di chiamare un dottore. Ma per me. Per lui, è troppo tardi.

GIACOMO   Mio padre dice sempre: "Finché c'è una speranza, non bisogna mai rinunciare."

WALTER      Ce lo vedo proprio. E allora?

GIACOMO   Ho seguito un corso di primo soccorso, a scuola.

WALTER      Ti ci vedo proprio. E allora?

GIACOMO   Allora, posso provare a fargli la respirazione bocca a bocca.

Giacomo ricomincia ad avanzare verso il "corpo".

WALTER      (allontanando Giacomo) No!

GIACOMO   Una partita non è finita...

WALTER      ...finché non arriva il fischio finale. E'un proverbio di tuo padre, vero?

GIACOMO   Sì!(cerca di andare verso il "corpo") Mi lasci fare.

WALTER     (bloccandolo) No! (pausa) E' mio cognato. Se qualcuno gli deve fare la respirazione bocca a bocca, quello sono io.

Walter spinge Giacomo contro la porta della cucina, poi si mette a cavalcioni sul "corpo" di Mario, facendo attenzione a mantenere la testa nascosta dal pareo Attraverso il pareo, cerca di fargli un bocca a bocca molto prolungato.

NONNO         Certo che se non è già morto... gli hai appena dato il colpo di grazia.

Nonno si siede sulla poltrona di sinistra.

GIACOMO   Bisogna fargli anche un massaggio cardiaco.

Walter lancia un'occhiataccia a Giacomo, e si rigira verso Mario, mettendogli le mani sul petto.

NONNO         Se dovessi farlo a Sharon Stone, mi propongo volontario.

GIACOMO   Perché lo fa attraverso il pareo?

WALTER      Perché alla televisione fanno così.

NONNO         E perché non è Sharon Stone.

GIACOMO   E perché adesso si ferma?

WALTER      Perché è troppo tardi.

Walter congiunge le mani per pregare. Nonno si toglie il cappellino. Walter arrotola Mario nel tappeto. Giacomo è attonito.

GIACOMO   Non lo può arrotolare così nel tappeto.

Giacomo avanza verso Mario.

WALTER      Hai ragione. Vai. Ti avevo chiesto un lenzuolo.

Giacomo esce subito nella camera dei ragazzi. Mario si libera srotolando il tappeto. Nonno è fulminato, resta a bocca aperta, davanti a Mario che si alza.

NONNO         Sono fiero di te, figliolo. Era morto... e tu l'hai resuscitato.

MARIO          Sbrigati! Chiudi Giacomo nella camera.

WALTER     Porca miseria! (si precipita verso la porta e gira la chiave. Nonnosi siede nella poltrona di sinistra. Suonano alla porta. Mario e Walter non sanno più cosa fare. Walter corre verso Mario) Forse è Alice.

MARIO          Alice?

WALTER      Tua figlia!

MARIO          Lo so che è mia figlia. Ma che ci fa qua?

WALTER      Ci abita!

MARIO          Ma credevo che fosse andata a trovare Giacomo.

WALTER     Sì, ma siccome abbiamo fatto di tutto perché non si trovino, allora sarà tornata a casa...

MARIO          ...dove rischia di trovarlo.

WALTER      Esatto!

MARIO          Riflettiamo.

WALTER      Avresti dovuto riflettere vent'anni fa.

Walter si siede sul divano. La battuta seguente è recitata con precisione militare.

MARIO         OK! Allora! Tu sali di sopra e controlli dalla tua finestra. Se è Alice, le dici che mi hanno portato all'ospedale traumatologico (CTO), dove mi devono fare uno scanner del cervello a seguito dei colpi che mi hai dato contro la porta della cucina. Dille che all'ospedale vogliono assolutamente che lei sia lì presente quando mi risveglierò dal Coma. E per essere sicuro che ci va, la accompagni. Metro fino a Termini, e poi il 791. Se ti sbagli, meglio. Una volta lì, lasci che se la sbrighi da sola. Tempo che trova il Pronto Soccorso... e che si rende conto che non ci sono... contando il ritorno, guadagniamo almeno due ore. lo, invece, apro la porta a Giacomo. Faccio la scenata del padre autoritario, gli dico che ho fatto delle ricerche su Internet... questo lo impressionerà tantissimo... e ho scoperto che qui abita una banda di spacciatori, prostitute e papponi... e lo riporto a piazza Irnerio. Tu, dopo aver lasciato Alice, torni qui, e dici a Carla che sono andato a prendere il mio pensionato davanti al supermercato. Così avrò il tempo di accompagnare Barbara al ristorante vegetariano... Mi porto pure Giacomo, così stiamo più tranquilli. Poi, all'improvviso, dopo aver ingoiato tre cucchiai della mia zuppa alle alghe, mi ricorderò che il mio pensionato mi aspetta sempre davanti al ristorante.., così mi potrò liberare per venire qui, sedermi a tavola con Carla e l'arrosto. Ah, sì. Dopo aver lasciato Alice... e prima di tornare qui, chiami il garage, e gli dici di mandare un carro attrezzi per riparare la ruota del mio taxi. Mentre lo riparano, io sarò qui a mangiare l'arrosto, e tu mi riporti il taxi davanti casa. Così, ti puoi riprendere la tua macchina e partire tranquillo per Positano.

A metà della battuta, Walter comincia a incrociare gli occhi. Resta sempre verso Mario, ma con lo sguardo vuoto e la bocca aperta.

WALTER      A Termini, che autobus hai detto?

NONNO         (alzando la canna per aria) Il 791.

Suonano di nuovo alla porta. Mario e Walter si guardano. Mario tira Walter per il braccio e lo spinge verso le scale. Contemporaneamente, Nonno attraversa la scena davanti al divano per trovarsi davanti la porta della cucina.

MARIO          Dai, sali.

Suonano di nuovo. Carla bussa alla porta della cucina. Nonno reagisce.

CARLA         (off) Walter. Sei stato tu a chiudermi di nuovo a chiave?

WALTER      (fermandosi per rispondere) E' chiaro! E' sempre colpa mia!

Mario spinge Walter su per le scale. Giacomo bussa alla porta della camera dei ragazzi. Nonno reagisce.

GIACOMO   (off) Ehi! Non riesco ad aprire la porta.

Walter si gira. Suonano alla porta.

MARIO          (a Walter) Dai, Sali. E non dimenticare, se è Alice...

WALTER      Ho capito. Sei all'ospedale per partorire. (Walter esce, sopra).

CARLA         (off) Walter, se non apri questa porta, la butto giù! (la sentiamo dare dei calci alla porta. Nonno va verso le scale, tappandosi un orecchio con la mano libera. Mario esita tra la camera e la cucina. Alla fine, decide per la cucina. Suonano. Mario gira la chiave della porta della cucina. Carla entra in tromba, con un gran coltello in mano. Si blocca) Mario! Sei stato tu a chiudermi a chiave?

MARIO          No, Walter.

CARLA         Bene! Adesso l'ammazzo!

Corre davanti a Mario fino alle scale, ma si trova di fronte Nonno che, vedendo il coltello, alza le mani.

NONNO         (impaurito) Non ho le chiavi della cassaforte! Sono solo un cliente!

MARIO         Carla! Lascia stare Walter. (le prende il coltello e lo posa sul tavolo dietro il divano) Ho un mal di testa terribile. Mi puoi andare a prendere un Moment?

CARLA         Vattelo a prendere da solo!

MARIO          Non posso, mi devo occupare del mio cliente, vuole un telo da spiaggia.

