Chi va a letto senza cena…

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CHI VA A LETTO SENZA CENA…

CHI  VA  A  LETTO  SENZA  CENA...

     

Atto Unico di Fabio Bertarelli

Personaggi:

             

ARTURO                padrone di casa

MIMY                     sua moglie

CLEMENTINA     cameriera

ANTONIO        cameriere

                    

La scena rappresenta la camera da letto di una famiglia benestante.

All'apertura del sipario i coniugi stanno dormendo. Arturo sogna la giovane cameriera che, ricoperta di veli entra nella camera e si mette a danzare per lui sul sottofondo di una musica da balletto.

CLEMENTINA - (Con voce suadente) Arturo...

ARTURO - (sollevandosi appena) Sì, chi è?

CLEMENTINA - Sono io, Clementina.

ARTURO - (alzandosi a sedere sul letto) Clementina? Finalmente...

CLEMENTINA - Sono venuta a danzare per te.

ARTURO - Come sei cara...

CLEMENTINA - Siccome sapevo che mi desideravi...

ARTURO - Infatti era tanto che ti aspettavo.

CLEMENTINA - Sono contenta di renderti felice.

ARTURO - Come danzi bene!

CLEMENTINA - Scendi e siediti là in quella poltrona di prima fila. Mi potrai ammirare meglio.

Arturo scende dal letto, ma fa fatica a reggersi in piedi. Dopo pochi passi cade a terra. La musica cessa improvvisamente.

CLEMENTINA - Arturo, che ti succede?

ARTURO - Aiutami.

Clementina aiuta Arturo ad alzarsi e lo conduce a sedere sulla poltrona.

ARTURO - Sono tanto debole... Colpa di quella dieta che sto facendo.

CLEMENTINA - Perché non la smetti?

ARTURO - (indicando la moglie) E' lei che mi costringe a farla. E' convinta che faccia bene alla mia salute ed all'aspetto.

CLEMENTINA - Anche tu, Arturo, sei come molti altri uomini. Ti fai comandare come un bambino.

ARTURO - Continua a danzare, Clementina. Te ne prego.

CLEMENTINA - Lo desideri proprio? Io non avrei più tanta voglia.

ARTURO - Ti prego.

Riprende il sottofondo musicale.

ARTURO - Togliti un velo.

CLEMENTINA - (si toglie un velo) Eccoti accontentato. Va bene ora? (Si rimette a danzare)

ARTURO - Splendida, splendida! Mi sento forte, ora!

CLEMENTINA - Mi desideri?

ARTURO - Immensamente.

CLEMENTINA - Prendimi, allora.

Arturo si alza, va verso la ragazza, ma dopo pochi passi cade di nuovo.

ARTURO - (con il braccio proteso verso di lei) Aiutami!

CLEMENTINA - Perché dovrei aiutarti? Che ne faccio di un uomo senza... vitalità?

ARTURO - Ma io ti desidero. (Si mette quasi a piangere)

CLEMENTINA - Non so che farmene solo del tuo desiderio. Se la mia danza non è riuscita a smuovere che quello, posso anche andarmene.

ARTURO - No, non andar via.

CLEMENTINA - Mi hai delusa.

ARTURO - (tendendole la mano) Clementina...

CLEMENTINA - (maliziosa) Ciao!...

Clementina, sempre danzando, esce. La musica cessa. L'uomo è in preda ad una crisi di disperazione. Si rialza a fatica e si rimette a letto.

Si fa buio e dopo un po' ritorna il tenue chiarore di prima.

Ora è la signora a sognare Antonio, il cameriere, il quale entra nella camera spingendo un tavolo-carrello riccamente apparecchiato che ferma in mezzo alla scena.

ANTONIO - (con voce appena sussurrata) Signora...

MIMY - (muovendosi appena) Chi è?

ANTONIO - (c. s.) Sono io, Antonio.

MIMY - (sollevandosi sui gomiti) Antonio? Cosa vuoi?

ANTONIO - Le ho portato il pranzo, signora.

