Che dio mi piacerebbe?
Monologo in un atto, scritto da Giovanni Castelli, Ravenna, 13 giugno 2013.
La prima voce è una voce fuori campo registrata dello stesso attore o di un’altro attore o il medesimo con un tono molto austero e diverso, che parla come un alter ego.
La scena è vuota e deve ricordare l’incontro fra il personaggio e sé stesso, le parole chiave dei discorsi sono proiettate sul fondale.
(Il richiamo a Berlusconi come esempio di personaggio politico negativo può essere associato all’equivalente del momento, analogamente per gli altri personaggi dell’attualità citati).
1- (pontificante) Credo in Dio, creatore del cielo e della terra, …
2- (con aria seccata e questionante) Ma che senso ha, che senso ha oggi per la mia esistenza … ciò? Lo devo ringraziare? (rivolto al cielo) Lo devo ringraziare? E poi? E poi? Ma certo che posso pensare che tutte le cose sono state create, tutte le cose sono create da dio, io compreso, e anche che ciò sia stato fatto bene, magari molto bene, anche (sconsolato) se il male rimane presente nella nostra vita e non è solamente quello che ci facciamo con le nostre mani. (più infervorato)Tutti hanno avuto dei genitori che li hanno generati, cresciuti ed istruiti, ma non sivive una vita di riconoscenza ai genitori, anzi si prende la propria strada, si fanno scelte autonome senza dipendere da loro … e guai se non fosse così, e poi i genitori muoiono e non ci dicono più niente. Allora che senso ha credere nel dio creatore? Se dio richiede da me un debito di riconoscenza, e poi un debito di quanto? Magari infinito, perché mi ha creato ed ha creato le cose e le persone che mi circondano, beh ... se è così, mi sembra un dio poco disinteressato, molto egoista, si poteva risparmiare di stancarsi in quei 7 giorni! Ma che se ne stia là dove sta che a me non cambia alcunché! Quanto al fatto che io non mi sia fatto da solo e che quindi sia una CREATURA, beh questo mi sembra proprio evidente, ma forse non lo è per tutti, ché ne conosco di tipi presuntuosi che forse credono e praticamente vivono come se si fossero fatti tutti da soli.
1- Ma dio è anche onnipotente, per dio non c’è il tempo, vede il passato e il futuro tutto sta davanti alla sua onniscienza, cosa credi di essere tu? Se non un minuscolo essere in confronto a lui, prostrarti e adorarlo è il massimo che puoi fare!
2- (arrabbiato) Se è così! Se è proprio così! Allora posso dire una cosa? Posso dire quello che penso senza remore? Ma che se ne stia là, dove ca...volo sta, con tutta la sua onnipotenza e onniscienza, perché a me, di questa vita, lui con tutta la sua grandeur non mi cambia un acca. E non è una sfida … ma è una semplice constatazione.
1- (più accondiscendente) Ma perché il dio creatore ci ha dato la libertà che è solo degli esseri umani!
2- (sempre arrabbiato) E allora? Ché mio babbo ad una certa età non mi ha lasciato libero di andare, di fare quello che credevo giusto per me? Anche il padre della parabola del figliol prodigo lascia andare il figlio e anche con la sua parte di eredità, a me di eredità non me ne è capitata nessuna ... altro che sperperare … lavorare e risparmiare ...
1- (professorale)Ma si intende il libero arbitrio, la capacità di scegliere senza obbligo fra il bene e il male. E l’eredità che il padre del cosiddetto figliol prodigo è proprio la libertà e la possibilità di fare il bene …
2- (polemico) Si! Bello, ma poi mi chiederà conto al suo giudizio, e perciò mi potrà dannare eternamente! Anzi per colpa del padre Adamo, ci mette in colpa tutti quanti! Ma va! Per me se non mi avesse dato la libertà sarebbe stato un dio carceriere, perché non mi ha fatto come un animale, mi ha fatto la testa per capire, perché quelle tavole del Sinai le ha scritte il Mosè, mica dio, e Mosè, un uomo come me, anzi neanche Mosè ma quei furbastri che al tempo di Giosia, circa 600 anni prima di Cristo, raccolsero racconti e leggende per la sua storia e le altre del popolo ebraico … comunque, vero o inventato che sia, Mosè capisce cosa è bene e cosa è male e
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lo scrive per il suo popolo, un popolo di zoticoni, di dura cervice, quelli sì che non avevano un minimo di riconoscenza, dopo quello che il Signore aveva fatto per farli uscire dall’Egitto, le sette piaghe e l’ultima era proprio una carneficina dei figli dell’Egitto! tutti i primogeniti degli egiziani a cominciare dal figlio maschio del faraone, e poi perché gli ebrei erano quelli che erano, dice, è Mosè che parla, dice che quelle tavole le aveva scritte il Signore, chissà che sacralizzandole e facendo ben giurare su di esse a tutti che non avessero meno tendenza al male, oddio non è che oggi sia cambiato molto, ... e i profeti glielo dicevano a quel popolo di dura cervice, poi, se continuate così a fare gli stronzi, il termine non era questo, ma il concetto sì, verranno guai, e zàcchete (accompagnato col segno di tagliare il collo) arrivarono gli assiri, e via … ammazzamenti, deportazioni, guai senza fine, ma loro no continuarono a fare gli stronzi, e zàcchete che arrivarono i babilonesi, e di nuovo si ripeterono deportazioni, ammazzamenti,… alla fine fanno anche compassione, un piccolo popolo messo a cuscinetto fra le super potenze del tempo, nel bel mezzo della cosiddetta fertile mezzaluna, ma poi non è finita, fecero gli stronzi anche con i romani che erano molto più grossi di loro, si credevano di fare come Davide e Golia, e invece zàcchete e … e dopo quasi 2000 anni zàcchete che arrivarono i nazisti e ne ammazzarono a milionate, ma questa volta i veri stronzi erano i nazisti, e zàcchete.... cosa ci sarà
dopo, … la vendetta biblica dei palestinesi che hanno letto il libro di Ester per imparare come si fa. (concludendo)Ma ritorniamo al dunque, … e se dio non mi avesse dato la libertà, come sarei? mi dovrei comportare istintivamente come un animale, sapendo criticamente cosa sto facendo di bene o di male! Noooh! E’ tuttavia vero che c’è gente che vive proprio così! Eh! (entusiasticamente)Bella la libertà e bella la ragione, o bella la ragione e bella la libertà, matoglietemi quel giudizio finale! Per favore!
1- Ma il dio della Bibbia è …
2- (interrompendo bruscamente) Proprio di quello volevo parlare: non ti sei mai accorto che gli scrittori della Bibbia piuttosto che svilire l’uomo preferiscono far fare brutte figure a dio, sarà perché a lungo andare questo processo doveva finire nella kenosis di dio, nel suo abbassamento? Comunque la storia inizia fin dal Paradiso Terrestre dove dio, che dice di aver fatto bene tutto, ci lascia però in giro un serpente tentatore, e lascia le sue due più importanti creature, Adamo ed Eva, sole sotto l’albero dai frutti del destino, … ma che dio era se non sapeva prevedere quello che poi avrebbero fatto quei due? … Che non sapeva che li aveva fatti più curiosi delle scimmie, con una insoddisfazione di tutto che genera desiderio di essere sempre di più, di poter diventare come lui, di avere la conoscenza e quindi il potere sul bene e sul male … perché quel mitico serpentello è dentro il cuore o la testa dell’uomo e della donna, creati, come dice il testo antico, a sua immagine e somiglianza, la tentazione viene dal nostro profondo: magari nello stesso momento che qualcuno, soprattutto se autorevole, ci dice di non fare una certa cosa senza dirci perché allora subito pensiamo per sfidarlo a voler provare cosa succede, magari quando non ci vede! … e poi è successo quello che doveva ovviamente succedere e poi s’incazzò … hops, s’arrabbiò e così tutta la colpa del male del mondo ricadde da allora in poi sull’umanità e lui rimase il Santo e noi i peccatori, e invece l’errore, nel mito, l’ha fatto lui, ... e succede sempre così: di Abele accettò i sacrifici facendo ingelosire Caino, che lui lo sapeva che Caino era un violento, e poi tutte le colpe cadranno su di lui, ma poi avrà un po’ di compassione anche per Caino … poi gli uomini sono così cattivi, ma non li aveva fatti lui così bene? Mah, … che ci dà una bella sfoltita con il diluvio universale, che quasi quasi li annegava proprio tutti, … poi la serie delle figuracce è notevole tant’è che sotto il Sinai mentre lui e Mosè scolpivano le tavole della legge il popolo pensò di farsi un dio, un vitello d’oro, un po’ più decente. Così che Mosè, che era pure lui un po’ violento, un assassino … ma per amore della giustizia, pensò bene di farne fuori i più, così imparano … e per secoli il potere ha ragionato con quella logica … anche Stalin, che aveva imparato alle scuole religiose russe, faceva così ... tutti i dissidenti li mandava in Siberia al freschino, cioè alla morte in breve tempo, un po’ come facevano contro gli eretici dai donatisti ai vari pauperisti … la Santa Inquisizione … Santa perché? Che figuraccia ci fa dio! Anche fino alla fine ... il suo figlio sta morendo in croce e gli chiede un aiuto ... un segno per non
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sentirsi solo e lui zitto...ZITTOOO … Ma ci pensate se fosse vostro figlio sul patibolo che vi chiamasse … mentre viene messa in risalto la figura umana del figlio in quel grido … quello che diceva che lui e il padre erano una cosa sola … ma nel momento del trapasso … in quel momento ... che pena!
1- Ma infatti chi deve essere salvato è l’uomo non dio! Anche se poi nella storiaci sono stati i difensori di dio e dei diritti di dio, che il più delle volte i diritti di dio coincidevano con il potere dei difensori della fede a scapito dei cosiddetti eretici o scismatici, come se dio debba essere difeso o abbia bisogno di avvocati per farsi valere o che so! per non farsi imbrogliare, ma da chi? E come?
2- Però se dio ci fa una brutta figura è anche vero che l’uomo spesso non è molto meglio, anzi la malvagità sembra essere proprio tutta e solo umana; se mai è capire perché il Signore la permette, e questo per molti è un vero problema. Ma per me resta più problematico l’opposto e cioè quello della bontà umana non della cattiveria: che Berlusconi sia un uomo malvagio non ci sono dubbi e mi sembra tutto logico e normale, il problema è spiegare perché Berlusconi in qualche seppure rara occasione sia stato magnanimo! Quando vediamo il comportamento buono, amorevole, disinteressato, il sorriso dei più giovani, la serenità dei più vecchi, non ci sentiamo coinvolti nel nostro profondo come se ci fosse in quello che vediamo e proviamo qualcosa che ci trascende? E’ quindi spiegare perché, malgrado tutto, esiste ancora una scintilla di bontà, questo
èil problema! … C’è chi pensa che l’umanità nel suo complesso oppure in toto sia come un uomo singolo che stia crescendo e nell’analogia crede che ora stia passando dall’adolescenza alla maturità, alla consapevolezza di sé e alla coscienza di avere in mano il proprio futuro e come una persona nella prima fase della maturità non cerca più un dio padre, o un dio controllore o giudice e tantomeno un dio tappabuchi per risolvere i propri problemi. Sarà vero? Mah! Per me è un’analogia come tante altre … avrà anche qualcosa di vero …. mi basterebbe che l’umanità-uomo smettesse di giocare a fare la guerra; io personalmente ho smesso poco dopo gli undici anni, sarà stata la lettura dell’Iliade che a quei tempi si faceva alle scuole medie? … ma smisi di giocare a …(mimando) bum ... bum ... bum ... sei morto ... no sei morto tu … ho sparato prima io
... no prima io ... Ma l’analogia mostra anche la forte discrepanza fra lo sviluppo tecnico-scientifico e il pensiero umanistico: è come se l’umanità-uomo fosse cresciuta in modo diseguale e ancora con una mentalità immatura avesse a disposizione le possibilità di agire che necessiterebbero di una dose molto maggiore di maturità: un ragazzino armato con licenza di uccidere, un orbo alla guida di un’automobile sportiva, … è proprio da dire “ma quand’è che quest’umanità mette la testa a posto?!” … e con la globalizzazione questo fatto è ancora più drammatico perché l’ingiustizia che si attua là si ripercuote qua, o detto diversamente siamo responsabili anche delle ingiustizie che succedono nel posto per noi più lontano della terra, è che di ciò ci dimentichiamo molto volentieri. Ma è anche vero che non sappiamo come affrontare un problema globalizzato: dall’economia al disarmo, dall’inquinamento ambientale alla fame nel mondo, ecc ecc … siamo fondamentalmente dei pivelli ignoranti e presuntuosi; ma le generazioni future ci giudicheranno e sarà, forse, un giudizio peggiore di quello che abbiamo dato noi ai nostri recenti avi, quelli delle guerre coloniali e mondiali, di Auschwitz e di
Hiroshima, centinaia di milioni di morti sulla loro coscienza … ma noi oggi possiamo fare e non facciamo … Altro che giudizio di dio, altro che giudizio finale, saranno i nostri figli e nipoti a giudicarci e purtroppo anche a maledirci …
1- (sempre pontificando) Ma è il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, il Dio dei nostri padri, non si dovrebbe pronunciare: ypsilon acca vu doppio acca … YHWH! Il Dio che fece uscire gli ebrei dall’Egitto, come tu hai detto!
2- (ancora più polemico e teso) Ma questo senso di popolo più o meno tribale chi lo sente più? Forse i leghisti padani che si sono inventati l’eredità celtica, che nasconde solo la loro paura degli immigrati e la loro mancanza di identità. Forse gli integralisti ebrei (ammesso che ci credano ancora, dopo la Shoà, o sono diventati tutti quanti degli atei?!), ma sarebbe meglio per gli ebrei che si dimenticassero della sua promessa, se è per quella maledetta terra che stanno
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martirizzando i palestinesi, e come ho detto, non ci sarà da stupirci se un giorno ci sarà la loro vendetta se gli israeliti continuano a fare gli stronzi, i profeti gliel’hanno detto e ripetuto. … È vero, era il Dio di mio padre e di mia madre ma è obbligatorio che abbia lo stesso valore per me? E poi, cerchiamo di essere realisti, forse il concetto di Dio che aveva mio padre era come quello di mia madre? O come un eventuale concetto di Dio che potrei avere io? Perché dovrei continuare a credere in un’idea così?
