Che noia la domenica!

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che noia la domenica!

CHE NOIA LA DOMENICA!

atto unico in due quadri

di

Paolo Cappelloni


Personaggi (4u - 2d)

Roberto

Marisa    - sua moglie -

Arnaldo   - l'amico di famiglia -

Rodolfo   - il nonno (padre di Roberto) -

Tarcisio  - figlio di Roberto e Marisa -

Monica    - figlia di Roberto e Marisa -

La scena rappresenta un salotto arredato con gusto stereotipato. All'aprirsi del sipario entra Roberto, vestito elegantemente; i suoi gesti sono ugualmente eleganti, precisi e disinvolti.

Si versa un whisky, lo annusa, lo osserva controluce, ne beve un piccolo sorso, si accende una sigaretta con nonchalance, annusa impercettibilmente l'ambiente.


Roberto - Madonna mia che tanfo! (Rivolto alla moglie, fuori scena, ad alta voce) Marisa! Ma non hai portato via l'immondizia? Qui ci si asfissia!

Marisa -   (Da fuori) Se hai il nasino così delicato puoi portarla via anche tu, qualche volta!

Roberto - (Tra sé, sorseggiando il whisky) Senti che olezzo! Mi sembra di essere in una discarica!

Marisa -   (Entrando) Ti si guasta l'aroma del whisky?

Roberto - Ma dai, Marisa! Su, non si possono tenere gli avanzi di due giorni dentro casa! Se entra qualcuno gli prende un infarto! (Marisa esce di dove era entrata) (Riannusa l'aria) Parfum de Paris!

Marisa -   (Rientrando con un sacchetto pieno d'immondizia)To'! Vai a portarlo fuori che io ho da fare!

(Roberto, sempre con estrema raffinatezza e disinvoltura, pone il bicchiere sul tavolo, spegne la sigaretta ed esce dalla comune con il sacchetto. Marisa si siede in poltrona e sorseggia, finendolo, il whisky lasciato da Roberto)

Marisa -   Poverino Ha paura che gli si contamini la giacchetta! (Rientra Roberto) Già fatto? Non hai avuto nessuna perdita di coscienza per il gran fetore?

Roberto - (Si siede) Dov'è Monica?

Marisa -   In camera sua.

Roberto - Toh, è a casa? E cosa fa?

Marisa -   Cosa vuoi che ne sappia! Vai a vedere.

Roberto - Io non vado di sicuro, è lei che deve venire giù e che dovrebbe chiedere scusa per come s'è comportata.

Marisa -   Ah, sì, hai trovato quella buona!

Roberto - Ma insomma, cosa devo fare? Mi devo congratulare con lei se torna alle cinque della mattina a 18 anni? Ma dove siamo arrivati, oh! Se poi volessi fare affidamento su di te, starei fresco! Tu hai un modo di fare che mi sembri tutta contenta se tua figlia se ne va per tutta la notte a sbattere i corni a destra e a sinistra!

Marisa -   Mo che sbattere i corni! Vanno a ballare!

Roberto - A cinquanta  chilometri da qui! Ma io mi domando e dico se c'è bisogno di andare così lontano, per ballare! In questa città non ci sono discoteche?

Marisa -   Ci sono, ci sono. Comunque stai tranquillo che le ho detto anche io che tornare alle cinque della mattina è un po' esagerato!

Roberto - E meno male! Che uno debba rimanere sveglio tutta la notte per colpa d'una figlia che vuole andare a ballare a casa del diavolo! Che poi io non capisco come si fa a ballare fino alle tre, alle quatre della mattina in quel casino... Non ci si rincoglionisce?

Marisa -   Ma partono da qui verso mezzanotte!

Roberto - E fino a mezzanotte cosa fanno?

Marisa -   E io che ne so?! Dovranno decidere dove andare.

Roberto - Ah, porca miseria! Bisogna fare una riunione al vertice per decidere dove andare a sbattere la testa al sabato sera?! Partono a mezzanotte!... Ma par carità! E' una cosa fuori del mondo! Monica!... Vieni un po' giù!... Monica!!

(Entra Monica. Roberto la fissa, Monica fissa il padre, la madre fissa entrambi)

Roberto - Alora siamo d'accordo.

Monica -   In che senso?

Roberto - (Rivolto alla moglie) Madonna mia! Quando mi dice "in che senso" mi manda via di testa! Siamo d'accordo nel senso che la prossima volta che torni a casa a un'ora indecente qui non entri più! Resti fuori! Sei anche maggiorenne e puoi benissimo andare per conto tuo! Va bene?

Monica -   Papà, non dirlo due volte che lo faccio davvero! Tanto ormai lavoro e sono indipendente!

Roberto - Sì, me lo immagino... (Alla moglie) La senti? E' indipendente!

Marisa -   Comunque, (Alla figlia) finché stai sotto questo tetto devi rispettare le regole di questa casa.

Roberto - Che non mi sembrano così restrittive, anzi, mi sembra di stare più al Grand Hotel che in una casa normale: si esce, si torna, non si saluta... Allora adesso si cambia registro, va bene?

Monica -   (Irritata) Va bene, vuol dire che a mezzanotte, quando tutta la compagnia parte per andare a ballare, io faccio come Cenerentola e me ne torno a casa. (Esce impettita)

Roberto - (Le grida) Brava! Se no come Cenerentola ha perso la scarpina, tu perderai i dentini! (Alla moglie) Guarda che non sto scherzando... Magari la chiudo a chiave. (Squilla il telefono) Vado io. Pronto... signor Brenta! Mi dica pure... no, no... dica... certo... certo, facciamo martedì... no, mercoledì sono a Perugia (Fa un gesto alla moglie per sottolineare la frottola appena detta)... alle tre... va bene, mi porti tutto quanto, mi raccomando... bene... bene... sì... buonasera signor Brenta... (Chiude) Sai dove lo mando, io, a questo, un giorno o l'altro?... La presentazione scade fra quattro giorni! Questo vuole il 740 espresso! Ma va' a morire ammazzato! Eeeh!... non è per fare delle discriminazioni tra i figli ma per fortuna c'è Tarcisio che ci da delle soddisfazioni!

