Ci lecchiamo la sarda

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Prefazione

Prefazione

Nei tempi in cui la povertà, faceva da padrona in molte famiglie siciliane, la sarda era il cibo inesauribile per eccellenza! Per evitare che potesse consumarsi, il trucco stava nel mangiare il pane e leccare la sarda, così, ci si saziava di pane, e si conservava la sarda per altri pasti. La famiglia Stoccafisso, una famiglia dei giorni nostri, vive sulla propria pelle il dramma della povertà. Pina, una giovane ragazza, dalla fame tormenta la madre Melina. I creditori, soffocano le loro vite. Melina, spera nello stipendio del marito Cicciu, un calzolaio in via d’estinzione, per mangiare e pagare i debiti. Ahimé! Cicciu non porterà nulla, e la disperazione dei tre aumenta, fino al momento in cui, una lettera che arriva dall’America. Da lì in poi qualcosa sconvolgerà la famiglia, perchè ...

Ci lecchiamo la sarda!

Commedia brillante in due atti di:

Giovanni Allotta

               Personaggi

Ciccio                           capo famiglia

Melina                          moglie

Pina                              figlia

Saro                             compare

Mariella                       moglie di Saro

Zio gerry                      lo zio Americano

Macellaio                     creditore

Panettiere                     creditore

Esattore di banca                          

Postino                        

(La scena inizia con Pina, una giovane ragazza, e Melina, la madre. le due donne fanno le pulizie in casa. La scena sarà misera, nella quale, rispecchia la loro povertà. Ci saranno solo sedie)

PINA

Mamma, sai stanotte ho fatto un brutto sogno!

MELINA

Veramente? Che sono hai fatto, gioia mia?

PINA

Ho sognato che stavo morendo dalla fame! ...meno male che mi sono svegliata in tempo, se no, crepavo! (continuando a fare le pulizie, sbadiglia in continuazione, la madre si stanca)

MELINA

(Infastidita) Smettila di aprirti quella bocca! Mi sembri un ippopotamo! Non mi dire che sei stanca! Pensa, ti sei alzata dal letto, cinque minuti fa!

PINA

Mamma, questo non è il sonno, è la fame! (Pensa) Non facciamo che sto ancora sognando? (Melina va da Pina e le da due schiaffi) Oh, ma ti sei impazzita?

MELINA

Dici che stavi sognando! Mi dovresti ringraziare che ti ho svegliata, se no, morivi di fame, e hai il coraggio di investirmi con queste tue parole, irripetibili! Ah, che gioventù carbonizzata!

PINA

(Dispiaciuta va a baciare la madre) Chiedimi scusa mamma! Mi hai salvato la vita!Ti riconoscerò per tutta la vita! Solo che non ho capito una cosa...mi hai svegliata, ma...ho ancora fame!

MELINA

Ah, sei fissata con  questa fame! Sei insaziabile! Sempre che vuoi mangiare! Se continui così, ti fai quanto una vacca!

PINA

(La ragazza si guarda) Quanto una vacca? Mi hai vista bene? Sto dando l’anima a Dio! Sono muro con muro col cimitero!

MELINA

Ti sembra che io sto meglio? Quando ho fame, vado fuori e prendo una boccata d’aria! (Quasi sottovoce) Quando sono sazia, evito a farla uscire dal culo, per lasciarmi gonfio lo stomaco! Almeno, chi mi vede, pensa che io abbia mangiato un caprone intero!

PINA

(Lagna) Io troppa fame!

MELINA

Oh, non puoi più aspettare! Appena viene tuo padre, mangiamo!

PINA

(Felice) Vero? Che si mangia?

MELINA

Una cosa brutta è una bella!

PINA

Una cosa brutta e una bella? Che vuoi dire?

MELINA

La cosa brutta è, che non so a che ora si mangia! La cosa bella è, non so che si mangia, perché non abbiamo nulla di nulla!

PINA

Che campiamo a fare, ma perché non ci spariamo!

MELINA

Ma perché non ti spari tu! Che abbiamo la vita in società!

PINA

Si lagna, toccandosi la  pancia) La fame, mi sta facendo acidità!

MELINA

Beata tu! A me, mi è venuto il blocco intestinale, della troppa aria che ho nello stomaco!

PINA

(Sbadiglia e si siede) mamma, visto che dobbiamo aspettare papà, ti va di sognare un po’?

MELINA

Non ho sonno! Devo fare le pulizie! Almeno, dovesse venire qualcuno, può dire che siamo morti di fame, no morti di pidocchi! Inizia a dormire tu, quando sarà ora di mangiare, ti chiamo io!

PINA

Allora, posso dormire tutto il giorno! (La invita a lasciare tutto e sedersi) Siediti! Sai, per ora cosa mangerei? Panelle, crocchè, patate, ravazzate, uova strapazzate, frittola, stigliole e un bel po’ di cose mischiate! Poi, spaghetti fiumi, mari e monti! Tre bistecche di vitello con contorno di patate, carote, cipolle, vino rosso, radicchio, pistacchio, insalata bianca, verde e rossa, insalata di mare, melanzane e peperoni! Per dolce: cannoli, cassata siciliana, torta della nonna, coppa del nonno, babà, bigné e un bel caffé! 

MELINA

Lo sai che sua una porchetta? Mi hai fatto venire la fame!

PINA

Ci credo mamma! queste cose, me li posso...anzi, ce li possiamo sognare! E ci tocca stare a dieta!

MELINA

Ci sono genti, che si desiderassero di avere il nostro fisico slanciante(Fa un giro su se stessa, a poco non cade a terra. Pina la regge)

PINA

Lascia stare, stiamo in piedi per forza! Siamo così magre, che quando andiamo a controllo in ospedale, il dottore per farci le radiografie, ci fa mettere controluce!

MELINA

Ti ricordi, ch’è successo l’anno scorso, quando ti ho accompagnate in gita, alle catacombe?

PINA

Certo che mi ricordo! Le persone ci hanno scambiate per due mummie in vacanza!

MELINA

Figlia mia, questa è la vita! Ci tocca, leccare la sarda, per campare!

PINA

Ancora sono piccola io! Se inizio da ora a leccare, che diventerò da grande...

MELINA

...una professoressa di leccamento! (Bussano) Questo deve essere tuo padre!

PINA

Come fai a saperlo?

MELINA

Sento la puzza! (Bussano con energia)

PINA

(Annusa l’aria) Questa non è puzza di famiglia!

MELINA

Allora, chi schifio è? (Bussano ancora più forte) Che gli potessero carbonizzare la punta delle dita, chiunque sia! La porta a terra, mi stanno buttando! (Risponde sguaiatamente) chi è, dietro la porta?

VOCE F. S.

Tua sorella!

MELINA

(A pina) Hai sentito Pina! C’è tua sorella!

PINA

Che dici mamma! non lo sai che io sono orfana di sorella! Quindi si sono sbagliati!

MELINA

Scusate, ma mia figlia non ne ha sorella!

VOCE F. S.

Siamo parenti!

MELINA

Allora non vi apro io! I parenti sono fetenti!

VOCE F. S.

(Si sente vociferare calorosamente) Aprite questa porta! Altrimenti, buttiamo giù anche la casa!

MELINA

(Va ad aprire la porta, guarda e richiude, spaventata) oh, mamma mia! 

PINA

Chi c’è, mamma!

MELINA

Qui fuori, ci sono i creditori! C’è (fa le corna) quel toro del macellaio, e il panettiere! Che facciamo ora?

PINA

Affaccio e gli dico che non siamo in casa!

MELINA

Cretina! Ormai mi hanno vista!

PINA

E tu digli, che non sei tu!

MELINA

Vero? (Le da un bacio) Scusate, io non sono io! Ma voi, a chi cercate?

VOCE F. S.

Cerchiamo la famiglia Stoccafisso!

MELINA

Mi dispiace, la famiglia Stoccafisso, non sta più qua!

F. S.

(Ironico) Scusate, e allora  voi chi siete?

MELINA

Siamo la famiglia...baccalà!

VOCE F. S.

Ah si! Avete il coraggio di scherzare? Se non aprite  questa porta, la facciamo saltare in aria! Uno...due...

MELINA

(Apre la porta) Prego, entrate! (Melina si allontana. Entra il macellaio e il panettiere. Melina con voce sottile, li saluta) Buon giorno!

MACELLAIO

Ma che buongiorno! Questa è una brutta giornata! (Affila il coltello che tiene nelle mani)

PINA

(Impaurita) Ma fuori c’è il sole!

MACELLAIO

Qui dentro, c’è la luna!

PANETTIERE

(Batte tra le mani il matterello) Ho l’impressione, che dentro questa casa non siamo i benvenuti!

MELINA

(Spaventata) Ma che dite! A me casa, aperta a tutti è!

MACELLAIO

Aperta a tutti? Per questo, appena ci hai visti, ce l’hai sbattuta in faccia!

MELINA

Sapete come si dice? Quando si chiude una porta, si apre un portone!

MACELLAIO

Ora basta con questo, scivola lingua! Vostro marito, dov’è?

MELINA

A lavoro!

PANETTIERE

A che ora arriva?

MELINA

Prima che il gallo faccia l’uovo, dovrebbe essere qui!

PANETTIERE

(Alterato) Ho il pane dentro il forno che mi aspetta! Non posso sapere quando il gallo fa l’uovo! Pressappoco, verso che ora?

MACELLAIO

Quando il tuo cervello di porco, fa coccodè! (Nervoso) Possibile mai che non apri il cervello! Quando si è mai sentito, che un gallo facci l’uovo! Questo significa che la signora, vuole prendersi gioco di noi!

PANETTIERE

Allora, vediamo di sbrigarci che ho premura! C’è il pane che mi aspetta! Signora, io avanzo da voi tre e dico tre anni di pane! Mi dovete dare i soldi! Ora subito all’istante, immediatamente presto di corsa!

PINA

Tre anni a tempo di lira, ora che c’è l’euro, un anno e mezzo!

MACELLAIO

(panettiere e macellaio si guardano, ridendo a crepapelle) Ti sembra che sono cretini? Vedi che battute? A madre e figlie, le camminano i pidocchi in testa!

MELINA

Eh no! Le pulizie le facciamo! Siamo morte di fame, ma morte di pidocchi, mai!

PANETTIERE

Non perdiamo altro tempo, ho premura c’è il pane che mi aspetta! Anche se c’è l’euro, non m’interessa! Mi dovete pagare tre anni di pane! Punto e basta!

MELINA

(Con impeto, affronta il panettiere) Ma non si vergogna a venire a domandare i soldi, a due femmine sole e indifese! Le sembra che abbiamo la banca e facciamo  prestito?

PANETTIERE

(Imbarazzato e anche spaventato) Mi scusi signora, è stato un momento di distrazione! Certe volte, si dicono minchiate, senza rendersene conto!

MELINA

Lei prima spara, ammazza e poi gli fa anche le condoglianze! Eh, deve stare attento!