1- E’ il dio dei patriarchi che …
2- E il dio di Abramo non era tremendo? Atrocemente tremendo! Lo fa penare una vita con solo delle promesse e poi quando, sia lui che la moglie erano vecchi, gli fa avere un figlio, Isacco, un unico figlio e ancora tante promesse alla grande, insomma da dio, di una stirpe numerosissima, che a quei tempi voleva dire tutto … per l’istinto ancestrale di propagazione dei propri geni, così dicono i biologi odierni, ... ma veramente aveva avuto Ismaele da una relazione, extra coniugale, ma con la moglie Sara consenziente, erano tempi molto simili a quelli attuali per certi aspetti. Ma non poteva ricolmarlo di figli quando era il momento? Poi, quando Isacco era già grandicello, il dio, veramente …. la parola giusta è quello str… strano, gli chiede di offrirglielo in sacrificio! E
Abramo ubbidiente lo va a fare! mica si ribella! Che se avesse voluto l’avrebbe anche fatto come si era permesso di controbattere al Signore per la distruzione di Sodoma e Gomorra. Forse era scontato sacrificare il proprio figlio e già perché a quei tempi molti facevano proprio così: cananei, filistei, … anche i cartaginesi (secondo i loro nemici giurati, cioè i romani) ... facevano sacrifici umani, magari più spesso delle figlie femmine, sano maschilismo di allora (ma che si ripete ancora in India e in Cina), un po’ anche per un controllo demografico, ma soprattutto per ingraziarsi gli dei, eh guai a non avere gli dei dalla propria parte; chi poteva garantire le piogge per le semine o il sole per i raccolti o le vittorie nelle guerre? Chi poteva tenerli lontani dalle malattie o difenderli dai nemici? E se fosse successo un diluvio o una stagione secca senza raccolto, era certo che ciò fosse causato dai peccati umani e per non avere fatto sufficienti offerte agli déi, e quale offerta poteva essere più desiderata da quei déi bramosi se non quello che l’uomo aveva di più caro e cioè dei propri figli, magari proprio dei primogeniti, e nel caso di Abramo dell’unico figlio e SICURO che non ne avrebbe avuti altri, che ormai la macchinetta non funzionava più? Ovviamente sapere il parere su questo sacrificio da Sara, la moglie e la madre, che aveva partorito e allattato quell’unico caro figlio, era assolutamente inutile, allora donne anche madri e anziane dovevano solo ubbidire. Qualcuno dirà che è ancora così basta pensare al problema dell’aborto, chiusa la parentesi. Però all’ultimo momento il dio di Abramo lo ferma e gli sostituisce il figlio con un ariete. Lieto fine del dramma, a parte per l’ariete, la morale è che dio non vuole i sacrifici umani e perciò era un racconto rivoluzionario per quei tempi, chi l’ha scritto sapeva che questa era la forma per farla capire a quella gente: Abramo ci fa la figura dignitosa, ma un po’ assurda, del fedele obbediente oltre ogni ragione. Ma anch’io sarei così se dio mi parlasse a tu per tu come faceva con lui; il figlio è obbediente al padre, che a quei tempi era la normalità, oltre ad essersi mostrato un bravo e buono bambino, ma qualche dubbio lo mostra; Sara non compare nella scena e comunque sarebbe restata muta di fronte al comportamento del patriarca; infine dio ci fa una figura pessima. Poi i cristiani vedono in questa triste e drammatica storia, inventata per mettere fine alle cruente tradizioni dei sacrifici umani, un’immagine del sacrificio di Gesù, che è stato interpretato molte volte come la necessaria equiparazione per la giustizia divina ai tanti peccati umani. Così che dio ci fa ancora un’altra volta una figura del sanguinario e ci dà la colpa anche a noi per i nostri peccati della sofferenza del crocefisso. Una perversione del ragionamento che ci rende tutti, in quanto tutti peccatori, anche dei sadici nei confronti di un fatto di 2000 anni fa, mentre continua ancora l’apologia tutta cristiana del sacrificio, del dolore e di tutte le forme di rinuncia con il relativo terrorismo psicologico. E c’è ancora chi pensa, ma spero che siano in pochi, che la storia dell’antico sacrificio agli dei o all’unico dio si ripeta ogni giorno nel sacrificio, per fortuna incruento, nel rito della messa per opera dei cosiddetti sacerdoti, non presbiteri, cioè anziani, come dovrebbero essere chiamati, con relativa condivisione della sacra offerta da parte dei fedeli.
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1- (professorale)Dio è l’assoluto!
2- (con sufficienza)No grazie, non mi interessa, questa idea di dio metafisica dava già ai nervi aPascal, … io vorrei un dio relativo ... relativo a me ... prima di tutto, che sia umano verso me e che sia molto concreto, ma nello stesso tempo che non sia definibile, e che non assomigli neanche lontanamente ad un umano come Berlusconi! (un po’ stupito)E in questo senso forse Gesù è quello che assomiglia di più a questa idea, forse per questo quell’uomo è diventato il Messia, il Cristo, l’unto di dio, … E poi a Mosè che glielo chiese direttamente quello rispose in modo sibillino: “Io sono colui che sono”, così è stato tradotto, ma nella mentalità del periodo, non metafisica, sembra intendere “Io sono quello che vi è o vi sarà vicino”, oggi si direbbe volgarmente, come parlano anche certi ministri, “ma che c... cosa te ne frega, stai tranquillo che sono con te”. Più che di assoluto direi che è un dio presente e decisamente preoccupato del suo popolo. Un dio o un’idea di dio che sceglie quel popolo ed è da esso corrisposto come il proprio unico dio, ma che poi nel tempo evolverà in un dio o un’idea di dio che ama tutti i popoli e tutti gli uomini.
1- (continuando la lezione) Ma Dio farà la giustizia, la vera giustizia, nell’aldilà e alla fine anche sulla terra.
2- (in modo ironico)Già chissà quanto mi fa felice sapere che so io… che Berlusconi vada poiall’Inferno, che gli starebbe proprio bene … che io, fra la gente del nostro tempo, uno così, ma proprio così imbroglione mica ne ho mai visti …. Dante i suoi nemici li mise tutti nel suo
inferno, anche quelli che erano ancora vivi ... Ah, se potessi ci ficcherei subito il berlusca, dove passa lui arriva la rovina … per gli altri, per lui no. La disgrazia peggiore per l’Italia dal dopoguerra ad oggi … Mi viene da piangere e da ridere perché questo senso di giustizia, se fosse vero, mi dà una certa soddisfazione ma poi penso che anche il berlusca è una conseguenza più che l’artefice del berlusconismo, e che all’inferno ci dovrebbero andare tutti quelli che sono berlusconisti e che l’hanno votato e allora, a parte che sarebbero veramente tanti a scendere negli inferi, a parte questo, mi chiedo se non è anche colpa mia che sia successo tutto ciò, … non capisci … tutto ‘sto decadimento spirituale e morale dell’Italia è anche perché chi poteva, compreso il sottoscritto, non ha fatto niente, niente per evitarlo … E qui il discorso diventa lungo
…Però credo (mi sfugge questa parola, … ma non nel senso che tu credi, perdonami il gioco di parole) dicevo: credo che per gli uomini, perché è così anche per me ma per Berlusconi no! quindi riprendo, credo che per molti uomini ci sia la speranza che la giustizia, non quella divina, ma quella terrena possa essere veramente una giustizia veramente giusta, che anche se non sarà mai come quella divina, tenterà di essere il più possibile simile a quella divina, che poi non si sa se veramente esiste. Poi per quando dio verrà sulla terra per l’ultima ora del giudizio finale … (tristemente)mi fa tanto pensare ai testimoni di Geova. Da piccolo rimasi terrorizzato dal lororacconto della prossima fine del mondo, poi sono diventato vecchio e di fine del mondo c’è stato solo il berlusca, che schifo di fine … ma passerà anche lui. Se ci sarà una vera fine sarà fra milioni di anni se non miliardi penso che non mi debba proprio preoccupare della fine …
1- (come chi ha trovato una via di passaggio nella chiusura dell’altro) Della fine del mondo forse no, ma della tua fine, di quella si, di quella ti devi preoccupare …
2- (risentito)Eh no, questo non è proprio un discorso da fare, sono passati secoli e secoli che ci hanno inculcato la paura della morte e del giudizio successivo per indurci nella fede nel dio, salvatore di un popolo corrotto e peccatore, per poi dirci, nel Concilio ultimo, che erano tutte balle che quasi quasi l’inferno non esiste, o che forse se esiste non ci va proprio nessuno ... ma allora perché il buon dio l’avrebbe fatto? Creato dicono i teologi, creato dal nulla! Mah!? Forse neanche Hitler, con tutta la gente che ha fatto sterminare, forse neanche lui c’è andato all’inferno, ed è morto suicida almeno così si dice, ciò mi ricorda quel filosofo tedesco, quello che non ha rifiutato il nazismo … Heidegger, proprio Heidegger, lui, “esserci-per-la-morte”, l’angoscia che viene dal sentimento della propria fine è la chiave della porta della vita autentica
... Ma quanto era lugubre, più o meno come certi predicatori di 500-600 anni fa. La morte fa parte della vita biologica, punto e basta: nascere, vivere, riprodursi, morire, questa è la vita, che 5
ci piaccia o no, è un dato di fatto, … ma non si vive in funzione della morte come sembra dicesse Heidegger, dico sembra perché, le malelingue dicono che nessuno l’ha mai capito veramente, se mi chiedi per che cosa si può vivere … perché chi trova un ideale per cui battersi … o chi trova un amore da coltivare … o chi ha delle passioni artistiche … beh queste sono le cose per cui si vive o non si vive vanamente … per i nostri figli e per il loro futuro e che sia migliore di questo, che già sembra che per tante cose si stia peggiorando, noi, di sinistra, ci siamo battuti politicamente per la giustizia nel mondo del lavoro, ed oggi impera la disoccupazione e la precarietà, … non c’è lavoro per tutti … allora cominciamo a lavorare un po’ di meno tutti e con il tempo libero in più a pensare alla nostra animaccia, comincino coloro che guadagnano dieci, venti … perfino 400 volte un normale operaio o impiegato a dividere il loro guadagno … se seguissi la legge del contrappasso, come Dante, li obbligherei a mangiare in proporzione ai loro introiti: il guadagno è come quello di 20 operai allora mangia e defeca di conseguenza, ogni giorno 20 colazioni, 20 pasti, 20 cene, … E Berlusconi che direttamente o indirettamente guadagna ogni anno come migliaia di operai … Dritto in galera e buttare via la chiave nel Po, anzi nell’Atlantico.
1- Vedi il male ha conquistato il mondo da quel giorno in cui Adamo ed Eva disubbidirono al comando del Signore, e fortuna che Gesù è venuto a salvarci e con il suo sacrificio ha redento il mondo.
2- Ma come si fa a credere in un simile racconto mitico, già i teologi moderni l’hanno tutti più o meno riveduto: creazione continua, universo in evoluzione, l’Eden, se esiste, sarà nel futuro non nel nostro passato, il male è il segno della nostra imperfezione altro che benefica caduta, felix culpa alla latina, come diceva il libico Agostino, un immigrato magrebino per quelli della Lega, peggio di Tettamanzi, e per quella storia, quella di Adamo ed Eva, che siamo corrotti dal peccato e che non ci si può salvare, ma per favore! Ma ti rendi conto che è una presa in giro quella che noi nasciamo con il peccato originale e che senza il battesimo non ci salviamo! Ma va! Quindi se togli il peccato originale, perché non ci si può più credere, non servono più la redenzione e tanto meno la spifferata salvezza! Salvezza poi da cosa?
1- Non vuoi capire …
2- Sei tu che non vuoi capire e te lo rispiego:Adamo anzi, Adamo ed Eva, che disobbediscono al volere di dio, che sembra che avesse fatto apposta a mettere l’albero del bene e del male al centro del paradiso terrestre, (mi piace l’idea che la terra fosse tutta un giardino all’inizio, sarà la mia coscienza ecologista!), l’albero era lì apposta per tentarli, e per il peccato originale originante dio se la prende poi con tutto il genere umano ... tutti noi nasciamo con il peccato originale e senza il battesimo se moriamo anche ancora piccoli andiamo nel limbo... Beh! questa era una vecchia idea che però ha durato diversi secoli, tant’è che quando i bimbi che nascevano, che avevano una probabilità su due di sopravvivere, gli facevano per primo il battesimo e se non ci arrivavano in tempo in opportuni luoghi di culto con le preghiere li facevano resuscitare per qualche istante per poterli battezzare e poi seppellire nel cimitero dei cristiani, perché se non erano battezzati non potevano essere seppelliti lì, come per i suicidi o per il povero Welby ... Ma a parte queste vecchie storie, ma che colpa abbiamo noi? Come nella canzonetta della mia gioventù, perché dio ci deve punire del peccato di Adamo ed Eva? Così dobbiamo lavorare, soffrire e morire, la donna in più anche partorire con dolore, tanto per rimarcare la differenza un po’ maschilista, per colpa di quei due che si perdono nella notte dei tempi? ma che dio é, quanti miliardi e miliardi di uomini, e quando dico uomini intendo sia i maschi che le femmine, devono soffrire per quella colpa? Scherzo! E’ chiara la metafora della Genesi che cerca di esprimere una visione dell’essere umano e del mondo nel mito. Perché il mito entra nella testa di tutti, mentre il discorso morale o quello filosofico no. Ma come mito ci rappresenta effettivamente come siamo e … lasciami scherzare un po’ al riguardo: Adamo è solo e triste, sembra che dica: “Che Paradiso è questo che non si tromba?” e il Signore gli dà la compagna, Eva, così lui diventa maschio, e di lì si parte con la concezione della famiglia patriarcale, che ha tenuto o quasi fino ai nostri giorni.
1- Ah! Ah! Ah! Ammetti quindi che il mito anche se antico ha il suo significato!
