Chicchignola

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CHICCHIGNOLA

Di Ettore Petrolini

Commedia di tre atti

PERSONAGGI:

CHICCHIGNOLA

EGISTO

EUGENIA

MARCELLA

LALLETTA

PORTINAIA

VIRGILIO

LEONE

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ATTO PRIMO

La scena rappresenta uno stanzone somigliante ad una soffitta: forma irregolare; pavimento che risente della differenza di altezza delle stanze sottostanti; mura che seguono un capriccio più che una logica costruttiva; tre grandi travi di sostegno al soffitto. Di fronte, in primo piano a sinistra, una finestra che guarda sulla strada e nella parete che va profondità un cassettone in cattivo stato con su uno specchio. Nella parete di fondo, verso sinistra e all'altezza di tre scalini si apre l'alcova in cui fa pomposa mostra un letto in ferro con povere coltri; vi si accede per una porta senza battenti. A destra, alla stessa altezza, porta che dà in un corridoio più lungo della profondità dell'alcova chiuso in fondo da una parete con finestra. La parete di destra avanza fino a metà scena, poi fa angolo, con un archetto, anche questo accessibile con scalini, formando un corridoio che conduce in un 'altra stanza; nella parete che continua in avanti, si apre la porta che dà sul pianerottolo de lle scale; poi la stessa parete forma un angolo con un altra di fronte, nella quale un grande finestrone lascia vedere il movimento dei personaggi prima della loro entrata in scena. Dal centro del soffitto pende una lampada elettrica; sotto vi é una tavola con sedie impagliate. Sul cassettone un leone di cartapesta e per terra qualche giocattolo in cartone: primi tentativi di un ingegnaccio bizzarro.


EUGENIA


(giovane di aspetto simpatico, scaltra, rna superficiale, sprezzante degli umili, sensuale per natura, infedele per vocazione egoista per professione; e perciò vittima di queste sue disastrose qualità) : Io vorrei sapere che cosa gli è successo!


PORTINAIA


(pettegola e maliziosa: difetti naturali resi più mansioni): Che volete gli sia successo! Avrà fatto comparire da un momento all'altro.


sensibili dalle sue tardi. Ve lo vedrete


EUGENIA:


Sono le undici e mezzo; non ha mai fatto quest'ora! Lo sa pure che abita qui al cantone e per venire da me esce mezz'ora prima dal negozio per poi ritrovarsi a casa sua a mezzogiorno. Va giù, va a guardare se m'ha lasciato qualche biglietto.


PORTINAIA


Sarà difficile; non v'ha scritto mai.


EUGENIA:


Ma che ne sai tu? (Va in fondo alla camera.)


LALLETTA


(gallinella senza volontà ma incapace di negare aiuto e conforto a chi ne abbisogna. Affacciandosi alla porta d'ingresso): Permesso?


PORTINAIA


(sottovoce): Zitta! Ha un diavolo per capello; aspetta il sor Egisto. Se lo sapesse quel poveraccio di Chicchignola!


LALLETTA


Pover'uomo!


EUGENIA


(ritornando): Ancora qui? Andiamo, svelta, va a vedere se c' qualche cosa.


PORTINAIA:


Si, si, vado subito; rna vedrete che sarà tutto inutile. (Via)


2


EUGENIA:


Lalletta mia, oggi ho un brutto presentimento: lo sai che ancora non s'è visto? Sono in pensiero perchè stanotte ho fatto un brutto sogno...


LALLETTA


Che cos'hai sognato?


EUGENIA:


In un cassetto trovavo un sacco di monete d'oro... Lo sai oro, rabbia... purché non gli sia accaduto nulla di grave!


LALLETTA:


Piuttosto sta attenta che non accada qualche cosa a te. Lo sa tutto il vicinato!


EUGENIA:


Non sarai mica venuta per farmi fare cattivo sangue! Del resto neppure tu perdi tempo... Zitta, zitta, tu fai i tuoi affari...


LALLETTA:


Già, ma io sono vedova...


EUGENIA


Per forza; tuo marito l'hai mandato in sei mesi all'altro mondo: l'avevi ridotto uno stoppino...


LALLETTA:


Segno che gli volevo bene... Ma io non sono venuta qui per sentire questi discorsi. Ti sei fatta l'amante: se poi ti succederà qualche cosa te la sbrigherai da te...


EUGENIA:


E che c'é di straordinario? Cc l'hanno tante! E il caso di avé scrupoli specie poi quando ti unisci con un uomo che non ti fa né caldo, né freddo! Pensa solamente al suo nome e al suo mestiere Chicchignola, che fa i lanternoni e vende i palloni; Chicchignola er pallonaro...


LALLETTA:


Tutto va bene: potresti però fare le co se più pulitamente...


EUGENIA


Caso mai imparerò da te: tu la fai pulita a ssai! Da quando te conosco ne avrai cambiati cinque o sei!


LALLETTA:


Come avrei fatto a vivere fino ad oggi? Per quello che se guadagna a fare la calzonaia, adesso che i quattrini costano così cari!... Tu almeno ti sei fatto un buon amico che non ti fa manca' niente, con una bottega piena di ogni grazia di Dio...


EUGENIA:


Certo che con la bella professione di Chicchignola si mangia un cucchiaio di minestra il giorno di S. Giovanni, la sera della Befana a piazza Navona e quando fanno la girandola a Piazza der Popolo, se non piove, perché se piove si é rovinati per tutto l'anno. Che te ne pare? E un bell'avvenire!


LALLETTA:


Hai ragione. E uno svenire!


EUGENIA


(mostrando il leone di cartapesta che si trova sul cassettone) Ecco tutto quello che sa fare! Dimmi tu se con queste miserie si può fare fortuna. (Si affaccia alla finestra, guarda fuori.) Il bello che adesso viene


3


Chicchignola; bisognerebbe apparecchiare. Fammi il piacere, metti tu la pentola al fuoco per scaldare l'acqua, (S riavvicina alla finestra.)


LALLETTA


(avviandosi verso la cucina): Gli fai la minestrina col burro?


EUGENIA


Hai voglia di scherzare: ci vuole troppo tempo! Fammi il piacere: prepara due uova sode con l'insalata... Le uova le trovi in quel cartoccio di carta gialla. (Indicando il cartoccio che é sul cassettone) L'insalata è già pronta... (Lalletta entra in cucina. Eugenia apparecchia.)


LALLETTA


(rientrando): C'è un uovo rotto...


EUGENIA:


Meglio! Passalo in un piatto, sbattilo e fai una frittatina. Così avrà uova sode, insalata e frittata.


LALLETTA:


Lo abitui male: troppa roba... Mamma mia, che colore hai in viso, se ti vedessi...


EUGENIA:


Io credo the mi sarà venuto il mal di feg ato! Non ragiono più: bisogna che vada a cercarlo magari a casa sua. Quel che succede succede! Dio, che martirio volersi bene! Se almeno avessi avuto il coraggio di scappare con lui! E’ un uomo intelligente, coraggioso, attivo, che avrebbe fatto fortuna dappertutto; ed io non sono ancora da buttar via...


PORTINAIA


(entrando con una lettera in mano): Eccovi la lettera: l'hanno portata ieri sera.


EUGENIA


(strappandole la lettera dalle mani): Ma come, l'hanno portata ieri sera e me la dai adesso?


PORTINAIA:


Chi pensava the fosse vostra? Non vi scrive mai nessuno...


EUGENIA:


Ma guardala questa pettegola; mena giornata che sono sulle spine e lei la lettera me la porta ora...


PORTINAIA:


Bella ricompensa dopo averle fatto da porta-pollastri!...


EUGENIA:


Vattene, se no ti butto per le scale!


P0RTINAIA:


Già, come ringraziamento! Guadagnavo di più se la lettera la davo a Chicchignola... (va per uscire.)


EUGENIA:


No, per l'amor del cielo! Vieni qua; scusami se per un momento mi si é levato il lume dagli occhi! Eccoti cinque lire, vattene e... non fiatare! (Portinaia esce.) Dio, non ho il coraggio di aprirla!


LALLETTA:


Aspetta: chiudiamo la porta, perché se arriva da un momento all'altro Chicchignola, ti acchiappa col corpo del delitto in mano. E meglio che mettiamo il catenaccio. (Chiude la porta d'ingresso) Ha la chiave di casa?


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EUGENIA:


Già, gli dò la chiave di casa! L'ho abitu ato a suonare il fischietto, la trombetta.(Porgendo la lettera a Lalletta:) Aprila tu, fammi il piacere, perché a me tremano le mani; andiamo, sbrigati!...


LALLETTA


(aprendo la lettera): Dammi tempo... (legge:) «Anima dell'anima mia». Questa l'ha copiata dal Segretario galante. «Ti scrivo questa lettera per farti consapevole the m'è successo un gran guaio»..


EUGENIA:


Te lo dicevo io!..


LALLETTA


(continuando a leggere): «Sono in costernazione perché mia moglie si sente assai, assai poco bene».


EUGENIA:


E che m'importa?


LALLETTA


«Il dottore ha detto che ha...che ha...».


EUGENIA:


Che ha?


LALLETTA:


“Che ha il fegato con l'apatite…”


EUGENIA:


Lo sapevo!


LALLETTA:


Allora tu sai the cos'é l'apatite?


EUGENIA:


No, ma dev'essere una malattia grave, di quelle che ci si muore! (Lalletta fa un cenno affermativo.) Ah, meno male, meno male...


LALLETTA:


«E le ha ordinato i bagni di Chianciano. Bisogna che io l'accompagni».


EUGENIA:


Vedi se i sogni dicono il vero? Se ne vanno a fare i bagni a Chianciano! Ma ci penso lo: qui non c'é tempo da perdere. Ci vado pur io ai bagni. Adesso scendo alla Rinascente, mi compero un bel costume da bagno e vado a Chianciano...


LALLETTA


Ma aspetta un momento! Fammi finire di leggere: può essere che lui non ne abbia colpa. Chissà come ci andrà di mal voglia.


EUGENIA


Si, hai ragione, povero Picchio mio...


LALLETTA


Come hai detto?


EUGENIA:


Picchio:, perché io lo chiamo Picchio elui mi chiama Cirifischietta...


LALLETTA:


Come ti chiama?


EUGENIA:


Cirifischietta...


5


LALLETTA:

EUGENIA:


Ma vai all'inferno!... (Continuando a leggere la lettera:) «Cirifischietta

mia del cuore: il male é che la dovrò accompagnare e trattenermi con lei

una diecina di giorni, perché si é tanto indebolitache non si fida di andare

sola. Mi raccomando, sta calma, non far capire niente, non ti agitare.

Domani dopo pranzo verrò a salutarti con mia moglie : troveremo il modo

di vederci lo stesso. Fatti coraggio e ricordati dell'ultima volta che ... ».

Poi ci sono tanti puntini.

Ho capito... ho capito!...


LALLETTA:


Eh! ho capito pure io... (leggendo:) «Tuo per tutta la vita per tutta la morte Picchio».


EUGENIA


(prende la lettera, la mette in tasca, passeggia infuriata per la camera, rovesciando le seggiole): Glieli dò io i bagni di C hianciano. Ma hanno fatto i conti senza l'oste...


LALLETTA:


Adesso non ti agitare, non far scenate, non ti compromettere...


EUGENIA:


Come l'ha combinata bene quella... svenimentosa della moglie! Stanotte scappo, vado pure io a Chianciano e li butto dalla finestra!


LALLETTA:


Ma sei impazzita? Sii ragionevole! Se lui accompagna la moglie, non ci va mica per divertimento: é sempre la moglie. Pensa un po' se fossi malata tu...


EUGENIA


(fissando Lalletta): Malata! Malata io!... Che idea che m'h dato!... Che idea!...


LALLETTA:


Vaneggi?


EUGENIA


Ma non hai capito?


LALLETTA:


No.


EUGENIA:


Perché non potrei essere malata pure io con il fegato... e avé bisogno di andarmi a curare?


LALLETTA:


Giä, l'idea non è malvagia; ti vai a fare una diecina di giorni pure tu...


EUGENIA:


Già, ma ci vorrebbe il medico...


LALLETTA:


Certo,   ci   vorrebbe   la   prescrizione   del   medico.


(Dopo


istante


di


riflessione:) A che ora é uscito tuo marito stamattina?


EUGENIA


Presto: non l'ho nemmeno sentito...


LALLETTA


Ma ora ci penso io a persuaderlo; gli dico che sona venuta stamattina, che t'ho trovata mezzo morta: sono corsa a chiamare il dottore ed egli ti ha ordinato la cura di Chianciano.


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EUGENIA:                     Benone!...... Adesso  faccio  la  morta  e  quando  viene  Chicchignola  mi

raccomando, aiutami.

LALLETTA:                  Sta tranquilla. Se non ci aiutiamo fra noi.............. (Si sente il suono di una

trombetta.) Ecco Chicchignola! Siediti, fa la moribonda... agonizza. ...

EUGENIA:                     Che mi fai fare!

LALLETTA:                  Accidenti, che faccia! Tu, che fai fare a me..... (Va ad aprire.)

CHICCHIGNOLA:   (tipo bizzarro dall'apparenza bonaria, semplice, un po' sorniona un po'

melensa; in realtà intelligentissimo, spirito acuto  e indagatore, generoso,

sentimentale.  Provato  durarnente  dalla  vita  difficile  di  ogni  giorno,

spesso disprezzato per la sua apparente passività.  Ha in sé le energie più

profonde per reagire al triste stato di cose che lo perseguita. E sempre

padrone della sua volontà che guida secondo gli eve nti, rna non riesce a

conquistare   la   desiderata   felicità  alla   quale   sa  ri nunziare   con  atto

generoso, e conclude tutto con quella apparente gaiezza che in sostanza

non  é    altro   che   una  feroce   ironia.   Entrando   con   il banchetto    dei

giocattoli   ed  i   palloni   che   depone   in  fondo   alla  stanza   dopo  aver

guardato le due donne stupito) Che         é successo? (A Lalletta:) Che fai

nottata al morto?

