Che si deve fare per campare

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Ch’ sadda fà pe’ campà 41

Ch’ sadda fà pe’ campà

(Che si deve fare per campare)

Commedia in tre atti

scritta da

Domenico e Massimo Canzano

TEL 0815741308---07211790243

E_mail officinaoro@gmail.com

            mecocan@tiscali.it

Posizione S.I.A.E. n° 152925

Personaggi

Camillo Capece

Carmelina                          moglie di Camillo

Salvatore                           amico di Camillo

Beatrice                             moglie di Salvatore

Arturo                                figlio di Camillo

Gennaro                             figlio minore di Camillo

Don Ciccio                         commerciante

Adele                                  fidanzata di Arturo

Claretta                             fidanzata di Gennaro

Tattà                                  il femminella

L’Americano                      il soldato

Donna Gesualdina              la medium

Bettina                               sorella di Donna Gesualdina

Primo Atto

L’azione si svolge a Napoli, siamo durante la seconda guerra mondiale, dopo la liberazione della città da parte delle truppe americane.

La scena è una stanza di un basso napoletano, degnamente arredato, ci vive la famiglia Capece, che ha svolto fino a prima della guerra una vita dignitosa, grazie alle peripezie del capofamiglia e della moglie Carmilina,che in passato faceva la sarta, mentre ora può solo rammendare vestiti.

E’ un giorno della settimana non definito, non festivo.

Si apre il sipario, in scena in penombra si intravedono due figure, sono Arturo e Gennaro, i due figli di Camillo, che sedute di spalle al pubblico, sono  intente ad ascoltare la radio, la trasmissione è radio Londra.

Testo del comunicato: qui radio Londra, popolo italiano la vittoria delle truppe alleate è oramai vicina, le truppe naziste sono allo sbando, Roma è finalmente libera e ci apprestiamo a liberare tutta l’Italia, invitiamo i giovani abili alle armi di iscriversi nelle liste del nuovo esercito italiano di liberazione, per sconfiggere il nemico tedesco

Scena 1- Personaggi: Gennaro , Arturo, Carmilina e poi Camillo

Gennaro: Arturo.

Arturo: Ch’è?

Gennaro: Ma tu che dici, quando finisce sta guerra?

Arturo:Gennaro, e io che ne so, che tengo la palla di cristallo

Gennaro: Arturo.

Arturo: (SCOCCIATO) Ch’è?

Gennaro: Ma tu che pensi, chi la vince sta guerra?

Arturo: Gennaro, ma tu che vuoi da me, a prima mattina.

Gennaro: Io che voglio, tu mi hai svegliato apposta così presto, perché dovevamo sentire il bollettino di guerra.

Arturo: Ma quale presto, sono le undici.

Gennaro: Giusto, sono le undici?

Arturo: Uuuuuuhh, ma come sei pesante, sono le undici che vuoi.

Gennaro: Ti sei dimenticato che noi se non si fa mezzogiorno, non ci alziamo dal letto, invece con la scusa che dovevamo sentire come sta andando la guerra, mi hai svegliato un’ora prima.

Arturo: Ma che centra, tu non capisci proprio niente.

Gennaro: Arturo, la verità è che ora che sono venuti gli americani, e ci hanno liberato, ti metti paura che ti chiamano a fare il soldato, per combattere contro i tedeschi.

Arturo: Guarda chi parla, tu sei il primo che si caca sotto.

Carmilina:(compare sull’uscio della porta) Ueeh, ma che sono ste parole, proprio ora che sono uscita dalla chiesa. Dopo una bella messa che devono sentire le mie orecchie.

Arturo: Bungiorno mammà. (da un bacio alla madre)

Gennaro: Buongiorno mammà. (da un bacio alla madre)

Carmilina: Si, si buongiorno, ma come ve lo devo dire che la dovete finire di fare sempre questione. E non vi fate sentire da vostro padre.

Arturo: Mammà, quello è lui che mi sfotte.

Gennaro: Non è vero, è lui.

Carmilina: Ueeeeehhh, chi è è, ora toglietevi di qua, e fatemi fare quello che debbo fare. (CARMILINA SI AVVICINA AGLI AMULETI, MENTRE I DUE FIGLI LA GUARDANO, E FA IL SUO RITO SCARMANTICO)

Carmilina: Chi vuole il male di questa famiglia, il fuoco di Sant’Antonio lo piglia. Chi vuole male a questa unione fa la fine del capitone.

Arturo: Mammà, ma tu pensi sempre a queste cose?

Carmilina: E che devo fare, a me questo mi è rimasto, con due scansafatiche come voi. A proposito andate a svegliare a quel lavoratore di vostro padre.

Arturo: (A BASSA VOCE) Mammà, mammà, vogliamo fare uno scherzo a papà?

Gennaro: Si, si, facciamolo saltare dal letto, ci facciamo credere ch’è venuto Don Ciccio.

Carmilina: Ma perché dovrebbe venire Don Ciccio?

Arturo: (imbarazzato, perché sa degli imbrogli fatti dal padre a Doc Ciccio cerca di coprire il fratello) No niente, niente, quello Gennaro ha detto Don Ciccio, così per dire un nome.

Carmilina: Voi con quella faccia state cercando di farmi fessa, non è che l’ha imbrogliato. (A QUESTO PUNTO ARTURO E GENNARO FACENDO SEGNO ALLA MADRE DI STARE IN SILENZIO, SI AVVICINANO ALLA PORTA DELLA CAMERA DA LETTO)

Arturo: (CON VOCE DOPPIA) Camillo, Camillo, dove stai, se ti acchiappo, ti rompo la testa.

Gennaro: No, Don Ciccio dove andate, fermatevi, quello papà è un pover’uomo.

Arturo: Ma quale pover’uomo, io lo faccio diventare un poco uomo.

(DALLA CAMERA DA LETTO ESCE CAMILLO, VESTITO CON PANTALONE E CAMICIA, E CON UNA COPERTA A MO DI PASSAMONTAGNA, E DICENDO SOLO QUALCHE PAROLA TRA I DENTI, FUGGE VIA VERSO L’ESTERNO DEL BASSO)

Carmilina: Avete visto che avete fatto, ora chi sa dov’è andato a nascondersi, non vi fate trovare in casa quando torna.

Gennaro: Mammà ora ci andiamo a coricare al posto tuo, così recuperiamo un poco di sonno.

Carmilina: Fate bene, riposatevi un altro poco, state talmente stanchi a furia di non far niente.

Arturo e Gennaro: (GUARDANDOSI INTERDETTI E POI ALL’UNISONO) Buonanotte Mammà. (ESCONO A SINISTRA)

Scena 2 - Personaggi: Carmilina, Camillo, poi Don Ciccio

Carmilina: Buonanotte, a chi ho fatto male per meritarmi un marito imbroglione e due figli che non vogliono far niente. (CARMILINA COMINCIA A PREPARARE UNA BACINELLA CON I VAPORI PER SOTTOPORSI A UNA SEDUTA PERCHÉ HA LE VIE RESPIRATORIE OCCLUSE. NEL FRATTEMPO PARLA TRA SE A VOCE ALTA)  Mi devo fare due vapori balsamici per togliermi questo fastidio in gola. (LA BACINELLA COMINCIA A SPRIGIONARE VAPORE, CARMILINA PRENDE UNA TOVAGLIA, STA’ PER METTERSELA IN TESTA E CHINARSI SULLA BACINELLA, QUANTDO RIENTRA IN SCENA CAMILLO, FACENDO CAPOLINO DALLA PORTA D’INGRESSO)

Camillo: (a bassa voce, in modo che Carmilina non sente) Carmiliiiiii, Carmiliiiiii, (più forte) Carmiliìììì!

Carmilina: (SALTA DALLO SPAVENTO) Ma ch’è stato, Madonna santa, ma chi è? Ah, sei tu. Entra.

Camillo: Se n’è andato, che ha detto?

Carmilina: Ma chi se ne doveva andare?

Camillo: Come chi, Don Ciccio.

Carmilina: Camillo, svegliati… Quello non è mai venuto. Ma come, uno così sveglio come te che si fa far fesso dai figli.

Camillo: Ah, sono stati loro, dopo facciamo i conti con tutti e due.

Carmilina: Adesso stanno dormendo al posto tuo, e calmati, siediti e fatti una fumata, così ti passa il nervoso.

Camillo: Ah, mi devo calmare, mi devo fare una fumata? (PRENDE DA UN CASSETTO UN SIGARO E MOSTRANDOLO ALLA MOGLIE CON ARIA IRONCA)Donna, fammi accendere, dobbiamo cominciare a festeggiare, tra poco in Italia non ci sarà più nessun Crucco.

Carmelina :(INTENTA A RASSETTARE) Camillo, tu hai voglia di scherzare stamattina, ma io ho fretta, perché stamattina ho da fare.

Camillo :(SULLA STESSA FALSA RIGA DI PRIMA) Ho detto un poco di fuoco per tuo marito.

Carmelina: Camillo se non la finisci ti do fuoco veramente, ma poi che tieni stamattina, che ci fai qua, esci e vatti a trovare un lavoro onesto. Tu solo il sigaro sai fumare.

Camillo: (SCOCCIATO) Lavoro, lavoro onesto, ma non sai chiedere altro?

Carmelina : E che ti devo chiedere, io da quando ti conosco non hai mai lavorato onestamente. Prima della guerra non lavoravi, perché dicevi che c’era il Re e tu alla monarchia non ti piegavi. Poi è venuto Mussolini, ma tu, non lavoravi perché non sopportavi le imposizioni, con i Tedeschi ancora peggio. Ora ci sono gli americani, ma con loro non vuoi lavorare perché dici che non li capisci quando parlano, ora dimmi, per farmi vedere quache soldo senza mettermi vergogna come devo fare?

Camillo: (QUASI OFFESO E SEDENDOSI A CAVALCIONI) Vergogna? E che c’è da mettersi vergogna per i soldi che porto a casa?

Carmelina: (INTERROMPENDOLO GRIDANDO PERCHE’ A VISTO CAMILLO CHE SI SIEDE A CAVALCIONI SULLA SEDIA) Camillo che stai facendo, fermati!!!

Camillo : (IMPAURITO) Che ti succede, perché che sto facendo?

Carmelina : (TIRANDOGLI LA SEDIA E GIRARNDOLE TRE VOLTE INTORNO)(POSA LA SEDIA NEL VERSO GIUSTO) Ma come non lo sai che se ti siedi così porta male.

Camillo : Ma tu stai diventando pazza.

Carmelina : Nooooh, ma dammi retta, siediti bene e stammi a sentire, se no la giornata comincia storta.

Camillo : Queste sono cose da pazzi, ma è mai possibile che tu credi ancora a queste cose?

Carmelina : Io, nooo, non ci credo, ma tu siediti bene…

Camillo: E tu così la passi la giornata, appresso a queste cretinate, queste superstizioni che ti ha messo in testa Donna Gesualdina.

Carmelina : Camillo, quando nomini a Donna Gesualdina ti devi sciacquare la bocca. Parla per te che non fai niente dalla mattina alla sera, e quando lo fai, vai avanti e in dietro per tutta Napoli per vedere a chi devi fare fesso.

Camillo: A parte il fatto che la mia è un’arte, e ne dovresti andare orgogliosa, ma poi stammi a sentire, ti rendi conto in che periodo viviamo, siamo appena usciti da una guerra.

Don Ciccio: (URLANDO DALL’ESTERNO) Camillooo, Camìììì! (CAMILLO GUARDA LA MOGLIE CON ARIA TERRORIZZATA)

Carmilina : La guerra ancora deve finire. Camillo ora vedi come devi vincere questa battaglia….

Camillo: (CON TONO IMPLORANTE) Carmelì aiutami…

Carmilina : E vedi se non ti devo sempre parare il cu… (DOPO AVERCI PENSATO PER QUALCHE ATTIMO, FA SEGNO A CAMILLO DI METTERSI CON LA TOVAGLIA IN TESTA SULLA BACINELLA, SIMULANDO LA RESPIRAZIONE)

Don Ciccio: (URLANDO SEMPRE DALL’ESTERNO) Camilloooo! Ma ch’è non apri?

Carmilina: Eh, un momento, che gli hai fatto a questo? (MENTRE CARMILINA SI APPRESTA AD APRIRE LA PORTA, PER UN ATTIMO CAMILLO ALZERA’ LA TOVAGLIA MOSTRANDO UNO SGUARDO DI CHI LA SA LUNGA)

Don Ciccio: (CON ARIA ARRABBIATA) Buongiorno Donna Carmelina, ci stà vostro marito?

Carmilina: No è uscito, fra un paio d’ore sta qua, ma dite a me…

Don Ciccio: No niente, sono cose da uomini. (POI GUARDANDO CON SOSPETTTO A CAMILLO CHE è NASCOSTO SOTTO LA TOVAGLIA) E questo chi è?

Carmilina: Questo? E… questo è… mio figlio Gennarino, se sapeste che tosse che ha, una brutta tosse, e per farcela passare gli faccio fare due vapori balsamici. Fai sentire a Don ciccio che brutta tosse che tieni? (CAMILLO INSCENA UNA TOSSE MOLTO FORTE E PROLUNGATA) (PER FARLO FERMARE GLI DA’ UNA BOTTA IN TESTA) E basta ora…

Don Ciccio : E questo sta inguaiato, Può pure morire. (CAMILLO MOSTRA UN PAIO DI CORNA IN ATTO SCARAMANTICO) signora mi ha fatto le corna, come si permette?

Carmilina: E va beh, non dategli retta, quello il ragazzo scherza.

Don Ciccio: E io per interessarmi alla sua salute mi sono preso un paia di corna… Va bene, torniamo a noi. Avete detto che Camillo non è in casa, allora ora che torna, ditegli che mi aspettasse perché gli debbo parlare.

Carmilina: Ma è una cosa importante?

Don ciccio: Una cosa di vita o di morte… La sua naturalmente (ESCE)

Scena 3 - Personaggi:  Carmilina , Camillo poi Salvatore

Carmilina : Madonna di Pompei, questo ti uccide davanti a me.

Camillo: (SI TOGLIE LA TOVAGLIA. HA IL VOLTO TUTTO ROSSO E BAGNATO) Me la potevi dare più forte la botta, mi hai fatto bere un litro d’acqua con tutto il medicinale.

Carmilina: (CON UN MOTO DI STIZZA) Era meglio che ti facevo bere tutta la bacinella. Ma che gli hai fatto a quel pover’uomo?

Camillo: (CON ARIA SUPERFICIALE) Niente, che gli dovevo fare… Hai sentito, sono cose di uomini, sono affari. Carmelì qui chi più e chi meno tutti quanti s’arrangiano a fare qualche cosa per arrotondare (PUNTUALIZZANDO QUEST’ULTIMA PAROLA QUASI A VOLER FAR CAPIRE QUALCOSA ALLA MOGLIE)

Carmelina : Ma chi tutti quanti?… Io solo a un altro ne conosco e… guarda caso e amico tuo.

Camillo : (FACENDO FINTA DI NON CAPIRE) Amico? Io ne ho tanti di amici…

Carmelina : (CON IRONIA) Non ti preoccupare te lo faccio venire a mente io. Tieni presente qull’uomo che sta sempre qua in casa nostra e che entra ed esce quando vuole lui,… e che se non fosse per il rispetto che ho per la moglie l’avrei già cacciato a calci fuori?

Camillo : (PERENTORIO) Ma fammi capire di chi stai parlando?

Carmelina: (INNERVOSENDOSI) Sto parlando di quello sfaticato come te… Salvatore!

Salvatore :(ENTRANDO COME SE FOSSE A CASA SUA) Buongiorno a tutti quanti. (CON RIVERENZA) Donna Carmelina!!

Carmelina: E ti pareva, compare così. Come se fosse uno spirito.

Salvatore : Vedo che stamattina stiamo allegri!

Carmelina : Salvatò è meglio che me ne vado, perché io a voi due insieme non vi posso vedere, ora me ne vado da tua moglie Beatrice. Mi raccomando, ora che torno non vi fate trovare. (ESCE)

Camillo : Lo vuoi un poco di caffè?

Salvatore : Ma perché te n’è rimasto ancora?

Camillo : (CON NATURALEZZA) Nooo, lo facciamo con i fondi rimasti ieri.

Salvatore: (CON FALSITA’) Allora deve essere una sqisitezza… dammene un poco. Ho ancora gli occhi del sonno.

Camillo: (GLI PORGE IL CAFFE’) Vieni siediti.

Salvatore : Grazie. (PRENDONO IL CAFFE’ ENTRAMBI SEDUTI)

Camillo: (PENSERIOSO) Devo sperare solo che non me li tira tutte dietro.

Salvatore : (PRESO ALLA SPROVISTA) Ma chi?

Camillo :Don Ciccio.

Salvatore: Ma che cosa?

Camillo: Le noci che gli ho venduto a Don Cicccio, è già passato stamattina e non so come me la sono scampata.

