Cirano di Bergerac
Di Edmond Rostand
Personaggi
CIRANO DI BERGERAC IL PORTIERE
CRISTIANO DI NEUVILLETTE UN BORGHESE
CONTE DI GUICHE SUO FIGLIO
RAGUENAU UN LADRO
LEBRET UNO SPETTATORE
IL CAPITANO CARBONE DI CASTEL GELOSO UNA GUARDIA
I CADETTI BERTRANDOU IL PIFFERAIO
LIGNIERE IL CAPPUCCINO
DE VALVERT I PASTICCIERI
UN MARCHESE ROSSANA
SECONDO MARCHESE SUOR MARTA
TERZO MARCHESE LISA
MONTFLEURT LA DISTRIBUTRICE DELLE DOLCI BEVANDE
BELLAROSA LA FIORAIA
JODELET MADRE MARGHERITA DI GESU
CUIGY LA GOVERNANTE
BRISSAILLE SUOR CLARA
UN SECCATORE UNA COMMEDIANTE
UN MOSCHETTIERE LA SERVETTA
UN ALTRO MOSCHETTIERE I PAGGI
UN UFFICIALE SPAGNOLO
UN CAVALLEGGERE
Atto primo
una rappresentazione a palazzo borgogna
La sala del palazzo di Borgogna nel 1640. Una specie di tettoia per il giuoco della palla, adattata e abbellita a uso di rappresentazioni. La sala un quadrato lungo; veduta di sbieco, di guisa che uno dei lati forma il fondo che parte dal primo piano a destra e va allultimo piano a sinistra, a fare angolo con la scena che si vede di scorcio. Questa scena ingombra da ambo i lati, lungo le quinte, di panchette. La tela formata da due tende che possono scostarsi. Sopra il mantello di arlecchino le armi reali. Si scende dal palcoscenico nella sala per via di larghe scale. Da ambo i lati delle scale il posto dei violini. Lungo la ribalta, candele. Due ordini sovrapposti di gallerie laterali: lordine superiore diviso in palchetti. Nessuna sedia nella platea, che la stessa scena del teatro; in fondo della platea, cio a destra, in primo piano, dei banchi che formano scalini e, sotto, una scala che conduce ai posti superiori, e della quale non si vede il principio; una specie di desco, ornato di piccoli lampadari, di vasi, di fiori, di bicchieri di cristallo, di piatti pieni di pasticcetti, di bottiglie, ecc. In fondo, nel mezzo, sotto la galleria dei palchetti, lingresso del teatro. Grande porta socchiusa per lasciar passare gli spettatori. Sui battenti di questa porta, come in vari altri punti e sopra il desco, manifesti rossi, su cui si legge: La Cloreste. Allalzarsi della tela la sala in semioscurit, ancora vuota. I lumi sono fiochi in mezzo alla platea, aspettando di essere ravvisati.
*****
SCENA I
Il pubblico, che giunge man mano, cavalieri, borghesi, servitori, paggi, un ladro, il portinaio ecc., poscia i marchesi, Cuigy, Brissaille, la distributrice, i violini, ecc.
Si ode dietro la porta un tumulto di voci; poi un cavaliere entra bruscamente.
IL PORTIERE (andandogli dietro)
A voi! Quindici soldi!
IL CAVALIERE
Entro gratis!
IL PORTIERE
Perch
IL CAVALIERE
Sono cavaleggiere della Casa del Re.
IL PORTIERE (a un secondo cavaliere che entrato)
E voi?
SECONDO CAVALIERE
Non pago!
IL PORTIERE
Ma...
SECONDO CAVALIERE
Son moschettier: l'ho detto.
PRIMO CAVALIERE (al secondo)
La sala vuota ancora. Vuoi tirare di fioretto?
Si comincia alle due.
Si mettono a schermire con fioretti che hanno portato.
UN SERVITORE (entrando)
Flanquin! ...
UN ALTRO (che era gi dentro)
Champagne?...
IL PRIMO (mostrandogli dei giuochi che tira fuori dal giustacuore)
Al giuoco!
Dadi e carte (siede per terra)
Giuochiamo.
IL SECONDO (con la stessa mimica)
S, caro.
PRIMO SERVITORE (cavando di saccoccia un pezzo di candela che accende e attacca a terra)
Ho tolto un poco
di candela al padrone.
UNA GUARDIA (a una fioraia che s'avanza)
un pensier delicato
di giungere un po' prima che accendano!...
UNO DEGLI SCHERMIDORI (accusando un colpo di fioretto)
Toccato!
UNO DEI GIUOCATORI
Fiori!
LA GUARDIA (andando dietro la fioraia)
Un bacio!
LA FIORAIA (liberandosi)
Ci vedono!...
LA GUARDIA (trascinandola negli angoli foschi)
Ma che, non dubitate!
UN UOMO (sedendo per terra insieme con gli altri, che hanno portato provviste da mangiare)
Quando si arriva prima, si pu ben desinare.
UN BORGHESE (che ha seco un suo figliuolo)
Viene con me.
UN GIUOCATORE
Tre assi.
UN UOMO (cavando una bottiglia dal mantello e sedendo anch'egli)
Un beone bisogna
che beva il suo Borgogna... (beve)
a palazzo Borgogna!
IL BORGHESE ( a suo figlio)
Non par d'essere in qualche luogo di perdizione?
(mostra il beone con la punta del bastone)
Beoni! (uno degli schermidori dando addietro lo investe)
Spadaccini! (cade tra i giuocatori)
Giuocatori!
LA GUARDIA (alle spalle di lui, continuando a sollecitare la donna)
Un bacione!
IL BORGHESE (allontanando in fretta suo figlio)
Ah, perdio! - E pensare che in questa sala fu rappresentato del Corneille!
IL GIOVINETTO
E del Rotrou!
UNA BANDA DI PAGGI (che si tengono per mano, entra ballando la farandola e cantando)
Tra l l l l l l l l l l lera.
IL PORTIERE (ai paggi, severamente)
Che si fa la commedia?
PRIMO PAGGIO (con dignit offesa)
Signore, un tal sospetto!
(in fretta, al secondo paggio, appena il portiere ha voltato le spalle)
Hai teco della corda?
IL SECONDO
E con un uncinetto.
PRIMO PAGGIO
Pescar qualche parrucca di lass si potr.
UN LADRO (aggruppando intorno a s parecchi uomini di mala cera)
Dunque, ragazzi miei, presto, venite qua: se per la prima volta volete... qua, proviamo...
SECONDO PAGGIO (gridando, ad altri paggi che gi hanno preso posto nelle gallerie superiori) Avete cerbottane?
TERZO PAGGIO (dallalto)
E piselli anche abbiamo!
(soffia nella cerbottana e lo tempesta di piselli)
IL GIOVINETTO (al padre)
Che si dar stasera?
IL BORGHESE
Cloreste.
IL GIOVINETTO
Di chi ?
IL BORGHESE
Del Baro. Che tragedia!...
IL LADRO (ai suoi accoliti)
Date pur retta a me:
la frangia dei calzoni tagliatela, cos!
UNO SPETTATORE (a un altro, mostrandogli un angolo in alto)
Alla prima del Cid , guardate, io era l!
IL LADRO (facendo con le dita l'atto di rubare)
Gli orologi...
IL BORGHESE (tornando innanzi a suo figlio)
Dei celebri attori oggi vedrete!
IL LADRO (facendo l'atto di tirare a piccole riprese furtive)
In quanto ai fazzoletti...
IL BORGHESE
Montfleury...
QUALCUNO (gridando dalla galleria superiore)
Accendete!
IL BORGHESE
... Jodelet, Bellarosa, fuor d'ogni paragone!
UN PAGGIO (nella sala)
Ecco la vivandiera!...
LA DISTRIBUTRICE (apparendo dietro il desco)
Latte, arance, cedrone,
sciroppo di lampone!...
Chiasso alla porta.
UNA VOCE IN FALSETTO
Su, fate largo, bruti!
UN SERVITORE (stupito)
I Marchesi!... in platea?
UN ALTRO SERVITORE
Oh, per pochi minuti!...
Entra una banda di marchesini.
UN MARCHESE (vedendo la sala semivuota)
E che! Giungiamo come tanti zotici! senza pestar n meno un piede? Ma questa un'indecenza!
(si trova innanzi altri gentiluomini entrati poco prima)
Cuigy! Brassaille!
Grandi abbracciamenti.
CUIGY
Alfine, eccomi in Israele!...
Ma gi, noi siamo giunti prima che le candele...
IL MARCHESE
Ah, non me ne parlate! M' venuto un umore...
UN ALTRO
Consolati, marchese: ecco l'accenditore!
LA SALA (salutando l'entrar dell'accenditore)
Ah!
Si fanno capannelli ai lampadari ch'egli accende. Alcuni spettatori han preso posto nelle gallerie. Lignire entra in platea dando il braccio a Cristiano di Neuvillette. Lignire ha un certo disordine nell'abito, ha l'aspetto di un beone aristocratico. Cristiano, vestito elegantemente ma non troppo alla moda, pare preoccupato e guarda i palchetti.
SCENA II
I precedenti, Cristiano, Lignire, poi Ragueneau e Le Bret.
CUIGY
Lignire.
BRISSAILLE (ridendo)
Non ancora ebbro?...
LIGNIERE (piano a Cristiano)
Volete ch'io?...
(accennando a volerlo presentare. Segno d'assenso da parte di Cristiano)
Baron di Neuvillette.
Saluti.
LA SALA (acclamando l'ccensione del primo lampadario acceso)
Oh, sia lodato Dio!
CUIGY (a Brissaille, guardando Cristiano)
Bella la testa!
PRIMO MARCHESE (che ha udito)
Peuh! ...
LIGNIERE (presentando a Cristiano)
Il signor di Cuigy,
il signor di Brissaille...
CRISTIANO (inchinandosi)
Felicissimo!
PRIMO MARCHESE (al secondo)
S.
Carino; ma non messo all'ultimo buon gusto.
LIGNIERE (a Cuigy)
Sbarca ora di Turenna.
CRISTIANO
Son qui che un mese; e giusto
entrer nelle guardie dimani, tra i Cadetti.
PRIMO MARCHESE (guardando le signore che entrano nei palchetti)
La presidente Aubry!
LA DISTRIBUTRICE
Latte, aranci, amaretti...
Accordo di violini.
CUIGY (a Cristiano mostrandogli la sala che si popola)
C' gente!
CRISTIANO
Molta!
PRIMO MARCHESE
Tutto l'Olimpo!
Nominano le donne a misura che quelle entrano nei palchetti. Invii di saluti, risposte di sorrisi.
SECONDO MARCHESE
Le signore
di Gumene...
CUIGY
De Bois-Dauphin...
PRIMO MARCHESE
Gi nostro amore!
BRISSAILLE
Di Chavigny...
SECONDO MARCHESE
Che adesso ci tien tutti al suo piede.
LIGNIERE
Toh! da Rouen giunto Corneille.
IL GIOVINETTO (al padre)
Non si vede
l'Accademia?
IL BORGHESE
Ma c' pi d'un suo membro, s.
Ecco Boudu, Arbaud, Bourzeys, Colomby,
c' Cureau della Camera, con Porchres, Boissat,
e Bourdon... Tutti nomi di cui non un morr!
PRIMO MARCHESE
Vedi le preziose nei palchetti di fronte!
Eccole: Bartenoide, Pulcheria, Urimedonte,
Felixeria...
SECONDO MARCHESE
Che nomi! Ciascuno pi squisito
dell'altro! Li sai tutti, marchese?
PRIMO MARCHESE
A menadito!
LIGNIERE (prendendo Cristiano a parte)
Sono entrato, mio caro, sol per farvi piacere.
La dama non verr. Me ne ritorno a bere.
CRISTIANO (supplice)
No!... Voi che staffilate la corte e la citt
restate - mi direte chi morire mi fa.
IL DIRETTORE DEI VIOLINI (battendo sul leggo con larchetto)
Signori violini!... (alza l'archetto)
LA DISTRIBUTRICE
Amaretti, aranciata...
I violini cominciano a suonare.
CRISTIANO
Temo ch'ella non sia civetta e raffinata...
E poi che non ho spirito, non oso d'accostarla...
Mi turba il bel linguaggio ch'or si scrive e si parla.
Io non son che soldato, e in amor mi confondo.
- Ella vien sempre a destra, nel palco vuoto, in fondo.
LIGNIERE (facendo vista di uscire)
Me ne vado.
CRISTIANO (trattendendolo ancora)
Restate!
LIGNIERE Non posso. D Assoucy
mi aspetta all'osteria. Si muor di sete qui.
LA DISTRIBUTRICE (passando innanzi a lui con un vassoio)
Aranciata?
LIGNIERE
Via!
LA DISTRIBUTRICE
Latte!
LIGNIERE
Ch!
LA DISTRIBUTRICE
Moscadello?
LIGNIERE
Bene!
(a Cristiano)
Resto ancora un momento. - Vediam se mi conviene.
(siede presso il desco. La distributrice gli versa del moscadello)
Grida nel pubblico all'entrar di un omettino grassoccio e gioviale.
Ragueneau, Ragueneau!
LIGNIERE (a Cristiano)
il pasticcier sovrano!
RAGUENEAU (in abito di pasticciere vestito da festa, avanzandosi vivamente verso Lignire)
Signore, avete visto il signor di Cirano?
LIGNIERE ( presentando Ragueneau a Cristiano)
Pasticcier d'ogni attore comico e d'ogni vate!
RAGUENEAU (confondendosi)
Troppo onor, troppo onore...
LIGNIERE
Tacete, Mecenate!
RAGUENEAU
Essi da me si servono...
LIGNIERE
A credito. Valente
poeta anch'egli.
RAGUENEAU
Dicono.
LIGNIERE
Dei versi, pazzamente
innamorato!
RAGUENEAU
Infatti, per una canzoncina...
LIGNIERE
Date in cambio una torta...
RAGUENEAU
Oh!... che... una tartina!
LIGNIERE
Il brav'uomo se ne scusa!... e per poche ben fatte
rime non dste forse...?
RAGUENEAU
Qualche panino!
LIGNIERE (severamente)
Al latte!
- E il teatro lo amate?
RAGUENEAU
Se l'amo? L'idolatro!
LIGNIERE
Pagate in pasticcini i biglietti a teatro!
Su, tra noi: che vi costa oggi il vostro biglietto?
RAGUENEAU
Quindici pasticcini e qualche pasticcetto.
(guardando da ogni parte)
Cirano manca? strano!
LIGNIERE
Perch?
RAGUENEAU
Reciter
Montfleury questa sera.
LIGNIERE
Precisamente, gi.
Dovr rappresentarci la parte di Fedone.
Ma che importa a Cirano?
RAGUENEAU
Sicch la questione
non la sapete. - Preso d'odio per Montfleury,
di recitar per trenta giorni gli proib!
LIGNIERE
Ebben?
RAGUENEAU
Montfleury recita.
CUIGY (che si riaccostato col suo gruppo)
Quel divieto fu vano
RAGUENEAU
Io venni per vedere!
PRIMO MARCHESE
Chi questo Cirano?
CUIGY
un giovine nell'arte dell'armi assai provetto.
SECONDO MARCHESE
nobile?
CUIGY
Abbastanza. Nelle guardie cadetto.
(mostrando un gentiluomo che gira per la sala come se cercasse qualcuno)
Ma il suo amico Le Bret potr dirvi...
(chiama)
Le Bret!
Le Bret viene verso di loro.
Cercate Bergerac?
LE BRET
Sono in pena!...
CUIGY
Non
veramente Cirano un uomo singolare?
LE BRET (con tenerezza)
Ma egli il pi squisito essere sublunare!
RAGUENEAU
Rimator!
CUIGY
Spadaccino!
BRISSAILLE
Fisico!
LE BRET
Musicista!
LIGNIERE
la pi strana faccia d'uom che mai si sia vista?
RAGUENEAU
Certamente io non credo che un simile ritratto
al solenne Champaigne possa venir mai fatto:
ma, bizzarro, eccessivo, stravagante, stordito,
a Giacomo Callot egli avrebbe fornito
la pi balda figura di tutte le pi balde:
feltro a pennacchio triplo, giustacuore a sei falde,
cappa che sulla spada s'alza pomposamente
dietro, come una coda di galletto insolente;
pi di quanti Artabani partor la ferace
Guascogna e sar mai per partorire, audace,
nel suo pulcinellesco merletto, intorno porta
un naso!... un naso! ahim, signori, di che sorta!
N vedendo un nasigero simile, si pu stare
senza esclamare: Ah, no! gli troppo esagerare!
poi sorridete e dite: Oh, lo toglie! - Ma che!
Il sir di Bergerac lo porta ognor con s!
LE BRET (crollando il capo)
Lo porta ovunque - e guai, guai a chi lo rimarca.
RAGUENEAU (fieramente)
La sua lama una mezza forbice della Parca.
PRIMO MARCHESE (alzando le spalle)
Non verr pi...
RAGUENEAU
Verr... Ci scommetto un pollastro
alla Ragueneau!
IL MARCHESE (ridendo)
Vada!
Rumori di ammirazione nella sala. Rossana comparsa nel suo palchetto. Ella siede sul davanti e la governante prende posto in fondo. Cristiano, occupato a pagare la distributrice non guarda.
SECONDO MARCHESE (con piccoli gridi)
Ah! ma guardate: un astro!
spaventosamente bella!
PRIMO MARCHESE
Altro che! una psca
sorridente con una fragola!
SECONDO MARCHESE
E cos fresca
che potrebbe, da presso, dare un'infreddatura
di cuore!
CRISTIANO (alza la testa, scorge Rossana, e prende vivamente Lignire per le braccia)
lei!...
LIGNIERE (guardandolo)
Ah, lei?...
CRISTIANO
S: ditemi. Ho paura.
LIGNIERE (gustando il suo vino a piccoli sorsi)
Maddalena Robin, detta Rossana - Fina.
Preziosa.
CRISTIANO
Ahim!
LIGNIERE
Libera. Orfanella. Cugina
di Cirano - del quale or ora si parlato.
In questo momento un signore elegantissimo, il cordone azzurro ad armacollo, entra nel palchetto, e, in piedi, parla un momento con Rossana.
CRISTIANO (trasalendo)
Lui?...
LIGNIERE (che comincia a essere ebbro, strizzando l'occhio)
S... - Conte De Guiche. Di lei preso. Ammogliato
per con la nipote di Richelieu... Ma spera
farle sposare un certo arnese da galera,
un signor di Valvert, visconte e compiacente.
Ella non vuol saperne, ma De Guiche potente,
e pu ben tormentare una donna borghese.
D'altronde la sua nera trama ho fatta palese
in certi versi che... Me ne vorr, cred'io!
-La fine sanguinosa... Udite...
(si alza barcollando, il bicchiere alto, pronto a cantare)
CRISTIANO
No, addio!
LIGNIERE
E dove?
CRISTIANO
Dal signore di Valvert!
LIGNIERE
Ma badate;
egli vi uccider!
(indicando con la coda dell'occhio Rossana)
Vi si guarda. Restate
CRISTIANO
ver.
Rimane in contemplazione. Il gruppo dei ladri vedendolo con la testa in aria e la bocca aperta, si approssima a lui.
LIGNIERE
Me ne vo io. Ho sete. E all'osteria
sono aspettato
(esce, andando a sghimbescio)
LE BRET (che ha fatto il giro della sala, ritornando verso Ragueneau, con voce rassicurata)
Niente Cirano.
RAGUENEAU (incredulo)
E tuttavia...
LE BRET
Ah! spero che non abbia veduto il manifesto!
LA SALA
Avanti! Cominciate!
SCENA III
I precedenti, meno Lignire, De Guiche, Valvert quindi Montfleury.
UN MARCHESE (vedendo De Guiche che vien gi dal palchetto di Rossana, e attraversa la platea, circondato da signori ossequiosi, tra i quali il visconte di Valvert)
Vedi che corte, questo
Guiche!
UN ALTRO
Ancora un guascone!
PRIMO MARCHESE
Il duttile e sottile
guascon, quei che riesce!... D retta: sii gentile.
Essi vanno verso De Guiche.
SECONDO MARCHESE
Oh, che bei nastri! e quale color, conte De Guiche?
Baise-moi, ma mignonne, ovver Ventre de Biche?
DE GUICHE
E colore Espagnol malade.
PRIMO MARCHESE
Un tal colore
non mente: lo spagnuolo, grazie al vostro valore,
star maluccio in Fiandra. Non ci terr pi fronte!
DE GUICHE
Io vado su. Venite?
(si dirige, seguito da tutti i marchesi e gentiluomini, verso il teatro. Si volge e chiama)
Su, Valvert!
CRISTIANO (che lo ascolta e lo osserva, trasale all'udir questo nome)
Il visconte!