PANETTIERE

(In ginocchio) Signora, mi perdoni! Visto che ho sparato parole a casa, le faccio un regalo, non vi faccio più pagare tre anni di pane!

MELINA

(Madre e figlia sono felici) Vero? (Iniziano a baciargli la mano) 

 

PANETTIERE

Vi faccio pagare...tre anni di panini! Siete contente? (Melina e Pina si allontanano, sputando a terra e pulendosi le labbra) Allora?

PINA

Allora, è stato proprio un bel regalo! Ora, per colpa sua, mi devo fare una lavanda gastronomica nelle labbra! (Continua a pulirsi e sputare)

PANETTIERE

Com’è finita? Sbrigatevi che ho il pane che mi aspetta!

MACELLAIO

(Infuriato, lo prende per il braccio e lo invita ad uscire) Fammi un favore, levati davanti gli occhi miei, già mi stai facendo salire la pressione fino nelle corna!

PANETTIERE

Non me ne posso andare, avanzo tre anni di panini. Però, ho lo stesso premura, perché c’è il pane che mi aspetta nel forno!

MACELLAIO

(Costringendolo ad andarsene) Allora scappa prima che il pane perde la pazienza  e se ne va!

PANETTIERE

E i tre anni di soldi?

MACELLAIO

Ora, me li farò dare e poi ti farò avere i tre anni?

PANETTIERE

E i soldi?

MACELLAIO

(Infuriato lo insegue col coltello per farlo andar via) Non solo che ti faccio il piacere a portarti i tre anni, vuoi anche i soldi!  rompiti le gambe e vattene, che il pane ti aspetta! (Il panettiere scappa via. Il macellaio guarda le due donne affilando il coltello) Quando ci sono questi individui, ne farei tritato!

PINA

(Estasiata come se lo stesse mangiando) Bello è il tritato! Ha da tanto che non ne mangio!

MACELLAIO

Vero? Guarda che non ci sto niente a farne un po’! (Si avvicina alle donne minaccioso) almeno recupero un po’ di soldi!

MELINA

Fermo! Ho capito le sue intenzioni! Il tritato ci fa male alla salute! ora, mi dica quello che vuole!

MACELLAIO

Non lo sapete? Voglio i miei soldi! Se al panettiere dovete pagargli tre anni di pane, con me, si perde il conto! Ah, ma se mi dite che non sapete come pagarmi, io so come riprendermi i soldi! (Affila i coltelli)

MELINA

Oggi, mio marito porterà lo stipendio. Non si preoccupi, che entro che finisce la settimana, le darò i soldi!

MACELLAIO

Ha da cinque anni che dite questa musica! (Ripete a cantilena) “Entro che finisce la settimana. Entro che finisce la settimana” Ora basta! Entro due giorni, voglio i miei soldi! Se non me li fate avere, è meglio che vi sparate prima! Perché, se vi trovo io, vi taglio a pezzi e vi vendo per carne  di porco! Ora vado! Vi raccomando, entro due giorni! (Esce e rientra di sorpresa, facendo spaventare le donne) Entro quanto?

MELINA E PINA

Due giorni! (Macellaio esce. Pina in punta di piedi, va alla finestra e si accerta che il macellaio fosse già andato via)

PINA

Siamo più consumati di quelli che sono consumati! Ora che facciamo?

MELINA

Fammi pensare! (Dopo un istante, con ilarità) Mi è venuta una bella idea!

PINA

Quale madre! 

MELINA

Prendiamo una corda, e ci impicchiamo!

PINA

Mamma, non dire così! Poi la notte mi sogno le parole che dici, e mi vengono gli incubbi in sogno!

MELINA

Amore, per non farti venire gli incubbi in sogno, dormi con gli occhi aperti! (Da fuori si sentirà fischiettare)

CICCIO

(Entra portando in mano martello e chiodi, attorno al collo alcune paia di scarpe) Buon giorno alle mie donne! (Melina e Pina mute) Chi è! Avete perso la lingua?

MELINA

Altro che lingua! Entro due giorni, perderemo anche la testa!

CICCIO

Ti capisco! Anch’io soffro di cerveticale! (Toccandosi la nuca) Purtroppo, per campare devo stare tutto il giorno seduto a riparare scarpe! Quando mi viene il dolore, vi giuro, che se non fossi un uomo con la testa sulle spalle, me la taglierei con tutti i capelli!

PINA

Stai tranquillo papà! Fra due giorni, passa il macellaio e ci farà passare a tutti la verticale! (Facendo segno di tagliare la testa. Ciccio continua a sistemare i suoi attrezzi di lavoro, fischiettando)

MELINA

(Si tocca il petto) Mi sta uscendo il cuore dal petto dallo spavento, e tu fischi?

CICCIO

Prima che poso il martello, gli pianto due chiodi?

MELINA

Smettila! Oggi com’è andata? Dov’è lo stipendio?

CICCIO

Ma quale stipendio! Oramai con la tecnologia che c’è, le persone non se li fa più aggiustare la scarpe da me! Oramai ci sono le scarpe usa e getta! Ha una giornata che guardo le mosche che passano!

MELINA

(Disperata) Mi potevo stare in casa di mia madre, a fare la zitella! Appena quel cornuto del macellaio viene, che gli diciamo? Prima che sia sera o mattina, usciremo da questa casa, con la bara!

PINA

Mamma, sono nella mia stanzetta! Non ti scordare a chiamarmi, prima che t’impicchi! (Esce)

CICCIO

Che ha questa? T’impicchi! Si sente male?

MELINA

è disperata, peggio di me! Prima che tu venissi, mi era venuta l’idea di impiccarmi! Pina, vorrebbe partecipare al mio impiccamento,così anche lei, impara come si fa!

CICCIO

(Si siede, togliendosi le scarpe) Non vi preoccupate! Finché c’è vita, c’è speranza!

MELINA

(Disperata) Ma quale vita e speranza! Poco fa, sono venuti il macellaio e il panettiere, che volevano i soldi! Il macellaio ci ha dato l’ultimatum, entro due giorni vuole i soldi, o ci taglia a pezzettini! (Piange)

CICCIO

Che gente malvagia! Stanno tutti attaccati ai soldi! non pensano che la vita  è un attimo! Dovremmo amarci tutti, senza chiedere soldi alla povera gente come noi!

POSTINO F. S.

Posta! C’è posta per te!

CICCIO

(Alla moglie) Hai sentito? C’è posta per te! Vai a vedere!

MELINA

Per me? Stappati le orecchie! Il postino ha detto, c’è posta per te!

CICCIO

Signor postino, si spieghi meglio, c’è posta per me?

POSTINO F. S.

Si, c’è posta per te!

CICCIO

(Alla moglie) Lo vedi che non è per me! Se fosse stata mia la posta, avrebbe detto, c’è posta per me. Siccome ha detto, c’è posta per te, quindi, alzati e vai!

MELINA

Io sono stanca! Se vuoi, vai ad aprire tu, altrimenti...

POSTINO F. S.

Com’è finita? Per farmi entrare, ci vuole la raccomandazione del papa?

CICCIO

(Aprendogli la porta) Non si incazzi! Prego, si faccia avanti, c’è posto!

POSTINO

Buongiorno! (Fa la faccia schifata) Mih, che puzza! Ma che ci sono cani morti, dentro questa stalla?

CICCIO

No, cani morti, ma calzette scadute! (Gli fa vedere le calze ai piedi, il postino si tappa il naso) purtroppo, quando le ho comprate al mercatino, non ho fatto caso che erano scadute, e quindi...

POSTINO

Mi sta venendo da vomitare l’acido lattico che mi dette mia madre, da bambino! (Si caccia le mosche intorno, intanto dalla borsa prende un pacco e una lettera) Questo è suo! Mi firmi questa ricevuta, così, me ne scappo!

CICCIO

Chi è che mi scrive?

POSTINO

Che ne so io! (Si caccia le mosche) Si sbrighi a firmare, che le mosche mi stanno mangiando! Ma che avete il nido?

CICCIO

Tornando da lavoro, sono passato davanti una moschea, tutte le mosche che stavano lì davanti, mi hanno seguito!

POSTINO

(Sempre più irrequieto) Firmatemi questa benedetta ricevuta!

CICCIO

Ora la firmo! Che premura c’è! Prego, si sieda che le faccio il caffè!

POSTINO

No, per carità! Ho una vita da vivere! Non vorrei che se accettassi, mi verrebbe un tumore stomacale! Allora, me la firmate questa ricevuta?

CICCIO

(Si alza, va nel cassetto ma non trova nulla) Melina, ci sono penne? (Melina dice no) Signor postino un attimo, vado a comprare un chilo di penne e firmo!

POSTINO

(Esaurito) Ho capito! Firmo io, quanto me ne scappo! (Firma) Signori, addio! (Esce di corsa grattandosi)

CICCIO

Mah, non capisco come mai aveva tanta premura!

MELINA

Te lo dico io perché, quel ragazzo, stava morendo dalla puzza!

CICCIO

(Annusa l’aria) Puzza? Io sento buon odore!

MELINA

Senti buon odora, perché il cervello l’abbiamo carbonizzato dalla puzza, oramai si è radicata persino nei capelli! ...Oh, ma che aspetti a leggere quella lettera!

CICCIO

(Apre la lettera e si confonde) Che confusione! Ma che lingua è, arabo? Vedi se ne capisci qualcosa tu! (Da in mano la lettera a Melina)

MELINA

Altro che arabo! Questo è tedesco! Ci vorrebbe un francese per capire queste parole!

CICCIO

Chiama a tua figlia! Lei, se ne intende di lingue! (Sottovoce a Melina) L’altra sera, l’ho visto che faceva ripasso linguistico con un amico!

MELINA

Pina! Pina, vieni qua!

PINA

(Entrando) Sei pronta?

MELINA

Per fari cosa?

PINA

Per l’impiccamento!

MELINA

No gioia mia, mi ucciderò un altro giorno! Ti ho chiamata, perché è venuto il postino e ha portato questo pacco con questa lettera. Siccome è una lettera straniera, e tu, hai più coltura di noi, la potresti leggere? (Le da in mano la lettera)

PINA

(Legge con gli occhi) Ma quale straniera! È italiana la scrittura! Nemmeno l’italiano conoscete!

CICCIO

La colpa non è mia! quando sono nato io, ancora dovevano inventarle le scuole!

MELINA

(Imbarazzata) Invece io...comunque lasciamo perdere! Leggi e vediamo chi ci scrive!

PINA

(Legge dalla lettera) Per la famiglia stoccafisso, dal vostro caro zio Gerry Walker! 

MELINA

(Felice) Che bello! Ci scrive lo zio Reggy!

CICCIO

(Felice) Quello che sta a broccolino!

PINA

Brooklyn! No, broccolino! Si chiama Gerry e no il  contrario, Reggy!

CICCIO

Fregatene! Vai avanti! (Melina e Ciccio si siedono, mentre Pina dinanzi a loro  legge la lettera)

PINA

(Legge) Carissimi  nipoti, vi voglio bene!