CARLA         Che spiaggia? Quale cliente?

MARIO          (sottovoce, a Carla) li padre di Walter. Sai, è un po'...

Fa un gesto con la mano per dire che Nonno ha perso la testa

 CARLA        Non è l'unico.

Suonano.

NONNO         (a Carla) Lei è la cameriera?...

MARIO          Un Moment, per favore. Nel mio comodino in camera.

NONNO         ...Perché le posso dire che gli asciugamani sono un po' piccolini. Guardi.

Nonno apre l'asciugamano davanti. Carla gira la testa per non guardare. Nonno si sistema l'asciugamano e si siede nella poltrona a destra.

CARLA         Le credo, signore. Mario, vai a vestire il padre di Walter. Lo vado a prenderti il Moment. E' in camera di Alice.

Va verso la seconda camera, ma Mario la raggiunge.

MARIO          No!

CARLA         Sì! Il moment è in camera di Alice, gliel'ho dato stamattina.

MARIO          No! Voglio dire, no, non voglio il Moment.

CARLA         Ma se mi hai appena detto di avere male alla testa.

MARIO         Sì, ma ho anche mal di stomaco. Ed è peggio. Le pasticche per l'acidità di stomaco sono in camera nostra.

Suonano. Mario porta Carla verso la camera dei genitori, ma lei si libera, e va davanti al divano.

CARLA         C'è qualcuno che suona alla porta!

MARIO          E' il postino. Per la mancia di Natale!

CARLA         A metà maggio?!

MARIO          Vengono sempre prima. (suonano. Si tiene la pancia) Ohhh! Presto. Lo stomaco.

Tira Carla verso la camera. In quel momento, Giacomo comincia a bussare alla porta della camera dei ragazzi. Carla si blocca.

GIACOMO   (off) Aprite questa porta!

CARLA         (sorpresa) Ma è il ragazzetto di Walter.

MARIO          Ah, sì?!

CARLA         (sorpresa, e arrabbiata) Cosa fa in camera di Alice?

MARIO          Voleva andarsene, ma credo che Walter non può più farne a meno.

CARLA         E ha chiuso quel ragazzo nella camera di nostra figlia!

MARIO          Visto che non c'è...

Spinge Carla verso la camera dei genitori. Walter corre giù per le scale.

WALTER      Tutto a posto, Mario... (Walter vede Carla; smielato) Tutto a posto, Carla?

CARLA         Walter Fattore! Mi occuperò di te tra poco!

Carla esce nella camera dei genitori.

WALTER      Che cosa le hai raccontato?

Mario chiude a chiave la porta della camera dei genitori Mario si avvicina a Walter, e si incontrano davanti al divano.

MARIO          Non importa. Chi è alla porta, Alice?

WALTER      No! E' una signora.

MARIO          Una signora, come?

NONNO         Ci sono anche le donne postino, adesso?

Suonano.

MARIO          Com'è, questa signora?

WALTER     Beh, è... (fa la forma di una donna) molto... (disegna il seno) con un bel… (disegna il sedere) i capelli…castani e una piccola macchina rossa.

MARIO          Rossa... Barbara!

WALTER     La conosci? (fa segno di stringere il seno, "popi-popi") Beato te! (si rende conto) Barbara!

MARIO          Barbara! Barbara! Barbara! Ma cosa ci fa, qui?

NONNO         Ma non la lasciate fuori la porta. (fa "popi-popi" anche lui) Fatela entrare!

WALTER      Tu, vai di sopra!

NONNO         Ma no, aspetto... (fa "popi-popi")

WALTER      Vai di sopra, ho detto!

MARIO          Sbarazzati di tuo padre... e occupati di Barbara.

GIACOMO   (off) Qualcuno può aprire questa porta?

WALTER      E perché non ti occupi tu di Barbara?

MARIO          Perché mi devo già occupare di Giacomo e di Carla.

WALTER      (In ginocchio) Papà, Sali , per favore. Devo aprire la porta alla signora

MARIO          No!

WALTER      Come no?! Mi hai appena detto di farlo!?

Walter si siede sul bracciolo destro del divano

MARIO          Non devi aprire. Sali di sopra con tuo padre… e ti spogli.

WALTER      Cosa?!

MARIO         Poi ti affacci alla finestra. Dici a Barbara che sei il signor Rossi, che stai facendo la doccia, e che la smetta di rompere con il campanello.

WALTER      No! Basta, non ne posso più.

MARIO          Ma non capisci! Ci siamo quasi!

NONNO         Ci penso io! Salgo, mi spoglio, invito la signora sotto la doccia e... (fa "popi-popi") Popi-popi!

Nonno sale le scale ad una velocità fulminante.

WALTER      Papà!

Walter segue suo padre ed esce, in cima alle scale.

CARLA         (off) Ma chi è che ha chiuso questa porta? E' diventata una mania!

MARIO          E' Walter. Si sta allenando.

CARLA         (off) E' già tutto scemo, non ha bisogno di allenarsi. Aprimi. Ho le tue pasticche per lo stomaco.

MARIO          E' salito su con la chiave.

CARLA         (off) Stavolta, l'ammazzo sul serio!

GIACOMO   (off) Ma aprite! (Giacomo bussa alla porta Mario si avvicina alla porta e la apre. Giacomo entra dalla camera dei ragazzi) Spero che non... (si blocca) Papà!

MARIO          Su, figliolo! A casa!

GIACOMO   Ma cosa ci fai qui?

Mario trascina Giacomo verso la porta d'ingresso.

MARIO         Niente. Ti porto via da qui. (davanti alla porta d'ingresso) Forse è meglio passare dalla cucina.

Spinge Giacomo davanti a sé, verso la porta della cucina.

GIACOMO   Maè ridicolo! Ehi! Dov'è il signor Fattore?

Giacomo indica il punto dove si trovava il "corpo".

MARIO          Di sopra. Sta facendo la doccia.

Gira Giacomo verso la porta della cucina, ma Giacomo si rigira.

GIACOMO   Ma è morto!

MARIO         (pausa) Sì. L'altro signor Rossi sta pulendo il corpo del signor Fattore, prima che arrivi il becchino. Era pieno di terra sotto le unghie e tra i capelli. Allora, vieni?

GIACOMO   (si siede sul divano, lato sinistro) No, aspetto Alice.

MARIO          Non c'è nessuna Alice.

GIACOMO   Ma sì. Ci siamo scambiati tante email.

MARIO         Hai scambiato email con un vecchio bavoso che si spaccia per una liceale di quindici anni.

GIACOMO   Impossibile! Ho l'indirizzo di Alice, qui.

MARIO          Hai l'indirizzo del vecchiaccio perverso.

GIACOMO   Non ti credo.

Nonno appare in cima alle scale.

NONNO         (fa "popi-popi") Avevi ragione. C'ha due tette... che spettacolo!

Mario sorride e con un gesto indica a Giacomo che il pervertito è Nonno. Poi, sorride a Nonno, fa "popi-popi", e Nonno gli risponde con lo stesso gesto. Comincia a scendere le scale)

MARIO          Vedi!?

GIACOMO   (sconvolto, salta dal lato sinistro del divano per incollarsi al lato destro) Vuoi dire che il nonno di Alice mi ha mandato delle email, firmandole Alice?

MARIO          Non c'è nessuna Alice. Andiamo.

Prende il lenzuolo dalle mani di Giacomo.