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2- Il problema del male e della teodicea, un bel problema per tutte le teologie che non vogliono essere manichee. Ma anche la causa dei dubbi maggiori dell’uomo che di fronte al male nel mondo dubita di dio e di sé stesso e sceglie l’agnosticismo o l’ateismo. Che, detto fra parentesi, a me sembra una scelta di comodo: infatti vorrei sapere se i non credenti per colpa della presenza del male, metti caso vedessero nel mondo solo il bene allora diventerebbero subito tutti credenti? A me sa proprio di no ... E poi fare il bene è di solito più faticoso che fare il male. A parte questi dubbi c’è il fatto sostanziale che se il male non è una potenza trascendente allora non può essere pensato che come assenza di bene, ma perché non il contrario, come i satanisti potrebbero pensare, che è il bene da pensarsi come assenza di male? In realtà il problema della teodicea è un problema mal posto perché noi tendenzialmente cerchiamo una risposta assoluta, definitiva per quel bisogno istintivo di infinito che abbiamo dentro; invece non pensiamo al bene e al male come entità ma solo alla bontà e alla malignità? anche perché quello che era male mille anni fa, magari oggi, è bene e viceversa, pensa per esempio alla poligamia o alla schiavitù oppure che nel medioevo era peccato il prestito ad interesse che oggi è la base dell’economia! E lo sai perché? Perché era come monetizzare il tempo, il tempo della durata del prestito, ma il tempo era di dio e solo suo e cioè era come monetizzare il dono di dio, quasi una bestemmia, pensa! O per fare un altro esempio più recente al principio della patria potestà: che oggi consideriamo come minimo un abuso di potere, e invece una volta era il fondamento religioso e giuridico, come esemplificato dalla storia della monaca di Monza di manzoniana memoria! Quindi, tornando alla bontà e alla malignità, c’è la possibilità che l’uomo sia buono o sia cattivo, e su questo non ci sarebbe da discutere, ma può essere la Natura, con la enne maiuscola, quella matrigna di Leopardi, buona o cattiva? Direi di no, perché essere buoni o cattivi presuppone una libertà di scelta e una volontà di azione che non vediamo nella natura che segue delle leggi, appunto le leggi della natura, o, come altri pensano, il caso, e già con la stessa argomentazione si discolpa nei tribunali per trovare delle scusanti in un reato. Dato per scontato che il male e il bene o meglio gli atti malvagi e quelli buoni li fanno solo gli esseri umani nella loro libertà, viene da chiedersi se ciò può essere anche per dio: ”dio è solo buono o è anche cattivo?” E qui per rispondere alla domanda ci si arrampica sugli specchi, la risposta più chiara ce la dà spesso la Bibbia, per esempio, quando nella creazione fece tutto da solo con le sue parole creatrici, e si diceva a sé stesso, perché non c’era un altro interlocutore, vedi come sono stato bravo! Che belle cose che ho fatto! Bello sforzo sei dio! Vorrei vedere che tu avessi fatto delle cose sbagliate! Poi crea il primo uomo e la prima donna, ma non sono soli, perché scappa fuori, e non si sa come, il serpente tentatore, nel mito una personificazione della malvagità umana (più femminile che maschile così sembra dal racconto biblico), ma allora quell’uomo che era l’apice della creazione, fatto a sua immagine e somiglianza, non gli è venuto proprio bene se appena può diventa malvagio, oppure c’è un po’ di malvagità anche in dio? Forse sono un po’ ripetitivo, scusatemi, e lasciamo perdere anche la storiaccia degli angeli ribelli e decaduti in demoni, anche loro perfettamente creati dal sommo dio, che, non è una storia biblica, ma ci è stata raccontata come vera, e di fede, una vera storiaccia che andava di moda nel mondo babilonese antico, perché non si è ancora finito di raccontare di Satana&Co, non come metafore ma come realtà con gravi conseguenze per le persone sensibili, e per tutte le persone mentalmente ammalate e trattate come indemoniate … finita la parentesi. Mi piacciono queste pagine bibliche perché normalmente, per spiegare il male tutto umano, si fa fare la brutta figura a dio, come per il diluvio universale, e poi Adamo ed Eva si coprono e si nascondono da dio, come due figli che l’hanno combinata grossa quando il padre o la madre, insomma il genitore era assente, ma dio poteva essere assente? Ma? Allora ecco che ‘sto genitore li scopre e che fa? Mica gli dice “ ho capito non vi ho fatti proprio bene bene come pensavo, mi ci è scappato un po’ di istinto maligno nelle vostre testaccie, eh, sapete, voi siete arrivati alla fine di tutte le altre cose create e forse avevo accumulato un po’ di stanchezza, ma dio poteva stancarsi? Ma adesso vi sistemo di nuovo. No, gli dà la colpa e la penitenza che ci tocca a tutti noi per eredità. E poi era il settimo giorno, gli esseri umani cacciati dal Paradiso terrestre a piangere e ad addolorarsi e lui? sai cosa fa? Si
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riposa! Se la gode! Peggio di così non poteva comportarsi il cosiddetto creatore! Pensa un ingegnere, il migliore ingegnere del mondo, che realizzasse un ponte e poi alla prima prova il ponte avesse qualche crepa e perciò si comportasse come il creatore. La conclusione è che la cosiddetta creazione non è finita, che siamo ancora in evoluzione e che “forse” ancora dio la guida provvidenzialmente …
1- (canzonatorio)Comunque se la mitologia antica non ti va più bene perché non te ne fai una nuova … dopo la mitologia dei due fronti: americani contro russi, liberisti contro comunisti … avete quella del neoliberismo, del mercato globale imperante … scusa ma non saprei dire quale è meglio o quale è peggio …
2- Dici bene tu … ma una nuova mitologia mica si fa come a fare una nuova canzonetta eh! Chi lo sa cosa ci vuole? Piuttosto volevo dire che tutto nella nostra testolina è rappresentazione, se pensi ad una penna per scrivere, ad un martello o ad una qualsiasi cosa in realtà pensi a tutte le sue possibili rappresentazioni mentali frutto della tua esperienza, ma queste rappresentazioni mentali non sono obbligatoriamente tutte le rappresentazioni possibili, per esempio un’altra persona può avere esperienze diverse e costruire rappresentazioni mentali diverse, come sanno bene gli informatici che vogliono o meglio vorrebbero modellare il mondo nei computer. Inutile fare degli esempi al riguardo voglio dire che se un martello nella zucca, la testa, è pensato in modi diversi da persone diverse, anche dio sarà pure pensato in modi diversi eppure se ascoltiamo i mistici nessuna di quelle rappresentazioni è quella giusta ... e bene che ce ne saranno davvero tante forse più di una per ogni abitante della Terra, ma dio è il totalmente altro. Ma sai che questo è anche vero per ogni uomo, non c’è bisogno di pensare a dio, se tu mi pensi, se anch’io mi penso, se altri mi pensano …. ognuno mi rappresenta nella sua cucuzzina in un
modo diverso ma nessuno è quello vero neanche io mi riesco a pensare per quello che io sono realmente e completamente. E ciò per vari motivi, come il fatto che io non sono statico ma in continuo cambiamento, e forse anche dio è dinamico anche se ci hanno insegnato la regola: il dio che è, che era e che sarà, è sempre lo stesso dio … sarà … mi piacerebbe poterlo verificare … non so come però. Ma tutto questo discorso lungo è solo per dire che l’analogia, ma forse è di più di una semplice analogia, che la fede o la fiducia, chiamala come vuoi, in un certo uomo o in una certa donna è come la fede in dio, anche se nel primo caso l’uomo o la donna oggetto della nostra fiducia sono ben visibili e anche toccabili mentre dio ce lo immaginiamo solamente.
1- (sta finendo le cartucce di fronte a questo scetticismo ad oltranza) Ma credere in dio dà sicurezza, anche per la fiducia verso gli altri uomini, perché dio è la verità e dio ti dà la speranza nel futuro tuo e in quello di tutti.
2- Mi sembra un discorso da propaganda politica: “votate per lui che pensa alla sicurezza prima di tutto, che darà il lavoro a tutti, che aiuterà i giovani e i vecchi, che penserà anche al modo più giusto per farvi morire ..., brutta quella storia del testamento biologico ... ma restiamo in tema ...
credete in lui che vi darà il paradiso. Quando? Dove? Perché? Ah... tutto dopo la morte. Ah,Ah Ah … dopo la morte, così che nessuno ci ha mai dato una pur pallida conferma. Che sappia io non c’è stato nessun santo che si è sentito proprio sicuro, quello della sicurezza della fede è un imbroglio: nel Vangelo, tanto per fare degli esempi, anche Gesù è tentato, e si pensa che il racconto riferisca anche uno stato d’animo che Gesù abbia dovuto affrontare più volte. Ma poi fra gli apostoli ci sono dei dubbi e delle debolezze umane messe in rilievo, forse per aiutare i neoconvertiti, che sono anche ridicole … e il più “zuccone” e “impulsivo” era Pietro che si volle far diventare il primo perché era un vero prototipo umano, che pure lo tradì malgrado lui fose stato presente ai fatti più miracolosi di Gesù, e ciò fa molto pensare, e poi anche Gesù Cristo, che era quello che era, cioè un uomo, nel momento del supplizio si è sentito abbandonato “Elì, Elì lammà sabactanì” “dio mio, dio mio perché mi hai abbandonato” Salmo xyz … Una ideologia accolta ciecamente quella sì che dà sicurezza, ma non mi si dica che la fede deve essere così, un’ideologia che faccia scomparire tutti i dubbi, perché è la verità unica, … (con voce arrabbiata e forte) MA BASTAAAH! Perché è proprio quella fede sicura e fanatica che è quella che ha
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creato le guerre e i morti del passato, che si è fatta strumentalizzare dal potere e purtroppo ancora succede … oggi.
1- (sembra proprio un’ultima alternativa alla dialettica) Ma dillo sinceramente: tu vorresti o ti piacerebbe che dio in qualche modo ti si manifestasse così avresti la certezza di credere in lui per averlo visto?
2- (conaria sorpresa per il cambio dialettico)Uhm... Se si dovesse presentare in modosoprannaturale sono sicuro che quel dio mi farebbe più che altro spavento se non paura. Evidentemente se ne rendeva conto anche lui quando i suoi angeli si fecero vedere dai pastori a Betlemme, la prima cosa che dissero era:”Non abbiate paura...” E io sarei proprio terrorizzato e non so se mi farebbe venire voglia di conoscerlo e di amarlo. No, proprio no, se il re dell’universo o anche l’ultimo dei suoi ministri o un suo rappresentante qualsiasi suonasse al mio campanello di casa e si presentasse “Sono stato inviato da te dal Signore, il dio Creatore del cielo e bla, bla, bla tutte le altre onorificenze” mi metterebbe in grandissima difficoltà, come posso essere sicuro di ciò e quale segno soprannaturale mi darebbe? Che cosa vorrà da me? Dove vorrà arrivare? Perché? No, proprio no, escludiamo qualsiasi forma di soprannaturale al limite anche le guarigioni miracolose. Anche perché se ci fosse un dio lì visibile, o che in qualche modo avesse effetto sui sensi, ... ma credi che mi sentirei più libero? Noooo... lo sentirei come un avvoltoio che mi gira sulla testa e che alla prima marachella o alla prima debolezza, che ce ne ho tante, mi salta addosso e mi … No, sto bene con i miei piedi sulla terra senza il soprannaturale. (amareggiato) Però... senza segni... che fatica la fede! Lo diceva pure Gesù a Tommaso....
1- (confortato ritorna all’aria accademica) Tuttavia il profeta Elia incontra dio... non in modo travolgente ma nel soffio di una brezza leggera. Non è necessario incontrarlo di fronte ad un roveto ardente come Mosè.
2- Elia, grande profeta di dio ma anche tremendo, ti ricordi che fa una strage degli adoratori di Baal, Elia sarebbe stato oggi un tremendo fondamentalista (mimando un uccisore) armato di machete e …. ma a quei tempi ... a quei tempi le cose andavano così! Tuttavia è fin troppo
evidente che la storia della contesa fra Elia e i sacerdoti di Baal, l’ordalia finita con lo sgozzamento di questi è una favoletta, e tanto per esagerare Elia fa bagnare per tre volte con l’acqua, mica con la benzina, la pira del sacrificio prima di implorare il fulmine divino che come un moderno lanciafiamme desse fuoco a quel legno inzuppato d’acqua, dicevo una favola per far capire la differenza fra gli dei tipo Baal e il dio di Israele, un dio che non era tuono né fulmine ma brezza. I veri fondamentalisti non furono Elia ma quelli che nei secoli del cristianesimo si sentirono autorizzati da quel racconto alle più feroci repressioni degli eretici (ripete il mimo degli sgozzamenti) contro la libertà di coscienza e di religione (e dopo il Concilio Vaticano II ci sonoancora chi ha dei dubbi al riguardo?) e sostenuti dalle speculazioni teologiche più profonde... eh a quei tempi le cose andavano così! E alcuni di loro sono stati fatti santi! Ad Elia il merito della scoperta … o la rivelazione … o l’invenzione di un dio diverso da Baal, anche se ciò mi convince poco poco, sai: perché una brezza leggera o non so qualche altro stimolo un colore o un suono (in sottofondo si sente l’OM, corale di bassi,buddisti), ma sono tutti fatti naturali che hanno la loro spiegazione naturale basta studiare un po’ di fisica e si spiegano tutti senza chiamare in ballo un dio. Che ragionamento squallido! L’arca dell’alleanza era avvolta dalla nube che indicava la divina presenza, oggi quando in certe stagioni ci tocca per lavoro andare per strada attraverso la pianura padana e ci troviamo immersi nella nebbia fitta non ci viene proprio in mente che sarebbe la divina presenza, anzi il contrario e ci viene da imprecare che arriviamo tardi e stanchi all’appuntamento. Ma di fronte ai fatti di natura forse è quello che succede nel nostro profondo che fa la differenza, lo stesso fatto anche banale ci può sembrare un’ovvietà ma a volte diventa una scintilla che ci cambia di dentro. Penso che se c’è la possibilità di provare un senso della presenza di dio ciò non stia tanto in possibili fenomeni naturali che in quel momento ci sembrano “soprannaturali” ma nelle relazioni umane, nello scoprire la profondità e, come si dice? quando un affetto, un’amicizia, diciamo pure anche un amore si vede che possono essere senza un limite...., (come cercando la parola giusta) no! infiniti non è il termine giusto, ma hai
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capito nel Cantico dei Cantici si dice che l’amore è forte come la morte, l’amore vince la morte 1 a 0, o 3 a 1, boh? Però certe volte sembra vero e chi è che può essere più forte della morte se non un dio o qualcosa di divino? Perciò mi sorge un dubbio o un’ipotesi che non avere fiducia in dio sia anche non avere fiducia nell’uomo e viceversa, in fondo uno è stato fatto a somiglianza dell’altro, (in modo ironico) e non si sa chi sia stato il primo? Che dio abbia creato l’uomo oppure che l’uomo si sia creato un dio a sua immagine?... (tragico)Poi penso a Berlusconi e il dubbio scompare. Potrò mai avere un pizzico di fiducia in un uomo così? Perché Gesù, il Cristo, lo fece nel confronto dei Berlusconi dei suoi tempi? Nelle guaitudini, quando disse:”guai a voi scribi e farisei ecc ecc” e in altri passi se la prese appunto con gli scribi e i farisei, quelli approfittatori, imbroglioni e farabutti, ma poi alla fine lui si consegnò a loro, ma lui lo sapeva che sarebbe stato un processo farsa, che la condanna era già stata emessa … se fosse stato oggi, con un buon avvocato ... e invece lo misero in una croce come l’ultimo dei malfattori, il poveretto... (ancora più tragicamente) in realtà era e forse è e rimane insieme agli ultimi, come quei due malfattori che furono crocifissi con lui. E questo fatto fu interpretato come uno sconvolgimento, come il ribaltamento totale dell’idea di dio, che diventa il dio vicino a tutti e soprattutto alle vittime, agli ultimi e quando Paolo lo capì rimase fulminato, lui che era un persecutore degli eretici (che in quel momento erano i primi seguaci di Cristo ed eretici rispetto al giudaismo). Saulo non potè dire di no, e poi ad indicare un cambiamento profondo lo chiamarono Paolo.
