maggio 2017
due atti scintillanti di
Mario Pozzoli
1ª rappresentazione: Buccinasco, 24 marzo 2018
Auditorium della Fagnana – via Tiziano
Questa commedia è tutelata dalla SIAE (codice SIAE: 929591A)
P E R S O N A G G I
01) Asia maître d’hotel
02) VOCE esterna Adalmiro Retrogusto
03) Marcello Emilio Prosciutti presidente dell’isola/stato di Narciso
-- Agostino Strappalacrime Il sosia
04) Giulia Vereconda Prosciutti,
nata Scotti Birbantella moglie del presidente
05) Mansueta Furiosa Prosciutti sorella del presidente
06) Evaristo Maledetti segretario presidente
07) Maurizio Oreste Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà,
sovrano regnante di Boccadoro,
erede eminente e grand’ammiraglio della casata dei
Porro, Barbiano, Serravalle Scrivia, Civengosubito
08) Susanna Luisa Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà,
nata Aldobrandini Vattelapesca moglie del re
09) Sergio Francesco Vittone Belgioioso Sonqui cugino del re
10) Geronzio Vedetutto addetto alla sicurezza
11) Orazio Oppressore Bonvicini direttore capo e tiranno del pubblico impiego
di Boccadoro
12) Priscilla Oppressore Bonvicini sorella
Ho indicato con la notazione “- MUSICA + numero” i punti in cui, durante la scrittura di questo testo, ho inserito una musica di scena che aiuti a dare atmosfera all’azione.
Naturalmente il regista ha piena libertà di decidere diversamente.
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E L E N C O S C E N E
ATTO PRIMO
Scena 01 - La telefonata
Scena 02 - Sergio Francesco Vittone Belgioioso Sonqui
Scena 03 - Il discorso e Mansueta
Scena 04 - Giulia ed Evaristo
Scena 05 - Geronzio Vedetutto
Scena 06 - Geronzio, Mansueta, Evaristo
Scena 07 - Geronzio e Giulia. Vecchi amici
Scena 08 - Orazio e Mansueta
Scena 09 - Sergio e Marcello. Un equivoco
Scena 10 - Arriva il re
ATTO SECONDO
Scena 11 - Evaristo e Susanna. Froufrou
Scena 12 - Evaristo, Marcello e Maurizio
Scena 13 - Orazio e Giulia - Priscilla e Geronzio
Scena 14 - Sergio e Mansueta
Scena 15 - Giulia e Susanna
Scena 16 - La sfida. L’attentato
Scena 17 - Agostino Strappalacrime
Scena 18 - Il traghetto
Scena 19 - La festa
ATTO PRIMO
NOTE: La commedia si svolge nella hall del Grand’Hotel delle Terme, sull’isola/stato di Narciso.
In fondo a sx: verso l’interno dell’hotel.
In fondo a dx: entrata dell’hotel.
Scena 1
(La telefonata)
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- BUIO SALA
- SIPARIO
- AUDIO 1 (telefono)
Asia entra dall’interno dell’hotel. Va al bancone e alza la cornetta del telefono.
VOCE Pronto! Con chi parlo?
- AUDIO 2 (musica da “Al cavallino bianco” - operetta)
ASIA (canta)
AL GRAND’HOTEL DELLE TERME SIAM,
TRA I MONTI AZZURRI ED IL MAR.
E POI C’E’ LA CIOCCOLATA
CHE DONA UN GUSTO ALLA VITA.
SE L’ORA VIEN DI DOVER PARTIR,
TU VEDI UN SOGNO SVANIR.
NARCISO E’ L’ISOLETTA
CHE SEMPRE AVRAI NEL TUO CUOR.
VOCE Bello!
ASIA Asia.
VOCE Ellamartina! Ho telefonato in Asia!
ASIA Ma no, signore, Asia è il mio nome.
VOCE Però! Che fantasia!
ASIA Diceva?
VOCE No, pensavo: i suoi genitori hanno avuto una bella fantasia a chiamarla Asia!
ASIA Già... Ognuno ha i genitori che si merita, signore.
VOCE Quindi parlo con il Grand’Hotel delle Terme, giusto?
ASIA Esatto. Grand’Hotel delle Terme dell’isola di Narciso.
- AUDIO 3 (musica tormentone)
VOCE Cos’è successo?
ASIA Nulla, signore, non si preoccupi.
VOCE Ma l’isola di Narciso è...
- AUDIO 4 (musica tormentone)
VOCE Ancora?... Stavo dicendo che l’isola di Narciso è anche...
- AUDIO 5 (musica tormentone)
VOCE Ellamartina! Ma cos’è? E’ un’ossessione!
ASIA Non nomini mai per intero quel nome, signore.
VOCE Isola di Narciso?
- AUDIO 6 (musica tormentone)
ASIA Appunto.
VOCE Ma scusi, perché succede ciò?
ASIA Storia lunga, signore. Se mai sarà nostro ospite, gliela racconterò.
VOCE Va beh! Dicevo che... quella roba lì... è una repubblica presidenziale, vero?
ASIA Esatto.
VOCE Bene, bene. Io sono Retrogusto. Adalmiro Retrogusto.
ASIA La fantasia non era virtù esclusiva dei miei genitori!
VOCE Diceva?
ASIA Nulla, signore. Posso esserle utile?
VOCE Vorrei delle informazioni.
ASIA Dica.
VOCE Delle notizie sul vostro centro termale.
ASIA Il nostro centro benessere è una delle poche SPA ad annoverare…
VOCE SPA? Società per azioni?
ASIA No, signore, in questo caso SPA deriva dal latino “Salus per aquam”. La salute attraverso l’acqua.
VOCE Ah, bene, bene... No, perché sa, mi son sempre chiesto cosa volesse dire questa parola.
ASIA Ora lo sa.
VOCE Ora lo so! Ma ascolti: siete attrezzati?
ASIA Certo. Piscina interna ed esterna. Area wellness dotata di bagno turco, sauna, idromassaggio, cascata di ghiaccio. Inoltre fanghi percettivi, piccanti, psicoterapici, indigenti, voluttuosi...
VOCE Ah, bene, bene! E le docce? Le avete le docce?
ASIA Sì, di tutti i tipi: sensoriali, spirituali, edeniche, a cascata, emozionali, sensuali, pudiche, passionali...
Ed infine qui da noi potrà gustare la nostra deliziosa Cioccolata fondente, una prelibatezza, famosa ovunque, che dona gusto e dolcezza alla vita.
VOCE Ellamartina, che bello! Bene, bene... Vorrei prenotare una camera doppia per la prossima settimana.
ASIA (controlla) Posso darle la conferma solo fra un paio di giorni.
VOCE Come mai?
ASIA Viene in visita al nostro piccolo stato di Narciso, il re di Boccadoro per stipulare una unione commerciale.
VOCE Hermann Hesse. Narciso e Boccadoro. Si amavano, sa? Vedrà che l’unione... commerciale, andrà a buon fine.
ASIA Speriamo. E poiché il re con tutto il suo entourage alloggerà nel nostro Grand’Hotel…
VOCE Ho capito, ho capito. Ma i prezzi? I prezzi come sono?
ASIA Se mi dà il suo indirizzo…
VOCE Certo. La mia mail è, tutto minuscolo: adalmiro, punto, retrogusto...
ASIA Intendevo il suo indirizzo di posta tradizionale, signore.
VOCE Perché? Col computer…
ASIA Qui nessuno possiede un computer, signor... Retrogusto.
VOCE Smartphon?
ASIA Zero Smartphon.
VOCE Ellamartina! Whatsapp?
ASIA Niente Whatsapp. Sull’isola di Narciso...
- AUDIO 7 (musica tormentone)
ASIA ... internet non esiste. I ripetitori sono stati eliminati.
VOCE Ellamartina! E come mai?
ASIA Storia lunga, signore.
VOCE Allora niente sky?
ASIA Non solo: niente televisione.
VOCE Elettricità?
ASIA Sìiii... qualcosina... Quindi, dicevo che se mi dà il suo indirizzo, le posso mandare un bellissimo dépliant cartaceo, che lei potrà sfogliare comodamente seduto in una confortevole poltrona.
VOCE Ah, bene, bene. (ironico) Però, secondo lei, la luce che emanano le candele non è molto più calda e riposante?
ASIA Concordo.
VOCE Okappa. Prenda nota: Adalmiro Retrogusto, via Palle Bianche, 473.952
ASIA (scrivendo) 473.952… Una via lunghetta…
VOCE Sii... abbastanza...
ASIA Città?
VOCE Cardagna.
ASIA (scrivendo) Cardagna.
VOCE Bene. Ora la lascio e mi scusi se l’ho disturbata.
ASIA Nessun disturbo, signore. La nostra reception è sempre aperta, giorno e notte. E, data l’ora, le voglio fare una confidenza.
VOCE Dica, dica, sono tutt’orecchi!
ASIA (ironica) Sa, riceviamo continuamente richieste di informazioni alle… (guardando l’orologio) tre di notte!
VOCE Ellamartina! Sono già le tre?
ASIA Le tre e venti, per la precisione.
VOCE Non presto.
ASIA No, signore.
VOCE Allora, attendo (ironico) il plico cartaceo... Ah, mi scusi una curiosità: ma non mi vuol dire che cos’è quella musichetta?
ASIA Storia lunga, signore. Se mai sarà nostro ospite, gliela racconterò.
VOCE Ah, bene, bene. Allora, a presto. E buonanotte.
ASIA A quest’ora potremmo già dire “buongiorno”.
VOCE Diceva?
ASIA Nulla, signore. Buonanotte.
VOCE Buonanotte. E... Isola di...
ASIA (riaggancia velocemente e non lo fa finire) Fregato!
- AUDIO 8 (fine scena 2)
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Asia, ballando e ondeggiando, esce verso l’interno dell’hotel.
Scena 2
(Sergio Francesco Vittone Belgioioso Sonqui)
E’ mattina. Asia entra dall’interno dell’hotel. Depone la posta, alcune riviste e il giornale del mattino sul bancone.
- AUDIO 9 (“Perché sei tu che mi hai rubato il cuor” Il paese
del sorriso - operetta)
Sergio entra dall’esterno dell’hotel. E’ sporco di terra e foglie.
ASIA Buongiorno.
SERGIO Buongiorno a lei.
ASIA Sono Asia. Posso esserle utile?
SERGIO Sono Sergio Francesco Vittone Belgioioso… (un colpo di tosse)
ASIA Bene.
SERGIO Sonqui.
ASIA Lo vedo, signore.
SERGIO No, Sonqui è il mio terzo cognome. Vittone Belgioioso Sonqui.
ASIA Ah, mi scusi.
SERGIO Si figuri. Non è l’unica.
ASIA Lo immagino...
SERGIO Ho prenotato una camera. (cerca di telefonare con il cellulare)
ASIA (andando al bancone) Vediamo subito.
SERGIO Perché non funziona?
ASIA (mostra la cornetta del telefono) Gli manca il filo, signore.
SERGIO Cosa c’entra? Questo è un cellulare.
ASIA (consulta il libro delle prenotazioni) I cellulari sull’isola di Narciso...
- AUDIO 10 (musica tormentone)
Sergio, sentendo la musica, si guarda in giro.
ASIA ... non funzionano.
SERGIO Come mai?
ASIA Storia lunga, signore.
SERGIO E come fate senza i cellulari?
ASIA Ci guardiamo negli occhi e ci parliamo… Sì, ecco, una camera a nome Vittone Belgioioso Sonqui. Questa è la chiave. La camera è pronta.
SERGIO Senta, signora…
ASIA Asia.
SERGIO Asia... Però, che fantasia!
ASIA Meglio Asia che Antartide, signor (calcando) Sonqui.
SERGIO Certo... Dicevo che un po’ di tempo fa sono stato in questa bellissima isola di Narciso...
- AUDIO 11 (musica tormentone)
SERGIO Ancora? Ma che stress!
ASIA Non nomini mai per intero “isola di... eccetera eccetera”.
SERGIO Ma perché?
ASIA Storia lunga, signore. Magari un giorno di questi gliela racconterò.
SERGIO Ok. Dicevo che un po’ di tempo fa sono stato qui, sull’isola... qui, per la fiera del porco.
ASIA Hanno esposto un raro maiale nero.
SERGIO E me ne sono subito innamorato!
ASIA Del maiale?
SERGIO Del maiale? Ma no! Di lei!
ASIA Di me?
SERGIO Ma no di lei! Di una donna che c’era alla fiera. Una donna meravigliosa… Un colpo di fulmine, sa?
ASIA Non è mai troppo tardi!
SERGIO Prosciutti?
ASIA Di prosciutti ne abbiamo di tutti i tipi. La nostra isola è famosa per i prosciutti.
SERGIO Ma no, Asia! Mi chiedevo se Prosciutti fosse il cognome del mio amore, perché urlava, infuriata, con un tizio che l’ha chiamata “signorina Prosciutti”. Lei conosce una signorina che si chiama Prosciutti?
ASIA Signor Sonqui, qui, ma proprio qui, la metà delle persone si chiamano Prosciutti.
SERGIO Ah... Però, Prosciutti, che nome stupendo...
ASIA E beh, sì, per chi ama gli insaccati... (fa per andare)
SERGIO Ah, Asia!
ASIA Dica.
SERGIO Secondo lei lavora in campagna?
ASIA Potrebbe e non potrebbe.
SERGIO No perché oggi l’ho rivista, in una fattoria qui vicino. Ci siamo parlati... Cioè, veramente io le ho parlato, perché lei mi guardava con di quegli occhi... assassini!
ASIA Urlava infuriata, occhi assassini...
SERGIO E sì, e a un certo punto mi ha mollato uno sberlone! Io non le avevo detto niente che potesse...
ASIA Mi ricorda qualcuna…
SERGIO Che incanto!
ASIA Lo sberlone?
SERGIO No, lei! (toccandosi la guancia) Ho ancora impresso in me il suo ricordo.
ASIA Ci credo!
SERGIO Eravamo vicini a una montagna di letame…
ASIA Poetico!
SERGIO Aveva un profumo…
ASIA Immagino!
SERGIO La ragazza!
ASIA Ah, scusi.
SERGIO E poi mi ha stampato...
ASIA Un bacio.
SERGIO Uno schiaffo...
ASIA Allora è recidiva!
SERGIO E mi ha fatto finire lungo e disteso...
ASIA Tra le sue braccia.
SERGIO No, Asia, nel letame!
ASIA Avevo un vago sentore...
SERGIO (annusandosi) Forse dovrei farmi una doccia...
ASIA Concordo.
SERGIO Allora vado. (guardando verso fuori) Ma... ma quella è lei! E’ lei!
(ora in deliquio) E’ lei…
ASIA Ah, ma quella è la signorina Mansueta Furiosa.
SERGIO La conosce?
ASIA Certo, è la sorella del presidente della nostra Isola/stato di Narciso. (la guarda, annuendo con la testa)
SERGIO (ora vede Asia che guardando verso l’esterno dell’hotel, annuisce con la testa, e anche lui ora guarda verso fuori e ripete lo stesso gesto di Asia) Sì, cosa, Asia.
ASIA Un osso duro, mi creda.
SERGIO Un osso duro, dice?
ASIA Durissimo!
SERGIO Beh, ci provo. Vado a parlarle. No! Forse è meglio che prima mi faccia una bella doccia.
ASIA Ri-concordo!
SERGIO Un osso duro... (prendendo il cellulare) Mando un messaggio al fratello e la chiedo in sposa.
ASIA I cellulari sull’isola/stato di Narciso non funzionano, signore.
SERGIO Ah, già.
ASIA (avvicinandogli carta e matita) Se vuole...
SERGIO Sì, grazie. (scrive) Ancora i buoni vecchi metodi, eh? Due righe per avvisarlo che devo parlargli. Se il presidente acconsente, lei, Mansueta Furiosa, giusto?
ASIA Giusto.
SERGIO Mansueta, dicevo, non potrà rifiutarmi. Gli affari di stato sono affari di stato, o no?
ASIA Affari di stato?
SERGIO Storia lunga, signora!
ASIA Signorina.
SERGIO Signorina. Come la musichetta. Magari un giorno di questi gliela racconterò. (le porge la lettera) Ora è meglio che vada, non vorrei farmi vedere in questo stato. (va)
ASIA Ri-ri-concordo.
SERGIO Ah, Asia! Mi faccia portare in camera qualcosa da bere. Un cappuccino...
ASIA E perché non una paradisiaca cioccolata fondente, che dona gusto e dolcezza alla vita?
SERGIO Ma sì, vediamo se è proprio vero quello che si dice in giro. (indicando la lettera) Mi raccomando, la consegni al presidente.
ASIA Sarà fatto, signore.
SERGIO Poi, quando sarò più presentabile, lo incontrerò personalmente. (va verso l’interno dell’hotel. Si ferma) Ah, Asia! Mi ri-raccomando.
ASIA Per la cioccolata? Per il presidente? Per la lettera? Per la signorina Mansueta?
SERGIO Per tutto!
ASIA Non dubiti, signore.
SERGIO Sono felice! Evviva l’isola di Narciso! (esce verso l’interno dell’hotel)
- AUDIO 12 (musica tormentone)
Scena 3
(Il discorso e Mansueta)
Entra dall’esterno dell’hotel Evaristo, seguito da Marcello con blocco e matita.
EVARISTO Io direi di metterci qui.
