Che peccato… essere cornuto!

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Che peccato… essere cornuto!

 Commedia brillante

in

tre atti

di

Kramer Moggia

Socio S.I.A.E.: autori n° 88397 – 31/12/ ’89 qualità D.O.R. autore parte letteraria

26041 CASALMAGGIORE ( Cremona) Via Cairoli, 93 tel, 0375 41110 cell. 3396821681

kramer33@alice.it


PERSONAGGI:

MARCELLO (LELLO)  CORNA                                        ricco contadino

NELLA                                                                     sua moglie. Figlia di Aldo e Maria

ALDO DE MASTAI                                                suocero

MARIA DE FATTORI in  DE MASTAI                sua suocera

GASTONE                                                                amante di Nella

EMMA                                                                      amica di Nella

PIERO                                                                      amico di Gastone

CIRO                                                                        amico e fattore di Lello

CARATTERE DEI PERSONAGGI:

LELLO        età 45anni. Ricco contadino vissuto sempre in campagna. Buon carattere.

NELLA        età 40 anni. Cresciuta in un ambiente ricco, perciò vanitosa. Ritiene il marito inferiore alla sua posizione sociale.

ALDO            età 60 anni. Di ricche origini ma ora nullatenente. Presuntuoso.

MARIA       età 55 anni. Come il marito.

GASTONE  età 45 anni. Libertino

EMMA         età  40 anni

PIERO            età  40 anni. Vive alle spalle di Gastone, quindi un po’ dipendente.

CIRO              età 45 anni. Amico di Lello già dall’infanzia. Suo confidente.

EPOCA.  Anni trenta

SCENOGRAFIA: uguale per tutti gli atti. Giardino  davanti alla casa di Lello ,con tavolino e sedie in ferro battuto.

ATTO PRIMO

ATTO PRIMO: primavera. Mattino.

SCENA PRIMA: Lello, Ciro.

(Lello e Ciro entrano in scena conversando)

LELLO        (continuando un discorso già iniziato) Una di queste mattine dovremo passare in Consorzio per acquistare un po’ di sementi.

CIRO           Il mangime sta scarseggiando. Direi che sarebbe opportuno acquistarne. Alfredo il magazziniere è un mio amico. Penso che mi farà un po’ di sconto dato la quantità di prodotto che acquistiamo.

LELLO        Allora, forse, è opportuno che tu vada da solo. Così vi intenderete meglio.

CIRO           Va bene. Mi sbaglio o ti vedo preoccupato.

LELLO        Direi di: no. Ero sopra pensiero, perché ieri sera sono andato a teatro ed ho visto una commedia, oltretutto ben recitata dalla nostra Compagnia Filodrammatica, che nulla ha da invidiare a certe compagnie  primarie. E’ una commedia e per certi versi, la mia vita richiama quella trama. Solo vorrei che il mio finale si allontani da quello. Perché mi sembra un po’ umiliante, almeno per il mio carattere.

CIRO           Le commedie sono di solito frutto della fantasia dell’autore, e come sappiamo la fantasia umana è notevole.

LELLO        E’ vero. Però Molière si vede che tante situazioni le ha vissute veramente.

CIRO           Infatti è passato alla storia nel suo campo.

LELLO        Sarà…Non credo di aver fatto un gran affare sposando una donna che si da, insieme ai suoi genitori, delle arie di gran dama.

CIRO              Anche perché, se me lo permetti: il loro conto in banca soffre di astinenza.

LELLO        Lo puoi dire. A volte sei attratto dal fascino dell’alta società… speri di inserirti nel loro mondo, ma poi ti accorgi una volta entrato  che ti escludono.

CIRO              A me sembra che sia un ambiente anche un po’ fasullo. Fatto di esteriorità ma di poca consistenza.

LELLO        Certo che non dobbiamo confondere la nobiltà d’animo con la provenienza storica. Visto che tu mi sei amico ti consiglio di non cadere nel mio stesso errore.

CIRO              Senz’altro la nobiltà  è buona cosa, ma è pur vero che la si deve sostenere con dignità.

LELLO        Non c’è che dire. Sei proprio profondo nelle tue affermazioni. (spiritoso) Non  è che tu abbia frequentato, a mia insaputa, corsi di alta filosofia…

CIRO              I corsi di alta filosofia li ho frequentati in lunghe giornate passate in campagna a seminare, arare, e finalmente raccogliere, anche se il magazzino del raccolto  non è il mio ma il tuo. Forse un po’ di senno mi è venuto frequentando da mane a sera la stalla, dove gli animali, alquanto taciturni, mi inducono a lunghe meditazioni.

LELLO        E’ proprio vero. Se hai la fortuna di non essere un presuntuoso, nei tuoi pensieri cerchi di essere obbiettivo, valuti il pro ed il contro e da tutto ciò ne nascono concetti sinceri e proficui. ( si siede) Sarà meglio che la prendiamo un po’ alla leggera,  altrimenti Socrate si vergogna della propria ignoranza.

CIRO              In certe nobili apparenze ti sembra di scorgere nobili sentimenti, ma poi ti accorgi che il tutto si riassume in un approvvigionamento di denaro.

LELLO        E’ ciò che è capitato a me. Quanto avrei fatto meglio, con tutti i miei soldi. A mettere su casa con brava e schietta gente della nostra campagna, anziché prendermi una moglie che si sente superiore, e sembra ci soffra a portare il mio nome, e pensa che tutto il mio denaro non ha pagato abbastanza l’onore di esserle marito.

CIRO              Tutti possiamo sbagliare…

LELLO        Lello, Lello, tu hai fatto la più grande sciocchezza del mondo. Casa mia è un inferno, e rimettervi piede vuol dire ogni volta trovare dispiaceri.

CIRO           Non esagerare. Devi ammettere che hai una bella moglie. Certo che ognuno ha il proprio carattere  e le proprie ambizioni. Ora però sarà meglio che vada, che di cose da fare ne ho molte.

LELLO        Ti accompagno. Mi sembra di aver visto posta nella buca delle lettere.

(escono)

SCENA SECONDA: Lello, Piero.

(dalla parte opposta da dove sono usciti gli amici entra Piero.)

LELLO        (rientrando con in mano diverse lettere e pubblicità e vedendo Piero, rimane stupito. Fra sé) Beh’ e quello lì, chi è?

PIERO         (vedendo Lello si blocca. Fra sé) E quello lì da dove viene?  E adesso cosa gli dico?

LELLO        (fra sé) Questa è una faccenda che non mi piace. ( a Piero) Mi scusi ma lei da dove spunta?

PIERO         Beh… veramente… Mi scusi tanto: ma lei chi è?

LELLO        ( fra sé) Sarà meglio che sia prudente. (sicuro di sé) Da ciò che ho in mano, mi sembra evidente.

PIERO         E cioè?

LELLO        Sono il portalettere.

PIERO         Ma la divisa?

LELLO        (sicuro ) Non è l’abito che fa il monaco!

PIERO         Anche questo è vero. (fra sé) Meno male.

LELLO        Che faccio questo lavoro è da molto ormai. Ma il suo viso non mi sembra di averlo già visto da queste parti.

PIERO         Mi raccomando. Acqua in bocca. Non si deve sapere che io sono stato qui.

LELLO        (preoccupato) Perché?

PIERO         Beh… insomma! Perché?!

LELLO        (c.s.) Perché?

PIERO         Parliamo piano,  che non voglio che ci ascoltino.

LELLO        (scocciato) Ben! Insomma!

PIERO         Ecco: sono stato a parlare con la padrona di casa, per conto di un tale che mi sembra abbia delle velleità su questa bella signora. Ma mi raccomando. Ciò non si deve sapere. Capisce l’antifona?

LELLO        Eh!

PIERO         Ecco la ragione. Mi hanno raccomandato di fare attenzione che nessuno mi veda, e la prego almeno di non dire che m'ha visto.

LELLO        :  Me ne guardo!

PIERO         Io ci tengo a fare le cose in segreto, come m'hanno raccomandato.

LELLO          Bene!

PIERO         Il marito, dicono, sia geloso, e non vuole che si faccia all'amore con sua moglie; farebbe il diavolo a quattro se la cosa gli venisse alle orecchie.  Compreso bene?

LELLO        Benissimo. Lo credo bene.

PIERO           Lui non deve sapere niente di tutto  questo.

LELLO          Certo.

PIERO         Lo vogliono  ingannare con garbo.  Capito bene?

LELLO          Meglio di così...

PIERO         Se lei dirà di avermi visto uscire da casa sua, man­derebbe all'aria tutto. Ha capito  bene?

LELLO        Assolutamente bene! Ehi! come si chiama quel tale che vi ha mandato là dentro?

PIERO         Mi sembra che non siano fatti suoi… ma dato che mi dà una mano nel tacere…E’ un signore che abita qui da poco tempo. Che ha un nome da nobile. Sa di quelli che si usavano un tempo fra la nobiltà… Gastone.

LELLO        (spiritoso ma severo)     Beh…ora di questo nome se ne sono appropriati quei servi maggiordomi che vogliono far carriera.

PIERO         Fatti loro.

LELLO        Non sarà quell’ingegnere che è venuto ad abitare qui da un po’? Che lavora, se lavora, in un ufficio statale…

PIERO         Credo di sì.

LELLO        Ecco perché lo vedo gironzolare spesso da queste parti…

PIERO         E’ una bravissima persona. Solo perché andassi a riferire alla signora che desiderava “porre i suoi omaggi ai suoi piedi” mi ha dato cinquecento lire, e pensare che siamo amici. Quando penso che per quei soldi debbo lavorare qualche giorno…

LELLO        Morale della favola… l’avete assolto quel compito?

PIERO         Sì, ho trovato là dentro una certa Emma che ha capito a volo cosa volevo, e m'ha fatto parlare con la padrona.

Lello             (a  parte):   Vigliacca  d'una   donna!

PIERO            Che meraviglia , che  è quella Emma! Mi ha preso il cuore, e sta soltanto a lei ormai, se ci si deve affiatare,fra noi due.

LELLO        Ma che risposta ha dato la signora a questo signorino?

PIERO         Mi ha detto di dirgli... Aspetti, non so se ricorderò bene tutto... ah, che non sa come ringraziarlo dell'interessamento che ha per lei, e che per via di suo marito, che è gelosetto, badi bene a non far trapelare niente, e che occorrerà pensare a qualche trucco per poter stare insieme tutti e due.

LELLO        (a parte):  Ah! Demonio di una donna!

PIERO            Porca miseria , sarà tutta da ridere: il marito non se la sognerà nemmeno la trappola, e con tutta la sua gelosia resterà con tanto di naso a beccuccio. (Pausa.) No?

Lello                Eh!

PIERO         Addio. Come non detto, però. Mi raccomando: acqua in bocca, che il marito non lo sappia.

LELLO           Sì,   sì.

PIERO            Io, per parte mia, farò finta di nulla. Ho i miei numeri io, e nessuno sospetterebbe che c'entri io.

LELLO        (con astio) Si immagini il sottoscritto.

