Ci penserò domani

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Ci penserò domani

Ci penserò domani

(Lui, lei, la moglie e la portiera)

un atto unico di PierLUIgi Licenziato

PERSONAGGI

LUI

Lei

La moglie

La portiera

PierLuigi Licenziato

Via Giannetto Valli, 63

00149 - Roma

tel: 328-2635906

e-mail: pierLUIgi.licenziato@libero.it

Copione protetto SIAE


“quello che conta non è l'idea, ma la capacità di crederci fino in fondo”


Ci penserò domani

(Lui, lei, la moglie e la portiera)

Musica.

Traccia 1: tema di “Ci penserò domani”

Sera di fine estate. Si apre la scena ed illumina il salone di un appartamento spartanamente arredato con un grande divano al centro e sui due lati una scrivania ed una dispensa. Questo ambiente ha due vie di fuga: posteriore sinistra verso l’ingresso e la porta dell’appartamento, posteriore destra verso la camera da letto ed il bagno. Dietro il divano un’ampia porta-finestra dà su un balcone. In scena una donna che entra ed esce portando varie cose: cerca il suo cappotto e lo indossa, porta una valigia e la lascia momentaneamente vicino all’uscita. Da qualche parte c’è anche un ombrello. E’ una donna sui 25-30 anni. In scena c’è anche un uomo, almeno una decina di anni di più, che però è al telefono ed ha un piccolo depliant pubblicitario in mano. Un tuono ed i primi rumori di pioggia interrompono la musica.

Traccia 2: tuono e pioggia.

LUI                             …si verso le 9…la solita certo…ehm, magari stavolta ci puoi mettere su la rughetta?...e una birra grazie…si, quella va bene…d’accordo a dopo. Grazie ciao. Allora sei pronta?

LA MOGLIE            Quasi, non trovo più la mia sciarpa.

LUI                            Quale?

LA MOGLIE            Quella bianca…che fine gli hai fatto fare?

LUI                            Scherzi? Che vado in giro con i tuoi vestiti ora?

LA MOGLIE            E ci mancherebbe solo…a chi l’hai regalato?

LUI                            (biblico) “sono forse io il guardiano della tua sciarpa?

LA MOGLIE            Sei irritante…come si fa per sopportarti?

LUI                            Grazie alla tua enorme faccia di bronzo.

LA MOGLIE            Allora. Io vengo qui una volta ogni tanto, l’ultima due settimane fa…

LUI                            …tre…

LA MOGLIE            ...tre settimane fa, è lo stesso.

LUI                            Mica tanto, sono tre settimane tua figlia non ti vede.

LA MOGLIE            Certo. Adesso è “mia figlia”…ipocrita…e non cambiare discorso.

LUI                             Non ho bisogno di cambiare discorso, è un fatto che sono tre settimane che sei scomparsa e non le hai fatto nemmeno una telefonata.

LA MOGLIE            Io lavoro ricordi?

LUI                            Ed io invece gioco a carte...

LA MOGLIE            (smettendo di fare ciò che stava facendo e guardandolo fisso negli occhi) Lo sai? Certe volte penso proprio che sia così, che butti il tempo a giocarci con le tue carte! E che diamine! Ognuno di noi ha un sogno nel cassetto ma tu il tuo ce lo tieni chiuso a chiave! Che cosa aspetti ancora?

LUI                             Senti io risposte non ne ho, domande quante ne vuoi ma risposte niente.

LA MOGLIE            Tu le risposte non le cerchi proprio, anzi, non vuoi nemmeno che te le diano. Sei…sei…inerte! Due…tre settimane fa c’era…l’ho lasciato nella tua camera. Va beh ho capito lasciamo stare. Allora io vado…tutto a posto?

LUI                            Si. Come al solito.

LA MOGLIE            Bene. Ci vediamo dopodomani…che ti mangi stasera?

LUI                            Ho chiamato quelli della pizza express...

LA MOGLIE            Solita margherita del sabato sera?

LUI                            Solita margherita…con la rughetta.

LA MOGLIE            Ma oggi è martedì…woow, una botta di vita, come mai?

LUI                            Piantala…

LA MOGLIE            Ehh piantala…si va beh piantiamola. Sei sempre il solito.

LUI                            “se campar più a lungo vuoi…”

LA MOGLIE            “…devi farti i cazzi tuoi…”Ho capito. La pigrizia, Ecco qual’è il tuo difetto.

LUI                            Come scongelo io non lo sa fare nessuno.

LA MOGLIE            Battaglia persa…che fai domani?

LUI                            ...lavoro, (sarcastico) ogni tanto faccio una pausa e lavoro anch’io.

LA MOGLIE            Già, che domanda scema… (continua a mugugnare sottovoce)

LUI                            Che c’è?

LA MOGLIE            Niente, niente.

LUI                            E allora perché mugugni?

LA MOGLIE            E me lo chiedi?…io non c’entro più con la tua vita, ma perché non ti trovi una donna?

LUI                            Hai ragione: tu non c’entri più con la mia vita…

LA MOGLIE            C’è bisogno di una donna in questa casa, a tua figlia non ci pensi?

LUI                             (tipo oracolo) Penso, penso…che sembri mia madre. L’hai lasciata in macchina da sola e se non ti sbrighi te la portano via.

LA MOGLIE            Tua madre o tua figlia?

LUI                            Sei diventata spiritosa, ecco qual è il tuo difetto.

LA MOGLIE            Si, si cambia ancora discorso…

LUI                            Senti io non mi diverto, d’accordo?

LA MOGLIE            Io invece faccio i salti di gioia non vedi?

Un tuono.

Traccia 3: tuono

Va bèh me ne vado, prima che scoppi un altro temporale.

LUI                            Non scordarti le chiavi.

LA MOGLIE            Ah già…il tuo portone è rotto. Bacio.

LUI                            Bacio.

 LEI esce .

 LUI                           L’ombrello!

Raccoglie l’ombrello e la insegue all’esterno, poi rientra. A questo punto inizia a mettere un po’ in ordine, alza una foto che stava giù, porta via degli oggetti, ne sistema altri. Porta in scena una tazza fumante con del thè, avvia il PC,

Traccia 4: avvio del PC

smorza le luci, si siede alla scrivania ed un tuono gli suggerisce la prima frase.

Traccia 5: tuono

…Era una notte buia e tempestosa…

Fa per ricominciare ma si alza ancora per cercare gli occhiali, torna di corsa al PC come preso dall’ispirazione lasciando la tazza fumante dove capita, ricomincia a scrivere dettando a alta voce e con voce nasale (da narratore).

Era una notte buia e tempestosa. Una notte buona per le streghe e gli incantesimi. Finalmente solo l’uomo si accingeva a compiere il suo sporco lavoro. Aveva atteso pazientemente, ed ora finalmente la vittima era indifesa. Il vento agitava le persiane…

Traccia 6: colpo di vento

…la pioggia incominciò a cadere…

Traccia 7: pioggia

…ed il campanile della cattedrale batté le…quattro del mattino!

Traccia 8: quattro rintocchi di un campanile

(perplesso) L’uomo si disse che era strano visto che erano appena le sette e mezza della sera. Il temporale ormai paralizzava la città e poteva esserci il rischio di un black out…

buio

(ad alta voce)…ma non poteva durare molto!!!!

La luce dal lampadario lampeggia una o due volte poi si stabilizza, LUI guarda il lampadario.

(rassicurato)…ed infatti la luce tornò immediatamente. Si udirono dei passi sul pianerottolo ed una mano misteriosa bussò alla porta…

Traccia 9: bussare alla porta

Visibilmente nervoso non si alza per aprire ma resta seduto e parla ad alta voce per rassicurasi

…l’uomo però non si turbò più di tanto, in fondo si disse, sono grande, grosso…(prende un oggetto qualsiasi e se lo mette accanto)…ed armato! Chi o cosa poteva mai essere? Chi mai poteva andare in giro con questo tempo da lupi?

Traccia 10: ululato

Ci pensa, cerca qualcosa di inoffensivo.

Al massimo un gatto. Si!! Un povero, sperduto ed infreddolito micetto che cerca riparo dalle intemperie…e di un gatto non c’è d’aver paura. Cosa può fare un gatto di così pericoloso? Al massimo rubarsi le salcicce dal frigorifero.

Prende la tazza e beve.

Traccia 11 Ruggito spaventoso

Gli va di traverso il thè.

No, per l’uomo tutto questo non poteva essere un pericolo, si stava suggestionando. Decise quindi di riprendere in mano la situazione prima che fosse troppo tardi. (fa una pausa). Il telefono squillò.

Traccia 12: squillo ripetuto di telefono

Squilla il telefono, gli saltano le cose dalle mani, le raccoglie ed agitatissimo va a rispondere.

Pronto? Pronto? Pronto?!

Dall’altra parte silenzio. Sta per riattaccare quando si sente una voce femminile.

LEI                             (attraverso il telefono) Pronto…

LUI                            (perplesso) Ma chi è?

LEI                             …sono io…

LUI                            (dopo un attimo di silenzio) …dove sei?

LEI                             Nella cabina sotto casa tua…mi fai salire?

LUI                            Tu…tu…tu…

LEI                             Sei occupato?

Lui fa cenno di no con la testa, lei insiste perché non ha avuto risposta.

                                   Pronto?

LUI                            No…no…

LEI                             Mi fai salire?

LUI                            Certo, ma come?...dove?

LEI                             Ascolta: possiamo rimandare a dopo le domande? Sono bagnata come un pulcino…mi fai salire?

LUI                            Si hai ragione, sali…cioè no aspetta…scendo io ad aprirti.

Afferra le chiavi di casa e si avvia di corsa verso la porta, esce e rientra portando uno zaino od una piccola borsa da viaggio, dietro di LUI appare una ragazza molto bella sui 25-30 anni con un soprabito bagnato addosso. Ha i capelli ed il viso completamente in disordine ed è inzuppata di pioggia. Lei resta in piedi sulla porta a sgocciolare. Si guardano in silenzio per un attimo.

LEI                             Piove…

LUI                            Già…

LEI                             Sono bagnata.

LUI                            Quando piove capita…

LEI                             Mi fai accomodare?

LUI                             Certo, certo, scusami…accomodati, dammi l’impermeabile, lo appendo nella doccia. (scompare nel bagno) Che ci fai qui? Da quando sei tornata?

LEI                             Da poco, sono rientrata da pochi giorni. Anzi, sono rientrata stasera.