MIMY - Era ora, ho una fame. (Si riscuote) Il pranzo?

ANTONIO - Sì, il pranzo, signora.

MIMY - (con voce sofferente) Perché mi hai portato il pranzo, lo sai che non posso mangiare.

ANTONIO - Ma non sente che profumo? Trasgredisca ogni tanto...

MIMY - (alzandosi a sedere sul letto) Non mi tentare, Antonio. Lo sai che sono debole.

ANTONIO - (sollevando il coperchio da un vassoio) Guardi cosa c'è come primo: pasta al forno. Si mangia con gli occhi.

MIMY - Cattivo!

ANTONIO - (sollevando il coperchio di un altro vassoio) Per secondo c'è il pollo arrosto.

 MIMY - Con le patatine?

ANTONIO - Certo! Con le belle patatine dorate.

MIMY - Perché mi vuoi far soffrire? Ti prego, vai via.

ANTONIO - Aspetti, non è mica finito. C'è un piatto che le piace moltissimo.

MIMY - Cos'è?

ANTONIO - Si alzi, è bene che lo veda da vicino.

MIMY - (si alza dal letto e si avvicina al tavolo) Il dolce! Umh!

ANTONIO - Il dolce con la panna e le ciliege. Si sieda, gliene faccio una porzione.

MIMY - Sei sadico, Antonio. Lo sai che al dolce non resisto ed è proprio quello che non posso mangiare. Con tutte le calorie...

ANTONIO - Perché vuol resistere? Si abbandoni, vedrà poi come dormirà saporitamente.

MIMY - Non posso, perché... perché sono a dieta.

ANTONIO - Ma chi glielo fa fare!

MIMY - Sono grassa e quindi sono brutta.

ANTONIO - Non è vero che è grassa e nemmeno che è brutta, anzi...

MIMY - Almeno non prenderti gioco di me.

ANTONIO - Quello della donna magra è solo una moda. Una moda che passerà presto perché all'uomo la donna magra può piacere, ma solo fin sulla soglia della camera, glielo assicuro.

MIMY - (va verso un angolo e sale sulla bilancia pesa-persone) Ecco la prova: sono diversi chili sopra il giusto peso.

ANTONIO - Non se ne faccia un problema. Ci beva sopra e adoperi il cervello. Ora le stappo lo spumante.

MIMY - Lasciami in pace. Lo sai che posso bere solo acqua.

ANTONIO - Si decida... il pranzo si sta raffreddando.

MIMY - Che me ne importa. Tanto non mangio.

ANTONIO - Allora porto via tutto.

MIMY - Certo.

ANTONIO - Peggio per lei. (Va verso l'uscita con il tavolo-carrello)

MIMY - Antonio...

ANTONIO - (premuroso) Sì, signora.

MIMY - No, niente. Vai via!

Antonio esce e richiude la porta dietro di sé.

MIMY - (si abbandona ad un attimo di sconforto) Dovevo proprio finire in una casa ricca e con ogni ben di Dio... (Si rimira allo specchio) Con qualche chilo in meno le mie amiche schiatterebbero di rabbia. Anche mio marito mi desidererebbe di più. Invece eccolo lì che dorme... Come sono infelice! Devo trovare la forza per continuare la dieta. (Come allucinata) Ecco là un cespuglio di rovi. Mortificherò le mie carni. (Con un balzo si butta sul letto a bocconi)

ARTURO - (si sveglia di soprassalto) Chi è? Che succede, il terremoto? Mimy?

MIMY - La tentazione, ho scacciato la tentazione!

ARTURO - La tentazione? Ma che dici?

MIMY - Per non cedere mi sono buttata in un cespuglio di rovi.

ARTURO - Di rovi? Quali rovi? Dai, svegliati! Vedi che sei nel letto? Che hai, non ti senti bene, cara?

MIMY - (rigirandosi su un fianco) Male, mi sento male, Arturo.

ARTURO - Che ti senti? Vuoi che chiami un dottore?

MIMY - No, non c'è bisogno. Mi passerà.