SCENA TERZA: Lello (solo) (ciò che dice potrebbe essere una registrazione in modo da sembrare un pensiero)

LELLO:       Vedi, Lello, vedi in che modo ti tratta la moglie! Ecco cosa significa aver voluto sposare una altolocata: te ne fanno di tutti i colori senza che tu possa vendicarti, e la loro fasulla posizione sociale ti tiene le mani legate. L'uguaglianza di stato lascia almeno all'onore del marito la libertà di ribellarsi, e se era una contadina, tu avresti ora le mani libere, libere di farti giustizia a suon di bastonate. Ma sei stato tu a voler assaggiare la nobiltà, sei stato tu che ti annoiavi a esser padrone in casa tua. Ah, che rabbia, che rabbia, mi prenderei volentieri a schiaffi. Ma come! Dare ascolto sfacciatamente all'amore di un damerino, e come se non bastasse, promettergli di ricambiarlo! La miseriaccia, non voglio lasciar perdere un'occasione simile. Bisogna correre subito a fare le lagnanze al padre e alla madre, e chiamarli a testimoni, per ogni evenienza, delle pene e degli affanni che mi da la figlia. Ma eccoli, lui e lei davvero a proposito.                                                                  

SCENA QUARTA: Lello, Aldo, Maria.

(marito e moglie entrano in scena con fare altezzoso che indispone il genero)

ALDO          Cosa c’è Marcello?che mi sembri turbato.

LELLO        ( severo) Direi che ne ho il motivo. Tu cosa ne dici?

MARIA       Mio Dio Marcello. Che poca creanza hai!Cos’è questo “ tu” rivolto a tuo suocero.

LELLO        A me il “tu” a voi il “tu” Si gioca ad armi pari.

ALDO          E’ buon costume, fra suocero e genero che il suocero dia del “ tu” al genero, ma che viceversa il genero dia del “ lei” ai suoceri. E’ questa un’ abitudine che ci vien data dalla tradizione direi secolare.

LELLO        E’ vero. Anche i miei genitori si volgevano ai miei nonni usando del “ voi” Ve ne rendo atto. A quella abitudine mi terrò. Solo che quando i miei nonni si rivolgevano ai loro figli pur usando il “tu” lo facevano con simpatica familiarità come se fossero sullo stesso piano. I figli al “ voi” aggiungevano rispetto e stima. Io mi rivolgerò a voi con il “ voi” e voi usate pure nei miei confronti il “tu” ma che nel “ tu” ci sia tutto il rispetto che intendo mi sia rivolto.

MARIA       Sarebbe buona cosa che ricordassi che le nostre provenienze generazionali son ben diverse. (si siede)

ALDO          (rivolo alla moglie) Basta tesoro. Lasciamo correre.

MARIA       (ironica) Mio Dio, “signor” Aldo, solo voi avete di queste indulgenze, e non sapete farvi dare dalle persone quello che vi spetta.

ALDO:         Perdiana, mi spiace, su questo punto nessuno mi può insegnare; io ho saputo dare nella mia vita almeno mille prove di energia, e non sono davvero io l'uomo che cede anche su una piccola parte delle sue pretese. Ma per questa volta basta un piccolo ammonimento. ( al genero)Sentiamo un po', genero, cosa hai nel cuore?

LELLO        Senta, è meglio parlar chiaro. Le dirò caro Aldo, che ho ragione di…

ALDO          Piano, piano, Marcello. Devi imparare che non è rispettoso chiamare le persone, di riguardo, con il semplice nome; è molto meglio far precedere al nome il “ signore”.

LELLO        Va bene, “signor Aldo”… Le debbo dire che mia moglie mi da…

ALDO          Siamo alle solite! Quando parli con noi non puoi permetterti di dire “ mia moglie”  parlando di mia figlia.

LELLO        Io non ce la faccio più! Un attimo ancora e poi scoppio! Ma come? Mia moglie non è più mia moglie?

MARIA       Sì, Aldo, è tua moglie, ma quando ti rivolgi a noi devi dire vostra figlia.  Devi metterti in testa che se tu avessi sposato una donna del par tuo potresti benissimo chiamarla “ moglie”

LELLO        ( a voce bassa fra sé) Caro il mio Marcello ti sei impelagato in un bel rovo.! ( a voce alta) Per amor del cielo mettete a parte per un attimo la vostra nobiltà, e lasciate che vi parli con le mie semplici parole. ( a parte) E’ impensabile che certe persone debbano essere così ottuse! (a Aldo) Vi dico insomma che sono tutt'altro che contento del mio matrimonio.

ALDO          E che ragione avresti per fare questa affermazione?

MARIA       Io non capisco come ti permetti di fare certe affermazioni, con tutti i vantaggi che ti ha portato questa unione.

LELLO        E quali vantaggi sarebbero? Per voi non è stato un cattivo affare, perché senza di me, le vostre faccende, col vostro permesso, andavano in malora, e i miei quattrini sono serviti a tappare dei bei buchi; ma io che ci ho guadagnato? Io? vi prego: ditemelo, se non un prefisso  al mio nome, e invece di Lello sono diventato grazie a voi « signor Marcello »?

ALDO          E non ti da gioia poter dire che ti sei imparentato con la famiglia Mastai, anzi: De Mastai…

MARIA       Non solo ma anche con il mio: “ De Fattori” di cui mi onoro di far parte. In casa mia è il ventre che fa nobili… (Lello le guarda il ventre)    la madre!  E grazie a questo privilegio i vostri  figli saranno gentiluomini.

LELLO          Sì, è una bella cosa, i miei figli saranno gentiluomini;  ma io sarò cornuto, io, se non ci si pone rimedio.

ALDO            Come  sarebbe  a dire?

LELLO          Sarebbe a dire che vostra figlia non si comporta come deve comportarsi  una  moglie, e fa cose che  sono contro  l'onore.

MARIA       Cerca di limitarti nelle tue espressioni. Mia figlia è di una razza troppo virtuosa per poter mai fare cosa che violi l'onestà. Nella famiglia  De Fattori da più di trecento'anni non v'è stata donna, grazie a Dio, che abbia dato luogo a delle chiacchiere.

ALDO          Perdiana! Nella famiglia De Mastai non s'è mai vista una donna vanitosa, e tanto è ereditario il valore dei maschi, quanto la virtù nelle femmine.

MARIA       Fortunatamente nella nostra famiglia c’è stata una bella ragazza che è stata importunata e naturalmente offesa perché le è stato richiesto di essere l’amante di un parlamentare di notevole nome, ma lei si è rifiutata con onore.

ALDO          Pure nella mia famiglia c’è stata una De Mastai che rifiutò una notevole somma da un alto locato, che si sarebbe accontentato di esserle solo amico intimo.

LELLO      Benissimo! Ma vostra figlia non è tanto difficile, e si vede che s'è fatta più popolana, da quando sta con me.

ALDO        Spiegati meglio.  Non   siamo  gente,  noi,  da darle mano in cattive azioni, e saremo i primi, sua madre ed io, a renderti giustizia.

MARIA       Non   ammettiamo   scherzi,   noi,   in materia   d'onore,   e  l'abbiamo  allevata  con   tutta  la  severità possibile.

LELLO          Quel che posso dirvi, è che qui c’è un  tale , l'avete visto, il quale è innamorato di lei, in barba a me, e le ha rivolto parole d’amore   che lei ha molto calorosamente accettato.

MARIA       Stai tranquillo che se ciò che dici fosse vero non esiterei a punirla severamente.

ALDO          Se ciò che dici fosse vero in un attimo la disedererei  e del ganzo ne farei un mostro a forza di botte.

LELLO        Vi ho detto cosa sta succedendo, vi ho fatto i  mie reclami, e ora vi domando soddisfazione.

ALDO          Non ti preoccupare. La soddisfazione l’avrai da tutti e due. Io  son uomo da mettere a freno chicchessia. Ma sei  ben sicuro di ciò che dici?

LELLO         Sicurissimo.

ALDO            Assicuratene bene,  perché   tra  persone per bene   son cose delicate, e non è il caso di creare inutilmente uno scandalo.

LELLO          Non v'ho detto niente, vi assicuro, che non sia vero.

ALDO          (rivolto alla moglie)  Tesoro, vai  a parlare con nostra figlia, io insieme a  Marcello parlerò con  quell'uomo.

MARIA       A me pare impossibile che dopo la serietà di vita che le abbiamo inculcato e con l’esempio che le abbiamo sempre dato sia caduta in un simile disonore.

ALDO          Metteremo in chiaro tutto. E’ questo un problema che certo saprò risolvere. Tu non hai idea di quanto io sia severo per certe cose.

LELLO        Ora, mando a chiamare quel tizio.

ALDO          Tu lo conosci?

LELLO        Non è difficile conoscerlo e nemmeno rintracciarlo perché davanti a casa mia gironzola con una certa frequenza. Anzi: aspetti che vado a vedere in strada, perché non è improbabile che ci sia, purtroppo. (esce)

ALDO          (solo, mentre si siede) Mi sembra una cosa impossibile che mia figlia possa essere scesa tanto in basso. Se ciò fosse saprei come punirla. ( pausa) Ammettiamo per un momento che tutto ciò che mio genero mi ha detto sia falso. Gliela farei pagare cara. Eh…sì! Non si può infangare, anche per un solo istante il nome dei De Mastai.

(Maria esce)

SCENA QUINTA: Aldo, Lello, Gastone.

(entrano in scena Lello e Gastone)

LELLO        (rivolto a Aldo indicando Gastone) Cosa le dicevo?!

ALDO          (alzandosi e rivolgendosi a Gastone) Lei. Signore, mi conosce?

GASTONE  (indifferente) Direi di. no. Non mi sembra di aver avuto questo piacere.

ALDO          Mi chiamo Aldo De Mastai.

GASTONE  Mi permetta di stringerle la mano ( va a stringere la mano ad Aldo)

ALDO          (con imbarazzo, stringe la mano di Gastone)  Il mio nome  è piuttosto conosciuto da queste parti, da quando la mia famiglia si è traferita qui in seguito al matrimonio di mia figlia.

LELLO        (fra sé) Si è ben sistemato  a mie spese.

GASTONE  Mi fa piacere.

ALDO          Mio nonno, quale ufficiale mandato dal conte Cavour,  ha avuto l’onore di essere un garibaldino e di essere insignito di medaglia d’argento al valor militare  per aver partecipato  ed essere stato ferito nella  battaglia del monte Suello il 3 Luglio del 1866.

GASTONE  Ne sono commosso.

ALDO          Ed un mio antenato, Adolfo de Mastai, godette ai suoi tempi di tanta considerazione, che gli fu concesso di vendere ogni suo avere e partire per le terre d'oltremare.

LELLO        (fra sé) E’ proprio un difetto di famiglia vivere da spiantati.

GASTONE  Non ho nessuna  intenzione  di dubitarne.

ALDO          Oh! M'hanno riferito, signore, che lei ama e importuna una giovane signora, che è poi mia figlia ed è sotto la mia protezione, come pure quest'uomo (indicando Lello) , che ha l'onore di essere mio genero.

GASTONE:    Io?

ALDO          Lei. E sono lieto che mi dia motivo  di chiederle, una spiegazione.