MELINA

(Felice) Che bello! lo zio Reggy ci vuole beni!

CICCIO

(Infastidito) Incominciamo! Se ad ogni parola, ci devi fare un romanzo, non finiamo più! Statti muta! (Fa segno a Pina, di proseguire)

PINA

(Leggendo) Mi rivolgo soprattutto a te, mio caro e unico nipote, Frenz!

CICCIO

(A Pina) Fermi tutti! Frenz? E chi è questo cornuto!

MELINA

Tu!

CICCIO

Tuo padre!

MELINA

No, ci sei tu!

CICCIO

Tu e tutta la tua razza!

MELINA

Tu, e la settimana generazione!

PINA

Smettetela! Ti ha chiamato Frenz, perché in America il tuo nome, ovvero Franco, si dice Frenz! (Ciccio annuisce, le fa segno di continuare a leggere) Caro Frenz, ricordi i bei momenti passati insieme a leccare la sarda? Quando ero morto di fame, anche se tu facevi più schifo di me, mi davi coraggio a non mollare mai! Ora, che qui ho trovato la mia ricchezza, non potrei scordarmi di te! Dietro la lettera, troverai un foglio bancario. L’ho compilato in tutte le sue parti.  Compilalo anche tu, soprattutto inserisci il tuo codice di accesso al tuo conto in banca. Porta il tutto in banca, loro sapranno cosa fare. Caro Frenz, dopo di ciò in te riverserò (Il viso di Ciccio si illumina) milioni di milioni di milioni di affetto! Non perder tempo! Corri in banca! Dimenticavo, nel pacco ho un mio caro oggetto, lo do a te con affetto il tuo caro zio Gerry! Fine!

MELINA

In poche parole, lo zio in questa lettera, che voleva dire?

CICCIO

(Entusiasmato) Non lo so! Io ho capito  solo milioni di milioni, di milioni!

PINA

Lo zio in questa lettera ha scritto che, quando era una cosa inutile come  papà, tu gli stavi sempre vicino! Ora, che lui è diventato ricco, ci vuole aiutare, donandoci...

CICCIO

(Felice) Milioni di milioni di milioni!

PINA

Esatto! Però (Esibisce il foglio) Devi mettere in questo foglio, il codice del conto che hai in banca, lo porti in banca e...

MELINA E CICCIO

Milioni di milioni di milioni!

CICCIO

Questo è un colpo di fortuna! Allora è proprio vero che i pigri, hanno più fortuna! Meno male che ogni giorno le persone non si aggiustano più le scarpe da noi, almeno faccio il pigro!

MELINA

(Felice) Questo vuol dire che diventeremo ricchi?

CICCIO

Sfondatissimi!

MELINA

Appena diventiamo ricchi, devo comprarmi una pelliccia di pelle di elefante, vado da quel bufalo del macellaio a portargli i soldi. prima gli do i soldi, poi lo faccio inginocchiare, e mi faccio baciare la mano!

PINA

(Parla come se fosse snob) Poi, prendiamo i camerieri e ci faremo portare colazione a letto, pranzo a tavolo. Ogni sera a cena fuori!

CICCIO

Si, davanti la porta! Sai che non abbiamo balcone! La cena, la si può fare anche dentro!

PINA

(Con aria da snob) Ma papà, a cena fuori, significa ogni sera al ristorante! Tutte ben vestite con diamanti raggianti, dalla testa fino ai piedi! (Prende sottobraccio la madre e sfilano con aria snob) Dove passeremo noi, spegneranno le luci!

CICCIO

Un attimo! Ancora c’è il pacco! Vediamo che c’è di dentro! (Lo apre, ne esce un orologio da tasca) Che bello! Sono allergico agli orologi, ma visto ch’è un regalo dello zio, me lo metto in taschino! Dai, non perdiamo più tempo! Datemi il foglio, che corro in banca! (Si avvia)

MELINA

Aspetta Ciccio! Mentre tu vai in banca, noi due che facciamo?

CICCIO

Continuate a fare i provini, per diventare ricchi. Al mio ritorno, vi farò compagnia! (Bussano) Sentiamo chi è! Andiamo avanti che c’è posto!

COMARE MARIELLA

(Entra insieme al marito. Ciascuno porta una valigia. Sia lei che il marito Saro sono mosci) Buongiorno Compare Ciccio!

CICCIO

Buongiorno a voi!

MARIELLA

Buongiorno comare Melina!

MELINA

Buongiorno comare Mariella! Tutto bene? tutti e due, se non erro, mi sembrate un poco troppo, rincoglioniti!

MARIELLA

Ma quando mai! Vostra impressione! Siamo passati, perché...(Non sa che dire) avete prezzemolo?

MELINA

Mi dispiace comare, ho il petrusino!

PINA

Ma mamma! quello che tu chiami in dialetto petrusino, in italiano è il prezzemolo!

MELINA

È colpa mia, se non ho ne quello in italiano, ne quello in dialetto!

CICCIO

Compare Saro! Tu che sei un rompi...scatoloni che parli tanto, non dici niente?

SARO

Che devo dire compare! La miglior parola, è quella che non si dice!

MELINA

Forza, sediamoci e parliamo! Che vi è successo? E poi, come mai avete queste valigie?

MARIELLA

Siam passati la scusa del prezzemolo, ma in realtà noi...stiamo partendo!

CICCIO

Vero? E dove andate?

SARO

In un altro mondo!

MELINA

Perché, esistono altri mondi?

CICCIO

Cretina! Certo che esistono altri mondi! In tivù, non ha mai sentito parlare del terzo mondo? Loro là stanno andando!

SARO

Ma quali terzo e quarto mondo! Stiamo andando in contro a la morti!

MELINA

Ma che dite compare!

MARIELLA

(Gemente) Si, è vero comare Melina! Non se ne può più di questa vita! Sono più le tasse, che lo stipendio! Poco fa, il padrone di casa è venuto e ci ha sfrattati, perché da due anni non pago l’affitto! Siamo pieni di debiti! (Piange)

MELINA

Comare, non fate così! Anche noi stiamo nelle stessa barca, invece di mangiare carne, beviamo brodo!

CICCIO

E ci lecchiamo la sarda dalla mattina alla sera! Compare, talmente l’abbiamo tanto leccata, che si ci vede la lamiera!

SARO

Anche se la sera, andate a letto senza cena, non c’è nessuno che può venire a buttarvi fuori casa, perché è vostra!

CICCIO

Vedete? Quando eravamo ragazzi, che vi dicevo? “ Compare Saro, invece di pagare l’affitto, fatevi un prestito e fra dieci anni, la casa è vostra!” io l’ho fatto, ed eccomi qua! E voi?

SARO

Chi sputa in cielo, in faccia torna! Ora come ora, non ho nemmeno un euro, per comprare un litro di benzina!

CICCIO

Siete rimasto in panne con la macchina?

SARO

Che c’entra la macchina!

CICCIO

E allora, perché vi serve la benzina?

SARO

Per darmi fuoco!

MARIELLA

(Gemente) Saro mio! Non dire queste cose! A me non ci pensi? Mi lasci sola?

SARO

(Stringendosi alla moglie) Non ti lascio sola! Ci daremo fuoco entrambi!

CICCIO

Ma voi, avete problemi seri!

MELINA

Compare, anche noi abbiamo problemi, ma non arriviamo a tanto! Semmai, prendiamo una corda e c’impicchiamo! Anche perché, non abbiamo l’euro per la benzina!

SARO

Avete ragione! Grazie del conforto! Ora andiamo Mariella! Togliamo il disturbo!

MELINA

Ma dove andate di preciso?

SARO

In mezzo ad una strada, come i cani! A fare i vagabondi! Fino al momento in cui, arriverà la nostra ora...

MELINA

(Li blocca sulla porta) No, non lo posso permettere! Nemmeno ai cani, questa sofferenza! Anche se a noi le cose non vanno tanto meglio, ci stringeremo e ci staremo tutti bene qui!

PINA

Nella mia stanza, ci sono due letti! Potete stare lì! Io, mi coricherò nel divano! (Intanto Ciccio è pensieroso e non bada alle loro chiacchiere)

MARIELLA

Vi ringraziamo di vero cuore, ma non vogliamo dare disturbo! È destino che la nostra vita, si consumi così!

MELINA

Smettetela! E non dite più fesserie! (Aiutata da Pina, tolgono ad entrambi le valigie) Voi restate qua!

SARO

Comare, vi ringrazio che voi insistete, ma non spetta voi decidere! Se l’avesse voluto, me l’avrebbe detto il compare di restare, invece... (Tutti guardano Ciccio che vedendosi guardato rientra in se)

CICCIO

Allora...di come mi sono fatto i miei conti, potete restare in casa mia! vi farò mangiare, fino a scoppiare! Vi regalerò vestiti belli e luminosi, che la centrale elettrica, vi pagherà i diritti d’autore, per prendere la vostra luce!

SARO

Che schifo dite compare!Chi è, dalla troppa fame, vi siete mangiato il cervello?

MELINA

È vero compare! Prima che voi arrivaste, arrivò una lettera da broccolino, da parte di suo zio Reggy!

PINA

Mamma! Sei ritardata psicologica! È arrivata una lettera dall’America, di preciso, Brooklyn! Da parte dello zio Gerry Walker!

SARO

Quello che non ho ancora capito, che c’entra tanto questo con il mangiare tanto e i vestiti luminosi?

CICCIO

In America, vi sembra che sono tutti morti di fame come noi? Altro che leccare la sarda, lì si mangia caviale arrostito, ossobuco di calamaro, culatello di aragosta! Gli Americani, i soldi non hanno dove metterli! E mio zio, me ne sta mandando un po’ a me!

MARIELLA

E allora?

MELINA

Allora? Grazie allo zio Reggy, anche noi avremo soldi a palate! Così, aiuteremo anche voi, regalandovi una casa, che dico una casa, una casona a dieci stelle!

SARO

(Abbraccia la moglie) Hai sentito amore! Questo vuol dire che non c’è più bisogno di morire! Da oggi si campa, grazie allo zio Reggy!

PINA

Gerry! Si chiama, Gerry!

CICCIO

(tutti insieme fanno un hippy hippy urrà, per lo zio Gerry) Scusate, io vado in banca! Voi continuate a ringraziare lo zio! (Gridando) Per lo zio Gerry!

TUTTI

Hippy hippy urrà! (Ciccio esce e loro continuano. Piano piano, cala il sipario)

Fine primo atto

Secondo atto

(Stessa scena del primo atto. Ciccio e Saro, sono seduti silenziosi. L’eccesso di sbadigli, evidenzia la loro noia. Dopo un po’ si sente un ronzio, i due inseguono una mosca fino ad ucciderla, con le mani)

SARO

Io, io l’ho ammazzata!

CICCIO

(Guarda la mosca a terra) Ma che dici che l’hai ammazzata tu! Ancora è viva la mosca! (La schiaccia col piede) Ora è morta! Punto mio!