MARCELLO Sì, qui va bene. (si siede e si prepara a scrivere)
EVARISTO Ah, Asia! Buongiorno.
ASIA Buongiorno a voi, signori. C’è una lettera per il signor Presidente.
(la consegna ad Evaristo ed esce verso l’interno dell’hotel)
EVARISTO (la prende e mentre gli dà un’occhiata inizia a dettare. Da ora la lettera rimarrà in mano ad Evaristo) Dov’eravamo rimasti?
MARCELLO (leggendo) “Ho finito, signori.” (poi scriverà ciò che Evaristo gli detta)
EVARISTO (detta) “Ho finito, signori. Ma non posso fare a meno di denunciare, l’atteggiamento equivoco dell’opposizione…” (indicando lo scritto) Opposizione con due p.
MARCELLO Ah, sì, certo.
EVARISTO “E l’incuria vergognosa di chi…”
MARCELLO Abbia pazienza, a me pare che “l’incuria vergognosa” sia forse un po’ troppo... forte.
EVARISTO Beh, allora possiamo mettere “E l’incapacità criminale di un uomo del quale ho l’onore di essere amico”.
MARCELLO Sì, così suona meglio!
EVARISTO “Perché la prossima visita del re di Boccadoro deve diventare…”
MARCELLO Io però inserirei i dati del re per intero.
EVARISTO Giusto.
“Perché la prossima visita del re di Boccadoro,
Maurizio Oreste Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà,
sovrano regnante di Boccadoro;
erede eminente e grand’ammiraglio della casata dei Porro, Barbiano, Serravalle Scrivia, Civengosubito...
MARCELLO (scrivendo) Ottimo!
EVARISTO (ora declama) “... la visita, dicevo, sfocerà sicuramente in un grosso affare politico, un’intesa commerciale di capitale interesse per la nostra repubblica di Narciso, la magnifica isola che, ardente, si staglia in mezzo all’oceano, lontana da tutte le rotte commerciali, ma paradiso della cioccolata fondente che, in ogni istante della giornata, dona gusto e dolcezza alla vita, e quindi…”
MARCELLO (due colpetti di tosse) Evaristo…
EVARISTO Dica.
MARCELLO Non c’è nessuno che ascolti…
EVARISTO (si guarda in giro e si riprende) Vero!
MARCELLO Il discorso farà un enorme effetto alla camera.
MANSUETA (entrando dall’esterno dell’hotel, furiosa) Marcello, cosa stai facendo?
MARCELLO Mansueta, sorellina mia, non lo vedi?
MANSUETA No, non lo vedo! E non chiamarmi “sorellina”. Io sono tua sorella, non (spregiativo) “sorellina”.
MARCELLO Va bene, ve bene. Sto dettando un discorso al mio segretario, per la prossima riunione in parlamento.
MANSUETA Ascolta: ho un diavolo per capello!
MARCELLO E quando mai tu non hai “un diavolo per capello”?
MANSUETA Alla fiera del porco, ho incontrato un tizio e costui si è permesso di farmi degli apprezzamenti da… porco!
EVARISTO Il posto era quello giusto!
MARCELLO Temerario, il ragazzo!
EVARISTO Io direi incosciente!
MARCELLO E cosa ti ha detto di bello?
MANSUETA Ha detto: «Che begli occhioni che ha, signorina!»
MARCELLO E cosa c’è di male?
MANSUETA C’è che, mentre lo diceva, non mi guardava gli occhi, ma fissava… qualcosa d’altro!
MARCELLO ed EVARISTO (insieme, guardandosi) Ehm bè, ehm bè…
MANSUETA Poi quello stupido l’ho incontrato di nuovo, alla fattoria di Giuseppe, questa mattina.
EVARISTO E’ un delitto?
MANSUETA No, ma ha cominciato a prendermi in giro…
EVARISTO Impudente! (e getta la lettera)
MARCELLO Io direi: coraggioso! E cosa ti ha detto di bello?
MANSUETA Diceva che sono una ninfa leggiadra, una silfide eterea…
MARCELLO ed EVARISTO (insieme, guardandosi) Ehm bè! Ehm bè!
MANSUETA ... una fanciulla graziosa che si aggira nei suoi pensieri. Che mi sogna di notte mentre, come una libellula vezzosa svolazzo nell’aere…
MARCELLO ed EVARISTO (insieme, guardandosi) Ehm bè! Ehm bè!
MANSUETA ... e lo chiamo con la mia voce amabile e dolce…
MARCELLO ed EVARISTO (insieme, guardandosi) Ehm bèeee... Ehm bèeee…
MANSUETA ... per un incontro d’amore!
MARCELLO (ad Evaristo) Taci che abbiamo trovato qualcuno che se la porta via!
MANSUETA Dicevi?
MARCELLO Niente, niente!
MANSUETA Ero tutta sudata e puzzavo come una capra e lui: «Il tuo profumo accende la mia passione e mi eccita…»
MARCELLO ed EVARISTO (insieme, guardandosi) Ehm bèeee... Ehm bèeee…
MANSUETA A quel punto non ne potevo più. Gli ho mollato una sberla e l’ho mandato lungo e disteso in un catasta di merda!
EVARISTO Di letame, si dice, signorina, di letame.
MANSUETA Le garantisco che era proprio merda!
MARCELLO E poi ti sei buttata anche tu e vi siete abbracciati... e vi siete baciati...
EVARISTO ... appassionatamente!
MANSUETA Ma state scherzando?
MARCELLO ed EVARISTO (insieme, guardandosi) Stiamo scherzando?
MANSUETA Me ne sono venuta via, infuriata!
EVARISTO Normale, dato il suo nome, signorina.
MARCELLO Mansueta...
EVARISTO Furiosa
MARCELLO Prosciutti.
MANSUETA Ma lui continuava a gridare: «Mi amerà, signorina, perché “al cor gentile repara sempre amore, oh mia soave donzelletta da li dolci sguardi”…»
MARCELLO ed EVARISTO (insieme, guardandosi) Ehm bè... Ehm bè…
MARCELLO Quindi a quando?
MANSUETA Cosa?
MARCELLO La data delle nozze.
MANSUETA Delle nozze?! Gliele do io le nozze a quello lì! Adesso lo vado a cercare e… (estraendo una pistola e puntandola contro Marcello) gli sparo due colpi in testa, pum, pum!
MARCELLO Mansueta!
EVARISTO Signorina! Attenta! Potrebbe essere carica!
MANSUETA Non ancora, stia tranquillo. (preme il grilletto e parte un colpo)
- AUDIO 13 (colpo di pistola)
Tutti a terra!
MARCELLO ed EVARISTO (insieme) Gesummaria!
MARCELLO Oh, Signore! Ma non se la sposa proprio nessuno?
EVARISTO Nessuno, signore.
MARCELLO Mansueta! Dammi quella pistola!
MANSUETA Neppure per sogno! Vado a cercarlo e lo stendo secco!
- AUDIO 14 (“Bambolina” La danza delle libellule- operetta)
Mansueta si rialza ed esce verso l’esterno dell’hotel.
Scena 4
(Giulia ed Evaristo)
A fatica si rimettono in piedi.
MARCELLO (urla sul finale della musica) E’ pazza! Mia sorella è pazza! (poi)
A chi se la prende, gli regalo una delle mie fabbriche di prosciutti!
EVARISTO (a parte) Io neanche dipinta sul muro!
MARCELLO Diceva, Evaristo?
EVARISTO Parlavo del settimanale “Lo Giuro”!
MARCELLO Ah, sì! Vogliono pubblicare la mia biografia. Ci pensi lei, Evaristo, tanto di me, sa tutto. Marcello Emilio Prosciutti, nato nel… eccetera, eccetera...
EVARISTO E morto nel… eccetera, eccetera...
MARCELLO Come?
EVARISTO Scusi, presidente, una distrazione.
MARCELLO Uomo politico, grande industriale del suino. Venuto dal popolo…
EVARISTO E deciso a non tornarci più!
MARCELLO E deciso a non tornarci più! ... Ma Evaristo, cosa mi fa dire?
EVARISTO La verità, presidente!
MARCELLO Ma la verità non si dice mai! Soprattutto in politica. Piuttosto due parole sull’uomo privato. Una deliziosa sorellina…
EVARISTO Mansueta Furiosa Prosciutti…
MARCELLO … che con la sua dolce e amabile tenerezza…
EVARISTO … viene soprannominata “Il terrore dell’isola di Narciso”!
- AUDIO 15 (musica tormentone)
EVARISTO Ci sono cascato!
MARCELLO Ogni tanto capita anche a me. Dicevamo?
EVARISTO Di Mansueta.
MARCELLO Ah, sì. Che con la sua angelica allegria fa dimenticare al fratello le preoccupazioni della politica.
EVARISTO E poi c’è la sua (sottolineando) casta sposa, Giulia Vereconda Prosciutti, nata Scotti Birbantella.
- AUDIO 16 (“Gigolettes” La danza delle libellule - operetta)
MARCELLO Eccola!
Entra dall’esterno dell’hotel Giulia, dimenandosi sulla musica.
GIULIA Ah, Marcello, sei qui?
MARCELLO Giulia Vereconda, per l’amor di Dio, smettila di dimenarti!
GIULIA Qui, altro che dimenarsi! Mio caro Marcello Emilio Prosciutti, cos’hai fatto in giro fino alle tre di notte? Se vengo a sapere che mi tradisci, prendo la pistola di Mansueta e ti sparo in testa!
EVARISTO Abbiamo avuto una riunione.
GIULIA Me la immagino che riunione! Ah, Evaristo, è lei! (si atteggia in modi maliziosi) Evaristo Maledetti, come sta il suo ginocchio?
Nel frattempo Marcello prende i fogli del suo discorso e gira per la scena, ripetendolo in silenzio e anche correggendolo
EVARISTO Direi abbastanza bene, signora Giulia Vereconda Prosciutti…
GIULIA Nata Scotti Birbantella…
EVARISTO E il neo di cui mi parlava?
MARCELLO (ha un attimo di presenza) Neo? (ma poi ritorna alla sue occupazioni)
EVARISTO E’ ancora irritato?
GIULIA Irritatissimo! (maliziosa) Avrei bisogno di farlo vedere a qualcuno che se ne intende.
EVARISTO Se le può interessare, la dermatologia è sempre stato un mio hobby.
GIULIA Bene! Allora dovrà darmi un suo parere.
EVARISTO Non mancherò.
GIULIA Certo, la posizione del neo è un po’… un po’…
EVARISTO Birbantella?
GIULIA Ecco, bravo, proprio come il mio cognome da nubile, (dimenandosi) Birbantella…
MARCELLO Giulia, smettila di dimenarti!... Evaristo, ascolti, per la mia autobiografia si potrebbe anche mettere: una unione riuscitissima con una donna di non prestigiose condizioni, ma che con il suo amore e la sua fedeltà rende felice il marito, eccetera, eccetera. Vedete un po’ voi, Evaristo.
EVARISTO (che non gli aveva badato, ma sempre con gli occhi fissi su Giulia) Per vedere, vedo perfettamente, presidente!
GIULIA Lei ha un’ottima vista, Evaristo! Non come mio marito, che sta diventando miope!
MARCELLO Miope? Io ci vedo benissimo.
GIULIA (si atteggia maliziosa) Già, ma non vedi quello che c’è da vedere!
MARCELLO Vada pure, Evaristo. Ah, dovrebbe venire un tale per l’acquisto di quella famosa partita di prosciutti.
EVARISTO Quella in via di decomposizione?
MARCELLO Ma che dice, mio caro? Quella invecchiata…
EVARISTO … e dimenticata…
MARCELLO ... nelle nostre famose grotte miscellari. Mi ha scritto un amico dicendomi che ha trovato un compratore.
EVARISTO Poverino!
MARCELLO Sì, forse la partita ha un poco superato la giusta stagionatura, ma non puzza mica!
EVARISTO No!
MARCELLO Dai, vedremo di fargli un ottimo prezzo! Forse questa è la volta buona…
EVARISTO ... che sbologna la bologna! Vado. (esce verso l’esterno dell’hotel)
Entra discretamente Asia dall’interno dell’hotel e si porta al bancone.
GIULIA Cos’è questa storia: “di non prestigiose condizioni”?
MARCELLO Quando ti ho sposata, facevi le pulizie in una profumeria, mia cara.
GIULIA Ero già passata al settore “customer service”!
MARCELLO E che vuol dire?
GIULIA Non lo so!
MARCELLO E io ero già passato dalla “Marcello Prosciutti” alla rinomata “Prosciutti Marcello & Company, esse, pi, à, azienda leader del settore.
GIULIA Quanto la fai lunga! Pensa che la mia ditta individuale “Giulia Vereconda Scotti Birbantella”, fu rinominata a furor di popolo “Amici di Joujou & Company”. Dove Joujou, naturalmente, sta per Giulia… (si ancheggia al tempo della musica)
- AUDIO 17 (“Gigolettes” La danza delle libellule - operetta)
MARCELLO Taci! Se si venisse a conoscere la vita scellerata che hai condotto prima di sposarmi, sarei rovinato!
GIULIA Guarda che all’ultimo pranzo del governo c’era un insieme di mogli che… Dio ci scampi! Comunque io, da quando ti ho sposato, ti sono stata sempre fedele. Lo posso giurare sulla tua testa!
MARCELLO Lascia stare la mia testa che la sento in pericolo!
GIULIA E fai male! E va bene, allora sulla testa di mia madre, sei contento?
MARCELLO Sì, sulla testa della suocera, chissà, potrebbe portare cose buone!
GIULIA Spiritoso! Comunque anche tu bada di non fare scappatelle, altrimenti... A proposito, mi devi accompagnare a far spese.
MARCELLO Non posso. Deve arrivare il re di Boccadoro e ci sono ancora dei preparativi da fare.
GIULIA E magari anche il famoso Orazio Oppressore Bonvicini?
MARCELLO Sì, il terrore del pubblico impiego di Boccadoro. Ma perché, lo conosci? Non dirmi che lo conosci!
GIULIA Non te lo dico, così stai bello tranquillo. Ah, Asia! Mi porti in giardino una tazza di cioccolata fondente. (esce ancheggiando verso l’esterno dell’hotel)
- AUDIO 18 (“Gigolettes” La danza delle libellule - operetta)
ASIA (dopo un momento) Sarà fatto, signora Giulia Vereconda Prosciutti, nata Scotti Birbantella. (telefona al bar per ordinare la cioccolata)
MARCELLO Giulia, per l’amore di Dio, smettila di dimenarti!
Ah, Asia! Da quando è qui?
ASIA Da un po’.
MARCELLO Da un po’?
ASIA Da un po’.
MARCELLO Va bene. Anzi, male! Ah, Asia, lei non ha visto e soprattutto non ha sentito niente, vero?
ASIA Assolutamente no.
MARCELLO Bene, vado, anch’io. Ah, Asia! Lei si ricorda quello che le dico ogni volta che la vedo?
ASIA Al momento non mi sovviene, signore.
MARCELLO Che se lei volesse, potrebbe fare (sottolineato) MOLTO per me...
ASIA Cosa posso fare MOLTO per lei, signor Prosciutti?
MARCELLO Asia, è una vita che glielo ripeto!
ASIA Vede, signor Prosciutti, io ho sì una (calca, ironica) smisuratapredilezione per lei...
MARCELLO (stropicciandosi le mani) Oh, bene! Allora possiamo...
ASIA (lo interrompe) Allora non possiamo, presidente. Primo, perché lei è sposato e la signora Giulia potrebbe prendere la pistola della signorina Mansueta e fare... pam! E allora, purtroppo, rimarremmo senza il nostro beneamato presidente! Va beh che morto un Papa, se ne fa un altro...
MARCELLO Grazie!
ASIA Prego! Secondo, c’è una (calca) piccolissima differenza di età...
MARCELLO A me son sempre piaciute le donne più vecchie di me.
ASIA Complesso di Edipo?
MARCELLO Non so. E poi non li conosce i proverbi?
ASIA Sì, la gallina... la botte... il vino vecchio... il lardo stagionato...
MARCELLO Appunto! Vede che non c’è problema?
ASIA C’è, c’è!
MARCELLO Ma no che non c’è! Ah, Asia! Ora vado, ma torno fra non molto, così possiamo controllare insieme se nella camera, che è stata predisposta per il re di Boccadoro, ci sia un letto comodo, morbido e confortevole...
ASIA Non ci credo!
MARCELLO Ci vediamo. Ah, Asia! E mi aspetti a braccia aperte! (esce verso l’esterno dell’hotel)
ASIA Presidente, lei è sempre il benvenuto! E ad attenderla chi ci sarà? Ci sarà la nostra paradisiaca cioccolata fondente, che dona gusto e dolcezza alla vita.
- AUDIO 19 (musica da “L’acqua cheta”- operetta)
Entra dall’interno dell’hotel Geronzio Vedetutto e, a tempo di musica, fa una piroetta o due, fino a fermarsi di colpo davanti al bancone.
Scena 5
(Geronzio Vedetutto)
GERONZIO Buongiorno.
ASIA Ma, scusi, lei da dove viene? Non l’ho vista entrare.
GERONZIO Nessuno mi nota, nessuno mi vede! E’ il mio mestiere!
