Cilento 1828

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CILENTO
1828

(storia di una rivolta senza storia)

di

Vittorio Amandola

Personaggi

Canonico De Luca 
Maresciallo Del Carretto
Re Francesco I
Cavalier de’ Medici
Charles Didier (cronista svizzero) 
Montanaro 
Pescatore
Galotti
Capozzoli
Davide Riccio 
Madre di Davide Riccio 
Donna Marianna De Mattia
Emilio De Mattia
Diego De Mattia
Fortunata
Vecchio
Ufficiale
1 Gendarme
2 Gendarme
3 Gendarme
4 Gendarme
1 Bambino
2 Bambino
Insorti
Soldati 
Popolo cilentano
Coro 

Nota di scenografia.
Lo spettacolo è costruito per una rappresentazione “di piazza”. In caso di rappresentazione in un teatro, sarà di maggior efficacia, se affidato esclusivamente alle luci e il meno possibile a strutture scenografiche




PRIMO ATTO

SCENA 1
(Musica. un Montanaro entra da una quinta) 
Montanaro
Mare lontano!
Laggiù io me ne scappo questa notte.
La furia dei soldati mi spaventa
Il pianto delle mamme mi tormenta.
Terra infuocata!
A ferro e fuoco è messo lu paese!
La morte arde tutta la montagna!
Dai pianti è scossa tutta la campagna!

Io voglio scendere a mare! 
Montare su una barca e andare via!
Nascondermi in braccio alle onde chiare!
I’ voglio scinn’ a mare!
I’ voglio scinn’ a mare!
(dalla quinta opposta entra un Pescatore)
Pescatore
Monti felici!
Voglio scappà lassù nelle foreste!
Due navi piene zeppe di cannoni
A mare so’ arrivate stamattina!
Verde soave!
Io voglio andar lassù in quella pace!
Scordar le teste dei morti ammazzati 
La facce arroventate dei soldati!
(ai due personaggi si è unito
il coro intero di tutti i personaggi)
Voglio salire sui monti! Lasciare la mia barca e andare via! Montanaro
I’ scinn’ a mare!
I’ scinn’ a mare!
Nascondermi nel verde del castagni! 
In miezzo all’onne chiare!
In miezzo all’onne chiare!
Voglio salire ai monti
Voglio salire ai monti
(Tutti gli altri personaggi arretrano, fino a scomparire. Montanaro e pescatore si dirigono verso quinte opposte e preparano i loro fardelli. Parlano tra sé , rispondendosi senza accorgersene)

Montanaro
Scappa scappa!

Pescatore
Via! Via!

Montanaro 
Qui sono tutti impazziti co’ sta rivoluzione!

Pescatore
Mo’ stai a vedere che per fare la rivoluzione, muoiono tutti i rivoluzionari!

Montanaro 
E io perché devo morire?

Pescatore
Che so rivoluzionario, io?

Montanaro
E poi che è ‘sta rivoluzione? Si mangia la rivoluzione?

Pescatore
Io stavo tanto bene così...

Montanaro
E che mi mancava qualcosa?

Pescatore
Che m’è mai mancato qualcosa?

Montanaro
Che, stavo male, io?
Pescatore
Via! Via!

Montanaro
Scappa! Scappa!

(I due hanno fatto i loro fagotti, si voltano di scatto fuggo e si scontrano al centro del palcoscenico)

Montanaro
Uhè pescato’!

Pescatore
Uhè Montana’!

Montanaro
Si va di qua per la marina?

Pescatore 
Dritto dritto e caschi in acqua!

Montanaro
Grazie!

Pescatore 
E si va di qua per la montagna?

Montanaro 
Dritto dritto e arrivi in cima!

(Fanno per riprendere, poi si girano)

Montanaro - Pescatore (insieme)
Ma che fai scappi pure tu?


SCENA 2
(La luce si alza su un uomo a uno scrittoio. Siamo a metà dell’ ‘800. In maniche di camicia e al lume di candela l’uomo intinge la penna d’oca e scrive. La sua voce si spande nell’aria seguendo il ritmo della penna)

(Un vecchio pastore intona un canto a braccio)

Vecchio Surgiti a sto paese bona gente
ca lo tiranno mò, sta per arrivare
armativi e curriti ‘mmantinente
‘n miezzo a la chiazza ppe’ lo spotestare
Morte nui ramo a lo feroce duca
ca sto paese viene a ‘ngariare 
ca ra le bbene lo sango nce zuca 
e nui tutti non face cchiù campare

(seduto ad uno scrittoio in proscenio, un giovane scrive. E’ Charles Didier, giovane cronista svizzero. Seguendo le sue parole, la piazza si illumina)

Didier (allo scrittoio)
Cilento 1828 
Dopo secoli di soprusi e dominio crudele, secoli di fame e abbandono, gli uomini del Cilento hanno deciso di chiedere al re Francesco I di Borbone la conferma del nuovo stato delle cose, contro la restaurazione dei vecchi poteri.Questi uomini, figli di una terra aspra e bellissima, cercano di difendere quella crescita che la rivoluzione francese prima, e il vento delle conquiste napoleoniche poi, hanno sancito. 

(Un drappello di una decina di uomini con una coccarda bianca al bavero e gli schioppi in mano si precipita contro un portone.)

Galotti
Aprite, in nome della rivoluzione!

Insorti
- Aprite o sfondiamo tutto!
- Non opponete resistenza!
- Viva la costituzione di Francia!
- Viva!

(Da dietro una finestra una voce)

1 Gendarme
Iatevenne insorti! Non costringeteci a fare fuoco!

Galotti
Ma allora non ci siamo capiti, caporà?! Siamo noi che facciamo fuoco! Quanti siete là dentro? Due! Avete visto bene quanti siamo qua fuori? Aprite la porta o pagherete con la vita!

(Partono alcune schioppettate in aria)

1 Gendarme (di dentro)
Mai!! 

(dall’interno della finestra risponde una schioppettata. A questa risponde una gragnola di altri colpi. )

2 Gendarme (di dentro)
Basta! Fermi! Quale mai! Ma che dicite caporale! Io tengo famiglia! Apriamo subbito! 

Galotti
Oh! Questo è ragionare!

(Il portone si apre e subito si infilano dentro gli insorti, di dentro si sente un gran trambusto di suppellettili distrutte, vetri rotti.) 

Galotti
Distruggete il telegrafo! Da qui non si comunica più con Napoli!

(Gli insorti escono dal portone spingendo i due gendarmi fatti prigionieri).

Insorti
- Eccoli! 
- A morte i reazionari!

(si fa avanti tra uno degli insorti, Capozzoli, barbuto, capelli lunghi, occhi infuocati)

Capozzoli 
Ma quale morte?! Qui chi va a morte lo decido solo io! Caporale! Dico, scherziamo? Quando c’è la rivoluzione, c’è la rivoluzione! 

(I rivoltosi mettono ai gendarmi due coccarde bianche)

(Capozzoli ha in mano un grande foglio tra le mani, lo legge)

Capozzoli 
Piazza di Palinuro il 28 giugno 1828
Popolo Napoletano! 

(si guarda intorno, lentamente dalle porte, dagli angoli, dalle finestre appare un popolo miserevole, di straccioni, volti affamati e sporchi)

Capozzoli
Popolo Napoletano!
Notate con stupore che nel 1820 questo spirito di amor di patria si cooperò per la felicità e vantaggio dell’intero regno di Napoli, come lo comprovò il ribasso del sale e la libertà individuale del popolo tutto, e come comprovato l’avrebbe ancora il ribasso di tutti i pesi, se la mano di ferro con sforzi soprannaturali, abusando del suo braccio superiore, oppresso non avesse il popolo, come praticò con tutti i mezzi che erano in potere della forza e distrutto non l’avesse per fargli perdere quei vantaggi che si sarebbero sperimentati sugli interessi dei Napoletani.

(Grida del drappello di insorti, silenzio del popolo)
Insorti
- Abbasso il governo di Napoli!
- Abbasso!
- Viva la costituzione, viva il re!

Capozzoli (cercando di sovrastare le grida)
...Questo popolo ammiserito, mosso da forte e positiva disperazione, viene oggi a reclamare il buon governo della costituzione di Francia, chiamando in sostegno ed aiuto la mano forte di Dio, la bandiera francese in garanzia e l’armi di questo popolo tutto perché il nostro buon sovrano non sia renitente a determinarsi d’accordare la richiesta costituzione per essere oggimai tempo.

Insorti
- Viva il re!
- Viva la costituzione!

Capozzoli
Popolo! Sarete felici dal perché da questo giorno in avanti il sale non si comprerà che a grana quattro il rotolo, la fondiaria sarà sospesa per ora e quindi diminuita e tutti gli altri pesi e dazi saranno aboliti. 

(Le grida degli insorti salgono di intensità)

Benedite adunque questa santa giornata con dire ad alta voce : Viva Dio, viva il nostro Re, viva la costituzione di Francia!

Insorti 
- Viva la libertà!
- Viva la costituzione di Francia!
- Evviva la libertà!