LUI                            …e, come mai?

LUI                            Beh sai…con lui ci siamo lasciati e quindi…

LUI                            Chi è lui stavolta?

LEI                             Ce l’hai ancora con me vero?

LUI                            No…non ce l’ho con te. Davvero. Dove abiti ora? Dove alloggi?

LEI                             Veramente non ce l’ho un alloggio. Me ne sono andata armi e bagagli e speravo di potermi appoggiare da te qualche giorno…il tempo di trovarmi una sistemazione (abbassando lo sguardo) ...non so come uscirne fuori…proprio non lo so.

LUI                             (porgendole un asciugamano) Tieni…intanto asciugati i capelli. La vuoi una tazza di thè?

LEI                             Si…qualcosa di caldo (LUI esce a prendere un'altra tazza) Sono proprio zuppa eh? Ti sto sgocciolando tutto il salotto.

LUI                             (rientra portandole una tazza vuota) Ora vedo se riesco a trovare qualcosa da farti mettere addosso…(esce di nuovo)…vuoi farti una doccia?

LEI                             Magari! Si può?

LUI                             (da fuori, urlando) Ma sicuro che si può! (torna con un involto) Tieni…sono miei ma almeno sono asciutti, dovrebbero andare bene…il bagno è sempre là, fai come se fossi ancora a casa tua.

LEI                             Chi è la fortunata?

LUI                            Cosa?

LEI                             La padrona di casa.

LUI                            (tentando di fare lo spiritoso) Sono io la padrona di casa!

LEI                             Dai con chi ci vivi?

LUI                            Ci vivevo con…con quella con cui andavi tanto d’accordo dai…

LEI                             (come se fosse una rivelazione) Quella che gli fregavo sempre i fidanzati??!!

LUI                            Proprio lei.

LEI                             Ma dai!! Si che me la ricordo, seguivamo gli stessi corsi! Non mi dirai che ti sei preso quel cancello?

LUI                            Ehm…non volevi farti la doccia?

LEI                             Si sarebbe una buona idea, sono tutta infreddolita.

LUI la segue, LEI se ne accorge, si ferma e si volta.

Beh? Devi dirmi qualcosa?

LUI                            Io? No, niente…

LEI                             (mettendolo a sedere sul divano) E allora mettiti comodo e versati da bere. (con tono scherzoso e malizioso insieme) Non pretenderai mica che mi spogli davanti a te caro…è passato qualche anno dall’ultima volta che mi hai vista nuda e potresti rimanere deluso…

Va nel bagno, si sente l’acqua della doccia che comincia a scorrere.

Traccia 13: doccia

LUI                             (parlando ad alta voce per superare il rumore della doccia).Dove sei stata per tutto questo tempo?

LEI                             Cosa?!

LUI                            Dove sei stata per tutto questo tempo?

LEI spunta dalla porta del bagno con addosso la sola biancheria intima, regge in mano i suoi abiti zuppi.

LEI                             Mah…un po’ qui ed un po’ lì…in giro insomma poi ti racconto. Li appoggio qui questi? Ci pensi tu?

Li lascia sul pavimento accanto alla porta del bagno e si richiude dentro. Suonano alla porta.

Traccia 14: campanello di casa

LUI si alza e va ad aprire uscendo dalla scena. Da fuori si sente una voce femminile.

 LA PORTIERA       Buonasera Professore, come sta?

LUI                            (rientrando) Fino a due secondi fa stavo benissimo.

LA PORTIERA        (apparendo in scena) Uuuhh…e che è successo poi?

LUI                            E’ arrivata lei signora cara.

LA PORTIERA        Ehhh…beato lei che ha sempre voglia di scherzare Professore, alla mia età lo spirito passa facilmente.

LUI                            Ma non la curiosità vedo…a che cosa debbo l’onore della sua visita?

LA PORTIERA        Buonasera Professore, che cosa le serve?

LUI                            Buonasera a lei. A me nulla signora e a lei?

LA PORTIERA        A me? Oh Cielo no! Perché sarei passata da lei altrimenti?

LUI                            Appunto. Perché è passata?

LA PORTIERA        Per vedere se aveva bisogno di qualcosa Professore, …ha bisogno di niente?

LUI                            No signora grazie

LA PORTIERA        Ne è sicuro? Un uomo che vive da solo ha sempre bisogno di qualcosa.

LUI                            Si grazie, ne sono sicuro. Non mi serve proprio nulla.

LA PORTIERA        Ma lei non si ricorda mai di fare la spesa

LUI                            Però questa volta però me ne sono ricordato ed ho il frigorifero pieno

LA PORTIERA        (rimproverandolo) Secondo me la spesa glie l’ha fatta sua moglie che la conosce molto bene

LUI                            No signora cara, la spesa me la sono fatta tutta da me.

LA PORTIERA        Ma io ho visto sua moglie venire a prendere la bambina. Le serve dello zucchero? E del latte?

LUI                            Non c’è bisogno che si disturbi davvero, ho tutto ciò che mi serve.

LA PORTIERA        E allora perché ha chiamato il fattorino della pizza?

LUI                            Forse ho voglia di mangiare una pizza?

LA PORTIERA        Ma lei cucina così bene Professore…

LUI                            …e se stasera non mi va di cucinare devo spiegarlo a lei?

LA PORTIERA        Oh cielo Professore, no. La carta igienica ce l’ha?

LUI                            (esasperato) Siii!!!

LA PORTIERA        Posso far portare su ogni cosa da mio marito, lui ce la fa, mica è pieno di acciacchi come me.

LUI                             Sono veramente felice per suo marito Signora…ma come le ho detto il mio frigorifero è pieno e non c’è bisogno che nessuno dei due si disturbi.

LA PORTIERA        Ma non è un disturbo Professore.

LUI                            (fra i denti) dipende dai punti di vista…

LA PORTIERA        Come dice?

LUI                             Nulla, nulla…lei è molto cortese, ma come le dicevo non ho bisogno di niente e quindi lasci perdere.

LA PORTIERA        Cosa devo lasciar perdere Professore?

LUI                            Le mie cose, deve lasciar perdere le mie cose.

LA PORTIERA        Professore io devo sapere chi entra e chi esce dal mio palazzo no? E se vedo uno sconosciuto entrare…devo sapere dove và (cospirando) è pieno di…(cerca la parola giusta)…di…piedofili in giro ormai. Per esempio, lo sa che è entrata una ragazza? Tutta bagnata…tutta vestita strana…io devo sapere dove va non crede?

LUI                            Ohh, ma io sono sicuro che lei lo sa benissimo dove andava.

LA PORTIERA        La volevo fermare ma che vuole…non sono più molto svelta…

LUI                            Ha fatto malissimo! Poteva essere un corriere della droga in incognito.

LA PORTIERA        Ehh…si mi prenda in giro, ma poi quando si ritrova uno di questi SPIACCIATORI dentro casa non venga a cercare aiuto da me.

LUI                            Stia tranquilla, non ho “spiacciatori” fra i miei studenti…solo tossici.

LA PORTIERA        Oh Gesùmmaria che dice?! Lei mi prende ancora in giro.

LUI                             Io? Ho la faccia di quello che la prenderebbe mai in giro? Ma come è ingiusta con me!

LA PORTIERA        Comunque non apra a nessuno mi raccomando. Una brava ragazza non andrebbe mai in giro da sola con questo tempo.

LUI                            Si mamma...

LA PORTIERA        (si accorge degli abiti bagnati di LEI) E questi? Ma com’è disordinato Professore mio…guardi qui (indica il pavimento sgocciolato). Se vuole uscire con questa pioggia almeno faccia attenzione a cosa combina dentro casa…

LUI                            Cosa le fa pensare che io sia uscito?

LA PORTIERA        Perché poco fa le ho bussato e lei non c’era Professore.

LEI esce ora dal bagno. Indossa solo un asciugamano legato sotto le ascelle e con un altro si asciuga i capelli. E’ scalza e bagna ancora il pavimento. Non si è accorta della visita.

LEI                             Si può avere quella tazza di thé?

LA PORTIERA        Ohh, mi scusi tanto Professore, non sapevo che avesse ospiti.

LUI                             Come no. Le presento la donna misteriosa e sconosciuta che è entrata nel suo portone quindici minuti fa. Ti presento la portiera…come dire un “pilastro” di questo condominio

LEI                             Salve.

LA PORTIERA        Buonasera a signorina. Vi conoscete da tanto?

LEI                             Abbastanza.

LA PORTIERA        Si tratterà molto dal Professore? Siete parenti? Lo sa che è sposato? (rivolgendosi a LUI) Glielo ha detto che è sposato vero? Non vorrà ingannarla povera figliola…tutti uguali gli uomini. Le pare questo il modo di accogliere una signorina in casa? Le porti una tazza di thé non vorrà che si raffreddi e si sbrighi ad asciugare tutto. (rivolgendosi a LEI) Lo sa che mi ha sgocciolato tutto il corridoio?

 LUI interviene a soccorrere LEI.

LUI                             Signora…lei svolge la sua mansione con una scrupolosità che le fa onore, ma ora che ha scoperto chi è la donna misteriosa perché non se ne torna da suo marito al piano di sotto?

LA PORTIERA        Vado, vado. Stia tranquillo che la lascio da solo. Allora le faccio portare su lo zucchero e il caffè. La carta igienica ce l’ha?

LUI                            Signora…ma le pare che mi faccio mancare la carta igienica?

LA PORTIERA        Un uomo che vive da solo dimentica sempre di fare la spesa, e si ritrova sempre senza cena.

LUI                             Ma io no, io mi ricordo sempre di fare la spesa e sono pieno di zucchero, caffè e carta igienica.

LA PORTIERA        Se le dovesse finire può sempre venire a chiederla giù da me, mio marito ed io saremmo felici di prestagliene un pochino se le dovesse servire.

LUI                             (mettendola alla porta) Ne terrò conto lo prometto, ma per ora non ne ho bisogno.

LA PORTIERA        (dalle scale) Se lo faccia dire che è sposato mi raccomando. Ce l’ha il caffè per domani mattina?

LUI                            Uff...!!!

La portiera viene messa alla porta e LUI rientra.

LEI                             (ridendo) Ma chi è ‘sta pazza?

LUI                            La portiera.

LEI                             Che ti ha adottato?

LUI                             (fa un gesto come per dire “due palle!”). Non me lo dire, è alleata di mia moglie. Una sta sempre a dirmi fai questo e fai quello e l'altra ci sguazza! Ti pare che ho bisogno della badante?