ARTURO - (incuriosito) Ma che tentazione hai dovuto scacciare?

MIMY - (trasognata) Quel profumo... inebriante... provocante... irresistibile.... Mi sento male, Arturo.

ARTURO - Forse ti farà bene aprirti, confidarti...

MIMY - Non so se ho fatto bene a resistere.

ARTURO - Ma certo, cara! Hai dimostrato carattere!

MIMY - Mi sono però dovuta buttare tra i rovi perché stavo per cedere.

ARTURO - Quando sei stata insidiata, questa notte?

MIMY - Sì.

ARTURO - Dove?

MIMY - Qui, dentro la nostra camera. Anzi, lì in fondo al letto.

ARTURO - Io?

MIMY - Tu dormivi...

ARTURO - E non mi hai chiamato?

MIMY - Ero così combattuta... Voleva che mangiassi il dolce e stappare lo spumante.

ARTURO - Ah, voleva festeggiare quel farabutto! Proprio sotto i miei occhi... Mimy, io voglio il nome di quell'uomo.

MIMY - Ma te l'ho detto che l'ho mandato via.

ARTURO - Ma tu dimmi il nome ed io farò in modo che non ti infastidisca più...

MIMY - Eppure in fondo... E stato così comprensivo.

ARTURO - Basta! Fuori il nome.

MIMY - (trasognata) Antonio.

ARTURO - Antonio? Antonio, il nostro cameriere?

MIMY - Sì.

ARTURO - (tra i denti) Disgraziato! (Si alza e si infila la vestaglia)

MIMY - Lascia stare, dai! Domani gli darai una lavata di capo. Vieni qui, dalla tua topolina d'oro... (Gli fa cenno dal letto. Arturo esce)

(Facendo il broncio con voce stridula) Forse non sta più volentieri accanto a me. Mi trova brutta e non gli piaccio più. (Si alza e si rimira davanti allo specchio) Ha proprio ragione. Ho perso la linea e sembro più vecchia di dieci anni. In questi ultimi tempi poi mi è sembrato di notare certe sue occhiate alla cameriera... Clementina è giovane e bella mentre io... (Si lascia cadere sul letto, si tira le coperte fin sopra la testa e singhiozza. Poi si riaddormenta)

Entra Antonio in pigiama e mezzo addormentato spinto in malo modo da Arturo.

ARTURO - Non far finta di dormire! Ora dovrai confessare tutto.

ANTONIO - Ma signore, non capisco...

ARTURO - Confessa! E' meglio per te.

ANTONIO - Le giuro, signore: non capisco cosa le devo confessare.

ARTURO - Allora te lo dico io cosa devi confessare: ti sei permesso di insidiare mia moglie. Lo ammetti?

ANTONIO - Io, insidiare sua moglie? Ma signore, non vorrà mica scherzare?

ARTURO - Io, alle tre di notte, non ho nessuna voglia di scherzare.

ANTONIO - Veramente, non conosco le abitudini notturne del signore.

ARTURO - Te le posso dire: sono un sadico che pretende alle tre di notte dal proprio cameriere la confessione di azioni scabrose con sua moglie. Inoltre ti dico qual è l'altra mia debolezza: apro quel cassetto e sai cosa c'è dentro?

ANTONIO - La pistola, signore.

ARTURO - Esatto. Allora apro quel cassetto, prendo la pistola e ti ammazzo.

ANTONIO - Mi ha svegliato alle tre di notte per ammazzarmi? Crede di potersi permettere tutto? Io non sono disposto a subire le sue manie e pertanto me ne ritorno a dormire augurandole di fare altrettanto.

ARTURO - Aspetta. (Chiama la moglie) Mimy! (Pausa) Si è addormentata e sicuramente -ti sta sognando-.

ANTONIO - (spazientito) Sono le tre di notte, ho lavorato tutto il giorno, sono stanco, ho sonno, vorrei andare a riposare.

ARTURO - Invece rimani, perché voglio che si chiarisca il tuo comportamento.

ANTONIO - Io rispetto la signora e non mi sarei mai permesso...