Marisa -   Per non fare delle discriminazioni...

Roberto - Eh, sì! Certo che non posso rimproverarlo di niente: è studioso, non ha quel caratterino peperino della sorella, è rispettoso... poi mi fa dormire la notte!

Marisa -   Perché ha un altro carattere. Adesso, per esempio, è a studiare da Marco, anche se è domenica.

Roberto - Senti qui...??

(Entra il nonno in abiti da casa, attraversa la scena silenzioso e incurante dei due. Esce)

Roberto - (Indicando il nonno con una cenno della testa) Viva la faccia sua, può cascare il mondo e nemmeno si sposta.

Monica -   (Rientra, pronta per uscire) Io vado.

Marisa -   Ciao.

Roberto - Eh, buonanotte! I somari, almeno, alzano la coda!

Monica -   (Uscendo) E io ho detto: "vado".

Roberto - Eh, va', va'.

(Marisa esce da una porta, Roberto da un'altra. Entra il nonno, si aggira per la scena, si siede, guarda appena il posto in cui era Roberto e quello in cui era Marisa, alza un po' gli occhi verso il piano superiore con il viso che non lascia trapelare alcuno stato d'animo, poi sbuffa. Lungo silenzio, si rialza)

Il nonno - Mah! (Esce) (Squilla il telefono)

Roberto - (Entrando) Vado io! Pronto (Forte) Caro ragioniere! (Piano) Ma sei matta a telefonarmi qui? (Forte) Certo... certo che ho pensato a lei... sì, ho tutte le sue pratiche sulla mia scrivania (Piano) nello schedario del mio cuore! (Forte) Certo... va bene... senz'altro, le telefonerò io, intanto le mando tanti... documenti... Arrivederci ragioniere!

Marisa -   (Entrando) Chi era?

Roberto - Mah, il ragionier..... Pesto. E' un mese che mi tormenta per un favore che devo fargli.

Marisa -   E devi mandargli dei documenti.

Roberto - Uno scatafascio! Chi me l'avrà fatto fare ad accettare un impiccio così, io non lo so!

Marisa -   Nemmeno io.

Roberto - Ma tanto... E' perché io non so dire di no. Sono troppo buono.

Marisa -   Eh, sì, una perla! (Ci ripensa) Rag. Pesto...

Roberto - Sì.

Marisa -   Cos'è, di Genova?

Roberto - Proprio di Genova no, ma dev'essere di quelle parti, perché?

Marisa -   Niente, così...

Roberto - Uffff! Io la domenica pomeriggio non la sopporto, mi da un senso di depressione, di avvilimento! Sta' a sentire, Marisa, vogliamo andar via?

Marisa -   (Ironica) Da cosa?

Roberto - (Dopo un gesto di stizza) Andiamo a far due passi lungo il mare... così...

Marisa -   (Ironica) Sì, ci manca solo di andare lungo il mare... a raccogliere le conchiglie. Non ricordi che ha telefonato Arnaldo e ha detto che sarebbe venuto a trovarci verso le sei?

Roberto - Ah, già. Anche lui... Non si fa sentire per mesi... proprio oggi gli è vento in mente di venire a far visita! Chissà com'è?

Marisa -   Adesso cosa vorresti dire contro Arnaldo? Che se fosse per te staremmo gli anni senza veda anima viva! Con te che stai continuamente a brontolare contro tua figlia e i tuoi clienti!

Roberto - Arnaldo, invece... (Rifacendo il verso che Marisa solitamente usa quando si parla di Arnaldo) Che signore! Non ti fa mai annoiare! Che verve! Che gusto raffinato! E poi? Come assomiglia a coso, lì... a George Clooney! Sì, nei calcagni!

Marisa -   Guarda, Roberto, solo tu puoi trovare espressioni così delicate! Grezzo che non sei altro! Nei calcagni...! Anche se gli assomigliasse soltanto per via d'un tallone sarebbe sempre qualcosa in confronto a te che proprio non hai niente da paragonare a qualcuno!

Roberto - Certamente! Perché io sono io! Sono unico!

Marisa -   Per fortuna! Sai che disgrazia un altro come te! Fammi andare a preparare, va', ché fra un po' arriva. (Esce)

Roberto - Sì, sì, vai a truccarti perché messa come sei gli prenderebbe un colpo! (Entra il nonno) Oh, papà! Allora?... Cosa si dice? (Il nonno non risponde) ...Eh?

Il nonno - Stai attento, Roberto.

Roberto - Attento a cosa?

Il nonno - Stai attento... (Esce)

Roberto - (Tra sé) Stai attento? Non c'è mica la guerra!

(Roberto accende lo stereo da cui proviene una musica classica a volume piuttosto alto. Si accomoda quindi su di una poltrona e ascolta, assorto, la musica. Pausa. Dall'entrata alle spalle di Roberto compare Marisa, furibonda, che gli si pone alle spalle e gli grida:)

Marisa -   Roberto!! (Roberto, colto alla sprovvista, sussulta vistosamente) (Grida di nuovo) Per la tua miseria! E' un'ora che ti urlo da di là! E spegni quell'affare! (Agisce)

Roberto - (Grida) Se mi vuoi parlare degnati di venire qui!  Cosa fai la pescivendola sbraitando da una stanza all'altra!

Marisa -   (Grida) Sbraito perché in bagno fra un po' si va in barchetta! C'è la lavatrice che perde e s'è allagato tutto!

Roberto - Porca puttana! Ci mancava anche questo! (Esce)

(Marisa va allo stereo, cambia la cassetta e si accomoda sulla poltrona, estrae da una tasca un piccolo specchio da trucco e si dà gli ultimi ritocchi al viso. Pausa.)

Roberto - (Da fuori) Marisa!

Marisa -   (Grida) Eh!

Roberto - (Da fuori) Dove hai messo la cassetta degli attrezzi?

Marisa -   (Grida) Dovrai saperlo tu dove tieni la roba tua!

Roberto - (Da fuori) Se la trovo ti tiro una martellata!

Marisa -   (Grida) Selvatico!