LEI                             Chi tu? Per carità sei così precisetto. Ma quella storia della spesa?

LUI                            E' che ogni tanto me ne dimentico.

LEI                             (ridacchiando) Devi essere proprio diventato uno sciupa femmine, mai visto nessuno preoccuparsi così tanto della mia virtù .

Fingendosi scandalizzata, alla “Eleonora Duse”

Ma davvero sei sposato? Fedifrago! Prendersi gioco dei sentimenti di una brava ragazza.

LUI                            (serio) E chi sarebbe?

LEI                             Ma quanto sei cattivo!

LUI                            E cosa ti aspettavi scusa, il tappeto rosso e dei petali di rose?

LEI                             Vuoi che me ne vada via?

LUI                            Ma no dai…e poi dove vuoi andare con questa pioggia?

LEI                             Ha visto che notte Professore? Notte di streghe questa, non si dovrebbe uscire in una notte così. Mio fratello mi raccontava sempre che nelle notti come questa potevano succedere le cose più strane: miracoli e stregonerie.

LUI                            (divertito) Ed era bravo a raccontarti le favole?

LEI                             Lui si… (con rancore) …mai come mio padre!

LUI                            Esagerata…

LEI                             Con me non ha fatto altro…

LUI                            Aveva dei problemi…

LEI                             Non mi interessa. (bloccandolo) Ho detto che non mi interessa!

LUI                            (cambiando discorso) Non lo vuoi più il thé?

LEI                             Si grazie.

LUI                            Ecco qua (lo versa). Dov’è lo zucchero?

Lo cerca senza trovarlo, con una punta di imbarazzo, si gira e la guarda in silenzio mentre il suo sguardo dice “finito”.

LEI                             (scoppia a ridere) Ma allora è proprio vero!!! Sciupa femmine !!!

LUI                            E piantala dai…

LEI                             E su che scherzo! Ce l’hai il miele almeno?

LUI                            Si ci dovrebbe essere (glielo porta)

LEI                             (mescolando e sorseggiando) Parlami di tua moglie.

LUI                            Che cosa vorresti sapere?

LEI                             Beh…come è cominciata, come sta andando. Tutto insomma.

LUI                             Com’è cominciata…come cominciano tutte le storie…per caso. Tu eri andata via, intorno avevo solo lei. Magari ha creduto che per una volta poteva essere lei a fregare il fidanzato a te.

LEI                             Ma mica eravamo fidanzati io e te.

LUI                            Lo pensavano in molti però.

LEI                             Ma dai? In molti? Quindi non sapevano che noi…

LUI                             Nessuno in tutta la Facoltà credo…ma che te ne importa? Ormai è acqua passata.

LEI                             Mica tanto. Io che figura ci ho fatto?

LUI                            E lo dici a me?

LEI                             Certo che te le dico. Chi doveva essere quello responsabile? Ora ci ho fatto la figura della zoccola.

LUI                             E’ passato tanto tempo ormai, non se lo ricorda più nessuno. E poi le ho raccontato tutto comunque…

LEI                             Questo non mi consola.

LUI                            (porgendole il cambio d’abiti) Ora vestiti però. Hai fame?

LEI                             Da morire, che mi prepari?

LUI                            (trionfante) Ho ordinato una pizza.

LEI                             (inizia a vestirsi) Ah…no è che…sto mangiando solo pizza da un po’ di tempo…(da micetta ruffiana) perché non mi prepari qualcosina tu?

LUI                             Non puoi andare di la per favore? E' passato molto tempo dall'ultima volta che ti ho vista nuda, e non vorrei rimanere deluso.

LEI                             Ti metto in imbarazzo? (maliziosa) Una volta non eri così pudico sai?

LUI                             Una volta eri una bambina…più o meno.

LEI                             Non cambiare mai! Girati dall’altra parte e non rompere dai.

LUI                            Sei sempre la solita.

LEI                             Che ti stavo dicendo?

LUI                            Che non mi va di cucinare.

LEI                             Ma che cafone…non mi vedi da quanto?

LUI                            Quattro anni.

LEI                             Non mi vedi addirittura da quattro anni e mi fai mangiare una banalissima pizza?

LUI                            (sospiro) Vediamo…vediamo cosa c’è nella dispensa.

LEI                             Fatto! Puoi girarti. Non avevi appena fatto la spesa?

LUI                            No, l’ho detto solo per liberarmi della Signora.

Da ora LUI farà avanti ed indietro fra il divano e la dispensa portando cibo, vassoi, posate e tutto quello che servirà per apparecchiare la tavola, LEI lo aiuterà il minimo indispensabile restando in attesa di essere servita. Continuerà così finché ce ne sarà bisogno ed alla fine si siederanno a tavola insieme. Le battute che seguono saranno recitate mangiando almeno fino al monologo di LEI.

LEI                             Mmmmhh….quante cose buone… ciccia ne hai?

LUI                            Avevo preso dei salamini ma ora non li trovo…

LEI                             Li avrai messi accanto allo zucchero ah! Ah! Ah!. Allora? Mi racconti di te e del cancello o no?

LUI                            Smettila di chiamarla così.

LEI                             Ok, ok scusa…mi racconti di te e di lei per favore? Come avete cominciato?

LUI                             Come cominciano tutte le convivenze: dalle mutande. Sissignore…un bel giorno mi chiama “caro” e mi dice che ha con se un paio di slip in più e che vuole lasciarli a casa mia. Ma che girate sempre con le mutande in borsa voi altre?

LEI                             Per le emergenze…

LUI                            Poi è toccato allo spazzolino, una gonna…

LEI                             Mi pare giusto, così se deve cambiarsi in fretta ed uscire non ha bisogno di passare da casa sua.

LUI                             …ed in men che non si dica si è trasferita qui. (LEI ridacchia) Ne sai qualcosa anche tu eh?...subdola…

LEI                             Io la chiamo legittima difesa.

LUI                            E da cosa di grazia?

LEI                             Dalla solitudine e dagli anni.

LUI                            Tutti ci difendiamo dalla solitudine.

LEI                             Ma per un uomo è diverso. Voi con i capelli bianchi diventate più affascinanti noi solo più vecchie. E allora cerchiamo di aggiustarci la vita meglio che possiamo. Chi con le medicine, chi con i soldi e chi con gli amori.

LUI                            E chi con gli amori pieni di soldi…

LEI                             (piccata) No scusa, voi non vi comprate la moto e fate finta di avere ancora vent’anni? Quanti se ne vedono con le lonze sui fianchi e tre capelli in testa che vanno in giro su questi mostri tutti cromati a fare i fighetti con le ragazzine. Se la qualità dell’amore difetta, si punta sulla quantità.

LUI                            Ma a voi quelle moto piacciono.

LEI                             Che stronzo…

LUI                            E’ un dato di fatto, perché ti arrabbi?

LEI                             Non cambiare mai mi raccomando! Gli esseri umani hanno paura di due sole cose in realtà: del tempo che passa e della solitudine. Sai perché da bambini aspettiamo con ansia il giorno del compleanno e da grandi invece non lo festeggiamo quasi più? Perché quel giorno sei al centro dell’attenzione, tutti ti cercano, ti coccolano, ti fanno i regali…dopo però diventa soltanto il giorno in cui sei un anno più grande e al massimo offri l’aperitivo a quelle due o tre amiche più strette che hai…e se non c’è chi ti fa sentire amata sei solo un anno più sola. E allora pensi di dover correre ai ripari e ti viene fretta di vivere. Come quando chiudi una storia di anni, come reagisci? Ti scateni. Ti dai alla vita sfrenata, ti stordisci, decidi di chiudere con le storie serie, di divertirti e basta anche con gli uomini. Vita, vita, mondanità! Diventa un credo per te. In realtà vuoi solo dimenticarti che sei sola…una sera poi ti ritrovi fuori da un locale e ti chiedi che cosa ci fai lì. Pensi che hai “x” anni e non hai ancora una vita stabile, magari le tue amiche sono pure mamme, magari rabbrividisci al pensiero ma ti rendi conto che loro almeno uno scopo ce l’hanno. Sei sola e sei stanca di sentirti sola.

LUI                             Ma non po’ andare bene uno qualsiasi però, oppure ti ritrovi a suonare al primo portone che capita.

LEI                             Con il tempo si diventa egoisti...

LUI                            Lo sei sempre stata.

LEI                             …si muore dentro se non si fa finta di essere ancora vivi; è solo la tua testa che ti autorizza a credere che esisti davvero.

LUI                            Tu egoista lo sei sempre stata.

LEI                             Neanche tu sei mai stato un santo sai?

LUI                            Però non ti ho mai mentito. Io.

LEI                             Forse è meglio che io vada via.

LUI                             Ma che cosa ti aspetti scusa? Che stiamo tutti a tua disposizione? Chi ti credi di essere? Arrivi, travolgi tutti, quando hai finito riparti e te ne freghi delle macerie che ti lasci dietro. Dove sei stata tutto questo tempo ancora non me lo hai detto.

LEI                             Mah…un po’ qui e un po’ lì, sai io vado in giro…vedo gente…

LUI                            Mi prendi anche per il culo?

LEI                             Ok, scusa. Avevo un aereo da prendere.

LUI                            E per andare dove?

LEI                             Ma non me lo ricordo! Sono stata in tanto posti in questi tre anni.

LUI                            Quattro!

LEI                             Caspita come vola il tempo…

LUI                             Da non credere vero? Quattro anni eppure mi ricordo perfettamente come te ne sei andata. Eri qui (la mette nella posizione), avevi la tua borsa ed il tuo cappello, arrivò un tassì e “bye bye” Prof. E per tutto questo tempo nemmeno una parola.

LEI                             Non è vero! Qualche telefonata l’ho fatta… (LUI la guarda con sarcasmo) Dai qualcuna si. Ce l’hai ancora con me vero?

LUI                             (aggressivo) Non dovrei? (dispiaciuto) Scusa…non ce l’ho con te, ma mi dispiace perché ti sei comportata in maniera infantile. Ed ora vieni anche a raccontarmi che non ti ricordi dove sei stata.

LEI                             Ma è la verità! Sono stata in tanti di quei posti. Andammo ad Amsterdam forse che ne so. Non puoi non andare ad Amsterdam almeno una volta nella vita. E poi anche a Lisbona.

LUI                            “Andammo” chi?