Vado a gittargli in faccia il mio...
(mette la mano in tasca, e trova quella d'un ladro che sta per derubarlo. Si volge)
Toh!
IL LADRO
Fate piano!
Ahim!
CRISTIANO (senza lasciarlo)
Cercavo un guanto!
IL LADRO (con un sorriso pietoso)
E trovate una mano.
(cambiando tono, basso e presto)
Lasciatemi. E un segreto in cambio vi confesso.
CRISTIANO (sempre tenendolo)
Ed ?
IL LADRO
Lignire...
CRISTIANO (come prima)
Ebbene?
IL LADRO
All'ora estrema presso.
In una sua canzone ha un gran signor toccato.
E stasera saranno cent'uomini in agguato
per punirlo. E tra i cento son io.
CRISTIANO
Cento. E quel tale
chi ?
IL LADRO
Discrezione...
CRISTIANO (alzando le spalle)
Ah gi...
IL LADRO (con molta dignit)
... professionale
CRISTIANO
Dov' l'agguato?
IL LADRO
A porta di Nl. Sulla sua via.
Prevenitelo!
CRISTIANO (che gli lascia finalmente il polso)
E dove vederlo?
IL LADRO
All'osteria.
Cercate in tutte: il Torchio d'oro, il Frutto del pino, la Cintura che scoppia, la Doppia torcia il Trino imbuto, ed in ciascuna lasciategli un biglietto.
CRISTIANO
Corro. Ah, vigliacchi! Cento contro d'un poveretto!
(guardando Rossana con amore)
Lasciarla... Lei!
(e, con furore, Valuert)
E lui... - Ma conviene sia salvo Lignire!
Esce correndo. De Guiche, il visconte, i marchesi, tutti
i gentiluomini sono scomparsi dietro la tela per prendere posto sul palcoscenico. La platea completamente piena. Non un posto vuoto nelle gallerie e nei palchetti.
LA SALA
Incominciate!
UN BORGHESE (la cui parrucca s'alza alla punta di una cordicella pescata da un paggio nella galleria superiore)
La mia parrucca?
Grida di gioia.
calvo!
Bravi i paggi!... ah! ah! ah!
IL BORGHESE (furioso, mostrando i pugni)
Piccolo malandrino!
Risa e grida, che cominciano fortissime e poi vanno gradatamente diminuendo.
Ah! ah! ah!
Silenzio completo.
LE BRET (meravigliato)
Ch' mai questo silenzio repentino?
Uno spettatore gli parla pi basso.
Ah?
LO SPETTATORE
La cosa mi fu test certificata!
Mormorii nella sala
Silenzio! - C' - No! - Sl- Dov' l'inferriata!
Il Cardinale - Come, davvero? - Certamente!
UN PAGGIO
Ora abbiamo finito di star comodamente!
Si batte un colpo sulla scena. Tutta la sala si fa immobile.
Attenzione.
LA VOCE DI UN MARCHESE (di dietro il sipario, distintissima, nel silenzio)
Smoccolate quel cero!
UN ALTRO MARCHESE (cacciando la testa tra le due cortine)
Una seggiola!
Una sedia vien passata di mano in mano, sopra le teste. Il marchese la prende e scompare, non senza che abbia mandato qualche bacio ai palchetti.
UNO SPETTATORE
Piano!
Si battono i tre colpi di rito. Il sipario si apre. Quadro. I marchesi sono seduti ai due lati, in attitudini insolenti. La tela del fondo rappresenta una verdognola decorazione pastorale. Quattro piccoli lampadari di cristallo illuminano la scena. I violini suonano dolcemente.
LE BRET (a Ragueneau, basso)
Montfleury c'entra?
RAGUENEAU (piano anche lui)
S, comincia lui.
LE BRET
Cirano
non si vede.
RAGUENEAU
Ho perduto.
LE BRET
Tanto meglio cos! Tanto meglio!
Si ode un'aria di cornamusa, e Montfleury comparisce in iscena, enorme, in costume di capraio da pastorale, con un cappello guarnito di rose, inclinato sull'orecchio. Soffia in una cornamusa tutta adorna di nastri.
LA PLATEA (plaudendo)
Bravooo, Montfleury! Montfleury!
MONTFLEURY (dopo aver salutato, recitando la parte d Fedone)
Felice chi d'onori alieno in solitario
luogo un dolce s'elegge esilio volontario!
E allor che tra i boschetti va Zeffiro cortese...
UNA VOCE (dalla platea)
Briccon, ti sei scordato che t'interdissi un mese?
Stupefazione generale. Tutti si voltano, Mormorii.
VOCI DIVERSE
Eh? - Che c'? - Chi stato?...
Le persone dei palchetti si alzano per vedere.
CUIGY
lui!
LE BRET (atterrito)
Cirano!
LA VOCE
Scendi
di l, presto, all'istante!
TUTTA LA SALA (indignata)
Oh, oh!
MONTFLEURY
Ma...
LA VOCE
Presto, intendi?
VOCI DIVERSE (dalla platea, dai palchetti)
Silenzio! - Montfleury, non temete di niente!...
MONTFLEURY (con voce mal sicura)
Felice chi d'onori alieno, in...
LA VOCE (pi minacciosa)
Insolente!
Bisogner per forza ch'io vi faccia tacere
piantandovi una selva sul dosso, paltoniere?
Di sopra le teste spunta un bastone
MONTFLEURY (con una voce sempre pi debole)
Felice...
Il bastone si agita.
LA VOCE
Uscite!
LA PLATEA
Oh, oh!
MONTFLEURY (come soffocato)
Felice chi d'onori...
CIRANO (sorgendo dalla platea, in piedi sur una sedia, braccia conserte, il cappello a sghembo, i baffi irti, naso terribile)
La mia pazienza stanca!...
Impressione alla vista di lui.
SCENA IV
I precedenti, Cirano, poi Bellarosa, Jodelet.
MONTFLEURY (ai marchesi)
Salvatemi, o Signori!
UN MARCHESE (svogliatamente)
Ma via, continuate!
CIRANO
Se aggiungi una parola,
io dovr ricacciartela immantinenti in gola!
IL MARCHESE
Ors, basta!
CIRANO
I marchesi mi faccian la finezza
di tacer, se non vogliono qualche rude carezza!
TUTTI I MARCHESI (in piedi)
troppo!... Montfleury...
CIRANO (a Montfleury)
Vattene, se non vuoi
ch'io ti mozzi le orecchie, ti sbudelli e ti scuoi!
UNA VOCE
Ma...
CIRANO
Vada via!
UN'ALTRA VOCE
Ma pure...
CIRANO
Verr dunque in iscena
a trinciar quel salame per offrirvelo a cena!
Fa il gesto di rimboccarsi le maniche.
MONTFLEURY (raccogliendo tutta la sua dignit)
In me vituperate la divina Talia!
CIRANO (con molto garbo)
Se questa musa, che non sa chi tu sia,
ti conoscesse appena, gaglioffo rammollito,
ti caccerebbe il suo coturno in qualche sito!
LA PLATEA
Montfleury! La tragedia di Baro! Avanti!
CIRANO (a quelli che gridano attorno a lui)
Abbiate
piet di questo fodero: se voi continuate,
sar costretto alfine di dar fuori la lama.
Il cerchio si allarga.
LA FOLLA (retrocedendo)
Eh, l!...
CIRANO (a Montfleury)
Via da la scena!
LA FOLLA (riaccostandosi e tumultuando)
Oh!
CIRANO (volgendosi con impeto)
Chi che reclama?
La folla torna a retrocedere.
UNA VOCE (cantando, dal fondo)
Di messer Ciran si fanno
le follie troppo moleste;
a dispetto del tiranno,
noi daremo la Cloreste.
TUTTA LA SALA (cantando)
La Cloreste, la Cloreste!...
CIRANO
Se ancora un'altra volta odo questa canzone
vi accoppo quanti siete!
UN BORGHESE
Voi non siete Sansone!
CIRANO
Il signore vorrebbe prestarmi la mascella?
UNA DAMA (da un palchetto)
inaudito!
UN GENTILUOMO
uno scandalo!
UN BORGHESE
E nessun si ribella?
UN PAGGIO
divertente.
LA PLATEA
Pss! Cirano! Montfleury!
CIRANO
Silenzio!
LA PLATEA (in delirio)
Oh, oh! Be! Uh, uh!... Chicchirichl!
CIRANO
Io Vi...
UN PAGGIO
Miao! . .
CIRANO
Silenzio!... Vi sfido tutti quanti!
Chi non vuole obbedire, s'alzi e si faccia avanti!
- Inscrivo i nomi! - A voi, giovani eroi! Ciascuno
a sua volta. Do i numeri. Non scarter nessuno.
Suvvia! Chi vuole aprire la gloriosa lista?
Voi? signor? No! - Voi? No! - Il primo duellista
sia certo che con tutti gli onor sar spedito!
- Tutti quelli che vogliono morire alzino il dito!
Silenzio.
Non un nome, n un dito? Il pudor vi trattiene
dal veder la mia spada nuda? - Allora, sta bene.
(volgendosi verso la scena dove Montfleury aspetta con angoscia)
Di quella flussione, dunque, guarire io vo'
il teatro. O...
(portando la mano alla spada)
...c' il bisturi!
MONTFLEURY
Signori...
CIRANO (scende dalla sedia, siede in mezzo al cerchio che si fatto, vi s'installa come a casa sua)
Io batter
con le mani tre colpi, e voi vi eclisserete
al terzo.
LA PLATEA (compiaciuta)
Bella questa!...
CIRANO (battendo le mani)
Uno!
MONTFLEURY
Io vo'...
UNA VOCE (dai palchetti)
Rimanete!
LA PLATEA
Rimane... non rimane...
MONTFLEURY
Non vorrei che per me
il pubblico...
CIRANO
Due!
MONTFLEURY
Credo sarebbe meglio....
CIRANO
Tre
Montfleury sparisce come in una botola. Si scatena una tempesta di risa, di fischi, di urli.
LA SALA
Uh! ... Uh! ... Vigliacco! ... Torna! ...
CIRANO (gongolante, si arrovescia sulla sedia, e mette le gambe a cavalcioni)
Che ritorni se l'osa!
UN BORGHESE
Sentiamo l'oratore!
Bellarosa si avanza e saluta.
Ah! ecco Bellarosa!
BELLAROSA (con eleganza)
Signori! ...
LA PLATEA
Jodelet! No, no!
JODELET (s'avanza, e con voce nasale)
Razza di cani!
LA PLATEA
Ah, ah, bravo! benissimo!
JODELET
No, niente battimani!
L'attore, del cui ventre vi son cari i contorni,
si sent male...
LA PLATEA
un vile!
JODELET
Dovette uscir!
LA PLATEA
Che torni!
GLI UNI
No!
GLI ALTRI
S.
UN GIOVINE (a Cirano)
Ma, infin dei conti, contro quel poverino
quali ragioni avete?
CIRANO (grazioso, stando tuttavia a sedere)
Giovine paperino,
ho due ragioni, e ognuna basterebbe da sola.
Primo: un pessimo attore, che strilla a squarciagola,
e trattien coi boati del suo vocion profondo
i versi che dovrebbero snelli volar; - secondo:
un segreto...
IL VECCHIO BORGHESE (dietro di lui)
Ma voi de' bei versi del Baro
ci private... Io mi ostino!
CIRANO (voltando la sedia verso il borghese, rispettosamente)
Venerando somaro
la poesia del vecchio Baro val men che niente,
ed io non ho rimorsi!
LE PREZIOSE (dai palchetti)
Ma ve' che impertinente!
Si pu sentir di peggio?... Oh Dio!
CIRANO (voltando la sedia verso i palchetti, galante)
Signore belle,
fiorite, risplendete, siateci fiori e stelle,
dolce con un sorriso ogni agonia ci fate,
ispirateci i versi... ma non li giudicate!
BELLAROSA
il danar che si deve rendere?
CIRANO (voltando la sedia verso la scena)
Bellarosa,
voi diceste la sola ragionevole cosa!
Il mantello di Tespi non bucher!
(si leva, e lanciando una borsa sulla scena)
Prendete
codesta borsa a volo. Servitevi, e tacete!
LA SALA (abbagliata)
Ah!... Oh...
JODELET (raccogliendo la borsa e palpandola)
A questo prezzo ti permetto ogni sera
dinterromper la recita in siffatta maniera!
LA SALA
Uh!... Uh!...
JODELET
Dovessim'anche divider questi allori
BELLAROSA
Il pubblico pregato di salutarci...
JODELET
Fuori! ...
La gente comincia a uscire, mentre Cirano guarda intorno soddisfatto. Ma tosto si ferma udendo il battibecco seguente. Le donne che nei palchetti erano gi in piedi con le mantelline in dosso si fermano per udire e finiscono per tornare a sedersi.
LE BRET (a Cirano)
una follia!...
UN SECCATORE (che si accostato a Cirano)
L'attore Montfleury! Ma, cospetto!
Sapete che dal duca di Candale protetto?
Avete un protettore?
CIRANO
No!
IL SECCATORE
Come, no?
CIRANO
No! ...
IL SECCATORE
Come?
CIRANO (irritato)
No, per la terza volta; e ne sono felice.
No, non ho protettori...
(con la mano alla spada)
ma una protettrice!
IL SECCATORE
Ma, dunque, lascerete Parigi?
CIRANO
Si vedr.
IL SECCATORE
Ma il duca ha lungo il braccio...
CIRANO
Meno lungo sar
del mio...
(mostrando la spada)
quando vi metta quest'aggiunta in compenso
IL SECCATORE
Ma voi non penserete di pretendere...
CIRANO
Penso!
IL SECCATORE
Ma...
CIRANO
Fuor dai piedi adesso!
IL SECCATORE
Ma..
CIRANO
Sbrigati! - O rispondi!
perch mi guardi il naso?
IL SECCATORE (sbigottito)
Io...
CIRANO (andandogli addosso)
Perch ti confondi?
IL SECCATORE (retrocedendo)
Vostra grazia s'inganna!...
CIRANO
Dimmi: molle e cascante
siccome la proboscide, forse, di un elefante?
IL SECCATORE (come sopra)
Io non...
CIRANO
adunco a guisa di un becco di civetta?
IL SECCATORE
Io...
CIRANO
Che forse alla punta c' qualche pustoletta?
IL SECCATORE
Ma...
CIRANO
Qualche mosca forse vi passeggia o vi dorme!
Che v' di strano?
IL SECCATORE
Oh! ...
CIRANO
Forse ch' un fenomeno abnorme?
IL SECCATORE
Ma di non porvi gli occhi m'ero fatto un dovere!
CIRANO
E perch non guardarlo, se lecito sapere?
IL SECCATORE
Io...
CIRANO
Vi disgusta adunque?
IL SECCATORE
Signore...
CIRANO
Vi fa pena
il suo color?
IL SECCATORE
Signore!
CIRANO
Vi par di forma oscena?
IL SECCATORE
Ma niente affatto!...
CIRANO
E allora, perch fate quel muso?
IL SECCATORE (balbutendo)
Ma io lo trovo invece piccolo, impercettibile!
CIRANO
Come! di un tal ridicolo accusarmi?, possibile?
Piccolo il naso mio?
IL SECCATORE
Cielo!
CIRANO
Enorme il mio naso?
Vilissimo camuso, siate ben persuaso
che di quest'appendice mi glorio e mi delizio;
avvenga che un gran naso sia il vero e proprio indizio
di un uomo buono, affabile, cortese, liberale,
di coraggio e di spirito, qual io mi sono e quale
non vi sar mai lecito di credervi, marrano!
Perch la ingloriosa faccia che la mia mano
si degna di cercare sul vostro collo priva...
(lo schiaffeggia)
IL SECCATORE
Ahi! ahim!
CIRANO
Di fierezza, di slancio, d'inventiva,
di lirismo, di genio, di grandezza morale,
di naso, insomma, come quella...
(lo rivolge per le spalle, aggiungendo il gesto alla parola)
che il mio stivale
viene a cercarvi sotto la terga!
IL SECCATORE (fuggendo)
Aiuto!
CIRANO
Avviso,
a chi trovi faceto il centro del mio viso!
E se il burlone nobile, a punirlo provvede,
davanti, e un po' pi alto, la spada e non il piede!
DE GUICHE (che sceso dalla scena insieme con i marchesi)
Adesso ci ha seccati!
IL VISCONTE DI VALVERT (alzando le spalle)
Che fanfarone!
DE GUICHE
E alcuno
non buono a rispondergli per le rime?...
IL VISCONTE
Nessuno?
Vado a lanciargli io stesso, vedrete, un di quei tratti!
(si avanza verso Cirano che lo osserva, e piantandosi innanzi a lui fatuamente)
Voi... voi... avete un naso... eh... molto grande!...
CIRANO (grave)
Infatti!
IL VISCONTE (ridendo)
Ah!
CIRANO (imperturbabile)
Questo tutto?...
IL VISCONTE
Ma...
CIRANO
assai ben poca cosa!
Se ne potevan dire... ma ce n'erano a josa,
variando di tono. - Si potea, putacaso,
dirmi, in tono aggressivo: Se avessi un cotal naso,
immediatamente me lo farei tagliare!
Amichevole: Quando bevete, de pescare
nel bicchiere: fornitevi di un qualche vaso adatto!
Descrittivo: una rocca! ... un picco! ...Un capoaffatto...
Ma che! l' una penisola, in parola d'onore!
Curioso: A che serve quest'affare, o signore?
forse da scrivania, o da portagioielli?
Vezzoso: Amate dunque a tal punto gli uccelli
che vi preoccupate con amore paterno
di offrire alle lor piccole zampe un s degno perno?
Truculento: Ehi, messere, quando nello starnuto
il vapor del tabacco v'esce da un tale imbuto,
non gridano i vicini al fuoco nella cappa?
Cortese: State attento, che di cotesta chiappa
il peso non vi mandi per terra, a capo chino!
Tenero: Provvedetelo di un piccolo ombrellino,
perch il suo bel colore non se ne vada al sole!
Pedante: L'animale che Aristofane vuole
si chiami ippocampelofantocamaleonte
tante ossa e tanta carne ebbe sotto la fronte!
Arrogante: Ohi, compare, in moda quel puntello?
Si pu infatti benissimo sospendervi il cappello!
Enfatico: Alcun vento, o naso magistrale,
non pu tutto infreddarti, eccetto il Maestrale!
Drammatico: il Mar Rosso, quando ha l'emorragia!
Ammirativo: Oh, insegna di gran profumeria!
Lirico: una conca? Siete un genio del mare?
Semplice: Il monumento si potr visitare?
Rispettoso: Soffrite vi si ossequii, messere:
questo si che vuol dire qualcosa al sole avere!
Rustico: Oh, corbezzole! Dgli, dgli al nasino!
E un cavolo gigante o un popon piccolino?
Militare: - Puntate contro cavalleria!
Pratico: Lo vorreste mettere in lotteria?
Sarebbe il primo lotto! O in fin parodiando
Piramo, tra i singhiozzi: Eccolo, l'esecrando
naso che la bellezza del suo gentil signore
distrusse! Or ne arrossisce, guardate, il traditore!
Ecco, ecco, a un di presso, ci che detto mi avreste
se qualche po' di spirito e di lettere aveste.
Ma di spirito, voi, miserrimo furfante,
mai non ne aveste un'oncia, e di lettere tante
quante occorrono a far la parola: cretino!
Aveste avuto, altronde, l'ingegno cos fino
da potermi al cospetto dell'inclita brigata
servirmi tutti i punti di questa cicalata,
non ne avreste nemmeno la met proferito
del quarto d'una sillaba, ch, come avete udito,
ho vena da servirmeli senz'alcuna riserva,
ma non permetto affatto che un altro me li serva.
DE GUICHE (volendo condurre via il visconte)
Lasciate star, Visconte!
IL VISCONTE (soffocato)
Ve' che modi arroganti!
Uno zotico ch'esce perfino senza guanti,
senza alamari, senza nastri, senza galloni!
CIRANO
Perch ce le ho di dentro le mie distinzioni!
Io non mi attillo, no, come uno sfarfallino,
ma sono assai pi netto, se son meno carino:
Ch io non uscirei, vedi, per negligenza,
con la minima macchia sul cor, con la coscienza
ancora sonnacchiosa, con un onor gualcito,
e con un qualche scrupolo non troppo ben pulito!
Ma io vo' senza nulla che in me non splenda, senza
ombra, e mi son pennacchio franchezza e indipendenza.
Non un torso ben fatto, non un prestante petto,
ma l'anima io raddrizzo come in un corsaletto.
E, onusto di bei fatti che per nastri io m'allaccio,
aguzzando il mio spirito come dei baffi, io faccio
attraverso i concilii dei falsi e dei birboni
sonar le verit siccome degli sproni!...