Salvatore: (PERPLESSO) E come mai?

Camillo : (CON ARIA PERENTORIA) Pesavano un poco più del dovuto….

Salvatore: Ma perché, quando dovevano essere?

Camillo : (PRECISO) 50 chili!

Salvatore: E invece quanto erano?

Camillo : (PRECISO) 87 chili… Io un poco d’acqua ci ho messo, (CON SERENITA’) le dovevo lavare?

Salvatore: (CON STUPORE) 37 litri d’acqua? Va bene che Don Ciccio è un poco fesso, ma che esagerazione… Camillo non c’è che fare, tu sei un ladro nato, (POI EVIDENZIANO CHE HA LO STESSO CARATTERE DI CAMILLO) ma quello lo tiene per vizio di mandare indietro la merce, lo voleva fare pure con me qualche giorno fà, quando mi chiese delle castagne… Ma come, di questi tempi, dove non si trova una cosa in giro nemmeno se ce l’hai, (CON SUPERIORITA’) quello trova il pelo nell’uovo che pesavano di più… che ci posso fare se poi le castagne assorbono. (CON DETERMINAZIONE) Mica glieli potevo dare sporche.

Camillo : (IRONICO) E se ne viene mia moglie che non sono capace di trovare un lavoro onesto, più onesti di così…..

Salvatore: Certo, oggi la situazione è quella che è. Poi a noi non è la volontà che ci manca, è il tempo!!!

Camillo : Hai ragione, si ha sempre fretta…

Salvatore: Ma che hai capito, non il tempo come il tempo, ma come il tempo!

Camillo : Sarebbe?

Salvatore: Sarebbe che oggi fa caldo, ieri c’era il vento, l’altro ieri pioveva, uno così si demotiva.

Camillo : (SENZA AVER COMPRESO IL SENSO) Hai ragione.

Salvatore: (AVENDO CAPITO CHE L’AMICO NON HA CAPITO, CAMBIA DISCORSO) Va bene cambiamo discorso. Hai visto quanti soldati americani ci sono in giro per Napoli?

Camillo: E come no, ma è già da diverso tempo ch’è così, ieri ne ho trovato uno tutto ubriaco che mi ha chiesto se lo portavo da Donna Cecilia.

Salvatore: A maetres? E l’hai portato?

Camillo : Come no.

Salvatore: (ALLUDENDO ALLA SITUAZIONE) Sai che bella nottata avrà passato!

Camillo : Non lo credo.

Salvatore: Ma come, hai detto che era giovane e forte.

Camillo : Si, ma gli mancava la cosa più importante.

Salvatore: Che cosa?

Camillo: I dollari! (MIMANDO) Con un braccio lo reggevo e con l’altro lo alleggerivo. Se no come fumavo stamattina? (MOSTRANDO UN PICCOLO SIGARO)

Salvatore: Approposito di fumo, prima di venire qua sono passato davanti alla casa di Gennaro Capasso, (MOSTANDO CON LE MANI) un sigaro così stava fumando!

Camillo : (INALBERANDOSI) Non nominarmi Gennaro Capasso, non farmi pensare, che ha tutte le fortune… Tiene pure due figlie femmine. (SOTTOLINEANDO “FEMMINE”).

Salvatore: (RIBADENDO) Ma non dire così, pure tu ne hai due, sani e belli.

Camillo : (PERENTORIO) Si, ma sono uomini.

Salvatore: Uomini?

Camillo: Si, uomini, due bacchettoni pieni di salute, ma a me non servono, io come faccio con gli americani?

Salvatore: Ma che vuoi dire?

Camillo : Salvatò, io ho capito tutto, (RIMPROVERANDOLO PER NON AVER ANCORA CAPITO) non mi dire che non hai ancora capito quello che fa… Stammi a sentire, tu le hai viste le figlie? Quelle adescano i soldati, li portano in casa, li fanno ubriacare… Poi una botta in testa e Gennaro si prende i dollari.

Salvatore: Dicevo io, ecco come fa a prendersi i dollari dagli americani, quello due soldi di salute ha.

Camillo : (PUNTUALIZZANDO) Hai capito allora che vuol dire avere due figlie femmine.

Scena 4 - Personaggi: Camillo, Salvatore, Adele e Claretta

Claretta: E permesso, possiamo entrare?

Salvatore: (CON FARE DA UOMO FATTO) Prego accomodatevi.

Camillo: (A CUI HA DATO FASTIDIO L’ATTEGGIAMENTO DI SALVATORE) Salvatò, per cortesia, ti sei dimenticato che stai in casa mia? Prego, accomodatevi.

Adele e Claretta: (ALL’UNISONO) Bongiorno Don Camillo

Camillo: (GUARDANDO SALVATORE SOTT’OCCHIO) Buongiorno!!

Claretta: Siamo venute a vedere se si sono svegliati Gennaro e Arturo, per farci una bella passeggiata a Mergellina.

Adele: Visto che è una bella giornata, volevamo approfittare per uscire con i nostri boyfriends.

Claretta: Proprio così, anche perché mi hanno detto che a Mergellina c’è un tipo che vende ciungam di contrabbando.

Salvatore: Ma come parlate, non state bene.

Claretta: Ma che avete capito, noi oramai parliamo americano, siamo tutti americani.

Camillo: La verità è che questi americani ci hanno preso per fame.

Adele:(ADELE,CHE E’ PIU’ SVEGLIA, CAPISCE DOVE CAMILLO VUOLE ANDARE A PARARE, E CAMBIA SUBITO ARGOMENTO) E allora, si sono svegliati o no?

Camillo: No, niente ancora. Quelli sono come due galli ubriachi, s’erano svegliati, ma poi si sono coricati un’altra volta. Tornate più tardi. Nel frattempo andatevi a comprare i cucci in ganno…

Claretta.: Ma che dite Don Camillo?

Camillo: Come si chiamano …ngann …ngammmm.

Adele:(RIDENDO ASSIEME A CLARETTA) Vuole dire ciuingamm… Arrivederci, ci vediamo più tardi. (escono)

Camillo: Queste signorine d’oggi… Ma chi li capisce più, certo con questi americani in giro, è meglio avere due figli maschi… Si ma a me ora servono femmine…

Salvatore: (RIFLETTENDOCI SOPRA) Camillo ho trovato!

Camillo : Che cosa?

Salvatore: Camillo! (GUARDANDOLO NEGLI OCCHI E CERCANDO DI MIMARE LA SITUAZIONE)

Camillo : Non ti capisco, hai perso la voce?

Salvatore: No!

Camillo : Allora sei ubriaco a prima mattina!

Salvatore: L’idea ci sarebbe, ma non so tu come la prenderai. (CON I GESTI ALLUDE AI FIGLI DI CAMILLO STANNO DORMENDO NELL’ALTRA STANZA)

Camillo : (CAPISCE RIMPROVERANDOLO) Salvatò sei arrivato secondo, io poi aspettavo a te. Io c’avevo già pensato, non c’è niente da fare.

Salvatore: (INSISTENDO) Ma pensaci bene, se noi li vestiamo da femmina e li trucchiamo un poco, adeschiamo i Marines e…

Camillo : (INTERROMPENDOLO) Li trucchiamo un poco? Ma tu li hai visti bene i figli miei?

Salvatore: Hai ragione come femmine sono troppo uomini. (RIFLETTENDO) Ho trovato, Tattà!

Camillo : Boom!!! Ma ch’è, l’ultimo dell’anno.

Salvatore: No, che hai capito, io intendevo Tattà il femminiello.

Camillo : E chi è?

Salvatore: (PRECISANDO) Ma come Tattà, il femminiello che abita nel nostro quartiere da un paio di settimane.

Camillo : (INNERVOSENDOSI) Io non lo conosco.

Salvatore: (CALMANDOLO) Stai calmo e fatti spiegare, (PRECISANDO) l’unica maniera per far sembrare i figli tuoi delle femmine e quella di insegnargli a muoversi come loro, e chi meglio di Tattà o femminiello può insegnarcelo.

Camillo : Ma tu lo conosci?

Salvatore: No, ma so dove abita, noi ci andiamo a parlare e ci promettiamo una percentuale. Lo faccimo venire qua, così fa vedere ai figli tuoi come si devono muovere. Loro fanno un poco di esercizio e dopo un paio di giorni cominciamo l’attività. Io procuro gli americani più ubriachi che trovo e li porto qua…

Camillo : (AGGIUNGENDO COMPIACIUTO) Portali qua, un poco di scena e l’alleggeriamo. (RIFLETTENDO) e… come ce ne liberiamo?

Salvatore: Non ti preoccupare, ci facciamo credere che sta arrivando la ronda, così per paura di farsi scoprire se ne scappano.

Camillo : (PRESO DALL’ENTUSIASMO) …E ci prendiamo tutti i dollari (FACENDO SEGNO CON LE MANI) Un sigaro lungo così mi devo fumare! (RIFLETTENDO) Si ma c’è un grosso problema.

Salvatore: Quale sarebbe?

Camillo: Il problema non è il maestro, ma sono gli scolari, quelli già normalmente non sono andati a scuola, adesso come faccio a dirgli che devono andare a scuola per diventare femmine? (SENTENDO LE VOCI CHE ARRIVANO DA FUORI) …Zitto, zitto sta tornando mia moglie, facciamo vedere che ci stiamo preparando per andare a lavorare.

Scena 5 - Personaggi : Camillo, Salvatore, Beatrice, e Carmelina

(BEATRICE E CARMELINA ENTRANDO DALLA COMUNE CARMELINA PRIMA DI ENTRARE SULLA SOGLIA DEL BASSO FA I SUOI SOLITI RITI SCARAMANTICI)

Carmelina : Chi vuole il male di questa famiglia, il fuoco di Sant’Antonio lo piglia…. Chi vuole il male di questa unione, fa la fine del capitone. (LISCIANDO GLI AMULETTI CHE SONO IN BELLA VISTA SULL’ARCO DELLA PORTA)

Camillo : (CON ARIA IRONICA A SALVATORE) Siamo apposto. Non ti preoccupare, oramai non ci può succedere più nulla. E’ arrivato il Santone!!!

Beatrice : (CON LA PUZZA SOTTO IL NASO) Carmelina ma tu capisci , si è permessa di chiedermi se potevo andare a mezzo servizio da lei. Ma come, a me, discendente dei Marchesi di Portanola viene a chiedere questo, insolente!

Carmelina: (ASSECONDANDOLA) E non importa, non ti arrabbiare, quella che ne sapeva, e poi… (CAMBIANDO REPENTINAMENTE TONO) tu la devi finire con questa storia dei marchesi, se no non lo trovi mai un lavoro… (NOTANDO IL MARITO ANCORA NEL BASSO) Ah, ma tu stai qua?

Camillo: (IN PERFETTA LUCE RIVOLTO A SALVATORE IN MODO IRONICO) Ma come ha fatto a vedermi?

Salvatore: (CON LO STESSO TONO DI CAMILLO) Sarà l’amore!!!

Beatrice : (A SALVATORE) Ah… e come il cacio sui maccheroni anche tu stai qui?

Salvatore: Camillo, oggi si è svegliata cuoca!

Beatrice : Ma come si può fare, tu le mattine le passi cosi… da un basso all’altro, (A CARMELINA) scusami Carmela non volevo offenderti.

Carmelina: (DI TUTTA RISPOSTA) Nooo!…

Salvatore: (A BEATRICE) Ma ancora non vuoi scendere dal trono?

Beatrice : Cosa ci vuoi fare quella e l’invidia che ti fa parlare, tu non hai mai potuto sopportare che io discendo dai Marchesi di…

Salvatore: (CONTINUANDO) di Portanola, di Portacapuana, a me mi sa che ti è rimasto solo il titolo, ricordati che non hai portato una lira.

Beatrice: E che ci devo pensare io, questo è un compito che deve toccare al signor marito, (RIVOLTA A CARMELINA) non è vero Carmelina?

Carmelina: (A CAMILLO) Ma tu che ci fai ancora qua?

Camillo: Mi sto concentrando non vedi? Fra poco vado a lavorare.

Carmelina: Ma dove s’è visto mai che uno si deve concentrare per lavorare?

Camillo: Dipende dal lavoro.

Carmelina: E di che lavoro si tratta? (POI PUNTILIZZANDO) Ma è un lavoro onesto?

Camillo: (TERGIVERSANDO) Onestissimo, domandacelo a Salvatore.

Carmelina: Che centra Salvatore?

Beatrice: Salvatore cosa centri tu nel lavoro di Camillo, non sarà mica un altro vostro imbroglio per approfittare di qualcuno?

Salvatore: (CERCANDO DI RISOLVERE) Nooo… amore mio, noi abbiamo trovato lavoro… un lavoro in… in… in…

Camillo: (AGGIUNGENDO) …Una ditta di trasporti.

Salvatore: Trasporti?

Beatrice: (A SALVATORE) E cosa trasportate?

Salvatore: (A CAMILLO) No dico, che cosa trasportiamo?

Camillo: Trasportiamo vino.

Salvatore: (NON RIUSCENDO A SEGUIRE IL DISCORSO DELL’AMICO) Vino?

Beatrice: E come lo trasportate nelle botti?

Camillo: (PERENTORIO ALLUDENDO AGLI AMERICANI UBRIACHI CHE LORO DI SOLITO ALLEGERISCONO DI DOLLARI) No… nelle divise.

Carmelina: E che sono queste divise?

Camillo: …Songo dei nuovi contenitori… Americani.

Salvatore: (CAPENDO) A si proprio così! Sono comodi da trasportare.

Carmelina: E quanto vino contiene una divisa?

Camillo: (MOSTRANDO COMPETENZA) Dipende… due.. tre, quattro litri al massimo.

Carmelina: Quattro litri, e quanti viaggi dovete fare?

Camillo: Ne basta uno di tanto in tanto, quello è vino buono, è vino americano…

Beatrice: (CON ARIA DI CHI NON A CAPITO) Non capisco.

Salvatore: (INTERROMPENDO IL DISCORSO) Ma che devi capire, dai andiamocene che si è fatto tardi (SPINGENDOLA VERSO LA PORTA DI USCITA) Camillo accompagno un attimo Beatrice… Mi raccomando concentrati! (SALVATORE RIDENDO SOTTO I BAFFI ESCE ANTICIPANDO BEATRICE)

Beatrice: Carmela, ci vediamo dopo.

Carmelina: Aspetta, dove vai (BEATRICE SI FERMA SU L’USCIO DELLA PORTA) Non ti dimenticare che tra un quarto d’ora ci vediamo a casa della Signora Chianese, così con la scusa che debbo ritirare certi vestiti d’accomodare, ci domandiamo se ha qualche lavoro per te. (BEATRICE ESCE) (POI RIVOLTA A CAMILLO) Non dar retta, se ti concentri molto, ti fa male…

Camillo: (CON ARIA SERIOSA) Guarda che se ci troviamo in queste condizioni è pure per colpa tua!!

Carmelina: (VOLTANDOSI VERSO CAMILLO ED AVVICINANDOSI  SEMPRE PIU AD OGNI FRASE) Colpa mia? Ma allora vui proprio cominciare stamattina? Io rammendo i vestiti della gente, ti faccio trovare il piatto a tavola ogni giorno, ti faccio fare il signore con il sigaro in mano… E tu dici che la colpa è mia? No, fammi capire che vuoi dire. (SI SIEDE)

Camillo: (GIRANDOGLI INTORNO) Carmelina, tu sai cucire, sai cucinare, sai sciorinare, ma non sai fare le figlie femmine.

Carmelina: Ma ch’è sta novità delle figlie femmine?

Camillo: Centrano Carmelina, centrano…. (PERENTORIO) Gennaro Capasso, tiene due figlie femmine!!!!!

Carmelina: (CON ARIA DI CHI NON CAPISCE) Gennaro Capasso, le figlie femmine!! Noo, forse è meglio che vado a ritirare il vestito dalla Signora Chianese se no stamattina finisce male. (ESCE)

Scena 6 - Personaggi : Camillo, rientra Salvatore e poi Don Ciccio

Camillo: (PENSANDO A VOCE ALTA ED IMMAGINANDO LA SCENA, NEL FRATTEMPO ENTRA SALVATORE CHE SENZA FARSENE ACCORGERE LO ASCOLTA) Certo un bel vestito ci vorrebbe una parrucca... Ma rimane sempre il problema che sono uomini (NON ACCORGENDOSI DI SALVATORE CONTINUA A PENSARE A VOCE ALTA) Quelli sono rozzi, due bacchettoni, non sono eleganti nemmeno quando dormono, altro che Tattà il femminiello, qua ci vuole un miracolo della Madonna di Pompei.

Salvatore: (TOCCANDO CAMILLO SULLA SPALLA) Non ti preoccupare quella la Madonna ci da una mano!