LEI                             Amici. Uno.

LUI                            Io mai stato ad Amsterdam, eppure vivo benissimo.

LEI                             Già, tu niente sigarette e nemmeno alcool, sempre il solito noioso…e il

sesso? No (sorridendo sorniona) …con quella lì il sesso non può esserti mancato…

LUI                            E dai…perché dici queste cose?

LEI                             In Facoltà…fra di noi…si diceva che fosse un tipino sveglio, mi spiego? Allora?

LUI                            Allora cosa?

LEI                             E’ sveglia?

LUI                            Ma che te ne importa a te?

LEI                             Ma si che è sveglia…si raccontavano certe cose su di lei…si diceva che con i Prof… (gli fa l’occhiolino).

LUI                            Con i Prof…?

LEI                             (allusiva) Si dai…che insomma…dai…

LUI                             (incalzante) Con i Prof…?!

LEI                             Beh se ne è sposato uno del resto…

LUI                            Tu dovresti stare zitta!

LEI                             Io non sono mai stata con il mio Prof. Ho avuto tanti fidanzati ma non sono mai andata con il mio Professore!

LUI                            E vorrei ben vedere…ero io.

LEI                             Eri carino con la barba ma non te l’avrei mai data…a proposito, la tua barba che fine ha fatto?

LUI                            L’ho tolta quando è nata mia figlia.

LEI                             Ci hai fatto anche una figlia? Ma sei proprio incorreggibile! E io che sono? Una specie di zia? E dov’è ora tua figlia?

LUI                            In questo momento è con la madre.

LEI                             Non è che ora arriva, mi trova qui e s’incazza?

LUI                            Lei non abita più qui ricordi?

LEI                             (finta dispiaciuta, sorridendo)Azzo mi dispiace, e da quando?

LUI                             Sei mesi, circa. Non andavamo più molto d’accordo e così se n’è andata. Le ho lasciato la custodia della bambina ma tutti i fine settimana sta con me. E’ venuta a riprendersela poco prima che arrivassi tu.

LEI                             E come si chiama?

LUI                            E questo non lo so se te lo posso dire…

LEI                             Dai! Dai! Dai! Dimmelo in un orecchio!

LUI si avvicina e le sussurra il nome in un orecchio, lei esclama incredula

LEI                             Hai dato a tua figlia il nome di quel film?

LUI                            Che male c’è?

LEI                             Di male niente, ma non credevo che fossi così in fissa. Chiamarla Rita sarebbe stato più normale, o Margherita.

LUI                             (sognante, come se vedesse la Madonna) Si chiamava Margherita Carmen Cansino…

LEI                             E la madre?

LUI                            (ancora sognante) la madre no…

LEI                             Sveglia! Volevo sapere che ne pensa tua moglie!

LUI                            Ah! Non ha avuto obiezioni, e comunque è un bel nome non credi?

LEI                             Certo, certo. Ma oggi ai bambini si danno i nomi dei calciatori ed alle bambine quelli delle attrici o delle rock star…che ne so, Veronica come Veronica Lario oppure Britney come Britney Spears…o Sharon.

LUI                            Ma chi è che chiama sua figlia Britney?

LEI                             Una mia amica lo ha fatto.

LUI                            Appunto, solamente una tua amica può fare una cosa così.

LEI                             Quante volte l’abbiamo visto quel film?

LUI                            (ridacchiando) Troppe!

LEI                             Io mi sento come lei a volte. Diceva che quel personaggio le aveva rovinato la vita perché gli uomini si addormentavano con Gilda e si risvegliavano con Margherita.

LUI                            A te capita lo stesso?

LEI                             A me capitano sempre maschietti qualunque. Gente senza spina dorsale. Burattini tanti, uomini veri niente.

LUI                            Guarda che l’uomo non si giudica solo a letto, non basta mica.

LEI                             Appunto. Non basta mica. A me invece capitano solo mezze figure convinte che basta scopare bene. Ti conoscono, ti squadrano, gli piaci e fanno di tutto per portarti a letto. Poi si addormentano con un sogno e si risvegliano accanto a te. Sono “maschietti qualunque”, gente che puoi solo usare quando ti serve…ah! ah! ah! Te la ricordi la storia del bacio? (LUI fa cenno col viso di non capire) Ti ricordi solo quello che ti fa comodo, non cambiare mai. Ma si dai…”quanti baci conosci?” Te lo ricordi? Allora…c’era il bacio alla francese, quello sensuale, quello erotico, quello fraterno e c’era quello fritto!

LUI                            Li sai tutti?

LEI                             Ho avuto un ottimo insegnante (linguaccia). Me ne ero inventate un’infinità di queste stupidate. (ridendo) Cazzatelle che racconto ai maschietti per fargli fare quello che voglio io. E’ incredibile, avete un solo neurone e lo tenete...lo so io dove lo tenete. Il pezzo forte sono le varianti però: quando parlo della variante “polipone” non capite più niente. Siete tutti dei giovani esploratori figli di buona donna.

LUI                            Ma senti questa…giovani esploratori…

LEI                             …si, si, siete tutti bravi ragazzi ma al momento giusto vi spuntano sempre un paio di braccia in più che si muovono indipendentemente dalla vostra volontà. Sai che mi dicono ogni volta? “In che rapporto sei con le maniglie dell’amore?” Per mettere le mani avanti capito? (ride).

LUI                            No non ho capito.

LEI                             Per prepararmi alla loro pancetta da impiegato mediocre. Io allora rispondo che l’uomo con la pancetta è più affascinante, che da sicurezza…e voi fate tutto quello che dico senza nemmeno bisogno di chiedere. Sai quanti ne incontro di servi della gleba che si fanno in quattro convinti che poi glie la do?

LUI                            Sei odiosa quando fai così .

LEI                             Ma che te ne frega scusa, perché te la prendi così tanto.

LUI                             Perché per te è tutto soltanto un gioco. Un corteggiatore è solo una figurina da collezionare. Ci pensi mai che qualcuno possa magari innamorarsi?

LEI                             Tutti che s’innamorano di me. Ma che bella fantasia che tenete voi maschi!

LUI                            Eri una bella figliola.

LEI                             (apprensiva) Perché ora che mi manca ora? (si mette in mostra) Ho qualche anno in più ma sono sempre io. Non mi trovi attraente? Ci sono in giro ragazzine che un fisico come il mio se lo sognano caro! (gonfia il seno) Porto la terza di reggiseno e la terza pure di mutandine…insomma fisico asciutto e seno quasi perfetto, ho tutte le cosine giuste al posto giusto che ti credi? Magari più avanti potrei aver bisogno di un ritocchino, ma per ora vado bene così.

LUI                            Allora prima non sarei rimasto deluso.

LEI                             (linguaccia) Non ci sperare! E poi anche tu mi bocciavi sempre.

LUI                            Io ormai ho piantato i broccoli, non il grano.

LEI                             Fanculo te e i tuoi modi di dire. Che vuol dire questo?

LUI                            Che sono troppo grande per te bambina.

LEI                             Ecco, che ti dicevo? Ora non mi vuoi più nemmeno tu. Come Rita Hayworth, tempo una dozzina d’anni non la voleva più nessuno. Ma non cambiare discorso: oggi è martedì, dov’è tua figlia e perché è stata qui fino ad oggi.

LUI                             In realtà è stata con me per quasi tre settimane perché la madre era fuori. E poi perché dovrebbe incazzarsi?

LEI                             (ovvio) Perché io le fregavo sempre i fidanzati no? Ma mica per qualche cosa, per sfizio: mi stava antipatica. Ho baciato addirittura te!

LUI                            Me lo ricordo…t’avrei uccisa…

LEI                             E’ stato solo per fare rabbia a quella caro Prof.

LUI                            Io ti bocciavo perché non studiavi.

LEI                             E come facevo? Non me ne lasciavi mai il tempo: e andiamo di qua, e andiamo di là. Sempre appresso a te dovevo stare. Che ridere!!! Si è arrabbiata così tanto che a momenti le scoppia la faccia!!!

LUI                            Con chi sei stata in giro tutto questo tempo?

LEI                             Con un maschietto qualsiasi. C’è sempre un maschietto qualsiasi nella mia vita. Anche lui.

LUI                            Sei sicura che sia finita fra Voi?

LEI                             (sorridendo amaro). Vorrei che non fosse così…lo sai, io le strade per farmi del male non le sbaglio mai.

LUI                            Non vuoi dirmi chi è?

LEI                             Sei sicuro che non ce l’hai con me?

LUI                             No te l’ho detto. Sono passati quattro anni. Anche se non so dove sei stata, perché sei andata via, anche se sei ricomparsa all’improvviso e mi hai sgocciolato tutto il pavimento e la portiera per questo mi darà il tormento per tutta la vita no! Non ce l’ho con te. Mi spiace perché ti sei comportata da bambina questo si, ma non ce l’ho con te.

LEI                             Mi dispiace.

LUI                            Ora non prendermi in giro però, d’accordo?

LEI                             Però ti pensavo spesso.

LUI                             Io pure, ogni giorno. A proposito dov’eri? Dipingevi ritratti nei bistrò di Parigi, vendevi tappeti a Marrakech o facevi la fotografa free lance in Medio Oriente? Pensa che una volta ti ho pure sognata.

LEI                             Si?

LUI                             Mentre attraversavi non so che posto di frontiera. Ammiccavi e quelli non capivano più niente

LEI                             Forte! Mostro le tette e mi fotto le guardie.

LUI                            Mi sa che con loro la storia del bacio non bastava!!

LEI                             (ridendo entrambi) Che stupido! Sai qual è il mio problema? Ho troppa fantasia. E quindi mi stufo presto o vengo mollata. Tu invece sei fatto per mettere su famiglia.

LUI                            Tanto poi mollano anche me.

LEI                             Perché confondi il sesso con l’amore.

LUI                            Punti sempre dritto al cuore tu?

LEI                             A proposito che ci fai a casa da solo?

LUI                            Sono rimasto per lavorare. Sto scrivendo un libro.

LEI                             Sai che l’ho fatto per davvero? Dipingere ritratti. Ma non a Parigi, a Roma in Piazza Navona.

LUI                            Sei stata a Roma?

LEI                             Ci ho vissuto per sei mesi, stavo con uno che leggeva le carte, solo che poi l’hanno arrestato.

LUI                            Ma te li cerchi con la lanterna?