IL VISCONTE
Ma signor...
CIRANO
Non ho guanti?... E ti par questo un guaio?
Me ne restava un solo... d'un vecchissimo paio!
Anch'esso m'era, altronde, un po' troppo importuno,
tanto che lo lasciai sulla faccia a qualcuno.
IL VISCONTE
Mascalzone, facchino, ridicolo, marrano!
CIRANO (cavandosi il cappello e salutando come se il visconte si fosse presentato)
Ah, s? E io Cirano-Ercole-Saviniano
di Bergerac.
Risa.
IL VISCONTE (esasperato)
Buffone!
CIRANO (gittando un grido, come quando si colti da un crampo)
Ahi! ...
IL VISCONTE (che risaliva la scena, tornando)
Che altro ardisce?
CIRANO (con una smorfia di dolore)
Bisogna un po' sgranchirla, poi che s'intorpidisce...
Vedi un po' che vuol dire lasciarla troppo a bada!
Ahi!
IL VISCONTE
Che c'?
CIRANO
Mi sento formicolar la spada!
IL VISCONTE (sguainando la sua)
E sia pur!
CIRANO
Vi dar un gentil colpettino!
IL VISCONTE (sprezzante)
Poeta!
CIRANO
S, poeta! e cos peregrino,
che voglio proprio adesso, battendomi, all'impronto
comporvi una ballata.
IL VISCONTE
Una ballata?
CIRANO
Conto,
che non sappiate affatto che sia.
IL VISCONTE
Ma...
CIRANO (recitando una lezione)
La ballata
ha tre strofe, ciascuna d'otto versi formata...
IL VISCONTE (pestando i piedi)
Basta!
CIRANO (continuando)
Ed una licenza composta d'un quartetto...
IL VISCONTE
Voi...
CIRANO
Di farne una e battermi, e toccarvi prometto
giusto all'ultimo verso!
IL VISCONTE
Sogno!
CIRANO (declamando)
Vedrem chi sogna!
Ballata del duello che a palazzo Borgogna
il sir di Bergerac ebbe con un ghiottone
IL VISCONTE
Che avete detto?
CIRANO
il titolo. Adesso alla canzone.
LA SALA (eccitata al maggior segno)
Largo! Largo! Scostatevi! Silenzio! Or viene il buono.
Quadro. Circolo di curiosi in platea. I marchesi e gli ufficiali misti ai borghesi e alle persone del popolo; i paggi montati sulle altrui spalle per meglio vedere. Tutte le donne in piedi nei palchetti. A destra De Guiche e i suoi gentiluomini. A sinistra Le Bret, Ragueneau, Cuigy, ecc.
CIRANO (chiudendo un poco gli occhi)
Aspettate... che scelga le mie rime... Ci sono!
(fa quanto dice, a misura)
Ecco, ed io gitto con grazia il cappello,
poscia comodamente, pian pianino,
mi libero del mio vasto mantello
che mi attabarra, e lo spadon sguano.
Di Celadone pi gentil, pi fino
di Scaramuccia al giuoco dello stocco
vi prevengo, mio caro paladino,
che giusto in fin della licenza io tocco.
(primi impegni di ferro)
Meglio v'era tacer, - signor mio bello!
Dove t'infilzer, dimmi, tacchino?
Sotto il giubbetto, al fianco, ti sbudello?
nel cuor, sotto l'azzurro cordoncino?
- Volteggia la mia punta: un moscerino!
Tintinnano le cocce, odi che schiocco!
S, certamente... in mezzo del pancino,
giusto alla fin della licenza io tocco!
Mentre io v in cerca di una rima in ello...
tu rompi, bianco come un parmolino!
Vuoi forse darmi la parola: agnello?
- Tac! e la punta io paro onde il festino
ti pensavi di farmi, o malandrino!
Ecco: t'apro la via, - chiudo lo sbocco...
Su, reggi bene, guattero, l'uncino!
Giusto alla fin della licenza io tocco.
(annunzia solenne: Licenza)
Raccomandati a Dio, bel principino!
Ecco; io m'inquarto, io paro, io fingo, io scocco...
(spaccandosi)
Eh, l! prendi, piccino!
(il visconte barcolla; Cirano saluta)
Giusto alla fin della licenza ho tcco.
Acclamazioni. Applausi dai palchetti. Vengono gi fiori e fazzoletti. Gli ufficiali circondano Cirano e si felicitano con lui.. Ragueneau balla per l'entusiasmo. Le Bret felice, insieme, e costernato. Gli amici del visconte lo sostengono e lo portano via.
LA FOLLA (con un lungo grido)
Ah!
UN CAVALLEGGIERE
Stupendo!
UNA DONNA
Carino!
RAGUENEAU
Mirabolante!
UN MARCHESE
Nuovo!
Ressa intorno a Cirano. Si ode
... Bravo... I miei complimenti... Tante cose...
LE BRET
Io la trovo
una follia.
VOCI DI DONNE
Che eroe!...
UN MOSCHETTIERE (avanzandosi premurosamente con la mano tesa)
Permettete?... Eccellente!
E credo di capire un po': del rimanente
ho tutto, trepidando, espresso il mio gioire!...
(si allontana)
CIRANO (a Cuigy)
Chi mai?
CUIGY
D'Artagnan.
LE BRET (a Cirano, prendendogli un braccio)
Senti!
CIRANO
Lasciamo uscire
prima codesta folla.
(a Bellarosa)
Posso rimaner qui?
BELLAROSA (rispettosa)
Ma certamente...
Si odono grida di fuori.
JODELET (che ha guardato)
Nulla: fischiano Montfleury!
BELLAROSA (solennemente)
Sic transit!...
(cambiando tono, al portiere)
Spazza. Chiudi. Ma lascia stare
i lumi. Torneremo dopo pranzo a provare
una nuova commedia per dimani.
Jodelet e Bellarosa escono, dopo di auer profondamente salutato Cirano.
IL PORTIERE (a Cirano)
Sicch
voi non andate a pranzo?
CIRANO
Io?... no..
Il portiere va via.
LE BRET (a Cirano)
Perch?
CIRANO (fiero)
Perch...
(cambiando tono, visto che il portiere lontano)
non ho danaro!...
LE BRET
Come? La borsa che gittasti?
CIRANO
O penson paterna, un sol giorno durasti!
LE BRET
Per viver tutto un mese!..
CIRANO
Non ho pi nulla affatto!
LE BRET
Gittar quel sacco! quale insania!
CIRANO
Ma che atto!...
LA DISTRIBUTRICE (tossendo dietro il suo piccolo banco)
Hum...
Cirano e Le Bret si volgono. Ella si avanza timidamente
Il saper... che... siete digiuno jl cor mi spezza
Signore...
(mostrando il desco)
Io qui ci ho tutto.
CIRANO (cauandosi il cappello)
Bench la mia fierezza
di guascon m'interdica, cara bambina mia,
di accettar la pi piccola vostra ghiottoneria,
accetto, per non farvi troppo dispiacere...
(va al desco e sceglie)
Oh, poca cosa! Un chicco d'uva...
Ella vuol dargli il grappolo, egli stacca un chicco.
Un solo!... un bicchiere
d'acqua..
Ella vuol versarvi del vino, egli le ferma il braccio.
vi prego, semplice!
E, infine, la met
d'un dei vostri amaretti!
(restituisce l'altra met)
LE BRET
Ma che stupidit!
LA DISTRIBUTRICE
Oh, ancora qualche cosa!..
CIRANO
S, la man da baciare!
(le bacia, come a una principessa, la mano)
LA DISTRIBUTRICE
Oh, grazie.
(riverenza)
E buona sera.
(esce)
SCENA V
Cirano, Le Bret, poi il portiere.
CIRANO (a Le Bret)
Adesso puoi parlare.
(siede davanti al desco, e ponendosi innanzi l'amaretto)
Cibo! ...
(... il bicchier d'acqua)
Bevanda!
(... il chicco d'uua)
Frutta!
Ecco, a tavola siedo.
Ho, mio caro, una tale fame che non ci vedo.
(mangiando)
Dicevi?
LE BRET
Che quei fatui boriosi, coloro
ti guasteran lo spirito se tu di retta a loro!
Chiedine, invece, a quanti hanno un po' di buon senso,
qual effetto produsse la tua bravata!
CIRANO (terminando di mangiare l'amaretto)
Immenso!
LE BRET
Il Cardinale
CIRANO (gongolante)
Come? c'era anche il Cardinale?
LE BRET
Dov trovar la cosa
CIRANO
Ma, molto originale!
LE BRET
Non di meno
CIRANO
un autore. Il danno di un collega
non pu certo dolergli.
LE BRET
Ma questa un'altra bega!
Ti fai troppi nemici, troppi! Oramai tu eccedi!
CIRANO (attaccando il chicco duva)
Quanti me ne son fatti stasera, quanti credi?
LE BRET
Non men di quarantotto, le donne non comprese.
CIRANO
Conta, su!
LE BRET
Montfleury, l'accademia, il borghese,
Baro, Guiche, il Visconte
ClRANO
Basta! Girar mi fai
la testa!
LE BRET
Ma cosi dov' che arriverai?
Qual il tuo piano?
CIRANO
Erravo come in un labirinto,
c'eran troppi partiti da prendere. L'istinto
mi fe' scegliere...
LE BRET
Quale?
CIRANO
Il pi semplice. Elessi
di distinguermi sempre, e comunque potessi.
LE BRET (alzando le spalle)
E sia. Ma non vorresti spiegare a me nemmeno
perch tanto detesti Montfleury!
CIRANO (alzandosi)
Quel Sileno
si gonfio che non pu toccarsi l'umbilico,
si crede irresistibile; e mentre l'impudico
balbetta recitando colass, si consiglia
con quegli occhi di rana di far l'occhio di triglia!...
Io l'abborro da quando una sera egli os
porre gli occhi su lei... Di veder mi sembr
una immonda lumaca su di un fiore strisciare.
LE BRET (stupefatto)
Che, sarebbe possibile?...
CIRANO (con un riso amaro)
Che anch'io potessi amare?
(cambiando tono, grave)
S amo.
LE BRET
E chi, se lecito? Non mi avevi mai detto
CIRANO
Chi?... Cerca un po', vediamo. Questo mio maledetto
naso che mi precede di un quarto d'ora ovunque
mi vieta fin l'amore di una brutta... Chi dunque
amo? Non ti par chiaro?... Chi la donna mia?
Io amo - naturale! - la pi bella che sia!
LE BRET
La pi bella?
CIRANO
... che sia! cui ciascuna seconda:
la pi fulgida, la pi fine,
(avvilito)
la pi bionda!
LE BRET
Ma chi dunque costei?...
CIRANO
Una calamit
mortal senza che voglia squisita e non lo sa;
un'insidia vivente, una rosa moscata
tra le cui foglie amore s'asconde in imboscata.
Chi la vide sorridere conobbe l'Ideale.
Ella fa della grazia con un niente: ella tale
che pon tutto il divino nel minor dei suoi gesti.
N tu montare in conca, Madre d'Amor, sapresti,
n tra i boschi fioriti camminar tu, Lucina,
com'ella monta in seggiola, e com'ella cammina!...
LE BRET
Cospetto! ora capisco. La cosa chiara!
CIRANO
piana!
LE BRET
Maddalena Robin, tua cugina?
CIRANO
Rossana!
LE BRET
Tanto meglio! Tu l'ami? Diglielo. Non ti sei
coperto or or di gloria sotto gli occhi di lei?
CIRANO
Guardami in faccia e poi dimmi quale speranza
consentir mi potrebbe questa protuberanza!
Io non m'illudo, no. - Talor certo, m'avviene
d'intenerirmi anch'io nelle notti serene;
e, se in qualche giardino entro, aspirando il maggio
con il mio poveraccio di naso, sotto un raggio
di argento qualche donna che passeggia a braccetto
di un cavaliere io seguo, e il cor mi balza in petto,
e penso, ahim, che anch'io vorrei meco averne una
per passeggiare a lenti passi sotto la luna,
e mi esalto, e m'oblio... Quand'ecco all'improvviso
l'ombra del mio profilo su pel muro ravviso!
LE BRET (commosso)
Oh, amico mio!...
CIRANO
Talvolta, credi, m' duro assai
sentirmi cos brutto solo!...
LE BRET (prendendogli premurosamente la mano)
Piangi?
CIRANO
Ah! no; mai!
Questo no, mai! Sarebbe troppo sconcio vedere
una lagrima lungo tale naso cadere!
Io far, sin ch'io possa, che mai la sovrumana
bellezza delle lagrime con tanta grossolana
sconcezza si confonda!... Per che veramente
niente v' pi sublime delle lagrime, niente!
N, suscitando il riso, vorrei per colpa mia,
che una lagrima fosse ridicola!...
LE BRET
Suvvia!
Confrtati! L'amore sai che del caso figlio!
CIRANO (tentennando la testa)
No. Amo Cleopatra: ho di un Augusto il piglio?
Adoro Berenice: ho l'aspetto di un Tito?
LE BRET
Ma il tuo valor! lo spirito! Costei che ti ha fornito
quel po' di cibo or ora, non con occhio severo,
anche tu l'hai notato, ti guardava!
CIRANO (colpito)
vero!
LE BRET
Ebbene? E allora?... Ma Rossana, che ella stessa
non seguiva perplessa il duello?
CIRANO
Perplessa?
LE BRET
Gi, il suo cuor, la sua mente son turbati! Del caso
profitta, ardisci, fa'...
CIRANO
Che mi rida sul naso?
No! la sola prova cui non ho cor bastante!
IL PORTIERE (introducendo qualcuno che chiede di Cirano)
Chiedon di voi, signore...
CIRANO
Dio, la sua Governante!
SCENA VI
Cirano, Le Bret, la governante.
LA GOVERNANTE (con un gran saluto)
A chiedere si manda dal cugin cos degno
un convegno in segreto.
CIRANO (sconvolto)
Un convegno?
LA GOVERNANTE (con una riverenza)
V' qualcosa da dirvi.
CIRANO
V' da?...
LA GOVERNANTE (con una nuova riverenza)
Dirvi qualche cosa!
CIRANO (barcollando)
Ah! ....
LA GOVERNANTE
Si andr dimani, in punto all'alba rosa
per la messa, a San Rocco
CIRANO (reggendosi a Le Bret)
Mio Dio!
LA GOVERNANTE
Dove si pu,
uscendo, entrar, l presso, per discorrere un po'?
CIRANO (perdendo la signoria di s)
Dove?... che so!... Mio Dio!
LA GOVERNANTE
Dite.
CIRANO
Aspettate... Da...
LA GOVERNANTE
Dove?
CIRANO
Da... Ragueneau... il pasticcere...
LA GOVERNANTE
E sta?
CIRANO
Nella strada - mio Dio! mio Dio! - Saint-Honor!...
LA GOVERNANTE (risalendo la scena)
Ci saremo. Alle sette.
CIRANO
Mi troverete. Ahim!
La governante esce.
SCENA VII
Cirano, Le Bret, poscia i commedianti, le commedianti, Cuigy, Brissaille, Lignire, il portiere, i violini.
CIRANO (cadendo nelle braccia di Le Bret)
Ella... un convegno... a me!
LE BRET
Dunque, ho ragione. Hai visto.
CIRANO
Sia per quel che si voglia, or ella sa che esisto!
LE BRET
Adesso potrai bene esser pi calmo?
CIRANO (fuori di s)
Adesso
Ma io sar frenetico, sar anzi un ossesso!
Or con tutto un esercito mi bisogna azzuffarmi!
Ho dieci cuori; ho venti braccia; non pu bastarmi
sconfiggere dei nani!
(gridando forte)
Mi occorron dei giganti!
Da qualche istante sulla scena, in fondo, ombre di commedianti si agitano, muovon le labbra: si comincia a provare.
I violini hanno ripreso il loro posto.
UNA VOCE (dalla scena)
Silenzio colaggi! Qui c' la prova!
CIRANO (ridendo)
Tanti
saluti!
Risale la scena: dalla gran porta del fondo entrano Cuigy, Brissaille, parecchi ufficiali, che sostengono Lignire completamente ebbro.
CUIGY
Ol, Cirano!
CIRANO
Che c'?
CUIGY
C' qui un solenne
merlo che ti portiamo!
CIRANO (riconoscendo l'ebbro)
Lignire!... E che ti avvenne?
CUIGY
Ti cercava!
BRISSAILLE
Non pu ritirarsi!
CIRANO
E perch?
LIGNIERE (con voce pastosa, mostrandogli un biglietto tutto gualcito)
Questo foglio m'avverte... Son cento contro me...
Per via di una canzone... Non li posso evitare...
Alla porta di Nl... Ed io per rincasare
devo passar di l... Dammi dunque ricetto
da te, per questa notte!
CIRANO
Cento persone hai detto?
A casa tua stanotte dormirai; sta' sicuro!
LIGNIERE (spaventato)
Ma...
CIRANO (con voce terribile, mostrandogli la lanterna accesa che il portiere dondola, ascoltando con curiosit la scena)
Prendi la lanterna!...
(Lignire, ghermisce precipitosamente la lanterna)
E cammina! - Io ti giuro
che questa notte il letto te lo far Cirano!...
(agli ufficiali)
E voi tutti seguiteci, signori, da lontano:
sarete testimoni. Seguiteci!
CUIGY
Ma cento!
CIRANO
Stasera non m'occorre un pi piccol cimento.
I commedianti e le commedianti, discesi dalla scena, si sono accostati vestiti nei loro vari costumi.
LE BRET
Ma perch mai proteggere...
CIRANO
Odilo, il brontolone!
LE BRET
... codesto vil beone!
CIRANO
Perch questo beone,
questo fusto ambulante di vin, questo barile
di rosolio, fe' un tratto che non v' il pi gentile.
Ieri, all'uscir di chiesa, vista la sua diletta
prender, secondo il rito, dell'acqua benedetta,
s'avvent, lui che abomina l'acqua, sull'acqua santa
e, curvo sulla pila, la bevve tutta quanta!...
UNA COMMEDIANTE (vestita da servetta)
carina davvero!
CIRANO
Vero, la mia servotta?
LA COMMEDIANTE (agli altri)
Ma perch contro un povero poeta si gran frotta?
CIRANO
Avanti!
(agli ufficiali)
E che nessuno vedendomi assalire,
qual che il mio rischio sia mi aiuti!
UNALTRA COMMEDIANTE (saltando dalla scena)
Io vo' venire
a veder!
CIRANO
Su venite!...
UN'ALTRA (saltando anche lei, a un vecchio commediante)
Vieni anche tu, Cassandro?...
CIRANO
Su, su, tutti; il dottore, Isabella, Leandro,
tutti. Verrete a unire, vezzoso e folle stuolo,
la farsa italiana con il dramma spagnuolo,
aggiungendo al fragore uno squillo argentino,
siccome di sonagli si cinge un tamburino!...
TUTTE LE DONNE (saltando di gioia)
Bravo! - Presto, un cappello! - Presto un cappuccio!
JODELET
Fuori!
CIRANO (ai violini)
Voi suonerete un pezzo, messeri professori!
I violini si uniscono al corteo che si forma. La folla s'impadronisce delle candele accese della ribalta che vengono distribuite. Pare una ritirata con fiaccole
Cosl, bravo! Ufficiali e donnine in costume!
E venti passi innanzi...
(si pianta come ha detto)
io sol, sotto le piume
che m'impenn di sua mano la gloria amica,
fier come un Scipione tre volte pi Nasica!...
- Siamo intesi? vietato di darmi braccio forte!
Ci siamo? Uno, due, tre! Portiere, apri le porte!
Il portiere apre i due battenti. Un angolo della vecchia Parigi, pittoresco sotto la luna, appare.
Parigi nella nebbia della notte scompare;
su pe' tetti spioventi corre l'onda lunare.
Qual s'appresta alla scena quadro maraviglioso!
Laggi trema la Senna come un misterioso,
come un magico specchio della nebbia nel vel...
E avrete da vedere!
TUTTI
Alla porta di Nl!
CIRANO (ritto sulla soglia)
Alla porta di Nl.
(volgendosi, prima di uscire, alla servetta)
Non avevate chiesto
perch misero cento persone contro questo
povero rimatore? - Ve lo dir ben io:
(sguaina la spada, e dice tranquillamente)
Perch sapean che questo poeta amico mio!