SARO

(Innervosito) Ma quale punto tuo! La mosca quando è caduta, era già morta!

CICCIO

Ma che morta! Ancora nelle ali, gli batteva il cuore!

SARO

Se muoveva le ali, perché c’era vento! Quindi, l’ho ammazzata io, punto mio!

CICCIO

Compare, non mi fate arrabbiare! L’ho ammazzata io! Sono stato più veloce!

SARO

Veloce? Io, sono partito in quarta per uccidere la mosca, tu, ancora dovevi accendere il computer(Allude al cervello) per capire se dovevi partire, o no! accettate la sconfitta!

CICCIO

Ho capito! Hai vinto! L’importante che non ti fai più nuocere! Allora, quanto stiamo?

SARO

Cento trenta mosche io, settanta tu! Compare, lo devi accettare che io sono più forte, eh! (Vanno a sedersi e attendono che passino mosche. Nell’attesa si annoiano)

CICCIO

Uffa, che noia! Passa una mosca, ogni mezzora!

SARO

Per forza, stiamo facendo una strage di mosche! Guardate a terra, quante ce ne sono!

CICCIO

Però, pensandoci bene, è un peccato a far perdere tutta questa carne! Che dici, li mettiamo nel sugo?

SARO

Secondo te, c basteranno per tutti, o ne ammazzo, un altro po’ di chili?

CICCIO

Ci bastano! Poi, la troppa carne, ci fa venire il polistirolo in testa! A terra, ci sono due cento mosche. Siamo cinque. Quaranta mosche a testa e mangiamo da porci!

SARO

Aspettami, vado lì dentro e dico alle femmine, che preparano il sugo con aglio e olio! Tu, intanto inizia a prenderli! (Sta per avviarsi)

CICCIO

Compare! Ma dove vai, vieni qua! Ma voi pensavate che io dicessi la verità?

SARO

Ah, perché scherzavate? (Ciccio annuisce) Compare, dalla fame che ho, mi mangerei una insalata capricciosa, di formiche!

CICCIO

Vero che siamo morti di fame, ma arrivare a mangiare le mosche, e da cannibali! (Sbadiglia, guarda l’orologio da taschino) Porca miseria! Sono le dodici e mezza! (Urla) ehi, com’è finita? Arriva il pranzo, o no?

MELINA F. S.

È pronto! Arriviamo!

CICCIO

Sentito? Mettiamoci comodi, che stanno arrivando? Chissà, che mangeremo oggi!

SARO

(Con ironia) Mah, non riesco nemmeno ad immaginare! (Si accorge dell’orologio di Ciccio) Minchione che bel orologio! Ma in quale contenitore della spazzatura, l’avete trovato?

CICCIO

Ueh, porta rispetto! Questo orologio, è un regalo di mio zio Reggy, l’americano! Vedi com’è bello? (Sottovoce) Ti confido una cosa, lo tengo, perché è un regalo dello zio, a me, gli orologi non piacciono!

MELINA

(entrando, Melina porta una pentola, Mariella porta piatti e bicchieri, Pina porta il vino. Le donne, apparecchiano sulle sedie, perché sono in assenza di tavolo) scusate il ritardo, ma ci siamo messe a parlare di cose serie, e il tempo è volato!

CICCIO

(Con tirannia) vorrei sapere, quali sono per voi le cose serie, visto che le donne avete i capelli lunghi, e il cervello corto! Non pensate che i vostri mariti, stanno morendo di fame!

MELINA

(Assume la stessa autorità) Stai zitto! Vorrei vedere se dentro una casa non ci fosse una donna, cosa riuscireste a fare voi uomini. Niente di niente!

CICCIO

Senti cara, vedi che noi maschi, siamo il seme della terra! Senza di noi, voi donne ve ne potreste stare appoggiate al muro, a sventolare ... (Mima uno sventagliare con le mani, nelle parti basse)

MELINA

I maschi siete buoni solo per una cosa, per pisciare al muro!

MARIELLA

Comare, lasciate perdere! Tanto con loro, è fiato sprecato!

SARO

(meravigliato di ciò che dice la moglie, assume autorità) oh, ma che c’è la rivoluzione delle femmine! Guardate che il maschio in casa, è maschio! E la femmina, si deve fare la femmina!

MARIELLA

(assume autorità) Oh, non puoi pretendere che io ti faccia la schiava! Anch’io ho il diritto di dire, quello che voglio dire! Le femmine, oramai, abbiamo la parità!

SARO

Compare, avete sentito? Dice che le femmine hanno la parità! Mariella, io ti obbligo a stare muta, e non farmi salire le calorie, perché quando mi arrabbio, non sono più bravo!

CICCIO

La televisione vi sta rovinando! Vi mette in testa sta fesseria di parità! Ma quale parità e parità! La femmina deve avere occhi, ma non deve guardare. Orecchie e non deve sentire. Bocca e (Accentua il tono di voce) non deve, dico, non deve parlare!!!

MELINA

A tutti e due, se non imparate l’educazione con noi che siamo le vostre mogli, e capite che in casa siamo noi che comandiamo, vi faccio andare a letto senza mangiare! (Ciccio e Saro si guardano, poi si toccano lo stomaco e rivolgendo dolci sguardi alle mogli, si avvicinano per baciarle. Ciccio si scorda, torna a baciare anche la figlia. Entrambi si siedono)

SARO E CICCIO

(Si scusano con una misera voce quasi da bambini) Scusate, non lo facciamo più!

PINA

(Ride) Sembrano due bambini d’asilo! (Le donne ridono) 

MELINA

(La tavola è apparecchiata) Allora, siamo pronti per mangiare? (Tutti dicono Si) le mani ve li siete lavati? (Mariella e Pina dicono si, Saro e Ciccio si girano di lato, si sputano tra le mani e poi, dicono si) In piedi per la preghierina!

TUTTI INSIEME 

Signore Gesù, ti ringraziamo sempre più. Anche oggi ci doni da mangiare, tutto questo ben di Dio, da leccare. Fai che, ci faccia  profitto, se nò acidità ci farà l’appetito! Facci arrivare fino a stasera, facci il regalo di morire con la pancia piena. Grazie Signore Gesù, ti ringraziamo sempre più!

MELINA

(Tutti prendono posto. Melina apre la pentola e dona ad ognuno una sarda) Datemi i piatti, che vi do la sarda! (Ognuna prende la propria sarda)l’abbiamo tutti? (Tutti dicono si) Buon pranzo! (Ognuno  lecca la propria sarda, seduto sulla propria sedia)

SARO

(A Ciccio sottovoce) Oh, meno male che dal mangiare, mi dovevi far scoppiare la pancia! Vero sto scoppiando, ma di fame!

CICCIO

(Sottovoce) Sono passati due giorni da quando ho sbrigato i documenti in banca, come mi scrisse mio zio! Devi stare tranquillo, e devi aspettare! Ci vuole il tempo, prima che i soldi arrivano!

SARO

Dove stanno arrivando sti soldi, dall’America!

CICCIO

Precisamente, broccolino!

MARIELLA

(Scorge i due che chiacchierano) Vi state facendo il rosario, tutti e due?

SARO

(Leccando) Gli dicevo al compare, che talmente è buona questa sarda, che mi pare peccato a leccarsela!

MARIELLA

(Allunga la mano per prendere la sarda del marito) Dammela a me, che ci penso io a farlo il peccato!

SARO

(Ritrae il piatto per non farlo prendere dalla moglie) Togliti le mani da qua, ho te le faccio cadere con tutte le unghie!

CICCIO

(Leccando la sarda) Porca miseria!

MELINA

Chi è Ciccio!

CICCIO

Talmente sono fortunato, che mi è ricapitata la stessa sarda di ieri sera!

SARO

Come fai ad esserne sicuro? Le sarde, sono tutte uguali!

CICCIO

Ne sono sicuro! (Esibisce ai commensali la sarda) Guardate qua! Talmente l’ho tanto leccata questa sarda, che si vede il telaio e la matricola!

MARIELLA

(Prende in mano la sarda di Ciccio, la osserva) Compare, ma ci vedete? La sarda ha due lati! Se voi leccate sempre di un lato, mi pare giusto che la portata a lamiera! (Evidenziandogliela negli occhi) Lo vedete? Ancora da questo lato, c’è carne, da poter leccare un altro mese!

CICCIO

(Imbarazzato) Scusate, ma non me ne ero accorto! Grazie a voi comare, ho scoperto il lato B della sarda! Sono sempre stato abituato a leccare di un lato, non appena vedevo la ruggine, l’ha buttavo!

PINA

Peccato! Quanto ben di Dio!

CICCIO

(Prende la bottiglia del vino e si riempie il bicchiere, poi invita Saro) compare Saro, datemi il bicchiere che vi do, un bel po’ di vinello!

MARIELLA

(Saro avanza il bicchiere per riempirlo, ma la moglie lo ferma) Aspettate compare! Non mettete vino a mio marito, che non lo sopporta!

SARO

Zitta! Supporto a te, che sei peggio di una suocera inviperita, e non devo sopportare il vino? Zitta e lecca! Mettimi il vino nel bicchiere Ciccio!

CICCIO

(Non sa che fare. Mariella si altera) Ah si! Per me, puoi bere! Ma, se ti dovessi sentire male, non pensare che io mi interessi a chiamare i pompieri! Per me, puoi restarci secco!

SARO

(Nervoso) avete sentito che mi ha detto, questa viperaccia velenosa!

MELINA

Compare, non sbagliate a parlare! La comare, ve lo dice per il vostro bene!

SARO

Ma quale bene! mi proibisce di bere un bicchiere di vino, in compagnia!

CICCIO

(Tra se) Ma sono pazzo che ho preso questa bottiglia di vino!

SARO

Compare, versate il vino nel bicchiere, forza!

MELINA

Comare, perché non glielo lasciate bere un bicchiere di vino! Con la carestia che abbiamo, pensate che domani si può permettere più di berselo? no! 

MARIELLA

L’altra volta, si è bevuto un bicchiere di vino a casa dello zio Turi! Comare, appena è entrato dentro, non vi dico quello che ha fatto! Si è strappato la maglietta e si è appeso al lampadario, urlava come un matto, diceva che era tarzan! Mi capite ora, perché non voglio?

CICCIO

Ho capito! Tieni questa bottiglia Pina, valla a posare! Non vorrei che il compare, bevendosene un poco, poi dovrei andarlo inseguendo per i lampadai di casa! (Pina va a posare il vino, fuori scena e rientra)

SARO

(Adirato) Te ne approfitti?

 

CICCIO

Ma quando mai! Sapete che io scherzo! Per me, potete fare king kong! Però, per sicurezza, vino non ne bevete!

SARO

(Pacato) Te lo puoi permettere di scherzare, ormai sei mio compare! Ti ricordi quando eravamo ragazzi?

PINA

Che facevate da ragazzi?