LEI                             Ma non vuoi sapere come ci sono arrivata? Non puoi non volerlo sapere!! Allora, era ferragosto…ero rimasta a casa mia per studiare un po’ quando un tizio si ferma con la macchina sotto le mie finestre e mi chiede di poter salire a fare una telefonata…capirai, figurati se ti faccio salire, chi ti conosce? Però aveva una macchina di quelle anni 60, sportiva, tutta bianca…e tu sai quanto mi piacciano le macchine sportive…(LUI la guarda perplesso)…Vabbè: ho sempre avuto un debole per gli uomini che guidano macchine sportive, contento?

LUI                            Così va già meglio…

LEI                             Insomma il tipo sale, telefona e poi per ringraziarmi mi invita a pranzo. Te la faccio breve: siamo arrivati fino a Civitavecchia a mangiare il pesce. (LUI nel frattempo ha preso una videocassetta ed a questo punto legge dalla custodia).

LUI                             (solenne)…e tutt’a un tratto quello spider bianco, da simbolico oggetto del desiderio di un’intera generazione, si trasformava in una mitologia “machine a vivre” capostipite di tutta una serie di bolidi personificazioni del destino…

LEI                             Uffa che noioso che sei!! Non si può mai scherzare con te!

LUI                            (sfottendola) Tu chi eri dei due?

LEI                             Dovevo saperlo che l’avevi visto quel filmetto.

LUI                            Se permetti non è un filmetto.

LEI                             mmmhhh…i film italiani sono tutti un po’ filmetti…

LUI                             Solo per chi è superficiale. Questo è un capolavoro. Quella macchina è stato l’oggetto del desiderio per tutta una generazione. Come il famoso chopper di “Easy rider”, ma con sette anni di ritardo.

LEI                             Scommetto che adesso mi farai tutta la critica e l’analisi del film, della regia e delle interpretazioni degli attori.

LUI                            Sei sempre la solita.

LEI                             Anche tu! Ecco perché me ne sono andata. Sei troppo statico e io ho bisogno di movimento, novità…te l’ho detto: ho troppa fantasia.

LUI                            (fra se per non farsi sentire) E poco sale in zucca…

LEI                             Come dici?

LUI                            Niente, non ho detto niente.

LEI                             Eh no! Qualcosa hai detto. Sicuramente una delle tue solite cattiverie da intellettuale sfigato. Quando la smetti?

LUI                            E tu quando la smetti? Vabbè sorvoliamo…hai ancora fame?

LEI                             Magari!! Che altro mi dai da mangiare?

LUI                            (porta in tavola l’ultimo vassoio) Sono qui per questo.

LEI                             Fame! Fame! Che c’è da bere?

LUI                            Guarda in cucina, c’è il frigorifero: saccheggialo.

LEI                             (da fuori) Ce l’hai altro vino?

LUI                            Non Credo. Io bevo quasi solo acqua.

LEI                             (rientrando con un cartone di vino) Ma io trovato questo…

LUI                            (storcendo il naso) E' buono solo per cucinare.

LEI                             Ma non ce n’è di altro…Allora “pace” (alludendo al suo stomaco ormai sazio)…Sai di cosa avrei bisogno ora? Di Alvaro.

LUI                            Di chi?

LEI                             Alvaro. Dai “Alvaro”. Ma che non ti ricordi? Quel mio vecchio “amico”…quello dal carattere così evanescente, fumoso direi…Alvaro insomma!!

LUI                            Ahhh!!!! Chiamalo con il suo nome no?

LEI                             No… Alvaro è amico mio e lo chiamo come mi pare…

LUI                            Va beh. Qui comunque non è mai venuto.

LEI                             Non te le fai le canne? (LUI la guarda male) Che ti ho detto? Tutti quelli di sinistra si fanno le canne tranne te!

LUI                            Ma che stupidaggine…e poi quando mai sono stato di sinistra?

LEI                             Di destra non eri di certo.

LUI                            Questi sono fatti miei.

LEI                             Permaloso. Come faccio io?

LUI                            Come fai? Non fai.

LEI                             Eh! Eh! Te lo credi tu. (cerca tra le sue cose e trova un piccolo involto) Alvaro viene sempre con me. Ahh…così va meglio…una canna dopo cena è…come si dice? La morte sua…

LUI                            (allontanandosi e tossendo) No, la morte mia!

LEI                             Un tiro?

LUI                            Parlami dei tuoi viaggi.

LEI                             Ci sono stata in quei posti che hai detto…

LUI                            Tutti?

LEI                             Beh no, tutti no.

LUI                            Come sono?

LEI                             Non credere a quello che leggi sui libri o nei giornali, forse una volta…oggi questi posti esotici oggi assomigliano tutti a dei supermercati a cielo aperto. La parte romantica della storia (se c’era) si è persa per strada.

LUI                            (sconsolato)…con chi ci sei stata?

LEI                             Con un maschietto qualunque.

LUI                            Ma quand'è che trovi terra ferma?

LEI                             Ogni tanto ci penso sai? Magari dovrei avere una vita normale, cercarmi un lavoro normale, farmi una famiglia normale con un ragazzo normale che si prenda cura di me e che mi faccia fare un figlio…io lo vorrei maschio, le femmine danno troppe preoccupazioni. Chissà che nome gli darei? Il nome lo lascerei scegliere a lui, forse gli darebbe quello di suo padre. Io mi occuperei della casa, della spesa, lo porterei in piscina, andrebbe all’Università e diventerebbe un grande avvocato così potrebbe farsi la segretaria. Nel frattempo mio marito si farebbe la sua di segretaria, la metterebbe incinta, le pagherebbe le spese per abortire e prima o poi mi lascerebbe per una ragazzina con venti anni meno di me. Sto meglio così.

LUI                            Non credevo fossi così cinica.

LEI                             Non è cinismo, gli uomini non sono mica tutti come te.

LUI                            Perché io come sono?

LEI                             Tu sei dolce, gentile, disponibile, sembri quasi finto per quanto sei perfetto…

LUI                            In una sola parola sono un cretino.

LEI                             E poi sono io quella cinica. Perché dici queste cose, io parlo sul serio.

LUI                             Perché l’unico modo per non essere calpestati è calpestarvi. E tu ne sei la prova vivente.

LEI                             E’ per questo che mi calpestano tutti?

LUI                             Raccogli il vento che semini mia cara.

LEI                             Io mi sento sola e non voglio sentirmi sola. Odio quelle serate che si esce solo per non restare a casa. Odio quando devi fermarti a parlare con una che non te ne frega niente, una che non vedi da una vita e che magari incontri per strada per caso. La vedi, la riconosci e preghi che lei non ti abbia riconosciuta! Poi se ti ferma non sai che cosa dire: “come stai”, “che cosa fai”, “tutto bene?”, “si come no, e tu?”, “tutto bene anche io”, “sai che ho avuto un guaio?”, “davvero? Io anche e più grosso del tuo”, perché qualunque cosa ti sia capitata a lei è successa dieci volte più grande, e te ne vuoi andare. Come ti sganci? “Scusa ma ho un impegno”, “anch’io scusami”, “sono sull’elenco chiamami”, “anch’io sentiamoci dai”…e scappa via anche lei perché non ne può più. E per i successivi dieci anni siete a posto entrambi. Non voglio più sentirmi sola. (scandendo le parole) Io non voglio più sentirmi sola!

LUI                            Hai un sacco di gente che ti gira intorno, come fai a sentirti sola.

LEI                             Burattini. Che vogliono solo una cosa. Voglio un uomo vero. Uno che mi faccia sentire amata, che mi stringa forte se ho paura, che mi incoraggi se ho tutti contro, che mi voglia bene e mi mantenga. Se fossi una che torna, forse tornerei qui...

 Si guardano in silenzio per un attimo.

LUI                            Domani che farai?

Un forte tuono li sovrasta, seguito dal rumore della pioggia contro i vetri.

Traccia 15: tuono forte e pioggia scrosciante

Si girano a guardare verso la finestra e quando il rumore scema LEI parla.

LEI                             (facendo spallucce) Non lo so, ci penserò domani.

LUI                            E l’università?

LEI                             Ci ho rinunciato, troppo complicato. Preferisco vivere. E viaggiare.

LUI                            Giusto, parlami dei tuoi viaggi. Amsterdam e poi?

LEI                             Ad Amsterdam ci sono stata pochissimo. Lisbona.

LUI                            Si?

LEI                             Si, ci sono stata due anni con…va beh tanto non lo conosci.

LUI                            Hai vissuto due anni a Lisbona, parli il portoghese ora?

LEI                             Neanche una parola. Stavamo sempre con i suoi amici, tutti italiani.

LUI                            E che lavoro hai fatto?

LEI                             Mai lavorato.

LUI                            Dove vivevi?

LEI                             Vicino a…conosci Lisbona?

LUI                            No.

LEI                             E allora che te lo dico a fare?

LUI                            Beh racconta…

LEI                             E’ come tutte le città: quando ci arrivi la prima volta sembra fatta solo da serie infinita di palazzi senza senso. Poi ci fai l’abitudine. Per esempio noi stavamo dietro un grande giardino. Uno dei più grandi e belli che c’è a Lisbona, c’era anche un enorme cedro che risale ai primi del novecento, pensa che ha dei rami così grandi che hanno dovuto appoggiarli ad una grande armatura di ferro…lì vicino c’è anche il giardino botanico, ci sono laghetti, cascatelle, ponti, labirinti di siepi. Anche una bella serra.

LUI                            Lo conosci bene, parli come una guida turistica.

LEI                             Ci andavo a dipingere. E’ la cosa che so fare meglio no?

LUI                            Certo.

LEI                             Ne ho anche venduto qualcuno. Poi mi sono scocciata e me ne andavo nei musei a copiare i “cosi”…i pittori portoghesi. Però di quelli non ne davo via mai ed ho smesso.

LUI                            …e ti sei fatta mantenere….

LEI                             (facendo il verso a Mina)… “caramelle non ne voglio più”…

LUI                            I quadri dove sono?

LEI                             Boh. Li avrà buttati quando me ne sono andata.

LUI                            E non ti importa?

LEI                             No, ne farò altri più belli. E quando sarò morta varranno un capitale.

LUI                            Allora diamoci da fare, affrettiamo i tempi.

LEI                             Guarda che tu muori prima di me vecchietto.

LUI                            E te ne sei andata.

LEI                             Si. Era finita e me ne sono andata via. I rami secchi vanno potati, altrimenti seccano tutta la pianta.