1- Eh! La fede cambia il dentro dell’uomo!
2- Sinceramente mi fanno paura, ma un po’ anche li ammiro, quegli uomini dalla fede granitica, sicuri di sé, senza dubbi apparenti, che hanno la risposta giusta per ogni domanda di fede, io che un giorno mi sento ateo e il giorno dopo mi sento credente, che a volte sono escatologico e a volte terribilmente apocalittico, che dei giorni vedo segni di giustizia, di pace e altri vedo tutto all’opposto, che dopo una vita (senza esagerare) di affannosa ricerca non ho ancora il cuore in pace e penso ancora in realtà di non aver capito niente; a volte penso che forse mi si chiarirà tutto all’ultimo momento, che vorrei vivere in piena consapevolezza e penso che sia un mio diritto quello della buona morte, come si diceva nel medioevo, e magari resterò senza risposte, fregato, anche alla fine. Ma se non altro avrò la possibilità di essere in quell’ultimo momento finalmente veramente povero, senza più niente, ma penso che sarò veramente libero e non è poco. Mi direte libero per morire ma spero anche per capire … e forse di conoscerlo direttamente in un ultimo brevissimo e unico irripetibile istante ... Detto fra noi mi fanno paura anche i politici che si sentono e si comportano come fossero dei superman e poi con l’idolatria della persona, il divismo ai leader che c’è in Italia, diventano degli uomini in-so-sti-tui-bi-li anche se dovremmo essere in una democrazia … ma anche per loro arriverà l’ultima ora, il momento di lasciare tutto e tutti e soprattutto tutte le certezze.
1- Lascia stare la politica, e considera la fede in dio …
2- (provocatorio)Ma spiegami perché un dio, padre di tutti gli uomini, abbia parlato solo a quel piccolo e misero popolo che occupava la Palestina e poi poco meno di 2000 anni fa ha smesso di parlare? E tutti quegli altri uomini che erano sulla Terra prima o non abitavano in Palestina e che vennero dopo e che verranno, e che sono i più, neanche una e-mail per Natale … o neanche un esse emme esse dal numero: più zero zero, zero zero, zero zero, zero zero, zero zero, zero uno: virgolette, Coraggio non perdere la fiducia, firmato, DIO, chiuse virgolette, oppure … beh ognuno sa cosa potrebbe o dovrebbe aspettarsi da un padre premuroso che ha cuore i suoi figli, magari se lo sogna … (facendo la voce femminile) “sai marito stanotte ho sognato che ricevevo un sms dal Signore del mondo e mi diceva che ero in attesa di un figlio …” e il marito scuoteva la testa turbato … (facendo la voce maschile) “poi farò fare l’analisi del DNA” pensava tra sé … ah! se fosse nato oggi, nel dubbio Giuseppe avrebbe fatto quest’esame e non so cosa avrebbero trovato … l’impronta del DNA dello Spirito Santo direbbe un teologo moderno con la testa medievale! …
1- Continui a provocarmi?
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2- Posso scherzare un po’ da romagnolo: fortunatamente i cristiani, merito di Paolo, non si devono più circoncidere, non mi sembra proprio un dio simpatico quello che chiede che siano segnati in tal modo i suoi seguaci. Shiva e Visnù si accontentano di un segno sulla fronte fatto con terre colorate che va via lavandosi normalmente … Intanto è un atto cruento e poi proprio sul pistolino, anche qui differenziando i due sessi, ma se voleva un segno non poteva fare un tatuaggio, che adesso va di moda, da qualche parte … e poi il pistolino si usa tutti i giorni e più volte al giorno e quello screzio è lì a ricordarti cosa dio ha voluto … Non so cosa ne pensano i circoncisi ma per me sarebbe un sopruso intollerabile … e non si dica che così va meglio perché non dicevano che lui ci aveva fatti bene, ma bene bene , e poi ci vuole quella aggiustatina fatta spesso da uno che non è certamente un sarto o un chirurgo estetico, …. Mah! Finito l’intervallo
umoristico e parliamo seriamente. Tu mi dirai che dio è quello che è e che la mia immaginazione su di lui è solo illusione tuttavia mi sembra che tutta la Bibbia, dall’inizio alla fine, esprima secondo la cultura del tempo l’idea che l’uomo ha o aveva di dio e soprattutto quello che si aspettava che dio gli dicesse nella dialettica con l’uomo, e quindi la fede più o meno esemplare di quei personaggi e di quel popolo. La parola di dio è la parola che la saggezza antica mette nella bocca di dio per parlare all’uomo, perché l’uomo viva da uomo. E’ una questione di metodo: l’uomo fa dire a dio quello che ci vorrebbe per vivere bene; perciò la Bibbia va bene a tutti: credenti e no. Ma io vorrei che dio parlasse ancora dicendo per esempio di non votare per Berlusconi, ma oggi non funziona più! Oh non è che anticamente avesse poi tanta presa ché tanti profeti sono stati trattati male e peggio … ma oggi, in pieno razionalismo scientifico, con un progresso tecnologico eccezionale … che la voce di dio sia oggi quella della scienza? Nooo! Abbiamo ancora bisogno di un dio che ci salvi dal di fuori. O peggio credere che tipi loschi come Berlusconi, scusate se ce l’ho con lui, siano i nostri salvatori, perché tanti italiani sperano e si aspettano un salvatore, che scenda dal cielo e sistemi tutti i problemi … l’uomo del … ghe pensi tutto mi … così l’elettore si scarica di tutte le responsabilità sull’eletto, così sono nate le dittature, perché a leggere certa storia sembra che la colpa fu di Hitler e di Mussolini, che certamente ce ne hanno e tanta di colpa, ma gli italiani e i tedeschi che li hanno votati, che non hanno fatto opposizione, che gli hanno ubbidito supinamente hanno anche loro un bel po’ di responsabilità, no? La delega, cioè il voto, ci toglie solo un po’ delle nostre responsabilità …
1- Ancora politica, ma sei fissato?
2- La politica è il potere e la responsabilità che si basano su una visione morale e perciò è difficile separare la fede, la religione dalla morale e quindi dalla politica, scusa! Vedi in questa nostra povera Italia l’ultimo che ha parlato di morale in politica fu un comunista, dopo sono passati tanti anni ma di morale in politica non ce n’è segno, a parte la foglia di fico dei cosiddetti valori non negoziabili, sostenuti da una gerarchia cattolica corrotta e da un ceto politico al potere più che altro per interesse personale. Ma la morale, che ha come basi la conoscenza e la libertà, in politica genera la giustizia e la pace e poi, fra le tante conseguenze, anche le scelte economiche, mentre oggi si ragiona solo partendo da queste ultime, è l’economia che comanda. E poi tutti i politici parlano di responsabilità qui e là, ma la prima responsabilità è quella morale che non c’è.
1- Sono tempi di decadenza ed a maggior ragione si deve ritornare alla vera fede, anche Gesù lo diceva di osservare i segni dei tempi …
2- Se dovessi prendere atto dei segni dei tempi io direi che oggi le immagini del mondo e dell’uomo sono diventate di una tale complessità intrinseca che poco si accordano con una visione religiosa o filosofica unitaria, non solo ci siamo resi conto che il mondo è veramente complicato, che ogni scienza, ogni arte e corrente artistica, ogni visione filosofica, ogni ismo ne mostra pallidamente una pur realistica faccia, ma ci accorgiamo che il conflitto dialogico fra le varie dottrine è utile allo sviluppo di tutto, e se ciò è il segno, probabilmente dobbiamo pensare che Dio è ancora oltre a queste complessità che forse per lui sono già delle semplificazioni. E poi il mondo odierno è completamente cambiato per effetto dello sviluppo tecnologico e scientifico, e guarda caso! La scienza moderna non presuppone l’esistenza di dio e funziona benissimo: l’elettricità, i computer, le nuove medicine, ecc … ecc … ci servono tantissimo e funzionano come dei
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miracoli per il passato, ma senza nessuna presenza trascendente. Ma allora non è giunto il momento che l’umanità si liberi del problema di dio? E’ poi quello che sta succedendo in molti paesi cosiddetti “avanzati” dove la religione interessa ormai solo una piccola percentuale della popolazione … quando ci pensa! Vedi Gesù guariva i ciechi e i sordi, ma la medicina di oggi fa molto di più (a volte troppo di più). A che serve pregare un dio che non sai se ti aiuti o no, quando è il medico giusto che ti guarisce? Chi crede ancora che sia dio a dare la pioggia e il sole al momento giusto per la fertilità dei campi? E chi crede più che sia dio che per punirci o per umiliarci fa venire le inondazioni o i terremoti? E degli esempi così ce ne sarebbero tanti … per concludere che al giorno d’oggi non c’è più posto per dio sulla terra! Dio potrà anche esistere ma qui non serve più!
1- Tuttavia ammetterai che in questo mondo moderno tanti lo stanno cercando e hanno trovato una sua immagine o un’idea di dio, il cosiddetto ritorno del sacro ...
2- Anche fra i cosiddetti credenti ci sono tante facce di dio: il dio dei poveri ma anche quello che va incontro ai ricchi, il dio della pace ma anche quello che ammette le guerre … giuste? … il dio che accoglie lo straniero e il diverso e quello che fa le barricate per non perdere la propria identità cristiana, il dio di CL e quello delle comunità di base … hai voglia quanti esempi si potrebbero fare … e spesso corrispondono a delle vere strumentalizzazioni … ché l’uomo è bravissimo a strumentalizzare dio o il concetto di dio. Si potrebbe pensare che ogni argomento che si esprime, quindi anche quello su dio, è costruito a partire dalla nostra conoscenza e cultura e fu così fin dai tempi dei tempi, e quando si espanse il cristianesimo prese dalla cultura giudaica e poi greco-romana, oggi la cultura è cambiata moltissimo e ci vorrebbe una nuova inculturazione, che d’altra parte non possiamo esprimere il più semplice pensiero su dio fuori dalla nostra cultura e formazione, anche se non lo ammettiamo e nemmeno ce ne accorgiamo, basti vedere come facilmente lo assolutizziamo. I missionari hanno avuto lo stesso problema presso i popoli con una diversa cultura ed hanno sviluppato una teologia che mette in parallelo inculturazione del messaggio cristiano con l’incarnazione del Verbo di Dio. E se poi si prende alla lettera il messaggio cristiano: quel dio dell’alleanza con Israele, il suo popolo eletto, dopo aver rinnegato i Samaritani, rinnega anche gli stessi ebrei; è vero che dopo il Concilio non si pensa più così: il dio cattolico è un dio di tutti gli uomini senza preferenze, ma per tutto l’Antico Testamento le preferenze c’erano, eccome! C’erano figli e figliastri e un’umanità pagana perduta inesorabilmente. Poi dio ha cambiato idea … che grande divina coerenza! ... c’ha messo qualche migliaio di anni per avere la stessa considerazione per ogni essere umano, o quasi perché gli ebrei erano diventati i veri figliastri, i veri perfidi di natura. Oggi non fa più discriminazioni … forse … a parte fra i maschi e le femmine e le persone con sentimenti omosessuali … eh sì! Perché le donne non possono fare neanche le diaconesse! Bene, sai cosa ti dico!? E segnatelo bene in testa! Quando ci sarà un papa donna e lesbica e quel dio avrà finalmente risolto il problema del genere, io sarò sicuramente morto da un bel pezzo, ma solo allora la Chiesa potrà avere qualche autorevolezza sulla morale sessuale e non.
1- Dio è il dio dei santi!
