Chi l’ha visto

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‘O RIALO E NATALE

CHI L’HA VISTO

(Ipotizzando l’interno di uno studio televisivo)

Presentatore Buonasera e benvenuti a “Chi l’ha visto”. Presentiamo subito il nostro ospite........ 

Ospite             Songh’io.

Presentatore …che è il signor Strunzo.

Ospite             Sient’ a chist’, nun avimm’ manco accuminciato ca già è sbagliato. Maestro, io mi chiamo Stunzo, no Strunzo.

Presentatore E va bè, cosa vuole che sia una erre.

Ospite             Ma che bbuò, mo vuò vedè ca per una erre io aggia essere strunz’, maestro, nun aggio capito, chell’ è importante.

Presentatore Ma i problemi non sono questi. Piuttosto, ci dica, signor Stunzo, perché lei ha desiderato partecipare a “Chi l’ha visto”? Lei, a chi cerca?

Ospite             Guardate: io cerco La Titina.

Presentatore Vostra figlia?

Ospite             No, quale figlia.

Presentatore Vostra moglie?

Ospite             Nossignore.

Presentatore Vostra zia?

Ospite             Tien’ mente.

Presentatore Un’amica?

Ospite             O Gesù.

Presentatore Insomma, chi è sta Titina?

Ospite             Maestro, si me date n’attimo e tiemp’, io cerco e vo spiegà. Io cerco Pasquale La Titina, l’amico mio che è scomparso, nun ho trovo cchiù.

Presentatore Ho capito. Lei cerca un amico che si chiama Pasquale La Titina.

Ospite             Esattamente.

Presentatore Del quale non ha avuto più notizie.

Ospite             Niente, proprio niente.

Presentatore E’ molto bello questo signori miei…

Ospite             Azz’, bell’, io nun o veco cchiù: è bello, maestro?

Presentatore No, dicevo, un amico che cerca un altro amico. Ah, l’amicizia quando è vera amicizia è un sentimento nobile e disinteressato.                    

Ospite             E’ vero.

Presentatore E mi dica, quando è scomparso il suo amico Pasquale?

Ospite             Guardate, era la festa di San Gennaro, io mi stavo spuzzuliando nu per’..

Presentatore Na pera?

Ospite             No, no, mi stavo spuzzuliando nu per’ e ….

Presentatore Scusate, e mica ve putite mangià n’albero e pere, abbiate pazienza.

Ospite             Ma quale albero e pere, maestro. Sto dicendo nu per’, cioè il pere e il musso.

Presentatore O call’ e tripp’?

Ospite             Esattamente. O call’ e trippa. Io l’ho detto in italiano perché stavamo in televisione.

Presentatore Va bbè, andiamo avanti.

Ospite             Mentre mi stavo spuzzuliando il callo di trippa, dlin dlon, in quel momento, voi capite int’ a capa mia..e chi po essere, voi capite, dlin dlon.

Presentatore E certo, la porta.

Ospite             Esattamente. Io me preoccupaie assai, maestro.

Presentatore Perché scusate, non vedo questa vostra preoccupazione per una semplice suonata di porta.

Ospite             Maestro, chell’ ce stanno diversi tipi e dlin dlon.

Presentatore A si?

Ospite             Azz’. Chill’ ce sta per esempio (lungo) dlin dlon, cioè quello che è calmo; (veloce) dlin dlon, chill’ ca va e press’; (urlando) po ci sta dlin dlon, stò ‘nguaiato.

Presentatore Addirittura?

Ospite             Azz’ oo, e io dicett’: “ca quaccuno sta ‘nguaiato”. Subito mi alzai da copp’ a seggia, arapiett’ a porta, e chi ce stev’ for’ a porta?

Presentatore Chi ce stev’ for’ a porta?

Ospite             Chi ce stev’ for’ a porta?

Presentatore Chi ci stava fuori la porta?

Ospite             Chi ce stev’ for’ a porta?

Presentatore (Scocciato) E chi ce stev’ for’ a porta? Vuò vedè ca o bulissev’ sapè a me mo.

Ospite             Ebbè, vuie……immaginate chi ce stev’?

Presentatore Pasquale La Titina

Ospite             E come avit’ fatto a capì?

Presentatore Me ne sono andato per un’idea.

Ospite             Putissev’ fa o mago, o saccio già.

Presentatore Ma che aggia fa o mago. Andiamo avanti.