SARO

Quando ero ragazzo io, nessuno mi poteva dire, togliti da qua, mettiti là, che già succedeva una guerra! Con tuo padre, ci litigavamo spesso!

PINA

Chi li prendeva?

SARO

Tuo padre!

CICCIO

Si, però devi ammettere che non ti massacravo io, perché mi facevi pietà!

SARO

Si si ...! Eravamo diversi, ma così diversi, che anche i nomi abbiamo diversi! Lui Ciccio, io Saro!

CICCIO

Ha fatto la scoperta dell’America!

SARO

Te lo ricordi compare? Io ero il cane, tu il gatto! Io il cattivane, tu il minchione!

CICCIO

Ueh ueh! Hai mangiato grasso? Non fare lo stronzone! Ora, ti voglio dire una cosa, tu lo sai perché ti ho scelto come compare di matrimonio? (Saro dice no) Perché, abbiamo una cosa in comune!

SARO

Cosa abbiamo in comune?

CICCIO

Quella,...di leccarci la sarda! (Tutti ridono)

MARIELLA

Questa è proprio bella!

MELINA

Ma di dove li prendi queste battute, dal sacco? (Bussano)

CICCIO

Sentiamo ci schifio è, all’ora di mangiare! (Va ad aprire la porta. Nel veder  chi è, indietreggia lentamente, ed entrano in casa il macellaio e il panettiere che tiene in mano uno sfilatino lungo. Pina, Melina, Mariella si abbracciano impaurite) Buongiorno!

MACELLAIO

A quello che vedo, c’è una riunione! Che riunione è, di gabinetto? (Ride amaramente)

MELINA

Cerchiamo di eleggere uno stronzo! Lei ha impegni?

MACELLAIO

(Il panettiere si scompiscia dalle risate, il macellaio imbestialito gli da un calcio nel sedere) cerchiamo di scherzare poco, se no, oggi finisce male! anzi, a proposito, che giorno è oggi?

SARO

Un giorno più di ieri, e meno di domani!

PANETTIERE

(stizzoso) Non cominciamo a fare gli indovinelli! Ho premura! Vedete questo pane? Glielo devo portare alla signor Toccamela! Quindi, sbrighiamoci!

MACELLAIO

(Indicando la lunghezza dello sfilatino) A voglia di toccare che ha la signora! Comunque, torniamo a noi! Le signore lo sanno quale era il nostro accordo! Entro due giorni...vero?

MELINA

Vero! Ma due giorni, non sono ancora passati!

MACELLAIO

Come non sono passati! Sono venuto qui lunedì, oggi è mercoledì! Quindi, sono passati due giorni!

PINA

Mi scusi, il giorno termina a mezzanotte! Ancora è mezzogiorno! Quindi, al termine del giorno, ci vorranno altre dodici ore!

MACELLAIO

Signorina maestria, le ho detto per caso, di farmi sapere che tempo fa? Zitta! Ancora sei piccola per capire, certe cose!

PANETTIERE

(Al macellaio) Se proprio devo dire la verità, è vero quello che ha detto la maestria! (Poetico) Il giorno finisce, quando un altro comincia!

MACELLAIO

Sei diventato poetico? Quando ti sei preso il diploma, intellettualistico?

PANETTIERE

Diploma, mai preso, ma dentro ho tante qualifiche di attestati!

MACELLAIO

Se non ti stai zitto, te ne do io, un altro paio di testate!

CICCIO

Scusate, ditemi quello che volete! Perché, non ho voglia di ascoltarvi,mentre vi prendete a testate!

MACELLAIO

Guardate ch’è bella questa! Non sai perché siamo qui? (Tira fuori il coltello)  oggi, non mi muovo da qui, se non mi date tutti i soldi che avanzo, altrimenti, vi taglio a pezzettini!

MARIELLA

Si calmi! Per questa volta, chiuda un occhio e li lasci stare ai miei compari! Sono di carne dura, non vale la pena!

MACELLAIO

La carne dura, va di moda! Sapete che faccio? Chiudo gli occhi, e faccio una strage! Mi fermo solo quando, mi perdo in un mare di sangue!(Risata tenebrosa)

PINA

Mamma ho paura, non so nuotare nel sangue!

MELINA

(La stringe a se) non ti spaventare figlia mia, ci sono qua io! Anche se non so nuotare, aggrappati a me, che ti salvo io!

MARIELLA

(Si stringe a Melina) Comare, salvate a vostra figlia, che a voi vi salvo io!

SARO

Salvi, a chi? Tu, non sei in grado di nuotare nemmeno nella vasca da bagno, e salvi la comare?

MARIELLA

E va beh...importante è partecipare!

MACELLAIO

In questa famiglia, di cervello siete tutti, in coma profondo! Visto ch’è così, vi faccio il regalo, che appena vi taglio a pezzi, vi lascio solo il cervello!

CICCIO  

Basta con questi discorsi di Jack lo squartatore! Allora, voi siete venuti, perché avanzate soldi da me! Mi pare giusto che io ve li dia, ma non c’è bisogno di fare, teatrino! Questione di tempo, e avrete i vostri soldi!

PANETTIERE

(Nervoso) Oh, io ho premura! Il pane della signora Toccamela, sta raffreddando! A lei, le piacciono le cose calde! Quindi, sbrighiamoci!

CICCIO

Basta agitare prima dell’uso, e la signora ha il pane sempre caldo caldo!

PANETTIERE

Come si vede che non la conoscete! La signora Toccamela, ogni volta che le porto lo sfilatino, si fa trovare pronta! Pronta, per metterselo in bocca!

MACELLAIO

Sai che a sta signora, me la devi presentare! Appena le farò assaggiare il mio ossobuco...le faccio leccare...

CICCIO

La sarda!

MACELLAIO

Si, il cavolo! Le farò leccare le dita!

MELINA

A proposito, Ciccio finisci di leccare che poi si raffredda!

MACELLAIO

Ah, perché voi invece di mangiare, leccate? (Tutti dicono si)

CICCIO

Allora, non volete capire, che abbiamo le valigie pronte per il cimitero!

 

MACELLAIO

Sono curioso! Fatemi vedere, come mangiate, o meglio dire, leccate! (La famiglia si mette intorno al tavolo, Ciccio da il via e tutti e leccano a tempo. Il macellaio ride, divertendosi a sbracciarsi come se stesse dirigendo una orchestra)

PANETTIERE

(Nervoso) Ti sei messo a fare, il direttore d’orchestra de lecca lecca! Ho premura! Lo sfilatino della signora Toccamela era teso, e ora si sta appassendo!

MACELLAIO

(Torna sulle sue) Basta! (Tutti smettono di leccare. Li minaccia col coltello, sfiorando i loro visi) stiamo perdendo troppo tempo! All’amico mio, ci sta appassendo lo sfilatino! Entro due minuti, mi dovete dare i soldi! Se no, zag zag, vi taglio tutto e di tutto!

PANETTIERE

A me prima dei due minuti! Ho premura, devo portare il pane alla signora Toccamela! Siccome lei...

TUTTI INSIEME

(Nauseati dalle troppe volte che il panettiere ripetesse quella frase) Abbiamo capito! 

MACELLAIO

(Al panettiere) Mih, mi stai azzannando il cervelletto! Quando tuo padre ti ha concepito, pensava ad un pappagallo? Ripeti sempre le stesse cose! (Guarda l’orologio) Vi comunico che un minuto è scaduto!

SARO

(Impaurito) Mi scusi, ci l’ho il tempo di andare in bagno?

MACELLAIO

Di qua, non si muove nessuno! Per me, ti puoi cacare di sopra! (Saro inizia a scoreggiare)

MARIELLA

(Tutti si tappano il naso, dalla puzza) Saro, ma che schifio ti sei mangiato, banane scadute?

MELINA

Si, cetrioli bolliti! Ha da due giorni che siete qua dentro casa mia! Tutti quanti, non ci siamo leccati la sarda!

CICCIO

Per fare questa puzza, scommetto che la sarda che si leccava lui, era morta! (Saro continua a scoreggiare. Ciccio fornisce ai presenti delle pinze, che metteranno tutti sul naso) tenete qua! Se no, qui moriamo ttti di inquinamento scoreggioso!

SARO

Mi dovete scusare, quando mi spavento,mi si libera lo stomaco! È difficile trattenermi! (Continua a scoreggiare)

MACELLAIO

Porca miseria! Ma che ha il culo a raffica? Ne fa uno dietro l’altro! (Saro scoreggia) Oh, glielo volete tappare sto culo! Mi sta venendo, un infarto nel naso! (Bussano)

CICCIO

(Va ad aprire, con la pinza sul naso. Entra un uomo ben vestito con una valigia. Entrando resta di stucco nel vedere tutti con la pinza nel naso) buongiorno!non si spaventi, non siamo lunatici! Siamo di questo paese! Desidera qualcosa?

ESATTORE DI BANCA

Cerco la famiglia, Stoccafisso! Se non erro, è questa la casa!

CICCIO

Noi siamo! (Porgendogli la mano) Piacere, famiglia baccalà!

ESATTORE

Stoccafisso!

CICCIO

Baccalà, perché sono dialettistico! Visto che lei italianissimo, Stoccafisso! Lei chi dice di essere?

ESATTORE

(Dandogli la mano) Piacere, sono Giuseppe Musetti, esattore della banca del vostro paese. Sono stato mandato qui da lei, per regolare alcuni conti!

CICCIO

Ha detto, conti?

ESATTORE

Si si, conti!

CICCIO

(Fa segnale all’esattore di attendere, chiama in disparte i componenti della famiglia. Parlandogli sottovoce, suscita la curiosità dell’esattore del macellaio e panettiere)avete sentito che ha detto? Io, ho capito solo banca e conti! Esattore che significa?

MELINA

Lo dice la stessa parola, es-attore!

MARIELLA

Non può essere un attore, ha la valigia!

SARO

Perché, gli attori non hanno la valigia?

MARIELLA

Gli attori sono ricchi e non camminano con la valigia, ma con gli aerei!

SARO

Ma tu ce l’hai la licenza per sparare queste minchiate! Non vorrei che mi si presentasse qualche multa!

PINA

Siete tutti ritardati! Lo dice la stessa parola, il significato! Esattore, uguale esatto! Dove passa lui, è tutto esatto!

CICCIO

(Ragionando) Esatto-re, banca, conti...Vero! Questo significa che è venuto a dare l’esatto dei conti che lo zio mi ha mandato milioni di milioni in banca! (Bacia la figlia) Grazie Pina! Sei troppo furbosa! Appena diventiamo ricchi, ti farò far fidanzata col sindaco! (Si dirige allegramente dall’esattore) Prego, perché non si fosse messo comodo,  signor esattore!

ESATTORE

Grazie, ma non credo che mi tratterrò molto!

MACELLAIO

(Alza la voce e parla col panettiere) Noi che da un ora siamo qui dentro sta fognatura, non ce l’ha detto di sederci. A questo fricchettone, lo ha subito invitato a sedersi!