Camillo: (SALTANDO PER LA PAURA) …Ma tu stai qua? Pensavo che Carmelina stava dietro di me. Salvatò, se si accorge di quello che stiamo organizzando, questa è la volta buona che mi caccia di casa.

Salvatore: (RINCURANDOLO) Non ti preoccupare, ma chi ce lo dice, io ho pensato a tutto, noi la cosa la organizziamo di Giovedì sera, quando tua moglie non c’è perché va a casa di Donna Gesualdina a fare la sua solita seduta spiritica, quella mentre va e viene sempre un paio di ore passano. E noi in due ore alleggeriamo un battaglione di marins.

Camillo: Va beh, che ora sono?

Salvatore: E’ la mezza.

Camillo: Fammi svegliare i ragazzi. (CON IRONIA) Certo è una soddisfazione, hanno preso tutto da me la voglia di lavorare.

(MENTRE SI AVVICINA ALLA STANZA SI SENTE DA FUORI LA VOCE DI DON CICCIO )

Don Ciccio : (GRIDANDO) Camillooooo….

Camillo: Don Ciccio…

Don Ciccio : Camillooo, dove stai Camillo?

Camillo: (SBIRCIANDO FUORI) E ora che gli dico, senti come grida.

Salvatore: (SICURO DI SE) Camillo siediti, qualche cosa inventiamo.

Camillo: Facciamo finta di niente.

Don Ciccio : (ENTRANDO) Ah!!! Stai qua, tua moglie non ti ha detto niente? Sei coraggioso lo sai… Dopo quello che hai fatto…

Camillo: Don Ciccio ma che avete, state calmo che vi fa male.

Don Ciccio : Ma che stare calmo, tu mi devi dare tutti i soldi indietro hai capito, se no faccio scoppire un’altra volta la guerra.

Salvatore: Ma calmatevi, Camillo ha ragione, pensate alla salute

Don Ciccio : Ah, m’ero dimenticato che c’eri pure tu, Salvatò, non farmi rammentare che tu sei peggio di lui. Una parte delle castagne che mi hai venduto le tengo conservate, (PUNTANDOLO CON IL DITO), te li faccio inghiottire a una a una.

Camillo: (CERCANDO DI CALMARLO) Ma sedetevi, fatemi capire.

Don Ciccio : Allora non hai capito? Mi devi solo restituire i soldi.

Camillo: (CON ARIA STRALUNATA) Don Ciccio, ma fatemi capire di cosa stiamo parlando.

Don Ciccio : No, io divento pazzo, non può essere che non hai capito.

Camillo: Don Ciccio, la domanda è lecita: (CON ARIA ANGELICA) io ho la coscienza apposto.

Don Ciccio: La coscienza apposto, ti sei già dimenticato delle noci?

Camillo: Ah le noci, e come faccio a dimenticarle, io non ho mai visto una partita di noci così pulita, questo lo dovete ammettere.

Don Ciccio: Camillo, pe essere pulite erano pulite, ma una volta asciugate pesavano meno di quello che dovevano essere. E poi tutte marce.

Salvatore: (INTERROMPENDO) Don Ciccio, non per intromettermi…

Camillo: No prego, prego.

Salvatore: Grazie, dicevo, mi meraviglio come siete caduto in errore, come avete fatto qualche giorno fa con me, ma se chiedete in giro, quella è la qualità… (INVENTANDOSI IL NOME) sono le sudarelle!!!

Don Ciccio: Ma quale qualità, quelle fanno schifo!

Camillo: (COLLEGANDOSI SUBITO A SALVATORE) Lo so!!!!!

Don Ciccio: Ah lo sai, l’ammetti che fanno schifo?

Camillo: No, non è che l’ammetto, ma l’immagino, perché ho capito tutto, la colpa è vostra!

Don Ciccio: Come la colpa è mia?

Camillo: E si, perché vedete, io quando ve le ho portate?

Don Ciccio: Ieri mattina.

Camillo: E voi quando l’avete aperta la prima?

Don Ciccio : Un paio d’ore fà.

Camillo: (CON ATTEGGIAMENTO DA PROFESSORE) Avete visto che ho raggione, come diceva Salvatore, quelle sono le sudarelle, si devono mangiare subito dopo averle colte dall’albero e non dopo ventiquattro ore. Altrimenti sudano, buttano fuori l’acqua e marciscono.

Salvatore: (SALVATORE ANNUISCE COL CAPO COME PER DAR RAGIONE)

Don Ciccio : E io mi dovevo mangiare 50 chili di noci in una giornata? Che mi dovevo far venire la diarrea cavallina.

Camillo: Esattamente Don Ciccio. Questo l’ho pensato anche io e m’è parso strano, (RIVOLTO A SALVATORE) non è vero?

Salvatore: (CON ARIA ANGELICA) e come, anche io ho detto: ma non gli faranno male tutte ste noci?

Don Ciccio : (ALZANDO LA VOCE) Sentite ora basta, questa è l’ultima volta che mi avete fatto fesso. Camillo io me ne vado, ma portami i fagioli a casa.

Camillo: Ah, ora ragioniamo, vi devo portare i fagioli al posto delle noci?

Don Ciccio: Ma che hai capito? Mi devi portare i fagioli (FACENDO IL GESTO DEI SOLDI CON LE DITA) i soldi. (ESCE).

Scena 7 - Personaggi: Camillo, Salvatore, poi Arturo e poi Gennaro.

Camillo: Salvatò, mi sa che abbiamo perso un cliente.

Salvatore: Non ti preoccupare ora cambia la stagione e noi cambiamo frutta. (ENTRANO ARTURO E GENNARO ANCORA ASSONNATI)

Arturo : (SBADIGLIANDO) Ma chi grida in questo modo?

Gennaro: (SBADIGLIANDO) Ma è mai possibbile che in questa casa non si può dormire un poco.

Camillo: (A SALVATORE) Che ti avevo detto, sono mattinieri.

Salvatore : Buon sangue non mente.

Camillo: Se dormivate un altro poco si faceva l’ora per coricarvi un’altra volta.

Gennaro:Ma che ore sono?

Camillo: La mezza.

Arturo : La mezza, (IMPRESSIONATO DALLA RISPOSTA) la mezza, papà te l’avevo detto ch’ era presto. (CAMILLO E SALVATORE SI GUARDANO PERPLESSI)

Salvatore: Camillo ho capito tutto, qua ci sono gli alleati, e i ragazzi si sono adeguati al fuso orario americano.

Camillo: (RIVOLTO AI FIGLI) Ragazzi, visto che vi siete svegliati e approfittando che non c’è vostra madre, sedetevi che vi debbo parlare.

Arturo : Gennaro non andartene, perché quando non c’è mammà papà diventa pericoloso.

Gennaro: Hai ragione, (SPINGENDO IL FRATELLO) avviati, poi mi fai sapere.

Camillo: (ALZANDO LA VOCE) Ma che pericoloso, guardate che educazione, questo è il rispetto che portate a vostro padre… ma in questa casa non conto niente?… (SALVATORE GLI TIRA LA GIACCA DA UN PIZZO PER DIRGLI UNA COSA A BASSA VOCE)

Salvatore: Camillo non esagerare, i ragazzi si impressionano.

Camillo : (CALMANDOSI CON ARIA PATERNA) Ora vi prendo due sedie e vi faccio accomodare. (I DUE RAGAZZI SI GUARDANO E POI SI SIEDONO SEGUITI DA SALVATORE) (GIRANDOGLI INTORNO) Ragazzi, voi sapete i sacrifici che fa un padre per i propri figli e soprattutto in un periodo come questo dove si lavora onestamente.

Salvatore: (SOTTOLINEANDO) Onestamente.

Camillo: Ma purtroppo, i soldi che si guadagnano non sempre bastano.

Salvatore: (RIPETENDO) Non sempre bastano

Camillo: Che fai il pappagallo? (ALLUDENDO ALLA MOGLIE E CERCANDO DI ADDOSSARE LA COLPA A LEI PER LA PROPOSTA CHE GLI FARA) Dicevo, sapete come sono pesanti le donne, e vostra matre lo è, e vogliono il vestito nuovo, vogliono andare dalla manicurista, si vogliono distrarre…

Gennaro: (AL FRATELLO) Ma chi mammà?

Camillo: E un pover’uomo che lavora, (INDICANDO SE STESSO)(SOTTOLINEANDO) onestamente, si deve inventare qualche cosa, (FERMANDOSI UN ATTIMO) ma ha bisogno di una mano, non puo fare tutto da solo e…

Arturo: (ALZANDOSI) …Gennaro ho capito! Ci vuole mandare a lavorare.

Gennaro: (SBADIGLIANDO ANCORA) E no papà, Lo sai che ci fa male.

Salvatore: Aspettate, sedetevi e ascoltate vostro padre. (I DUE SI RISIEDONO)

Camillo: Vi dicevo, tutti i figli come possono danno una mano alla famiglia, c’è ne sono tante che conoscete pure voi, per esempio, la famiglia di… di…

Salvatore: Gennaro Capasso

Gennaro: Che centra Gennaro Capasso, quello ha due figlie femmine.

Arturo: E sono pure due belle ragazze.

Camillo: Ahh… Qua volevo arrivare, vedo con piacere che siete due ragazzi svegli e che avete capito tutto al volo. (I DUE RAGAZZI SI GUARDANO)

Gennaro: Veramente non abbiamo capito proprio niente.

Camillo: Io voglio dire, che le ragazze aiutano il padre, e pure voi potreste fare la stessa cosa.

Gennaro: Papà, (SORRIDENDO) quelle, le due ragazze, lo sappiamo come aiutano il padre, con la scusa che sono belle adescano i soldati americani ubriachi.

Arturo: E il padre gli frega i dollari. (FACENDO IL SEGNO DEI SOLDI CON LE DITA).

Camillo: Ecco, e per questo che avevo pensato a voi.

Arturo: A noi? E noi che gli cantiamo agli americani due canzoni.

Camillo: Ma quali canzoni, ragazzi statemi a sentire, quelli più che sentire, devono vedere, ma poi ubriachi come sono, un poco al buio, un poco vi aggiustiamo noi...

Arturo: (INTERROMPENDOLO PERCHE DEVE AVER CAPITO QUALCOSA) Gennaro è meglio che ce ne andiamo, te lo detto ch’era pericoloso.

Salvatore: (RIPRENDENDOLI) Ma statelo a sentire!

Gennaro:Ma che dobbiamo sentire, io ho capito, papà vuole che faciamo da esca agli americani… vestiti da femmina.

Arturo:(AL PADRE) Se l’ha capito pure Gennaro, così deve essere.

Camillo:(CERCANDO DI SCUSARSI FINGENDO DI PIANGERE) Sentite, la colpa non è mia se vi ho chiesto di fare questo, la colpa e di vostra madre.

Gennaro:Mammà, e che centra mammà?

Camillo: Centra, centra se avesse fatto due figlie femmine, io risolvevo i miei problemi.

Arturo:Allora se la colpa è sua, peché non lo fai fare a lei?

Camillo:(RIPRENDENDOSI) Allora vuoi diventare orfano prima del tempo, vostra madre non sa e non deve sapere niente, questa è un’idea che abbiamo avuto io e Salvatore, così, per arrotondare.

Gennaro:Papà, ma ci sono centinaia di modi per arrotondare (FACENDO IL GESTO CON LA MANO QUELLO DI RUBARE) E voi avete inventato il modo più complicato?

Camillo:(ALZANDO LE MANI E NEGANDO) No, no, io non ho inventato niente è stato Gennaro Capasso.

Arturo: Ti sei fissato con Gennaro Capasso, quello non ha inventato niente, perché l’esca la tiene originale.

Camillo: Originale, finta, ma qual’è la differenza?

Arturo: Ma ci avete visto bene, io ho due spalle da scaricatore di porto, questo è così brutto che fa schifo pure al buio, ma chi ci prende per femmine?

Camillo: E qua che viene il colpo di genio? Salvatore spiegacelo!!

Salvatore: Ma che devo spiegare, mi sono perso appresso a te?

Camillo: Salvatò, Tattà!!!

Salvatore: Ah, ah. Tattà, m’ero dimenticato di Tattà.

Gennaro: Che cos’è Tattà?

Salvatore: No cosa è, ma chi è!!! Tattà sarà il vostro insegnante, anzi la vostra insegnante, perché per farvi avere un minimo di atteggiamento femminile ci faremo aiutare da un femminiello.

Gennaro: No papà, non scherziamo, io ho una reputazione da difendere, e poi se lo sa Claretta, no, non se ne parla proprio.

Arturo: Giusto, io con Adele già sto ai ferri corti, sono già tre giorni che non mi parla, perché dice che ho guadato a un’altra, figuriamoci se si accorge che la femmina la faccio io.

Camillo: (IMPUNTANDOSI) Ragazzi, allora non ci siamo capiti, io non ve lo sto chiedendo, (PERENTORIO) ma ve lo impongo! Primo, perché sono vostro padre e qui comando io, (TRA SE) quando non c’è Carmelina, e secondo (CON OCCHI DA PAZZO) perché Gennaro Capasso si fuma i sigari più grossi dei miei!

Gennaro: Papà, dacci il tempo di pensarci!

Arturo: Ma quale tempo, noi abbiamo già pensato! La risposta è no!

Camillo: Non c’è niente da pensare, ho pensato a tutto io, (POI SUBDOLAMENTE CERANDO DI INTENERIRLI) se non lo volete fare per me, fatelo almeno per vostra madre che a furia di cucire si sta cunsumando tutte le dita. (POI RITORNANDO IN SE) Ora andiamo a casa di questo, …di questa Tatta per metterci d’accordo. Intanto voi abituatevi all’idea. (ESCONO)

Scena 8 - Personaggi : Arturo, Gennaro, Adele e poi Claretta.

(I DUE SI GUARDANO)

Gennaro: Siamo inguaiati!

Arturo:Gennaro, stavolta è peggio di quando ci fece vendere il vino nelle botti mezze vuote. Stavolta ci facciamo male.

Gennaro: Però papà ha ragione, mammà non ce la fa più a fare questa vita, noi dobbiamo fare qualche cosa.

Arturo: Gennaro, qua ci paleano. (ENTRANO IN SCENA ADELE E CLARETTA)

Adele: Lo sai che le devi prendere, eh?

Arturo: (PRESO ALLA SPROVVISTA A GENNARO) Ci mancava solo questa!

Adele: Ah, così mi accogli? Claretta andiamocene!

Arturo: Che hai capito, io dicevo che se non facciamo un regalo alle nostre ragazze, voi ci picchiate! Non è vero Gennaro?

Gennaro:(A CLARETTA) Esattamente, e io stavo per dire, che non vedevo l’ora di incontrarti, amore mio…

Claretta: (PIZZICANDOLO SOTTO LA GOLA) Ah, com'è bello il mio boyfrend.

Arturo: (RIVOLTO AD ADELE) Vieni qua, fatti abbracciare un poco.

Adele: E’ inutile che ti arruffiani, c’è ancora in ballo quella cosa…

Arturo: Amore mio, ma come te lo devo dire, io ho solo te!

Adele: Ah si, e chi era quella gherla di ieri?

Arturo: Ma ch’è, sta gherla?

Adele: La gherla. Quella ragazza, ma ch’è fai lo gnorri, non capisci l’americano, credi che non me ne sia accorta che avevi la lingua fuori?

Arturo: La tua è una fissazione, (CERCANDO DI ABBRACCIARLA) tu sei l’unica, amore mio.

Adele: Non ti avvicinare. (SFUGGENDO ALL’ABBRACCIO)

Arturo: Ma non puoi fare sempre così (CERCANDO DI ARRUFFIANARSELA) tu lo sai che io penso solo a te.

Adele: Arturo, io ho le prove.

Arturo: (COME SOPRA) Ma che stai dicendo.

Adele: Sono sicura che tu la guardavi.

Arturo: Ma è mai possibile che noi non possiamo fare due passi insieme, che dobbiamo litigare.

Gennaro:Claretta, cerca di farli rappacificare

Claretta: (FACENDO SEGNO CON LA MANO) Ok Genny ci penso io. Adele, e perdonalo quello è innamorato, (INDICANDO ARTURO CHE SEBRA PENSIEROSO) non vedi che ha gli occhi lessi. Mettiamo un po’ di musica così balliamo.

Adele: (RIVOLTA AD ARTURO) Non te lo meriti, ma lo faccio per Claretta che per me è come una sisters: Fammi ballare un poco.

Claretta: (ACCENDE LA RADIO CHE SI SINTONIZZA SU RADIO LONDRA CHE TRASMETTE DELLA MUSICA AMERICANA) Senti che bella miusica. Ok Genny denciamo? (COMINCIANO A BALLARE)

Adele: (FACENDO SEGNO AD ARTURO PER FARSI INVITARE - ARTURO CON UNA FACCIA PALESEMENTE SCOCCITA SI AVVICINA E BALLA ,LE DUE RAGAZZE SI MUOVONO CON ARIA SEXY MA I DUE FRATELLI NON HANNO NESSUNA REAZIONE ANZI SEMBRANO DISTRATTI. A QUESTO PUNTO ADELE SPEGNE LA RADIO) Lo vedi che ho ragione? Tu stai pensando a quella gherla!