Ospite             Pasquale La Titina for’ a porta. Io me lo abbracciai….Pasquale mio tras’, pigliate nu bicchierino, nu cafè, stann’ e pastarell’ ‘ncopp’ o cummò. Io a Pasquale o vulev’ bene tropp’ assai.

Presentatore Si, ma andiamo avanti.

Ospite             Io e Pasquale, pe ve fa capì, eravamo due….duie frat’.

Presentatore Eravate in seminario insieme?

Ospite             No, no, non seminavamo mai. Si, ievem’ a arrubbà e fiche int’e terr’, ma a seminà mai.

Presentatore No, mi scusi, non parlavo di seminare. Voi avete detto che eravate due frati.

Ospite             Si, proprio duie frat’.

Presentatore Cioè, indossavate la veste talare.

Ospite             E per andare a arrubbà e fiche ce vulev’ a veste, maestro. Nossignore, o cazone e o maglione, o maglione a for’ o cazon’ e menavam’ e fiche a dint’.

Presentatore Io voglio sapè chi erano questi due frati.

Ospite             Io e Pasquale.        

Presentatore E quindi eravate due preti.

Ospite             Ma quali prievet’ maestro. Aspettate, voi avete un fratello?

Presentatore Sissignore.

Ospite             Voi quanto lo volete bene a questo fratello?

Presentatore Come a un fratello.

Ospite             Esattamente. Mò, io a Pasquale lo voglio bene come volete bene voi a vostro fratello.

Presentatore Aaahhhhh, come due fratelli.

Ospite             Esattamente.          

Presentatore Dunque, andiamo avanti.

Ospite             Allora, entrammo dentro al salone e fu allora che Pasquale….proprio in quel momento me guardaie dint’ a ll’uocchie e dicette: “o frà!”.

Presentatore Eh, capisco.

Ospite             Voi capite, quello mi chiamava  (Emozionandosi)  “o frà”.

Presentatore Capisco, ma si calmi e vada avanti.

Ospite             No, ma nun putettem’ andà più avanti pecchè io sul’ a cucina e a stanza e pranzo teng’.

Presentatore Andiamo avanti nel discorso.

Ospite             Si, si. E dicevo, fu allora che Pasquale me guardaie dint’ all’uocchie e me dicette: “o’ frà……..damm’ nu milion’ e ottucient’ mila lire pe piacer’, teng’ na cambiale in scadenza”.

Presentatore E Lei cosa fece?

Ospite             E io, comm’ a nu strunz’….

Presentatore Senza la erre?

Ospite             No, no, con la erre, proprio comm’ a strunz’, ce riett’ e soldi. Avete capito? E da quel momento, io a Pasquale La Titina nun l’aggio visto cchiù, a chill’omm’ e niente, a chill’…….

Presentatore Si calmi, si calmi.    

Ospite             Scusate, un momento di sconforto.

Presentatore Mi dica, piuttosto, lei ha una foto?

Ospite             Sissignore, aiccann’ aì, a teng ccà, vedete.

Presentatore (Vede la foto) Ma chist’ è Pasquale La Tit…..(s’interrompe). Chist’ è Pascal’?

Ospite             E’, chist’ è Pascal’. Pasquale La Titina.

Presentatore Ma faceva il parcheggiatore?

Ospite             Eeeee, o parcheggiatore, solo pe s’arrubbà e macchine. Chill’ era mariuolo. Faceva parcheggià a machina e po se futtev’ a machina.

Presentatore Allora e strunz’ so duie.

Ospite             No, no, solo io mi chiamo stunzo, iss’ si chiama La Titina.

Presentatore No, no, pure io so strunzo.

Ospite             Allora siete mio cugino.

Presentatore No, no, strunzo con la erre. Proprio strunzo.

Ospite             Ah, proprio strunzo. E pecchè?

Presentatore Perché questo signore Pasquale, due mesi fa, fuori al cimitero, mi fece parcheggiare, pagamento anticipato, si fece lasciare le chiavi…

Ospite             Uh mamma mia bella.

Presentatore …..della mia macchina. Al ritorno dal cimitero, nun aggio truvat’ ne a Pascal’, né e chiav’ e né a machin’: nu Mercedes nuovo 250 (detto duicient’ cinquanta) d.

Ospite             Ma simm’ proprio strunz’.

Presentatore Simm’ proprio duie strunz’.

Ospite             Chi l’ha vist’ a stu disgraziat’?

Presentatore Chi l’ha visto?

Ospite             O jat’ truvann’ pure vuie?

Presentatore Pur’ io o vac’ truvann’.    

(si abbracciano piagnucolando).