PANETTIERE

Ha fatto bene a non invitarci a sedere!

MACELLAIO

Perché?

PANETTIERE

Ho premura! La signora Toccamela, mi aspetta per...(Riceve uno schiaffo dal macellaio)

CICCIO

(Sottovoce al macellaio) state calmi! Non mi fate fare brutta figura! Quella, è una persona esatta!

MACELLAIO

Perché, noi siamo persone sbagliate?

CICCIO

Certo! Voi da me li volete i soldi, lui invece, è venuto a portarmeli!

MACELLAIO

(Infuriato) Ora, ti faccio vedere io, chi è gente sbagliata!  (Si avventa su Ciccio, strangolandolo. I familiari cercano di aiutarlo, ma impauriti dal ringhio del macellaio, indietreggiano, incitandolo a distanza. L’esattore si apparta, guardandoli disgustato si tappa il naso con le dita)

MELINA

Forza Ciccio! non mollare mai!

SARO

Non ti spaventare compare! Continua così! Prima o, si stanca! 

MARIELLA

Tiragli i piedi compare! Datigli un calcio in testa!

MACELLAIO

(Lascia Ciccio) Un momento! Mi hai detto che quella persona esatta, è venuta qui, per darti i soldi?(Ciccio annuisce) Sei indebitato con tutto il mondo e quello viene a dare i soldi a te? Questa cosa è strana! Molto strana!

CICCIO

(Sottovoce) Ho a mio zio in America...accorciando i discorsi, mio zio mi ha dato soldi, ma tanti soldi! Quel signore è venuto a darmi l’esatto che i soldi sono in banca. Questo significa che posso pagare te, il panettiere e tutto il paese!

MACELLAIO

(Lo spinge verso l’esattore) Allora, cerca di sbrigarti e dacci i soldi! (Il panettiere sta per parlare, il macellaio gli tappa la bocca e...) A signora Toccamela, ci aspetta!

CICCIO

(Si da una sistemata e con ilarità, si rivolge all’esattore) Mi scusi, ma in famiglia siamo molto uniti! Come ha veduto, questo è un parente stretto! (Riferendosi al macellaio) 

ESATTORE

(ironico) Me ne sono accorto! Adesso, se non le dispiace, vorrei accorciare i tempi, visto che si è giocato una parte del mio tempo, dimostrandovi affetto. 

CICCIO

Non si preoccupi! Possiamo continuare a giocare! (Ai presenti, come a volerli rimproverare) Non disturbatemi più! Ho bisogno di concentramento per contare i conti, che già sono stati contati dallo zio! Non mi fate arrabbiare, se no, poi facciamo i conti! (All’esattore con calma)  prego, può iniziare a contare!

ESATTORE

(Con le dita che si tappa il naso) Non le ho detto niente appena entrato, per educazione, ma l’aria è insopportabile! Aprite le finestre o sarò costretto ad andar via!

CICCIO

Ma quale andar via, si stia calmo! C’è questa puzza perché...poco fa, si è tappato il tubo della fogna che si trova fuori, davanti la porta. Ed è uscito un fetore di stronzo!

MACELLAIO

(Allude a Saro) Perché non dici la verità, che lo stronzo ce l’hai in casa! (Ciccio gli fa segnale di star muto)

CICCIO

Pina, vai ad aprire tutte le finestre che abbiamo in casa. Compare Saro, mi raccomando! Controllati!

PINA

Papà, ma dentro casa, non abbiamo finestre!

CICCIO

Non preoccuparti, ti aprile lo stesso! Ora silenzio, che dobbiamo iniziare a contare! (All’esattore) Mi scusi, ma ogni impedimento è contamento!Prego!

ESATTORE

Mi auguro, che non ci siano altre interruzioni. (Guardando in giro) Ho così tanto da contare!

CICCIO

(Allegramente gesticola alla famiglia la conta dei soldi, i quali si animano con gioia)  Signor esattore, non vorrei che lei si affaticasse a contare. Se vuole, una mano...ma quale una, le do due mani. Se le servono, anche tre mani!

ESATTORE

(Sorrisino) Tre mani? Come farà a darmi tre mani?

CICCIO

(Indicando i familiari, i quali appena citati, alzano tutti le mani) guardi là quanti operai con le mani che ci sono! Ho l’imbarazzo della scelta, nel farmi prestare una mano per contare!

ESATTORE

Si, il vostro aiuto mi servirà al momento del trasporto! Per ora, pensiamo al presente! A quello che verrà dopo, poi ci pensiamo! 

CICCIO

(Sempre più felice, ma si trattiene) Le volevo dire, mi scusi che le rompo i...azzi, ma quando in futuro lei fosse pronto, io vorrei sapere, li ha portati dentro i sacchi?

ESATTORE

Ma quale sacchi! (Guardando in giro per la casa) Non credo che i sacchi ne possano contenere la capienza!

MELINA

Questo vuol dire che, sono così tanti che i sacchi non bastano?

ESATTORE

È normale signora! Ma non ci vuole un genio per capire certe cose!(Melina è felice, abbraccia Pina e Mariella)

MELINA

Non l’ho mai avuta la fortuna di avere in casa mia, tanta fortuna!

ESATTORE

Fortuna? Ah, se per voi questa è fortuna, di sicuro avete dei seri problemi!

CICCIO

Per lei è normale! Lei è abituato a navigare nell’oro, noi siamo affondati in un mare di guai! Per nostra sfortuna, in casa mia, nessuno sa nuotare! Appena lei finisce di contare, le giuro, dovrebbe crepare (All’orecchio dell’esattore) Mia suocera, m’imparo a nuotare! ...a proposito,come li ha portati questi soldi? di carta a pezzi da cento e cinquecento euro, o tutti assegni da cento mila euro?

ESATTORE

Cosa? Carta, assegni...Lei pensa che io sono venuto qui per...(Sorrisino) da quello che io possa dedurre, finora con lei, non abbiamo parlato con la stessa lingua!

CICCIO

(Quasi a volerlo rimproverare) Ah ah! Sono povero, ma non un linguaccione! Le sembra che mi metto a dare colpi di lingua di qua e di là! Ognuno parla con le sue lingue!

ESATTORE

(Ironico) Mi perdoni per l’ignoranza, ma non intendevo quello che lei dice! Le volevo dire, che non sono stato mandato qui dalla banca per dare, ma per ricevere! Anzi, per prendere!

CICCIO

Con questo suo modo di parlare, così verbato, mi sta facendo fulminare le lampadine celebratiche! (Toccandosi la testa) Si spieghi meglio, non parli con parole troppo culturale! Parli come noi, ...in parole povere!

ESATTORE

E va bene! (Legge da un fascicolo che prende dalla valigia) Due giorni fa, lei è venuto in banca a consegnare dei fogli, nei quali le veniva richiesto di immettere il codice segreto del suo conto in banca, anche se, in esso non vi era un centesimo bucato! Mettendo quel codice, a dato a noi il consenso di poter far accedere a quel conto, il signor Gerry Walker, il quale lei asseriva fosse suo zio Americano! Come lei ci ha autorizzati, noi abbiamo lasciato fare! (Chiude il fascicolo) Ne è proprio sicuro che questo signore fosse suo zio? Pensa di aver fatto bene?

CICCIO

Certo che è mio zio! Anche se parlo un po’ a caz di cane, se mi taglia le vene scorre sangue Americano! E poi, mio zio mi ha scritto nella lettera, che doveva riversare in quel conto milioni di milioni di milioni (Parla sono come se si rivolgesse allo zio) Ovunque sei zio, grazie d’esistere! (Manda baci all’aria) Grazie, mi hai lasciato milioni di milioni di milioni!

ESATTORE

Di debiti!

CICCIO

Debiti? In italiano che significa?

ESATTORE

Per dirla in parole povere, siete tutti nella merda! (Saro scoreggia)

MARIELLA

Tanto per restare in tema!

MACELLAIO

Porca miseria! Vi avevo detto di tappargli quel culo! (A Saro) Dici che ti scappavano, quando ti spaventavi. Di chi ti sei spaventato?

SARO

Di nessuno! Siccome si è parlato di merda, mi è venuto spontaneo!

CICCIO

Smettetela tutti e due! Signor esattore, che significa che siamo nella merda? (Saro scoreggia)

MACELLAIO

(Accentua la nevrosi) di nuovo! Oh, vi avviso, se non gli tappate quella fognatura, gliela taglio!

ESATTORE

(Infastidito) Per favore signori! Allora, ho usato il termine che siete nella merda...(Saro scoreggia. Il macellaio tira fuori il coltello e si avventa su Saro, che fugge dietro le donne, mentre il macellaio viene trattenuto da Ciccio e Panettiere)

MACELLAIO

(A Saro) Ringrazia che mi tenevano, se nò, ne facevo fettine di pollo, del tuo culetto!

SARO

(Impaurito) La colpa non è mia, ma tutte le volte che si parla di merda... (Scoreggia. Il macellaio si avventa nuovamente su Saro, che si nasconde dietro le donne più impaurite di lui) Fermo fermo! Stavolta, è stato un mio errore a dirlo, ma l’ho detto, per farglielo capire!

MACELLAIO

(Calmandosi) Questo è vero! È stato un errore! Per questa volta,non ti ammazzo! Vi raccomando, che nessuno si faccia uscire dalla bocca, e nemmeno dal culo, la parola...(Non dice merda, ma lo fa capire) avete capito? Prego, signor esatto!

ESATTORE

(Esausto) Sentite, se dovete continuare a fare queste buffonate, io me ne vado! Per abbreviare: Dovuto al fatto di quell’accesso che lei ha permesso a suo zio nei suoi conti, suo zio si è offerto a noi come garante ed ha preso dalla banca ben cinquanta mila euro! (Tra i presenti vi è meraviglia)

CICCIO

(Con gli occhi spalancati) Quanto?!

ESATTORE

Cinquanta mila euro! ...La cosa grave non è il fatto di averli presi, il fatto è come, restituirli a noi!

CICCIO

Scusi, se i soldi li ha presi lui, ora che vuole da me?

MARIELLA

Se i soldi li ha presi lui, che vuole da mio marito?

PINA

Se i soldi li ha presi lui, ora che vuole da mio padre?

PANETTIERE

Vi siete incantati? Mi sembrate, i ricchi e poveri! A quella persona, gli state facendo due bocconcini così! (Fa il segnale con le mani come se volesse dire “ due palle così”)  

ESATTORE

(Più che esausto) Comunque, visto che suo zio ha prelevato questi soldi, ed ha fatto perdere le sue tracce, perché l’indirizzo della lettera non era a lui intestato, ma ad ignoto, è ovvio che qualcuno dovrà pur pagare! Chi?

CICCIO

Io, non ho nemmeno i soldi per comprare una corda e impiccarmi! Mi dispiace, ma non posso aiutarlo!

ESATTORE

Questo lo sapevo già! Provvederò! (Prende un libro. Girando per la casa inizia a valutare quei pochi oggetti presenti. Suscita curiosità tra i familiari)

MELINA

Mi scusi, ma che sta facendo?