Sono Geronzio Vedetutto, capo della polizia segreta di sua maestà Maurizio Oreste Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà, sovrano regnante di Boccadoro. Erede eminente e grand’ammiraglio della casata dei Porro, Barbiano, Serravalle Scrivia, Civengosubito.
ASIA E allora: buongiorno, signor Geronzio Vedotutto.
GERONZIO VEDEtutto!
ASIA VEDEtutto!
GERONZIO Lei stava parlando con il presidente dell’isola/stato di Narciso, che purtroppo da là dietro non ho avuto il piacere di conoscere. Questa mia intuizione...
ASIA Quale?
GERONZIO Quella che lei stava parlando con il presidente. Questa mia intuizione, dicevo, le dà un’idea esatta delle mie doti investigative e della mia acutezza nelle deduzioni finali.
ASIA E del suo udito, signore, perché da là dietro, lei ha sentito quando io l’ho chiamato “presidente”.
GERONZIO (un tempo. La guarda male)
Ma parliamo di lei. Un semplice esame visivo mi suggerisce che lei è addetta alla reception. «Come ho fatto a capirlo?» dirà lei. Semplice, Watson, la vedo situata dietro a un bancone!
ASIA Lei è molto perspicace!
GERONZIO Grazie. Un dono naturale.
Inoltre: lo sguardo è severo, il piglio è risoluto, quindi congetturo, ipotizzo, e deduco, senza possibilità di errore, che lei è anche la responsabile dell’hotel.
ASIA L’intelligenza non è acqua!
GERONZIO Parole sante, mia cara. Ma veniamo all’apice delle mie intuizioni: la paradisiaca cioccolata fondente che aspetta il presidente, come poco fa l’ho sentita dire, chi è?
ASIA Chi è?
GERONZIO E’ lei! Lei, che promette di dare gusto e dolcezza alla vita di Marcello Emilio Prosciutti.
ASIA E questa da dove l’ha pescata?
GERONZIO Un dono naturale, grazie. Ma andiamo avanti ad esaminare la sua situazione.
ASIA Andiamo avanti.
GERONZIO Niente fede, quindi: non sposata! Accesso illimitato alle (sottolinea) camere da letto dell’hotel. Non giovane, ma ancora piacente. Magra, come giusta alternativa alla moglie piuttosto rotondetta del presidente. Ergo congetturo, ipotizzo e deduco, senza possibilità di errore, che lei è... l’amante occulta del presidente Prosciutti!
ASIA Bella stupidaggine, signor Vedotutto!
GERONZIO VEDEtutto!
Entra dall’esterno dell’hotel Marcello che si vuol dirigere al bancone, ma è impedito da Geronzio che gli si para davanti.
MARCELLO Ah, Asia! Mi sono dimenticato di dirle che il re arriva con la moglie e quindi bisogna predisporre... (a Geronzio) Ma insomma! Si tolga di mezzo!
GERONZIO Assolutamente no! Devo parlarle.
MARCELLO E lei chi è?
GERONZIO Geronzio Vedetutto, capo della polizia segreta.
MARCELLO Ma mi faccia il piacere! In questo paese non esiste polizia segreta.
GERONZIO Ma io non sono...
MARCELLO Lasci perdere. Ho fretta e si tolga di mezzo!
GERONZIO Resistenza alla forza pubblica!
MARCELLO Ma quale forza pubblica! Lei non sa con chi sta parlando! Io sono...
GERONZIO Alt! Sarei un ben modesto investigatore, se non sapessi subito, solo vedendo una persona, a chi mi rivolgo.
MARCELLO Senti, senti… E chi dite che io sia?
GERONZIO Bastano poche deduzioni logiche. Io non mi sbaglio mai!
Uno! Lei ha parlato ora dell’arrivo del re e dei preparativi.
Due! Il suo atteggiamento verso la signora Asia, denota una certa dimestichezza con le persone stipendiate.
Tre! Quell’anello al dito prova che lei è sposato e quella macchia sulla manica dimostra che sua moglie ha ben poca cura di lei. Dunque: non la ama!
MARCELLO Ma senti questo!
GERONZIO Inoltre è bionda, perché questo capello è sicuramente di sua moglie e non di un’altra donna. «Perché non di un’altra donna?» lei mi chiede con amletico dubbio. Semplice, Watson, lei non può avere un’altra donna, e quindi tradire sua moglie, perché non glielo permettono né il fisico, né l’età, né l’aspetto in generale. Una schifezza!
Infine, il modo in cui lei veste denota scarse possibilità economiche atte a mantenere un’amante.
MARCELLO Ah, questa poi…!
GERONZIO Quarto! Quelle pieghe ai ginocchi dei pantaloni evidenziano un lavoro sedentario.
Quinto! Lei ha l’occhio spento di chi è abituato ad obbedire.
Sesto! Le sue dita sono macchiate di inchiostro.
Ergo, congetturo, ipotizzo, e deduco, senza possibilità di errore, che lei è il segretario del presidente Marcello Emilio Prosciutti.
MARCELLO Ascolti un po’, signor Geronzio Vedotutto.
GERONZIO VEDEtutto!
MARCELLO Lei è un superlativo incapace, perché ha commesso un errore madornale: io SONO il presidente dell’isola/stato di Narciso, Marcello Emilio Prosciutti, in persona!
GERONZIO Lei è… Ah! Ebbene: lei ha torto, un torto marcio!
MARCELLO Come?!
GERONZIO Può anche darsi che lei possa essere il presidente Prosciutti, ma poiché teoricamente non dovrebbe esserlo, quindi: lei ha torto!
MARCELLO Asia, ma costui da dove arriva?
GERONZIO Ecco le domande dell’inesperto, di chi non possiede il dono della perspicacia e della intuizione, come modestamente la mia persona possiede.
(indicandosi) Quest’uomo di prim’ordine è il commissario speciale, addetto al servizio di sicurezza del re di Boccadoro.
E sua maestà è appena sbarcato sull’isola di Narciso.
- AUDIO 20 (musica tormentone)
GERONZIO (ad Asia) E questo cos’è?
ASIA Provi a chiederlo al suo amico Watson!
GERONZIO Ironia inutile, mia cara! Dunque, dicevo che, poiché sua maestà alloggerà in questo hotel...
ASIA Grand’Hotel!
GERONZIO Grand’Hotel, certo, subito mi sono precipitato qui per organizzare il servizio di sicurezza.
ASIA Povero re! In che mani si è messo!
MARCELLO Maurizio è già qui?
GERONZIO Esattamente! E tra breve verrà a prendere alloggio in questo hotel.
ASIA Grand’Hotel!
GERONZIO Grand’Hotel! Ma come può succedere che lei chiami il nostro beneamato sovrano per nome?
ASIA E cosa dice la sua famosa perspicacia?
GERONZIO (la guarda malissimo) Non dice niente! (poi a Marcello) Dica, dica pure in tutta tranquillità!
MARCELLO Ci conosciamo da quando eravamo ragazzi. Sa, ai bei tempi, io e Maurizio ne abbiamo fatte di scorribande...
GERONZIO Ah, ah, scorribande d’amore, immagino.
MARCELLO Mi raccomando, è stata una confidenza strettamente riservata!
GERONZIO Tranquillo, tranquillo.
MARCELLO Okay. Asia, telefoni a Evaristo e gli dica di venire subito qui e di tenersi a disposizione del signor Geronzio Vedotutto.
Asia telefona velocemente.
GERONZIO VEDEtutto! Il tipo è fidato? Sa la mia missione è strettamente riservata.
MARCELLO Tranquillo. Evaristo Maledetti, il mio segretario, è la discrezione in persona. Nipote di un magistrato. Intelligente e colto. Laureato con centodieci e lode. (si avvia, ma torna da Asia)
(confidenziale) Ah, Asia! Lasciamoli soli a preparare il servizio d’ordine e ritiriamoci in un posto più... tranquillo...
ASIA Non ci credo.
MARCELLO Così possiamo pianificare il programma per domani!
ASIA Non ci credo.
MARCELLO Sia fiduciosa, una volta tanto! (a Geronzio) Ci scusi. (esce verso l’interno dell’hotel)
GERONZIO Comodi! Comodi.Ah, Asia! (malizioso) Mi raccomando...
ASIA (a parte, uscendo verso l’interno dell’hotel) A te, niente cioccolata! Deficiente!
- AUDIO 21 (musica da “L’acqua cheta”- operetta)
Scena 6
(Geronzio, Mansueta, Evaristo)
MANSUETA (entrando dall’esterno dell’hotel, furiosa) Dov’è mio fratello?
GERONZIO Si calmi, signorina. Si metta con fiducia nelle mani di Geronzio Vedetutto e come per incanto lo troveremo.
MANSUETA Io non mi metto nelle mani di nessuno!
GERONZIO Non sappiamo niente di suo fratello, ma io so già tutto di lei?
MANSUETA Ah sì? Ma guarda!
GERONZIO (riferito al cellulare) Ma perché non funziona?
MANSUETA Gli manca il filo. (alzando e abbassando la cornetta del telefono del bancone) Vede questo? Ha il filo e funziona!
GERONZIO Cosa c’entra? Questo è un cellulare.
MANSUETA I cellulari sull’isola di Narciso...
- AUDIO 22 (musica tormentone)
MANSUETA Oh, cavolo! Ogni tanto ci casco anch’io! Dicevo che i cellulari qui non funzionano...
GERONZIO E come mai?
MANSUETA A lei scoprirlo, (molto ironica) sig. Geronzio Vedotutto!
GERONZIO VEDEtutto! E come fate senza i cellulari?
MANSUETA Ci guardiamo negli occhi e ci parliamo.
GERONZIO E allora guardiamoci negli occhi e parliamo.
MANSUETA Si sbrighi, che ho fretta!
GERONZIO Io nei suoi occhi vedo la stanchezza. Vedo il viso inespressivo, la sciatteria dei suoi vestiti. Mani callose, postura bovina.
MANSUETA Ma come si permette?!
GERONZIO Ergo, congetturo, ipotizzo, e deduco, senza possibilità di errore, che lei è una donna delle pulizie di questo hotel.
MANSUETA (gli dà una botta) Ma come osa? Screanzato! Io sono la sorella del presidente Prosciutti! Ergo, congetturo, ipotizzo, e deduco, senza possibilità di errore, che ora le sparerò un colpo... dove dico io! cerca la pistola) Ma dove ho lasciato la pistola? (esce verso l’esterno dell’hotel)
GERONZIO Però che caratterino! Poverina. Una donna con schizofrenia latente che la induce a pensare di essere ciò che non è.
EVARISTO (entra dall’esterno dell’hotel) Geronzio Vedotutto?
GERONZIO VEDEtutto!
EVARISTO Ah, mi scusi. Mi hanno telefonato di mettermi in contatto con lei e di tenermi a sua disposizione. Io sono…
GERONZIO Alt! Sarei un ben modesto poliziotto se non sapessi subito, solo vedendo una persona, a chi mi rivolgo. Un semplice esame visivo mi suggerisce senza possibilità di errore che lei è la discrezione in persona.
Intelligente, colto, e per finire: laureato con centodieci e lode.
EVARISTO Incredibile!
GERONZIO Grazie, grazie. Un dono naturale…
Geronzio Vedetutto capo della polizia segreta di sua maestà Maurizio Oreste Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà, eccetera, eccetera.
(gli porge un foglio) Questo è il promemoria per il servizio di sicurezza. L’elenco dei miei uomini e la loro dislocazione in borghese nei punti strategici nell’isola di…
EVARISTO Alt! Mai nominare per intero “isola di...” eccetera, eccetera.
GERONZIO Nei punti strategici di... quest’isola!
EVARISTO Bravo. (dà un’occhiata al foglio) Benissimo. Sono a sua disposizione per qualsiasi necessità. Le auguro una buona giornata. (va verso l’interno dell’hotel)
GERONZIO Buona giornata a lei. E mi saluti suo zio, il noto magistrato dell’isola di Narciso.
- AUDIO 23 (musica tormentone)
EVARISTO (si ferma colpito lo guarda) Però! Bravo! (esce verso l’interno dell’hotel)
GERONZIO Grazie, grazie! Un dono naturale.
- AUDIO 24 (musica da “L’acqua cheta”- operetta)
Geronzio a tempo di musica si porta verso l’esterno dell’hotel, ma si ferma di colpo perché...
Scena 7
(Geronzio e Giulia. Vecchi amici)
GIULIA (entra dall’esterno dell’hotel e si ferma, stupita) Noooo!
GERONZIO Tu qui?!
GIULIA Geronzio! Il pianista del Caffè-Chantant!
GERONZIO Joujou! La gigolettes!
GIULIA Quanti anni?
GERONZIO Dieci? Venti?
GIULIA Cosa ci fai qui!
GERONZIO Capo della polizia segreta di Boccadoro. E tu?
GIULIA Cercavo Marcello Prosciutti.
GERONZIO Sei l’amante del presidente?
GIULIA No! La moglie.
GERONZIO Tu?
GIULIA Io!
GERONZIO Mi siedo! Ma come è successo?
GIULIA La cosa è andata così: dopo che han chiuso il Caffè-Chantant, sono stata assunta in una profumeria. Marcello è entrato. Mi ha guardata. Ha comperato un profumo e mi ha aspettata all’uscita. Mi ha detto che gli piacevo, gli ho risposto che lui non mi piaceva.
GERONZIO Ma sei matta?! Ricco com’è!
GIULIA Già, ma così gli sono piaciuta di più! E allora ci siamo messi insieme. Ero contenta, sai? Ero così contenta che un bel giorno... mi ha pizzicata con Giorgio. Te lo ricordi Giorgio?
GERONZIO E come no! Il grosso Giorgio.
GIULIA «Pensavo fosse una cosa seria», mi dice.
«Anch’io» gli rispondo, «ma ultimamente ero un po’ inquieta, ma così inquieta che…». E lui: «Va beh, dai, ti perdono.»
GERONZIO E come si fa a non perdonarti?
GIULIA Il problema è che la settimana dopo... ero ancora un po’ inquieta, e così mi sorprese con Felice. Te lo ricordi Felice?
GERONZIO E come no! Il piccolo Felice, amico del grosso Giorgio.
GIULIA Proprio lui! E questo mise tutto a posto.
GERONZIO Come, “mise tutto a posto”?
GIULIA Perché Marcello Prosciutti, esasperato, mi domandò: «Insomma, cosa bisogna fare perché tu te ne stia tranquilla?» Io, imbarazzata, non sapevo cosa rispondere, e così gli butto lì: «Sposami! E vedrai che non ti tradirò più!».
GERONZIO E lui?
GIULIA «Va bene, allora ti sposo. Così vediamo se dici la verità».
GERONZIO Scherzava...
GIULIA Può darsi. Ma mi ha sposata.
GERONZIO E allora ha visto che sei una bugiarda!
GIULIA No, mio caro, non ha visto nulla! Perché non l’ho più tradito.
GERONZIO Possibile?! Ma cosa ti è successo?
GIULIA Chi sa…? Forse non ho più incontrato il tipo giusto…
GERONZIO Eccolo!
GIULIA Tu? No. Noi due ormai non possiamo che essere amici.
GERONZIO Che peccato! Ma... e se, come allora, ci fosse la luna…?
GIULIA Beh, certo, se ci fosse la luna…
GERONZIO Ah, bei tempi!
GIULIA Eravamo felici e non lo sapevamo.
GERONZIO Già.
GIULIA E tu? E tu? Ti lascio pianista e ti ritrovo...
GERONZIO Capo della polizia segreta di sua maestà Maurizio Oreste Faldbakken, eccetera, eccetera.
GIULIA Però! Ma come hai fatto?
GERONZIO Beh, quando il caffè-chantant che portava il tuo nome...
GIULIA “Amici di Joujou & company”. Dove Joujou stava per Giulia...
GERONZIO Esatto. Ha chiuso i battenti, mi sono dato alla pubblicità e, per conto di una società, offrii alla regina cinquecentomila euro per fare uno spot pubblicitario di un nuovo reggiseno. Devo dire che la regina, Susanna Luisa Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà, nata Aldobrandini Vattelapesca, rifiutò.
GIULIA Susanna? E’ una mia carissima amica! Beh, ha fatto bene!
GERONZIO Vero. Rifiutò i cinquecentomila euro, ma chiese un milione.
GIULIA Ma guarda te la Susanna!
GERONZIO Fece lo spot e io mi intrufolai a corte.
Così divenni: gran cerimoniere delle feste, poi ispettore generale del fisco, sovraintendente alle belle arti, ministro dei lavori pubblici, presidente delle telecomunicazioni, e infine capo della polizia segreta.
GIULIA Ma come? Tu sai fare tutte queste cose?
GERONZIO In politica, basta non saper far nulla, che ti fanno fare tutto!
GIULIA (ride) Sei sempre il solito... come allora...
GERONZIO Ti ricordi il giorno di chiusura del Caffè-Chantant?
GIULIA Ce ne andavamo tutti in qualche ristorantino fuori porta... E poi in barca... Cantavamo, scherzavamo... E io amavo... amavo...
GERONZIO Chi?
GIULIA Tutti!
GERONZIO Vero! E il pubblico che andava in delirio per quella canzone che io suonavo e tu cantavi?
GIULIA Non andava in delirio per la canzone, Geronzio, ma per come mi muovevo... e per come ero... vestita!
GERONZIO SVÈSTITA! E maliziosa...