GASTONE  Malignità! Assurda malignità! Chi gliel'ha detto, signore?

ALDO            Una persona che lo sa con certezza.

GASTONE  Quel tale  ha mentito. Io son uomo d'onore. Mi crede capace, signore, d'una azione così vile? Io, circuire una giovane e bella signora, che ha l'onore d'esser figlia di un signore par suo? E dove andrebbe il rispetto? E l'omaggio che io le debbo, signore?  Chiunque gliel'ha detto è un idiota...

ALDO          A te, genero!

LELLO        Come?

GASTONE     ... Un villano e un furfante.

ALDO            (a Lello)  Rispondi.

LELLO           Rispondete voi.

GASTONE  Se io sapessi chi è, non esiterei a distruggerlo.

ALDO              Andiamo,  vedi di rispondere a tono.

LELLO           E’ una affermazione vera. 

GASTONE     È stato suo genero, signore...?

ALDO               (infastidito) Sì, è stato lui  a lagnarsi.

GASTONE  Davvero, può ringraziare d'esser dei vostri, che altrimenti gli insegnerei io a tenere simili discorsi sul conto d'un uomo par mio.

SCENA SESTA: Aldo, Maria, Nella, Gastone, Lello, Emma.

(entrano in scena Nella Maria, Emma)

MARIA       (rivolta ai presenti) Ecco mia figlia. Da lei ora potremo sapere l’arcano.

GASTONE  (rivolto a Nella) Non credo, signora  che lei abbia riferito a suo marito una nostra relazione.

NELLA        Direi proprio di. no. Come potrei dirgli una cosa tanto falsa quanto assurda? Ci terrei proprio a sapere se lei è innamorato di me.  Provi fare un’ avance e ne avrà una certa risposta. Ci terrei molto. Con me usi pure tutte le astuzie degli innamorati. Mi mandi pure i suoi amici a portarmi le sue confidenze. Meglio ancora: mi mandi bigliettini da innamorati Controlli che non ci sia mio marito quando intende incontrarmi e allora lei mi esprimerà tutto il suo amore. Io saprò apprezzarlo.

LELLO        (esplodendo) Ma è inaudito! Ma non vi accorgete, che in nostra presenza, stanno predisponendo i prossimi incontri., ed ogni loro frase contiene una dichiarazione d’amore?

ALDO          (rimproverando) Ma non ti accorgi che stai dicendo delle assurdità?

MARIA       Come ti permetti di fare certe affermazioni.

GASTONE  (rivolto a Nella)  Non crede, signora, che io abbia già una età ed una esperienza da seguire le sue affermazioni? Come può dire che io l’amo?

NELLA        Vorrei proprio saperlo. Finora me lo stanno raccontando.

GASTONE  Quando l’ho incontrata ha creduto di capire nelle mie parole espressioni d’amore? Non mi permetterei mai di rivolgermi ad una signora sposata con dolci espressioni. Nel suo caso, poi, ho troppa stima dei suoi genitori per permettermi cose simili. Mi creda signora: non mi permetterei  mai!

MARIA       (a Lello) Mi sembra che sia tutto chiaro. Come dite voi da queste parti tu, caro Marcello, hai preso una cantonata.

ALDO          Mi sembra chiaro che tu ti sia sognato tutto ciò.

LELLO        Trovo comodo credere a tutto ciò che vi ha raccontato vostra figlia. Mi sembra un insegnamento di illusione. Questo signore (riferendosi a Gastone) E’ il mago degli inganni della mente. E voi miei cari suoceri (rivolgendosi ai suoceri) siete una comoda e proficua platea.

ALDO          Mah!

MARIA       E’ sbalorditivo tutto ciò.

LELLO        Proseguendo in questa sceneggiata… vi dirò che questa bella signora (rivolgendosi alla moglie) ha ricevuto pochi momenti fa un ambasciatore del suo ganzo.

NELLA        (falsamente stupita)  Io ricevuto…

GASTONE  ( c.s.) Io mandato…

NELLE E GASTONE  Un messaggero?

NELLA        (rivolta a Emma) Emma!

GASTONE  ( a Emma) Emma parlate!

EMMA         Giuro che ciò che dite è una menzogna.

LELLO        (rivolto a Emma) Questo che affermi è uno spergiuro. Ormai ti conosco bene. Sei stata tu a far entrare il messaggero.

EMMA         ( indicando se stessa) Io…?

LELLO          Tu,  tu.  Sì.  Non  fare tanto  l'innocentina.

EMMA         Ahimè, come è pieno il mondo di cattiveria. Sospettarmi così: io che sono l'innocenza in persona!

LELLO        Taci, buona lana. Ti conosco da tempo, la sai lunga, tu, che sei esperta più di quel che pare.

EMMA         (a Nella):   Nella, ho forse...

LELLO        Taci, dico; o va a finire che la faccio scontare a te per tutti quanti:  e tu, non hai un padre nobile.

NELLA          È una tale bugia e mi ferisce così addentro, che non ho neanche la forza di rispondere. È orribile essere accusata da un  marito  quando  non gli si fa  nient'altro se non quello che gli è dovuto. Ahimè, se di qualcosa mi si può biasimare, è di trattarlo troppo bene.                                               

EMMA         Davvero!                                                                     

NELLA        La mia disgrazia è tutta lì; ho troppi riguardi per un marito che non mi  merita. . Volesse il cielo che fossi capace di accettare, come dice lui, la corte da qualcuno. Sarei meno da compatire. Addio. Io rientro. Non posso sopportare più che mi si offenda a questo modo.

MARIA       (a Lello) Ecco, tu  non meriti una moglie onesta come quella che ti abbiamo dato!

EMMA         Giuro, meriterebbe che gliele facesse sul serio. (rivolta a Nella) Io se fossi al posto tuo, cara amica,  non ci penserei due volte. (A Gastone) Sì, Gastone, lei, per punirlo, deve fare all'amore con la mia amica. Vada a fondo, glielo dico io, sarà tempo speso bene. E io m'offro di aiutarla, tanto ormai sono già sotto accusa. (Esce.)

 ALDO         ( con disgusto). Caro il mio Marcello meriti proprio tutto ciò che ti hanno augurato. È la tua condotta che ti mette tutti contro.

MARIA       ( a Lello)  Ecco, cerca di trattar meglio una signora che per stato sociale ti sovrasta, e vedi  d'ora in poi di non prender più granchi simili.

LELLO        (a parte): Ma è mai possibile che uno che ha ragione possa passare dalla parte del torto?

GASTONE  (ad Aldo): Signore: lei vede quanto falsamente sono stato accusato. Il viver comune non può ignorare le regole da applicare in una situazione come questa. Mi vedo costretto a chiedere a lei la punizione  per l’affronto che mi è stato fatto.

ALDO          Lei ha perfettamente ragione. Un tale sgarbo deve essere punito con  regole ben precise che stanno nel chiedere perdono di tutte le insinuazioni che sono state fatte.

LELLO        Insinuazioni, come dite voi, che son vere.

ALDO          Tu , ora, caro genero, dovrai scusarti per aver, a torto accusato ingiustamente.

LELLO        Su questo non sono d'accordo. Io mi tengo la mia opinione.

ALDO          Non importa. Qualunque opinione ti tieni, lui ha negato, ti ha dato soddisfazione; e non si ha nessun diritto di lagnarsi di chi smentisce. Specie se è un uomo d’onore.

LELLO        Sicché se lo trovassi a letto con mia moglie, se la caverebbe smentendo? Giusto perché è un “ uomo d’onore”?

ALDO          Oh, basta con le chiacchiere. Porgi le tue scuse. Te lo impongo.

LELLO        Io? Io dovrò ancora far delle scuse a lui, dopo che...

ALDO          Avanti, ti dico. Non c'è motivo di tentennare; e non aver  paura di far più del dovuto. Sono io che ti guido.

LELLO        Ma come mi può chiedere una cosa simile.

ALDO          Tu hai offeso questo signore,e perché questo signore ne sia soddisfatto tu devi porgere a lui le tue scuse,e non solo, ma anche con convinzione.

LELLO        Come posso essere convinto di una cosa di cui non son convinto.

ALDO          Vedi di non straparlare.

GASTONE  Signor Aldo, lasciamo perdere, da parte mia mi trovo abbastanza soddisfatto.

ALDO          Come può esserlo se mio genero non le ha ancora porte le sue scuse.

LELLO        Come può pretendere le scuse dal sottoscritto che si sente becco?

GASTONE  (a Lello)  Cerchi di convincersi che ciò che ha affermato fino ad ora è solo una sua convinzione, e su questo fatto mettiamoci una pietra sopra. ( a Aldo) Mi dispiace che questo increscioso incidente l’abbia turbata.

ALDO          Apprezzo molto la sua gentilezza d’animo. Vorrei tanto poterla conoscere in altre situazioni.

GASTONE  Troppo gentile. Ora signori vi lascio.

ALDO          L’accompagno.

(Aldo e Gastone escono)

LELLO        Ah! Io... L'hai voluto tu, l'hai voluto tu, Lello, l'hai voluto tu, ti sta ben fatto:  eccoti servito. Hai pro­prio quel che meriti. Suvvia, basterebbe aprir gli occhi al padre e alla madre. Forse troverò il modo per riuscirvi.

CALA IL SIPARIO SUL PRIMO ATTO

ATTO SECONDO

ATTO SECONDO: lo stesso giardino. Pomeriggio dello stesso giorno.

SCENA PRIMA: Emma, Piero.

(Emma Piero sono seduti al tavolino. Piero fa la corte a Emma)

EMMA         E così mi sono presa la colpa di quanto è successo. Cosa ti è saltato in mente di parlare di questa faccenda ad uno che nemmeno conoscevi.

PIERO            Chi poteva immaginare che il postino che ho proprio incontrato qui quando stavo uscendo, al quale ho dovuto raccontare il fatto, per poter avere la sua fiducia, e pregarlo di non raccontare nulla a nessuno fosse una persona equivoca.

EMMA           Certo che  quel tuo amico ha fatto una buona scelta servendosi di  te come ambasciatore. (ironica) E’ proprio stato previdente.

PIERO         Va bene. Un’altra volta starò più attento.

EMMA         Sarà meglio.

PIERO         Ora mettiamoci una pietra sopra a fatti che non sono nostri. Ascoltami.

EMMA           Cosa devo ascoltare?

PIERO           Voltati un po' col viso verso di me.

EMMA:          Beh,  che  c'è?

PIERO           Emma?

EMMA           Che?

PIERO           Va là, che sai bene cosa voglio dire.

EMMA           Non so niente io.

PIERO           Porco diavolo! Non hai ancora capito che mi sono innamorato di te?

EMMA           Ma davvero?

PIERO         Sì, che il diavolo mi porti! Puoi credermi, lo dico sotto giuramento.( fa il gesto con gl’indici incrociati alla bocca)

EMMA           Ah,   quand'è  così...!

PIERO         Mi sento tutto rimescolare dentro quando ti guardo...

EMMA           Bella cosa!

PIERO           Come fai ad essere così carina?

EMMA         Faccio come le altre. (vanitosa) Magari sarà un dono della natura.

