Ray Cooney
Chat a due piazze
(Caugh in the net)
Traduzione di Luca Barcellona 12/01/2008
Personaggi e interpreti
Mario Rossi, tassista è Raf
Walter Fattore, amico e inquilino, a piazza Risorgimento è Marco
Carla Rossi, moglie di Mario, a piazza Risorgimento
Barbara Rossi, moglie di Mario, a piazza Irnerio
Alice, figlia di Mario e Carla è Giulia
Giacomo, figlio di Mario e Barbara è Eric
Nonno, padre di Walterè Ciamby
Primo Atto
L'azione si svolge nella casa di Mario e Carla Rossi a piazza Risorgimento, e contemporaneamente nella casa di Mario e Barbara Rossi a piazza lrnerio.
La porta d'ingresso della casa di piazza Risorgimento si trova sul muro di fondo, lato destro. Quella della casa di piazza Irnerio si trova sempre sul muro di fondo, lato sinistro. A destra della porta di piazza Risorgimento, c'è una scala che porta al piano superiore. Sotto alla scala si trova un armadio, abbastanza grande per accogliere una persona in piedi. A piazzo Irnerio non ci sono scale ma, a sinistra della porta, c'è un porta-abiti e un grande cofano di legno. Appesi al porta-abiti vari cappotti e una giacca di pelle da motociclista.
Le porzioni di scena dedicate a piazza Risorgimento e piazza lrnerio sono decorate in maniera completamente differente, e vengono utilizzate dai personaggi solo quando sono in una delle due location. A sinistra della porta di piazza lrnerio c'è una finestra. Sulla porta di piazza Risorgimento c'è una fenditura per le lettere.
La parte "comune" della scena prevede la porta della cucina davanti a destra. Più dietro c'è la porta della sala da pranzo. Davanti a sinistra, c'è la camera dei genitori, e dietro un'altra camera da letto, quella dei figli. Tutte le porte hanno le chiavi.
AI centro della parte "comune" c'è un divano, e davanti due poltrone, una a destra e una a sinistra. Tra la cucina e la sala da pranzo c'è una piccola cassettiera, mentre tra le due camere da letto un tavolino e, appeso al muro, uno specchio.
Il telefono di piazza Risorgimento, a filo (lungo), si trovo su un tavolo a sinistra del divano, il telefono di piazza Irnerio, senza fili, su un tavolo a destra del divano. Dietro il divano c'è un tavolino stretto.
l campanelli delle due porte e gli squilli dei due telefoni devono essere radicalmente diversi da una casa all'altra. La suoneria del telefonino di Mario deve essere musicale.
Non ci deve essere nessuna foto di famiglia, giusto paesaggi, stampe, piante, etc.
Spesso, durante la commedia, l'azione può svolgersi simultaneamente nei due spazi, ma i personaggi chiaramente si ignorano.
N.B.: Il divano e le poltrone devono essere solidi e fissati al palcoscenico per sostenere le "azioni".
All'apertura del sipario la scena è vuota.
E' il pomeriggio di una calda giornata d'estate.
Giacomo entra eccitato dalla sala da pranzo. Ha in mano una 'stampa" del SUO computer. Giacomo ha sedici anni.
GIACOMO (chiama) Mamma!
Entra Alice dalla camera dei ragazzi. Anche lei ha un foglio in mano che ha appena stampato col SUO computer e che ammira entusiasta. Alice ha quindici anni. Siccome Giacomo è a piazza Irnerio e Alice a piazza Risorgimento, i due si ignorano.
ALICE (chiama) Mamma!
GIACOMO E ALICE (insieme) Mamma! (Giacomo e Alice si incrociano al centro della scena e si fermano. Insieme:) Mamma!
Riprendono ad avanzare. Alice verso la sala da pranzo, e Giacomo verso la camera dei genitori.
GIACOMO (alla porto) Mamma! (apre la porta)
ALICE (aprendo la porta della sala da pranzo) Mamma!
Barbara si affaccia alla porta della camera da letto. Indossa una vestaglia. Alice torna verso la cucina.
BARBARA (a Giacomo) Giacomo! Devo fare la doccia...
ALICE (chiama verso la camera de/genitori) Mamma!
BARBARA ...sai che devo uscire con papà, stasera!
GIACOMO Lo so, ma... (agitando il foglio) Guarda! E' incredibile!
BARBARA Sì, Giacomo... dopo!
Alice è arrivata alla porta della cucina e la apre.
ALICE (dalla porta) Mamma!
GIACOMO Mamma, ci vuole un attimo.
Giacomo prende Barbara per il braccio e la porta al divano mentre Carla appare dalla cucina.
CARLA (a Alice) Sto finendo di preparare i panini di tuo padre.
ALICE Sì, ma questo è pazzesco!
CARLA Deve uscire tra cinque minuti.
BARBARA Arriva fra dieci minuti.
ALICE Civuole un attimo.
GIACOMO Guarda qua!
CARLA Oh, Alice!
BARBARA Oh, Giacomo!
Giacomo fa sedere Barbara, sulla sinistra del divano, e si siede a sua volta sul bracciolo di sinistra. Contemporaneamente, stessa azione sulla destra del divano per Alice e Carla.
GIACOMO (a Barbara) E' veramente incredibile!
ALICE (a Carla) Non ci crederai mai!
GIACOMO Ho appena ricevuto un'email da Alice.
ALICE Ho ricevuto un messaggio da Giacomo,
BARBARA (a Giacomo, preoccupata) Alice chi?
CARLA (a Alice, preoccupata) Giacomo chi?
GIACOMO Ma te l'ho già detto...
ALICE Te ne ho parlato ieri, Giacomo Rossi.
GIACOMO Alice Rossi.
GIACOMO E ALICE (insieme) Ci siamo incontrati su internet.
Le due donne sono sempre più preoccupate. Insieme.
CARLA Giacomo Rossi?
BARBARA Alice Rossi?
GIACOMO E ALICE (insieme) Sì!
CARLA E BARBARA (insieme, preoccupate) E allora?
GIACOMO Beh, mi sono detto che era una coincidenza strana —
ALICE Ti ricordi che avevo trovato buffo —
GIACOMO E ALICE (insieme) — che ci chiamassimo tutt'e due "Rossi".
BARBARA Ma ci sono migliaia di Rossi.
CARLA Rossi è un cognome molto comune.
GIACOMO Sì, ma poi ho cominciato a parlare di papà...
ALICE Però quando ho parlato di papà... allucinante!
GIACOMO E' incredibile!
CARLA E BARBARA (insieme) Cosa?!
GIACOMO E ALICE (insieme) Anche suo padre si chiama Mario!
CARLA Sai quanti Mario Rossi ci sono a Roma?
ALICE Ma non basta!
GIACOMO E non è tutto!
ALICE Sai quanti anni ha il padre di Giacomo?
GIACOMO Indovina quanti anni ha suo padre?
Carla e Barbara scrollano le spalle.
GIACOMO E ALICE (insieme) 43!!
CARLA E BARBARA (insieme, ridono preoccupate) Davvero?!
ALICE E sai che lavoro fa il padre di Giacomo?
GIACOMO E sai cosa fa il padre di Alice?
GIACOMO E ALICE (insieme) Iltassista!
CARLA E BARBARA (insieme) No!
GIACOMO E ALICE (insieme) E abita a Roma!
GIACOMO Sta a piazza Risorgimento.
ALICE Abita a piazza Irnerio.
Insieme,
CARLA Ma dai?!
BARBARA Impossibile?!
GIACOMO Pazzesco, no?
ALICE Non lo trovi incredibile?!
CARLA (pausa, poi) Abbastanza, sì.
BARBARA (pausa, poi) Effettivamente.
CARLA (guarda l'orologio) Beh, devo finire di preparare i panini di
tuo padre.
BARBARA (guarda l'orologio) Tuo padre sta per arrivare, mi devo preparare.
Carla e Barbara si alzano contemporaneamente.
GIACOMO Aspetta, non ho finito. Siccome abitiamo vicini...
ALICE Visto che piazza Irnerio è qui accanto...
GIACOMO ...abbiamo deciso di incontrarci.
BARBARA (sconvolta, si risiede) Cosa?!
ALICE L'ho invitato a casa.
CARLA (sconvolta, si risiede) Sei impazzita?!
GIACOMO (un po' stupito della reazione eccessiva della madre, preoccupato) Cosa c'è che non va?
ALICE (come sopra) Sembra proprio simpatico, mamma,
BARBARA Ma... ma non la conosci neanche.
CARLA E... come fai a sapere che va bene per te?
CARLA E BARBARA (insieme) Dovresti chiedere il permesso a tuo padre.
GIACOMO Ma dai!
ALICE Ho quindici anni, sai?
CARLA Appunto!
GIACOMO Ho sedici anni, cavolo!
BARBARA E allora?
ALICE Cosa vuoi che mi succeda, a casa?
CARLA E BARBARA (insieme) Chiedi prima a tuo padre.
Barbarasi alza e va verso la camera dei genitori. Carla si alza e si avvia verso la cucina.
GIACOMO Ma smettila!
ALICE Ma mamma!
Alice si getta sulla poltrona a destra, mentre Giacomo posa il foglio sul tavolino dietro il divano e va in camera sua.
CARLA (si ferma sulla porta e si gira) Tra poco esce per il turno di notte.
BARBARA (si ferma sulla porta e si gira) Dovrebbe tornare tra poco, oggi aveva il turno di giorno.
Mario Rossi, un uomo alquanto ordinario ma simpatico, esce dalla camera dei genitori. Barbara subito dopo entra nella stessa camera — dato che Mario è a piazza Risorgimento e Barbara è a piazza lrnerio, non interagiscono)
MARIO Beh, io vado, tesoro!
CARLA Aspetta, ti porto i panini. Ti ho messo anche un po' di pasta di oggi, va bene?
MARIO (con entusiasmo) Benissimo!
CARLA (AdAlice) SU! Chiedi a tuo padre.
ALICE Ma perché? Mica è uno spacciatore!
CARLA Chiedi a tuo padre! Carla esce in cucina.
MARIO Che cosa? Alice si alza, e va verso suo padre.
ALICE E' quel ragazzo che ho conosciuto su Internet.
Durante lo scambio che segue Mario prende la giacca dal guardaroba in fondo a destra e la infila. N.B.: aprendo il guardaroba si notano cappotti, cappelli e sciarpe.
MARIO Non ti fa bene stare sempre davanti al computer.
ALICE Te ne avevo già parlato.
MARIO (assente) Ah, sì?
ALICE Si chiama come me.
MARIO Si chiama Alice?
ALICE Ma no! Rossi! Ci chiamiamo tutt'e due Rossi!
MARIO Aah! (sarcastico) Impressionante. Due Rossi!
ALICE Ma c'è di meglio!
MARIO Beh, se c'è di meglio, meglio così! (apre la porta dellacucina) Carla, mi potresti
mettere anche una fetta di crostata? (a Alice) Cosa c'è meglio?
ALICE Lecoincidenze.
MARIO (guardando l'orologio) Oddio, com'è tardi. (da un bacio ad Alice e va verso la porta
di casa) Dimmi.
ALICE Non solo il suo nome è Rossi, ma suo padre si chiama Mario, e anche lui fa il tassista. (Mario si blocca, la mano sulla maniglia, e si rigira, sconvolto) E ha la tua stessa età... (Mario si appoggia con la schiena contro la porta) e abita pure qui vicino. A piazza Irnerio. Sembra proprio simpatico, ha sedici anni, e sono sicura che è purealtoesupercarino!
MARIO (va verso Alice, terrorizzato) Giacomo non è né alto né supercarino!
AUCE Che ne sai?... E come fai a sapere come si chiama?
MARIO Perché... perché... me l'hai detto ieri.
ALICE Ma se non ti ricordavi?
MARIO Beh, adesso me lo ricordo, e devi smetterla subito!
ALICE Come?
MARIO Te lo proibisco!
ALICE Di fare cosa?
MARIO Tutto. Tutto quello che fai con lui.
ALICE Ma non ho fatto niente.
MARIO E' già troppo. Non voglio che mia figlia passi tutto il tempo a nuotare su internet...
ALICE Navigare.
MARIO Che?
ALICE Navigare, non nuotare.
MARIO E' la stessa cosa... nuotare su internet con degli schifosi viziosi e brufolosi, e con... con... gli occhi iniettati di sangue, con la lingua sullo schermo, in una cantina buia e soffocante, piena di fumo di sigarette... quando non è erba o peggio...
ALICE Papà, ma sei impazzito?
MARIO Affatto! Ho sempre saputo che quelle macchine infernali erano pericolose. L'ho detto proprio ieri a Gu.. Gu... guardando la TV. I giovani ormai passano le ore col naso incollato allo schermo, a chattare come dei deficienti con dei maniaci virtuali, anziché uscire con dei veri ragazzi della loro età.
ALICE Giacomo non è un maniaco. E' un ragazzo della mia età ed è super reale. E sono sicura che suo padre non reagirà come te.
MARIO Ah! Sono sicuro di sì!
ALICE Ma sei fuori! E comunque non passeremo affatto tutto il tempo a chattare davanti al computer, visto che, siccome abita qui vicino, l’ho invitato a casa. Contento?
Alice si siede sulla poltrona sinistra
MARIO Cosa hai fatto?!
Carla entra con la scatola del pranzo
CARLA Panini!
MARIO (di soprassalto) AHH!
CARLA Ti senti bene, caro?
Mario cambia completamente tono, cerca di essere dolce e allegro
MARIO Sì, sì. Me ne occupo io, non ti preoccupare
CARLA Di cosa mi dovrei preoccupare?
Mario spinge Carla in cucina.
MARIO Di niente. Non c'è niente di cui preoccuparsi. Quindi puoi tornare tranquillamente in cucina...
CARLA Ma ho finito, in cucina. (gli dà la scatola con il pranzo)
MARIO (soppesando la scatola) Mi sembra leggerino. Non c'è un po' di...
CARLA Un po' di...?
MARIO Non lo so, un po' di... qualcosa! Pensaci tu!
ALICE (a Carla) Mamma, diglielo tu che posso vedere Giacomo.
MARIO (a Alice) Tua madre non c'entra niente!
CARLA Le ho detto che doveva chiedere a te, prima di farlo venire qui.
MARIO Hai fatto bene! (a Alice) E viene da piazza lrnerio?
ALICE Sì.
MARIO (sconvolto) Qui a piazza Risorgimento?
ALICE Sì.
MARIO (pallido) E come fa a sapere il nostro indirizzo?!
ALICE Indovina un po'! Gliel'ho mandato via email.
MARIO (sconvolto) Gli hai dato il nostro indirizzo?
ALICE Sì!
MARIO (rauco) A piazza Risorgimento?
CARLA E' dove abitiamo, Mario.
ALICE Sarà qui verso le quattro e mezza.
MARIO (a Alice) Chiamalo.
ALICE Cosa?
MARIO Digli che non può venire.
Auct Perché?
MARIO Perché ho deciso così.
CARLA Ma non è così grave, Mario.
MARIO E' terribilmente grave! (spinge Carla verso lo cucina)
CARLA A me invece sembra una cosa interessante. Un altro tassista che si chiama Mario Rossi.
MARIO lo non lo trovo affatto interessante. Al contrario, lo trovo molto noioso.
CARLA E anche lui ha 43 anni!
MARIO Terribilmente noioso! (a Alice) Non devi frequentarlo, punto e basta!
ALICE Ma volevamo solo prendere un caffè e fare quattro chiacchiere...
MARIO Prendere un caffè! Fare quattro chiacchiere! E' proprio così che cominciano i problemi! (andando verso il telefono) Ne so qualcosa! Chiamalo e digli di non venire.
ALICE No!
MARIO Allora lo chiamo io! (alza il ricevitore e sta per fare il numero)
ALICE Fai pure! Tanto non sai il suo numero! Mario realizza e si blocca. Pausa.
MARIO Hai ragione. Non so il numero. (riattacca, Carla gli si avvicina) Che c'è?
CARLA Mario, fai tardi per il turno. Ci penso io, a chiamare la madre di questo ragazzo.
MARIO Assolutamente no! Alice adesso lo chiama subito e gli dice che se continua a molestarla... chiamo la polizia!
ALICE Ma papà!
CARLA Mario, calmati. Non devi innervosirti prima di guidare!
MARIO Non mi innervosisco prima di guidare, perché non me ne vado di qui finché non abbiamo risolto la storia di questo ragazzo! (Mario si siede sul divano).
ALICE E' già risolta. Fra poco arriva, e prendiamo un caffè insieme. Punto!
MARIO Alice! (si alza) Fila in camera tua!
ALICE (a Mario) Stai scherzando!
MARIO Fila in camera tua, immediatamente!
ALICE (si alza, in lacrime) Sei uno stronzo!
Carla passa davanti a Mario per confortare Alice.
CARLA (a Alice) Alice! (a Mario) Ascolta, Mario. Lasciami chiamare sua madre Sono sicura che saprà spiegare a suo figlio perché non vuoi che Alice e lui si incontrino.
MARIO Tu non devi assolutamente chiamare la madre di quel ragazzo. Né nessun altro di quella famiglia di depravati. Un ragazzo alla sua età dovrebbe fare i compiti, invece di rompere le palle alle migliaia di Rossi che abitano a Roma. E quando lo vedrò, glielo dirò di persona!
CARLA Come fai a vederlo, se non vuoi che venga?
MARIO Appunto!
Giacomo esce dalla sua camera (che è anche quella di Alice).
GIACOMO (chiama) Mamma!
CARLA Come, appunto?
MARIO Proprio così. Nessuno lo vedrà, perché sono io che decido chi accogliamo sotto il mio tetto, e non sono pronto a ricevere quel giovane pervertito sessuale.
Giacomo ha chiuso la sua porta e bussa alla porta della camera dei genitori.
GIACOMO Mamma!
ALICE Sei proprio stronzo!
Alice va in camera sua e sbatte la porta.
CARLA (corre dietro Alice) Alice!
Contemporaneamente Barbara, in vestaglia e pantofole, esce dalla camera dei genitori. Durante quanto segue, Mario rimette a posto il telefono sul tavolo a sinistra del divano.
BARBARA Che c'è?
GIACOMO E' tornato papà?
BARBARA No, appunto. E' in ritardo.
Giacomo e Mario guardano contemporaneamente l'orologio.
CARLA (a Mario; irritata) Hai visto che hai fatto? (gli dà la scatola del pranzo) Te ne vai, adesso, o il tuo contenitore è ancora troppo leggero?
MARIO (lo soppesa e glielo ridà) Troppo leggero! (avanzando verso Carla) Devo recuperare le forze.
Mario spinge Carla verso la cucina.
GIACOMO Ma', io vado a casa di Alice. Glielo dici tu a papà.
BARBARA No, si sentono tante brutte cose su internet. Aspetta tuo padre. Ormai dovrebbe arrivare da un momento all'altro. Adesso lasciami in pace, sto cercando di prepararmi.
GIACOMO Dai, mamma! Che palle!
Giacomo va in camera, sbattendo la porta, mentre Barbara rientra nella sua camera e Carlo va in cucina. Mario chiude la porta della cucina e ci si appoggia con la schiena.
MARIO Oddio mio! (tira fuori il telefonino e spinge un bottone) Giacomo, sei un rompipalle! (squilla il telefono di piazza Irnerio) Su, Barbara, rispondi! (suonano alla porta di piazza Risorgimento. Mario guarda la porta, terrorizzato) Oh Dio mio. Giacomo!
Mario riattacca il telefonino, e lo mette nella tasca del pantalone. Barbara, adesso con un asciugamano, arriva correndo dalla camera per rispondere al telefono. Suonano di nuovo alla porta di piazza Risorgimento. Mario non sa cosa fare.
BARBARA (al telefono) Pronto? (Mario va verso la porta della cucina. Al telefono:) Pronto?!
MARIO (urlando alla porta) Vado io!
BARBARA (al telefono) Pronto?!!
Mentre Mario si avvicina alla porta d'ingresso in punta di piedi per sentire, Alice entra dalla sua camera. Si ferma a guardare suo padre.
ALICE Papà!
MARIO Ahhh! Alice! Vai in camera tua!
ALICE Se è Giacomo...
BARBARA (al telefono) Pronto?!! Pronto?!!
MARIO Me ne occupo io, del tuo Giacomo! Tu, torna in camera tua.
BARBARA Oh!
MARIO Fila!
ALICE Oh!
Barbara sbatte giù il telefono e ritorna in camera sua, mentre Alice torna nella sua, tutt'e due sbattendo la porta. Il campanello di piazza Risorgimento suona di nuovo.
MARIO Maledetto ragazzo! (durante la battuta che segue, Mario gira la chiave della porta di Alice. Prende un giaccone dal guardaroba sotto le scale e se lo infila coprendosi tutto il volto col cappuccio) Con tutte le ragazze che ci sono a Roma, proprio mia figlia dovevi rimorchiare!
Suonano di nuovo alla porta Mario, a tastoni, va verso la porta. Carla esce dalla cucina col contenitore.
CARLA (entrando) Mario!?
MARIO (urla) Ah h ! (si blocca, poi lentamente si gira) Sì?!
Carla è sorpresa di vederlo completamente avvolto nel giaccone.
CARLA Ma che stai facendo?
MARIO Avevo freddo.
Si allontana dalla porta d'ingresso.
CARLA Ma ci saranno trenta gradi, fuori.
MARIO Mi sa che mi sono preso il raffreddore.
Si allontana ancora di un passo.
CARLA Tieni. Eccoti la cena. Ti farà bene.
Gli da il contenitore. Lo soppesa.
MARIO Ancora un po' leggero.
CARLA (esasperata) Ma è pieno fino all'orlo!
MARIO E da bere?
CARLA C'è. Una lattina di Coca-cola
MARIO Coca-cola? E il caffè?!
CARLA Ma se non lo prendi mai.
Mario posa il contenitore sul tavolo dietro il divano.
MARIO Sì, ma oggi, siccome sono raffreddato, vorrei un po' di caffè... (la spinge verso la cucina) ...ben caldo. (Lei si blocca) Nel thermos. (la spinge di nuovo) Sai, quello che sta in cucina, in fondo alla mensola tutta in alto, a destra... ti servirà la scala!
Carla si blocca e si gira.
CARLA Scusa, ma non hanno suonato?
MARIO No. (la rigira. Il campanello suona di nuovo. Carla si rigira.) O forse sì!
CARLA Sarà l'amico di Alice?
MARIO Se anche fosse, me ne sbarazzo subito.
CARLA Non fare sciocchezze!
MARIO Non ti preoccupare. Ma quell'ossesso non sporcherà la nostra casa, né nostra figlia! (la spinge in cucina. Il campanello suona di nuovo. Mario si assicura di essere completamente coperto dal cappuccio. Quindi apre la porta di uno spiraglio e si mette con le spalle contro la porta.Parla con un forte accento tedesco:) Giofanotto!! Ze ne vata zubito! Lei non è benfenuto!! lo zono Herr Rossi, contuttore di taxi, e lei non teve mettere occhi zu mia figlia! Verboten! Capito? (Walter Fattore entra attraverso Io spiraglio. Ha con sé due grosse buste della spesa. Guarda stupito Mario, che cercando di nascondere il volto continua il suo discorso folle) Ogni tentatifo di entrare in qvesta proprietà privata darà luoco a punizionen molto, molto dolorosen! Vada! Schnell!!! E NON TORNI PIU'!!!
WALTER (deciso) "Salvate il soldato Ryan"!!! Giusto?
Mario si volta lentamente e si toglie il cappuccio.
MARIO Walter, sei tu!
WALTER Ho dimenticato le chiavi. (indicando il giaccone) Hai preso il raffreddore?
MARIO Peggio! (Mario trascina Walter per il braccio e lo porto verso il divano. Walter posa le buste per terra. Mario si toglie il giaccone e Io posa sul divano)
WALTER Influenza?
MARIO Un disastro!
WALTER Senti, salgo, poso questa roba, e poi mi racconti.
MARIO Non c'è tempo!
WALTER Ma ci impiego un attimo.
Mario fa sedere Walter sul divano.
MARIO Troppo. Walter, ascoltami bene, ho bisogno del tuo aiuto.
WALTER Mario, mi conosci. Sono sempre pronto...
MARIO Giusto. Quindi mi devi ascoltare molto, ma molto attentamente. (tira fuori il telefonino, sempre parlando) Devo fare una telefonata molto importante.
WALTER Molto importante...
MARIO ...ma per essere più sicuro devo farla dal taxi...
WALTER Dal taxi...
MARIO Quindi devo lasciarti qui a difendere la casa...
WALTER A difendere la casa... Ma da cosa?!
MARIO Smettila di ripetere e ascoltami!
Carla esce dalla cucina con un thermos. Mario rimette subito il telefonino nella tasca del giaccone.