- AUDIO 25 (“Gigolettes” La danza delle libellule - operetta)
Giulia inizia ad ancheggiare, togliendosi un capo e facendolo roteare maliziosamente.
GERONZIO Forza piccina! Brava!
A metà musica entrano dall’interno dell’hotel Asia e dall’esterno dell’hotel Orazio Oppressore Bonvicini.
Entrambi si bloccano e rimangono a bocca aperta vedendo la scena.
GIULIA Ah, Asia!... Signore... Orazio!
ORAZIO Corpo di un impiegato lavativo! Joujou! (inebetito) Signora...
GERONZIO (piano a Giulia) Lo conosco.
GIULIA (piano a Geronzio) Anch’io.
GERONZIO (piano a Giulia) Ti pareva! Ora vai, ci penso io.
- AUDIO 26 (“Gigolettes” La danza delle libellule - operetta)
Orazio si dirige al bancone a disagio, mentre Giulia esce verso l’interno dell’hotel facendogli “ciao, ciao” con la mano.
GERONZIO Signore, attenzione: lei parla perfettamente il russo, beve caffè amaro, in camera da letto ha un tappeto verde, a cinque anni fece una pesante indigestione di fragole, e infine ha una sorella di nome Priscilla, la quale, poverina, le è morto il marito dopo tre mesi di matrimonio e ormai da anni ne cerca un altro!
ORAZIO Ma lei, come...?
GERONZIO La saluto. E... attenzione alle fragole! (a tempo di musica esce verso l’esterno dell’hotel)
- AUDIO 27 (musica da “L’acqua cheta”- operetta)
Scena 8
(Orazio e Mansueta)
ORAZIO Sono Orazio Oppressore Bonvicini, direttore capo e tiranno del pubblico impiego di Boccadoro.
ASIA Buongiorno! Mi ricordo di lei. E’ già stato sulla nostra isola e gradito ospite del Grand’Hotel delle Terme.
ORAZIO Sua maestà è già qui?
ASIA Non ancora. Lo aspettiamo. Queste sono le chiavi della sua suite. Salottino e due camere con bagno indipendente, una per lei e una per sua sorella... (consulta) Priscilla.
MANSUETA (entrando di gran carriera dall’esterno dell’hotel) Ah, Asia! E mio fratello?
ASIA In sala riunioni.
MANSUETA Quel deficiente! Me lo vada a chiamare!
ASIA Per favore, è più bello, signorina Mansueta Furiosa Prosciutti. Vado. (esce verso l’interno dell’hotel)
ORAZIO Sempre la solita Mansueta Furiosa, eh?
MANSUETA Orazio! (lo abbraccia con modi forti) Caro Orazio...
ORAZIO Che... piacere...! (sballottato dall’abbraccio) E tuo fratello?
MANSUETA Sempre preso con i prosciutti e la politica, quell’ignorante!
ORAZIO In questi giorni spero di conoscerlo.
MANSUETA Se sei qui per l’arrivo del tuo re, lo conoscerai senz’altro. Ma è la prima volta che vieni qui sull’isola di Nar...? (fa un gestaccio per dire che ha fregato la musichetta)
ORAZIO Cosa fai?
MANSUETA Niente, niente. Tradizioni del luogo.
ORAZIO Veramente sono già stato qui. In incognito però.
MANSUETA Ho capito, seguivi qualche impiegato che timbrava il cartellino e poi veniva qui a fare il bagno.
ORAZIO No, no, niente di tutto questo. Questioni... personali. (un tempo) Dai, a te lo posso dire.
MANSUETA Direi! Se non parli, ti spacco la faccia!
ORAZIO La mia Mansueta! Sempre dolce e... mansueta!
MANSUETA Allora?
ORAZIO Sono stato qui a Narciso a causa di... Cleopatra.
MANSUETA Toh! Credevo fosse morta da un pezzo!
ORAZIO Ma non quella dell’aspide! La mia è una birbona che mi ha fatto passare delle ore... incantevoli!
MANSUETA Voi uomini! Sempre uguali!
ORAZIO Sempre! E che vedi, al momento... giusto, questa Cleopatra ha un modo tutto suo di chiamarmi “mio bel Antonio”, che non ne hai idea!
MANSUETA (burbera) Immagino, “Mio bel Antonio!”
ORAZIO Beh, non proprio così...! Una sera arrivo all’improvviso a casa sua e sento una voce maschile e Cleopatra che urla: «Mio bel Antonio!».
Corpo di un impiegato lavativo! Allora mi precipito in camera da letto pronto a tirare il collo all’usurpatore!
MANSUETA Bravo!
ORAZIO Sì, ma costui mi si para davanti e mi molla un ceffone formidabile!
MANSUETA Oddio! L’hai ucciso?
ORAZIO No, sono stramazzato a terra e lui è fuggito!
MANSUETA Maledetto! Dovevi sparargli! Ma almeno l’hai riconosciuto?
ORAZIO Ma... non so... Era buio. Guarda, sono mesi che non dormo al pensiero!
MANSUETA Ci credo!
ORAZIO A me, il tiranno del pubblico impiego di Boccadoro!
MANSUETA Beato te! Poter angustiare tutti quei dipendenti!
ORAZIO Così mi sono rivolto a un’agenzia investigativa. Mi hanno detto che domani sera, alla festa per il re, mi consegneranno il nome e una foto.
MANSUETA Bene. Così gli spariamo un colpo di pistola e non se ne parla più!! (la estrae)
ORAZIO Ehi, ehi, calma!
MANSUETA Stai tranquillo, è scarica. (spara in aria)
- AUDIO 28 (colpo di pistola)
ORAZIO Corpo di un impiegato lavativo!
MANSUETA Devo stare più attenta...
ORAZIO Direi!
ASIA (entrando dall’interno dell’hotel, in allarme per lo sparo) Tutto a posto?
MANSUETA Tutto a posto. (a Orazio) Ma tua sorella?
ORAZIO Priscilla sta bene. Si era finalmente sposata, ma quell’imbecille di suo marito è morto dopo tre mesi, di infarto.
MANSUETA Non ha retto le voglie di Priscilla, che da trent’anni cercava un uomo con cui sfogarsi!
ORAZIO Esatto! Dopo la perdita del marito, era andata in depressione, ma ultimamente mi ha rivelato di aver trovato un nuovo amore. Un certo Agostino Strappa... qualcosa.
MANSUETA Speriamo si strappino il cuore a vicenda!
ORAZIO Speriamo. Ma fatti raccontare tutto da Priscilla, appena arriva.
MANSUETA Priscilla... la rivedo con piacere. Dai, vieni di là con me che ci beviamo una cioccolata e che ti faccio conoscere quell’incapace di mio fratello. (va verso l’interno dell’hotel)
ORAZIO (la segue) Dai, non tanto incapace se è riuscito a creare un’industria così rinomata.
MANSUETA Un cretino!
- AUDIO 29 (“Bambolina” La danza delle libellule- operetta)
Escono entrambi verso l’interno dell’hotel.
Scena 9
(Sergio e Marcello. Un equivoco)
MARCELLO (entra dall’interno dell’hotel) Quello sparo! Ancora mia sorella?
ASIA Esattamente! Prima o poi ci scappa il morto!
MARCELLO Si è spaventata?
ASIA Ci vuol altro!
MARCELLO Povera Asia...! Scommetto che questa sera non riuscirà a prender sonno.
ASIA Io scommetto di sì!
MARCELLO Ma io un rimedio ce l’ho per tranquillizzarla. Questa sera le porto in camera una bella cioccolata fondente che, oltre donare gusto e dolcezza alla vita, sembra sia anche afrodisiaca.
ASIA Controllerò se sia tra gli attributi di questa bevanda.
MARCELLO Così magari la mia Asia si “smollerà” un po’... e potrò farle un po’ di compagnia!
ASIA Non ci credo!
MARCELLO E vedrà che vicina a me, si sentirà tranquilla e al sicuro.
ASIA Non ci credo.
MARCELLO Asia, lei è titubante.
ASIA Assolutamente sì!
MARCELLO Non si fida di me?
ASIA Assolutamente no!
MARCELLO Ma perché, Asia? Sia sincera. A cosa pensa?
ASIA A quello che pensa lei, signor Marcello! Mi scusi, ma ho da fare. (esce verso l’interno dell’hotel)
MARCELLO Una fortezza inespugnabile!
- AUDIO 30 (“Tu che mi hai preso il cuor” Il paese del sorriso
- operetta)
SERGIO (entra dall’interno dell’hotel, struggendosi al suono della musica. Poi, accorgendosi di Marcello) Ah, signore...
MARCELLO Dica.
SERGIO E’ lei Marcello Emilio Prosciutti?
MARCELLO Esattamente. Guardi però che sono di fretta.
SERGIO Io sono quello della lettera!
MARCELLO Ah, bene! L’aspettavo, sa? Si accomodi, così possiamo parlare di quella famosa partita. (si siede)
SERGIO No...! E’ partita!
MARCELLO Ma no, ma no, è sempre custodita nelle nostre grotte miscellari!
SERGIO (si siede) Custodita...?
MARCELLO Per non aumentarne l’invecchiamento. Sa, sono sincero, non è più proprio... di primo pelo.
SERGIO Beh, sì, certo, non proprio di primo pelo...
MARCELLO E devo ammettere che forse ha superato di poco la giusta stagionatura, ma se ne innamorerà subito, vedrà.
SERGIO Se è per questo, lo sono già.
MARCELLO Bravo! E per venirle incontro, le farò un grosso sconto.
SERGIO Per carità, non parliamo di soldi, signor Prosciutti. Quello che deciderà lei, andrà senz’altro bene. Ma allora, lei è d’accordo?
MARCELLO Io? Assolutamente, sì! Era già mia intenzione liberarmene...
SERGIO Liberarsene?
MARCELLO Sì, no, volevo dire... che anche se mi sono affezionato a questa partita,...
SERGIO (a parte) Non capisco. Ma non si chiama Mansueta?
MARCELLO ... non essendo più tanto giovane, comincia a darmi qualche pensiero. Ma non puzza, sa?
SERGIO Perché, si lava poco?
MARCELLO Mai! L’acqua è oltremodo nociva.
SERGIO Beh, magari qualche volta...
MARCELLO Mai! Ed è proprio per questo che è ancora, come si può dire, di sapore esuberante!
SERGIO Eh, altro che esuberante! Ho visto e... (massaggiandosi la guancia) ... anche sentito!
MARCELLO Comunque io le dico le cose come stanno, e poi, se avrà ancora intenzione, facciamo il contratto e... buonanotte al secchio!
SERGIO Quale secchio?
MARCELLO E un modo di dire, come... arrivederci e grazie. (si alza)
SERGIO (si alza) No! Non vada via!
MARCELLO Ma chi si muove?
SERGIO Mi ero spaventato.
MARCELLO Da quello che mi è sembrato di capire, lei l’ha già visionata.
SERGIO Sì, sì... e me ne sono subito innamorato!
MARCELLO Bene! Ma non è il solo, sa?
SERGIO No eh? E beh, data l’età... e poi (con malizia) rotonda come lei, se ne vedono poche...
MARCELLO Sì, è vero, certi pezzi hanno un gusto pieno e rotondo.
SERGIO Concordo!
MARCELLO Ci sono molte parti interessanti, sa? Ad esempio la testa del...
SERGIO Ah, sì, la testa, un incanto...
MARCELLO Già, ma il petto? Che ne dice del petto?
SERGIO Cosa dico? Meraviglioso! Abbondante!
MARCELLO E non solo quello. Tutta la partita è molto abbondante!
SERGIO Ho visto! (a parte) Niente. Lui la chiama Partita. Sarà un vezzeggiativo...
MARCELLO Sa che qui da noi, è tradizione fare con il petto una lavorazione speciale?
SERGIO Con il petto?
MARCELLO Proprio! E poi, alla Fiera del Porco, si mette in mostra il risultato.
SERGIO Davanti a tutti?
MARCELLO Davanti a tutti. Senza segreti!
SERGIO Però!
MARCELLO E i posteriori? Le ha viste le parti dei posteriori?
SERGIO Sii... un’occhiata...
MARCELLO Abbiamo fatto cose meravigliose con i posteriori!
SERGIO Ah, sì?
MARCELLO Certo. Devo farglieli assaggiare prima di concludere il contratto.
SERGIO Me li fa assaggiare?
MARCELLO Sicuro! Ne rimarrà deliziato, vedrà!
SERGIO Devo assaggiare i posteriori?
MARCELLO Ma sicuro! Attenzione però, prima di assaggiare qualsiasi parte, bisogna prima scaldarla.
SERGIO Eh, beh, un po’ di preliminari ci vogliono sempre.
MARCELLO E’ una regola aurea, il gusto ne guadagna!
Ah, ma prima della firma del contratto, devo fargliela provare.
SERGIO Non mi permetterei mai!
MARCELLO Ma no, sa quanti l’hanno già fatto?
SERGIO (deluso) Ah, sì...?
MARCELLO Certo! Poi, se non ce la fa da solo a, diciamo, piazzarla come vuol lei, può sempre farsi aiutare da qualche amico disponibile...
SERGIO Ah, per certe cose c’è sempre un amico disponibile!
MARCELLO Però... ci sono anche dei però! Qualche difettuccio c’è, non si può negarlo. E siccome, una volta fatto l’affare, non voglio lamentele, io glieli dico subito.
Ad esempio potrebbe anche trovare qualche parte con un sapore, diciamo, un po’... pesante.
SERGIO Puzza?
MARCELLO Ma no! Però il sapore potrebbe non essere di suo pieno gradimento. Potrebbe, senza volerlo, esserne aggredito.
SERGIO L’ha già fatto!
MARCELLO (non lo sente) Ma a tutto c’è rimedio. Prima di... godersela, diciamo, deve... come si può dire, accarezzarla, ecco, sì, accarezzarla, soprattutto la pancetta.
SERGIO La pancetta? Lo farò!
MARCELLO Eh, sì, perché la pancetta, mentre la gusta, potrebbe anche morderla, tutto, qui, (dalla gola con la mano scende fino alle parti basse) qui e qui, fino alle parti basse!
SERGIO Oddio!
MARCELLO Non è una sensazione piacevole, mi creda.
SERGIO Ci credo!
MARCELLO E nel caso, dovesse proprio aggredirla con il suo carattere forte, usi qualche zuccherino.
SERGIO Zuccherino...
MARCELLO Bene, le ho detto tutto, se avesse cambiato idea...
SERGIO Guardi, ne sono troppo innamorato, per non prenderla. A me poi piacciono quelle piene di temperamento!
MARCELLO Bravo! Bravo.
- AUDIO 31 (“Arriva il re” Donne viennesi- operetta)
MARCELLO Arriva Maurizio, il re di Boccadoro.
SERGIO (a parte) Mio cugino! Per ora sarà meglio non farsi riconoscere.
(a Marcello) Bene, attendo un suo cenno per la firma del contratto.
(esce verso l’interno dell’hotel)
MARCELLO Certo, certo. Ma dove sono finiti tutti? (va verso l’interno dell’hotel e si trova vicino al bancone) Asia! Giulia! Evaristo! Mansueta!
(poi si gira verso l’entrata dell’hotel, quasi sull’attenti)
Scena 10
(Arriva il re)
MAURIZIO (entra dall’esterno dell’hotel, ma non vede Marcello) Buongiorno a tutti! Beh, proprio tutti non direi, qui non c’è nessuno!
MARCELLO Maurizio!
MAURIZIO Marcello!
Un abbraccio.
MARCELLO Ma sei solo? Pensavo arrivassi in pompa magna.
MAURIZIO Marcello, ormai i re non valgono più una cicca.
MARCELLO (va a guardare verso l’esterno dell’hotel) Ma scusa, la banda dov’è?
MURIZIO Quale banda?
MARCELLO Quella che ho sentito suonare.
MAURIZIO Aggiornati, amico mio! (estraendo un cellulare) La musica me l’hanno registrata qui su. Ma a proposito, come mai non riesco a telefonare?
MARCELLO I cellulari sull’isola di Narciso...
- AUDIO 32 (musica tormentone)
MARCELLO non funzionano.
MAURIZIO Cos’era?
MARCELLO Poi ti spiego.
MAURIZIO E come fate senza i cellulari?
MARCELLO Ci guardiamo negli occhi e ci parliamo. Ma tutti gli altri?
MAURIZIO Orazio e Priscilla dovrebbero essere già qui. Due o tre ministri li ho mollati in giro a fare acquisti insieme a mia moglie.
MARCELLO Susanna, la mitica Susanna. Come va la vita?
MAURIZIO Mah, ti dirò, fino a pochi anni fa, quando attraversavo le vie della città, il popolo al mio passaggio gridava: «Tiranno! Idiota! Canaglia!» e cose così. Adesso, da quando c’è anche da noi la democrazia, non dicono più nulla. Anche quest’ultimo segno di fedeltà verso la casa regnante è scomparso. Anzi mi ignorano proprio!
MARCELLO Oh, povero Maurizio!
MAURIZIO Io sarò il re preferito dagli scolari. Diranno: «Che re simpatico! Con lui non c’è da perder tempo. Basta imparare la data di nascita e quella di morte, e siamo a posto. Non ha fatto altro!».
MARCELLO Dai, non esagerare! Ma dimmi, sei pronto per stipulare il trattato commerciale tra i nostri due stati?
MAURIZIO Sì, basta che non sia come quel congresso che abbiamo fatto due o tre anni fa.