PIERO:        Vedi, per fare una frittata basta un uovo. Se vuoi, tu sarai mia moglie, io sarò tuo marito e tutti e due saremo marito e moglie.

EMMA         Che bell’esempio da applicare ad un corteggiamento: un uovo. Non è che tu sia geloso come il marito della mia amica.

PIERO         Proprio no.

EMMA         Io, odio quei morosi  sospettosi.  Ne voglio uno che non si spaventi di nulla, uno così pieno di fiducia e sicuro della mia onestà, da potermi lasciare, senza inquietudini, in mezzo a diversi  uomini.

PIERO           Bene, sarò proprio così.

EMMA         È la cosa più stupida del mondo dubitare d'una donna e tormentarla. E alla fin dei conti voi non ci guadagnate niente di buono, e a noi vengono cattivi pensieri. Spesso sono proprio i fidanzati con le loro escandescenze a chiamare e addirittura a volte pretenderle le corna.

PIERO         (riflessivo)  “Pretenderle” poi…Va bene, ti lascerò libera di fare ciò che vorrai.

 EMMA        Così bisogna fare per non essere ingannati. Quando un compagno  si rimette a noi, noi prendiamo solo quella libertà che ci occorre. È come con quelli che ci danno in mano il portafoglio e ci dicono: « Prendete ». Noi ne usiamo con parsimonia  e ci accontentiamo del’indispensabile. Ma chi fa lo spilorcio, noi ci sforziamo di pelarlo e lo lasciamo in mutande.

PIERO         Ti assicuro che io non sono fra quelli. (spiritoso) A parte il fatto che in mutande non son niente male…

EMMA         Va bene, vedremo

PIERO            (avvicinandosi a Emma) Tesoro.

EMMA         Cosa vuoi?

PIERO         Non lo immagini? (fa per abbracciarla)

EMMA         Ehi! Vacci piano! Non andare oltre il seminato.

PIERO         Ti chiedo solo un piccolo impegno d’amore.

EMMA         Datti una calmata!

PIERO         Emma!

EMMA         (respingendolo):  Ahi!

PIERO         Vedi come sei sgarbata coi poveri diavoli! Accidenti, che modi:  respingere così chi ti vuol bene! Non ti vergogni d'esser così bella e non voler carezze? Ehi!

EMMA         Ti rompo il naso!

PIERO         Ma con che gentilezza esprimi il tuo amore.

EMMA         Corri troppo tu.

PIERO           Ma cosa ti costerebbe lasciarmi un po' fare?

EMMA           Bisogna aver pazienza. Devi calmare le acque.

PIERO           Un bacino soltanto, lo defalchiamo dalla prima notte?

EMMA           Buona notte!

PIERO           Emma, te ne prego: un acconto.

EMMA         No, no, no, no, ci sono già cascata una volta.  Vattene e di al tuo amico che sarà mia premura consegnare il suo biglietto.

PIERO           Addio, belladonna ostinata.

EMMA           Complimenti d'amore!

PIERO         Addio, roccia, macigno, donna insensibile all’amore mio sincero. ( le consegna il biglietto che aveva in tasca ed esce)

 EMMA        (sola): Ora   consegnerò   questo biglietto alla mia amica...(vede sopraggiungere Lello e Nella ) Ma   eccola   con quel rompiscatole del cornuto.

Ora mi  nascondo e aspetto che rimanga sola, spero. (esce di scena)

SCENA SECONDA: Lello, Nella,poi Gastone.

LELLO        No! E’ inutile che tu me la racconti! A tutto ciò che mi è stato riferito io  ci credo. Non sono nato ieri; e di tutte le bugie che mi hai raccontato non ne credo una.

(Gastone sul fondo della scena, non visto da Lello, a gesti parla con Nella)

LELLO        Tutte quelle smancerie non hanno fatto altro che confermarmi la verità di tutto ciò che mi hanno raccontato e non sopporto  quanto poco tieni in conto il nostro rapporto coniugale.  ( non visti da Lello Gastone e Nella si salutano. Tutti i gesti che Nella fa Lello crede che siano riferiti a lui)  E’ inutile che mi fai tutte quelle riverenze. Non è questo il rispetto che chiedo, e non è il caso che tu mi prenda in giro.

NELLA        Ma chi ti prende in giro?

LELLO        So bene cos’hai in testa. (Gastone e Nella si salutano di nuovo)  E ho capito… (Gastone e Nella si salutano di nuovo)        Vuoi piantarla con quei gesti! L’ho capito benissimo che per quella idea di superiorità che tutta la tua famiglia ha nei miei confronti, vi sentiate, tutti voi, superiori nei miei confronti. Io non vi chiedo il rispetto per me stesso ma per il legame che unisce noi due. (Nella fa un segno a Gastone)  Non fare tanto di spallucce, non sto mica dicendo delle idiozie.

NELLA          E che spallucce sto facendo?

NELLO        Dai che ci capiamo. Voglio che il nostro legame matrimoniale sia rispettato. Il matrimonio non va  trattato come lo tratti tu. (Nella fa un segno con la testa a Gastone.) Ed è inutile che tu scuota la testa e mi faccia  le boccacce.

NELLA        Io? Non capisco cosa vuoi dire.

LELLO        Lo so io. Altro che; se conosco le arie che vi date. Io sarò un contadino, ma in casa mia non c’è mai stato nulla di cui vergognarsi. La mia famiglia…

GASTONE  (dietro: a Nella senza essere visto da Lello) Solo due parole.

LELLO        (senza vedere Gastone)  Come?

NELLA        Beh… non ho aperto bocca.

LELLO        (gira intorno alla moglie e Gastone si ritira dopo aver fatto una profonda riverenza a Lello) Ecco che ancora ronza attorno a te.

NELLA        Che cosa ci posso fare se mi ronza attorno?

LELLO        Non devi fare altro che comportarti  come farebbe una brava moglie per piacere al marito.

                     Il motivo è molto semplice. Questi mosconi ti girano attorno perché capiscono che tu sei un’esca piuttosto facile. Tu sei come quelli che hanno il miele in faccia per poter attrarre. Invece le donne oneste si  comportano in modo da scacciarli, prima ancora che s'accostino.

NELLA        Perché scacciarli? Per quale motivo? Il fatto di essere corteggiata, perché considerata una bella

 donna, per una donna è una cosa piacevole.

LELLO        Invece le donne oneste si comportano in modo da scacciarli, prima ancora che s'accostino..

NELLA        Io scacciarli? e per che motivo? Non è mica uno scandalo se mi trovano graziosa; a me fa

 piacere.

LELLO        Sì, ma che figura ci fa il marito in mezzo a tutti questi sdilinquimenti?

NELLA        La parte di un galantuomo che è contento di veder apprezzare le doti di sua moglie.

LELLO        E buona notte ai suonatori! Non è affar mio. La mia famiglia  non è  abituata alla cornucopia.

NELLA        Oh! Certo che ti abituerai; altrimenti,   peggio per te. Per parte mia ti dico che non ho affatto intenzione di rinunziare al mondo e di seppellirmi viva dentro un marito.(riflessiva) Ma come! Perché a decide di sposarsi, sta a vedere che il mondo è finito per noi donne. Che bisogna troncare ogni relazione con il resto del mondo? Ah, meravigliosa questa tirannia dei signori mariti. Che cari, a volerci pronte  per tutti i divertimenti e vivere soltan­to per loro! Ma io me ne sbatto, e non ho alcuna intenzione di spegnermi così giovane.

LELLO        E’ così che rispetti la parola che mi hai dato davanti al prete?

NELLA        Io? Lo sai benissimo che ti ho sposato per far felici i miei genitori. Mi sembra di essere vissuta nell’800 quando erano i genitori a scegliere, quasi all’insaputa della figlia, il marito. Direi quasi, che sono stati loro a sposare te. Perciò se hai qualcosa da dire sarà meglio che tu lo dica a loro. Se ti capiterà qualche escrescenza in fronte prenditela con loro. Io mi sento libera. Si vede che quando eravamo davanti al prete sarò stata distratta. Chissà dove avevo la testa. Caro il mio ragazzo, intendo vivere intanto che sono giovane la mia vita e la mia libertà Voglio conoscere il mondo e sentirmi corteggiata. Cerca di prepararti al peggio. E ringrazia il Cielo che mi limito al possibile.

LELLO        Ah! la prendi su questo tono? Io sono tuo  marito e ti dico che non la intendo affatto così.

NELLA        E io sono tua  moglie, si fa per dire,  e ti dico che la intendo così.

LELLO        ( a parte) Dio come mi prudono le mani! Come vorrei accarezzarla a mio modo. Caro Marcello è meglio che tu te ne vada prima di compiere un atto che non è nel tuo carattere, forse. (esce)

SCENA TERZA: Nella, Emma.

EMMA         (entrando in scena) Nella, non vedevo l’ora che tuo marito se ne andasse per poterti consegnare questo biglietto ( che le consegna)

NELLA        Grazie. (legge il biglietto)

EMMA         Mi sembra che ti faccia piacere.

NELLA        Oh Emma: quanto è piacevole questo biglietto. E’ proprio vero che quelli di una certa classe si sanno esprimere a modo, altro che questi bifolchi.

EMMA         Lo credo bene che dopo aver conosciuto persone di una certa classe, ti vada via la voglia di frequentare questi contadini.

NELLA        Mentre tu mi aspetti, io vado a scrivere la risposta. (esce)

EMMA         (sola)  E’ inutile che dica alla mia amica di scrivere una lettera gentile. Credo proprio che ci riesca. E’ proprio una giornata intensa…guarda chi ti arriva.

SCENA QUARTA: Gastone, Piero, Emma.

EMMA         (entrando rivolta a Gastone)  Certo che ha un bel  amico di fiducia…

GASTONE  ( seguendola) Pensavo di sì. Certo che la debbo ringraziare per l’aiuto che mi sta dando.

EMMA         Non c’è proprio bisogno. Sto facendo un favore alla mia amica.

GASTONE  Visto che è così… Visto che abbiamo un’amica in comune, direi che il “tu” viene a proposito e spontaneo.

EMMA         Grazie: Gastone. Anche perché io non sono al vostro livello diciamo nobiliare. Per me è un onore che saprò meritarmi.

GASTONE  Lascia perdere.

PIERO         (dopo essere entrato ) Stiamo diventando una comunità di puri amanti.

EMMA         …Una comunità di amanti?

GASTONE  ( a Emma)  Hai dato il biglietto alla tua amica?

EMMA         Sì. E’ andata a scrivere la risposta.

GASTONE  Scusa Emma. Non c’è modo di poter stare solo con lei?

EMMA         Come no. Vieni con me e potrai parlarci.

GASTONE  Siamo sicuri? Non vorrei che se  la prendesse.

EMMA         No, no, suo marito non è in casa. Poi la mia amica non si deve preoccupare di suo marito ma di suo padre e sua madre. Se per loro sta bene, sei in una botte  di ferro.

GASTONE  Mi  metto nelle tue mani.

(Gastone ed Emma escono)

PIERO         (soddisfatto) Credo proprio di avere una morosa che vuole del voi, come si suol dire.