GIACOMO   Ma se non c'è nessuna Alice, perché il signor Rossi mi ha mandato al bar per incontrarla?

MARIO          Per farti uscire da qui, per farti sfuggire alle grinfie di suo padre.

Nonno è arrivato alla base delle scale.

NONNO         Non le apriamo? (Fa "popi-popi").

MARIO         Tu, vai a fare un sudoku (gli dà un libro di sudoku. Nonno si siede sul divano) E tu, vattene. Salta sul motorino, e scappa da qui. (Mario apre la porta della cucina).

GIACOMO   E tu non vieni?

MARIO          No. Ho promesso al signor Rossi che l'avrei aiutato per le esequie del signor Fattore.

Mario spinge Giacomo, molto deluso, verso la porta della cucina, poi lo fa uscire, ma lascia la porta socchiusa. Walter corre giù per le scale, coperto solo da un asciugamano. Arriva davanti a Mario, a destra.

WALTER      (nel panico) Mario! Mario!Non riesco a farla andare via!

MARIO          E perché?

WALTER      Alice ha lasciato la borsa a casa sua. Barbara è venuta per riportargliela.

MARIO          Fargliela lasciare davanti alla porta!

WALTER      Nonvuole. Adesso che mi ha visto dalla finestra, vuole conoscermi.

MARIO          Spero che tu le abbia detto che la tua doccia era urgente.

WALTER     Assolutamente! Ma siccome insisteva, le ho detto che andavo a vedere se la signora Rossi era disponibile.

MARIO          Quale signora Rossi?

WALTER      Ce ne sono solo due! (pausa; preoccupato) Ce ne sono solo due, eh, Mario? Vero?

MARIO         Certo! Ma... aspetta un attimo. Se ho capito bene... hai proposto alla signora Rossi che sta qui fuori... (indica col pollice)

WALTER      Barbara, sì.

MARIO          ...che incontri la signora Rossi che è là dentro? (indica col pollice)

WALTER      Carla, sì.

MARIO          Ma sei impazzito ?!

WALTER      Sì! E ti meravigli?

MARIO         (Furioso) Ma perché non le hai detto che Carla era in Australia per i funerali di una lontana cugina e che non  sarebbe tornata prima di un anno?

WALTER     (Quasi in lacrime) Non ci ho pensato.

Carla bussa alla porta dei genitori

CARLA         (Off) Mario, Walter ti ha portato la chiave?

Mario si precipita verso la porta dei genitori

MARIO         E’ uscito e l’ha portata con sé.

WALTER     Sono uscito? E dove?!

Nonno si alza.

NONNO         (a Walter, indicando l'asciugamano) Se esci a fare il bagno, vengo con te.

Va verso Mario. Suonano alla porta.

MARIO         (andando verso Walter) Walter, risali di sopra. Parla di nuovo con Barbara dalla finestra, e dille che Carla è... che è...

WALTER     Mario, basta...

Suonano.

MARIO         Molto malata!

NONNO         Alla fin fine, non so se le vacanze in riva al mare facciano bene alla salute. (Mario e Walter si guardano) C'è stato unmorto, una malata... e poi sento sempre una specie di campanello.

CARLA         (off) Apri questa porta!

Bussa contro la porta. Scuotendo la testa, Nonno si sposta in fondo a destra.

MARIO         (a Walter) lo mi occupo di Carla! Tu occupati di Barbara! (Walter apre la bocca per parlare) Qualsiasi cosa! Dille quello che vuoi! (Spinge Walter a salire le scale).

WALTER     (furioso) E se dicessi che sono tutti andati alle esequie di Walter Fattore?

Walter esce in cima alle scale. Nello stesso momento, Barbara appare sulla soglia della porta

socchiusa della cucina. Porta la borsa di Alice sulla spalla.

BARBARA   (entrando) C'è nessuno? Signora Rossi? Alice?

MARIO         (di soprassalto) Aaah!

Mentre grida, Mario si copre con il lenzuolo che tiene in mano da quando è andato via Giacomo.

Barbara vede un "fantasma" davanti al divano. Walter scende di corsa le scale.

WALTER     (entrando, contento) Tutto a posto, se n'è andata! (vede Mario) Aaaah! (si gira e vede Barbara) Oooh!

BARBARA   Mi dispiace di averla fatta uscire dalla doccia. (Walter cerca di sorridere, e alza le spalle in maniera disinvolta) Mi son detta che valeva la pena provare dalla porta di servizio... (Walter alza di nuovo le spalle) ...magari sua moglie era in cucina.

Nonno è sceso a ispezionare il "fantasma", ma, vedendo Barbara, la sua attenzione è rivolta tutta a

lei. Le fa un occhiolino malizioso, e fa "poti-poti" con le mani.

WALTER     Credo che abbia già conosciuto mio padre.

BARBARA   (fredda, mantenendo le distanze) Di nuovo buongiorno, signor .. Rossi.

NONNO         Signor Fattore.

WALTER     Signor Fattore. Siediti. Hai ragione, papà. Il signor Fattore, (più basso, sperando che suo padre non senta) il mio inquilino, che ho dimenticato di presentarle. (indicando Mario)

BARBARA   Ah, è lui il signor...

WALTER     Deltetto. Sì. Ha saputo del tetto, no?

BARBARA   Che tetto?

WALTER     Il tetto da cui è caduto.

BARBARA   Ah, è lui?(Vedendo Mario sotto il lenzuolo) A quanto vedo, è il bucato che ha attutito la caduta.

WALTER     Sì! No... Non è un lenzuolo...(passa dietro a Mario, avvolto nel suo lenzuolo) E' un... perché... quando è caduto, anche la temperatura è crollata.., e ci hanno consigliato di avvolgerlo in una coperta termica... Ma va stretta in vita!(Walter prende la parte bassa de/lenzuolo tra le gambe di Mario, e tira) Sta bene, signor Fattore?

MARIO         Sì!

WALTER     Beato lei!

NONNO         (a Walter) Non capisco perché chiami il signor Rossi "s..."(prima che possa terminare la frase, Mario da sotto il lenzuolo dà un colpo di piede alla sua canna. Nonno cade per terra, ma si rialza immediatamente, le mani alzate, pronto "al combattimento") Chi è stato? Fatti avanti!

Walter raccoglie la canna, ne dà un'estremità a Nonno, che la prende, e che permette a Walter di

tirarlo verso il divano.

WALTER     (a Nonno) Hai fatto cascare il bastone. (a Barbara) Beh, grazie di essere venuta, signora Rossi. Ridarò la borsa ad Alice, è stato un piacere.

BARBARA   Visto che sono qui, mi piacerebbe salutare la mia omonima.

WALTER     Omonima?

BARBARA   Ma sì. L'altra signora Rossi.

WALTER     (comincia ad indietreggiare verso Mario) Ahhh... (pausa) Carla.

BARBARA   Sì.

WALTER     Ahhh... (pausa) Sì. (Pausa).

MARIO         (da sotto il lenzuolo, suggerisce) Malata.

WALTER     ...Sì, è malata. Molto malata. Non riesce più ad aprire la bocca. Dobbiamo nutrirla con una cannuccia.

BARBARA   Ma è terribile!

WALTER     Eh sì! Quindi, grazie per essere venuta e arrivederci.

Prende Barbara per le spalle e la guida in direzione della porta. Carla bussa sulla porta della

camera. Barbara si gira. Mario (sempre avvolto nel lenzuolo), Nonno e Walter si girano verso lo

porta della camera.