Atto secondo
LA ROSTICCERIA DEI POETI
La bottega del pasticciere Ragueneau, spazioso laboratorio allangolo di via Saint-Honor e di via dell'Albero Secco, che si vedono ampie nel fondo, pei vetri della porta, grige nei primi bagliori dell'alba. A sinistra, in un primopiano, il banco sormontato da una specie di trofeo di ferro fuso, al quale sono sospese oche, anatre, paoni bianchi. In grandi vasi di porcellana alti mazzi di fiori naturali, principalmente girasoli gialli. Dallo stesso lato, in secondo piano, un immenso camino innanzi a cui tra mostruosi alari, su ciascuno dei quali una piccola casseruola, gli arrosti piangono nelle leccarde. A destra, primo piano con porta. Nel secondo piano una scala che sale e una salettina pensile, di cui si vede l'interno per le impannate aperte; una tavola vi apparecchiata, vi luce una graziosa lampada fiamminga: un gabinetto dove si va a mangiare ed a bere. Una galleria di legno, che fa sguito alla scala, par che conduca ad altre salettine analoghe. In mezzo della bottega un cerchio di ferro che si pu far discendere con una corda, ed al quale son sospesi dei pezzi grossi, fa come un lampadario di selvaggina. I forni, nell'ombra, sotto la scala rosseggiano. Il rame scintilla. Gli spiedi girano. Dei pezzi montati s'alzano in piramidi. Dei prosciutti pendono. l'ultima cotta mattutina. Ressa di sguatteri scalmanati, di enormi cuochi, e di minuscoli assistenti. Ondeggiano berretti a penne di pollo od ali di gallina faraona. Si portano sopra vassoi di latta e sopra graticci pile di brioches, villaggi di focaccine. Varie tavole sonocoperte di pasticcetti e di piatti Altre sono circondate di sedie, che aspettano gli avventori. Una pi piccola in un angolo, scompare sotto le carte. Al levarsi della tela Ragueneau vi sta seduto, scrivendo.
SCENA I
Ragueneau, pasticcieri, poi Lisa. Ragueneau, al tavolino scrivendo, con aria inspirata, e contando sulle dita.
PRIMO PASTICCIERE (portando un piatto montato)
Mandorlato!
SECONDO PASTICCIERE (portando un arrosto adorno di penne)
Paone!
TERZO PASTICCIERE (portando un vassoio con pasticcetti)
Sfogliate!
QUARTO PASTICCIERE (portando una specie di zuppiera)
Bue stufato!
RAGUENEAU (cessando di scrivere e alzando la testa)
Gi sul mare l'argento dell'alba scivolato.
Ragueneau, frena il Nume che nel petto ti spira.
l'ora del fornello, non l'ora della lira!
(si alza. A uno dei cuochi)
A voi, dite: allungatemi codesta salsa: corta.
IL CUOCO
Quanto?
RAGUENEAU
Tre piedi.
(passa via)
IL CUOCO
Che?
PRIMO PASTICCIERE
La tartara
SECONDO PASTICCIERE
La torta
RAGUENEAU (davanti al camino)
Musa mia, t'allontana; i begli occhi ridenti
non t'arrossisca il fuoco di questi miei sarmenti.
(a un pasticciere, mostrandogli dei pani)
Mal tagliata di questi pani la fenditura:
in mezzo agli emistichi, - nel centro, la cesura.
(a un altro, mostrandogli un pasticcetto incompleto)
A codesto palazzo di crosta non ci vedo
il tetto...
(a un giovine apprendista, che, seduto per terra, infilza del pollame)
E tu, sul tuo s smisurato spiedo
gli umili polli alterna coi superbi tacchini
come il vecchio Malherbe i versi piccolini
alternava coi lunghi, e sullo schidione
gira strofe d'arrosti!
UN ALTRO APPRENDISTA (avanzandosi con un vassoio coperto di una salvietta)
Pensando a voi, padrone,
feci cuocere al forno questa mia novit,
che, voglio lusingarmi, non vi dispiacer.
(scopre il vassoio. Si vede una gran lira di pasticceria)
RAGUENEAU (abbagliato)
Una lira!
L APPRENDISTA (commosso)
Di fior di farina.
RAGUENEAU (commosso)
E con frutte
giulebbate!
LAPPRENDISTA
E le corde son di zucchero tutte.
RAGUENEAU (dandogli del danaro)
Bevi alla mia salute, va'!
(scorgendo Lisa che entra)
Mia moglie! Cammina,
e nascondi il danaro!
(a Lisa, mostrando la lira, con aria impacciata)
Non ver ch' carina?
LISA
una cosa ridicola!
(depone sul banco una pila di sacchetti di carta)
RAGUENEAU (li guarda)
Oh, tante grazie!
Cielo!
I versi dei mie' amici smembrati, in isfacelo!
Dei miei libri adorati far borse da croccanti!...
Ah, ma voi rinnovate Orfeo con le baccanti!
LISA ( secca)
E che, non ho diritto di bene utilizzare
ci che per tutto scotto vi sogliono lasciare
i vostri scribacchini di linee piccoline?
RAGUENEAU
Non insultar, formica, le cicale divine!
LISA
Prima che quella gente vi diventasse amica,
voi non mi chiamavate baccante, n formica
RAGUENEAU
Far ci coi versi!
LISA
Almeno servono a qualche cosa!
RAGUENEAU
E che fareste allora, di grazia, con la prosa?
SCENA II
I precedenti, due ragazzi che sono entrati nella pasticceria.
RAGUENEAU
Che volete, piccini?
PRIMO RAGAZZO
Vorremmo tre di queste
torte.
RAGUENEAU (servendoli)
Ben cotte e calde...
SECONDO RAGAZZO
Involgerle vorreste?
RAGUENEAU (colpito, a parte)
Una delle mie borse!... Quale mi toglier?
(prende un sacchetto, e al momento di porvi le torte, legge)
Tale Ulisse allorch Penelope lasci...
Non questa!
(mette da parte il sacchetto e ne prende un altro. Al momento di porvi le torte, legge)
Il biondo Febo.... N questa a nessun conto.
LISA (impaziente)
Ebbene, che aspettate?
RAGUENEAU
Eccomi: pronto, pronto!
(ne prende un terzo, rassegnandosi)
Sono allo stesso estremo!... Ahim, il sonetto a Fille!
LISA
Fortuna che si sia deciso!
(alzando le spalle)
Che imbecille!
(siede e si mette a disporre dei piatti su di una credenza)
RAGUENEAU (profittando di un momento ch'ella si voltata, chiama i fanciulli che stanno per uscire)
Pst, pst... Restituitemi il sacchetto, piccini,
ed invece di tre vi do sei pasticcini!
I fanciulli gli restituiscono il sacchetto, prendono in fretta le torte a vanno via. Ragueneau spiegando il foglio, si mette a leggere declamando.
Filli!.... Su questo dolce nome una macchia d'unto!
Filli....
Cirano entra bruscamente.
SCENA III
Ragueneau, Lisa, Cirano, poi il moschettiere.
CIRANO
Che ora abbiamo?
RAGUENEAU (salutando con premura)
Le sei.
CIRANO (con emozione)
Tra un'ora appunto.
(va e viene per la bottega)
RAGUENEAU (seguendolo)
Bravo!
CIRANO
Di che?
RAGUENEAU
Del fatto d'arme!...
CIRANO
Quale?
RAGUENEAU
Ma quello
di palazzo Borgogna!
CIRANO (con disdegno)
Ah! ... il duello! ...
RAGUENEAU (con ammirazione)
Il duello
in versi!...
LISA
N' impazzito. Ogni spiedo uno stocco.
CIRANO
Benone!
RAGUENEAU (spaccandosi con in mano uno spiedo)
Appunto in fin della licenza io tocco!...
Ah, magnifico! Appunto in fin della licenza...
CIRANO
Che ora?
RAGUENEAU (restando spaccato, per guardar l'orologio)
Sei e cinque!... io tocco!
(si rialza)
Ah, che potenza!
LISA (a Cirano, che passando innanzi al banco le ha stretto distrattamente la mano)
Che avete a quella mano?
CIRANO
Niente. Una graffiatura.
RAGUENEAU
Correste qualche rischio?
CIRANO
No, nessuna avventura.
LISA (minacciando col dito)
Credo che voi mentiate!
CIRANO
Mi trema forse il naso?
La bugia dovrebb'essere enorme in questo caso!
(cambianlo tono)
Aspetto qui qualcuno. Se venisse, vorrei
ci lasciaste.
RAGUENEAU
Non posso. Or or verranno i miei
poeti...
LISA (ironica)
Per il primo pasto.
CIRANO
Li manderai
fuori a un mio segno... L'ora?
RAGUENEAU
Sei e dieci.
CIRANO (sedendo nervosamente alla tavola di Ragueneau prende della carta)
Mi dai
una penna?...
RAGUENEAU (offrendogli quella che ha allorecchio)
Di cigno.
UN MOSCHETTIERE (con formidabili baffi entra e dice con voce stentorea)
Salve!
CIRANO (voltandosi)
Chi costui?
RAGUENEAU
Un amico di Lisa. Guerriero - dice lui
terribile!
CIRANO (riprendendo la penna ed allontanando col gesto Ragueneau, tra s)
S, scrivere, piegar... darla... fuggire.
(gettando la penna)
Vile!... ma morrei prima che una parola ardire...
(a Ragueneau)
L'ora?
RAGUENEAU
Le sei e un quarto!
CIRANO (toccandosi il petto)
... di quante ne son qui!
Mentre che per iscritto.
(riprende la penna)
S, scriviamola, s,
questa lettera cento volte gi fatta in me,
cento volte rifatta, s che pronta, s che
ponendo accanto al foglio l'anima mia, mi pare
ch'io non debba far altro fuor che ricopiare.
Scrive. Dietro i vetri della porta si vedono agitarsi profili magri ed esitanti.
SCENA IV
Ragueneau, Lisa, il moschettiere, Cirano, al tavolino, scrivendo, i poeti, vestiti di nero, le braccia cascanti e tutti inzaccherati
LISA (entrando e annunziando i poeti a Ragueneau)
Gli straccioni!
PRIMO POETA (entrando, a Ragueneau)
Collega! ...
SECONDO POETA (a Ragueneau, scuotendogli le mani)
Carissimo collega!
TERZO POETA
Aquila del pasticcio!
(annusa)
Come la tua bottega
aulisce!
QUARTO POETA
O Febo cuoco!
QUINTO POETA
O Apollo rosticcere!
RAGUENEAU (circondato, abbracciato, squassato)
Come si fraternizza con costoro! un piacere!
PRIMO POETA
Ci trattennero mille persone asserragliate
alla porta di Nl!...
SECONDO POETA
Sbudellati a puntate,
otto furfanti giaccion sanguinanti per terra
CIRANO (levando un istante la testa)
Otto?... Io credevo sette.
(torna a scrivere)
RAGUENEAU (a Cirano)
E l'eroe della guerra
lo conoscete, forse?
CIRANO (con negligenza)
Io? .... No!
LISA (al moschettiere)
E voi?
IL MOSCHETTIERE (arricciando i baffi)
Pu darsi!
CIRANO (scrivendo a parte. Mormora tratto tratto qualche parola)
"Io v'amo"...
PRIMO POETA
Un uomo solo ard di cimentarsi
con tanti, e porli in fuga, dicono!...
SECONDO POETA
Picche stocchi
eran sparsi per terra. Strana vista!
CIRANO (scrivendo)
"... i vostri occhi"...
TERZO POETA
Dovunque eran cappelli! Ah, fu zara a chi tocca!
PRIMO POETA
Dovett'essere un ben truce...
CIRANO (come sopra)
"... la vostra bocca!...
PRIMO POETA
Un terribil gigante l'eroe dell'avventura!
CIRANO (come sopra),
..."E tosto che vi vedo, svengo dalla paura"
SECONDO POETA (abboccando un pasticcetto)
Che hai rimato di nuovo, Ragueneau?
CIRANO (come sopra)
"... che vi adora...".
(si ferma al momento di firmare, e si alza, mettendo la lettera nel giustacuore)
Non occorre firmarla, s'io medesimo or ora
dovr dargliela.
RAGUENEAU (al secondo poeta)
Ho messo in versi una ricetta.
TERZO POETA (installandosi davanti a un vassoio di cavoli alla crema)
Dilla, sentiamo!
QUARTO POETA (guardando una brioche che ha preso)
Questa focaccia ha la berretta
a sghembo.
(la addenta)
PRIMO POETA
Questo pane segue il vate famelico
coi suoi belli occhi a mandorla dal sopracciglio angelico!
(prende il pane)
SECONDO POETA
Siam tutt'orecchi!
TERZO POETA (stringendo lievemente un dolcino tra le dita)
Vedi come si sdilinquisce
questo mio pasticcetto!
SECONDO POETA (mordendo la grande lira di pasticceria)
La lira mi nutrisce
alfine!
RAGUENEAU (che si preparato a recitare, ha tossito, si aggiustato il berretto, ha preso un atteggiamento di occasione)
Una ricetta...
SECONDO POETA (al primo, dandogli una gomitata)
Tu asciolvi?
PRIMO POETA (al secondo e agli altri)
Pranzate?
RAGUENEAU (annuncia: Come si fanno le tartine mandorlate)
Batti sin che spuma muova
un par d'ova;
versa nella spuma e molci,
con un succo di cedrato
prelibato,
latte di mandorle dolci;
pasta frolla quindi spargi
e cospargi
in formelle da tartine;
presto presto fanne i lati
marmellati;
versa dentro a goccioline
la sua dolce spuma, poi
tutto puoi
porre al forno, e, rosolate,
ne usciranno in gaie frotte,
bionde e ghiotte,
le tartine mandorlate!
I POETI (a bocca piena)
Squisito - Che delizia
UN POETA (soffocandosi)
Ahim!
Si dirigono verso il fondo mangiando. Cirano, che ha tutto osservato, si avanza verso Ragueneau.
Non vedi, mentre
li culli del tuo canto, come s'empiono il ventre?
RAGUENEAU (pi basso, con un sorriso)
Vedo... senza guardare per non turbarli: e il dire
i miei versi cos mi fa il doppio gioire;
poich soddisfo insieme al mio dolce peccato,
mentre do da mangiare a chi non ha mangiato!
CIRANO (battendogli sulla spalla)
Mi piaci!...
Ragueneau va a raggiungere i suoi amici. Cirano lo segue con gli occhi; poi un poco bruscamente.
Dite, Lisa...
Lisa, in tenere conversazione col moschettiere, si scuote e discende verso Cirano.
Vi assedia il capitano?
LISA (offesa)
Con una fiera occhiata questi occhi san far vano
l'assalto di chiunque provochi i miei rigori!
CIRANO
Li trovo un po' disfatti per occhi vincitori!
LISA (soffocata)
Ma...
CIRANO (nettamente)
Ragueneau mi piace: perci, sora Lisina,
io non vo' che nessuno lo metta alla berlina!
LISA
Ma...
CIRANO (che ha alzato la voce per essere udito dal galante)
A buon intenditore...
(saluta il moschettiere, e va a mettersi in vedetta, presso la porta d'ingresso, dopo di aver guardato l'orologio)
LISA (al moschettiere che ha semplicernente reso il saluto a Cirano)
Ah, non pi di cos?...
Ditegli... del suo naso...
IL MOSCHETTIERE
Eh, di... quel naso l...
(si allontana in fretta. Lisa lo segue)
CIRANO (dalla porta d'ingresso, facendo segno a Ragueneau di condur via i poeti)
Pst! ...
RAGUENEAU (mostrando ai poeti la porta a destra)
Starem meglio l...
CIRANO (con impazienza)
Pst!... pst!...
RAGUENEAU (spingendoli)
Per recitare
dei versi...
PRIMO POETA (disperato, con la bocca piena)
E i pasticcini?
SECONDO POETA
Portali.
Vanno tutti dietro a Ragueneau, processionalmente, e dopo di aver fatto una provvista di pasticcetti
SCENA V
Cirano, Rossana, la governante.
CIRANO
Se mi pare
che vi sia di speranza un'ombra, un'ombra sola,
tiro fuor la mia lettera...
Rossana, mascherata, seguita dalla governante, appare dietro i vetri. Egli si precipita ad aprire la porta.
Entrate! ...
(andando alla governante)
Una parola!
LA GOVERNANTE
Anche due.
CIRANO
Siete ghiotta?
LA GOVERNANTE
Da morirne.
CIRANO (prendendo in fretta dei sacchetti di carta)
Sta bene.
Ecco due poesie di Benserade...
LA GOVERNANTE
Oh...
CIRANO
Piene
zeppe ve le far di pasticcini.
LA GOVERNANTE (cambiando cera)
Uh!
CIRANO
Amate il pasticcino che chiaman petit-chou?
LA GOVERNANTE
Signor, ne fo gran conto, quando pieno di crema.
CIRANO
Eccone, dunque, sei, qui, nel sen di un poema
di Saint-Amant! Nei versi di Chapelain vi piaccia
di accettare un frammento, men greve, di focaccia.
- Dunque amate i pasticci croccanti?
LA GOVERNANTE
Alla follia!
CIRANO (caricandole le braccia dei sacchetti pieni)
Or li sgretolerete fuori, signora mia.
LA GOVERNANTE
Ma...
CIRANO (spingendola fuori)
N tornate qui che finito il banchetto.
Chiude la porta, ritorna verso Rossana, e si ferma a capo scoperto a distanza rispettosa.
SCENA VI
Cirano, Rossana, la governante un momento
CIRANO
Eccomi... Sia l'istante tre volte benedetto,
in cui, risovvenendovi finalmente di me,
venite qui per dirmi...
ROSSANA (che si smascherata)
Grazie, in prima; perch
quel gaglioffo, quel fatuo a cui s fieramente
voi deste scacco matto, lui che di un potente
signor, preso di me...
CIRANO
De Guiche?
ROSSANA (abbassando gli occhi)
... il mal capitato
si studiava impormi... per marito...
CIRANO
Posticcio
(salutando)
Io, dunque, tanto meglio, non per il mio membruto
naso, ma pei begli occhi vostri mi son battuto!
ROSSANA
Volevo dirvi poi... Ma occorre che per quello
che ho da dirvi... io ritrovi il mio quasi fratello
con cui scherzai fanciulla nel parco - ricordate?
CIRANO
S... allora a Bergerac venivate ogni estate!
ROSSANA
Le canne vi fornivano le vostre sciaboline...
CIRANO
Dava il grano alle vostre bambole il biondo crine!...
ROSSANA
Era il tempo dei giuochi...
CIRANO
E delle more...
ROSSANA
Allora
m'obbedivate in tutto!...
CIRANO
E in veste corta ancora
non sdegnava Rossana chiamarsi Maddalena...
ROSSANA
Ero bella?
CIRANO
Non brutta.
ROSSANA
Talor, la mano piena
di sangue per la furia di qualche scalatina,
accorrevate, a me che in aria di mammina
vi dicevo con voce che volea parer dura:
(gli prende la mano)
Siamo da capo? Ancora un'altra graffiatura?.
(si ferma stupefatta)
Ah, ma pare incredibile! E questa?
CIRANO (vuol ritirare la mano)
Niente affatto
ROSSANA
Date qua. Come, ancora? - Dove te lo sei fatto?
CIRANO
Scherzando, verso porta di Nl.
ROSSANA (sedendo presso una tavola, e bagnando il fazzoletto in un bicchiere d'acqua)
Qua.
CIRANO (sedendo anche lui)
Che vezzosa
e che gaia mammina!
ROSSANA
Narratemi la cosa,
mentre io tergo un po' il sangue. - Quale fu la ragione?
Quanti contro di voi?
CIRANO
Oh, non cento persone!
ROS SANA
Narrate!
CIRANO
No. Lasciate. Di saper preferisco
ci che non ardivate dirmi prima...
ROSSANA (senza lasciare la mano di Cirano)
Or ardisco,
poi che di lor profumo m'hanno vivificata
i ricordi. Or ardisco. Io sono innamorata.
CIRANO
Ah!
ROSSANA
D'un che tuttavia non sa.
CIRANO
Ah!
ROSSANA
Non ancora.
CIRANO
Ah! ...
ROSSANA
Ma lo sapr ben tosto, se tuttavia lo ignora.
CIRANO
Ah! ...
ROSSANA
Di un povero giovane che mi ador sin qua
timido, da lontano, senza dirmelo...
CIRANO
Ah! ...
ROSSANA
Lasciatemi la mano. ancor febbricitante.
- Ma gli vidi sul labbro tremare il core amante.
CIRANO
Ah! ...
ROSSANA (terminando una piccola fasciatura fattagli col fazzoletto)
E, vedete il caso, nel reggimento stesso
in cui servite voi giusto appunto s' messo.
CIRANO
Ah! ...
ROSSANA ( ridendo)
Nella compagnia vostra cadetto!...
CIRANO
Ah! ...
ROSSANA
Brilla
nel suo volto lo spirito eletto, la scintilla
del genio. fiero, nobile, giovine, forte, bello...
CIRANO (alzandosi pallidissimo)
Bello!