2- Quali santi? Ah, io lo farei santo subito, mi chiederai chi? Il Galilei! Galileo Galilei. Santo per vari motivi: 1- perché ha detto chiaramente che la natura è un libro di dio come la bibbia, 2-perché con tanta pazienza e volontà ha cercato di decifrarlo stabilendo le prime leggi della fisica, 3- perché coraggiosamente ha difeso le sue idee anche contro una Chiesa presa da interessi politici, dalla controriforma, e da una ormai superata visione del mondo, 4- perché alle strette ha preferito l’abiura per la sua vita e la sua ricerca invece di uno stupido e fanatico cozzare contro forze maggiori per dimostrare una inutile coerenza. 5- perché sul suo esempio si è generata la più grande famiglia “monacale” e laica umana, quella dei ricercatori della natura, quella degli scienziati e dei tecnici che hanno cambiato il mondo, ti pare poco! Perché no? Ah! Ci vogliono i miracoli!? Ma non è un miracolo tutto quello che la scienza e la tecnologia danno all’uomo? No? Allora spiegami perché hanno fatto santo che so io … Tommaso D’Aquino? O Agostino? O
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Girolamo, quello della vulgata? E tanti papi che hanno solo detto belle cose? E poi farei santo anche Carlo Marx, San Carlo Marx, perché è stato …
1- Tu stai vaneggiando, sai cosa ha fatto poi il marxismo e peggio il comunismo di stato, lo stalinismo, il cosiddetto comunismo reale …
2- Ah! Perché il cristianesimo, nella storia, di quanto sangue umano è responsabile … lasciamo perdere … Oggi le nazioni dove c’è più pace e meno delinquenza sono quelle del nord-est europeo dove si è affermato il socialismo … e ti dirò di più: gli ex paesi satelliti dell’URSS si sono separati senza guerre, sono cose che nella storia succedono raramente, come per la Romagna, la Toscana e le Marche che nell’800 passarono sotto i Savoia per plebiscito popolare
…e adesso sono le regioni rosse … guarda caso … ma torniamo al tema. 1- Ma dio è il dio della storia, leggi la bibbia e la storia d’Israele …
2- Eh sì! Si dice che dio è nella storia dell’uomo, ma dove? A me sembra che la storia, anche quella della “santa Chiesa”, sia una storia perfettamente umana, fatta di interessi, intrighi, scontri di potere, dipendenze culturali, innovazioni, ecc … e chi più ne ha più ne metta, … una storia che purtroppo non ha proprio nulla di trascendente, forse sono solo le storie dei piccoli ad avere qualche parvenza di divino, come anche quella di Gesù o di san Francesco (… ma quanti Gesù o Francesco ci sono stati che non hanno fatto storia …) e poi le loro storie sono state mitizzate e non è facile scoprire chi erano veramente … il cosiddetto Gesù storico. Certo anche oggi ci sono esempi luminosi di storie di persone che fanno pensare che qualcosa di divino ci sia in loro, che non riusciamo a spiegare umanamente, ma quante cose non riusciamo a spiegare e per questo non scomodiamo sempre dio! Però come dio della storia a Israele gliel’ha fatto capire, se voleva capire, perché ogni volta che alzava la testa giù botte fino alla diaspora ma anche ora con lo Stato di Israele non è che sia cambiato molto. E con la chiesa cristiana! Facevano i capitani e li separava odiandosi fino alle guerre più sanguinose, facevano i comandanti e i professori e gli ha tolto il potere temporale, la guida culturale e politica, tranne in Italia, ma arriverà anche qui, e fra un po’ perderanno anche la guida morale, la presunzione di poter dire sempre cosa è bene e cosa è male, come sul matrimonio e sulla sessualità, senza averne una esperienza vissuta.
1- Ma se dio non esistesse veramente, che proprio si potesse dire con sicurezza che non ci sia, che tutto quello che si dice di lui non sia altro che una serie di errori e di menzogne … allora saresti contento, allora avresti risolto tutti i tuoi problemi, dillo?
2- Eh no! Perché se anche fosse così come dici, mi spieghi per che cosa l’uomo deve vivere e soprattutto morire … e non mi raccontare palliativi come affetti familiari, la giustizia e la pace del mondo … e tutte le altre belle cose che ci possono essere per dar senso alla vita … queste sono sempre cose del mondo, con tutti i loro limiti, sono cose che cambieranno e finiranno, … e poi se si assolutizzano diventano come sai delle ideologie pericolose se non delle forme di idolatria, anche le cose più belle sulla terra sono perciò un rischio, come per esempio la democrazia occidentale moderna che Bush pensava di esportare con la forza in Afganistan … o i valori morali non negoziabili del Vaticano … NO! Non si può vivere senza credere oppure è stupido o inconsapevole chi crede di non credere in alcunché: si potrà avere fiducia nel progresso dell’uomo, o credere che certe pasticche diano una certa felicità, c’è chi ha una fiducia illimitata nelle scienze naturali, ecc ecc Fiducia nell’amore? Si, No, Ni, So... Fiducia nella democrazia? Si,
No, Ni, So... Fiducia in una morale universale? non lo so... Ma la fede in dio è dire che nessuna di tutte le fedi dell’uomo può essere una fede assoluta, se lo diventa creerà sempre del fondamentalismo e delle guerre, la fede in dio e il sapere che c’è un interrogativo ulteriore che non ha risposta. Può essere anche il Nirvana o il Nulla. Però dicono, e forse è proprio così, che con quel buio o vuoto o essenza boh … là lontano, in realtà si illumina tutto quello ci è vicino: il nostro progresso, la nostra etica, la nostra democrazia, il nostro amore, ...
1- Eppure proprio tu hai sostenuto che il desiderio o il bisogno filosofico di infinito è improprio per non dire sbagliato, che bisognava non assolutizzare il bene o il bello e anche per prendere in giro parlando del male …
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2- No! Non per l’assoluto o per l’infinito ma per dare un senso nella realtà della vita ad una speranza che possa andare oltre alla realtà stessa, che potrebbe anche essere solo illusione … ma lasciami illudere come Maria nel Magnificat … ha rovesciato i troni dei potenti … ha mandato i ricchi a mani vuote … ha ricolmato di doni gli affamati ... (sembra scritto da una comunista!), e poi un senso alla carità, all’amore che, anche quando non è riconosciuto e anche quando viene dimenticato, non sia inutile ma almeno resti di esso un ricordo almeno nella mente di qualcuno che sta oltre all’uomo.
1- Tu dici che l’uomo senza dio non potrebbe vivere e avere un senso nella vita e dare un senso alla morale ma io dico che la saggezza umana e sottolineo umana di 3-4000 anni di storia se venisse opportunamente distillata, oggi ti darebbe le basi per il vivere, per il senso alla vita, per una morale e tutto, forse, senza aver bisogno di alcuna concezione di dio, come succede in Cina, in barba ad un pensiero falsamente modernista tecnologico-scientista tra virgolette che vorrebbe buttare via tutto il passato … l’acqua sporca con il bambino … Ma anche se nascesse un nuovo umanesimo completamente ateo o agnostico probabilmente non saresti soddisfatto …
2- Sicuramente no, anche se non mi dispiacerebbe, anzi ne sarei felice. Però i teologi hanno fatto anni e anni di speculazioni e alla fine le sole affermazioni interessanti sono le definizioni negative di dio: dio non è un idolo, dio non è una cosa, ecc...ecc... e quanti ancora vivono per gli idoli: il denaro! Un idolo, un idolo materiale. Il potere! Un altro idolo, che è un po’ meno materiale, ma molto concreto. Maledetti! Rovinano la terra come quelli che fanno della loro ideologia un idolo, leggi “Un uomo in rivolta” di Camus … Non riesco proprio a immaginare dio: i nostri antenati lo vedevano nei cieli, oggi sappiamo che nei cieli non c’è nessun dio, oggi con i nostri telescopi vediamo le galassie lontane miliardi di miliardi di miliardi di chilometri e non c’è alcun dio ... però riesco a immaginare il regno di dio come diceva Gesù, lo si festeggia ancora come Cristo Re. Sperare nella venuta del suo regno, ma nei regni ci sono i sudditi ... ed io non vorrei essere suddito di nessuno foss’anche l’essere supremo dell’universo ... preferirei una repubblica democratica e se vuoi federativa, dove valgono veramente, perché assolutamente rispettati i diritti per tutti gli uomini e per la natura; una confederazione in cui regni la pace fra tutti gli stati, che non si costruiscono più armi che non servono, come diceva Isaia, oppure pensare ad un’unica città, la città di dio …. l’ha inventata un altro tanto tempo fa ... o
semplicemente una grande famiglia, la famiglia umana: tutti fratelli e sorelle ed un unico padre-madre ... Perché forse nell’amicizia fra i popoli e fra le persone, tutte le persone, forse lì, in quella amicizia, c’è più divino che altrove. Allora non chiamiamolo più “regno di dio” ma semplicemente “famiglia umana”, senza scomodare troppo la teologia sacramentale della comunione che nei secoli da liturgia comunitaria è diventata un fatto individuale fra uno e il suo dio, mentre lo spezzare il pane insieme e il mangiarlo, il bere lo stesso vino insieme sono il segno dell’unità degli umani, il simbolo più efficace dell’amore … amore divino che nutre il nostro cuore come il pane nutre il corpo!? Ma e c’è un ma: se il nuovo umanesimo, come dici tu, si strumentalizza fino a divinizzarlo allora siamo di nuovo all’inizio, dio deve stare oltre.
1- Però il dio che parla di persona ai suoi figli, il dio di Mosè, ti piacerebbe? Oppure quello più personale di Gesù, il padre nostro che sta nei cieli?
2- Magari ci fosse un dio che mi parlasse come parlava agli antichi profeti. Ma credi che quella voce antica fosse quella di dio? Ma va! Era la voce della loro coscienza! Come ... nei racconti di Guareschi, quando Don Camillo parlava al Crocifisso e quello gli rispondeva. Per Mosè era l’espressione di quel sentimento di amore per il proprio popolo che trovava in un messaggio divino il suo stile e la sua forza propositiva. E’ vero che i mistici (occidentali e orientali, soprattutto i buddisti) hanno sempre confermato che dio si trova anche nel fondo della nostra anima, nel buio, nel vuoto, nel silenzio che rimane dopo aver tolto dalla testa tutto il resto; ma quanto di ciò è solo frutto di impressioni, di cultura, di autoconvincimento? Lasciamo perdere: il dio persona che ti parla dal di fuori o dal di dentro della tua coscienza è solo una impressione, un’illusione. Anche il buon Giuseppe quando seppe che la fidanzata Maria era incinta pensò sul da farsi, poi si disse che era l’angelo di dio apparso nel sogno, poi …, e pensò bene però, vale
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più la legge che comandava di ripudiar la donna e anche condannarla ad una possibile lapidazione, compreso il feto che aveva in grembo, o l’affetto per lei e per la sua futura creatura? La legge contro l’amore e... Gesù e il cristianesimo sono per l’amore. Ma questo ideale che viene dal profondo del cuore degli uomini, dei veri uomini, mi piace, un dio che non sarà alcunché ontologicamente parlando, un dio che è salvezza perché ci si crede che lo sia, perché si vive per quell’idea, perché... ma oggi con questo materialismo, valgono solo le cose che si vedono, non contano più come una volta DIO, PATRIA e FAMIGLIA, ideali, ideali, ci vuole concretezza,....Mi viene da dire DENARO, INDIVIDUALISMO e FI... e DONNE, puah! Come
ci siam ridotti ... Ma forse la concretezza è credere che il dio sia l’altro, anzi non l’altro chiunque, o l’altro potente: l’imperatore o il Berlusconi di turno, ma l’altro è il più debole, sono gli ultimi della società, ... ricordi la parabola del giudizio finale: delle pecore e dei capri ... quelle a destra mentre gli altri, i cattivi caproni, a sinistra … divisione che non ha niente a che fare con la destra e la sinistra della politica
1- (interrompendo) Il giudice di cui parla la parabola è il Salvatore dell’umanità, il Cristo, il Messia
...
2- (polemico) Quella di dio che viene dall’alto dei cieli qui in basso nella terra, nella realtà terrena perché l’uomo con i suoi poveri mezzi non si può salvare da solo, perché il male e la morte prevarrebbero sempre se non ci fosse chi è venuto a salvarci; ma che diventa spesso l’idea che non siamo noi che dobbiamo responsabilmente scegliere il nostro futuro (compresa la nostra morte come vorrebbero Calabrò e compagni) perché ... perché saremmo come déi, come déi e invece noi siamo intrisi nel peccato che ci fa sbagliare, nel male che distrugge quel poco di buono che riusciamo fare, ma, e però, c’è il Salvatore che trasforma il male in bene. Non c’è in ciò una rinuncia a reagire, un’accettazione di una realtà ineluttabile? Una rassegnazione perché tanto deve arrivare il Salvatore? Tu pensa al Berlusca che ha detto “Sono sceso in politica...”, come fa notare Zagrebelsky, come un essere superiore, un dio, un grande imprenditore che viene a salvare questo Stato perduto in mano a stupidi politici e malfattori e perciò “non preoccupatevi... ghe pensi mi” oh poche storie mica bei discorsi, fatti, fatti “questo è il governo del fare” e via con tanti auto-incensamenti, la più piccola e insignificante cosa fatta dal Berlusca diventa un’opera mirabolante, epocale, mai nessuno ne ha fatta una equivalente, lui è come un dio; delle volte mi chiedo: “anche quando va al gabinetto?” e mi rispondo:”è lì che esprime il meglio di sé stesso!” La gente ha bisogno del Salvatore, del Cristo Re, perché ci hanno insegnato così da tanti secoli, ma anche per liberarsi del proprio problema profondo: cosa? come? perché? che fare per vivere? E tutti quei dubbi amletici che così spesso e volentieri facciamo finta di non avere! La libertà che dio ci ha dato è così grande che abbiamo anche la libertà di renderci schiavi da soli, in questo caso schiavi della “sua” salvezza, della “sua” provvidenza. Ma c’è anche l’aspetto non secondario del divismo, in realtà Gesù e Maria erano un figlio e una madre come tanti, averli divinizzati o quasi ha fatto di essi delle unicità inarrivabili. Più in alto li metti e più in basso siamo noi e più lontani sono loro, esempi ineguagliabili, ma sono o no un uomo e una donna come me e te? No, essi sono di più, e scusa se torno sul tema, come Berlusconi è di più, è un eletto e non è giusto che sia processato come le altre persone, lui può essere immorale ma non va giudicato, va contestualizzato, i processi contro di lui sono solo processi politici o di giudici invidiosi e guardoni, o il grande Marchionne, ma sì, anche il calciatore preferito anche lui è di più. Questi sono i semidei del ventunesimo secolo, che vanno osannati, che vanno pagati come 100, 200 anche 1000 o 10.000 persone, sono loro che devono decidere, sono loro che possono fare e comandare. Non credo che l’umanità abbia bisogno di figure simili, di ogni specie di salvatore o re. I grandi leader molto spesso hanno solo portato dei guai. Cerca di capirmi se noi li vedessimo democraticamente, Gesù ... un uomo come tanti, ... se mai sono le sue idee, il suo modo di affrontare i problemi della vita, il suo modo di amare, quello che si chiama il suo spirito,
... queste sono le cose che contano che possono essere condivise o no, e che, se noi le condividiamo, siamo come tanti ... Gesù. Pensa che gli antichi ebrei, che furono portati fuori dalla schiavitù dell’Egitto da Mosè, non ci pensarono mai di divinizzarlo. Personaggi come
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Mosè, Elia, Davide, ... erano uomini, e anche assassini, che a quei tempi si ragionava più col coltello che con la testa! E oggi no … anzi si! Eppure... furono i più grandi dell’antico testamento. Oggi non c’è più bisogno del Salvatore, siamo noi che dobbiamo scegliere, una scelta capitale “ci vogliamo salvare con le nostre mani o aspettiamo la salvezza da un altro o dall’alto?” (come se l’avesse detta troppa grossa, scende nel ridicolo) La seconda che hai detto (diceva Guzzanti) e quell’altro, quello che ci porta la salvezza, è per caso il Berlusca che scende in politica? Ah... siii!! Allora è tutto chiaro. (un po’ più seriamente) Oppure ci salviamo con le nostre mani, scegliamo la democrazia, il rispetto reciproco, l’uguale dignità di tutti a dispetto di Giuliano Ferrara, e facciamo insieme i conti con la realtà del mondo, a spremerci le meningi per capire e prospettarci tutti insieme che cosa sia giusto fare per il bene, non solo il proprio, ma di tutti, TUTTI, e quando dico di tutti non intendo solo gli uomini ma anche tutte le creature viventi sulla terra, quelle che ci sono adesso e soprattutto quelle che verranno, che a quelle non sembra che ci pensi mai nessuno. Ma questo è un discorso politico che c’entra e non c’entra... Insomma se si crede che siamo intrisi nel peccato, che nasciamo già nel peccato fino al qualunquismo più esasperato “tutti sono più o meno dei ladri, degli adulteri, degli assassini,.... chi è senza peccato
lanci la prima pietra....ecc... ecc....” allora c’è bisogno di una chiesa, di una religione che ti porti
il Salvatore, il giudice supremo.... , beh se continuiamo così ci meritiamo di …. di vivere in una
dittatura, e lasciare perdere l’idea di nuovo umanesimo. Però siamo o non siamo tutti uguali? Si! Allora anche Gesù è uno come noi.