(Alcuni insorti guidati da un giovane , Davide Riccio, giungono da un vicolo spingendo avanti con violenza altri due gendarmi, che cadono a terra.)

Insorti 
- Eccoli! 
- L’avimmo truvate!
- Venite qua, piezz e’ mmerda!


Davide Riccio
Questi hanno ammazzato mio fratello mo’ hann’a pavà! Facciamo giustizia!

Insorti 
- Si facciamo giustizia! 
- A morte gli sbirri!

Capozzoli
No guaglio’ fermi! La libertà è per tutti! Anche per loro! Noi non vogliamo la violenza! Fermi! (rivolto al popolo silenzioso) Avete capito tutti? Qui nessuno vuole ammazzare i soldati del re! 

Davide Riccio
Tu parli così, perché tu e i tuoi fratelli siete tutti vivi! O fratello mio questi l’hanno ammazzato! Se ora io non ammazzo loro che libertà è?

Insorto (a Capozzoli)
Parli proprio tu, che sei brigante e tieni la coscienza nera come il carbone?

Capozzoli
Eh! So’ brigante! E si so’ brigante ‘o dich’io chi ha da essere acciso, cca! E’ o’ vero?! 

(Qualcuno del popolo, impaurito risponde qua è la a Capozzoli)

Voci 
Si... E’ o’ vero...

Capozzoli
Noi non dobbiamo fare vendetta, ma giustizia! E’ o’ vero?!

Voci 
Si... è o’ vero...

Capozzoli
Tu lo sai perché addiventai brigante io, co’ i fratelli miei? Perché tanto ci eravamo stufati di calci in culo, che alla fine abbiamo cominciato a renderli! Che fa il padrone, non ti paga la giornata? Anzi quello che è peggio ti dice “Tu oggi non lavori” “E perché? “ Domandi tu... “Mi stai antipatico!” E’ o’ vero che o’ padrone fa accussì?

Voci 
Si... è o’ vero...

Capozzoli
E tu che fai ? Non mangi? Te la prendi la giornata! E così un porco oggi, un somaro domani, mangi e ti portano pure rispetto! E se capita quello che ti fa resistenza gli metti una palla di schioppo nella testa!

Davide Riccio 
Magari ero brigante pure io!

Emilio De Mattia
Magari eri brigante! Così facevi come lui e i fratelli suoi, che sono dieci anni che scappano, dieci! E’ o vero o no?

(Il popolo tace, si crea un silenzio inquietante) 

(Capozzoli scoppia in una risata)

Capozzoli
Ah! Ah! Lo vedi quant’è bello essere brigante? Fai a ppaura! 

Emilio De Mattia
E’ che è libertà, questa? No! Un brigante è libero solo di nascondersi in montagna! Senza casa, senza giustizia! E noi vogliamo giustizia! E Giustizia significa libertà! E libertà... significa giustizia! 

Galotti 
Capito, guaglio’? Hai sentito De Mattia? Ti ha detto la verità! Tutto il re ci deve poter rimproverare, ma mai di aver fatto atti di vendetta, pecchè nun stamme cca pe’ chesto!

(Davide Riccio e gli altri lasciano le guardie)

Capozzoli. (mettendo due coccarde bianche anche a questi due gendarmi)
E voi due iatevenne! E ditcitencello, a o’ rre che non c’interessa di ammazzare i gendarmi! Ci interessa la costituzione! Il sale che costa meno! E che mai smetteremo di riverire la Sua Maestà! Iatevenne mo’ ca sinnò ce ripienso!! 

(le guardie raccolgono i loro cappelli e scappano via.)

Galotti 
Andremo tutti di paese in paese! Come na processione! Tutti hanno a sape’ che stavolta non si torna indietro! La libbertà è cominciata! E libbertà sarà!
A Pioppi, a Pellare, a Ceraso, a Bosco, dappertutto il popolo si unirà a noi, andremo a Vallo tutti insieme e faremo tutti insieme la libbertà!

(colpi di fucile in aria, bandiere tricolore che sventolano, coccarde. Gli insorti costringono alcuni uomini del popolo a seguirli) 

Insorti 
- Viva la libertà! 
- Viva la costituzione di Francia!
- Viva il re!
- Avanti fratelli! 
- Non si torna più indietro!
- Uniti nella vita e nella morte!
- Libertà!
- Quello che il re ci ha dato, non ce lo può togliere!
- La costituzione di Francia!
- Costituzione!
- Costituzione!
- A Vallo, tutti a Vallo!!

(Escono tutti) 



SCENA 3
(luce su Didier allo scrittoio)

Didier
La rivolta è scoppiata! In tutti i paesi, i villaggi, da Palinuro, fino al cocuzzolo di San Severino, fino a Pioppi e Massicelle... E nulla ormai la può fermare, tutti invocano il nome del suo promotore, il Canonico De Luca, coraggioso prete di Celle di Bulgheria. 

( da un angolo luce su vecchio prete, che a fatica sale una scala e si ferma a prendere fiato)

(Didier si alza lentamente e si rivolge direttamente al pubblico)
Non più giovane, il Canonico, in quelle ore si stava nascondendo. Sapeva bene di essere braccato dalla polizia del re. E sapeva che tra gli stessi insorti si annidavano le spie che avevano già fatto i nomi dei congiurati, per questo il fallimento dell’impresa era sicuro. Il canonico l’aveva agognata per anni, e organizzata per mesi, e ora che avrebbe voluto e dovuto fermare tutto, l’insurrezione era come una frana, un sasso alla volta e alla fine crolla a valle tutta la montagna! 

(Luce su due bambini che arrivano al centro della piazza, con due coccarde più grandi di loro, una zappa in mano l’uno, un forcone l’altro)

1 Bambino 
Guarda laggiù quel polverone!

2 Bambino 
Scendono da Roccagloriosa!

1 Bambino 
E quella gente! Quelle bandiere!

2 Bambino
Arrivano da Montano Antilia!



1 Bambino 
Salgono da Ascea, da Pisciotta!

2 Bambino
Da Perito!

1 Bambino
Se sta a muove tutto lo Ciliento!

2 Bambino
Iammo, anche noi, nun facimm tardi!

1 Bambino
A Vallo a Vallo!

(Il canonico De Luca si ritira in casa. Una voce di donna in sottofondo canta)

Donna Sento la morte e la veo venire
La sento ca me piglia ppe’ la mano
Veo la porta re la chiesa aprire
Sento sonare a morte la campana
La croce ‘nnanti la porta comparire:
Povera vita mia addov’a d’andare!
Sento li figli miei ‘n pianto dire:
Dio, pe’ carità falla tornare!


Didier ( allo scrittoio)
Non esiste nessuna restaurazione degli antichi poteri nobiliari, come l’Austria vorrebbe, che possa convincere questa borghesia di provincia a perdere ciò che finalmente ha ottenuto: la costituzione!






SCENA 4
(Buio in proscenio arriva il Re Francesco Primo e il suo presidente del consiglio Cavalier de’ Medici)

Re Francesco
Avite capito, si? E chiste so i Filadelfi!
Scusate Cavalier de’ Medici , che vuo’ddi’ Filadelfi? 

Cavalier de’ Medici
Parola di origine greca, Maestà, composita...

Re Francesco
Che buo’ ddi’ composita?

Cavalier de’ Medici 
Composta, sire.

Re Francesco
Maro’ complicato che siete, che tenite stammatina, Cavalier Medici !? Che buole dicere sto Filadelfi?

Cavalier de’ Medici 
Che de ddoie parole n’hanno fatta una Maestà! Filòs adelfòs... 

Re Francesco 
Comme site scucciante!

Cavalier de’ Medici 
Traduzione in lingua italiana...

Re Francesco
Napulitano, pe piacere nun portate jella!

Cavalier de’ Medici 
Filos , amante, adelfòs , fratello : amanti dei fratelli ...

Re Francesco 
Mamma che schifezza!Ma che porcherie fanno ‘sti Filadelfi?

Cavalier de’ Medici 
Fratellanza sire, questo significa Filadelfia e Filadelfi significa che tra fratelli si voglio tutti molto bene, si difendono. La parola è nobilissima.

Re Francesco
E certo! Nobilissima! Ricercata! Questi so tutti nobili, intellettuali, avvucate! 

Cavalier de’ Medici 
I Filadelfi non l’hanno con la vostra maestà precipuamente...

Re Francesco
Precip... M’avite scassato co’ sti pparolone!

Cavalier de’ Medici 
Gridano viva la costituzione, viva il re, Maestà.