(Entra Monica, sta per salire al piano superiore ma la madre la ferma chiedendole:)

Marisa -   Già di ritorno?

Monica -   No, mi sono dimenticata di prendere la patente.

Marisa -   E fino a qui come sei arrivata?

Monica -   Con la macchina!

Marisa -   Senza patente?

Monica -   Per forza! Se l'ho lasciata a casa... (Esce, poi rientra) Cos'è 'sto strazio? (Va allo stereo e lo spegne)

Marisa -   E adesso dove vai?

Monica -   Abbiamo deciso di andare a casa di Carlo.

Marisa -   Non far tardi.

Monica -   No. (Esce) (Entra il nonno, Marisa lo osserva)

Marisa -   Ormai è sera, non sarebbe ora di finire di vestirsi?

Il nonno - Sto aspettando che i pantaloni del frac prendano bene la piega, se no mi danno un'aria da trasandato. (Esce)

Marisa -   Spiritoso. (Forte, al marito) Hai fatto?

Roberto - (Da fuori) No!

Marisa -   Sbrigati che fra un po' arriva Arnaldo!

Roberto - (Da fuori) Così‚ mi darà una mano!

Marisa -   Ma Arnaldo è medico!

Roberto - Appunto! Fra un po' mi prende una crisi di nervi, con questa lavatrice!

(Entra il nonno con il solito abbigliamento ma con ai piedi dei grossi stivali di gomma)

Il nonno - Guarda te cosa si deve fare per andare a fare una pisciata.

Marisa -   (Con tono di rimprovero) Rodolfo...!

Il nonno - Sì?

Marisa -   Che modo di parlare?!

Il nonno - Scusa, sono stato imperdonabile! Guarda te che cosa si deve fare per poter recarsi ad attuare uno schizzo d'urina. (Esce)

Marisa -   (Fra sé) Uffff! Sai quant'è meglio il sabato, della domenica! Puoi andare in centro, puoi fare dello shopping, incontri qualcuno, c'è un po' di movimento... Guarda qui, la domenica, che rottura! Se non ci fosse qualche anima buona che ti viene a trovare...

(Squilla il campanello d'ingresso. Marisa si alza di scatto, si sistema il vestito, l'acconciatura e grida:)

Marisa -   Roberto! E' arrivato Arnaldo!

Roberto - (Da fuori) Gettagli subito un salvagente perché qui l'acqua trabocca!

(Marisa accorre alla comune, scompare un attimo e rientra con Arnaldo. Arnaldo è il classico giovane medico, vestito sportivo ma elegante, con un modo di fare pacato, disinvolto, un po' paternalistico e un po' imbranato)

Marisa -   Accomodati pure. Roberto arriva subito... spero, è di là che sta maneggiando con la lavatrice.

Arnaldo - (Sottovoce) Perché ieri non mi hai telefonato?

Marisa -   (Id.) Perché lo sai che il sabato mi risulta impossibile! C'è un casino qui dentro...

Arnaldo - E io che ho disdetto due appuntamenti per poter essere libero.

Marisa -   Mi dispiace tanto. Sarà per domani pomeriggio.

(Entra Roberto infilandosi la giacca ma con i calzoni arrotolati fino al polpaccio)

Roberto - Ciao, Arnaldo, scusa ma abbiamo qualche problemino d'allagamento. Il cesso tracima.

Arnaldo - Me l'ha già detto Marisa che stavi armeggiando con la lavatrice.

Roberto - Certo che tu sei più fortunato che di solito armeggi con le... levatrici.

Arnaldo - (Ride) Ah! ah! Buona questa! Me la devo ricordare! Allora, cari coniugi? Come va?

Roberto - (Andando verso il mobile - bar) Bene, bene. Whisky?

Arnaldo - Sì, grazie. (Roberto prepara due bicchieri)

Marisa -   Io chi sono, la figlia di nessuno?

Roberto - Pensavo che ti fosse bastato quello che ti sei scolata scolato prima.

Marisa -   (Ad Arnaldo) Sempre raffinato, mio marito, (Al marito) e mettiti a posto quei calzoni alla saltafosso, zingaro! (Roberto esegue)

Arnaldo - Servi pure prima tua moglie, Roberto. (Roberto agisce con ira repressa) Siete stati a vedere l'ultima commedia a teatro?

Marisa -   No, non abbiamo fatto in tempo a prendere i biglietti. Per colpa sua.

Arnaldo - Peccato! Bellissimo spettacolo! Un cast eccezionale! La prossima volta che non avete il biglietto fatemi una telefonata, io ho l'abbonamento per due persone, o te, Roberto, oppure te, Marisa, potete approfittare e venire con me.

Marisa -   Ti ringrazio, Arnaldo. Se capita...

Roberto - Sì, sì, se capita...

Arnaldo - (A Roberto) E il tuo lavoro?

Roberto - Solita rottura. E il tuo? Tutti bene all'ospedale?

Arnaldo - (Ride) Ah! ah! Buona questa!

Roberto - Te la devi ricordare...

Arnaldo - Sì, sì, questa è da raccontare!

Roberto - Sai le risate, in sala operatoria.

Arnaldo - Sì, sì... no, in sala operatoria non si può...

Roberto - (Ironico) Ah, già, è vero.

Arnaldo - A proposito, Roberto...

Marisa -   (Uscendo) Scusami, Arnaldo.

Arnaldo - Prego. (A Roberto) Volevo dirti...

Roberto - (Come se si stesse aspettando la richiesta di Arnaldo) Dimmi, dimmi...

Arnaldo - Ti devo chiedere un favore (Con noncuranza) per la denuncia dei redditi.

Roberto - Sì?

Arnaldo - Mi vuoi dare un'occhiata al mio modello? Magari fai un saltino domani da me, in ambulatorio, e te lo do, che ti devo spiegare delle cose, capisci...

Roberto - (Breve pausa) Va bene, passerò domani sera verso le otto.

Arnaldo - Accidenti! Alle otto non so se ce la faccio, non potresti venire prima? Facciamo alle sette?