LALLETTA                   E una cosa sena..... Guardate quella disgraziata di Eugenia in che stato si

trova.. Chicchignola... (avvicinandosi.. ad.. Eugenia.. e.. prendendole.. una

inano): Eugenia... che t'é successo?

EUGENIA                      Chi   é........ Non.. mi.. portate.. via..,.. sona.. buona.... non... voglio.. andare

all'ospedale ...

LALLETTA                   Poveretta... Che pena mi fa..... ...

CHICCHIGNOLA:   (ad Eugenia): Sona io, sona tuo marito! Non mi riconosci?

EUGENIA                      Si, riconosc'o la voce.... ma non ti posso vedere          ...

CHICCHIGNOLA:    Lo so, non mi hai potuto mai vedere  ...

LALLETTA                   Ma no, avete capita male: non vedete come sta? Ha avuto un attacco di

coliche antipatiche       ...

CHICCHIGNOLA::  Chi gliele ha attaccate?

EUGENIA                      Sto tanto male dentro, mi pare di averci gente.... Che mattinata ho passato

Chicchignola mia!

CHICCHIGNOLA:  T'è  rimasta  qualche  cosa  sulla  bocca dello  stomaco?........... Fa  vedere  la

lingua! (Eugenia mostra la lingua.)

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LALLETTA: CHICCHIGNOLA: LALLETTA: CHICCHIGNOLA: EUGENIA: CHICCHIGNOLA: EUGENIA: CHICCHIGNOLA: LALLETTA CHICCHIGNOLA: EUGENIA: CHICCHIGNOLA: LALLETTA CHICCHIGNOLA: EUGENIA: CHICCHIGNOLA: LALLETTA: CHICCHIGNOLA: LALLETTA CHICCHIGNOLA: EUGENIA:


Com'é sporca!

Per me é più lunga che sporca. Forse ci vorrebbe la carta vetrata... Fa

sentire il polso...

L'ha già sentito il dottore...

E’ venuto il dottore?...

No!

Allora non é venuto! (Le due donne siguardano.)

No... volevo dire... non lo voglio più vedere il dottore...

E che male ha detto che ha?

(ad Eugenia): Come ha detto?... Ha detto che ha l'apatite.

E che male sarebbe?

E un male che mi costringe ad andare dieci giorni a Chianciano... (si

comprime e ventre per il dolore).

(poco persuaso): Te l'ha ordinato il dottore di fare così? Ma chi é questo

medico?

E’ uno specialista bravo assai: l'ha visitata dappertutto...

Sai che bravura!... (A Eugenia:) E tu non ti sei vergognata di farti visitare

da per tutto.

Come potevo fare?...

Ti potevi far visitare quand'eri guarita...

Che  momenti   abbiamo   passato!...   E  stata  lì   lì     per  andare  all'altro

mondo...

E poi non c'é andata! Quante cose succedono in una mattinata!...

Eh, i mali sono cosi: vengono quando vengono...

E questo dottore che cosa ha ordinato?

Di fare i bagni di Chianciano senza perdere tempo; perché ho il fegato

ingrossato e una gran dilatazione...


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CHICCHIGNOLA:


E dimmela tutta! Tu sei stata sempre dilatata... ricordo anche quella dilatatissima di tua madre.,. Ma non fa caso! Queste sono malattie che, passati i cinquant'anni, guariscono da sé...


EUGENIA


(canibian4o tono): Ma sei ammattito? Bisogna che io parta subito... La salute prima di tutto... Che bell'egoista che sei. Perché tu stai bene...


LALLETTA:


Per carità, non la fate inquietare se n o le riprende 1' attacco...


CHICCHIGNOLA:: Ma proprio oggi devi partire?


EUGENIA:


Vuoi avere il rimorso di vedermi morire?...


CHICCHIGNOLA:


Magari!


EUGENIA:


Che dici?


CHICCHIGNOLA : Magari guarisci, perché cosi non sipuò andare avanti. Ma ci può essere un uomo più disgraziato di me? Le disgrazie si danno tutte l'appuntamento sulla mia persona, si abbattono tutte sul mio fisico... Ero impiegato al Governatorato, credevo di passare in pianta stabile... m'hanno mandato a chiamare, m'hanno levato il dodic per cento e poi mi hanno detto: «Lei alla fine del meseha finito ... ». Siccome sono un uomo ingegnoso «me so’ messo a fabbricà li giocarelli». (Indicando il banchetto:) Da quando ho aperto questo stabilimento piove a rotta di collo; esco con i palloni gonfi e rientro con i palloni sgonfiati. Finalmente avevo imbroccato quattro o cinque belle giornate; con la girandola a Piazza del Popolo domani era l'unico giorno in cui avrei potuto guadagnare qualche soldo... vengo a casa e trovo questa... (accennando a Eugenia) dilatata (si avvia verso il fondo della scena).


EUGENIA


(sottovoce a Lalletta): Egisto ancora non si vede... La lettera l'ha scritta ieri, dunque dovrebbe venire oggi. (chiamando Chicchignola) Chicchignola, che ora sarà adesso?


CHICCHIGNOLA


(tirando  la  catena  dell'orologio  come se  questo  non  volesse  uscire):

Accidenti all'orologio! Non vuole mai uscir fuori!


LALLETTA:


E perché?


CHICCHIGNOLA:


Perché s'é rotto il vetro e le sferemi si attaccano sempre alle mutande. (Guardando il quadrante dell'orologio:) Adesso va a capire che ora è! Quando quest'orologio va bene e segna le tre vuol dire che sono le sette... Ma poi se vuoi andare a Chianciano bisognerà impegn asse pure sta cipolla.: tu dovrai sacrificare gli orecchini... perché io avrò una diecina di lire in tutto...


EUGENIA


Ma io impegno anche le lenzuola... basta che parta.. Non voglio mica morire...


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LALLETTA


(va alla finestra): Mi pare si sia fermata una carrozza al portone...


CHICCHIGNOLA:


Aspetti visite anche tu? Un altro dottore?


LALLETTA:


Che c'entro io?


CHICCHIGNOLA:


Tante volte fossi dilatata pure te... (suono di campanello).


EUGENIA


(con indifferenza a Lalletta): Va a vedere chi é. (Lalletta apre la porta.)


EGISTO


(bottegaio arricchito, forte del suo danaro; dal tono sempre audace e smargiasso ma in realtà solennemente vigliacco di f ronte al pericolo e alle responsabilità; schiavo dei sensi e delle abitudini ): Disturbo? (Entra, porta con sé una piccola valigia.)


CHICCHIGNOLA:


No, dai fastidio...


EUGENIA


Partite?


EGISTO:


Si; giù c'é la carrozza con le valigie...


CHICCHIGNOLA


(va alla finestra): Accidenti, quanta roba! Ti porti via tutta Roma!


EGISTO:


Perché?


CHICCHIGNOLA:


Vedo   su         la         vettura sette


colli...


tutta


Roma!


(Egisto


ride


di


commiserazione.) Dove andate?


EGISTO:


Sta zitto: stata una mezza disgrazia che c'é capitata: dobbiamo partire subito per Chianciano a passare le acque...


CHICCHIGNOLA


(con uno sguardo significativo): Ma guarda che combinazione! Pure mia moglie deve andare a Chianciano... Ma allora una malattia che va girando...


EGISTO


(guardando Eugenia con intenzione): Già, d ev'essere una epidemia...


CHICCHIGNOLA:


Un'epide...


EGISTO:


mia...


CHICCHIGNOLA:


Povera Eugenia mia...


EGISTO:


Come Marcella. Adesso la vedrai, sta assai peggio di lei...(indicando Eugenia:) è ... diventata irriconoscibile. (A Lalletta:) Fammi il piacere vai ad aiutarla a salire le scale, é tanto debole, Leiviene su piano piano, io ho fatto una corsa avanti. (Lalletta esegue.) Ma te l'immagini Marcella con l'epidemia?


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CHICCHIGNOLA:  Veramente se è sua, é un'epidesua...Insomma ho capito: un'epidenostra...

(Egisto va incontro a Marcella che entra sostenuta da Lalletta: il suo volto

étruccato come persona che ha l'itterizia.) Mammamia, che colore, pare un pollo lesso...


EUGENIA


(a Chicchignola): Pensa che diventerò pure  io cosi, se non parto subito.


CHICCHIGNOLA


(ironico): Ci stavo appunto pensando...


EGISTO


(ad Eugenia): Ma pure voi avete avuto le coliche epatiche?


EUGENIA


(con intenzione): Pure io!


LALLETTA


(premurosa): Poveretta! Il primo attacco le é incominciato ieri!


MARCELLA


(semplice, dolce, sottomessa, debole, fragile, si sacrifica volentieri all'egoismo maschile come un 'amministratrice saggi del sua debolezza e la sua fragilità): Meno male! Così ci faremo un pò di compagnia... Ci credete che mi vergogno a girare per Roma questo stato?


CHICCHIGNOLA:   Eh, lo credo! Ci vuole pure coraggio a portarla giro... Coi metropolitani che ci sono oggi che regolano il traffico, la gente invece di andare a

destra o a sinistra guardando lei, chissà dove va a sbattere...


EGISTO:


Lasciamo andare gli scherzi! Sicché, poveretta, ha proprio bisogno di questa cura...


CHICCHIGNOLA


Urge, gliel'ha ordinata il dottore!...


EGISTO:


(contentissimo): Allora pure tua moglie ha l'e... pa... ti... te. Sono brutti questi mali!


CHICCHIGNOLA


Che mi dici! Sono maloni!


EGISTO:


Lo sai che cos'é l'epatite?


CHICCHIGNOLA:


A forza di patire, viene l'epatite...


EGISTO:


Anche Marcella & stata visitata dal dottore...


CHICCHIGNOLA:


E l'ha trovata dilatata?


EGIST0:


Purtroppo!


CHICCHIGNOLA


(a Marcella): Sicché anche voi avete la dilatazione?


MARCELLA:


Se sapeste che sofferenze!


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CHICCHIGNOLA:


Lo credo. (Sottovoce, galante:) Scusatemi se prima ho scherzato, adesso che vi guardo bene m'accorgo che siete carina pure se avete cambiato colore... (la conduce vicino al cassettone come se volesse parlare a parte con lei) . .siete più interessante, sembrate una creola.


EGISTO


(piano a Eugenia): Come hai fatto?


EUGENIA:


Tutto per amor tuo, Picchio mio... Sta attento... ci guardano... Fatti spiegare da Lalletta...


CHICCHIGNOLA


(a Marcella): Da che dipende questa dilatazione?


MARCELLA:


Eh, dal dilatamento!


CHICCHIGNOLA:


Adesso ho capito! lo invece credevo che il dilatamento dipendesse dalla dilatazione!


EGISTO


(con insistenza a Lalletta): Ma come ha fatto?


LALLETTA:


Che v'importa sapere come ha fatto? Per amore si fa qualunque parte...


EGISTO


(avvicinandosi ad Eugenia sottovoce): Ti mangerei di baci...


CHICCHIGNOLA:


E lo sono contento... (come se parlasse ancora con Marcella).


EGISTO:


Come hai detto?


CHICCHIGNOLA:


Che io sono contento di questa malattia in condominio... Cosi adoperiamo quel proverbio che dice: «Mal comune mezzo gaudio». Perché se non capitano queste belle combinazioni, quel proverbio si sciupa, no?


EGISTO:


Ma si, quando saremo lì faremo tutta una famiglia. Vedrai, con una diecina di giorni le rimetto in salute tutte e due.


MARCELLA:


Volesse il Cielo!


CHICCHIGNOLA:


Il Ciel volesse! Ma a che ora partite?


EGISTO::


C'è un treno alle tre. (Guardando l'orologio.) Io faccio le due e dieci!


CHICCHIGNOLA:


Che fai tu?


EGISTO:


Io faccio le due e dieci.


CHICCHIGNOLA:


E l'orologio che fa?


EGISTO:


Le due e dieci!


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CHICCHIGNOLA


(scherzoso): L'orologio fa le due e dieci; tu fai schifo. Non offenderti, scherzo... Allora bisogna che vi sbrighiate...


EGISTO:


C'é ancora quasi un'ora di tempo; la carrozza sta giù... Anzi, se la signora Eugenia vuole profittare...


CHICCHIGNOLA


Ma si. Lei monta pure in cassetta...


EUGENIA


Io monto dove vuoi.. In cinque minuti mi vesto. Lalletta, fammi il favore, vieni a darmi una mano...


MARCELLA:


Vi do una mano anch'io... (Le tre donne escono dalla scena)


EGISTO:


(Va alla finestra e guarda fuori).


CHICCHIGNOLA


(fra sé): Ed io non so niente, non hocapito mente. Ma guardate che bella commedia!? Adesso mi metto pure io a fare il personaggio!


EGISTO


(fingendo di parlare a qualcuno nella via): Si, si, adesso veniamo...


CHICCHIGNOLA


(tra sé): Si, parla col cavallo. (Chiamando:) Egisto!


EGISTO:


Dici a me?


CHICCHIGNOLA:


E a chi vuoi che dica; ci sei solo te. Forse ti disturba il dialogo? Vogliamo dialogare un po' entrambi?


EGISTO:


Ma certo!


CHICCHIGNOLA:


Tu lo sai che uomo sono lo: grazie a Dio non ho mai chiesto checché a chicchessia... Ma oggi mi trovo nella necessità imp ellente... come sarebbe a dire... non so se m'hai capito....


EGISTO:


Io no... .


CHICCHIGNOLA


Ma io ho capito bene che tu m’hai già capito, che non mi vuoi capire, perché capisci bene, che io l'ho già capito, che non mi vuoi capire... Ma non mi devi mica dar niente... Chi se la poteva immaginare una cosa di questo genere da un momento all'altro?... Chi ci poteva azzeccare! Gli uomini sono presuntuosi e credono di azzeccarci ma non ci azzeccano mai. Ognuno di noi ha un destino, un fato, una spada di Colombo o un uovo di Damocle che gli pencola sul capo. Per esempio tu vai tranquillo e giulivo per la strada, metti il piede sopra una buccia di fico, scivoli, batti il tempietto sul marciapiedi: il cervello fuoriuscito dall'altra parte.