MARCELLO Sì ricordo, una noia...
MAURIZIO Niente donne, niente spettacoli! Erano venuti tutti con la moglie, accidenti! Ah, le mogli!
MARCELLO Già, le mogli!
MAURIZIO Pensare che io non sapevo cosa fosse la vera felicità fino a quando non mi sono sposato. Poi... è stato troppo tardi!
MARCELLO Purtroppo!
MAURIZIO Ma qui la vita notturna com’è, com’è?
MARCELLO Così, così. Però c’è un posto “Il pavone d’oro”, (malizioso) molto interessante! La gente fa a pugni per entrare! Guarda, uno scandalo, una vergogna! Che tempi, mio caro, che tempi!
MAURIZIO Dobbiamo andarci!
MARCELLO Ci puoi giurare! Quindi: pronto a folleggiare? Sai ho conosciuto una tizia... Cleopatra.
MAURIZIO Toh! Credevo fosse morta da un pezzo!
MARCELLO Ma non quella dell’aspide! La mia è una birbona che mi ha fatto passare delle ore... incantevoli!
MAURIZIO Beato te!
MARCELLO Al momento... giusto, questa Cleopatra ha un modo tutto suo di chiamarmi “mio bel Antonio”, che non ne hai idea!
MAURIZIO (sognante) Immagino!
MARCELLO Eh, ma chissà cosa ne fai tu, pezzo di canaglia!
MAURIZIO Ma che canaglia! In tutti questi anni di matrimonio non ho mai tradito una sola volta Susanna.
MARCELLO E come mai? (con la mano...) Non...?
MAURIZIO Ma no, la colpa è di tutti quegli autori teatrali!
MARCELLO Autori teatrali?
MAURIZIO Da anni, Susanna si è appassionata al teatro di genere brillante. Da quelli più antichi, Feydeau, Scribe, a quelli più moderni, tipo Ray Cooney, sai quello di “Taxi a due piazze”?
MARCELLO Sì, ho presente. E allora?
MAURIZIO Allora! Lei da quelle commedie, che parlano quasi sempre di corna, ha imparato tutte le malizie, tutti gli intrighi che gli uomini possono escogitare per tradire la moglie.
Ho un bel pari a inventarmi qualche sotterfugio, ma appena apro bocca, lei mi dice: «Carino mio, cerca qualcosa di più originale, perché questa scusa è nella tale commedia, del tale autore».
MARCELLO Hai capito!
MAURIZIO Non c’è nulla da fare.
MARCELLO Cerca qualcosa di nuovo, come ho fatto io. Pensa che un giorno ero con quella tale Cleopatra. A un certo punto è entrato in camera un tizio e per liberarmene gli ho mollato uno sberlone. Da quel giorno mi son detto: «Caro mio, costui poteva essere tua moglie!». E allora ho cercato e ho trovato un metodo nuovo, sicuro e infallibile.
MAURIZIO Sarà. Ma con mia moglie mi sa che non attacca.
MARCELLO Attacca anche con Susanna, stai tranquillo, perché il mio metodo è geniale, te lo garantisco. Guarda, ti dirò di più, se mia moglie, o la tua Susanna, mi trovassero anche tra le braccia di una giovane vedovella, giurerebbero sulla mia innocenza. Puro come una colomba!
MAURIZIO Hai trovato un metodo simile? Tu?
MARCELLO Io!
MAURIZIO Ti ascolto.
MARCELLO Cosa?
MAURIZIO Il tuo metodo infallibile.
MARCELLO Ah, ah! E’ un segreto...
MAURIZIO Ti rifiuti? Al tuo migliore amico?
MARCELLO (gira e parla nell’aria) Accordo commerciale tra l’isola/stato di Narciso e di Boccadoro. (estrae il documento) Già steso dal mio segretario Evaristo, pronto da firmare.
MAURIZIO Lo firmo.
MARCELLO Per noi molto vantaggioso.
MAURIZIO Lo firmo.
MARCELLO Forse un po’ penalizzante per Boccadoro.
MAURIZIO Lo firmo.
MARCELLO Anzi direi: molto penalizzante... (glielo porge)
MAURIZIO Lo firmo.
Maurizio firma.
Marcello sta per prenderlo, ma Maurizio allontana il foglio.
MAURIZIO Eh no, mio caro, prima sputa fuori questo metodo!
MARCELLO E va bene... Allora:...
ORAZIO (entra dall’interno dell’hotel) Sire, buongiorno.
MAURIZIO Buongiorno, Orazio. Ti presento Marcello Emilio Prosciutti, presidente dell’isola/stato di Narciso e noto industriale del prosciutto.
Lui è Orazio Oppressore Bonvicini, direttore capo e tiranno del pubblico impiego di Boccadoro.
Entrambi a disagio, si stringono la mano.
ORAZIO Ma io la conosco...
MARCELLO Ma no, non credo proprio, sa? Non ho mai avuto a che fare con un burocrate.
ORAZIO Non è detto. I burocrati sono numerosi come i granelli di sabbia in riva al mare. C’è una differenza però, che la sabbia non prende lo stipendio!
MARCELLO Bella... bella!
Entrano dall’esterno dell’hotel Susanna e Geronzio.
Geronzio porta diversi pacchetti delle spese fatte da Susanna.
SUSANNA Maurizio, sei qui? Ho fatto un po’ di spese...
MARCELLO Oh, ecco la nostra regina di Boccadoro! Ciao, Susanna.
SUSANNA Ciao, Marcello! Bonvicini, buongiorno.
ORAZIO Susanna Luisa Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà, nata Aldobrandini Vattelapesca, i miei omaggi.
Entrano dall’interno dell’hotel: Evaristo, Giulia, Mansueta e Sergio.
Saluti a soggetto.
Entra dall’interno dell’hotel anche Asia.
ASIA Cioccolata fondente per tutti?
TUTTI (a soggetto) Sì! / Per tutti. / Va bene. / Ci sta. / Okey/ (eccetera)
MANSUETA Silenzio! Silenzio! Ascoltate! Propongo un coro di benvenuto alla casa regnante di Boccadoro.
Si schierano tutti davanti a Susanna e Maurizio per cantare e dare così il benvenuto al re e alla regina di Boccadoro.
Poi anche Susanna e Maurizio si uniranno al coro.
MANSUETA Che parta la musica! (ed estrae, durante il canto, una pistola)
- AUDIO 33 (musica da “Al cavallino bianco” - operetta)
TUTTI AL GRAND’HOTEL DELLE TERME SIAM,
TRA I MONTI AZZURRI ED IL MAR.
E POI C’E’ LA CIOCCOLATA
CHE DONA UN GUSTO ALLA VITA.
SE L’ORA VIEN DI DOVER PARTIR,
TU VEDI UN SOGNO SVANIR.
NARCISO E’ L’ISOLETTA
CHE SEMPRE AVRAI NEL TUO CUOR.
Mansueta spara in aria un colpo.
- AUDIO 34 (colpo di pistola)
Tuttisi abbassano per lo spavento.
- SIPARIO
FINE DEL PRIMO ATTO
ATTO SECONDO
Scena 11
(Evaristo e Susanna - Froufrou)
- AUDIO 1 (“Frou frou” La duchessa del bel tabarin- operetta)
- BUIO SALA
- SIPARIO
Susanna ed Evaristo stanno ballando al tempo della musica. Alla fine:
EVARISTO Susanna...
SUSANNA Evaristo...
EVARISTO Ricordi? Io avevo quindici anni...
SUSANNA E io quattordici...
EVARISTO In pineta...
SUSANNA Giocavamo...
EVARISTO Giocavamo... (un tempo) E due anni dopo?
SUSANNA La festa nella villa dello zio...
EVARISTO Giocavamo...
SUSANNA Giocavamo... (un tempo) E due anni dopo ancora?
EVARISTO Eravamo grandicelli...
SUSANNA ... quando pioveva tra i boschi...
EVARISTO ... e noi ci siamo persi...
SUSANNA ... e bagnati...
EVARISTO ... e non solo bagnati!
SUSANNA Evaristo Maledetti! Un po’ di contegno!
EVARISTO Ma giocavamo!
SUSANNA Già, giocavamo...
EVARISTO E ora, mia Froufrou, ora sei qui, a Narciso, e potrò stringerti ancora, dolcemente...
SUSANNA Alt! Signore, davanti a lei non c’è più la piccola Froufrou, ma la regina di Boccadoro!
EVARISTO Sì, è vero. Ma ricordi, Froufrou, quanto era incantevole il lago di Garda qualche tempo prima che ti sposassi?
SUSANNA Un incanto...
EVARISTO E giocavamo...
SUSANNA Giocavamo...
EVARISTO (come dire: “Dai, allora, facciamo qualcosa!”) E allora?
SUSANNA Allora, allora! Allora ero ancora Froufrou. Ora non più, mio caro amico.
EVARISTO Ma le parole della canzone ora non sono più vere? Cosa dicono a Froufrou?
SUSANNA Le dicono che ora, anche se è la regina, nel suo cuore rimangono i ricordi di allora. E sempre Froufrou apparterrà al suo primo amore.
- AUDIO 2 Cantato, pausa, suonato
(“Frou frou” La duchessa del bel tabarin- operetta)
I due reciteranno il testo della canzone accompagnando il cantato e volendo, in certi punti, anche canticchiando.
EVARISTO FROUFROU DEL TABARIN
T’IMPONGON LA VIRTÙ
PERÒ SEI SEMPRE TU, FROUFROU!
SUSANNA NEL TUO PALAZZO (PALAGIO) AUSTER
NON FAI CHE SOSPIRAR
COMPAGNE ALLEGRE E BEI VIVEURS.
CHIUDETE PUR L’AUGEL
IN UNA GABBIA D’OR,
RISOGNA SEMPRE IL SUO BEL CIEL...
EVARISTO LA GABBIA DI SERRAR
PROVATEVI A SCORDAR...
SUSANNA L’AUGELLO NON C’È PIÙ...
INSIEME FROUFROU!
Finita la parte cantata, i due si guardano in silenzio.
Quando riparte la musica Susanna stringe le mani ad Evaristo per qualche secondo, con nostalgia, tristezza, amore, e poi scappa, uscendo verso l’interno dell’hotel.
Maurizio e Marcello entrano dall’esterno dell’hotel proprio mentre Susanna fugge da Evaristo.
Si tengono in disparte e ascoltano le parole di Evaristo.
EVARISTO Mia Susanna... Susanna...
Scena 12
(Evaristo, Marcello e Maurizio)
EVARISTO Schiudansi i cieli, che trionfa amore.
Venere sorride a tutto questo ardore
di fiamma che giammai non muore.
MAURIZIO Diceva, Evaristo?
EVARISTO Oh... sire!
MAURIZIO Lasci perdere il “sire”! Chi è fuggita di là? Cos’è questo “ardore”, questo “amore”...?
EVARISTO Ah... no... era... Stavo recitando a sua moglie uno spot pubblicitario da sottoporre al signor Prosciutti
MARCELLO Spot?
EVARISTO Sì, ascolti.
Schiudansi i cieli, che trionfa amore.
Venere sorride a tutto questo ardore
di fiamma che giammai non muore... (ci pensa)
... a tutto questo ardore
di fiamma che giammai non muore
per tutti gli insaccati che produrrà
la ditta “Prosciutti Marcello & Company spa”!
MARCELLO Ma è bellissima!
MAURIZIO (non convinto) Sì, ma...
MARCELLO (lo interrompe) Bella, bella, bella! E che titolo ci vogliamo mettere?
EVARISTO La... Venere dei prosciutti!
MAURIZIO (dubita sempre) Ma come mai mia moglie...?
MARCELLO (lo interrompe) Stupendo, caro Evaristo, stupendo! Aumento di stipendio a fine mese! Si metta subito in contatto con il settimanale “Lo Giuro” e lo faccia stampare! (suona il campanello al bancone)
EVARISTO Eseguo! (a parte)
Chissà se ella ancora mia sarà?
Ma in ogni caso lo stipendio aumenterà!
(forte) Vado. (esce verso l’esterno dell’hotel)
MAURIZIO (a Evaristo che esce) Ma aspetti! Va beh. (a Marcello) Allora me lo dici questo metodo?
MARCELLO Quale metodo?
MAURIZIO Quello infallibile, a prova di Susanna, per fare qualche... scappatella!
MARCELLO Ma l’accordo?
MAURIZIO Eccolo!
Marcello cerca di prenderlo.
MAURIZIO Eh, no, caro! Prima il metodo!
ASIA (entrando dall’interno dell’hotel) Buongiorno, signori. Mi avete chiamato?
MARCELLO Sì. Bevi qualcosa? Un aperitivo...?
MAURIZIO Aperitivo...? No. Piuttosto, signora Asia, mi faccia preparare la vostra famosa cioccolata...
ASIA ... che dona gusto e dolcezza alla vita. La specialità del nostro Grand’Hotel delle Terme. (fa l’ordinazione per telefono)
MAURIZIO Dell’isola di Narciso!
- AUDIO 3 (musica tormentone)
Maurizio si guarda in giro.
MARCELLO Due, Asia. Dai sediamoci fuori che ti racconto.
I due si avviano verso l’uscita, ma Marcello torna da Asia e Maurizio lo aspetta sull’entrata.
MARCELLO Se vede in giro la signora Susanna...
ASIA La regina...
MARCELLO Sì, le dica di stare attenta.
ASIA A proposito di cosa?
MARCELLO Di Evaristo. Prima erano in atteggiamento... (guarda verso Maurizio) Ma ora non posso spiegarle. Però se questa sera lascia aperta la porta della sua camera...
ASIA Non ci credo...
MARCELLO ... la raggiungo e le racconto tutto. (un tempo) Posso? (le fa una carezza? O qualcosa di più audace?)
ASIA Non ci posso proprio credere!
Marcello raggiunge Maurizio, il quale:
MAURIZIO Scusami un attimo, Marcello. (va da Asia)
MARCELLO Fai, fai.
MAURIZIO Senta, ma cos’era quella musichetta...?
ASIA Storia lunga, sire.
MAURIZIO Lasci perdere il “sire”. Un’altra cosa: (estraendo un cellulare) come mai qui non funzionano?
ASIA Storia lunga, signore.
MAURIZIO Cos’è? Il paese delle fiabe?
ASIA Può essere, signore.
MAURIZIO Mi dica almeno questo: com’è ultimamente Marcello? Perché sa, è un mio caro vecchio amico, ma lo vedo un po’... Volevo sapere se è sempre... in pista! Mi capisce?
ASIA La capisco. Diciamo che il signor Marcello è sempre... in pista. Inoltre è un uomo simpatico e anche molto educato.
MAURIZIO In che senso?
ASIA Nel senso che per allungare le mani, le allunga, ma prima chiede sempre il permesso!
MAURIZIO Ah, bene. Allora è sì invecchiato, ma è rimasto il farfallone di sempre.
ASIA Di sempre, signore.
Maurizio raggiunge Marcello ed escono dall’hotel.
- AUDIO 4 (“Gigolettes” La danza delle libellule - operetta)
Asia esce verso l’interno dell’hotel per preparare le cioccolate.
Scena 13
(Orazio e Giulia - Priscilla e Geronzio)
Dall’interno dell’hotel entra Giulia ancheggiando.
Dopo poco, trafelato, sempre dall’interno dell’hotel, entra Orazio.
ORAZIO Giulia! Giulia!
GIULIA Orazio!
ORAZIO Corpo di un impiegato lavativo! Ti ho inseguita per tutte le scale, chiamandoti!
GIULIA Non ho sentito.
ORAZIO Non importa, mia Joujou! Mai avrei pensato di rivederti qui! (perso) Joujou...
GIULIA Ma ora Giulia Vereconda Prosciutti, moglie del presidente, caro Orazio.
ORAZIO Una volta mi chiamavi “Mio bel Barbablù”.
GIULIA Una volta avevi la barba...
ORAZIO Ma son sempre l’appassionato Barbablù di allora, sai... (si avvicina pericolosamente)
GIULIA (l’allontana) Ehi, ehi, facciamo i bravi!
ORAZIO Almeno lasciati fare qualche piccolo complimento nella mia lingua, come allora, quando non sapevo bene la tua.
GIULIA No, ti prego, Orazio, i complimenti nella tua lingua, no! Sai che non resisto!
Ci sarà un progressivo avvicinamento.
ORAZIO Ah, Joujou, Joujou! Saruda, martavic matakevic, poroska!
Intanto Asia, entra dall’interno dell’hotel, passa dietro di loro con due cioccolate da portare a Maurizio e Marcello, ed esce verso l’esterno dell’hotel. Naturalmente rallenta, osserva e ascolta qualche frase.
GIULIA (si scioglie) Oddio, tu mi uccidi!
ORAZIO Rivelot, blond, tolameci...
GIULIA Ma cosa dici, mio bel Barbablù!?
ORAZIO Lebin, marcinell, lacapié...
GIULIA Esagerato!
ORAZIO Esagerato? Ma Joujou, ademaro zenobia, raliù!
GIULIA Basta, mi sto sciogliendo!
Entra dall’esterno dell’hotel Priscilla, seguita da Geronzio.
PRISCILLA Orazio!
ORAZIO Priscilla! Jouj... cioè, Giulia, ti presento...
GIULIA Priscilla. Ci siamo già viste qualche anno fa.
