Cioccolata fondente

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Le pillole d’Ercole

maggio 2017


due atti scintillanti di

Mario Pozzoli

1ª rappresentazione:       Buccinasco,  24 marzo 2018

                                      Auditorium della Fagnana – via Tiziano

Questa commedia è tutelata dalla SIAE  (codice SIAE:  929591A)


P E R S O N A G G I

01) Asia                                             maître d’hotel

02)  VOCE esterna                                  Adalmiro Retrogusto                

03) Marcello Emilio Prosciutti                  presidente dell’isola/stato di Narciso

--    Agostino Strappalacrime                                Il sosia

04) Giulia Vereconda Prosciutti,

     nata Scotti Birbantella                         moglie del presidente 

05) Mansueta Furiosa Prosciutti                   sorella del presidente

06) Evaristo Maledetti                                         segretario presidente

07) Maurizio Oreste Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà,

                                          sovrano regnante di Boccadoro,

                               erede eminente e grand’ammiraglio della casata dei

                                           Porro, Barbiano, Serravalle Scrivia, Civengosubito

08) Susanna Luisa Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà,

     nata Aldobrandini Vattelapesca                        moglie del re

09) Sergio Francesco Vittone Belgioioso Sonqui          cugino del re

10)  Geronzio Vedetutto                                                    addetto alla sicurezza

11) Orazio Oppressore Bonvicini       direttore capo e tiranno del pubblico impiego

                                                            di Boccadoro

12)  Priscilla Oppressore Bonvicini      sorella


Ho indicato con la notazione  “- MUSICA + numero”  i punti in cui, durante la scrittura di questo testo, ho inserito una musica di scena che aiuti a dare atmosfera all’azione.

Naturalmente il regista ha piena libertà di decidere diversamente.

Per ricevere una copia del CD con le musiche di scena  originali (fornito senza alcuna spesa) , contattare l’autore:

Mario Pozzoli  - cell.  334 3320184

 



E L E N C O  S C E N E

ATTO  PRIMO

Scena 01  -   La telefonata

Scena 02  -   Sergio Francesco Vittone Belgioioso Sonqui

Scena 03  -   Il discorso e Mansueta                 

Scena 04  -   Giulia ed Evaristo                       

Scena 05  -   Geronzio Vedetutto

Scena 06  -   Geronzio, Mansueta, Evaristo

Scena 07  -   Geronzio e Giulia. Vecchi amici

Scena 08  -   Orazio e Mansueta

Scena 09  -   Sergio e Marcello. Un equivoco

Scena 10  -   Arriva il re

ATTO  SECONDO

Scena 11  -   Evaristo e Susanna. Froufrou

Scena 12  -   Evaristo, Marcello e Maurizio

Scena 13  -   Orazio e Giulia - Priscilla e Geronzio

Scena 14  -   Sergio e Mansueta

Scena 15  -   Giulia e Susanna

Scena 16  -   La sfida. L’attentato

Scena 17  -   Agostino Strappalacrime

Scena 18  -   Il traghetto

Scena 19  -   La festa


ATTO   PRIMO

NOTE:                  La commedia si svolge nella hall del Grand’Hotel delle Terme, sull’isola/stato di Narciso.

                               In fondo a sx:     verso l’interno dell’hotel.

                               In fondo a dx:    entrata dell’hotel.

Scena 1

(La telefonata)

MICROFONO esterno

 


- BUIO SALA

- SIPARIO

- AUDIO 1 (telefono)

Asia entra dall’interno dell’hotel. Va al bancone e alza la cornetta del telefono.

VOCE                   Pronto! Con chi parlo?

- AUDIO 2 (musica da “Al cavallino bianco” - operetta)

ASIA                      (canta)

AL GRAND’HOTEL DELLE TERME SIAM,

                               TRA I MONTI AZZURRI ED IL MAR.

                               E POI C’E’ LA CIOCCOLATA

                               CHE DONA UN GUSTO ALLA VITA.

                               SE L’ORA VIEN DI DOVER PARTIR,

                               TU VEDI UN SOGNO SVANIR.

                               NARCISO E’ L’ISOLETTA

                               CHE SEMPRE AVRAI NEL TUO CUOR.

VOCE                   Bello!

ASIA                      Asia.

VOCE                   Ellamartina! Ho telefonato in Asia!

ASIA                      Ma no, signore, Asia è il mio nome.

VOCE                   Però! Che fantasia!

ASIA                      Diceva?

VOCE                   No, pensavo: i suoi genitori hanno avuto una bella fantasia a chiamarla Asia!


ASIA                      Già... Ognuno ha i genitori che si merita, signore.

VOCE                   Quindi parlo con il Grand’Hotel delle Terme, giusto?

ASIA                      Esatto. Grand’Hotel delle Terme dell’isola di Narciso.

- AUDIO 3 (musica tormentone)

VOCE                   Cos’è successo?

ASIA                      Nulla, signore, non si preoccupi.

VOCE                   Ma l’isola di Narciso è...

- AUDIO 4 (musica tormentone)

VOCE                   Ancora?... Stavo dicendo che l’isola di Narciso è anche...

- AUDIO 5 (musica tormentone)

VOCE                   Ellamartina! Ma cos’è? E’ un’ossessione!

ASIA                      Non nomini mai per intero quel nome, signore.

VOCE                   Isola di Narciso?

- AUDIO 6 (musica tormentone)

ASIA                      Appunto.

VOCE                   Ma scusi, perché succede ciò?

ASIA                      Storia lunga, signore. Se mai sarà nostro ospite, gliela racconterò.

VOCE                   Va beh! Dicevo che... quella roba lì... è una repubblica presidenziale, vero?

ASIA                      Esatto.

VOCE                   Bene, bene. Io sono Retrogusto. Adalmiro Retrogusto.

ASIA                      La fantasia non era virtù esclusiva dei miei genitori!

VOCE                   Diceva?

ASIA                      Nulla, signore. Posso esserle utile?

VOCE                   Vorrei delle informazioni.

ASIA                      Dica.

VOCE                   Delle notizie sul vostro centro termale.


ASIA                      Il nostro centro benessere è una delle poche SPA ad annoverare…

VOCE                   SPA? Società per azioni?

ASIA                      No, signore, in questo caso SPA deriva dal latino “Salus per aquam”. La salute attraverso l’acqua.

VOCE                   Ah, bene, bene... No, perché sa, mi son sempre chiesto cosa volesse dire questa parola.

ASIA                      Ora lo sa.

VOCE                   Ora lo so! Ma ascolti: siete attrezzati?

ASIA                      Certo. Piscina interna ed esterna. Area wellness dotata di bagno turco, sauna, idromassaggio, cascata di ghiaccio. Inoltre fanghi percettivi, piccanti, psicoterapici, indigenti, voluttuosi...

VOCE                   Ah, bene, bene! E le docce? Le avete le docce?

ASIA                      Sì, di tutti i tipi: sensoriali, spirituali, edeniche, a cascata, emozionali, sensuali, pudiche, passionali...

                               Ed infine qui da noi potrà gustare la nostra deliziosa Cioccolata fondente, una prelibatezza, famosa ovunque, che dona gusto e dolcezza alla vita.

VOCE                   Ellamartina, che bello! Bene, bene... Vorrei prenotare una camera doppia per la prossima settimana.

ASIA                      (controlla) Posso darle la conferma solo fra un paio di giorni.

VOCE                   Come mai?

ASIA                      Viene in visita al nostro piccolo stato di Narciso, il re di Boccadoro per stipulare una unione commerciale.

VOCE                   Hermann Hesse. Narciso e Boccadoro. Si amavano, sa? Vedrà che l’unione... commerciale, andrà a buon fine.

ASIA                      Speriamo. E poiché il re con tutto il suo entourage alloggerà nel nostro Grand’Hotel…

VOCE                   Ho capito, ho capito. Ma i prezzi? I prezzi come sono?

ASIA                      Se mi dà il suo indirizzo…

VOCE                   Certo. La mia mail è, tutto minuscolo: adalmiro, punto, retrogusto...

ASIA                      Intendevo il suo indirizzo di posta tradizionale, signore.

VOCE                   Perché? Col computer…

ASIA                      Qui nessuno possiede un computer, signor... Retrogusto.


VOCE                   Smartphon?

ASIA                      Zero Smartphon.

VOCE                   Ellamartina! Whatsapp?

ASIA                      Niente Whatsapp. Sull’isola di Narciso...

- AUDIO 7 (musica tormentone)

ASIA                      ... internet non esiste. I ripetitori sono stati eliminati.

VOCE                   Ellamartina! E come mai?

ASIA                      Storia lunga, signore.

VOCE                   Allora niente sky?

ASIA                      Non solo: niente televisione.

VOCE                   Elettricità?

ASIA                      Sìiii... qualcosina... Quindi, dicevo che se mi dà il suo indirizzo, le posso mandare un bellissimo dépliant cartaceo, che lei potrà sfogliare comodamente seduto in una confortevole poltrona.

VOCE                   Ah, bene, bene. (ironico) Però, secondo lei, la luce che emanano le candele non è molto più calda e riposante?

ASIA                      Concordo.

VOCE                   Okappa. Prenda nota: Adalmiro Retrogusto, via Palle Bianche, 473.952

ASIA                      (scrivendo) 473.952… Una via lunghetta…

VOCE                   Sii... abbastanza...

ASIA                      Città?

VOCE                   Cardagna.

ASIA                      (scrivendo) Cardagna.

VOCE                   Bene. Ora la lascio e mi scusi se l’ho disturbata.

ASIA                      Nessun disturbo, signore. La nostra reception è sempre aperta, giorno e notte. E, data l’ora, le voglio fare una confidenza.

VOCE                   Dica, dica, sono tutt’orecchi!

ASIA                      (ironica) Sa, riceviamo continuamente richieste di informazioni alle… (guardando l’orologio) tre di notte!


VOCE                   Ellamartina! Sono già le tre?

ASIA                      Le tre e venti, per la precisione.

VOCE                   Non presto.

ASIA                      No, signore.

VOCE                   Allora, attendo (ironico) il plico cartaceo... Ah, mi scusi una curiosità: ma non mi vuol dire che cos’è quella musichetta?

ASIA                      Storia lunga, signore. Se mai sarà nostro ospite, gliela racconterò.

VOCE                   Ah, bene, bene. Allora, a presto. E buonanotte.

ASIA                      A quest’ora potremmo già dire “buongiorno”.

VOCE                   Diceva?

ASIA                      Nulla, signore. Buonanotte.

VOCE                   Buonanotte. E... Isola di...

ASIA                      (riaggancia velocemente e non lo fa finire) Fregato!

- AUDIO 8 (fine scena 2)

MICROFONO esterno - fine

 
 


Asia, ballando e ondeggiando, esce verso l’interno dell’hotel.

 


Scena 2

(Sergio Francesco Vittone Belgioioso Sonqui)

                              

E’ mattina. Asia entra dall’interno dell’hotel. Depone la posta, alcune riviste e il giornale del mattino sul bancone.

- AUDIO 9       (“Perché sei tu che mi hai rubato il cuor” Il paese

del sorriso - operetta)

Sergio entra dall’esterno dell’hotel. E’ sporco di terra e foglie.

ASIA                      Buongiorno.

SERGIO               Buongiorno a lei.

ASIA                      Sono Asia. Posso esserle utile?


SERGIO               Sono Sergio Francesco Vittone Belgioioso… (un colpo di tosse)

ASIA                      Bene.

SERGIO               Sonqui.

ASIA                      Lo vedo, signore.

SERGIO               No, Sonqui è il mio terzo cognome. Vittone Belgioioso Sonqui.

ASIA                      Ah, mi scusi.

SERGIO               Si figuri. Non è l’unica.

ASIA                      Lo immagino...

SERGIO               Ho prenotato una camera. (cerca di telefonare con il cellulare)

ASIA                      (andando al bancone) Vediamo subito.

SERGIO               Perché non funziona?

ASIA                      (mostra la cornetta del telefono) Gli manca il filo, signore.

SERGIO               Cosa c’entra? Questo è un cellulare.

ASIA                      (consulta il libro delle prenotazioni) I cellulari sull’isola di Narciso...

- AUDIO 10 (musica tormentone)

                               Sergio, sentendo la musica, si guarda in giro.

 ASIA                     ... non funzionano.

SERGIO               Come mai?

ASIA                      Storia lunga, signore.

SERGIO               E come fate senza i cellulari?

ASIA                      Ci guardiamo negli occhi e ci parliamo… Sì, ecco, una camera a nome Vittone Belgioioso Sonqui. Questa è la chiave. La camera è pronta.

SERGIO               Senta, signora…

ASIA                      Asia.

SERGIO               Asia... Però, che fantasia!

ASIA                      Meglio Asia che Antartide, signor (calcando) Sonqui.

SERGIO               Certo... Dicevo che un po’ di tempo fa sono stato in questa bellissima isola di Narciso...


- AUDIO 11 (musica tormentone)

SERGIO               Ancora? Ma che stress!

ASIA                      Non nomini mai per intero “isola di... eccetera eccetera”.

SERGIO               Ma perché?

ASIA                      Storia lunga, signore. Magari un giorno di questi gliela racconterò.

SERGIO               Ok. Dicevo che un po’ di tempo fa sono stato qui, sull’isola... qui, per la fiera del porco.

ASIA                      Hanno esposto un raro maiale nero.

SERGIO               E me ne sono subito innamorato!

ASIA                      Del maiale?

SERGIO               Del maiale? Ma no! Di lei!

ASIA                      Di me?

SERGIO               Ma no di lei! Di una donna che c’era alla fiera. Una donna meravigliosa… Un colpo di fulmine, sa?

ASIA                      Non è mai troppo tardi!

SERGIO               Prosciutti?

ASIA                      Di prosciutti ne abbiamo di tutti i tipi. La nostra isola è famosa per i prosciutti.

SERGIO               Ma no, Asia! Mi chiedevo se Prosciutti fosse il cognome del mio amore, perché urlava, infuriata, con un tizio che l’ha chiamata “signorina Prosciutti”. Lei conosce una signorina che si chiama Prosciutti?

ASIA                      Signor Sonqui, qui, ma proprio qui, la metà delle persone si chiamano Prosciutti.

SERGIO               Ah... Però, Prosciutti, che nome stupendo...

ASIA                      E beh, sì, per chi ama gli insaccati... (fa per andare)

SERGIO               Ah, Asia!

ASIA                      Dica.

SERGIO               Secondo lei lavora in campagna?

ASIA                      Potrebbe e non potrebbe.


SERGIO               No perché oggi l’ho rivista, in una fattoria qui vicino. Ci siamo parlati... Cioè, veramente io le ho parlato, perché lei mi guardava con di quegli occhi... assassini!

ASIA                      Urlava infuriata, occhi assassini...

SERGIO               E sì, e a un certo punto mi ha mollato uno sberlone! Io non le avevo detto niente che potesse...

ASIA                      Mi ricorda qualcuna…

SERGIO               Che incanto!

ASIA                      Lo sberlone?

SERGIO               No, lei! (toccandosi la guancia) Ho ancora impresso in me il suo ricordo.

ASIA                      Ci credo!

SERGIO               Eravamo vicini a una montagna di letame…

ASIA                      Poetico!

SERGIO               Aveva un profumo…

ASIA                      Immagino!

SERGIO               La ragazza!

ASIA                      Ah, scusi.

SERGIO               E poi mi ha stampato...

ASIA                      Un bacio.

SERGIO               Uno schiaffo...

ASIA                      Allora è recidiva!

SERGIO               E mi ha fatto finire lungo e disteso...

ASIA                      Tra le sue braccia.

SERGIO               No, Asia, nel letame!

ASIA                      Avevo un vago sentore...

SERGIO               (annusandosi) Forse dovrei farmi una doccia...

ASIA                      Concordo.

SERGIO               Allora vado. (guardando verso fuori) Ma... ma quella è lei! E’ lei!

(ora in deliquio) E’ lei…


ASIA                      Ah, ma quella è la signorina Mansueta Furiosa.

SERGIO               La conosce?

ASIA                      Certo, è la sorella del presidente della nostra Isola/stato di Narciso. (la guarda, annuendo con la testa)

SERGIO               (ora vede Asia che guardando verso l’esterno dell’hotel, annuisce con la testa, e anche lui ora guarda verso fuori e ripete lo stesso gesto di Asia) Sì, cosa, Asia.

ASIA                      Un osso duro, mi creda.

SERGIO               Un osso duro, dice?

ASIA                      Durissimo!

SERGIO               Beh, ci provo. Vado a parlarle. No! Forse è meglio che prima mi faccia una bella doccia.

ASIA                      Ri-concordo!

SERGIO               Un osso duro... (prendendo il cellulare)  Mando un messaggio al fratello e la chiedo in sposa.

ASIA                      I cellulari sull’isola/stato di Narciso non funzionano, signore.

SERGIO               Ah, già.

ASIA                      (avvicinandogli carta e matita) Se vuole...

SERGIO               Sì, grazie. (scrive) Ancora i buoni vecchi metodi, eh? Due righe per avvisarlo che devo parlargli. Se il presidente acconsente, lei, Mansueta Furiosa, giusto?

ASIA                      Giusto.

SERGIO               Mansueta, dicevo, non potrà rifiutarmi. Gli affari di stato sono affari di stato, o no?

ASIA                      Affari di stato?

SERGIO               Storia lunga, signora!

ASIA                      Signorina.

SERGIO               Signorina. Come la musichetta. Magari un giorno di questi gliela racconterò. (le porge la lettera) Ora è meglio che vada, non vorrei farmi vedere in questo stato. (va)

ASIA                      Ri-ri-concordo.

SERGIO               Ah, Asia! Mi faccia portare in camera qualcosa da bere. Un cappuccino...


ASIA                      E perché non una paradisiaca cioccolata fondente, che dona gusto e dolcezza alla vita?

SERGIO               Ma sì, vediamo se è proprio vero quello che si dice in giro. (indicando la lettera) Mi raccomando, la consegni al presidente.

ASIA                      Sarà fatto, signore.