CARLA (entrando) Chi era, il ragazzo...? (vede Walter; secca) Ah! Sei tu, Walter.
WALTER Già, il tuo inquilino preferito.
CARLA (sarcastica) Capirai!
MARIO Carla...
Carla va da Mario e gli dà il thermos.
CARLA E comunque è il TUO inquilino, non il mio! Quando abbiamo comprato l'appartamento, è stata tua l'idea di sistemare una parte del piano di sopra per poterla affittare a Walter...
MARIO E' inutile parlarne adesso...
CARLA Dicesti che così ci avrebbe aiutato a rimborsare il mutuo ..
MARIO Ne abbiamo già parlato centinaia di volte...
CARLA Sì... perché ne parlo ad ogni rata del mutuo.
MARIO Lo so.
CARLA Ma dopo quindici anni di rate, lui è sempre disoccupato.
MARIO Non lo sarà ancora a lungo. E poi ti paga l'affitto tutti i mesi.
CARLA Sì, perché tu, perché possa pagare l'affitto, gli presti i soldi e lui, con quei soldi mi paga l'affitto in modo che noi, possiamo rimborsare il mutuo.
MARIO Beh, tutto a posto, allora.
CARLA Per niente, perché lui... non ti restituisce mai i soldi!
MARIO Lo farà, non appena avrà...
CARLA ...trovato un lavoro. Come no.
MARIO Carla, ho bisogno di un caffè.
CARLA (secca) Hai il thermos!
MARIO No, quello è per stanotte. Quello che mi ci vuole, adesso, è un bel caffè speciale come solo tu sai fare nella tazzina di porcellana con la zolletta di zucchero a forma di cuore e il quadratino di cioccolato.
CARLA Credevo che dovessi andare via subito.
MARIO Sì, ma Walter mi deve parlare, eh Walter?
Walter fa sì con la testa.
CARLA E allora?
MARIO Da soli. Eh Walter?
Walter fa sì con la testa.
CARLA Vorresti dire che sono di troppo? Dai, dillo!
Walter guarda Mario.
MARIO E' un problema molto personale... (Walter fa sì con la testa) che richiede un consiglio molto personale, eh Walter?
CARLA Glielo do io un consiglio molto personale... Trovati un lavoro!
MARIO Quando avrà risolto questo problema molto personale, forse, anzi sicuramente, troverà un lavoro. Eh Walter?
Walter fa sì con la testa più volte.
CARLA Che tipo di lavoro? Come cagnolino per il pianale posteriore della macchina?
Walter fa sì con la testa.
MARIO Carla, ti prego, il mio caffè! (la spinge verso la cucina) Ho bisogno di concentrarmi per risolvere questo problema. Perché è un problema... veramente.., molto delicato e molto personale, eh Walter?
WALTER (sta per fare sì con la testa, lancia uno sguardo a Carla) Sì.
MARIO (a Carla) Vedi? (Mario apre la porta della cucina e ci spinge dentro Carlo. A Walter:) Allora, ascoltami bene.
Carla torna.
CARLA E un'altra cosa! (sbatte la porto della cucina)
MARIO Oddio!
CARLA (a Walter) Non dovevi partire in vacanza, oggi?
WALTER Me ne vado, me ne vado, ho fatto la spesa apposta, tutto quello che mi serve a Positano. (Walter comincia a tirare fuori alcuni oggetti dalle buste) Cappello, crema solare, spray antizanzare...
MARIO Scordati Positano!
WALTER (continua imperterrito) Amuchina, siero antivipera, occhiali da sole...
CARLA Mica vai in Africa!
WALTER Pinne, ne ho prese due, perché... (alza un piede dopo l'altro) maschera, boccaglio... Non è mai troppo tardi per imparare.
CARLA Spero che tu abbia lasciato pulito l'appartamento.
WALTER (risentito) Carla! Mi conosci!
CARLA (piatta) Già. Che spero a fare...
MARIO Non puoi partire.
WALTER Ma sì. Devo andare a prendere mio padre tra quindici minuti...
MARIO Devi prima trovare una soluzione al tuo problema affettivo personale.
WALTER Ma non ho nessun problema affettivo personale.
MARIO Sì. (a Carla) In realtà è un problema sessuale molto intimo...
CARLA Se si sposasse e se ne andasse lontano da qui, potrebbe trovare in un colpo solo una soluzione a tutti i suoi problemi affettivi e sessuali.., e ai miei, visto che ci siamo!
Mario si siede accanto a Walter.
MARIO Sì, ecco... in effetti è un problema affettivo personale ...sessuale... molto intimo.., che se avesse modo di risolvere, potrebbe... capisci... (fa un gesto vago con la mano. A Carlo:) Sarebbe meglio se ci lasciassi.
Mario si alza e accompagna Carla verso la cucina.
CARLA (rassegnata) Vabbè. (a Walter) Anche tu vuoi un caffè?
Walter comincia a fare "sì" con la testa...
MARIO No. Non lo vuole.
...poi "no".
WALTER Non lo vuole... Sennò mi viene voglia sull'autostrada. A proposito, prima di farlo salire in macchina, mi devo ricordare di far fare pipì a papà.
CARLA Non vorrai andare a Positano con quel vecchio catorcio!
WALTER Carla! Fisicamente, mio padre è ancora in ottimo stato per la sua età, è solo un po' ...(fa segno con la mano che ha perso un po' la testa)
CARLA lo parlavo della macchina!
MARIO Smettetela, tutt'e due.(a Carla:) Per favore.., il caffè.(la spinge in cucina) Bene, Walter. Concentrati. Sarò breve e conciso.
WALTER Meglio, perché devo essere da mio padre fra tredici minuti...
MARIO Alice ha scoperto di Barbara e Giacomo.
WALTER Chi sono Barbara e Giacomo?
MARIO Irnerio!
WALTER (riflettendo) Nonconosco nessun Barbara e Giacomo
MARIO Piazza Irnerio! Barbara e Giacomo Rossi!(indicando il suo anulare) In realtàBarbara no, solo Giacomo.
WALTER (spalanca gli occhi) Giacomo, è tuo...(fa un gesto con la mano per indicare l'altezza di un bambino)
MARIO Sì. Solo che adesso è...(fa un gesto per indicare un ragazzo molto più alto)
WALTER E certo. Anche Alice non è più...(fa il gesto per indicare l'altezza di una bambina) Ma piuttosto...(mette le mani sul petto facendo il gesto dei "seni")
MARIO Esattamente. Dov'è il mio telefonino? Alice ha invitato Giacomo a prendere un caffè insieme, qui!
WALTER (breve pausa, poi terrorizzato) Tuo figlio viene da piazza Irnerio, per incontrare tua figlia a piazza Risorgimento?
MARIO Sì.
WALTER E Alice sa che Giacomo... (indica l'anulare)
MARIO No.
WALTER Ma come hanno fatto a incontrarsi?
MARIO E' questo il punto. Per adesso si sono incontrati solo virtualmente. Devo fermarli prima che si incontrino davvero.
WALTER Come, "virtualmente"?
MARIO Su internet! In una maledetta chat!
WALTER Porca miseria!
MARIO Milioni di utenti nel mondo, e quella stupida di mia figlia deve collegarsi proprio con quel deficiente di mio figlio! Dove ho messo il telefonino?
WALTER Sono secoli che ti dico che non puoi continuare questa doppia vita per sempre. E, detto tra noi, la bigamia è ancora un crimine.
MARIO Senti. Inutile farmi la morale. Sono già vent'anni che sono sposato con Carla qui a piazza Risorgimento, e con Barbara a piazza Irnerio... e a parte un piccolissimo incidente diciassette anni fa, che ha rischiato, effettivamente, di mandare tutto all'aria, sono riuscito a mantenere il mio segreto. Non saranno certo due ragazzini a far saltare tutto adesso. E tu mi devi aiutare. Non dimenticare che se non avessi due domicili fiscali.., anche se non era questa la mia intenzione, e lo sai benissimo, non potrei "prestarti" i soldi che ti permettono di pagarmi ogni mese l'affitto.
WALTER (si alza) Ok, d'accordo.
MARIO (si alza)Ma dove ho messo il telefonino?
WALTER (indicando il telefono fisso) Ma perché non usi il fisso?
MARIO Perché c'è il dettaglio delle chiamate. Per questo uso sempre il telefonino quando devo chiamare Carla o Barbara.
WALTER Uhao! Che organizzazione!
MARIO Ma dove diavolo sta? Devo bloccare Giacomo prima che esca di casa! (ricorda) Ah, sì! Nel giaccone. (durante la replica va a prendere il telefonino nel giaccone e spinge un pulsante) Walter, se i miei due figli si incontrano, scopriranno tutto. Carla e Barbara saranno mortificate. Alice e Giacomo disgustati. E io...
WALTER Pietrificato.
MARIO Crocifisso, altro ché! Crocifisso! (il telefono suona a piazza Irnerio) Squilla. (pausa) Rispondi, Barbara. Su! Devo andare. (a Walter) Se non riesco a beccare Giacomo prima che esca e dovesse venire qua, sbarazzatene! (al telefono) E dai, Barbara!
Mario sta per andarsene ma Walter lo blocca.
WALTER Cosa intendi dire con... "sbarazzarmene"?
MARIO Quello che vuoi, basta che non metta piede in questa casa!
WALTER Ma io devo portare papà a Positano!
Alice dà un colpo alla sua porta.
ALICE (off) Ehi!
Walter guarda Mario.
MARIO Non è niente.
Altri colpi alla porta.
ALICE (off) Ehi!... Papà!
WALTER Ma non è Alice?
MARIO L'ho chiusa in camera.
WALTER Uhao!
ALICE (off) Fammi uscire da qui, bastardo!
Mario e Walter sono stupidi dal suo linguaggio.
WALTER Non l'avevo mai sentita parlare così.
ALICE (off) Sei uno sporco bastardo, papà!!!
WALTER Mi sa che è arrabbiata.
Giacomo entra dalla sua stanza (che è la stessa di Carla) e va a prendere il giacchetto di pelle da motociclista.
MARIO (verso la camera) Solo un attimo, tesoro. Sto cercando la chiave. (a Walter) Grazie, sei un vero amico. In bocca al lupo!
Il telefonino sempre all'orecchio, Mario sta per uscire ma Walter lo blocca.
WALTER Aspetta un attimo!
GIACOMO (chiama) Mamma, telefono!
MARIO Perché Barbara non risponde?
WALTER Ho bisogno di istruzioni più dettagliate.
GIACOMO (aprendo la porta dei genitori) Telefono!
MARIO Non ci sono! Impediscigli di entrare in casa!
Sta per uscire, ma Walter lo blocca di nuovo, mentre Giacomo si controlla allo specchio e Barbara, in vestaglia, esce dalla camera dei genitori e va verso il telefono.
BARBARA (entrando) Ma non potevi rispondere tu?
WALTER E se vuole entrare per forza?
GIACOMO Sarà per te.
BARBARA (al telefono) Pronto?
Mario sta per parlare al telefono, ma Carla entra dalla cucina portando una tazzina di caffè.
CARLA Caffè per il signore. (mentre Carla si gira per chiudere la porta, Mario lancia il telefonino dietro la spalla a Walter che, con un gesto fluido, lo lancia dietro lo propria spalla. Il telefonino atterra sul divano tra le pieghe del giaccone di Mario. Carla si gira trovandosi davanti Walter e Mario completamente rilassati e dall'aria innocente. Walter si è accomodato sulla destra del divano. Mario sul bracciolo accanto a lui. Carla va verso Walter. A Walter:) Sei ancora qui?
WALTER Eh... sì.
MARIO Il suo problema sessuale è più grave di quello che credevo.
BARBARA (al telefono) Pronto?
CARLA (dando la tazzina a Mario) Il caffè!
MARIO E per Walter?
CARLA Hai detto che non lo voleva!
Mario prende Carla per il braccio e la accompagna verso la cucina.
MARIO Hacambiato idea. Adesso ha proprio bisogno di un buon caffè... lungo! (la spinge in cucina)
BARBARA (al telefono) Pronto?
GIACOMO E' papà?
BARBARA (al telefono) Ssshh! Pronto?
MARIO Svelto, ridammi il telefonino!
WALTER L'ho lanciato dietro la schiena.
MARIO E perché diavolo...?
WALTER Beh, ho fatto come te.
MARIO Ma sei scemo! Dov'è?
Mario poso la tazzina sul tavolo dietro il divano e cominciano a cercare disperatamente il telefonino (a quattro zampe dietro il divano).
BARBARA (al telefono) Pronto? Basta!! (riattacca con violenza e torna verso la camera)
GIACOMO Chi era?
BARBARA E che ne so?
GIACOMO Ma', non posso più aspettare! Alice magari crede che non voglio più incontrarla. Diglielo tu a papà!
BARBARA Ascolta... (pausa) Ma non puoi rimandare? Domani chiamo la madre per dirle che vai da loro con il permesso dei tuoi genitori.
Intanto Mario (a destra) e Walter (a sinistra) contornano il divano sempre a quattro zampe, e finiscono per incontrarsi davanti.
GIACOMO Mamma, ho sedici anni!
BARBARA Hai solo sedici anni! (lo guarda con un misto di amore materno e preoccupazione)
GIACOMO E poi, perché domani? Chiamala adesso.
BARBARA (piccola esitazione) Hai il numero?
Giacomo tira fuori il foglio del computer e glielo porge.
WALTER (trova il telefonino) Eccolo!
MARIO Finalmente! Mario prende il portatile.
BARBARA Grazie. (guarda il foglio e compone il numero, poi ridà il foglio a Giacomo) E se dice di no, annulliamo. D'accordo? Vai a prendere il casco.
GIACOMO E' nella moto!
MARIO (a Walter) Mi raccomando, sii irremovibile!
Giacomo esce dalla porta principale di piazza Irnerio.
WALTER Vado a prendere mio padre.
MARIO Tu resti qui nel caso che Giacomo arrivi! "Re-dial"! (spinge il bottone)
ALICE (off) Papà, hai trovato la chiave?!
MARIO (chiama) Quasi! (allontana il telefonino dall'orecchio) Cazzo, occupato! Devo andare subito! (attacca il telefonino, sta per uscire quando il telefono di piazza Risorgimento squilla. Mario risponde al volo) Sì, pronto?
BARBARA Salve, sono Barbara Rossi.
MARIO (grido strozzato) Ahh!!! (Mario allontana il ricevitore dall'orecchio e lo guarda terrorizzato)
BARBARA (al telefono) Pronto?
WALTER Che succede?
BARBARA (al telefono) Pronto? Potrei parlare con la madre di Alice, per favore?
MARIO (al telefono) Hiiih hiiih. (Mario allontana di nuovo il ricevitore, lo guarda terrorizzato, poi lo riavvicina)
BARBARA (al telefono) Pronto?
MARIO (al telefono, alla fine. Con accento cinese:) Hiih... Questo Dlagone Losso, listolante cinese. (Barbara è sorpresa, Walter stupefatto. Accentocinese:)-Deve-fale-plenotazione?
BARBARA (al telefono, confusa) Non è casa Rossi?
MARIO (al telefono, accento cinese arrabbiato:) No, questo Dlagone Losso, signole e signola Mah Jongg, no casa Lossi! (a Walter) E' Barbara!
WALTER Oddio!
Con il ricevitore in una mano e la base nell'altra, Mario si allontana dalla porta della cucina. Walter gli si mette dietro.
MARIO (al telefono) Se non vuole plenotale, non deve più lichiamale! Questo numelo è pel clienti molto molto esclusivi. No poltal via!
BARBARA (al telefono) Come?
MARIO (al telefono) Dlagone Losso non è listolante pe lei! No take‑away. Glande qualità. Nostlo cibo molto speciale. Anatla laccata squisita.
BARBARA (al telefono) Scusi, mi può dare il suo numero di telefono?
MARIO (al telefono) No. Non dale niente! Tutto finito. Glande qualità. Polco salsa aglodolce. Anatla salsa aglodolce. Calamali salsa aglodolce. Liso salsa aglodolce.
Durante l'ultima battuta, Carla è entrata, con una tazzina di caffè per Walter. Si ferma alla vista di Mario che parla "cinese". Walter e Mario non lo notano.
BARBARA (al telefono) Eppure io ho fatto...
MARIO (interrompendola al telefono) Liso cantonese liso flitto,
liso con gambeletti, liso bianco...(Mario vede Carla e tira Mario per lo manica. Mario si sbarazza di Walter. Allora, mentre Mario continua a parlare, Walter gli passa davanti e gli segnala discretamente la presenza di Carla) Liso poppadom, liso chappati, liso basmati. (vede Carla) Sì, basta così! Plepali tutto che passelà a litilallo andando a prendere il padle. (riattacca. A Carla, normale:) Il proprietario non c'era. Era la moglie, ma capisce solo il cinese. (Barbara riattacca confusa) ...e siccome Walter non sa fare l'accento cinese, eh Walter?
WALTER Benooo benooo...
MARIO Vuole prendere da mangiare per il viaggio, e il padre adora la cucina cinese... Anche a te piace il cinese, vero Walter?!...
WALTER (senza entusiasmo) Ahi voglia. Anche perché due settimane a Positano, rischio di mangiare sempre frutti di mare...
BARBARA (portando il caffè a Walter) Ecco il tuo caffè. Senza riso..
WALTER Perfetto!
MARIO Beh, devo proprio andare!
Durante le repliche che seguono Barbara riprende il foglio col numero di telefono, lo controlla e lo ricompone. Un colpo alla porta di Alice.
ALICE (off) Allora? Questa chiave?!
MARIO (a Carla) Non farla uscire finché non promette di non mettersi più in contatto con Giacomo!
CARLA Mario, posso capire che tu abbia paura ma...
MARIO E non fidarti della sua parola. Falle firmare qualcosa. Tipo "letto e approvato", etc. Vado!
CARLA Carla prende il contenitore sul tavolo. E la cena?
MARIO Vado al ristorante... ! (rapido) Scherzavo! Grazie.
Prende il contenitore. Il telefono di piazza Risorgimento squilla. Mario e Walter lo guardano, poi si guardano, guardano Carla, si guardano di nuovo, poi guardano di nuovo Carla, e si mettono a ridere come due stupidi. A piazza Irnerio Giacomo entra dalla porta d'ingresso.
GIACOMO Il casco non c'è, nella moto! Tu l'hai visto?
BARBARA (furiosa, perché il telefono squilla a vuoto) Non è nel baule?
Giacomo guarda nel cofano sotto il portabiti.
CARLA (a Mario) Non rispondi?
MARIO Certo. (risponde al telefono) Sì...
BARBARA (al telefono:) Scusi, è lo 06 47 42 21 68?
MARIO (breve pausa; accento cinese) 41 48 57 62. (riattacca)
BARBARA (guarda lo schermo del telefono) Ma non è possibile!
Giacomo non ha trovato il casco, si avvia verso la camera.
GIACOMO (uscendo) Sarà in camera mia.
Durante le prossime battute, Barbara rifà il numero con molto attenzione.
CARLA Cos'era, quel numero?
MARIO La fine del mio numero di carta di credito. Le era caduta la salsa di soja sopra, non riusciva più a leggere gli ultimi otto numeri.
CARLA Chi?
MARIO La signora del ristorante cinese... per Walter.
CARLA E perché gli hai dato il numero della tua, di carta di credito?
Mario cerca di trovare una risposta, poi indica a Walter che tocca a lui rispondere.
WALTER La mia l'ho prestata a mio padre per comprarsi un costume.
CARLA Allora non solo gli paghi l'affitto, ma anche da mangiare.
MARIO No, è uno scambio. Mi deve portare un po' di sabbia della costiera Amalfitana... sai per finire il muretto del giardino. Vero, Walter?
WALTER (esitante) Sì, certo.
MARIO Devo assolutamente andare.
Il telefono squilla di nuovo. Mario e Walter si guardano. Carla va a rispondere.
CARLA Ancora!
MARIO No! (le strappa il telefono. Piano) Pronto.
BARBARA (al telefono) Scusi se la disturbo, è lo 06 47 42 21 68?
MARIO (al telefono) 07 08 (Riattacca. A Carla) La data di scadenza. (Barbara verifica il numero sul foglio, e rifà il numero. Mario prende Carla per il braccio e la guida verso la porta della camera d'Alice) Sai, cara, penso che sarebbe una buona idea se andassi a consolare Alice. (a Walter) E se la signora richiama, Walter saprà cosa rispondere! E quel pervertito di Giacomo, se ha il coraggio di venire, accompagnalo alla più vicina stazione di polizia!
WALTER E quel poveraccio di mio padre che mi aspetta?
MARIO Ha aspettato tanto, aspetterà un altro po'!
CARLA Ma io sono qua! Se quel pervertito, come dici tu, arriva, vedrà che non sono una ragazzina di quindici anni, e si darà una calmata. E chi è questa signora che dovrebbe richiamare?
Squilla il telefono.
MARIO Vedi? (risponde al telefono) La moglie del cinese. (al telefono, accento cinese) Soplattutto non tloppo cotto... (riattacca, accento normale) ...l'anatra laccata.
Mario prende il contenitore da dietro il divano ed esce di corsa dalla porta d'ingresso.
WALTER Mario! Mario!
Barbara rifà il numero. Alice dà un altro colpo alla porta.
ALICE (off) L'hai trovata questa maledetta chiave?!
Carla va verso la camera di Alice.
CARLA (A Alice) Tutto a posto amore (A Walter) Hai finito il caffè? Allora perché non sloggi e te ne vai con tuo padre a Positano?
WALTER (esitante, indica il telefono) Non sono sicuro se... (indica la porta) O se...
CARLA lo invece sono più che sicura!... (apre la porta della camera di Alice che ne esce, furiosa)
ALICE Dov'è quello stronzo di mio padre?!
CARLA E' andato a lavorare.., e non parlare così.
ALICE No, ma... (vede Walter) Ah! Zio Walter! (a Carla) Vedi, lo zio Walter non mi vieterebbe mai di incontrare Giacomo, eh zietto? Tu sì che mi capisci, vero? Ma pensavo che dovessi partire in vacanza con tuo padre, oggi!
WALTER Anch'io, lo pensavo!
CARLA (precisando) Stava appunto per andarsene. (insistendo) Immediatamente.
Walter fa un salutino con la mano a Alice. Il telefono di piazza Risorgimento squilla. Walter lo fissa con orrore. Carla sto per rispondere. Walter spinge Alice sul divano, salta sul telefono e risponde. Carla è sconvolta. Walter guarda un attimo il telefono, guarda Carla, poi di corsa.
WALTER 1 56 10 94 223 232 232. (riattacca, alza il braccio vittorioso) Yesss!!
BARBARA Ma non è possibile!!!
Barbara se ne va in camera, col telefono senza fili in mano, lasciando sul tavolo il foglio. Carla e Alice guardano Walter con aria interrogativa.
WALTER Il numero della mia tessera sanitaria.., voleva un documento... per il pagamento.
ALICE (senza espressione) Non ho capito.
CARLA Lascia stare, non c'è niente da capire. Vatti a sciacquare il viso. Mamma ti va a prendere un Moment.
ALICE (con aria di sfida) Posso vedere Giacomo, quando arriva, vero?!
CARLA Ma certo! Sempre che suo padre l'abbia lasciato venire.
ALICE E perché non dovrebbe?
CARLA Ah! Chiedilo a suo padre! (Walter controlla la porta d'ingresso, mentre Alice torna in camera sua. Carla va verso la cucina, poi si blocca e si gira verso Walter, che si è messo in ginocchio per guardare attraverso la fessura della posta) Arrivederci, Walter!
WALTER Carla... Mi stavo domandando...
CARLA (insistendo) Buon viaggio, Walter!
WALTER ...riguardo a Giacomo e Alice...
CARLA (con molta insistenza) Buone vacanze, Walter!
WALTER ...se Giacomo è veramente un depravato...
CARLA Walter Fattore, al posto tuo lascerei da parte i problemi sessuali degli altri per concentrarmi sui miei!! (Esce in cucina)
WALTER Bel modo di cominciare le vacanze.
Beve un sorso di caffè, mentre Mario entra di corsa dalla porta.
MARIO Walter!
WALTER (spruzzando il caffè) Ahh! Non lo fare più!
MARIO (Mario corre da Walter. Allungando la mano) Le tue chiavi!
WALTER Cosa?!
MARIO Ho fatto cinquanta metri e ho bucato! Dammi le chiavi della tua macchina!
WALTER Ma mi serve!
Barbara esce dalla camera e chiude la porta. Va a sedersi sulla destra del divano, e spinge un pulsante sul telefono.
MARIO Devo andare subito a piazza Irnerio! Torno subito! E poi riparo la mia
WALTER Ma sono già in ritardo. Se non mi sbrigo, mio padre comincia ad andare a piedi!