ARTURO - Ho un'idea migliore: non sarò io a svegliarla, ma sarai tu, mentre io mi nasconderò dietro la tenda, così potrò smascherare tutto l'intrigo.

ANTONIO - Siamo già all'intrigo. Senta io ho sonno...

ARTURO - Se ti rifiuti è segno che sei colpevole e pertanto questo equivale alla confessione.

ANTONIO - E va bene. Cosa debbo chiedere alla signora, se è la mia amante?

ARTURO - Gli devi dire che io sono uscito e che tu sei venuto a trovarla perché l'ami...

ANTONIO - E se mi prende a schiaffi?

ARTURO - Allora vorrà dire che fra voi...

ANTONIO - E se non mi prende a schiaffi?

ARTURO - Apro quel cassetto, prendo...

ANTONIO - La pistola e mi ammazza.

ARTURO - Bravo! Vedo che cominci a capire. Allora fai quello che ti ho ordinato.

Arturo va a nascondersi dietro la tenda e Antonio va a svegliare la signora.

ANTONIO - Signora... signora, sono Antonio.

MIMY - Antonio? Ancora tu? Non mi tentare ancora... Lo sai che sono debole.

ARTURO - (prende la pistola dal cassetto del comodino e la punta contro il cameriere. Tra i denti) Allora è vero che l'hai insidiata. Disgraziato! Per te è finita, preparati a morire.

ANTONIO - (sottovoce) Fermo! (Gridando, alla signora) Signora!

Arturo posa la pistola e corre a ripararsi dietro la tenda.

MIMY - Sei ancora qui? Ti avevo ordinato di andare via... Lo sai che sono debole.

ANTONIO - Ma signora, si svegli, lei sta sognando!

MIMY - (si alza di scatto a sedere sul letto e con gli occhi sbarrati fissa il cameriere) Antonio! Tu, qui, in pigiama? Che fai? Che vuoi?

ANTONIO - Io? Niente, signora.

MIMY - Come niente? Dov'è mio marito?

ANTONIO - Suo marito è... è uscito...

MIMY - Ma che ore sono?

ANTONIO - Sono le... le tre.

MIMY - Le tre? Voglio sapere dov'è mio marito e che ci fai tu qui dentro.

ANTONIO - Il signore è andato al bagno ed io... io sono sonnambulo.

MIMY - (scende dal letto, si infila la vestaglia e va a controllare nel bagno) Mio marito nel bagno non c'è. Allora?

ANTONIO - Allora... cosa?

MIMY - Tu non sei sonnambulo, allora ti conviene parlare perché vedi quel cassetto? Dentro c'è un oggettino...

ANTONIO - Anche lei mi vuole ammazzare?

MIMY - Anch'io? Perché, chi altri ti voleva ammazzare?

ANTONIO - Un uomo, in sogno. Ecco perché mi sono rifugiato qui.

MIMY - Antonio, dimmi la verità: mio marito ha un'amante?

ANTONIO - No, signora, le assicuro che non ce l'ha.

MIMY - Tu lo vuoi coprire. Non sarà per caso Clementina? Ora vado a controllare nella sua camera.

ANTONIO - Ma è un peccato svegliare quella povera ragazza.

MIMY - Non cercare di ostacolare le mie indagini. Andiamo. (Escono)

ARTURO - (uscendo da dietro la tenda) Ah! Mi ero sbagliato. Ora mi sarà più facile riprendere sonno. (Si mette a letto e spegne la luce. Poco dopo si sentono fuori campo le voci della signora e di Clementina)

MIMY - (con voce alterata) Voglio sapere dov'è mio marito.

CLEMENTINA - Signora, io non lo so. Stavo dormendo...

MIMY - Qui non sa niente nessuno. Non si sarà mica volatilizzato.

Entrano in scena.

CLEMENTINA - Ma signora, suo marito è lì nel letto, che dorme.

MIMY - (al marito) Arturo, che fai lì?

ARTURO - (si alza a sedere sul letto) Che vuoi che faccia, sto dormendo.