CARLA         (off, urla) Questa maledetta chiave! Arriva, o devo sfondare la porta?

Walter e Mario si girano verso Barbara.

BARBARA   Ma, non è la signora Rossi, quella?

Barbara attraversa la scena verso la porta della camera dei genitori.

WALTER     No, no. E' la signora Fattore. La moglie di Walter Fattore. (indica Mario) Lilli. Matta da legare, Lillì. È diventata matta praticamente lo stesso giorno di Carla. Lei sa di Carla, no?

BARBARA   Ehm, no...

WALTER     E' vero. L'ho detto a Giacomo...

BARBARA   Ha incontrato Giacomo?

WALTER     Lo conosce?

BARBARA   E' mio figlio.

WALTER     Ah, sì. Sì. Certo, sennò, non saremmo qua... Dunque, stavo dicendo che Carla è diventata matta, lo stesso giorno che...

CARLA         (off) Walter Fattore... TI AMMAZZO!

WALTER     Non pazza come Lilli, comunque. Ma sono tutt'e due molto pericolose. Ce l'hanno nei geni. Siamo quello che si dice una famiglia disfunzionale. Quindi, per la sua sicurezza, le consiglio di andarsene e di non tornare mai più.

Walter attraversa la scena e va verso Barbara.

BARBARA   Nei geni, lei dice. Eppure sua figlia non ne sembra affetta.

WALTER     Alice? No, no. Lei sta bene. (Mario gli dà un calcio) Tranne quando è in astinenza. Quando le manca la roba, diventa ingestibile.

BARBARA   In astinenza? Ah, capisco. In definitiva, è meglio evitare che i nostri figli si incontrino.

Barbara esce dalla cucina. Nessuno si accorge che porta via con sé anche la borsa di Alice. Walter

chiude la porta.

WALTER     (in direzione della porta) E vai! (si gira verso Mario) Yes!!

Mario si toglie il lenzuolo, e lo butta sul divano.

MARIO         Formidabile, Walter. Impari in fretta.

WALTER     (si allontana dalla porta) Sei come tuo figlio. Non rinunci mai. Non so chi di voi due odio di più.

Si apre la porta della cucina ed entra Barbara, con in mano la borsa di Alice.

BARBARA   (entrando) Che stupida. Ho dimenticato di lasciare

Mario si gira e si butta sullo schienale del divano. La testa è nascosta come uno struzzo, con le

ginocchia sulla seduta e il sedere in aria. Walter cerca di sorridere.

WALTER     Cinque minuti sotto la coperta termica. Il dottore ha detto così. Adesso, dieci minuti di rieducazione. Testa in giù, gambe in aria, per irrigare bene il cervello. (si avvicina a Mario, gli prende le gambe, e le alza in modo che Mario sia quasi in verticale) Gambe in aria.

MARIO         Aahh!

WALTER     E poi apri. (lo fa) Chiudi. (richiude le gambe, continuando l'esercizio) Apri. Chiudi. Apri. Chiudi. Apri. Chiudi. (ad ogni movimento Mario grida) Perfetto! Soffrirei per lui se non sapessi quanto gli fa bene. Apri. Chiudi. Apri. Chiudi.

CARLA         (off) Le grate alle finestre contro i ladri, buona la scusa!

WALTER     Siamo al piano terra.

CARLA         (off) Era solo per chiudermi dentro!

BARBARA   Lei è sicuro che sia Lilli... e non Carla, a gridare?!

WALTER     Sì,Durante le crisi di follia le loro voci si confondono, ma io ho imparato a distinguerle. Le ho già detto che ero accordatore di pianoforte, no?

BARBARA   No.

WALTER     No? Ah, sì era a... Beh, grazie per la borsa. (La prende).

BARBARA   Ma non avete nessun aiuto dei servizi sociali?

WALTER     E perché?

La fa girare su sé stessa e la guida verso la cucina.

BARBARA   Beh.. una moglie malata, una sorella isterica.., e poi una figlia drogata...

WALTER     No, ho già il rimborso totale per la casa di riposo di mio nonno. Non voglio che diventiamo una famiglia di assistiti.

BARBARA   Suo nonno è ancora vivo?

WALTER     (si rende conto che, vista l'età di suo padre, è un po' difficile) Ancora per poco...

BARBARA   Lei è veramente coraggioso. Ma credo che potrei esserle d' aiuto. Ho seguito dei corsi serali: "Aiutare il prossimo a combattere lo stress".

WALTER     "Aiutare il prossimo..." ai corsi serali?... Siete tutti molto impegnati, in famiglia.

CARLA         (off) Se nessuno apre questa porta, la distruggo!

Carla comincia a picchiare forte.

NONNO         (a Walter) Figliolo, qui c'è troppo rumore. Devo andare a fare pipì.

WALTER     Senti, papà, non vedi che ho cose più urgenti da fare?!

NONNO         Sì, ma per me, quando è urgente, diventa urgente molto, molto rapidamente.

WALTER     Lei parlava di "aiutare il prossimo"... Potrebbe aiutare mio padre?...

BARBARA   (dopo una piccola smorfia) Ma certo!

WALTER     Grazie! Il bagno è di sopra. Così mi posso occupare di Lilli. (a Nonno) Papà, la signora Rossi sale con te!

NONNO         Era ora! (fa "poti-poti" e spinge Barbara verso le scale) Dopo di lei, signora.

BARBARA   (si mette dietro Nonno) No, no. Dopo di lei, signor Rossi.

NONNO         No, Fattore.

BARBARA   Ma certo. Adesso il fattore tira fuori l'annaffiatoio, vero?

Nonno e Barbara escono in cima alle scale.

MARIO          (si alza) Cosa hai fatto!

WALTER       Faccio del mio meglio.

MARIO          (attraversa sulla destra) Barbara stava per andarsene. E tu

l'hai fatta salire con tuo padre. Non se ne andrà mai più.

WALTER       Non ti preoccupare. Due minuti con mio padre, e non vedrà

l'ora di andarsene.

Carla fa saltare una parte dei cardini della camera  dei genitori,

 

cade di traverso con un flacone di medicine in mano.

CARLA          Dov'è Walter?

WALTER       Carla, ascolta.

MARIO          Carla, amore, hai le mie pasticche per lo stomaco?

CARLA          Lascia stare lo stomaco. Prima mi occupo di Walter. E la sua

cura, (mostrando il tubo di pasticche) sarà dritta su per il culo.

WALTER       Carla, rifletti.

CARLA          E' un quarto d'ora che rifletto...

Rincorre Walter intorno al divano.

MARIO          (afferra Carla) Carla! Ci sono delle attenuanti. Walter oggi

non è sé stesso.

WALTER       Verissimo!

CARLA          Eccoti per il tuo stomaco.

Getta il tubetto sul divano. Continua a rincorrerlo.

MARIO          Grazie. E il Moment?

CARLA         (rigirandosi con violenza verso Mario) Mi avevi detto che non lo volevi!

MARIO          Sì, invece. Il dolore allo stomaco mi è salito fino alla testa.

CARLA         Chi era, la voce femminile che ho sentito?

MARIO          (bloccando nuovamente Carla) Oh, la testa! La testa!

CARLA         Chi era?!

MARIO          Era solo.., una... conoscenza... di Walter.

WALTER      (offeso) Mario! Non posso più... mi rifiuto...

CARLA         (interrompendolo) E dov'è, adesso?

MARIO          E' salita con suo padre.

CARLA         E quanti anni ha, questa, signor Fattore?

WALTER      Come?