LUI                            E dopo Lisbona?

LEI                             Dopo Lisbona…Roma. Roma è come Samarcanda baby! Ci credi solo quando arrivi. Ha certe giornate che non te le so spiegare. Ci trovi tutti i colori del mondo. A febbraio, dopo la tramontana, l’aria è fredda e asciutta ed il cielo è così brillante che a guardarlo troppo ti fa male agli occhi. Sai che anticamente la chiamavano “la città azzurra”?

LUI                            E sai il perché?

LEI                             No, ma scommetto che ora me lo dirai tu (linguaccia).

LUI                            Perché le case erano tutte di quel colore.

LEI                             Davvero?

LUI                            No, me lo sono inventato adesso!

LEI                             Ma vattene va! Ci sei stato?

LUI                            Qualche volta.

LEI                             Vuoi sapere come ci sono arrivata?

LUI                            (prendendola in giro) Non ne sono sicuro.

LEI                             Ma guarda che è una bella storia sai?

LUI                             Oh questo lo so, ma è che secondo me mi rifilerai una enorme serie di cavolate.

LEI                             (offesa) Cafone!

LUI                            Dai raccontamelo.

LEI                             No così mi fai un favore, non te lo racconto più.

LUI                            E non raccontarla allora.

LEI                             (col muso) In treno.

LUI                            E il cartomante l’hai incontrato sul treno?

LEI                             Mi è passato accanto e mi ha lanciato un biglietto con il suo nome e numero di telefono, poi è sparito.

LUI                            E tu che hai fatto?

LEI                             L’ho chiamato.

LUI                            Subito??!!

LEI                             E certo, non sapevo dove andare a dormire.

LUI                             Aspetta che non ho capito. Hai telefonato ad un tale che hai conosciuto in treno…anzi, che non hai nemmeno conosciuto, e sei andata a dormire a casa sua? (lei annuisce). Tu sei pazza. Poteva essere chiunque. Anzi, poteva essere qualunque cosa.

LEI                             E come la fai lunga perché sono stata da un affittacamere!

LUI                            Il foglietto era un volantino?

LEI                             E certo.

LUI                             Mavaffanculova! Spiegati subito. Non te le far tirare fuori con le tenaglie le cose.

LEI                             Ohh!! Ma che hai capito? Non faccio mica le marchette sai?

LUI                            Continua…

LEI                             Niente…mi sono sistemata lì e abbiamo fatto amicizia. Lui aveva un banchetto a Piazza Navona e ci leggeva le carte. Io mi sono messa lì accanto e facevo i ritratti ai turisti.

LUI                            Questi almeno li vendevi?

LEI                             Non immagini nemmeno quanti! E poi lui mi portava in giro, mi faceva vedere le piazzette, le fontane, i mercati rionali…mi ha insegnato anche a fare le carte!

LUI                             (si alza per andarle a prendere e tornando le consegna a LEI) Anche mia figlia sa fare i tarocchi. Glie ne ho regalate un mazzo con un libretto ed ha imparato subito. Mi predice sempre che diventerò uno scrittore di successo e che la sua mamma vorrà tornare con me.

LEI                             Ed ha ragione?

LUI                            Su sua madre? Assolutamente no!!

LEI                             E sul resto?

LUI                            E chi lo sa? Ho questo sogno nel cassetto.

LEI                             Ma non basta tenerlo lì, bisogna tirarlo fuori e crederci. Tu ci credi?

LUI                             Beh…so che è difficile, ma ci provo. Sono rimasto qui apposta per lavorare stasera.

LEI                             Allora ti ho interrotto.

LUI                            Si ma non preoccuparti.

Ora LEI si avvicina ed inizia ad incalzarlo maliziosamente, LUI si ritrae.

LEI                             Non mi preoccupo, fammelo leggere.

LUI                            No.

LEI                             Ma perché no? Dai fammelo leggere.

LUI                            Ho detto no!

LEI                             Se tu me lo farai leggere…io posso essere molto generosa con te…

LUI                            …“sarò”…

LEI                             Cosa?

LUI                            Se “me lo farai leggere”... “sarò molto generosa” , non “posso”…

LEI                             Noioso…non cambiare mai. Se me lo “farai” leggere, sarò molto generosa…

LUI                            Non mi interessa…

LEI                             Ma potrei essere molto, molto generosa…

LUI                            Non mi interessa neanche se tu fossi molto, molto, molto generosa.

LEI                             Non mi “interesserebbe”…

LUI                            Giusto. Non mi interesserebbe nemmeno se tu fossi…eccetera.

LEI                             Dai che ti spiego il bacio sensuale…lo soffri ancora il solletico?

LUI                            Smettila…

LEI                             La vuoi vedere la variante polipone?

LUI                            Smettila!

LEI                             Si che lo soffri ancora!! Ah! Ah! Ah!

LUI                            Piantala!

LEI                             Preferisci il bacio romantico?

LUI                            Con te solo quello fraterno.

LEI                             Bugiardo…ti credi che non mi sono accorta come mi guardavi prima?

LUI                            Non ti guardavo affatto.

LEI                             Oh si che mi guardavi…mi guardavi le tette. Tutti gli uomini mi guardano le tette, ti piacciono? E dai che ti piacciono…

LUI                            Non mi interessano!

LEI                             Come se non ti conoscessi…

LUI                            Le tue, non mi interessano…

LEI                             Non vorrai fare la lotta…

LUI                            …ci rimetti…

LEI                             …ti battevo sempre…

LUI                            …ti lasciavo vincere…

 Alla fine di questo scambio finiscono per terra avvinghiati facendo molto rumore, nel frattempo sono cadute in terra anche tutte le suppellettili e troveranno la sciarpa di LA MOGLIE che LEI userà più avanti per giocare a fare la zingara. Si guardano in faccia e si fermano a rifiatare. Sembra quasi che LEI stia per baciarlo. Suonano alla porta.

LUI                            (senza muoversi da terra) Chi è !?

LA PORTIERA        Professore sono io! Va tutto bene?

LUI                             (rivolto a LEI) Se ora non se ne va subito la uccido. Che cosa desidera Signora?

LA PORTIERA        Ho sentito dei rumori Professore. Va tutto bene?

LUI                            Va tutto a meraviglia Signora, perché non è a letto a dormire?

LA PORTIERA        Perché ho sentito dei rumori da casa sua che mi hanno svegliata. Le serve qualcosa?

LEI                             Va tutto bene Signora. Stavamo solo trombando.

LUI                            Smettila!

LEI                             Ci scusi ma il Professore è un po’ rumoroso, non lo faceva da tanto tempo ormai!!

LUI                            Torni a letto!

LA PORTIERA        Ha bisogno della carta igienica?

LUI E LEI                 Viaaaaaa!!!

LEI                             Domani tutto il condominio saprà che non l’hai fatta dormire con i tuoi “ardori”…

LUI                            Da domani non avrò più pace.

LEI                             …e tutte le signore ti verranno a cercare.

LUI                            Si, per portarmi lo zucchero…

LEI                             (cospiratrice) O magari viene lei di persona, di nascosto.

LUI                            (cospiratore) Come no, mi fa la spesa di nascosto.

LEI                             Viene di notte, mentre dormi...con le scarpe tutte rotte.

Ridono.

 

LUI                             Ci credi ancora? (LEI lo guarda interrogativa) Nei tuoi sogni. Una volta sognavi così tanto…

LEI                             Chi lo sa? Per ora devo fare un po’ d’ordine nella mia vita. Ci penserò domani.

LUI                            Com’è finita col cartomante?

LEI                             Te l'ho detto, l’hanno arrestato. Pare che le carte fossero tutto un trucco.

LUI                            Un mago da strapazzo in meno.

LEI                             Io però sono rimasta senza casa…ed ho ricominciato a girare.

LUI                             Giusto. Due anni a Lisbona, sei mesi a Roma. Manca un anno e mezzo all’appello ancora.

LEI                             Basta parlare di me. Ti faccio le carte. Ti dico subito se diventi uno stramiliardario o se resti lo sfigato di sempre.

 Sparecchieranno, una volta terminato LUI tornerà a sederle accanto e LEI disporrà le carte. LEI avrà indossato la sciarpa tipo turbante arabo.

LUI                             Anche tu? E’ un vizio allora. Attenta che è gelosissima dei suoi giocattoli.

LEI                             Ignoranti che siete. I tarocchi non sono giocattoli.

LUI                             (sarcastico) Scusami hai ragione, sono i ferri del mestiere di truffatori e magonzoli da strada.

LEI                             L’esperienza lo dimostra: i tarocchi non sbagliano praticamente mai e danno risposte precise alle domande che gli vengono poste. I tarocchi caro mio ci arrivano direttamente da Atlantide.

LUI                            Senti, senti questa non la sapevo…

LEI                             Vero. Pare che nelle figure c’è nascosta la storia del continente perduto e che è in funzione di questo che ogni figura ha un suo valore (LUI la guarda interrogativo). Per esempio questa carta (gli mostra la torre): la torre, indica “disgrazia” perché racconta l’attimo in cui sprofonda tutto quanto. Mentre quest’altra (ne mostra una seconda) significa “fortuna”, perché simboleggia i superstiti che si mettono in salvo.

LUI                             Ma non hanno un valore diverso anche a seconda della carta che li precede?

LEI                             Anche. Allora cosa preferisci? Denaro, amore o successo.

LUI                            Fa un po’ tu.

LEI                             Allora cominciamo dal tuo sogno...perché tu si che sogni ancora. Hai pubblicato qualcosa?

LUI                            Qualcosa si. Più che altro saggi, biografie, racconti.

LEI                             Letteratura sfigata quindi. Taglia il mazzo (LUI porta avanti la mano destra)…con la sinistra! Ci credo che non hai ancora fatto i soldi.

LUI                            Veramente non me la passo così male.

LEI                             (interessata) Davvero?

LUI                            Cosa dovrei scrivere signora maestra?

LEI                             Romanzi. (come se fosse una ricetta di cucina). Prendi un po’ di sesso, ci mescoli violenza nella giusta misura, aggiungi un pizzico di sentimento, azione e suspence…et-voilà! Il successo è servito.

LUI                            Guarda che non è mica così semplice.

LEI                             Perché cosa ti manca scusa?

LUI                            Tu mi hai preso per Dante…

LEI                             Buono quello, cosa ti manca?

LUI                            (ridacchiando) Cosa mi manca per essere come Dante Alighieri?