MIMY - (al cameriere ed alla cameriera) Beh, via, via voi. Buona notte. (Li sospinge fuori della stanza e chiude la porta. Poi al marito) Dov'eri poco fa?

ARTURO - Ehm... mi ero messo alla finestra.

MIMY - Ma non eri andato a parlare con Antonio?

ARTURO - Sì, ma prima...

MIMY - Non trovandoti più nel letto mi ero preoccupata ed allora ti ho cercato per tutta la casa.

ARTURO - Preoccupata di cosa? Ma vieni a letto che è tardi. Vediamo di dormire. (La signora si mette a letto e spegne la luce)

ARTURO - (dopo un po') Mimy, mi sento male... qui, come un vuoto... (indicando la regione dello stomaco) Le orecchie mi ronzano...

MIMY - Non è niente. E' un po' di fame... Su, su, cerca di dormire così non la sentirai più.

ARTURO - Ma chi ce lo fa fare a star male per la linea! Mi hai mandato a letto con una tazzina di tè senza zucchero ed un biscottino.

MIMY - Anch'io ho fame, ma è per il nostro bene. Ora dormiamo e così arriverà presto il mattino e faremo una bella colazione.

ARTURO - Un'altra tazzina di tè senza zucchero ed un biscottino...

MIMY - No, per la colazione c'è anche il confettino delle vitamine. Su, via, dormiamo. (Si mettono a dormire)

ARTURO - (dopo un po', mettendosi a sedere sul letto) Mimy!

MIMY - Che c'è ancora!

ARTURO - Non senti questo profumo? E' il profumo della pasta al forno.

MIMY - A quest'ora il profumo della pasta al forno! E' il desiderio che ti fa sentire quello che non c'è. Su, via, dormiamo.

ARTURO - Mimy, il profumo c'è.

MIMY - (si alza, prende una bomboletta di deodorante e lo vaporizza per la stanza) Ecco fatto. (Si rimette a letto) Ora dormiamo. (Spegne la luce e si mettono a dormire)

ARTURO - (dopo un po') Mimy.

MIMY - Che c'è di nuovo?

ARTURO - Lo senti ora?

MIMY - Cosa?

ARTURO - E' il profumo del pollo arrosto.

MIMY - Ma non dire sciocchezze. Il profumo del pollo arrosto a quest'ora! E' il desiderio che ti fa sentire quello che non c'è. Dormiamo.

MIMY - (dopo un po') Arturo.

ARTURO - Che c'è?

MIMY - Sai cosa sento?

ARTURO - Cosa?

MIMY - Il profumo di torta.

ARTURO - Ma non dire sciocchezze. Il profumo di torta a quest'ora! E' il desiderio che ti fa sentire quello che non c'è. Lasciami dormire.

MIMY - Arturo! Prima era vero che si sentivano i profumi della pasta al forno e del pollo arrosto. Io ti dicevo di no per cercare di vincere la tentazione. Ma al dolce non resisto.

ARTURO - Spruzza un po' di deodorante...

MIMY - Sembra provenire proprio dalla nostra cucina. Ora vado a vedere. (Si infila la vestaglia ed esce. Poco dopo ritorna con il cameriere e la cameriera) Eccoli gli spargitori di effluvi!

ARTURO - (si alza e si infila la vestaglia) Allora? Che state facendo?

ANTONIO - Stavamo preparando un pranzetto...

ARTURO - Come sarebbe a dire? Un pranzetto a quest'ora, alle cinque del mattino?

ANTONIO - Lo facevamo fuori dell'orario di servizio, signore.

CLEMENTINA - Dato che eravamo ormai svegli e dato che voi avete iniziato a fare la dieta... Sarebbe stato un peccato mandare a male i pelati di pomodoro, la farina, la carne... Allora abbiamo pensato di farci una bella teglia di pasta al forno.

ANTONIO - Poi c'era un bel pollo che si sarebbe guastato, allora... abbiamo pensato di farlo arrosto.

MIMY - Con le patatine?