CARLA         La puttana che hai fatto salire con tuo padre.

WALTER      Non è una puttana! E' una signora come te.

CARLA         lo non salirei mai con tuo padre.

WALTER      No, voglio dire una signora della tua età

CARLA         E che cambia? Tu paghi dei ragazzetti, tuo padre paga delle vecchie zitelle. Hai trasformato la mia casa in un bordello.

WALTER      Ma non...

CARLA         (a Mario) Vado a prenderti il Moment. E' in camera di Alice.

WALTER      (urla) Ma no!!!...

Carla si gira sulla soglia. Mario guarda Walter.

MARIO          (dolcemente) Ti avevamo già sentito la prima volta, Walter.

WALTER     No, volevo dire .. (fa dei gesti di panico verso la porta; con voce calma) Ma avevo dimenticato che... (fa un gran movimento con le mani per indicare che Giacomo è uscito dalla camera, e se n'è andato dalla cucina) Volevo dire che non sei poi così vecchia.

CARLA         (guardando Walter con l'aria di dire "completamente fuori") Oggi ho sentito proprio di tutto.

WALTER      No, tutto no.

Carla lancia uno sguardo assassino a Walter, e apre la porta della camera.

CARLA         E Alice non ha neanche rifatto il letto!

Entra e chiude la porta. Mario chiude a chiave.

MARIO         OK, Walter! (Mario va verso Walter. In quel momento si sente un urlo di Barbara, proveniente da sopra) Barbara!

BARBARA   Signor Rossi! (Mario si nasconde nel guardaroba sotto le scale. Barbara appare in cima alle scale, con le mani sul petto. A Walter) Suo padre avrà forse perso un po' delle sue facoltà qui sopra. (indica la testa) Ma, sotto, funziona molto bene.

In cima alle scale appare Nonno. Ha un secchiello nel qual vediamo alcuni oggetti da spiaggia (paletta, etc.) in plastica. Scende le scale.

NONNO         L'aria di mare mi fa bene,

WALTER      Papà, vai a letto.

NONNO         E'quello che volevo fare, ma la signora mi ha detto di farmi una doccia fredda, allora tanto vale che vado a farmi un bagno, mi cambierò nella cabina.

Apre la porta del guardaroba. Mario è là, in piedi. Indossa un impermeabile, un cappello, una sciarpa, e degli occhiali da sole. Sembra l'uomo invisibile. Per un attimo, non si muove. Poi esce dal guardaroba, e si dirige come un automa verso la cucina Barbara a bocca aperta segue con gli occhi Mario nella sua traiettoria fino alla cucina. Walter fa un respiro profondo, e mette la mano sulla spalla di Mario, che si ferma.

WALTER     le ho parlato di Carla la malata mentale, della sorella Lilli la pazza scatenata, e dello zio Walter, il kamikaze. (Barbara fa "sì" con la testa) Beh, questo è il cugino Bartolomeo lo scemo.

Lascia Mario, apre la porta, e lo lascia uscire nella cucina. Poi vacilla fino al divano, sul quale sprofonda. Immediatamente si apre la porta della cucina, e arriva Mario, vestito normalmente.

MARIO          Su. Andiamo via!

BARBARA   Mario. Cosa ci fai qua?

MARIO          Me ne vado con te.

Mario si precipita su Barbara. La tira per il braccio verso la porta d'ingresso.

BARBARA   No, ma perché sei qui?

MARIO         Sono qui, unicamente per farti uscire da questa casa di pazzi. Ti racconterò stasera a cena... al ristorante vegetariano. Non avrai mica dimenticato?

BARBARA   Assolutamente no. Ma non posso lasciare il signor Rossi qui, in un momentodidisgraziasimile.

MARIO          Non ci riguarda.

La tira di nuovo verso la porta d'ingresso, ma Barbara si libera.

BARBARA   E invece sì. Il nostro pianeta è un microcosmo interdipendente. Le disgrazie degli altri ci riguardano tutti. (a Walter) Non sa dei problemi mentali di sua moglie, eh, signor Rossi?

WALTER      (scuote la testa, completamente sconfitto) No!

CARLA         (off) Mi hai chiuso di nuovo a chiave!

BARBARA   (a Walter) E' Carla, o Lilli?

WALTER      Che importa, è la stessa cosa.

Durante la battuta che segue, Mario guarda Barbara sbalordito.

BARBARA   (a Walter) Racconta lei a mio marito di tutti i suoi problemi.. di Carla la malata mentale, della sorella lilli la pazza scatenata, dello zio Walter il kamikaze, e del cugino Bartolomeo lo scemo? O lo faccio io?

WALTER      (contrariato) Avrei preferito che restasse in famiglia.

BARBARA   Ma ho appena detto che siamo tutti una grande famiglia. Dobbiamo restare uniti.

MARIO          (rapido) No, no, no. li signor Rossi non ha bisogno di aiuto, giusto?

WALTER      (triste) Sì. (Mario gli dà un calcio) No.

MARIO          Vedi, il signor Rossi preferisce cavarsela da solo.

Nonno va verso Mario.

WALTER      Sì.

NONNO         Ma perché continua a chiamare mio figlio s...

Mario gli ridà un altro calcio al bastone. Nonno cade, e lascia andare il secchiello. Quando si rialza, Mario lo prende per il braccio e lo spinge in cucina. Si sente rumore di pentole e di piatti rotti. Mario riprende la canna per terra e il secchiello, che getta in cucina dietro a Nonno, poi sbatte la porta. Posa la canna sul divano.

BARBARA   Mario, non ti riconosco.

MARIO          Sì, sì. Sono proprio io. Bene. Andiamo.

Mario apre la porta d'ingresso, e si trova faccia a faccia con Giacomo, che entra con aria determinata. Mario è atterrito. Walter si abbandona sulla poltrona di destra, e si infila la testa fra le mani.

GIACOMO   Ho l'impressione che il povero signor Rossi..

MARIO          Che cosa fai qua?...

GIACOMO   (con determinazione) Mi dispiace, papà, ma... (vede Barbara) Mamma!

MARIO          Giacomo, ti avevo detto di tornare a casa.

Giacomo avanza sulla destra.

GIACOMO   Lo so, ma ho deciso di spiegarmi col signor Rossi.

Indica Walter

MARIO          Si, ma il signor Rossi non vuole spiegarsi con te, Giacomo. Eh signor Rossi?

Walter alza la testa, la squote, poi la rinfila tra le sue mani.

GIACOMO   Forse, ma deve sapere che ho deciso di incontrare comunque Alice.

Giacomo si siede determinato sul bracciolo destro della poltrona

MARIO          Giacomo…

GIACOMO   Lo so che non sa nemmeno che esisto…

MARIO          Ne parleremo dopo, a casa.

BARBARA   Ma si che sa che esisti…è venuta a casa a cercarti

MARIO          Barbara!

GIACOMO   (sorpreso ma contento) Ah, si? Alice, Alice?

BARBARA   Certo, Alice, Alice.

MARIO          (prende Giacomo per il braccio e cerca di alzarlo) Andiamo!

GIACOMO   (liberandosi) No. Voglio aspettarla qui E' fantastico!

Giacomo si siede nuovamente sul bracciolo destro del divano.

MARIO          Non è fantastico per niente! (grida a Walter) Signor Rossi, non vuole dire qualcosa?

WALTER      Sì. Cazzo!

BARBARA   (a Walter) Ma sua figlia non è ancora tornata? È uscita prima di me.