SERGIO               Poi, quando sarò più presentabile, lo incontrerò personalmente. (va verso l’interno dell’hotel. Si ferma) Ah, Asia! Mi ri-raccomando.

ASIA                      Per la cioccolata? Per il presidente? Per la lettera? Per la signorina Mansueta?

SERGIO               Per tutto!

ASIA                      Non dubiti, signore.

SERGIO               Sono felice! Evviva l’isola di Narciso! (esce verso l’interno dell’hotel)

- AUDIO 12 (musica tormentone)

 


Scena 3

(Il discorso e Mansueta)

                               Entra dall’esterno dell’hotel Evaristo, seguito da Marcello con blocco e matita.

EVARISTO           Io direi di metterci qui.

MARCELLO         Sì, qui va bene. (si siede e si prepara a scrivere)

EVARISTO           Ah, Asia! Buongiorno.

ASIA                      Buongiorno a voi, signori. C’è una lettera per il signor Presidente.

(la consegna ad Evaristo ed esce verso l’interno dell’hotel)

EVARISTO           (la prende e mentre gli dà un’occhiata inizia a dettare. Da ora la lettera rimarrà in mano ad Evaristo) Dov’eravamo rimasti?

MARCELLO         (leggendo) “Ho finito, signori.” (poi scriverà ciò che Evaristo gli detta)

EVARISTO           (detta) “Ho finito, signori. Ma non posso fare a meno di denunciare, l’atteggiamento equivoco dell’opposizione…” (indicando lo scritto) Opposizione con due p.

MARCELLO         Ah, sì, certo.

EVARISTO           “E l’incuria vergognosa di chi…”


MARCELLO         Abbia pazienza, a me pare che “l’incuria vergognosa” sia forse un po’ troppo... forte.

EVARISTO           Beh, allora possiamo mettere “E l’incapacità criminale di un uomo del quale ho l’onore di essere amico”.

MARCELLO         Sì, così suona meglio!

EVARISTO           “Perché la prossima visita del re di Boccadoro deve diventare…”

MARCELLO         Io però inserirei i dati del re per intero.

EVARISTO           Giusto.

“Perché la prossima visita del re di Boccadoro,

Maurizio Oreste Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà,

                               sovrano regnante di Boccadoro;

erede eminente e grand’ammiraglio della casata dei Porro, Barbiano, Serravalle Scrivia,  Civengosubito...

MARCELLO         (scrivendo) Ottimo!

EVARISTO           (ora declama) “... la visita, dicevo, sfocerà sicuramente in un grosso affare politico, un’intesa commerciale di capitale interesse per la nostra repubblica di Narciso, la magnifica isola che, ardente, si staglia in mezzo all’oceano, lontana da tutte le rotte commerciali, ma paradiso della cioccolata fondente che, in ogni istante della giornata, dona gusto e dolcezza alla vita, e quindi…”

MARCELLO         (due colpetti di tosse) Evaristo…

EVARISTO           Dica.

MARCELLO         Non c’è nessuno che ascolti…

EVARISTO           (si guarda in giro e si riprende) Vero!

MARCELLO         Il discorso farà un enorme effetto alla camera.

MANSUETA        (entrando dall’esterno dell’hotel, furiosa) Marcello, cosa stai facendo?

MARCELLO         Mansueta, sorellina mia, non lo vedi?

MANSUETA        No, non lo vedo! E non chiamarmi “sorellina”. Io sono tua sorella, non (spregiativo) “sorellina”.

MARCELLO         Va bene, ve bene. Sto dettando un discorso al mio segretario, per la prossima riunione in parlamento.

MANSUETA        Ascolta: ho un diavolo per capello!

MARCELLO         E quando mai tu non hai “un diavolo per capello”?


MANSUETA        Alla fiera del porco, ho incontrato un tizio e costui si è permesso di farmi degli apprezzamenti da… porco!

EVARISTO           Il posto era quello giusto!

MARCELLO         Temerario, il ragazzo!

EVARISTO           Io direi incosciente!

MARCELLO         E cosa ti ha detto di bello?

MANSUETA        Ha detto: «Che begli occhioni che ha, signorina!»

MARCELLO         E cosa c’è di male?

MANSUETA        C’è che, mentre lo diceva, non mi guardava gli occhi, ma fissava… qualcosa d’altro!

MARCELLO ed EVARISTO (insieme, guardandosi) Ehm bè, ehm bè…

MANSUETA        Poi quello stupido l’ho incontrato di nuovo, alla fattoria di Giuseppe, questa mattina.

EVARISTO           E’ un delitto?

MANSUETA        No, ma ha cominciato a prendermi in giro…

EVARISTO           Impudente! (e getta la lettera)

MARCELLO         Io direi: coraggioso! E cosa ti ha detto di bello?

MANSUETA        Diceva che sono una ninfa leggiadra, una silfide eterea…

MARCELLO ed EVARISTO (insieme, guardandosi) Ehm bè! Ehm bè!

MANSUETA        ... una fanciulla graziosa che si aggira nei suoi pensieri. Che mi sogna di notte mentre, come una libellula vezzosa svolazzo nell’aere…

MARCELLO ed EVARISTO (insieme, guardandosi) Ehm bè! Ehm bè!

MANSUETA        ... e lo chiamo con la mia voce amabile e dolce…

MARCELLO ed EVARISTO (insieme, guardandosi) Ehm bèeee... Ehm bèeee…

MANSUETA        ... per un incontro d’amore!

MARCELLO         (ad Evaristo) Taci che abbiamo trovato qualcuno che se la porta via!

MANSUETA        Dicevi?

MARCELLO         Niente, niente!


MANSUETA        Ero tutta sudata e puzzavo come una capra e lui: «Il tuo profumo accende la mia passione e mi eccita…»

MARCELLO ed EVARISTO (insieme, guardandosi) Ehm bèeee... Ehm bèeee…

MANSUETA        A quel punto non ne potevo più. Gli ho mollato una sberla e l’ho mandato lungo e disteso in un catasta di merda!

EVARISTO           Di letame, si dice, signorina, di letame.

MANSUETA        Le garantisco che era proprio merda!

MARCELLO         E poi ti sei buttata anche tu e vi siete abbracciati... e vi siete baciati...

EVARISTO           ... appassionatamente!

MANSUETA        Ma state scherzando?

MARCELLO ed EVARISTO (insieme, guardandosi) Stiamo scherzando?

MANSUETA        Me ne sono venuta via, infuriata!

EVARISTO           Normale, dato il suo nome, signorina.

MARCELLO         Mansueta...

EVARISTO           Furiosa

MARCELLO         Prosciutti.

MANSUETA        Ma lui continuava a gridare: «Mi amerà, signorina, perché “al cor gentile repara sempre amore, oh mia soave donzelletta da li dolci sguardi”…»

MARCELLO ed EVARISTO (insieme, guardandosi) Ehm bè... Ehm bè…

MARCELLO         Quindi a quando?

MANSUETA        Cosa?

MARCELLO         La data delle nozze.

MANSUETA        Delle nozze?! Gliele do io le nozze a quello lì! Adesso lo vado a cercare e… (estraendo una pistola e puntandola contro Marcello) gli sparo due colpi in testa, pum, pum!

MARCELLO         Mansueta!

EVARISTO           Signorina! Attenta! Potrebbe essere carica!

MANSUETA        Non ancora, stia tranquillo. (preme il grilletto e parte un colpo)

- AUDIO 13 (colpo di pistola)


                               Tutti a terra!

MARCELLO ed EVARISTO (insieme)    Gesummaria!

MARCELLO         Oh, Signore! Ma non se la sposa proprio nessuno?

EVARISTO           Nessuno, signore.

MARCELLO         Mansueta! Dammi quella pistola!

MANSUETA        Neppure per sogno! Vado a cercarlo e lo stendo secco!

- AUDIO 14 (“Bambolina” La danza delle libellule- operetta)

Mansueta si rialza ed esce verso l’esterno dell’hotel.


Scena 4

(Giulia ed Evaristo)

                               A fatica si rimettono in piedi.

MARCELLO         (urla sul finale della musica) E’ pazza! Mia sorella è pazza! (poi)

A chi se la prende, gli regalo una delle mie fabbriche di prosciutti!

EVARISTO           (a parte) Io neanche dipinta sul muro!

MARCELLO         Diceva, Evaristo?

EVARISTO           Parlavo del settimanale “Lo Giuro”!

MARCELLO         Ah, sì! Vogliono pubblicare la mia biografia. Ci pensi lei, Evaristo, tanto di me, sa tutto. Marcello Emilio Prosciutti, nato nel… eccetera, eccetera...

EVARISTO           E morto nel… eccetera, eccetera...

MARCELLO         Come?

EVARISTO           Scusi, presidente, una distrazione.

MARCELLO         Uomo politico, grande industriale del suino. Venuto dal popolo…

EVARISTO           E deciso a non tornarci più!

MARCELLO         E deciso a non tornarci più! ... Ma Evaristo, cosa mi fa dire?

EVARISTO           La verità, presidente!

MARCELLO         Ma la verità non si dice mai! Soprattutto in politica. Piuttosto due parole sull’uomo privato. Una deliziosa sorellina…

EVARISTO           Mansueta Furiosa Prosciutti…


MARCELLO         … che con la sua dolce e amabile tenerezza…

EVARISTO           … viene soprannominata “Il terrore dell’isola di Narciso”!

- AUDIO 15 (musica tormentone)

EVARISTO           Ci sono cascato!

MARCELLO         Ogni tanto capita anche a me. Dicevamo?

EVARISTO           Di Mansueta.

MARCELLO         Ah, sì. Che con la sua angelica allegria fa dimenticare al fratello le preoccupazioni della politica.

EVARISTO           E poi c’è la sua (sottolineando) casta sposa, Giulia Vereconda Prosciutti, nata Scotti Birbantella.

- AUDIO 16 (“Gigolettes” La danza delle libellule - operetta)

MARCELLO         Eccola!

                               Entra dall’esterno dell’hotel Giulia, dimenandosi sulla musica.

GIULIA                  Ah, Marcello, sei qui?

MARCELLO         Giulia Vereconda, per l’amor di Dio, smettila di dimenarti!

GIULIA                  Qui, altro che dimenarsi! Mio caro Marcello Emilio Prosciutti, cos’hai fatto in giro fino alle tre di notte? Se vengo a sapere che mi tradisci, prendo la pistola di Mansueta e ti sparo in testa!

EVARISTO           Abbiamo avuto una riunione.

GIULIA                  Me la immagino che riunione! Ah, Evaristo, è lei! (si atteggia in modi maliziosi) Evaristo Maledetti, come sta il suo ginocchio?

                               Nel frattempo Marcello prende i fogli del suo discorso e gira per la scena, ripetendolo in silenzio e anche correggendolo

EVARISTO           Direi abbastanza bene, signora Giulia Vereconda Prosciutti…

GIULIA                  Nata Scotti Birbantella…

EVARISTO           E il neo di cui mi parlava?

MARCELLO         (ha un attimo di presenza) Neo? (ma poi ritorna alla sue occupazioni)

EVARISTO           E’ ancora irritato?

GIULIA                  Irritatissimo! (maliziosa) Avrei bisogno di farlo vedere a qualcuno che se ne intende.


EVARISTO           Se le può interessare, la dermatologia è sempre stato un mio hobby.

GIULIA                  Bene! Allora dovrà darmi un suo parere.

EVARISTO           Non mancherò.

GIULIA                  Certo, la posizione del neo è un po’… un po’…

EVARISTO           Birbantella?

GIULIA                  Ecco, bravo, proprio come il mio cognome da nubile, (dimenandosi) Birbantella…

MARCELLO         Giulia, smettila di dimenarti!... Evaristo, ascolti, per la mia autobiografia si potrebbe anche mettere: una unione riuscitissima con una donna di non prestigiose condizioni, ma che con il suo amore e la sua fedeltà rende felice il marito, eccetera, eccetera. Vedete un po’ voi, Evaristo.

EVARISTO           (che non gli aveva badato, ma sempre con gli occhi fissi su Giulia) Per vedere, vedo perfettamente, presidente!

GIULIA                  Lei ha un’ottima vista, Evaristo! Non come mio marito, che sta diventando miope!

MARCELLO         Miope? Io ci vedo benissimo.

GIULIA                  (si atteggia maliziosa) Già, ma non vedi quello che c’è da vedere!

MARCELLO         Vada pure, Evaristo. Ah, dovrebbe venire un tale per l’acquisto di quella famosa partita di prosciutti.

EVARISTO           Quella in via di decomposizione?

MARCELLO         Ma che dice, mio caro? Quella invecchiata…

EVARISTO           … e dimenticata…

MARCELLO         ... nelle nostre famose grotte miscellari. Mi ha scritto un amico dicendomi che ha trovato un compratore.

EVARISTO           Poverino!

MARCELLO         Sì, forse la partita ha un poco superato la giusta stagionatura, ma non puzza mica!

EVARISTO           No!

MARCELLO         Dai, vedremo di fargli un ottimo prezzo! Forse questa è la volta buona…

EVARISTO           ... che sbologna la bologna!  Vado. (esce verso l’esterno dell’hotel)

                               Entra discretamente Asia dall’interno dell’hotel e si porta al bancone.


GIULIA                  Cos’è questa storia:  “di non prestigiose condizioni”?

MARCELLO         Quando ti ho sposata, facevi le pulizie in una profumeria, mia cara.

GIULIA                  Ero già passata al settore “customer service”!

MARCELLO         E che vuol dire?

GIULIA                  Non lo so!

MARCELLO         E io ero già passato dalla “Marcello Prosciutti” alla rinomata “Prosciutti Marcello & Company, esse, pi, à, azienda leader del settore.

GIULIA                  Quanto la fai lunga! Pensa che la mia ditta individuale “Giulia Vereconda Scotti Birbantella”, fu rinominata a furor di popolo “Amici di Joujou & Company”. Dove Joujou, naturalmente, sta per Giulia… (si ancheggia al tempo della musica)

- AUDIO 17 (“Gigolettes” La danza delle libellule - operetta)

MARCELLO         Taci! Se si venisse a conoscere la vita scellerata che hai condotto prima di sposarmi, sarei rovinato!

GIULIA                  Guarda che all’ultimo pranzo del governo c’era un insieme di mogli che… Dio ci scampi! Comunque io, da quando ti ho sposato, ti sono stata sempre fedele. Lo posso giurare sulla tua testa!

MARCELLO         Lascia stare la mia testa che la sento in pericolo!

GIULIA                  E fai male! E va bene, allora sulla testa di mia madre, sei contento?

MARCELLO         Sì, sulla testa della suocera, chissà, potrebbe portare cose buone!

GIULIA                  Spiritoso! Comunque anche tu bada di non fare scappatelle, altrimenti... A proposito, mi devi accompagnare a far spese.

MARCELLO         Non posso. Deve arrivare il re di Boccadoro e ci sono ancora dei preparativi da fare.

GIULIA                  E magari anche il famoso Orazio Oppressore Bonvicini?

MARCELLO         Sì, il terrore del pubblico impiego di Boccadoro. Ma perché, lo conosci? Non dirmi che lo conosci!

GIULIA                  Non te lo dico, così stai bello tranquillo. Ah, Asia! Mi porti in giardino una tazza di cioccolata fondente. (esce ancheggiando verso l’esterno dell’hotel)

- AUDIO 18 (“Gigolettes” La danza delle libellule - operetta)

ASIA                      (dopo un momento) Sarà fatto, signora Giulia Vereconda Prosciutti, nata Scotti Birbantella. (telefona al bar per ordinare la cioccolata)


MARCELLO         Giulia, per l’amore di Dio, smettila di dimenarti!

                               Ah, Asia! Da quando è qui?

ASIA                      Da un po’.

MARCELLO         Da un po’?

ASIA                      Da un po’.

MARCELLO         Va bene. Anzi, male! Ah, Asia, lei non ha visto e soprattutto non ha sentito niente, vero?

ASIA                      Assolutamente no.

MARCELLO         Bene, vado, anch’io. Ah, Asia! Lei si ricorda quello che le dico ogni volta che la vedo?

ASIA                      Al momento non mi sovviene, signore.

MARCELLO         Che se lei volesse, potrebbe fare (sottolineato) MOLTO per me...

ASIA                      Cosa posso fare MOLTO per lei, signor Prosciutti?

MARCELLO         Asia, è una vita che glielo ripeto!

ASIA                      Vede, signor Prosciutti, io ho sì una (calca, ironica) smisuratapredilezione per lei...

MARCELLO         (stropicciandosi le mani) Oh, bene! Allora possiamo...

ASIA                      (lo interrompe)  Allora non possiamo, presidente. Primo, perché lei è sposato e la signora Giulia potrebbe prendere la pistola della signorina Mansueta e fare... pam! E allora, purtroppo, rimarremmo senza il nostro beneamato presidente! Va beh che morto un Papa, se ne fa un altro...

MARCELLO         Grazie!

ASIA                      Prego! Secondo, c’è una (calca) piccolissima differenza di età...

MARCELLO         A me son sempre piaciute le donne più vecchie di me.

ASIA                      Complesso di Edipo?

MARCELLO         Non so. E poi non li conosce i proverbi?

ASIA                      Sì, la gallina... la botte... il vino vecchio... il lardo stagionato...

MARCELLO         Appunto! Vede che non c’è problema?

ASIA                      C’è, c’è!


MARCELLO         Ma no che non c’è! Ah, Asia! Ora vado, ma torno fra non molto, così possiamo  controllare insieme se nella camera, che è stata predisposta per il re di Boccadoro, ci sia un letto comodo, morbido e confortevole...

ASIA                      Non ci credo!

MARCELLO         Ci vediamo. Ah, Asia!  E mi aspetti a braccia aperte! (esce verso l’esterno dell’hotel)

ASIA                      Presidente, lei è sempre il benvenuto! E ad attenderla chi ci sarà? Ci sarà la nostra paradisiaca cioccolata fondente, che dona gusto e dolcezza alla vita.