Roberto - Eh, no, Arnaldo, come faccio? Siamo proprio nel periodo più caldo e ho il lavor fin sopra gli occhi!

Arnaldo - (Come se facesse una concessione) Va bene, vedrò di spostare il mio appuntamento verso le nove, le nove e mezza...

Roberto - Accidenti! Prendi gli appuntamenti anche a quell'ora? E quando ceni?

Arnaldo - No, no, è proprio per andare a cena che ho l'appuntamento, con un collega... ma non ti preoccupare, mi aspetterà.

Roberto - (Perplesso) Sicuramente.

Arnaldo - Oh, scusa, sai, ma, mi posso fidare, sì?

Roberto - Cosa vuoi dire?

Arnaldo - Mi fai un lavoro fatto bene, sì?

Roberto - Se io a stessi male e venissi da te, potrei fidarmi?

Arnaldo - (Offeso) Diamine!

Roberto - Diamine sì o diamine no?

Arnaldo - Diamine sì!

Roberto - Allora diamine sì anch'io!

Arnaldo - Scusa, sai.

Roberto - Ma per carità!

Marisa -   (Entrando) Arnaldo, rimani a cena con noi, stasera, naturalmente.

Arnaldo - Non so se...

Roberto - (Meccanicamente) Ma sì, rimani, ci fai piacere.

Arnaldo - Se insistete...

Marisa -   Benissimo! Ti piace il pesce?

Arnaldo - Perfetto! E' la mia passione!

Roberto - (Alla moglie) Marisa! Ma sai che a me il pesce... (Marisa è già uscita, allora si rivolge verso Arnaldo che non sta minimamente badando a lui, sottovoce) mi fa schifo...!

Arnaldo - Uh! A proposito, chiama un attimo Marisa.

Roberto - Marisa!

Marisa -   (Entra con un grazioso grembiulino) Sìì?

Arnaldo - Ho una bellissima barzellettina da raccontarvi! Ascoltate attentamente...  Aspettate un attimo che me la devo ricordare bene... (Ci riflette un attimo) ecco: (Si predispone al racconto) La sapete quella del paziente che deve essere operato di appendicectomia?

Marisa -   (Curiosa di saperla) Nooo!

Roberto - No.

Arnaldo - Allora ascoltate: Ecco, c'è un paziente che deve essere operato urgentemente d'appendicectomia...

Roberto - D'appendicectomia...

Arnaldo - La sai?

Roberto - No, l'hai detto tu adesso.

Arnaldo - Ah, sì. Allora il medico gli chiede... aspettate... gli chiede: riesce a camminare?... no, prima gli chiede: le fa male se spingo qui? (Ride) Ah! ah! E il paziente risponde... Aspetta... il paziente gli risponde... porca miseria! Ho sbagliato! Non era un'appendicectomia...

Roberto - Bè, è difficile ricordarsi una barzelletta così complicata.

Arnaldo - Eh, sì. Perché c'era un qui pro quo... capisci?

Roberto - Va bè, quando ti viene in mente ce la racconti di nuovo.

Marisa -   Io torno in cucina, eh? (Esce)

Arnaldo - Vai pure, in caso te la racconto mentre mangiamo. (Ci riflette) In effetti non era un'appendicectomia. Era una colite spastica... Niente, niente, adesso faccio confusione.

Roberto - Tu fai sempre questa confusione fra le varie malattie?

Arnaldo - (Ride) Ah! ah! Buona! A proposito...

Roberto - A proposito di cosa?

Arnaldo - Così, dicevo per dire, tuo padre come sta?

Roberto - Ah, bene, bene. Tira avanti.

Arnaldo - Chiedevo così perché, sai, alla sua età...

(Entra il nonno con le mani sprofondate nelle tasche)

Il nonno - No, no, sto bene, sto bene.

Arnaldo - (Al nonno, con un tono paternalistico e professionale) Venga un po' qua.

Il nonno - Perché?

Roberto - Vieni qui, papà, se te lo chiede lui... è medico!

Il nonno - Di cosa? (Non si muove)

Roberto - Come, di cosa?! Un medico dei cristiani!

Arnaldo - Forse lui intendeva chiedere di quale specialità.

Il nonno - No, no, io intendevo proprio quello che ha capito (Indica il figlio)

Arnaldo - Non abbia paura, le voglio solo dare uno sguardo.

Il nonno - Ah, ma da qui mi vede meglio, in tutta la persona, no?

Arnaldo - (Paziente) Le vorrei sentire il polso.

Il nonno - No, no, grazie, il polso va benissimo. Qualche dolorino ogni tanto quando cambia il tempo perché l'ho rotto da piccolo ma per il resto va bene.

Arnaldo - Come va la digestione?

Il nonno - Eh, certe cose le digerisco, (Cambiando il tono della voce) altre no, mi s'impuntano e non vanno né su e né giù.

Arnaldo - Cerchi di non mangiare molto, di stare leggero, soprattutto la sera. (A Roberto) Quanti anni ha, tuo padre?

Il nonno - 78, chieda pure a me.

Arnaldo - Eh, alla sua età deve stare riguardato.

Il nonno - Non si preoccupi che mi riguardo, io. Buonasera. (Esce)

Roberto - (Scusandosi) Cosa ci vuoi fare? E' fatto così!

Arnaldo - (Con tono professionale) Eeeeeh, il problema degli anziani...

Roberto - Eh be'. (Entra Tarcisio)

Tarcisio - Ciao papà. (Ad Arnaldo) Salve. (Sale in camera sua)

Roberto - Fa presto, Tarcisio, fra poco è pronto!

Arnaldo - Bravo ragazzo, Tarcisio. Che cosa sta studiando?

Roberto - Lettere Moderne.

Arnaldo - Accidenti! Ma dovevi fargli prendere Medicina!

Roberto - Per carità! Tarcisio è un tipo che se vede una bistecca al sangue sviene.

Arnaldo - Ma che c'entra?

Roberto - Eh, tanto uno dovrà essere portato, per fare il medico! Tarcisio è proprio negato per tutto quello che riguarda le materie scientifiche.