MARIO Vado e torno! (insiste) Venti minuti al massimo! OK?
WALTER (controvoglia) Va bene. Venti minuti, non uno di più!
Walter comincia a cercare le chiavi nelle tasche, mentre Giacomo esce dalla camera, casco in mano.
GIACOMO L'ho trovato. Chi chiami? (Si guarda allo specchio ed infila il casco)
BARBARA Tuo padre. Non fa mai così tardi.
MARIO (a Walter) Allora?!
WALTER Ecco, ecco... (suoneria di portatile musicale) Che diavolo è?
MARIO Il mio telefonino. (tira fuori il telefonino dalla tasca e lo guarda, poi rilassato risponde) Pucci pucci come stai?
BARBARA (al telefono) Mario, dove sei?
MARIO (a Mario, coprendo il telefono) Mi vuoi dare le chiavi?
WALTER Non le trovo!
MARIO Cazzo! Trovale!
GIACOMO Papà sta bene?
BARBARA Penso di sì.
MARIO Dov'è Carla?
WALTER In cucina.
Barbara si alza e si siede sul lato sinistro del divano.
BARBARA (al telefono) Ciccino, ci sei ancora?
MARIO (al telefono) Scusa, pucci pucci, c'era la polizia. Sto tornando a casa.
(a Walter) Bloccala di là! (lo spinge verso la cucina)
WALTER Cosa? E come?
BARBARA (al telefono) Mario!
MARIO (al telefono) Scusa, tesoro, non ti sento bene! (coprendo il telefonino, a Walter) Che ne so, raccontale una barzelletta!
WALTER Non ne conosco!
MARIO Inventane una!... E trova le chiavi!
BARBARA (al telefono) Mario, ci sei?
MARIO (al telefono, parla a singhiozzo) Sì, ma c'era una galleria...
Mario apre la porta della cucina.
WALTER Una galleria!
Mario spinge Walter in cucina e chiude la porta. Controllando sempre la porta della cucina, si mette davanti al divano.
MARIO (al telefonino) Ok, finita la galleria. Niente polizia. Dimmi, tesoro, c'è Giacomo?
GIACOMO Ciao, ma!
Barbara si alza.
BARBARA (a Giacomo) Giacomo... aspetta!
GIACOMO Sono in ritardo.
Giacomo se ne va. Barbara lo segue fino alla porta.
MARIO (calmo, ma pressante) Posso parlare con Giacomo?
BARBARA (al telefono) Non sono riuscito a bloccarlo.
MARIO (nel panico) Raggiungilo!
BARBARA (al telefono) Ha detto che era in ritardo.
MARIO (al telefonino) Me ne frego, devo parlargli subito!
Barbara chiude la porta. Arriva Carla dalla cucina. Porta un bicchier d'acqua ed un Moment.
CARLA (arrabbiata) E tu la chiami una barzelletta? (Walter la segue) Mario, con chi stai parlando?
MARIO Con nessuno.
CARLA E cos'è che hai in mano, una noce di cocco?
MARIO Ah, questo!(al telefono) Un attimo.
BARBARA (al telefono) Mario?
CARLA Chi deve aspettare?
MARIO Ehm, un cliente.(al telefonino) ...Una Fiat blu tra sette — otto minuti.
BARBARA (al telefono) Mario, ma che stai dicendo?
MARIO (coprendo il microfono) Walter. DOVE SONO LE TUE CHIAVI?! (a
Carla) Ho bucato e c'è un cliente che mi aspetta.
CARLA Non puoi prendere un cliente con la macchina di Walter. Non ha il tassametro.
MARIO (coprendo il microfono) E' uno fisso. La prossima volta, lo faccio pagare doppio.
BARBARA (al telefono) Mario... Mario. Non ti sento più. Sei ancora in galleria?
WALTER (cercando nelle tasche) Non le trovo.
BARBARA (al telefono) Mario, mi senti?
MARIO (al telefonino) Molto male. Ma adesso vengo. (si sente Giacomo che accende il motorino)
BARBARA (al telefono) Ah, Giacomo se ne sta andando. Sento il motorino. (apre la porta d'ingresso)
MARIO (coprendo il microfono) Walter, le chiavi! (al telefonino) Scenda subito dal motorino e mi aspetti!
WALTER Forse...
MARIO Sbrigati! (Walter comincia a cercare nelle buste per terra).
CARLA Motorino?
MARIO (coprendo il microfono, a Carla) Il mio cliente, un vecchietto di settantacinque anni che tutte le settimane fa la spesa al supermercato e che io riaccompagno a casa. Siccome non mi ha trovato, una persona si offerta di riaccompagnarlo in motorino.
Carla va verso la camera di Alice. Si sente il rumore del motorino di Giacomo che parte. Barbara chiude la porta.
BARBARA Vabbè, se n'è andato. Mario, non ti sento più, io riattacco.
(riattacca il telefono)
Carla esce nella camera di Alice.
MARIO (al telefonino) No! Arrivo. Digli di aspettarmi! Fallo scendere subito dal motorino! (a Walter) Fammi cercare a me,-(Mario gli dà il telefonino e comincia a cercare Barbara esce dalla porta d'ingresso. Mentre cerca, a Walter) E qualunque cosa succeda, tu resti qui finché non torno.
WALTER E dove vuoi che vada senza macchina? E torna presto, perché quando sono in ritardo, papà perde la testa.
MARIO La testa l'ha persa già da un pezzo.
WALTER Appunto. Adesso ha bisogno di punti di riferimento. Quindi, se sono in ritardo...
MARIO Walter, la mia vita dipende da te!
WALTER Anche quella di mio padre.
MARIO Ma tuo padre non ha due mogli.
WALTER Da quando è morta mia madre, non ne ha più neanche una.
MARIO Beato lui! (trova le chiavi) Sono queste?
WALTER Sì ma... Mario, ascoltami, io non so fare queste cose! Non so fare James Bond, sono solo il tuo inquilino.
MARIO (grave, passandogli un braccio intorno al collo) Walter. Tu sei molto di più che il mio inquilino. Tu sei il mio migliore amico. Da vent'anni. Ti rendi conto? Da vent'anni, sei il mio migliore amico, mio... e di Carla...
WALTER Beh, insomma...
MARIO ...e di Alice.
WALTER Vent'anni fa non era ancora nata.
MARIO Non cambia niente. Tu sei il suo zietto Walter. Fai parte della famiglia. (emozionato) E oggi la famiglia ha bisogno di te!
WALTER Senti...
MARIO Conto su di te, Walter. Ho bisogno di te per salvarmi la vita. L'hai già fatto una volta...
WALTER Sì, ma...
MARIO ...ormai dovresti essere abituato! (Mario corre verso la porta d'ingresso)
WALTER Mario!... (troppo tardi, Mario è andato via, senza rendersi conto di aver lasciato il telefonino a Walter. Walter sospira, e getta uno sguardo alle sue cose sparse per terra. Sta per raccoglierle, quando si accorge di avere ancora in mano il telefonino di Mario. Corre alla porta) Mario! Mario! Il telefonino! (si sente la macchina di Walter che parte) E poi, James Bond non doveva accompagnare suo padre a Positano! (prende una busta piccola che mette in quella più grande) Questo è per mio padre. (raccoglie le altre cose, trova la maschera e il boccaglio. Li mette e comincia a "nuotare". Contemporaneamente, a piazza lrnerio, Barbara entra dalla porta d'ingresso, e, accanto a Walter che "nuota", compone un numero. Squilla la suoneria musicale del telefonino nella tasca di Walter. All'inizio non capisce da dove viene. Poi, rendendosi conto, tira fuori il telefonino dalla tasca e risponde, sempre col boccaglio in bocca. Al telefonino:) Pronto!
BARBARA Mi scusi, credevo di aver fatto linumero di mio marito, il signor Rossi.
WALTER (toglie la maschera e il boccaglio e li posa dietro la poltrona a destra) Ehm, sì.
BARBARA Ma lei non è mio marito.
WALTER Ehm, no.
BARBARA (perdendo la pazienza) Quindi questo è il numero del telefonino di mio marito, il signor Rossi?
WALTER Ehm, sì.
BARBARA Allora posso parlare con mio marito?
WALTER Ehm, no.
BARBARA Ci conosciamo?
WALTER (nel panico) Assolutamente no!
BARBARA Ma allora lei chi è?
WALTER Signor... (guarda il telefonino) Nokia.
BARBARA Ma come, Nokia? Che invenzione è mai questa?!
WALTER Per l'appunto, noi inventiamo telefoni e l'ultima nostra grandissima invenzione è un sistema di risponditore molto, molto personalizzato e estremamente profilato.
BARBARA Ma leichi è?
WALTER Gliel'ho appena detto. Sono il risponditore estremamente profilato e personalizzato del signor Rossi. Come posso aiutarla?
BARBARA (pausa, con molta pazienza) Stavo parlando con mio marito, due minuti fa. Vorrei parlare con lui!
WALTER Non può ricevere più telefonate. Se desidera lasciargli un messaggio, sarà mia cura riferirglielo personalmente.
BARBARA Gli può dire che ha chiamato sua moglie...
WALTER Sua moglie di... piazza Irnerio?
BARBARA (pausa) Sì, certo. Ma... (si alza) lei come lo sa?
WALTER Ehm... lei è nel nostro database. Sì. Proprio così... moglie...piazza Irnerio... signora Rossi. E il resto del messaggio, prego?
BARBARA Che non sono riuscita a bloccare mio figlio.., sta andando a piazza Risorgimento.
WALTER "Sta andando a..." (rendendosi conto) Qui?!... Oh no! Qui no!
BARBARA Come "qui no"?
WALTER Qui no, Cinzia... Mi scusi. Piccolo problema organizzativo.Cinzia, non deve mai poggiare il caffè qui. Adesso ho il mouse tutto bagnato. (voce acuta) Mi dispiace, signor Bianchi. Le posso portare un altro caffè? (voce normale) Non ha del lavoro da fare, Cinzia? (voce acuta) Sì, signor Bianchi. (voce normale) Allora?! Cosa aspetta, Cinzia? Torni al lavoro! (voce acuta) Mi scusi, signor Bianchi... subito, signor Bianchi. (Walter sbatte la porta del salotto. Barbara ascolta sconvolta. Voce normale) Mi scusi, signora Rossi. Queste co-co-co... Allora, cosa stavamo dicendo? Ah, sì! Lei è definitivamente e irrimediabilmente sicura che il piccolo Giacomo stia andando a piazza Risorgimento?!
BARBARA Come sa che mio figlio si chiama Giacomo?
WALTER Ehm... è registrato nel…
BARBARA ...database, certo. Sì, se n'è andato. Andava molto di fretta... e dovrebbe arrivare da un momento all'altro.
WALTER Da un momento... Perfetto. Grazie, signora Rossi. Nokia la ringrazia per aver utilizzato il suo servizio di risponditore "top persona!" (riattacca il telefonino, e Barbara, perplessa, rimette il cordless sulla base) Porca miseria!
Barbara si precipita nella sua camera, mentre Walter si mette il telefonino in tasca, va in punta di piedi alla porta d'ingresso e apre uno spiraglio. Contemporaneamente, Carla esce dalla camera di Alice, con un bicchiere in mano. Vedendo Walter, si blocca.
CARLA Sei ancora qua, tu?
WALTER (a causa della voce improvvisa di Carla, Walter tira per sbaglio la porta verso di sé e sbatte la testa) Sì. Stavo giusto dando un'occhiata fuori. E' sempre molto importante controllare il tempo, quando si parte in vacanza.
CARLA C'è una cosa ancora più importante!
WALTER E cosa?
CARLA Esserci.
WALTER Essere dove?
CARLA In vacanza. (pausa, aggressiva) Vuol dire che voglio che tu sparisca, che voglio che tu raccolga il tuo casino (indicando le cose sparse per terra) prima di andare, e che mi lasci in pace per quindici giorni. Quindici giorni parti, giusto?
WALTER Se fa bel tempo. Papà non sopporta la pioggia.
CARLA Allora pregherò il cielo perché resti bello, blu e senza nuvole. Scompari!
WALTER Consideralo fatto. Raccolgo. Salgo. (mimo di prendere la valigia) Le valigie. Scendo. Vado a prendere papà, e poi... direzione il sole tropicale di Positano. La vita è bella.
Walter prende tutto quello che resta sul divano. La maschera e il boccaglio sono ancora dietro la poltrona.
CARLA OK!
WALTER Ok ok ok ok ok. La vita è bella! (Ma non se ne va).
CARLA Allora? Vai o non vai?
Carla spinge Walter per poter prendere l'altra tazza di caffè dietro il divano. Walter, preoccupato, guarda la porta d'ingresso. Carla si gira.
WALTER Certo. Lassù. Il mio appartamentino. Tranquilla. Adesso vado. Adesso vado. Mettere tutto a posto. Poi partire. Non ti preoccupare per me. Vai. Avrai sicuramente qualcosa da fare.
CARLA Se non te ne vai, allora sì che avrò qualcosa da fare. Incollarti il mio piede là dove il sole non batte!
WALTER Ah sì?! Beh, allora... (Walter si precipita per le scale. Carla emette un sospiro rabbioso, poi va in cucina. In cima alle scale appare la testa di Walter. Controlla che non ci sia nessuno e corre giù per le scale. Corre ad incollare l'orecchio sulla porta della cucina. Poi va in punta di piedi verso la porta d'ingresso e la spalanca per guardare fuori. Giacomo è davanti alla porta, ancora col casco, il dito pronto a suonare. Spaventato:)Aah!
GIACOMO Salve! lo sono Giacomo!
WALTER (lancia uno sguardo verso la cucina; preoccupato) Aah!
GIACOMO Ho appuntamento con Alice. Mi sta aspettando.
WALTER Sì. Ha aspettato, ha aspettato... e adesso non vuole più vederti.
GIACOMO Ma è lei che mi ha detto di venire. (guarda l'orologio) E sono pure in anticipo.
WALTER Con Alice, l'ora è l'ora. In ritardo, è troppo tardi. In anticipo, è troppo presto Felice di averti incontrato, e non dimenticare di non tornare.
Prende Giacomo per il braccio e lo tira verso la porta.
GIACOMO Aspetti. Lei è il padre di Alice?
WALTER Come?
GIACOMO Alice abita qui con i suoi genitori, no?
WALTER Alice abita qui con i suoi genitori, sì. lo, abito nella stanza di sopra. (piccola pausa) Alice abita nella sua stanza (passa davanti alla camera di Alice e la indica), e poi il signore e la signora Rossi abitano nella loro stanza (sta per andare verso la camera dei genitori per indicarla ma cambia idea), cioè... nostra, noi abitiamo nella nostra stanza di sopra... perché... effettivamente, sì io sono ... il padre di Alice... (più sicuro di sé) e quindi, sono io che comando, e quel che sto dicendo, ragazzo mio... è che Alice non ti vuole vedere!
Cerca ancora una volta di spingere Giacomo alla porta, ma Giacomo resiste.
GIACOMO Ma mi ha mandato un'email mezz’ora fa per dirmi di venire.
Durante quel che segue rimette il casco a Giacomo.
WALTER Devi stare al passo con i tempi, ragazzino. Questo era mezz’ora fa. Ma adesso non vuole più vederti. E non potrà vederti neanche più tardi. E dopo, sarà troppo tardi Non avete nessun futuro insieme. E' finita. Buongiorno. Addio. Buona giornata! (su queste ultime parole chiude la visiera del casco, spinge Giacomo fuori e sbatte la porta. Si appoggia alla porta, sfinito. Squilla la porta di piazza Risorgimento. Walter apre la porta. Giacomo è sempre là) Togliti dai coglioni!
Walter sbatte nuovamente la porta,e ci si appoggia di nuovo, distrutto, morto di vergogna. Non è il suo linguaggio abituale. Carla arriva dalla cucina con una grande pentola in mano. Si blocca vedendo Walter immobile. Walter trasforma la sua espressione orripilata inaria beata
BARBARA Sei ancora qui, tu?
WALTER In un certo senso.
BARBARA Non era il campanello?
WALTER In un certo senso.
BARBARA Beh, apri per vedere chi è.
Carla va verso Giacomo, Walter la prende per le spalle e l'allontana dalla porta, fronte sinistra.
WALTER So già chi è. (pausa) E' per me.
BARBARA Per te?
WALTER Sì, è una persona che viene per vedere me. E' una visita molto importante e molto lunga. Potrebbe durare ore... e non dobbiamo essere disturbati per nessun motivo.
Cerca di portare Carla verso la cucina, ma lei resiste.
CARLA Ma credevo che andassi a Positano.
WALTER Eliminato... Positano.
CARLA E tuo padre.
WALTER Eliminato anche lui. Voglio dire... temporaneamente. Ci andiamo più tardi. Dopo la visita del mio ospite.
Il campanello squilla di nuovo.
CARLA Allora, non lo fai entrare?
WALTER No, non adesso... Ho bisogno di essere, soto cot-mlo-ospite.
Cerca di spingere Carla in cucina.
CARLA Ma che stai dicendo?
WALTER Ottima domanda!
CARLA Allora?
WALTER Allora... (il campanello squilla di nuovo) Carla! Non voglio che tu veda il mio ospite, e che il mio ospite veda te.
CARLA Perché?
WALTER Perché è una visita.., personale e privata.
CARLA Personale e privata come il problema affettivo di cui parlavi a Mario prima.
WALTER Ehm, sì... se vuoi...
CARLA E quando ne hai parlato a Mario, sapeva della persona dietro la porta?
WALTER (titubante) Ehm, sì...
CARLA E sapeva che l'avresti incontrata?
WALTER (titubante) Sapeva che c'era questo rischio, sì...
CARLA E non era d'accordo...
WALTER Non proprio. No.
CARLA Beh, senti, fai salire la signorina in camera tua e non ne parliamo più.
Carla se ne va in cucina arrabbiata. Walter chiude gli occhi, e alza gli occhi al cielo,
completamente sconvolto. Il campanello squilla di nuovo. Nel panico, Walter chiude la porta della
cucina, e comincia ad andare verso la porta d'ingresso, poi ci ripensa, torna verso la porta della
cucina e la chiude a chiave.
WALTER Carla, chiusa a chiave. (stessa storia, ma questa volta corre verso la porta di Alice, che chiude a chiave) Alice, chiusa a chiave. (finalmente va alla porta d'ingresso e l'apre. Giacomo entra direttamente nella stanza) Giacomo!
GIACOMO Non posso credere che Alice non mi voglia vedere.
WALTER Ma non mi ascolti proprio, eh, con quella tua testolina da internauta? Non è che non vuole vederti, è che preferisce non vederti, che vuole evitare di vederti. Me l'ha detto lei stessa: "Papà, non ho il coraggio, devi dire a quel Giacomo Rossi, e fargli capire una volta per tutte (staccando le parole) che non lo posso vedere." Capito?
GIACOMO (pausa) Vuol dire che ha un problema di vista?
WALTER (esita, poi con un'aria esausta) Sì. Se vuoi.
GIACOMO Che problema ha?
WALTER (urlando) Ma non ne ha!
GIACOMO Se mi ha appena detto che ha un problema di vista.
WALTER (urlando) Sì. Lo so. Il problema di vista.., è che non ne ha.
GIACOMO (sconvolto) Non ne ha?! Vuole dire... che non ci vede?
WALTER Non ci vede! Hai capito benissimo. Molto triste.
GIACOMO (senza parole) E' cieca...
WALTER Non si dice cieca, caro Giacomo. Si dice "non vedente". Troppa televisione. Troppo internet. E' cominciata piano piano. E poi, un bel mattino: "Dov'è la colazione, papà? — Sul tavolo, tesoro. — Quale tavolo, papà?" Ecco fatto... Alice cieca!
GIACOMO Non vedente.
WALTER Sì, hai ragione. Allora, adesso che hai capito, vuoi andartene da questa casa, e non tornare mai più? (Spinge Giacomo verso la porta, ma Giacomo si rigira).
GIACOMO Ma è una ragazza fantastica!
WALTER Perché?
GIACOMO Se è cieca, come fa ad usare il computer?
WALTER Aveva fatto un corso per segretaria. Non ha bisogno di guardare la tastiera.
GIACOMO Ma per vedere lo schermo?
WALTER Lo schermo? (pausa) Ha un programma speciale che traduce in voce tutto ciò che c'è sullo schermo.
GIACOMO Anche le immagini?
WALTER (stanco) Anche le immagini.
GIACOMO Ma un programma così sarà costato un occhio della testa.
WALTER L'hai detto. Beh, te ne vai?
GIACOMO (Deciso) No! Devo vederla!
WALTER E' finita, Giacomo. Col cuore pesante, le lacrime agli occhi, lei ha deciso di porre fine a tutto ciò, prima che sia troppo tardi. Ecco. La sua decisione è presa. Definitivamente. Senza rimpianti, senza rancore. Addio, Giacomo.
Durante l'ultima risposta, Walter ha spinto Giacomo dolcemente verso la porta d'ingresso. Si sente
bussare alla porta di Alice.
ALICE (off) Ehi! Chi è che mi ha chiuso di nuovo a chiave?
Walter prende Giacomo per il braccio e lo spinge per bloccargli l'accesso alla porta della camera.
WALTER (con voce gentile) Arrivo. (Walter sorride a Giacomo, poi con fermezza:) Tu, vattene.
Prende Giacomo per le spalle e lo accompagna alla porta. Alice picchia di nuovo sulla porta.
Giacomo si rigira.
ALICE (off) Cosa sta succedendo?
WALTER (gentile) Arrivo! Arrivo!
Walter sorride nuovamente a Giacomo e lo rigira in direzione della porto d'ingresso.
ALICE (off) Sei tu, zio Walter?!
Giacomo si gira, sorpreso. Walter sorride.
WALTER (verso la porta) No. (a Giacomo) Suo zio Walter abita con noi.
ALICE (off) Allora chi è? Aprite questa porta!
GIACOMO E' Alice?
Giacomo si sposta rapidamente verso la camera, ma Walter lo prende per il braccio, e lo tira
nell'altro senso.
WALTER No! Nonè Alice. E' la signora Rossi.
GIACOMO La signora Rossi, la madre di Alice?
WALTER Sì, Carla, esatto.
GIACOMO Oh, vorrei tanto conoscerla.
ALICE (off) Aprite questa porta!
Walter va verso lo porta, Giacomo lo segue.
WALTER Non è una buona idea. E' un po' strana. Per questo l'ho chiusa dentro. Non è sempre stata così. E' successo la mattina che Alice ha perso la vista. Una colazione che mi è impossibile dimenticare.
GIACOMO E' orribile.
WALTER Orribile! Grazie, Giacomo.
ALICE (off) Se non aprite questa porta, la butto giù!
WALTER (a Giacomo) La senti? Può diventare anche molto violenta. Credo che tu faccia meglio ad andartene. Tutto ciò è molto triste!
Rigira Giacomo verso la porta d'ingresso. Carla bussa alla porta della cucina.
CARLA (off) Ehi, oh! (Walter e Giacomo si girano verso la porta della cucina) Ma, chi è che ha chiuso?!
WALTER (a Giacomo) E' la sorella di Carla mia moglie.
Walter va verso la porta della cucina.
GIACOMO Anche lei è chiusa a chiave?
Giacomo va verso la porta della cucina ma Walter lo blocca.
WALTER Certamente!
GIACOMO Perché anche lei è strana?
WALTER Certamente!
GIACOMO Ammazza!
WALTER Sì. E' Lilli. Lilli è uscita fuori di testa lo stesso giorno della sorella. Non a colazione. Più tardi. Verso metà pomeriggio, all'ora del tè. E' sempre stata un po' più lenta.
GIACOMO Porca miseria!
Carla bussa più forte.
CARLA (off) Perché la porta è chiusa a chiave?
GIACOMO No. Voglio vedere Alice!
Il rumore dalle porte diventa assordante. Walter non sa più cosa fare.
WALTER Va bene. Ma aspetta lì sopra, nel mio appartamento.
Walter chiude la porta d'ingresso. Aspetta che Giacomo salga, ma Giacomo si blocca.
GIACOMO Il suo appartamento?
Walter non sa cosa dire Gli viene da piangere.
WALTER (pausa) Sì. (si lancia) Quando Carla ha cominciato ad avere le sue crisi isteriche ho dovuto predisporre un piccolo appartamento lì sopra. Soprattutto per la notte. Di giorno, mangiamo insieme, ma la notte, è più sicuro stare in camere separate. E Walter Fattore, mio cognato, mi raggiunge anche lui se Lilli diventa.., insomma, la stessa cosa.
GIACOMO Beh, salgo.
WALTER In alto a sinistra. La porta è aperta.
GIACOMO Ma dirà ad Alice che sono là, vero?