- AUDIO 19 (musica da “L’acqua cheta”- operetta)

Entra dall’interno dell’hotel Geronzio Vedetutto e, a tempo di musica, fa una piroetta o due, fino a fermarsi di colpo davanti al bancone.

 


Scena 5

(Geronzio Vedetutto)

GERONZIO          Buongiorno.

ASIA                      Ma, scusi, lei da dove viene? Non l’ho vista entrare.

GERONZIO          Nessuno mi nota, nessuno mi vede! E’ il mio mestiere!

Sono Geronzio Vedetutto, capo della polizia segreta di sua maestà Maurizio Oreste Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà, sovrano regnante di Boccadoro. Erede eminente e grand’ammiraglio della casata dei Porro, Barbiano, Serravalle Scrivia, Civengosubito.

ASIA                      E allora: buongiorno, signor Geronzio Vedotutto.

GERONZIO          VEDEtutto!

ASIA                      VEDEtutto!

GERONZIO          Lei stava parlando con il presidente dell’isola/stato di Narciso, che purtroppo da là dietro non ho avuto il piacere di conoscere. Questa mia intuizione...

ASIA                      Quale?

GERONZIO          Quella che lei stava parlando con il presidente. Questa mia intuizione, dicevo, le dà un’idea esatta delle mie doti investigative e della mia acutezza nelle deduzioni finali.

ASIA                      E del suo udito, signore, perché da là dietro, lei ha sentito quando io l’ho chiamato “presidente”.


GERONZIO          (un tempo. La guarda male)

Ma parliamo di lei. Un semplice esame visivo mi suggerisce che lei è addetta alla reception. «Come ho fatto a capirlo?» dirà lei. Semplice, Watson, la vedo situata dietro a un bancone!

ASIA                      Lei è molto perspicace!

GERONZIO          Grazie. Un dono naturale.

Inoltre: lo sguardo è severo, il piglio è risoluto, quindi congetturo, ipotizzo, e deduco, senza possibilità di errore, che lei è anche la responsabile dell’hotel.

ASIA                      L’intelligenza non è acqua!

GERONZIO          Parole sante, mia cara. Ma veniamo all’apice delle mie intuizioni: la paradisiaca cioccolata fondente che aspetta il presidente, come poco fa l’ho sentita dire, chi è?

ASIA                      Chi è?

GERONZIO          E’ lei! Lei, che promette di dare gusto e dolcezza alla vita di Marcello Emilio Prosciutti.

ASIA                      E questa da dove l’ha pescata?

GERONZIO          Un dono naturale, grazie. Ma andiamo avanti ad esaminare la sua situazione.

ASIA                      Andiamo avanti.

GERONZIO          Niente fede, quindi: non sposata! Accesso illimitato alle (sottolinea) camere da letto dell’hotel. Non giovane, ma ancora piacente. Magra, come giusta alternativa alla moglie piuttosto rotondetta del presidente. Ergo congetturo, ipotizzo e deduco, senza possibilità di errore, che lei è... l’amante occulta del presidente Prosciutti!

ASIA                      Bella stupidaggine, signor Vedotutto!

GERONZIO          VEDEtutto!

Entra dall’esterno dell’hotel Marcello che si vuol dirigere al bancone, ma è impedito da Geronzio che gli si para davanti.

MARCELLO         Ah, Asia! Mi sono dimenticato di dirle che il re arriva con la moglie e quindi bisogna predisporre... (a Geronzio) Ma insomma! Si tolga di mezzo!

GERONZIO          Assolutamente no! Devo parlarle.

MARCELLO         E lei chi è?

GERONZIO          Geronzio Vedetutto, capo della polizia segreta.


MARCELLO         Ma mi faccia il piacere! In questo paese non esiste polizia segreta.

GERONZIO          Ma io non sono...

MARCELLO         Lasci perdere. Ho fretta e si tolga di mezzo!

GERONZIO          Resistenza alla forza pubblica!

MARCELLO         Ma quale forza pubblica! Lei non sa con chi sta parlando! Io sono...

GERONZIO          Alt! Sarei un ben modesto investigatore, se non sapessi subito, solo vedendo una persona, a chi mi rivolgo.

MARCELLO         Senti, senti… E chi dite che io sia?

GERONZIO          Bastano poche deduzioni logiche. Io non mi sbaglio mai!

                               Uno! Lei ha parlato ora dell’arrivo del re e dei preparativi.

Due! Il suo atteggiamento verso la signora Asia, denota una certa dimestichezza con le persone stipendiate.

Tre! Quell’anello al dito prova che lei è sposato e quella macchia sulla manica dimostra che sua moglie ha ben poca cura di lei. Dunque: non la ama!

MARCELLO         Ma senti questo!

GERONZIO          Inoltre è bionda, perché questo capello è sicuramente di sua moglie e non di un’altra donna. «Perché non di un’altra donna?» lei mi chiede con amletico dubbio. Semplice, Watson, lei non può avere un’altra donna, e quindi tradire sua moglie, perché non glielo permettono né il fisico, né l’età, né l’aspetto in generale. Una schifezza!

Infine, il modo in cui lei veste denota scarse possibilità economiche atte a mantenere un’amante.

MARCELLO         Ah, questa poi…!

GERONZIO          Quarto! Quelle pieghe ai ginocchi dei pantaloni evidenziano un lavoro sedentario.

Quinto! Lei ha l’occhio spento di chi è abituato ad obbedire.

Sesto! Le sue dita sono macchiate di inchiostro.

Ergo, congetturo, ipotizzo, e deduco, senza possibilità di errore, che lei è il segretario del presidente Marcello Emilio Prosciutti.

MARCELLO         Ascolti un po’, signor Geronzio Vedotutto.

                              

GERONZIO          VEDEtutto!

MARCELLO         Lei è un superlativo incapace, perché ha commesso un errore madornale: io SONO il presidente dell’isola/stato di Narciso, Marcello Emilio Prosciutti, in persona!

GERONZIO          Lei è… Ah! Ebbene: lei ha torto, un torto marcio!

MARCELLO         Come?!


GERONZIO          Può anche darsi che lei possa essere il presidente Prosciutti, ma  poiché teoricamente non dovrebbe esserlo, quindi: lei ha torto!

MARCELLO         Asia, ma costui da dove arriva?

GERONZIO          Ecco le domande dell’inesperto, di chi non possiede il dono della perspicacia e della intuizione, come modestamente la mia persona possiede.

(indicandosi) Quest’uomo di prim’ordine è il commissario speciale, addetto al servizio di sicurezza del re di Boccadoro.

E sua maestà è appena sbarcato sull’isola di Narciso.

- AUDIO 20 (musica tormentone)

GERONZIO          (ad Asia) E questo cos’è?

ASIA                      Provi a chiederlo al suo amico Watson!

GERONZIO          Ironia inutile, mia cara! Dunque, dicevo che, poiché sua maestà alloggerà in questo hotel...

ASIA                      Grand’Hotel!

GERONZIO          Grand’Hotel, certo, subito mi sono precipitato qui per organizzare il servizio di sicurezza.

ASIA                      Povero re! In che mani si è messo!

MARCELLO         Maurizio è già qui?

GERONZIO          Esattamente! E tra breve verrà a prendere alloggio in questo hotel.

ASIA                      Grand’Hotel!

GERONZIO          Grand’Hotel!  Ma come può succedere che lei chiami il nostro beneamato sovrano per nome?

ASIA                      E cosa dice la sua famosa perspicacia?

GERONZIO          (la guarda malissimo) Non dice niente! (poi a Marcello) Dica, dica pure in tutta tranquillità!

 

MARCELLO         Ci conosciamo da quando eravamo ragazzi. Sa, ai bei tempi, io e Maurizio ne abbiamo fatte di scorribande...

GERONZIO          Ah, ah, scorribande d’amore, immagino.

MARCELLO         Mi raccomando, è stata una confidenza strettamente riservata!

GERONZIO          Tranquillo, tranquillo.

MARCELLO         Okay. Asia, telefoni a Evaristo e gli dica di venire subito qui e di tenersi a disposizione del signor Geronzio Vedotutto.


                               Asia telefona velocemente.

GERONZIO          VEDEtutto! Il tipo è fidato? Sa la mia missione è strettamente riservata.

MARCELLO         Tranquillo. Evaristo Maledetti, il mio segretario, è la discrezione in persona. Nipote di un magistrato. Intelligente e colto. Laureato con centodieci e lode. (si avvia, ma torna da Asia)

                               (confidenziale) Ah, Asia! Lasciamoli soli a preparare il servizio d’ordine e ritiriamoci in un posto più... tranquillo...

ASIA                      Non ci credo.

MARCELLO         Così possiamo pianificare il programma per domani!

ASIA                      Non ci credo.

MARCELLO         Sia fiduciosa, una volta tanto! (a Geronzio) Ci scusi. (esce verso l’interno dell’hotel)

GERONZIO          Comodi! Comodi.Ah, Asia! (malizioso) Mi raccomando...

ASIA                      (a parte, uscendo verso l’interno dell’hotel) A te, niente cioccolata! Deficiente!

- AUDIO 21 (musica da “L’acqua cheta”- operetta)


Scena 6

(Geronzio, Mansueta, Evaristo)

MANSUETA        (entrando dall’esterno dell’hotel, furiosa) Dov’è mio fratello?

GERONZIO          Si calmi, signorina. Si metta con fiducia nelle mani di Geronzio Vedetutto e come per incanto lo troveremo.

MANSUETA        Io non mi metto nelle mani di nessuno!

GERONZIO          Non sappiamo niente di suo fratello, ma io so già tutto di lei?

MANSUETA        Ah sì? Ma guarda!

GERONZIO          (riferito al cellulare) Ma perché non funziona?

MANSUETA        Gli manca il filo. (alzando e abbassando la cornetta del telefono del bancone) Vede questo? Ha il filo e funziona!

GERONZIO          Cosa c’entra? Questo è un cellulare.

MANSUETA        I cellulari sull’isola di Narciso...

- AUDIO 22 (musica tormentone)


MANSUETA        Oh, cavolo! Ogni tanto ci casco anch’io! Dicevo che i cellulari qui non funzionano...

GERONZIO          E come mai?

MANSUETA        A lei scoprirlo, (molto ironica) sig. Geronzio Vedotutto!

                              

GERONZIO          VEDEtutto!  E come fate senza i cellulari?

MANSUETA        Ci guardiamo negli occhi e ci parliamo.

GERONZIO          E allora guardiamoci negli occhi e parliamo.

MANSUETA        Si sbrighi, che ho fretta!

GERONZIO          Io nei suoi occhi vedo la stanchezza. Vedo il viso inespressivo, la sciatteria dei suoi vestiti. Mani callose, postura bovina.

MANSUETA        Ma come si permette?!

GERONZIO          Ergo, congetturo, ipotizzo, e deduco, senza possibilità di errore, che lei è una donna delle pulizie di questo hotel.

MANSUETA        (gli dà una botta) Ma come osa? Screanzato! Io sono la sorella del presidente Prosciutti! Ergo, congetturo, ipotizzo, e deduco, senza possibilità di errore, che ora le sparerò un colpo... dove dico io! cerca la pistola)  Ma dove ho lasciato la pistola? (esce verso l’esterno dell’hotel)

GERONZIO          Però che caratterino! Poverina. Una donna con schizofrenia latente che la induce a pensare di essere ciò che non è.

EVARISTO           (entra dall’esterno dell’hotel) Geronzio Vedotutto?

GERONZIO          VEDEtutto!

EVARISTO           Ah, mi scusi. Mi hanno telefonato di mettermi in contatto con lei e di tenermi a sua disposizione. Io sono…

GERONZIO          Alt! Sarei un ben modesto poliziotto se non sapessi subito, solo vedendo una persona, a chi mi rivolgo. Un semplice esame visivo mi suggerisce senza possibilità di errore che lei è la discrezione in persona.

Intelligente, colto, e per finire: laureato con centodieci e lode.

EVARISTO           Incredibile!

GERONZIO          Grazie, grazie. Un dono naturale…

Geronzio Vedetutto capo della polizia segreta di sua maestà Maurizio Oreste Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà, eccetera, eccetera.

(gli porge un foglio) Questo è il promemoria per il servizio di sicurezza. L’elenco dei miei uomini e la loro dislocazione in borghese nei punti strategici nell’isola di…

EVARISTO           Alt! Mai nominare per intero “isola di...” eccetera, eccetera.


GERONZIO          Nei punti strategici di... quest’isola!

EVARISTO           Bravo. (dà un’occhiata al foglio) Benissimo. Sono a sua disposizione per qualsiasi necessità. Le auguro una buona giornata. (va verso l’interno dell’hotel)

GERONZIO          Buona giornata a lei. E mi saluti suo zio, il noto magistrato dell’isola di Narciso.

- AUDIO 23 (musica tormentone)

EVARISTO           (si ferma colpito lo guarda) Però! Bravo! (esce verso l’interno dell’hotel)

GERONZIO          Grazie, grazie! Un dono naturale.

- AUDIO 24 (musica da “L’acqua cheta”- operetta)

Geronzio a tempo di musica si porta verso l’esterno dell’hotel, ma si ferma di colpo perché...


Scena 7

(Geronzio e Giulia. Vecchi amici)

GIULIA                  (entra dall’esterno dell’hotel e si ferma, stupita)  Noooo!

GERONZIO          Tu qui?!

GIULIA                  Geronzio! Il pianista del Caffè-Chantant!

GERONZIO          Joujou! La gigolettes!

GIULIA                  Quanti anni?

GERONZIO          Dieci? Venti?

GIULIA                  Cosa ci fai qui!

GERONZIO          Capo della polizia segreta di Boccadoro. E tu?

GIULIA                  Cercavo Marcello Prosciutti.

GERONZIO          Sei l’amante del presidente?

GIULIA                  No! La moglie.

GERONZIO          Tu?

GIULIA                  Io!

GERONZIO          Mi siedo!  Ma come è successo?


GIULIA                  La cosa è andata così: dopo che han chiuso il Caffè-Chantant, sono stata assunta in una profumeria. Marcello è entrato. Mi ha guardata. Ha comperato un profumo e mi ha aspettata all’uscita. Mi ha detto che gli piacevo, gli ho risposto che lui non mi piaceva.

GERONZIO          Ma sei matta?! Ricco com’è!

GIULIA                  Già, ma così gli sono piaciuta di più! E allora ci siamo messi insieme. Ero contenta, sai? Ero così contenta che un bel giorno... mi ha pizzicata con Giorgio. Te lo ricordi Giorgio?

GERONZIO          E come no! Il grosso Giorgio.

GIULIA                  «Pensavo fosse una cosa seria», mi dice.

«Anch’io» gli rispondo, «ma ultimamente ero un po’ inquieta, ma così inquieta che…».  E lui: «Va beh, dai, ti perdono.»

GERONZIO          E come si fa a non perdonarti?

GIULIA                  Il problema è che la settimana dopo... ero ancora un po’ inquieta, e così mi sorprese con Felice. Te lo ricordi Felice?

GERONZIO          E come no! Il piccolo Felice, amico del grosso Giorgio.

GIULIA                  Proprio lui! E questo mise tutto a posto.

GERONZIO          Come, “mise tutto a posto”?

GIULIA                  Perché Marcello Prosciutti, esasperato, mi domandò: «Insomma, cosa bisogna fare perché tu te ne stia tranquilla?» Io, imbarazzata, non sapevo cosa rispondere, e così gli butto lì: «Sposami! E vedrai che non ti tradirò più!».

GERONZIO          E lui?

GIULIA                  «Va bene, allora ti sposo. Così vediamo se dici la verità».

GERONZIO          Scherzava...

GIULIA                  Può darsi. Ma mi ha sposata.

GERONZIO          E allora ha visto che sei una bugiarda!

GIULIA                  No, mio caro, non ha visto nulla! Perché non l’ho più tradito.

GERONZIO          Possibile?! Ma cosa ti è successo?

GIULIA                  Chi sa…? Forse non ho più incontrato il tipo giusto…

GERONZIO          Eccolo!

GIULIA                  Tu? No. Noi due ormai non possiamo che essere amici.


GERONZIO          Che peccato! Ma... e se, come allora, ci fosse la luna…?

GIULIA                  Beh, certo, se ci fosse la luna…

GERONZIO          Ah, bei tempi!

GIULIA                  Eravamo felici e non lo sapevamo.

GERONZIO          Già.

GIULIA                  E tu? E tu? Ti lascio pianista e ti ritrovo...

GERONZIO          Capo della polizia segreta di sua maestà Maurizio Oreste Faldbakken, eccetera, eccetera.

GIULIA                  Però! Ma come hai fatto?

GERONZIO          Beh, quando il caffè-chantant che portava il tuo nome...

GIULIA                  “Amici di Joujou & company”. Dove Joujou stava per Giulia...

GERONZIO          Esatto. Ha chiuso i battenti, mi sono dato alla pubblicità e, per conto di una società, offrii alla regina cinquecentomila euro per fare uno spot pubblicitario di un nuovo reggiseno. Devo dire che la regina, Susanna Luisa Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà, nata Aldobrandini Vattelapesca, rifiutò.

GIULIA                  Susanna? E’ una mia carissima amica! Beh, ha fatto bene!

GERONZIO          Vero. Rifiutò i cinquecentomila euro, ma chiese un milione.

GIULIA                  Ma guarda te la Susanna!

GERONZIO          Fece lo spot e io mi intrufolai a corte.

Così divenni: gran cerimoniere delle feste, poi ispettore generale del fisco, sovraintendente alle belle arti, ministro dei lavori pubblici, presidente delle telecomunicazioni, e infine capo della polizia segreta.

GIULIA                  Ma come? Tu sai fare tutte queste cose?

GERONZIO          In politica, basta non saper far nulla, che ti fanno fare tutto!

GIULIA                  (ride) Sei sempre il solito... come allora...

GERONZIO          Ti ricordi il giorno di chiusura del Caffè-Chantant?

GIULIA                  Ce ne andavamo tutti in qualche ristorantino fuori porta... E poi in barca... Cantavamo, scherzavamo... E io amavo... amavo...

GERONZIO          Chi?