GIACOMO   Mamma, le ci vuole comunque tempo... anche col cane.

BARBARA   (sorpresa) Che cane?

MARIO          (grida a Walter) Non va da nessuna parte senza il suo cane, eh, signor Rossi?

WALTER     (senza espressione) Cane? (Mario chiude gli occhi e, con la canna di Nonno, mimo un cieco) Ah, sì, il suo cane. Eh sì, adora il suo cane. Non esce mai senza Banzai.

MARIO          (si siede accanto a Walter) Banzai?

WALTER      Sì. Il suo cane si chiama Banzai. Ed è sempre con lei.

GIACOMO   Anche perché non può farne a meno.

WALTER      Purtroppo. Bravo Banzai!

MARIO          Eh sì. Banzai è il suo tesoro.

Insieme.

WALTER      Un piccolo cocker.

MARIO          Un pastore tedesco.

Si bloccano e si guardano. Insieme.

WALTER      Un pastore tedesco...

MARIO          Un piccolo...

Si bloccano e si guardano di nuovo.

WALTER      In effetti, è di taglia media.

MARIO          Un bastardo

WALTER E MARIO (insieme) Sì. Una specie di cocker tedesco, di taglia media.

WALTER      Eh, Giacomo?

MARIO          Giusto, no?

GIACOMO   Non lo so. Non l'ho ancora mai visto.

Nonno entra dalla cucina.

NONNO         Ho perso il bastone.

Mario gli lancia la canna.

BARBARA   Neanche io. Quando ho incontrato Alice, non aveva il cane.

GIACOMO   Ma non è possibile. Non può andare da piazza Risorgimento a piazza Irnerio solo con il suo bastone bianco.

Barbara è sgomenta.

BARBARA   Il suo bastone bianco?

GIACOMO   E' una non vedente.

BARBARA   (confusa) Ma, scusa... (a Walter) Se è venuta in bicicletta. Walter alza il volto.

WALTER      (in lacrime) Era un'immagine di sintesi.

Barbara e Giacomo cercano di capire.

MARIO          Che figlia che ha, signor Rossi! Non avrà gli occhi, ma ha due palle!

NONNO         (a Mario) Non sapevo che la sua Alice fosse... (Mario si gira verso Nonno, furioso, ma prima che possa fare niente, Nonno dà la canna a Mario, si butta per terra, si mette sulla schiena, alza il tronco a 45 gradi, con le mani poggiate per terra dietro di sé) Va bene così?

MARIO          Va bene!

Mario solleva Nonno per le mani e lo spinge sulla poltrona a destra. In quel momento, Carla comincia a dare dei calci alla porta dei ragazzi.

CARLA         (off) Adesso butto giù la porta!

GIACOMO   (a Barbara) Sono costretti a chiudere a chiave la signora Rossi tutti i pomeriggi.

MARIO          (tra i denti) Grazie Giacomo.

GIACOMO   (a Barbara) E il signor Rossi è costretto a dormire di sopra con il signor Fattore.

MARIO          (a denti ancora più stretti) Grazie ancora, Giacomo.

GIACOMO   (a Walter) Ma adesso non avrete più problemi, visto che il signor Fattore è morto.

BARBARA   Morto! (guarda Walter con aria interrogativa. Walter alza la testa, sta per parlare, poi si mette le mani sulla testa come un prigioniero. A Walter) Ma se il signor Fattore stava a gambe all’aria dieci minuti fa! Faceva riabilitazione!

GIACOMO   Ma no. Il signor Fattore è morto qui, davanti ai miei occhi. Non è vero signor Rossi? Ha pure provato a rianimarlo facendogli la respirazione bocca a bocca.

Walter si mette il pollice in bocca e si mette in posizione fetale

MARIO         C’è sicuramente un’ottima spiegazione a tutto questo (Barbara e Giacomo si guardano. Grida a Walter) …e il signor Rossi ce la darà vero?

Tutti guardano Walter che, sempre nella stessa posizione, si dondola come un bambino. Carla dà

dei calci sempre più violenti contro la porta dei ragazzi.

CARLA         (Off) Ma insomma, basta!!!

MARIO         E subito!

Walter tira fuori il  pollice, ma resta arrotolato. Sta per avere una crisi isterica.

WALTER     C’è un proverbio cinese che dice: “un uomo cieco con un cane che vede avrà sempre una visione più chiara di un uomo che vede con un cane cieco”

Tutti guardano Walter, poi Nonno alza i due pollici in direzione di Walter.

NONNO         Mica stupidi 'sti cinesi!

Nonno si alza e va ai piedi delle scale. Gli altri continuano a guardare Walter, che è sempre più

vicino alla crisi isterica.

WALTER     E ce n'è un altro: "Dalla bocca di un bambino esce la verità, e dal culo di un cane..."

MARIO         (interrompendolo) Grazie, signor Rossi. Barbara, Giacomo. Andiamo via!

Li prende ognuno per una mano e li trascina verso la porta d'ingresso.

GIACOMO   Papà!

BARBARA   Mario. Basta!

Mario apre la porta d'ingresso. Si trova di fronte Carla, lo sguardo da pazza, e una grata della

finestra in mano che tiene alta davanti a lei. Fa paura. Giacomo si nasconde dietro a Barbara.

CARLA         (a Walter, che si trova di fronte a lei, ma dall'altra parte del divano) E' giunta la tua ora!

NONNO         E' impazzita la portinaia dell'albergo!

Nonno sale le scale più veloce che può ed esce.

CARLA         (a Walter) Hai fatto testamento?

WALTER     (balzando in piedi) Carla!...

Carla entra, con passo militare.

CARLA         E' la seconda volta che mi costringi ad uscire dalla finestra. E questa volta ho dovuto smontare i cardini!

Carla alza la grata ancora più in alto, come preparandosi a lanciarla su Walter.

WALTER     (indietreggia davanti a destra) Carla, ascolta...

Mario passa dietro a Carla  e  prende la grata che appoggia contro il muro. Ma Carla prende il

coltello sul tavolo dietro il divano. Ha gli occhi fissi su Walter.

CARLA         Se tra cinque secondi non sei fuori da qui, ti taglio le palle!

Comincia a girare intorno al divano sulla sinistro.

WALTER     Carla!

Walter corre davanti al divano seguito da Carla.

MARIO         (a Barbara) Credo che le cose si mettano molto male.

CARLA         (conta) Uno!

Walter corre verso lo poltrona di destra.

WALTER     (correndo) Carla!

Carla adesso si trova accanto a Barbara, a destra del divano.

BARBARA   (a Carla, rapida) Felice di conoscerla signora Rossi. Sono la signora Rossi.

CARLA         (concentrata su Walter) Anch'io, signora Rossi. Mi scusi se non le stringo la mano. Sono un tantino occupata. (non guarda Barbara, e minaccia Walter col coltello) Ho qualche ramo secco da sfrondare.

MARIO         (a Barbara) Vedi. Meglio andare.

CARLA         (a Walter) Due!

Carla comincia ad avanzare davanti al divano, e Walter Indietreggia passando dietro.

GIACOMO   (a Barbara) Mi sa che ha ragione!

CARLA         (a Giacomo) Sei ancora qui, tu? Non t'è bastata? Non so se ha abbastanza soldi per pagarsi un'altra bottarella.

GIACOMO   Bottarella?