Re Francesco
Ma che cazzo hann’ a’ alluccà? I’putesse capì nu’ pezzente ca s incazza d’esse pezzente, ma nu ricco ca s’incazza d’esse ricco... Ma che vonno sti’ presuntosi, ma che vonno sti “pagliette” ? 
ARIA
(Michelangelo Faggioli) 
Re Francesco Sto’ paglietta presuntuoso.
va deritto comm’a fuso
ne vo justo cammenà.
Parla e fa lo gnemme gnemme
cierto è pèo de Salemme
à do arriva vò gabbà.
E nò crocco de chianca,
no piezzo de rognone
fuceto da lo cuollo a lo tallone.
Ha ‘na cera de ‘mpiso,
ogn’uno lo jastemma
“Fuss’acciso!”
Strilla lo fruttajolo:
“arrasso, vavatene truffaiolo”.
Dice lo tarallaro:
“no t’accostà ‘te sciacco”.
“Mo’ vene parasacco”,
dice lo merciaiuolo.
E ‘nzomma a do’ compare
siente de serra serra: e se isso
non fuje chi le stira la pella,
chi l’ammacca lo musso,
e chi la zella.
Paglietta zizi,
havite gnorsì,
la lopa sciù sciù,
che pate bù bù;
li turre petirre
a naniana, ah,ah,ah...
Vorrisse tu affè
compare nenè,
de raffe mò mò 
e fare po’ po’
lo piscia portelle
lo vienne chà ‘lla...
Re Francesco
Basta, scrivete Medici! Concediamo la nomina di commissario del re al Marchese Francesco Saverio del Carretto!

Cavalier de’ Medici
Del Carretto? Proprio lui? Il capo della Vostra Gendarmeria? Ma quello è una belva, Vostra Maestà! 

Re Francesco
E qui una belva ci vuole! Dicevamo? Ah, si! ...” Francesco Saverio del Carretto, e ordiniamo che tutti gli prestino cieca obbedienza! Ed è nostra sovrana volontà che egli non solo non sia obbligato a dar conto delle sue operazioni, ma neanche a chiedere ai nostri ministri di Stato la soluzione dei dubbi sulle straordinarie facoltà che noi gli accordiamo!” E’ chiaro? Statevi tutti zitti! La colpa è tutta vostra e’ capito? So’ quarant’anni che co’ ‘sti giacobini i ministri di questo regno non ci hanno saputo fare il conto, e mo’ vediamo che sape fa o’ marisciallo! Datemi, che firmo!

(Il re strappa il foglio e la penna al Cavalier de’ Medici esegue un immenso ghirigoro sul foglio e per ultimo scrive compitando)

Re Francesco
Io... il... re!
(Buio su entrambi)

SCENA 5
(luce sul Pescatore e il Montanaro, che tornano in scena )
Pescatore
Credevano di fare la sorpresa loro al Re , facendo una processione in tutti i paesi, dalla marina alla montagna, gridando : Libbertà! Viva la costituzione!

Montanaro
Li sentivo pure io strillare : Viva la libbertà!

Pescatore
Viva o re viva la Costituzione!

Montanaro
E piano nun strillà! 

Pescatore
Quella, la polizia aveva già organizzato lei la sorpresa! La spiata aveva funzionato!
(in sottofondo il vecchio canta)
Vecchio Spia re sbirro, ca puozzi arraggiare;
la raggia te venesse ra lo core,
nzimma na scala te pozzano portare
senza cuscina co la lengua ra fore.
Puozzi murire senza confessore
prevete smarilitto e senza stola.
Puozzi i’ a lo’ nfierno a consumare,
li sierpi te zucassero lo core.

Pescatore
Perché in mezzo ai carbonari...

Montanaro
Chi so i carbonari?

Pescatore
Quelli che fanno la vendita...

Montanaro
D’ o’ carbone?

Pescatore
Lasciamo perdere! I carbonari fanno la setta segreta! Quelli è gente che dicono che so’ tutti fratelli, fanno i patti di fratellanza, i giuramenti col sangue, ma tra di loro, le spie fitte così! E quando il canonico De Luca tornò qua , per fare la libbertà, qua già tutto sapevano le guardie! E che facettero? Due navi arrivarono! E dalle navi un esercito intero! Strilli ordini! E subbito arresti dappertutto!

SCENA 6
(Entra in scena un ufficiale Borbonico seguito da un drappello di soldati accompagnato da un incessante rullo di tamburo. Alcuni soldati hanno in mano picche, con sulla punta teste mozze e sanguinanti)

Ufficiale
Ecco qua! Metti qua! Sortite! Fuori di casa! 

(Dalle case di fronte alle quali vengono poste le teste sanguinanti escono donne che alla orribile vista scoppiano in pianti e grida)

Donne 
- Nooo! 
- Perché?! Perché?!
- No, maritemo nooo!
- Papààà!

(L’ufficiale si avventa su una donna , la prende per i capelli e la trascina davanti a una testa)

Ufficiale 
Qual è mariteto, questo? 

(La donna continua a piangere e gridare)

Ufficiale
O questo? O è quest’altro?! O questo?! Qual è?! Rispunne puttana! 

(I soldati si avventa sulle donne piangenti, le frustano, le malmenano, ma le grida di disperazione non si placano. Le donne si ammassano le une addosso alle altre, sotto l’incessante, ormai assordante rullo di tamburo)

Ufficiale 
E che non siete contente? Ve li abbiamo riportati i vostri mariti! Eccoli Qua devono stare! E guai a chi li tocca! Per ordine del Marchese Francesco Saverio del Carretto, queste hanno a’ resta appese cca ! Ognuna di fronte a’ casa soia! Squadra in riga!

(Al suono del tamburo il drappello si riordina ed esce di scena. Il coro dei personaggi intona una canzone) 

Coro In fila vanno i soldati
La polvere mista al sudore 
Le baionette innestate
Brillano nude nel sole.
Da Pellare a Sapri si marcia!
Da Palinuro a Licosa!
Nessuno deve scappare
Alla vendetta furiosa!
Ballano tetri i fucili
Pendono lente le fruste
Sonori rimbombano i passi 
Lungo le strade e le coste.


Ai cilentani impudenti
Nessun soldato fa ammenda
Neanche se piangono forte
Il re fa sconti ai pezzenti.
Sono trent’anni e mo’ basta 
Che si ribellano al trono
Basta è venuto il momento
Di sistemar la questione
Scappa guaglio’ scappa lesto!
Chè se soltanto succede 
Che Del Carretto ti vede
Ti fa mozzare la testa!
(la scena si svuota mentre...)

SCENA 7 
(Le luci si alzano su un gruppo di detenuti sparsi in giro sono gli stessi del proclama e sono tutti in catene. Tra essi, Davide Riccio, mancano Capozzoli e Galotti)

1 Insorto 
Maresciallo Francesco Saverio Del Carretto! Io questo nome è la prima volta che lo sento...

2 Insorto
Ma chi è stato? Chi ha parlato?

1 Insorto
Maresciallo Francesco Saverio Del Carretto! ... Mah!

2 Insorto
Questo la dice lunga sui fratelli! Esiste una punizione terrena per chi fa la spia?

3 Insorto (un uomo anziano) 
Posso darvi tutte e due le risposte insieme: partiamo dalla seconda domanda: la punizione per una spia è nella catena a cui la spia si lega da sola, perché uno che fa la spia una volta, è costretto a fare la spia a vita! Quello di spia non è un mestiere, è ... una vocazione! Un vestito che non ti si toglie più di dosso. Per quanto riguarda la prima, dovete sapere che il Marchese Francesco Saverio del Carretto, maresciallo di Sua Maestà, è l’esempio vivente della spia! Nel 1820 lo sapete cos’era? Carbonaro come noi! Si! Uno dei più accesi! Poteva permettersi le opinioni più sfacciate e temerarie. Certo! Perché fingeva! E quanti ne fece arrestare! 

(Entrano due guardie si lanciano sul primo detenuto)

3 Gendarme
Ecco piglia chesto, va’!

1 Insorto
Fermi, che fate?!

4 Gendarme 
E mò ti facciamo vedere noi!

1 Insorto 
No, fermi, no! Aiuto fratelli! Aiuto!

3 Gendarme 
Ah, se permettete... 
(sbatte una coccarda bianca a terra)

(le due guardie trascinano fuori il detenuto che continua a gridare e chiedere aiuto fuori scena. Davide Riccio si precipita verso un angolo di dove filtra una luce si una finestra. Di fuori i passi dei soldati, le grida del suo compagno e infine una scarica di colpi di fucile)

Didier (allo scrittoio)
Vallo della Lucania, corrispondenza 
Il lutto e il terrore regnano nel Cilento; tutti gli agenti di polizia sono in movimento; I gendarmi coprono i paesi, le guardie urbane sono sotto le armi, la costernazione è in tutte le famiglie e la libertà individuale viene oltraggiata. Le prigioni di Vallo sono piene ed ad ogni istante io sento le catene di un nuovo prigioniero che passa sotto la mia finestra. Gli abitanti non vi badano più: ne passano tanti!

SCENA 8
Montanaro
E tutte queste cose dove succedono?

Pescatore
Ad Ascea, a Palinuro...

Montanaro
Giù alla marina?

Pescatore
Mo’ al mare non vuoi andarci più, eh? Voi di montagna siete tanto brava gente, ma un po’ corti di comprendonio... Che sapete voi del mondo? Tu lo sai che è la politica? 

Montanaro
Io? No, non sia mai!

Pescatore
Lo sai chi è Metternich?

Montanaro
No! Nu signore? 