Arturo: Cominciamo un’altra volta, quella non mi piace.

Adele: Allora vuol dire che se lei non ti piace, pure io non ti piaccio più! Questo significa che non ti piacciono più le vuommen. Non è che stai diventando femmina?

Claretta: Hai ragione, pure a Genny mio lo vedo strano, non lo capisco più. (I DUE FRATELLI SI GUARDANO CON UN SGUARDO ENNIGMATICO)

Arturo: (A GENNARO) E non abbiamo ancora cominciato, figurati dopo.

Claretta: Andatevi a vestire, così usciamo a prenderci un bel drincs. (I DUE ENTRANO NELLA STANZA)

Adele: Anche tu li hai visti strani?

Claretta: Sicuro, come se stessero pensando a qualche cosa.

Adele: Invece di pensare a noi!!! (RIFLETTE) Non è che ho esaggerato un poco?

Claretta: Ma non ci dobbiamo preoccupare, quelli sono pazzi di noi. (SI SENTE DA DENTRO LA VOCE DI ARTURO)

Arturo: Gennaro e muoviti.

Adele: Stanno uscendo, facciamoli soffrire un poco. (ENTRANO)

Arturo: Eccoci pronti.

Gennaro: (AGGIUSANDOSI IN SCENA) Per fare più presto dovevo venire col pigiama.

Claretta: Ma se sono due ore che aspettiamo!

Adele: Ce ne stavamo andando.

Gennaro: Andiamo che Gennaro ti offre una bella limonata.

Claretta: Quale limonata, io voglio una bella Coca Cola. (ESCONO)

Scena 9 - Personaggi: Carmilina e Beatrice

(ENTRA CARMILINA SEGUITA DA BEATRICE) (BEATRICE E’ VESTITA DI TUTTO PUNTO CON UN CAPPELLO APPARISCENTE)

Carmilina: (CON ARIA INFASTIDITA) Chi vuole male a questa famiglia il fuoco di Sant’Antonio lo piglia, chi vuole male a questa unione fa la fine del capitone.

Beatrice: Carmilina, ma tu dici e credi sempre alle stesse cose.

Carmilina: E tu, potevi evitare di rispondere a quel modo alla signora Chianese.

Beatrice: Perché, cosa ho detto di male?

Carmilina: Che hai detto? Che hai fatto piuttosto.

Beatrice: Perché, cosa ho fatto?

Carmilina: Beatrice tu scendi sempre dalle nuvole. Ma come, ti sei presentata a casa della signora Chianese, vestita come una reggina. Ti sembra una cosa bella, per una che cercà lavoro e con la fame che c’è in giro. Pareva che dovesse lavorare lei per te.

Beatrice: Carmilina, ma che centra, io volevo fare una bella impressione, poi quella mi ha guardata con quella faccia schifata, mi ha chiesto se per caso volevo lavorare senza essere pagata, per beneficenza, e io allora mi sono offesa e l’ho risposto.

Carmilina: Risposto? Tu l’hai trattata uno straccio! Mi stavi facendo perdere il lavoro pure a me. E poi, questo cappello, potevi evitarlo.

Beatrice: E che faccio, lo tengo conservato nell’armadio, lo sai che mi piacciono. Quelli sono tutti i vestiti e i cappielli che mi ha lasciato la buonanima di zia Patrizia, marchesa di Portanova.

Carimilina: Basta!!! Tu la devi finire con questi marchesi, conti e principi, ma tu ti rendi conto della situazione? Noi abbiamo vicino due broccoli di mariti, che solo Dio sa quello che fanno; perciò se non ti dai da fare pure tu, ci mangiamo i cappelli in brodo.

Beatrice: Mamma mia, Carmilina, tu sei sempre così esagerata, così pessimista, e poi a me ci pensa mio marito.

Carmilina: Tuo marito? Il tuo e il mio di mariti, fra poco li andiamo a trovare in galera.

Beatrice: (CON ARIA SUPERFICIALE) Lo vedi, che continui a essere esagerata, (CAMBIANDO TONO), senti a me cambiamo argomento. Hai fatto caso che la signora Chianese, c’ha ricevuto con una vestaglia di chiffon?

Carmilina: E che cos’è?

Beatrice: Di chiffon, Carmilina, ma come non lo conosci? Va bè fa lo stesso, dicevo, è arrivata tutta sfatta, secondo me quello che si dice in giro è vero.

Carmilina:(INTERESSATA ALL’INCIUCIO CAMBIA ATTEGGIAMENTO): Veramente? E che si dice in giro?

Beatrice: Si dice, che con la scusa che il marito è anziano, dico anziano, e sta sempe fuori per certi affari con gli americani, ha intrecciato una relazione con un giovane capitano americano, e si dice pure che è troppo bello, aschermant.

Carmilina: Non lo conosco.

Beatrice: Carmilina, ma che hai capito, con scharme, affascinante.

Carmilina: Madonna mia, tu veramente dici, non ci posso credere, la signora Chianese, la signora Chianese,….. (COMINCIA A SENTIRSI MALE),   Madonna la signora Chianese… la signora chianese (URLANDO)

Beatrice: Ma che hai Carmilina, non ti senti bene, la notizia ti ha scosso, ti devo fare una tisana calmante.

Carmilina: Ma quale calmante, tu hai la capacità di scimunirmi! Dopo che hai trattato una schifezza la signora chianese, e te ne sei andata senza nemmeno salutare, per correrti dietro, mi sono dimenticata il vestito che dovevo aggiustare. (CARMILINA SI RIMETTE LO SCIALLE SULLE SPALLE ED ESCE DI CORSA SEGUITA DA BEATRICE)

Beatrice: Aspetta Carmilina, non correre. (ESCE)

Scena 10 - Personaggi: Camillo e Salvatore

(ENTRANO CAMILLO E SALVATORE AFFATICATI)

Camillo: Per guadagnare qualche cosa di soldi, dobbiamo sudare.

Salvatore: Per fortuna che non è stato difficile a convincerlo, (CONRADULANDOSI) certo che ho avuto una bella idea, è l’unica persona che può aiutarci.

Camillo: Questo è vero, però è caro, ha preteso la metà dell’incasso che riusciamo a fare la prima sera, ma dimmi una cosa non è meglio che lo faccio io il professore? (CAMMINA PER LA CASA ANCHEGGIANDO E FACENDO UNA VOCE DA DONNA STRIDULA)

Salvatore: Camillo, lascia perdere. Mi sembri una gatta in calore.

Camillo:Hai ragione, ma lo facevo per risparmiare.

Salvatore: Il risparmio non e mai guadagno, ma tu l’hai vista bene a Tattà?

Camillo: Certo, non passa inosservata.

Salvatore: E’ così elegante.

Camillo: Solo quando parlava pugliese non capivo.

Salvatore: Ma chi?

Camillo: Tattà.

Salvatore: Ma quale pugliese, sei proprio ignorante. Quello è francese.

Camillo: Francese? Speriamo che Arturo e Gennaro la capiscono.

Salvatore: Mettiamoci a lavorare, prendi carta e penna, che prepariamo (ENFATIZZANDO) il piano di battaglia. (SI SIEDONO INTORNO AL TAVOLO E COMINCIANO A SCRIVERE)

(CALA LA TELA)

Secondo Atto

Scena 1 - Personaggi: Carmilina, poi Camillo; Arturo, Gennaro

Carmelina: Mi manca solo d’accorciare sta gonna e ho finito.

Camillo: (SOVRAPPENSIERO) Che ore sono?

Carmelina: (INFASTIDITA PERCHE C’E’ UN OROLOGIO AL MURO  E LUI LO DOMANDA A LEI) Un’altra volta, te l’ho detto due minuti fa.

Camillo: Veramente? Non mi sembra.

Carmelina: Allora stai diventando scemo.

Camillo: Ma che stai dicendo?

Carmelina: Sono le sei meno un quarto.

Camillo: (ALLARMATO) Ma allora è tardi?

Carmelina: (PREOCUPATA) Perché dove devi andare?

Camillo: Io? In nessun posto.

Carmelina: Ma se tu dici ch’è tardi, significa che devi fare qualche cosa?

Camillo: (CON ARIA PREMUROSA) No io, io lo dicevo per te, mi dispiaceva che facevi tardi per andare da Donna Gesualdina.

Carmelina: Veramente, e come mai?

Camillo: Mi dispiace, che se poi arrivi tardi cominciano senza te.

Carmelina: Camillo, ma tu non dicevi ch’erano tutte superstizioni e che io non ci dovevo credere?

Camillo: Si ma poi ho capito che ti distrai in qualche modo.

Carmelina: Camillo, sei sicuro che stai bene? (ENTRANO IN SCENA I DUE FIGLI E CAMILLO MENTRE CARMELINA CONTINUA A CUCIRE, CON DEI GESTI CERCA DI FARGLI CAPIRE CHE DOVONO AIUTARLO A CACCIARE LA MADRE. DOPO QUALCHE TENTATIVO ANDATO A VUOTO PERCHE I FIGLI NON CAPISCONO ARTURO SI AVVICINA AL PADRE)

Arturo: (AL PADRE A BASSA VOCE COME SE NON AVESSE CAPITO NIENTE) Papà ma mammà sta ancora qua?

Camillo: Ma se sto cercando di farvi capire che dobbiamo fare qualche cosa per farla andare via. Sta per arrivare Tattà.

Gennaro: (FACENDOSI AVANTI) Papà ci penso io,… mamma che ore sono?

Carmelina: (SCOCCIATA PERCHE L’HANNO INTERROTTA DI NUOVO) Ma non ci vedi? (MOSTRANDO L’OROLOGIO)

Gennaro: Perché?

Carmelina: Quando mai in questa casa s’è domandato l’orario?

Gennaro: Perché?

Carmelina: Ma come perché? Abbiamo l’orologio a muro e tu lo chiedi a me.

Gennaro: Hai ragione, ma volevo vedere se tu lo sapevi. (POI COME SE LA DOMANDA FOSSE NORMALE) Che ore sono?

Carmelina: Ma che siete ubriachi?

Gennaro: No mammà, ma che ore sono?

Carmelina: (IRRITATA) Sono le sei meno dieci.

Gennaro: Le sei meno dieci, allora è tardi?

Carmelina: Ma perché, hai l’appuntamento con Claretta?

Gennaro: No.

Carmelina: E allora perch’è tardi?

Gennaro: Ma tu non vai da Donna Gesualdina, mi dispiace se fai tardi.

Carmelina: (UN PO SCOCCIATA) Pure tu, ma che fai come tuo padre?

Arturo: (NON SAPENDO COME USCIRSENE)(GLI VIENE IN MENTE UNA SOLUZIONE) tu prima vai…

Gennaro: …E prima torni. Si, si, proprio così’. Io ho una fame… (POGGIANDO LO SGUARDO SULLE MANI) Ma non hai ancora finito di cucire?

Carmelina: E quando finisco. Appena mi metto a lavorare sembra che lo fate apposta… Comunque m’avete fatto innervosire, mi tremano le mani, è meglio che me ne vado, così mi calmo un poco. (POSA LE VESTI NELLA CASSAPANCA). Allora io vado, Gennarì non ti preoccupare, mammà torna presto e ceniamo. (ESCE)

Camillo: (AL FIGLIO) Gennaro, se tua madre torna più presto del solito, ti caccio di casa. (FACENDO IL GESTO CON LE DITA) Ti cecherei un occhio.

Scena 2 - Personaggi: Salvatore Camillo, Arturo, Gennaro, e Tattà

Salvatore: (ENTRA) Ma che c’è voluto, se ne andata finalmente!!!

Camillo: Che ci vuoi fare, sembrava che lo facesse apposta.

Salvatore: Sono due ore che sto fuori con Tattà, quella si era spazientita e se ne voleva andare.

Camillo: E fallo entrare… falla entrare… va bè entrate.

Salvatore: (ESCE UN ATTIMO E POI RIENTRA SI FERMA SULLA SOGLIA E COME SE FOSSE UNA STAR PRESENTA TATTA’) E da poco che e qui nel quartiere, ma si e fatta subito notare… ecco a voi la nostra Tattà

Camillo: Ma chi è Lili Marlen

Tattà: (ENTRA TATTA VESTITO IN MODO EUBERANTE E CON UN BOA COLORATO) Oui se muà sce suì’ Tattà.

Salvatore: Che ti avevo detto non è uno splendore?

Arturo: Gennaro ma che ha detto, io non ho capito niente.

Gennaro: (AL PADRE) Papà ma è barese?

Camillo: (COME SE LO AVESSE SEMPRE SAPUTO) Come sei ignorante, ma non senti ch’è francese. (POI RIVOLTO A TATTA’) Prego, fate come se fosse casa vostra.

Tattà: (OFFESO) Ma ch’è sta confidenza… Mica abito in un basso.

Camillo: Scusate… Io m’ero dimenticato che abitate a palazzo reale.

Salvatore: Sta calmo, forse aspettando tanto tempo si deve essere un po’ innervosita.

Tattà: (CALMANDOSI) Uoi sce se accussì! E scusate, siamo stati tanto tempo in piedi che mi facevano male i calli.

Camillo: Va beh, allora accomodiamoci e cerchiamo di fare presto, abbiamo poco tempo, (GUARDANDO GENNARO) e vero a papà?

Tattà: Vediamo un poco, chi sono i miei scolaretti?

Gennaro: Arturo, ma non è che a capito una cosa per un’altra?

Arturo: Non ti preoccupare vediamo che dice.

Camillo: Ecco questi sono i miei gioielli, sono loro che devono interpretare.

Tattà: Oui, ma gurd’ come so belli, (A GENNARO) questo sembra un bambolotto, quest’altro… (AD ARTURO) Madonna che salute, un marcantonio. Ma quale due ore, qua ci vuole un mese per fare questo miracolo, ma l’avete visto bene, questo ha due spalle! Perché non me l’avete mandato prima a casa mia, io ci davo due lezioni private.

Camillo: Ma quale mese e lezioni private, qua ci dobbiamo muovere prima che torna mia moglie.

Tattà: Va bene, allora vediamo a che livello state (AI RAGAZZI) camminate un po’ e fatemi vedere come ancheggiate.

Gennaro: Papa ma io non lo so fare.

Camillo: (INCORAGGIANDOLO MA MINACCIANDOLO) Appunto perciò lo devi fare, muoviti, facci vedere. (I DUE RAGAZZI CAMMINANO ANCHEGGIANDO MA SONO GOFFI E MALDERESTI)

Tattà: Nooo!.. Per amor di Dio, voi state inguaiati, voi i marines li dovete cercare solo ciechi… Al massimo così, potete acchiappare due marocchini… Qui ci vuole eleganza, (FA VEDERE LUI) portamento, sensualita, voi sembrate due sciancati.

Salvatore: (ENTUSIASTA DELLA PROVA) Brava, brava, brava. Mi pare una regina

Tattà: Allora mi serve qualc’uno per fare da mostra… (A CAMILLO) Voi, venite qua!

Camillo: Che cosa? Io non sono disponibile (TATTA’ OFFESA SI AVVIA ALLA PORTA COME PER ANDARSENE)

Salvatore: (FERMANDOLO) Ma dove vai, aspetta, ci penso io, (A CAMILLO) e su non ti mettere pura.

Camillo: Ma tu sei scemo… Fallo tu!

Salvatore: Camillo, vuole te, evidentemente sei più adatto a…

Camillo: A che? (CON ARIA MASCOLINA) Perché che vuoi dire?

Salvatore: (NON SAPENDO COME USCIRSENE) No, niente che hai capito io intendevo dire che tu come mostra sei più bravo, e poi che ne so io

Camillo : (CAMILO SI AVVICINA A TATTA’ CHE NEL FRATTEMPO CON ARIA OFFESA TICCHETTA CON IL PIEDE) Signora Tattà…

Tattà:  Signorina prego

Camillo: (GUARDANDO SALVATORE COME SE STESSE SCOPPIANDO) Signorina Tattà mi scusi, quando volete sto a disposizione.

Tattà: (OFFESO) No, no, lasciamo stare, non facciamo più niente.

Camillo: Non faccia così, c’è stata un incomprensione.

Tattà: (SEMPRE OFFESO) Allora non avete capito, non si fa più niente.

Camillo: (A SALVATORE INNERVOSITO) Ora gli do un paio di schiaffi che la fanno diventare uomo un’altra volta.

Salvatore: Aspetta, fermati, (A TATA’) non fare così che senza di te come facciamo. Tu sei il meglio della piazza.

Tattà: (CHE QUESTO ASPETTAVA, COME NIENTE FOSSE ACCADUTO CON EUFORIA) Su, su, allora cominciamo. (A CAMILLO) Voi venite qua!