EGISTO


(dà in un'esclamazione di meraviglia e di protesta).


CHICCHIGNOLA:


Ma no, si fa cosi per dire. Mia moglie intanto si ammalata, ed io momentaneamente sona proprio all'asciutto... quattrini ce li ho... ma tutti


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ammortizzati nell'industria... (indica il banchetto dei palloncini). Sai pure che quella lì è un'industri che basta darle un po'di spago e t'arriva subito all'infinito. Ma superfluo. Sono oggetti di lusso non indispensabili alla vita. Perché il commercio dei commestibili, è un'altra cosa. La vita è un triste giuoco e per resistere a questo giuoco è necessario di nutrir vuoi di salumi, di lardo o di baccalà... Per me invece va b ene so quando l'umanità si abbandona all'orgia... Adesso specie con questa crisi europea che imperversa su tutto il mondo.

EGISTO:                          E’ veramente un momento di crisi!

CHICCHIGNOLA:  Sai di quell'ottimista e di quel pessimista che s'incontrarono?

EGISTO:                          No.

CHICCHIGNOLA:  L'ottimista disse al pessimista: “Se seguita questa crisi andremo tutti a

chiedere l'elemosina!”. Il pessimista gli rispose: “E a chi?”. (Pausa.) Ma

però c'é chi ha trovato il modo di curarla..

EGISTO:                          Come?

CHICCHIGNOLA    Mangiare, bere, divertirsi, e lamentarsi della crisi  ...

EGISTO:                          Ottimo sistema ...

CHICCHIGNOLA:  Dunque senti: io domani devo riscuotere certamente qualche soldo; tu

però momentaneamente dovresti anticiparmi queste sp ese che servono a

mia moglie; dovresti pagare il viaggio, cura, l'albergo, da mangiare e da

bere;  tutto  quello  che  le  serve.  Ha  anche  un  paio  di  scarpe  un  po'

avvilite.... dovresti darci una guardatina.

EGISTO                           (soddisfatto): Ma per carità, io a questo g ià ci avevo pensato Ho preso in

affitto un appartamento e quando siamo lì, due, tre o quattro è la stessa

cosa.... Sta tranquillo che a tua moglie ci penso io!

CHICCHIGNOLA    (amaramente ilare): E che non lo so? Caso mai, se     voglio,  con  lo  stesso

convoglio che serve oggi a voi per partire, domenica vengo a farvi una

bella visitina!

EGISTO:                          (contrariato):   Figurati   se  lo   non   sarei   contento!  Ma   invece   proprio

domenica, bisognerebbe che tu mi facessi un piacere qui a Roma. Mi

dovresti date una guardatina in bottega, perché loho un        ragazzo         che

mi pare un mezzo baccalameo. Si dovrebbe chiudere all'una, ma poi c'è

sempre qualche  cosetta  da fare;  non  vorrei  che stesse tanto  attaccato

all'orario, perché alla mia clientela serve semprequalche cosa all'ultimo

momento. Tu dovresti andare e non muoverti per un'oretta e mezzo, due

ore... Se poi lui ti facesse qualche osservazione ...

CHICCHIGNOLA:   Lui, chi?

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EGISTO:


Questo garzone mio! Tu gli devi rispondere che rappresenti me: diventi il padrone!


CHICCHIGNOLA:


Eh, se non ci aiutiamo fra di noi.. dove va a finire il consorzio umano?... Si sa, une fa un piacere all'altro! Tu stai là con mia moglie ed io sto qui con il garzone tuo... E giovane? Quello me lo pappo io!... Lui deve stare li, al chiodo, magari con la bottega accostata. Perché nel commercio dei commestibili può capitare sempre qualche cliente ri tardatario ed ogni lasciata persa. Gli interessi te li guardo io, anzi mi farà dare anche la chiave di bottega e pure l'incasso...


EGISTO:


No, lascia andare, per l'incasso giå sono d'accordo..


CHICCHIGNOLA


Ma i quattrini non si devono lasciare mai in mano di nessuno! I quattrini nostri.li tengo jo... Forse non ti fidi di me? Non mi fido più di te?


EGISTO:


Ebbene?


CHICCHIGNOLA:


Ebbene, facciamo a fidarsi!


EGISTO


(contrariato): Ma si, mi fido! Ma sai com'è, adesso tu mi scombussoli tutto il programma che avevo fatto...


CHICCHIGNOLA:


Io lo facevo nell'interesse tuo... perché, se tu volevi, Io potevo venire pure a portarti l'incasso...


EGISTO:


No, non c'é bisogno. Rimaniamo cosi; casomai ti scrivo io. (Eugenia, Marcella e Lalletta rientrano.)


MARCELLA


Andiamo, Egisto. Ho paura di perdere il treno.


CHICCHIGNOLA


(galante): L'idea di passare le acque, già fa sentire meglio la signora Marcella! (Salutandola:) Mora arrivederci, signora Marcella, si faccia coraggio!


MARCELLA:


Grazie tante. (Eugenia geme e si contorce.)


CHICCHIGNOLA


(che ha capito benissimo la situazione le si avvicina, esageratainente affettuoso): Questa sta proprio male!... le si piegano le cerniere! (Incoraggiandola:) Eugeniuccia mia, non pensare a niente, cerca di guarire bene e di tornare pii sana che mai.


EGISTO:


Ci penso io: te la rimando doppia...


CHICCHIGNOLA:


E che non lo so?!


EUGENIA


(a Lalletta): Mi raccomando a te, pensa a mio marito, fagli tutto quello che gli serve...


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CHICCHIGNOLA


(a Egisto): E tu fa lo stesso con mia moglie... Poi, se ti serve qualche cosa per il trastullo quotidiano... (Indicando il banchetto dei giocattoli indi, rivolto a Eugenia:) Tu va tranquilla e giuliva e dammi un bacio.


EUGENIA


(pudibonda guardando Egisto): Glielo posso dare?


EGISTO:


Eh, vorrei vedere!


CHICCHIGNOLA: Perché, è lui che da le licenze per baci?


EUGENIA:


No, non volevo dare scandalo: c'é tantagente...


LALLETTA


(fra sé): Ha un coraggio da leone!


VIRGINIO


(solito ragazzotto di bottega, la quintessenza della cretinaggine e dell'idiozia; non sa rendersi ragione di quanto accade, parla con l'accento ciociaro. Affacciandosi alla porta d'ingresso): Sor Egisto, il vetturino ha detto che si fa tardi!


EGISTO:


Hai ragione: adesso andiamo.


CHICCHIGNOLA


(sfottente): Quello sarebbe il pulzello? (Indicando Virgilio) Quello me lo pappo io! (Fissandolo.) Quant'é carino smorfioso!.. mi piace... E’ un tipo lascivo...


EGISTO


(interrompendo, rivolto a Virginia): E venuto nessuno a bottega a cercarmi? Hai chiuso bene? Hai la chiave?


VIRGINIO


(traendo di chiave la tasca, grida forte con la voce a raganella) E come no! Eccola qua!


CHICCHIGNOLA


(meravigliato per il tono di voce di Virginio): Ha anche una bella voce, ci si conversa bene! (A Virginio:) La chiave, ha detto il tuo padrone, la tengo sempre io... (A Egisto:) Anzi, diglielo, da oggi funziono io da padrone... che i quattrini li prendo lo...


EGISTO


(contrariato): Si, si... ma state attenti...


CHICCHIGNOLA: Ci controlleremo l'uno con l'altro...


MARCELLA


(salutando): Si fa tardi... Arrivederci...


EUGENIA


(a Chicchignola): Arrivederci! (Lo bacia. Volgendosi poi a Lalletta:) Ti raccomando mio marito! (Tutti escono meno Chicchignola, Lalletta e Virginio.) _


VIRGINIO


(a Chicchignola): Adesso che il sor Egisto è partito si può sapere che cosa devo fare?


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CHICCHIGNOLA:


Aspetta: adesso te lo dico io quello che devi fare: (Come preso da tristezza:) A me queste cose fanno un male... m' accasciano! (Si getta su di una sedia.)


LALLETTA


(incoraggiandolo): Eh, per una diecina di giorni! (Va alla finestra, saluta i partenti.) Addio, buon viaggio!


EGISTO


(d.d.): Grazie, buona permanenza!


LALLETTA


(si volta a Chicchignola): Salutateli!


CHICCHIGNOLA:


Non posso, di che sono accasciato, affranto, abbattuto...


LALLETTA


(alla finestra): Chicchignola vi saluta! E tanto abbattuto poveretto!


CHICCHIGNOLA:


Si, ha battuto in fronte! (Si accarezza la fronte con una mano.)


EGISTO


(d.d.): Ditegli che stia tranquillo, che alla sera Eugenia penso io!


CHICCHIGNOLA


(amaramente): E che non lo so? (Rivolto a Lalletta) Che c'é da mangiare?


LALLETTA


(risalendo la scena); C'é un uovo sodo einsalata; ma chissà come sarà diventata!


CHICCHIGNOLA:


Quella roba lì la facciamo mangiare a loro, quando ritornano!


VIRGINIO


Si Può sapere che devo fare?


CHICCHIGNOLA


(alzandosi di scatto, energico, quasi aggressivo, completamente trasformato): Adesso te lo dico io quello che devi fare (Mostrando la chiave.) Questa é la chiave della bottega; va giù prendi e porta qui un caciocavallo, un prosciutto sano, con il coltello, cosi me lo taglio da me; due filoncini di pane e un fiasco di vino. Leva i quattrini dal cassetto e portameli. Bada, che io so quanti debbono essere... Poi fra un paio d'ore ti vieni a riprende la chiave! E fai le cose da galantuomo... (miisurandogli il pugno) ...se no finiamo con una ecchimosi!


VIRGINIO


(Sbalordito): Ma io devo fare tutte queste cose?


CHICCHIGNOLA:


Perché? Non ti capacita? Andiamo, muoviti; se non ti va bene a fine mese ti licenzio... (Spinge Virginio malamente verso l'uscita. Virginio, impaurito, prende la chiave ed esce. Con aria soddisfatta a Lalletta) Com'é venuto tutto bene, eh? Hai sentito quello che t'ha detto mia moglie? Che devi prendere il posto suo in tutto e per tutto.. (la carezza).


LALLETTA:


Ma almeno fateli arrivare alla stazione...


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CHICCHIGNOLA    (abbandonandosi ad un' improvvisa e sfrenata allegria l'abbraccia): No, vado di prescia tesoro mio, non é proprio il caso di usare delicatezze...

Voglio arrivare a destinazione prima di loro!... (La stringe, la bacia freneticamente, mentre Lalletta ride senza opporre nessuna resistenza.)

Sipario.

FINE PRIMO ATTO

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ATTO SECONDO

La  stessa   scena   del  primo   atto.   Eugenia   é    a   letto   completamente coperta   dalle   coltri.

Chicchignola ed Egisto giuocano a briscola. Sono circa le undici di sera.


CHICCHIGNOLA


(prende una carta).


EGISTO:


Che cosa hai pescato?! Tu dovresti essere fortunato! Sei pescatore...


CHICCHIGNOLA


Vedi? Quando io vado a pesca qualche allodola porto a casa, ma con te non mi riesce mai di vincere una partita, evidentemente sono fortunato in amore.


EGISTO


(ridendo): Si, si, sarai fortunato in amore ma a briscola non ci sai fare. II giuoco dell'amore una cosa, l'amore per il giuoco un'altra. Se aspettavi a buttare l'asso di coppe ti facevi un carico (Chicchignola ed Egisto prendono le ultime due carte del giuoco della briscola.) Ecco, questo é il tre di denari; ho in mano due briscole; tu non prendi più. Va bene?


CHICCHIGNOLA:


Va bene si, mi dichiaro sopraffatto. Intanto tutte le sere o de riffe o de raffe me te becchi cinque o dieci lire!


EGISTO


(sostenuto): Mi fa specie di sentirti parlare cos'i! Io giuoco una lira tanto per prendere interesse alla partita, se no, non c'égusto Come puoi dire queste cose... eppure mi conosci... Io credo che uomo più disinteressato di me non esista; mi pare d'avertene dato le prove in diverse circostanze...


EUGENIA


(che ancora non si è fatta notare dal pubblico scoprendo la testa dalle coltri): Adesso ti rinfaccia le spese che ha fatto a Chianciano... E poi sapete che vi dico? Questa partita tutte le sere a me non piace affatto; io voglio dormire... (con intenzione a Egisto) le persone bene educate lasciano riposare il prossimo, avete capito? Viziosi, scandalosi... (continuando a borbottare si copre nuovamente).


CHICCHIGNOLA


(autorevole): Eugenia, é iperbolico! (A Egisto:) Quando dico queste parole s'accascia.


EGISTO:


Lascia andare... tanto io non ci faccio caso...


EUGENIA:


Già, lui è un uomo superiore... Però se  ve ne andate mi fate un piacere!


CHICCHIGNOLA


(a Eugenia): Mi pare che potresti essere un po' gentile... (a Egisto:) ...e tu non le dare retta... è una benedetta donna che non pensa mai a quello che dice.


EGISTO:


Si, ma dice quello che pensa... Vorrei vedere te, se mia moglie ti trattasse cosi...


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EUGENIA


Io non penso quello che dico e non dico quello che penso; altrimenti vi dovrei dire che vostra moglie la conosco meglio di voi e non fidatevi troppo delle gatte morte...


CHICCHIGNOLA:


Eugenia, errare è da tutti, ma perseverare nell'errore é diabolico. (Eugenia ha un braccio fuori delle coltri) Metti dentro l'avambraccio... Ficca la testa sotto le lenzuola e finiscila una buona volta...


EUGENIA:


Si, mi metto sotto perché non vi posso più sentire...


CHICCHIGNOLA


Meno male! (A Egisto:) E tu non farci caso, la nostra amicizia rimane inalterata perché qui comando io...