GIULIA                  Tutti!


GERONZIO          Vero! E il pubblico che andava in delirio per quella canzone che io suonavo e tu cantavi?

GIULIA                  Non andava in delirio per la canzone, Geronzio, ma per come mi muovevo... e per come ero... vestita!

GERONZIO          SVÈSTITA! E maliziosa...

- AUDIO 25 (“Gigolettes” La danza delle libellule - operetta)

Giulia inizia ad ancheggiare, togliendosi un capo e facendolo roteare maliziosamente.

GERONZIO          Forza piccina! Brava!

                               A metà musica entrano dall’interno dell’hotel Asia e dall’esterno dell’hotel Orazio Oppressore Bonvicini.

Entrambi si bloccano e rimangono a bocca aperta vedendo la scena.

GIULIA                  Ah, Asia!... Signore... Orazio!

ORAZIO                Corpo di un impiegato lavativo! Joujou! (inebetito) Signora...

GERONZIO          (piano a Giulia) Lo conosco.

GIULIA                  (piano a Geronzio) Anch’io.

GERONZIO          (piano a Giulia) Ti pareva! Ora vai, ci penso io.

- AUDIO 26 (“Gigolettes” La danza delle libellule - operetta)

Orazio si dirige al bancone a disagio, mentre Giulia esce verso l’interno dell’hotel facendogli “ciao, ciao” con la mano.

GERONZIO          Signore, attenzione: lei parla perfettamente il russo, beve caffè amaro, in camera da letto ha un tappeto verde, a cinque anni fece una pesante indigestione di fragole, e infine ha una sorella di nome Priscilla, la quale, poverina, le è morto il marito dopo tre mesi di matrimonio e ormai da anni ne cerca un altro!

ORAZIO                Ma lei, come...?

GERONZIO          La saluto. E... attenzione alle fragole! (a tempo di musica esce verso l’esterno dell’hotel)

- AUDIO 27 (musica da “L’acqua cheta”- operetta)


Scena 8

(Orazio e Mansueta)

ORAZIO                Sono Orazio Oppressore Bonvicini,            direttore capo e tiranno del pubblico impiego di Boccadoro.

ASIA                      Buongiorno! Mi ricordo di lei. E’ già stato sulla nostra isola e gradito ospite del Grand’Hotel delle Terme.

ORAZIO                Sua maestà è già qui?

ASIA                      Non ancora. Lo aspettiamo. Queste sono le chiavi della sua suite. Salottino e due camere con bagno indipendente, una per lei e una per sua sorella... (consulta) Priscilla.

MANSUETA        (entrando di gran carriera dall’esterno dell’hotel) Ah, Asia! E mio fratello?

ASIA                      In sala riunioni.

MANSUETA        Quel deficiente! Me lo vada a chiamare!

ASIA                      Per favore, è più bello, signorina Mansueta Furiosa Prosciutti. Vado. (esce verso l’interno dell’hotel)

ORAZIO                Sempre la solita Mansueta Furiosa, eh?

MANSUETA        Orazio! (lo abbraccia con modi forti) Caro Orazio...

ORAZIO                Che... piacere...! (sballottato dall’abbraccio) E tuo fratello?

MANSUETA        Sempre preso con i prosciutti e la politica, quell’ignorante!

ORAZIO                In questi giorni spero di conoscerlo.

MANSUETA        Se sei qui per l’arrivo del tuo re, lo conoscerai senz’altro. Ma è la prima volta che vieni qui sull’isola di Nar...? (fa un gestaccio per dire che ha fregato la musichetta)

ORAZIO                Cosa fai?

MANSUETA        Niente, niente. Tradizioni del luogo.

ORAZIO                Veramente sono già stato qui. In incognito però.

MANSUETA        Ho capito, seguivi qualche impiegato che timbrava il cartellino e poi veniva qui a fare il bagno.

ORAZIO                No, no, niente di tutto questo. Questioni... personali. (un tempo)  Dai, a te lo posso dire.


MANSUETA        Direi! Se non parli, ti spacco la faccia!

ORAZIO                La mia Mansueta! Sempre dolce e... mansueta!

MANSUETA        Allora?

ORAZIO                Sono stato qui a Narciso a causa di... Cleopatra.

MANSUETA        Toh! Credevo fosse morta da un pezzo!

ORAZIO                Ma non quella dell’aspide! La mia è una birbona che mi ha fatto passare delle ore... incantevoli!

MANSUETA        Voi uomini! Sempre uguali!

ORAZIO                Sempre! E che vedi, al momento... giusto, questa Cleopatra ha un modo tutto suo di chiamarmi “mio bel Antonio”, che non ne hai idea!

MANSUETA        (burbera) Immagino, “Mio bel Antonio!”

ORAZIO                Beh, non proprio così...! Una sera arrivo all’improvviso a casa sua e sento una voce maschile e Cleopatra che urla: «Mio bel Antonio!».

Corpo di un impiegato lavativo! Allora mi precipito in camera da letto pronto a tirare il collo all’usurpatore!

MANSUETA        Bravo!

ORAZIO                Sì, ma costui mi si para davanti e mi molla un ceffone formidabile!

MANSUETA        Oddio! L’hai ucciso?

ORAZIO                No, sono stramazzato a terra e lui è fuggito!

MANSUETA        Maledetto! Dovevi sparargli! Ma almeno l’hai riconosciuto?

ORAZIO                Ma... non so... Era buio.  Guarda, sono mesi che non dormo al pensiero!

MANSUETA        Ci credo!

ORAZIO                A me, il tiranno del pubblico impiego di Boccadoro!

MANSUETA        Beato te! Poter angustiare tutti quei dipendenti!

ORAZIO                Così mi sono rivolto a un’agenzia investigativa. Mi hanno detto che domani sera, alla festa per il re, mi consegneranno il nome e una foto.

MANSUETA        Bene. Così gli spariamo un colpo di pistola e non se ne parla più!! (la estrae)

ORAZIO                Ehi, ehi, calma!

MANSUETA        Stai tranquillo, è scarica. (spara in aria)


- AUDIO 28 (colpo di pistola)

ORAZIO                Corpo di un impiegato lavativo!

MANSUETA        Devo stare più attenta...

ORAZIO                Direi!

ASIA                      (entrando dall’interno dell’hotel, in allarme per lo sparo) Tutto a posto?

MANSUETA        Tutto a posto. (a Orazio) Ma tua sorella?

ORAZIO                Priscilla sta bene. Si era finalmente sposata, ma quell’imbecille di suo marito è morto dopo tre mesi, di infarto.

MANSUETA        Non ha retto le voglie di Priscilla, che da trent’anni cercava un uomo con cui sfogarsi!

ORAZIO                Esatto! Dopo la perdita del marito, era andata in depressione, ma ultimamente mi ha rivelato di aver trovato un nuovo amore. Un certo Agostino Strappa... qualcosa.

MANSUETA        Speriamo si strappino il cuore a vicenda!

ORAZIO                Speriamo. Ma fatti raccontare tutto da Priscilla, appena arriva.

MANSUETA        Priscilla... la rivedo con piacere. Dai, vieni di là con me che ci beviamo una cioccolata e che ti faccio conoscere quell’incapace di mio fratello. (va verso l’interno dell’hotel)

ORAZIO                (la segue) Dai, non tanto incapace se è riuscito a creare un’industria così rinomata.

MANSUETA        Un cretino!

- AUDIO 29 (“Bambolina” La danza delle libellule- operetta)

                               Escono entrambi verso l’interno dell’hotel.

 


Scena 9

(Sergio e Marcello. Un equivoco)

MARCELLO         (entra dall’interno dell’hotel) Quello sparo! Ancora mia sorella?

ASIA                      Esattamente! Prima o poi ci scappa il morto!

MARCELLO         Si è spaventata?

ASIA                      Ci vuol altro!


MARCELLO         Povera Asia...! Scommetto che questa sera non riuscirà a prender sonno.

ASIA                      Io scommetto di sì!

MARCELLO         Ma io un rimedio ce l’ho per tranquillizzarla. Questa sera le porto in camera una bella cioccolata fondente che, oltre donare gusto e dolcezza alla vita, sembra sia anche afrodisiaca.

ASIA                      Controllerò se sia tra gli attributi di questa bevanda.

MARCELLO         Così magari la mia Asia si “smollerà” un po’... e potrò farle un po’ di compagnia!

ASIA                      Non ci credo!

MARCELLO         E vedrà che vicina a me, si sentirà tranquilla e al sicuro.

ASIA                      Non ci credo.

MARCELLO         Asia, lei è titubante.

ASIA                      Assolutamente sì!

MARCELLO         Non si fida di me?

ASIA                      Assolutamente no!

MARCELLO         Ma perché, Asia? Sia sincera. A cosa pensa?

ASIA                      A quello che pensa lei, signor Marcello! Mi scusi, ma ho da fare. (esce verso l’interno dell’hotel)

MARCELLO         Una fortezza inespugnabile!

- AUDIO 30 (“Tu che mi hai preso il cuor” Il paese del sorriso

- operetta)

SERGIO               (entra dall’interno dell’hotel, struggendosi al suono della musica. Poi, accorgendosi di Marcello) Ah, signore...

MARCELLO         Dica.

SERGIO               E’ lei Marcello Emilio Prosciutti?

MARCELLO         Esattamente. Guardi però che sono di fretta.

SERGIO               Io sono quello della lettera!

MARCELLO         Ah, bene! L’aspettavo, sa? Si accomodi, così possiamo parlare di quella famosa partita. (si siede)

SERGIO               No...! E’ partita!


MARCELLO         Ma no, ma no, è sempre custodita nelle nostre grotte miscellari!

SERGIO               (si siede) Custodita...?

MARCELLO         Per non aumentarne l’invecchiamento. Sa, sono sincero, non è più proprio... di primo pelo.

SERGIO               Beh, sì, certo, non proprio di primo pelo...

MARCELLO         E devo ammettere che forse ha superato di poco la giusta stagionatura, ma se ne innamorerà subito, vedrà.

SERGIO               Se è per questo, lo sono già.

MARCELLO         Bravo! E per venirle incontro, le farò un grosso sconto.

SERGIO               Per carità, non parliamo di soldi, signor Prosciutti. Quello che deciderà lei, andrà senz’altro bene. Ma allora, lei è d’accordo?

MARCELLO         Io? Assolutamente, sì! Era già mia intenzione liberarmene...

SERGIO               Liberarsene?

MARCELLO         Sì, no, volevo dire... che anche se mi sono affezionato a questa partita,...

SERGIO               (a parte) Non capisco. Ma non si chiama Mansueta?

MARCELLO         ... non essendo più tanto giovane, comincia a darmi qualche pensiero. Ma non puzza, sa?

SERGIO               Perché, si lava poco?

MARCELLO         Mai! L’acqua è oltremodo nociva.

SERGIO               Beh, magari qualche volta...

MARCELLO         Mai! Ed è proprio per questo che è ancora, come si può dire, di sapore esuberante!

SERGIO               Eh, altro che esuberante! Ho visto e... (massaggiandosi la guancia) ... anche sentito!

MARCELLO         Comunque io le dico le cose come stanno, e poi, se avrà ancora intenzione, facciamo il contratto e... buonanotte al secchio!

SERGIO               Quale secchio?

MARCELLO         E un modo di dire, come... arrivederci e grazie. (si alza)

SERGIO               (si alza) No! Non vada via!

MARCELLO         Ma chi si muove?


SERGIO               Mi ero spaventato.

MARCELLO         Da quello che mi è sembrato di capire, lei l’ha già visionata.

SERGIO               Sì, sì... e me ne sono subito innamorato!

MARCELLO         Bene! Ma non è il solo, sa?

SERGIO               No eh? E beh, data l’età... e poi (con malizia) rotonda come lei, se ne vedono poche...

MARCELLO         Sì, è vero, certi pezzi hanno un gusto pieno e rotondo.

SERGIO               Concordo!

MARCELLO         Ci sono molte parti interessanti, sa? Ad esempio la testa del...

SERGIO               Ah, sì, la testa, un incanto...

MARCELLO         Già, ma il petto? Che ne dice del petto?

SERGIO               Cosa dico? Meraviglioso! Abbondante!

MARCELLO         E non solo quello. Tutta la partita è molto abbondante!

SERGIO               Ho visto! (a parte) Niente. Lui la chiama Partita. Sarà un vezzeggiativo...

MARCELLO         Sa che qui da noi, è tradizione fare con il petto una lavorazione speciale?

SERGIO               Con il petto?

MARCELLO         Proprio! E poi, alla Fiera del Porco, si mette in mostra il risultato.

SERGIO               Davanti a tutti?

MARCELLO         Davanti a tutti. Senza segreti!

SERGIO               Però!

MARCELLO         E i posteriori? Le ha viste le parti dei posteriori?

SERGIO               Sii... un’occhiata...

MARCELLO         Abbiamo fatto cose meravigliose con i posteriori!

SERGIO               Ah, sì?

MARCELLO         Certo. Devo farglieli assaggiare prima di concludere il contratto.

SERGIO               Me li fa assaggiare?

MARCELLO         Sicuro! Ne rimarrà deliziato, vedrà!


SERGIO               Devo assaggiare i posteriori?

MARCELLO         Ma sicuro! Attenzione però, prima di assaggiare qualsiasi parte, bisogna prima scaldarla.

SERGIO               Eh, beh, un po’ di preliminari ci vogliono sempre.

MARCELLO         E’ una regola aurea, il gusto ne guadagna!

Ah, ma prima della firma del contratto, devo fargliela provare.

SERGIO               Non mi permetterei mai!

MARCELLO         Ma no, sa quanti l’hanno già fatto?

SERGIO               (deluso) Ah, sì...?

MARCELLO         Certo! Poi, se non ce la fa da solo a, diciamo, piazzarla come vuol lei, può sempre farsi aiutare da qualche amico disponibile...

SERGIO               Ah, per certe cose c’è sempre un amico disponibile!

MARCELLO         Però... ci sono anche dei però! Qualche difettuccio c’è, non si può negarlo. E siccome, una volta fatto l’affare, non voglio lamentele, io glieli dico subito.

Ad esempio potrebbe anche trovare qualche parte con un sapore, diciamo, un po’... pesante.

SERGIO               Puzza?

MARCELLO         Ma no! Però il sapore potrebbe non essere di suo pieno gradimento. Potrebbe, senza volerlo, esserne aggredito.

SERGIO               L’ha già fatto!

MARCELLO         (non lo sente) Ma a tutto c’è rimedio. Prima di... godersela, diciamo, deve... come si può dire, accarezzarla, ecco, sì, accarezzarla, soprattutto la pancetta.

SERGIO               La pancetta? Lo farò!

MARCELLO         Eh, sì, perché la pancetta, mentre la gusta, potrebbe anche morderla, tutto, qui, (dalla gola con la mano scende fino alle parti basse) qui e qui, fino alle parti basse!

SERGIO               Oddio!

MARCELLO         Non è una sensazione piacevole, mi creda.

SERGIO               Ci credo!

MARCELLO         E nel caso, dovesse proprio aggredirla con il suo carattere forte, usi qualche zuccherino.


SERGIO               Zuccherino...

MARCELLO         Bene, le ho detto tutto, se avesse cambiato idea...

SERGIO               Guardi, ne sono troppo innamorato, per non prenderla. A me poi piacciono quelle piene di temperamento!

MARCELLO         Bravo! Bravo.

- AUDIO 31 (“Arriva il re” Donne viennesi- operetta)

MARCELLO         Arriva Maurizio, il re di Boccadoro. 

SERGIO               (a parte)  Mio cugino! Per ora sarà meglio non farsi riconoscere.

(a Marcello) Bene, attendo un suo cenno per la firma del contratto.

(esce verso l’interno dell’hotel)

MARCELLO         Certo, certo. Ma dove sono finiti tutti? (va verso l’interno dell’hotel e si trova vicino al bancone) Asia! Giulia! Evaristo! Mansueta!

(poi si gira verso l’entrata dell’hotel, quasi sull’attenti)


Scena 10

(Arriva il re)

MAURIZIO           (entra dall’esterno dell’hotel,  ma non vede Marcello) Buongiorno a tutti! Beh, proprio tutti non direi, qui non c’è nessuno!

MARCELLO         Maurizio!

MAURIZIO           Marcello!

                               Un abbraccio.

MARCELLO         Ma sei solo? Pensavo arrivassi in pompa magna.

MAURIZIO           Marcello, ormai i re non valgono più una cicca.

MARCELLO         (va a guardare verso l’esterno dell’hotel) Ma scusa, la banda dov’è?

MURIZIO              Quale banda?

MARCELLO         Quella che ho sentito suonare.

MAURIZIO           Aggiornati, amico mio! (estraendo un cellulare) La musica me l’hanno registrata qui su. Ma a proposito, come mai non riesco a telefonare?

MARCELLO         I cellulari sull’isola di Narciso...

- AUDIO 32 (musica tormentone)


MARCELLO         non funzionano.

MAURIZIO           Cos’era?

MARCELLO         Poi ti spiego.

MAURIZIO           E come fate senza i cellulari?

MARCELLO         Ci guardiamo negli occhi e ci parliamo. Ma tutti gli altri?

MAURIZIO           Orazio e Priscilla dovrebbero essere già qui. Due o tre ministri li ho mollati in giro a fare acquisti insieme a mia moglie.

MARCELLO         Susanna, la mitica Susanna. Come va la vita?

MAURIZIO           Mah, ti dirò, fino a pochi anni fa, quando attraversavo le vie della città, il popolo al mio passaggio gridava: «Tiranno! Idiota! Canaglia!» e cose così. Adesso, da quando c’è anche da noi la democrazia, non dicono più nulla. Anche quest’ultimo segno di fedeltà verso la casa regnante è scomparso. Anzi mi ignorano proprio!

MARCELLO         Oh, povero Maurizio!

MAURIZIO           Io sarò il re preferito dagli scolari. Diranno: «Che re simpatico! Con lui non c’è da perder tempo. Basta imparare la data di nascita e quella di morte, e siamo a posto. Non ha fatto altro!».