WALTER Sì, sì. Ma mi sa che dovrai aspettare un bel po', perché è caduta dalla bicicletta.
GIACOMO Bicicletta?!
Walter si rende conto di ciò che ha detto. Si sposta a destra del divano e si siede, batte la mano sul
sedile accanto a lui per farsi raggiungere da Giacomo.
WALTER (pausa) Sì. (si lancia) Perché, sul suo computer lei ha un'immagine virtuale di una bicicletta, che lei chiaramente non vede, ma che sente. I dottori hanno insistito molto che lei faccia un po' di esercizio... e allora.., lei pedala... virtualmente... Oggi ci ha messo un po' troppo entusiasmo, sapendo che tu saresti venuto. Allora è caduta cambiando marcia...
GIACOMO Ma come può essere in ritardo per questo? Il suo computer è qui, no?
WALTER (sfinito) Di solito sì, ma quando è caduta, la bicicletta virtuale si è rovinata, allora abbiamo dovuto portare il computer a riparare. E siccome il computer è programmato personalmente per lei, abbiamo dovuto portare a riparare anche lei. Va bene?
GIACOMO Sì, ma...
WALTER No!
Dalla camera dei genitori entra Barbara e va al telefono. Walter spinge Giacomo e gli fa salire le
scale. Mentre Barbara compone il numero, Walter va verso la cucina in punta di piedi e origlia alla
porta. Alice bussa sempre alla porta. Giacomo si volta.
ALICE (off) Papà, se non apri questa porta, la sfondo.
Walter esita, poi si dirige sempre in punta di piedi verso la camera di Alice. All'improvviso, squilla
il telefonino nella sua tasca. Walter si spaventa, poi si rende conto di cos'è, Io tira fuori, spinge il
pulsante di risposta, e ascolta.
BARBARA (al telefono) Mario? Mi senti? Ma dove sei? (Walter fa qualche respiro al telefono e riattacca) Ma non è possibile!
Barbara arrabbiatissima va in camera sua.
ALICE (off) Papà!
CARLA (off) Walter!
ALICE (off) E che palle!
Walter guarda le due porte, senza sapere verso quale andare.
Contemporaneamente, Mario arriva a piazza Irnerio. Non ha più la giacca. Alla fine, Walter va in
punta di piedi verso la camera di Alice.
MARIO (senza fiato, di corsa) Giacomo! Barbara! Giacomo! Barbara!
Nel momento che Walter gira la chiave per aprire la porta di Alice, Mario entra nella camera di
Barbara. Alice esce furioso dalla sua camera. Ha fatto la doccia, indossa dei vestiti molto
tendenza, e porta una borsa sulla spalla.
ALICE Senti, papà, io non...!
WALTER Ssshhh!
ALICE (meravigliata) Zio Walter! Ma... (sbatte la porta) Che ci fai qua? (attraversa la scena davanti a Walter) Dov'è papà? Perché mi ha chiuso a chiave? Era Giacomo alla porta?
WALTER Una domanda per volta! Tuo padre è andato a prendere un cliente che lo aspetta davanti al supermercato. Sì, era proprio Giacomo alla porta, e... sì, ti ho chiuso a chiave.
Carla bussa alla porta della cucina.
CARLA (off) Apri questa porta!
WALTER (a Alice) E ho chiuso a chiave anche tua madre.
ALICE Ma perché?
WALTER (gli viene da piangere) Non mi ricordo più.
Si abbandona sul divano. Alice apre la porta della cucina. Carla entra di gran carriera.
CARLA (entrando) Ma chi è che... Alice! Sei tu che mi hai chiuso a chiave?
ALICE No. E' stato zio Walter.
CARLA E perché diavolo?!
ALICE Non si ricorda più.
Carla attraversa la scena fino a dove sta Walter.
CARLA E' vero?
WALTER Sì.
CARLA E com'è che non ti ricordi più?
WALTER Se mi ricordassi perché non mi ricordo più, saprei rispondere alla tua domanda.
CARLA Sei ancora più rincoglionito di quanto pensassi! (fredda) E il tuo "ospite"?
WALTER Disopra.
CARLA Allora cosa fai qui?
WALTER Beh, non lo so.
ALICE Me ne frego del suo ospite. Dov'è il mio?
CARLA Come, il tuo?
ALICE Giacomo.
WALTER (si alza) E' andato via.
CARLA Non sapevo neanche che fosse arrivato.
WALTER E non tornerà.
ALICE Come? E perché?
WALTER L'ho mandato via.
CARLA (a Walter) Ma tu che c'entri?
WALTER (si siede) A dire il vero... niente.
ALICE Visto che l'hai mandato via, andrò io da lui.
Alice va al guardaroba per prendere il casco della sua bicicletta.
WALTER No!
CARLA (a Walter) Non ti riguarda!
ALICE Mamma ha ragione! Prendo la bicicletta.
Durante le prossime tre repliche, Alice tira fuori il casco dal guardaroba in fondo a destra.
CARLA Preferirei comunque che domandassi il permesso a tuo padre.
WALTER (si alza) Ben detto!
CARLA (girandosi verso Walter) Cuccia, tu!
ALICE (decisa) Papà non vorrà certo impedirmi di andare a trovare un ragazzo a casa dei genitori in pieno giorno. (a Walter) E tu.. sei peggio di mio padre. Sei un traditore!
Walter si alza. Durante la prossima battuta, Alice esce.
CARLA Papà lo fa per il tuo bene, e lo sai. Non fare stupidaggini, tesoro.
ALICE (off) Stupidaggini, io?!
CARLA Sì, tu! (Carla chiude la porta. Tra sé) E' proprio figlia di suo padre! (a Walter) Tutta colpa tua!
WALTER (si siede) E ti pareva.
CARLA Quando è arrivato, Giacomo?
WALTER Poco fa!
CARLA Mentre la tua consultazione "personale e privata" era di sopra?
WALTER Ehm... sì.
CARLA Ed è ancora là?
WALTER Là... dove?
CARLA Beh, di sopra!
WALTER Ah, sì, è ancora là.
CARLA Allora, se tu salissi, potresti finire la tua "consultazione"...
Conclude la frase con un gesto della mano. Carla va in cucina. Walter si alza e va verso la porta d’ingresso.
WALTER (Tra sé) Avvisare Mario. Arriva Alice. Giacomo da me. (tira fuori il telefonino, spinge i pulsanti) Allora, chiamate ricevute, chiamate ricevute.
A piazza Irnerio, Mario entra dalla stanza dei genitori, seguito da Barbara che chiude la porta
MARIO (entrando) Avresti dovuto impedirglielo!
BARBARA A sentire Giacomo, è carina.
MARIO E' una strega!
BARBARA Ma come puoi dire una cosa simile? Non l'hai mai vista.
MARIO Ma sì! Sì... cioè... è come se l'avessi vista, sono sicuro che è una strega. E comunque non c'entra niente. Ti avevo detto di bloccare Giacomo qui.
Mario torna verso la porta d'ingresso.
WALTER (guardando il telefonino) Chiamate ricevute.
BARBARA Ma dove vai, adesso?
WALTER (guarda l'orologio) Opzioni. Chiamare. Yes!
MARIO Mi sono appena ricordato che ho lasciato un vecchietto carico di buste della spesa nel parcheggio del supermercato.
Mario parte di corsa. Barbara sta per seguirlo, ma squilla il telefono.
BARBARA (al telefono) Pronto?
WALTER (al telefono; nervoso) Signora Rossi?
BARBARA (al telefono) Sì?
WALTER (al telefono) Avrei bisogno di parlare col signor Rossi. E' molto urgente.
BARBARA (al telefono) Lei è?
WALTER (al telefono) Il signor Fa… fa niente, sono la segreteria personale del signor Rossi. E ho un messaggio personale da comunicargli. Molto personale, molto importante... e molto urgente.
BARBARA (al telefono) Non c'è.
WALTER (al telefono, con una voce completamente disperata) Ma no! Non è possibile!
BARBARA (al telefono) Ma che succede?
WALTER (al telefono, grida:) Ma non è possibile, Cinzia! (voce acuta) Non so che mi succeda, oggi. (voce normale) Succede, mia cara, che lei è licenziata! (voce acuta) Ma signor Durante, mi nasce un figlio tra tre mesi. (voce normale) Dovevi pensarci prima, su, fuori. (a Barbara) Il nostro servizio deve consegnare i messaggi nel minor tempo possibile! Allora, è arrivato il signor Rossi?
BARBARA (al telefono) E'arrivato qualche minuto fa...
WALTER (al telefono) Meno male.
BARBARA (al telefono) ...ma è riuscito.
WALTER (al telefono, nel panico) Ah no! E Alice che sta arrivando...
BARBARA (al telefono) Cosa ha detto, Alice?
WALTER (al telefono; nel panico più totale) Ho detto Alice? Beh sì... ho detto Alice... è la sostituta di Cinzia che ho appena licenziato. E sta arrivando, la piccola Alice, sarà qui da un momento all'altro e... e... (si riprende, deciso) Signora Rossi, deve andare via subito!
BARBARA (al telefono) Non so di che sta parlando.
WALTER (al telefono) Neanche io, ma faccio del mio meglio. Allora, cerchi anche lei di fare uno sforzo... Esca subito di casa! Adesso... subito... Go!
BARBARA (al telefono) Ma perché?
WALTER (al telefono; cerca un'ispirazione) Perché... sul mio schermo... il database mi ha appena detto che avete vinto una cena gratis, vino compreso, in un qualunque ristorante di sua scelta grazie all'estrazione della segreteria esclusiva e personalizzata della Nokia. Ma deve essere lì prima... (guarda l'orologio) delle 16 e 45.
BARBARA (al telefono) Le 16 e 45... a cena?
WALTER (al telefono) Prima un tè, e poi più restate e più punti bonus vincete. Basta che mi dica il numero da cui la sto chiamando...
BARBARA (al telefono, cinica) "Numero privato"?
Carla esce dalla cucina. Walter guarda il telefonino.
WALTER (al telefono) Ah... davvero? Allora glielo do io. Il numero è... (Walter vede Carla) Carla!
BARBARA (al telefono) Chi è Carla?
WALTER E' la... la... la responsabile... e mi sta dicendo che deve imperativamente uscire subito, ma immediatamente, chiudere le finestre e mettere l'allarme. Sennò l'offerta non è valida. (Walter riattacca. Barbara guarda il telefono, sbalordita, ed esce in camera sua. A Carla:) Era una chiamata dall'assicurazione di mio padre. (prende tempo) Per ricordagli di chiudere tutto a doppia mandata prima di andare via, sennò l'assicurazione non è valida in caso di furto.
Carla attraversa la stanza passando davanti al divano, si gira verso Walter.
CARLA E la tua consultazione? Non sarà impaziente?!
WALTER (senza muoversi) No, no. E' pagata all'ora.
CARLA Beh, io no. Ho tante cose da fare. Allora vatti a divertire con lei di sopra... poi vatti a divertire con tuo padre a Positano... ma vatti a divertire altrove!!
In cima alle scale appare Giacomo.
GIACOMO Scusate, ma... (Walter chiude gli occhi. Carla guarda Giacomo, poi si gira verso Walter. Giacomo scende le scale. Carla sprofonda sul divano, lato sinistro) ...mi stavo chiedendo se non mi avesse dimenticato.
WALTER Se magari fosse possibile...
GIACOMO (a Carla, educato) Lei è la signora Rossi?
CARLA (fredda, si alza) Sì. Sono la signora Rossi.
GIACOMO Iosono...
WALTER (rapido) La "visita" (indicando le scale) di sopra.
Durante quanto segue Carla si avvicina con passo lento ma deciso verso Walter fissando Io sguardo su di lui.
CARIA (fredda) Lo so chi è lei. Ma non sapevo che fosse…
WALTER Così giovane.
GIACOMO Mica poi così giovane. E comunque, mia madre sa che sono qui.
CARLA Sua madre! E lei è d'accordo?
WALTER Certo che è d'accordo. Non è assolutamente quello che pensi.
CARLA lo non penso. Constato.
GIACOMO Beh, all'inizio non era poi super d'accordo!
CARLA All'inizio?!
GIACOMO Non so perché. Forse per come ci siamo incontrati.
WALTER (a Giacomo) Giovanotto, le dispiace aspettarmi di sopra?
GIACOMO Lei sa perché sono qui?
CARLA No. E non mi interessa.
WALTER (spingendo Giacomo) Saliamo?!
GIACOMO (senza muoversi) Alice non gliel'ha detto?
CARLA (a Walter) Alice ha incontrato questo ragazzo?!
Insieme.
WALTER Assolutamente no.
GIACOMO Ancora no.
CARLA (a Walter) Tu! La tua vita privata non mi riguarda. Ma è nel tuo interesse che Alice non incontri mai questo ragazzo, capito?!
Carla parte di corsa in cucina (ndT: dove Giacomo pensa sia la zia Lilli).
WALTER (a Giacomo) Hai visto?
GIACOMO Ma che ho detto?
WALTER Ti avevo detto che era strana.
GIACOMO Pensa che può diventare di nuovo violenta?
WALTER Certamente.
GIACOMO Ma allora tutt'e due...
WALTER Tutt'e due, cosa?
GIACOMO Sua moglie e la zia Lilli. Potrebbero uccidersi a vicenda.
WALTER Ah, no. Non c'è pericolo. Tra poco è l'ora dell'aperitivo. E all'ora dell'aperitivo chiudiamo la zia Lilli in cantina.
GIACOMO E Alice?
WALTER Cosa?
GIACOMO Mi aveva detto che andava a prendere Alice.
WALTER L'ho detto?!
GIACOMO Sì.
WALTER (improvviso) Ah, sì. Ho dimenticato il suo messaggio.
GIACOMO Che messaggio?
WALTER Di Alice.
GIACOMO Alice mi ha lasciato un messaggio?
WALTER Sì.
GIACOMO E allora?
WALTER Mi ha detto che... Hai visto la reazione della madre... Allora, si è detta che forse sarebbe meglio incontrarvi al bar su Cola di Rienzo.
GIACOMO Dov'è?
WALTER (schiena alla porta d'ingresso) A sinistra uscendo, prendi a destra in fondo alla piazza, dopo cinquanta metri a sinistra, poi la prima a destra, la prima a sinistra e te lo trovi davanti. Hai capito?
Durante le due battute che seguono, entra Mario dalla porta d'ingresso di piazza Risorgimento.
GIACOMO Credo di sì Sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra.., e me lo trovo davanti.
WALTER Perfetto. Alice ti aspetta. (Mario salta, testa avanti, sopra il divano e nasconde la testa sotto il giaccone che si trova ancora lì. Contemporaneamente Walter spinge Giacomo, che cade davanti alla poltrona di destra. Walter "rimbocca" Mario con il giaccone. Indicando Mario). E mio cognato, il signor Fattore. E' venuto a fare il pisolino. Dorme quando può, poverino. Il matrimonio con Lilli, lo distrugge.
GIACOMO Capisco. (al corpo inerte di Mario) Buongiorno, signor Fattore.
Mario russa, molto forte.
WALTER Il bar ti aspetta, Giacomo. Vai. Sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra, ok?
GIACOMO Vado. E Alice riuscirà a venire da sola?
WALTER (rassicurandolo) Ah, sì. Lo troverebbe a occhi chiusi.
GIACOMO Non è molto divertente.
WALTER Beh, no.
GIACOMO Immagino che avrà un cane.
WALTER Perché?
GIACOMO Oltre al bastone bianco.
WALTER Ah sì... Certo!
Walter spinge Giacomo fuori. Mario si libera del giaccone, mentre Walter vacilla e sprofonda sulla poltrona a sinistra.
MARIO Un cane e un bastone bianco?
WALTER Non immagini neanche l'inferno che ho passato.
Mario si alza. Si sente il motorino che parte.
MARIO E che cos'è questa storia del cognato?
WALTER Semplice! lo sono te; tu sei mio cognato; Alice è cieca; Carla è pazza; e Lilli, tua moglie, è la sorella di Carla; e prende l'aperitivo in cantina.
MARIO In cantina?
WALTER Ah, sì E Carla pensa che io abbia una relazione sessuale con tuo figlio.
MARIO (furioso) Una relazione s...
WALTER (interrompendolo) Ma, stai tranquillo... Giacomo e Alice si cercano, ma non si sono trovati...
MARIO Sei fantastico!
WALTER ...perché, Giacomo, l'ho mandato al bar per incontrare Alice...
MARIO Ma sei impazzito?!
WALTER ...che non c'è...
MARIO Fantastico! Sei sicuro?
WALTER Sì, perché ha preso la bicicletta e sta andando a piazza Irnerio. (reazione di Mario) Non sono riuscito ad evitarlo.
MARIO (atterrito) Ma così incontrerà Barbara. Devo tornare là.
Getta il giaccone nelle braccia di Walter, sta per uscire, ma Walter lo prende per la spalla.
WALTER Mario!
MARIO Walter. Resisti. Hai allontanato il nemico sul fianco est. io lo affronto ad ovest.
WALTER Mario, non ce la faccio più.
MARIO Ma Walter, l'avvenire delle mie due famiglie è nelle tue mani!
WALTER E le mie famiglie? Ho mio padre che mi aspetta a casa sua... e qui, ho la zia Lilli, lo zio Walter... e Carla la malata mentale.
MARIO Walter, ogni secondo è importante.
WALTER No, Mario. Ho bisogno della macchina. Papà mi aspetta. Dobbiamo partire in vacanza.
MARIO Prendi un taxi.
WALTER Fino a Positano?! E poi, io non mi fido più dei taxi! Ridammi le chiavi!
MARIO Devo andare!
Dietro Mario, appare Giacomo dalla porta d'ingresso.
GIACOMO Signor Rossi. (parla a Walter.) Mi devo essere sbagliato, perché...
Si blocca. Mario salta sullo schienale della poltrona di destra, e contemporaneamente riesce a coprirsi con il giaccone. Con le ginocchia sulla seduta, il sedere per aria, ha la testa nascosta dallo schienale della poltrona. Durante quanto segue, Mario, senza essere visto dal pubblico, mette la maschera e il boccaglio. Giacomo avanza sulla destra della poltrona e lo guarda. Walter avanza sulla sinistra della poltrona e copre Mario con il giaccone.
WALTER Lo zio Walter soffre di sonnambulismo. Perché sei tornato, Giacomo?
GIACOMO Perché ho fatto sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra come ha detto... e sono arrivato a piazza Mazzini.
WALTER Va bene.
GIACOMO Ma no! Alice si starà preoccupando. (indicando Mario) Ma non rischia di cadere?
Walter chiude la porta d'ingresso.
WALTER No, dorme sempre così. Hai detto sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra?
GIACOMO Sì.
WALTER E' chiaro. Devi fare destra, sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra.
GIACOMO Ah! Destra... (anziché dire il resto fa il gesto con la mano, guarda Mario) Ma starebbe più comodo sul divano?
Giacomo gli ha preso il braccio sinistro e cerca di girarlo Walter gli prende il braccio destro per impedire a Giacomo di rigirarlo. Piccola lotta.
GIACOMO Le assicuro!
WALTER No, Giacomo! Non deve essere disturbato!
Mario finisce per rigirarsi e, con un movimento rapido, cade sul divano, spingendo Walter e Giacomo che finiscono per sedersi rispettivamente alla sua sinistra e alla sua destra. Mario guarda Giacomo, che si alza di scatto. Poi guarda Walter, che si alza ugualmente di scatto. Alla fine si alza anche Mario (che indossa la maschera e il boccaglio), fa un piccolo inchino, poi comincia a "nuotare" a rana verso la porta d'ingresso. Quando arriva alla porta, il campanello suona con uno squillo lungo e insistente. Si blocca un attimo, poi continua a "nuotare", stavolta in "crawl" rapido, passando davanti al divano in direzione della cucina. Quando arriva alla porta della cucina, Carla apre la porta, che le nasconde la vista di Walter. Indossa dei guanti da cucina, e ha in mano una pentola calda, piena di verdure.
CARLA (entrando) Walter, puoi...?
Si blocca, sbalordita davanti a Mario. Anche lui si blocca, esita un attimo, poi comincia a "nuotare" indietro a dorso. Passa dietro il divano e si ferma. Il campanello della porta squilla di nuovo. Mario si tappa il naso, "si tuffa" e "affonda nell'acqua".
Musica.
BUIO
Secondo Atto
L'azione prosegue senza interruzione. Il campanello diventa sempre più insistente, poi smette. Carla va verso Mario davanti al divano.
CARLA (a Mario) Ma cosa fai?
Mario "riemerge" da dietro il divano.
MARIO (sempre col boccaglio in bocca) Gli stavo dando una lezione di nuoto. (Fa una dimostrazione di nuoto a rana. Walter Io imita. Sempre col boccaglio) Devo tornare la lavoro. (fa la dimostrazione di uno che guida)
CARLA Che hai detto?
WALTER (otturandosi il naso) Deve tornare al lavoro. (imita Mario col suo "volante virtuale")
MARIO (sempre col boccaglio) Passo da dietro. (indica che passa dalla cucina)
WALTER (otturandosi il naso) Ha detto che passa da...
CARLA Walter! Chiudi il becco!
MARIO (sempre col boccaglio) Allora, riassumiamo: (ad ogni parola fa una dimostrazione) rana... stile libero.., dorso... farfalla...
Ed esce dalla cucina.
WALTER (grida dalla porta, poi la chiude) Grazie! (a Carla) Devo esercitarmi. (facendo i movimenti) Rana, stile libero...
CARLA (dà una botta al braccio di Walter) Ho detto di chiudere il becco! (indicando Giacomo) E perché è ancora qui, lui?
WALTER Nella vita, è importante saper nuotare. E non si è mai troppo giovani per cominciare.
Si sente il motore di una macchina che parte, seguito da uno stridio di pneumatici.
CARLA Finirà per ammazzarsi.
WALTER Potrebbe essere un'idea.
Il campanello squilla di nuovo, sempre più insistente.
CARLA Non apri?
WALTER (impaurito) Non sappiamo chi è.
Giacomo si avvicina a Walter.
GIACOMO Potrebbe essere Alice?!
WALTER (preoccupato) No, no. Anche in bicicletta, non avrebbe avuto il tempo di...
Si blocca.
GIACOMO ...di far riparare il computer?
WALTER Esatto!
CARLA (a Giacomo) Tu che c'entri?!
WALTER (a Giacomo) Sì, tu che c'entri!
CARLA (a Walter) E a te, avevo vietato di far avvicinare il ragazzo ad Alice. (indicandoli col dito a turno) Che non si ripeta più!
WALTER (a Giacomo) Vedi! (suonano di nuovo alla porta) Forse... (va verso la porta) ...sarà meglio aprire
Apre la porta. Nonno, il padre di Walter, è sulla porta. Ha in una mano la valigia, e nell'altra un bastone da passeggio. E' un vecchietto un po' svampito.
NONNO (fa un passo avanti) Di' un po'. Sono ore che ti aspetto ad Anagnina.
Un attimo esitazione e Walter sbatte la porta sul naso del padre. Carla è sconvolta dalla reazione di Walter.
CARLA E' tuo padre!
WALTER Lo so!
CARLA Gli hai sbattuto la porta in faccia!
WALTER In questo momento, mio padre è l'ultima persona al mondo che voglio vedere.
CARLA E ci credo! Se ti vedesse con questo giovanotto traviato!...
GIACOMO Perché, traviato?
WALTER Beh sì, traviato. Allora, Giacomo, uscendo dal portone a destra, poi sinistra, destra, sinistra, destra... bar. (Giacomo va verso la porta d'ingresso. Walter lo prende per le spalle e lo conduce verso la cucina) Di qua, giovanotto, a sinistra uscendo dalla cucina, poi... (Walter spinge Giacomo in cucina) il bar. (a Carla) Ha bisogno di un goccetto per tirarsi sù
CARLA E ci credo! (pausa) Walter, non riesco a crederci!
WALTER Neanche io.
CARLA Non sto scherzando! Che tu vada a vela o a vapore.., o a propulsione mista, sono affari tuoi...
WALTER Ti ringrazio.., molto politically correct.
CARLA (furiosa, lo interrompe) ...ma rifiuto di accettare una cosa simile sotto il mio tetto... chiaro?!
WALTER Certo.
Squilla nuovamente il campanello. Carla sta per andare in cucina.
CARLA (fa un gesto con la pentola) Allora non scoperchiare...
WALTER Certo.
CARLA Grazie, ma lo faccio soprattutto per tuo padre…
Carla gli lancia un'occhiata di rimprovero e va in cucina.