Arnaldo - Sssssì ma non è questo, il problema. Bisogna mirare al risultato! Mi dovevi consultare, prima di iscriverlo all'Università! L'avrei convinto io, in caso. E' il risultato, quello che conta, capisci? (Squilla il telefono)

Roberto - Vado io!

Arnaldo - Sei a casa tua!

Roberto - Ah, già. Pronto... Sì... sì... Monica, io non ti dico più niente. Te prova a fare un'ora indecente come ieri sera e t'ho detto cosa ti capiterà... Va bene, va bene... sì, comunque hai capito... Poi domattina devi anche andare a lavorare... Sì, ciao.

Arnaldo - Eeeeeh, il problema delle figlie adolescenti...

Roberto - Eh, già, qui tra gli anziani, gli adolescenti e (Guardando verso la cucina) il pesce, è tutto un problema.

Arnaldo - Ma lasciala libera! Dalle spazio! Responbi... Respsalibi...

Roberto - Responsabilizzala.

Arnaldo - Sììì, rendila responsabile! Ormai è anche maggiorenne, no? Lasciala divertire!

Roberto - Sì, sì, dici bene, tu. Anche io dicevo così quando non avevo una figlia. (S'affaccia Marisa)

Marisa -   Signori, è pronto in tavola!

Arnaldo - Benissimo! (Si alza)

Roberto - Che bellezza! (Si alza) Tarcisio! Vieni giù che stasera c'è il pesciolino! (Ad Arnaldo) Lui va matto per le sogliole.

Arnaldo - E tu? Cosa preferisci?

Roberto - Io? Aaaaah! La mia passione sono gli scorfani! Li vado proprio cercando! (Lo lascia andare avanti e lo guarda con aria vendicativa) Non so quanti ne mangerei!

BUIO

(Si riaccende la luce. Entrano Arnaldo, Roberto e Marisa)

Arnaldo - Come cucini il pesce tu, Marisa, non lo cucina nessuno!

Roberto - Ah, è vero! Ho mangiato quelle quattro sarde che non me ne sono nemmeno accorto! (Marisa gli allunga un calcio in uno stinco. Reazione dolorante di Roberto)

Marisa -   Ti sbagli, Roberto, non erano sarde.

Roberto - (Sempre dolorante) Saranno state triglie.

Arnaldo - Notando i gesti di Roberto) Che cos'hai? Ti sei fatto male?

Roberto - (Guardando la moglie) No, no, è una vecchia rottura... della caviglia che mi fa soffrire ogni tanto, ma quando cambia il tempo (Guardando sempre la moglie) diventa insopportabile.

Arnaldo - Eh, sì, son cose che lasciano il segno.

Roberto - Com'è vero!

Marisa -   Un digestivino, Arnaldo? (Si siede)

Arnaldo - Sì, grazie, ci vuole proprio. (Si siede)

Marisa -   Roberto.

Roberto - Sì?

Marisa -   Il digestivino.

Roberto - Ah, sì. (Esegue) (Entra il nonno)

Il nonno - Non è per interrompere la conversazione ma nel cesso è ricominciato il fluire dell'acqua. (Esce)

Roberto - Porca miseria! Scusa, Arnaldo. (Lascia i bicchieri e bottiglia ed esce)

Marisa -   (Sottovoce) Vedi, Arnaldo? Io non lo sopporto più! Sono ormai giunta al limite! Respiro solo quando è in ufficio. E' diventato, o forse lo è sempre stato, una persona così noiosa, così... quand'è in casa mi da sempre l'impressione che sia una squallida domenica pomeriggio.

Arnaldo - Abbi pazienza, Marisina, cercheremo di stare insieme più tempo possibile ed io farò di tutto per essere sempre il tuo sabato sera! (Le bacia il palmo della mano)

Marisa -   Allora ci vediamo domani alle cinque da te?

Arnaldo - Perfetto. (Forte) Hai bisogno di una mano, Roberto?

Roberto - (Da fuori) No, grazie, ormai l'ho rotta del tutto!

Il nonno - (Entrando) Ormai l'ha rotta del tutto... (Esce fissando i due)

Arnaldo - (Grida) Se ti trovi in difficoltà non fare complimenti. (Entra Tarcisio)

Marisa -   Esci?

Tarcisio - No, volevo chiederti se mi aiutavi a preparare una valigia perché domattina vado a Bologna e ho intenzione di rimanerci perché devo seguire delle lezioni, ho già trovato un appartamento con Marco e... a proposito, dov'è papà?

Marisa -   In bagno alle prese con la lavatrice.

Tarcisio - (Andandosene) Gli devo parlare per l'affitto.

Arnaldo - Eeeeeh! Il problema dei ragazzi che studiano...

Marisa -   Non me ne parlare. (Rientrano Roberto e Tarcisio)

Roberto - Così, tutto in una volta?

Tarcisio - Eh, se devo seguire le lezioni dovrò alloggiare là.

Roberto - E dov'è, quest'appartamento?

Tarcisio - Non è proprio un appartamento, sono solo due stanze ma è molto vicino all'Università.

Roberto - E quanto costa?

Tarcisio - Poco, diviso con Marco viene 250 euro al mese.

Roberto - Alla faccia!

Tarcisio - Poi, però, può darsi che venga a starci qualcun altro così verrà costare ancora meno.

Arnaldo - Qualcun altro o... qualcun'altra?

Tarcisio - (Senza scomporsi) Ah, boh, per ora siamo in due.

Roberto - E quanto dovrai restare, a Bologna?

Tarcisio - Non lo so, di preciso, un mese, due, poi torno, poi riandrò su.

Roberto - Capisco.

Tarcisio - (Alla madre) Allora mi vieni a dare una mano?

Marisa -   Scusa, Arnaldo. (Esce con Tarcisio)

Arnaldo - Eh, be'. Non stare in pena, vedrai che si divertirà!

Roberto - Io, a dir la verità, vorrei che studiasse.

Arnaldo - Certamente che studierà ma, sai com'è l'ambiente universitario, a Bologna poi... organizzano delle festicciole, si distraggono anche...