MARCELLO         Dai, non esagerare! Ma dimmi, sei pronto per stipulare il trattato commerciale tra i nostri due stati?

MAURIZIO           Sì, basta che non sia come quel congresso che abbiamo fatto due o tre anni fa.

MARCELLO         Sì ricordo, una noia...

MAURIZIO           Niente donne, niente spettacoli! Erano venuti tutti con la moglie, accidenti! Ah, le mogli!

MARCELLO         Già, le mogli!

MAURIZIO           Pensare che io non sapevo cosa fosse la vera felicità fino a quando non mi sono sposato. Poi... è stato troppo tardi!

MARCELLO         Purtroppo!

MAURIZIO           Ma qui la vita notturna com’è, com’è?

MARCELLO         Così, così. Però c’è un posto “Il pavone d’oro”, (malizioso) molto interessante! La gente fa a pugni per entrare! Guarda, uno scandalo, una vergogna! Che tempi, mio caro, che tempi!

MAURIZIO           Dobbiamo andarci!


MARCELLO         Ci puoi giurare! Quindi: pronto a folleggiare? Sai ho conosciuto una tizia... Cleopatra.

MAURIZIO           Toh! Credevo fosse morta da un pezzo!

MARCELLO         Ma non quella dell’aspide! La mia è una birbona che mi ha fatto passare delle ore... incantevoli!

MAURIZIO           Beato te!

MARCELLO         Al momento... giusto, questa Cleopatra ha un modo tutto suo di chiamarmi “mio bel Antonio”, che non ne hai idea!

MAURIZIO           (sognante) Immagino!

MARCELLO         Eh, ma chissà cosa ne fai tu, pezzo di canaglia!

MAURIZIO           Ma che canaglia! In tutti questi anni di matrimonio non ho mai tradito una sola volta Susanna.

MARCELLO         E come mai? (con la mano...) Non...?

MAURIZIO           Ma no, la colpa è di tutti quegli autori teatrali!

MARCELLO         Autori teatrali?

MAURIZIO           Da anni, Susanna si è appassionata al teatro di genere brillante. Da quelli più antichi, Feydeau, Scribe, a quelli più moderni, tipo Ray Cooney, sai quello di “Taxi a due piazze”?

MARCELLO         Sì, ho presente. E allora?

MAURIZIO           Allora! Lei da quelle commedie, che parlano quasi sempre di corna, ha imparato tutte le malizie, tutti gli intrighi che gli uomini possono escogitare per tradire la moglie.

Ho un bel pari a inventarmi qualche sotterfugio, ma appena apro bocca, lei mi dice: «Carino mio, cerca qualcosa di più originale, perché questa scusa è nella tale commedia, del tale autore».

MARCELLO         Hai capito!

MAURIZIO           Non c’è nulla da fare.

MARCELLO         Cerca qualcosa di nuovo, come ho fatto io. Pensa che un giorno ero con quella tale Cleopatra. A un certo punto è entrato in camera un tizio e per liberarmene gli ho mollato uno sberlone. Da quel giorno mi son detto: «Caro mio, costui poteva essere tua moglie!». E allora ho cercato e ho trovato un metodo nuovo, sicuro e infallibile.

MAURIZIO           Sarà. Ma con mia moglie mi sa che non attacca.


MARCELLO         Attacca anche con Susanna, stai tranquillo, perché il mio metodo è geniale, te lo garantisco. Guarda, ti dirò di più, se mia moglie, o la tua Susanna, mi trovassero anche tra le braccia di una giovane vedovella, giurerebbero sulla mia innocenza. Puro come una colomba!

MAURIZIO           Hai trovato un metodo simile? Tu?

MARCELLO         Io!

MAURIZIO           Ti ascolto.

MARCELLO         Cosa?

MAURIZIO           Il tuo metodo infallibile.

MARCELLO         Ah, ah! E’ un segreto...

MAURIZIO           Ti rifiuti? Al tuo migliore amico?

MARCELLO         (gira e parla nell’aria) Accordo commerciale tra l’isola/stato di Narciso e di Boccadoro. (estrae il documento) Già steso dal mio segretario Evaristo, pronto da firmare.

MAURIZIO           Lo firmo.

MARCELLO         Per noi molto vantaggioso.

MAURIZIO           Lo firmo.

MARCELLO         Forse un po’ penalizzante per Boccadoro.

MAURIZIO           Lo firmo.

MARCELLO         Anzi direi: molto penalizzante... (glielo porge)

MAURIZIO           Lo firmo.

Maurizio firma.

Marcello sta per prenderlo, ma Maurizio allontana il foglio.

MAURIZIO           Eh no, mio caro, prima sputa fuori questo metodo!

MARCELLO         E va bene... Allora:...

ORAZIO                (entra dall’interno dell’hotel) Sire, buongiorno.

MAURIZIO           Buongiorno, Orazio. Ti presento Marcello Emilio Prosciutti, presidente dell’isola/stato di Narciso e noto industriale del prosciutto.

Lui è Orazio Oppressore Bonvicini,             direttore capo e tiranno del pubblico impiego di Boccadoro.

                              

                               Entrambi a disagio, si stringono la mano.


ORAZIO                Ma io la conosco...

MARCELLO         Ma no, non credo proprio, sa? Non ho mai avuto a che fare con un burocrate.

ORAZIO                Non è detto. I burocrati sono numerosi come i granelli di sabbia in riva al mare. C’è una differenza però, che la sabbia non prende lo stipendio!

MARCELLO         Bella... bella!

Entrano dall’esterno dell’hotel Susanna e Geronzio.

Geronzio porta diversi pacchetti delle spese fatte da Susanna.

SUSANNA           Maurizio, sei qui? Ho fatto un po’ di spese...

MARCELLO         Oh, ecco la nostra regina di Boccadoro! Ciao, Susanna.

SUSANNA           Ciao, Marcello! Bonvicini, buongiorno.

ORAZIO                Susanna Luisa Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà, nata Aldobrandini Vattelapesca, i miei omaggi.

                               Entrano dall’interno dell’hotel: Evaristo, Giulia, Mansueta e Sergio.

Saluti a soggetto.

Entra dall’interno dell’hotel anche Asia.

ASIA                      Cioccolata fondente per tutti?

TUTTI                    (a soggetto) Sì! / Per tutti. / Va bene. / Ci sta. / Okey/ (eccetera)

MANSUETA        Silenzio! Silenzio! Ascoltate! Propongo un coro di benvenuto alla casa regnante di Boccadoro.

Si schierano tutti davanti a Susanna e Maurizio per cantare e dare così il benvenuto al re e alla regina di Boccadoro.

Poi anche Susanna e Maurizio si uniranno al coro.

MANSUETA        Che parta la musica! (ed estrae, durante il canto, una pistola)

- AUDIO 33 (musica da “Al cavallino bianco” - operetta)

TUTTI                    AL GRAND’HOTEL DELLE TERME SIAM,

                               TRA I MONTI AZZURRI ED IL MAR.

                               E POI C’E’ LA CIOCCOLATA

                               CHE DONA UN GUSTO ALLA VITA.

                               SE L’ORA VIEN DI DOVER PARTIR,

                               TU VEDI UN SOGNO SVANIR.

                               NARCISO E’ L’ISOLETTA

                               CHE SEMPRE AVRAI NEL TUO CUOR.

Mansueta spara in aria un colpo.

- AUDIO 34 (colpo di pistola)

Tuttisi abbassano per lo spavento.

- SIPARIO

FINE   DEL   PRIMO   ATTO

 


ATTO   SECONDO

Scena 11

(Evaristo e Susanna - Froufrou)

- AUDIO 1 (“Frou frou” La duchessa del bel tabarin- operetta)

- BUIO SALA

- SIPARIO

                              

Susanna ed Evaristo stanno ballando al tempo della musica. Alla fine:

EVARISTO           Susanna...

SUSANNA           Evaristo...

EVARISTO           Ricordi? Io avevo quindici anni...

SUSANNA           E io quattordici...

EVARISTO           In pineta...

SUSANNA           Giocavamo...

EVARISTO           Giocavamo... (un tempo) E due anni dopo?

SUSANNA           La festa nella villa dello zio...

EVARISTO           Giocavamo...

SUSANNA           Giocavamo... (un tempo) E due anni dopo ancora?

EVARISTO           Eravamo grandicelli...

SUSANNA           ... quando pioveva tra i boschi...

EVARISTO           ... e noi ci siamo persi...


SUSANNA           ... e bagnati...

EVARISTO           ... e non solo bagnati!

SUSANNA           Evaristo Maledetti! Un po’ di contegno!

EVARISTO           Ma giocavamo!

SUSANNA           Già, giocavamo...

EVARISTO           E ora, mia Froufrou, ora sei qui, a Narciso, e potrò stringerti ancora, dolcemente...

SUSANNA           Alt! Signore, davanti a lei non c’è più la piccola Froufrou, ma la regina di Boccadoro!

EVARISTO           Sì, è vero. Ma ricordi, Froufrou, quanto era incantevole il lago di Garda qualche tempo prima che ti sposassi?

SUSANNA           Un incanto...

EVARISTO           E giocavamo...

SUSANNA           Giocavamo...

EVARISTO           (come dire: “Dai, allora, facciamo qualcosa!”) E allora?

SUSANNA           Allora, allora! Allora ero ancora Froufrou. Ora non più, mio caro amico.

EVARISTO           Ma le parole della canzone ora non sono più vere? Cosa dicono a Froufrou?

SUSANNA           Le dicono che ora, anche se è la regina, nel suo cuore rimangono i ricordi di allora. E sempre Froufrou apparterrà al suo primo amore.

- AUDIO 2  Cantato, pausa, suonato

(“Frou frou” La duchessa del bel tabarin- operetta)

                               I due reciteranno il testo della canzone accompagnando il cantato e volendo, in certi punti, anche canticchiando.

EVARISTO           FROUFROU DEL TABARIN

T’IMPONGON LA VIRTÙ

PERÒ SEI SEMPRE TU, FROUFROU!

SUSANNA           NEL TUO PALAZZO (PALAGIO) AUSTER

NON FAI CHE SOSPIRAR

COMPAGNE ALLEGRE E BEI VIVEURS.

CHIUDETE PUR L’AUGEL

IN UNA GABBIA D’OR,

RISOGNA SEMPRE IL SUO BEL CIEL...


EVARISTO           LA GABBIA DI SERRAR

PROVATEVI A SCORDAR...

SUSANNA           L’AUGELLO NON C’È PIÙ...

INSIEME              FROUFROU!

                               Finita la parte cantata, i due si guardano in silenzio.

Quando riparte la musica Susanna stringe le mani ad Evaristo per qualche secondo, con nostalgia, tristezza, amore, e poi scappa, uscendo verso l’interno dell’hotel.

                               Maurizio e Marcello entrano dall’esterno dell’hotel proprio mentre Susanna fugge da Evaristo.

Si tengono in disparte e ascoltano le parole di Evaristo.

EVARISTO           Mia Susanna... Susanna...


Scena 12

(Evaristo, Marcello e Maurizio)

EVARISTO           Schiudansi i cieli, che trionfa amore.

                               Venere sorride a tutto questo ardore

di fiamma che giammai non muore.

MAURIZIO           Diceva, Evaristo?        

EVARISTO           Oh... sire!

MAURIZIO           Lasci perdere il “sire”! Chi è fuggita di là? Cos’è questo “ardore”, questo “amore”...?

EVARISTO           Ah... no... era... Stavo recitando a sua moglie uno spot pubblicitario da sottoporre al signor Prosciutti

MARCELLO         Spot?

EVARISTO           Sì, ascolti.

                               Schiudansi i cieli, che trionfa amore.

                               Venere sorride a tutto questo ardore

di fiamma che giammai non muore... (ci pensa)

... a tutto questo ardore

di fiamma che giammai non muore

per tutti gli insaccati che produrrà

la ditta “Prosciutti Marcello & Company spa”!

MARCELLO         Ma è bellissima!

MAURIZIO           (non convinto)  Sì, ma...

MARCELLO         (lo interrompe) Bella, bella, bella! E che titolo ci vogliamo mettere?


EVARISTO           La... Venere dei prosciutti!

MAURIZIO           (dubita sempre) Ma come mai mia moglie...?

MARCELLO         (lo interrompe) Stupendo, caro Evaristo, stupendo! Aumento di stipendio a fine mese! Si metta subito in contatto con il settimanale “Lo Giuro” e lo faccia stampare!  (suona il campanello al bancone)

EVARISTO           Eseguo! (a parte)

Chissà se ella ancora mia sarà?

                               Ma in ogni caso lo stipendio aumenterà!

                               (forte) Vado. (esce verso l’esterno dell’hotel)

MAURIZIO           (a Evaristo che esce) Ma aspetti! Va beh. (a Marcello) Allora me lo dici questo metodo?

MARCELLO         Quale metodo?

MAURIZIO           Quello infallibile, a prova di Susanna, per fare qualche... scappatella!

MARCELLO         Ma l’accordo?

MAURIZIO           Eccolo!

                               Marcello cerca di prenderlo.

MAURIZIO           Eh, no, caro! Prima il metodo!

ASIA                      (entrando dall’interno dell’hotel) Buongiorno, signori. Mi avete chiamato?

MARCELLO         Sì. Bevi qualcosa? Un aperitivo...?

MAURIZIO           Aperitivo...? No. Piuttosto, signora Asia, mi faccia preparare la vostra famosa cioccolata...

ASIA                      ... che dona gusto e dolcezza alla vita. La specialità del nostro Grand’Hotel delle Terme. (fa l’ordinazione per telefono)

MAURIZIO           Dell’isola di Narciso!

- AUDIO 3 (musica tormentone)

                               Maurizio si guarda in giro.

MARCELLO         Due, Asia. Dai sediamoci fuori che ti racconto.

                               I due si avviano verso l’uscita, ma Marcello torna da Asia e Maurizio lo aspetta sull’entrata.

MARCELLO         Se vede in giro la signora Susanna...

ASIA                      La regina...


MARCELLO         Sì, le dica di stare attenta.

ASIA                      A proposito di cosa?   

MARCELLO         Di Evaristo. Prima erano in atteggiamento... (guarda verso Maurizio) Ma ora non posso spiegarle. Però se questa sera lascia aperta la porta della sua camera...

ASIA                      Non ci credo...

MARCELLO         ... la raggiungo e le racconto tutto. (un tempo) Posso? (le fa una carezza? O qualcosa di più audace?)

ASIA                      Non ci posso proprio credere!

                               Marcello raggiunge Maurizio, il quale:

MAURIZIO           Scusami un attimo, Marcello. (va da Asia)

MARCELLO         Fai, fai.

MAURIZIO           Senta, ma cos’era quella musichetta...?

ASIA                      Storia lunga, sire.

MAURIZIO           Lasci perdere il “sire”. Un’altra cosa: (estraendo un cellulare) come mai qui non funzionano?

ASIA                      Storia lunga, signore.

MAURIZIO           Cos’è? Il paese delle fiabe?

ASIA                      Può essere, signore.

MAURIZIO           Mi dica almeno questo: com’è ultimamente Marcello? Perché sa, è un mio caro vecchio amico, ma lo vedo un po’... Volevo sapere se è sempre... in pista! Mi capisce?

ASIA                      La capisco. Diciamo che il signor Marcello è sempre... in pista. Inoltre è un uomo simpatico e anche molto educato.

MAURIZIO           In che senso?  

ASIA                      Nel senso che per allungare le mani, le allunga, ma prima chiede sempre il permesso!

MAURIZIO           Ah, bene. Allora è sì invecchiato, ma è rimasto il farfallone di sempre.

ASIA                      Di sempre, signore.

Maurizio raggiunge Marcello ed escono dall’hotel.

- AUDIO 4 (“Gigolettes” La danza delle libellule - operetta)


Asia esce verso l’interno dell’hotel per preparare le cioccolate.

 


Scena 13

(Orazio e Giulia - Priscilla e Geronzio)

                               Dall’interno dell’hotel entra Giulia ancheggiando.

Dopo poco, trafelato, sempre dall’interno dell’hotel, entra Orazio.

ORAZIO                Giulia! Giulia!

GIULIA                  Orazio!

ORAZIO                Corpo di un impiegato lavativo! Ti ho inseguita per tutte le scale, chiamandoti!

GIULIA                  Non ho sentito.

ORAZIO                Non importa, mia Joujou! Mai avrei pensato di rivederti qui! (perso) Joujou...

GIULIA                  Ma ora Giulia Vereconda Prosciutti, moglie del presidente, caro Orazio.

ORAZIO                Una volta mi chiamavi “Mio bel Barbablù”.

GIULIA                  Una volta avevi la barba...

ORAZIO                Ma son sempre l’appassionato Barbablù di allora, sai... (si avvicina pericolosamente)

GIULIA                  (l’allontana) Ehi, ehi, facciamo i bravi!

ORAZIO                Almeno lasciati fare qualche piccolo complimento nella mia lingua, come allora, quando non sapevo bene la tua.

GIULIA                  No, ti prego, Orazio, i complimenti nella tua lingua, no! Sai che non resisto!

                               Ci sarà un progressivo avvicinamento.

ORAZIO                Ah, Joujou, Joujou! Saruda, martavic matakevic, poroska!

                               Intanto Asia, entra dall’interno dell’hotel, passa dietro di loro con due cioccolate da portare a Maurizio e Marcello, ed esce verso l’esterno dell’hotel. Naturalmente rallenta, osserva e ascolta qualche frase.

GIULIA                  (si scioglie) Oddio, tu mi uccidi!

ORAZIO                Rivelot, blond, tolameci...

GIULIA                  Ma cosa dici, mio bel Barbablù!?


ORAZIO                Lebin, marcinell, lacapié...

GIULIA                  Esagerato!

ORAZIO                Esagerato? Ma Joujou, ademaro zenobia, raliù!

GIULIA                  Basta, mi sto sciogliendo!

                               Entra dall’esterno dell’hotel Priscilla, seguita da Geronzio.

PRISCILLA          Orazio!