Pescatore 
Metternich è un primo ministro austriaco che tutti lo odiano, perché vuole comandare dappertutto! E sai come vuole comandare dappertutto? Dicendo che tutto quello che è successo è come se non fosse successo! 

Montanaro
Complicato!

Pescatore
Prima si diceva abbasso il re, viva la rivoluzione?

Montanaro
Si, qualcosa mi è arrivato...

Pescatore 
E ora basta chi ha avuto ha avuto

Montanaro
Chi ha dato ha dato! Eeeh! Ma allora la so politica!

Pescatore 
E il Marchese Francesco Saverio Del Carretto, Maresciallo di Sua Maestà, sta qui per questo! Perché tutto deve ritornare come prima !

Montanaro
Magari!

Pescatore 
Ma che hai capito? Come prima prima!

Montanaro
Esagerato a me basta come prima ieri che nessuno sparava...

CANZONE
Pescatore Aggio visto la faccia e Metternicche!
Su nu’ ritratto sopra a nu’ libbrone.
Mamma che faccia brutta sicca sicca!
Te l’aggia a di’ me faccette impressione!
Chillo co chella faccia vuo’ insegnà!
A nuie comme avimme da campà?
Chillo co chella faccia ce vo ddi’
Fate accussì accussì e accussì!

Aggio visto la faccia e Del Carretto
O maresciallo d’o rre Francesco
Tiene sotto i bbaffi un sorrisetto
e nu’ sigaro sempre sempre fresco fresco
Ce fa allaria a stu piezz e fetente
o sang’ de tutte chiste ammazzamente!

Vafangulo Metternicche
Vafangulo Del Carretto
Vafangulo a chi vulesse
mette o bbasto a lu Ciliento!
Vafangulo sissignore!
Ce lo dico rint’a faccia!
Vafangulo a tutte l’ore
Al borbone e a sta gentaccia!

Montanaro (che cerca di far tacere il pescatore)
Mannaggia a mme ma co chi m’aggia incuntrato?

Pescatore Aggio visto la firma d’o sovrano! 
Sopra nu piezz’ e carta, nu’ decreto.
Sembrava de vede’ un disegno strano
Muntagne e righe che vanno innaze e arreto
Nu ghirigoro che va avanti e indrè 
Pe’ di alla fine sulo “Io il re!!
Ma da uno che se firma accussì...
Chello che pienza comme fai a capì?
Montanaro 
Ah’ io so’ analfabeta! 

Pescatore Però aggio visto li parienti suoi
I nobili rampolli del borbone
Quelli appena sanno i guai tuoi
Se vengono a piglià giusta razione!
Pecchè è regal diritto ereditario 
Rubarsi i beni del rivoluzionario!
Spetta al re e alla famiglia sua
Mangiarsi tutta la pagnotta tua!
Montanaro
No!

Pescatore
Si!


Montanaro
E allora... Vafangulo a re Francesco
A isso e a tutti li pariente
(Insieme) Ca’ se credono di fottere 
O’ pane a tutto lu Ciliento!
Vafangulo a tutte chille
Cha se magna a robba mia!
E se è così sia chiaro
Che anche io so’ carbonaro!!

Pescatore
Fratello, abbracciamoci!

Montanaro 
Mannaggia a mme ch’ aggio ritto!!


SCENA 9
(da fuori scena la voce di una donna canta, mentre un vecchio entra in scena)

Donna Vulimo i’ tutti contro lo Borbone
lo gran nemico re li poverelli,
non ce spaventa manco lo cannone
chiddo ca brucia puro li paisielli.
Evviva evviva lo Ciliento forte
mò ca tutto quanto è già rivolta
uniti lotteremo fino alla morte
sicuri re cambià ‘na bona volta.

(Il vecchio si guarda intorno spaesato, intontito )
Vecchio 
Addo’ so? Aggio perso la strada. Addo’ so? A un certo punto m’aggio vurtato e stevo sulo in miezzo a la campagna... Aggio camminato verso o’ mare, fino a Scario, poi aggio risalito a muntagna, su verso Bosco, o’ paese mio... e’ luntano se vedeva o fummo dei tetti, e lampe d’o’ foco... La puzza di bruciato arrivava fino a mare! E io alluccavo e chiammavo moglierema, figliemo... 
(Dalla penombra avanza un ufficiale borbonico che legge un proclama)

Ufficiale 
Il Maresciallo di campo Francesco Saverio Del Carretto! Commendatore dei due Ordini di San Ferdinando e del Merito e del militare di San Giorgio della Riunione! Cavaliere de’ Regi Ordini del Cristo di Portogallo, della Corona di ferro, Ispettor comandante delle Guardie Reali, rivestito dei pieno poteri dell’ “alter ego...”

Vecchio 
E bruciava o’ pese mio, Bosco. Che bello stu nome, no? Bosco! 

Ufficiale 
... Spedito da Sua Maestà l’Augusto Monarca in questo distretto, onde por termine alla malvivenza che da qualche anno vi perdura, e specialmente per accorrere l’emergenza di masnadieri associati ad infami banditi negli ultimi giorni di Giugno...

Vecchio
E’ Giugno? Che iuorno è? Maronna mi gira la capa! 

Ufficiale
... le regie truppe ardenti di raggiungere e calpestare la scelleranza, veloce nel fuggire, quanto proterva e loquace nell’osare, non han potuto arrestarsi un istante per imprimere sulla strada del delitto le orme di vendetta e d’irritata giustizia... 

Vecchio 
Addo site tutti? Ooooh! Rispunnete! Siento chiagnere e’ criature, ‘e femmene, l’uommene! Ma non veco nisciuno! Addo’ site!

Ufficiale 
... e scancellare profondamente, onde più non possano ripullulare rigogliose le tracce degli attentati ai sacri beni di sicurezza e tranquiillità!

Vecchio
A Bosco ci stava tutta la famiglia mia, con mio figlio, a mugliera, i figli, quattro... tutte bbelle... sani! Addo stanno mò? A ‘o paese, chè lassù la povertà era dappertutto, la fame e la miseria: noi stritti stritti, vicini vicini eravamo felici! Mò l’aggio capito, mò ca so’ sulo! Aiere so’ passate li surdate! Maronna o polverone! Che notte disgraziata, facettero li surdate! O’ iuorno ca se facette a libbertà, quando passarono quei quatt’ disperati che strillavano! Aspetta... “Libertè... fraternitè... egalitè...” “Libertà, Fratellanza, Uguaglianza!” Strillo o’ prevete “Sunammo e ccampane!” E scennette rint’a piazza a aspetta’ i rivoluzionari! A rivoluzione! A rivoluzione! A me me paresse che sta rivoluzione duvesse a esse tale e quale a’ festa d’o santo patrono: nu paro e bbotti, taralle, vino e allegria! E questo fu a Bosco! N’a ventata d’allegria in una notte d’ estate, che le lucciole riempivano tutta la valle! Niente cchiù! Tutti in chiesa per la funzione, tutti educati... (tace e trattiene a stento le lacrime)

Ufficiale 
... Ma se riede clemenza dopo giusto furore, l’esistenza però del comune di Bosco sarebbe insoffribile! Sia dunque distrutto, e non lasci delle perfide sue mura vestigio alcuno! Il comando, annunziato appena, è stato tosto adempiuto!

Vecchio
Co ‘o sale! Sopra le case abbruciate , sopra le stalle abbruciate... il sale ci facette spargere stu’ Cicco Saverio d’o Carretto! Se sfugarono li surdate d’o rre supra sti puovere pezziente!! Frustate, fucilate! Muorte! A ogni angolo si fermavano e ammazzavano un cristiano! E le case tutte giù, una dopo l’altra! E quelli fortunati comme a mme... che non ce spararono restarono .. senza nemmeno cchiù l’uocchie pe’ chiagnere! Chillo che facettero i bborbone cuntr sti quatt muorte e famme nun se può raccuntà! E mò è notte io so’ vecchio! Ste’ muntagne ‘e canoscio meglio e tutti eppure... nun truovo cchiù nisciuno! Nisciuno! Oooh! Ooooh! Addo site? Oooooooh! (esce di scena gridando)

Donna Cicco Saverio mio, Cicco Saverio,
re lo Ciliento si’ lo vituperio;
ca puozzi esse ‘ acciso crammatino
e fa la fine re lo re Giacchino.
La funa ca tu tiri puro se spezza
e cari ‘n terra tu, come na cerza;
tanno nisciuno avrà compassione;
e rideranno tutti, o gran mignone.

(Entra in scena il Maresciallo del Carretto, alto, elegante, seguito da un tamburino e da un drappello di soldati. Punta gli occhi sul pubblico. )

Del Carretto
Se quello che è successo a Bosco non è bastato, sappiate che sarà ripetuto ovunque! L’intero distretto andrà a ferro e fuoco! Sappiamo tutto ciò che è successo, comune per comune! Sappiamo bene che il parroco di Cuccaro Vetere ha dato ricetto in chiesa ai fuorbanditi, i quali hanno osato intonare il Te Deum! Un canto che in bocca ad essi è suonato come una bestemmia! E’ bene che voi cilentani sappiate che, se sarà necessario, non lascerò una sola casa in piedi! Ma perché tutto ciò non accada, sarà sufficiente una sola cosa, una sola: che venga consegnato nelle mie mani il Canonico Antonio Maria De Luca! L’unico, vero capo della rivolta! Il vecchio carbonaro! Il deputato! Nessun altro interessa all’ Augusto Monarca! Egli sa bene che la rivolta è tutta opera sua! Voi , cilentani... datemi in Canonico... e le vostre case, le vostre famiglie saranno salve! Siete proprio così felici di essere pecore in mano a tale pastore? Obbedite! O questa vostra terra sarà un solo tizzo di carbone! Viva il re! 