ESATTORE

Valuto gli oggetti per portarmeli! Devo pur recuperare questi soldi!

MELINA

Le sembra che abbiamo tutti sti soldi, o meglio, tutti sti oggetti?

ESATTORE

Allora, è inutile star qui a perder tempo, ci prenderemo la casa!

CICCIO

Cosa? Aspetti, ora faccio una colletta e li recupero io i soldi! (Con la mano va a chiedere elemosina ai parenti) uscite tutti i miliardi che avete, dobbiamo raccogliere, cinquanta mila euro! (Melina prende dal seno dei soldi) dieci centesimi! Brava moglie! Comare, datemi il vostro tributo! (Mariella infila la mano nelle mutande di dietro e tira fuori i soldi) Grazie comare! Per me, questi vostri venti centesimi, sono un colpo di culo! Forza Pina! mette la mano nelle mutande davanti tira fuori cinquanta centesimi) Cinquanta centesimi? Grazie piccola mia! perché hai messo la mano davanti, di dove li hai presi i soldi?

PINA

Dal salvadanaio!

CICCIO

Sei riuscita ad infilare le dita per prendere i soldi! Brava la mia piccola!

PINA

Ma quale dita, ho messo tutta la mano! il salvadanaio è rotto!

CICCIO

(Disperato) Come? Ti sei fatta rompere il salvadanaio a questa età! (Piange)

MELINA

Non fare così, sono cose che capitano! Quando avevo la sua età, ricordi che il mio, l’abbiamo rotto assieme?

CICCIO

Che c’entra! Il tuo non era salvadanaio!

MELINA

(Alterandosi) Che vuoi dire, non era salvadanaio! Era bel impacchettato, pareva una bomboniera!

CICCIO

Si, ma quando si è rotto, non ho trovato soldi! ...comunque, non sono discorsi da fare ora, poi ne parleremo! Compare Saro, datemi qualche milione, forza! (Saro cerca in tutte le tasche e tira fuori 5 cent) 

 

SARO

Compare, ho trovato cinque centesimi! È lo stesso?

CICCIO

Meglio di niente! (Al macellaio e panettiere) Voi, niente mi date?

MACELLAIO

Se non ti levi da qua, ti do un pugno che ti faccio ballare il ballo del qua qua, in punta di piedi!

PANETTIERE

Io, te li vorrei dare, ma siccome ho premura, c’è la signora Toccamela che mi aspett...

CICCIO

Basta, ho capito! ...Vediamo quanto ho raccolto! (Conta i soldi, e li da all’esattore) Signor esattore, sono ottantacinque...(Controlla le tasche e racimola 5 cent.) Novanta centesimi! Tenga qui! Li metta in acconto! Vedrà che piano piano, centesimo oggi centesimo domani, paghiamo il debituccio!

ESATTORE

(Esplode di rabbia) Ora basta! Avete superato ogni limite! (Prende dalla valigia un cartello e lo appende al muro) Vedete questo? Con questo cartello, dichiara questa casa proprietà della banca. Visto che oramai questa non casa è più proprietà vostra, siete degli intrusi! Se non sloggiate entro cinque minuti, vi farò arrestare! Forza, andate via!

CICCIO

(Implorandolo) La prego, ci faccia una grazia! Non ci butti in mezzo ad una strada, come gli agnellini indifesi! Ho paura dei lupi! E poi, la colpa di tutto questo, non è mia!

ESATTORE

(Esaltato) A me non interessa più niente! Oramai, questa casa non è più sua! Non implori me, ma ringrazi suo zio, per il regalo che gli ha fatto!

CICCIO

Ah già, lo devo ringraziare! (Si finge calmo, poi gira per la casa infuriato, gridando) Cornuto! Dove sei cornuto di prima categoria! Esci fituso!

MELINA

Smettila! Lo zio è in America, non ti può sentire!

CICCIO

Ora ti faccio vedere io, come mi sente! (Apre la porta, esce fuori e grida a squarciagola) Cornutaccio! Tu, e tutta l’America! Vieni qua sei hai il coraggio, ti faccio un culo, quanto una casa! (Saro e Melina vanno a prendere fuori Ciccio, lo trascinano dentro con forza, il quale, continua a dire parole) altro che milioni di milioni, mezzo la strada mi gettasti! Disgraziato! Cornuto! Lasciatemi che lo devo ammazzare!

PINA

Papà, come fai ad ammazzarlo! lo zio è in America!

  

CICCIO

Scriviamogli una bella lettera, come lui l’ha mandata a me! Prendi carta e penna e scrivi: (Pina si procura carta e penna e scrive. Ciccio diviene idillico) Carissimo zio, sei un grandissimo cornutazzo!” Mi raccomando Pina, metti l’esclamazione! Così, non si scorda ch’è un cornutazzo doc! Poi, scrivi: “ Dice mio padre, che sarebbe meglio se tu ti sparassi prima, se nò, viene lui in America e...(Esplode di rabbia, urlando) L’ammazzoooo! Lasciatemi che lo devo ammazzare! (Dalla rabbia, prende la lettera e la mangia)

ESATTORE

Signori, adesso basta! (Ciccio si siede esausto, trattenuto dai familiari) Spero abbiate finito di fare il vostro teatrino! Adesso, vi comunico che sia arrivato il momento di prepararvi le valigie!

CICCIO

Valigie? Chi ce l’ha, le valigie! Compare Saro, nelle vostre valigie, c’è posto?

SARO

C’è posto! Non avendo nulla, non abbiamo niente da metterci dentro! Però quando parto, me li porto dietro! Da quello che vedo in giro, va di moda portarsi le valigie, quando si parte!

MELINA

Anche noi, non abbiamo niente da mettere nelle valigie!

CICCIO

Già, l’ha detto mia moglie che non abbiamo niente da mettere! Ma ti ho detto se c’è posto, chi sa, qualcuno dovesse chiedere, diremo che abbiamo le valigie in società! Va bene?

MARIELLA

No compare! Le cose in società, non sono buone! Semmai, dovessero chiedere, diremo che abbiamo le valigie, bifamiliari!

PINA

(Urla come un maschiaccio) Aoh! Mi lasciate qua? A me, non ci pensate? Mi lasciate vedova di genitori?

MELINA

Vero? Stavamo dimenticando la piccolina! Comare, uno in più, uno in meno! Tre e due, ventotto! Al posto di essere bifamiliare, la faremo, trifamiliare!

ESATTORE

(Da pungenti colpi di tosse per attirare l’attenzione della famiglia. Appena avuta, fa segnale di stringere i tempi) Mi sa tanto, che i cinque minuti siano già passati! Forza, andate via, (Con disprezzo) morti di fame!

CICCIO

Morti di fame a noi? Guardi, che lei si sta sbagliando da qua, fino nella luna! Noi siamo magri, no perchè non abbiamo mangiare, ma perchè manteniamo la linea! (Aristocratico) E poi, si, andiamo via da queste mura che soffocano la nostra vita. In fondo, l’avevamo pensato di andar via da qua...non è vero amore?

MELINA

(Aria nobiliare) Verissimo amore! Non voglio più stare in questa fogna! ...(Saro scoreggia Il macellaio si trattiene, tutti lo fulminano con gli occhi, il quale risponde)  

SARO

Scusate, ma l’ho fatto per restare in tema, no per cattiveria!

CICCIO

Andremo ad abitare fuori all’aria aperta! In fondo, la natura abita all’aperto, gli animali abitano all’aperto...non vedo perché noi continuiamo a stare chiusi, qua dentro! Compare Saro, lì dentro ci sono le valigie. Andiamo! (Si avviano all’uscita)

MACELLAIO E PANETTIERE

Un momento! E a noi, chi ci paga?

CICCIO

(Adirato) ma siete fissati, con questi soldi! non avete altro da pensare! No, sempre i soldi! lo sapevate che, chi ha il pensiero sempre i soldi, muore disperato!

MACELLAIO

(Risata ironica) Allora, quelli a morire disperati, dovremmo essere noi, perché pensiamo sempre a soldi! sei tu, che sei convinto che devi campare! (Il macellaio e panettiere si avventano su Ciccio, che viene difeso dai parenti. Il panettiere da colpi di sfilatino a chiunque) Oh! Che fai? Il pane della signora Toccamela!

PANETTIERE

(Pensa un attimo, poi) Per oggi, le porto il salamino! (Continuano la zuffa)

CICCIO

(Ammassato tra la confusione, trova spazio per dire parole allo zio) Disgraziato! Cornutazzo! Fituso! Cornuto e pezzo di fango! (Nel bel mezzo della colluttazione, si sente bussare e poi una voce che chiama. A quel punto, tutti s’immobilizzano per ascoltare)

ZIO GERRY F. S.

(Pronunzia americana) Hallo! Cicciu! Come here! Where are you? Dove schifia essere tu! Tu, sentire me?

MELINA

Chi cazzarola è, che parla tutto tischi toschi?

ZIO GERRY F. S.

Hallo! Nipote Cicciu! Vieni ad aprire al tuo caro vecchio zio Gerry!

MELINA

Minchione è lui! Lo zio Reggy!

CICCIO

Si parla del diavolo, e spunta il cornuto! (si libera dalla mischia. Tutti si riordinano) Pina, vai ad aprire la porta! (Pina va ad aprire. Entra lo zio Gerry  ben vestito, in testa ha un cappello da cow boy, ha una valigia, ed un sigaro acceso)

ZIO GERRY

Good morning! Good morning a tutti quanti! Io essere veramente felice di tornare qua, after long time! Dopo tanto tempo! ulalà, quante persone! Sapere che io arrivare, e prepararmi una festa? (Lo zio, da la mano a tutti e saluta, per ultimo lascia Ciccio)

CICCIO

(Sottovoce, digrignando i denti) Ora, te la faccio io la festa, pezzo di cornuto! (Sfregando le mani)

MELINA

(Standogli accanto, cerca di calmarlo. Gli parla sottovoce) Mi raccomando Ciccio, stai calmo! È sempre tuo zio! Chi avuto avuto. Chi ha dato, ha dato, scurdammice o passato chesta è a vita, paisà! (Ciccio fulmina la moglie con uno sguardo)

ZIO GERRY

(Saluta con molto affetto Pina) Ciao, ma tu essere la figlia di mio nipote? Cara nipote mia! (Baciandola ripetutamente) Tu, assai biutiful! Ma vero assai assai biutiful! (Baciandola, se pur cerca di allontanarlo da lei)

PINA

Mamma, ma chi è sto pedofilo?

MELINA

(Va verso lo zio per distoglierlo da cosa ha detto Pina, e lo saluta) Pina, questo è lo zio Reggy! Quello che sta a broccolino!

ZIO GERRY

No no! My name’s Gerry, Gerry Walker! E poi, io non abitare più a Brooklyn, ma a Los Angeles! In mezzo alle stelle!