ORAZIO                Priscilla! Jouj... cioè, Giulia, ti presento...

GIULIA                  Priscilla. Ci siamo già viste qualche anno fa.

PRISCILLA          Ma certo! Giulia! (un bacio) Non riuscivo a trovare la strada. Per fortuna ho incontrato Geronzio. Ma come mai qui i cellulari non funzionano?

GIULIA                  Storia lunga, cara Priscilla. (scemando con la voce) Devi saper che alcuni anni fa... (e vanno avanti a parlare)

                              

Geronzio nel frattempo sta tastando tutto il corpo di Orazio.

ORAZIO                Corpo di un impiegato lavativo! Ma cosa sta facendo?

GERONZIO          Geronzio Vedetutto. Capo della polizia segreta di sua maestà. Dal suo accento congetturo, ipotizzo, e deduco, senza possibilità di errore, che i suoi nonni erano danesi.

ORAZIO                E invece lei è in errore. Erano di Boccadoro, da generazioni.

GERONZIO          Io non mi sbaglio mai, signore. Questo significa che i nonni l’hanno ingannata con una montagna di menzogne!

ORAZIO                Ma come si permette? Lei mi sta seccando!

                              

GERONZIO          Corporatura una schifezza, membra affaticate, schiena piegata... ma lo sguardo è furbino. Ergo, congetturo, ipotizzo, e deduco, senza possibilità di errore, che lei è il cameriere personale di sua maestà!

ORAZIO                Io sono Orazio Oppressore Bonvicini. Direttore capo e tiranno del pubblico impiego di Boccadoro. Quindi lei è un mio sottoposto...

- AUDIO 5 (musica da “L’acqua cheta”- operetta)

                               Geronzio fischiettando esce verso l’esterno dell’hotel.


ORAZIO                (gli urla) Lei è un dipendente sotto la mia giurisdizione!

                               Che gente! Signore, io vado in un’agenzia di qui. Devono darmi il nome di un tale... (mentre esce verso l’esterno dell’hotel, parlando a se stesso) che se lo trovo, lo stritolo con queste mani! Uno schiaffo a me! Corpo di un impiegato lavativo!

                              

GIULIA                  Ma poverina! Sai che non lo sapevo?

PRISCILLA          Morto dopo tre mesi di matrimonio!

GIULIA                  Che disastro!

PRISCILLA          Adesso do lezioni di pianoforte.

                              

GIULIA                  E all’orizzonte... non c’è nessuno?

PRISCILLA          Ad essere sincera, sì. Da qualche mese c’è un mio alunno che, tra un’ottava e l’altra, mi dice che mi ama, che mi adora... E così tra un fa diesis e un si bemolle...

GIULIA                  Si compone una bella sinfonia!

PRISCILLA          Già. E’ che, nella mia posizione a Boccadoro, ho dovuto pur parlargli di matrimonio!

                              

GIULIA                  E lui?

PRISCILLA          Lui si mette a fare le scale con tante di quelle stonature, che non ti dico!

GIULIA                  Stai in guardia!

PRISCILLA          Io gliel’ho detto che mio fratello è una persona in vista.

                              

GIULIA                  Ma tu? Ma tu?

PRISCILLA          Io... Non è che alla nostra età c’è da sperare nella passione travolgente, però è simpatico, molto dolce... quando un uomo deve esserlo...

Poi è gaio, espansivo come tutti i ..............

(a soggetto, secondo l’interpretazione che Marcello farà di Agostino)

GIULIA                  Ah, è (a soggetto)  ..............  E come si chiama?

PRISCILLA          Agostino.

GIULIA                  (più che sorpresa) Agostino... Strappalacrime!?

PRISCILLA          Sì. Ma lo conosci?

GIULIA                  Oh, Dio! Aspetta. (gli mostra una foto di Marcello)


PRISCILLA          Proprio lui!

                              

GIULIA                  Questo è mio marito Marcello, il presidente di quest’isola.

PRISCILLA          Ma sono uguali!

GIULIA                  Lo so.

PRISCILLA          Oh, cribbio! Adesso te ne racconto una bella. Un giorno ricevo una lettera anonima.

”Signora, il suo fidanzato Agostino la tradisce. Martedì sera cenava con una donna in atteggiamento molto... confidenziale”.

E poi alcuni giorni dopo, un’altra.

“Ma siete proprio cieca!  Venerdì, a Berna dopo il congresso, Agostino Strappalacrime ha passato la notte con Marianna Fuchs della delegazione tedesca”.

                              

GIULIA                  Non ci credo! E in quei giorni...

PRISCILLA          Gli davo regolarmente lezioni di pianoforte... e di altre cose!

GIULIA                  Anch’io ho ricevuto delle lettere anonime, uguali alle tue, su mio marito.

PRISCILLA          Poi un giorno a lezione mi dice che un tizio per strada, dandogli una pacca sulla spalla: «Come va, Marcello? Vecchio puttaniere!» Per farla breve quel tizio l’aveva preso per un altro, dicendo che si assomigliano come due gocce d’acqua. E alla fine quell’altro sarebbe tuo marito.

                               Asia rientra dall’esterno dell’hotel.

                              

GIULIA                  Brava. E anche mio marito mi ha raccontato la stessa cosa.

PRISCILLA          Ma guarda che coincidenza! Il tuo Marcello e il mio Agostino, uguali (guardando ancora la foto) come due gocce d’acqua.

Senti, non mi accompagneresti in camera che mi cambio e ne parliamo un po’?

GIULIA                  Certo.

ASIA                      Posso proporre per le signore una paradisiaca cioccolata fondente, che dona gusto e dolcezza alla vita?

PRISCILLA          Ma sì, dai, proviamo la specialità del luogo.

                               Escono verso l’interno dell’hotel.

- AUDIO 6       (“Lontan da te è morir d'amor” Il paese del sorriso

- operetta)


Scena 14

(Sergio e Mansueta)

                               Entra Sergio dall’esterno dell’hotel, struggendosi al suono della musica.

MANSUETA        (entrando dall’esterno dell’hotel, furiosa)  Possibile che io non trovi mai mio fratello!

SERGIO               Signorina Mansueta Furiosa.

MANSUETA        Sì, sono proprio furiosa! (lo squadra) E lei chi e? Ah, sì, ora ricordo! Mi aspetti qui un momento. Torno subito. (fa per andare)

SERGIO               Ma dove va?

MANSUETA        A prendere la pistola per spararle.

SERGIO               Ma no, stia qui! Devo parlarle.

MANSUETA        E cosa vuole dirmi?

SERGIO               Una cosa importante.

MANSUETA        (impaziente) Sto ascoltando.

SERGIO               Guardi che non è mica facile.

MANSUETA        Si sbrighi!

SERGIO               Io amo una donna...

MANSUETA        Oh, santa Redegonda! Tutto qui?

SERGIO               E beh, non è mica poco, sa?

MANSUETA        Mi dica il suo nome.

SERGIO               Sergio.

MANSUETA        Ma non il suo! Il nome della donna di cui è innamorato!

SERGIO               Mansueta.

MANSUETA        Io?

SERGIO               Lei!

MANSUETA        Io!? (una risata stratosferica) Guardi che se non la smette con questa storia... (mostra i denti e le mani ad artiglio)


SERGIO               (a parte) Oddio, morde! Me l’aveva detto il fratello. E non ho neppure uno zuccherino! Le accarezzerò la pancetta, come ha detto il signor Prosciutti. (lo fa o tenta di farlo)

MANSUETA        Aaaah! Ma cosa fa? Come si permette?

SERGIO               Senta, di zuccherini non ne ho. (le ficca in bocca una caramella) Questa però è una caramella buonissima!

MANSUETA        (la sputa) Ma che schifo! Senta io l’avviso: se mi gira ancora tra le scatole, le sparo... (con la mano mira la testa poi le parti basse) qui!

SERGIO               (spaventato) Oddio! (si riprende) Ma io la amo!

MANSUETA        Non dica sciocchezze!

SERGIO               Glielo giuro! Glielo giuro sulla testa... dei nostri figli!

MANSUETA        Ma come si permette!?

SERGIO               Che avremo.

MANSUETA        Brutto screanzato!

SERGIO               Stia calma! La prego stia calma. (cerca di accarezzarle la pancia)

MANSUETA        Ma brutto porco! Tenga le mani a casa sua!

SERGIO               I figli che avremo, dopo sposati, naturalmente. Anche se suo fratello mi ha detto di assaggiarla prima.

MANSUETA        Mio fratello!

SERGIO               Lui è d’accordo. Dobbiamo firmare il contratto. Sa, affari di stato. Non possiamo dire di no. Fa parte dell’accordo globale tra i nostri due stati. Io sono il cugino del re...

MANSUETA        Guardi che questo non l’aiuta, sa?

SERGIO               ... e lei la sorella del presidente Prosciutti.

MANSUETA        Purtroppo! (un tempo) Non ci posso credere! Eh, già, lui mi farebbe sposare con il primo (calcando e indicandolo) CRETINO che si presenta, pur di liberarsi di me e fare i suoi porci comodi!

SERGIO               Io di lei sono pazzo, mia dolce farfalla. Tu sei  il mio giogo, la mia bambolina...

MANSUETA        Bambolina?

SERGIO               Sì, bambolina!

- AUDIO 7 (“Bambolina” La danza delle libellule- operetta)


Sergio canticchia sul cantato della canzone.

SERGIO               BAMBOLINA, E’ L’OMBRA TUA L’AMOR.

MIA PICCINA, LA SEGUI, FUGGE OGNOR.

SE LA FUGGI, TI SEGUE ALLOR...

MANSUETA        La smetta!

- AUDIO 7 fine

MANSUETA        Ma tu sei scemo o ci fai?

SERGIO               Allora non le piaccio proprio?

MANSUETA        No!

SERGIO               E cosa diranno i nostri due stati?

MANSUETA        Che palle! Va beh, si lasci vedere... (lo rigira e rimira, intanto spregiativa) Bambolina...

Quindi lei dice che gli affari di stato ci impongono di sposarci?

SERGIO               Eh sì...

MANSUETA        Beh, proprio male non è...

SERGIO               Mansueta, io impazzisco per lei! Dalla prima volta che l’ho vista alla fiera del porco, sa? A me piacciono tanto...

MANSUETA        I porci?

SERGIO               No le fiere.

MANSUETA        Beh, almeno abbiamo gli stessi gusti.

SERGIO               E non le sono un poco simpatico?

MANSUETA        (lo guarda fisso) Come si chiama?

SERGIO               Sergio Francesco Vittone Belgioioso... (un colpo di tosse e poi:) Sonqui

MANSUETA        Lo vedo!

SERGIO               No Sonqui è il mio terzo cognome.

MANSUETA        (ride) Oddio!

SERGIO               Faremo i prosciutti “Sonqui”!

MANSUETA        (ride ancora e poi lo squadra) Beh, alla fine lei non è proprio antipatico...

                               Bello no! Ma simpatico... sì, e soprattutto molto coraggioso!


SERGIO               (le si avvicina) Allora dobbiamo suggellare il patto con un bacio.

MANSUETA        Un bacio?

SERGIO               Uno di quei lunghi baci durante i quali...

MANSUETA        Sì, la so: durante i quali le anime si fondono in un unico sospiro e quasi si desidera morire, lentamente, dolcemente, in un’estasi di felicità.

SERGIO               Brava!

MANSUETA        Un bacio...? Ma io non ho mai baciato nessuno.

SERGIO               Dovrà pur incominciare una buona volta, o no?

MANSUETA        Beh, forse, almeno dovrei provare...

                               Sergio la bacia.

- LUCE SOLO SUI DUE

MANSUETA        Ecco, adesso suoneranno le campane, gli uccellini dovrebbero cinguettare e i capelli volare nel vento.

SERGIO               Finalmente la bacio! Un brivido mi scuoterà! Ora dovrei impazzire di felicità!

MANSUETA        A proposito di capelli, domani devo ricordarmi di andare dal parrucchiere.

SERGIO               Sì, diciamo che un po’ felice lo sono, ma alla fine, a parte un certo brivido iniziale, ora ci sto facendo l’abitudine. E sì che la amo.

(si fruga nelle tasche) Oddio, ma dove ho messo le chiavi della macchina?

MANSUETA        Come è strana la vita! Si pensa che queste cose debbano essere divine, ma in fondo questi baci lunghissimi non valgono la loro fama.

(si gratta la testa) Che emozione sto provando? Nessuna. E sì che il tizio mi piace...

SERGIO               Questi baci interminabili, per le donne, sono fatti d’importanza capitale. Per noi uomini quello che interessa, diciamocelo pure, è ben altro... Chissà che ora è? (cerca di vedere l’ora all’orologio da polso) Non vedo un accidente!

MANSUETA        Però potrebbe decidersi a staccarsi, Dio mio, non si può restare eternamente così! ... Ma che palle!

SERGIO               (gioca con un piede) Che noia! Mi vien quasi da sbadigliare. Però non sarò certo io il primo a staccarmi!

MANSUETA        Almeno arrivasse qualcuno! (scruta) Macché, nemmeno un cane! Qui la situazione sta diventando assurda! Se mi stacco per prima che figura ci faccio? E poi, magari, ci resta male.


                               Da fuori si odono le voci di Giulia e  Susanna.

MANSUETA        Dio sia ringraziato!

                               Si staccano.

- LUCE SOLO SUI DUE  fine

SERGIO               (Come quando si è bevuto un litro di birra senza prender fiato) Ah!

MANSUETA        (finge di barcollare) Oddio...! Tu mi uccidi!

SERGIO               Allora?

MANSUETA        Allora tra noi è tutto finito!

SERGIO               Ma se non è neanche cominciato!

MANSUETA        No?

SERGIO               No. E poi non si può! L’accordo commerciale.

MANSUETA        Ah già, l’accordo... Va beh, visto che il destino lo vuole... Arriva gente. Vado a farmi una nuotata. (esce verso l’interno dell’hotel)

- AUDIO 8 (“Bambolina” La danza delle libellule- operetta)

                               Sergio la guarda uscire, poi:

SERGIO               Forse le cose iniziano ad andar bene. Poi, magari, prima di sposarla, seguo il consiglio di suo fratello: vedo di assaggiarla! (esce verso l’esterno dell’hotel)


Scena 15

(Giulia e Susanna)

                               Giulia e Susanna entrano dalle camere.

GIULIA                  Dunque conosci Evaristo.

SUSANNA           Sì, c’è stato qualcosa... Da ragazzi siamo cresciuti insieme. Lui era pieno di vita e io cominciavo ad essere carina... D’estate ci si trovava in pineta e si... giocava...

GIULIA                  Bello!

SUSANNA           Facevamo il gioco degli sposi.

GIULIA                  Ah!

SUSANNA           Ma innocentemente, sai?


GIULIA                  Sii...?

SUSANNA           Beh, eravamo quasi bambini: lui quindici anni, io quattordici...

GIULIA                  Non proprio bambini direi...

SUSANNA           Poi ci siamo rivisti due anni dopo, in occasione di una festa, nella villa di mio zio. Lui era diventato un giovanotto e io una signorina. Lui era molto dolce e pieno di premure e... Abbiamo rifatto il gioco degli sposi!

GIULIA                  Sempre innocentemente.

SUSANNA           Oddio, si... all’inizio... ma poi capirai...

GIULIA                  Capisco, capisco!

SUSANNA           E’ un gioco pericoloso...

GIULIA                  Abbastanza...

SUSANNA           Due anni dopo ci siamo rivisti ancora, d’estate. Eravamo andati a fare con degli amici una gita nei boschi, ma noi due ci siamo persi... Siamo tornati la mattina dopo.

GIULIA                  Ce ne avete messo di tempo per ritrovare la strada!

SUSANNA           Eh sì, un po’!

GIULIA                  E poi ti sei sposata.

SUSANNA           Sì, ma poco prima di sposarmi con Maurizio, l’ho incontrato di nuovo sul lago di Garda.

GIULIA                  E avete rifatto il gioco?

SUSANNA           Io non volevo. Capirai, dovevo sposarmi e diventare la regina di Boccadoro, ma contro il destino...

GIULIA                  Non si può combattere.

SUSANNA           Mi giudichi male?

GIULIA                  Ma figurati! Se devo essere sincera anch’io ne ho fatte da giovane, tante. Però da quando mi sono sposata con Marcello, ho chiuso.

SUSANNA           Anch’io. Da quella volta basta. Certo che se venissi a sapere che Maurizio mi tradisce...

GIULIA                  Guarda: uguale!

SUSANNA           Ma purtroppo Maurizio non può!

GIULIA                  Perché non può? Guarda che sono pochi i mariti che non...


SUSANNA           Lo so, lo so. E quell’impunito non fa a tempo a vedere una donna carina che subito gli si allargano le narici. Ma dall’idea alla pratica... è qui che ti voglio!

GIULIA                  Perché?

SUSANNA           Perché, mia cara, io ormai conosco tutti i trucchi, i sotterfugi, tutti gli stratagemmi degli uomini. Li ho imparati coltivando la mia vecchia passione per le commedie brillanti. Ho tutto il repertorio a memoria, e saprei riconoscere un marito che tradisce solo annusandolo.

GIULIA                  E allora, che hai fiutato vedendo il mio? Non che abbia sospetti su Marcello, ma da un po’ di tempo succede una cosa strana.

Un giorno ho ricevuto un biglietto anonimo che diceva: ”Signora, suo marito la tradisce. Martedì sera cenava con una donna in atteggiamento molto confidenziale”. E quel martedì è restato tutta la sera a casa con me.

SUSANNA           Ma guarda!

GIULIA                  Quindici giorni dopo un’altra lettera anonima: ”Signora, il presidente Prosciutti, suo marito, lunedì a mezzogiorno pranzava in un separé al “Moschito” con una fotomodella, e lì sono successe cose, puntini, puntini, poco chiare”.

SUSANNA           E quel lunedì...

GIULIA                  ... siamo stati ad un pranzo del governo.

SUSANNA           La faccenda è davvero strana!