PRISCILLA Ma certo! Giulia! (un bacio) Non riuscivo a trovare la strada. Per fortuna ho incontrato Geronzio. Ma come mai qui i cellulari non funzionano?
GIULIA Storia lunga, cara Priscilla. (scemando con la voce) Devi saper che alcuni anni fa... (e vanno avanti a parlare)
Geronzio nel frattempo sta tastando tutto il corpo di Orazio.
ORAZIO Corpo di un impiegato lavativo! Ma cosa sta facendo?
GERONZIO Geronzio Vedetutto. Capo della polizia segreta di sua maestà. Dal suo accento congetturo, ipotizzo, e deduco, senza possibilità di errore, che i suoi nonni erano danesi.
ORAZIO E invece lei è in errore. Erano di Boccadoro, da generazioni.
GERONZIO Io non mi sbaglio mai, signore. Questo significa che i nonni l’hanno ingannata con una montagna di menzogne!
ORAZIO Ma come si permette? Lei mi sta seccando!
GERONZIO Corporatura una schifezza, membra affaticate, schiena piegata... ma lo sguardo è furbino. Ergo, congetturo, ipotizzo, e deduco, senza possibilità di errore, che lei è il cameriere personale di sua maestà!
ORAZIO Io sono Orazio Oppressore Bonvicini. Direttore capo e tiranno del pubblico impiego di Boccadoro. Quindi lei è un mio sottoposto...
- AUDIO 5 (musica da “L’acqua cheta”- operetta)
Geronzio fischiettando esce verso l’esterno dell’hotel.
ORAZIO (gli urla) Lei è un dipendente sotto la mia giurisdizione!
Che gente! Signore, io vado in un’agenzia di qui. Devono darmi il nome di un tale... (mentre esce verso l’esterno dell’hotel, parlando a se stesso) che se lo trovo, lo stritolo con queste mani! Uno schiaffo a me! Corpo di un impiegato lavativo!
GIULIA Ma poverina! Sai che non lo sapevo?
PRISCILLA Morto dopo tre mesi di matrimonio!
GIULIA Che disastro!
PRISCILLA Adesso do lezioni di pianoforte.
GIULIA E all’orizzonte... non c’è nessuno?
PRISCILLA Ad essere sincera, sì. Da qualche mese c’è un mio alunno che, tra un’ottava e l’altra, mi dice che mi ama, che mi adora... E così tra un fa diesis e un si bemolle...
GIULIA Si compone una bella sinfonia!
PRISCILLA Già. E’ che, nella mia posizione a Boccadoro, ho dovuto pur parlargli di matrimonio!
GIULIA E lui?
PRISCILLA Lui si mette a fare le scale con tante di quelle stonature, che non ti dico!
GIULIA Stai in guardia!
PRISCILLA Io gliel’ho detto che mio fratello è una persona in vista.
GIULIA Ma tu? Ma tu?
PRISCILLA Io... Non è che alla nostra età c’è da sperare nella passione travolgente, però è simpatico, molto dolce... quando un uomo deve esserlo...
Poi è gaio, espansivo come tutti i ..............
(a soggetto, secondo l’interpretazione che Marcello farà di Agostino)
GIULIA Ah, è (a soggetto) .............. E come si chiama?
PRISCILLA Agostino.
GIULIA (più che sorpresa) Agostino... Strappalacrime!?
PRISCILLA Sì. Ma lo conosci?
GIULIA Oh, Dio! Aspetta. (gli mostra una foto di Marcello)
PRISCILLA Proprio lui!
GIULIA Questo è mio marito Marcello, il presidente di quest’isola.
PRISCILLA Ma sono uguali!
GIULIA Lo so.
PRISCILLA Oh, cribbio! Adesso te ne racconto una bella. Un giorno ricevo una lettera anonima.
”Signora, il suo fidanzato Agostino la tradisce. Martedì sera cenava con una donna in atteggiamento molto... confidenziale”.
E poi alcuni giorni dopo, un’altra.
“Ma siete proprio cieca! Venerdì, a Berna dopo il congresso, Agostino Strappalacrime ha passato la notte con Marianna Fuchs della delegazione tedesca”.
GIULIA Non ci credo! E in quei giorni...
PRISCILLA Gli davo regolarmente lezioni di pianoforte... e di altre cose!
GIULIA Anch’io ho ricevuto delle lettere anonime, uguali alle tue, su mio marito.
PRISCILLA Poi un giorno a lezione mi dice che un tizio per strada, dandogli una pacca sulla spalla: «Come va, Marcello? Vecchio puttaniere!» Per farla breve quel tizio l’aveva preso per un altro, dicendo che si assomigliano come due gocce d’acqua. E alla fine quell’altro sarebbe tuo marito.
Asia rientra dall’esterno dell’hotel.
GIULIA Brava. E anche mio marito mi ha raccontato la stessa cosa.
PRISCILLA Ma guarda che coincidenza! Il tuo Marcello e il mio Agostino, uguali (guardando ancora la foto) come due gocce d’acqua.
Senti, non mi accompagneresti in camera che mi cambio e ne parliamo un po’?
GIULIA Certo.
ASIA Posso proporre per le signore una paradisiaca cioccolata fondente, che dona gusto e dolcezza alla vita?
PRISCILLA Ma sì, dai, proviamo la specialità del luogo.
Escono verso l’interno dell’hotel.
- AUDIO 6 (“Lontan da te è morir d'amor” Il paese del sorriso
- operetta)
Scena 14
(Sergio e Mansueta)
Entra Sergio dall’esterno dell’hotel, struggendosi al suono della musica.
MANSUETA (entrando dall’esterno dell’hotel, furiosa) Possibile che io non trovi mai mio fratello!
SERGIO Signorina Mansueta Furiosa.
MANSUETA Sì, sono proprio furiosa! (lo squadra) E lei chi e? Ah, sì, ora ricordo! Mi aspetti qui un momento. Torno subito. (fa per andare)
SERGIO Ma dove va?
MANSUETA A prendere la pistola per spararle.
SERGIO Ma no, stia qui! Devo parlarle.
MANSUETA E cosa vuole dirmi?
SERGIO Una cosa importante.
MANSUETA (impaziente) Sto ascoltando.
SERGIO Guardi che non è mica facile.
MANSUETA Si sbrighi!
SERGIO Io amo una donna...
MANSUETA Oh, santa Redegonda! Tutto qui?
SERGIO E beh, non è mica poco, sa?
MANSUETA Mi dica il suo nome.
SERGIO Sergio.
MANSUETA Ma non il suo! Il nome della donna di cui è innamorato!
SERGIO Mansueta.
MANSUETA Io?
SERGIO Lei!
MANSUETA Io!? (una risata stratosferica) Guardi che se non la smette con questa storia... (mostra i denti e le mani ad artiglio)
SERGIO (a parte) Oddio, morde! Me l’aveva detto il fratello. E non ho neppure uno zuccherino! Le accarezzerò la pancetta, come ha detto il signor Prosciutti. (lo fa o tenta di farlo)
MANSUETA Aaaah! Ma cosa fa? Come si permette?
SERGIO Senta, di zuccherini non ne ho. (le ficca in bocca una caramella) Questa però è una caramella buonissima!
MANSUETA (la sputa) Ma che schifo! Senta io l’avviso: se mi gira ancora tra le scatole, le sparo... (con la mano mira la testa poi le parti basse) qui!
SERGIO (spaventato) Oddio! (si riprende) Ma io la amo!
MANSUETA Non dica sciocchezze!
SERGIO Glielo giuro! Glielo giuro sulla testa... dei nostri figli!
MANSUETA Ma come si permette!?
SERGIO Che avremo.
MANSUETA Brutto screanzato!
SERGIO Stia calma! La prego stia calma. (cerca di accarezzarle la pancia)
MANSUETA Ma brutto porco! Tenga le mani a casa sua!
SERGIO I figli che avremo, dopo sposati, naturalmente. Anche se suo fratello mi ha detto di assaggiarla prima.
MANSUETA Mio fratello!
SERGIO Lui è d’accordo. Dobbiamo firmare il contratto. Sa, affari di stato. Non possiamo dire di no. Fa parte dell’accordo globale tra i nostri due stati. Io sono il cugino del re...
MANSUETA Guardi che questo non l’aiuta, sa?
SERGIO ... e lei la sorella del presidente Prosciutti.
MANSUETA Purtroppo! (un tempo) Non ci posso credere! Eh, già, lui mi farebbe sposare con il primo (calcando e indicandolo) CRETINO che si presenta, pur di liberarsi di me e fare i suoi porci comodi!
SERGIO Io di lei sono pazzo, mia dolce farfalla. Tu sei il mio giogo, la mia bambolina...
MANSUETA Bambolina?
SERGIO Sì, bambolina!
- AUDIO 7 (“Bambolina” La danza delle libellule- operetta)
Sergio canticchia sul cantato della canzone.
SERGIO BAMBOLINA, E’ L’OMBRA TUA L’AMOR.
MIA PICCINA, LA SEGUI, FUGGE OGNOR.
SE LA FUGGI, TI SEGUE ALLOR...
MANSUETA La smetta!
- AUDIO 7 fine
MANSUETA Ma tu sei scemo o ci fai?
SERGIO Allora non le piaccio proprio?
MANSUETA No!
SERGIO E cosa diranno i nostri due stati?
MANSUETA Che palle! Va beh, si lasci vedere... (lo rigira e rimira, intanto spregiativa) Bambolina...
Quindi lei dice che gli affari di stato ci impongono di sposarci?
SERGIO Eh sì...
MANSUETA Beh, proprio male non è...
SERGIO Mansueta, io impazzisco per lei! Dalla prima volta che l’ho vista alla fiera del porco, sa? A me piacciono tanto...
MANSUETA I porci?
SERGIO No le fiere.
MANSUETA Beh, almeno abbiamo gli stessi gusti.
SERGIO E non le sono un poco simpatico?
MANSUETA (lo guarda fisso) Come si chiama?
SERGIO Sergio Francesco Vittone Belgioioso... (un colpo di tosse e poi:) Sonqui
MANSUETA Lo vedo!
SERGIO No Sonqui è il mio terzo cognome.
MANSUETA (ride) Oddio!
SERGIO Faremo i prosciutti “Sonqui”!
MANSUETA (ride ancora e poi lo squadra) Beh, alla fine lei non è proprio antipatico...
Bello no! Ma simpatico... sì, e soprattutto molto coraggioso!
SERGIO (le si avvicina) Allora dobbiamo suggellare il patto con un bacio.
MANSUETA Un bacio?
SERGIO Uno di quei lunghi baci durante i quali...
MANSUETA Sì, la so: durante i quali le anime si fondono in un unico sospiro e quasi si desidera morire, lentamente, dolcemente, in un’estasi di felicità.
SERGIO Brava!
MANSUETA Un bacio...? Ma io non ho mai baciato nessuno.
SERGIO Dovrà pur incominciare una buona volta, o no?
MANSUETA Beh, forse, almeno dovrei provare...
Sergio la bacia.
- LUCE SOLO SUI DUE
MANSUETA Ecco, adesso suoneranno le campane, gli uccellini dovrebbero cinguettare e i capelli volare nel vento.
SERGIO Finalmente la bacio! Un brivido mi scuoterà! Ora dovrei impazzire di felicità!
MANSUETA A proposito di capelli, domani devo ricordarmi di andare dal parrucchiere.
SERGIO Sì, diciamo che un po’ felice lo sono, ma alla fine, a parte un certo brivido iniziale, ora ci sto facendo l’abitudine. E sì che la amo.
(si fruga nelle tasche) Oddio, ma dove ho messo le chiavi della macchina?
MANSUETA Come è strana la vita! Si pensa che queste cose debbano essere divine, ma in fondo questi baci lunghissimi non valgono la loro fama.
(si gratta la testa) Che emozione sto provando? Nessuna. E sì che il tizio mi piace...
SERGIO Questi baci interminabili, per le donne, sono fatti d’importanza capitale. Per noi uomini quello che interessa, diciamocelo pure, è ben altro... Chissà che ora è? (cerca di vedere l’ora all’orologio da polso) Non vedo un accidente!
MANSUETA Però potrebbe decidersi a staccarsi, Dio mio, non si può restare eternamente così! ... Ma che palle!
SERGIO (gioca con un piede) Che noia! Mi vien quasi da sbadigliare. Però non sarò certo io il primo a staccarmi!
MANSUETA Almeno arrivasse qualcuno! (scruta) Macché, nemmeno un cane! Qui la situazione sta diventando assurda! Se mi stacco per prima che figura ci faccio? E poi, magari, ci resta male.
Da fuori si odono le voci di Giulia e Susanna.
MANSUETA Dio sia ringraziato!
Si staccano.
- LUCE SOLO SUI DUE fine
SERGIO (Come quando si è bevuto un litro di birra senza prender fiato) Ah!
MANSUETA (finge di barcollare) Oddio...! Tu mi uccidi!
SERGIO Allora?
MANSUETA Allora tra noi è tutto finito!
SERGIO Ma se non è neanche cominciato!
MANSUETA No?
SERGIO No. E poi non si può! L’accordo commerciale.
MANSUETA Ah già, l’accordo... Va beh, visto che il destino lo vuole... Arriva gente. Vado a farmi una nuotata. (esce verso l’interno dell’hotel)
- AUDIO 8 (“Bambolina” La danza delle libellule- operetta)
Sergio la guarda uscire, poi:
SERGIO Forse le cose iniziano ad andar bene. Poi, magari, prima di sposarla, seguo il consiglio di suo fratello: vedo di assaggiarla! (esce verso l’esterno dell’hotel)
Scena 15
(Giulia e Susanna)
Giulia e Susanna entrano dalle camere.
GIULIA Dunque conosci Evaristo.
SUSANNA Sì, c’è stato qualcosa... Da ragazzi siamo cresciuti insieme. Lui era pieno di vita e io cominciavo ad essere carina... D’estate ci si trovava in pineta e si... giocava...
GIULIA Bello!
SUSANNA Facevamo il gioco degli sposi.
GIULIA Ah!
SUSANNA Ma innocentemente, sai?
GIULIA Sii...?
SUSANNA Beh, eravamo quasi bambini: lui quindici anni, io quattordici...
GIULIA Non proprio bambini direi...
SUSANNA Poi ci siamo rivisti due anni dopo, in occasione di una festa, nella villa di mio zio. Lui era diventato un giovanotto e io una signorina. Lui era molto dolce e pieno di premure e... Abbiamo rifatto il gioco degli sposi!
GIULIA Sempre innocentemente.
SUSANNA Oddio, si... all’inizio... ma poi capirai...
GIULIA Capisco, capisco!
SUSANNA E’ un gioco pericoloso...
GIULIA Abbastanza...
SUSANNA Due anni dopo ci siamo rivisti ancora, d’estate. Eravamo andati a fare con degli amici una gita nei boschi, ma noi due ci siamo persi... Siamo tornati la mattina dopo.
GIULIA Ce ne avete messo di tempo per ritrovare la strada!
SUSANNA Eh sì, un po’!
GIULIA E poi ti sei sposata.
SUSANNA Sì, ma poco prima di sposarmi con Maurizio, l’ho incontrato di nuovo sul lago di Garda.
GIULIA E avete rifatto il gioco?
SUSANNA Io non volevo. Capirai, dovevo sposarmi e diventare la regina di Boccadoro, ma contro il destino...
GIULIA Non si può combattere.
SUSANNA Mi giudichi male?
GIULIA Ma figurati! Se devo essere sincera anch’io ne ho fatte da giovane, tante. Però da quando mi sono sposata con Marcello, ho chiuso.
SUSANNA Anch’io. Da quella volta basta. Certo che se venissi a sapere che Maurizio mi tradisce...
GIULIA Guarda: uguale!
SUSANNA Ma purtroppo Maurizio non può!
GIULIA Perché non può? Guarda che sono pochi i mariti che non...
SUSANNA Lo so, lo so. E quell’impunito non fa a tempo a vedere una donna carina che subito gli si allargano le narici. Ma dall’idea alla pratica... è qui che ti voglio!
GIULIA Perché?
SUSANNA Perché, mia cara, io ormai conosco tutti i trucchi, i sotterfugi, tutti gli stratagemmi degli uomini. Li ho imparati coltivando la mia vecchia passione per le commedie brillanti. Ho tutto il repertorio a memoria, e saprei riconoscere un marito che tradisce solo annusandolo.
GIULIA E allora, che hai fiutato vedendo il mio? Non che abbia sospetti su Marcello, ma da un po’ di tempo succede una cosa strana.
Un giorno ho ricevuto un biglietto anonimo che diceva: ”Signora, suo marito la tradisce. Martedì sera cenava con una donna in atteggiamento molto confidenziale”. E quel martedì è restato tutta la sera a casa con me.
SUSANNA Ma guarda!
GIULIA Quindici giorni dopo un’altra lettera anonima: ”Signora, il presidente Prosciutti, suo marito, lunedì a mezzogiorno pranzava in un separé al “Moschito” con una fotomodella, e lì sono successe cose, puntini, puntini, poco chiare”.
SUSANNA E quel lunedì...
GIULIA ... siamo stati ad un pranzo del governo.
SUSANNA La faccenda è davvero strana!
GIULIA E ogni tanto ricevo una lettera di questo tenore. L’ultima, l’ho ancora qui. (l’estrae) “Ma siete proprio cieca! Venerdì, a Berna dopo il congresso, suo marito ha passato la notte con Marianna Fuchs della delegazione tedesca”.