WALTER (tra sé, andando alla porta d'ingresso) Ah, sì. Certo. (Walter apre la porta. Nonno è sempre là, la valigia in una mano e la canna nell'altra. Nonno apre la porta per parlare) Non dire niente! (Walter prende la valigia di Nonno con una mano, e con l'altra lo prende per il braccio e gli fa varcare la soglia in maniera brusca. Nonno, furioso, apre la bocca per parlare) Non dire niente! (Walter spinge la porta, ma non la chiude completamente. Fa sedere Nonno nella poltrona di destra) Non dire niente! (si siede sul bracciolo della poltrona) E' la peggiore giornata della mia vita! Non dire niente! Non mi chiedere perché non sono venuto a prenderti! Non mi chiedere perché siamo in ritardo! Non mi chiedere a che ora arriveremo a Positano! E soprattutto non mi chiedere dove sta la mia macchina, perché l'ho prestata... Correzione! Mi è stata chiesta... no, requisita dall'uomo più bastardo, più schifoso, più machiavellico che la terra abbia mai ospitato! (Nonno apre la bocca per parlare. Walter alza il dito. Durante la battuta che segue, lo accompagna su per le scale) NON DIRE NIENTE! Sali su. Ti metti davanti alla televisione. E ti guardi il DVD di Lost — la versione integrale 1,2, 3 più i contenuti speciali... il tempo che io rimetta a posto i pezzi di ciò che resta della mia vita. (Nonno apre la bocca per parlare) No!
Walter spinge Nonno davanti a sé. Salgono le scale e scompaiono. Dopo un attimo, la porta
principale di piazza Irnerio si spalanca. Entra Mario, sconvolto, senza fiato. Non ha più il
giaccone. Cerca di chiamare Barbara, ma dalla sua bocca esce solo un filo di voce. Riprova.
MARIO (finalmente) Barbara! (Mario lascia la porta aperta e corre verso la cucina. Apre la porta della cucina. Con voce rauca) Barbara!
Esce in cucina e chiude la porta dietro di sé. Barbara entra dalla porta della sua camera.
BARBARA (entrando) Sei tu, Mariuccio? (va verso la porta della sala da pranzo. Aprendo la porta) Mariuccio? (Barbara esce in sala da pranzo, e chiude la porta dietro di sé. Mario entra dalla cucina, chiude la porta, e si precipita verso lo camera dei genitori.
MARIO (aprendo la porta) Barbara!
Esce nella camera dei genitori e chiude la porta dietro di sé. Barbara entra dalla sala da pranzo,
chiude la porta e si dirige verso la cucina.
BARBARA (aprendo la porta) Mariuccio?
Barbara esce in cucina, e chiude la porta dietro di sé. Mario torna dalla camera dei genitori,
chiude la porta e si dirige verso la sala da pranzo.
MARIO (aprendo la-porta) Barbara?
Mario esce in sala da pranzo e chiude la porta dietro di sé. Alla porta d'ingresso appare Alice, con
la sua bicicletta.
ALICE (sulla soglia) Uh, uh!...(Alice entra e avanza sulla sinistra) C'è nessuno?
Barbara entra dalla cucina.
BARBARA (entrando)Mariuccio?
ALICE (di soprassalto) Oh!
BARBARA Salve! Lei chi è?
ALICE Mi scusi. La porta era aperta. Sono Alice Rossi.
Alice si avvicina rapidamente a Barbara.
BARBARA Ah!(un'esitazione. La guarda bene) Felice di incontrarti. (chiude la porta della cucina) Accomodati. Credevo che Giacomo fosse venuto a trovarti a casa tua, a piazza Risorgimento.
Alice si siede. Barbara passa dietro il divano per chiudere la porta d'ingresso. Alice si gira verso di
lei per parlarle. Mario entra dalla sala da pranzo. Alice e Barbara sono di schiena, quindi non lo
vedono. Mario si blocca.
ALICE Non ci siamo capiti. A dire il vero, è tutta colpa di mio padre. A volte è proprio pesante... per non dire... un po' stronzo!
Mario accusa il colpo e torna indietro nella sala da pranzo, lasciando uno spiraglio della porta aperto.
BARBARA (un po' sorpresa, anche lei, dalla franchezza della risposta) Addirittura? Bene! Hai fretta?
ALICE No. Affatto. Posso tranquillamente aspettare. Se non mi trova a casa mia, Giacomo tornerà sicuramente qui.
BARBARA (dirigendosi verso la cucina) Sicuramente. (breve pausa) Vuoi un tè?
ALICE Non ha una Coca?
BARBARA Posso proporti un succo di mango e litchi fatto in casa.
AIACE (dubbiosa) Proviamo...
BARBARA Ea parte il fatto che è pesante e un po' stronzo, mi puoi parlare di tuo padre?!
Barbara apre la porta della cucina.
ALICE Beh, sì. Se vuole. Comunque ha toppato!
Alice osserva l'appartamento.
BARBARA Toppato?!
ALICE Mi aveva detto che i genitori di Giacomo dovevano essere sicuramente... mi perdoni, una coppia di matti. Lei è normalissima. E il signor Rossi pure, immagino. E' in casa?
BARBARA C'era, ma è dovuto riuscire. Non si ferma mai. Fà per due.
ALICE Anche mio padre!
BARBARA Ma dai! (Barbara esce in cucina. Mario appare sulla porta della sala da pranzo. Barbara entra dalla cucina. Aprendo, sbatte la porta contro Mario che si ritrova quindi nascosto dietro.) Abbiamo detto mango-litchi?
ALICE Sì, sì.
BARBARA Perché ho anche lampone-carota, se preferisci.
ALICE No, no! Mango-litchi va benissimo!
Barbara riparte in cucina.
MARIO Svelta!
ALICE (di soprassalto) Ahh! (Mario chiude la porta della sala da pranzo e si avvicina ad Alice. Meravigliata) Papà!
MARIO (la cinge per le spalle) Andiamo!
ALICE No, ma... cosa ci fai tu qui?!
MARIO (aprendo la porta d'ingresso) Lascia stare! Andiamo!
ALICE Ma no. (riesce a svincolarsi da Mario) lo aspetto Giacomo! (Si siede sul divano).
MARIO (chiude la porta d'ingresso) Alice, non capisci! Ti prego! (la raggiunge al divano) Devi tornare a casa!
ALICE (ostinata) Perché?!
MARIO (Mario esita un attimo). Zio Walter è morto.
ALICE (Alice non capisce – Incredula). Cosa???
MARIO Tuo zio Walter... è morto. Ti vuole vedere. (si rende conto) Cioè, è quasi morto. E chiede di te. Un incidente terribile.
ALICE (distrutta) Zietto Walter?
MARIO Sì.
ALICE Ma è impossibile!
MARIO Impossibile, ma vero. Ha bisogno di te. Credo che gli resti poco tempo.
ALICE Come è successo?
MARIO E' caduto dal tetto.
ALICE E cosa faceva sul tetto?
MARIO Sul tetto? Che domande fai! Cosa faceva sul tetto?! Dobbiamo rientrare subito, prima che ci lasci!
Mario la tira su di forza. Per sbadataggine, lei lascia la borsa sulla poltrona. Mario la spinge
verso la porta.
ALICE Prima che... ma è orribile. Aspetta, devo dire alla signora Rossi che me ne vado.
MARIO Ci penso io! Inforca la bicicletta e vai.
La prende per le spalle e la spinge verso la porta d'ingresso. In quel momento entra Barbara dalla
cucina, con un bicchiere di succo di frutta in mano.
BARBARA Ah! Era ora di tornare!
Mario è terrorizzato, poi si riprende, e si gira sorridente verso Barbara.
MARIO Sì... effettivamente deve tornare.., a casa perché è caduto dal tetto.
BARBARA (sconvolta) Ma chi?!
Mario prende il bicchiere dalla mano di Barbara e lo beve d'un fiato.
MARIO Mango-litchi... (ridà il bicchiere a Barbara) Formidabile! Ed è per questo che la signorina Rossi deve saltare sulla bicicletta e pedalare di fretta fino a piazza Risorgimento.
ALICE (in lacrime) Mi dispiace. E' terribile Lo zietto Walter.
Sconvolta dalle lacrime, Alice parte di corsa. Non si rende conto che ha lasciato la borsa sulla poltrona.
BARBARA (confusa) Cosa è successo?
MARIO (si siede sulla poltrona sinistra; innocente) Come?
BARBARA Hai appena detto che qualcuno è caduto dal tetto.
MARIO Ah, sì. Già. Lo zio della signorina Rossi, il signor Fattore, loro inquilino, è caduto dal tetto della loro casa a piazza Risorgimento. Sulle aiuole, distrutte! E anche il signor Fattore, molto, molto acciaccato. Il padre della signorina Rossi, il signor Rossi, è appena passato qui per dirglielo.
BARBARA Il signor Rossi. Qui?
MARIO Sì, sì. L'altro signor Rossi. Non io. lo sono ancora qua. Ma lui... non poteva fermarsi. E' dovuto tornare a casa per rimettere a posto le aiuole.
BARBARA E il signor Fattore?
MARIO Gli darà sicuramente una mano.
BARBARA Ma se mi hai appena detto che era gravemente ferito.
MARIO Beh, è ancora vivo. Per ora. Il signor Rossi non ha avuto il tempo di entrare nei dettagli. Comunque! La vita continua, devo andare a prendere il mio pensionato che mi aspetta ancora davanti al supermercato.
BARBARA (non sa ancora come reagire) Non dimenticare che stasera andiamo al ristorante. Quel nuovo vegetariano che hanno aperto sul Tevere.
MARIO Va bene. Se arrivi prima di me, ordinami una bistecca.
Mario esce di corsa dalla porta d'ingresso di piazza Irnerio.
BARBARA Mario! Avviso la signora Rossi che sua figlia sta tornando a casa!
Mario è già partito. Giacomo appare sulla porta d'ingresso, semi-aperta, di piazza Risorgimento.
GIACOMO Signor Rossi?! (Giacomo chiude la porta d'ingresso dietro di lui, contemporaneamente Barbara chiude la porta di piazza Irnerio. Urla verso la scala) Signor Rossi!
Sale la scala di corsa, mentre Barbara va al telefono e verifica il numero. Barbara si siede sulla
poltrona sinistra. Giacomo riappare in cima alle scale, spinto da Walter.
WALTER (entrando) Com'è che sei tornato qua, tu?
GIACOMO Alice non c'era, al bar.
WALTER Starà arrivando. E' il suo bar preferito.
GIACOMO Strano, perché ho chiesto a tutti se avevano visto una ragazza con un cane ed un bastone bianco.
Barbara comincia a fare il numero
WALTER Sei peggio di tuo padre!
GIACOMO (sorpreso) Conosce mio padre?
WALTER (rapido) No! Mai incontrato!
GIACOMO Allora come fa a dire che sono peggio di lui?
WALTER (riflettendo) Perché non ho mai incontrato qualcuno testardo come te. E siccome non ho mai incontrato tuo padre, non ho mai potuto incontrare qualcuno peggio di te, allora devi essere per forza peggio di lui... evidente, no?!
Giacomo cerca di assimilare questa "logica". In quel momento squilla il telefono a piazza
Risorgimento.
GIACOMO Ma...
Walter risponde
WALTER Ha sbagliato numero. (riattacca)
BARBARA Scusi?
Troppo tardi. Barbaraallontana il ricevitore e lo guarda.Durante le battute seguenti, Barbara esce.
GIACOMO Come faceva a sapere che avevano sbagliato numero?
WALTER Perché ero accordatore di pianoforte. Ho l'orecchio assoluto. E quello, suonava come un numero stonato. Su! Al bar, via!
GIACOMO Ma gliel'ho già detto. Alice non c'è.
WALTER Non c'era, ma adesso ci sarà!
GIACOMO Ma se mi ha detto che era uscita da mezz'ora...
WALTER Giacomo!
GIACOMO ...e il bar è a cinque minuti da qui.
WALTER (urla) E' cieca! (avvicinandosi a Giacomo) Le ci vuole più tempo!
GIACOMO Sì, ma mi ha pure detto che è il suo bar preferito, allora...col cane non ci può impiegare più di una ventina di minuti.
WALTER (prende Giacomo per il bavero della giacca) Sarà pure il suo bar preferito, ma non è il bar preferito del suo cane... Che quindi cerca di andare il più piano possibile.
GIACOMO E comunque, il barista non sembrava proprio conoscerla. Una ragazza cieca con il cane ed un bastone bianco, non passa inosservata.
WALTER (urla e scuote Giacomo) Giacomo! Tu e quella ragazza, è finita! (tiene Giacomo per il bavero e lo scuote. Poiloprende tra le braccia. Lo implora) Cosa devo fare perché tu capisca?... (in quel momento, Carla entra dalla cucina. Ha una tagliere in mano. Si blocca, sconvolta. Walter si rende conto della presenza di Carla. Carla indignata, ritorna in cucina. Walter si gira verso Giacomo) Giacomo, per l'ultima volta: addio!
GIACOMO No. Sono convinto che Alice sta tornando qui. E lei può urlare quanto vuole, non me ne andrò prima di averla incontrata.
Giacomo si siede sul divano, lato sinistro.
WALTER Va bene. Non urlo più, Giacomo, ma ti prego di ascoltarmi. (durante la battuta che segue, Walter si mette in ginocchio davanti a Giacomo, gli mette le mani sui fianchi e la testa sulla coscia destra, mentre Carla entra nuovamente dalla cucina) Vedi, mi metto in ginocchio. Ti supplico. Fai quello che ti chiedo. Faresti di me l'uomo più felice del mondo.
Carla resta a bocca aperta davanti allo spettacolo di Walter con la testa sulla coscia di Giacomo.
Alla fine sbatte la porta (restando in scena). Walter si gira verso Carla che lo fissa,avanza verso i
due poi alla fine esce, a marcia indietro, furiosa, nella sala da pranzo. Squilla il telefono. Walter si
gira, e guarda il telefono, impaurito.
GIACOMO Sembra lo stesso squillo.
Giacomo sta per rispondere, ma Walter fa un salto per prendere il telefono, poi lo porta
all'orecchio.
WALTER (al telefono. Titubante) Pronto?
BARBARA (al telefono. Perplessa) Chi parla?
WALTER (al telefono. Realizzando) Ohhh...
BARBARA (al telefono) Pronto?! (Walter fa segno a Giacomo di andarsene. Giacomo fa segno che vuole restare. Walter, durante la battuta che segue, prende la base del telefono, va alla porta della sala da pranzo e gira la chiave. Al telefono) Pronto!
WALTER (al telefono) Pronto?
BARBARA (al telefono; sorpresa) E' il signor Rossi?
WALTER (al telefono) Ehm... sì.
BARBARA (al telefono) Ha impiegato poco a tornare a casa!
WALTER (al telefono. Confuso) Ehm... sì.
BARBARA (al telefono) Mi dispiace che non ci siamo incontrati quando è passato di qua, poco fa.
WALTER (al telefono. Confuso) Ehm... sì. (coprendo il telefono, a Giacomo) E' la mia banca. (a/ telefono) Sì?
BARBARA (al telefono) Come vanno le cose a casa?
WALTER (al telefono) Ehm... non molto bene.
BARBARA (al telefono) E come sta il signor Fattore?
WALTER (al telefono) Molto male, grazie.
BARBARA (al telefono) E' ancora vivo?
WALTER (al telefono; tra i denti) Per adesso...
BARBARA (al telefono) Avete chiamato un'ambulanza?
WALTER (al telefono. Portandosi la mano sul cuore) Ancora no, ma manca poco. (a Giacomo) Un bonifico in ritardo.
BARBARA (al telefono) L'ha scoperto lei, o la signora Rossi?
WALTER (al telefono. Capendo sempre di meno) Scoperto?
BARBARA (al telefono. Spiegando di cosa parla) Il signor Fattore.
WALTER (al telefono) Sono io. (realizzando) Voglio dire... sono io che.., io che... scoperto? (a Giacomo) Queste banche. Un piccolo scoperto e... (fa un gesto a dire "fanno subito storie") La ringrazio per l'interessamento, la posso lasciare?
BARBARA (al telefono) Sì, certo. Solo un'ultima cosa.
WALTER (al telefono) Sì?
BARBARA (al telefono) Alice dovrebbe arrivare da un momento all'altro.
WALTER (al telefono) Come?
BARBARA (al telefono) E' andata via da qui una decina di minuti fa. Dovrebbe arrivare tra poco.
WALTER (al telefono) Ah, no!!!
BARBARA (al telefono) Cosa succede, signor Rossi?
WALTER (al telefono) Niente. (voce grave) Ma non può essere, Cinzia! (voce acuta) mi dispiace, signor Durante, signor Rossi, oh cazzo... (Walter si blocca, rendendosi conto che non può fare Ta scenetta di Nokia davanti a Giacomo, e neanche a Barbara visto che si è presentato come il signor Rossi. Al telefono) E' stata molto gentile a chiamare, la ringrazio ancora. (Walter sta per riattaccare).
BARBARA (al telefono) Ah, signor Rossi!
WALTER (al telefono. Trattenendo la pazienza) Sì?
BARBARA Immagino le risate che si sarà fatto quando ha scoperto che c'era un altro tassista di nome Mario Rossi che abita a piazza Irnerio.
(Durante le battute che seguono, Nonno appare in cima alle scale. Sta lottando con la valigia e la
canna. Walter non lo vede, ma Giacomo sì, e sale ad aiutarlo. Cerca di prendere la valigia di
Nonno. Nonno non vuole essere aiutato, ma Giacomo insiste. C'è una lotta su e giù con la valigia).
WALTER (al telefono. Risata falsa) Sì!
BARBARA (al telefono) Ho trovato Alice molto simpatica. Dirò a Mario che non ci trovo niente di male che i nostri figli si incontrino.
La lotta tra Nonno e Giacomo continua. Alla fine, Giacomo prende la valigia; ma lasciandola, Nonno inciampa sugli ultimi gradini della scala e si ritrova con la schiena contro il dietro del divano. Giacomo è davanti a Nonno. Nonno spinge Giacomo con una tale forza che cade all'indietro sullo schienale del divano.
WALTER (al telefono) Ah, no! Ah, no, assolutamente no!
BARBARA (al telefono) Perché?
Al rumore, Walter si gira.
WALTER (al telefono) Ehm... stavo parlando al barelliere. E' appena arrivato e vuole spostare lo zio Walter prima che il dottore lo visiti. La devo lasciare.
Walter riattacca bruscamente. Barbara riattacca.
NONNO (ancora per terra) Non ho bisogno del dottore e puoi anche mandare via l'ambulanza.
Mentre Walter e Giacomo cercano di sollevare Nonno, Barbara va verso la camera dei genitori, ma si blocca vedendo la borsa di Alice.
BARBARA Che testa!
La prende, riflette un attimo, va al telefono, e spinge il pulsante "ripeti". Nonno adesso è in piedi.
NONNO Figliolo, non sono per niente contento di questo albergo.
WALTER Papà, siamo a piazza Risorgimento.
NONNO Ma mi hai detto che andavamo a Positano! (Nonno si gira verso Giacomo, che ha
ancora la sua valigia. A Giacomo) Lei è il cameriere al piano?
GIACOMO Ehm, no!
NONNO Bene, allora porti questa valigia su in camera mia. E domani mattina voglio la colazione alle otto in punto!
WALTER Papà!
GIACOMO (realizzando che è il padre del "signor Rossi") Ah! (a Nonno, tendendogli la mano) Buongiorno, signore.
NONNO (credendo che gli chiede la mancia) Che faccia tosta! Le darò la mancia alla fine del nostro soggiorno.., se sarò contento di lei!
GIACOMO Mi scusi, c'è stato un equivoco. Le volevo giusto stringere la mano, signor Rossi.
NONNO (si guarda intorno) Signor Rossi?
GIACOMO Sì, sono rimasto molto colpito dalla sua...
Durante la battuta seguente, squilla il telefono a piazza Risorgimento.
WALTER ...valigia, che porterà su subito aspettando che...
NONNO Telefono! (Walter guarda telefono) Telefono!
Walter guarda suo padre, prende il ricevitore, lo porta all'orecchio e fa finta di ascoltare.
BARBARA (al telefono) Pronto?
Walter riattacca. Barbara, irritata, spinge di nuovo sul tasto "ripeti".
WALTER Ancora la banca. Cosa fai ancora qua, ragazzo? Alice ti aspetta.
GIACOMO Ma le ho detto che non c'è da Cesare!
WALTER (falsamente incredulo) Sei stato da Cesare? Ma ti avevo detto via Crescenzio.
GIACOMO No. Mi aveva detto via Cola di Rienzo.
WALTER No, no. Non posso essermi sbagliato. Non va più da Cesare da un sacco di tempo. Da quando non vede più, va da Luigi a via Crescenzio. (squilla il telefono) Allora, immagino vorrai sapere la strada per andare da Luigi?
NONNO Telefono!
GIACOMO Certo, se Alice è là...
NONNO Telefono.
Walter lancia un'occhiataccia a Nonno, solleva e riattacca ilricevitore. Questa volta, Barbara prende il foglietto, ricontrolla e rifà il numero.
WALTER Ancora la banca. Aprirò uno scoperto altrove. Bene. Ti ricordi come si va al bar di via Cola di Rienzo?
Giacomo fa i gesti con la mano: destra, sinistra, destra, sinistra, destra.
GIACOMO Sì.
WALTER Bene. Allora. Dimentica. Luigi, è dalla parte opposta. Vai.
(prende Giacomo per il braccio, e lo accompagna alla porta) Sempre a destra uscendo da qui...
Squilla il telefono. Nonno risponde.
NONNO (al telefono) Lasciate in pace mio figlio!
WALTER Papà!
NONNO (a Walter) Sshh!
BARBARA (al telefono) Mi scusi. Non sapevo che anche lei avesse un figlio. Chiamavo per dirle che sua figlia ha dimenticato qui la sua borsa.
NONNO (al telefono) lo non ho una figlia. E dove, qui?
BARBARA (al telefono) Ma con chi parlo?
NONNO (al telefono) E io che ne so? Lei sta all'altro capo del filo, come faccio a vedere con chi sta parlando!?
WALTER (tra i denti) Dammi il telefono!
Walter cerca di prendergli il telefono, ma Nonno si divincola.
BARBARA (al telefono) E' la casa di Mario Rossi?
NONNO (copre il telefono) C'è un Mario Rossi, qui?
GIACOMO (indicando Walter) Sì.
NONNO (al telefono) Sembra di sì.
BARBARA (al telefono) Le posso lasciare un messaggio per sua figlia?
NONNO (copre il telefono) Ha una figlia, il signor Rossi?
GIACOMO Ma certo.
NONNO (al telefono) Vada avanti. Ascolto.
BARBARA (al telefono) Gli dica che sua figlia ha dimenticato la borsa a casa mia e che ve la riporto subito.
NONNO (al telefono) Ma lei non sa il mio indirizzo.
WALTER Lascia stare, papà.
BARBARA (al telefono) Sì, mio figlio me l'ha stampato. Ma l'ha dimenticato. Quindi il suo indirizzo è qui.
Barbara prende il foglio.
NONNO (al telefono) Come, qui? Cosa ci fa a casa mia?!
BARBARA (al telefono) Non sono a casa sua, ma adesso ci vengo per portare la borsa.
NONNO (al telefono) Ma questa non è casa mia.
BARBARA (al telefono) Ah! Lei è il padre del signor Fattore?
NONNO (al telefono) Ma certo!
BARBARA (al telefono) Sta aspettando l'ambulanza per suo figlio.
NONNO (al telefono) Sarà lei ad avere bisogno di un'ambulanza se non lascia in pace mio figlio! (Nonno riattacca. Barbara guarda il telefono, sconvolta. Riattacca, prende la borsa di Alice, ed esce dalla porta d'ingresso) Ecco fatto! Adesso il tuo banchiere non ti romperà più!
WALTER Ma papà! (a Giacomo) Giacomo. Alice ti sta aspettando da Luigi. Tieni. (tira fuori dalla tasca una banconota da venti euro e la dà a Giacomo) Luigi ha una grandissima scelta di miscele di caffè... Fai con calma!
Giacomo gli ridà la banconota.
NONNO Dica, buon uomo... dove sono le sdraio?
GIACOMO (a Walter, indicando Nonno) E' suo padre?
WALTER Sì.
GIACOMO Anche lui ha avuto un incidente?
WALTER Ilsuo incidente, sono stato io. Mia madre non l'ha mai perdonato.
GIACOMO In fin dei conti, io sono proprio fortunato... ho un padre ed una madre... Niente di più normale!
WALTER (esitante) Sì... è un modo di vedere le cose. Allora, adesso vai!
Walter gira Giacomo in direzione della porta.
Contemporaneamente Carla comincia a bussare sulla porta della sala da pranzo.
CARLA (off) Chi è che ha chiuso ancora questa porta?
WALTER (a Giacomo) L'ho dovuta chiudere di nuovo.
CARLA (off) Aprite questa porta! (Carla batte violentemente sulla porta).