MELINA

(A Pina) Hai sentito? Lo zio non sta più in America! Si è trasferito in mezzo le stelle, lassù con gli angeli,!

ZIO GERRY

(Inizia a ridere) Davvero bella questa tua battuta! Tu, essere molto spiritosa! (Nota che Ciccio è rigido) Nipote, cosa avere tu? Da quando io essere qui, tu a me, non avere detto nulla! Non avere aperto bocca con tuo zio! 

SARO

È meglio che non l’apre!

CICCIO

(Melina gli tiene il braccio, mantenendolo calmo. Egli parla col sorriso sulle labbra) Zio, più bella sorpresa di quella che ci hai fatto, non potevi fare!

 

ZIO GERRY

Allora, se per te essere una bella sorpresa che io essere qui, perché tu a me non mi abbracci? Perché tu a me, non mi dire niente?

CICCIO

(Allarga le braccia e parla con dispiacere) Hai ragione zio, ho sbagliato a non dirti niente, vieni qua zio abbracciami, con tutto il cuore ti dico...(Lo zio si avvicina per abbracciarlo e Ciccio con foga si avventa su di esso. Si viene a creare una confusione, tra i familiari che cercano di fermare Ciccio e il macellaio, panettiere e l’esattore cercano di tirar fuori lo zio, che chiede loro aiuto) Cornuto! Fituso! T’ammazzo! Mi hai fatto la sorpresa di gettarmi in mezzo la strada! Disgraziato! (Tra una tirata e l’altra, i due vengono divisi)

ZIO GERRY

Bella accoglienza, che tu avere fatto me! Se, io sapere che qui venire a prendere bastonate, io meglio se stare in mezzo ad una strada!

CICCIO

Grazie a te, ho perso questa casa! tanto brutta per com’era, mi dava riparo quando pioveva! Ora, quando piove, dove mi riparo? Sotto l’acqua! da oggi, abito in mezzo la strada, grazie a te!

ZIO GERRY

(Si rattrista. Parla col capo chinato) Non pensavo di arrecarti questi problemi! Quando io, avere mandato la lettera, avere pensato tanto prima di fare questo brutto gesto, ma poi avere pensato che tu avresti capito, se mi avessi visto, con una corda intorno al collo. Mancava poco per cadere e morivo!

CICCIO

(Nervoso) Nessuno cornuto c’eri in America, che ti lasciava cadere!

ZIO GERRY

Un mese fa, andai a giocare al casinò. Piano piano, io perdere tutto quello che io avere! Macchina, terreno, vestiti, casa! Nonostante tutto, io continuare a giocare!

MARIELLA

Questo significa essere stronzi! Eh, mi scusi!

ZIO GERRY

Si è vero! Essere stato cretino! Non avendo più come pagare, avevo i debitori che mi volevano uccidere, se io non dare loro soldi! (A Ciccio) Così, mi avere venuto tu in mente! Sapevo tua situazione, che qua in Sicilia, lavoro poco, e tu vivere male, ma a me servire soldi! Così, avere io ingannato te, per paura che se avessi tu saputo verità, tu non aiutare me, e io potere morire! (Gemendo)So di essere uno verme a fare questo! Totalmente schifoso!

SARO

Totalmente però!

ZIO GERRY

Se io sapere, che rovinare tua vita, forse, era meglio che io morire!

CICCIO

Perché tu pensi che io ti lascio vivo? Io, t’ammazzo! (Si avventa sullo zio. Nuovamente si crea il trambusto)

ZIO GERRY

Ma io a te, avere fatto anche uno grande regalo! Quindi, non essere tanto cattivo! Io volere bene a te!

CICCIO

(Si ferma, dal taschino, prende l’orologio) E tu, questa specie di orologio, me lo chiami regalo? Se vado da Mustafà, con cinque euro, me ne da dieci chili!  (Lo toglie dal polso e lo tira allo zio, non centrandolo, e riprende la zuffa)

ESATTORE

(Recupera l’orologio da terra, contemplandolo per bene, poi...) Fermi! (Tutti si fermano. Si rivolge a Ciccio con rabbia) Lei, lei è un assassino! Un pazzo scatenato! Lei non sa, che tragedia ha commesso nel tirare questo prezioso orologio! (Tiene stretto a se l’orologio)

CICCIO

Sono un assassino, perché ho tirato l’orologio? Ma ch’è pazzo, signor esattore! (Guarda minaccioso lo zio) E poi, non ho ammazzato a nessuno, per sfortuna!

ESATTORE

Sono un collezionista di orologi da due generazioni! Questo è un orologio, pre-zi-o-si-ssimo! È un orologio da tasca, risalente al 1500, costruito dal tedesco Peter Henlein. Che a seguito di un errore, venne chiamato < l’uovo di Norimberga!> per me oggi è un colpo di fortuna averlo trovato! Lo cercavo da anni! (Ciccio guarda la famiglia allibito) Su avanti, mi dica quanto vuole!

CICCIO

Che ne so! Al mercatino di questi orologi, li vendono a dieci euro, perché è lei, me ne dia otto!

ESATTORE

(Sorrisino) Furbacchione! Da un pomeriggio sto quì, ed ho capito che lei sa fare benissimo l’attore! Ma ora, la prego diventi serio, mi dica quanto vuole!

CICCIO

Visto che insiste, mi dia cinquanta euro!

ESATTORE

Ma non mi faccia ridere! Le ho detto, mi dica esattamente quanto soldi vuole per questo prezioso!

CICCIO

(Guarda meravigliato i familiari) Cento euro!

ESATTORE

Alzi alzi!

CICCIO

Cinque cento euro!

ESATTORE

Alzi alzi!

CICCIO

(Gradualmente accentua la sua meraviglia in viso) Mille euro!

ESATTORE

Più su! Più su!

CICCIO

Dieci mila euro!

ESATTORE

Nooo! Sono troppo pochi per un capolavoro della storia!

CICCIO

(Inizia a sudare) Ragazzi, datemi una mano voi, non ce la faccio da solo!

SARO

Venti  mila euro! (L’esattore fa segnale con la mano di alzare il prezzo)

MELINA

Cinquanta mila euro! (L’esattore segnala di alzare)

PINA

Ottanta mila euro! (L’esattore segnala di alzare)

MARIELLA

Cento mila!

ESATTORE

Basta! Siete le persone più villane e analfabeta che io avessi mai incontrato! Non riuscite a dare valore a questo meraviglioso orologio! Adesso ci penso io!

CICCIO

(Avendo piacere ad offendersi) Si, ci pensi lei al prezzo! Noi, siamo dei villani! Facciamo schifo, si! Siamo degli stronzi, che camminano! (Saro scoreggia) Bravo Compare! Noi, questo siamo! Siamo il rifiuto dei rifiuti! Una discarica in confronto a noi, è un ristorante a dieci stelle!

ESATTORE

Allora, vi propongo una cosa valuto questo orologio...tre cento mila euro! (Ciccio sviene. Tutti lo soccorrono  facendolo rialzare) sta bene?

CICCIO

Benissimo! Meglio di così, si muore!

MELINA

Mi scusi, non si potrebbe avere un piccolo acconto di...cinquanta mila euro!

ESATTORE

Mi spiace, ma non ho soldi con me...(Guarda la valigia) Un momento! In valigia ho i soldi che devo depositare in banca per...sapete che vi dico? Tenete questo acconto di cento mila euro! (Gli da la valigia in mano a Ciccio, che sembra estasiato)  Poi, me la vedo io col direttore! (Prende dal portafogli un biglietto da visita e lo da a Ciccio) Questo è il mio biglietto da visita. Domani mattina, qualcuno di voi si presenti in banca, mi contatti, e vi darò il resto dei soldi! Contenti?

CICCIO

(Indifferente e con aristocrazia) Diciamo contenti! In fondo, l’orologio glielo sto regalando a questa cifra! Ma come si dice...meglio di niente!

ESATTORE

(Sorridendo) si si, ho capito! Signori miei, vi saluto! È stato un piacere avervi incontrato( Sta per andare)

CICCIO

Aspetti! E la casa?

ESATTORE

(Toglie il cartello che aveva appeso al muro) domani, verrà in banca e pagherà il debito! Ormai, non è più un problema per lei, vero?

CICCIO

Esatto! A domani signor esatto! (l’esattore va via. Tutti i presenti, tranne lo zio Gerry che rattristato si tiene in disparte, si avvicinano a Ciccio per l’apertura della valigia. La apre con cautela, appena aperta tutti insieme, manifestano meraviglia) Ooooh! (Ciccio prende un malloppo di soldi) Miiiiih! (Cerca lo zio e lo vede in disparte. È commosso) zio...zio...ma tu sei qua? Quando sei arrivato? Sai che ti voglio un mondo di bene! Lasciati abbracciare! (Si lancia sullo zio, riempiendolo di baci) Zio, grazie d’esistere! Che mondo sarebbe senza uno zio! Sorridi! Ma perché sei triste? Chi ti è morto, il pisellino? Non preoccuparti, ora ti regalo dieci chili di viagra!

ZIO GERRY

Io essere triste, perché se avessi saputo che quello oggetto valere tanto, io a te non dare. Tenere io! Così a te, non rovinare vita!

CICCIO

Ma che dici! Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammice o passato, chesta è a nostra felicità!

MELINA

Ciccio! (Gli fa cenno verso il macellaio e panettiere, i quali tengono testa china)

CICCIO

Già! (Prende un malloppo di soldi, si avvicina ai due, con aristocrazia, poi leccandosi le dita, divide i soldi ai due) E tenete il resto! (Stavano per andarsene) Alt! (I due s’immobilizzano) Dimenticate qualcosa! (I due si guardano perplessi. Ciccio allunga la mano, i due intuiscono e inginocchiandosi gli baciano la mano) A tutti i presenti! (Baciano le mani a tutti) e ora, ve ne potete andare! Svelti, di corsa! (I due, si affrettano ad uscire, Ciccio si affaccia dalla porta) salutatemi la signora Toccamela! (Ride)

MELINA

Ciccio, e ora che facciamo?

CICCIO

Non lo so! Non sono mai stato ricco! ...vi ricordate, quando ho fatto il paragone, tra i ricchi che navigano nell’oro, e noi EX...poveri cristi, eravamo affondati nella disperazione? (Tutti annuiscono) C’è qualcuno di voi che sa nuotare? (Tutti dicono no) Sapete che vi dico? Mettetevi il salvagente, se non volete morire annegati!

SARO

Ma che dite compare! I troppi soldi, vi hanno di già, fatto sballare?

CICCIO

Voi pensate che io sia pazzo? Io, intanto mi metto a nuotare, se voi morite, non dite poi, ch’è colpa mia!

MELINA

Si può sapere, come dobbiamo nuotare?

CICCIO

Così! (Prende la valigia, riversa i soldi tutti su di lui, li prende da terra e li lancia in aria sorridendo allegramente. I presenti lo imitano, e poi tutti si mettono a nuotare in quel mare di soldi) 

FINE!