Soldati 
Viva ‘o rre!
(Buio)

FINE PRIMO ATTO













SECONDO ATTO

SCENA 10 
CANZONE
Una popolana Se fossi nata rondine
Al primo batter di mani sarei volata.
Se fossi nata rondine
Nessuno al nido mio sarebbe arrivato.
Se fossi nata rondine
Quando lo avessi deciso sarei ritornata
E quando l’avessi deciso sarei ripartita.

Se fossi nata falco
Sarei andata in alto, più in alto del sole.
Se fossi nata falco 
Avrei scavalcato creste e grandi foreste 
Se fossi nata falco
E invece in questa terra mi tocca restare
E anche se corro nemmeno mi par di scappare

(Il Montanaro e il Pescatore entrano in scena il Pescatore è sfinito)

Pescatore 
Chiano Montanà, chiano! E fermati!

Montanaro
Come, mi fermo, vuoi scappà o no?

Pescatore (affannato)
Io sì che voglio scappà... ma chiano!

Montanaro
E che si scappa chiano? Quando si scappa si scappa!

Pescatore 
Sentimi io tengo due braccia forti! Sai quanta rezza ho tirato su da quando sono nato? E quanti pesci grandi dentro la rezza! Ma fermo! Coi piedi saldi! Così mi viene un fiatone, e poi o’ sole, o’ cavero! 

Montanaro
E vabbè, fermiamoci... Tanto... A noi chi ci cerca? 

Pescatore
No, no, io so’ convinto che se i borboni ci trovano, ci prendono anche se non ci cercavano! Qui pe’ loro so’ tutti nemici, tutti carbonari! Tutti nemici del re! E se ti acchiappano è inutile che gridi viva o re, perché ormai è tardi, t’hanno acchiappato e t’hanno a accidere!

(1l Montanaro si sdraia a terra e guarda il cielo. Il Pescatore fa altrettanto)

Montanaro
Oh! 

Pescatore
Eh?

Montanaro 
Che guardi?

Pescatore 
O’cielo!

Montanaro
Pure io! Io una cosa la devo capire...

Pescatore 
Quale?

Montanaro 
Guardalo com’è bello, il cielo, tutto preciso, pari pari... E non è che qui è più celeste e lì è meno celeste, è tutto celeste! E le nuvole quando passano?
Le riconosci tutte! E quelle scure basse, che vengono dal mare e fanno la pioggia. E quelle alte bianche, che la sera diventano rosa... E quelle che sembrano le pecore mie! Quando ci sono loro, il giorno dopo piove! E il vento? Quando viene dal mare porta il temporale, quando gira a tramontana, viene il freddo! E anche quello, sempre uguale! Da sempre! Anche da prima, perché nonno mio diceva che anche nonno suo gli diceva che era sempre stato così!

Pescatore
E allora?

Montanaro
Ma questi, perché vengono a mettere ordine? Qui sta tutto in ordine! Tutto dove deve stare!

Pescatore
Anche ... a’ famme!

Montanaro 
Perché addo’ sta a’ famme?

Pescatore
Rint’a panza mia!

Montanaro
Pure nella mia!

(pausa) 

Montanaro - Pescatore
E’ tutto in ordine! 

Pescatore
Che paese è quello lassù?

Montanaro 
Quello? Ah si! Rutino! Stanno bene llà! Tengono pane, noci...

Pescatore
Allora andiamo, forse ci daranno qualcosa da...

Montanaro
Giù giù! 

Pescatore
Perché, che succede?

Montanaro
Guarda lungo la salita! Che sono quelle cose che luccicano?

Pescatore
Una fila di gente che cammina, me pare a mme!

Montanaro 
Ma quelle cose che luccicano hai capito che so? So’ baionette!

Pescatore
O’ vero! Quelli so i Borboni che portano una fila di prigionieri! 

Montanaro 
E tu volevi anda’ a chiedere na’ tozza e’ pane? Scappa Scappa! 

Pescatore 
Aspetta, si sono fermati! 

Montanaro 
Ci hanno visti?!

Pescatore 
No, no discutono coi prigionieri... Mamma, le mazzate! 

Montanaro 
Guarda! Li buttano per terra! ‘E vattono! 

Pescatore 
Li frustano!

Montanaro
Gli sparano! 
(Pausa i due guardano)
Li hanno ammazzati pescato’

Pescatore
Uh! E pecchè ?

(Buio sui due uomini. Entra in scena Fortunata)

SCENA 11
Fortunata
Io me chiammo Fortunata! E oggi posso di’ di nome e di fatto! Fortunata si! Pecchè a maritemo che ‘e surdate s’ ‘o purtaino, nun ‘o vulette lassà! No! Tenio ‘na criatura rinte m’braccia! Ca m’era nata duie iuorne a primma! E chi ero io senz’isso? Chi ero? Isso incatenato e io, cu ‘a criatura appriesse! E lu surdato che ‘ a vedeva, ‘a criatura, nun ‘o teneva o curaggio e me vatte! “E vattenne, vattenne! Ché mariteto cu nuie ha dda venì!” “No io nu lo lasso ce rispunnevo!” E chillo: “Vattenne facc’e mmerda! Che fine ce buo’ fa’ fa’ a chella criatura?” E io vicino a maritemo: “Alisà nun te n’i ! Addo’ te puortano? Ch‘ e’ fatto Alisà? ” Ma isso, cchiù camminava sotto ‘o sole e ‘e mmazzate, cchiù russo russo se faciva! E sudava, puveriello! Sudava!” “Allora? Te ne vuo’ i’, si o no?” Alluccava ‘o surdato: “Mariteto ha da veni’ ccu’ nuie o vuo’ capi’? “ “E nuie venimmo cu’ isso!” Ce rispunnevo io co’ tutto o’ ciato ca tenia ‘nganna “ Addo’ vaco io? Se isso more, pure nuie è meglio ca murimmo mo’, chiu che e’ famme! Alisà! Alisà!” E intanto se facette mezzoiurono e ‘o sole era aveto, forte! E chille puverielle, tutti in fila ca sudavano... e io a’ luntano, ‘e ievo appriesso! Era una regola, comme uno dicia “tengo sete” era na bastunata! Comme n’ato dicia “songo stanco” era nu cavecio ‘n culo! E accussì ecco pecchè so’ fortunata de nomme de fatto! Na bastunata, nu cavecio n’ culo, a nu mumento, maritemo se ne carette luongo c’a faccia russa russa!Io ce currette vicino “Alisà!” E isso che faciva ‘a bbava da la bocca... “ Va buo’ si cuntenta mò?” Dicette o’ surdato: “Si’ cuntenta mo’ che sta’ a murì, mariteto? Iammo guaglio’ camminate! Chisto se n’è ghiuto all’altro mondo!” E... se ne iettero! Se ne iettero! Chi me l’avisse ditto che i miracoli accussì arrivano? Nun ce stanno apparizioni, e llampe rinto ‘o cielo, i pisce ca da doie addeventano mille... O’ miracolo stette rinto ‘o fatto che chillo surdato se credette che maritemo era muorto! E’ capito? Si credeva di sapere tutto dei morti, lui, che li accideva! E invece no, tiè! Sule rummanetteme... Io ce appulizzaie ‘a vocca.. ‘a vvasaie... e chiagnevo, pecchè pur’io ‘o credevo muorte...(pausa) Facette ‘nu colpo ‘e tosse! Subbito guardaie ‘e surdate, ma tanto era o chiasso che loro faciano a caveci e bastunate, ca nun capettero! E sparettero! Io m’aizaie... pusaie a criatura... sentette ‘o sanghe ca me scenniva doce doce nelle mani... stevo meglio pur’io! Iette a chiamma o miereco! E maritemo... Turnò a casa cu mme!
Fortunata e coro 
Vieni entra nel letto!
Perché tremi tutto?
Quanta paura hai avuto? Quanta paura? Quanta paura!
Sei a casa tua, marito mio,
Sotto le tue coperte, a casa tua! 
A casa tua!
Se senti questa carezza
vuol dire che sei vivo
se senti questo mio bacio,
sei vivo, sei vivo!
Piano piccino piano
tuo padre dorme
intorno ai polsi ora non ha catene,
non ha catene!
Lascia che tiri il fiato
che venga il sonno
troppa paura hai avuto, troppa paura, troppa paura!
Non ci son più soldati
Lontano ormai sono andati
Per loro adesso sei morto
mentre tu sei qui con me. 
Quanta paura ha avuto? Quanta paura?
Quanta paura!