NONNO Molto rumoroso, questo albergo.
Carla bussa di nuovo.
CARLA (off) APRI-TE QUE-STA POR-TA!
NONNO (battendo sulla porta) Chi è che fa questo baccano?!
GIACOMO (a Nonno) E' sua nuora, ha una nuova crisi.
NONNO (felice) Ho una nuora?
Walter prende Giacomo per il braccio e l'allontana da Nonno.
WALTER (tra i denti) Grazie, Giacomo.
NONNO C'ero, al matrimonio?
WALTER (a Nonno) Ma certo. (a Giacomo) Addio, Giacomo. (Walter gli ridà la banconota) Luigi.
GIACOMO E se Alice non c'è più?
WALTER Ci sta! Conosco mia figlia. Ti sta aspettando!
NONNO Tua figlia! Ho anche una nipote. Sei uno rapido, eh? Come tuo padre!
WALTER (a Nonno) Sali! E aspettami su! (Walter tira Nonno attraverso la scena fino alle scale, e Io spinge per farlo salire. Nonno comincia a salire, Walter corre da Giacomo) E tu, fila da Luigi!
Walter apre lo porta per far uscire Giacomo. Sulla soglia c'è Carla, che entra in tromba.
CARLA Sono dovuta uscire dalla finestra!
NONNO (scendendo le scale) Perché? C'è un incendio?!
CARLA (indicando Giacomo) Credevo che se ne fosse andato, questo!
WALTER Beh no Ma ci siamo quasi. (a Giacomo) Grazie di tutto, giovanotto. (gli mette la banconota in mano e gli chiude le dita) Arrivederci.
Carla guarda sconvolta. Walter si rende conto di cosa ha pensato Carla, e spinge Giacomo fuori. Walter chiude la porta, si gira e va a sedersi sulla poltrona sinistra.
CARLA Adesso ho capito perché mi avevi chiuso a chiave.
Carla va verso la porta della sala da pranzo per aprirla.
NONNO Allora tu sei mia nuora?
CARLA Non sono sua nuora, signor Fattore. Sono la signora Rossi. Spero che lei stia bene, caro signor Fattore, e (girandosi verso Walter) che passerete delle buone vacanze!
NONNO Ah, fa parte del personale.
CARLA Le posso offrire un caffè, signor Fattore?
NONNO (a Walter) Come fa a sapere il mio nome? (a Carla) Siamo già venuti, qui?
CARLA (stanca) Sì, è già venuto qui. Caffè, o tè?
NONNO Un triplo whisky, senza acqua, né ghiaccio.
CARLA Un triplo whisky, secco.
Carla passa davanti a Nonno, che ne approfitta per toccarle il culo.
NONNO E subito!
Carla lo fulmina con lo sguardo. Poi gira la chiave della porta della sala da pranzo. In quel momento entra Alice, ancora col casco della bicicletta.
ALICE Sono tornata più velocemente possi… (Alice vede Walter; stupita) Ma, zietto, sei qui…e non hai niente di rotto.
CARLA Solo perché mi sono trattenuta. (va verso Alice) Alice, ti devo parlare
ALICE Ma mamma! Ne abbiamo già parlato stamattina.
CARLA Non di quello. Tuo zio Walter... (guarda Walter, esita, poi guarda di nuovo Alice) Ne parliamo dopo. Vado a prendere un triplo "calmante" per Nonno.
Carla va in sala da pranzo sbattendo la porta dietro di sé.
ALICE Papà mi ha detto che stavi per morire.
WALTER E non aveva tutti i torti.
Walter viene in avanti a sinistra. Alice lo segue.
ALICE Non vai a farti vedere da un medico?
WALTER Preferisco aspettare domani. Potrebbe peggiorare.
Nonno viene avanti a destra.
NONNO Che c'è, Walter? Ancora i tuoi reumatismi?
ALICE Sono contenta di vederti vivo, zio Walter.., e mi dispiace per quello che ho detto prima. (va verso Nonno, gli tende la mano) Buongiorno, signor Fattore.
NONNO Ah, no. Non mi lascio toccare finché non si toglie i vestiti, signorina.
ALICE (Scioccata) Come?!
NONNO Non mi lascio toccare da un'infermiera se non indossa la blusa bianca.
ALICE Ma io non sono un'infermiera.
NONNO Allora, mi può toccare quando vuole.
WALTER (si alza, a Nonno) Papà. Di sopra! Da solo, e subito!
Prende Nonno per il braccio e lo accompagna alla scala.
NONNO E ho bisogno della mia valigia.
ALICE Ah! La mia borsa!
NONNO Lasciami! So salire da solo!
ALICE Devo averla dimenticata da Giacomo.
NONNO Chi è, Giacomo... e cosa ci fa la mia valigia a casa sua?
ALICE Sono andata via di corsa...
WALTER (a Nonno) Papà, non hai bisogno della valigia.
NONNO Sì, c'è il mio costume, dentro.
Walter gli dà la sua valigia, e lo spinge per salire le scale.
ALICE Devo tornare là.
WALTER Dove?
NONNO Nella mia valigia.
WALTER Non a te. (a Alice) Dove devi andare?
Insieme.
NONNO In spiaggia.
ALICE Da Giacomo.
WALTER No!
NONNO E ALICE (insieme) Perché?
WALTER (a Nonno) Papà. Non siamo a Positano! (Walter spinge Nonno per fargli salire le scale. Nonno esce. Da sopra le scale; a Alice) ...E Giacomo non è in casa.
ALICE Forse è tornato. Comunque, devo andare a riprendere la borsa. E poi, sua madre è troppo fica...
WALTER (corre giù per le scale) Hai incontrato sua madre?!
AucE Sì.E' una donna troppo normale, ed è super simpatica. E sono sicura che suo padre è molto meno rincodel mio.
Alice sta per uscire. Walter la prende per un braccio.
WALTER No!
ALICE Cosa, no?!
WALTER Non devi andare a casa di Giacomo!
ALICE Non vorrai mettertici pure tu!
WALTER Non devi andare a casa di Giacomo, perché Giacomo ti aspetta da un'altra parte! (va a sedersi sulla poltrona sinistra) Al bar. Mi ha incaricato di dirtelo.
ALICE E perché non me l'hai detto prima?
WALTER Sono caduto dal tetto. Ho preso una bella botta.
ALICE (avvicinandosi a Walter) Il che vuol dire, immagino, che hai anche dimenticato il nome del bar...
WALTER Sì... No. Conosci il bar da Luigi?
ALICE Certo (Sta per uscire).
WALTER Beh, non è quello!
ALICE (si avvicina di nuovo a Walter) Allora?!
WALTER Non mi ricordo più.
ALICE Da Cesare, quello a Cola di Rienzo?
WALTER (esita, per verificare di non fare una gaffe) Sì, quello!
ALICE Perfetto! (sta per uscire, si gira) Vai comunque a farti vedere da un dottore.
Alle sue spalle, Mario entra in tromba, senza fiato.
MARIO E' venuto qualcuno?!
WALTER Veni, vidi, vici.
MARIO (attraversando la scena) Cioè?
WALTER Eliminato...
Mario sprofonda nella poltrona di destra.
MARIO Bravo Walter!
WALTER Puoi dirlo forte. Allora vai, Alice?
ALICE Certo!
Sta per uscire
MARIO E dove?
ALICE Ad incontrare Giacomo.
Mario afferra Alice per un braccio e si alza di scatto dalla poltrona
MARIO Cosa?!
Walter li raggiunge e fa risedere Mario
WALTER Tutto a posto Mario!
MARIO No, non è tutto a posto! Non vorrai ritornare da quel cyber-pervertito, quella baldracca di sua madre…per non parlare poi di suo padre.
ALICE L’ho vista, sua madre, e non è una baldracca!
WALTER (A Mario) E non sta andando a piazza Irnerio. Deve incontrare Giacomo qui vicino, da Cesare.
Mario si alza e si avvicina a Walter, ma senza lasciare Alice
MARIO Ma sei impazzito?
WALTER Ancora no!
ALICE Nonostante sia caduto dal tetto.
MARIO Chi?
WALTER Beh, io.
MARIO Sei caduto dal tetto?
ALICE Prima. Sei tu che me l'hai detto. Mi avevi detto che era caduto dal tetto e che era morto.
MARIO Ah, quel tetto!
ALICE Visto che è vivo e vegeto, io vado finalmente ad incontrare Giacomo!
MARIO Mai e poi mai!
Mario getta Alice sul divano.
WALTER Sì, lasciala andare da Cesare...
MARIO E tu, non ti immischiare...
WALTER ...e non da Luigi.
ALICE (si alza) E tu non me lo puoi più impedire raccontandomi le tue stronzate.
MARIO (la ributta sul divano) Non ci vai!
ALICE Sì, che ci vado!
Walter fa sedere Mario sul divano alla destra di Alice, e si mette in ginocchio davanti a lui.
WALTER Sì, ci va. Ci deve andare. Ti prego, Mario. Cerca di capire.
MARIO (lo spinge) No!
WALTER Te ne pentirai, Mario!
MARIO Che vuoi dire?!
Durante la battuta che segue, Walter, diventato quasi isterico, afferra Mario per il bavero della
giacca, lo spinge verso la cucina e gli sbatte la testa contro la porta. Poi lo rigira, lo spinge per terra,
gli si siede a cavalcioni e gli scuote la testa, sempre tenendolo per il bavero. Alice li guarda, attonita.
WALTER Perché il bar di Cesare è un posto molto, molto carino.., che una ragazza può frequentare, mentre il bar di Luigi, è un locale brutto e malfamato, dove si ritrovano dei ragazzi poco raccomandabili! Allora è per questo che lei non va da Luigi. (Walter lascia Mario, si alza, e si gira verso Alice) Vai. Su, muoviti.
Alice si alza ed esce. Walter attraversa la scena per sprofondare nella poltrona sinistra. Mario si
mette a quattro zampe, e si avvicina a Walter.
MARIO (sconvolto) Che cosa hai fatto?!
WALTER Ho fatto quel che sto facendo da quando sono tornato, oggi pomeriggio. Per salvare il tuo doppio matrimonio, mi sto preparando un doppio infarto.
Mario, sulle ginocchia, si avvicina a Walter.
MARIO Hai mandato mia figlia da Cesare per incontrarsi con mio figlio.
WALTER Perché tuo figlio l'ho mandato da Luigi per incontrare tua figlia. E' quello che sto cercando di dirti da prima.
MARIO (pausa, poi) Walter, sei un genio!
Mario, sempre in ginocchio, bacia Walter. La loro posizione assomiglia a quella di Walter e
Giacomo di prima. In quel momento, Carla esce dalla sala da pranzo con un bicchiere di whisky.
Sbatte la porta. Mario e Walter si girano lentamente per guardare Carla e si allontanano.
WALTER (a Carla) Mario mi stava facendo solo...
CARLA (a Walter) Mario non ti fa niente di niente. Hai già i ragazzetti che paghi per quello. Non vorrai coinvolgere anche mio marito nelle tue "attività".
WALTER No, ma... lascia che ti spieghi!
CARLA Non c'è niente da spiegare. Dov'è tuo padre?
WALTER Di sopra.
CARLA (tende bruscamente il bicchiere a Walter) Bene, portagli questo. Ne avrà bisogno, quando scoprirà la vita sessuale di suo figlio. (a Mario) E tu non dici niente? Certamente, tu lo sapevi. E si può sapere tu che ci fai ancora qua? Pensavo dovessi andare a lavorare.
MARIO Sì, vado. Ho il mio pensionato da andare a prendere.
CARLA Ti sta ancora aspettando? Vai, sennò schiatta prima che arrivi.
Carla esce in cucina.
WALTER Questa mattina, (beve tutto il whisky d'un sorso) guardando il sole che sorgeva, mi sono detto: "Che bella giornata che comincia." (si siede sul bracciolo sinistro della poltrona) E adesso...
Beve il whisky d'un sorso.
MARIO Le nuvole si allontanano.., e ti dici che il tramonto sarà altrettanto bello.
WALTER Come fai a dire una cosa simile? Carla pensa che io abbia una relazione sessuale con tuo figlio.
MARIO Sì, ma non sa che è mio figlio. Quindi non è grave.
Mario chiude la porta della cucina a chiave.
WALTER Sei proprio un fetente.
MARIO Ma tu sai che non è vero. Mi sono sposato due volte solo perché non so dire di "no", tutto qui. Allora dimmi, Giacomo aspetta Alice da Luigi, giusto?
WALTER In teoria.
MARIO Bene! Allora tu adesso vai da Luigi...
WALTER (si siede sulla poltrona sinistra) Ah, no. Te l'ho detto, è tutto finito. Parto con papà per Positano.
MARIO Ascolta, Walter, tu vai da Luigi, e dici a Giacomo...
WALTER Ti ho detto che è finita, Mario!
MARIO Quasi finita. Ma tu dovrai occuparti solo di Giacomo. Così io potrò andare da Cesare e dire ad Alice che c'è stata un'esplosione di gas, che la nostra cucina è nel giardino dei vicini...
WALTER (indietreggia sulla sinistra) No, no, no! Smettila, Mario. (grave) Non può continuare. Devi accettarlo. Quei due ragazzi vogliono incontrarsi. (pausa) E' finita, Mario.
MARIO Ma non esiste! Una partita non è finita finché non arriva il fischio finale.
Nonno appare in cima alle scale. Indossa un asciugamano e un cappellino. Al collo porta un pareo.
Walter lo vede.
WAI.TER Papà! Non andare in giro nudo!
NONNO (scende le scale) Lei è il direttore dell'albergo? Dove sono i teli da spiaggia?
WALTER Papà! Non c'è la spiaggia a piazza Risorgimento.
Nonno apre la porta d'ingresso.
NONNO Chi ha mai parlato di piazza Risorgimento?
Arriva Giacomo, correndo, dalla porta d'ingresso.
GIACOMO Signor Rossi, signor Rossi!
MARIO Aaah!
Walter prende Giacomo e lo abbraccia per impedirgli di vedere Mario.
WALTER Giacomo, bentornato!
Durante quanto segue, Mario si gira rapidamente su sé stesso, si tuffa, faccia a terra, davanti al
divano, e cerca di infilarsi sotto i cuscini del divano. Nonno lo colpisce ripetutamente con la canna;
Mario afferra la canna, fa cadere Nonno e ne approfitta per prendergli il pareo. Si stende sulla
schiena e si copre col pareo.
GIACOMO Non c'era!
WALTER Dovevi aspettare.
GIACOMO E' quel che ho fatto.
WALTER Sì, ma lei cammina molto, molto lentamente.
GIACOMO Sentami son dettocheforseerameglio tornare qui per vedere se, magari, era tornata, ma siccome non c'è... sarà andata da Cesare.
WALTER No, no, no. Da Cesare no. Impossibile.
NONNO (si rialza e indica Mario) Il direttore dell'albergo sta male?
WALTER Papà!
Walter chiude gli occhi, completamente distrutto. Giacomo avanza per guardare Mario.
GIACOMO Ma non è suo cognato... il signor Fattore?
WALTER (guarda suo padre) Ehm... sì.
NONNO Ma Fattore sono io... e anche tu.
GIACOMO Non capisco. Come fa suo padre a chiamarsi Fattore?
WALTER (breve pausa) Perché è nella famiglia...
NONNO Chiaramente...
WALTER Per certe professioni ci vuole una formazione, ma un buon fattore nasce fattore oppure no... Allora, mio nonno era fattore, mio padre era fattore, e io... no. Questioni di geni. Allora quando il signor Fattore, lui, è caduto dal tetto, anche lui...
GIACOMO Anche lui cosa...
WALTER Anche lui... (a sé stesso) Ah, no, era Alice...
GIACOMO (preoccupato) Alice è caduta dal tetto?!
WALTER No. Peròlo sa. Che è il signor Fattore che è caduto dal tetto, lui, non io, splat! E siccome mio padre è fattore, è venuto a controllare i danni fatti al giardino.
GIACOMO Almeno prendiamolo e mettiamolo sul divano.
Giacomo avanza verso Mario, ma Walter lo blocca.
WALTER No! Purtroppo... è morto.
GIACOMO Morto?!
WALTER Sì.
GIACOMO E come fa Alice a saperlo?
WALTER Ma caro ragazzo, ha letto le sue email.
GIACOMO Ma se il suo computer è rotto.
WALTER (disperato) Ma non il server! Ha controllato da Luigi. Quindi vedi che c'era.
GIACOMO Allora potremmo mandarle un'altra email.
WALTER Ma no. Non sta più da Luigi. Me l'hai appena detto.
GIACOMO E lei come fa a dire che è morto?
WALTER Ho provato a rianimarlo, ma niente da fare, è spirato poco fa. Pace all'anima sua. Giacomo, per favore, puoi andare di là (indica la camera dei figli) a prendere un lenzuolo?
GIACOMO Un lenzuolo?
WALTER Sì. E' una camera da letto. Allora, c'è sicuramente un letto. E sul letto, di solito, c'è un lenzuolo. E un morto, si copre sempre con un lenzuolo.
GIACOMO Ma non sarebbe meglio chiamare un dottore?
WALTER Oh, sì. Avremo sicuramente bisogno di chiamare un dottore. Ma per me. Per lui, è troppo tardi.
GIACOMO Mio padre dice sempre: "Finché c'è una speranza, non bisogna mai rinunciare."
WALTER Ce lo vedo proprio. E allora?
GIACOMO Ho seguito un corso di primo soccorso, a scuola.
WALTER Ti ci vedo proprio. E allora?
GIACOMO Allora, posso provare a fargli la respirazione bocca a bocca.
Giacomo ricomincia ad avanzare verso il "corpo".
WALTER (allontanando Giacomo) No!
GIACOMO Una partita non è finita...
WALTER ...finché non arriva il fischio finale. E'un proverbio di tuo padre, vero?
GIACOMO Sì!(cerca di andare verso il "corpo") Mi lasci fare.
WALTER (bloccandolo) No! (pausa) E' mio cognato. Se qualcuno gli deve fare la respirazione bocca a bocca, quello sono io.
Walter spinge Giacomo contro la porta della cucina, poi si mette a cavalcioni sul "corpo" di Mario, facendo attenzione a mantenere la testa nascosta dal pareo Attraverso il pareo, cerca di fargli un bocca a bocca molto prolungato.
NONNO Certo che se non è già morto... gli hai appena dato il colpo di grazia.
Nonno si siede sulla poltrona di sinistra.
GIACOMO Bisogna fargli anche un massaggio cardiaco.
Walter lancia un'occhiataccia a Giacomo, e si rigira verso Mario, mettendogli le mani sul petto.
NONNO Se dovessi farlo a Sharon Stone, mi propongo volontario.
GIACOMO Perché lo fa attraverso il pareo?
WALTER Perché alla televisione fanno così.
NONNO E perché non è Sharon Stone.
GIACOMO E perché adesso si ferma?
WALTER Perché è troppo tardi.
Walter congiunge le mani per pregare. Nonno si toglie il cappellino. Walter arrotola Mario nel tappeto. Giacomo è attonito.
GIACOMO Non lo può arrotolare così nel tappeto.
Giacomo avanza verso Mario.
WALTER Hai ragione. Vai. Ti avevo chiesto un lenzuolo.
Giacomo esce subito nella camera dei ragazzi. Mario si libera srotolando il tappeto. Nonno è fulminato, resta a bocca aperta, davanti a Mario che si alza.
NONNO Sono fiero di te, figliolo. Era morto... e tu l'hai resuscitato.
MARIO Sbrigati! Chiudi Giacomo nella camera.
WALTER Porca miseria! (si precipita verso la porta e gira la chiave. Nonnosi siede nella poltrona di sinistra. Suonano alla porta. Mario e Walter non sanno più cosa fare. Walter corre verso Mario) Forse è Alice.
MARIO Alice?
WALTER Tua figlia!
MARIO Lo so che è mia figlia. Ma che ci fa qua?
WALTER Ci abita!
MARIO Ma credevo che fosse andata a trovare Giacomo.
WALTER Sì, ma siccome abbiamo fatto di tutto perché non si trovino, allora sarà tornata a casa...
MARIO ...dove rischia di trovarlo.
WALTER Esatto!
MARIO Riflettiamo.
WALTER Avresti dovuto riflettere vent'anni fa.
Walter si siede sul divano. La battuta seguente è recitata con precisione militare.
MARIO OK! Allora! Tu sali di sopra e controlli dalla tua finestra. Se è Alice, le dici che mi hanno portato all'ospedale traumatologico (CTO), dove mi devono fare uno scanner del cervello a seguito dei colpi che mi hai dato contro la porta della cucina. Dille che all'ospedale vogliono assolutamente che lei sia lì presente quando mi risveglierò dal Coma. E per essere sicuro che ci va, la accompagni. Metro fino a Termini, e poi il 791. Se ti sbagli, meglio. Una volta lì, lasci che se la sbrighi da sola. Tempo che trova il Pronto Soccorso... e che si rende conto che non ci sono... contando il ritorno, guadagniamo almeno due ore. lo, invece, apro la porta a Giacomo. Faccio la scenata del padre autoritario, gli dico che ho fatto delle ricerche su Internet... questo lo impressionerà tantissimo... e ho scoperto che qui abita una banda di spacciatori, prostitute e papponi... e lo riporto a piazza Irnerio. Tu, dopo aver lasciato Alice, torni qui, e dici a Carla che sono andato a prendere il mio pensionato davanti al supermercato. Così avrò il tempo di accompagnare Barbara al ristorante vegetariano... Mi porto pure Giacomo, così stiamo più tranquilli. Poi, all'improvviso, dopo aver ingoiato tre cucchiai della mia zuppa alle alghe, mi ricorderò che il mio pensionato mi aspetta sempre davanti al ristorante.., così mi potrò liberare per venire qui, sedermi a tavola con Carla e l'arrosto. Ah, sì. Dopo aver lasciato Alice... e prima di tornare qui, chiami il garage, e gli dici di mandare un carro attrezzi per riparare la ruota del mio taxi. Mentre lo riparano, io sarò qui a mangiare l'arrosto, e tu mi riporti il taxi davanti casa. Così, ti puoi riprendere la tua macchina e partire tranquillo per Positano.
A metà della battuta, Walter comincia a incrociare gli occhi. Resta sempre verso Mario, ma con lo sguardo vuoto e la bocca aperta.
WALTER A Termini, che autobus hai detto?
NONNO (alzando la canna per aria) Il 791.
Suonano di nuovo alla porta. Mario e Walter si guardano. Mario tira Walter per il braccio e lo spinge verso le scale. Contemporaneamente, Nonno attraversa la scena davanti al divano per trovarsi davanti la porta della cucina.
MARIO Dai, sali.
Suonano di nuovo. Carla bussa alla porta della cucina. Nonno reagisce.
CARLA (off) Walter. Sei stato tu a chiudermi di nuovo a chiave?
WALTER (fermandosi per rispondere) E' chiaro! E' sempre colpa mia!
Mario spinge Walter su per le scale. Giacomo bussa alla porta della camera dei ragazzi. Nonno reagisce.
GIACOMO (off) Ehi! Non riesco ad aprire la porta.
Walter si gira. Suonano alla porta.
MARIO (a Walter) Dai, Sali. E non dimenticare, se è Alice...
WALTER Ho capito. Sei all'ospedale per partorire. (Walter esce, sopra).
CARLA (off) Walter, se non apri questa porta, la butto giù! (la sentiamo dare dei calci alla porta. Nonno va verso le scale, tappandosi un orecchio con la mano libera. Mario esita tra la camera e la cucina. Alla fine, decide per la cucina. Suonano. Mario gira la chiave della porta della cucina. Carla entra in tromba, con un gran coltello in mano. Si blocca) Mario! Sei stato tu a chiudermi a chiave?
MARIO No, Walter.
CARLA Bene! Adesso l'ammazzo!
Corre davanti a Mario fino alle scale, ma si trova di fronte Nonno che, vedendo il coltello, alza le mani.
NONNO (impaurito) Non ho le chiavi della cassaforte! Sono solo un cliente!
MARIO Carla! Lascia stare Walter. (le prende il coltello e lo posa sul tavolo dietro il divano) Ho un mal di testa terribile. Mi puoi andare a prendere un Moment?
CARLA Vattelo a prendere da solo!
MARIO Non posso, mi devo occupare del mio cliente, vuole un telo da spiaggia.
CARLA Che spiaggia? Quale cliente?
MARIO (sottovoce, a Carla) li padre di Walter. Sai, è un po'...
Fa un gesto con la mano per dire che Nonno ha perso la testa
CARLA Non è l'unico.
Suonano.
NONNO (a Carla) Lei è la cameriera?...
MARIO Un Moment, per favore. Nel mio comodino in camera.
NONNO ...Perché le posso dire che gli asciugamani sono un po' piccolini. Guardi.