LEI                             Senti: ha scritto la storia di uno che si perde in un bosco, incontra tanti personaggi strani, sbava per una che non lo guarda nemmeno ed alla fine esce a riveder le stelle e vede pure la Madonna. Secondo me è solo uno che si è fatto un viaggio…

LUI                             Ah! Ah! Ah! Ed io che ti do retta. “Lo Duca ed io per quel cammino ascoso salimmo a ritrovar lo chiaro mondo. E senza cura d’aver alcun riposo salimmo su, ei primo ed io secondo. Tanto ch’io vidi delle cose belle, che porta l’ciel per un pertugio tondo…

LEI                             …”e quindi uscimmo a rivedere le stelle…”, si la so anch’io!

LUI                            Ma ti rendi conto? Tutta una Commedia mi manca…

LEI                             Shhh che devo concentrarmi.

LUI                            Ok, ok. Ti ascolto.

LEI                             Allora ascolta bene, la prima carta sei tu, cioè non è che sei tu…questa carta gioca a favore tuo. La seconda invece gioca contro di te, come se la prima fosse il tuo avvocato e la seconda un Pubblico Ministero.

LUI                            Una specie di processo?

LEI                             Bravo. La terza carta infatti fa da giudice e la quarta da giuria.

LUI                            Una specie di processo!

LEI                             Che giorno è oggi? Non è che sabato vero? Bene perché di sabato le carte non si devono fare, è il giorno di Saturno il sabato.

LUI                            E che c’entra?

LEI                             Saturno è un pianeta un po’ fetente e le carte di sabato non si devono mai fare perché vengono peggio di come dovrebbero essere. In realtà neanche di domenica si dovrebbero fare però, perché vengono meglio ma tanto oggi è martedì…allora le carte, le carte ci dicono che sei dotato di molta sensibilità ed inventiva…vedi che non ti manca niente?

LUI                             Scrivere un trattato accademico è diverso, un romanzo richiede troppo impegno.

LEI                             Ma sentilo, se avessi un soldo per ogni sciocchezza che racconti diventerei io stramiliardaria….bisogna che ti dai da fare sai? Sopra c’è la ruota, sai che  significa?

LUI                            Ovviamente no.

LEI                             Significa che devi darti da fare perché il momento è favorevole.

LUI                            Sembri mia figlia. Anche lei me lo dice sempre…

LEI                             Si, si me lo hai già detto. Ora guarda è uscito il bagatto ed è capovolto. Espressività e talento dicevamo no? Ma al contrario. Appunto: il primo che non ci crede sei tu.

LUI                             Ma pensi che sia semplice? Nel mio campo sono un esperto, ho già tutte le basi che mi servono. Per una storia diversa dovrei…impegnarmi, perderci del tempo, troppo tempo.

LEI                             Ma scusa, i tuoi saggi, i libri che hai scritto finora, ti hanno impegnato molto no?

LUI                            Beh…si…abbastanza…

LEI                             E allora come sei riuscito a scrivere “quelli”, puoi arrivare a scrivere “questi”.

LUI                             Ma poi per pubblicare devi conoscere, mica fanno pubblicare al primo che capita.

LEI                             E come hai fatto finora?

LUI                            Beh…devi conoscere le persone giuste.

LEI                             Ma tu le conosci.

LUI                             Qualcuna si, ma hanno tutti già il loro giro. Non lo so se vale la pena tentare di intrufolarsi.

LEI                             E chi te lo ha detto?

LUI                            Ma perché è così…ciascuno ha il suo orto e se lo coltiva da se.

LEI                             (facendogli il verso) “ciascuno ha il suo orto e se lo coltiva da se”…e che non lo sapevo che dicevi così?

LUI                            Anche questo lo leggi lì?

LEI                             Lo so da sola ma lo dicono anche le carte: nella posizione del giudice è uscito il matto.

LUI                            Embè?

LEI                             Embè il matto è l’arcano che ci sfida ad osare, e siccome è uscito pure lui capovolto vuol dire che sei un coniglio. Siamo sempre lì lo vedi? Non hai fiducia in te stesso.

LUI                            (protesta) Io non ho scarsa fiducia in me.

LEI                             Stai zitto bugiardo! Ti caghi sotto! Hai poca autostima. E la poca autostima porta ad avere scarsa fiducia nei proprio mezzi. Da quanto tempo non fai sesso?

LUI                            Ma che te ne importa a te?

LEI                             Mi importa perché ti voglio bene. Fare sesso aiuta. Tu non ti stimi e perciò vuol dire che non fai sesso.

LUI                            Ma tu guarda se devo renderti conto della mia vita sessuale.

LEI                             Fai come ti pare io ti ho avvertito. Ora scopriamo il verdetto?

LUI                            Mi daranno l’ergastolo?

LEI                             Magari! Te lo meriteresti, così potresti scrivere “Le mie prigioni” faresti un sacco di soldi. E se scrivessi un bel thriller sulla storia dell’arte? Non ti piace come idea? Pensa ad un giallo sulla Gioconda.

LUI                            L’hanno già fatto.

LEI                             Dunque, c’è un Professore che ha passato la vita a cercare di svelare il

mistero del sorriso della Gioconda che all’improvviso diventa pazzo uccide tutti quelli che si interessano del quadro.

LUI                            Come se fosse un amante geloso?

LEI                             Bravo! E’ innamorato di Monna Lisa ed è così geloso di lei che si è convinto che il dipinto sia roba sua e tutti quelli che si avvicinano…zac!

LUI                            Dovrebbe fare un’ecatombe ogni giorno.

LEI                             Mmmhhh…troppo complicato è vero…allora uno su…dai come si chiama…quello che dipinge le facce con la frutta.

LUI                            Le facce con la frutta…c’era un motivo se non passavi gli esami.

LEI                             Uffaaa!!! Immagina che un tale decide di capire perché quel tipo faceva le persone con la frutta sul viso, però c’è un’organizzazione segreta che non vuole che si sappia perché la verità diffonderebbe il panico fra la gente.

LUI                             E sovvertirebbe l’ordine costituito. E magari il tizio in questione è aiutato da una ragazza bellissima. Non svelano il mistero, però scopano come ricci e alla fine vanno a vivere felici e contenti in un’isola dei Caraibi.

LEI                             O su una barca a vela! L’organizzazione segreta li vuole morti ma loro

sono più furbi e gli fanno credere che i documenti segreti resteranno segreti solo se a loro non capiterà niente, altrimenti un avvocato di Parigi li regala alle televisioni ed ai giornali di tutto il mondo.

LUI                            Perché di Parigi?

LEI                             Perché fa fico.

LUI                            (sarcastico) Geniale.

LEI                             No dozzinale. E la gente va matta per le cose dozzinali. Faresti un sacco di soldi. Insomma non riesci a scrivere un bel giallo intricato?

LUI                            Non ne ho il tempo!!!

LEI                             Trovalo!! Guarda che è la strada giusta per te: nella posizione della sentenza è uscita la giustizia! E che cosa simboleggia la giustizia?

LUI                            Che cosa simboleggia?

LEI                             Il karma, l’ordine, l’equilibrio ma soprattutto l’arrivo di una ricompensa (fa il gesto dei soldi con le dita).

LUI                             Sesso, violenza ed azione…viene fuori una cosa dozzinale ma che vende però…(storcendo la bocca) No, non è per me. Preferisco qualcosa di più leggero. Racconti.

LEI                             E guadagni?

LUI                            Abbastanza per mantenere una ex moglie ed una figlia.

LEI                             Ho capito, roba sfigata lo dicevo prima.

LUI                             Io voglio fare la satira ai libri seri e impegnati. Proprio quelli pieni di sesso, violenza e azione.

LEI                             E sei capace?

LUI                            Beh, ci provo…

LEI                             Provarci non basta! Quello che conta non è l’idea, ma la capacità di crederci fino in fondo. Hai già scritto qualcosa? Mi fai leggere? E dai fammi leggere qualcosa…

LUI                            Non lo so se è il caso dai…

LEI                             Ma che ti vergogni?

LUI                            No, ma sai, sono cose mie. E poi sono scaramantico.

LEI                             Ma così non diventerai mai ricco e famoso e non mi regalerai mai un appartamento tutto per me.

LUI                            CHE DEVO FARE SCUSAAAAA?!!!

LEI                             Io non ho più una casa, non vorrai che rimanga per sempre bloccata qui con te! Che direbbe tua moglie se sapesse che mi lasci in mezzo ad una strada?

LUI                            Probabilmente che te lo meriti.

LEI                             La verità è che hai paura di non avere successo.

LUI                            Ma chi ti credi di essere per giudicarmi tu?

LEI                             Una che ha più coraggio di te. La vita è un gioco caro mio e tu non giochi mai. Mentre a me esce sempre la papessa.

LUI                            Ed un bel “chissenefrega”?

LEI                             La papessa “carino” è il lato ricettivo e femminile di ogni persona. Rappresenta l’intuizione. Ora. Siccome io sono femmina a tutti gli effetti ed a me la papessa esce sempre, tira tu le conclusioni.

LUI                            Nel PC. Guarda nel PC.

 Lei va al PC, si siede e legge.

LEI                             Ma dai!! Ma copi Snoopy?!

LUI                            Ma che vai dicendo.

LEI                             Ma come no, tutti i romanzi di Snoopy cominciano così.

LUI                            E’ una citazione.

LEI                             Sta sul tetto della cuccia e scrive “era una notte buia e tempestosa”.

LUI                             E’ un racconto umoristico. Prendo in giro i libri seri. Quelli da cui poi fanno i film.

LEI                             (leggendo)Davvero?

LUI                            Si.

LEI                             (sempre leggendo) Un libro comico?

LUI                            “Racconto umoristico”.

LEI                             (polemica) E quando si comincia a ridere qui?

LUI                             Non si ride ma si riflette. Prendo spunto da una cosa seria per far sorridere. Si chiama satira.

LEI                             Va bè! Di che parla il tuo racconto umoristico?

LUI                            Di carte da giuoco.

LEI                             Maddai?

LUI                             Tu lo sapevi che le carte da poker sono un calendario lunare? (LEI lo guarda perplessa). Ogni mazzo contiene cinquantadue carte, divise in quattro segni, ed ogni segno contiene tredici figure.

LEI                             Embè?

LUI                             Cinquantadue sono le settimane dell’anno, quattro le stagioni e tredici i cicli che la luna descrive ogni anno cioè i mesi. Ogni ciclo dura 28 giorni per un totale di 364 giorni!