SCENA 12
(Sul fondo torna ad illuminarsi lo spazio designato per la cella dei detenuti. Davide Riccio e rimasto solo, seduto di spalle a guardare verso l’alto la luce della finestra della cella.Entra da una quinta in proscenio sua madre, con una guardia. Davide si volta di scatto)


3 Gendarme
Comma’ facimmo ampress’! Doie parole e iatevenne in chiesa, che ormai a vostro figlio ci fanno bene solo le preghiere. (esce)

(Davide si getta tra le braccia di sua madre, singhiozzando)

Madre
Te ne vai anche tu, dopo tuo fratello! Anche tu!

Davide
(piangendo)
Mamma! Mamma! 

Madre
Figlio mio! 

Davide 
Come ti hanno fatto entrare?

Madre
So’ na madre, no? A qualcuno dovevo fare pena...

Davide 
Ho paura, mamma! Ho paura! Che ne sapevo della paura, quando gridavo viva la costituzione francese?

Madre
Ma che ci facciamo co’ sta’ costituzione? Che ci facciamo co’ sta libbertà, se poi ci giriamo le stanze di casa e le troviamo tutte vuote? Tutti morti i figli, i mariti... Che ci facciamo? 

Davide 
A Cardile che dicono in giro? Che dicono i parenti? Il popolo si solleva?

Madre 
E che m’importa del popolo? Io tengo altro a che pensa’...

Davide 
Tutti li hanno portati via gli altri! Sono passati qua sopra! E tutti li ho sentiti morire! 

Madre 
Sai che mi chiedo? Mi chiedo perché a te e ai compagni tuoi ‘sto maresciallo ha avuto il rispetto di condannarvi a morte. Con le teste che va mozzando in giro! Sai perché? Te lo dico io: i pezzenti li ammazzano subito, senza aspetta’ ... I Filadelfi... i giacobini... so’ signori, quelli; studenti, preti, avvocati... per loro un trattamento a parte... (pausa, poi esplode) Ma che è sto strazio, st’ attesa? Ma chi è stu maresciallo?! Stu Del Carretto? Ma quanto è infame?! Ma chi si crede di essere?! E anche noi gli facciamo un trattamento a parte! Io a quella bestia ‘sta soddisfazione nun ce la do! A te in corpo una pallottola non te la mette nessuno! (si toglie dal seno una boccetta) Tieni, bevi! Da questo seno di ho dato la vita, e da questo seno te la tolgo! E come ti ho visto nascere, ti voglio vedere morire! 

(Davide, tremante prende la boccetta, la guarda)

Madre (inferocita) 
Bevi, ho detto! Ora! Davanti a me, come la medicina! Una pallottola in corpo Del Carretto non te la mette, non lo tocca mio figlio! Bevi!

(Visto che il figlio non ha il coraggio di bere, gli toglie la boccetta di mano e gliela fa bere lei a forza. Davide beve)

Madre
E adesso vieni qua...

( La madre si siede, il figlio le si accoccola vicino. Nel silenzio la madre comincia una ninna nanna. Durante il canto della madre Davide si stringe sempre più a lei, preso da un fremito sempre più ossessivo, che la madre trattiene con tutta la sua forza, senza mai smettere di cantare. Le convulsioni rallentano, sempre più, sempre più... e finiscono. La madre si ferma, guarda il figlio come se dormisse.)

La ninna nonn a sto figlio ce canto
adduormelo tu Spirito santo
adduormelo tu ca io l’aggio corcato
l’aggio corcato a no lietti re fiuri
‘sto bimbo dorme e la mamma l’adora
l’aggio corcato a ‘no lietto re rose 
‘sto bimbo dorme e la mamma riposa
l’aggio corcato a ‘no lietto re ...
‘sto bimbo dorme e la mamma ...

(Rientra la guardia)

3 Gendarme 
Commare basta è finita la conversazione! Uscite!
(Si avvicina alla donna e a suo figlio. capisce che questo è morto)
Oh, maronna! 

(Buio su questa immagine e luce di nuovo sul Pescatore e il Montanaro che parlano.)

SCENA 13

Pescatore 
...ma quel fetente quando l’ha saputo su tutte le furie è andato! Che aveva fatto quella donna? Aveva avvelenato il figlio per non dargli la soddisfazione di fucilarlo? E lui l’ha fucilato lo stesso! Da morto! Ha fatto attaccare il cadavere a un palo e l’ha fatto riempire di schioppettate! 
Attento arriva qualcuno!

Montanaro
E così è tutto finito! La libertà non ci sta più? Addo’ sta la rivoluzione? Stanno tutti al carcere di Salerno ! 

Pescatore
No, qualcuno è riuscito a scappare

(entrano in scena Capozzoli e Galotti seguiti da una manciata di insorti, uomini e donne. Un insorto viene loro incontro da una via di fronte)

Galotti
Fermiamoci qua! Mezzora di riposo. Poi si riparte.

Insorto
E dove andiamo? 

Galotti
Alla marina c’è una barca che ci aspetta.

Capozzoli
(a Montanaro e Pescatore)
Ehi, voi!

Pescatore
(indicando il Montanaro)
Chi, lui?

Montanaro
(indicando il Pescatore)

Capozzoli
Tutti e due!

Pescatore e Montanaro 
Aah! Tutti e due!

Pescatore
Non ci sta…
Montanaro 
E’ passato poco fa, ma ha detto che ritorna…

Capozzoli
Ma chi?

Pescatore
Coso, lì…

Capozzoli
Chi?

Montanaro
Tuttiedue…

Capozzoli
Guaglio’ nun razziammo, che io ci metto un attimo a infilarvi una palla in testa! Tutti e due, voi due dicevo!

Montanaro
Aah, tutti e due, lui…

Galotti
Guaglio’ rispondete bene quando v’interrogano!

Pescatore 
Agli ordini…

Capozzoli
Avete visto i reali da queste parti?

Pescatore
No, signore, non se ne sono visti…

Montanaro
E’ tutto tranquillo quassù, chi volete che ci passi?

Pescatore
Pescatore
Sono quattro case di povera gente…

Montanaro 
Figuriamoci se i soldati…

Insorto 
(tornando in scena di corsa)
Scappate! Scappate! Vengono proprio da questa parte!

Capozzoli
Ah nun ce stevano, eh? Nun ce stevano?!
(afferra il pescatore per i capelli e gli punta la pistola alla tempia)
Mo’ ti faccio vede’ chi so’ io, quanno me prore o’ naso!

Pescatore
Pietà! Pietà signore!

Galotti
E statte fermo, questi vivi, sci servono! (all’insorto) Quanti sono? Chi li comanda?

Insorto
E che ne saccio io chi li comanda! E’ un esercito! Risalgono ogni strada ogni sentiero! Dove passano danno fuoco!

Galotti
Mannaggia a morte! Siamo rimasti soli ! E’ capito? (alle finestre chiuse) 
Uhe! Paisà! Sortite tutti! Iamm’a ammazza’ o’ Bborbone! Ecscite e’ fora! Uomini! (nessuno si affaccia)

Capozzoli
(lascia la presa e si scaglia contro le porta chiuse prendendole a calci) 
Vigliacchi! Traditori! E così che volete la libertà? Senza muovere un dito per averla? 



Galotti
Che strilli a fare? Andiamo in montagna! Simmo o no briganti?! Non è la prima volta che mi cercano e non mi trovano!

(Galotti infuriato continua a prendere a calci le porte delle case e delle stalle)

Capozzoli
Addo site?! Venite fuori! Vigliacchi addo site! Escite fora muorte e’ famme!

Pescatore
Questo però è vero…

Capozzoli
Basta! Non c’è bisogno che strilli per farci capire quanta paura tieni!!

(Capozzoli salta addosso a Galotti )

Capozzoli
Io la paura nun saccio che d’è! Nun saccio che d’è’! Io questi li ammazzo tutti!

(Galotti reagisce con altrettanta forza e sbatte Capozzoli contro un muro)

Galotti
Mo’ m’ e’ scucciato! Statti zitto! Ho detto che decido io se c’è da ammazzare qualcuno! Tu vieni in montagna con noi! Muoviti! O in montagna con noi o legato a un portone ad aspettare i gendarmi! Morto!

(Capozzoli si calma e si ricompone)

Capozzoli
(sfrontato)
Finalmente ci siamo spiegati chi comanda! …

Galotti
Guaglio’ tutti alla montagna! 
Capozzoli
(afferrando Pescatore e Montanaro per i baveri)
Anche voi due!

Montanaro 
Chi, noi…?

Capozzoli
Si, pure voi due! Tutti alla montagna!

Pescatore
No, alla montagna, no!

Montanaro
Brigante no! Brigante no!

(Capozzoli Galotti e gli altri escono correndo)

Donna Tira compagno mio e non sgarrare inta lo centro mira re lo core
fa’ li gendarmi tutti parpitare
come poddastro re cortieddo more!