Nonno apre l'asciugamano davanti. Carla gira la testa per non guardare. Nonno si sistema l'asciugamano e si siede nella poltrona a destra.
CARLA Le credo, signore. Mario, vai a vestire il padre di Walter. Lo vado a prenderti il Moment. E' in camera di Alice.
Va verso la seconda camera, ma Mario la raggiunge.
MARIO No!
CARLA Sì! Il moment è in camera di Alice, gliel'ho dato stamattina.
MARIO No! Voglio dire, no, non voglio il Moment.
CARLA Ma se mi hai appena detto di avere male alla testa.
MARIO Sì, ma ho anche mal di stomaco. Ed è peggio. Le pasticche per l'acidità di stomaco sono in camera nostra.
Suonano. Mario porta Carla verso la camera dei genitori, ma lei si libera, e va davanti al divano.
CARLA C'è qualcuno che suona alla porta!
MARIO E' il postino. Per la mancia di Natale!
CARLA A metà maggio?!
MARIO Vengono sempre prima. (suonano. Si tiene la pancia) Ohhh! Presto. Lo stomaco.
Tira Carla verso la camera. In quel momento, Giacomo comincia a bussare alla porta della camera dei ragazzi. Carla si blocca.
GIACOMO (off) Aprite questa porta!
CARLA (sorpresa) Ma è il ragazzetto di Walter.
MARIO Ah, sì?!
CARLA (sorpresa, e arrabbiata) Cosa fa in camera di Alice?
MARIO Voleva andarsene, ma credo che Walter non può più farne a meno.
CARLA E ha chiuso quel ragazzo nella camera di nostra figlia!
MARIO Visto che non c'è...
Spinge Carla verso la camera dei genitori. Walter corre giù per le scale.
WALTER Tutto a posto, Mario... (Walter vede Carla; smielato) Tutto a posto, Carla?
CARLA Walter Fattore! Mi occuperò di te tra poco!
Carla esce nella camera dei genitori.
WALTER Che cosa le hai raccontato?
Mario chiude a chiave la porta della camera dei genitori Mario si avvicina a Walter, e si incontrano davanti al divano.
MARIO Non importa. Chi è alla porta, Alice?
WALTER No! E' una signora.
MARIO Una signora, come?
NONNO Ci sono anche le donne postino, adesso?
Suonano.
MARIO Com'è, questa signora?
WALTER Beh, è... (fa la forma di una donna) molto... (disegna il seno) con un bel… (disegna il sedere) i capelli…castani e una piccola macchina rossa.
MARIO Rossa... Barbara!
WALTER La conosci? (fa segno di stringere il seno, "popi-popi") Beato te! (si rende conto) Barbara!
MARIO Barbara! Barbara! Barbara! Ma cosa ci fa, qui?
NONNO Ma non la lasciate fuori la porta. (fa "popi-popi" anche lui) Fatela entrare!
WALTER Tu, vai di sopra!
NONNO Ma no, aspetto... (fa "popi-popi")
WALTER Vai di sopra, ho detto!
MARIO Sbarazzati di tuo padre... e occupati di Barbara.
GIACOMO (off) Qualcuno può aprire questa porta?
WALTER E perché non ti occupi tu di Barbara?
MARIO Perché mi devo già occupare di Giacomo e di Carla.
WALTER (In ginocchio) Papà, Sali , per favore. Devo aprire la porta alla signora
MARIO No!
WALTER Come no?! Mi hai appena detto di farlo!?
Walter si siede sul bracciolo destro del divano
MARIO Non devi aprire. Sali di sopra con tuo padre… e ti spogli.
WALTER Cosa?!
MARIO Poi ti affacci alla finestra. Dici a Barbara che sei il signor Rossi, che stai facendo la doccia, e che la smetta di rompere con il campanello.
WALTER No! Basta, non ne posso più.
MARIO Ma non capisci! Ci siamo quasi!
NONNO Ci penso io! Salgo, mi spoglio, invito la signora sotto la doccia e... (fa "popi-popi") Popi-popi!
Nonno sale le scale ad una velocità fulminante.
WALTER Papà!
Walter segue suo padre ed esce, in cima alle scale.
CARLA (off) Ma chi è che ha chiuso questa porta? E' diventata una mania!
MARIO E' Walter. Si sta allenando.
CARLA (off) E' già tutto scemo, non ha bisogno di allenarsi. Aprimi. Ho le tue pasticche per lo stomaco.
MARIO E' salito su con la chiave.
CARLA (off) Stavolta, l'ammazzo sul serio!
GIACOMO (off) Ma aprite! (Giacomo bussa alla porta Mario si avvicina alla porta e la apre. Giacomo entra dalla camera dei ragazzi) Spero che non... (si blocca) Papà!
MARIO Su, figliolo! A casa!
GIACOMO Ma cosa ci fai qui?
Mario trascina Giacomo verso la porta d'ingresso.
MARIO Niente. Ti porto via da qui. (davanti alla porta d'ingresso) Forse è meglio passare dalla cucina.
Spinge Giacomo davanti a sé, verso la porta della cucina.
GIACOMO Maè ridicolo! Ehi! Dov'è il signor Fattore?
Giacomo indica il punto dove si trovava il "corpo".
MARIO Di sopra. Sta facendo la doccia.
Gira Giacomo verso la porta della cucina, ma Giacomo si rigira.
GIACOMO Ma è morto!
MARIO (pausa) Sì. L'altro signor Rossi sta pulendo il corpo del signor Fattore, prima che arrivi il becchino. Era pieno di terra sotto le unghie e tra i capelli. Allora, vieni?
GIACOMO (si siede sul divano, lato sinistro) No, aspetto Alice.
MARIO Non c'è nessuna Alice.
GIACOMO Ma sì. Ci siamo scambiati tante email.
MARIO Hai scambiato email con un vecchio bavoso che si spaccia per una liceale di quindici anni.
GIACOMO Impossibile! Ho l'indirizzo di Alice, qui.
MARIO Hai l'indirizzo del vecchiaccio perverso.
GIACOMO Non ti credo.
Nonno appare in cima alle scale.
NONNO (fa "popi-popi") Avevi ragione. C'ha due tette... che spettacolo!
Mario sorride e con un gesto indica a Giacomo che il pervertito è Nonno. Poi, sorride a Nonno, fa "popi-popi", e Nonno gli risponde con lo stesso gesto. Comincia a scendere le scale)
MARIO Vedi!?
GIACOMO (sconvolto, salta dal lato sinistro del divano per incollarsi al lato destro) Vuoi dire che il nonno di Alice mi ha mandato delle email, firmandole Alice?
MARIO Non c'è nessuna Alice. Andiamo.
Prende il lenzuolo dalle mani di Giacomo.
GIACOMO Ma se non c'è nessuna Alice, perché il signor Rossi mi ha mandato al bar per incontrarla?
MARIO Per farti uscire da qui, per farti sfuggire alle grinfie di suo padre.
Nonno è arrivato alla base delle scale.
NONNO Non le apriamo? (Fa "popi-popi").
MARIO Tu, vai a fare un sudoku (gli dà un libro di sudoku. Nonno si siede sul divano) E tu, vattene. Salta sul motorino, e scappa da qui. (Mario apre la porta della cucina).
GIACOMO E tu non vieni?
MARIO No. Ho promesso al signor Rossi che l'avrei aiutato per le esequie del signor Fattore.
Mario spinge Giacomo, molto deluso, verso la porta della cucina, poi lo fa uscire, ma lascia la porta socchiusa. Walter corre giù per le scale, coperto solo da un asciugamano. Arriva davanti a Mario, a destra.
WALTER (nel panico) Mario! Mario!Non riesco a farla andare via!
MARIO E perché?
WALTER Alice ha lasciato la borsa a casa sua. Barbara è venuta per riportargliela.
MARIO Fargliela lasciare davanti alla porta!
WALTER Nonvuole. Adesso che mi ha visto dalla finestra, vuole conoscermi.
MARIO Spero che tu le abbia detto che la tua doccia era urgente.
WALTER Assolutamente! Ma siccome insisteva, le ho detto che andavo a vedere se la signora Rossi era disponibile.
MARIO Quale signora Rossi?
WALTER Ce ne sono solo due! (pausa; preoccupato) Ce ne sono solo due, eh, Mario? Vero?
MARIO Certo! Ma... aspetta un attimo. Se ho capito bene... hai proposto alla signora Rossi che sta qui fuori... (indica col pollice)
WALTER Barbara, sì.
MARIO ...che incontri la signora Rossi che è là dentro? (indica col pollice)
WALTER Carla, sì.
MARIO Ma sei impazzito ?!
WALTER Sì! E ti meravigli?
MARIO (Furioso) Ma perché non le hai detto che Carla era in Australia per i funerali di una lontana cugina e che non sarebbe tornata prima di un anno?
WALTER (Quasi in lacrime) Non ci ho pensato.
Carla bussa alla porta dei genitori
CARLA (Off) Mario, Walter ti ha portato la chiave?
Mario si precipita verso la porta dei genitori
MARIO E’ uscito e l’ha portata con sé.
WALTER Sono uscito? E dove?!
Nonno si alza.
NONNO (a Walter, indicando l'asciugamano) Se esci a fare il bagno, vengo con te.
Va verso Mario. Suonano alla porta.
MARIO (andando verso Walter) Walter, risali di sopra. Parla di nuovo con Barbara dalla finestra, e dille che Carla è... che è...
WALTER Mario, basta...
Suonano.
MARIO Molto malata!
NONNO Alla fin fine, non so se le vacanze in riva al mare facciano bene alla salute. (Mario e Walter si guardano) C'è stato unmorto, una malata... e poi sento sempre una specie di campanello.
CARLA (off) Apri questa porta!
Bussa contro la porta. Scuotendo la testa, Nonno si sposta in fondo a destra.
MARIO (a Walter) lo mi occupo di Carla! Tu occupati di Barbara! (Walter apre la bocca per parlare) Qualsiasi cosa! Dille quello che vuoi! (Spinge Walter a salire le scale).
WALTER (furioso) E se dicessi che sono tutti andati alle esequie di Walter Fattore?
Walter esce in cima alle scale. Nello stesso momento, Barbara appare sulla soglia della porta
socchiusa della cucina. Porta la borsa di Alice sulla spalla.
BARBARA (entrando) C'è nessuno? Signora Rossi? Alice?
MARIO (di soprassalto) Aaah!
Mentre grida, Mario si copre con il lenzuolo che tiene in mano da quando è andato via Giacomo.
Barbara vede un "fantasma" davanti al divano. Walter scende di corsa le scale.
WALTER (entrando, contento) Tutto a posto, se n'è andata! (vede Mario) Aaaah! (si gira e vede Barbara) Oooh!
BARBARA Mi dispiace di averla fatta uscire dalla doccia. (Walter cerca di sorridere, e alza le spalle in maniera disinvolta) Mi son detta che valeva la pena provare dalla porta di servizio... (Walter alza di nuovo le spalle) ...magari sua moglie era in cucina.
Nonno è sceso a ispezionare il "fantasma", ma, vedendo Barbara, la sua attenzione è rivolta tutta a
lei. Le fa un occhiolino malizioso, e fa "poti-poti" con le mani.
WALTER Credo che abbia già conosciuto mio padre.
BARBARA (fredda, mantenendo le distanze) Di nuovo buongiorno, signor .. Rossi.
NONNO Signor Fattore.
WALTER Signor Fattore. Siediti. Hai ragione, papà. Il signor Fattore, (più basso, sperando che suo padre non senta) il mio inquilino, che ho dimenticato di presentarle. (indicando Mario)
BARBARA Ah, è lui il signor...
WALTER Deltetto. Sì. Ha saputo del tetto, no?
BARBARA Che tetto?
WALTER Il tetto da cui è caduto.
BARBARA Ah, è lui?(Vedendo Mario sotto il lenzuolo) A quanto vedo, è il bucato che ha attutito la caduta.
WALTER Sì! No... Non è un lenzuolo...(passa dietro a Mario, avvolto nel suo lenzuolo) E' un... perché... quando è caduto, anche la temperatura è crollata.., e ci hanno consigliato di avvolgerlo in una coperta termica... Ma va stretta in vita!(Walter prende la parte bassa de/lenzuolo tra le gambe di Mario, e tira) Sta bene, signor Fattore?
MARIO Sì!
WALTER Beato lei!
NONNO (a Walter) Non capisco perché chiami il signor Rossi "s..."(prima che possa terminare la frase, Mario da sotto il lenzuolo dà un colpo di piede alla sua canna. Nonno cade per terra, ma si rialza immediatamente, le mani alzate, pronto "al combattimento") Chi è stato? Fatti avanti!
Walter raccoglie la canna, ne dà un'estremità a Nonno, che la prende, e che permette a Walter di
tirarlo verso il divano.
WALTER (a Nonno) Hai fatto cascare il bastone. (a Barbara) Beh, grazie di essere venuta, signora Rossi. Ridarò la borsa ad Alice, è stato un piacere.
BARBARA Visto che sono qui, mi piacerebbe salutare la mia omonima.
WALTER Omonima?
BARBARA Ma sì. L'altra signora Rossi.
WALTER (comincia ad indietreggiare verso Mario) Ahhh... (pausa) Carla.
BARBARA Sì.
WALTER Ahhh... (pausa) Sì. (Pausa).
MARIO (da sotto il lenzuolo, suggerisce) Malata.
WALTER ...Sì, è malata. Molto malata. Non riesce più ad aprire la bocca. Dobbiamo nutrirla con una cannuccia.
BARBARA Ma è terribile!
WALTER Eh sì! Quindi, grazie per essere venuta e arrivederci.
Prende Barbara per le spalle e la guida in direzione della porta. Carla bussa sulla porta della
camera. Barbara si gira. Mario (sempre avvolto nel lenzuolo), Nonno e Walter si girano verso lo
porta della camera.
CARLA (off, urla) Questa maledetta chiave! Arriva, o devo sfondare la porta?
Walter e Mario si girano verso Barbara.
BARBARA Ma, non è la signora Rossi, quella?
Barbara attraversa la scena verso la porta della camera dei genitori.
WALTER No, no. E' la signora Fattore. La moglie di Walter Fattore. (indica Mario) Lilli. Matta da legare, Lillì. È diventata matta praticamente lo stesso giorno di Carla. Lei sa di Carla, no?
BARBARA Ehm, no...
WALTER E' vero. L'ho detto a Giacomo...
BARBARA Ha incontrato Giacomo?
WALTER Lo conosce?
BARBARA E' mio figlio.
WALTER Ah, sì. Sì. Certo, sennò, non saremmo qua... Dunque, stavo dicendo che Carla è diventata matta, lo stesso giorno che...
CARLA (off) Walter Fattore... TI AMMAZZO!
WALTER Non pazza come Lilli, comunque. Ma sono tutt'e due molto pericolose. Ce l'hanno nei geni. Siamo quello che si dice una famiglia disfunzionale. Quindi, per la sua sicurezza, le consiglio di andarsene e di non tornare mai più.
Walter attraversa la scena e va verso Barbara.
BARBARA Nei geni, lei dice. Eppure sua figlia non ne sembra affetta.
WALTER Alice? No, no. Lei sta bene. (Mario gli dà un calcio) Tranne quando è in astinenza. Quando le manca la roba, diventa ingestibile.
BARBARA In astinenza? Ah, capisco. In definitiva, è meglio evitare che i nostri figli si incontrino.
Barbara esce dalla cucina. Nessuno si accorge che porta via con sé anche la borsa di Alice. Walter
chiude la porta.
WALTER (in direzione della porta) E vai! (si gira verso Mario) Yes!!
Mario si toglie il lenzuolo, e lo butta sul divano.
MARIO Formidabile, Walter. Impari in fretta.
WALTER (si allontana dalla porta) Sei come tuo figlio. Non rinunci mai. Non so chi di voi due odio di più.
Si apre la porta della cucina ed entra Barbara, con in mano la borsa di Alice.
BARBARA (entrando) Che stupida. Ho dimenticato di lasciare
Mario si gira e si butta sullo schienale del divano. La testa è nascosta come uno struzzo, con le
ginocchia sulla seduta e il sedere in aria. Walter cerca di sorridere.
WALTER Cinque minuti sotto la coperta termica. Il dottore ha detto così. Adesso, dieci minuti di rieducazione. Testa in giù, gambe in aria, per irrigare bene il cervello. (si avvicina a Mario, gli prende le gambe, e le alza in modo che Mario sia quasi in verticale) Gambe in aria.
MARIO Aahh!
WALTER E poi apri. (lo fa) Chiudi. (richiude le gambe, continuando l'esercizio) Apri. Chiudi. Apri. Chiudi. Apri. Chiudi. (ad ogni movimento Mario grida) Perfetto! Soffrirei per lui se non sapessi quanto gli fa bene. Apri. Chiudi. Apri. Chiudi.
CARLA (off) Le grate alle finestre contro i ladri, buona la scusa!
WALTER Siamo al piano terra.
CARLA (off) Era solo per chiudermi dentro!
BARBARA Lei è sicuro che sia Lilli... e non Carla, a gridare?!
WALTER Sì,Durante le crisi di follia le loro voci si confondono, ma io ho imparato a distinguerle. Le ho già detto che ero accordatore di pianoforte, no?
BARBARA No.
WALTER No? Ah, sì era a... Beh, grazie per la borsa. (La prende).
BARBARA Ma non avete nessun aiuto dei servizi sociali?
WALTER E perché?
La fa girare su sé stessa e la guida verso la cucina.
BARBARA Beh.. una moglie malata, una sorella isterica.., e poi una figlia drogata...
WALTER No, ho già il rimborso totale per la casa di riposo di mio nonno. Non voglio che diventiamo una famiglia di assistiti.
BARBARA Suo nonno è ancora vivo?
WALTER (si rende conto che, vista l'età di suo padre, è un po' difficile) Ancora per poco...
BARBARA Lei è veramente coraggioso. Ma credo che potrei esserle d' aiuto. Ho seguito dei corsi serali: "Aiutare il prossimo a combattere lo stress".
WALTER "Aiutare il prossimo..." ai corsi serali?... Siete tutti molto impegnati, in famiglia.
CARLA (off) Se nessuno apre questa porta, la distruggo!
Carla comincia a picchiare forte.
NONNO (a Walter) Figliolo, qui c'è troppo rumore. Devo andare a fare pipì.
WALTER Senti, papà, non vedi che ho cose più urgenti da fare?!
NONNO Sì, ma per me, quando è urgente, diventa urgente molto, molto rapidamente.
WALTER Lei parlava di "aiutare il prossimo"... Potrebbe aiutare mio padre?...
BARBARA (dopo una piccola smorfia) Ma certo!
WALTER Grazie! Il bagno è di sopra. Così mi posso occupare di Lilli. (a Nonno) Papà, la signora Rossi sale con te!
NONNO Era ora! (fa "poti-poti" e spinge Barbara verso le scale) Dopo di lei, signora.
BARBARA (si mette dietro Nonno) No, no. Dopo di lei, signor Rossi.
NONNO No, Fattore.
BARBARA Ma certo. Adesso il fattore tira fuori l'annaffiatoio, vero?
Nonno e Barbara escono in cima alle scale.
MARIO (si alza) Cosa hai fatto!
WALTER Faccio del mio meglio.
MARIO (attraversa sulla destra) Barbara stava per andarsene. E tu
l'hai fatta salire con tuo padre. Non se ne andrà mai più.
WALTER Non ti preoccupare. Due minuti con mio padre, e non vedrà
l'ora di andarsene.
Carla fa saltare una parte dei cardini della camera dei genitori,
cade di traverso con un flacone di medicine in mano.
CARLA Dov'è Walter?
WALTER Carla, ascolta.
MARIO Carla, amore, hai le mie pasticche per lo stomaco?
CARLA Lascia stare lo stomaco. Prima mi occupo di Walter. E la sua
cura, (mostrando il tubo di pasticche) sarà dritta su per il culo.
WALTER Carla, rifletti.
CARLA E' un quarto d'ora che rifletto...
Rincorre Walter intorno al divano.
MARIO (afferra Carla) Carla! Ci sono delle attenuanti. Walter oggi
non è sé stesso.
WALTER Verissimo!
CARLA Eccoti per il tuo stomaco.
Getta il tubetto sul divano. Continua a rincorrerlo.
MARIO Grazie. E il Moment?
CARLA (rigirandosi con violenza verso Mario) Mi avevi detto che non lo volevi!
MARIO Sì, invece. Il dolore allo stomaco mi è salito fino alla testa.
CARLA Chi era, la voce femminile che ho sentito?
MARIO (bloccando nuovamente Carla) Oh, la testa! La testa!
CARLA Chi era?!
MARIO Era solo.., una... conoscenza... di Walter.
WALTER (offeso) Mario! Non posso più... mi rifiuto...
CARLA (interrompendolo) E dov'è, adesso?
MARIO E' salita con suo padre.
CARLA E quanti anni ha, questa, signor Fattore?
WALTER Come?
CARLA La puttana che hai fatto salire con tuo padre.
WALTER Non è una puttana! E' una signora come te.
CARLA lo non salirei mai con tuo padre.
WALTER No, voglio dire una signora della tua età
CARLA E che cambia? Tu paghi dei ragazzetti, tuo padre paga delle vecchie zitelle. Hai trasformato la mia casa in un bordello.
WALTER Ma non...
CARLA (a Mario) Vado a prenderti il Moment. E' in camera di Alice.
WALTER (urla) Ma no!!!...
Carla si gira sulla soglia. Mario guarda Walter.
MARIO (dolcemente) Ti avevamo già sentito la prima volta, Walter.
WALTER No, volevo dire .. (fa dei gesti di panico verso la porta; con voce calma) Ma avevo dimenticato che... (fa un gran movimento con le mani per indicare che Giacomo è uscito dalla camera, e se n'è andato dalla cucina) Volevo dire che non sei poi così vecchia.
CARLA (guardando Walter con l'aria di dire "completamente fuori") Oggi ho sentito proprio di tutto.
WALTER No, tutto no.
Carla lancia uno sguardo assassino a Walter, e apre la porta della camera.
CARLA E Alice non ha neanche rifatto il letto!
Entra e chiude la porta. Mario chiude a chiave.
MARIO OK, Walter! (Mario va verso Walter. In quel momento si sente un urlo di Barbara, proveniente da sopra) Barbara!
BARBARA Signor Rossi! (Mario si nasconde nel guardaroba sotto le scale. Barbara appare in cima alle scale, con le mani sul petto. A Walter) Suo padre avrà forse perso un po' delle sue facoltà qui sopra. (indica la testa) Ma, sotto, funziona molto bene.
In cima alle scale appare Nonno. Ha un secchiello nel qual vediamo alcuni oggetti da spiaggia (paletta, etc.) in plastica. Scende le scale.
NONNO L'aria di mare mi fa bene,
WALTER Papà, vai a letto.
NONNO E'quello che volevo fare, ma la signora mi ha detto di farmi una doccia fredda, allora tanto vale che vado a farmi un bagno, mi cambierò nella cabina.
Apre la porta del guardaroba. Mario è là, in piedi. Indossa un impermeabile, un cappello, una sciarpa, e degli occhiali da sole. Sembra l'uomo invisibile. Per un attimo, non si muove. Poi esce dal guardaroba, e si dirige come un automa verso la cucina Barbara a bocca aperta segue con gli occhi Mario nella sua traiettoria fino alla cucina. Walter fa un respiro profondo, e mette la mano sulla spalla di Mario, che si ferma.
WALTER le ho parlato di Carla la malata mentale, della sorella Lilli la pazza scatenata, e dello zio Walter, il kamikaze. (Barbara fa "sì" con la testa) Beh, questo è il cugino Bartolomeo lo scemo.
Lascia Mario, apre la porta, e lo lascia uscire nella cucina. Poi vacilla fino al divano, sul quale sprofonda. Immediatamente si apre la porta della cucina, e arriva Mario, vestito normalmente.
MARIO Su. Andiamo via!
BARBARA Mario. Cosa ci fai qua?
MARIO Me ne vado con te.
Mario si precipita su Barbara. La tira per il braccio verso la porta d'ingresso.
BARBARA No, ma perché sei qui?
MARIO Sono qui, unicamente per farti uscire da questa casa di pazzi. Ti racconterò stasera a cena... al ristorante vegetariano. Non avrai mica dimenticato?
BARBARA Assolutamente no. Ma non posso lasciare il signor Rossi qui, in un momentodidisgraziasimile.
MARIO Non ci riguarda.
La tira di nuovo verso la porta d'ingresso, ma Barbara si libera.
BARBARA E invece sì. Il nostro pianeta è un microcosmo interdipendente. Le disgrazie degli altri ci riguardano tutti. (a Walter) Non sa dei problemi mentali di sua moglie, eh, signor Rossi?