EGISTO


(ironico): Me ne sono accorto, sei veramente energico...


EUGENIA


(inviperita): Chicchignola, ma non ti accorgi che questo cretino ti prende in giro? E adesso non parlo più. (Si nasconde nuovamente sotto le coltri.)


CHICCHIGNOLA


Eugenia, questo tuo contegno 'e fallace. (A Egisto:) Facciamo un'altra partita...


EGISTO:


No, grazie, bisogna che vada a casa.


CHICCHIGNOLA:  Come, mi lasci cosi senza darmi la rivincita? (Prendendo il mazzo delle carte e gettandole ad una ad una sul tavolo fino a rimanere con una sola carta in mano.) Guarda: do’ tutte le carte a te: io gioco con una carta sola.

(Egisto fa cenno di rifiuto.) Eppure hai vinto dieci lire!...


EGISTO


(protestando): Quanto la fai lunga con queste dieci lire!... Ci ripensi come i cornuti...


EUGENIA


(scattando): Hai capito che t'ha detto? Cornuto! Ti tratta da cornuto e tu stai zitto..


EGISTO:


Ma no, signora, ho detto cosi.., per modo di dire!...


CHICCHIGNOLA:


Ma si capisce. lo sono cornuto per modo di dire, non è proprio quello autentico. Perché vantarsi di una cosa non vera... sarebbe vanagloria! Tutto al più un semplice aspirante cornuto, ma non effettivo...


EGISTO:


Sentite, signora Eugenia, io non vi rispondo, perché, in certi casi, chi ha più prudenza l'adopera...


EUGENIA


(seduta sul letto): Ed io vi dico che dentro casa mia non voglio più seccature!


EGISTO:


Eh! l'ho capito e me ne vado alla svelta, tanto più che domattina dovrò alzarmi presto. Parto per Fara Sabina per combinare una partita d'olio e non posso perdere altro tempo... (a Chicchignola) E se avrai bisogno di


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me vieni a bottega, sarò sempre a tua disposizione, più...


ma qui dentro, mai


EUGENIA:


Sai che pena?!... E adesso non parlo più! (Si mette sotto le coltri.)


CHICCHIGNOLA


(severa): Eugenia, questo tuo contegno è eterogeneo! Di questa guisa non si sa dove andremo a giungere! (A Egisto:) Dove vai?


EGISTO:


Vado a Fara per affari.


CHICCHIGNOLA:


Ah, vai a Fara per affari? ...Buoni affari a Fara.


EGISTO


(salutando): Buona sera.


EUGENIA


Buona sera, babbaleo!


EGISTO


(che  si  era  avviato  verso  l'uscita,  ritorna di


qualche


passo


rivolto


a


Chicchignola): Come ha detto, babba ... ?


CHICCHIGNOLA


...leo...


EGISTO:


Ha detto a me?


CHICCHIGNOLA:


Tu come ti chiami?


EGISTO:


Egisto!


CHICCHIGNOLA


E allora il babbaleo sono io... (Egisto esce.) Che maniera di trattare quell'amico comune! Che bella figura mi fai fare! Questo é il compenso per le premure che ha avuto per te ingrata, inconscia... Non capisco come hai potuto trattarlo così


EUGENIA


(indossa una vestaglia, scende dal letto e si dirige sul davanti della scena): Te lo farò capire lo. Quell'amico tuo non mi piace: è appunto quando tu dici che ha avuto delle premure per me, che accorgo sempre di più che è un egoistaccio che non fa nulli nulla, e se tu non ne puoi fare a meno, da oggi in poi l'and trovare a casa sua o a bottega, perché jo qui non cc lo voglio


CHICCHIGNOLA:


E perché?


EUGENIA:


Perché la gente chiacchiera, e sai che dicono?


CHICCHIGNOLA


Che dicono?


EUGENIA:


Che è l'amico mio!... L'hai capito adesso?


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CHICCHIGNOLA


Me l'hai detto sotto metafora, ma l'ho inteso! (C incredulo:) Perché lo vedono con te dicono che è l'amico tuo…figurati che diranno quando lo vedono con me... (ride).


EUGENIA:


E tu ci ridi?


CHICCHIGNOLA


(ironico e scherzoso): Ma lo credo bene, non sei donna capace di farmi un... solo torto... ti conosco troppo; è inutile: tu non hai la glandola dell'infedeltà, non ci crederei nemmeno se lo vedessi... ma per carità... neanche a pensarci! E poi sei l’amica della moglie.


EUGENIA


Ma che moglie! Se lo sanno tutti che è l'amante! E nemmeno è stato il primo!


CHICCHIGNOLA


Davvero?!


EUGENIA


Ti fa tanta meraviglia? Del resto la loro situazione è simile alla nostra:

tutti ci credono marito e moglie e invece...


CHICCHIGNOLA


E invece é meglio cosi. Prima di tuttoperché il matrimonio è la pompa funebre dell'amore... poi nei riguardi della gente sai che ti dico? Male non fare, paura non avere. Egisto è un buon amico; è stato davvero tanto generoso: un filantropo. T'ha portato a Chianciano, t'ha fatto fare la cura, e se sei guarita lo dobbiamo a lui. Mi devi promettere di non fargli più sgarbatezze...


EUGENIA


(leziosa):    Chicchignola    mio,   lo    faccio   per    te!   Ti


voglio


bene!


(Accarezzandolo.) Non voglio chiacchiere sul conto tuo.


LALLETTA


(d.d.): E’ permesso?


CHICCHIGNOLA


Avanti! (Lalletta entra, Chicchignola la guarda con attenzione) Rievochi? (Alzandosi dalla sedia le va incontro e le accarezza il viso.) Pacioccona bella!


EUGENIA:


Che sarebbero queste confidenze?


CHICCHIGNOLA


(finto tonto, a Eugenia): Ti disturba la questione tattile? tattilismo? (Seguitando ad accarezzare Lalletta:) Invece lei contenta quando le frego il cute... (A Eugenia:) Sei gelosa?


Soffri  il

é   tanto


EUGENIA:


Si, sono gelosa.


CHICCHIGNOLA:


Fidati di me come io mi fido di te: facciamo a fidarsi... (a Lalletta:) Che volevi?


LALLETTA:


C’è un giovanotto giù al portone che vi cerca. M'ha detto: fatemi il piacere, se andate su, dite a Chicchignola che c'éLeone che l'aspetta.


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CHICCHIGNOLA


E’ vero, povero Leone, chissà da quant o aspetta!


EUGENIA


Ma non potevi farlo salire?


CHICCHIGNOLA


Macché: un Leone timido, ma coraggiosoper la pesca.


EUGENIA:


Ecco, adesso te ne vai a pescare e chissà quando ritorni. Pure lo sai che la notte non mi piace restare sola.


CHICCHIGNOLA


(sepre più ironico): Ma non te lo avevo detto fin da ieri, che questa notte andavo a pesca? Che colpa ne ho io se sono un po' fluviale? Tu, Lalletta, falle compagnia, indugiati un poco presso di ella, non essere solerte nell'andar via... che se faccio buona pesca ci scappa qualche cosuccia anche per te... (A Eugenia:) E domani mattina alle dieci al massimo starò a casa; tieni la padella pronta, perché lo sai, quando vado a pesca, qualche ciriola la porto sempre. Lalletta dammi gl'ingredienti pescarecci.


LALLETTA:


Dove sono?


EUGENIA:


Di là, in cucina; (Lalletta esce.) Senti Chicchignola, ma sarà vero che vai sempre a pesca? Perché, bada, io non lo faccio capire, ma sono gelosa più di quello che credi. Se sapessi certe volte la gelosia come mi rode...


CHICCHIGNOLA:


E lo so bene che ti rode la gelosia... ma per questa notte non fartela rodere, perché, vedi, anche lo non lo faccio capirema qualche volta mi rbde anche a me. (Nel frattempo Lalletta é rientrata portando l'occorrente da pesca, Chicchignola prende la canna e si infila il cestino a tracollo.) Mia cara siamo intesi: alle dieci a casa, a mezzogiorno fritto di pesce.


EUGENIA:


Addio e buona pesca.


CHICCHIGNOLA


Grazie, altrettanto...


EUGENIA:


Ma che lo vado a pesca?


CHICCHIGNOLA:


Non si sa mai... parlavo della pesca reale: chi pesca bene, chi pesca male... (Si avvia verso l'uscita tenendo sotto il braccio la canna da cui pende il relativo cordoncino.)


EUGENIA


(osservando  che  al  filo  non  attaccato  l'amo,


trattiene


Chicchignola):


Chicchignola, e l'amo? Vai a pesca senza l'amo?


CHICCHIGNOLA


Io l'amo non ce lo metto mai; è il temperamento mio: non ingannare mai nessuno. Se il pesce vo' abboccà, abbocca, se no chi se ne frega! (Esce.)


EUGENIA


(a Lalletta): E tu mi farai il piacere di non fare tanto languidume con mio marito.


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LALLETTA:


Ma che ti sei mossa in testa? Io sono una donna come si deve, e con me non c'è niente da fare, hai capito? Io sono vedova.


EUGENIA


(ironica): Si, e da quanto tempo? E non ti stanchi mai di esse vedova?


LALLETTA:


No.


EUGENIA:


Beata te!


LALLETTA:


Tu giudichi sempre le persone da come la pensi, vero? Addio me ne vado, perché non ho voglia di litigare. (Esce.)


EUGENIA


Ma cosa aspetti ad andartene! (Soddisfatta di aver costretto Lalletta ad uscire.) Meno male, stavo proprio sulle spine: quel poveretto è mezz'ora che sta nascosto su al terzo piano... (Si avvia alla porta d'ingresso, l'apre un poco e chiama:) Pss!... Pss!... (Egisto appare raggiante e baldanzoso.)


EGISTO:


E’ andato via?


EUGENIA:


Si, e stanotte non ritorna, è andato a pesca; tornerà domani alle dieci. (Si abbracciano.)


EGISTO:


Com'é venuto tutto bene, eh!?... Queste sono cose che danno veramente soddisfazione... Che raffinatezze! (Con ammirazione a Eugenia:) Sei un diavolo!...


EUGENIA:


Ma tu pure la parte l'hai recitata meravigliosamente, sei un'eccezione, tesoro mio! Sei astuto, persistente, tenace, contagioso! Se tutti gli uomini fossero come te, non ci sarebbero donne oneste...


EGISTO


(abbracciandola): Allora come premio, posso trattenermi tranquillamente a nanna con te?... (Eugenia fa cenno di assenso. Egisto, nel togliersi la giacca, scorge il portafogli nella tasca interna e lo estrae mostrandolo ad Eugenia:) Sai cosa c'é qui dentro?...


EUGENIA:


Cosa c'è?


EGISTO:


L'incasso del negozio di tutta la settimana... Seimila lire!


EUGENIA:


Ma perché porti con te tutto quel denaro?


EGISTO:


E’ stata una mia astuzia per dimostrare a Marcella che andrò a Fara Sabina per acquisti... Olio... vino... rna quello che più mi interessa d'acquistare... é l'amore tuo...


EUGENIA:


Sei semplicemente delizioso...


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EGISTO


(posa il portafogli sopra il cassettone per abbracciarla freneticamente) Ma tu sei la passeretta deliziosa di Egistuccio suo che gli vuole tanto bene... é vero?


EUGENIA:


Gioia mia.... (Poi, come se un pensiero nuovo attraversasse la sua mente) Povero Chicchignola, pensa quant'è ingenuo! Ieri miha regalato un paio d'orecchini con certe rosette di brillanti che sono un arnore.


EGISTO:


E’ stato un pensiero gentile: sarai contenta, no?


EUGENIA:


Ma che vuoi che m'importi... Certe volte, quando lo vedo così fiducioso, così tranquillo mi fa rabbia... Non é intelligente! A te davvero non la farebbero... Non credo che vi sia un uomo più furbo di te...


EGISTO:


Eh, già, la differenza sta qui: che lui va a pesca ed io a caccia... Il pescatore è un imbecille che comincia dalla punta dei piedi e finisce alla punta dell'amo, il cacciatore invece è sempre audace e qualche volta un eroe...


EUGENIA


Ma dove prendi tanto coraggio?


EGISTO:


Il coraggio me lo dai tu: quando sto vicino a te io non ho paura di nessuno.. (rumore inferno come di passi: controscena di Eugenia ed Egisto che rimangono in ascolto).


EUGENIA


Zitto, sento rumore...


EGISTO


(ostentando coraggio): Che c'è?


EUGENIA


Mi era sembrato di sentir camminare nel pianerottolo... (Va ad ascoltare alla porta.) No, non è niente, mi sono sbagliata... (Ritornando verso Egisto:) Mi vuoi bene?


EGISTO


(stringendola fra le braccia e guardando preoccupato lä porta): Tanto, tesoro mio! Il per te sfiderei qualunque pericolo... (Si sente uno scricchiolio come se forzassero la porta. Egisto s'impaurisce.) Bada, questa volta qualcuno davvero...


EUGENIA


(delusa per la viltà di Egisto): Non temer e, tanto non può essere Chicchignola.


EGISTO:


E chi vuoi che sia?


EUGENIA


(origliando alla porta): Parlano: sono due persone...


EGISTO


(sempre più impaurito): Oh, Dio! Siamo rovinati! Come faccio, dove mi metto? (Si siede vicino al tavolo.)


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EUGENIA

(meravigliata): Ma io non ti riconosco piö. .. Stäi tranquillo: t'ho detto che

non può essere Chicchignola. Sta calmo, tesoro, non  vedi che spaventi

anche me?... Sta buono... non agitarti...

EGISTO

(seduto, quasi paralizzato dalla paura): Ma se io non mi muovo!...

EUGENIA:

Adesso spengo La luce: nascondiamoci lì dietro... (Indica l'alcova, poi

spegne la luce elettrica.) Chissà, quando vedranno che la casa vuota e non

c'è  nulla  da  svaligiare,  abbandoneranno  l'impresa, rna  per  caritå  non

spaventarmi di più... Accidenti che coraggio, mi fai rabbia... non agitarti.