GIULIA                  E ogni tanto ricevo una lettera di questo tenore. L’ultima, l’ho ancora qui. (l’estrae) “Ma siete proprio cieca!  Venerdì, a Berna dopo il congresso, suo marito ha passato la notte con Marianna Fuchs della delegazione tedesca”.

SUSANNA           E naturalmente...

GIULIA                  ... quella sera eravamo insieme in un teatro di Berna.

Poi un bel giorno, Marcello arriva a casa incavolato nero perché un tizio per strada, dandogli una pacca sulla spalla, gli dice: «Come va, Agostino? Vecchio puttaniere!» Per farla breve quel tizio l’aveva preso per un altro, dicendo che si assomigliano come due gocce d’acqua.

SUSANNA           Guarda, guarda! Così si spiegherebbero le lettere anonime.

GIULIA                  Eh, sì. Ne abbiamo riso insieme. Anche perché altri amici di questo Agostino Strappalacrime hanno fermato Marcello credendo fosse quell’altro.

SUSANNA           E il che avviene quando esce solo, naturalmente. Mai quando è con te.

GIULIA                  Esatto. Ma come fai a sapere...?


SUSANNA           (a parte) Bravo Marcello! Una bella invenzione! Non la conoscevo.

GIULIA                  Dicevi?

SUSANNA           Nulla, nulla.

GIULIA                  No scusa, qualcosa hai detto!

SUSANNA           E va bene, ho detto: una bella invenzione!

GIULIA                  Invenzione? Ma scusa, perché mio marito si sarebbe inventato una cosa del genere?

SUSANNA           Quanto sei ingenua! Tu vedi tuo marito in dolce compagnia. Cosa succede?

GIULIA                  Cosa succede?

SUSANNA           Che lui ti dirà che non era lui, ma quel fantomatico Agostino. Semplice, no?

GIULIA                  E le lettere anonime?

SUSANNA           Scritte da Marcello stesso.

GIULIA                  (urla) Ah, traditore!

SUSANNA           (guardandosi in giro) Piano!

GIULIA                  (sottovoce) Ah, traditore!

SUSANNA           Così va bene.

GIULIA                  Adesso capisco tutte quelle colazioni d’affari!

SUSANNA           Affari? Affaracci suoi!

GIULIA                  E io che mi sentivo in colpa per il mio passato, che tra l’altro lui continua a rinfacciarmi!

SUSANNA           Tuo marito! Niente nervi, niente scenate! Lascia fare a me.

GIULIA                  Fiutalo! A destra, sinistra. Sopra, sotto...

                               Ah, a proposito, guarda che Priscilla ha una relazione con quel tale Agostino. Agostino Strappalacrime. E anche lei ha ricevuto le stesse lettere anonime.

SUSANNA           Ah! Doppio ah. Ma lo incastriamo, stai tranquilla!

MARCELLO         (entrando dall’esterno dell’hotel) Ah, Giulia, sei qui? Ciao Susanna. Scusate se non pranzo con voi, ma ho una colazione d’affari. Devo piazzare una partita di prosciutti per il medio oriente.


SUSANNA           Da quando i mussulmani mangiano il prosciutto?

MARCELLO         Prosciutto?

SUSANNA           “Prosciutti per il medio oriente” hai detto.

MARCELLO         Ah, sì, no, cioè... quella è una zona... è una zona dove sono tutti cristiani!

SUSANNA           Ma guarda!

GIULIA                  (andando verso l’uscita, insieme a Susanna) Buon appetito, allora. E se trovi qualche amico di Agostino Strappalacrime, salutalo da parte nostra.

MARCELLO         Le hai detto...?

GIULIA                  E certo che le ho detto. Sai che Susanna per queste cose impazzisce!

SUSANNA           Sì, e sarebbe bello conoscerlo di persona questo tizio. Succedono cose veramente strane, qui, sull’isola di Narciso! (escono verso l’esterno dell’hotel)

- AUDIO 9 (musica tormentone)


Scena 16

(La sfida. L'attentato)

MARCELLO         (si siede) Conoscerlo di persona! Ahia! Qui c’è qualcosa che non quadra.

- AUDIO 10 (“Arriva il re” Donne viennesi- operetta)

MAURIZIO           (a musica avanzata entra dall’esterno dell’hotel con il cellulare in mano e marciando a tempo di musica)

Proprio bella ‘sta musichetta che mi hanno registrato!

(mette via il cellulare) Ah, Marcello, pensavo proprio a te. Sai che la tua idea di inventarti un sosia è proprio geniale?

MARCELLO         Geniale un cavolo!

MAURIZIO           Ma cos’hai?

MARCELLO         Ho che mia moglie, così credulona e fiduciosa, mi ha fatto delle allusioni! E con lei c’era Susanna. Quindi so chi le ha messo la pulce nell’orecchio! (sprezzante) “Conoscerlo di persona!”

MAURIZIO           Se si è messa di mezzo Susanna, sei perduto, mio caro.

MARCELLO         Perduto io?! Tu non conosci Marcello Emilio Prosciutti! Non è ancora nato chi può metterlo in difficoltà. Vedremo chi di noi due è più furbo! (andando verso l’uscita, sprezzante) “Conoscerlo di persona!”

Vuoi la guerra? (si ferma) E guerra sia! (esce verso l’esterno dell’hotel)


                               Dall’interno dell’hotel entra Mansueta con in mano una pistola.

MAURIZIO           Signorina, guardi che potrebbe essere pericolosa!

MANSUETA        (sempre burbera) E’ scarica, stia tranquillo. (e spara un colpo)

- AUDIO 11 (colpo di pistola)

                               Potrebbe volar via qualche oggetto.

MAURIZIO           Oddio! Aiuto! Un attentato! (esce verso l’interno dell’hotel)

SERGIO               (entrando dall’esterno dell’hotel) Mansueta! Ancora quella pistola!

MANSUETA        Non aver paura, è scarica. Quello era l’ultimo colpo che aveva in canna. Guarda. (fa per sparare)

SERGIO               (le prende la mano) No, no! Ci credo! Lascia perdere! Piuttosto, amore mio, quando sarai mia?

MANSUETA        La domanda non è corretta. Quella esatta è: “Quando TU sarai mio?”

SERGIO               Subito!

MANSUETA        No, oggi è domenica. E per di più pomeriggio.

SERGIO               E allora?

MANSUETA        Il pomeriggio della domenica appartiene al popolino. Sono le ore dell’amore delle impiegate, delle commesse, e nell’aria vagano i loro gridi, i loro sospiri, i loro baci, io li capto e sono incapace di unirmi a loro.

SERGIO               Domani all’alba, allora.

MANSUETA        No, all’alba fiorisce l’amore a pagamento. I nottambuli lasciano la discoteca e trovano per strada la prostituta. Lusinghe e menzogne vagano per l’aria, io le capto e sono incapace di unirmi a loro.

SERGIO               Oddio! Domani pomeriggio. Al tramonto, quando il cielo è color rosa...

MANSUETA        No, quella è l’ora dell’amore clandestino. La moglie tradisce il marito, e lui fa altrettanto con la sua impiegata. Il tramonto è l’ora dei rapidi abbracci, dei baci frettolosi, dell’amore in pochi minuti e queste cose vagano per l’aria, io le capto e...

INSIEME              ... sono incapace di unirmi a loro.

SERGIO               Domani sera. Dopo cena.

MANSUETA        Per carità! Quella è l’ora dell’amore coniugale. Abbracci abituali, insipidi, ormai diventati scialbi e incolori, senza un pizzico di estasi. Noia e sbadigli...


INSIEME              ... vagano per l’aria, io li capto e sono incapace di unirmi a loro.

SERGIO               Ma allora quando? Alla domenica no, all’alba no, al pomeriggio no, dopo cena no... (senza speranza) Prima di mezzogiorno?

MANSUETA        Sì! Prima di mezzogiorno, sì!

SERGIO               Dio sia lodato! Cominciavo a temere di non farcela!

MANSUETA        La mattina i mariti sono in ufficio, le mogli al lavoro, la prostituta dorme, la segretaria deve preparare l’agenda del capo, l’operaia suda sul pezzo, i soldati marciano, la commessa serve la clientela, l’impiegata si annoia dietro la scrivania e guarda cosa succede su Facebook

SERGIO               Ok, allora domani mattina.

MANSUETA        (lo prende per mano) Vieni che andiamo a fare un po’ di tiro a segno.

GERONZIO          (entrando trafelato dall’esterno dell’hotel) Chi è là? Chi ha sparato? Fermi tutti, un attentato!

MANSUETA        Pronto intervento, non c’è che dire!

GERONZIO          Sua maestà?

MANSUETA        Sta bene.

GERONZIO          Chi ha sparato?

MANSUETA        Io. In aria. Pensavo fosse scarica...

GERONZIO          Mano nella mano, sguardi languidi, occhi acquosi, labbra socchiuse...

                               ergo, congetturo, ipotizzo, e deduco, senza possibilità di errore, che qui c’è del tenero. (suona il campanello al bancone)

MANSUETA        Molto intelligente!

GERONZIO          Grazie, grazie. Un dono naturale!

MANSUETA        (lo guarda male) Andiamo. (esce verso l’esterno dell’hotel)

SERGIO               Vengo, bambolina. (esce verso l’esterno dell’hotel)

- AUDIO 8 (“Bambolina” La danza delle libellule- operetta)


Scena 17

(Agostino Strappalacrime)

MARCEL.-Ago    (entra dall’esterno dell’hotel) C’è il signor Prosciutti?

GERONZIO          Come?

MARCEL.-Ago    C’è il signor Prosciutti?

GERONZIO          (è in palla) Come?

MARCEL.-Ago    Sono Agostino Strappalacrime. C’è il signor Prosciutti?

GERONZIO          Ma scusi, il signor Prosciutti non è lei?

MARCEL.-Ago    Io? Ma no, io sono Agostino Strappalacrime.

GERONZIO          (molto titubante) Io vedo, ascolto, analizzo, e arrivo alla soluzione finale, invariabilmente esatta: lei mi sta prendendo in giro.

- AUDIO 13 (4 colpi di pistola)

GERONZIO          (dopo i primi due colpi) Oddio, un attentato! Mi scusi. (esce verso l’esterno dell’hotel)

MARCEL.-Ago    (suonando più volte il campanello sul bancone) Non c’è nessuno? Non c’è nessuno?

ASIA                      (entra dall’interno dell’hotel) Buongiorno, signor Prosciutti. Mi dica.

MARCEL.-Ago    Non sono il signor Prosciutti, ma Agostino Strappalacrime. E vorrei proprio parlare con il signor Prosciutti.

ASIA                      (lo scruta per bene) E’ uno scherzo.           

MARCEL.-Ago    Non è uno scherzo.

ASIA                      Bene. Il signor Prosciutti non so dove sia. Però c’è la moglie in giardino.

MARCEL.-Ago    Va bene anche la moglie.

ASIA                      Guardi, sta arrivando. (si occuperà di altro e ascolta)

GIULIA                  (entrando dall’esterno dell’hotel) Ah, Marcello! Ma come sei vestito? Già finita la colazione d’affari con i mussulmani?

MARCEL.-Ago    Buongiorno. Sono Agostino Strappalacrime. Lei è la moglie del signor Prosciutti?

GIULIA                  (a bocca aperta per lo stupore) Agostino...? Lo stesso viso, la stessa corporatura...


MARCEL.-Ago    Ah, ma allora è vero che questa mia somiglianza con il signor Prosciutti è così straordinaria.

GIULIA                  Uguali! Uguali.

MARCEL.-Ago    Ma pensa! Guardi, anch’io non mi capacito. Non passa giorno che non sia fermato per strada e scambiato per suo marito. A questo punto mi son detto: andiamo un po’ a vedere se costui mi assomiglia in un modo così strepitoso.

GIULIA                  (sempre scrutandolo attentamente) Gli stessi gesti... Se non fosse per (a soggetto) l’accento............. (gli mostra una fotografia del marito) Guardi!

MARCEL.-Ago    Sbalorditivo! Stupefacente!

GIULIA                  Sa che però sono felice che lei esista davvero?

MARCEL.-Ago    Perché, aveva dei dubbi?

GIULIA                  Ma... non so...

                               Entra Susanna dall’esterno dell’hotel.

MARCEL.-Ago    (a parte) Susanna? In guardia, Marcello!

GIULIA                  Susanna, ti presento il signor Agostino Strappalacrime. La signora Susanna Luisa Faldbakken Targiotti Tozzetti Vailà, nata Aldobrandini Vattelapesca, regina di Boccadoro.

SUSANNA           Oh, cavolo!

MARCEL.-Ago    (a parte) Ciapa questa, befana! (a Susanna) La regina...? Sono confuso... Piacere... Le devo baciare la mano?

SUSANNA           (confusa) Ma no! Il piacere è mio... (ma inizia a osservarlo bene)

- AUDIO 14 (“Arriva il re” Donne viennesi- operetta)

                               Entra Maurizio dall’interno dell’hotel con il cellulare in mano e marciando a tempo di musica.

MAURIZIO           (spegnendo il cellulare) Oh, Marcello, ti cercavo!

GIULIA                  (indicando Agostino) Maurizio, ti presento...

MAURIZIO           (la interrompe) Mi presenti tuo marito?

SUSANNA           Il signore non è Marcello, ma Agostino Strappalacrime.

MAURIZIO           (tra lo stupefatto per il coraggio di Marcello e il divertito in quanto lui conosce l’imbroglio) Ah! Agostino Strappalacrime.

MARCEL.-Ago    In persona!


SUSANNA           E lui è mio marito, il re di Boccadoro.

MARCEL.-Ago    (gli dà la mano) I miei omaggi.

MAURIZIO           (gli dà la mano) Molto lieto. (poi lo tira a sé. A parte) Ma sei pazzo!?

MARCEL.-Ago    (a parte) Lascia fare!

EVARISTO           (entrando dall’esterno dell’hotel, con dei fogli) Buon giorno, signor presidente. La sua biografia per il settimanale “Lo giuro” è pronta. Se vuole vedere se va bene. (glieli porge)

GIULIA                  Evaristo Maledetti, il segretario di mio marito. Evaristo c’è cascato anche lei! Il signore non è mio marito, ma il signor Agostino Strappalacrime. Che ne dice?

EVARISTO           Incredibile!

SUSANNA           (ironica. Comincia a dubitare?) Identici, vero? Fin troppo, forse!

MAURIZIO           (a Marcello, a parte) Ahia!

EVARISTO           Sì, la somiglianza è eccezionale, però, poiché mi diletto di medicina, vorrei farvi notare che ci sono delle diversità che sfuggono all’occhio inesperto. La conformazione della scatola cranica, ad esempio, non è proprio la stessa...

MARCEL.-Ago    (a parte) Aumento di stipendio assicurato!

ORAZIO                (entrando dall’esterno dell’hotel, con dei fogli) Mi hanno consegnato a mano questa lettera per il signor Presidente.

MARCEL.-Ago    (distratto) Mi dia.

SUSANNA           (con un grido di trionfo) Ah!

MARCEL.-Ago    (ricomponendosi, prendendo la mano di Susanna) Mi dia la mano, signora Susanna, così potrà constatare la conformazione della mia scatola cranica.

SUSANNA           Lasci perdere la scatola cranica!

GIULIA                  Allora, che ne pensi, Susanna?

SUSANNA           In questo momento non penso proprio a nulla. Per accertare le differenze bisognerebbe che tuo marito fosse qui. Ma (calca) per pura combinazione, è a una colazione d’affari.

MARCEL.-Ago    (a parte) Che stronza! Ma ora ti frego io! (ad alta voce) Che peccato! Va bene, tornerò domani, sperando di trovarlo.


SUSANNA           (a parte) Aspetta un po’, carino! Ora ti sistemo io, mio bel prosciuttino! (ad alta voce) Signore, sperando di interpretare il desiderio di tutti noi, mi auguro che lei vorrà ritenersi invitato alla festa che ci sarà in onore mio e di mio marito, questa sera, qui, nel parco di questo meraviglioso Grand’Hotel delle Terme. (a parte) Vediamo ora cosa fai?

MARCEL.-Ago    (un attimo di smarrimento) Ah... sì... la ringrazio, ma... E va bene, ringrazio tutti e... accetto con piacere!!! (a parte) Prendi su e porta a casa, Susanna, nata Aldobrandini Vattelapesca!

MAURIZIO           (a parte) Ma come farai?

MARCEL.-Ago    (a parte) Non lo so! Ma so che tua moglie è proprio una carogna!

MAURIZIO           In queste cose non ha eguali!

GIULIA                  Bene. Sono proprio curiosa di vedere la faccia di mio marito.

SUSANNA           A chi lo dici!

MANSUETA        (entrando dall’esterno dell’hotel) Ma che bel convegno! Marcello, questa volta non mi scappi! Ti ricordo, mio caro...

GIULIA                  Mansueta, non è Marcello!

MANSUETA        Cosa vuoi dire?

SUSANNA           Questo signore gli assomiglia come una goccia d’acqua, ma non è Marcello.

MARCEL.-Ago    Agostino Strappalacrime. Molto lieto.

MANSUETA        Oh, cavolo! (un tempo) Orazio, Agostino non era quel nuovo fidanzato di Priscilla?

ORAZIO                Corpo di un impiegato lavativo! Ma sicuro! Signore, lei prende lezioni di piano da mia sorella Priscilla!

MARCEL.-Ago    Io?

SUSANNA           L’ha detto Priscilla!

MARCEL.-Ago    Ah, sì, certo! Ho l’onore di avere come insegnante di piano la signora Priscilla Oppressore Bonvicini.

SUSANNA           (a parte a Giulia) Quando arriva Priscilla, lo incastriamo! (forte) Bene, così questa sera festeggiamo anche il vostro fidanzamento. E come testimone, proporrei... Marcello.

ORAZIO                Ottima scelta!

SUSANNA           (a parte) E ora vediamo come te la cavi!


MARCEL.-Ago    (a parte) Ma sei proprio una carogna schifosa! (forte) Sarebbe bellissimo! (a parte) E ora ti frego. (forte) Ma, accidenti, una festa con la famiglia reale! Faccio un salto a casa per cambiarmi d’abito.