Camillo: (SCHIFATO) Che devo fare? (CON ARIA PERENTORIA) Il primo che parla, o lo va a raccontare in giro!!

Tattà: (ACCAREZZANDOGLI LA TESTA) Allora andate li ancheggiando con sensualità, (CAMILLO SCHIFATO ESEGUE)  no, no, di più, muovete il bacino su, su.

Arturo: Papà, ti senti bene? Sembri un paralitico.

Gennaro: Noo, quale paralitico, sembra che deve correre al cesso.

Camillo: (SCATTA COME SE LI VOLESSE DARE UN CALCIO) Ora vi faccio vedere io.

Salvatore: (LO PLACCA) Non incominciamo, un poco di buona volontà. Tu sembri che stai ubriaco.

Camillo: Vorrei vedere a te. (CI RIPROVA)

Tattà: Ecco, ora va un po’ meglio, ora guardate me, dovete anche muovere la mano così a drua e a gosc. (MUOVE LA MANO A DESTRA E A SINISTRA)

Camillo: Che devo fare?

Arturo: Papà, a detto che devi odorare una coscia.

Camillo:(STUPITO RIVOLTO A TATTA) Devo odorare una coscia?

Tattà: Ma che hai capito. (FACENDO IL GESTO DELLA MANO) di qua e di la, a drua e a gosc.. (CAMILLO ESEGUE)

Arturo: Papà ma che stai cacciando le mosche?

Tattà: Su, su, ragazzi non fate cosi. Ora fatemi vedere voi. (I DUE RAGAZZI ESEGUONO SEMPRE GOFFAMENTE )  Bene, ora mi raccomando, la bocca chiusa a musetto. (I DUE ESEGUONO) Bene bravi, bravi. Tu (A GENNARO) accenditi una sigaretta e tu (AD ARTURO) siediti. (GENNARO ACCENDE IN MODO ROZZO ED ARTURO SI SIEDE A GAMBE APERTE) Ma no, ma no, ma no, voi sembrate due scaricatori di porto, ma che fate, un po’ di femminilità ci vuole, dovete essere sexy. Vi faccio vedere (ESEGUE PERFETTAMENTE)

Arturo : Gennarì ha ragione, facevi proprio schifo.

Gennaro: E tu no… Sembravi seduto sul cesso.

Tattà: Cinque sono le cose che dovete assolutamente imparare (ESEGUENDO) anchesc… seduar… la cosc’… fume… le mussill… (TUTTI SI GUARDANO STRANITI PER QUELLO CHE HANNO VISTO ED ALL’INVITO DI TATTA A RIESEGUIRE I MOVIMENENTI IN SILENZIO ANNUISCONO) …adesso provate voi

Arturo e Gennaro: (ARTURO E GENNARO GOFFAMENTE) (ESEGUENDO) anchesc… seduar… la cosc’… fume… le mussill….

Tattà: (BATTENDO LE MANI) Su, su, riproviamo un'altra volta. (E LI INVITA A RIPROVARE I DUE LO FANNO UN PO MEGLIO) Va un po’ meglio ci vuole ancora qualche prova …certo se li immaginiamo vestiti da donna… un poco di trucco… Ma a proposito, come si vestono questi due?

Camillo: Non si preoccupi, abbiamo un baule pieno di vestiti che mia moglie deve rammendare. (CAMILLO APRE IL BAULE E NE TIRA FUORI QUALCHE VESTITO)

Tattà: (LI GUARDA) Ma questi sono demodè, non vi preoccupate ci penso io.

Salvatore: Possiamo usare pure qualche cappello di mia moglie.

Tattà: Alle parrucche ci penso io.

Camillo: Va bene, ma ora ci dobbiamo fermare perché da un momento all’altro torna mia moglie per la cena. Gennarì ti ricordi?

Gennaro:(MORTIFICATO) Papà ma tu che vuoi da me!!!

Salvatore: Noi andiamo, accompagno a Tattà e torno.

Tattà: Allora mi raccomando e da oggi a Giovedì vi dovete allenare sempre, altrimenti vi dimenticate e quella sera andate una schifezza… (VA VERSO LA PORTA) Au revoir. (TUTTI LA GUARDANO E NESSUNO RISPONDE)… Au revoir. (STESSA COSA)… Au revoir. (ALZANDO LA VOCE) Arrivederci! Ma dove sono capitata. (ESCE CON SALVATORE)

Scena 3 - Personaggi: Camillo, Arturo, Gennaro, Carmilina, Salvatore e Beatrice

Camillo: Ragazzi mi raccomando, non vi dimenticate d’esercitarvi. (CARMELINA ENTRA MA PRIMA SI SOFFERMA SOTTO LA SOGLIA PER GLI AMULETI)

Carmelina: Chi vuole male a questa famiglia il fuoco di Sant’Antonio lo piglia, chi vuole male a questa unione fa la fine del capitone. (COME SE TUTTO FOSSE NORMALE). Gennarì sono tornata più presto ti fa piacere? Che vuoi da mangiare?

Gennaro: Ma perché possiamo pure scegliere?

Camillo: Come no, tra pane e acqua calda e pane e acqua fredda.

Carmelina: Tu fai sempre lo spiritoso eh?

Camillo: E che vuoi fare, sarà l’atmosfera.

Carmelina: Fa presto, prepara la tavola e… (URLA RIVOLGENDOSI A CAMILLO, PERCHE’ LO VEDE APPOGGIATO AL MURO CON I PIEDI INCROCIATI) Che stai facendo?

Camillo: (URLANDO PURE LUI) Che sto facendo?

Carmelina: (URLANDO) Non ti muovere… (CORRE IN CAMERA ED ESCE SUBITO CON UN SACCHETTO CONTENENTE DELLA POLVERINA CHE LEI SPARGE SUL VISO E INTORNO AL MARITO) Se sta povere funziona, fai una buona digestione, se sta polvere è funerea io ti salvo dalla diarrea (E SE NE RITORNA IN CAMERA)

Camillo: (INFURIATO RISPONDE A RIMA) Se stavolta non m’incazzo vale a dire che esco pazzo. Io ho passato un guaio con questa femmina, peggiora ogni giorno che passa. (ENTRA SALVATORE CON BEATRICE CHE HA UN GROSSO CAPPELLO ANTICO)

Salvatore: Senti che profumino, si sente ch’è ora di mangiare.

Camillo: Tu vieni sempre ad ora di cena, ma non porti mai niente.

Salvatore: Ti ho portato la frutta. (FACENDO SEGNO AL CAPPELLO DELLA MOGLIE)…

Beatrice: Ma che dici questo è un Gaudie, apparteneva alla mia bisnonna.

Camillo: (A SALVATORE) Allora è marcita la frutta.

Salvatore: (annusando l’aria) Ma che avete fatto i maccheroni al ragù.

Beatrice: Salvatò ma dove lo senti il profumo di ragù?

Camillo: Ragù? Salvatò, visto che hai la fortuna di ricordarti il profumo del ragù, ce lo puoi spiegare?

Beatrice: Non lo dar retta Camillo, questo o ha bevuto troppo, o è la fame che lo fa sparlare.

Salvatore: E va bene forse mi sono sbagliato. Ma che mangiate?

Camillo: (Con aria seria) Dunque: cannelloni ripieni e salsicce con contorno di patate!

Salvatore e Beatrice: (dopo essersi guardati si accomodano velocemente) Hai capito?

Camillo: Ma che avete capito? Noi per primo abbiamo: pane e acqua!

Beatrice: E per secondo?

Camillo: Acqua e pane!

Beatrice: Questo è tutto?

Camillo: Scusate s’è poco, ma abbiamo i cuochi in ferie, vi dovete accontentare.

Salvatore: Va beh, noi andiamo, ci vedimo dopo in cantina.

Beatrice: Salutami a Carmelina.(escono entrambi)

Carmelina: (ENTRA RIVOLTA AI FIGLI) Voi due, date una mano a vostro padre a preparare la tavola. (I DUE ESEGUONO PARLANDO TRA DI LORO DI QUELLO CHE HANNO FATTO PRIMA E RIPASSANDO LA LEZIONE)

Arturo: Com’era il fatto del mussill?

Gennaro: Non ti ricordi più? devi chiudere le labbra e buttarle fuori, ma la cosa più importante è la camminata.

Arturo: Ah, quella la so fare… Guarda qua. (ANCHEGGIA MENTRE METTE LE POSATE A TAVOLA, SENZA RENDERSI CONTO CHE C’E’ LA MADRE)

Gennaro: Ma no, con un poco d’eleganza e muovi pure la mano …così. (ESEGUE) (CARMELINA LI GUARDA MA ALL’INIZIO NON CI FA TANTO CASO, APPARECCHIATA LA TAVOLA SI SIEDONO E COMINCIANO A MANGIARE)

Carmelina: Non si può comprare più niente… (SI INTERROMPE MENTRE PARLA PERCHE NOTA ARTURO CHE FA STRANI GESTI CON LE LABBRA (MUSSILLO) LO GUARDA UN PICCOLA PAUSA E POI RIPRENDE A PARLARE) …Se non fosse per don Umberto, che è l’unico che ci fa ancora credito… non mangiavamo!!!!

Camillo: (DISTRATTO DAI FIGLI MENTRE PARLAVA LA MOGLIE CAPISCE SOLO L’ULTIMA PARTE) Che hai detto?

Carmelina: Che non ho più un soldo da spendere.

Camillo: Meglio, così non li spendi. (A GENNARO) Gennaro, me lo porti un poco d’acqua fresca che ho sete. (GENNARO SI ALZA E TORNA SUBITO CON DELL’ACQUA MA NON RENDENDOSI CONTO ANCHEGGIA)

Carmelina: Senti Camillo, un poco di pane dobbiamo mangiare e tu… (SI INTERROMPE DI NUOVO PERCHE’ VEDE ARTURO ANCHEGGIARE. DOPO UNA PICCOLA PAUSA RIPRENDE A PARLARE) E tu vuoi litigare.

Camillo: Carmelina sai che sto pensando, che forse è meglio se litighiamo un poco, così tra una fetta e l’altra passa più tempo e mi pare che ho mangiato di più.

Carmelina: Scherza tu, intanto stiamo sempre senza un soldo. (QUESTA VOLTA SI INTERROMPE PERCHE’ VEDE GENNARO CHE ACCAVALLA LA GAMBA E SI ACCENDE UNA SIGARETTA COME FOSSE UNA DONNA ED A BASSA VOCE) Camì, Camillo?

Camillo: (RISPONDE ALLO STESSO TONO) Ma che vuoi?

Carmelina: Hai visto Gennaro, se acceso una sigaretta?

Camillo: Carmelina, se non l’accende, come fuma?

Carmelina: No ma che hai capito… Io dico il modo di come l’accesa

Camillo:Perché che ha fatto?

Carmelina: Mi sembrava una femmina.

Camillo: Ma quando mai, ti sei impressionata, ha sempre fatto così.

Carmelina: E Arturo, non l’hai visto come menava il culo di qua e di la!!!!

Camillo: Ma non dire fesserie, (UN ATTIMO IMBARAZZATO) quello a sempre camminato così.

Carmelina: Ma che stai dicendo. Sei ubriaco senza vino? Sono i miei figli, vuoi dire che non so come camminano e …… (ARTURO E GENNARO SI ALZANO PER USCIRE DI CASA SEMPRE MUOVENDOSI DA DONNA)

Arturo: Gennarino andiamo che si e fatto tardi gli amici ci aspettano!!

Gennaro: Si Arturo hai ragione. Buona notte mammà, buona notte papà, ci vediamo più tardi.

Camillo: (TRA SE) Ma proprio adesso devono fare ripetizione…

Carmelina: (GRIDANDO) Gesù… Giuseppe.. Sant’Anna e Maria. Ma che sta succedendo in questa casa?

Camillo: Ma che gridi a fare?

Carmelina: (CON ARIA PERENTORIA) Camillo, i figli tuoi sono diventati due femminielli.

Camillo: E ti pareva che non appartenevano solo a me.

Carmelina: Ma ch’è successo?… Com’è potuto succedere?… (UN ATTIMO DI RIFLESSIONE) Ho capito tutto! La colpa è tua!

Camillo: Carmè io non ti rispondo, ma almeno fammi capire che ho fatto?

Carmelina: (PIANGENDO) Si, la colpa è tua, la colpa è tua! Tu non Hai un lavoro onesto, stai sempre a pensare come imbrogliare il prossimo, ma stavolta hai esagerato. (A QUSTO PUNTO CAMILLO CHE ASCOLTAVA COMINCIA A SBIANCARE PERCHE’ CREDE CHE LA MOGLIE ABBIA CAPITO TUTTO). Si stavota hai esagerato, chi sa che hai combinato di cosi grave che qualcuno per dispetto ha fatto una fattura sui nostri figli per farli diventare femminielli. (CAMILLO PRIMA LA GUARDA INCREDULA POI SI RENDE CONTO CHE L’UNICA MODO PER USCIRNE DA QUESTA SITUAZIONE E ASSECONDARE LA MOGLIE IN QUESTA FANTASIA)

Camillo: Ah,… Si perdonami hai ragione, sarà proprio così, è l’invidia della gente… E ora che si può fare?

Carmelina: Camillo c’è una cosa sola da fare! La contro fattura, con la speranza che siamo ancora in tempo (CORRE IN CUCINA E NE ESCE CON UN MATTARELLO ED UN FINOCCHIO LO POSA SUL TAVOLO E COMINCIA LA CONTRO FATTURA).(A CAMILLO) Tu non ti muovere.

Camillo: E chi si muove. Non è che ti sbagli e la butti addosso a me sta fattura?

Carmelina: Questa finocchia e bella e fresca e con i figli miei non s’ammesca. Io ti schiatto co mazzariello e figli miei non so più femminelli. (RIPETE). Questa finocchia e bella e fresca e con i figli miei non s’ammesca. Io ti schiatto co mazzariello e figli miei non so più femminelli.

Camillo: Hai finito, ci sei riuscita?

Carmelina: E chi lo può sapere, dobbiamo aspettare.

Camillo: (FINGENDO DI PIANGERE) Sono distrutto, che disgrazia, Sono distrutto, i figli miei, i figli miei sono diventati femminielli. Vado alla cantina con Salvatore. (SI FERMA SULLA SOGLIA DEL BASSO ED ALLA GASMAN) Vado Carmela, io vado, bevo per dimenticare. (ESCE)

Scena 4 Personaggi: Carmelina Adele e Claretta e poi Beatrice

Carmelina: (AD ALTA VOCE FUORI DAL BASSO) Quando mi servi te ne vai. Noi abbiamo questo problema e lui si va a ubriacare. (PENSANDO POI A VOCE ALTA) Poveri figli miei, sono diventati femminielli, com’è possibile. Si, è stata una fattura, gli hanno fatto una fattura, speriamo che la contro fattura faccia effetto, se no c’è una cosa sola da fare… Chiamiamo Donna Gesualdina! Quella è una potenza. Voglio vedere se nel quartiere sono più forti di lei. Convoco una bella seduta spiritica. (ENTRANO ADELE E CLARETTA)

Adele: Buona sera.

Claretta: Buona sera Donna Carmelina, dove stanno i ragazzi?

Carmelina: (FRASTORNATA) Ragazzi, quali ragazzi?

Adele: Come quali ragazzi!

Claretta: Gli inamorati nostri!

Carmelina:Innamorati… (TRA SE; AD ALTA VOCE) E come fanno?

Adele: Ma che dite?

Claretta: Si che state dicendo, non ho sentito bene?

Carmelina: Si, no, non lo so, datemi un bicchiere d’acqua. (CLARETTA GLIELO PORGE)

Adele: Arturo dove sta?

Claretta: Gennaro è uscito?

Carmelina: Sono usciti tutti e due, ma voi che fate qua?

Claretta: Siamo venute a vedere se volevano uscire per una passeggiata.

Carmelina: Una passeggiata se, se… (PENSANDO UN PO’) Ma da quanto tempo siete fidanzati?

Claretta: Io e Gennaro da un’anno.

Adele: E noi, a marzo fanno due.

Carmelina: E ditemi una cosa, come sono i figli miei?

Claretta: Sono due bei ragazzi, soprattutto il bambolotto mio.

Carmelina: Si questo lo so. Io intendevo …come innamorati! (LE DUE RAGAZZE SI GUARDANO)

Adele: Ah, come innamorati? Come sono… Accorti premurosi… Innamorati.

Claretta: Si innamorati, specialmente il bambolotto mio.

Carmelina: (UN PO IMPACCIATA) Ma io dicevo come innamorati, (CERCANDO DI ALLUDERE)

Adele: Ahhh… Andiamo a farci le passeggiate….

Carmelina: Ditemi, quando camminate vi tenete per mano?

Claretta: Certamente.

Carmelina: State abbracciati?