1- Però Gesù ci ha fatto conoscere dio come padre …
2- E come madre, ma è proprio difficile capire perché se è padre deve lasciare gli uomini in questo mondo così violento e ingiusto …
1- Ti interrompo ma devi ammettere che il mestiere di “dio padre” è un mestiere difficile, che dovrebbe accontentare tutti e senza farsi mai strumentalizzare da nessuno.
2- Eh sì! Sarà difficile fare il genitore su nel cielo ma tu cosa credi che fare il mestiere di padre o di madre, … di genitore su questa terra sia facile? Un mestiere che nessuno ci insegna, forse perché non si può insegnare. I preti ci riempiono di belle parole ma loro non la vivono mica questa realtà! Lo sai che Einstein, che era Einstein, è stato un pessimo padre ed anche un pessimo marito? E lui, (indicando con il dito il cielo) lui che vuole essere il padre di tutti, quello che sta nei cieli, … che stava, adesso nei cieli ci volano i jet, ma dove sarà andato ad abitare? (battuta facile e stupida)… non credi che abbia delle belle pretese. E’ vero un padre di tutti … anche di tipi come …. Hitler, Mussolini, … Berlusconi, … come tanti che di lui e delle sue leggi se ne
infischiano; avere dei figli così è un gran problema, aspettare fino alla fine un piccolo segno di ritorno dal padre ... e avere le mani legate, non poter fare alcunché perché un padre deve rispettare la libertà dei figli. Ma così facendo anzi non facendo, lasciando fare, quel padre è come sparito nel nulla, è un padre inesistente. Ed io che lo pregavo pensando che gli poteva mandare un fulmine da incenerirlo, tanto tempo fa, e invece niente, anche lui, Berlusconi, è suo figlio. Lui (indicando il cielo) si è scelto proprio il più brutto e penoso dei mestieri qui sulla terra e anchenei cieli o chissà dove sta. Essere padri o madri su questa terra è un’avventura, un’avventura che dura tutta la vita, come l’ergastolo, dice mia moglie, per ridere! Ed è un’avventura che ti prende fin nel più profondo delle viscere e dell’animo … Io sono per l’avventura, la vita è un’avventura: dalla nascita alla morte. C’è chi non vede l’ora di avere delle sicurezze per vivere con esse e per esse, per me, in una specie di sonno statico che non accetta il cambiamento, alcuni la chiamano pace o serenità dello spirito, a me pare un rifiuto della realtà, una fuga, mentre anche nelle piccole cose di tutti i giorni si può trovare il senso dell’avventura, e se non si trova questo senso per me è un triste segno, ma per che cosa si vive se non per primo per la vita stessa? La vita è l’avventura perché non è prestabilita e ogni giorno è un’occasione diversa che spetta a noi cogliere o perdere, ma cogliere le occasioni è vivere la vita che viene mentre perderle è solo vegetare. Perciò anche la fede nel trascendente, in dio è una grande avventura che non ha fine, forse neanche con la morte, e forse anche dio padre vive a modo suo un’avventura,… e tutto quello, che stiamo qui dicendo, domani sarà tutto passato e ricordo perché domani magari
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succede l’imprevedibile che cambia tutto, anche una semplice intuizione che ti cambia da così a così.
(il dialogo sembra finire e c’è una lunga pausa)
1- Su certe cose che dici, potrei anche essere d’accordo …
2- (Rivolto al pubblico) Scusate la mia ignoranza … scusate se mi esprimo così … (nostalgico)Ma come era bello quando l’uomo si riteneva al centro dell’universo, oggetto delle cure e della predilezione del suo dio, il dio che amava il suo popolo e che lo aiutava concretamente a sterminare i suoi nemici, per definizione empi e pagani, tempi che arrivano quasi a noi alla battaglia di Lepanto, dove sembra che non vinse dio ma la Madonna. Erano tempi che non torneranno più e, in un certo senso, ci sentiamo orfani di un dio così e soprattutto nostalgici di quella mentalità semplice ma molto onnicomprensiva che ispirava un concetto esteso di saggezza
…e oggi? Con tutte le nostre conoscenze scientifiche, con tutta la nostra tecnica ci sentiamo sempre più soli e piccoli, senza valore, una kenosis, un abbassamento dell’idea di uomo che non è stato cercato, ma c’è … che sia la Provvidenza divina? È colpa di Copernico, di Galileo, di Darwin o di Freud, mah? E poi non è ancora finita, ci aspettano altre rivoluzioni ancora più sconvolgenti … chissà: la mappatura del cervello umano o dei robot intelligenti magari più di noi … oppure catastrofi globali per l’inquinamento o una guerra nucleare … e le nostre considerazioni sull’essere umano andranno sempre più in basso … e, anche se ormai non valiamo più alcunché, c’è chi si illude di essere chissà chi con il denaro, il potere, la forza … Ma è proprio strano quando l’umanità era succube della natura e la vita umana era appesa ad un filo, come dicevano spesso allora “memento homo, quia pulvis …”tuttavia ci si credeva al centro dell’universo, mentre ora che dominiamo le pestilenze e tanti altri accidenti della salute, che una famiglia normale vive già con più agi del Re Sole, Luigi 14esimo … (molto tristemente)la nostra considerazione sull’uomo oscilla fra uno sconsiderato delirio di onnipotenza e un realistico sentirsi di poco superiore alle scimmie.
1- (provocatorio) Ti credi di essere un teologo!?
2- Se facessi il teologo inizierei dal principio che l’esistenza di dio è indimostrabile in qualsiasi modo, ovvero che qualsiasi idea di dio concreta e verificabile sia da evitare, ma non per senso dell’arcano e del mistero misterioso fine a sé stesso e neanche per sostenere un evidente limite delle capacità di conoscenza e delle capacità linguistiche dell’uomo, che dei limiti ce ne ha tanti, anche se alcuni non lo ammettono almeno per sé stessi, ma perché credere, avere-fede-in è costitutivo dell’essere umano dalla nascita alla morte. E ci sono tante cose … belle, brutte, inutili, assurde, ritenute indispensabili in cui credere, ma prima di tutto si crede nell’uomo, nell’amicizia, nell’amore … ci si fida di qualcuno perché lo si riconosce autorevole o uno che sa o uno che ci può aiutare … poi si ricevono anche delle fregate ma chi continua a credere anche se assurdamente, perché delle assurdità ne viviamo tutti i giorni, a credere in sé stesso o nell’uomo e nell’umanità … come quell’uomo mandato in croce e che dà ancora fiducia a Pietro malgrado sapesse benissimo che lo avrebbe tradito dopo poco … e quindi se l’uomo di riffa o di raffa in qualcosa o qualcuno deve pur credere allora per i più è meglio cercare una fede in chi potrebbe essere una risposta per sempre a tutto, e poi basta con questi discorsi e perché la mia teologia finirebbe qui! Devo aggiungere che già il parlare su dio è per natura parlare con un linguaggio e con i suoi presupposti culturali, storici e personali di chi parla, mentre non è proprio così per le scienze naturali come la fisica dove il linguaggio è determinato in parte dalla natura stessa dell’oggetto di studio che nel caso specifico è la matematica, lo diceva già San Galileo. Perciò nel medioevo si cercava di scoprire la lingua di dio, quella lingua magica che aveva in sé la potenza creativa del dio della Genesi. Cose forse passate. Oggi ci siamo resi consapevoli che ogni espressione linguistica su dio dovrebbe essere contestualizzata per capire almeno un po’ cosa effettivamente girava nella testa dell’autore e perché, per scoprire quella scintilla trascendente espressione della sua fede e che poi si potrebbe o dovrebbe riproporre in un linguaggio attuale, comune agli ascoltatori, con tutti i problemi di traduzione e interpretazione annessi e connessi, rischi da affrontare se non si vuole che le espressioni della fede diventino per
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tanti solo degli inutili vaniloqui, come succede per molti nella partecipazione alla liturgia. Ancora c’è chi discute se dio esiste o no, chi fa distinzione se tu sei ateo o no … ma, scusate, chi se ne frega. Meglio dire che ciò non interessa. Io mi chiedo se io esisto, se noi esistiamo? … Ah! Come dubitare che io esisto e che noi esistiamo … ma per che cosa? Esistere, vivere non è sopravvivere senza il perché, non siamo dei sassi inerti che pure esistono, e se qualcuno ne avesse il dubbio gliene tiro uno, piccolino, in testa. Il nostro problema è il perché esistenziale. E su questo argomento dai filosofi ai teologi, dagli psicoanalisti agli psicologi, insomma un po’ tutti hanno da dire la loro. Rispondere alla domanda di senso della vita è perciò la prima e la più grande responsabilità che abbiamo verso noi stessi e verso gli altri; ma, state attenti, c’è anche la responsabilità collettiva di rispondere assieme se esistiamo come noi e soprattutto per che cosa esistiamo. Alla domanda personale ognuno dà la sua risposta, quella che ritiene più giusta o più conveniente e qui ci sarebbe da fare una bella verifica, che potete immaginare, con le donne e gli uomini del nostro tempo … ma c’è anche la risposta alla domanda per che cosa noi esistiamo che oggi è ancora più pressante: viviamo in una “democrazia”, lo dico fra virgolette perché intendo l’ideale da raggiungere … ma anche viviamo in un’epoca di forte individualismo, di origini soprattutto religiose, salvare la propria anima era l’ideale per secoli ... seguito dal liberismo trionfante, salvare il proprio portafogli, … progresso?! La somma di tanti io non fa automaticamente un noi: il noi esiste quando si condividono sentimenti, idee, progetti e speranze ed è quindi indispensabile avere una risposta ulteriore a quella individuale, una risposta che sia per il noi, ma non una risposta partigiana o settaria, che sarebbe come una risposta individuale riportata ad un gruppo, perciò si chiede una risposta collettiva che possa valere per tutti gli uomini … tutti …. Buuhm! Che pretese! E forse, per inciso, ci si può accorgere che senza la
risposta al noi non si può rispondere neanche alla domanda all’io! Ma la risposta ci spiega il significato effettivo di bene comune e anche di male comune, il male collettivo che sembra non esista … quel peccato collettivo anzi quei peccati collettivi, che sono tanti e nessuno li dice perché sembra che il mondo debba per forza andare avanti così e non potrebbe essere altrimenti. E’ il peccato strutturale, ma non è vero che mal comune mezzo gaudio! Anzi è vero perché così si dimentica più facilmente. Vi faccio un esempio: secoli di colonizzazione e di schiavitù hanno impoverito interi popoli e arricchito altri, anzi continua così con il neocolonialismo e non è stato e non è obbligatorio ciò, c’è chi sostiene che è stato un bene, molti altri pensano che siano state tante ingiustizie … tutti possono dire che colpa ho io al riguardo! … e quindi che non è neanche colpa nostra! E allora di chi è la colpa? … Non rispondo, ma penso a tutti i morti annegati nel Mediterraneo degli ultimi anni e noi … no noi non c’entriamo! Ma potremo mai trovare una risposta ai problemi globali di oggi? Infine se so per che cosa io vivo, per che cosa noi viviamo,
…forse ho già capito dio … voglio dire che se ci pensiamo bene il senso dell’umano e quello del divino sono strettamente uniti, anche per l’ateo o per l’agnostico.
1- Anch’io faccio della filosofia, forse dio non è solo l’inizio, che ho già capito che di questo non sei molto convinto, ma è anche la fine o meglio il fine ultimo del vivere, il senso della vita umana, l’omega di Theillard, ma anche la fine e il senso della vita del cosmo, di tutte le cose, ...
il principio, la regola del mondo come dice il prologo di Giovanni ...