Didier (allo scrittoio)
La rivolta è finita. I Filadelfi sono tutti nelle mani di Del Carretto. Dei fratelli Capozzoli, e del Galotti, capi dell’insurrezione, uomini temerari e pronti a tutto non si ha più notizia, si dice che siano riparati in Corsica, forse Francia. Proprio loro si sono salvati, loro sui quali più che su tutti grava il sospetto di tradimento. 
Intanto le carceri di Salerno traboccano di congiurati o presunti tali, di condannati a morte, di condannati all’ergastolo, tutti accalcati, gli uni addosso agli altri, fratelli nella carboneria e molti fratelli anche nella vita.

SCENA 14
(In proscenio, due giovani, uno con un cavalletto tavolozza e pennelli, l’altro dalla parte opposta, in posa. Sono i fratelli Diego , il pittore, ed Emilio Di Mattia, il modello)

Emilio
Fammi bello, eh? Nobile, austero! Su quella faccia fratello! Diego! Che fai piangi? Non piango io che devo morire, piangi tu? Lo voglio bello quel ritratto! Tutti dovranno vedere che sono sereno! Che con questo sorriso sono morto! E poi, sai una cosa? Sono contento che la grazia l’abbiano data a te!

( Le luci si abbassano su tutti i personaggi. Una nobildonna Marianna De Mattia esce da una quinta.)

Donna Marianna 
Maestà! 
(si profonde in un inchino)

(La luce si alza anche su Re Francesco I, con a fianco il Cavalier de’ Medici. I due sono immobili, silenziosi, sprezzanti)

Donna Marianna 
So che quella che vengo a chiedere alla Vostra Maestà è una grazia immensa. Ma sono certa che la vostra grande clemenza e magnanimità non verranno meno. I miei due nipoti, Diego ed Emilio...

Cavalier de’ Medici
Diego ed Emilio De Mattia, Maestà, figli di una delle migliori famiglie del Cilento, nipoti di Donna Marianna...

Re Francesco
E certo che so’ nipoti suoi, l’ha detto già lei : nipoti! Signora, perché non aggiungete... Carbonari? O credete che la Nostra Maestà non sia al corrente? (al Medici) Questa a chi vuo’ fa’ fesso?

Donna Marianna
Maestà, sono qui a intercedere per loro, perché nessuno oltre voi può avere la pietà che essi forse non meritano. Ma vi giuro che non hanno mai gridato contro il Vostro sacro nome. Non hanno mai chiesto altro che la Vostra benevolenza. 

Re Francesco
E costituzione francese! Tutti santi ‘sti Filadelfi, eh primo ministro? 

Donna Marianna
Sono gli unici figli della nostra famiglia, gli unici rimasti. Già un loro fratello è morto per la stessa causa, e noi tutti ne siamo straziati.

Re Francesco
Se già un loro fratello è morto, perché si era andato a confondere coi rivoluzionari, non gli bastò la lezione? 

Donna Marianna
La Vostra clemenza può tutto Sire...

Re Francesco
Quale clemenza? Clemenza con la feccia e quelli che si confondono con la feccia? 

Donna Marianna (scoppia in un pianto disperato)
Maestà! Imploro la vostra pietà per i miei nipoti! La nostra ormai è una famiglia distrutta! Pietà Sire! Abbiate pietà di noi!

Re Francesco
E non ne possiamo più! La nostra augusta persona è nauseata! E qui ogni giorno suppliche, richieste di grazia! Se questi carbonari hanno deciso di essere fuori della legge, poi , perché vogliono avere i benefici della medesima? Arrivano bauli interi di fogli, di carte! Decine e decine di udienze co’ parenti, avvucate! E a noi, poco ci piacciono gli avvocati! La legge è legge, signora! Lo volete capire voialtri? E’ sopra di tutti! Che la facciamo noi la legge? Comunque...

(Donna Marianna alza gli occhi speranzosa)

Re Francesco
Comunque, che mai si dica in futuro che davanti a una supplica e a tanto accoramento, la clemenza dell’augusto monarca sia venuta meno! Qualcosa sopra la legge, che comunque è sacra, la possiamo fare! Qualcosa, non tutto... Sentite Donna Marianna De Mattia facimm’accussì. I nipoti vostri sono due... ma io tengo una clemenza... e una ne posso usare! Vuole dire che uno avrà la grazia della vita. Segnate Cavalier Medici!

Donna Marianna
No!

Re Francesco
No? E allora hanno a muri’ tutti e doie? Chisto vulite? Non vi capisco! Venite a chiedere la mia clemenza, la ottenete e non vi accontentate, signora? Bella presunzione! Bell’amore parentale, il vostro! 

Donna Marianna
Io non intendevo...

Re Francesco
E zitta! Zitta signora! E’ dalla vostra impudenza, che si comprende a quale sfrontatezza siano stati educati i rampolli della vostra famiglia! 
Io però so o’ rre, mo’ aggio parlato, e chillo ch’aggio ditto nun m’o pposso rimagnà! Ho detto! Una grazia, Cavaliere! 


(Medici porge un grande foglio e una penna al re. Questi compie il ghirigoro della scena precedente) Io... il... re! Uno avrà la grazia! Resterà all’ergastolo, ma sarà vivo, l’altro... pagherà per tutti e due! Di più non posso, credetemi, con tutto il cuore! 

Donna Marianna (terrorizzata)
Maestà!


Re Francesco (rivolto al Medici)
Il nome da scrivere qua sopra... (con un sorriso compiacente) sarà la signora a dirvelo.

(Donna Marianna lancia un grido disumano. Buio sui tre personaggi. Luce di nuovo sui due fratelli)

Emilio
Fammi eroico! Sereno! Questa è l’immagine che voglio lasciare di me! E dopo questo quadro, fanne altri mille! E ogni volta che toccherai i colori, pensa che dentro di essi c’è un po’ della mia vita. 


SCENA 15
Vecchio Vorria sape’ se la fortuna mangia
ca si mangiasse io la’nvitaria
e nce facesse no banchetto granni 
“Vieni Fortuna a mangiare cco’ mia?”
Mente ca mangiasse l’addommanneria:
“Dimmi Fortuna se sarai ppe’ mia?”
Cco’ no piatto amaro se votarria:
“So’ Fortuna pe’ l’ati e non pe’ tia!

Didier (allo scrittoio)
Anche il Canonico De Luca, si è consegnato, non ha voluto aspettare altri orrori. Ha deciso che la sua vita non può valere più di quella dei suoi poveri conterranei. Non può volere la morte degli stessi cui in passato ha fatto addirittura dono delle sue terre.

(Francesco Saverio del Carretto è seduto in un angolo, fuma con una certa eleganza. Due soldati gli portano dinanzi il Canonico De Luca e un altro prete, suo nipote. Entrambi sono laceri, sfiniti e in catene)

Del Carretto
Portate via il reverendo padre, il giovane. Lasciatemi solo col Canonico!

(le guardie escono col giovane prete)

Oh! Finalmente! Vi siete arreso! Siete stanco? Volete sedervi?

(De Luca non risponde, ma non gli stacca gli occhi di dosso, mentre del carretto si siede)

Quanti paesi volevate che distruggessimo, per scovarvi?

Can. De Luca
Stavo a casa mia...

Del Carretto
Eravate a Celle? A casa vostra? Allora potevo venire a prendervi in carrozza! (ride) Non è vero! I miei uomini vi hanno cercato a casa vostra e non vi hanno trovato! Vi nascondevate, perché speravate di farla franca! 
Questo è il vostro coraggio, la vostra fede liberale! Ma non vedo che necessità ci sia di infierire su un uomo sconfitto. Piuttosto, ora che siamo soli, ditemi la verità, vi prego Canonico, non fate torto alla mia intelligenza... 

(a questa parola il canonico ha una reazione sottile scherno)

Voi non siete brigante, non dovreste confondervi con questa marmaglia siete uomo di chiesa, di cultura...Ditemi, da chi prendete ordini? 


Can.De Luca
Io non prendo ordini da nessuno, tranne che dal Padreterno! 


Del Carretto 
Il Padreterno! Lo so come siete prete, voi! So bene con che disinvoltura onorate i vostri voti. Certo, non siete l’unico uomo di chiesa che abbia ceduto ai piaceri del secolo... ma voi avete addirittura una figlia!

Can De Luca
Non la nominate! 

Del Carretto
Un prete con una figlia!

Can De Luca
Non l’ho mai nascosto!

Del Carretto
Chi c’è veramente sotto quella tonaca?

Can De Luca
Voi non avete titoli per impartirmi lezioni di morale, Marchese! Anch’io so di voi quanto basta per assegnarvi il posto che meritate. Ma non ha senso ricordare le vostre imprese di quando, nel ‘20, io ero deputato e voi un carbonaro tra i più animosi! ... Quando anche voi eravate pronto a buttare il cuore tra le file degli uomini di Guglielmo Pepe! Non vi farebbe onore. Ci siete costato già allora la vita di molti fratelli... E bene non nominare, per non fare un torto alle loro anime, tutti i disgraziati che vi siete messo e continuerete a mettervi sulla coscienza! 