EGISTO:

A me m'ha rovinato l'amore! (Egisto ed Eugenia si nascondono dietro il

letto. Dopo una pausa e ripetuti scricchiolii, appare Chicchignola truccato

con le basette e un naso con dei baffacci, in modo da avere l'aspetto di un

pericoloso malvivente, ha in mano una lanterna elettrica potentissima e

una rivoltella; fuma una sigaretta, Guarda con circospezione intorno a sé.)

CHICCHIGNOLA

(alterando  la  voce  con  un  accento  possibilmente  dialettale,  toscano,

napoletano, ecc., rivolto a Leone che å rimasto fuo ri): Entra, fa svelto:

non c'é nessuno...

LEONE

(un mezzo scerno, costretto dalla miseria a prendere parte passiva ad

azioni  non  conformi  alla  sua  natura  insignificante  e  paurosa.  Appare

timidamente con una corda legata al fianco, un mazzo di grimaldelli e in

mano  una  rivoltella:  è  impaurito):  Non  c'è  pericolo di  niente?  V’é

nessuno?

CHICCHIGNOLA

Cosa vuoi che vada a svaligiare le case quando c'é qualcuno?... Per chi mi

prendi? Ricordati che io sono un artista e non un filodrammatico del

furto!

(io direi un filodrammatico del…)

LEONE:

Sudo freddo...:  Le gambe mi fanno fichetto. Compatiscimi... sono un

povero debuttante, vedrai quando avrà la tua età e  la tua esperienza!

CHICCHIGNOLA:

Non avrai il tempo di fare delle esperienze, perchè vai avanti con questa

fifa starai sempre in galera... E adesso basta con le chiacchiere: tira fuori

il  mazzo  delle  chiavi,  scassa  quel  comò  e  smiccia  s e  dentro  c'é  il

malloppo...

LEONE:

Se facciamo un colpo buono prendo moglie; mi sposo a Misha, la donna

serpente...

CHICCHIGNOLA

Bravo cretino, cosi ti sistemi definitivamente. Non è questo il momento di

pensare al matrimonio... Non ti fidare troppo delle donne... (amaramente)

..io ne so qualche cosa...e se non avessi avuto il serpente della donna, forse, a quest'ora, sarei ministro delle Finanze... (Guardando sul cassettone.) A proposito di finanze, ecco un portafogli. (Prende il portafogli che si trova sul cassettone.) ...E tu, che hai trovato?

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CHICCHIGNOLA:


Vieni qua, baccalameo, dammi le chiavi; io, senza grimaldelli e senza chiavi ho trovato un portafogli...


EGISTO


(da dietro il letto): No!


CHICCHIGNOLA


(mostrando il portafoglio a Leone): Si, cretino, trovato, eccolo... Metti anche in dubbio l’evidenza? Dopo divideremo... Tu avrai il portafogli... Adesso sta attento: ti darò lezione gratis, perché tu prenda amore al furto di gran classe Ricordati che le serrature sono come le donne: qualche volta vuole la violenza, ma é preferibile la dolcezza. (Si avvicina al cassettone e cerca, con la chiave, di aprire una delle serrature.) Vedi, si fa cosi, non si sforza: la chiave falsa deve entrare nella serratura come una cannuccia di paglia dentro una granatina di limone. Succhia tutto quello che c'è, leggermente, dolcemente, delicatamente, senza rovinare i mobili, perché non è roba nostra. E questione di educazione... Fare sempre in modo che il derubato conservi un cattivo ricordo del furto.


EGISTO


(c.s. con un filo di voce): Com'é gentile!


CHICCHIGNOLA


(apre un cassetto): Vedi, qui c'å un paio di orecchini che la padrona non è degna di possedere.


EUGENIA


(d.d. il letto): Perché?


CHICCHIGNOLA


(rivolto a Leone): Perché questa donna ha troppa fiducia nella sua proprietà, hai capito?


LEONE:


Si, Maestro!


CHICCHIGNOLA


(mostrando gli orecchini): Eccoti il regalo di nozze, portali alla tua donna serpente, dille che glieli manda un ladro, le porteranno fortuna. (Consegna gli orecchini a Leone, poi gli getta le chiavi che questi,, non riuscendo a prendere a volo, raccoglie chinandosi.) Va a guardare nell'altra stanza, non aver paura!


LEONE


(chinandosi ha visto i piedi. di Egisto, si rialza e, con un filo di voce, tutto tremante): Maestro! Maestro!


CHICCHIGNOLA


Che c'è?


LEONE


(indicando): Lì, sotto il letto... un paio di scarpe...


CHICCHIGNOLA:


Nuove? (Leone cerca di svignarsela) Leone, vieni qua. Te la vuoi svignare proprio adesso che viene il più bello, il più emozionante... Ci troviamo a tu per tu con un cadavere... (E muove una gamba.)


LEONE:


Ma no, é vivo.


CHICCHIGNOLA:


Quando un uomo si ficca sotto il letto è già mezzo cadavere.


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LEONE


(tremando): Mamma mia, che debutto...


CHICCHIGNOLA


(estraendo la rivoltella): Andiamo giovanotto! Fuori, decidetevi: io non ho tempo da perdere... (spara un colpo).


EUGENIA


(uscendo da dietro il letto): No, non sparate per carità! Portatevi via tutto, ma non ci ammazzate!


CHICCHIGNOLA


(galantemente): Rassicuratevi, signora! Dal momento che vi mostrate ragionevole, sarete trattata con i dovuti riguardi... E il signore non si decide, rimane in villeggiatura?


EGISTO


(impaurito,


tremante,


appare):


Signore,


vi


faccio


riflettere


che


sono


disarmato!


CHICCHIGNOLA


Eccovi una bella revolverata... (spara un colpo) ....Ed eccovi la rivoltella. (Egisto non osa prenderla.) Si, é giusto, sarebbe uno strumento inutile in mano vostra... (Come prendendo una risoluzione.) Basta non perdiamo più tempo... Abbiamo da sbrigare altri due furti prima dell'alba. Presto! (il Leone:) Fuori la corda e legalo ai ferri del letto... Se fa resistenza spara!...


EUGENIA


(disperata): No, per carità... Abbiate pie tà, sono una povera disgraziata, la

colpa è tutta mia: quell'uomo non é mio marito, ilmio amante!


EGISTO:


Si, ma a lui cosa importa?


CHICCHIGNOLA:


Non solo m'importa, ma mi fa nausea... Io in fondo sono un sentimentale, e se vuoi anche un cinico a sfondo morale; E’ vero, allievo?


LEONE:


Si, Maestro. (Si toglie il cappello.)


CHICCHIGNOLA


Sta bene, copriti...


EGISTO:


Ah, voi siete a sfondo morale e fate il ladro?!


CHICCHIGNOLA


E tu, non rubi la buona fede di questo disgraziato marito?


EUGENIA:


No, io non tradisco mio marito, perché non mi ha sposata.


CHICCHIGNOLA:


Ha fatto bene... Se fa becco l'amante, figurati il marito! Ad ogni modo, non é lui che fa le spese del tran-tran domestico?


EUGENIA


Si.


CHICCHIGNOLA:


E allora?


EGISTO:


Ah, no, c'è differenza!


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CHICCHIGNOLA:


Sta zitto, sporcaccioncello... La differenza é soltanto questa: che tu rubi più tranquillamente perché, non essendoci il vincolo del matrimonio, non può intervenire neanche la legge... Hai capito?


EGISTO:


Ho capito che tu sei il più forte, che ti sei preso il portafogli mio e che t'approfitti perché voi siete in due e noi siamo soli.


CHICCHIGNOLA:


Veramente io sono più solo di voi due, perché questi...(indica Leone) ...non domanda di meglio di andarsene.


LEONE:


Volesse il Cielo!


CHICCHIGNOLA:


Allora dammi la mitragliatrice, fila giù al portone e va a chiamare la Misericordia! (Leone consegna la rivoltella.)


LEONE:


Per far che?


CHICCHIGNOLA:


Per portar via i cadaveri... Ora li defungo. (Leone e Chicchignola consegnano una rivoltella ad Egisto.) ...E adesso giacché la prendi su questo tono, tieni questa. E’ carica come la mia... (Fa due passi indietro e si mette nella posizione di chi si vuole battere.) ...Su, avanti, vediamo cosa sai fare?...


EGISTO


(tremante, depone delicatamente la rivoltella sopra il tavolo) Io non faccio proprio niente; la rivoltella la metto qua, perchè veramente io... vorrei andarmene...


EUGENIA


(sorpresa e indignata ad Egisto): E’ meglio che tu te ne vada, perché fai schifo! Se avessi avuto un centesimo di coraggio invece di nasconderti dietro il letto, avresti tenuto testa a questo ladro... (Si volge verso Chicchignola e in tono remissivo:) .. Scusi tanto, signor ladro!...


CHICCHIGNOLA


(fa un inchino per ringraziamento): Già, ma il signore tiene alla sua pelle: é lo stabilimento riunito delle carognerie (dalla strada giunge il suono di una trombetta).


EUGENIA


(al colmo dello spavento): Adesso ci vorrebbe che viene Chicchignola!


EGISTO


(avviandosi): Se Chicchignola, questa volta non mi ci metto sotto il letto...


EUGENIA:


E che fai, vigliacco?!...


EGISTO:


Che faccio?... Me ne vado: e ricordati che questa notte di amore m'é costata seimila lire... E adesso basta. (Si precipita per uscire, mentre. Chicchignola fa esplodere alcuni colpi di rivoltella e fa scoppiare alcuni palloncini toccandoli con la sigaretta accesa.) (implorando): Sta buono... sta buono!... (esce di corsa).


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CHICCHIGNOLA


(va all'interruttore, accende la luce, si toglie cappello, parrucca e basette, naso e baffi finti): Che te ne pare di questo scherzetto?...


EUGENIA


(terrorizzata): Sei tu?


CHICCHIGNOLA:


Già, sono io... Hai paura che mi sba gli con qualche altro?


EUGENIA:


Sei tu?


CHICCHIGNOLA:


Io... il babbaléo, l'idiota, l'imbecille, l'ingenuo, il cornuto l'amante, il marito, il ladro... Vedi quante cose sono io?... Tu invece sei una cosa sola: sei una sgualdrina! (Cerca di afferrare Eugenia per un braccio, ma questa gli sfugge.) Non aver paura, non ti tocco! Quando un uomo fa quello che ho fatto io, non mette le mani addosso ad una donna. Certo, tutto questo non ti pare verosirnile, ti sarebbe sembrato più logico che io fossi sempre stato derubato e becco, perché, secondo te, non sono furbo... Infatti ho la fortuna di non essere furbo e la disgrazia di essere intelligente. Fanno più male i furbi al mondo che i cattivi... Perché contro il cattivo ti difendi, ma contro il furbo no! E tu sei furba, e quello che è scappato é più furbo di te... Già, quello che scappa é sempre furbo... T'ho voluto però dimostrare che quando voglio so diventa re intelligentissimo... E vedrai col tempo quanta ricchezza di fantasia e d'immaginazione sta dentro questo cervellaccio di venditore ambulante di lingue di Menelik e palloncini... E tu, intanto, diventerai sempre più furba...


EUGENIA:


Io non so più quello che devo dire; hai ragione: ammazzami…


CHICCHIGNOLA:


T'ammazzi da te! Io mi difendo in altro modo: col ridicolo, l'umorismo, il grottesco, la buffonata; non importa come, basta sapersi difendere. E quanto mi costato organizzare questa difesa... Ma senza tragedie: non voglio la solita patente di amante disgraziato col relativo processo, il danno, le beffe e magari and qualche giorno di galera...


EUGENIA


(implorante): Perdonami, non ti avevo compreso: adesso ti vedo per la prima volta; la vigliaccheria di quell'altro mi ha fatto capire quanto vali tu!


CHICCHIGNOLA:


Ma ci voleva quell'altro per fartelo capire?! Sicché nell'umanità, un galantuomo si dovrebbe portare dietro un farabutto come pietra di paragone, per far notare la differenza... E io cosa ne ricavo? Niente, perché questo tuo riconoscimento me lo sono comprato a prezzo delle mie umiliazioni e delle mie sofferenze! Anche a costo di diventare lo zimbello di fronte a me stesso; perché poi davantia te non conta.


MARCELLA


(d.d.): E permesso?


(Eugenia ha un moto di sorpresa e fa per avviarsi alla porta.).

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CHICCHIGNOLA


(trattenendola): Zitta, non ti agitare, non far capire niente. Io ho imparato tante cose da te, adesso impara tu qualche cosa da me. E’ inutile far sapere le miserie nostre agli altri. Reggi il gioco, cosi come l'ho retto io per tanto tempo... (Si avvia per aprir la porta.) Questa adesso me la sistemo io...


MARCELLA


(d.d,): Permesso?


CHICCHIGNOLA


(dolcissimo): Avanti!


MARCELLA


(completamente ristabilita, fresca, giovane, colorita, vestita elegantemente. Entrando timidamente): Scusate il disturbo, venivo per domandarvi se avete visto Egisto...


CHICCHIGNOLA


(a Eugenia): S'é visto Egisto?


EUGENIA


No, non l'ho visto.


CHICCHIGNOLA


(comico): Ma guarda Egisto che non s'é visto!... (a Marcella:) ...Scusate, ma come poteva venire qui, se doveva partire per Fara Sabina?


MARCELLA:


Veramente, so che siete tanto amici, e ho pensato di venir qui, perché s'è portato via la chiave di casa: io ho chiuso bottega ma per entrare a casa non so come fare...


CHICCHIGNOLA:


Poco male... (Prendendo il mazzo di chiavi che è rimasto sul tavolo e mostrandolo a Marcella:) Qui c'é un mazzo d chiavi:volete che fra queste mappe di chiavi, non si trovi una mappetta buona per aprire la serratura a voi?


MARCELLA:


Mi farete un gran favore... Eugenia, a te non dispiace?


EUGENIA


(come inebetita): Che vuoi che ti dica...