2- (in difficoltà) Ciò mi sembra un po’ platonico, così dio non è più un essere ma un’idea, unprincipio, come il principio antropologico, per chi conosce questa problematica scientifica. Sì, ma comunque un’idea trascendente, assolutamente trascendente, direbbe un matematico, e perciò inarrivabile, non circoscrivibile, ma un’idea è qualcosa di esistente? Di questo dio-idea sappiamo che ha in qualche modo a che fare con il bene del mondo e con la sua liberazione. (sconsolato) Se ragiono così non ci tiro fuori un accidente. No, proviamo a ragionare sulla vitareale. C’è chi vive come se il proprio senso della vita siano il potere o la ricchezza o il non far niente o …., ma c’è chi vive per la patria, e chi per la famiglia, è vero! C’è chi sente forte la
sacralità della famiglia, ma purtroppo il familismo è una piaga forte per l’Italia, ma c’è anche chi si sente impegnato nel proprio ruolo sociale e politico ... Come Madre Teresa di Calcutta che ha vissuto per aiutare i poveretti e i moribondi di quel paese, l’India, e che da un certo momento
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in poi si è accorta che lì in mezzo ai moribondi abbandonati non c’era più dio. Chi l’avrebbe mai creduto? Crollò la fede in questa santa donna, non era teutonica come quella di Vojtyla. Che Berlusconi, in un momento di lucidità, si accorga di avere per dio nient’altro che il potere e il denaro, mi sembra un’ovvietà, ma per madre Teresa, perdere il senso di dio? Tutto sta nella nostra limitatezza di fronte a lui? O è nel fatto che dio è veramente un pensiero al di là, oltre, per definizione? Come un limite matematico impossibile, che per quanto ti ci puoi avvicinare, è sempre infinitamente lontano e nello stesso tempo molto vicino, ma che può esistere ugualmente? Oppure è così che funziona il mondo, soprattutto il mondo umano, che è poi il nostro mondo, l’unico che … conosciamo... per quel che ci viviamo... (biblicamente)se l’uomo non ha un dio trascendente, indefinito, cade inesorabilmente nell’idolatria? E se non esistesse per niente un principio, anche come causa finale, un principio unitario? che tutto sia frutto del caso, come pensano i neo-darwinisti? Eh sì! un mondo frutto del caso? Su ciò da un punto di vista scientifico ci sarebbe da discutere a lungo, ma lasciamo stare, perché il caso, nella scienza, ha anche lui le sue leggi e anche dal caos più caotico e inesplicabile che vuoi, potrebbero venire fuori delle regolarità. E poi ... cosa è il caso? Si potrebbe dire che il caso è dio? Ci si può chiedere se l’esistenza di dio escluda di per sé l’esistenza del caso? Oppure rovesciare il famoso detto di Einstein: “dio non gioca a dadi” con “dio gioca sempre a dadi” … (pausa perché si accorge di essere in un vicolo chiuso, ma come illuminato) Torniamo sulla vita vissuta: chicrede che il mondo segua in qualche modo un unico principio e chi crede che non possa esistere quest’unico principio, che è, scusa se lo dico francamente, o meglio, a me sembra solo una scusa per non impegnarsi nel mondo, perché, è evidente, che senso ha? ne vale la pena faticare impegnarsi ecc... se poi non c’è un verso, una direzione nel mondo, che tutto alla fin fine succede per caso, così che interesse personale e semplice altruismo hanno una motivazione profonda. Ma chi si impegna nella vita deve credere che c’è un fine nel vivere e che questo fine possa essere condiviso da tutti. (altra pausa e poi ironicamente) Però io non lo cerco più e mi chiederai il perché. Ma perché i casi sono due: o lui è quell’essere onnipotente, onnisciente, ecc... ecc... onniqua e onnilà, che ti insegnano alla dottrina, beh, se è così, stai tranquillo che non scappi, che prima o poi ti prende, “‘t ‘ciapa”, hai voglia a dire che noi abbiamo la libertà, che lui ci ama solo e non vuole costringerci, ma prima o poi, anche senza volere, te lo trovi di fronte: può essere all’ultimo minuto della tua vita, può essere per una gioia particolare o in un pellegrinaggio ...o non so. Ma se non è così che dio è solo un’idea trascendente, ma è quella la sola idea che ci salva dall’idolatria e forse non solo dall’idolatria ma anche da tanti altri mali, beh! se è questa l’alternativa non ha certamente senso cercarla perché qui sulla terra non c’è per definizione. Tu dirai che sono per un cristianesimo materialista, mi sembra che anche Tertulliano ai suoi tempi ragionasse così. (come concludendo)Comunque penso che l’ho cercato abbastanza, e che perciò non lo cerco più, ma che sono convinto, devo essere convinto, che lui non sta in nessuna cosa o idea qui sulla terra. E poi, se mi sbaglio, sta volta sarà lui a cercare me, una volta per uno... (infervorandosi)Ma spiegami perché credere in un dio che non si sa se c’è o se non c’è e anche se c’è e poi non si fa mai vedere o sentire ... è il silenzio di Dio, come dicono, un silenzio che assomiglia tanto ad una assenza completa … allora per tutta la vita c’è solo la speranza di vivere una volta un incontro con lui, un incontro che magari non avviene mai, ma mi dici che differenza c’è rispetto ai personaggi di Beckett che aspettano Godot? NO! Io non aspetto più nessun dio! Se c’è da qualche parte ma che si faccia vivo lui! Magari senza farmi paura! Senza terrorizzarmi!
1- Anche perché, come hai detto, se non riesci e, forse, non puoi e non potrai mai riuscire a conoscere veramente in profondità chi tu sei, la tua vera essenza, ma anche quella di coloro che ti stanno vicino, anche se gli elementi esperienziali non ti mancano, come potrai pensare di conoscere dio che non vedi, che non puoi provare, e quindi per te è inutile cercarlo, ma alla luce della fede …
2- E’ così, già Cartesio aveva il problema dell’esistere: io dubito dunque esisto, diceva, dopo avere cercato per tanto tempo un punto solido su cui costruire il pensiero, … logico … già ma “io” è
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un qualcosa che non è poi così chiaro cosa sia … ed è il soggetto, l’elemento principale della frase, ... l’io, forse anticipatore di tutte le filosofie individualiste e dell’era dell’individualismo, perché Cartesio non dice noi, gruppo ristretto o allargato che sia? ... ma era solo lui che dubitava?... Io dubito, penso ad altre possibilità, alla possibilità che ci possano essere altre possibilità, altri pensieri e altri basi filosofiche … e qui sta il salto … dunque tutto ciò è la dimostrazione che esisto! Ma cosa vuol dire esistere? Io esisto, tu esisti, qual è la mia essenza? Dio esiste? Qual è l’essenza di dio? Il bene esiste? La bellezza esiste? Il male esiste? Satana esiste? I pensieri esistono? Forse sono sempre esistiti? Non ci si scappa a ragionare così! No lasciamo da parte ogni ragionamento ontologico, non so cosa sono io, non so se c’è dio, non so cosa vuol dire esistere, ma so che c’è un rapporto che chiamo di amore fra me e i miei cari, che ci sono le relazioni dentro il pensiero del singolo con sé medesimo (quello che usa Cartesio come base), ci sono relazioni del nostro vivere con la natura, con gli altri uomini, con il loro pensiero e nel loro pensiero c’è la fede in un qualcosa che chiamiamo dio. Quello che importa è capire com’è questa relazione, nella storia, nella vita, nei vari modi di pensare, non chiamiamoci più credenti o atei, religiosi o laici ma confrontiamoci nella relazione interumana, che è espressione di amore o di odio e di speranza o di disperazione, di pace o di guerra, di giustizia o di ingiustizia, e non dividiamoci su cosa pensiamo della grande incognita X, e delle altre incognite piccoline: x, y, z, ecc che siamo noi.
1- Forse potresti anche avere ragione, ma non mi sembra che tanti siano di questa idea?
2- Se ci accontentassimo dei soli aggettivi alle nostre esperienze della vita: si fanno esperienze buone … cattive … belle … brutte … No! No, noi vogliamo pensare ai sostantivi: non la bontà o la cattiveria che sono i corrispondenti sentimenti umani ma il bene, il male, la bellezza e la bruttezza enti immateriali pensati come se fossero fuori dall’uomo, anzi vogliamo pensare al sommo bene, alla somma giustizia …. un bisogno di infinito e di assoluto che esiste solo nella
nostra testa e nel mondo platonico, ma così dio non è più oggetto di esperienza, dove si può trovare il bene assoluto che idealizziamo in dio? Dove? Invece il Gesù dei Vangeli è mostrato nelle suo essere uomo buono, uomo amorevole e che racconta parabole di un dio-padre o madre che ama tutti i suoi figli specialmente i più “sfortunati”: i ciechi, i lebbrosi, i moribondi, i morti, e apprezza la fede delle persone semplici … e quando il comportamento di alcune persone mi fa scoprire in esse esperienze tutte umane di bontà e di giustizia, tu potrai dire che sono un riflesso sempre parziale del dio che sta nei cieli, ma io posso dire che lì c’è dio, e forse l’unico dio che posso conoscere e accettare è un dio molto umano, chissà perché mi viene da dire un “dio incarnato”, come se ci fosse un dio che scende sulla terra e si mostra in vesti umane … tipico di tutte le mitologie … no! penso piuttosto che ogni uomo che fa azioni buone, giuste, … possa essere una presenza di dio nella storia … ma tutto ciò potrebbe sembrare che alla fine dio non è altro che un modo di dire, di chiamare o di etichettare certi momenti della nostra vita e … ci può sembrare un po’ poco, un dio che è solo lo sprazzo dei nostri momenti di trascendenza.
1- Sei proprio un tipico romagnolo, mangiapreti, rimasto indietro di due secoli, e cioè al tempo della rivoluzione francese, dell’illuminismo, del dubbio sistematico e della critica polemica ad ogni modo di pensare, non so chi ha scritto la preghiera dello scettico romagnolo, ma quell’anonimo ha certamente fatto un vero ritratto …
Eh mi Sgnor, sa i siv? (oh mio Signore, se ci siete, se esistete oppure se mi ascoltate …)
Che sit tant bon, sl’è vera? (che siete così buono, ma sarà proprio vero che sia così? E’ una sfidae allora fatelo vedere concedendomi la grazia che vi chiedo)
Fasim la grezia, sa putì? (fatemi la grazia, se potete, perché forse non è nelle vostre possibilità onon volete …)
Che la mi amna, sa l’ho? (che la mia anima, se ce l’ho, che c’è anche questo dubbio che ci sia innoi un’anima e che sopravviva alla nostra morte)
La veg in Paradis, s’ui è? (vada in Paradiso, indipendentemente dalle malefatte fatte e dalla pocao nulla fede che si possiede, ma anche se tutti i precedenti dubbi abbiano risposta affermativa c’è ancora il dubbio sull’esistenza del Paradiso)
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E così, caro romagnolaccio, potresti continuare a pregare un dio che forse non esiste, che forse non è così benevolo come si dice e che non si sa se potrebbe esaudire la tua invocazione, la tua speranza di salvezza definitiva di un dubbia entità chiamata anima in un altrettanto dubbio Paradiso …. E come fa dire alla sua nonna in un sonetto su una seduta spiritica il vostro
Stecchetti al riguardo di questa fede illuministica: ”T’an sì un coion” … e lo considerate un modo di ragionare “furbo” e intelligente e non vi accorgete che è solamente inconcludente …
2- Inconcludente un accidente! Perché nelle cose che vediamo e che tocchiamo noi ci crediamo, oddio, forse ormai neanche in quelle, come nel rispetto per le persone o per la famiglia … mah c’è ancora chi pensa che la famiglia sia un valore supremo? Forse qualcuno ancora c’è! Ah … crediamo nel progresso della scienza … però anche lì ce ne sono dei problemi …. Insomma
siamo fatti così e cosa c’è di male? Però ti faccio notare che anche se siamo scettici e critici, a volte individualisti, rivolgiamo comunque la nostra preghiera, anche se di rado, a dio e questo non è poco.
1- Guarda caso in questa vostra Romagna non siete stati capaci di avere uno straccio di santo, forse l’ultimo è stato Romualdo, ma allora non era neanche Romagna, … e invece avete dato all’Italia quella testa dura e balzana di Predappio che ha fatto tremare l’Italia e il mondo …
2- Uhm … beato il popolo che non ha bisogno di eroi e di … santi … ma tu stai divagando … torniamo al tema.
1- (sconsolato e canzonatorio)Già, vuoi a tutti i costi cambiare? Allora come ti piacerebbe che fosse dio?
2- Beh, io non sono un teologo, anche se un mio amico dice che siccome apprezzo i vari tipi di tè, ti
èaccentato, che alla mattina sorseggio sempre un tè: una volta verde, una volta nero o bianco, cinese, tè africano, tè indiano, il masala tè, tè nero di Ceylon, quello che sembra caffè in polvere,
... in ciò sono un “tèologo con l’accento sulla e”. Però tu, che sai tante cose, mi sai dire cos’è la materia? Cosa sono lo spazio e il tempo? E se non sai rispondere a queste domande che riguardano l’esperienza diretta, sensibile, immagina se si può rispondere alle domande del tipo cosa è l’anima o cosa è o chi è dio? Lo diceva già Budda più di 2000 anni fa.
1- No, non è proprio così, c’è una speculazione intellettuale che dura da secoli sulla ontologia di
dio....
2- (stufato) Ma ritorniamo alle stesse cose già dette: tanto non mi dice niente un dio creatore, un dio onnisciente, un dio … onni ...tutto e ho già detto perché, ma anche un dio ereditato da padre in figlio, mi sembra proprio un amuleto. A me piacerebbe un dio che mi parlasse, che mi dicesse cosa pensa dei vari problemi di oggi, senza imporre il suo pensiero però, perché, bello sforzo!, lui ne sa certamente più di me. E poi si dice di amare dio ma che cosa vuol dire? come si esprime? Se dico di amare mio figlio o mia moglie non è solo perché insieme a loro ci sto bene e mi piace, cosa che avviene ma non sempre, ma perché sono lì ad aiutarli nelle difficoltà, nel bisogno, pur stando attento a non sostituirmi a loro; insomma una cosa è cercare di amare un essere umano che si conosce nelle sue limitatezza e difficoltà e un’altra un essere divino che non si vede e che ci dicono onnipotente, onnisciente, ecc... ecc... che cosa si può fare per lui? C’è chi dice che dio soffre per il male umano, ebbene sarà pure così, ma certamente è ridicolo che io, uomo, una nullità nei suoi confronti, gli dia una consolazione, solo a parole, per quella sua sofferenza. Se, viceversa, mi comporto moralmente bene con i miei simili ciò può essere motivo di un suo compiacimento, molto relativo, credo, e comunque mi sembra un modo molto limitato di volere bene. Anche perché i miei cari potrebbero sempre chiedermi se ciò che faccio lo faccio per loro o per dio? E ugualmente si deve dire ad ogni opera di carità o di bene che si fa sulla terra
…(rivolto al cielo) ma tu, don Andrea Gallo, morto da poco, che hai fatto quello che hai fatto,l’hai fatto pro gloria dei o pro consolatio hominum o ancora pro salutis animae tuae?