SUSANNA E naturalmente...
GIULIA ... quella sera eravamo insieme in un teatro di Berna.
Poi un bel giorno, Marcello arriva a casa incavolato nero perché un tizio per strada, dandogli una pacca sulla spalla, gli dice: «Come va, Agostino? Vecchio puttaniere!» Per farla breve quel tizio l’aveva preso per un altro, dicendo che si assomigliano come due gocce d’acqua.
SUSANNA Guarda, guarda! Così si spiegherebbero le lettere anonime.
GIULIA Eh, sì. Ne abbiamo riso insieme. Anche perché altri amici di questo Agostino Strappalacrime hanno fermato Marcello credendo fosse quell’altro.
SUSANNA E il che avviene quando esce solo, naturalmente. Mai quando è con te.
GIULIA Esatto. Ma come fai a sapere...?
SUSANNA (a parte) Bravo Marcello! Una bella invenzione! Non la conoscevo.
GIULIA Dicevi?
SUSANNA Nulla, nulla.
GIULIA No scusa, qualcosa hai detto!
SUSANNA E va bene, ho detto: una bella invenzione!
GIULIA Invenzione? Ma scusa, perché mio marito si sarebbe inventato una cosa del genere?
SUSANNA Quanto sei ingenua! Tu vedi tuo marito in dolce compagnia. Cosa succede?
GIULIA Cosa succede?
SUSANNA Che lui ti dirà che non era lui, ma quel fantomatico Agostino. Semplice, no?
GIULIA E le lettere anonime?
SUSANNA Scritte da Marcello stesso.
GIULIA (urla) Ah, traditore!
SUSANNA (guardandosi in giro) Piano!
GIULIA (sottovoce) Ah, traditore!
SUSANNA Così va bene.
GIULIA Adesso capisco tutte quelle colazioni d’affari!
SUSANNA Affari? Affaracci suoi!
GIULIA E io che mi sentivo in colpa per il mio passato, che tra l’altro lui continua a rinfacciarmi!
SUSANNA Tuo marito! Niente nervi, niente scenate! Lascia fare a me.
GIULIA Fiutalo! A destra, sinistra. Sopra, sotto...
Ah, a proposito, guarda che Priscilla ha una relazione con quel tale Agostino. Agostino Strappalacrime. E anche lei ha ricevuto le stesse lettere anonime.
SUSANNA Ah! Doppio ah. Ma lo incastriamo, stai tranquilla!
MARCELLO (entrando dall’esterno dell’hotel) Ah, Giulia, sei qui? Ciao Susanna. Scusate se non pranzo con voi, ma ho una colazione d’affari. Devo piazzare una partita di prosciutti per il medio oriente.
SUSANNA Da quando i mussulmani mangiano il prosciutto?
MARCELLO Prosciutto?
SUSANNA “Prosciutti per il medio oriente” hai detto.
MARCELLO Ah, sì, no, cioè... quella è una zona... è una zona dove sono tutti cristiani!
SUSANNA Ma guarda!
GIULIA (andando verso l’uscita, insieme a Susanna) Buon appetito, allora. E se trovi qualche amico di Agostino Strappalacrime, salutalo da parte nostra.
MARCELLO Le hai detto...?
GIULIA E certo che le ho detto. Sai che Susanna per queste cose impazzisce!
SUSANNA Sì, e sarebbe bello conoscerlo di persona questo tizio. Succedono cose veramente strane, qui, sull’isola di Narciso! (escono verso l’esterno dell’hotel)
- AUDIO 9 (musica tormentone)
Scena 16
(La sfida. L'attentato)
MARCELLO (si siede) Conoscerlo di persona! Ahia! Qui c’è qualcosa che non quadra.
- AUDIO 10 (“Arriva il re” Donne viennesi- operetta)
MAURIZIO (a musica avanzata entra dall’esterno dell’hotel con il cellulare in mano e marciando a tempo di musica)
Proprio bella ‘sta musichetta che mi hanno registrato!
(mette via il cellulare) Ah, Marcello, pensavo proprio a te. Sai che la tua idea di inventarti un sosia è proprio geniale?
MARCELLO Geniale un cavolo!
MAURIZIO Ma cos’hai?
MARCELLO Ho che mia moglie, così credulona e fiduciosa, mi ha fatto delle allusioni! E con lei c’era Susanna. Quindi so chi le ha messo la pulce nell’orecchio! (sprezzante) “Conoscerlo di persona!”
MAURIZIO Se si è messa di mezzo Susanna, sei perduto, mio caro.
MARCELLO Perduto io?! Tu non conosci Marcello Emilio Prosciutti! Non è ancora nato chi può metterlo in difficoltà. Vedremo chi di noi due è più furbo! (andando verso l’uscita, sprezzante) “Conoscerlo di persona!”
Vuoi la guerra? (si ferma) E guerra sia! (esce verso l’esterno dell’hotel)
Dall’interno dell’hotel entra Mansueta con in mano una pistola.
MAURIZIO Signorina, guardi che potrebbe essere pericolosa!
MANSUETA (sempre burbera) E’ scarica, stia tranquillo. (e spara un colpo)
- AUDIO 11 (colpo di pistola)
Potrebbe volar via qualche oggetto.
MAURIZIO Oddio! Aiuto! Un attentato! (esce verso l’interno dell’hotel)
SERGIO (entrando dall’esterno dell’hotel) Mansueta! Ancora quella pistola!
MANSUETA Non aver paura, è scarica. Quello era l’ultimo colpo che aveva in canna. Guarda. (fa per sparare)
SERGIO (le prende la mano) No, no! Ci credo! Lascia perdere! Piuttosto, amore mio, quando sarai mia?
MANSUETA La domanda non è corretta. Quella esatta è: “Quando TU sarai mio?”
SERGIO Subito!
MANSUETA No, oggi è domenica. E per di più pomeriggio.
SERGIO E allora?
MANSUETA Il pomeriggio della domenica appartiene al popolino. Sono le ore dell’amore delle impiegate, delle commesse, e nell’aria vagano i loro gridi, i loro sospiri, i loro baci, io li capto e sono incapace di unirmi a loro.
SERGIO Domani all’alba, allora.
MANSUETA No, all’alba fiorisce l’amore a pagamento. I nottambuli lasciano la discoteca e trovano per strada la prostituta. Lusinghe e menzogne vagano per l’aria, io le capto e sono incapace di unirmi a loro.
SERGIO Oddio! Domani pomeriggio. Al tramonto, quando il cielo è color rosa...
MANSUETA No, quella è l’ora dell’amore clandestino. La moglie tradisce il marito, e lui fa altrettanto con la sua impiegata. Il tramonto è l’ora dei rapidi abbracci, dei baci frettolosi, dell’amore in pochi minuti e queste cose vagano per l’aria, io le capto e...
INSIEME ... sono incapace di unirmi a loro.
SERGIO Domani sera. Dopo cena.
MANSUETA Per carità! Quella è l’ora dell’amore coniugale. Abbracci abituali, insipidi, ormai diventati scialbi e incolori, senza un pizzico di estasi. Noia e sbadigli...
INSIEME ... vagano per l’aria, io li capto e sono incapace di unirmi a loro.
SERGIO Ma allora quando? Alla domenica no, all’alba no, al pomeriggio no, dopo cena no... (senza speranza) Prima di mezzogiorno?
MANSUETA Sì! Prima di mezzogiorno, sì!
SERGIO Dio sia lodato! Cominciavo a temere di non farcela!
MANSUETA La mattina i mariti sono in ufficio, le mogli al lavoro, la prostituta dorme, la segretaria deve preparare l’agenda del capo, l’operaia suda sul pezzo, i soldati marciano, la commessa serve la clientela, l’impiegata si annoia dietro la scrivania e guarda cosa succede su Facebook
SERGIO Ok, allora domani mattina.
MANSUETA (lo prende per mano) Vieni che andiamo a fare un po’ di tiro a segno.
GERONZIO (entrando trafelato dall’esterno dell’hotel) Chi è là? Chi ha sparato? Fermi tutti, un attentato!
MANSUETA Pronto intervento, non c’è che dire!
GERONZIO Sua maestà?
MANSUETA Sta bene.
GERONZIO Chi ha sparato?
MANSUETA Io. In aria. Pensavo fosse scarica...
GERONZIO Mano nella mano, sguardi languidi, occhi acquosi, labbra socchiuse...
ergo, congetturo, ipotizzo, e deduco, senza possibilità di errore, che qui c’è del tenero. (suona il campanello al bancone)
MANSUETA Molto intelligente!
GERONZIO Grazie, grazie. Un dono naturale!
MANSUETA (lo guarda male) Andiamo. (esce verso l’esterno dell’hotel)
SERGIO Vengo, bambolina. (esce verso l’esterno dell’hotel)
- AUDIO 8 (“Bambolina” La danza delle libellule- operetta)
Scena 17
(Agostino Strappalacrime)
MARCEL.-Ago (entra dall’esterno dell’hotel) C’è il signor Prosciutti?
GERONZIO Come?
MARCEL.-Ago C’è il signor Prosciutti?
GERONZIO (è in palla) Come?
MARCEL.-Ago Sono Agostino Strappalacrime. C’è il signor Prosciutti?
GERONZIO Ma scusi, il signor Prosciutti non è lei?
MARCEL.-Ago Io? Ma no, io sono Agostino Strappalacrime.
GERONZIO (molto titubante) Io vedo, ascolto, analizzo, e arrivo alla soluzione finale, invariabilmente esatta: lei mi sta prendendo in giro.
- AUDIO 13 (4 colpi di pistola)
GERONZIO (dopo i primi due colpi) Oddio, un attentato! Mi scusi. (esce verso l’esterno dell’hotel)
MARCEL.-Ago (suonando più volte il campanello sul bancone) Non c’è nessuno? Non c’è nessuno?
ASIA (entra dall’interno dell’hotel) Buongiorno, signor Prosciutti. Mi dica.
MARCEL.-Ago Non sono il signor Prosciutti, ma Agostino Strappalacrime. E vorrei proprio parlare con il signor Prosciutti.
ASIA (lo scruta per bene) E’ uno scherzo.
MARCEL.-Ago Non è uno scherzo.
ASIA Bene. Il signor Prosciutti non so dove sia. Però c’è la moglie in giardino.
MARCEL.-Ago Va bene anche la moglie.
ASIA Guardi, sta arrivando. (si occuperà di altro e ascolta)
GIULIA (entrando dall’esterno dell’hotel) Ah, Marcello! Ma come sei vestito? Già finita la colazione d’affari con i mussulmani?
MARCEL.-Ago Buongiorno. Sono Agostino Strappalacrime. Lei è la moglie del signor Prosciutti?
GIULIA (a bocca aperta per lo stupore) Agostino...? Lo stesso viso, la stessa corporatura...
MARCEL.-Ago Ah, ma allora è vero che questa mia somiglianza con il signor Prosciutti è così straordinaria.
GIULIA Uguali! Uguali.
MARCEL.-Ago Ma pensa! Guardi, anch’io non mi capacito. Non passa giorno che non sia fermato per strada e scambiato per suo marito. A questo punto mi son detto: andiamo un po’ a vedere se costui mi assomiglia in un modo così strepitoso.
GIULIA (sempre scrutandolo attentamente) Gli stessi gesti... Se non fosse per (a soggetto) l’accento............. (gli mostra una fotografia del marito) Guardi!
MARCEL.-Ago Sbalorditivo! Stupefacente!
GIULIA Sa che però sono felice che lei esista davvero?
MARCEL.-Ago Perché, aveva dei dubbi?
GIULIA Ma... non so...
Entra Susanna dall’esterno dell’hotel.
MARCEL.-Ago (a parte) Susanna? In guardia, Marcello!
GIULIA Susanna, ti presento il signor Agostino Strappalacrime. La signora Susanna Luisa Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà, nata Aldobrandini Vattelapesca, regina di Boccadoro.
SUSANNA Oh, cavolo!
MARCEL.-Ago (a parte) Ciapa questa, befana! (a Susanna) La regina...? Sono confuso... Piacere... Le devo baciare la mano?
SUSANNA (confusa) Ma no! Il piacere è mio... (ma inizia a osservarlo bene)
- AUDIO 14 (“Arriva il re” Donne viennesi- operetta)
Entra Maurizio dall’interno dell’hotel con il cellulare in mano e marciando a tempo di musica.
MAURIZIO (spegnendo il cellulare) Oh, Marcello, ti cercavo!
GIULIA (indicando Agostino) Maurizio, ti presento...
MAURIZIO (la interrompe) Mi presenti tuo marito?
SUSANNA Il signore non è Marcello, ma Agostino Strappalacrime.
MAURIZIO (tra lo stupefatto per il coraggio di Marcello e il divertito in quanto lui conosce l’imbroglio) Ah! Agostino Strappalacrime.
MARCEL.-Ago In persona!
SUSANNA E lui è mio marito, il re di Boccadoro.
MARCEL.-Ago (gli dà la mano) I miei omaggi.
MAURIZIO (gli dà la mano) Molto lieto. (poi lo tira a sé. A parte) Ma sei pazzo!?
MARCEL.-Ago (a parte) Lascia fare!
EVARISTO (entrando dall’esterno dell’hotel, con dei fogli) Buon giorno, signor presidente. La sua biografia per il settimanale “Lo giuro” è pronta. Se vuole vedere se va bene. (glieli porge)
GIULIA Evaristo Maledetti, il segretario di mio marito. Evaristo c’è cascato anche lei! Il signore non è mio marito, ma il signor Agostino Strappalacrime. Che ne dice?
EVARISTO Incredibile!
SUSANNA (ironica. Comincia a dubitare?) Identici, vero? Fin troppo, forse!
MAURIZIO (a Marcello, a parte) Ahia!
EVARISTO Sì, la somiglianza è eccezionale, però, poiché mi diletto di medicina, vorrei farvi notare che ci sono delle diversità che sfuggono all’occhio inesperto. La conformazione della scatola cranica, ad esempio, non è proprio la stessa...
MARCEL.-Ago (a parte) Aumento di stipendio assicurato!
ORAZIO (entrando dall’esterno dell’hotel, con dei fogli) Mi hanno consegnato a mano questa lettera per il signor Presidente.
MARCEL.-Ago (distratto) Mi dia.
SUSANNA (con un grido di trionfo) Ah!
MARCEL.-Ago (ricomponendosi, prendendo la mano di Susanna) Mi dia la mano, signora Susanna, così potrà constatare la conformazione della mia scatola cranica.
SUSANNA Lasci perdere la scatola cranica!
GIULIA Allora, che ne pensi, Susanna?
SUSANNA In questo momento non penso proprio a nulla. Per accertare le differenze bisognerebbe che tuo marito fosse qui. Ma (calca) per pura combinazione, è a una colazione d’affari.
MARCEL.-Ago (a parte) Che stronza! Ma ora ti frego io! (ad alta voce) Che peccato! Va bene, tornerò domani, sperando di trovarlo.
SUSANNA (a parte) Aspetta un po’, carino! Ora ti sistemo io, mio bel prosciuttino! (ad alta voce) Signore, sperando di interpretare il desiderio di tutti noi, mi auguro che lei vorrà ritenersi invitato alla festa che ci sarà in onore mio e di mio marito, questa sera, qui, nel parco di questo meraviglioso Grand’Hotel delle Terme. (a parte) Vediamo ora cosa fai?
MARCEL.-Ago (un attimo di smarrimento) Ah... sì... la ringrazio, ma... E va bene, ringrazio tutti e... accetto con piacere!!! (a parte) Prendi su e porta a casa, Susanna, nata Aldobrandini Vattelapesca!
MAURIZIO (a parte) Ma come farai?
MARCEL.-Ago (a parte) Non lo so! Ma so che tua moglie è proprio una carogna!
MAURIZIO In queste cose non ha eguali!
GIULIA Bene. Sono proprio curiosa di vedere la faccia di mio marito.
SUSANNA A chi lo dici!
MANSUETA (entrando dall’esterno dell’hotel) Ma che bel convegno! Marcello, questa volta non mi scappi! Ti ricordo, mio caro...
GIULIA Mansueta, non è Marcello!
MANSUETA Cosa vuoi dire?
SUSANNA Questo signore gli assomiglia come una goccia d’acqua, ma non è Marcello.
MARCEL.-Ago Agostino Strappalacrime. Molto lieto.
MANSUETA Oh, cavolo! (un tempo) Orazio, Agostino non era quel nuovo fidanzato di Priscilla?
ORAZIO Corpo di un impiegato lavativo! Ma sicuro! Signore, lei prende lezioni di piano da mia sorella Priscilla!
MARCEL.-Ago Io?
SUSANNA L’ha detto Priscilla!
MARCEL.-Ago Ah, sì, certo! Ho l’onore di avere come insegnante di piano la signora Priscilla Oppressore Bonvicini.
SUSANNA (a parte a Giulia) Quando arriva Priscilla, lo incastriamo! (forte) Bene, così questa sera festeggiamo anche il vostro fidanzamento. E come testimone, proporrei... Marcello.
ORAZIO Ottima scelta!
SUSANNA (a parte) E ora vediamo come te la cavi!