CHICCHIGNOLA:


Ma se me lo stava dicendo adesso d'andare a prendere una boccata d'aria; é vero, Eugenia?. Ha tanta fiducia lei...è una fiduciaria!..


MARCELLA:


Allora andiamo?!...


CHICCHIGNOLA


(a Marcella): Andiamo... (e si avvia).


EUGENIA


(trattenendo Chicchignola): Senti una parola…. (Marcella esce.)


CHICCHIGNOLA:


Che vuoi?


EUGENIA


(supplichevole): E adesso come mi lasci? Almeno dimmi quello che devo fare... Tu non lo crederai, ma ora mi sento male davvero, mi sento tanto male qui... (si contorce tenendosi le mani sul lato destro).


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CHICCHIGNOLA:  Al fegato? Ci credo; ma c'è rimedio a tutto... (Estrae dalla tasca il portafogli di Egisto.) Guarda la provvidenza! Qui dentro c'é il danaro del tuo vero amante... approfitta di questa fortunata combinazione, parti immediatamente per Chianciano!... Non c'é tempo daperdere, dai retta a me. Vattene a Chianciano, con una cura energica guarirai! ... (Getta con disprezzo il portafogli in sena a Eugenia, che si abbatte su di una sedia singhiozzando; poi sdegnosamente esce sghignazzando, per nascondere la sua grande sofferenza,)

Sipario.

FINE SECONDO ATTO

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ATTOTERZO

La stessa scena con qualche evidente modificazione che migliora l'ambiente. Ora la stanza ha l'aspetto di un moderno laboratorio di giocattoli. Al soffitto sono sospesi palloncini multicolori; alle pareti sono appoggiate mensole con sopra giocattoli, modelli in cartapesta di bambocci, bambole di stoffa. Da un lato una tela su cui è abbozzato un disegno di una bambola perfida, dagli occhi smisuratamente grandi e azzurri; su di un cavalletto altra tela con soggetto appena accennato di giocattolo moderno, preferibilmente istruttivo: un meccano o una ferrovia a vapore. Chicchignola è alquanto trasformato: ha maggiore finezza nel vestire e nel portamento. Sta lavorando intorno ad un giocattolo automatico. Entra Marcella vestita con qualche eleganza.


MARCELLA:


Sei solo? Hai dato libertà alle maestran ze?


CHICCHIGNOLA:


Fai dell'umorismo? Non lo sai che alle sei e mezzo se ne vanno tutti?


MARCELLA


E tu ancora lavori?


CHICCHIGNOLA:


Non lo vedi?!


MARCELLA:


Seguita, seguita pure...


CHICCHIGNOLA:


No, ormai basta; passo soltanto una mano di vernice poi ho finito.


MARCELLA


(guardando il disegno della bambola): Anche questo l'hai fatto tu?


CHICCHIGNOLA:


Già, l'ho fatto io: ti meravigli sempre perché ricordi Chicchignola venditore ambulante di palloncini e lanternoni. Ma io avevo studiato anche il disegno; a quell'epoca non mi serviva e me l’ero dimenticato, ma poi ho saputo sfruttarlo al momento opportuno. Impara l'arte e... il resto non te lo dico perché lo sanno tutti.


MARCELLA:


Bravo davvero! Questo disegno é propriobello!


CHICCHIGNOLA


No, credi a me, non c'è da vantarsene troppo: non è bello, guardalo bene...


MARCELLA:


A me non sembra brutto. Permetti una piccola osservazione, ma può darsi che sbagli...


CHICCHIGNOLA:


Può darsi...


MARCELLA


Gli occhi mi sembrano un po' troppo grandi e un pò troppo blu...


CHICCHIGNOLA:


Hai ragione, ma me li hanno ordinati cosi e cosi li ho fatti. Persuaditi che il novanta per cento della gente che compra ha il gusto antiartistico; diversamente si venderebbe pochissimo... Queste cose riprendono le loro giuste proporzioni attraverso gli occhi del cliente, che appena acquistato


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l'oggetto ne diviene il proprietario e perciò ha su bito l'illusione di vederlo

più bello.

MARCELLA:               Come sei intelligente.... Avresti potuto essere un artista sul serio!

CHICCHIGNOLA:  Forse:  ma  avrei  guadagnato  meno,  perché  la  gente  è  più  disposta  a

comperare giocarelli e scemenzuole anziché oggettid'arte.

MARCELLA:               Io credo che tu sia troppo modesto     ...

CHICCHIGNOLA:   Ed io invece credo di no.

MARCELLA:               Ma allora perché non vuoi riconoscere imeriti che hai?

CHICCHIGNOLA    Appunto  perché  non  sono  modesto.  E  perché  ho  paura  di  diventare

orgoglioso di essere modesto. Vedi, un vero artista non deve mai essere

contento dell'opera sua..... deve sempre pensare con rammarico a quello

che avrebbe potuto fare e non ha saputo fare  ...

MARCELLA:               Oggi tu non sei di buon umore. Vuoi che me ne vada?

CHICCHIGNOLA    (con indifferenza): Fa come vuoi ...

MARCELLA:               Non me lo dire cosi..

CHICCHIGNOLA    Aspetta.... te lo dico in un'altra maniera. (Cambiando intonazione:) Fa

come vuoi        ...

MARCELLA:               Sicché, devo andarmene ...

CHICCHIGNOLA:  Non ti ho detto d'andartene; ho detto: fa come vuoi  ...

MARCELLA:               Già, ma è lo stesso.... Del resto sarà me glio, perché se Egisto arriva a casa

prima di me, sono guai ...

CHICCHIGNOLA    (risoluto): Ma allora non perdere tempo, vattene.

MARCELLA:               Torno domani?

CHICCHIGNOLA    (ironico): Se lo aneli ...

MARCELLA:               Dopodomani?

CHICCHIGNOLA    (c.s.): Se lo ambisci ...

MARCELLA                 (con impazienza): Ma insomma, quando?.... Perché mi tratti cosi?

CHICCHIGNOLA    Ma tu perché mi tratti cosi...... In quelo che dici, c'è tutta la parvenza che

tu   mi   tratti   bene   e   che   io   tratti   male   te:   invece   è  il    contrario,

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nell'espressione delle parole hai ragione tu, ma nella realtà dei fatti ho ragione io. Questo é un gioco che le ragazzine di ntelligenza mediocre a dieci anni lo sanno fare meglio di te: pigliarsi la ragione quando hanno torto. Perché tu sei convinta, persuasa che qui dentro puoi venire quando vuoi, e sai pure che mi fa piacere, ma no signore, devi rovinare tutto con questa inutile paccottiglia: vengo domani... non vengo... ti fa piacere... non vorrei seccarti... Mamma mia, non se ne può più di questa lagna.


MARCELLA


(sentendosi scoperta): Ma allora, mi vuoi bene?


CHICCHIGNOLA:


Si, ti voglio bene! (Pausa. Rimane pensieroso, assorto.)


MARCELLA:


A che pensi?


CHICCHIGNOLA


A niente...


MARCELLA:


Tu pensi a qualche cosa che non mi vuoi dire: lo sapevo che sarebbe finita cosi...


CHICCHIGNOLA


Sei pentita?


MARCELLA:


No.


CHICCHIGNOLA


E allora sta tranquilla e lasciami tranquillo, non domandare mai a nessuno che cosa pensi: tanto l'altro ti risponderà sempre un'altra cosa, e allora se sei un galantuomo, lo costringi a bugia obbligatoria. Il pensiero é l'unica proprietà; tutto il resto non è mai completamente nostro. E poi è così ricco il pensiero. Una cosa la pensi, una la scrivi, una la dici, una la fai, un'altra la immagini, quello che ti sta davanti non capisce niente. E questo patrimonio lo prendi e lo butti al primo che ti capita? A parte poi quello che detto, ci sono cose che a pensarle soltanto sono giovani, belle, simpatiche e snelle: quando poi ti passano per la bocca con la quale mangi e le pronunzi, prendono un cattivo sapore e diventano brutte, antipatiche, pesanti, vecchie...


MARCELLA:


Parli per me?.


CHICCHIGNOLA:


Ma, no, tu sei giovanissima...


MARCELLA:


E tu quanti anni hai?


CHICCHIGNOLA


Dio mio... un uomo alla mia età non pu ò averne più... fa un pò un calcolo... misura la base... moltiplica per l’altezza... So però che molti anni fa ero assai più vecchio di oggi; l'uomo quando rimbambisce giovineggia. Nella vita non ci sono tante età: appe na non si è più giovani si diventa vecchi; poi vi sono dei giovani vecchissimi e dei vecchi giovanissimi. Ma l’età non conta: gli uomini hanno l'età per quello che fanno, per quello ci rappresentano. Pare impossibile poi come in Italia, definire l'età degli uomini e delle donne, sia diventata un'occupazione


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nazionale Non puoi parlare di uno, che Tizio subito domanda: «Quanti

anni avrà?». E Caio: «Adesso te lo dico io quanti a nni ha... ha fatto il

soldato con mio fratello, poi ha preso moglie, si édisunito dalla moglie,

e’  stato  tre  anni  con  un'altra...

Questa  altra  ha  una  bambina...

dico

bambina... adesso sarà una donna...

».. Uffa mamma m ia, che strazio...

MARCELLA:

E io quanti anni ho?

CHICCHIGNOLA:

Non lo so, ma se seguiti cosi diventerai presto mia nonna! (Fa cenno a

Marcella di avvicinarsi. Marcella va verso Chicchignola, che le cinge con

un braccio la vita dolcemeite.)

Dimmi la verità, tu  le capisci

tutte le

scemenzuole serie che ti dico?

MARCELLA

(con tono di chi non ha compreso): Chi sa, forse le potrei capire facendo

uno sforzo: ma non ne ho voglia, mi stanca...

CHICCHIGNOLA

(assecondandola ironicamente): E non ti stancare... Se sapessi quant'è più

bella la donna col cervello est-locanda... Non se ne può più delle donne

intelligenti...

MARCELLA:

Sono stupida, vero?

CHICCHIGNOLA

Non ti puoi lamentare.

MARCELLA:

Egisto pure me lo dice sempre che sono stupida...

CHICCHIGNOLA

E  non  sei  contenta?  E  una  delle  più  grandi  soddisfazioni  essere

considerati stupidi dagl'imbecilli... E il trionfo della propria intelligenza!

Al mondo bisogna augurarsi di non piacere mai a certe persone, perché il

giorno che tu piaci all'imbecille sei rovinato, sei come lui... E adesso

voglio dirti una cosa che pare facile ed è difficile e viceversa. Io ti voglio

tante bene... meno di quello che meriteresti, ma forse di più di quello che

io vorrei. E ora basta: non voglio fare processi all'amore e all'esistenza,

perché questa è filosofia da terz'atto... I letterati ci mettono un po' di

musichetta letteraria che annoia di più, ma in fondo poi è la stessa cosa...

Lasciamo il mondo com'é, tanto né io, né te riusciremo mai a cambiare la

faccia toponomastica... Non pensare a toponomastica, che ti stanchi e

dovresti poi stare a letto una settimana... (L'abbraccia.)

EGISTO

(d.d.):. E’ permesso?

(Marcella riconoscendo la voce di Egisto: anziché allarmarsi fa un moto di gioia.)


CHICCHIGNOLA


Brava, non hai paura, é vero? E cosi rendi la cosa sempre più saporosa... Dammi un bacio... e vattene di là un momento


EGISTO


(d.d. seccato): E’ permesso?


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CHICCHIGNOLA    Ancora un momento, nel tuo interesse! (Marcella entra nella stanza in

fondo, Chicchignola va ad aprire.)

EGISTO                           (rimane    sulla    soglia    della   porta):    Finalmente!    E    che    facevi    di

straordinario?

CHICCHIGNOLA:  Ma... si fa quel che si può.... Avanz ati!

EGISTO:                          Ah, sei un buon amico! Se non mi muovo io, tu non c'é pericolo che ti

scomodi.... Che fai di bello?

CHICCHIGNOLA    Ecco  una  domanda  che  costringe  chiunque  a  rispondere  una  bugia...

Quando un uomo dice a un altro: «che fai di bello?» quell'altro dovrebbe

rispondere:  «faccio questo......... ». (Mostra un giocattolo.) E secondo te

questo è bello? E’ difficile fare il bello: solamente chi possiede molto

spirito critico, sa fare il bello. Io ho sempre sentito dire: «ci vuole altro,

eh, ci vuole altro!». Ma l'ho sentito sempre dire da chi non é capace di

fare assolutamente niente.

EGISTO                           (guardando  la   bambola   già  ammirata   da   Marce lla):   Vedo  che    hai

lavorato            ...

CHICCHIGNOLA    Questo si: ho lavorato  ...

EGISTO:                          Mi permetti un'osservazione?

CHICCHIGNOLA    Eh, diavolo. Hai lo spirito critico! ...

EGISTO:                          Quella bambola non ti sembra che abbia ...

CHICCHIGNOLA    (rapidissimo):  Gli  occhi  troppo  grandi  e  troppo  blu,  invece  di  averli

piccoli e neri.... Questo qui é il tormentone della vita, la mosca cavallina

dell'esistenza. E’ proprio vero che chi non fa deve sempre criticare chi ha

fatto. Io sono sbagliato, ho domandato il permesso di sbagliarmi, e ho

sbagliato... Quegli occhi sono grandi e blu e non se ne parli più. (Perché

sia più efficace, questo discorso deve essere fatto rapidamente e tutto

d’un fiato.)

EGISTO:                          (mortificato): Scusami ...

CHICCHIGNOLA:  Niente: ti compatisco   ...

EGISTO:                          (siede vicino al tavolo centrale): Che fai stasera?

CHICCHIGNOLA    Aspetto che faccia notte.

EGISTO:                          Vogliamo passare la serata insieme?

CHICCHIGNOLA:   Dove?

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EGISTO:


A casa mia.


CHICCHIGNOLA:


Nä.


EGISTO:


Adesso mi hai messo in curiosità: bisogna che tu me lo dica


CHICCHIGNOLA


Ed io non te lo dico...