ROSSANA
Che avete?
CIRANO
Niente... Gli ...
(le mostra la mano con un sorriso)
... questo mio pungello.
ROSSANA
L'amo, insomma. Sappiate per che non ancora
l'ho visto sino adesso fuor che a teatro...
CIRANO
Allora
non vi siete parlati?
ROSSANA
Giammai, se non con gli occhi.
CIRANO
E allor, come sapete?
ROSSANA
Sotto i tigli, nei crocchi
della Piazza Reale si ciarla... E mi fu detto
da qualche chiacchierina...
CIRANO
cadetto?
ROSSANA
Cadetto
alle guardie.
CIRANO
Si chiama?
ROSSANA
Il baron Cristiano
Neuvillette.
CIRANO
Non cadetto...
ROSSANA
Il capitano
Carbon Castel Geloso lo ammise stamattina.
CIRANO
E cos date il cuore!... Ma, povera piccina...
LA GOVERNANTE (aprendo la porta del fondo)
Signor di Bergerac, ho finito, vedete!
CIRANO
Bene, leggete i versi; cos digerirete!
La governante scompare.
... per voi, che tanto amate lo spirito, il linguaggio
fiorito, - s'egli fosse un profano, un selvaggio!
ROSSANA
Egli come un eroe del d'Urf ben chiomato!
CIRANO
Se tanto mal parlasse, quanto ben pettinato!
ROSSANA
un fine parlatore, il mio cor l'indovina!
CIRANO
Le parole son fini, quando la barba fina.
Ma se infatti uno sciocco?
ROSSANA (pestando i piedi)
Ebbene, io ne morr!
CIRANO (dopo una pausa)
E mi deste convegno solo per dirmi ci?
L'utilit non vedo di cosgran favore.
ROSSANA
Ma gli che m'hanno messa ieri la morte in core.
M'hanno detto che tutti in quella compagnia
siete Guasconi...
CIRANO
E che provochiam chicchessia,
qualunque novellino che per protezione
vien tra i puri Guasconi, senza che sia guascone.
Non v'hanno riferito questo?
ROSSANA
Pensate voi
se ho tremato per lui!
CIRANO (fra i denti)
Non a torto!
ROSSANA
Ma poi,
allor che, grande e invitto, ieri vi abbiamo visto
tener testa a quei bruti, castigare quel tristo,
ho pensato: se lui, che tutti hanno in rispetto...
CIRANO
Difender, sta bene, il vostro baronetto.
ROSSANA
Me lo difenderete dunque voi, non vero?
Ebbi sempre, da piccola, per voi tanto sincero
affetto!
CIRANO
S!
ROSSANA
Sarete lamico suo?
CIRANO
Sar.
ROSSANA
Ed egli non avr nessun duello?
CIRANO
No.
ROSSANA
Oh, quanto, quanto v'amo! Or me ne devo andare.
(rimette in fretta la maschera, una veletta sulla fronte, e distratta)
Ma non m'avete in tanto, raccontato l'affare
di stanotte. Dovette essere inaudito!...
- Ditegli che mi scriva.
(gli manda un piccolo bacio con la mano)
Io vi amo!
CIRANO
S, ho capito!
ROSSANA
Erano cento?... Addio... Non da questo momento
noi siamo grandi amici.
CIRANO
S.
ROSSANA
Che mi scriva!Cento!.
Mi narrerete poi! Devo andarmene adesso.
Cento! Che bel coraggio!
CIRANO (salutandola)
Feci di meglio, appresso!
Rossana va via, Cirano resta immobile con gli occhi a terra. Silenzio. La porta a destra s'apre. Ragueneau sporge la testa.
SCENA VII
Cirano, Ragueneau, i poeti, Carbone di Castel Geloso, i cadetti, la folla ecc., poi De Guiche.
RAGUENEAU
Si pu?
CIRANO (senza muoversi)
S...
Ragueneau fa un segno e gli amici entrano. Contemporaneamente, dalla porta del fondo compare Carbone di Castel Geloso, in costume di capitano delle guardie, che fa grandi gesti scorgendo Cirano.
CIRANO (alzando la testa)
Capitano! ...
CARBONE DI CASTEL GELOSO (esultante)
All'eroe degli eroi
salute! Sappiam tutto. Son l trenta dei tuoi
commilitoni...
CIRANO (indietreggtando)
Ma...
CARBONE (volendo trarlo con s)
Che ti voglion vedere!
CIRANO
No!
CARBONE
Sono l di fronte, nella bettola, a bere.
CIRANO
Io...
CARBONE (andando alla porta, e gridando fuori con voce di tuono)
L'eroe si rifiuta. Ha la luna!
UNA VOCE (di fuori)
Perdio!
Tumulto di fuori, rumore di spade e di stivaloni che si
accostano.
CARBONE (fregandosi le mani)
Eccoli che attraversano la strada!...
I CADETTI (entrano nella bottega)
Giuraddio,
Santodio, Vivaddio, Affediddio, Cospetto
RAGUENEAU (retrocedendo spaventato)
Siete Guasconi tutti?
I CADETTI
Tutti, niuno eccetto!
UN CADETTO (a Cirano)
Bravo!
CIRANO
Barone!
UN ALTRO (scuotendogli le mani)
Evviva!
CIRANO
Barone!
UN TERZO CADETTO
Qua, leone,
ch'io ti abbracci!
PARECCHI GUASCONI
Abbracciamolo!
CIRANO
No... di grazia... barone...
RAGUENEAU
Siete baroni tutti?
I CADETTI
Tutti!
RAGUENEAU
Non v' da opporre!..
PRIMO CADETTO
Sol co' nostri tortili si farebbe una torre!
LE BRET (entrando e correndo a Cirano)
Ti cercano. Una folla in delirio condotta
da quelli che stanotte ti seguirono in frotta...
CIRANO (spaventato)
Ma tu certo non hai detto lor la mia tana?
LE BRET (sfregandosi le mani)
S!
UN BORGHESE (entrando seguito da un gruppo)
Signore, il Marais vien qui tutto!
Di fuori la via si riempita di gente. Portantine e carrozze si fermano davanti alla bottega.
LE BRET (piano, sorridendo, a Cirano)
E Rossana?
CIRANO (presto)
Taci!
LA FOLLA (gridando di fuori)
Cirano.
Una turba si precipita nella pasticceria Ressa. Acclamazioni
RAGUENEAU (in piedi su di una tavola)
Invade la folla curiosa
la mia bottega! Rompono tutto! Che bella cosa!
GENTE (intorno a Cirano)
Amico... Amico mio!
CIRANO
Non credo ch'ieri avessi
tanti amici!
LE BRET (rapito)
Il successo!
UN PICCOLO MARCHESE (accorrendo, tendendo le mani)
Caro, se tu sapessi...
CIRANO
Tu?... Ma che avemmo mai da spartire?
UN ALTRO
Venite
vo' presentarvi a delle dame, laggi...
CIRANO (freddamente)
Ma dite.
chi voi presenta a me, se non vi dispiace?
LE BRET (stupito)
Che hai? Perch rispondi cos?
CIRANO
Lasciami in pace!
UN GIORNALISTA
Posso... qualche notizia?
CIRANO
No!
LE BRET (toccandogli il gomito)
Quello Bernaudot
l'inventor del giornale Ascolta...
CIRANO
Basta. Nol
LE BRET
Il foglio in cui c' tutto quel che vi sia da dire!
Vogliono che l'idea abbia un bell'avvenire
UN POETA (avanzandosi)
Signore! ...
CIRANO
Ancor!
IL POETA
...Far dei versi in vostro onore:
un acrostico...
QUALCUNO (avanzandosi)
Io voglio!...
CIRANO
Silenzio!
Fermento. La folla si allinea Compare De Guiche scortato da ufficiali. Cuigy, Brissaille, gli ufficiali che sono usciti con Cirano alla fine del primo atto. Cuigy viene premurosamente a Cirano.
CUIGY (a Cirano)
Monsignore
il Conte.
Mormorio. La folla si allinea.
Vien da parte del signor Maresciallo.
DE GUICHE (salutando Cirano)
Che vuol congratularsi, senza porre intervallo,
del nuovo bel successo che giustamente apprezza.
LA FOLLA
Bravo!
CIRANO (inchinandosi)
Egli competente, in fatto di prodezza.
DE GUICHE
Ma ciascun de' presenti gli dovette giurare
d'essere stato al fatto testimone.
CUIGY
Oculare!
LE BRET (piano a Cirano, che ha l'aria distratta)
Ma...
CIRANO
Taci !...
LE BRET
Ma tu soffri!
CIRANO (trasalendo e drizzandosi tosto. I baffi gli si fanno irti: egli anela)
Davanti a tanta gente?
Io?... Tu vedrai!
DE GUICHE (al quale Cuigy ha parlato all'orecchio)
La vostra carriera veramente
ricca di belle imprese. - Ma non servite voi
tra quei matti Guasconi?
CIRANO
Tra i cadetti!
UN CADETTO (con voce terribile)
Tra noi!
DE GUICHE (guardando i Guasconi allineati dietro Cirano)
Ah... dunque, tutti questi fieri e superbi aspetti,
sono dunque i famosi, terribili cadetti?
CARBONE
Cirano!
CIRANO
Capitano.
CARBONE
Poi che la Compagnia
tutta, presentatela al Conte, in cortesia.
CIRANO (facendo due passi verso De Guiche, e mostrando i Cadetti)
Questi sono i cadetti di Guascogna
di Carbonello di Castel Geloso;
gradassi e mentitor senza vergogna!
questi sono i cadetti di Guascogna.
Vantan corone quante se ne sogna,
e ciascuno pi ricco d'un cencioso;
questi sono i cadetti di Guascogna.
di Carbonello di Castel Geloso.
Occhio d'aquila, gamba di cicogna,
denti di lupo, baffi di spinoso,
alla canaglia grattano la rogna;
occhio d'aquila, gamba di cicogna.
Hanno un cappello di vecchia vigogna
di cui copron le piume il feltro roso!
Occhio d'aquila, gamba di cicogna,
denti di lupo, baffi di spinoso!
Sbudella-ventre o vuoi Sveglia-carogna
il lor nomignoletto pi vezzoso,
ebbri di gloria pi che di Borgogna.
Sbudella-ventre o vuoi Sveglia-carogna
dove menar le man meglio bisogna
son sempre i primi e non chiedon riposo.
Sbudella-ventre o vuoi Sveglia-carogna
il lor nomignoletto pi vezzoso!
Ecco i vostri cadetti di Guascogna,
che sogliono far becco ogni geloso!
O femmine, lasciate la vergogna:
ecco i vostri cadetti di Guascogna!
Il vecchio sposo vada sulla gogna:
su fanfare, su cculo festoso!
Ecco i vostri cadetti di Guascogna
che sogliono far becco ogni geloso!
DE GUICHE (sdraiato su di una poltrona che Ragueneau si precipitato a portargli)
Udite: oggi un poeta un lusso che pi d'uno
ama. - Volete stare con me?
CIRANO
No, con nessuno!
DE GUICHE
Ieri la vostra vena piacque molto a mio zio
Richelieu. Voglio porvi presso di lui.
LE BRET (abbagliato)
Gran Dio.
DE GUICHE
Avete una tragedia gi pronta, a quanto pare.
LE BRET (all orecchio di Cirano)
Cogli la palla al balzo: farai rappresentare
Agrippina.
DE GUICHE
Portatela a lui.
CIRANO (tentato e un po' lusingato)
Ma in verit...
DE GUICHE
Egli forte. Vedrete. Sol vi corregger
qualche verso...
CIRANO (il cui volto si immediatamente rifatto scuro)
Impossibile. Mi vien freddo a pensare
che una virgola sola vi si possa mutare.
DE GUICHE
Ma un verso che gli piaccia, ei non guarda al danaro,
a carissimo prezzo lo paga.
CIRANO
Assai men caro
di quel che se un bel verso io faccio e me lo canto
non me lo paghi io stesso!
DE GUICHE
Siete orgoglioso!
CIRANO
Alquanto.
UN CADETTO (entrando, con infilati alla spada alcuni cappelli dalle piume spennacchiate, dalle calotte bucate, sfondate)
Guarda, guarda, Cirano, la strana selvaggina
pennuta che prendemmo per la via stamattina!
I feltri dei fuggiaschi!
CARBONE
Le spoglie gloriose!
TUTTI (ridendo )
Ah! ah!
CUIGY
Certo a quest'ora chi l'agguato dispose
si morder le mani!
BRISSAILLE
Si sa chi ?
DE GUICHE
Son io!
Le risa s'interrompono
Li avevo incaricati di far ci che un par mio
non pu far da se stesso; lisciare il ganascino
a un certo rimatore che s'inspira nel vino!
Silenzio impacciato.
UN CADETTO (a mezza voce a Cirano, mostrandogli i feltri)
Sono grassi... Facciamo un salm? Che ne dici
CIRANO (prendendo la spada in cui sono infilzati e facendoli, con un saluto, cadere ai piedi di De Guiche)
Vorrete, monsignore, renderli ai vostri amici?
DE GUICHE (alzandosi e con voce breve)
Presto, la mia lettiga.
(a Cirano, violentemente)
E voi, ser Rodomonte...
UNA VOCE (nella via, gridando)
Subito, la lettiga di monsignore il conte
De Guiche...
DE GUICHE (che si dominato, con un sorriso)
... Avete letto Don Chisciotte?
CIRANO
L'ho letto!
E al nome dell'eroico pazzo mi genufletto.
DE GUICHE
Meditar sul capitolo, dunque, vi raccomando...
UN SERVO (comparendo nel fondo)
La sedia!
DE GUICHE
... dei molini!
CIRANO (salutando)
Decimoterzo.
DE GUICHE
... Quando
li si attacca, badate pu capitar soventi...
CIRANO
Io, dunque, attacco gente che gira a tutti i venti?
DE GUICHE
Che un colpo di lor braccia rapidissime e snelle
vi getti nella mota!
CIRANO
O fin sopra le stelle!
De Guiche esce. Si vede che sale in portantina. I signori s'allontanano confabulando. Le Bret li riconduce. La folla esce.
SCENA VIII
Cirano, Le Bret, i cadetti, che si sono seduti ai tavolini a destra e a sinistra, e ai quali si d da bere e da mangiare.
CIRANO (salutando in aria burlona quelli che escono senza osare di salutarlo)
Signori miei... Signori...
LE BRET (desolato, tornando innanzi, con le braccia al cielo)
In quali gineprai...
CIRANO
Eccoti a brontolare
LE BRET
Ma in fondo, converrai
che sprezzar sempre il buon evento passeggiero
un eccesso.
CIRANO
Hai ragione: io esagero, vero
LE BRET (trionfante)
Ah!
CIRANO
Ma per il principio e per ci che conviene
all'esempio, mi pare che esagerar sia bene.
LE BRET
Se tu fossi un po' meno moschettiere! A me pare
che il danaro, la gloria...
CIRANO
Ors che dovrei fare?...
Cercarmi un protettore, eleggermi un signore,
e dell'ellera a guisa, che dell'olmo tutore
accarezza il gran tronco e ne lecca la scorza,
arrampicarmi, invece di salire per forza?
No, grazie! Dedicare, com'usa ogni ghiottone,
dei versi ai finanzieri? Far l'arte del buffone
pur di vedere alfine le labbra di un potente
atteggiarsi a un sorriso benigno e promettente?
No, grazie! Saziarsi di rospi? Digerire
lo stomaco per forza dell'andare e venire?
Consumar le ginocchia? Misurar le altrui scale?
Far continui prodigi di agilit dorsale?
No, grazie! Accarezzare con mano abile e scaltra
la capra e intanto il cavolo inaf~are con l'altra?
E aver sempre il turibolo sotto de l'altrui mento
per la divina gioia del mutuo incensamento?
No, grazie! Progredire di girone in girone,
diventare un grand'uomo tra cinquanta persone,
e navigar con remi di madrigali, e avere
per buon vento i sospiri di vecchie fattucchiere?
No, grazie! Pubblicare presso un buon editore,
pagando, i propri versi! No, grazie dell'onore
Brigar per farsi eleggere papa nei concistori
che per entro le bettole tengono i ciurmatori?
Sudar per farsi un nome su di un picciol sonetto
anzi che scriverne altri? Scoprire ingegno eletto
agl'incapaci, ai grulli; alle talpe dare ali,
lasciarsi sbigottire dal romor dei giornali?
E sempre sospirare, pregare a mani tese:
- Pur che il mio nome appaia nel Mercurio francese?
No, grazie! Calcolare, tremar tutta la vita, far pi tosto una visita che una strofa tornita,
scriver suppliche, farsi qua e l presentare?...
Grazie, no! grazie no! grazie no! Ma... cantare,
sognar sereno e gaio, libero, indipendente,
aver l'occhio sicuro e la voce possente,
mettersi quando piaccia il feltro di traverso,
per un s, per un no, battersi o fare un verso!
Lavorar, senza cura di gloria o di fortuna,
a qual sia pi gradito viaggio, nella luna!
Nulla che sia farina d'altri scrivere, e poi
modestamente dirsi: ragazzo mio, tu puoi
tenerti pago al frutto, pago al fiore, alla foglia
pur che nel tuo giardino, nel tuo, tu li raccoglia!
Poi, se venga il trionfo, per fortuna o per arte,
non dover darne a Cesare la pi piccola parte,
aver tutta la palma della meta compita,
e disdegnando d'essere l'ellera parassita,
pur non la quercia essendo, o il gran tiglio fronzuto
salir anche non alto, ma salir senza aiuto!
LE BRET
Sia! Ma non contro tutti! - Ma dimmi: come a un tratto hai questa frenesia terribile contratto
di volerti dovunque, sempre, crear nemici?
CIRANO
Vedendo voi crearvi amici, e a questi amici
sorrider cos schietti e parlar cosi chiari!
Io amo sui miei passi fare ogni di pi rari
i saluti e i sorrisi, e con gioia mi dico
a ciascun che ne perdo: - Ecco un altro nemico!
LE BRET
Quale aberrazione!
CIRANO
Si, questo il mio difetto!
Dispiacere mi piace, dell'odio mi diletto!
Se tu sapessi come s'incede pi gagliardi
sotto il fuoco di fila dei malevoli sguardi;
quali sul giustacuore, quali macchie gentili
fan degl'invidi il fiele e la bava dei vili!
No: la molle amicizia di cui cingete i frolli
cuori somiglia in tutto quei grandi e flosci colli
d'Italia che vi cingon cosi femineamente
ch, d'ogni freno liberi, come d'ogni sostegno,
voi potete la testa piegar senza ritegno.
Me l'odio senza posa fascia al collo, e mi appresta
il rigido collare che tiene alta la testa;
cresce una crespa ad ogni nemico al cui passaggio
mi s'aggiunge una pena, ma mi s'aggiunge un raggio;
ch, simile al collare spagnuol, se il collo spinge
come una gogna, l'Odio anche di un nimbo cinge!
LE BRET (dopo una pausa, ponendogli il braccio sotto il braccio)
Sfgati pur con questi tuoi furori pugnaci,
ma confessa a Le Bret ch'ella non t'ama!
CIRANO (impetuosamente)
Taci!
Da qualche momento Cristiano entrato, mescolandosi ai cadetti. Costoro non gli dirigono parola. Egli ha finito col sedersi a un tavolino, solo, e Lisa lo serve.
SCENA IX
Cirano, Le Bret, i cadetti, Cristiano di Neuvillette.
UN CADETTO (seduto a un tavolo in fondo, il bicchiere in mano)
Su, vieni qui, Cirano!
(Cirano si volge)
Il racconto!
CIRANO
Un momento!
(risale a braccetto di Le Bret, discorrendo sotto voce)
IL CADETTO (alzandosi e venendo avanti)
Il racconto del fatto! Sar l'insegnamento
miglior...
(si ferma davanti al tavolino ove sta Cristiano)
...per questo timido novellin!
CRISTIANO (alzando la testa)
Novellino!
UN ALTRO CADETTO
S, caro fantolino del Nord!
CRISTIANO
Io fantolino?
PRIMO CADETTO (sarcastico)
Signor di Neuvillette, imparate qualcosa:
v' un oggetto, tra noi, di cui parlar non si osa
pi che di corda in casa dell'impiccato!
CRISTIANO
E quale?
UN ALTRO CADETTO (con voce terribile)
Guardatemi!
(si pone misteriosamente tre volte il dito sul naso)
Mi avete capito bene?
CRISTIANO
Vale
a dir il...
UN ALTRO
Zitto!... Mai qui non si proferisce
la parola!
(mostra Cirano che discorre in fondo con Le Bret)
... o con lui l'avr da far chi ardisce!