SCENA QUINTA: Lello, Piero.

LELLO        ( entrando riferendosi a Piero) Ecco il creatore di tutti i mali. Certo che se volesse farmi da testimone verso il padre e  la madre raccontando ciò di cui non vogliono credere…(rivolto a Piero) Ancora qui ti trovo?

PIERO         Certo che lei è un bel chiacchierone: m'ero tanto raccomandato che non parlasse… Me l'aveva promesso. Dunque le piace spettegolare, e i segreti lei li va subito a ridire.

LELLO        Io?

PIERO         Lei sì. Ha spiattellato tutto al marito, ed è per colpa sua che c'è stato tutto quel baccano. Ma ora lo so che lingua lunga ha lei, e non le dirò più niente.

LELLO          Ascolta,  amico.

PIERO         Se non avesse chiacchierato, io potrei raccontarle cosa sta succedendo ora; ma, per castigo, non saprà più niente.

LELLO         Come? Cosa succede?

PIERO           Niente,   niente.   Ecco,   cosa   vuol   dire   parlare;   non   ne assaggerà più, le lascio l'acquolina in bocca.

LELLO        Un momento.

PIERO:        No e no.

LELLO          Una parola sola.

PIERO           No, no, no, no. Lei mi vuole infinocchiare.

LELLO          Ma no, non è vero.

PIERO           Fossi scemo; vedo dove vuole arrivare.

LELLO           No, è un'altra cosa. Ascolta.

PIERO         Niente da  fare. Le piacerebbe, eh? che le dicessi che il mio amico ha dato un biglietto   a Emma, e lei l'ha portato alla sua amica. Ma io non sono mica tanto cretino.

LELLO           Per favore.

PIERO           No.

LELLO          Ti  darò...

PIERO         E poi dico: cosa ci fa ancora qui un postino…

LELLO        Sai… Questa è una casa in cui arriva molta corrispondenza.

PIERO         Sarà… (esce)

LELLO        (solo) Con questo imbecille il mio disegno non è riuscito.  Ma si  è lasciato  sfuggire un'altra informazione, che fa lo stesso, e se il pappagallo è in casa mia, è una buona occasione per aprir gli occhi a padre e madre e convincerli quanto sia sfrenata la figlia. Il male è che non so come fare per approfittare della cosa. Se entra il cane , scappa la lepre, ed anche se cercassi di dimostrare quanto becco mi stanno facendo, quelli, anche se giurassi non mi  crederebbero; mi direbbero che sogno. Se invece vado a cercare suocero e suocera senz'essere sicuro di beccare in casa lo spasimante, stessa cosa; mi capiteranno i guai di poco fa. Se provassi senza far rumore  ad entrare in casa e dare un'occhiata per vedere se  ancora c’è il ganzo? (Esce di scena per andare a vedere, poi torna) Porca miseria ! Nessun dubbio. L'ho visto dal buco della serratura. . È il destino che mi concede di schiacciare i miei rivali. ( sconsolato) Non c’è verso di andarcene fuori. ( si guarda attorno e vede sopraggiungere Aldo e Maria)  Ed ecco qui i giudici che mi servivano proprio.

SCENA SETTIMA: Aldo, Maria, Lello.

LELLO:       (rivolto a Aldo) Allora? Prima  non m'avete voluto credere, e vostra figlia l'ha avuta vinta. Ma io ho in mano le prove di quante me ne fa patire, e grazie a Dio, ora il mio disonore è palese, e non potrete più dubitarne.

ALDO            Come? Marcello ? Ci stai ancora a pensare?

LELLO        Certo che ci sto, e non ho mai avuto tante ragioni come questa volta.

MARIA       Ma cosa! Vuoi  ancora farci credere…?

LELLO        Sì, cara la mia suocera, se mi permette l’espressione , dato che sulla mia testa vogliono metterci un bel attaccapanni di quelli da cacciatore

ALDO            Non sei stanco di far la figura del noioso?

LELLO        No. Ma stanchissimo di far la figura dello scemo.

MARIA       Non vuoi, insomma,  cacciar via quelle tue  stravaganti idee?

LELLO        No, signora: preferirei cacciar via una moglie che mi disonora.

MARIA       Santo Cielo, genero! Stai attento come parli!

ALDO            Perdiana!   Cerca di usare    termini  meno   offensivi!

LELLO           Ride bene chi ride ultimo.

MARIA       Ricordati  che hai  sposato una signora superiore alle tue possibilità sociali.

LELLO:       Ha detto bene “ sociali” e non economiche. Altro che se me ne ricordo, sì, e me ne ricorderò anche troppo.

ALDO          Se te ne ricordi, abbi dunque un po' più di rispetto   per  lei.

LELLO        Ma perché non pensa lei ad agire più onestamente? Vorrei vedere! Perché è un’ altolocata, dovrà essere libera di farmi quello che le pare, senza che io osi aprir bocca?

ALDO          Ma si può sapere che cosa hai  da dire? Non hai  visto questa mattina  come ha evitato persino di farsi presentare la persona che tu  dicevi?

LELLO        Sì. Ma cosa direbbe lei, se ora gliela facessi vedere appunto in compagnia di quella persona?

MARIA         In  compagnia...?

LELLO          Sì, in compagnia, e dentro la mia casa.

ALDO            Dentro la tua casa?

LELLO          Sì, proprio dentro casa mia..

MARIA       Se è vero, saremo con te e contro di lei.

ALDO          Sì, l'onore della famiglia  ci è più caro di ogni cosa, e, se tu  dici la verità, la ripudieremo e l'abbandoneremo alla tua ira.

LELLO          Non   avete  che  da  seguirmi.

MARIA         Bada   di  non   sbagliare!

ALDO          …  Come questa mattina.

LELLO        Porca miseria! Guardate! (mostra Gastone che esce con Nella.) E allora? ho mentito?

SCENA OTTAVA: Nella Gastone,Emma,Aldo,Maria, Lello.

(escono di casa Nella e Gastone seguiti da Emma,  visti, ma che non vedono Aldo, Maria, Lello)

NELLA        ( a Gastone) Ciao. Vai prima che ci vedano. Desidero salvare le forme cui tanto tengono i miei genitori. Ovviamente mio marito è quello che ne deve sapere di meno.

GASTONE  (rivolto a Emma)Emma? Mi assicuri che questa notte ci farai incontrare?

NELLA        ( rivolta a Gastone) Farà il possibile. Ci puoi credere.

LELLO        (a Aldo e Maria)  Mettiamoci dietro questa siepe e cerchiamo di non farci vedere.

EMMA         (a Nella) Qui la faccenda si mette male. Vedo che c’è tuo padre e tua madre e quel ch’è peggio anche tuo marito.

GASTONE  Questo non ci voleva!

NELLA:       ( ai due) Fate finta di nulla, e lasciate fare a me tutti e due. (Ad alta voce a Gastone.) Come? Lei osa agire a questo modo, dopo quello che è accaduto? È così che lei nasconde i suoi sentimenti? Mi dicono  che lei mi ama e intende importunarmi; io esprimo il mio disappunto e parlo chiaro in presenza di tutti; lei dice chiaro e tondo che non è vero, e mi da la sua parola di non aver alcuna intenzione di offendermi; e tuttavia, lo stesso giorno, si prende l'ardire di venirmi a far visita, di dirmi che mi ama; e di raccontarmi cento stupide storie per persuadermi a rispondere alle sue follie, come se io fossi capace di mancare alla  parola data a mio  marito, e allontanarmi dalla strada della virtù insegnatami dai miei genitori. Ah, se mio padre lo sapesse, le farebbe passare lui la voglia di tentare imprese simili. Tuttavia una donna onesta non ama gli scandali. (Fa cenno a Emma che le porti un bastone.) Mi imporrò di  non parlargliene, ma anche se son donna, ho il coraggio  per vendicarmi io stessa delle offese che mi si fanno. Lei non ha agito da gentiluomo e io non voglio trattarla da gentiluomo. (Prende il bastone e batte suo marito invece di Gastone, che mette di mezzo Lello. Naturalmente Lello deve essere di spalle )  

GASTONE  Ma cosa fa signora? Mi sta facendo male! (fugge)     

EMMA         Nella: picchialo forte senza ritegno, che capisca con chi ha a che fare.

NELLA        (fingendo di parlare a Gastone) E se ha qualche cosa da dire,io sono qui a risponderle.

EMMA         (al bastonato) …E impari a conoscere la serietà della mia amica.

NELLA        (meravigliandosi vedendo il padre)  Papà! Sei qui.

ALDO          Sì, figlia mia. Non ho mai dubitato di te. Sei proprio degna di tuo padre. (l’abbraccia)

MARIA       Lascia che ti abbracci anch’io figlia mia. (l’abbraccia)  Mi vien da commuovermi nel constatare il tuo così severo comportamento.

ALDO          ( rivolto a Nello che nel frattempo si è girato, apprezzante) Caro il mio Marcello come ti devi sentire orgoglioso del comportamento di tua moglie. Forse ti potevi preoccupare per ciò che poteva sembrare, ma come hai potuto constatare, i tuoi dubbi sono infondati.

MARIA       Anzi, Marcello, ora dovrai sentirti l’uomo più felice del mondo.

EMMA         Se mi permettete anch’io mi sento fiera di avere una amica come lei. ( a Lello) Puoi sentirti felice di avere una moglie come questa. Dovresti baciare la terra sulla quale tua moglie cammina.

LELLO        ( a parte) Che donna immonda!

ALDO          ( a Lello) Caro Marcello: ma non ti si apre il cuore nel constatare l’integrità di tua moglie? Non ti accorgi quanto tua moglie ti ami? E Come te lo sta dimostrando?

NELLA        Papà, Marcello non deve essermi riconoscente per ciò che ha verificato di persona. Se io mi comporto così è per una mia dignità personale. (sta per allontanarsi)

ALDO          Dove stai andando?

NELLA        Non voglio trattenermi per non mettere a disagio mio marito nel farmi i complimenti per l’accaduto.(esce)

EMMA         ( a Lello) Ammetterei che Nella ha motivo di essere in collera con te. Tua moglie è una donna che merita di essere adorata,mentre tu non la tratti come dovresti.

LELLO        (a parte) Disgraziata!

ALDO          ( a Lello)Per ciò che è accaduto mia figlia è un po’ irritata. Ma con qualche carezza che le farai le passerà. Ora, caro Marcello, me ne vado. Mi sembra che tu non abbia più motivo di essere nervoso o meglio ancora irritato. Ora vai da tua moglie e cerca di fare la pace. E magari, farti perdonare. Credo che tu debba farle le scuse per le scenate di poco fa.

MARIA       (a Lello) Devi ammettere che tua moglie è stata allevata con sani principi e non ha certo l’abitudine di essere sospettata di azioni indegne. Ora anch’io seguo tuo suocero..Sono contenta che sia finito tutto bene. Per la condotta di mia figlia dovresti esser proprio soddisfatto.