EGISTO:


Ma non hai il diritto di venire a stuzzicare la mia curiosità. Per poi lasciarmi a becco asciutto...


CHICCHIGNOLA:


A becco...


EGISTO:


Asciutto!


CHICCHIGNOLA


Ah, sei asciutto!


EGISTO:


Ma che zizzanie mi vieni a mettere in testa?...


CHICCHIGNOLA


Non sono zizzanie, sono cornetti!


EGISTO:


Ma finiscila, non fare lo scimunito più di quello che sei! Con chi credi di parlare? Mi conosci poco...


CHICCHIGNOLA


(ironico): Ti conosco, Ti conosco... E sono stufo di conoscerti. E appunto perché ti conosco non ho paura di dire la verità...


EGISTO


(canzonatorio): La verità... E quale sareb be la verità?


CHICCHIGNOLA


Quella nuda, cruda, senza vestirla, senza cuocerla: così facciamo più presto...


EGISTO: .


Ebbene, dilla...


CHICCHIGNOLA:


Io sono l'amante di Marcella!


EGISTO:


Tu?


CHICCHIGNOLA:


Io, si; non crederai che mi sbagli con qualcun’ altro.


EGISTO


(ironico): Mi fai ridere! Adesso perché haifatto quattro soldi hai questo tono dongiovannesco che ti fa più buffo di quello che sei!


CHICCHIGNOLA


Vorrei sapere chi ti autorizza a mettere in dubbio quello che io ti dico...


EGISTO


(ridendo): Sicché tu sei l'amante di Marcella?.


CHICCHIGNOLA


Sollo... Marcella sallo... Per tutta Roma sassi... perché non ci credi?


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EGISTO:


Prima di tutto non ci credo,perché se fossevero non avresti il coraggio di venirmelo a dire; poi, pure ammettendo che Marcella potesse farmi torto, non me lo farebbe certamente con te... (Chicchignola accenna un sorriso fra stupefatto e ironico.)


CHICCHIGNOLA


E perché?


EGISTO


(sempre ridendo): Quanto sei buffo! Ma davvero credi di essere un uomo interessante? (Ironico:) Ti sei mai guardato allo specchio?


CHICCHIGNOLA


(al colmo della gioia): Si. (Lunga pausa.) ...e sono l'amante di Marcella... (si alza, passeggia avanti a Egisto). Ah quanto sono contento, quanto hai fatto bene a dirmi questo! Come accetto volentieri queste belle sassate che mi dai in faccia senza averti fatto niente di male, perché, dato che tu non ci credi io non t'ho fatto niente.. Vedi, questo mi libera da qualunque rimorso. Non c' niente di meglio per mandar via ogni scrupolo. Quello che dici tu un ferro arroventato sull'amor proprio della gente... E come uno spillone conficcato negli occhi di un povero ragazzino che dorme. Senti, ti voglio fare una confidenza... (Si avvicina ad Egisto:) Io sono l'amante di Marcella.


EGISTO


(incredulo, sicuro di sé stesso): Sei un bel tipo! (Si danno dei colpi amichevoli.)


CHICCHIGNOLA


Bada che ti dò il colpo basso.. (Si sc ambiano ancora del colpi: il loro atteggiamento è simile a quello di due animali ch vogliano scornarsi) Finiremo al mattatoio insieme! Mena male che la cosa si é chiarita con soddisfazione da ambo le parti... Allora stasera, per dimostrarti che non ti porto rancore, accetto l'invito e vengo a bere un bicchier di vino alla salute delle cornacce tue...


EGISTO:


Bravo! Anzi; vieni a cena... (Malizioso, sfottente:) Ti piace il capretto al forno?


CHICCHIGNOLA


Tu nomini il capretto perché c'è il doppio senso: il capretto secondo te sarei io... vero?... Che capo ameno... Che mattacchione... Fammi trovare pure una minestrina di cornetti e una fetta di bue brasato... Magari il brasato lo faccio io, al resto ci pensi tu...


EGISTO:


Vuoi pure il formaggio?


CHICCHIGNOLA


Come no? Pecorino.


EGISTO:


E mozzarella di bufala...


CHICCHIGNOLA:


E coda di toro a la vaccinara....(Mostrando un giocattolo con la testa di bue.) Lo vedi il genitore?... (Si avvia verso il fondo.)


EGISTO


(ridendo): Addio, Cornelio!


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CHICCHIGNOLA    (ridendo): Ciao, Mansueto!

(Via. Egisto sta per uscire quando sulla porta appare Eugenia che entra.)


EGISTO


(mellifluo): Come state, signora Eugenia? E’ vediamo. Lasciate che vi dica che vi fate


un pezzo che non sempre più bella,


ci più


affascinante, più elegante... Siete una primavera!


EUGEN]A:


Che belle frasi avete imparato! Mi date l'indirizzo?


(Chicchignola che prevedeva l'incontro, rientra improvvisamente)


EGISTO:


Oh scusa, Chicchignola. Salutavo la signora. Me ne vado subito.


CHICCHIGNOLA:


Ma no, resta pure... Perché tanta solerzia? Indugiati quanto vuoi... Anzi, volevo dirti... prima di venire a casa tua dovrei sbrigare un affaretto di là... Permetti? Vorrei collaudare un giocattolo.


EGISTO:


Ma ti pare...


CHICCHIGNOLA:


Allora mi dai il consenso...


EGISTO:


Ma che m'importa?


CHICCHIGNOLA


Ah, non t'importa niente? Adesso ti pettino io... (Via dal fondo: entra nella stessa porta dove è entrata Marcella.)


EGISTO


(guardingo, sottovoce): Eugenia, Eugenia mia, tu non puoi immaginare quanto ho spasimato da quella maledetta sera... Ero venuto qui con la speranza di trovarti...


EUGENIA


(sprezzante): Che fortuna!... Sai che ti dico? Invece di andare a raspare nel pollaio degli altri, guarda quello di casa tua...


EGISTO:


Non  ti   capisco..   Ma   qui   non    posso


parlare


ed


io


invece


voglio


giustificarmi.. T'aspetto al portone...


EUGENIA


Si, aspettami giù: forse dovrò darti una b uona notizia.


EGISTO


(soddisfatto):  Quanto   sei    buona!   Grazie...


grazie...


(ad


alta


voce


chiamando:) Chicchignola, fa presto...


CHICCHIGNOLA


(d.d.): Er tempo cho ce vo'!


EGISTO:


Io vado...


CHICCHIGNOLA


(d.d.): Ed io... vedo... di far presto!


EGISTO:


Io scappo...


40


CHICCHIGNOLA


(d.d.): Lo so t'ho visto scappare sempre...


EGISTO


(saluta in fretta Eugenia, le fa cenno che l'aspetta al portone ed esce).


CHICCHIGNOLA


(entrando e alludendo ad Egisto): Scappa sempre... come la lepre... Ma la lepre, poveretta, é calunniata, perché io non l'hovista mai scappare e quando prova a scappare, poveraccia, l'ammazzano.


EUGENIA:


Ti dispiace che sia venuta?


CHICCHIGNOLA:


No, mi dispiace che tu m'abbia trovato...


EUGENIA


(energica): Chi c'è di là?


CHICCHIGNOLA


Non assumere questo tono da guardia notturna: tanto con me non attacca.


EUGENIA:


C'é una donna... No sono sicura come sonosicura che qui dentro c'è un odore di profumo a buon mercato...


CHICCHIGNOLA:


Non posso mica proibire alla gente che viene qui di profumarsi come le pare e piace... Sarà l'odore di quello che è uscito..


EUGENIA:


No, non è di Egisto.


CHICCHIGNOLA:


Hai ragione: quello non odora, puzza, anzi no, tanfa... Ma questi sono tutti discorsi inutili: tu con me non hai più niente a che vedere... Ricordo quello che m'hai fatto ma non ti porto rancore. Tu dirai: non mi porti rancore e mi parli così. Parlo così perché il mio amor proprio di uomo me lo impone. Ripeto: non ti porto rancore, anzi, ti sono riconoscente, perché forse per merito tuo sono riuscito a concludere qualche cosa... Chi sa, potevo ancora andare girando a vendere palloncini e lingue di Menelik... Ma basta: di' presto quello che vuoi, perché devo ndar via...


EUGENIA


(indicando la porta in fondo): E «quella» la lasci chiusa lì dentro?


CHICCHIGNOLA:


Quella chi?


EUGENIA:


Quella donna...


CHICCHIGNOLA:


Lì dentro non ci sono donne. ...


EUGENIA


(energicamente): Staremo a vedere. (Si slancia verso la porta di fondo, rna Chicchignola la precede e si mette immobile con le spalle voltate alla porta.)


CHICCHIGNOLA:


Qui non s'entra... Non credere di avere il diritto di venir qui a fare delle smargiassate, perché trovi la porta aperta. Sono io che ti lascio la porta aperta; é come una trappola... ed io sono il formaggio... Sono io che ti ho fatto venir qui, perché voglio che tu veda che grazie al Cielo non sono


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morto di fame e sto meglio di quando vivevo con te e vedendo spero che tu senta. ( un po' difficile però, perché tu appartieni a quella classe di donne che hanno la sensibilità al tanfo.. Tu qui no n hai più nessun diritto vattene perché questa non é più casa tua! (Eugeniasiede su di una seggiola.) Si accomodi!

EUGENIA

(scoppiando

in  pianto):  Vendicativo...

brutta

faccia  da  impostore...

occhiacci  da

falco...  Ancora  non  sei

contento,

non  sei  soddisfatto  di

avermi umiliata in tutti i modi?!

CHICCHIGNOLA:

Tu, me, in un modo solo, ma il peggiore...

EUGENIA:

Sei senza cuore perché lo sai che io soffro!... Là dentro (indica la camera

interna) ...c'é Marcella: quell'altro sta giù al portone, che m'aspetta. Mi fa

schifo, più schifo di te.

CHICCHIGNOLA:

E a me fate schifo tutti e tre.

EUGENIA

Viene a casa tua per cercare di vedermi; m'aspetta giù il conquistatore,

mentre forse la moglie sta là dentro, a rimettersi

il vestito... Come sono

stupidi e vigliacchi gli uomini... Dammi un bicchiere di acqua, non ne

posso più...

CHICCHIGNOLA:  Di Chianciano!... (si alza, va a prendere una bottiglia e un bicchiere, lo

riempie e glielo porge. Eugenia beve).


EUGENIA:


Non avere paura, me ne vado, perché tutto qui mi nausea... (Beve ancora.) Vi disprezzo tutti... Dammi un altro bicchiere d'acqua... (Chicchignola esegue, Eugenia beve.) Il male che t'ho fatto l'ho pagato a caro prezzo... (beve)... m'è servito di lezione, oh, se m'é servito di lezione!. (Chicchignola fa l'atto di offrirle ancora dell'acqua. Eugenia rifiuta.) Me ne vado. (Si alza).


CHICCHIGNOLA:


Non ne vuoi un altro goccetto?


EUGENIA:


No, grazie, mi sembrerebbe veleno!


CHICCHIGNOLA


(fa l'atto di afferrarla in malo modo, ma subito si domina): Magari fosse veleno! Ci sei stata tanti giorni a Chianciano, ne hai bevuta tanta di quest'acqua! A quest'ora saresti morta!


EUGENIA


(quasi in atto di sfida): No, questa soddisfazione non l'avrai. Mi cercherai e non mi troverai... Addio! (Si avvia verso la d'uscita.)


CHICCHIGNOLA


Addio!


EUGENIA


(si volta, credendo di essere stata richiamata: è evidente sul suo volto la

speranza di un perdono): Mi hai chiamata?


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CHICCHIGNOLA:


No, conferrnavo l'addio.


EUGENIA


(con uno sguardo d'odio): Canaglia! (Esce inviperita, Chicchignola siede. Eugenia rientra.)


CHICCHIGNOLA


(fra se: Ci riprova... A Eugenia:) Oh, tu qui!?


EUGENIA


(remissiva): Ti volevo dire ancora una cosa... una cosa che non crederai, ma è la pura verità. Non é una giustificazione che scusa la mia colpa, ma la diminuisce... Tu sei molto intelligente…


CHICCHIGNOLA


(sedendosi): Che Iddio te ne renda merito... Grazie.


EUGENIA:


Se io ti ho fatto un torto non l'ho fatto a te ma ad un altro.


CHICCHIGNOLA


Questo lo puoi raccontare a Pirandello!


EUGENIA:


...perché tu prima non eri quello che seiadesso... La colpa è stata anche un pò' tua che per tanto tempo hai voluto provare l a voglia di mascherarti da uomo insignificante, credendo di fare l'uomo di spirito... Tenevi cosi poco calcolo di me... Adeso decidi tu. (Si avvicina molto a Chicchignola quasi implorando una parola buona: si rassicura an poco per il lungo silenzio di lui che imnpassibile la guarda.)


CHICCHIGNOLA


(alzandosi): Ho deciso... vattene... vattene...


EUGENIA:


Ma si, me ne vado!... (Estrae dalla borsetta il portafogli di Egisto.) Ad ogni modo eccoti questo sporco denaro: riprendilo, io non l'ho toccato, fanne l'uso che credi... (gli getta il portafoglio ai piedi) ...ma ricordati che la vendetta non é stata mai una buona medicina pernessuno... Se sto male io, tu stai peggio, o, se stai peggio... (esce furibonda).


CHICCHIGNOLA


(guarda. il portafogli e invece di raccoglierlo con una pedata lo scaraventa lontano. Fra sé): Ha ragione, purtroppo ha ragione... (si avvia verso il fondo, ma sentendo dei rumori alla porta d'ingresso si volta)


EGISTO


(d.d.): Dove sta... Dove sta? (Entra.) Sei un traditore... sei un Giuda!...


CHICCHIGNOLA


(calmo, carica un giocattolo e lo mette in moto): Che t'é successo?


EGISTO:


E hai il coraggio di domandarmelo?... Sei l'amante di Marcella!


CHICCHIGNOLA


(c.s.): E non te l'ho detto? Te n'hoparlato per un'ora!