UN ALTRO (che, mentre egli era volto verso i primi, venuto tacitamente a sedere sulla tavola alle sue spalle, quasi addosso a lui)
Due che avevan la voce nasale, noto il caso,
li uccise, ch gli spiacque parlassero col naso!
UN ALTRO (con voce cavernosa, - sorgendo di sotto la tavola dove si era insinuato carponi)
Non pu far, chi non voglia morir fuor di stagione,
a quella cartilagine veruna allusione.
UN ALTRO (ponendogli la mano sulla spalla)
Una parola basta. Che dico? Un gesto, un solo!
Chi caccia il fazzoletto, si prepari il lenzuolo
funebre!
Silenzio. Tutti intorno a lui, con le braccia conserte, lo guardano. Egli si leva e va a Carbone di Castel Geloso, il quale, discorrendo con un ufficiale, ha l'aria di nulla vedere.
CRISTIANO
Capitano.
CARBONE (volgendosi e squadrandolo)
Signor?
CRISTIANO
Che fa chi trova
qualche millantatore del Mezzod?
CARBONE
Gli prova
che si pu esser bene del Nord e di cuor pronto.
(gli volta le spalle)
CRISTIANO
Grazie.
PRIMO CADETTO (a Cirano)
Adesso al racconto!
TUTTI
Il racconto!
CIRANO (ritornando a loro)
Il racconto?...
Tutti accostano gli sgabelli, si aggrappano intorno a lui, tendono il collo. Cristiano si messo a cavalcioni su di una sedia.
Io, dunque, me ne andavo soletto, mogio mogio,
a incontrarli. La luna pareva un orologio;
allor che non so quale orologiaio attento
messosi a strofinare la gran cassa d'argento
con certa sua bambagia, alla luce primiera
successe d'ogni intorno la tenebra pi nera;
sulla via senza lume si procedeva a caso
e non ci si vedeva pi in l...
CRISTIANO
Del proprio naso!
Silenzio. Tutti si alzano lentamente. Si guarda Cirano con terrore. Questi si interrotto, stupefatto. Attesa.
CIRANO
Chi colui?
UN CADETTO (a mezza voce)
un nostro nuovo commilitone
arrivato stamane.
CIRANO (facendo un passo verso Cristiano)
Stamattina?
CARBONE (a mezza voce)
Il barone
di Neuvil...
CIRANO (fermandosi subitamente)
Ah, sta bene!...
(impallidisce, arrossisce, fa ancora un movimento per gettarsi su Cristiano)
Io...
(poi si domina, e dice con voce sorda)
Benone... Diceva...
(riprende)
Diceva, dunque...
(con uno scoppio di rabbia nella voce)
Ah, perdio!...
(continua in tono naturale)
che non ci si vedeva.
Stupore. Tutti seggono, guardandosi a vicenda.
E andavo ruminando, che per uno da niente
avrei forse potuto urtar qualche potente
che mi avrebbe...
CRISTIANO
Sul naso...
Tutti si rialzano. Cristiano si dondola sulla sedia.
CIRANO (con voce soffocata)
... che mi avrebbe rancore. -
E che stavo col mio malaccorto furore
per porre...
CRISTIANO
Il naso...
CIRANO
... il dito... tra l'albero e la scorza.
E che questo potente era forse di forza
da darmi
CRISTIANO
Sopra il naso.
CIRANO (asciugandosi il sudore sulla fronte)
... sulle dita, a dovere.
- Ma soggiungeva: Avanti, Guascon, fa' il tuo mestiere!
Va', Cirano! - E m'avvio sicuro all'imboscata!
Quando qualcun nell'ombra mi tira...
CRISTIANO
Una nasata!
CIRANO
... Io la paro. E mi trovo...
CRISTIANO
Naso a naso...
CIRANO (balzanlo verso di lui)
Ah, cospetto!
Tutti i Guasconi si precipitano per vedere; giunto su Cristiano egli si domina e prosegue
da cento mascalzoni attorniato e stretto,
che putivano...
CRI STIANO
A naso pieno...
CIRANO (livido e sorridente)
...di vino e daglio!
Io balzo, a fronte bassa...
CRISTIANO
Naso all'aria!
CIRANO
... e mi scaglio!
Ne sventro due! Ne infilzo un terzo. Uno m'azzecca
una botta; io rispondo.
CRISTIANO
E quel mi fa cilecca!
CIRANO (scoppiando)
Ah, perdio, fuori tutti!
Tutti i caletti si precipitano verso le porte.
PRIMO CADETTO
La tigre ecco si desta!
CIRANO
Solo con lui lasciatemi.
SECONDO CADETTO
Ora gli fa la festa.
Lo troveremo in fette!
RAGUENEAU
In fette?
UN ALTRO CADETTO
In un pasticcio
vostro!
RAGUENEAU
Per carit, tacete; io raccapriccio!
CARBONE
Usciamo!
UN ALTRO
Non ne lascia briciola!
UN ALTRO
Mi si agghiaccia
il sangue!
UN ALTRO (chiudendo la porta di destra)
Spaventevole!
Sono usciti tutti - sia pel fondo sia dai lati, - alcuni sono scomparsi per le scale. Cirano e Cristiano restano di fronte I'uno all'altro, e si guardano per un poco.
SCENA X
Cirano, Cristiano.
CIRANO
Vieni tra le mie braccia!
CRISTIANO
Ma! ...
CIRANO
Sei un prode!
CRISTIANO
... Ma...
CIRANO
Tanto meglio cosl!
CRISTIANO
Ma che...
CIRANO
Abbracciami. Sono suo fratello.
CRISTIANO
Di chi?
CIRANO
Ma di lei!
CRISTIANO
Di chi lei?...
CIRANO
Ma di Rossana!
CRISTIANO (correndo verso di lui)
Eterno
Dio! Suo fratello?
CIRANO
O quasi: un cugino fraterno.
CRISTIANO
Ella vi ha...?
CIRANO
Tutto detto!
CRISTIANO
Mama? Non lamo invano?
CIRANO
Forse!
CRISTIANO (prendendogli le mani)
Come son lieto di stringervi la mano!
CIRANO
Questo s che si chiama un amor repentino!
CRISTIANO
Perdonatemi.
CIRANO (guardandolo, e mettendogli la mano sulla spalla)
bello davvero il malandrino!
CRISTIANO
Se sapeste, signore, quanto, quanto vi ammiro!
CIRANO
Ma, e tutti quei nasi di or ora?
CRISTIANO
Li ritiro.
CIRANO
Ella vuol questa sera una lettera...
CRISTIANO
Ahim!
CIRANO
Che c'?
CRISTIANO
C' che mi perdo se le scrivo!
CIRANO
Perch?
CRISTIANO
Io sono bestia a segno che morrei dal rossore!
CIRANO
Non quanto dici, se conosci il tuo valore
n m'hai certo attaccato da bestia.
CRISTIANO
La pi fiacca
lingua le sa trovare le frasi quando attacca!
Io, s, ho certo spirito pronto da moschettiere;
ma davanti alle donne non son buon che a tacere.
Gli occhi lor quando io passo hanno per me favori...
CIRANO
Quando poi vi fermate, pi non ne hanno i cuori?
CRISTIANO
Perch io son di quelli - lo so... e me ne affanno -
che san fare all'amore, ma parlar non ne sanno.
CIRANO
Ed io... se fossi stato meno brutto, mi pare
sarei stato di quelli che ne sanno parlare.
CRISTIANO
Oh, potessi con grazia esprimere!
CIRANO
Oh, potere
essere un grazioso piccolo moschettiere!
CRISTIANO
Rossana preziosa. Considerate quale
delusione avr di me!
CIRANO (guardando Cristiano)
Se avessi un tale
interprete!
CRISTIANO (disperato)
Se avessi un poco d'eloquenza!
CIRANO (bruscamente)
Io te ne prester. In cambio, la potenza
dei tuoi fascini prestami. Uniamo i benefici,
e facciamo un eroe da romanzo!
CRISTIANO
Che dici?
CIRANO
Ti sentiresti forza di ripetere a lei
tutte le care cose che io t'insegnerei?...
CRISTIANO
Tu proponi?...
CIRANO
Rossana non avr quella trista
delusion! Vogliamo farne insiem la conquista?
Vuoi tu che dal mio rozzo giustacuor nel tuo fino
giustacuor passi l'anima nuova ch'io ti propino?
CRISTIANO
Ma, Cirano!...
CIRANO
Di vuoi? Di?
CRISTIANO
Ma con che calore
parli!
CIRANO
Se di agghiacciarle temi, da solo, il cuore
vuoi che facciamo - e presto l'avr un incendio tcca -
collaborar le mie frasi con la tua bocca?
CRISTIANO
Ti brillan gli occhi!...
CIRANO
Vuoi?
CRISTIANO
Che?... Questo ti farebbe
s gran piacere?...
CIRANO (con ebbrezza)
Questo...
(riprendendosi)
S, mi divertirebbe!
un esperimento da tentare un poeta.
Vuoi far meco una sola creatura completa?
Al tuo fianco, nell'ombra, teco io proceder:
tu la bellezza mia, il tuo cuore io sar.
CRISTIANO
Ma il biglietto che devo darle, siccome hai detto,
come mai potr darglielo?...
CIRANO (cavando dal giustacuore la lettera che ha scritta)
Prendi, questo il biglietto!
CRISTIANO
Che?
CIRANO
Fuori dell'indirizzo, non occorre pi niente.
CRISTIANO
Io...
CIRANO
Puoi mandarlo. Fidati. Serve perfettamente.
CRISTIANO
Avevi ? ...
CIRANO
Noi si ha sempre in tasca di cotali
lettere a delle Clori... puramente ideali;
perch noi siamo quelli che hanno per amante
un sogno nella bolla d'un nome scintillante!..
Prendi: tu muterai le finzioni mie
in verit. Quest'impeti, queste mie frenesie,
questi, che mi piaceva tanto a caso lanciare
timidi uccelli erranti, tu li farai posare.
Vedrai che in questa lettera fui quanto men sincero,
pi caldo.
CRISTIANO
N mutar vi dovr - sar vero? -
una sola parola. Scritta a caso soltanto,
servir per Rossana?
CIRANO
Calzer come un guanto.
CRISTIANO
Ma...
CIRANO
Tal de l'amor proprio la credulit,
che a Rossana la lettera scritta per lei parr!
CRISTIANO
Oh, amico mio!
(si getta nelle braccia di Cirano, e restano abbracciati).
SCENA XI
Cirano, Cristiano, i Guasconi, il moschettiere, Lisa.
UN CADETTO (aprendo la porta)
Pi nulla... Un silenzio di morte...
Io non oso guardare...
(sporge la testa)
Che?
TUTTI I CADETTI (entrando e vedendo Cirano e Cristiano abbracciati)
Oh!
UN CADETTO
troppo forte!
Costernazione.
IL MOSCHETTIERE (beffardo)
Toh? ...
CARBONE
Il nostro demonio umilia la cervice?
Quando gli dn sull'una, - tende l'altra narice?
IL MOSCHETTIERE
Si pu dunque parlargli del naso finalmente?
(chiamando Lisa, con aria trionfante)
Vieni qua, Lisa, guarda!...
(annusando affettatamente l'aria)
Oh... ma l' sorprendente!
Che fragranza!...
(andando a Cirano)
Il signore, sente come rincora?
Che aria spira qui?...
CIRANO (schiaffeggiandolo)
Aria di schiaffi!... Odora!
Gioia. I cadetti, che hanno ritrovato il loro Cirano, fanno capriole.
Atto terzo
IL BACIO DI ROSSANA
Una piazzetta nell'antico Marais. Vecchie case Prospettiva di viottoli. A destra la casa di Rossana e il muro del suo giardino donde traboccano larghe foglie. Sopra la porta, finestra e balcone. Un banco davanti la soglia. Sul muro sale dell'edera, il balcone inghirlandato di gelsomini che ondeggiano e ricadono penduli. Per via del banco e delle pietre sporgenti dal muro si pu facilmente arrampicarsi al balcone. Di fronte, un'antica casa dello stesso stile, di mattoni e pietre, con una porta di entrata. Il martello della porta fasciato di pannilini, come un pollice ferito. Al levar della tela la governante seduta sul banco. La finestra del balcone di Rossana spalancata. Accanto alla governante Ragueneau, in piedi, vestito di una sorta di livrea; termina un racconto, asciugandosi gli occhi.
SCENA I
Ragueneau, la governante, poi Rossana, Cirano e due paggi.
RAGUENEAU
... Poi con un moschettiere ella fugg... Restato
solo, ed al verde io m'impiccai... E gi spirato
ero, quando Cirano capita: immantinente
mi spicca, e a sua cugina m'offre per intendente.
LA GOVERNANTE
Ma come sopravvennero giorni s poco lieti?
RAGUENEAU
Lisa amava i guerrieri, io amavo i poeti!
Marte diluviava, faceva Apollo il resto.
- Sicch, voi capirete: si sbrigarono presto.
LA GOVERNANTE (levandosi e chiamando verso la finestra aperta)
Siete pronta, Rossana?... Ci aspettano.
LA VOCE Dl ROSSANA (dalla finestra)
Ecco: metto
un mantello...
LA GOVERNANTE (a Ragueneau, mostrandogli la porta di fronte)
Ci aspettano, vedete, dirimpetto,
da Clomira. Ella tiene assemblea. Non so chi
discorrer sul Tenero.
RAGUENEAU
Sul Tenero?
LA GOVERNANTE (leziosa)
Ma s!...
(gridando verso la finestra)
Presto, presto, Rossana, scendete presto... O temo
che il discorso sul Tenero noi ce lo perderemo.
LA VOCE DI ROSSANA
Vengo.
Si ode un rumore di strumenti a corde cbe si avvicina.
LA VOCE DI CIRANO (cantando nelle quinte)
L! l! l! l!
LA GOVERNANTE (sorpresa)
Toh, vengono a suonare?
CIRANO (seguito da due paggi che portano tiorbe)
Vi dico che la croma tripla, asino!
PRIMO PAGGIO (ironico)
Pare
che il signore s'intenda di crome?
CIRANO
Io sono - intendi?
musico, al par di tutti gli allievi di Gassendi.
IL PAGGIO (suonando e cantando)
L! l!
CIRANO (strappandogli la tiorba e continuando la frase musicale)
Continuo io!... L! l! l! l!
ROSSANA (comparendo al balcone)
Cugino,
siete voi?
CIRANO (cantando sull'aria cominciata)
S, son io, che alle rose m'inchino
e ai gigli reco i miei saluti rispetto...si
ROSSANA
Scendo.
(lascia il balcone)
LA GOVERNANTE (mostrando i paggi)
Che fan con voi codesti virtuosi?
CIRANO
una scommessa vinta da me su d'Assoucy.
Discutevamo un punto gramatical. - No! - S! -
Quando a un tratto, mostrandomi questi due bertuccioni
che grattano le corde con sapienti unghioni
e sono la sua scorta perpetua, tutto un giorno
di musica scommise. Perdette; ed io d'intorno,
finch Febo non lasci il cambio alla compagna,
io questi tiorbisti mi reco alle calcagna,
sonori testimoni di quanto fo!... La cosa
fu carina in principio, ma adesso noiosa.
(ai musici)
Ol... Da parte mia portate una pavana
a Montfleury!
I paggi risalgono la scena per uscire. Alla governante.
Venivo a chiedere a Rossana,
come faccio ogni sera...
(ai paggi che escono)
Sonate a lungo - e male!
(alla governante)
... se l'amico dell'anima sempre l'ideale.
ROSSANA (uscendo dalla casa)
Oh, come, come bello! e che spirito poi!
CIRANO (sorridendo)
Cristiano, ha tanto spirito?...
ROSSANA
Caro mio, pi di voi!
CIRANO
Concedo.
ROSSANA
A mio parere, pi fine dicitore
non v' di quei nonnulla che son tutto in amore.
A volta si distrae, ha le Muse incostanti,
ma dice, a un tratto, cose che sono ammalianti!
CIRANO (incredulo)
Evvia!
ROSSANA
Come son gli uomini! Conosco il ritornello:
egli non avr spirito dal momento ch' bello!
CIRANO
Parla dunque del cuore con eloquenza esperta?
ROSSANA
Ma non solo ne parla, signor mio, ne disserta!
CIRANO
E scrive?
ROSSANA
Meglio ancora. Udite un poco, udite
(declamando)
Pi di cuor tu mi togli, e pi n'ho!... .
(trionfante a Cirano)
Che ne dite?
CIRANO
Peuh! ...
ROSSANA
Udite: E poich senza cuor non si soffre,deh,
se il mio vi siete tolto, mandate il vostro a me!.
CIRANO
Una volta ne ha troppo, una volta si duole
di non averne! Insomma, dica quanto ne vuole.
ROSSANA
tutta gelosia...
CIRANO (trasalendo)
Eh! ...
ROSSANA
... di mestier. Ma questo
non il colmo del tenero? Udite, udite: In mesto
grido perennemente v'invoca il cuore afflitto,
e se i baci potessero mandarsi per iscritto,
leggereste la mia lettera con la bocca!....
CIRANO (sorridendo di soddisfazione, suo malgrado)
Quest'ultima trovata... s... dico... un po'...
(riprendendosi, e con disdegno)
ma sciocca!
ROSSANA
E questo...
CIRANO (estasiato)
Ricordate le sue lettere a mente?
ROSSANA
Tutte!
CIRANO
Non c' che dire: la cosa veramente
lusinghiera!
ROSSANA
E un maestro!
CIRANO (modesto)
Oh!... un maestro!...
ROSSANA ( perentoria)
Un maestro!
CIRANO
E sia pure!
LA GOVERNANTE (tornando dal fondo)
Il Conte!
(a Cirano, spingendolo verso la casa)
Entrate l...
Meglio che non vi veda; potreste l'indiscreto
mettere sulla traccia...
ROSSANA (a Cirano)
Del mio caro segreto.
Egli m'ama, potente, non deve aver sospetto:
pu l'amor mio distruggere con un sol colpo netto.
CIRANO (entrando)
vero!
De Guiche compare.
SCENA II
Rossana, De Guiche, la governante in disparte.
ROSSANA (a De Guiche, facendogli una riverenza)
Uscivo.
DE GUICHE
Vengo per prendere licenza.
ROSSANA
Partite?
DE GUICHE
Per la guerra.
ROSSANA
Ah!
DE GUICHE
Stasera.
ROSSANA
Ah!
DE GUICHE
Di urgenza,
per l'assedio di Arras.
ROSSANA
Ah!... C' un assedio?
DE GUICHE
Ma
questa partenza mia nessun senso vi fa.
ROSSANA
Oh!
DE GUICHE
Io sono avvilito. Vi rivedr?... E quando?
Sapere che m'han dato il supremo comando?
ROSSANA (indifferente)
Bravo.
DE GUICHE
S... delle guardie.
ROSSANA
Delle guardie?
DE GUICHE
Ove serve
vostro cugino, I'uomo dalle frasi proterve.
Sapr ben vendicarmene, laggi.
ROSSANA (soffocata)
Ma come, oh Dio!
Vanno laggi le guardie?
DE GUICHE (ridendo)
E il reggimento mio!
ROSSANA (cadendo a sedere sul banco, a parte)
Ahim!
DE GUICHE
Che avete?
ROSSANA (tutta commossa)
Questa... partenza, il cuor mi serra!
Aver caro qualcuno, e saperlo alla guerra!
DE GUICHE (sorpreso e lusingato)
Dir parola s dolce solo quando il destino
vuol ch'io parta?
ROSSANA (cambiando tono e facendosi vento)
Sicch, - laggi di mio cugino
voi vi vendicherete?
DE GUICHE (sorridendo)
Siamo per lui?
ROSSANA
No, - contro.
DE GUICHE
Viene a vedervi spesso?
ROSSANA
No, di rado.
DE GUICHE
Io lo incontro
sempre con un cadetto...
(cercando il nome)
quel Neu... quel Neu... Che poca
memoria!
ROSSANA
Un altro?
DE GUICHE
Biondo.
ROSSANA
Rosso.
DE GUICHE
Bello.
ROSSANA
Eh!
DE GUICHE
Ma oca!
ROSSANA
Ne ha l'aria...
(cambiando tono)
... Ma il progetto vostro per mio cugino
sar di esporlo al fuoco ch'egli adora!... meschino!
So io ci che di cruccio lo farebbe scoppiare!
DE GUICHE
Ed ?...
ROSSANA
Se il reggimento lo lasciasse a oziare
coi suoi cari cadetti a Parigi, lontano
dalla guerra, a poltrire qui con le mani in mano.
Volete veramente far Cirano infelice?
ch'egli non venga a battersi laggi!...
DE GUICHE
Quando si dice
le donne! E chi volete, fuor di una donna, ch'abbia
il segreto di simili tiri!