MARCEL.-Ago (a parte) Ma sei proprio una carogna schifosa! (forte) Sarebbe bellissimo! (a parte) E ora ti frego. (forte) Ma, accidenti, una festa con la famiglia reale! Faccio un salto a casa per cambiarmi d’abito.
SUSANNA (a parte) Vuoi fare il furbo, eh? (forte) Ma, no, no, caro Agostino. Innanzitutto ormai non ci sono più traghetti in uscita dall’isola di Narciso.
- AUDIO 15 (musica tormentone)
SUSANNA (riferito alla musica) Ah, già.
E poi, mio caro Agostino Strappalacrime, alla famiglia reale non interessa assolutamente la sua mise, vero Maurizio?
MAURIZIO La mise...? (a parte) Ti sta fregando!
SUSANNA Inoltre lei è una persona troppo simpatica perché noi si debba rinunciare alla sua compagnia. Ci faccia l’onore di restare. Fra poco avremo l’aperitivo, vero Asia?
ASIA Nel giardino Modigliani del Grand’hotel. Tra qualche minuto.
SUSANNA E subito a seguire una magnifica cena, vero Asia?
ASIA Nel giardino Renoir del Grand’hotel. Subito a seguire.
SUSANNA E non appena finita la cena, (calcando, confidenziale a Marcello) purtroppo senza la possibilità di potersi dileguare, inizierà la festa in nostro onore, vero Asia?
ASIA Nel parco Leonardo del Grand’hotel, adiacente al succitato giardino Renoir, con orchestra dal vivo e grandi ensemble di rinfreschi, situati vicini alla piscina Botticelli.
MARCEL.-Ago (a parte) Che gli venisse un accidente a tutti questi pittori!
SUSANNA Così anche Marcello farà in tempo ad unirsi a noi e vedremo dal vivo questa somiglianza straordinaria!
MAURIZIO (a parte) E adesso come fai?
MARCEL.-Ago (a parte) Ci penso io!
- AUDIO 16 (telefono)
Asia risponde.
Evaristo si avvicina ad Agostino e parlottano.
ORAZIO (a parte a Susanna) Quel viso, quel parlato... non mi è nuovo...
MANSUETA Cioè?
ORAZIO Non so, ma mentre lo guardo, mi brucia ancora la guancia...
ASIA (deponendo la cornetta) L’aperitivo nel giardino Modigliani è servito.
Tutti parlando a soggetto, escono verso l’esterno dell’hotel.
- AUDIO 17 (telefono)
Scena 18
(Il traghetto)
ASIA (risponde velocemente, poi chiama) Signora Giulia!
Maurizio, Marcello, Susanna, Giulia, Mansueta si fermano.
ASIA Dal ristorante “Il falco” di Galatea, hanno telefonato per avvisare che il signor Marcello purtroppo ha perso l’ultimo traghetto per la nostra isola. Arriverà domani mattina. E’ molto dispiaciuto e saluta tutti.
MAURIZIO (a parte a Marcello) Ma come hai fatto?
MARCELLO (a parte) Vieni che te lo spiego.
Maurizio e Marcello escono verso l’esterno dell’hotel.
Asia esce verso l’esterno dell’hotel.
SUSANNA Ma come cavolo avrà fatto?
GIULIA Hai visto che Agostino non può essere Marcello.
MANSUETA Ah, pensi che Marcello faccia il doppio gioco?
SUSANNA Non “penso”, ne sono certa.
MANSUETA Gli sparo un colpo in testa!
SUSANNA Tuo marito non ha una voglia da qualche parte?
GIULIA Sì, veramente... ma sai...
SUSANNA Ho capito. Una più... in vista? Un segno particolare.
MANSUETA Ma sì, Giulia, quella macchia, qui, dietro al collo.
SUSANNA Bene. Perché la rassomiglianza è troppo esagerata.
MANSUETA E’ vero. Un po’ troppo
GIULIA Però Evaristo ha detto che la conformazione della scatola cranica non è proprio uguale.
SUSANNA Evaristo gli tiene mano, non so perché. Anzi lo so...
MANSUETA Già, ma come smascherarlo?
SUSANNA Troverò qualcosa nel mio repertorio. A meno che, senza volerlo, non lo faccia lui stesso.
MANSUETA Così potrò somministrargli una dozzina di schiaffi?
SUSANNA Dai, andiamo!
MANSUETA Andiamo.
Escono tutte e tre verso l’esterno dell’hotel.
- AUDIO 18 (“Guarda come dondolo” - Vianello)
E’ sera.
Asia attraversa la scena dall’esterno dell’hotel verso l’interno dell’hotel, portando un vassoio.
Scena 19
(La festa)
Alla fine della musica entrano dall’esterno dell’hotel Mansueta e Sergio. Hanno appena finito di ballare il twist.
MANSUETA Che fatica! Non sono più capace di ballare il twist
SERGIO Dopo la cena che ci hanno servito, poi!
MANSUETA Taci! Che mangiata!
SERGIO Peccato che non ci sia anche tuo fratello!
MANSUETA Bisogna vedere se... mio fratello non c’è!
SERGIO Cioè?
MANSUETA Niente, niente. Cose mie.
- AUDIO 19 (“Tu che mi hai preso il cuor” Il paese del sorriso
- operetta)
SERGIO Un brindisi!
Bevono.
SERGIO Dunque, vuoi essere mia moglie?
MANSUETA Ma sì, te l’ho già detto! Non rompere gli zebedei!
SERGIO Ma mi ami?
MANSUETA Per forza, c’è la luna! Guarda che però ho un grave difetto: sono molto, molto ricca.
SERGIO Ti amo abbastanza per passarci sopra!
MANSUETA (ironica) Tesoro!
SERGIO Anch’io ho un grave difetto: essendo cugino del re, ho un titolo nobiliare. Non hai nulla in contrario a diventare duchessa?
MANSUETA Duchessa? Io? (un tempo) Ma sì, dai, mi piaci abbastanza per passarci sopra!
SERGIO (ironica) Tesoro! (poi) Ma mi amerai sempre?
MANSUETA La risposta che tutti si aspettano è: «Sì, per tutta la vita!»
Ma è una panzana, sai? Come fai a sapere se sarà così per sempre?
Quindi ti posso rispondere: «Ti amerò a lungo. Ora sì, domani... non so.»
SERGIO Ah!
- AUDIO 20 (“Tango delle rose”)
MANSUETA Dai, insegnami a ballare il tango! (lo prende per mano e lo trascina verso l’esterno dell’hotel)
Dopo poco entrano dall’esterno dell’hotel Orazio e Maurizio.
Reggono entrambi un bicchiere di spumante.
ORAZIO Non si è divertito molto a teatro, ieri sera. Ho visto che non ha mai applaudito.
MAURIZIO L’ho fatto per delicatezza. Avevo accanto a me l’autore della commedia e... non volevo svegliarlo!
ORAZIO Corpo di un impiegato lavativo!Era uno spettacolo molto serio, allora?
MAURIZIO E di una noia mortale!
ORAZIO Purtroppo qualunque creazione per essere dichiarata “opera d’arte”, deve essere noiosissima e non ci si deve capire un tubo!
MAURIZIO Sacrosanta verità! (un tempo) Ma senta un po’: e con la famosa Cleopatra?
ORAZIO Abbiamo fatto la pace.
MAURIZIO Bravo! E... quel tale dello schiaffo?
ORAZIO L’agenzia investigativa a cui mi sono rivolto mi ha detto che questa sera stessa mi farà pervenire la foto e il nome di quel traditore.
- AUDIO 21 (“Frou frou” La duchessa del bel tabarin -
operetta)
MAURIZIO Un valzer. Andiamo a vedere se c’è qualche signora da far ballare.
ORAZIO Che magari con questa luna...
Escono entrambi verso l’esterno dell’hotel.
Dopo poco entrano dall’esterno dell’hotel Susanna ed Evaristo.
Susanna regge un bicchiere di spumante.
EVARISTO Il tuo valzer.
SUSANNA E’ triste il mio valzer.
EVARISTO E tu? Sei triste?
SUSANNA Non lo so. Ma questa luna...
EVARISTO (intanto che si porta verso il fondo della scena) Già, la luna... (da là) Vieni Susanna, da qui si vede meglio.
SUSANNA (dolce però) Ahi, ahi, furbetto... E c’è anche più buio... (lo raggiunge)
Dopo poco entrano dall’esterno dell’hotel Giulia e Geronzio.
Anche loro stanno bevendo dello spumante.
- AUDIO 21 fine
GERONZIO All’orchestra ho chiesto la tua canzone, quella che ti suonavo al Caffè-Chantant e che tu cantavi...
- AUDIO 22 (“Gigolettes” La danza delle libellule - operetta)
GIULIA Perché vuoi girare il coltello nella piaga...proprio quando c’è questa luna?
GERONZIO Già, la luna...
SUSANNA Questa luna...
EVARISTO La luna...
SUSANNA Eravamo felici...
GIULIA ... e non lo sapevamo.
Entrano dall’esterno dell’hotel Sergio e Mansueta.
SERGIO Una luna stupenda questa sera!
MANSUETA Tonda, tonda. Come un pallone!
SERGIO E allora un bacio!
MANSUETA Che palle!
EVARISTO Perché non andiamo...
EVARISTO, GERONZIO, SERGIO (insieme) ... in un posto più tranquillo?
GERONZIO (malizioso) Con questa luna...
- AUDIO 23 (“Luna tu” Il paese dei campanelli- operetta)
Tutti e sei cantano e intanto si portano al proscenio.
TUTTI LUNA TU, NON SAI DIRMI COS' È.
LUNA TU, NON VUOI DIRMI PERCHÉ
IL TUO RAGGIO D' ARGENTO AD AMAR
GLI AMANTI INVITA MI VUOI TU SPIEGAR?
SUSANNA Senza te non si può forse amare?
GIULIA Senza te non si può più sognare?
- AUDIO 24 (“Luna tu” Il paese dei campanelli- operetta)
Tutti e sei cantano.
TUTTI SENZA TE NON SI PUÒ FORSE AMAR?
SENZA TE NON SI PUÒ PIÙ SOGNAR?
SII CORTESE PER ME NON BRILLAR
CHE
(solo Geronzio) JOUJOU
(solo Evaristo) FROUFROU
NO NON VUOLE PIU’ FARSI BACIAR.
SUSANNA In un posto più tranquillo, dicevi? No, mio caro...
GIULIA ... sono e resterò...
SUSANNA e GIULIA (insieme) ... fedele a mio marito.
SUSANNA Naturalmente finché mio marito...
GIULIA ... non mi tradirà!
GERONZIO Ma se Marcello è così furbo da non farsi scoprire?
SUSANNA Si tradirà, perché ho due assi nella manica: Asia e la luna. Loro lo tradiranno!
- AUDIO 25 (“Luna tu” Il paese dei campanelli- operetta)
Susanna, Giulia e Mansueta ballano.
Asia, elegantissima, entra dall’interno dell’hotel e si posiziona dietro al bancone.
Maurizio e Marcello, un poco brillo e su di giri, entrano dall’esterno dell’hotel. Guardano il ballo e
MAURIZIO Susanna! Cosa fai? Ricordati che sei una regina!
MARCELLO Giulia Vereconda, per l’amor di Dio, non dimen...
SUSANNA, GIULIA, MANSUETA (insieme) Eccolo!
MARCEL.-Ago (si riprende) Non dimentichi che domani mattina dovrò partire molto presto!
SUSANNA (tra donne) Un primo cedimento!
MANSUETA (tra donne) E mi sa che non sarà l’ultimo!
Marcello è in palla. Vede Asia elegante e si avvicina al bancone.
E mentre Marcello parlerà con Asia, tutti lentamente si avvicineranno con fare furtivo alle sue spalle.
MARCELLO Ah, Asia! Ha visto che luna?
ASIA Vista.
MARCELLO Sa che vorrei coltivare ancora la passione che avevo da giovane?
ASIA Oh ,Signore!
MARCELLO La pittura.
ASIA Non ci credo...
MARCELLO Magari un bel quadro storico.
ASIA Non ci credo...
MARCELLO Antichi romani, pastorelle greche... Dovrebbe farmi da modella.
ASIA Non ci credo...
MARCELLO Sì, perché allora erano molto magri, non c’era tutto il ben di Dio che c’è oggi.
ASIA Non ci credo...
MARCELLO Potrei fare anche un quadro con Salomè che danza. Magari senza i veli!
ASIA Non ci credo...
MARCELLO Oppure ambientato nel paradiso terrestre, prima del peccato originale. Lei mi capisce!
ASIA Non ci credo...
MARCELLO Però Adamo lo mettiamo dietro all’albero, e non se ne parla più!
ASIA Non ci credo...
MARCELLO Ma Eva in primo piano naturalmente, in tutto il suo splendore!
Susanna gli è praticamente col fiato sul collo.
ASIA (calca il nome) Signor Prosciutti, un’idea.
MARCELLO Oh, sentiamo!
ASIA Perché non ne sceglie una più giovane? Magari sui vent’anni?
Durante la prossima battuta di Marcello, Susanna gli guarda la voglia sul collo.
MARCELLO Perché è una vita che glielo lo dico: (mandando via la mosca!) a me piacciono le donne più...
SUSANNA (indicandolo a tutti) E’ Marcello!
Marcello si gira di colpo, e spaventato se li trova tutti addosso.
GIULIA Falso traditore! Altro che Agostino Strappalacrime!
Orazio entra di corsa furibondo con una foto tra le mani.
ORAZIO Corpo di un impiegato lavativo! Dov’è quell’Agostino Strappalacrime, che lo devo stritolare? Ah, eccolo!
MANSUETA Non è Agostino Strappalacrime.
MARCELLO (spaventato) Vero! Io sono Marcello Emilio Prosciutti!
Orazio si ferma perplesso. Guarda la foto, guarda Marcello...
SUSANNA Ma sono la stessa persona. E’ sempre lui!
ORAZIO Ah! E allora: (gli molla uno sberlone) tieni!
GIULIA Voglio il divorzio!
MANSUETA Deficiente! (e spara un colpo di pistola)
- AUDIO 26 (colpo di pistola)
SERGIO Per l’amor di Dio, Mansueta, dammi qui! (e le prende la pistola)
MANSUETA Tanto era l’ultimo colpo!
MARCELLO (massaggiandosi il viso. A Susanna) Può essere contenta!
SUSANNA A Susanna Luisa, nata Aldobrandini Vattelapesca, non la si fa!
MAURIZIO Purtroppo!
MARCELLO E ora sarò un presidente senza moglie.
SUSANNA Ma no, ma no, Giulia lo perdonerà!
MANSUETA (a Giulia) Non mi dirai che lo perdoni?
GIULIA (guardandolo teneramente) Ma... non so...
MANSUETA (a Susanna) E tu? Tu lo perdoneresti tuo marito?
SUSANNA Io...? (scuotendo la testa e portandosi avanti verso il pubblico)
Questi uomini!
Più son stagionati
e più son farfalloni.
Nel ricordo degli anni ormai passati,
si gonfiano i polmoni
e fanno un gran parlare.
Ma sono innocui, e vi dirò il perché:
il carburante comincia a scarseggiare,
noi tutte lo sappiamo, date retta a me.
E per noi donne?
La stessa cosa vale:
è bello farsi corteggiare.
E’ un fatto del tutto naturale
che con la fantasia si possa svolazzare.
Ma alla fine si torna, è quasi una certezza,
uomini e donne, nel nostro focolare,
dove sappiamo e speriamo di trovare
qualche attenzione, qualche tenerezza.
Trovare soprattutto l’amore, quello vero,
cresciuto e cercato, giorno dopo giorno,
dove basta uno sguardo, un sol pensiero,
e la felicità, come un vento, ci avvolge tutt’intorno.
E se non siete d’accordo col mio dire,
vi prego ugualmente: vogliateci applaudire!
|
- AUDIO 27 (telefono)
ASIA (risponde) Grand’Hotel delle Terme. Sono Asia
VOCE E io Adalmiro Retrogusto. Sì ricorda di me?
ASIA (consultando le prenotazioni) Perfettamente.
VOCE La mia camera doppia è disponibile?
ASIA Mi dispiace, signore, il Grand’Hotel delle Terme è al gran completo.
VOCE Accidenti! Ma che schifo l’isola di Narciso!
|
Silenzio. Dopo qualche istante:
ORAZIO E la musichetta?
GERONZIO Già. E la musichetta?
SERGIO E’ vero. Perché non è partita la solita musichetta?
ASIA Signori, il motivo è molto semplice. La musichetta non è partita, perché...
TUTTI Perché?
ASIA Perché... la commedia è finita.
E ora finalmente possiamo tutti andare a goderci una celestiale cioccolata fondente...
TUTTI ... che dona gusto e dolcezza alla vita!
- AUDIO 28 (musica da “Al cavallino bianco” - operetta)
TUTTI AL GRAND’HOTEL DELLE TERME SIAM,
TRA I MONTI AZZURRI ED IL MAR.
E POI C’E’ LA CIOCCOLATA
CHE DONA UN GUSTO ALLA VITA.
SE L’ORA VIEN DI DOVER PARTIR,
TU VEDI UN SOGNO SVANIR.
NARCISO E’ L’ISOLETTA
CHE SEMPRE AVRAI NEL TUO CUOR.
Sergio spara in aria 2 colpi di pistola.
- AUDIO 29 (2 colpi di pistola)
Tutti, spaventati, fuggono.
F I N E