LELLO        (solo) Io non so come faccio ad essere così imbecille da non scoppiare di rabbia! Io dico che non s'è mai visto niente di simile a quanto mi sta accadendo. Sì: io osservo la mia disgrazia, e la infernale astuzia di quella carogna di mia moglie che riesce sempre ad aver ragione lei, e sempre riesce a dimostrare che il torto è mio.. Possibile che io debba sempre aver la peggio con lei; che le apparenze mi si rivoltino sempre contro; e che non riesca mai a cogliere in fallo questa impudente? Maledizione!, Santo Cielo benedetto, dammi una mano, e aiutami a dimostrare quanto io sia cornuto. Ho tanta rabbia che mi do del cornuto da solo. Guarda che questa è grossa!

CALA IL SIPARIO SUL SECONDO ATTO

TERZO ATTO

ATTO TERZO: l’indomani notte sempre nel solito giardino.

SCENA PRIMA: Gastone, Piero.

GASTONE  E’ notte fonda e temo che sia troppo tardi. Piero?

PIERO         Non ho mai visto una notte tanto buia.

GASTONE  E’ vero.

PIERO         (spiritoso) Manca la luna degli innamorati.

GASTONE  Perlomeno se non riusciamo a vedere dove mettiamo i piedi, non ci vedranno.

PIERO         Ben detto!

GASTONE  Ti debbo ringraziare per l’aiuto che mi stai dando. Se non ci fossi stato tu non avrei saputo come comunicare con il mio tesoro.

PIERO         Non devi ringraziarmi, perché anch’io ne ho avuto un gran vantaggio. Ho conosciuto quella meraviglia di Emma della quale mi sono innamorato a prima vista.

GASTONE  Mi fa piacere.

PIERO         Ho fatto però una gaffe. Uscendo l’altra mattina da questa casa dopo aver fatto l’ambasciata alla tua bella, ho incontrato il postino. Mi è sembrato alquanto curioso, per cui; per ottenere il suo silenzio ho dovuto raccontargli ciò che sono venuto a fare qui.

GASTONE  E allora?

PIERO         Credo che lo sia andato a spifferare a tutti, ecco perché il cornuto è venuto a saperlo.

GASTONE  E’ stato un vero peccato. Però, per l’aiuto che mi hai dato ti sei dimostrato un vero amico.

PIERO         Certo che mi sei amico, anche se la mia posizione sociale è ben al di sotto della tua. Infatti, ti ringrazio.

GASTONE  L’amicizia vera non bada a queste sottigliezze. Anzi, ti dirò, che la vera amicizia nasce spesso, proprio fra persone di ceti diversi.

PIERO         Sarà…

GASTONE  La vera amicizia si basa su sentimenti sinceri che vanno al di là delle condizioni diverse degli amici, anzi, proprio per questo motivo non essendoci interessi l’amicizia è più sincera.

PIERO         Credo che tu abbia ragione. Infatti, se due amici sono allo stesso livello sociale e magari sono anche colleghi, non potrai mai sapere se fra i due c’è amicizia o interesse.

GASTONE  Noto che hai molto acume.

PIERO         Conosco un signore, direttore d’orchestra di notevole fama, che aveva un amico molto al di sotto del suo stato sociale, era un semplice operaio. Beh, quando questo operaio è morto al maestro d’orchestra è sembrato che gli fosse venuto a mancare un fratello. Quando ne parla è ancora commosso.

GASTONE  Ciò dimostra che la vera amicizia si basa su sentimenti puri e reciproca stima,

PIERO         E’ proprio vero.

GASTONE  (cambiando discorso) Forse ci siamo. (Dopo aver battuto le mani) Questo è il segnale combinato con Emma.

PIERO         Parola mia, è una ragazza che vale oro quanto pesa e io l'amo di tutto cuore.

GASTONE  Infatti, t'ho condotto con me perché tu le faccia compagnia.

PIERO           Ti ringrazio Gastone... ( allegro) Vedrai che mi farò onore.

GASTONE    Zitto!  Sento un rumore.

SCENA SECONDA: detti, Nella, Emma,

(Nella ed Emma appaiono in scena. Il buoi confonde tutti)

NELLA           Emma!

EMMA           Che c'è?

NELLA          Lascia la porta socchiusa.

EMMA         Ecco fatto.

(. Gli attori si cercano tra loro nel buio.)

GASTONE (a Piero):  Eccole. Sss!

NELLA           Ssss!

PIERO            Ssss!

EMMA            Ssss!

GASTONE (a Emma, che crede sia Nella): Angelo mio!...

NELLA        (a Piero, che  crede sia  Gastone):  Cosa?

PIERO         (a Nella, che prende per Emma):  Emma!

EMMA         (a Gastone, che prende per Piero):   Che c'è?

GASTONE (a Emma, che prende per Nella):  Tesoro mio quanto, sono felice!

PIERO         (ad Nella, che prende per Emma):   Emma, mia piccola Emma!

EMMA         (a Gastone):   Piano, Gastone.

NELLA        (a Piero):  Giù le mani, Piero.

GASTONE     Sei tu, Emma?

EMMA           Sì.

PIERO            È  Nella?

NELLA           Sì.

EMMA         (a Gastone):  Ci ha presa l'una per l'altra.

PIERO         (ad Nella):  Davvero! Questa notte non si vede un tubo.

NELLA          Sei tu ,  Gastone?

GASTONE    Sì, mio incanto.

NELLA           Mio marito sta russando e approfitto di questo momento per rimanere un po' con te.

GASTONE:    Cerchiamo un posto per sederci.

EMMA            È  un'eccellente   idea.   (Vanno  a  sedersi sul fondo. Emma si allontana)

PIERO         (cercando Emma):  Emma, dove ti sei cacciata?

SCENA TERZA: Lello, Piero.

LELLO        (a parte): Ho sentito scendere mia moglie e mi sono vestito in fretta per andarle dietro. Dove può essere andata?  Sarà uscita?

PIERO         (scambia Lello, di spalle, per Emma): Dove sei Emma? Ah! Eccoti. Parola mia, il padrone di casa è intrappolato bene. Mi pare che questo scherzetto stia riuscendo ancor meglio delle bastonate di poco fa che mi hanno raccontato. La tua amica  dice che lui a quest'ora sta russando, e non sa che il “suo mio amico”  e lei sono insieme mentre lui dorme. Vorrei sapere cosa sogna in questo momento. Stavolta è veramente tutta da ridere! Ma perché poi si ostina ad essere geloso di sua moglie e a volerla sempre tutta per sé? È uno sfacciato, e Gastone  gli fa troppo onore. Ma perché taci, Emma? Via, seguiamo gli innamorati , e dammi la tua manina da baciare. Ah, che dolcezza! Mi sembra di succhiar del miele. (Mentre bacia la mano a Lello, Lello gliela sbatte rudemente in faccia) Porca la miseria! Ma come sei! La tua manina è troppo energica!

LELLO          Chi c’è qui?

PIERO            Nessuno. (esce)

LELLO        Sì, fuggì, fuggi, ma ormai ne so abbastanza sulle nuove perfidie di questa spergiura. Ora , bisogna che mandi subito a chiamare il padre e la madre e che approfitti di questa avventura per ottenere la separazione. Meno male che il mio amico Ciro mi ha fatto il piacere di rimanere qui a casa mia a dormire. ( Chiama Ciro) Ciro?... Ciro… vieni!

SCENA QUARTA: Ciro Nello

CIRO           (fuori scena risponde come se fosse alla finestra)  Cos’hai Marcello?

LELLO        Scendi subito, per favore, e vieni qui.

CIRO           (come se saltasse dalla finestra) Vengo!

LELLO        Sei qui?

(per il buio non si vedono)

CIRO           Sono qui. Non mi vedi?

LELLO        Ci vedo un tubo!

(mentre Lello parla a Ciro, Ciro va dall’altra parte)

                    

LELLO        (voltandosi dalla parte dove crede sia Ciro): Piano, parla sottovoce. Va' dai miei suoceri e dì loro che li prego di venire subito qui. Hai capito? Eh? Ciro! Ciro!

CIRO           (dall'altra parte):   Ho capito, Lello..

LELLO           Dove  diavolo sei?

CIRO              Qui.

(nel cercarsi reciprocamente Ciro va da una parta e Lello dall’altra)

LELLO        Ti venga la pellagra, dove sei andato a finire? Ti ho detto di andare subito dai miei suoceri e di dir loro che li scongiuro di venir qua subito. Hai capito?  Rispondi. Ciro!  Ciro!

CIRO           (dall’altra parte) Sono qui.

LELLO        Ma è mai possibile che non riesca a vederti? (Si scontrano e cadono entrambi)  Ti prego, Ciro, di farmi questo santo piacere. Va' svelto a dire, da parte mia, a mio suocero e a mia suocera di venir qui più presto che possono e digli che è cosa della più grande importanza. Se ti fanno qualche storia per l'ora tarda, insisti e fa capir loro  che è indispensabile che vengano, così come   sono., anche in mutande ( si corregge)  No, questo magari non dirglielo. Hai  capito bene  ora?

CIRO           Certo che ho capito.

LELLO        Vai e torna subito. (credendosi solo) ora entro in casa e aspetto che quei due la arrivino. (sente un rumore)  Sento qualcuno. Non sarà mia moglie? Spetta spetta che ascolto. Non dovrebbe vedermi. ( si nasconde meglio)

SCENA QUINTA: Lello, Gastone, Nella, Emma, Piero.

(appaiono in scena Nella e Gastone)

NELLA        (a Gastone):   Ora devo rientrare .

GASTONE     Come?  Così presto?

NELLA           Siamo  stati   anche  troppo  insieme.

GASTONE  Come puoi dire” troppo”? Come posso esprimerti tutto il mio amore in così breve tempo? Una intera vita mi occorre per aprirti il mio cuore. Fino ad ora abbiamo solo parlato. L’amore vuole ben altro.

NELLA        Staremo insieme di più un’altra volta. Così ci parleremo più tranquillamente.

GASTONE  Non sai quanto soffro allontanarmi da te. Non pensi quanto soffro?

NELLA        Vedrai che ci rivedremo.

GASTONE  Al pensiero che lasciandomi così, andrai fra le braccia di tuo marito… ciò mi addolora alquanto. Per un uomo che ama, i privilegi dei mariti sono tanti strali nel cuore.

NELLA        Non sarai così pazzo d’avere queste preoccupazioni! Come puoi credere che una donna possa amare più uomini? Una donna sposa solo un marito e, purtroppo, capita che il marito sia scelto, per interessi, dai genitori. Una volta sposata una donna deve far onore alla parola data.

LELLO        (a parte) Questa poi è bella1

GASTONE  Credo che in cambio dell’onore che gli ha dato, suo marito non le abbia corrisposta altrettante premure. Non sopporto che una signora quale sei, possa stare insieme ad un marito rozzo quanto il tuo.

LELLO        ( a parte) Certi mariti come nel mio caso sono proprio degli infelici. Ecco come trattano i mariti certe mogli.

GASTONE  Tu meriteresti una sorte ben migliore. Non sei nata per accoppiarti ad un contadino. Scusa l’espressione un po’ volgare.

LELLO        (a parte riferendosi a Gastone) Ti auguro di avere una moglie come la mia. (con un gesto definitivo) Andate a farvi friggere! (se ne va)

EMMA         (entrando in scena, rivolta all’amica) Nella. Se vuoi imprecare verso tuo marito, ormai è tardi.