Adele: E’ naturale

Carmelina: (TRA SE) Come sono contenta… (FACENDOSI PIU IMPAVIDA) E camminate sotto la luce …o andate pure al buio? (ADELE GUARDA CLARETTA UN ATTIMO E POI LE DICE)

Adele: Clarè ho capito, vuole metterci alla prova per vedere se siamo brave ragazze. (A CARMELINA) Nooo… Sempre alla luce del sole.

Claretta: Si sempre alla luce, io e il bambolotto mio.

Carmelina: E i baci, ve li date i baci?

Adele: (FACENDO L’INGENUA) Nooo… Non ci siamo mai baciati

Claretta: Anch’io, non l’ho mai baciato.

Carmelina: E che avete fatto tutto sto tempo?

Claretta: Sapeste com’è bravo Gennarino mio.

Carmelina: Non capisco, ma allora non vi volete bene?

Adele: Come no, noi ci amiamo tanto, ma loro ci rispettano e non ci toccano nemmeno con un dito. Anzi più passa il tempo e più il nostro amore diventa spirituale.

Carmelina: Ma che spirituale. (COME SE LE VOLESSE INVOGLIARE) Voi siete giovani, vi dovete baciare, abbracciarvi, ballare stretti stretti.

Claretta: Nooo, mai, noi non vogliamo e soprattutto loro non vogliono.

Carmelina: Ho capito. Vi date almeno il bacio della buona notte?

Claretta: Noooo, al massimo ci stringiamo la mano. Buona sera Donna Carmelina.

Adele: Buona sera. (ESCONO)

Carmelina:Madonna Santa allora il fatto è grave. Devo intervenire subbito, l’unica rimedio è Donna Gesualdina. Ora la vado a chiamare. (ESCE)

Scena 5 - Personaggi: Camillo  e Salvatore

(ENTRANO CAMILLO E SALVATORE)

Camillo: (PIANGENDO FALSAMENTE) I figli miei, poveri figli miei, non ci posso credere. (SI RENDE CONTO CHE NON C’E’ NESSUNO E SI RIPRENDE) Salvatò entra che il campo è libero, la santona non è in casa.

Salvatore: (ENTRA) Meno male non sarei stato capace di sopportare il pianto di Carmelina….

Camillo: Il pianto è niente, quella se comincia con le sue contro fatture, con quelle formule che dice… Ma chi gliele insegna?

Salvatore: Donna Gesualdina, e chi se no!!

Camillo: Ah, ti stavo dicendo: quei due fessi dei miei figli, si sono messi a fare ripetizione a tavola…

Salvatore: E tua moglie?

Camillo: Meno male che Carmelina è una credulona, ha pensato subito a una fattura sui nostri figli.

Salvatore: Meno male. Allora restiamo così, i ragazzi s’allenano ancora qualche giorno e Giovedì, quando tua moglie e la mia se ne vanno a fare la seduta spiritica, noi organizziamo tutto.

Camillo: Si, è deciso lo facciamo Giovedì, quando la casa è vuota. Non posso rischiare che Carmelina se ne accorge, perché è la volta buona che mi devi adottare.

Salvatore: Ci manchi solo tu a casa mia, due sfaticati e una marchesa, che bel quadretto. Ora me ne vado, ci vediamo domani, buona serata. (ESCE)

Camillo: Che ora s’è fatta? (GUARDA L’OROLOGIO) E ora di andare a letto, per oggi ho lavorato troppo. (ESCE)

Scena 6 - Personaggi:Carmilina e Donna Gesualdina

Carmelina: (OSSEQUIOSA) Prego, prego, accomodatevi.

D.Gesualdina: (SI FERMA SULLA SOGLIA) Carmelina, non hai dimenticato niente?

Carmelina: Dimenticato, dimenticato che cosa? (D. Gesualdina CON LA MANO INDICA GLI AMULETI) Avete ragione, come ho fatto a dimenticarmi, ho una testa stasera. (RIPETE IL RITO) Chi vuole il male di questa famiglia il fuoco di Sant’Antonio se lo piglia… Chi vuole il male di questa unione fa la fine del capitone…

D. Gesualdina: (COME UN RIMPROVERO) Ora capisco come hanno fatto a colpire la tua famiglia, tu non la proteggi abbastanza.

Carmelina: (DANDOLE RAGIONE) Deve essere stato così, mi sarò distratta e subbito ne hanno approfittato.

D. Gesualdina: Certo che la situazione se è come dici tu è davvero grave, io non so se ci riesco.

Carmelina: (MERAVIGLIATA) Ma come, la più grande medium del quartiere, voi che quando camminate per la strada pure i gatti neri si grattano, mi dite che non c’è niente da fare?

D. Gesualdina: (CON LO SCOPO DI FARSI PREGARE) Ma è difficile, è veramente difficile, poi lo sforzo che dovrei sopportare sarebbe notevole, non so se c’è la posso fare.

Carmelina: (SUPPLICANDOLA) Non mi potete abbandonare…

D. Gesualdina: Ma non si tratta di abbandonarvi. (RICAMANDO UNA BELLA TRAPPOLA) Ma qua ci vorrebbe una seduta potente, qualche pozione nuova, qualche ingrediente in più, che so… due piedi di colombo… una cresta di gallo… quelli sono difficili da trovare e se si trovano costano un sacco di soldi. E poi lo spirito guida chi lo sa se viene…

Carmelina: Io sono disposta ad aumentare le mie offerte se vi dedicate a questa faccenda

D. Gesualdina: Beh, certo è faticoso, però…

Carmelina: Pero?

D. Gesualdina: Visto che me lo chiedete con questa insistenza, ci potrei anche pensare….

Carmelina: Si pensateci… Ma non ci pensate molto. Aspettate un momento.. (VA VERSO UN VASO LO ALZA TOGLIE LA PIANTA PRENDE QUALCHE COSA DA SOTTO POI CON CALMA RIVOLTA ALLA DONNA PER NON OFFENDERLA) …Io non vorrei offendervi, ma vi posso dare il doppio dei soldi che vi porto ogni volta… (DONNA GESUALDINA LA GUARDA) Perché mi dite sempre che non lo fate per soldi ma per amore verso il prossimo… Ma io sono una mamma disposta a tutto perchè non posso vedere i figli miei in queste condizioni.

D. Gesualdina: (DA GRANDE ATTRICE ANDANDO VERSO L’USCITA) …E ora che dovrei fare?… Ora mi dovrei offendere ed andarmene subito via per quello che avete detto… Ma come faccio… (GUARDANDO I SOLDI) A dire di no ad una mamma cosi bella e affezionata verso i suoi figli… Va bene vi aiuterò.

Carmelina: Grazie, grazie, voi siete una santa… L’ho sempre detto.

D. Gesualdina: Si Giovedì va bene, vi aspetto a casa mia.

Carmelina: Perché lo faccimo la?

D. Gesualdina: (STUPITA) E dove se no?

Carmelina: Si deve fare qua, e su questa casa che c’è la fattura.

D.Gesualdina: (SBALORDITA DA TANTO ACUME) Avete ragione, come ho fatto a non pensarci, si la facciamo qui… (PENSANDO UN ATTIMO)

Carmelina: Solo che non dobbiamo dire niente a mio marito, quello è contrario a queste cose.

D. Gesualdina: A me sta bene, basta che non sia presente.

Carmelina: Non vi preoccupate, ci penso io. Basta che gli dico che gli ho trovato un lavoro, subito se ne scappa…

D. Gesualdina: Allora organizzo tutto io.

Carmelina: (ACCOMPAGNANDOLA ALLA PORTA) Io vi ringrazio in anticipo. Siete una santa! Ci vedimo Giovedì sera, voi aspettatemi a casa, che vi vengo a prendere e poi veniamo qua. Buona notte.

D. Gesualdina: Buona notte. (ESCE)

Carmelina: Meno male che ce l’ho dalla mia parte… Come sono furtunata… Ora devo stare tranquilla e soffrire fino a Giovedì… Quella sera tutto si aggiusterà.

(CALA LA TELA)

Terzo Atto

Scena 1 - Personaggi: Carmilina, poi Camillo

Carmelina: (CARMELINA SEDUTA LAVORA E PENSA A VOCE ALTA GUARDANDO IN ALTO) Finalmente è arrivato giovedì, dove ti sei nascosto? Ti metti paura? Spirito maligno, ti sei divertito sui miei figli, ma ora hai finito di fare lo scemo Donna Gesualdina ti farà correre… (ENTRA CAMILLO ANCORA ASSONNATO E GUARDA CARMELINA DI SPALLE CHE PARLA RIVOLTA CON LO SGUARDO IN ALTO) Voglio vedere proprio come ti metti…

Camillo: (SI FERMA IN POSA PLASTICA PENSANDO CHE E RIVOLTO A LUI) Così sto bene?

Carmelina: (IMPAURITA PERCHE ’ E’ CONVINTA CHE FOSSE LO SPIRITO) Madonna, chi è?

Camillo: Ma chi deve essere, sono io… Ma con chi stai parlando?

Carmelina: Ah, sei tu? …Io stavo sognando

Camillo: Ah stavi sognando? (PENSANDOCI SOPRA) E come facevi a cucire con gli occhi chiusi?

Carmelina: Come facevo?… A memoria… A furia di cucire, in tanti anni, le mani vanno da sole. Ricordati che queste mani portano avanti la famiglia. (A QUESTO PUNTO CAMILLO SI RENDE CONTO CHE SI STA FACENDO TARDI E LA MOGLIE NON E ANCORA ANDATA VIA)

Camillo: (FINGENDOSI PREMUROSO) Hai ragione, hai ragione… io questo volevo dirti: come faremmo senza di te! (TOGLIENDOLE I VESTITI DI MANO) Ma ora basta, da oggi in poi ci penso io. Tu ti devi solo distrarre. (LA FA ALZARE ED INTANTO LA MOGLIE LO GUARDA STRANITO) Dimmi cosa vorresti fare, io esaudisco tutti i tuoi desideri. Vuoi uscire? Vuoi andare a casa delle tue amiche? (SPINGENDOLA VERSO LA PORTA) Ho capito, vuoi andare da Donna Gesualdina, dico bene?… Va bene, vuoi passare un paio d’ore in loro compagnia, anzi, facciamo tre. (COME SE FOSSE UN RIMPROVERO) E .se non lo fai mi offendo…

Carmelina: (LIBERANDOSI DELLA SPINTA) …Hai finito di spingere? Ma non ti senti bene? Stammi a sentire, (PRENDENDO L’OCCASIONE PER FARLO ANDARE VIA) Io credo che tu hai bisogno di distrazione, (CON SARCASMO) dopo lo sforzo che hai fatto per svegliarti, sarai distrutto. (POI PUNTUALIZZANDO) Ma ch’è, oggi non esci con il tuo amico? Oggi non l’ho proprio visto… Che ha fatto sciopero? Se tu non esci mi offendo io…

Camillo: (CON ACCONDISCENDENZA) Ma non pensare a me, avviati che Salvatore ora viene, lo sto apsettando per andare a vedere un lavoro. (CON AVVERTIMENTO) Sbrigati, se no cominciano senza di te. Può essere che arriva qualche spirito e tu non sei presente!

Carmelina:Camillo, devi chiedere al cantiniere che vino ti ha dato… E’ mai possibbile che dopo ventiquattr’ore tu sei ancora ubriaco? (A DENTI STRETTI) Va, va, non pensare a me, vagli incontro tu a Salvatore (CON SARASMO) tra un impegno e l’altro si sarà dimenticato.

Camillo: (CAPENDO CHE ORMAI SONO IN UNA POSIZIONE DI STALLO) Va bè ho capito, usciamo insieme così nessuno di noi due si offende.

Carmelina: (ACCOGLIENDO L’IDEA) Va bene, mi hai convinta. Mi raccomando non tornare se non trovi prima un lavoro onesto.

Camillo: E tu promettimi di distrarti per almeno due tre ore. (SI SALUTANO BACIANDOSI ,UNO VA A DESTRA E L’ALTRA A SINISTRA, POI DA FUORI, CAMILLO TORNA SUI SUOI PASSI)(CAMILLO RIENTRO E CON ORGOGLIO) Missione compiuta, ce ne voluto per mandarla via, finalmente… (GUARDANDO L’OROLOGGIO) Tre minuti in anticipo sul rullino di marcia e chi sono Rommel, la volpe del quartiere.

Scena 2 - Personaggi: Camillo , poi  Salvatore, poi Arturo e Gennaro

Salvatore: (ENTRA DI CORSA) Eccomi, puntuale come un orologio svizzero.

Camillo: Complimenti, quando si tratta di imbrogliare sei di un affidamento!

Salvatore: E che ci vuoi fare, ci metto passione.

Camillo: Ci mancano solo i ragazzi. Li ho pure avvisati di non fare tardi.

Salvatore: Non ti preoccupare, buon sangue non mente.

Camillo: Sono loro che si devono preoccupare se non li vedo tra trenta secondi… (ENTRANO ARTURO E GENNARO)

Arturo: Buonasera.

Gennaro: Papà eccoci qua puntuali come ci avevi detto.

Camillo: Dunque, siete pronti?

Arturo: (CON CIRCOSPEZIONE) Papà ma lo dobbiamo fare proprio,… Siamo ancora in tempo!

Gennaro: Papà Arturo ha raggione, non si può evitare.

Camillo: (CON MOLTA CALMA ED AFFETTO RIVOLTO A GENNARO) Mi state meravigliando, voi potete fare quello che volete, io mica vi sto forzando (I DUE RAGAZZI SI GUARDANO CON ARIA SPERANZOSA) questa é una cosa che dovete decidere voi. Io non ve lo impongo, fate quello che volete, io non vi dico niente. (ARTURO METTE UNA MANO IN PETTO A GENNARO FACENDOLO DA PARTE PER PARLARE LUI)

Arturo: Allora noi… (CAMILLO RIPRENDE A PARLARE)

Camillo: Certo mi dispiace se poi vi devo spezzare le gambe e tagliarvi le mani. (MIMANDO I GESTI)

Arturo: Allora noi siamo felicissimi di aiutarti.

Gennaro: (INGOIANDO) Esattamente, felicissimi. (CAMILLO METTE LE BRACCIA ATTORNO AL COLLO DEI FIGLI)

Camillo: Che soddisfazione, vedere la spontanea partecipazione dei propri cari per risolvere i problemi familiari. Bravi sono fiero di voi che volete partecipare a questa missione. …Perché è una missione è vero Salvatò? (SALVATORE ANNUISCE CON LA TESTA)

Salvatore: Hai ragione, togli ai ricchi per darlo ai poveri.

Camillo: Proprio così, e più poveri di noi chi ci sta?… Adesso non perdiamo più tempo, come si dice “il tempo è dollar”…

Salvatore: Giusto, sincronizziamo gli orologi.

Camillo: Salvatò, (MOSTRANDO L’OROLOGIO AL MURO) noi uno ne abbiamo. Che dobbiamo sincronizzare. Dobbiamo ricordarci bene i segnali. (SALVATORE GENNARO ED ARTURO INSIEME A MO DI CANTILENA)

Tutti e tre: 1) Una bussata l’americano sta arrivando. 2) Dopo che l’abbiamo alleggerito, accendiamo e spegniamo la luce per fare il segnale a Salvatore. 3) Due bussate arriva la ronda, facciamo scappare il soldato. 4) Tre bussate pericolo imminente, il soldato deve sparire.

Camillo: Benissimo! Salvatore vai è ora, l’operazione vendemmia é scattata.

Salvatore: Camillo guarda che stiamo in primavera, è presto per la vendemmia.

Camillo: Non ti preoccupare, gli americani li spremiamo come l’uva… A proposito di uva mi raccomando, falli bere molto, così è più facile.

Salvatore: Io vado, come viene Tattà preparatevi che fra una mezzora sto qua. (ESCE)

Scena 3 - Personaggi: Camillo, Arturo, Gennaro e poi Tattà

Gennaro:Papà, ma come hai fatto con mammà?

Arturo: Lasciamo stare, non voglio nemmeno pensare a quello che farebbe se ci trovasse in piena azione.

Gennaro: Mammà quando s’arrabbia è peggio di una leonessa.

Camillo: Non vi preoccupate, la situazione è sotto controllo, ho pensato a tutto, il mio piano è perfetto, non ce nessuna falla.

Arturo: E dov’è andata?

Camillo: Da Donna Gesualdina a fare la solita seduta spiritica, questa volta credo che durerà più del solito. E’ convinta che in questa casa c’è uno spirito maligno che v’ha tramutato in femmine.

Gennaro: (DISPERATO) Allora mammà se n’è accorta?

Arturo: Io vedevo che mi guardava strano e che quando camminavo mi stava dietro, dietro.

Camillo: Per forza, in questi giorni vi siete messi a fare ripetizione davanti a lei.

Arturo: Ma se non facevamo così come raggiungevamo la perfezione.