1- Vorresti un dio personale e vicino, è così?
2- No, neanche un dio così mi piacerebbe, troppo paternalista e col rischio che sarei io a strumentalizzarlo usandolo come tappa buchi quando non so che pesci pigliare. No è meglio che se ne stia dove sta.
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1- Ma ti rendi conto di quello che dici? Ti rendi conto che stai parlando in modo presuntuoso per non dire superbo di fronte a un dio in cui non credi o non vuoi credere, “il padre nostro che sta nei cieli” non è e non può essere un tuo zimbello al tuo servizio …
2- Ma che cosa hai capito?! Cosa credi che fare senza dio sia più facile per me? E’… avere un dio dalla tua parte … un atto di superbia, ti ricordi cosa c’era scritto sul cinturone delle SS, io non l’ho mai visto, me l’hanno raccontato, “Gott mit uns” (di fatto l’avevano copiato dai cavalieri teutoni, quelli del film Alexander Newsky) dio con noi, grande quel dio … veramente grande. Pensare a tutto quello che è successo dopo … Ma se dio non è dalla mia parte forse dio è dalla parte di tutti gli uomini e della natura anche se non penso al suo ruolo come creatore ma potrebbe preoccuparsi un po’ di come va il mondo, di cosa succede a tutti gli umani specialmente a quelli che muoiono per fame, per malattie curabili, per l’ingiustizia … e anche per la natura che noi umani stiamo rovinando.
1- Ecco che sei passato all’attacco ricordando quando c’è stata una strumentalizzazione di dio come
èsuccesso nella storia tante volte, ma dio non si può strumentalizzare … e poi con il problema del male del mondo, da Giobbe a Gesù, da Voltaire a Jonas … vuoi una risposta diretta o vuoi concludere che dio non c’è perché c’è il male sulla terra, e non vedi che il male, quello più grave,
èquello che fate voi uomini, perché quel dio, che ti dà fastidio, vi ha lasciati liberi … e non sapete usare la vostra libertà …
2- Ma sei tu che mi attacchi: come uomo devo ammettere che non siamo perfetti, che facciamo tante volte male … male … facciamo male … no, ma io non ci sto a questo modo di parlare, quello che tu dici è proprio il fondamento della nostra o della mia umiltà, sono limitato in tutto, faccio del bene ma tante volte faccio del male, ma quel che è peggio è che neanche me ne rendo conto e non mi scandalizzo di me stesso, capisci … altro che superbia … dobbiamo fare i conti con il nostro essere limitati che non è essere delle nullità e che comunque non vuol dire che ogni uomo non valga alcunché e spero che conti anche dopo la propria morte, un uomo vale anche dopo la sua morte … Ma proprio su questo tema mi viene da dire … ma quanto è str…strano, scusa la parola, il dio di Giobbe: dal benessere e dalla felicità “terrena” che viveva, lo riduce nella povertà e nella malattia, gli fa fuori tutti i figli e per che cosa? Per mettere alla prova la sua fede (come fece con Abramo)! E Giobbe, un uomo inesistente, neanche ebreo, almeno così sembra, ma un uomo immaginato tutto d’un pezzo, non perde la fede. Ovviamente è tutta una commedia, una favola, ma è servita e serve da riferimento nei secoli. Però Giobbe alla fine vuole sapere, vuole capire e quel dio str…strano, scusa, mica gli dice che era tutto una prova della sua fede, fatta quasi per gioco o per scommessa, che se glielo avesse detto eh sì! che Giobbe si sarebbe proprio arrabbiato. No! Sai che gli dice, e pure in modo molto presuntuoso e superbo, perché anche dio, che è dio, può essere presuntuoso e superbo quando parla all’uomo: “Dov’eri tu quando facevo i cieli e la terra, ecc ecc. Insomma tradotto in soldoni: “Cosa vuoi capire tu, nella tua testolina di misero essere, umano e mortale”. A parte il fatto che la scienza attuale spiega benissimo la natura che vediamo senza il bisogno di un dio creatore (e su ciò sono d’accordo anche i teologi), mi sembra insopportabile l’atteggiamento di quel dio, un sovrano superbo e presuntuoso, anche capriccioso, che non deve rendere conto a nessuno. Che la storia di Giobbe sia emblematica per il problema del male nel pensiero religioso, la teodicea, dall’antichità fino ai giorni nostri, ma io cerco di essere concreto, fammi un solo esempio di un male che viviamo, che non possa avere o avrà una possibile spiegazione? un esempio di un male che non possa avere un rimedio? Esclusa la morte che però è un fatto di natura! Anche le disgrazie naturali peggiori hanno delle cause precise, se l’uomo non può intervenire sulle cause, può sempre evitare o alleviarne le conseguenze. Così a Ravenna la torre che pendeva pericolosamente è stata ridotta e rinforzata alla base e non è successo come per la torre di Sion del vangelo, e molti bambini, nati ciechi, se per ora solo pochi possono ricevere la vista, possono tuttavia vivere una vita decente con gli ausili per quel tipo di disabilità. Poi quello che mi fa veramente paura è il male fatto dall’uomo, quando si scatena nelle guerre, quando non trova limite ai soprusi, quando sfrutta la natura pensandola infinita, e via di seguito. Ma questo è male
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che ci facciamo per conto nostro, che si spiega benissimo … si spiega poco anzi pochissimo la tenacia dell’essere umano nel continuare a fare il male, problema della psiche? di natura?...
Sinceramente l’unico dio che mi piacerebbe sarebbe come il padre del figliol prodigo, un’ultima sponda, ma sicura, dopo tutte le dissolutezze e i guai che il figlio combina … e non gli chiede il pentimento … né lo giudica … dall’alto o dal basso … e tanto meno prevede una pena per tutte le sue colpe, lo perdona per il solo fatto di essere tornato da lui, anzi sembra che lo premi, e il fratello perciò se ne ha male … Beh, un dio che perdona il male fatto, un dio veramente misericordioso, perché con tutta la nostra buona volontà degli errori ne facciamo tanti, in buona e in cattiva fede, e questi restano sul groppo come macigni e indietro mica ci si può tornare! e come potere ricominciare ogni giorno daccapo?
1- E poi basta?
2- Poi …? No, aspetta, è necessario che ci perdoni comunque, qualsiasi male faccia, senza limiti, non per me, che ammazzo le mosche solo quando mi stanno dando troppo fastidio, ma per l’assassino, quello vero, anche lui ha diritto a ricominciare una vita! Ma forse, anzi cancello il forse, anch’io sono un assassino, eh si! Perché anch’io ho la mia responsabilità, e non so se sia poca o molta, ma ce l’ho, di tutte quelle morti per ingiustizia, per povertà, per malattie, per fame che straziano un terzo del mondo, per tutti quegli immigrati, i cosiddetti clandestini dicono i leghisti, ma per me sono uomini come tutti gli altri, che sono morti nel cercare di giungere in Italia, che muoiono ingiustamente in questa terra e vengono rinchiusi insieme ai drogati, tutti colpevoli di reati inesistenti nelle straripanti galere italiane. Beh, anche per questo mi dovrebbe perdonare …. E poi, c’è un’altra cosa che mi piacerebbe, è un po’ cavillosa, ma vorrei cercare di
dirtela lo stesso: è che io so che un bel … o un brutto giorno dovrò morire …
1- Ho capiiito … ti attira la possibilità di risorgere, che dio ti dia la garanzia della resurrezione. È che hai la paura della morte, eh!? La fine di tutto!?
2- No, non è così, non è la paura, né il desiderio per me, e poi sperare in una resurrezione che non so neanche lontanamente che cosa sarà, mi sembra un po’ infantile, scusa, con tutto il rispetto per coloro che ci credono. Voglio dire che durante la propria vita uno fa delle cose buone e delle cose cattive, ma molto spesso sono delle cose buone e cattive incompiute, allora sinceramente mi scoccerebbe andare all’altro mondo sapendo che tutto quello che uno ha fatto finisce lì, passi per quelle cattive, che sarebbe bene venissero sepolte, ma per le proprie cose buone incompiute … resterebbero lì, piano piano dimenticate, e nessuno che le porti avanti, non servirebbero più a nessuno.
1- Scrivi il testamento con le opportune spiegazioni e richieste ai tuoi eredi, se ti vorranno bene sapranno cosa fare …
2- E per chi non ha eredi? per chi muore prima di fare testamento? chi raccoglierà e metterà a frutto il bene, poco o molto che sia, che costoro hanno fatto sulla terra?
1- Uhm …
2- Forse tu mi vuoi dire che il Cristo risorto è proprio colui che ci dà la garanzia che alla fine raccoglierà tutto il bene fatto e da chiunque sia stato fatto, come nella parabola del grano e della zizzania, quella che la Chiesa per secoli non ha accettato, raccogliendo la zizzania e bruciandola anzitempo. Si, Cristo è certamente convincente, lui ha un dio che perdona, lui raccoglie il bene che uno ha fatto. Ma aspetta, non te ne andare, ha detto che lo raccoglierà alla fine dei tempi e nel frattempo cosa succederà?
1- Cosa succederà?...
2- Non mi dire che anche per me, … come per chiunque, però, quel po’ di bene che ho fatto, che faccio o che farò, sarà come quel seme che Gesù racconta nella parabola del buon seminatore, se troverà il terreno buono crescerà e darà frutti. Se avrà fortuna non andrà disperso. Non sono mica Gesù io! Il seme è la parola di Dio, dice Gesù nel vangelo, mica la parvenza di bene che un qualsiasi essere umano potrebbe fare!?
1- Ma cos’è la parola di Dio se non il bene per l’uomo, il suo mostrare il suo affetto per te, e per gli altri uomini?
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2- Stavolta mi convinci, quel Dio di Gesù, che ci sia veramente o no, non mi dispiace proprio! Però?
1- Cosa c’è ancora?
2- È che cavolo, se c’è veramente … un piccolo piiiccolo segno me lo potrebbe fare, giusto per darmi un po’ più di forza per crederlo, anche se non so quanto servirebbe considerando l’esempio di Pietro.
1- Quale segno vorresti? Sembra che si debba fare quello che vuoi tu!
2- Beh, allora se non c’è alcun segno vuol dire che non c’è neanche il dio di Gesù, pensare che era tanto bello! Oppure devo tirare avanti così? Un po’ insensatamente? (lunga pausa di meditazione, poi con entusiasmo) No un segno c’è, anzi i segni sono tanti, è che io sono un po’di dura cervice come quelli là, quegli ebrei della bibbia, è tutto l’amore che c’è già nel mondo: l’amore per le persone, per la natura, per la scienza, per l’arte … vero?
1- Si!
2- È che si è portati per colpa di quella maledetta filosofia a pensare che anche il dio di Gesù … sia lassù, … ma quello è invece quaggiù! Non è lassù! Un dio puro spirito, l’essere onnipotente, creatore del cielo e della terra … Nooooh! Non è così! Lui è qui che si condivide la nostre disgrazie e le nostre fortune, le gioie e i dolori. Non lo so riconoscere, ma so che c’è perché vedo le sue tracce in quel poco o molto di bene che c’è nel mondo. E poi lo diceva bene Giovanni: Dio
èamore! Chi conosce l’amore conosce Dio! Ma aspetta un altro po’, … e tutte quelle storie su dio che ci hanno raccontato da piccoli, cosa se ne fa? Le mettiamo nel cassetto dei ricordi?
1- Fai tu!
2- Forse potrebbero servire ancora! Forse ne verranno delle altre e sarebbe bene tenerle perché ci servono per capire e poi serviranno anche a quelli che verranno. Però quasi quasi è come se dio non ci fosse, come diceva Bonhoeffer, e sì perché quello che conta è il bene che si fa su questa terra come dice nella parabola del giudizio finale. Cosa ne dici?
1- Fai tu!
2- Mi dici sempre fai tu, fai tu, ma ce l’hai un giudizio tu? Anche tu … ti devi prendere le tue responsabilità? … So già cosa mi risponderai, non dirlo, azzardo: Tu prenditi le tue responsabilità che io mi prendo le mie. È così?
1- Uhm!
2- E’ così! La libertà, la libertà di fare il bene, ecco la responsabilità. Ma nella disgrazia più nera so che c’è ancora lui, ma anche quando tutto sarà finito, so che lui non farà perdere niente. E’ così? (silenzio, 1 non risponde) Ahoh! Mi senti? dove sei? (silenzio)… …che sia già andato! Ma dovesarà andato? Boh? Eppure dio non è lontano da me ... anzi a volte penso che sia proprio dentro di me ... (con aria sorpresa per ciò che si è detto) Dentro di me! … Dentro di me? Ma cosa ho detto?! No, non dentro di me, ma è forse dentro noi tutti.
Sullo sfondo della scena compare la scritta:
NAMASTE’!1
1Da Wikipedia: “Namasté () … è un saluto originario della zona di India e Nepal e viene usato comunemente in molte regioni dell'Asia.La parola namaste letteralmente significa
"mi inchino a te", e deriva dal sanscrito: namas (inchinarsi, salutare con reverenza) e te (a te). A questa parola è però implicitamente associata una valenza spirituale, per cui essa può forse essere tradotta in modo più completo comesaluto (mi inchino a) le qualità divine che sono in te. Unita al gesto di unire le mani e chinare il capo, potrebbe essere resa con: le qualità divine che sono in me si inchinano alle qualità divine che sono in te, o anche, meno sinteticamente, unisco il mio corpo e la mente, concentrandomi sul mio potenziale divino, e mi inchino allo stesso potenziale che è in te. In sostanza, dunque, il significato ultimo del saluto è quello di riconoscere la sacralità di ognuno di noi. Oltre a essere un salutobuddhista, è anche indù, che vuol dire mi inchino alla luce del dio che c'è in te.
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