LEI                             Ne manca uno.

LUI                             I due Jolly, uno copre il giorno che rimane e l’altro rappresenta quello bisestile.

LEI                             E che c’entrano la notte buia e tempestosa, il campanile e tutto il resto?

LUI                             Ma nulla in verità…quello è lo spunto per cominciare a raccontare la storia.

LEI                             Hai ragione, non te lo pubblicherà nessuno.

Traccia 16: chiavi e porta di casa

 Entra LA MOGLIE.

LA MOGLIE            Permesso? (la frase resta a metà perché si accorge che c’è LEI)…guarda, guarda…

LEI                             (come il canarino Titti) Oh, oh…ti è semblato di vedele un gatto…

LUI                            E’ arrivata all’improvviso

LEI                             Sono arrivata all’improvviso.

LA MOGLIE            Coincidenza fortunata.

LUI                            (a LA MOGLIE) Come mai sei tornata?

LEI                             (Come mai sei tornata?

LA MOGLIE            Beh…questa è ancora casa mia…

LEI                             Non ci vieni molto spesso però.

LA MOGLIE            Che vuoi, avevo nostalgia.

LUI                            (rivolto alla MOGLIE) Che cosa hai dimenticato?

LA MOGLIE            Sono tornata per…le carte di tua figlia.

LEI                             Le stavamo usando.

LA MOGLIE            Vedo. (ha visto la sua sciarpa) E’ tua quella?

LEI                             No, l’ho trovata lì sotto.

LA MOGLIE            (allusiva) E che cosa ci facevi “lì sotto”.

LUI                            (indagatore) Sei tornata per prendere le carte?

LA MOGLIE            (vaga) Forse…

LEI                             Ehi! Fate capire anche me?

LUI                            Stavamo giocando.

LA MOGLIE            Dovevano essere giochi molto affettuosi.

LEI                             Ma devo starla ad ascoltare per forza?

LA MOGLIE            Assolutamente no, la porta è lì...

LUI                            Smettila, non è il caso.

LA MOGLIE            Stai tranquillo…“uccello che ha beccato vola via” e volerà via da sola quando avrà finito di beccare.

LEI                             No. Credo che mi tratterrò qualche giorno.

LUI                            La portiera! Ti ha avvisata la portiera!

LA MOGLIE            Bravo. Continuava a sentire “strani rumori” da questo appartamento e mi ha chiesto di venire a dare un’occhiata.

LEI                             Spiona…

LA MOGLIE            E’ un condominio serio questo.

LUI                            Domani mi sente.

LA MOGLIE            Lasciala perdere è innocua. Come può sapere “chi” ti è venuta a trovare? Per lei c’è solo una donna giovane e misteriosa nel tuo appartamento. Ma come mai si è fatta viva? Aspetta che indovino, le serve sicuramente qualche cosa.

LEI                             Non mi serve niente.

LUI                            E' rimasta sola.

LEI                             Ma stai zitto?!?

LA MOGLIE            E’ sempre in difficoltà se si fa viva con il suo servo della gleba.

LUI                            Dovevo chiuderle la porta in faccia scusa?

LA MOGLIE            Oh no davvero, è sangue del tuo sangue. E gli hai aperto anche quella del frigorifero vedo, ma non avevi ordinato una pizza?

LEI                             Non arrivava mai.

LUI                            Non arrivava mai.

LEI                             Non giustificarti!

LA MOGLIE            Mi aspettavo di trovare proprio te qui stasera.

LEI                             Ah si?

LA MOGLIE            Quanti anni sono che manchi?

LEI                             (provocatoria) Non me lo ricordo…

LA MOGLIE            Io invece scommetto di si. Ma avevi sicuramente dei nobili motivi...

LEI                             Infatti!

LA MOGLIE            ...e ti sei già assolta.

LEI                             (ancora provocatoria) Devo rendere conto a te?

LA MOGLIE            Qui a sopportare l’angoscia di tuo fratello c’ero io. Tu l'hai messo su una croce e lui ci ha inchiodato anche me.

LUI                            Finché non te ne sei andata…

LA MOGLIE           ...ma lo sapevo, lo sapevo! Appena ne avessi avuto bisogno saresti ricomparsa.

LEI                             Ce l’hai con me perché arrivavi sempre seconda. Ecco!

LA MOGLIE            Ce l'ho con te perché sei la persona più egoista, superficiale e vigliacca che conosco.

LEI                             Ma se non ci sono mai...

LA MOGLIE            Ci sei sempre invece! Insinuante! Come il tarlo che rode il legno, l’angoscia che scava lo stomaco! Oggi come quattro anni fa, oggi come ogni altra volta.

LUI                            E' mia sorella.

LA MOGLIE            Si certo. E suo padre la trascurava e aveva solo te e vostra madre abita in un'altra città e hai dovuto farle da secondo padre e blà, blà blà. Conosco questa storia a memoria. Tua sorella non vive, sopravvive! Come un parassita alle spalle di chi le vuole bene, non sei stanco di farti usare?

LUI                            Sei ingiusta.

LA MOGLIE            Sono ingiusta? Dimmi una volta, una sola volta nella quale ti abbia detto almeno grazie e non sia poi sparita all’improvviso. (LUI non sa rispondere, LA MOGLIE continua) Perché sforzarsi se c'è sempre chi lo fa al posto suo? Un volontario lo trova sempre. E con te non è diverso.

LUI                            E' mia sorella.

LEI                             Sono sua sorella.

LA MOGLIE            E quando se ne andrà resterai da solo con la tua angoscia. Perché se ne andrà, stai tranquillo che se ne andrà.

LUI                            Spiegami per favore.

LA MOGLIE            Ti ha raccontato che è capitata all’improvviso?

LUI                            Beh..si…

LA MOGLIE            Magari è vero, però…

LUI                            Però?

LA MOGLIE            Però la portiera questo pomeriggio mi ha fermata per parlarmi di una ragazza giovane e carina che da stamattina girava intorno al portone del palazzo. E me l’ha descritta.

LEI                             Non sfugge nulla a quella donna…

LUI                            E come faceva a sapere che era lei?

LA MOGLIE            Non lo sapeva infatti, ma quando “poi” mi ha chiamata per dirmi che la ragazza misteriosa era qui con te, chi altri poteva essere?

Da qui in avanti LUI dirà le battute guardando sempre fisso LEI e rispondendole in maniera gelida.

LUI                             E’ vero? (LEI annuisce a testa bassa). E le cose che mi hai raccontato? Tutte bugie?

LEI                             (tenera, da gattina) Tutte, tutte no…

LUI                            Perché?

LEI                             Beh…perché ho bisogno di te, quello lì mi ha mollata così…

LA MOGLIE            (sarcastica) Stai tranquilla, non ti lascerà in mezzo alla strada.

LUI                            Non sottovalutarmi.

LA MOGLIE            No che non lo farai, siete sempre (fatale) sangue dello stesso sangue.

LUI                            L’hai già detto.

LA MOGLIE            L’ho voluto ripetere. Beh, io vi lascio alle vostre “cosette”, in bocca al lupo.

LUI                             Non ti servivano le carte?

LA MOGLIE            Ovviamente no. (rivolta a LEI) E tieni anche la mia sciarpa, te la regalo.

Suona il citofono.

Traccia 17: citofono

LUI                            E’ arrivata la mia pizza.

LEI                             Se l’è presa comoda il tipo.

LUI                            Scendo a prenderla.

LA MOGLIE            Lascia stare che ci penso io, voi avete cose più importanti da discutere. E poi per correre qui non ho cenato mentre voi due...non vi dispiace vero?

LUI                            Buon appetito.

LEI                             (con la manina)Bye, bye…

LA MOGLIE esce. Musica.

Traccia 18: tema di “Ci penserò domani”

Buio.

 Epilogo.

La mattina del giorno dopo: nel salone la finestra ha le tende semiaperte. Fuori è una bellissima giornata e la pioggia del giorno prima ormai è solo un ricordo.

Traccia 19: cinguettio di uccellini

LEI è in piedi al centro del salone ed ha in mano una tazzina di caffè, contemporaneamente parla al telefono conversando in imglese con un tono che esprime sicurezza ed allegria. Indossa il soprabito ed il suo bagaglio è su una sedia. Tutto lascia intuire che sta partendo di nuovo. Anche LUI ha in mano la tazzina da caffè ed assiste con l’aria di chi sta guardando una scena già vista. Al suono di un clacson LEI conclude al volo la conversazione.

Traccia 20: clackson

LEI                             E’ arrivato il mio taxi…scappo…

LUI                             (deluso) Non ti fermavi per qualche giorno?

LEI                             (facendo cenno di no) L’ho detto solo per fare rabbia a quella.

LUI annuisce. LEI si avvicina e lo bacia e scappa verso la porta, poi si ferma.

LEI                             Ciao.

LUI                            Ciao.

LEI                             Allora…ci vediamo presto…

LUI                            (annuendo) Presto. Dove andrai ora?

LEI                             Qualche giorno dalla Mamma credo…

LUI                            Non ti rimetti a viaggiare? Non vuoi andare da tuo padre?

LEI                             (facendo cenno di “no” con la testa) Non so nemmeno dove sia. E poi ho voglia di rimettermi a dipingere.

LUI                            (sorridendo) Te l’ho insegnato io.

LEI                             (sorridendo) E’ l’unica cosa che so fare bene infatti…

LUI                            E di te? Che ne farai di te?

LEI                             Di me?…(alza le spalle come a dire “chi lo sa?”)

Silenzio.

LEI                             (sottovoce) Grazie...

LUI                            Cosa?

LEI                             No dicevo, grazie.

LUI                            Per cosa?

                                   Per essere mio fratello.

Pausa, LEI abbassa lo sguardo.

LUI                            …dimmi...

LEI                             Se puoi non cambiare mai da come sei…

LUI                            (sorridendo) Magari un po’ si dai...

LEI                             (sorridendo anche LEI) …solo un pochino però…

LUI                            Domani. Ci penserò domani.

LEI annuisce ed esce.

LUI                            (con un sospiro)Abbi cura di te…

 LUI resta lì immobile per qualche attimo. Si sente una macchina partire.

Traccia 21: automobile che parte

Sempre in silenzio raccoglie le tazzina e le porta via.

Traccia 22: saxofono solo sul tema di “Ci penserò domani”

Esce, la musica sale, si chiude il sipario.

 FINE