Gennaro: Papà guarda, quando cammino sono meglio di Greta Garbo. (MIMA LA CAMMINATA)

Camillo: Non ti stancare, conserva l’energie per dopo. Piuttosto non è che vengono le fidanzate vostre? Cosa le avete detto?

Gennaro: Non ti preoccupare, non possono venire, perché abbiamo detto che oggi andavamo a Baiano a far visita a zia Concetta.

Tattà: (ENTRA) Bon suar sce sui cà… pronta ad affrontare quest’avventura? (ESALTATA) Come sono eccitata, venite, venite, chi mi da una mano. Appoggiate questi vestiti da qualche parte.

Camillo: Siete arrivato finalmente, ero preoccupato.

Tattà: E non riuscivo a trovare dei vestiti adatti per la serata.

Camillo: Tattà ma mica è una festa da ballo…

Tattà: Ma che centra, le cose devono essere fatte per bene, se no che figura ci facciamo con gli americani.

Camillo: Ma vi credete che i figli miei ce li voglio dare in moglie? (ATTIMO DI PAUSA) L’America è lontana

Arturo: (AL PADRE INFASTIDITO) Perché, se erano italiani un pensiero ce lo facevi? (A TATA’) Fatemi vedere che avete portato, coprono abbastanza?

Camillo : Ma che coperti, scoperti dovete stare, diversamente come abbocca il pesce.

Tattà: (POGGIA I VESTITI SUL TAVOLO) Non li sgualcite. (POI NON SA DOVE POGGIARE LE PARRUCCHE, E NE METTE UNA IN TESTA A CAMILLO) Fatemi vedere come vi sta. (LO OSSERVA) Certo che muà più vi guardo e più mi convinco che sareste la stella di questa serata.

Gennaro: Si, cadente. Ma l’avete visto bene? Sembra una scopa sotto sopra.

Arturo: No, ma che dici, non vedi ch’eleganza, che portamento. Come spaventapasseri è azzeccato!

Camillo: (OFFESO) Sentite non per vantarmi, ma come posso interpretare io… Non può interpretare nessuno. (ACCENNA DEI MOVIMENTI) Una principessa…

Gennaro: Sul pisello

Camillo: (RITORNA IN SE E CON LA PARRUCCA IN MANO) Avanti non perdiamo tempo che a momenti possono arrivare, vestitevi.

Tattà: (ENTUSIASTA) Si, si, vestitevi. Però prima vi dovete spogliare, vi aiuto (TENTA DI AVVICINARSI)

Arturo: Faccio da solo, non pensate a me, pensate a Gennaro.

Tattà: (CON PASSIONE) A Gennaro ci penso io, ma sei tu che non mi fai dormire (SI AVVICINA AI RAGAZZI E GLI DA UNA MANO A SPOGLIRSI APPROFITTANDO DI LORO) (AD ARTURO) queste non so cosce, sono due pilastri. Ma che sei il Davide di Donatello.

Arturo: Tattà, la volete finire?

Tattà: (ABBRACCIANDOLO) Si finiamola, scappiamo insieme

Gennaro: Ha ragione, è meglio che ci abituiamo a scappare, perché se gli Americani non abboccano ci pensano loro a farci correre (I RAGAZZI CONTINUANO LA VESTIZIONE E TATTA’ LI TRUCCA E GLI METTE LE PARRUCCHE)

Camillo: Avete finito? Venite qua che ripassiamo il piano. (ARTURO E GENNARO ENTRANO NELLA PARTE E I DUE SI MUOVONO COME DONNE) Ch’e gioia, si è esaudito il mio desiderio. Gennaro Capasso, i figli miei sono più belle delle tue

Gennaro:(RIPRENDENDOSI SPAVENTATO) Papà ma che stai dicendo sono io, Gennaro tuo.

Camillo: Ma quale Gennaro, tu stasera sei Concetta. (AD ARTURO) E tu sei Filomena.

Arturo: (AFFEMMINATO) Si, Filomena mi piace, però chiamatemi Mena

Camillo: (ENTRATO NELLA PARTE) Figlie mie, statemi a sentire, appena sentiamo il rintocco di Salvatore vuol dire che è arrivato l’americano, a questo punto abbassiamo la luce per creare la penombra…

Arturo: E poi?

Camillo: (CON PATERNITA) Filomena, o scusami Mena, non interrompere, dicevo, abbassiamo la luce, poi Tattà si nasconde nella cassapanca

Tattà: E come facciamo, io e Arturo non c’entriamo tutti e due?

Camillo: Che centra, Art…, Mena non si deve nascondere, anzi deve stare bene in evidenza. Io mi vado a mettere nell’armadio con la padella in mano pronto in caso di emergenza. Poi (SI SENTE IL PRIMO TOCCO ALLA FINESTRA TUTTI ZITTI, UN ATTIMO DI PAUSA, POI MOMENTO DI PANICO COME SE NON SAPESSE OGNUNO DOVE ANDARE)

Gennaro : (PREOCCUPATO) Sono arrivati

Arturo: (IN PANICO GIRANDO PER LA STANZA) Dove vado, che faccio?

Tattà: (ESALTATA APRENDO L’ARMADIO E CERCANDO DI APPROFITTARE) Qui scerì,’ vieni qui con muà. (ARTURO SI ACCINGE AD ANDARE)

Camillo: (PRENDE LA SITUAZIONE IN MANO) Dove state andando! (AD ARTURO) Tu stai qua con Gennaro e non ti muovere! (PRENDENDO TATTA’ PER UN BRACCIO) E tu entra qua dentro.

Tattà: No… Non ci voglio andare… Non entro

Camillo: (SPINGENDOLO NELLA CASSAPANCA) e entra (CHIUDE IL COPERCHIO)

Tattà: (RIAPRENDO) Ma non respiro

Camillo: Non fa niente, stai li, trattieni il respiro e schiatta. (CAMILLO VA DAI FIGLI PRIMA DI CHIUDERSI NELL’ARMADIO) Ragazzi sta tutto nelle vostre mani, spogliatelo e passatemi i vestiti che io prendo i dollari e ve li ripasso un’altra vota. (SI CHIUDE NEL ARMADIO, MA ESCE APPENA DOPO) La padella! (LA PRENDE DAL TAVOLO E RIENTRA NELL’ARMADIO)

Scena 4 - Personaggi : Salvatore,Soldato americano

(ENTRA SALVATORE CON UN SOLDATO AMERICANO)

Salvatore: Camion, camion… (IL SOLDATO LO GUARDA NON AVENDO CAPITO) entra fa presto.

Soldato: (BRILLO E BARCOLLANTE) Ok, where is the girl, dove stare la ragazza

Salvatore: Stanno qui, entra.

Soldato: Io volere subito ragazza, io avere pagato te per portare me here.

Salvatore: Eccole qua… (GURDANDOLE BENE E SOTTO VOCE) Quanto fate schifo.

Soldato: Beautiful, bellissime, mi piacciano assai. Whats your name. (I TRE SI GUARDANO) Come chiamare loro

Salvatore: Ah, come si chiamano, e come si chiamano, si chiamano…

Arturo: Io sono Filomena, ma tu chiamami Mena.

Gennaro: Io sono Concetta, (MOSTRANDO IL FINTO SENO) ma tu chiamami Tetta

Salvatore: (TRA SE) Questi sono peggio del padre. Ti piacciono?

Soldato: Bellissime, wonderful.

Salvatore: Allora mi devi pagare…

Soldato: Io già pagare te.

Salvatore: Ma che stai dicendo, tu mi hai pagato per una ragazza, non vedi che sono due, dove le trovi due bellezze cosi. (ACCAREZZANDO UNA DELLE DUE) …Se non vuoi, io una me la porto via. (SI ACCINGE A FARLO)

Soldato: No, ok va bene, le voglio tutte e due. (GLI DA ALTRI SOLDI) Mi piacciono assai, soprattutto la piu piccola, mi ricorda la mia Mary che sta in Montana, (IL SOLDATO SI SIEDE VICINO AL TAVOLO) come on my knnes (GENNARO NON CAPISCE) …vieni sulle mie ginocchia…

Gennaro: (IRRITATO, RIVOLTO AL FRATELLO) Ora gli do la borsa in faccia.

Salvatore: (LO FERMA) Dove vai? Tetta, fai la brava ora io vado fuori a dare un occhiata al tempo e se viene la ronda, (ALLUDENDO) voi fate presto che il tempo è danaro. (ESCE)

Gennaro:E adesso?

Arturo: E adesso, abbiamo fatto esercizi per tutta la settimana vediamo che abbiamo imparato.

Gennaro: Hai ragione, comincio io, che faccio la mia arma segreta?

Arturo: Ah, perché hai pure l’arma segreta?

Gennaro: L’asso nella manica.

Arturo: E qual’è?

Gennaro: Ma come, il mussill. (ESEGUE RIVOLTO AL SOLDATO)

Arturo: (SCHIFATO) Non dar retta, lo fai scappare prima del tempo, ora ci penso io. Fai come me.

Gennaro: Che devo fare?

Arturo: Ancheggia, fai la sensuale. (ANCHEGGIA CAMMINANDO ATTORNO AL SOLDATO CHE LO GUARDA ASSATANATO)

Gennaro: (CHIAMA RIPETUTAMENTE IL FRATELLO SOTTO VOCE) Arturo, Arturo, Arturo?

Arturo: Ma ch’è?

Gennaro: Tieni una coscia più corta.

Arturo: Facciamolo spogliare e diamo i vestiti a papà. (CERCANO DI ESEGUIRE)

Gennaro: Come è bello il soldatino mio, vieni qui mettiti comodo e togliti la giacca. (GLIELA TOGLE PORGENDOLA AD ARTURO CHE APRE L’ANTA DELL’ARMADIO E  LA PORGE AL PADRE)

Camillo: Fate presto, qua dentro fa caldo.

Gennaro: Dacci il tempo.

Camillo: Ma fa presto… Non ti mettere a far l’amore in casa. (CHIUDE L’ANTA DELL’ARMADIO)

Arturo: E ora dammi il pantalone.

Soldato: Yes, a me piacere accussì. (LE CERCA DI ABBRACCIARLE)

Arturo: Ma ch’è un polipo, mette le mani da pertutto. (I DUE RIESCONO A SFILARE IL PANTALONE CHE ARTURO PORGE AL PADRE, MENTRE GENNARO TENTA DI DISTRARRE IL SOLDATO)

Camillo: Ti vui muovere?

Arturo: Ma quello tocca

Camillo: E fallo toccare, al massimo trova la sorpresa. (CHIUDE LA PORTA)

Soldato: (IL SOLDATO INSEGUE I DUE PER LA CASA) Oh my girls, dove voi nascondere, io ora prendere voi…

Arturo: (SPINGE IL FRATELLO NELLE BRACCIA DEL SOLDATO) Papà ci mette troppo, ti devi sacrificre.

Gennaro: Ma tu sei pazzo, io sono fidanzato.

Arturo: E che fa, gli americani non sono gelosi. (SI VEDE LA MANO DI CAMILLO CHE LANCIA I VASTITI FUORI DALL’ARMADIO)

Arturo: Finalmente, Gennaro il segnale della luce, fa presto.

Gennaro: Ok bel giovanotto, abbassiamo un poco le luci. Va bene così, in penombra è più bello. (SPEGNE ED ACCENDE PIU VOLTE LA LUCE)

Arturo: Aspettiamo le due bussate e poi quando entra Salvatore lo facciamo scappare. (SI SENTONO TRE FORTI TOCCHI MA MOLTO LENTAMENE AD OGNI TOCCO C’E’ UNA BATTUTA POI AL TERZO SEGNALE DI PERICOLO SI CREA IL PANICO)

Gennaro e Arturo: Ecco il primo… Questo è il secondo! …Sono tre!!! Pericolo imminente. (NELLA SITUAZIONE DI PANICO CHE SI CREA, IL SOLDATO AFFERRA GENNARO E LO ABBRACCIA)

Camillo: (ESCE DALL’ARMADIO) Facciamo presto, dove stà? (SI DIRIGGE SUL SOLDATO E SENZA DIRE ALTRO GLI DA UNA BOTTA CON LA PADELLA IL SOLDATO SVIENE) Lo dobbiamo nascondere, chi sa che sarà successo?

Tattà: (APRE LA PANCA) …Che stato, ch’è successo?

Camillo: Chiudi, ma che deve succedere, chiudi (SI SIEDE SULLA PANCA)

Gennaro: (CON IL SOLDATO ORAMAI SVENUTO TRA LE SUE BRACCIA) Dove lo mettiamo?

Camillo: (PRENDE UNA SEDIA) Qua, siedilo qua. Arturo prendi il lenzuolo dal letto, (ARTURO ESEGUE) per il momento lo copriamo, poi vediamo.

Salvatore: (ENTRA AFFANNATO E BALBETTANDO) Ca.. Ca.. Ca.. Camillo, sta, sta, sta, arr... arr... arrivand…

Camillo: (CERCANDOLO DI CALMARE) Ma calmati, parla più piano, non capisco

Salvatore: (COME SOPRA) Ca…Ca..Ca…

Camillo: Un’altra volta, Ho capito, dillo cantando.

Salvatore: (SI CONCENTRA UN ATTIMO E CANTANDO A CANTILENA) …Sta arrivando Carmelina -- con tutta la compagnia – se ci trova bene o male – quella ci manda all’ospedale!

Camillo: Ma tu che stai dicendo?

Salvatore: Si è così, l’ho vista arrivare, stanno in fondo al vicolo, c’è pure Beatrice mia moglie con Donna Gesualdina, dove stà l’americano? (NEL FARE LA DOMANDA SI SIEDE SULLA SEDIA ADDOSSO AL SOLDATO) Ah sta qua, e Tattà dov’è?

Tattà: (APRE LA CASSAPANCA) Un poco d’aria, un poco d’aria, non ce la faccio più…

Tutti e quattro: Chiudi!!!

Camillo: (PRENDENDO LA SITUAZIONE IN MANO) Calma, ci penso io… Ragazzi, nascondetevi nell’armadio… Tu Salvatò mettiti sotto al letto… Io aspetto qua e affronto il nemico.

Arturo: (PREMUROSO) Papà è pericoloso, mammà ti spezza le braccia.

Camillo: (CON ARDIRE) Correrò il pericolo. (E SI METTE IN POSA AVANTI ALL’ARMADIO PETTO IN FUORI)

Scena 5 - Personaggi : Carmilina, Beatrice, Gesualdina, Bettina, Tattà, in chiusura Don Ciccio

(ENTRANO CARMELINA, BEATRICE, DONNA GESUALDINA E BETTINA LA SORELLA MINORE DI QUEST’ULTIMA)

Carmelina: (NON ACCORGENDOSI DEL MARITO, RIPETE IL SOLITO RITO) Chi vuole il male di questa famiglia il fuoco di Sant’Antonio lo piglia. Chi vuole il male di questa unione fa la fine del capitone. Entrate, fate come se stesse a casa vostra.

D.Gesualdina: (VEDENDO CAMILLO) Carmelina qui c’è una presenza.

Carmelima: Siete un fenomeno, non siete neanche entrata e già sentite la presenza dello spirito..

D.Gesualdina: Ma quale spirito, io intendo tuo marito.

Carmelima: (SI VOLTA E VEDE CAMILLO E RIVOLGENDOSI A LUI COME UNA FURIA) E tu che ci fai qua? Ma non dovevi lavorare? Ma allora sei scemo, uno di te non si può fidare. Noi abbiamo quel guaio in famiglia con i figli nostri, io mi sto interessando, siamo venute qua per fare una seduta spiritica per scacciare lo spirito e a chi trovo, invece dello spirito trovo a te. Te ne devi andare!

Camillo: (CAMILLO DOPO UN ATTIMO DI PAUSA RIPRENDE L’OCCASIONE AL VOLO ED ATTEGGIANDOSI A FEMMINA) Carmelì… Io proprio a te stavo aspettando… Io non lo so che mi stà succedendo… Io non ti voglio bene come un marito, ma come una sorella.

Carmelima: (SBIGOTTITA E CON PAURA) Gesù Giuseppe Sant’Anna e Maria ma che sta succedendo, no non ci posso credere, pure tu! Donna Gesualdina voi mi dovete aiutare, non vorrei diventare uomo all’improvviso.

D.Gesualdina: (APPROFITTANDO DELLA SITUAZIONE) Si, ci dobbiamo muovere, certo sarebbe meglio che cominciassimo con le offerte.

Carmelima: Si avete ragione, come volete voi… (METTE LA MANO IN BORSA E NE CACCIA DEI SOLDI) …Tenete tutto, non è molto, ma è più del solito.

D.Gesualdina::(CONTANDO CON AVARIZIA) Certo non sono molti vista la situazione… C’è pure mia sorella Bettina, che anche se è giovane e sta imparando il mestiere, è brava, e ci farà da interprete con lo spirito quando io andrò in trans.