Del Carretto
Non siete nella posizione di lanciare accuse! Non permettetevi! Pesano sulla vostra, di coscienza i morti di questa inutile insurrezione! Inutile! Perché solo voi conoscevate il vero motivo che l’ha mossa! Sono anni che, per lasciare Napoli sguarnita di difese, chi vi comanda, la Francia, lo zar di tutte le Russie, cercano di imbottigliare quaggiù il meglio dell’esercito del Regno! Non negate! Voi parlate di libertà, solo perché volete per questo popolo di briganti e pezzenti, un altro padrone! 

Can De Luca
Da dovunque gli ordini mi arrivino, se questo è quello che voi pensate, quella che altri padroni, come voi li chiamate, ci propongono, è una vita mille volte migliore della negazione di Dio, che da secoli viviamo nel regno di Napoli!

Del Carretto
Che illuso! Non c’è al mondo un solo governo disposto a riconoscere al popolo napoletano i diritti che per secoli si sono tramandati famiglie che vantano radici risalenti agli antichi patrizi romani! Famiglie i cui capostipiti hanno combattuto per la liberazione del sepolcro di Cristo!

Can De Luca
Se queste famiglie di nobili impotenti, viziati, incapaci, analfabeti più dei loro servi... Quanti ne conosciamo voi e io? Quanti ne vediamo con le facce imbellettate, le movenze femminili, i modi sguaiati, gli atteggiamenti prepotenti, passare per le vie di Napoli? Su carrozze che non si fermano, nemmeno se gli zoccoli dei cavalli calpestano un bambino! Se questi ... fantasmi non possono rinunciare ai loro privilegi di sangue, credete che il resto degli uomini, i borghesi, il popolo minuto, siano pronti a rinunciare al diritto di essere seppelliti in un cimitero pubblico, con un nome sulla croce? Vogliano rinunciare a vedere per iscritto che le terre che comprano, che amministrano, appartengono a loro stessi, senza vincoli e canoni? 
O, se su queste terre lavorano e sudano, credete vogliano rinunciare a vedere scritto che per loro e le loro famiglie c’è un abbozzo di un qualche diritto riconosciuto? Questi uomini credete siano pronti a rinunciare a vedere scritta su una carta...

Del Carretto 
Insistete con questa costituzione?

Can De Luca
La costituzione, si la costituzione! Una carta che stabilisce definitivamente quali sono i limiti oltre cui la libertà d’azione mia non può travalicare e mutilare la vostra libertà!

Del Carretto
Per questo popolo di fannulloni...

Can De Luca
E dalli con questa favola! Non esiste in tutta Europa un popolo più faticatore di quello napoletano! Ma li guardate? Li vedete che dall’alba al tramonto si muovono, si arrabattano in mille, diecimila modi, per trovare qualcosa da mangiare? Presi da un’ansia una follia inarrestabile, per la paura di non avere qualcosa di cui sfamarsi! Andate in un mercato! Guardate una fruttaiola, un pescivendolo quante ore strillano, sotto il sole , col freddo, coi geloni, per vendere un cesto di scarola, una cartata di acciughe! Provate a seguire un pastore per una giornata e ditemi quando tornate a casa come vi sentite! Cosa ne volete discutere, lo stile? La pulizia degli abiti, la poca dignità delle movenze, il linguaggio sboccato? Vi fanno ribrezzo gli scugnizzi con la scabbia, la tigna, le donne sdentate a trent’anni? Sono questi gli elementi che danno fastidio ai discendenti dei patrizi romani? Non è come credete voi, non lo è più, Marchese, e fareste bene ad adeguarvi in fretta, perché il tempo corre veloce, e rischiate di perderlo tutto. 


Del Carretto 
In catene ci siete voi! Per il momento, tempo sprecato è il vostro e quello dei vostri seguaci!


Can De Luca 
Io ho provato a fermarli! Ho cercato di convincerli a rinunciare! Ma ormai era impossibile! E’ tanta la sete di giustizia! In questa terra, ne sono così innamorati, che basta nominarla, la giustizia, per accendere di passione i cilentani! (pausa) Ma anche voi potevate fermarmi prima. Se da tanto tempo mi conoscete, se è vero che mi avete messo alle costole spie e uomini di vostra fiducia, che con un’abilità incredibile si sono addirittura uniti a noi, hanno partecipato alle nostre riunioni, conoscono le sedi delle nostre vendite, raggiungono i gradi massimi delle nostre organizzazioni, giurano col proprio sangue per la nostra causa, che bisogno avevate di arrivare a questo punto? Che necessità c’era di punire così pesantemente questi contadini che vi servono da secoli? Senza i quali voi non sareste capaci di far arrivare sulle vostre tavole nemmeno un piede di insalata? No, i governi stranieri non c’entrano niente, non vi fanno paura la Francia, lo Zar di tutte le Russie. A voi Marchese, non interessa nemmeno il futuro del vostro sommo protettore, l’Imperatore d’Austria! La vostra è sete di vendetta! Dopo quarant’anni c’è ancora gente come voi, che cerca qualcuno cui far pagare le teste mozzate sulle ghigliottine di Parigi! 

Del Carretto
Basta! Non ammetto questo linguaggio in bocca a un sacerdote! La vostra condanna a morte è già pronunciata, sarà mio compito farla eseguire al più presto! 

Can De Luca
Un giorno, in seminario, il mio professore di Teologia, il Beato Alfonso de Liguori, nobile come voi... e umile come l’ultimo zappatore, si soffermò a guardare le mie mani. Me le prese, le strinse tra le sue. Era tanto vecchio, e io tanto giovane! Le guardò intensamente e poi alzò su di me i suoi occhi vivaci e mi disse: “Tu non morirai nel tuo letto!” E’ da allora che sono pronto, Marchese , da allora!

Del Carretto
Prima di farvi scaricare addosso le palle di piombo dei miei soldati, vi farò togliere di dosso quella tonaca e farò scomparire dalla vostra faccia quel sorriso strafottente!

SCENA 16
(Un lento rullo di tamburi. I soldati rientrano in scena comandati dall’ufficiale e si dispongono in riga di fronte a un muro . Lentamente dalla parte opposta entra in scena un vescovo, vestito dei paramenti da cerimonia, seguito da due diaconi. Il Canonico De Luca gli viene portato di fronte a spintoni. Questi con mosse plateali gli strappa di dosso la tonaca, lasciandolo con una maglia di lana e un paio di pantaloni neri. Di botto i tamburi cessano.)

Can De luca (al vescovo)
Vostra Eminenza... non sono più prete?

(Il vescovo china la testa e il canonico, mantenendo inalterato il sorriso sulle labbra guarda verso Del Carretto, che gli volta le spalle e guarda sprezzante verso il pubblico. Senza una sola parola, il Canonico De Luca si rivolge verso il muro . Vi si avvia ricurvo, affaticato, strascicando i piedi, ma di propria volontà, quasi con ostinatezza. Nel silenzio si sentono solo i suoi passi, mentre dalle porte e dalle finestre delle case, il popolo, le donne, i bambini tornano ad affacciarsi. Due guardie a spintoni gli affiancano il nipote, spretato anch’egli, in maglia di lana e pantaloni. Dal muro cui è giunto, il Canonico gli tende la mano per incoraggiarlo. I due si congiungono e si prendono per mano. )

Can De Luca
Popolo del Cilento! Non perdete la vostra fede! Continuate a credere nella vostra libertà! Viva la libertà! Viva la costituzione!

(I tamburi riprendono a rullare in crescendo, fino a coprire le parole del canonico. L’ufficiale si precipita sui due condannati e li rivolge bruscamente verso il muro, impedendo al canonico di continuare. L’ufficiale torna a fianco della truppa ed alza la spada. Il rullo è altissimo, diventa un rombo assordante, feroce. All’abbassarsi della spada, i fucili del plotone d’esecuzione si scaricano sui due condannati., che si accasciano a terra. Una luce accecante ferma così la scena, in un silenzio improvviso e sconcertante. E’ come un lampo che immobilizza tutto in questo momento.)


SCENA 17
Didier (rivolto al pubblico)
Più che descrivere il terrore e la tragedia negli occhi di quel popolo ammutolito, e abbandonato, più che voler ancora piangere sui loro morti, sento il bisogno di esprimere il bizzarro sentimento che provavo in quei momenti, che ancora oggi provo, e la domanda che da esso ne scaturiva: sotto il sole caldo e ridente d’Italia, che invita solo all’amore e alla gioia, come può l’uomo vivere tali esperienze di ferocia e morte?

Coro Se fossi nata rondine
Al primo batter di mani sarei volata.
Se fossi nata rondine
Nessuno al nido mio sarebbe arrivato.
Se fossi nata rondine
E quando lo avessi deciso sarei ritornata
E quando l’avessi deciso sarei ripartita.

Se fossi nata falco
Sarei andata in alto, più in alto del sole.
Se fossi nata falco 
Avrei scavalcato creste e grandi foreste 
Se fossi nata falco
E invece in questa terra
In questa terra mi tocca restare
E anche se corro nemmeno mi par di scappare

(Cambio luci)

FINE SECONDO ATTO