EGISTO:


Sei un vigliacco, hai abusato dell'amicizia, della fiducia...


CHICCHIGNOLA


In che maniera?


EGISTO:


Rubandomi l'amante!


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CHICCHIGNOLA


(con tono di sfida, dominando completamente Egisto): E tu non m'avevi rubato la mia?... L'hai saputo adesso e ti affanni tanto; io lo sapevo da un anno e sempre zitto. Tu adesso devi star zitto almeno tre anni... Mi chiami vigliacco tu, che sei il «risorgimento della vigliaccheria»... Io si ti posso dire vigliacco, farabutto, perché tu ti sei approfittato della miseria mia facendoti bello davanti ad Eugenia con i quattrini tuoi grassi di salumi. Ti posso dire vigliaccone, perché, quando là c'era il letto... (indica l'alcova) ...io truccato,, anzi, mascherato da ladro ti ho fatto rimanere a «pecorone» per dieci minuti... e con due colpi di pistoletta, di quelle con cui si mette paura ai cani quando si va in bicilietta, t'ho fatto scappare da qui come un coniglio.


EGISTO


(enormemente sorpreso): Eri tu?...


CHICCHIGNOLA


Ero io,.. Che credevi? A te sempre tutte in «buca»... e io sempre «stecca falla»? «Non andrà sempre cosi - diceva quello che ruzzolava per le scale - dovrà venire il pianerottolo».. Anche se tra te e me non ci fosse stato altro, io avevo tutto il diritto di portarti via la donna solamente per il modo come la trattavi. Non ricordi quando mi venivi a prendere e mi portavi a fare quelle lunghe interminabili passeggiate a uso e consumo della tua vanagloria, e non facevi altro che dirmi d'essere pieno di Marcella fino ai capelli, di non poter vivere eternamente con una donna, che non eri il tipo capace di accontentarti della solita minestra?... Quanti ce ne sono di questi idioti... No, no, non sei solo... molti uomini fanno quello che fai tu... Umliano, per la propria vanità , quelle poverette che hanno avuto la disgrazia di cadere nelle loro mani... queste belle cose poi le dicevi anche davanti ad Eugenia, e sapevi che a certe donne, a quelle col cervello a prezzi popolari, piace e interessa l'uomo «stufarello», l'uomo «consumato», l'uomo «vissuto»... e tu sei tanto vissuto che sei decomposto... Ma mentre tu facevi questo lavoretto da una parte, guarda che t'ho combinato io da quest'altra! Dunque io nont'ho rubato l'amante, sei stata tu che mi hai dato il diritto di fare quello che ho fatto.


EGISTO


(al colmo dello stupore): E lo confessi?


CHICCHIGNOLA:


Si confessa un delitto, una colpa.., la mia é stata una reazione, legittima difesa... Del resto se vuoi soddisfazione, ma sicuro che non la vuoi, sono a tua disposizione.


EGISTO:


Già, adesso ti dò pure la soddisfazione.. .


CHICCHIGNOLA:


L'avevo premesso... Allora non c'è ltroa da fare. Vattene e lasciami in pace.


EGISTO:


Va bene, questo è quello che dici tu: però vorrei sentire il parere di Marcella.


CHICCHIGNOLA:


E’ giusto! Figurati se non trovavi un punto d'appoggio che t'accomodasse la situazione! Tu pensi che io voglia stare in Paradiso a dispetto dei santi.


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Questa é una soddisfazione che ti do subito: del resto, anch'io voglio sentire il parere di Marcella, perché non é molto hiara,c manca di sincerità, ha vissuto troppo tempo con te e deve av er preso del tuo carattere. Cosi avrò un'idea esatta. Adesso la faccio vestire e te la porto qui. (Esce dal fondo. Egisto resta un attimo solo in scena come inebetito.)


CHICCHIGNOLA


(accompagnando Marcella che, nell'avanzare, mostra qualche resistenza):

Non aver paura...


MARCELLA


(guardando Egisto): Egisto!


EGISTO:


Disgraziata!


CHICCHIGNOLA:


Perché ha visto te? (A Marcella:) Hai visto mai gli scemi da vicino?


MARCELLA:


No.


CHICCHIGNOLA:


Eccone là uno... (Indica Egisto.) .. .Questo scemo ciclopico ha avuto la favolosa fortuna di collocare i suoi discutibili fascini fra le sue belle manine, e adesso le bacio, e poi ha fatto tutto perché tu cadessi nelle rnie.


EGISTO


(a mezza voce): Farabutto!


CHICCHIGNOLA:


Parli con te stesso?


MARCELLA:


Non capisco.


CHICCHIGNOLA:


Ho capito, sei stanca... E’ il momento che ti vuoi riposare. Lo prevedevo. Non é una sorpresa: io le sorprese le organizzo sempre prima. Senti: io mi sono liberato da ogni scrupolo; sono diventato il tuo amante per il bene suo... (indica Egisto) per il mio, per il male di Eugenia... Di te non posso dire niente, specialmente adesso... Mi hai fatto questo slittamento, dicendo che non mi capisci. Ma capisci o non capisci, decidi tu...


MARCELLA:


Che cosa devo decidere?


CHICCHIGNOLA:


Prima di tutto, mi vuoi bene?


MARCELLA


(con un filo di voce): Si.


CHICCHIGNOLA:


Sej proprio sicura?!


MARCELLA


(c.s.): Sicurissima


CHICCHIGNOLA


(decisamente): E allora va bene: fin da questo momento sei in casa tua. Levati il cappello, posa la borsetta e saluta il signore... (A Egisto:) Tu ormai la tua parte l'hai recitata; male, ma l'hai recitata;... te ne puoi pure andare.


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EGISTO:


Ma se non m'hai nemmeno dato il tempo di parlare!... Hai detto tutto tu...

hai fatto tutte tu... lo credo d'aver il diritto di dire una parola.


CHICCHIGNOLA:


Si, va bene, dilla questa parola, fa presto, altrimenti vado fuori di me...


EGISTO:


E io?


CHICCHIGNOLA


Tu vai fuori di qui, te l’ho detto...


EGISTO:


(alquanto rassicurato per il contegno tentennante di Marcella): Andrò fuori di qui:quando avrò sentito la decisione di Ma rcella. Converrai che dopo tanti anni vissuti assieme avremo il diritto di dirci qualche cosa, se non altro per sistemare questioni d'interesse!


CHICCHIGNOLA


(leggendo sul volto di Marcella il desiderio di parlare con Egisto): Avete ragione tutti e due... In certi momenti della vita anche persone come voialtri hanno ragione! (A Egisto:) Ma la ragione tua non sta nelle parole sciatte che dici, ma nel silenzio suo: perché, se lei sta zitta, vuol dire che desidera sentirla, questa tua parola.. (Marcella fa un piccolo cenno di assenso.) Va bene, ditevela... Ma almeno,, finito di parlare, mi chiamerai, me l'userai questa finezza, non scappare come lui... Me no vado: non credere che mi metta ad ascoltare dietro la porta: sta tranquilo, non me la procuro quest'umiliazione. (Esce dal fondo)


EGISTO:


Tutto per causa tua... E adesso andiamo, (Si mette il cappello e fa qualche passo versa l'uscita. Marcella resta immobile.) Sei sorda? T'ho detto: andiamo. Non vedo l'ora di liberare la mia vita da un legame che mi disonora. Tutte le spiegazioni te le darò a casa mi a... Ma andiamo! (Marcella si siede. Egisto con tono mena arrogante:) Almeno verrai a prenderti quella po' di roba che t'appartiene: cosici metteremo d'accordo per questa separazione ormai inevitabile.


MARCELLA:


No.


EGISTO:


Me l'aspettavo! Come tutte le donne colte sul fatto hai paura di una spiegazione! Hai paura della tragedia!


MARCELLA:


No.


EGISTO:


Dunque, secondo te, io mi sono meritato l'azione che m'hai fatta?


MARCELLA:


Si.


EGISTO:


Ma allora quel manigoldo t'ha detto tutto?... Ma io ti giuro che fra me e Eugenia non c'é state mai niente...


MARCELLA:


Non m'interessa.


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EGISTO:                          (con voce lagrimosa, tentando di  commuoverla):  Sicché sei  decisa di

farmi dannare l'anima.... Ma lo sai dove vado, se varco quella soglia?..... Lo

sai?... (Mutismo di Marcella.) Allora, la varco? (Si dirige versa l'uscita; di

colpo si ferma.) No, non m'ammazzo. Non perché mi prema la pelle: la

venderei per due soldi se trovassi chi la comprasse: ma perché t'ho fatto

del male e anche morto sono sicuro, sentirei  il rimorso d'averti fatto

soffrire. voglio darti la prova del bene che ti voglio: riparo il male fatto.

Che faccio, invece d'amrnazzarmi?

MARCELLA:               Che fai?

EGISTO:                          Ti sposo ...

MARCELLA                 Buffone!

EGISTO:                          Non mi credi? Che devo fare per convincerti che non posso vivere senza

di te? (S'inginocchia davanti a Marcella.)

MARCELLO                 (alzandosi): Allora siamo d'accordo. Hai detto che mi sposi........ Accetto     ...

Sull'affetto di Chicchignola non m'illudo: no. Ancora non si è dimenticato

di Eugenia... E adesso andiamo prima che ritorni, perché altrimenti mi va

via quel pochetto di coraggio ancora mi resta.

EGISTO:                          Andiamo.... (corre verso la porta d'uscita seguito lentamente Marcella).

CHICCHIGNOLA    (appare dalla porta di fondo): Scappi sempre? Adesso però basta.

EGISTO:                          Lo credo che basta: ha durato fin troppo questa storia, prima d'andarmene

ti ho preparato una sorpresa     ...

CHICCHIGNOLA:  Sarebbe?

EGISTO:                          Ti presento mia moglie.

CHICCHIGNOLA    Ecco  un  bello  sposalizio:  fresco,  spontaneo,  d'amore.  Non  si  poteva

concludere che in questa maniera. (A Marcella) Sono contento, e ti dico,

non senza amarezza, che io già sapevo di non occupa re nell'animuccio

tuo un posto di prim'ordine     ...

EGISTO:                          (interrompendo): Senti, Chicchignola, mi farai il piacere, d’ora in poi,

parlando con mia moglie, di non darle più del tu, e di chiamarla signora ...

CHICCHIGNOLA:  Ma che signora...... sarebbe poco; donna Marcella e relativo baciamano.

Anzi  più  accadono  questi  fattarelli  e  più  vi  sono  baciamani...... Donna

Marcella, lei stata veramente brava; ma brava assai! ...

MARCELLA:               Si, brava e basta.... Non mi domandate più niente, perché non saprei che

rispondervi.... io non so.... non so mai niente.. solamente che la cosa non

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sarebbe durata a lungo... non sbaglio…ci


sarebbe s


tata sempre di mezzo


Eugenia...


CHICCHIGNOLA


(è molto commosso): A quando le nozze?


EGISTO:


Ti manderemo la partecipazione.


CHICCHIGNOLA:


Vi auguro tanta felicità.


MARCELLA


(soffocata dall'emozione): Grazie…


EGISTO


(a Marcella): Andiamo... (Porgendo la mano a Chicchignola, che finge di non vedere il gesto.) Non mi vuoi dare la mano?


CHICCHIGNOLA


La vuoi? (Colla mano sinistra prende la destra che è appoggiata alla spalliera di una sedia e la pone nella mani di Egisto. Ma subito si riprende e gliela porge cordialmente.) Non te la voglio dare così, ma bene: credimi, posso dartela cosi come ti ho dato il cuore, l'anima, il cervello, la donna, l'amore... Scherzando e ridendo t'ho dato tutto. Adesso poi ti dò il resto... Senza sapere dove si sarebbe andati a finire, Marcella ed io, ci siamo divertiti alle tue spalle: tu sei caduto nel tranello, hai creduto in buona fede a quello che t'abbiamo detto, e ti sei inquietato più del necessario... La commedia che abbiamo recitato avanti a te, forse un po' troppo bene - ed è un male recitare troppo bene le commedie perché sembrano vere - l'ho inventata tutta io allo scopo di dare una lezione a quel caratteraccio tuo presuntuoso e vanesio... Gli scherzi più belli sono quelli che durano poco e questo invece é durato troppo... Se tu sapessi quanta fatica costa portare a lungo uno scherzo... (Pausa.) Perdonami, sono un po' commosso, perché sento una specie di rimorso d'avere levato la tranquillità a due persone che si vogliono bene. .. Voi appartenete a quella classe di gente che si vuole sempre bene, qualunque cosa accada... Se non fosse cosi, il mondo sarebbe tutto un «acciaccapisto». Con questo che ti dico spero di levarti dalla mente tutte le bugie che ho detto, tutte le buffonate che ho inventato, sempre per la maledetta mania di voler fare l'uomo di spirito. Ma adesso, per un sollievo della coscienza mia, ti posso giurare, su quanto c'è di più grande, di più bello,di più sacro al mondo, che io non sono stato mai l'amante di Marcella... Lei ti può dire se questo è vero! E stato tutto un «giocarello». Io, nella mia vita, non ho fabbricato che «giocarelli» per fare divertire la gente. E, sempre soffrendo un sacco di piacere, ho fabbricato tante scemenzuole e “gioc arelli”.


EGISTO:


Ma io l'avevo capito!


CHICCHIGNOLA


Un uomo come te non poteva non capire!


EGISTO:


Andiamo! (Marcella esce, Egisto torna indietro.) Senti, Chicchignola, m'hai detto che è stato uno scherzo... Allora hai preso per scherzo pure le seimila lite di quella notte?


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CHICCHIGNOLA    (spingendo con i piedi il portafogli verso Egisto): Anzi quello é stato lo scherzo più bello! Ti serviranno per il viaggio di nozze!

(Egisto raccoglie il portafogli ed esce. Chicchignola cade affranto su di una sedia e si attacca avidamente alla bottiglia di acqua di Chianciano che si trova sul tavolo.)

Sipario

FINE

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