NELLA        (a Emma) Hai ragione, ( a Gastone) Ha ragione Emma. Ora dobbiamo lasciaci.

GASTONE  Se proprio devi andare: vai: ma pensa in che stato mi lasci e quanto soffrirò.

NELLA        Vado. Ciao.

PIERO         (entrando in scena) Dove sei, Emma? Che ti dia almeno la buona notte. (esce)

EMMA            Vai, vai, la piglio di qua e di qua te la restituisco.

SCENA SESTA: Nella, Emma, Lello.

NELLA        (a Emma) Cerchiamo di rientrare facendo meno rumore possibile.

EMMA         La porta è chiusa.

NELLA        Aspetta: ho la chiave.

EMMA         Fai piano.

NELLA        La porta è chiusa dal di dentro. Ora cosa facciamo?

LELLO        (da fiori scena come sa parlasse dalla finestra)  Ti ho preso in castagna eh madame? Mentre io dormo tu fai i tuoi comodi. Me ne compiaccio: sei una meraviglia: e godo nel vederti fuori casa a quest’ora.

NELLA        (falsamente indifferente) Che male c’è uscire anche se è tardi per prendere una boccata d’aria fresca?

LELLO        Per una signora, uscire di notte per prendere una boccata d’aria, è proprio una cosa decorosa. Di tutto ciò che è successo questa notte io ne sono edotto, tanto dell’appuntamento quanto del mio  antagonista. Di tutto ciò che vi siete detti con il tuo spasimante non ho perduto una sillaba, specie gli apprezzamenti nei miei confronti. Mi consolo però che sto per essere vendicato e che tuo padre e tua madre si convinceranno ora che le mie lagnanze sono giuste e che tu ti comporti in modo indecente.  . Li ho mandati a chiamare e saranno qui  a momenti.

NELLA        (con disappunto) Questo proprio non ci voleva. Ora cosa faccio?

EMMA         Nella!...

LELLO        Dì la verità, cara, che non ti aspettavi questo colpo? Ora il coltello dalla parte del manico ce l’ho io. Ora cercherò di sgonfiare le tue arie e distruggere le tue macchinazioni. Finora mi hai preso in giro anche troppo, sei riuscita a imbrogliare i tuoi genitori e mascherare la tua tresca. Ne avevo proprio voglia di appurare il tuo intrigo amoroso, e finalmente dire ciò che penso. Sei stata così furba da riuscire ad incastrarmi a dovere, cercando di avere sempre ragione. Ma ora, se  tutto va bene, chiariremo il tutto,  e la tua faccia tosta non ce la farà più a sostenere l’inganno.

NELLA        Ora però aprimi la porta.

LELLO        Proprio:no. Devo mantenere la prova.  Ora stai lì. Anzi, scendo perché voglio proprio vederti in faccia. (pausa, il tempo di scendere ed entrare in scena in vestaglia da camera) Ora aspettiamo i tuoi genitori, e voglio vedere che faccia faranno vedendoti fuori casa a quest’ora. Intanto che aspetti, data la tua grande immaginazione, pensa come riuscirai a sbrogliarti  da questa matassa, e dimostrare la tua innocenza, magari facendo credere che sei uscita per un santo pellegrinaggio notturno, o magari per andare a dare aiuto ad una tua amica presa dalle doglie. 

NELLA        Questa volta non ho proprio voglia di nascondere nulla! Non mi discolperò e tantomeno negare i fatti, anche perché ormai sai tutto.

LELLO        Infatti, non ti è possibile inventare altre scuse e trovare altre vie d’uscita per scagionarti. Io intanto,  penso a come potrò dimostrare quanto son false le tue macchinazioni.

NELLA        Facciamola finita! Ammetto di aver torto e che tu hai tutte le ragioni per lamentarti. Però cerca di evitare che i miei genitori si adirino verso di me più del dovuto.

LELLO        Madama, vi bacio le mani.

NELLA        ( implorando) Marcello? Ti scongiuro.( falsa)  Maritino mio ti scongiuro!

LELLO        Ah! Maritino mio caro? Perché ti senti persa; ora sono il tuo maritino caro? Ne sono ben lieto. Non ti era mai passato per la testa di farmi tante smorfie.

NELLA        Ascolta, ti prometto di non darti più motivo di rimproverarmi  e  di...

LELLO        Non serve a nulla. Non voglio davvero perdere questa occasione e mi preme che una buona volta si veda chiara fino in fondo la tua condotta.

NELLA:       Ti prego, lasciami parlare. Ti chiedo di ascoltarmi un momento.

LELLO           Ebbene?  Che c'è?

NELLA        Ho mancato, è vero, te lo confesso ancora, e il tuo risentimento è giusto. Ho approfittato del tuo sonno per uscire, e sono uscita per un appuntamento che avevo dato alla persona che tu sai. Ma queste sono cose che devi imputare alla mia età, e perdonare; sono gli impulsi di una giovane che non ha ancora visto nulla e vuole entrare nel mondo; sono libertà a cui ci si abbandona senza malizia e che davvero, in fondo, non hanno niente di...

LELLO        Mi sembra di sentire la predica che viene dal pulpito.

NELLA:       Non voglio, con questo, scusarmi d'essere colpevole. Ti prego soltanto di dimenticare che ti ho offeso, ti domando perdono, sinceramente. Ti prego, ti imploro di risparmiarmi i severi rimproveri di mio padre e di mia madre! Se mi fai questa grazia che ti chiedo, il gesto gentile e la bontà che mi dimostrerai;sarò tutta tua. Mi toccheranno proprio  cuore e nascerà in esso quello che né il potere dei genitori, né il nodo del matrimonio avevano potuto seminarvi. Ti assicuro, che per il tuo perdono rinuncerò a qualsiasi desiderio mondano e non vorrò bene che a te. Sì, ti do la mia parola.  Avrai da qui in avanti la migliore delle mogli, e ti dimostrerò tanto affetto, tanto affetto, che ne sarai soddisfatto.

LELLO        Hai ancora il coraggio di bidonarmi con le tue suppliche e i tuoi giuramenti?

NELLA        Fammi questa grazia. Ti prego, ti scongiuro.  

LELLO          Niente da fare. Sono deciso.

NELLA          Mostrati generoso.

LELLO           No.

NELLA           Per pietà! Ti prego.

LELLO        Proprio per niente.   .

NELLA        Ti scongiuro con tutto il cuore.

LELLO        No, no, no. Voglio che non ci siano più dubbi sul  tuo comportamento  e che si dimostri  la tua vergogna.

NELLA        Ebbene, se  mi riduci alla disperazione, ti dico  che una donna in queste condizioni è capace di tutto e che farò qualche cosa, qui, di cui ti pentirai.

LELLO        E di che cosa dovrei pentirmi?

NELLA        Avrò il coraggio d'arrivare all'estrema decisione e proprio davanti a te, con questo coltello, , mi ucciderò!

NELLO        Ti sei premunita anche del coltello per fare la scenata. Certo che hai una bella immaginazione, prevedi tutto, naturalmente a mio danno..

NELLA        No, non credere che sarà un'ora tanto favorevole per te. Tutti sanno che tra noi non c'è buon sangue, e conoscono il malanimo che covi sempre contro di me. Quando mi troveranno morta, nessuno metterà in dubbio che il colpevole sei tu, che tu mi hai ucciso.. I miei genitori non sono davvero persone da lasciare impunita questa morte, ed essi rivolgeranno su di te, tutte le vendette che la mente umana può concepire per placare la  loro collera. Così mi potrò vendicare di te; e non sarò stata la prima a ricorrere a simili vendette, a non esitare di fronte alla morte pur di punire colui che, con la sua crudeltà, mi ha spinto alla risoluzione estrema.

NELLO        Tu mi porti a nozze. Sai quanto mi piace la lirica e tu mi reciti tutto un melodramma. Peccato che non sia in musica. (risoluto) Smettila di fare certe scenate, queste scene ormai sono fuori  moda. Lasciale a Molière.

NELLA        È invece una cosa di cui puoi  esserne sicuro. E se continui  nel tuo rifiuto e non mi fai entrare in casa , ti giuro che  ti farò vedere subito fin dove può  arrivare una donna disperata.

LELLO        Ma piantala.   Ancora sei convinta di farmi paura?

NELLA        ( melodrammatica) Va bene. Visto che sei irremovibile, che vuoi questa soddisfazione convinco te e tutti coloro che mi vedranno morta quanto io ho scherzato. ( fa l’atto per uccidersi) Ah, è finita! Cielo benedetto fa che la mia morte sia vendicata e che l’artefice di questo, sia punito come merita, anche per la crudeltà con cui mi hai sempre trattata.

LELLO        (le trattiene il braccio)  Pur di farmi condannare sei disposta perfino ad ucciderti. Fino a che punto può arrivare la cattiveria di una donna!

NELLA        Lasciami! (si libera dal marito e fugge in casa)

LELLO        Quando la smetterai di fare queste scenate? Meglio così. Tuo padre e tua madre quando giungeranno capiranno il tuo disgustoso comportamento. ( va alla porta di casa per rientrare) Boia cane, Mi ha chiuso di fuori! Aprimi! Maledizione!

NELLA        (fuori scena come se parlasse dalla finestra) Come? Sei tu? Di dove vieni, pezzo di mascalzone? È questa l'ora di tornare? È questa la vita che deve fare un marito per bene?Bella, bella cosa andare ad ubriacarsi tutta la notte e lasciare così, sola, in casa, una povera moglie!

LELLO           Come?   Hai...

NELLA        Vattene, traditore, sono stanca dei tuoi eccessi, e anzi, voglio dire chiaro e tondo ai miei genitori  come ti stai comportando.

LELLO:  Cosa? Vuoi arrivare a questi punti?.....

SCENA SETTIMA: Aldo, Maria, Ciro, Emma, Nella, Lello.

(Aldo,e Maria, entrando, seguono Ciro che fa strada con una torcia elettrica. Ciro poi esce di scena)

(Nella e Emma sempre fuori scena come se parlassero dalla finestra)

NELLA        (ai genitori)  Venite. Avvicinatevi. E guardate che marito mi avete affibbiato. Chiedo giustizia. Ho un marito così stravolto dal vino e dalla gelosia che non sa più quel che dice e quel che fa. Lui stesso vi ha mandato a cercare per farvi toccar con mano delle pazzie che un uomo può commettere. . Ritorna adesso, come vedete, dopo essersi fatto aspettare tutta la notte: se poi l'ascoltate vi dirà che ha da farvi su di me le più grandi lamentele Vi dirà   che mentre  lui dormiva  mi sono allontanata per andare a spasso e cento altre simili storie che non si sa dove sia andato a sognare. Mi vergogno di questo essere che mi vive accanto a letto.

LELLO        (a parte) Vigliacca d’una carogna!

NELLA        Ha voluto darmi ad intendere che lui era in casa ed io fuori; è una mania che non si riesce a levargli di testa.

ALDO             Come?  Sarebbe a dire?

MARIA       Ma che folle sfacciataggine mandare a chiamarci...