ANTONIO - Sì, signora, proprio così.

CLEMENTINA - Poi c'erano la panna, le ciliege candide, le uova...

MIMY - Ci avete fatto una bella torta...

CLEMENTINA - Sì, signora, proprio così.

ARTURO - Bravissimi! Come facevate a sapere che oggi è l'anniversario del nostro matrimonio e che si doveva festeggiare?

ANTONIO E CLEMENTINA - Veramente... (Si guardano l'un l'altra imbarazzati)

ARTURO - Sì, quello che avete preparato mi sembra che possa andar bene per l'occasione. (Alla moglie) Che ne dici, cara?

MIMY - (un po' frastornata) Sì, sì.

ARTURO - Allora non facciamo raffreddare quelle buone cose. Apparecchiate e servite subito. No, non in sala da pranzo. Qui, con il tavolo-carrello. E' più intimo. (Ad Antonio) Mi raccomando lo spumante, d'annata. Vi do due minuti di tempo. Via.

Il cameriere e la cameriera escono. Arturo si siede in una poltroncina ed attira la moglie sulle ginocchia.

ARTURO - Conservo un bel ricordo di quel giorno...

MIMY - Aspetta. (Si alza e va a prendere da un cassetto un album di fotografie) Guarda come eravamo belli. L'unica nota stonata è la tua cravatta. Ancora non avevi chi te le sceglieva.

ARTURO - Perché oggi siamo brutti?

MIMY - Che c'entra, siamo solo un po' appesantiti... Che bello il mio abito da sposa! Peccato che lo si metta un solo giorno.

ARTURO - Se continuavi a farmi digiunare avevi buone probabilità di indossarlo per il tuo secondo matrimonio...

MIMY - Sciocco!... Arturo, mi vuoi ancora bene come allora?

ARTURO - Certo! Quando avrò mangiato e mi sarò rimesso in forma, te lo dimostrerò.

MIMY - Uh, voi uomini pensate solo alla pancia e a far l'amore.

Bussano alla porta. Entrano i camerieri spingendo il tavolo-carrello apparecchiato come visto precedentemente in sogno dalla signora.

ARTURO - Dato che avete lavorato in ore straordinarie per preparare questo pranzetto, vi concedo un giorno di riposo.

I camerieri fanno l'atto di servire.

ARTURO - No, no... (Dà alcune banconote ai camerieri) Andate a mangiare al ristorante alla nostra salute. Qui pensiamo tutto noi. Andate pure.

I camerieri escono.

ARTURO - Aspetta un momento. (Esce e ritorna subito dopo con uno scatolone) E' per te, cara. Un pensierino per il mio topolino d'oro.

MIMY - (prende un pacchettino da un cassetto e lo offre al marito) Anch'io ho un pensierino per te, orsacchiotto!

Aprono i rispettivi pacchi. La moglie trova dentro al suo una pelliccia, mentre il marito una cravatta.

MIMY - Oh! (Indossando la pelliccia e rimirandosi davanti allo specchio) Grazie, caro. E' stupenda!

ARTURO - (con aria ironica, annodandosi la cravatta sul colletto del pigiama) E' veramente un regalo originale. Grazie, cara. Vogliamo accomodarci?

 I coniugi si mettono a tavola e iniziano a mangiare. Prima con una certa etichetta, poi sempre in maniera più convulsa. La scena si oscura. Dopo un po' ritorna l'illuminazione e sul tavolo rimangono solo pochi avanzi del pranzo. I coniugi stanno brindando felici e rilassati.

MIMY - (un po' sbronza) E' proprio vero che chi bene mangiat bene bibit, chi bene bibit bene dormit, chi bene dormit non peccat ed in paradisum trottolat.

ARTURO - (anche lui un po' brillo) No, no. Non è così, ma: (si alza, la prende per mano e la guida verso il letto) Chi bene mangiat bene bibit, chi bene bibit poi bene amat, chi bene amat est in paradisum.

ARTURO E MIMY - (insieme affettuosamente) Amore. (Si spegne la luce)