Roberto - (Tronca l'argomento) Va bene, lasciamo perdere se no passo un'altra notte in bianco.

Arnaldo - Bene.

Roberto - In che senso?

Arnaldo - E' ora che vada, domani sarà una giornataccia.

Roberto - Anche per me. Comunque puoi restare perché tanto oggi, hai visto, una dietro l'altra, quindi...

Arnaldo - No, no, ti ringrazio, devo proprio andare. Salutami di nuovo Marisa.

Roberto - Non mancherò.

Arnaldo - Allora ci vediamo domani alle cinque, no, volevo dire alle otto.

Roberto - Alle otto, d'accordo. (Lo accompagna alla porta)

Arnaldo - Ciao, Roberto. (Esce)

Roberto - Ciao.

(Roberto, rimasto solo, guarda verso l'uscita contando con le dita fino a dieci, poi esplode)

Roberto - Eeeeh! Ma porca puttana che razza di rottura! Quello non è un cristiano, è una croce! Una disgrazia vagante! Altroché il dottore! Nemmeno un callo mi farei guardare da uno così!... Marisa!!!

Marisa -   (Da fuori) Sì?

Roberto - Vieni qua! (Tra sé) Lavora anche all'ospedale, poi! Poveretti noi! Speriamo che non capiti mai di dover andarci ma in caso... "dov'è il dottor Arnaldo Vari? in chirurgia? Bene, allora mi ricoveri in medicina!... Come? L'hanno trasferito in ortopedia? Benissimo, mi metta pure al reparto infettivi ch'è sempre meglio di una piaga come quello!"

Marisa -   (Entrando) Alora? Dov'è Arnaldo?

Roberto - E' andato via. A che ora parte, Tarcisio?

Marisa -   Domattina alle otto, perché?

Roberto - Gli hai detto di telefonare quando arriva?

Marisa -   Sì.

Roberto - Gli hai dato tutto?

Marisa -   Sì.

Roberto - Ha i soldi?

Marisa -   Sì.

Roberto - Mm. Alora, stammi bene a sentire, Marisa, io, quel giuggiolone di Arnaldo non lo voglio più vedere nemmeno dipinto! Va bene?

Marisa -   Perché? Cosa t'ha fatto?

Roberto - Cosa m'ha fatto? E' meglio dire quello che sta facendo di male all'umanità! E' stupido, è un profittatore, è una rottura! Insomma non mi piace per niente e non lo voglio più vedere in casa mia!

Marisa -   Guarda, Roberto, mi lasci senza parole. Se c'è una persona degna di stima e che tu dovresti solo ringraziare se ci fa l'onore di essere nostro amico è proprio Arnaldo!

Roberto - Oh, signore cos'è che devo sentire! Dopo il pesce mi mancava solo di sentire una cosa così! Ma cos'hai in testa, Marisa! Non vedi che è un imbecille che non sa né parlare né stare zitto? Non ha un minimo di personalità e tutto quello che fa e che dice è copiato dalla gente che gli sta attorno? Parliamoci chiaro, Marisa, scherzi o fai sul serio?

Marisa -   Mamma mia, Roberto, stai facendo un sermone da niente, contro quel poveretto! Mi sembri esagerato! Tutto questo solo perché t'ha chiesto di aiutarlo per il 740 o c'è qualcos'altro di più personale che io non so, per avere una reazione così?

(Roberto non risponde subito. Prende una bottiglia rimasta sul tavolo e cerca un bicchiere)

Roberto - Qual è il tuo?

Marisa -   Dev'essere quello. (Lo indica. Roberto si versa da bere) Allora?

Roberto - Non so risponderti. Forse me lo puoi dire tu, se c'è qualcosa di personale. (Entra Monica)

Monica -   Non guardate la televisione?

Roberto - Perché, cosa c'è?

Monica -   Ah, non lo so. Ascolta papà, mi danno quindici giorni di ferie, la prossima settimana, e avrei deciso di andare a fare un viaggetto in Turchia, va bene?

Roberto - Aspetta, aspetta. Ricomincia un po'...

Monica -   Ho detto che la prossima settimana avrò quindici giorni di ferie e avrei deciso di andare in Turchia con degli amici.

Roberto - (Sconvolto) Con degli amici? Turchi o italiani?

Monica -   Italiani, papà! Quelli della mia compagnia!

Roberto - In Turchia! Con loro! (Grida) Tu hai qualche rotellina nel cervello che non funziona bene, Monica! Tu la Turchia non la vedi nemmeno col cannocchiale! Ma è roba da matti! "Ho 15 giorni di ferie, dove posso andare? Toh, vado in Turchia, pranzo al sacco, perché lì... Faccio quattro parole con i beduini e torno." Monica, fai conto che tu non mi abbia detto niente, va bene?. Vai a letto, tranquilla, e sogna la cascata delle Marmore.

Monica -   Eh, no, papà, adesso basta! Io lavoro tutto l'anno e se per le ferie mi voglio divagare e fare un viaggio non c'è niente di male e tu non ti puoi comportare così!

Marisa -   In questo, Monica ha ragione.

Roberto - (Non ascolta la moglie) Ah, no, non mi posso comportare così? Con una figlia che fa il porco del comodo suo e da sola, di punto in bianco, decide di andare in Turchia con non so chi, a fare non so cosa? Mi scusi tanto, signorina, se mi sono permesso!

Monica -   E' inutile che fai il sarcastico, tanto ci vado lo stesso!

Roberto - (Grida) E allora cosa vieni a dirmi queste cose? Va' dove ti pare e fai quello che vuoi ma non farti più vedere da me e non mi chiedere più niente, signorina indipendente!

Marisa -   Adesso stai esagerando, Roberto.

Roberto - Esagero? Esagero? Dovrei essere contento d'avere una figlia così?

Marisa -   Certo, in fondo che pensieri ti da?

Roberto - Marisa, per favore, stai zitta.

Monica -   E se poi devi stare tanto in pena per me io avrei già trovato un appartamentino da dividere con una mia amica e potrei benissimo andare a vivere là.

Roberto - In Turchia???

Monica -   Ma no, qui in città! Così: lontano dagli occhi lontano dal cuore.