LELLO            Mai...

NELLA          Papà, non posso più sopportare un tal marito. La mia pazienza è al limite, mi ha detto tante di quelle ingiurie!

ALDO          (a Lello):   Perdiana, sei proprio un uomo senza cervello!

MARIA          Ecco, dovresti morire di vergogna.

LELLO           Lasciatemi dire due parole...

NELLA          Sì, ascoltate, ve ne dirà delle belle.

LELLO        (a  parte):   Non  ho   più  speranze. Non ce la faccio più.

NELLA           Ha  bevuto tanto  che  non so chi potrebbe resistere. Il puzzo di vino che esce dalla sua bocca arriva fino a qui.

LELLO           Signor Aldo, la scongiuro...

ALDO             Spostati ,   puzzi   di  vino   a  un   miglio   di distanza.

LELLO            Maria, la prego...

MARIA          Che schifo. Il tuo fiato appesta l’aria.

LELLO           (a Aldo,disperato) Mi lasci dire…

ALDO            Spostati. Non riesco a sopportarti.

LELLO        ( a Maria)  Mi lasci… mi permetta che…

MARIA       Puah! Mi rivolti lo stomaco. Se proprio, parlami standomi lontano.

LELLO        Va bene. Parlerò da lontano. Vi giuro  che io non mi sono mosso di casa; è lei che è uscita.

NELLA          Non è come vi ho detto? Vedete quanto sia bugiardo?(n riferendosi al marito)  Ora se mi promettete di tenere alla larga questo immondo uomo scendo. Porto con me la mia amica Emma che mi farà da testimone.

(Nella ed Emma entrano in scena)

EMMA         (rivolta ai coniugi ) Vi assicuro che quanto vi ha finora detto vostra figlia è la pura verità.

ALDO          ( a Lello) E tu smettila di voler prendere in giro la gente, (rivolto a Nella) E tu Nella vedi di scendere. Vieni dai tuoi genitori.

LELLO        Come posso fare? Vi giuro che io ero in casa e che…

MARIA       Ma smettila! Il tuo comportamento è insopportabile!

LELLO        Che il cielo mi fulmini su due piedi se…

ALDO          Smetti di dire idiozie e vedi di chiedere perdono a tua moglie.

LELLO        (impazzito) Io chieder perdona a mia moglie?

ALDO          Direi proprio , e anche subito.

LELLO        Cosa?...

ALDO          Se non la smetti ti faccio tacere io.

LELLO        ( a se stesso) Lello… Lello…Vedi di non far ripetere la usuale messa in scena di questi loschi figuri.

ALDO          Ora Nella vieni. Tuo marito ti chiederà perdono.

NELLA        Io perdonargli tutto ciò che ha detto? Scusami papà, ma non ci riesco. Anzi ti chiedo di separarmi per sempre da quell’uomo perché non potrei più sopportarlo.

EMMA         Hai ragione Nella… Chi potrebbe sopportarlo…

ALDO          Nella: tu sai che la separazione da un marito anche se è disonesto, non è facile. In più  il nostro modo di pensare non ce lo permette. Dovrai sopportarlo ancora.         

 NELLA       Come puoi chiedermi di aver pazienza dopo simili vergogne? No, papà, non posso più essere d'accordo.

ALDO          Bisogna, figlia mia, è tuo papà che te lo chiede.

NELLA        Questo tuo implorare  mi chiude la bocca, ( ai genitori) Voi avete su di me potere   assoluto.

EMMA            La bontà...

NELLA        È doloroso essere costretta a dimenticare quelle ingiurie;  ma  anche  se mi costa tanto, devo  obbedirvi.

EMMA         ( all’amica)   Sei un  agnellino!

ALDO          (ad Nella): Avvicinati.

NELLA        Tutto quello che mi fai fare non servirà a niente. Vedrete se non ricomincerà domani.

ALDO          Ah, vi porremo noi un riparo. (a Lello:) Via, mettiti i in ginocchio.

LELLO        In ginocchio?

ALDO          Certo!

( Lello ora cerca di imporre la propria volontà e la sua personalità)

LELLO        (deciso) Ora che avete raggiunto il colmo della pentola, piena del vostro disprezzo nei miei confronti, come si suol dire  nel gioco delle carte, la mano passa a me.

ALDO          (con arroganza)  Oh, senti bel…

LELLO        La prego di star calmo e ascoltare quanto segue e non interrompere il mio dire.(riverendosi ai coniugi) So bene che non sarà facile per voi limitare  la vostra arroganza, ma la prego, almeno, di tentare.  Come vi è ben noto, vostro genero con l’alcool in genere non ha certo dimestichezza, per cui, quando, sollecitati da mia moglie a credere che io sia stato ubriaco, dimostra quanto vi conveniva  credere a vostra figlia più che a vostro genero.

MARIA       (rivolta al marito riferendosi al genero) Ma come puoi sopportare questa sua impudenza? Mi sembra una cosa inaudita.

LELLO        (alla suocera) Signora “ suocera” La prego di contenersi. ( ad entrambi) Voi che tenete tanto all’ abbigliamento  appropriato, credete che sarei potuto uscire, andare in un locale pubblico vestito in questo modo?

ALDO          Magari un folle si.

LELLO        Di tutto mi potete accusare ma di essere squilibrato proprio no. Come conduco la mia azienda vi dimostra il contrario. Ciò nonostante non avete “ titubato” un attimo a credere ancora una volta a vostra figlia. Dimostrare che non ho ragione è come il vano tentativo di fare rientrare il dentifricio nel tubetto.

MARIA       Certi paragoni dove li vai a pescare?

LELLO        La memoria non mi manca: devo averlo letto da qualche parte e mi sembra che cada a fagiolo.

ALDO          Se hai proprio così tanta memoria, vedi di ricordati con che persone hai a che fare.

LELLO        (deciso) Ho a che fare con gente che è alle mie dipendenze almeno per ciò che riguarda la parte economica. Vi ricordo che l’appartamento, che fra l’altro è di tutto rispetto, è del sottoscritto, e che non solo, ma che il sottoscritto si sobbarca tutte le spese che vi servono per vivere.

MARIA       (seria) Rinfacciare certe cose a certa gente è da persona volgare.

LELLO        Questa persona volgare vi ricorda ancora, in aggiunta, che sarà buona cura da parte vostra, e mi riferisco alle vostre nobiltà, cambiare atteggiamento nei miei confronti, altrimenti mi vedrò costretto a interrompere l’avvallo delle vostre cambiali per il pagamento dei debiti che nella vostra vita nobiliare avete saputo ammucchiare così bene.

ALDO          Ci stai umiliando in malo modo.

LELLO        (spiritoso) Vi umilio sinceramente.

NELLA        ( al marito, decisa) Tu non puoi umiliare a questo modo i miei genitori.

LELLO        (deciso) Non è, forse, ciò che hanno fatto da quando ci siamo sposati; con il tuo benestare?

NELLA        Tu credi che io ti abbia fatto le corna. Mi vergogno solo a pronunciare questa parola. Non è vero. E’ vero che mi sono lasciata lusingare dal corteggiamento, che aggiungo elegante, che l’ingegnere Gastone mi ha fatto.

GASTONE  ( entrando in scena) Se mi permette: come dice la signora, il corteggiamento che mi sono permesso di fare è stato del tutto diciamo simbolico, fatto cioè, di sole dichiarazioni verbali. Fra la signora ed il sottoscritto non vi è mai stata nessuna relazione fisica.

NELLA        Questo lo confermo pure io. E se permetti, ringrazio l’ingegnere che per qualche attimo mi ha illuso di essere una giovane  piacevole e piacente. Ammetto che sia una leggerezza. Una leggerezza di cui mi pento.

EMMA         ( rivolta a Lello)Se mi permetti posso confermarti che ciò che dice la mia amica è vero. E’ sacrosantamente vero. Lo posso affermare con tutta tranquillità, perché, ogni qualvolta  che loro si incontravano io ero presente. E quelle “volte” non c’è bisogno nemmeno di una mano; bastano di quella poche dita. (fra sé) Sta a vedere che ora divento anche spiritosa.

LELLO        ( con un certo affetto) Mia cara moglie, so bene che quel che dici è la pura verità. Ti perdono di esserti abbandonata a delle amorevoli illusioni. Questo uomo (riferendosi a se stesso) andando a prendere un vecchio detto: “scarpe grosse cervello fino” certe cose le capisce. Tu però devi capire che questo tuo marito che ti vuol tanto bene ha il difetto dei semplici di spirito cioè. è geloso. E’ questo un difetto che l’uomo ha nella stessa misura con cui ama la propria moglie.

MARIA       (rivolta a Lello) Marcello, ti chiedo scusa per la ingiusta poca stima che ho avuto nei tuoi confronti…

ALDO          …E se permetti, aggiungo che quella poca stima è causa della mia vergognosa presunzione nel ritenermi superiore a persone che come te hanno diritto al massimo rispetto per serietà e rettitudine.

LELLO        (verso  i suoceri) Mi sembrate sinceri. A volte più delle parole sono le espressioni del viso che dimostrano la sincerità dell’animo. Debbo ammettere che anche vostra figlia nell’esprimersi mi ha commosso.

EMMA         Perché io non son stata sincera?

LELLO        Certo che la sei stata. Infatti, visto che per gli approcci di mia moglie con l’ingegnere, ti sei procurata un ganzo cioè Piero. Ti auguro che con Piero, dopo il matrimonio, naturalmente, tu possa avere tanti figli. (a proposito, spiritoso)  Piero avrà capito che non sono un postino. Veramente per un po’ durante il CAR a militare l’ho fatto per tutto il periodo il postino e, forse per l’età e i permessi mi sono anche divertito.

ALDO          Marcello ti chiedo perdono. Spero di perdere questa mia inutile presunzione.

MARIA       Marcello,: questa ultima frase di mio marito attribuiscila anche a me.

GASTONE  ( spiritoso) Marcello. Visto che abbiamo in comune un’ ammirazione per la stessa signora, che ne diresti se diventassimo amici?

LELLO        Certo. Così ti controllo meglio.

GASTONE  Mi sei già simpatico.

LELLO        (spiritoso ed allegro, rivolto a Aldo) Ora a tutta questa ultima scena, voglio ritornare all’origine. Se ricordate: mio suocero mi voleva imporre di chiedere perdono in ginocchio. Bene! Per essere sicuro che la lezione gli è servita, vorrei tanto che…

ALDO          Fermati Marcello! Ho capito. (si inginocchia ) Marcello chiedo venia.

LELLO        “Tutto è bene quel che finisce bene!” (rivolto al pubblico) Chissà di chi è questa battuta!!

SU QUESTA ULTIMA SCENA CALA LA TELA.

LO SPETTACOLO E’ FINITO.

Casalmaggiore, lì 2 Giugno 2011, ore 18,24. Festa della Repubblica e 150mo anno dell’ITALIA INDIPOENDENTE. Giornata piovosa. E’ piovuto sul tricolore che ho esposto al mio balcone. La pioggia l’ha bagnata. Spero che abbia la stessa fortuna della “ moglie bagnata, moglie fortunata”