WALTER (scuote la testa, completamente sconfitto) No!
CARLA (off) Mi hai chiuso di nuovo a chiave!
BARBARA (a Walter) E' Carla, o Lilli?
WALTER Che importa, è la stessa cosa.
Durante la battuta che segue, Mario guarda Barbara sbalordito.
BARBARA (a Walter) Racconta lei a mio marito di tutti i suoi problemi.. di Carla la malata mentale, della sorella lilli la pazza scatenata, dello zio Walter il kamikaze, e del cugino Bartolomeo lo scemo? O lo faccio io?
WALTER (contrariato) Avrei preferito che restasse in famiglia.
BARBARA Ma ho appena detto che siamo tutti una grande famiglia. Dobbiamo restare uniti.
MARIO (rapido) No, no, no. li signor Rossi non ha bisogno di aiuto, giusto?
WALTER (triste) Sì. (Mario gli dà un calcio) No.
MARIO Vedi, il signor Rossi preferisce cavarsela da solo.
Nonno va verso Mario.
WALTER Sì.
NONNO Ma perché continua a chiamare mio figlio s...
Mario gli ridà un altro calcio al bastone. Nonno cade, e lascia andare il secchiello. Quando si rialza, Mario lo prende per il braccio e lo spinge in cucina. Si sente rumore di pentole e di piatti rotti. Mario riprende la canna per terra e il secchiello, che getta in cucina dietro a Nonno, poi sbatte la porta. Posa la canna sul divano.
BARBARA Mario, non ti riconosco.
MARIO Sì, sì. Sono proprio io. Bene. Andiamo.
Mario apre la porta d'ingresso, e si trova faccia a faccia con Giacomo, che entra con aria determinata. Mario è atterrito. Walter si abbandona sulla poltrona di destra, e si infila la testa fra le mani.
GIACOMO Ho l'impressione che il povero signor Rossi..
MARIO Che cosa fai qua?...
GIACOMO (con determinazione) Mi dispiace, papà, ma... (vede Barbara) Mamma!
MARIO Giacomo, ti avevo detto di tornare a casa.
Giacomo avanza sulla destra.
GIACOMO Lo so, ma ho deciso di spiegarmi col signor Rossi.
Indica Walter
MARIO Si, ma il signor Rossi non vuole spiegarsi con te, Giacomo. Eh signor Rossi?
Walter alza la testa, la squote, poi la rinfila tra le sue mani.
GIACOMO Forse, ma deve sapere che ho deciso di incontrare comunque Alice.
Giacomo si siede determinato sul bracciolo destro della poltrona
MARIO Giacomo…
GIACOMO Lo so che non sa nemmeno che esisto…
MARIO Ne parleremo dopo, a casa.
BARBARA Ma si che sa che esisti…è venuta a casa a cercarti
MARIO Barbara!
GIACOMO (sorpreso ma contento) Ah, si? Alice, Alice?
BARBARA Certo, Alice, Alice.
MARIO (prende Giacomo per il braccio e cerca di alzarlo) Andiamo!
GIACOMO (liberandosi) No. Voglio aspettarla qui E' fantastico!
Giacomo si siede nuovamente sul bracciolo destro del divano.
MARIO Non è fantastico per niente! (grida a Walter) Signor Rossi, non vuole dire qualcosa?
WALTER Sì. Cazzo!
BARBARA (a Walter) Ma sua figlia non è ancora tornata? È uscita prima di me.
GIACOMO Mamma, le ci vuole comunque tempo... anche col cane.
BARBARA (sorpresa) Che cane?
MARIO (grida a Walter) Non va da nessuna parte senza il suo cane, eh, signor Rossi?
WALTER (senza espressione) Cane? (Mario chiude gli occhi e, con la canna di Nonno, mimo un cieco) Ah, sì, il suo cane. Eh sì, adora il suo cane. Non esce mai senza Banzai.
MARIO (si siede accanto a Walter) Banzai?
WALTER Sì. Il suo cane si chiama Banzai. Ed è sempre con lei.
GIACOMO Anche perché non può farne a meno.
WALTER Purtroppo. Bravo Banzai!
MARIO Eh sì. Banzai è il suo tesoro.
Insieme.
WALTER Un piccolo cocker.
MARIO Un pastore tedesco.
Si bloccano e si guardano. Insieme.
WALTER Un pastore tedesco...
MARIO Un piccolo...
Si bloccano e si guardano di nuovo.
WALTER In effetti, è di taglia media.
MARIO Un bastardo
WALTER E MARIO (insieme) Sì. Una specie di cocker tedesco, di taglia media.
WALTER Eh, Giacomo?
MARIO Giusto, no?
GIACOMO Non lo so. Non l'ho ancora mai visto.
Nonno entra dalla cucina.
NONNO Ho perso il bastone.
Mario gli lancia la canna.
BARBARA Neanche io. Quando ho incontrato Alice, non aveva il cane.
GIACOMO Ma non è possibile. Non può andare da piazza Risorgimento a piazza Irnerio solo con il suo bastone bianco.
Barbara è sgomenta.
BARBARA Il suo bastone bianco?
GIACOMO E' una non vedente.
BARBARA (confusa) Ma, scusa... (a Walter) Se è venuta in bicicletta. Walter alza il volto.
WALTER (in lacrime) Era un'immagine di sintesi.
Barbara e Giacomo cercano di capire.
MARIO Che figlia che ha, signor Rossi! Non avrà gli occhi, ma ha due palle!
NONNO (a Mario) Non sapevo che la sua Alice fosse... (Mario si gira verso Nonno, furioso, ma prima che possa fare niente, Nonno dà la canna a Mario, si butta per terra, si mette sulla schiena, alza il tronco a 45 gradi, con le mani poggiate per terra dietro di sé) Va bene così?
MARIO Va bene!
Mario solleva Nonno per le mani e lo spinge sulla poltrona a destra. In quel momento, Carla comincia a dare dei calci alla porta dei ragazzi.
CARLA (off) Adesso butto giù la porta!
GIACOMO (a Barbara) Sono costretti a chiudere a chiave la signora Rossi tutti i pomeriggi.
MARIO (tra i denti) Grazie Giacomo.
GIACOMO (a Barbara) E il signor Rossi è costretto a dormire di sopra con il signor Fattore.
MARIO (a denti ancora più stretti) Grazie ancora, Giacomo.
GIACOMO (a Walter) Ma adesso non avrete più problemi, visto che il signor Fattore è morto.
BARBARA Morto! (guarda Walter con aria interrogativa. Walter alza la testa, sta per parlare, poi si mette le mani sulla testa come un prigioniero. A Walter) Ma se il signor Fattore stava a gambe all’aria dieci minuti fa! Faceva riabilitazione!
GIACOMO Ma no. Il signor Fattore è morto qui, davanti ai miei occhi. Non è vero signor Rossi? Ha pure provato a rianimarlo facendogli la respirazione bocca a bocca.
Walter si mette il pollice in bocca e si mette in posizione fetale
MARIO C’è sicuramente un’ottima spiegazione a tutto questo (Barbara e Giacomo si guardano. Grida a Walter) …e il signor Rossi ce la darà vero?
Tutti guardano Walter che, sempre nella stessa posizione, si dondola come un bambino. Carla dà
dei calci sempre più violenti contro la porta dei ragazzi.
CARLA (Off) Ma insomma, basta!!!
MARIO E subito!
Walter tira fuori il pollice, ma resta arrotolato. Sta per avere una crisi isterica.
WALTER C’è un proverbio cinese che dice: “un uomo cieco con un cane che vede avrà sempre una visione più chiara di un uomo che vede con un cane cieco”
Tutti guardano Walter, poi Nonno alza i due pollici in direzione di Walter.
NONNO Mica stupidi 'sti cinesi!
Nonno si alza e va ai piedi delle scale. Gli altri continuano a guardare Walter, che è sempre più
vicino alla crisi isterica.
WALTER E ce n'è un altro: "Dalla bocca di un bambino esce la verità, e dal culo di un cane..."
MARIO (interrompendolo) Grazie, signor Rossi. Barbara, Giacomo. Andiamo via!
Li prende ognuno per una mano e li trascina verso la porta d'ingresso.
GIACOMO Papà!
BARBARA Mario. Basta!
Mario apre la porta d'ingresso. Si trova di fronte Carla, lo sguardo da pazza, e una grata della
finestra in mano che tiene alta davanti a lei. Fa paura. Giacomo si nasconde dietro a Barbara.
CARLA (a Walter, che si trova di fronte a lei, ma dall'altra parte del divano) E' giunta la tua ora!
NONNO E' impazzita la portinaia dell'albergo!
Nonno sale le scale più veloce che può ed esce.
CARLA (a Walter) Hai fatto testamento?
WALTER (balzando in piedi) Carla!...
Carla entra, con passo militare.
CARLA E' la seconda volta che mi costringi ad uscire dalla finestra. E questa volta ho dovuto smontare i cardini!
Carla alza la grata ancora più in alto, come preparandosi a lanciarla su Walter.
WALTER (indietreggia davanti a destra) Carla, ascolta...
Mario passa dietro a Carla e prende la grata che appoggia contro il muro. Ma Carla prende il
coltello sul tavolo dietro il divano. Ha gli occhi fissi su Walter.
CARLA Se tra cinque secondi non sei fuori da qui, ti taglio le palle!
Comincia a girare intorno al divano sulla sinistro.
WALTER Carla!
Walter corre davanti al divano seguito da Carla.
MARIO (a Barbara) Credo che le cose si mettano molto male.
CARLA (conta) Uno!
Walter corre verso lo poltrona di destra.
WALTER (correndo) Carla!
Carla adesso si trova accanto a Barbara, a destra del divano.
BARBARA (a Carla, rapida) Felice di conoscerla signora Rossi. Sono la signora Rossi.
CARLA (concentrata su Walter) Anch'io, signora Rossi. Mi scusi se non le stringo la mano. Sono un tantino occupata. (non guarda Barbara, e minaccia Walter col coltello) Ho qualche ramo secco da sfrondare.
MARIO (a Barbara) Vedi. Meglio andare.
CARLA (a Walter) Due!
Carla comincia ad avanzare davanti al divano, e Walter Indietreggia passando dietro.
GIACOMO (a Barbara) Mi sa che ha ragione!
CARLA (a Giacomo) Sei ancora qui, tu? Non t'è bastata? Non so se ha abbastanza soldi per pagarsi un'altra bottarella.
GIACOMO Bottarella?
CARLA Equando avrò finito, gli mancheranno pure i mezzi, per farsela! (a Walter) Tre! (Carla corre verso Walter, che fugge passando dietro al divano. Contemporaneamente Giacomo corre verso la porta d'ingresso, ma è bloccato nel suo slancio da Carla. A Giacomo, puntandogli il coltello contro) A proposito! Quanti anni hai?
GIACOMO Sedici.
CARLA (a Walter) Sedici anni. Ne ero sicura!
Carla si gira verso Walter brandendo il coltello.
WALTER Carla!
CARLA (si gira verso Giacomo) Sei giovane.., non ti piacciono le persone della tua età?... magari delle ragazze...
GIACOMO (non capisce) Veramente sì...
WALTER E non sarà certo qui che le troverai, hai capito finalmente?
GIACOMO Sì, ho capito.(a Barbara, comunque indispettito) Vabbè, andiamo o no?
MARIO Ottima idea!
Giacomo esce dalla porta d'ingresso. Carla avanza sulla destra, poi passa davanti al divano per
raggiungere Barbara a sinistra.
CARLA (a Barbara) Lei non è al corrente di quel ragazzo, e del "signore" là?
Barbara ho l'aria confusa e preoccupata.
MARIO Non le interessa!
WALTER Per niente!
CARLA (a Walter) Quattro!
Walter indietreggia.
BARBARA (a Carla, gentile) Sì, mi interessa molto. Signora Rossi,faccio parte di un gruppo di donne. Ci incontriamo una volta al mese per aiutarci l'un l'altra. Le andrebbe di venire? (Mario va verso la cucina, mentre Walter va in direzione della sala da pranzo. Poggiano tutti e due la testa sulla porta.) Anche sua figlia potrebbe venire. Anche se è cieca.
CARLA (urla, singhiozzando) Ma chi le ha detto che è cieca?!
Carla punta il coltello verso Mario e Walter, che si mettono con la schiena contro la porta della
sala da pranzo e della cucina, impauriti.
MARIO (a Barbara) Lasciamo perdere.
WALTER Sì, lasciamo perdere.
CARLA (a Walter, urlando tra le lacrime) Sta' zitto! Basta! Cinque!
Carla corre verso Walter, il coltello puntato verso i suoi genitali.
WALTER Carla! No!
Walter corre in fondo a destra, fino ai piedi delle scale.
MARIO Walter! Non te ne andare!
Mario trattiene Walter. Barbara insegue Carla e la trattiene, poi la consola.
BARBARA (gentilmente) Non vorrà veramente tagliargli le palle, eh signora Rossi?
CARLA (attraverso le lacrime) Sì, sì, signora Rossi... una voglia irresistibile!
WALTER Aiuto!
Walter prova nuovamente a salire per le scale.
MARIO (a Walter, prendendolo per il braccio) Walter, ho bisogno di te!
WALTER (liberandosi) E io ho bisogno delle mie palle!
MARIO Ma Walter.
In cima alle scale appare Nonno. Walter esce in cima alle scale, e contemporaneamente spinge
Nonno che cade sugli ultimi gradini.
NONNO Se la polizia ha bisogno di testimoni... io non ho visto niente. Stavo in spiaggia.
Nonno esce in cucina. Mario, molto nervoso, guarda Carla e Barbara dalle scale.
BARBARA Tutto a posto.
CARLA Che resti di sopra!
BARBARA So che cosa le ha fatto, ma non è un buon motivo per tagliargli le...
Durante la replica seguente, Barbara fa sedere Carla sul divano.
CARLA Ah, se lei sapesse quello che mi ha fatto, capirebbe che ho tutte le ragioni...
Carla si alza per inseguire Walter, ma Barbara la trattiene.
BARBARA Ma, signora Rossi... (Barbara le prende il coltello) In fondo, in fondo, sono sicuro che la ama.
CARLA (guarda Barbara sconvolta) Cosa?!
Barbara e Carla sono sedute sul divano, Barbara a destra, Carla a sinistra. Mario, molto
preoccupato, le osserva davanti alla porta della cucina.
BARBARA La ama.(Barbara si allunga per posare il coltello sul tavolino dietro al divano) Sa cosa dovrebbe fare?
CARLA (monocorde) Cosa?
BARBARA Gli dica di non dormire più di sopra e di raggiungerla nel suo letto.
MARIO Non penso che sia una buona idea.
Mario cerca di sollevare Carla, che resiste.
CARLA Quello scarafaggio nel mio letto...
BARBARA Un po' di coccole prima di addormentarsi, risolvono un sacco di problemi.
MARIO Non penso che la signora Rossi sia una fan della medicina alternativa.
Mario prende Barbara per il braccio per farla alzare.
CARLA Assolutamente no! (a Barbara) Lei accoglierebbe nel suo letto il suo inquilino?
BARBARA (sorpresa) Beh, no!
CARLA Allora non chieda a me di farlo con quel deficiente di Fattore! Non sono mica Lady Chatterley, io!
BARBARA Non capisco!
CARLA Il mio inquilino di sopra! Walter Fattore!
BARBARA (senza capire) Walter...?
MARIO (a Barbara, interrompendola) E' ora di andare, signora Rossi.
BARBARA (a Carla, ridendo) No, lei non ha capito. Le stavo dicendo di andare a letto con suo marito! Lui. (si gira ed indica "di sopra")
CARLA Ma io non sono mica sposato con quella nullità lì sopra!
BARBARA Eallora, chi è suo marito?
CARLA Ma lui!
Carla punta il braccio verso Mario. Una pausa. Barbara segue la direzione del braccio e guarda
Mario.
MARIO C'è qualcosa che avrei dovuto dirvi molto tempo fa. Ma prima di dirlo. Voglio che sappiate... (Mario si mette davanti a Barbara e Carla che sono sedute alle estremità deldivano, fissano Mario)
Tiamo.
Sono un marito felice.
Sei una moglie adorabile.
Mi hai dato un figlio che adoro.
Non so come potrei vivere senza di te.
Guarda Carla. Barbara fa Io stesso.
Nésenza di te.
Guarda Barbara. Carla fa lo stesso. Poi le due donne girano lo sguardo verso Mario.
Sì. Mi dispiace. Sono sposato con tutt'e due. (Mario si siede tra loro. Carla e Barbara guardano davanti a loro senza dire niente. Mentre dice quanto segue, Mario si alza per posizionarsi dietro al divano, tra le due donne) Beh. Carla, oggi porterò via le mie cose. Dormirò in albergo. Barbara, spero che tu mi lasci fino a domani. Spero solo che quando sarò condannato per frode fiscale, mi concederanno gli arresti domiciliari. Sennò, capisco... che non avrete nessuna voglia di venirmi a trovare in prigione. (con dolcezza) E grazie ancora. Grazie Carla, per i tuoi panini al pollo e l'arrosto di maiale. Grazie Barbara, per i tuoi panini prosciutto e formaggio e le insalate ai germi di soja. E, ripeto, mi dispiace.
C'è una pausa, e poi Carla e Barbara si guardano negli occhi.
CARLA Signora Rossi?
BARBARA Sì, signora Rossi?
Non riescono o trattenere una risata.
CARLA (ridendo, a Barbara) Glielo dici tu?
BARBARA (ridendo, a Carla) Sei sicura?
CARLA (ridendo, a Barbara)Sì, sì.
BARBARA D'accordo. (a Mario) Mariuccio. Lo sappiamo da anni.
Da dietro il divano, Mario passa davanti alla poltrona di sinistra.
MARIO (stupefatto) Voi lo sapete da...
BARBARA (a Carla) Quanto tempo? Una quindicina d'anni?
MARIO Quindici anni?
BARBARA (alzandosi) Non siamo mica cretine, tesoro.
CARLA (alzandosi) Le tue scuse, a volte, erano proprio ridicole...
BARBARA E poi, settimana dopo settimana...
MARIO Cosa?
CARLA Questasera no, sono troppo stanco...
BARBARA Epoi hai un gran difetto.
CARLA E BARBARA (insieme) Parli nel sonno.
BARBARA Allora un giorno ho cominciato a seguirti.
MARIO (offeso) Barbara!
CARLA Eanch'io ho fatto lo stesso.
MARIO (offeso) Carla!
BARBARA E così ci siamo incontrate.
MARIO Come?!
CARLA E abbiamo deciso che alla fin fine non era poi così male.
BARBARA Sì.Così non ci stai sempre tra i piedi.
CARLA E ci vizi da morire per non farci sospettare nulla.
BARBARA E poi, quando ci vediamo, è divertente scambiarci i nostri punti di vista.
MARIO Aspetta, aspetta, aspetta. Vi vedete?
BARBARA Molto discretamente.
CARLA Una o due volte all'anno.
BARBARA Eabbiamo sempre evitato di mostrarci le foto dei figli.
CARLA Per paura di reagire se una incontrava il figlio dell'altra.
MARIO Ma se siete nella stessa casa da dieci minuti e avete fatto come se non vi conosceste.
BARBARA Beh, sì. Dovevamo comunque darti una lezione.
CARLA E a quell'altro pure. (indica le scale)
MARIO lo sapete da quindici anni? (fanno segno di sì con la testa) Tutt'e due? (fanno segno di sì con la testa. Mario adesso passa davanti al divano di fronte alle due donne. Pausa) Trovo che il vostro modo di agire sia... allucinante... e poi... un'ignobile tradimento dell'istituzione del matrimonio...
CARLA E BARBARA (insieme, ridendo) Ooooh!
Lo tirano sul divano in mezzo a loro e lo baciano ognuno su una guancia. Walter, ormai vestito, scende le scale.
WALTER Beh, io vado. Dov'è papà?
MARIO (ancora furioso) Walter, c'è qualcosa che forse dovresti sapere...
WALTER Non voglio sapere più niente. Parto in vacanza con papà. Sbrigatela da solo con...
Indica vagamente le due donne.
MARIO Walter, tutto a posto.
Walter avanza lato sinistro.
WALTER Me ne frego. Se pensi che io resti un minuto di più per farmi castrare da Carla • • • (si ferma) Ma, ti stanno baciando... tutt'e due.
MARIO Sì.
WALTER E sorridono.
MARIO Sì. lo sanno da quindici anni.
WALTER E io da due ore a questa parte, ho rischiato almeno dieci volte un attacco di cuore!
CARLA E non hai rischiato solo quello!
BARBARA Te lo sei meritato.
WALTER (si abbandona nella poltrona di sinistra) Quando ripenso...
Si apre la porta e arriva Alice.
ALICE Ho appena incontrato Giacomo. (tutti si girano a guardarla) E' adorabile! E' così educato, anzi premuroso. Mi ha preso per il braccio. Mi ha scortato fino in strada. Mi ha detto di fare attenzione mentre salivo sul marciapiede.
Mario va verso di lei.
MARIO (dolcemente) Alice...
ALICE E' proprio simpatico, e, beh... lo sapevo, anche molto carino.
MARIO (dolcemente) Alice...
ALICE Stasera andiamo in discoteca. Mi ha detto che non c'è gran ché da vedere, ma che per me non ha molta importanza, (riflette un attimo) chissà perché mi ha detto così... ma che la musica è mortale.
MARIO Alice.
ALICE Ah, sì! Vuole pure regalarmi un cane!
MARIO Alice. Non vi dovete più vedere.
ALICE Sì, e ci telefoniamo pure, perché dirà a suo padre che non ne può più di non avere il telefonino. Allora, anch'io ne voglio uno.
MARIO (disperato) No, smettila! Dovete smetterla!
ALICE Papà, non ricominciare!
MARIO (ancora più disperato) Alice, ascoltami. C'è una ragione particolare.
ALICE Non ascolto più niente. Ti ho detto che lo trovo super simpatico. Tutto qui. Non ho mica detto che volevo andare a letto con lui e farci dei figli.
MARIO Alice!
ALICE Ma se vogliamo farlo, lo faremo! E adesso scusami, ma mi sta aspettando.
Alice esce di corsa dalla porta d'ingresso.
MARIO (grida) Alice! (a Carla) Carla, dobbiamo dirglielo!
Sta per uscire, ma Carla lo ferma.
CARLA No, lascia.
MARIO Ma deve sapere.
CARLA Sapere cosa?
MARIO Ma che non hanno nessun futuro insieme! Hanno lo stesso padre!
CARLA No. (c'è un silenzio, durante il quale Mario incassa lo choc) Non sei il padre di Alice. Mi dispiace, Mariuccio. (pausa) Una sola volta. (pausa) Eri sempre fuori. Non mi toccavi da più di due mesi. In seguito... ho scoperto che era stato dopo la nascita di Giacomo. Ma, all'epoca, non avevo ancora incontrato Barbara. Non sapevo cosa stesse succedendo, ma sapevo che c'era qualcosa. Allora, una sera ho cercato una spalla... e... E' stata l'unica volta.
MARIO (facendosi coraggio) E la spalla, chi era?
CARLA Beh, l'unica persona che avessi a portata di mano.
Carla si gira verso Walter. Mario guarda Walter. Walter si alza, a bocca aperta. Alza il dito per
dire "una volta sola".
WALTER Una volta, Mario. Tu fai "sosta alternata" da vent'anni. (Mario si rimbocca le maniche e avanza verso Walter. Walter è inchiodato) E non sapevo di essere il padre di Alice. Te lo giuro. Anzi, non so come mi ci potrò abituare.
CARLA (a Mario) E' vero, Mario. Non l'ho mai detto a nessuno.
BARBARA Neanche io lo sapevo.
WALTER Vedi. Dopo tutto quello che ho fatto per te, non puoi volermene di aver consolato Carla in un momento di sconforto.
Mario mette la mano sinistra sulla spalla di Walter e sta per dargli un pugno in faccia. Il suo movimento si trasforma in un abbraccio.
MARIO (pausa) Sììì. (gran sorriso) Hai ragione. In fin dei conti, sei il mio migliore amico, non potrei mai volertene...
Walter è sconvolto e si abbandona sulla poltrona.
WALTER Vi prego, svegliatemi.
Si schiaffeggia sulle guance. Intanto Mario passa dietro il divano.
MARIO ...perché sono veramente fortunato. Due donne stupende, che mi hanno dato due figli fantastici, che ci daranno una miriade di nipotini. La vita è veramente bella.
Nonno entra dalla cucina, lasciando la porta aperta. E' vestito con un mutandone sul quale ha messo un costume.
NONNO (entrando) Bisogna fare i chilometri, per arrivare alla spiaggia, sai?
MARIO Circa trecento. Ma domani ci andiamo tutti. Promesso!
S I P A R I O