Roberto - Eeeeh! Benissimo! Uno da una parte uno dall'altra... (Chiama) Papà! Tu dove vuoi andare? Dice che a Calcutta c'è una comune per la terza età, perché non ti aggreghi?

Monica -   Be', ne riparleremo domani, adesso sono stanca e vado a dormire.(Esce)

Roberto - Ecco, sarà meglio! Va' a dormire. A che ora vuole la colazione, domani mattina?... In Turchia... è la fine del mondo! Andare in vacanza a casa del diavolo! E la chiamano vacanza, la chiamano! Io, nemmeno se mi pagassero andrei da quelle parti. (Guarda Marisa)

Marisa -   Torniamo a noi.

Roberto - Sì, torniamo a noi. Allora?

Marisa -   Allora cosa?

Roberto - Guarda che mi ricordo dove eravamo arrivati! Ti stavo chiedendo se avevi tu qualcosa di personale.

Marisa -   Che cosa intendi dire?

Roberto - Dai che hai capito benissimo che cosa intendo dire... con tutti quei minuetti... (Rifacendole il verso) "Arnaldo, vuoi la sogliolina o la coda di rospo? Ti vanno le vongole?" E lui, con gli occhi da vongola: "No, ti ringrazio, preferisco il calamaretto. Oooh! Cosa credi, che dorma?

Marisa -   Aaaah! Benissimo! (Entra il nonno)

Il nonno - Scusate l'interruzione...

Roberto - Non si sarà mica allagato tutto un'altra volta? Ho tolto la corrente!

Il nonno - No, vi volevo solo avvertire che io vado a letto, buonanotte.

Roberto - Buonanotte.

Marisa -   Buonanotte. (Con tono più basso) Aaaah! Benissimo! Vogliamo proprio mettere le carte in tavola?

Roberto - Mettiamole pure.

Marisa -   Benissimo. Sì, io considero Arnaldo una persona da ammirare, mi sono accorta che ci si sta bene insieme e...

Roberto - E allora?

Marisa -   E allora tra me e lui c'è probabilmente lo stesso rapporto che c'è fra te e il cosiddetto ragionier Pesto! Se vogliamo mettere proprio bene le carte in tavola.

Roberto - (Colpito) Il... ragionier Pesto?

Marisa -   Precisamente, quello della Liguria  che porta i tacchi a spillo e i capelli biondi e lunghi fino alle spalle. Nemmeno io dormo!

Roberto - Quanto sei... Ma se io ho fatto così è stato soltanto per non farti ingelosire per una semplice amicizia con una ragazza che tu potevi prendere per chissà cosa!

Marisa -   Ma senti come la sa rigirare bene, 'sto mostro! Ma smettila... amicizia...! (Piange sommessamente) Non credevo davvero che sarebbe andata a finire così.

Roberto - E di chi è la colpa?

Marisa -   Probabilmente di tutti e due.

Roberto - E adesso cosa avresti intenzione di fare?

Marisa -   E tu?

Roberto - L'ho chiesto prima io.

Marisa -   Visto che abbiamo ormai i figli grandi che, come dici tu, uno va da una parte e uno dall'altra... proviamo a dividerci anche noi, per un po'. Vedremo come va a finire, cosa succederà. Se funziona o se invece abbiamo sbagliato. Insomma facciamo una prova.

Roberto - Ho capito. Tentar non nuoce. Soddisfatti o rimborsati.

Marisa -   Questo cosa c'entra?

Roberto - Niente, così. Qualche fregnaccia potrò dirla anche io.

Marisa -   Allora restiamo d'accordo così. Va bene?

Roberto - Va bene?

Marisa -   Lo sto chiedendo a te.

Roberto - Eh, da come l'hai messa, più che una proposta mi sembra una decisione che hai già bell'e che preso. Comunque, signora Marisa, cosa vuoi che ti dica, proviamo.

Marisa -   Ah, tu accetti così, senza reagire per niente? Senza farmi una controproposta?

Roberto - Marisa, cosa devo dirti? Mi hai detto tutto tu! Che controproposta ti dovrei fare? Ti ho detto semplicemente: proviamo.

Marisa -   Bene, adesso vado a letto perché sono stanca (Esce quasi correndo per non farsi veder a piangere)

Roberto - Sì, anch'io vado. Già, dove vado?

Il nonno - (Entrando) Te lo posso dire io dove dovresti andare? O lo indovini da solo?

Roberto - No, lascia perdere. So cosa mi diresti.

Il nonno - E così, oggi non s'è rotta solo la lavatrice.

Roberto - No, c'è un po' d'acqua da tutte le parti.

Il nonno - Ma dai, non è la stessa cosa! Oggi se si rompe qualcosa c'è la moda di gettarla via e di sostituirla con un'altra nuova... ma con una famiglia, per fortuna, si può ancora usare il vecchio sistema d'una volta. Ricordi? Si raccoglievano i pezzettini, si prendeva qualche pezza e si rimediava tutto quanto, con la calma. A proposito, sai che mi sono risuolato le scarpe da solo? Devi vedere che bellezza sono venute! Solo che avevo i chiodini troppo lunghi e adesso mi sbucano dentro. Gli ho schiacciato le punte ma sai... Comunque par quello che devo camminare io...

Roberto - Dici bene, tu, ma come si fa a risuolare moglie e figli?

Il nonno - Intanto sono due situazioni differenti: i tuoi figli non sono sicuramente un problema. Fossero tutti così! Tarcisio è uno che sa il fatto suo, è un ragazzo in gamba e dovresti essere solo contento che vada a Bologna per studiare invece di stare in 'sto casino qui. E non dar retta più di tanto a quel bietolone di dottore! Tarcisio si divertirà anche...  con i suoi compagni, ma saprà sempre come comportarsi. Anche Monica è una brava ragazza, solo che non v'incontrate col carattere: lei sarà anche un po' peperina ma anche tu, hai la mentalità di mio nonno, buonanima! A parte il fatto che non parli mai con lei... solo per rimproverarla. Sai che a volte viene a confidarsi con me? Lo sapevi? E posso dirti che non devi avere nessuna paura, per lei. Conosco anche il ragazzo con cui esce, la gente che frequenta, e starei tranquillo anche se volesse andare in Turchia, credimi pure.