Carmelima: Allora cominciamo?

D.Gesualdina: Si cominciamo, accomodiamoci tutti in torno al tavolo, (A CAMILLO) prego anche voi

Camillo: (SI ACCINGE A FARLO MA POI SI ACCORGE CHE TATTA’ STA APRENDO LA CASSA QUINDI SI FERMA E TORNA INDIETRO PER SEDERCISI SOPRA) No, no, è meglio che mi siedo qua, è meglio che sto lontana. …Ultimamente sono diventata un poco impressionabile. (A TATTA’ A BASSA VOCE SENZA FARSI VEDERE) La vuoi finire d’aprire? Non hai capito che rischiamo la vita.

Tattà: Ueee! Ma a me mi manca l’aria e dal caldo mi sono cresciuti i funghi addosso.

Carmelima: Datemi le borse che le metto nell’armadio.

Camillo: Nooo!… Che stai facendo! (GRIDA PRIMA DA UOMO TUTTI LO GUARDANO  E POI CON VOCE FEMMINILE) No, dico cosa fai, non ti stancare ci penso io. (SI PRENDE IL SOPRABITO DI DONNA GESUALDINA E LO PORTA ALL’ARMADIO, MA POI UNA VOLTA APERTO VEDENDO I FIGLI CHE VORREBBERO USCIRE LI ALLUNGA UN CALCIO PER FARLI RIMANERE LI DENTRO) Non vi muovete.

D.Gesualdina: Allora sediamoci. Bettina prendi l’attrezzatura.

Bettina: (TIRA FUORI DA UNA BORSA CHE AVEVA CON SE UNA BOCCETTINA CON DEL LIQUIDO, UNA CANDELA  UN SACCHETTO CON DELLA POLVERE E UN TESCHIO CHE PONE AUTOMATICAMENTE NELLE MANI DI BEATRICE)

Beatrice: (IN UN PRIMO MOMENTO NON SI ERA ACCORTO DEL TESCHIO, POI EMETTE UN GRIDO) Ahhhh! Ma che mi avete dato in mano, cos’è questo, io mi impressiono, di chi è questa testa?

Bettina: Ma no, è il teschio del Marchese di Quberten, un grande medium.

Camillo: Beatrice non sei contenta, ora uscite pure a parenti.

Bettina: Quando vuoi possiamo incominciare, io devo solo accendere la candela.

D.Gesualdina: Bene ragazza mia possiamo cominciare, accendi. (BETTINA PROCEDE NELL’ACCENDERE LA CANDELA MENTRE DONNA GESUALDINA METTE LA MANO NEL SACCHETTO E SPARGE DELLA POLVERE ADDOSSO AI PRESENTI. POI NON IN MODO ESEMPLARE COMINCIA LA SEDUTA MA SI DEVE NOTARE CHE E’ UNA MEZZA FARSA)  Spirito spiritello vieni qui ed entra in me. (AUMENTANDO IL TONO OGNI VOLTA) Spirito spiritello entra in me… Spirito spiritello entra in me… Te lo ordino (NEL FRATTEMPO BETTINA STA SPARGENDO LA POLVERE SULLE PERSONE SEDUTE E SOPRATTUTTO SUL CAPPELLO DI BEATRICE)

Beatrice: (SECCATA) Ma che fai mi sporchi tutto il cappello, non vedi che è nuovo.

Bettina : Per piacere… Non mi interrompete che la cosa è già difficile e poi non parlate potrebbe essere pericoloso per mia sorella, una volta in trans non si deve svegliare.

D.Gesualdina: (CON LE BRACCIA AL CIELO) Ecco lo sento sta arrivando, si lo sento, è potentissimo, si eccolo sta arrivando sta entrando… (SI FERMA E SI ACCASCIA SUL TAVOLO)

Beatrice: Cosa succede, cosa succede io ho paura.

Carmelima: (BISBIGLIANDO) Ma la vuoi finire di parlre, sta zitta, se mi fai morire la medium che me ne faccio di Camillo così?

Tattà: (TATTA CERCA DI NUOVO DI APRIRE LA CASSA PER RESPIRARE MA CAMILLO SE NE ACCORGE E SI RISIEDE SUL COPERCHIO SCHIACCIANDOGLI LA MANO. TATTA’QUINDI DA UN URLO) Ahhhh, la mano!

Camillo: Ahhh, la mano. (LE DONNE GUARDANO CAMILLO)

Carmelima: Ch’è successo?

Camillo: Ahhh, la mano, guarda qua, se spezzata un’unghia.

Carmelima: Ma la vuoi finire di dare fastidio?

D.Gesualdina: (IN TRANS ESPRIME IN UNA LINGUA INCOMPRENSIBILE) Sono lo spirito di una tonna (SI DEVE SOTTOLINEARE SOLO LA PAROLA DONNA PERO’ DETTA CON LA T)

Carmelima: Che ha detto? Io non ho capito.

Bettina: Calma, perciò io sto qua, per tradurre, ha detto “sono lo spirito di una donna”.

Beatrice: Ah, io avevo capito che voleva del tonno.

Bettina: Per piacere non interrompete più altrimenti non capisco niente nemmeno io.

D.Gesualdina: (COME SOPRA) Ero giovane quando sono torta. (SI DEVE CAPIRE SOLO MORTA CON LA T )

Carmelima: Calma, questa volta vuole una torta.

Camillo: E dopo portate la frutta.

Bettina: Ma no, ha detto che “era giovane quando è morta”, non la interrompete più.

Carmelima: Domandatele che vuole da noi, perché sta qua in casa mia.

Bettina: Spirito di donzella perché sei qui cosa vuoi?

D.Gesualdina:(COME SOPRA) Mi piace stare qui perché è la casa di onesti lavoratori.

Bettina: A detto che “gli piace stare qui perché è la casa di onesti lavoratori”.

Carmelima:(INCREDULA) Così a detto, io credo che questa si è ubriacata con Camillo.(INNERVOSITA) Dille di lasciare in pace i miei figli e soprattutto mio marito, che come uomo mi serve ancora. (CAMILLO TENENDOSI LE MANI CON ATTEGGIAMNETO FEMMINILE DOVRA’ GUARDARE VERSO L’ALTO E SOSPIRARE)

D.Gesualdina:(COME SOPRA) Ero una famosa cantante, una soprana

Beatrice: Avete capito che ha detto?

Carmilina: Si, ho capito bene, faceva la puttana!

Bettina: (STIZZITA) Nossignore“era una famosa cantante, una soprana” (A QUESTO PUNTO SI SENTONO DEI LAMENTI PROVENIRE DALLA CASSAPANCA)

Tattà: L’aria, mi manca l’aria, non ce la faccio più.

Camillo: (CERCA DI COPRIRE LA VOCE DI TATTA CANTANDO  PIU FORTE DA FEMMINA) Io non ce la faccio più -- tu sei la mia passione -- con te voglio fuggire -- la vita mia sei tuuuu.

Carmelima: (IMPAURITA) Lo spirito, si impossessa sempre di più di Camillo, povero amore mio. (PRENDE CORAGGIO ED AD ALTA VOCE) Ma dove sei, fatti vedere, affrontami se hai coraggio, fattela con chi è femmina come te. Se ti potessi avere tra lemani…

Beatrice: Carmelina, calmati, cosa dici, non ti ho mai vista così.

Carmelima: Ma che mi devo calmare! Donna Gesuldina ascoltatemi, uscite dal tram e datevi da fare, se no non vi do più una lira!

D.Gesualdina: (RITORNA IN SE PER PAURA DI PERDERE I SOLDI E MANDA UNA MALEDIZIONE ALLO SPIRITO ANDANDO IN ESTASI RIPETENDO ED AUMENTANDO SEMPRE IL TONO) Se sei spirito cordiale, ti faccio il funerale… esci fuori da questo basso, se no io ti sfascio… Se sei spirito foresto, non sarai più funesto… dormi in pace questa sera, e sta famiglia torna allera… (IL SOLDATO A QUESTO PUNTO RINVIENE DALLA BOTTA MA SEMPRE UBRIACO SI ALZA DALLA SEDIA CON IL LENZUOLO ADDOSSO E SI AVVIA VERSO LE DONNE)  (D.Gesualdina INCREDULA) Allora è vero, sono veramente una medium. (SVIENE SOCCORSA DA BETTINA)

Beatrice: Madonna Santa, eccolo li, lo spirito si è materializzato.

Carmelima: Camillo fa qualche cosa? (CAMILLO SI AVVICINA AL SOLDATO MA METTE UN PIEDE SUL LENZUOLO CHE TRATTENUTO SCOPRE IL SOLDATO CHE RIMANE IN MUTANDE AL CENTRO DELLA STANZA )

Soldato: Mena, .Tetta, Where are, dove siete, io volere sposare voi (A QUESTO PUNTO SI SPALANCA L’ARMADIO ED I DUE RAGAZZI ROVINANO A TERRA, IL SOLDATO LI VEDE E GLI VA INCONTRO)

 you are beautifull, io essere americano mussulmano, io sposare tutte e due.

Carmelima: E chi è questo! Che ci fa in casa mia? (A QUESTO PUNTO SALVATORE ESCE DA SOTTO IL LETTO)

Salvatore: (GRIDANDO ALL’AMERICANO) la ronda, la ronda, stanno venendo qui devi andare via.

Soldato: The military police, the military police where are, dove essere?

Salvatore: Stanno qui fuori, devi scappare subito. (I DUE RAGAZZI DANNO AL SOLDATO IL PANTALONE E LA CAMICIA)

Soldato: Oh, my love, mio amore. Aspettami che io tornare. (ESCE DALLA PORTA CHE SALVATORE AVRA’ APERTO)

Arturo: Gennaro, ce laveva con te.

Gennaro: Ti sbagli, ce l’aveva con te, non hai visto come ti guardava.

Beatrice: Salvatore e tu che ci facevi nascosto in camera da letto?

Salvatore: Mi stavo riposando.

Beatrice: Sul letto?

Salvatore: No, sotto… è scomodo, eh?

Carmelima: (INCREDULA) Un soldato americano in casa mia, e come c’è capitato? Ma poi ho visto bene, stava spogliato, e i figli miei vestiti da femmina, (URLANDO), che ci fanno i figli miei vestiti da femmina? (A QUESTO PUNTO TATTA’ ESCE DALLA CASSAPANCA)

Tattà: (ISTERICA) Basta, basta, non ce la faccio più. Ma per chi mi avete pigliata? Che sono fatta una bambola, che mi mettete qua dentro, senza un poco d’aria. (GUARDANDO CAMILLO) Ma quale percentuale, se mi date tutto è sempre poco. Che si deve fare per guadagnare una lira. (ATTIMO DI SILENZIO POI CARMELINA CROLLA SULLA SEDIA E RIVOLTA AL MARITO)

Carmelima: (CON UNA RELATIVA CALMA) Lo sapevo che tu eri implicato. Approfitta che adesso non ho la forza e raccontami tutto. Perché ora che mi ripiglio ti salto addosso e chi sa come finisce.

Camillo: (CON CALMA PREOCCUPATA CERCANDO DI RAGGIRARLA) Carmelina, vedi, le situazioni, non sempre sono cosi come uno le vede. se uno le vede da un'altra angolazione, possono essere il contrario di quello che sembrano, (IMBROGLIANDOSI) ed invece sono un'altra cosa che non è, quindi…

Carmelima: (INTERROMPENDOLO CON LO STESO TONO) Camillo, non ti preoccupare dell’angolazione, da dove te la faccio vedere io, la situazione ti sembrerà riposante, (IN CRESCENDO) perché io prima ti uccido e poi ti mando all’ospedale. (SEMPRE PIU FORTE) Tu mi devi direche sta succedendo.

Camillo: (UN ATTIMO DI PAUSA POI VISTOSI MESSO ALLE CORDE) Hai ragione, siediti che ora ti spiego tutto. Ti potrei dire che l’ho fatto perché mi ha costretto Salvatore, (SALVATORE LO GUARDA CON LA PAURA CHE  CAMILLO PUO DIRE QUESTO) ma non è così non lo posso dire. (SALVATORE TIRA UN SOSPIRO DI SOLLIEVO) Ti potrei dire che la colpa è di Gennaro Capasso…

Carmilina: E che centra Gennaro Capasso.

Camillo: Perché lui tiene due figlie femmine, ed io no. Ma andiamo avanti, nemmeno questo posso dire. (FACENDOSI SERIO) La verità è che tu lo sai, il momento è terribile, e allora per portare avanti le famiglie, uno ogni tanto pensa ad un sistema per arrotondare. Poi noi ce l’abbiamo nel sangue, credimi, non sono cattiverie, sono piccoli sotterfugi che uno usa, ma ti dirò di più, la cosa più importante è che noi lo facciamo per autodifesa…

Carmelima: (LO INTERROMPE) Ma autodifesa di che?

Camillo: Aspetta non m’interrompere, fammi finire, (RIPRENDE) nel senso che come ti dicevo, noi c’è l’abbiamo nel sangue, è più forte di noi, lo sappiamo e lo dobbiamo fare, e visto che lo sappiamo ogni tanto mettiamo in atto qualche trucchetto. Capità prima o poi di essere imbrogliati. Carmelì, che si deve fare per campare.

Carmelima: E qua ti stai sbagliando, perché la gente onesta c’è, non sono tutti imbroglioni e farabutti come te, anzi come voi (INDICANDO ANCHE SALVATORE) Adessoo basta, fatti la valigia e vattene.

Beatrice: Si hai proprio ragione Carmelina, anche tu Salavore vai via da casa mia.

Carmelina: (RIVOLTA A DONNA GESUALDINA CHE INTANTO SI E RIPRESA) E voi, voi siete peggio di loro, avete approfittato delle mie credenze, per prendervi quei quattro soldi che mi guadagnavo col sudore, voi tutto siete furchè una medium, e chi sa quant’altra gente avete fatto fesso. (A QUESTO PUNTO DONNA GESUALDINA PRESA DAL RIMORSO INTERVIENE)

D.Gesualdina: Si, avete ragione, anche io Carmelina vi devo fare una confessione, si è vero io non sono una vera medium, anzi a dire la verita gli spiriti mi hanno fatto sempre paura, ma che devo fare, mi sono inventata questa cosa, perche da quando mio marito è stato dato per disperso in Russia, non sapevo piu come fare a procurarmi da mangiare per i miei tre figli, la fame fa uscire il lupo dal bosco. Carmelina perdonatemi se potete, che si deve fare per campare.

Carmelima: (INCREDULA) Ma che vi devo perdonare, voi mi avete preso in giro per tutto questo tempo, pure voi fate parte di quella minoranza che mio marito si vanta di appartenere.

Tattà: Donna Carmelina, (TOGLIENDOSI LA PARRUCCA E PARLANDO CON UNA VOCE DEL TUTTO MASCHILE) sarà pure una minoranza ma ci appartengo pure io. Che vi devo dire, (TUTTI LO GUARDANO CON MERAVIGLIA SCOPRENDO CHE NON E’ FEMMINIELLO) quando non si ha ne arte ne parte, l’unico modo per far qualche soldo e cercare di inventarsi un mestiere, ma quale? Tattà il femminiello, io mi chiamo Salvatore Potito.

Tutti: Salvatore Potito?

Tattà: Proprio così, facevo l’attore teatrale in varie compagnie, ma da quando è scoppiata la guerra, con sta miseria chi volete che va piu al teatro, cosi ho perso il lavoro, ed allora per fare soldi avevo pensato pure io di fregare gli americani, come vostro marito, così truccato da femmina e con un pò di preparazione, (CON SODDISFAZIONE) lo dovete ammettere il femminiello lo so fare. Donna Carmè, che si deve fare per campare.

Carmelima:  Non ci posso credere, Beatrice in questa stanza solo io e te siamo oneste?

Beatrice: Carmelina mi sa che ti devi rassegnare, sei l’unica, anche io ho approfittato di te, nel senso che con la scusa che ero una marchesa, non trovavo mai lavoro, visto che tu ogni tanto dividevi con me quello che guadagnavi. (CARMELA SI GUARDA IN GIRO INCREDULA)

Carmelima: In questa casa sono l’unica onesta!

Camillo: (METTENDOGLI UN BRACCIO INTORNO AL COLLO) Carmela mia, sei diventata un animale raro, in via di estinsione, ti devi rassegnare. Stammi a sentire, da domani, (CON OCCHIO VISPO) ho già in mente una cosa, era un poco che te ne volevo parlare. Noi insieme possiamo… (DALL’ESTERNO SI SENTE LA VOCE DI DON CICCIO)

Don Ciccio: (ENTRA IN SCENA CON UNA GALLINA AMMAZZATA E SPENNATA IN MANO E URLANDO) Camillo, mi hai imbrogliato un’altra volta, mi hai venduto un gallo per gallina.

Tutti: Don Ciccio, uuuuuhhhh 

(CALA LA TELA)