CARLA         Equando avrò finito, gli mancheranno pure i mezzi, per farsela! (a Walter) Tre! (Carla corre verso Walter, che fugge passando dietro al divano. Contemporaneamente Giacomo corre verso la porta d'ingresso, ma è bloccato nel suo slancio da Carla. A Giacomo, puntandogli il coltello contro) A proposito! Quanti anni hai?

GIACOMO   Sedici.

CARLA         (a Walter) Sedici anni. Ne ero sicura!

Carla si gira verso Walter brandendo il coltello.

WALTER     Carla!

CARLA         (si gira verso Giacomo) Sei giovane.., non ti piacciono le persone della tua età?... magari delle ragazze...

GIACOMO   (non capisce) Veramente sì...

WALTER     E non sarà certo qui che le troverai, hai capito finalmente?

GIACOMO   Sì, ho capito.(a Barbara, comunque indispettito) Vabbè, andiamo o no?

MARIO         Ottima idea!

Giacomo esce dalla porta d'ingresso. Carla avanza sulla destra, poi passa davanti al divano per

raggiungere Barbara a sinistra.

CARLA         (a Barbara) Lei non è al corrente di quel ragazzo, e del "signore" là?

Barbara ho l'aria confusa e preoccupata.

MARIO         Non le interessa!

WALTER     Per niente!

CARLA         (a Walter) Quattro!

Walter indietreggia.

BARBARA   (a Carla, gentile) Sì, mi interessa molto. Signora Rossi,faccio parte di un gruppo di donne. Ci incontriamo una volta al mese per aiutarci l'un l'altra. Le andrebbe di venire? (Mario va verso la cucina, mentre Walter va in direzione della sala da pranzo. Poggiano tutti e due la testa sulla porta.) Anche sua figlia potrebbe venire. Anche se è cieca.

CARLA         (urla, singhiozzando) Ma chi le ha detto che è cieca?!

Carla punta il coltello verso Mario e Walter, che si mettono con la schiena contro la porta della

sala da pranzo e della cucina, impauriti.

MARIO         (a Barbara) Lasciamo perdere.

WALTER     Sì, lasciamo perdere.

CARLA         (a Walter, urlando tra le lacrime) Sta' zitto! Basta! Cinque!

Carla corre verso Walter, il coltello puntato verso i suoi genitali.

WALTER     Carla! No!

Walter corre in fondo a destra, fino ai piedi delle scale.

MARIO         Walter! Non te ne andare!

Mario trattiene Walter. Barbara insegue Carla e la trattiene, poi la consola.

BARBARA   (gentilmente) Non vorrà veramente tagliargli le palle, eh signora Rossi?

CARLA         (attraverso le lacrime) Sì, sì, signora Rossi... una voglia irresistibile!

WALTER     Aiuto!

Walter prova nuovamente a salire per le scale.

MARIO         (a Walter, prendendolo per il braccio) Walter, ho bisogno di te!

WALTER     (liberandosi) E io ho bisogno delle mie palle!

MARIO         Ma Walter.

In cima alle scale appare Nonno. Walter esce in cima alle scale, e contemporaneamente spinge

Nonno che cade sugli ultimi gradini.

NONNO         Se la polizia ha bisogno di testimoni... io non ho visto niente. Stavo in spiaggia.

Nonno esce in cucina. Mario, molto nervoso, guarda Carla e Barbara dalle scale.

BARBARA   Tutto a posto.

CARLA         Che resti di sopra!

BARBARA   So che cosa le ha fatto, ma non è un buon motivo per tagliargli le...

Durante la replica seguente, Barbara fa sedere Carla sul divano.

CARLA         Ah, se lei sapesse quello che mi ha fatto, capirebbe che ho tutte le ragioni...

Carla si alza per inseguire Walter, ma Barbara la trattiene.

BARBARA   Ma, signora Rossi... (Barbara le prende il coltello) In fondo, in fondo, sono sicuro che la ama.

CARLA         (guarda Barbara sconvolta) Cosa?!

Barbara e Carla sono sedute sul divano, Barbara a destra, Carla a sinistra. Mario, molto

preoccupato, le osserva davanti alla porta della cucina.

BARBARA   La ama.(Barbara si allunga per posare il coltello sul tavolino dietro al divano) Sa cosa dovrebbe fare?

CARLA         (monocorde) Cosa?

BARBARA   Gli dica di non dormire più di sopra e di raggiungerla nel suo letto.

MARIO         Non penso che sia una buona idea.

Mario cerca di sollevare Carla, che resiste.

CARLA         Quello scarafaggio nel mio letto...

BARBARA   Un po' di coccole prima di addormentarsi, risolvono un sacco di problemi.

MARIO         Non penso che la signora Rossi sia una fan della medicina alternativa.

Mario prende Barbara per il braccio per farla alzare.

CARLA         Assolutamente no! (a Barbara) Lei accoglierebbe nel suo letto il suo inquilino?

BARBARA   (sorpresa) Beh, no!

CARLA         Allora non chieda a me di farlo con quel deficiente di Fattore! Non sono mica Lady Chatterley, io!

BARBARA   Non capisco!

CARLA         Il mio inquilino di sopra! Walter Fattore!

BARBARA   (senza capire) Walter...?

MARIO         (a Barbara, interrompendola) E' ora di andare, signora Rossi.

BARBARA   (a Carla, ridendo) No, lei non ha capito. Le stavo dicendo di andare a letto con suo marito! Lui. (si gira ed indica "di sopra")

CARLA         Ma io non sono mica sposato con quella nullità lì sopra!

BARBARA   Eallora, chi è suo marito?

CARLA         Ma lui!

Carla punta il braccio verso Mario. Una pausa. Barbara segue la direzione del braccio e guarda

Mario.

MARIO         C'è qualcosa che avrei dovuto dirvi molto tempo fa. Ma prima di dirlo. Voglio che sappiate... (Mario si mette davanti a Barbara e Carla che sono sedute alle estremità deldivano, fissano Mario)

                        Tiamo.

Sono un marito felice.

Sei una moglie adorabile.

Mi hai dato un figlio che adoro.

Non so come potrei vivere senza di te.

Guarda Carla. Barbara fa Io stesso.

                                   Nésenza di te.

Guarda Barbara. Carla fa lo stesso. Poi le due donne girano lo sguardo verso Mario.

                        Sì. Mi dispiace. Sono sposato con tutt'e due. (Mario si siede tra loro. Carla e Barbara guardano davanti a loro senza dire niente. Mentre dice quanto segue, Mario si alza per posizionarsi dietro al divano, tra le due donne) Beh. Carla, oggi porterò via le mie cose. Dormirò in albergo. Barbara, spero che tu mi lasci fino a domani. Spero solo che quando sarò condannato per frode fiscale, mi concederanno gli arresti domiciliari. Sennò, capisco... che non avrete nessuna voglia di venirmi a trovare in prigione. (con dolcezza) E grazie ancora. Grazie Carla, per i tuoi panini al pollo e l'arrosto di maiale. Grazie Barbara, per i tuoi panini prosciutto e formaggio e le insalate ai germi di soja. E, ripeto, mi dispiace.

C'è una pausa, e poi Carla e Barbara si guardano negli occhi.

CARLA         Signora Rossi?

BARBARA   Sì, signora Rossi?

Non riescono o trattenere una risata.

CARLA         (ridendo, a Barbara) Glielo dici tu?

BARBARA   (ridendo, a Carla) Sei sicura?

CARLA         (ridendo, a Barbara)Sì, sì.

BARBARA   D'accordo. (a Mario) Mariuccio. Lo sappiamo da anni.