ROSSANA
Morr di rabbia,
e i compagni con lui, di non essere al fuoco:
e voi sarete pago.
DE GUICHE (accostandosi)
Dunque, mi amate un poco?
Ella sorride.
In ci che dividete il mio giusto dispetto
io vedo, mia Rossana, una prova d'affetto.
ROSSANA
Ed ?...
DE GUICHE (mostrando parecchi plichi sigillati)
Ho qui, guardate, gli ordini che a ciascuno
dei capitani or ora trasmetter... fuor ch'uno:
(ne stacca uno)
questo! Quel dei cadetti.
(lo mette in saccoccia)
Lo metterem da parte.
(ridendo)
Ah, ah, Cirano... bello, col suo furor di Marte!...
Giuocate di siffatti tiri voi, eh?...
ROSSANA
Talvolta!
DE GUICHE (vicinissimo a lei)
Mi date le vertigini!... Ascoltatemi... Ascolta.
Io, s, devo partire... Ma come, anima mia,
lasciarvi adesso?... Udite... Qui presso, sulla via
d'Orlans, c' un convento, dal Sindaco fondato
de' Cappuccini, padre Attanasio... E vietato
entrarvi ai secolari. Ma quei padri, lo so,
son di manica larga: io mi ci ficcher.
Son le cocolle tanto a Richelieu devote!
Tremando dello zio, temono del nipote.
Mi crederan partito... Nessun sapr la cosa.
Concedetemi un giorno, mia cara capricciosa!
ROSSANA
Ma, e la vostra fama, se la cosa si sa?
Considerate...
DE GUICHE
Evviva!
ROSSANA
Ma lassedio di Arras?...
DE GUICHE
Che importa! Permettete!
ROSSANA
No!
DE GUICHE
Permetti!
ROSSANA (teneramente)
Impedire
questa follia vi devo!
DE GUICHE
Ah!
ROSSANA
Dovete partire!
(a parte)
E Cristiano resta.
(ad alta voce)
Io voglio che siate
eroico,Antonio!
DE GUICHE
Oh, dolci detti!... Voi dunque amate
colui? ...
ROSSANA
Pe l qual fremetti!...
DE GUICHE (trasportato dalla gioia)
Ah, parto, parto! Addio!
(le bacia la mano) Parto... Siete contenta?
ROSSANA
S, bravo, amico mio!
Egli esce.
LA GOVERNANTE (facendogli alle spalle una riverenza comica)
S, bravo, amico mio!
ROSSANA (alla governante)
Acqua in bocca: Cirano,
non mi perdonerebbe questo colpo di mano!
(chiama verso la casa)
Venite via, cugino.
SCENA III
Rossana, la governante, Cirano.
ROSSANA
Andiamo da Clomira!
(accenna la porta dirimpetto)
Alcandro fa un discorso.
LA GOVERNANTE (portandosi il mignolo allorecchio)
Il mio mignol m'ispira
che noi lo perderemo!
CIRANO (a Rossana)
No! No: buon appetito!
Sono giunti davanti alla porta di Clomira.
LA GOVERNANTE (estasiata)
Guarda questo martello come l'hanno imbottito!...
(al martello)
V'han forse imbavagliato perch il fracasso vostro
non turbi i bei discorsi, vero, piccolo mostro?
Lo solleva con precauzioni infinite e picchia dolcemente.
ROSSANA (vedendo che aprono)
Entriam.
(dalla soglia, a Cirano)
Se vien Cristiano, che mi aspetti...
CIRANO (vivamente, mentr'ella sta per entrare)
E, scusate...
Ella si volge.
su che, secondo il solito su che cosa contate
oggi d'interrogarlo?
ROSSANA
Sopra...
CIRANO (vivamente)
Sopra?
ROSSANA
Ma poi
non gli direte nulla?
CIRANO
Si sa, resta fra noi.
ROSSANA
Su niente! Io gli dir: Partite senza morso,
parlatemi d'amore! fatemi un bel discorso!
CIRANO (sorridendo)
Bene!
ROSSANA
Zitto! ...
CIRANO
Non fiato!
ROSSANA
Mi fido!...
(entra e chiude la pora)
CIRANO (salutando)
Qua la mano!
La porta si riapre e Rossana mette fuori la testa.
ROSSANA
Potrebbe prepararsi!...
CIRANO
Gi! no! ....
ENTRAMBI (insieme)
Zitto.
La porta si richiude.
CIRANO (chiamandolo)
Cristiano!
SCENA IV
Cirano, Cristiano
CIRANO
So tutto ci che occorre. Prepara la memoria.
Ecco l'occasione di coprirsi di gloria.
Andiamo subito a casa. Presto. T'insegner.
Non prendere quest'aria da moribondo!...
CRISTIANO
No!
CIRANO
Eh?
CRISTIANO
No! l'aspetto qui.
CIRANO
Ma che puntiglio questo?
Vieni a imparar; su, andiamo...
CRISTIANO
No, te l'ho detto: io resto.
Ne ho assai di copiare lettere, d'imparare
discorsi. Adesso basta! Non voglio pi tremare!...
Prima s. Oramai so che m'ama, e non ho
paura. Ti ringrazio. Da solo parler.
CIRANO
Ah s?
CRISTIANO
Ma chi ti dice che non sappia? Alla fine
non son poi cos bestia! Vedrai. Le discipline
han fruttato, mio caro. Vedrai come ragiono!
E per tutti i diavoli sar pur sempre buono
di serrarmela al petto!...
(scorgendo Rossana che esce dalla casa di Clomira)
Oh Dio, eccola qua!
Non mi lasciar, Cirano: resta, per carit!
CIRANO (salutandolo)
Parlate sol, messere!
(scompare dietro il muro del giardino)
SCENA V
Cristiano, Rossana, la governante.
ROSSANA (uscendo dalla casa di Clomira insieme con una compagnia da cui si stacca: riverenze e saluti)
Bartenoide! Germione!
Alcandro!
LA GOVERNANTE (disperata)
S' compiuta la mia previsione!
Il discorso sul Tenero noi lo abbiamo perduto!
(rientra in casa di Rossana)
ROSSANA (continuando a salutare)
Urimedonte! ... Addio! ...
Tutti salutano Rossana, si salutano fra loro, si separano e si allontanano per vie diverse. Rossana vede Cristiano.
Ah! siete gi venuto?
(va da lui)
Aspettate. Siam soli. L'aria dolce. Sediamo.
Sediamoci. Parlate. Ecco: v'ascolto.
CRISTIANO (siede presso di lei, sul banco. Pensa)
Io v'amo.
ROSSANA (chiudendo gli occhi)
Si, parlate d'amore.
CRISTIANO
Io t'amo!
ROSSANA
il tema...Adesso,
ricamate!
CRISTIANO
Io vi...
ROSSANA
Avanti!
CRISTIANO
T'amo pi di me stesso.
ROSSANA
Sta bene. E poi?
CRI STIANO
E poi... non chiederei di pi
se mi amate! - Rossana, di' che m'ami anche tu!
ROSSANA (con una smorfia)
Io volea della crema, voi mi offrite un brodetto!
Dite: come mi amate?...
CRISTIANO
Ma..., molto. Ve l'ho detto.
ROSSANA
Ohib?... Districate, districate la traccia
dei vostri sentimenti!
CRISTIANO
Stringer nelle mie braccia
il tuo sen!
ROSSANA
Cristiano!
CRISTIANO
Io t'amo!
ROSSANA(facendo per alzarsi)
Ancora?
CRISTIANO (vivamente trattenendola)
No!
non t'amo!
ROSSANA (tornando a sedere)
Fortunatamente!
CRISTIANO
T'adoro!
ROSSANA (alzandosi e allontanandosi)
Ohib!
CRISTIANO
S, s... divento sciocco!
ROSSANA (seccamente)
Sciocco, sciocco del tutto!
E ci mi spiace come se diventaste brutto...
CRISTIANO
Ma...
ROSSANA
Andate a ritrovare le parole eloquenti!
CRISTIANO
Io...
ROSSANA
So, mi amate. Addio!
(va verso la casa)
CRISTIANO
No, non immantinenti!
Io vi dir...
ROSSANA (spingendo la porta per rientrare in casa)
So tutto.., Che mi adorate... Ahim!
No! Andate!
( ella gli chiude la porta sul naso)
CRISTIANO
Ma io...
CIRANO (entrato da un momento, senza essere visto)
Che bel successo, aff!
SCENA VI
Cristiano, Cirano, i paggi, per un momento.
CRISTIANO
Soccorso!
CIRANO
No, messere!
CRISTIANO
Muoio, se non mi fai
rientrar tosto in grazia...
CIRANO
E come posso mai,
su due piedi, insegnarvi?
CRISTIANO (afferrandogli un braccio)
Non essere feroce,
guarda!
La finestra del balcone si illuminata.
CIRANO (commosso)
La sua finestra!
CRISTIANO
Morr !
CIRANO
Pi sottovoce.
CRISTIANO (a bassa voce)
Morr!
CIRANO
La notte nera!...
CRISTIANO
Dunque?
CIRANO
Si pu... Voi niente
meritereste!... Mettiti l innanzi, sconoscente!
L, davanti al balcone! Io mi star confitto
di sotto... e le parole t'imbeccher.
CRISTIANO
Ma...
CIRANO
Zitto!
I PAGGI (ricomparendo in fondo, a Cirano)
Eccoci!
CIRANO
Zitto!
(fa loro segno di parlare a bassa voce)
PRIMO PAGGIO (sotto voce)
Abbiam fatta la serenata
a Montfleury!
CIRANO (a bassa voce in fretta)
Andate a porvi in imboscata
uno a questo cantone, l'altro a quel canto l;
E se qualche importuno s'avviasse di qua,
suonate un'aria.
SECONDO PAGGIO
E quale, messere il gassendista?
CIRANO
Gaia per una donna, e per un uomo trista!
I paggi scompaiono, ciascuno da un canto. - A Cristiano.
Chiamala, su!
CRISTIANO
Rossana!
CIRANO (raccogliendo dei ciottoli che gitta contro i vetri)
Meglio un ciottolo.
ROSSANA (schiudendo le impannate)
Chi
mi chiama?
CRISTIANO
Io!
ROSSANA
Ma chi io?
CRISTIANO
Cristiano!
ROSSANA (con disdegno)
Ah, siete l?
CRISTIANO
Vorrei parlarvi.
CIRANO (di sotto al balcone, a Cristiano)
Bene.
ROSSANA
Parlate troppo male.
Andate via!
CRISTIANO
Di grazia!
ROSSANA
Andate via! Che vale?
Voi non mi amate pi!
CRISTIANO (a cui Cirano suggerisce le parole)
Giusti numi! accusarmi
di non... pi... amarvi... quando... pi v'amo!
ROSSANA (che stava per chiudere la finestra, fermandosi)
T! ma parmi
che sia meglio!
CRISTIANO (come sopra)
Amor cresce nel mio trepido petto
che il crudele... marmocchio ha... per sua culla eletto.
ROSSANA (avanzandosi sul balcone)
Meglio ancora!... - Ma, s'ei vi d sl forte ambasce,
e voi foste uno sciocco di non strozarlo in fasce!
CRISTIANO (come sopra)
Ahi, ben feci la prova... Ma in vano!... Il neonato
ha il prodigio... o signora... d'Ercole rinnovato!
ROSSANA
Meglio!
CRISTIANO (come sopra)
Di guisa ch'egli... strangol come niente...
i due serpenti... Dubbio ed Orgoglio!...
ROSSANA (poggiando i gomiti al balcone)
Eccellente!
- Ma perch la favella vostra cos tardiva?
Avreste mai la gotta all'immaginativa?...
CIRANO (traendo Cristiano sotto il balcone e sostituendosi a lui)
Zitto! L'affar diventa difficile!...
ROSSANA
Perch
son le vostre parole esitanti?
CIRANO (parlando sottovoce come a Cristiano)
Ma gli
ch' notte, ed esse cercano a tastoni nell'ombra
il vostro orecchio.
ROSSANA
Eppure, le mie nulla le ingombra.
CIRANO
Trovan tosto la strada?... Eh, si capisce bene:
ogni vostra parola qui dentro il cor mi viene.
Or io ben grande ho il core, voi l'orecchio piccino.
E i vostri detti scendono: pi spedito il cammino.
I miei, signora, salgono, il cammino pi lento!
ROSSANA
Ma salgono assai meglio gi da qualche momento!
CIRANO
Han di questa ginnastica presa dimestichezza!
ROSSANA
Io vi parlo, di fatti, da una vera altezza!
CIRANO
Certo, e mi uccidereste, se da codesta altura
sul mio cor vi sfuggisse una parola dura!
ROSSANA (staccandosi dalla balaustra)
Scender.
CIRANO (vivamente)
No.
ROSSANA (mostrandogli il banco che sotto il balcone)
Salite sul banco, allora, presto!
CIRANO (retrocedendo, sbigottito)
No.
ROSSANA
Come no?
CIRANO (sempre pi vinto dall'emozione)
Restiamo; profittiamo di questo
caso che ci consente stasera di poterci
parlar, senza vederci, cos...
ROSSANA
Senza vederci?
CIRANO
cos dolce! A pena ci si scorge tra noi:
il nero voi vedete di un mantello, di voi
io non vedo che il bianco di una gonna di estate:
io sono un'ombra, voi una luce. Restate.
Non sapete quest'ora che sia per me! Se a volta
ebber le mie parole qualche eloquenza...
ROSSANA
Oh, molta!
CIRANO
Giammai le mie parole non sono uscite ancora
dal mio cuore, giammai!...
ROSSANA
Perch?
CIRANO
Perch... finora
io parlava a traverso...
ROSSANA
Che cosa?
CIRANO
... il turbamento
che vince chi vi guarda!... Ma questa sera io sento...
che per la prima volta vi parler!
ROSSANA
Davvero
avete una tutt'altra voce...
CIRANO (accostandosi febbrilmente)
Tutt'altra, vero...
Per che nella notte che mi protegge ardisco
essere alfin me stesso, e oso...
(si ferma, e fuori di s)
Io mi smarrisco...
Non so, ma questa notte - perdonatemi - io provo
alcun che di s dolce, si squisito e si nuovo...
ROSSANA
Cos nuovo?
CIRANO (sconvolto e tentando sempre di riprendersi)
S, nuovo... d'esser franco. Il sospetto
d'esser deriso, ahi, sempre, sempre il cuor m'ha costretto!
ROSSANA
Voi deriso, e di che?
CIRANO
D'uno... slancio!... il mio cuore
si sempre del mio spirito vestito, per pudore:
muovo per la conquista della stella, e mi chino,
temendo del ridicolo, a corre il fiorellino!
ROSSANA
Anch'esso il fiore buono!
CIRANO
Sdegnamolo, stasera!
ROSSANA
Ma quando mai parlaste a codesta maniera?
CIRANO
Oh, se spezzando alfine la frivola orditura
dei madrigali, andassimo verso un'aria pi pura!
Se, piuttosto che bere in un minuscoletto
ditale d'or l'insipida acqua del ruscelletto,
noi volessimo invece veder come alle spume
l'anima si disseta, s'inebria, del gran fiume!
ROSSANA
Ma lo spirito?...
CIRANO
Solo, sol per farvi restare
io ne feci da prima. Or sarebbe insultare
questa notte, quest'ora, questa brezza fragrante
il parlar ne lo stile di un arcade galante.
Lasciam che gli occhi astrali di questo ciel propizio
ci dispoglino a un tratto d'ogni nostro artifizio!
Temo la nostra alchimia sottil non sia che un lento
continuo esaurirsi del vero sentimento,
che il cor si vti in questi passatempi meschini
e che il fino del fino sia la fin delle fini.
ROSSANA
... Ma lo spirito? dite...
CIRANO
In amor lo detesto!
Questo schema in amore un delitto. Del resto
viene immancabilmente il fatale minuto,
- e compiango coloro che non l'han conosciuto!
in cui sentiam che in noi qualche nobile amore
pel quale ogni gentile lenocinio un dolore!
ROSSANA
E quali mi direte, se venne un tale istante
per noi, quali parole?
CIRANO
Ma quante, quante, quante
me ne verranno al labbro; senza disporle in mazzo,
gitterovvele in fascio. Esso: io v'amo, son pazzo,
t'amo, soffoco, troppo, non reggo pi; siccome
dentro un sonaglio, sta nel mio cuore il tuo nome,
e poi che senza posa l'anima mia vacilla,
senza posa il sonaglio s'agita, e il nome squilla.
Tutto io di te ricordo, ho di te tutto amato:
io so che un giorno, iI dodici maggio, l'anno passato,
tu mutasti la foggia dei capelli. E talmente
ho preso per mio sole la tua chioma lucente,
che, come quando al sole troppo si fisso il ciglio,
si vede poi dovunque un gran disco vermiglio,
quand'io gli occhi distolgo dal sol di cui m'inondi,
dovunque m'abbacinano gli occhi barbagli biondi!
ROSSANA (con voce turbata)
Codesto bene amore...
CIRANO
Oh, questo sentimento
che m'invade terribile, geloso, violento,
certo amor: ne ha tutto, tutto il triste furore:
amor, ma l'egoismo non ha, no, dell'amore.
Per vederti felice io vorrei dare in vto
la mia felicit, fossanche il dono ignoto!
pur di udire talvolta squillar da lungi il fausto
riso del gaudio nato dal mio bell'olocausto!
Ogni tuo sguardo suscita una nova virt
in me, qualche valore nuovo. Cominci tu
finalmente a capire? Senti la derelitta
anima mia che sale nella tenebra fitta?
Ah, ma stasera troppo dolce! Pure una volta
io le parlo d'amore: io le parlo, ella ascolta!
Troppo! Nella speranza anche meno modesta
io non avea mai tanto sperato! Non mi resta
che di morire, adesso. I miei detti la fanno
tremar tra questi verdi rami: s, - non m'inganno -
Perch, s, voi tremate, tra le foglie qual foglia!
perch tu tremi! ed io sento, che tu lo voglia
o no, della tua mano il tremito divino
lungo i rami discendere di questo gelsomino!
(bacia follemente l'estremit di un ramo pendulo).
ROSSANA
S, tremo e piango e t'amo, e tua sono, e tu m'hai
inebriata!
CIRANO
Allora, venga la morte ormai!
Son io, son io che seppi, son io che seppi darti
questa ebbrezza. Or non chiedo che una cosa
CRISTIANO (di sotto il balcone)
Baciarti!
ROSSANA (rigettandosi indietro)
Che cosa?
ClRANO
Oh!
ROSSANA
Voi chiedete!
CIRANO
S...
(a Cristiano a bassa voce)
Tu vai troppo presto...
CRISTIANO
Poich turbata, voglio profittarne.
CIRANO (a Rossana)
S, ho chiesto...
E ver, ma giusti numi! fui troppo audace...Ho visto...
ROSSANA (un po' delusa)
Sicch non insistete pi di cos?
CIRANO
S! Insisto...
senza insistere... S... Ma la vostra virt
s'affligge... Questo bacio, non me lo date pi!
CRISTIANO (a Cirano, tirandolo pel mantello)
Perch?
CIRANO (a Cristiano)
Taci!
ROSSANA (sporgendosi dal davanzale)
Che dite?
CIRANO
Dell'ardir mio mi pento.
Io dicevo a me stesso di tacere!...
Le tiorbe si mettono a suonare.
Un momento!...
Vien qualcuno...
Rossana chiude la finestra. Cirano ascolta le tiorbe, una delle quali suona un'aria pazzerellona, e l'altra un'aria lugubre.
Aria trista? Aria lieta?... Che fate?
un uomo?... una donna? - Ah, un monaco!
Entra un cappuccino, che va di casa in casa, con una lanterna in mano guardando le porte.
SCENA VII
Cirano, Cristiano, un cappuccino.
CIRANO (al cappuccino)
Cercate
l'uomo come Diogene?
IL CAPPUCCINO
Io cerco la dimora...
CRISTIANO
Il Diavolo si porti costui!...
IL CAPPUCCINO
Della signora
Maddalena Robin...
CRISTIANO
Che vorr?
CIRANO (mostrandogli una via che sale)
Da quel lato!
E dritto, - sempre dritto!...
IL CAPPUCCINO
Grazie tanto, obbligato!
Reciter un rosario sino alla litania.
(esce)
CIRANO
Con la vostra cocolla viene l'anima mia!
(torna verso Cristiano)
SCENA VIII
Cirano, Cristiano.
CRISTIANO
Ottienmi il bacio!...
CIRANO
No!...
CRISTIANO
Prima o poi...
CIRANO
Gi l'istante
verr, verr il minuto di febbre inebriante
che l'una bocca all'altra correr desiosa,
per i tuoi baffi biondi, pel suo labbro di rosa.