Roberto - Hai capito? Insomma hai fatto con Monica quello che avrei dovuto fare io?

Il nonno - Bravo! Indovinato! L'ho sempre detto che in fondo non sei così imbecille come sembri.

Roberto - Grazie.

Il nonno - Prego.

Roberto - E Marisa?

Il nonno - Ah! Devo dirti tutto io? Non sei più mica un ragazzino!

Roberto - No, no.

Il nonno - Comunque, anche con Marisa, la soluzione del problema deve partire da te, se vuoi risolverlo, se lei vuoi ancora bene, se no, come si dice, che cavolo mi serve perdere il tempo e il sonno qui con te! Ringiovanisci un po' il matrimonio, stai un po' più con tua moglie, nel modo giusto, e non pensare sempre ai 480.

Roberto - I 740.

Il nonno - Dai che hai capito. E poi... quanti anni hai, tu?

Roberto - 44.

Il nonno - Ecco, a 44 anni... So che può essere un'età un po' delicata, che poi, se vogliamo, tutte le età sono un po' delicate. Insomma smettila di pensare alle biondine, alle segretarie che ti dicono: "Oh, ragioniere, com'è elegante questa mattina!" Roberto, fa' la personcina seria perché alla fine hai solo da guadagnarci.

Roberto - Vorrei avere io, la fiducia che hai tu.

Il nonno - Guarda che io, di fiducia in te ne ho molto molto poca! Diciamo che nutro qualche speranza per quella tua testaccia piena di pigne.

Roberto - Hai ancora speranze, tu?

Il nonno - Certo! perché sono più giovane di te, nonostante l'età, e nonostante che qui in Italia e nel mondo facciano di tutto per farmele andar via. Io sono ancora speranzoso, come lo è la signora Amalia.

Roberto - E chi è?

Il nonno - La signora Amalia? Ah, già, tu non la conosci. Eeeeh, la signora Amalia è una signora, vedova, che sta di casa qui vicino.

Roberto - Be'?

Il nonno - Lasciami dire. E che incontro spesso a far la spesa, e tra un cespo d'insalata, un etto di macinato e un filoncino di pane abbiamo fatto amicizia e giorni fa m'ha fatto capire che... ecco... lei è sola, io, praticamente, lo stesso, e sarebbe contenta se, insomma, se ci mettessimo insieme.

Roberto - Ma papà!!!

Il nonno - Be', cosa c'è? Mica mi vorrai fare gli stessi discorsi che fai a tua figlia, no? Io sono vedovo, lei è vedova... cosa c'è di male?

Roberto - Ah, niente, niente. Ma chi è 'sta signora Amalia?

Il nonno - Oh, una ragazza di buona famiglia, sta' tranquillo, non mi porterà sulla cattiva strada. E' tutta casa e chiesa. Poi è simpatica, messa... messa abbastanza bene, nonostante l'età. Forse un po' troppo... come si dice... parsimoniosa.

Roberto - Avara!

Il nonno - No, no, solo di braccio un po' corto ma sai, vive con la sua pensioncina e non avrà tanto da scialacquare, perciò non può essere un grosso difetto. (Taglia corto) Insomma capisci che anche alla mia età si può prendere un po' di colla, un po' di pazienza e rimettere su qualcosa di buono? Come ho fatto con le mie scarpe. Non si correrà più tanto bene come una volta ma si va avanti. Capisci cosa ti voglio dire? Testone!

Roberto - Ma tu guarda oggi quante ne dovevo imparare!

Il nonno - Eh, capitano quelle giornate dove vengono fuori tante cose che fino allora non si sapevano, o non si volevano sapere, o che si nascondevano. Va' a letto adesso, Domani è lunedì e si ricomincia.

Roberto - Hai ragione, buonanotte. E grazie.

Il nonno - Eh sì. Ah, Roberto, fammi un favore, mi mandi giù un momento Marisa.

Roberto - Perché, cosa le vuoi dire?

Il nonno - Ah, niente, le devo solo ricordare una cosa.

Roberto - Ma starà dormendo.

Il nonno - No, sta' tranquillo che non dorme. (Roberto esce)

(Il nonno scorge le bottiglie rimaste sul tavolo, va a prendere un bicchiere e, in maniera furbesca, si versa un dito di whisky. In quel mentre entra Marisa che lo sorprende.)

Marisa -   Rodolfo!

Il nonno - Ne vuoi un goccio?

Marisa -   Ma sì. (Bevono) Allora, cosa c'è?

Il nonno - Niente, volevo solo ricordarti che domani ho quell'appuntamento a Fano dall'oculista, mi accompagni?

Marisa -   Sì, sì, te l'ho già detto.

Il nonno - Bene, così approfittiamo anche per prendere qualcosa per Roberto. Mercoledì è il suo compleanno.

Marisa -   E già...

Il nonno - Ha anche detto che tornerà a casa prima. Oh, a proposito, l'appuntamento l'ho fissato per le cinque, va bene?

Marisa -   Per le cinque?

Il nonno - Sì. Ma se hai qualcos'altro da fare posso prendere la corriera.

Marisa -   (Assorta) Come?

Il nonno - Ho detto che posso sempre prendere la corriera, se tu non puoi.

Marisa -   No, no. A le cinque va benissimo.

Il nonno - Oppure posso spostare l'appuntamento, tanto non muore nessuno.

Marisa -   Ti ho detto che non c'è nessun problema.

Il nonno - Allora posso andare a dormire tranquillo.

Marisa -   (Che ha capito) Sì, stai tranquillo.

Il nonno - (La bacia sulla fronte) Buonanotte, Marisa.

Marisa -   (Con un sorriso) Buonanotte, Rodolfo. (Esce)

Il nonno - (La osserva mentre esce) Brava ragazza. Chissà se le piacerà la signora Amalia? (Scola il suo bicchiere di whisky) Un vizietto potrò averlo anche io, no??

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