Da dietro il divano, Mario passa davanti alla poltrona di sinistra.

MARIO         (stupefatto) Voi lo sapete da...

BARBARA   (a Carla) Quanto tempo? Una quindicina d'anni?

MARIO         Quindici anni?

BARBARA   (alzandosi) Non siamo mica cretine, tesoro.

CARLA         (alzandosi) Le tue scuse, a volte, erano proprio ridicole...

BARBARA   E poi, settimana dopo settimana...

MARIO          Cosa?

CARLA         Questasera no, sono troppo stanco...

BARBARA   Epoi hai un gran difetto.

CARLA E BARBARA (insieme) Parli nel sonno.

BARBARA   Allora un giorno ho cominciato a seguirti.

MARIO          (offeso) Barbara!

CARLA         Eanch'io ho fatto lo stesso.

MARIO          (offeso) Carla!

BARBARA   E così ci siamo incontrate.

MARIO          Come?!

CARLA         E abbiamo deciso che alla fin fine non era poi così male.

BARBARA   Sì.Così non ci stai sempre tra i piedi.

CARLA         E ci vizi da morire per non farci sospettare nulla.

BARBARA   E poi, quando ci vediamo, è divertente scambiarci i nostri punti di vista.

MARIO          Aspetta, aspetta, aspetta. Vi vedete?

BARBARA   Molto discretamente.

CARLA         Una o due volte all'anno.

BARBARA   Eabbiamo sempre evitato di mostrarci le foto dei figli.

CARLA         Per paura di reagire se una incontrava il figlio dell'altra.

MARIO          Ma se siete nella stessa casa da dieci minuti e avete fatto come se non vi conosceste.

BARBARA   Beh, sì. Dovevamo comunque darti una lezione.

CARLA         E a quell'altro pure. (indica le scale)

MARIO         lo sapete da quindici anni? (fanno segno di sì con la testa) Tutt'e due? (fanno segno di sì con la testa. Mario adesso passa davanti al divano di fronte alle due donne. Pausa) Trovo che il vostro modo di agire sia... allucinante... e poi... un'ignobile tradimento dell'istituzione del matrimonio...

CARLA E BARBARA (insieme, ridendo) Ooooh!

Lo tirano sul divano in mezzo a loro e lo baciano ognuno su una guancia. Walter, ormai vestito, scende le scale.

WALTER      Beh, io vado. Dov'è papà?

MARIO          (ancora furioso) Walter, c'è qualcosa che forse dovresti sapere...

WALTER      Non voglio sapere più niente. Parto in vacanza con papà. Sbrigatela da solo con...

Indica vagamente le due donne.

MARIO         Walter, tutto a posto.
Walter avanza lato sinistro.

WALTER     Me ne frego. Se pensi che io resti un minuto di più per farmi castrare da Carla • • • (si ferma) Ma, ti stanno baciando... tutt'e due.

MARIO          Sì.

WALTER      E sorridono.

MARIO          Sì. lo sanno da quindici anni.

WALTER      E io da due ore a questa parte, ho rischiato almeno dieci volte un attacco di cuore!

CARLA         E non hai rischiato solo quello!

BARBARA   Te lo sei meritato.

WALTER      (si abbandona nella poltrona di sinistra) Quando ripenso...

Si apre la porta e arriva Alice.

ALICE           Ho appena incontrato Giacomo. (tutti si girano a guardarla) E' adorabile! E' così educato, anzi premuroso. Mi ha preso per il braccio. Mi ha scortato fino in strada. Mi ha detto di fare attenzione mentre salivo sul marciapiede.

Mario va verso di lei.

MARIO          (dolcemente) Alice...

ALICE           E' proprio simpatico, e, beh... lo sapevo, anche molto carino.

MARIO          (dolcemente) Alice...

ALICE           Stasera andiamo in discoteca. Mi ha detto che non c'è gran ché da vedere, ma che per me non ha molta importanza, (riflette un attimo) chissà perché mi ha detto così... ma che la musica è mortale.

MARIO         Alice.

ALICE           Ah, sì! Vuole pure regalarmi un cane!

MARIO         Alice. Non vi dovete più vedere.

ALICE           Sì, e ci telefoniamo pure, perché dirà a suo padre che non ne può  più di  non avere il telefonino. Allora, anch'io  ne voglio uno.

MARIO         (disperato) No, smettila! Dovete smetterla!

ALICE           Papà, non ricominciare!

MARIO         (ancora più disperato) Alice, ascoltami. C'è una ragione particolare.

ALICE           Non ascolto più niente. Ti ho detto che lo trovo super simpatico. Tutto qui. Non ho mica detto che volevo andare a letto con lui e farci dei figli.

MARIO         Alice!

ALICE           Ma se vogliamo farlo, lo faremo! E adesso scusami, ma mi sta aspettando.

Alice esce di corsa dalla porta d'ingresso.

MARIO         (grida) Alice! (a Carla) Carla, dobbiamo dirglielo!

Sta per uscire, ma Carla lo ferma.

CARLA         No, lascia.

MARIO         Ma deve sapere.

CARLA         Sapere cosa?

MARIO         Ma che non hanno nessun futuro insieme! Hanno lo stesso padre!

CARLA         No. (c'è un silenzio, durante il quale Mario incassa lo choc) Non sei il padre di Alice. Mi dispiace, Mariuccio. (pausa) Una sola volta. (pausa) Eri sempre fuori. Non mi toccavi da più di due mesi. In seguito... ho scoperto che era stato dopo la nascita di Giacomo. Ma, all'epoca, non avevo ancora incontrato Barbara. Non sapevo cosa stesse succedendo, ma sapevo che c'era qualcosa. Allora, una sera ho cercato una spalla... e... E' stata l'unica volta.

MARIO         (facendosi coraggio) E la spalla, chi era?

CARLA         Beh, l'unica persona che avessi a portata di mano.

Carla si gira verso Walter. Mario guarda Walter. Walter si alza, a bocca aperta. Alza il dito per

dire "una volta sola".

WALTER     Una volta, Mario. Tu fai "sosta alternata" da vent'anni. (Mario si rimbocca le maniche e avanza verso Walter. Walter è inchiodato) E non sapevo di essere il padre di Alice. Te lo giuro. Anzi, non so come mi ci potrò abituare.

CARLA         (a Mario) E' vero, Mario. Non l'ho mai detto a nessuno.

BARBARA   Neanche io lo sapevo.

WALTER     Vedi. Dopo tutto quello che ho fatto per te, non puoi volermene di aver consolato Carla in un momento di sconforto.

Mario mette la mano sinistra sulla spalla di Walter e sta per dargli un pugno in faccia. Il suo movimento si trasforma in un abbraccio.

MARIO         (pausa) Sììì. (gran sorriso) Hai ragione. In fin dei conti, sei il mio migliore amico, non potrei mai volertene...

Walter è sconvolto e si abbandona sulla poltrona.

WALTER      Vi prego, svegliatemi.

Si schiaffeggia sulle guance. Intanto Mario passa dietro il divano.

MARIO         ...perché sono veramente fortunato. Due donne stupende, che mi hanno dato due figli fantastici, che ci daranno una miriade di nipotini. La vita è veramente bella.

Nonno entra dalla cucina, lasciando la porta aperta. E' vestito con un mutandone sul quale ha messo un costume.

NONNO         (entrando) Bisogna fare i chilometri, per arrivare alla spiaggia, sai?

MARIO          Circa trecento. Ma domani ci andiamo tutti. Promesso!

S I P A R I O