SUSANNA           (a parte) Vuoi fare il furbo, eh? (forte) Ma, no, no, caro Agostino. Innanzitutto ormai non ci sono più traghetti in uscita dall’isola di Narciso.

- AUDIO 15 (musica tormentone)

SUSANNA           (riferito alla musica) Ah, già.

E poi, mio caro Agostino Strappalacrime, alla famiglia reale non interessa assolutamente la sua mise, vero Maurizio?

MAURIZIO           La mise...? (a parte) Ti sta fregando!

SUSANNA           Inoltre lei è una persona troppo simpatica perché noi si debba rinunciare alla sua compagnia. Ci faccia l’onore di restare. Fra poco avremo l’aperitivo, vero Asia?

ASIA                      Nel giardino Modigliani del Grand’hotel. Tra qualche minuto.

SUSANNA           E subito a seguire una magnifica cena, vero Asia?

ASIA                      Nel giardino Renoir del Grand’hotel. Subito a seguire.

SUSANNA           E non appena finita la cena, (calcando, confidenziale a Marcello) purtroppo senza la possibilità di potersi dileguare, inizierà la festa in nostro onore, vero Asia?

ASIA                      Nel parco Leonardo del Grand’hotel, adiacente al succitato giardino Renoir, con orchestra dal vivo e grandi ensemble di rinfreschi, situati vicini alla piscina Botticelli.

MARCEL.-Ago    (a parte) Che gli venisse un accidente a tutti questi pittori!

SUSANNA           Così anche Marcello farà in tempo ad unirsi a noi e vedremo dal vivo questa somiglianza straordinaria!

MAURIZIO           (a parte) E adesso come fai?

MARCEL.-Ago    (a parte) Ci penso io!

- AUDIO 16 (telefono)

                               Asia risponde.

                               Evaristo si avvicina ad Agostino e parlottano.

ORAZIO                (a parte a Susanna) Quel viso, quel parlato... non mi è nuovo...

MANSUETA        Cioè?

ORAZIO                Non so, ma mentre lo guardo, mi brucia ancora la guancia...


ASIA                      (deponendo la cornetta) L’aperitivo nel giardino Modigliani è servito.

                               Tutti parlando a soggetto, escono verso l’esterno dell’hotel.

- AUDIO 17 (telefono)


Scena 18

(Il traghetto)

ASIA                      (risponde velocemente, poi chiama) Signora Giulia!

                               Maurizio, Marcello, Susanna, Giulia, Mansueta si fermano.

ASIA                      Dal ristorante “Il falco” di Galatea, hanno telefonato per avvisare che il signor Marcello purtroppo ha perso l’ultimo traghetto per la nostra isola. Arriverà domani mattina. E’ molto dispiaciuto e saluta tutti.

MAURIZIO           (a parte a Marcello) Ma come hai fatto?

MARCELLO         (a parte) Vieni che te lo spiego.

                               Maurizio e Marcello escono verso l’esterno dell’hotel.

                               Asia esce verso l’esterno dell’hotel.

SUSANNA           Ma come cavolo avrà fatto?

GIULIA                  Hai visto che Agostino non può essere Marcello.

MANSUETA        Ah, pensi che Marcello faccia il doppio gioco?

SUSANNA           Non “penso”, ne sono certa.

MANSUETA        Gli sparo un colpo in testa!

SUSANNA           Tuo marito non ha una voglia da qualche parte?

GIULIA                  Sì, veramente... ma sai...

SUSANNA           Ho capito. Una più... in vista? Un segno particolare.

MANSUETA        Ma sì, Giulia, quella macchia, qui, dietro al collo.

SUSANNA           Bene. Perché la rassomiglianza è troppo esagerata.

MANSUETA        E’ vero. Un po’ troppo

GIULIA                  Però Evaristo ha detto che la conformazione della scatola cranica non è proprio uguale.

SUSANNA           Evaristo gli tiene mano, non so perché. Anzi lo so...


MANSUETA        Già, ma come smascherarlo?

SUSANNA           Troverò qualcosa nel mio repertorio. A meno che, senza volerlo, non lo faccia lui stesso.

MANSUETA        Così potrò somministrargli una dozzina di schiaffi?

SUSANNA           Dai, andiamo!

MANSUETA        Andiamo.

                               Escono tutte e tre verso l’esterno dell’hotel.

- AUDIO 18 (“Guarda come dondolo” - Vianello)

                               E’ sera.

Asia attraversa la scena dall’esterno dell’hotel verso l’interno dell’hotel, portando un vassoio.


Scena 19

(La festa)

                               Alla fine della musica entrano dall’esterno dell’hotel Mansueta e Sergio. Hanno appena finito di ballare il twist.

MANSUETA        Che fatica! Non sono più capace di ballare il twist

SERGIO               Dopo la cena che ci hanno servito, poi!

MANSUETA        Taci! Che mangiata!

SERGIO               Peccato che non ci sia anche tuo fratello!

MANSUETA        Bisogna vedere se... mio fratello non c’è!

SERGIO               Cioè?

MANSUETA        Niente, niente. Cose mie.

- AUDIO 19 (“Tu che mi hai preso il cuor” Il paese del sorriso

- operetta)

SERGIO               Un brindisi!

                               Bevono.

SERGIO               Dunque, vuoi essere mia moglie?

MANSUETA        Ma sì, te l’ho già detto! Non rompere gli zebedei!

SERGIO               Ma mi ami?


MANSUETA        Per forza, c’è la luna! Guarda che però ho un grave difetto: sono molto, molto ricca.

SERGIO               Ti amo abbastanza per passarci sopra!

MANSUETA        (ironica) Tesoro!

SERGIO               Anch’io ho un grave difetto: essendo cugino del re, ho un titolo nobiliare. Non hai nulla in contrario a diventare duchessa?

MANSUETA        Duchessa? Io? (un tempo) Ma sì, dai, mi piaci abbastanza per passarci sopra!

SERGIO               (ironica) Tesoro! (poi)  Ma mi amerai sempre?

MANSUETA        La risposta che tutti si aspettano è: «Sì, per tutta la vita!»

Ma è una panzana, sai? Come fai a sapere se sarà così per sempre?

Quindi ti posso rispondere: «Ti amerò a lungo. Ora sì, domani... non so.»

SERGIO               Ah!

- AUDIO 20 (“Tango delle rose”)

MANSUETA        Dai, insegnami a ballare il tango! (lo prende per mano e lo trascina verso l’esterno dell’hotel)

                               Dopo poco entrano dall’esterno dell’hotel Orazio e Maurizio.

Reggono entrambi un bicchiere di spumante.

ORAZIO                Non si è divertito molto a teatro, ieri sera. Ho visto che non ha mai applaudito.

MAURIZIO           L’ho fatto per delicatezza. Avevo accanto a me l’autore della commedia e... non volevo svegliarlo!

ORAZIO                Corpo di un impiegato lavativo!Era uno spettacolo molto serio, allora?

MAURIZIO           E di una noia mortale!

ORAZIO                Purtroppo qualunque creazione per essere dichiarata “opera d’arte”, deve essere noiosissima e non ci si deve capire un tubo!

MAURIZIO           Sacrosanta verità! (un tempo) Ma senta un po’: e con la famosa Cleopatra?

ORAZIO                Abbiamo fatto la pace.

MAURIZIO           Bravo! E... quel tale dello schiaffo?

ORAZIO                L’agenzia investigativa a cui mi sono rivolto mi ha detto che questa sera stessa mi farà pervenire la foto e il nome di quel traditore.


- AUDIO 21 (“Frou frou” La duchessa del bel tabarin -

operetta)

MAURIZIO           Un valzer. Andiamo a vedere se c’è qualche signora da far ballare.

ORAZIO                Che magari con questa luna...

                               Escono entrambi verso l’esterno dell’hotel.

Dopo poco entrano dall’esterno dell’hotel Susanna ed Evaristo.

Susanna regge un bicchiere di spumante.

EVARISTO           Il tuo valzer.

SUSANNA           E’ triste il mio valzer.

EVARISTO           E tu? Sei triste?

SUSANNA           Non lo so. Ma questa luna...

EVARISTO           (intanto che si porta verso il fondo della scena) Già, la luna... (da là) Vieni Susanna, da qui si vede meglio.

SUSANNA           (dolce però) Ahi, ahi, furbetto... E c’è anche più buio... (lo raggiunge)

Dopo poco entrano dall’esterno dell’hotel Giulia e Geronzio.

Anche loro stanno bevendo dello spumante.

- AUDIO 21 fine

GERONZIO          All’orchestra ho chiesto la tua canzone, quella che ti suonavo al Caffè-Chantant e che tu cantavi...

- AUDIO 22 (“Gigolettes” La danza delle libellule - operetta)

GIULIA                  Perché vuoi girare il coltello nella piaga...proprio quando c’è questa luna?

GERONZIO          Già, la luna...

SUSANNA           Questa luna...

EVARISTO           La luna...

SUSANNA           Eravamo felici...

GIULIA                  ... e non lo sapevamo.

Entrano dall’esterno dell’hotel Sergio e Mansueta.

SERGIO               Una luna stupenda questa sera!

MANSUETA        Tonda, tonda. Come un pallone!


SERGIO               E allora un bacio!

MANSUETA        Che palle!

EVARISTO           Perché non andiamo...

EVARISTO, GERONZIO, SERGIO (insieme)    ... in un posto più tranquillo?

GERONZIO          (malizioso) Con questa luna...

- AUDIO 23 (“Luna tu” Il paese dei campanelli- operetta)

Tutti e sei cantano e intanto si portano al proscenio.

TUTTI                    LUNA TU, NON SAI DIRMI COS' È.

LUNA TU, NON VUOI DIRMI PERCHÉ

IL TUO RAGGIO D' ARGENTO AD AMAR

GLI AMANTI INVITA MI VUOI TU SPIEGAR?

SUSANNA           Senza te non si può forse amare?

GIULIA                  Senza te non si può più sognare?

- AUDIO 24 (“Luna tu” Il paese dei campanelli- operetta)

Tutti e sei cantano.

TUTTI                    SENZA TE NON SI PUÒ FORSE AMAR?

SENZA TE NON SI PUÒ PIÙ SOGNAR?

SII CORTESE PER ME NON BRILLAR

CHE

(solo Geronzio) JOUJOU

(solo Evaristo)  FROUFROU

NO NON VUOLE PIU’ FARSI BACIAR.

SUSANNA           In un posto più tranquillo, dicevi? No, mio caro...

GIULIA                  ... sono e resterò...

SUSANNA e GIULIA (insieme)          ... fedele a mio marito.

SUSANNA           Naturalmente finché mio marito...

GIULIA                  ... non mi tradirà!

GERONZIO          Ma se Marcello è così furbo da non farsi scoprire?

SUSANNA           Si tradirà, perché ho due assi nella manica: Asia e la luna. Loro lo tradiranno!

- AUDIO 25 (“Luna tu” Il paese dei campanelli- operetta)


                               Susanna, Giulia e Mansueta ballano.

                               Asia, elegantissima, entra dall’interno dell’hotel e si posiziona dietro al bancone.

Maurizio e Marcello, un poco brillo e su di giri, entrano dall’esterno dell’hotel. Guardano il ballo e

MAURIZIO           Susanna! Cosa fai? Ricordati che sei una regina!

MARCELLO         Giulia Vereconda, per l’amor di Dio, non dimen...

SUSANNA, GIULIA, MANSUETA (insieme)     Eccolo!

MARCEL.-Ago    (si riprende) Non dimentichi che domani mattina dovrò partire molto presto!

SUSANNA           (tra donne) Un primo cedimento!

MANSUETA        (tra donne) E mi sa che non sarà l’ultimo!

                               Marcello è in palla. Vede Asia elegante e si avvicina al bancone.

                              

E mentre Marcello parlerà con Asia, tutti lentamente si avvicineranno con fare furtivo alle sue spalle.

MARCELLO         Ah, Asia! Ha visto che luna?

ASIA                      Vista.

MARCELLO         Sa che vorrei coltivare ancora la passione che avevo da giovane?

ASIA                      Oh ,Signore!

MARCELLO         La pittura.

ASIA                      Non ci credo...

MARCELLO         Magari un bel quadro storico.

ASIA                      Non ci credo...

MARCELLO         Antichi romani, pastorelle greche... Dovrebbe farmi da modella.

ASIA                      Non ci credo...

MARCELLO         Sì, perché allora erano molto magri, non c’era tutto il ben di Dio che c’è oggi.

ASIA                      Non ci credo...

MARCELLO         Potrei fare anche un quadro con Salomè che danza. Magari senza i veli!

ASIA                      Non ci credo...


MARCELLO         Oppure ambientato nel paradiso terrestre, prima del peccato originale. Lei mi capisce!

ASIA                      Non ci credo...

MARCELLO         Però Adamo lo mettiamo dietro all’albero, e non se ne parla più!

ASIA                      Non ci credo...

MARCELLO         Ma Eva in primo piano naturalmente, in tutto il suo splendore!

                               Susanna gli è praticamente col fiato sul collo.

ASIA                      (calca il nome) Signor Prosciutti, un’idea.

MARCELLO         Oh, sentiamo!

ASIA                      Perché non ne sceglie una più giovane? Magari sui vent’anni?

                               Durante la prossima battuta di Marcello, Susanna gli guarda la voglia sul collo.

MARCELLO         Perché è una vita che glielo lo dico: (mandando via la mosca!) a me piacciono le donne più...

SUSANNA           (indicandolo a tutti) E’ Marcello!

                               Marcello si gira di colpo, e spaventato se li trova tutti addosso.

GIULIA                  Falso traditore! Altro che Agostino Strappalacrime!

                               Orazio entra di corsa furibondo con una foto tra le mani.

ORAZIO                Corpo di un impiegato lavativo! Dov’è quell’Agostino Strappalacrime, che lo devo stritolare? Ah, eccolo!

MANSUETA        Non è Agostino Strappalacrime.

MARCELLO         (spaventato) Vero! Io sono Marcello Emilio Prosciutti!

                               Orazio si ferma perplesso. Guarda la foto, guarda Marcello...

SUSANNA           Ma sono la stessa persona. E’ sempre lui!

ORAZIO                Ah! E allora: (gli molla uno sberlone) tieni!

GIULIA                  Voglio il divorzio!

MANSUETA        Deficiente! (e spara un colpo di pistola)

- AUDIO 26 (colpo di pistola)

SERGIO               Per l’amor di Dio, Mansueta, dammi qui! (e le prende la pistola)


MANSUETA        Tanto era l’ultimo colpo!

MARCELLO         (massaggiandosi il viso. A Susanna) Può essere contenta!

SUSANNA           A Susanna Luisa, nata Aldobrandini Vattelapesca, non la si fa!

MAURIZIO           Purtroppo!

MARCELLO         E ora sarò un presidente senza moglie.

SUSANNA           Ma no, ma no, Giulia lo perdonerà!

MANSUETA        (a Giulia) Non mi dirai che lo perdoni?

GIULIA                  (guardandolo teneramente) Ma... non so...

MANSUETA        (a Susanna) E tu? Tu lo perdoneresti tuo marito?

SUSANNA           Io...? (scuotendo la testa e portandosi avanti verso il pubblico)

Questi uomini!

                               Più son stagionati

e più son farfalloni.

Nel ricordo degli anni ormai passati,

si gonfiano i polmoni

e fanno un gran parlare.

Ma sono innocui, e vi dirò il perché:

il carburante comincia a scarseggiare,

noi tutte lo sappiamo, date retta a me.

E per noi donne?

La stessa cosa vale:

è bello farsi corteggiare.

E’ un fatto del tutto naturale

che con la fantasia si possa svolazzare.

Ma alla fine si torna, è quasi una certezza,

uomini e donne, nel nostro focolare,

dove sappiamo e speriamo di trovare

qualche attenzione, qualche tenerezza.

Trovare soprattutto l’amore, quello vero,

cresciuto e cercato, giorno dopo giorno,

dove basta uno sguardo, un sol pensiero,

e la felicità, come un vento, ci avvolge tutt’intorno.

E se non siete d’accordo col mio dire,

vi prego ugualmente: vogliateci applaudire!

MICROFONO esterno

 
 


- AUDIO 27 (telefono)


ASIA                      (risponde) Grand’Hotel delle Terme. Sono Asia

VOCE                   E io Adalmiro Retrogusto. Sì ricorda di me?

ASIA                      (consultando le prenotazioni) Perfettamente.

VOCE                   La mia camera doppia è disponibile?

ASIA                      Mi dispiace, signore, il Grand’Hotel delle Terme è al gran completo.

VOCE                   Accidenti! Ma che schifo l’isola di Narciso!

MICROFONO esterno  fine

 
 


                               Silenzio. Dopo qualche istante:

ORAZIO                E la musichetta?

GERONZIO          Già. E la musichetta?

SERGIO               E’ vero. Perché non è partita la solita musichetta?         

ASIA                      Signori, il motivo è molto semplice. La musichetta non è partita, perché...

TUTTI                    Perché?

ASIA                      Perché... la commedia è finita.

E ora finalmente possiamo tutti andare a goderci una celestiale cioccolata fondente...

TUTTI                    ... che dona gusto e dolcezza alla vita!

- AUDIO 28 (musica da “Al cavallino bianco” - operetta)

TUTTI                    AL GRAND’HOTEL DELLE TERME SIAM,

                               TRA I MONTI AZZURRI ED IL MAR.

                               E POI C’E’ LA CIOCCOLATA

                               CHE DONA UN GUSTO ALLA VITA.

                               SE L’ORA VIEN DI DOVER PARTIR,

                               TU VEDI UN SOGNO SVANIR.

                               NARCISO E’ L’ISOLETTA

                               CHE SEMPRE AVRAI NEL TUO CUOR.

                               Sergio spara in aria 2 colpi di pistola.

- AUDIO 29 (2 colpi di pistola)

                              

                               Tutti, spaventati, fuggono.

 

F  I  N  E