(a se stesso)
E preferisco sia per me...
Rumore di vetri che si riaprono. Cristiano si nasconde sotto il balcone.
SCENA IX
Cirano, Cristiano, Rossana.
ROSSANA (avanzandosi sul balcone)
Siete voi l?
Parlavam di... d'un...
CIRANO
Bacio. N vedo in verit
perch la vostra bocca sia cos timorosa.
Se la parola dolce, che sar mai la cosa?
Irragionevol tema non vi turbi la mente:
poco fa non lasciaste quasi insensibilmente
l'arguto cinguetto, per passar senza schianto
dal sorriso al sospiro e dal sospiro al pianto?
Ancora un poco, un poco solo ancora, vedrete:
non c' dal pianto al bacio che un brivido!
ROSSANA
Tacete!
CIRANO
Ma poi che cosa un bacio? Un giuramento fatto
un poco pi da presso, un pi preciso patto,
una confessione che sigillar si vuole,
un apostrofo roseo messo tra le parole
t'amo; un segreto detto sulla bocca, un istante
d'infinito che ha il frscio di un'ape tra le piante,
una comunione che ha gusto di fiore,
un mezzo di potersi respirare un po' il cuore
e assaporarsi l'anima a fior di labbra!
ROSSANA
Basta!
CIRANO
S pura cosa un bacio, ch'ella stessa, la casta
Regina lo concesse liberalmente in dono
a Buckingham!
ROSSANA
Allora!
CIRANO (esaltandosi)
Siccome quello io sono!
Anch'io, siccome quello, in segreta agonia
adorai lungamente voi, la Regina mia!
Triste e fedele anch'io sono!
ROSSANA
E siccome quello,
sei bello!
CIRANO (a parte, tornando in s)
Gi vero, mi scordavo... Son bello!
ROSSANA
Salite dunque a cogliere questo fior del desio...
CIRANO (spingendo Cristiano verso il balcone)
Va'!
ROSSANA
Quest'odor dell'anima...
CIRANO
Monta!
ROSSANA
Questo frusco
d'ape...
CIRANO
Monta!
CRISTIANO (esitando)
Ma ora parmi che ci sia male.
ROSSANA
Quest'attimo infinito!...
CIRANO (spingendolo)
Monta, dunque, animale!
Cristiano si slancia, e per mezzo del banco, i rami, i pilastri raggiunge le balaustra che scavalca.
CRISTIANO
Ah! Rossana!
(l'abbraccia e si china sulla bocca di lei)
CIRANO
... Ahim, che strano pizzicore
mi sento in petto! O bacio, o convito d'amore
il tuo Lazzaro io sono! Quaggi di te mi scende
una briciola; io sento che un poco il cor ti prende.
Poi che su quella bocca le sue labbra tremanti
baciano le parole ch'io dissi poco avanti.
Si odono le tiorbe.
Aria trista, aria lieta: il monaco.
(fingendo di correre, come se giungesse di lontano, e con voce chiara)
Buon d!
ROSSANA
Chi ?
CIRANO
Son io. Passavo... Cristiano ancora qui!
CRISTIANO (meravigliatissimo)
Oh, Cirano!
ROSSANA
Buon d!
CIRANO
Buon d, cugina, amico!
ROSSANA
Scendo!
Ella scompare nell'interno della casa. Dal fondo entra il cappuccino.
CRISTIANO
Costui di nuovo!
(segue Rossana)
SCENA X
Cirano, Cristiano, Rossana, il cappuccino, Ragueneau.
IL CAPPUCCINO
qui, qui - vi dico Maddalena Robin!
CRISTIANO
Ro-lin ci avete detto!
IL CAPPUCCINO
Bin, B, i, n, bin, bin.
ROSSANA (comparendo sulla soglia della casa seguita da Ragueneau che porta una lanterna e da Cristiano)
Che recate?
IL CAPPUCCINO
Un biglietto.
CRISTIANO
Come?
IL CAPPUCCINO (a Rossana)
Non pu trattarsi che di una santa cosa!
E di un degno signore...
ROSSANA (a Cristiano)
di Guiche!
CRISTIANO
Come? egli osa?...
ROSSANA
Oh, ma smetter bene. Smetter, sta' sicuro.
(dissigillando la lettera)
Io t'amo, e se costui...
(al chiarore della lanterna di Ragueneau, ella legge, in disparte, sottovoce)
Signorina, il tamburo
batte, il mio reggimento, arme e bagagli, in questo
punto move. Si crede me gi partito, io resto.
Io vi disobbedisco. Sono nel monastero.
Verr tra poco. Intanto vi mando messaggero
questo monaco, semplice come una pecorella.
Troppo dolce sorrise la vostra bocca bella
poco fa. Rivederla voglio. Non ho pi pace.
Allontanate tutti, e degnate l'audace
ricevere, gi spero, anticipatamente
perdonato, che firma... vostro devotamente.
eccetera.
(al cappuccino)
Buon padre, ecco leggo. Ascoltate:
Tutti si accostano a lei, ella legge a voce alta
Signorina, bisogna che il capo inchiniate
al cardinal, per quanto ci vi possa costare.
Gli perci che ho voluto scegliere per mandare
questo biglietto al suo grazioso destino,
un santo e molto acuto, discreto cappuccino.
Noi vogliam ch'ei vi dia, nella vostra dimora
la benedizione...
(voltando il foglio)
e che vi sposi or ora.
Cristian deve sposarvi stanotte. Ve lo mando.
Non vi piace, lo so. Ma io vi raccomando
di rassegnarvi. Il cielo benedir l'offerta
del vostro cuore. E siate, Signorina, ben certa
del rispetto di chi fu sempre, come segna,
il vostro devotissimo... eccetera....
IL CAPPUCCINO (raggiante)
Che degna
persona. Io lo sapeva. Ero senza paura.
Non poteva trattarsi se non di cosa pura!
ROSSANA (pianissimo a Cristiano)
Non leggo molto bene le lettere?
CRISTIANO
Altro che!
ROSSANA (ad alta voce, con rammarico grande)
orribil!
IL CAPPUCCINO (che ha diretto su Cirano la luce della lanterna)
Siete voi?
CRISTIANO
No, sono io.
IL CAPPUCCINO (volgendo la luce verso di lui, e come colto da un dubbio, scorgendone la bellezza)
Ma...
ROSSANA (vivamente)
C'
un post scriptum. Date centoventi pistole
pel monastero.
IL CAPPUCCINO
Degno signor!
(a Rossana)
Sia come vuole
il cielo!
ROSSANA (atteggiandosi a martire)
Io mi rassegno!
(mentre Ragueneau apre la porta al cappuccino che Cristiano invita a entrare, ella dice sottovoce a Cirano)
Voi trattenete il conte;
egli verr tra poco. Tenetegli voi fronte -
sinch...
CIRANO
Basta!
(al cappuccino)
Che tempo piglia la funzione?
IL CAPPUCCINO
Un quarto d'ora.
CIRANO (spingendoli tutti verso la casa)
Andate! Io star di piantone!
ROSSANA (a Cristiano)
Vieni ! . . .
Entrano.
CIRANO
Ma come fare perch questo furfante
s'indugi un quarto d'ora?
(si precipita sul banco, s'arrampica al muro, verso il balcone)
Su!... Scaliam quelle piante!
Ho il mio piano!
Le tiorbe si mettono a suonare una frase lugubre.
Oh! gli un uomo!
Il tremolo divien sinistro.
Questa volta ci siamo
veramente un uomo!...
( giunto sul balcone, si tira il cappello sugli occhi, si scinge la spada, si avvolge nella cappa, poi si curva e guarda in gi)
Non troppo alto... Andiamo!
(si mette a cavalcioni sulla balaustra, e attirando a s il lungo ramo di uno degli alberi che traboccano dal muro del giardino, vi si appende con ambo le mani, pronto a lasciarsi cadere)
Disturberemo un poco questo bel gelsomino!...
SCENA XI
Cirano, De Guiche.
DE GUICHE (che entra mascberato, andando a tastoni nella notte)
Ma che mai far questa birba di cappuccino?
CIRANO
Se mi riconoscesse alla voce!
(lasciando l'albero con una mano fa il gesto di girare una invisibile chiave)
Cric! crac!
(solennemente)
Su, Cirano, l'accento abbi di Bergerac!...
DE GUICHE (guardando la casa)
l. Ma veggo male. Ah, maschera importuna!
Va per entrare, allorch Cirano salta dal balcone reggendosi al ramo che cede e lo depone tra la porta e De Guiche. Egli finge di cadere pesantemente, come da grande altezza, e si allunga per terra, dove resta immobile, come stordito. De Guiche fa un salto indietro.
Ch' mai? Che?
(quando leva gli occhi, il ramo si raddrizzato; non vede che il cielo: non capisce)
Donde casca quest'uomo?
CIRANO (mettendosi a sedere per terra, e con l'accento guascone)
Dalla luna!
DE GUICHE
Dalla?...
CIRANO (come parlando in sogno)
Che ora abbiamo?
DE GUICHE
Non ha pi la ragione!
CIRANO
Che ora? che paese? che giorno? che stagione?
DE GUICHE
Ma...
CIRANO
Dove son?
DE GUICHE
Signore! ...
CIRANO
Io mi son un che piomba
qual bomba dalla luna.
DE GUICHE (perdendo la pazienza)
Ors!
CIRANO (balzando in piedi, con voce terribile)
Come una bomba!
DE GUICHE (rinculando)
Piombate dalla luna, e sia! (forse un demente!)
CIRANO (andando a lui)
E non ne piombo affatto metaforicamente!...
DE GUICHE
Ma...
CIRANO
Sono ormai cent'anni, o forse un minuto,
- Non so per quanto tempo son per l'aria caduto -
io stavo in quella palla color di zafferano.
DE GUICHE (alzando le spalle)
S. Lasciatemi andare!
CIRANO (mettendosi davanti a lui)
Suvvia, col cuore in mano:
ditemi, dove sono?... In qual luogo, in qual punto
io, come un aerolito, rovinando, son giunto?
DE GUICHE
Perdio! ...
CIRANO
Capite bene, che mentre gi venivo
io non potetti scegliere il mio punto d'arrivo!
Mi trasse in una luna o in una terra il peso
della posteriore mia parte? - Ove son sceso?
DE GUICHE
Ma vi dico, signore...
CIRANO (con un grido di terrore che fa retrocedere De Guiche)
Gran Dio!... Se ben ravviso...
la gente del paese ha tutto nero il viso!
DE GUICHE (portandosi la mano alla faccia)
Come?
CIRANO (con paura enfatica)
Sono in Algeri? Siete indigeno? Siete...
DE GUICHE (che si toccata la maschera)
La maschera!...
CIRANO (fingendo di alquanto rassicurarsi)
A Venezia son dunque?
DE GUICHE (facendo per passare)
Permettete: -
una dama mi aspetta!...
CIRANO (fingendo di alquanto rassicurarsi)
Sono a Parigi, allora!
DE GUICHE (sorridendo suo malgrado)
Il pazzo divertente!
CIRANO
Ridete?
DE GUICHE
S, ma ora
voglio passare!
CIRANO (giubilante)
A casa dunque il ciel mi ripone?
(completamente calmo, ridendo, spolverandosi, salutando)
Sono giunto- scusatemi! - con l'ultimo ciclone,
sono un po' sparso d'etere. Ahim, se ho viaggiato!
Ho di polvere d'astri pieni gli occhi. Attaccato
ai miei sproni v' certo qualche pel di pianeta...
(prendendo qualche cosa sulla manica sinistra)
Ecco, sul giustacuore, un capel di cometa!
(soffia come per farlo andar via)
DE GUICHE (fuori di s)
Signore! ...
CIRANO (sul punto in cui il conte sta per passare, protende la gamba come per mostrargli qualche cosa che vi sia su, e lo ferma)
Nel polpaccio mi sono tratto un dente
della Grande Orsa; e poi che, sfiorando il Tridente,
io volevo evitarne una delle tre lance,
son caduto a sedere, cos, nelle Bilance.
E adesso colass l'ago il mio peso addita.
(impedisce per forza che De Guiche passi e lo prende per un bottone del giustacuore)
Ch, se provaste a stringermi il naso con due dita,
ne sprizzerebbe latte!...
DE GUICHE
Latte?
CIRANO
S, della Via
Lttea.
DE GUICHE
Oh! per l'inferno!
CIRANO
Il ciel quaggi m'invia.
(incrociando le braccia)
Credereste che nella caduta stravagante
vidi Sirio la notte coprirsi d'un turbante?
(confidenziale)
L'altra Orsa ancora troppo piccola perch morda
(ridendo)
Nel traversar la Lira ne ho spezzato una corda.
(fiero)
Ma io conto di scrivere su codesto un trattato,
e de le stelle d'oro ch'ho di lass portato
nel mio mantello ardente, a mie spese e a miei rischi,
quando sar stampato, ne vo' fare asterischi!
DE GUICHE
Ma in fin dei conti io voglio...
CIRANO
V'indovino, messere!
DE GUICHE
Signore!
CIRANO
Voi vorreste dalla mia bocca avere
com' fatta la luna, e se, come si crede,
nella immensa cucurbita qualche abitante ha sede.
DE GUICHE (gridando)
Ma no! voglio...
CIRANO
Saper come feci a salire?
Con un mezzo inventato da me.
DE GUICHE (scoraggiato)
Non c' che dire:
pazzo!
CIRANO (sdegnoso)
Io non rifeci lo stupido aquilone
di Regiomontanus, n il timido piccione
di Archita!...
DE GUICHE
matto certo, ma non sciocco il matto!
CIRANO
Non ho nulla imitato di quanto s' gi fatto...
De Guiche riuscito a passare e si avanza verso la porta di Rossana; egli lo segue, pronto a ghermirlo.
Ho inventato sei mezzi buoni di violare
l'azzurro.
DE GUICHE (volgendosi)
Sei?
CIRANO (con volubilit)
Ponendo nudo il mio corpo a stare
dritto, io potea cospargerlo di fiale cristalline
ben colme delle lagrime de le albe mattutine.
Cos stando la mia nuda persona a bada,
il sol l'aspirerebbe insiem con la rugiada.
DE GUICHE (sorpreso e facendo un passo verso Cirano)
Toh? S, questo n' uno!
CIRANO (retrocedendo, per trarlo dall'altra parte)
E potevo, altrimenti,
per prendere il mio slancio, far conserva di venti,
rarefacendo l'aria in cassette di cedro
per via di specchi ardenti disposti a icosadro.
DE GUICHE (fa un altro passo)
Due!
CIRANO (retrocedendo sempre)
Potevo, facendo di meccanico uffizio,
nonch di pirotecnico, da fuochi d'artifizio,
su d'una cavalletta d'acciar farmi lanciare
nei prati azzurri dove stan gli astri a pascolare
DE GUICHE (seguendolo, senza sospetto, e contando sulle dita)
Tre!
CIRANO
Poi siccome il fumo a salire ha tendenza,
raccrne quanto avesse di trarmi su potenza.
DE GUICHE (come sopra, sempre pi meravigliato)
Quattro!
CIRANO
E, siccome Febo, quando l'arco pi scarso,
ama succhiar la vostra midolla, o buoi,... consparso
me ne sarei...
DE GUICHE (stupefatto)
E cinque.
CIRANO (che lo ha tratto, parlando, sin all'altro lato della piazza, presso un banco)
Finalmente, adagiato
su di un piatto di ferro, un pezzo avrei lanciato
di calamita in aria! Buon mezzo, questo: attratto,
dietro la calamita si precipita il piatto;
la raggiunge, s'attaccano, e via cos con lei
indefinitamente si pu salire!
DE GUICHE
E sei!
- Sei magnifici mezzi di volare senz'ale!
...Ma quale avete scelto?
CIRANO
Un settimo.
DE GUICHE
Toh! - Quale?
CIRANO
Questo il segreto! Ors, indovinala grillo!...
DE GUICHE
Sarebbe interessante s'io fossi pi tranquillo!
CIRANO (facendo il romor delle onde con grandi gesti misteriosi)
U!
DE GUICHE
Dunque?
CIRANO
Ci siete?
DE GUICHE
Non ancor!
CIRANO
La marea!...
Nell'ora in cui son l'onde attratte da Febea,
mi posi sull'arena - dopo un bagno di mare -
e, prima cominciandosi la testa a sollevare,
per che nei capelli pi acqua si raccoglie,
io salii come un angelo, fin del cielo alle soglie.
E salivo, salivo sempre, senza dimora.
Quand'ecco sento un urto! Allora...
DE GUICHE (tratto dalla curiosit, e sedendo sul banco)
Allora?
CIRANO
Allora...
(riprendendo la sua voce naturale)
Il quarto d'ora scorso; siete libero: adesso...
il matrimonio fatto.
DE GUICHE (alzandosi di un balzo)
Dio! son fuor di me stesso!...
Quella voce!
La porta della casa si apre, compaiono dei servi che portano candelieri accesi. Luce. Cirano leva il cappello di cui aveva abbassato la falda sugli occhi.
E quel naso!... Come, Cirano?
CIRANO (salutando)
Appunto.
- Si son dati l'anello di sposi in questo punto.
DE GUICHE
Chi mai?
Si rivolge. - Quadro. - Dietro i servi, Rossana e Cristiano si tengono per mano, il cappuccino li segue, sorridendo Ragueneau solleva anche lui una lampada. Chiude la marcia la governante intontita, in accappatoio.
Cielo!
SCENA XII
I precedenti, Rossana, Cristiano, il cappuccino, Ragueneau, i servi, la governante.
DE GUICHE (a Rossana)
Voi!
(riconoscendo Cristiano, con stupore)
Lui?
(salutando con ammirazione Rossana)
Siete delle pi fini!
(a Cirano)
Mi compiaccio, o signore dai voli peregrini:
avrebbe quel racconto fatto un santo indugiare
davanti al paradiso. Ogni particolare
notatene. Davvero, tutto ci pu servire
per un libro.
CIRANO (inchinandosi)
E un consiglio che far di seguire.
IL CAPPUCCINO (mostrando gli amanti a De Gui-che, e scotendo soddisfatto la sua gran barba bianca)
Che bella coppia, o figlio, riuniste.
DE GUICHE (guardandolo freddo)
S, padre.
(a Rossana)
Signora, al vostro sposo dite addio.
ROSSANA
Che!
DE GUICHE (a Cristiano)
Le squadre.
gi si pongono in marcia. Raggiungetele tosto.
ROSSANA
Per andare alla guerra?
DE GUICHE
Certo!
ROSSANA
Ma fu disposto
che restino i cadetti!
DE GUICHE
La disposizione
mutata!
(mettendo fuori il foglio che aveva conservato in saccoccia)
Ecco l'ordine.
(a Cristiano)
Recatelo, barone.
ROSSANA (gettandosi nelle braccia di Cristiano)
Oh!
DE GUICHE (sarcastico a Cirano)
La notte di nozze di.l da venire;
CIRANO (a parte)
Ei si crede di farmi crudelmente soffrire!
CRISTIANO (a Rossana)
Ancora un bacio, ancora!
CIRANO
Sbrigati, basta m!
CRISTIANO (continuando ad abbracciare Rossana)
Troppo duro lasciarla... Non puoi saper...
CIRANO (cercando di trarlo via)
Lo so.
Si odono da lungi i tamburi che battono una marcia.
DE GUICHE (che risalito in fondo)
Udite? Il reggimento parte!
ROSSANA (a Cirano, trattenendo Cristiano ch'egli tenta sempre di trarre via)
A voi lo confido!
Promettetemi ch'io lo rivedr. Mi fido!
CIRANO
Tenter... ma non posso prometter, certamente...
ROSSANA (con la stessa mimica)
Promettetemi ch'egli sar molto prudente!
CIRANO
Cercher, ma...
ROSSANA (con la stessa mimica)
Che a questa guerra cos terribile,
ei non avr mai freddo!
CIRANO
Far tutto il possibile!
ma...
ROSSANA (con la stessa mimica)
Che sar fedele a Rossana!
CIRANO
Sicuro,
ma...
ROSSANA (con la stessa mimica)
Che scriver spesso!
CIRANO (fermandosi)
Questo s, - ve lo giuro!
Atto quarto
I CADETTI DI GUASCOGNA
Il posto che occupa la compagnia di Carbone di Castel Geloso all'assedio di Arras. In fondo scarpata che attraversa tutta la scena. Oltre la scarpata si scorge un orizzonte di pianura, il paese coperto dei lavori per l'assedio. Nel fondo, lungi, le mura di Arras e la sagoma dei suoi tetti. Tende, armi sparse, tamburi, ecc... Sta per levarsi giorno. L'oriente s'indora. Sentinelle sparse Fuochi. Avvolti nei mantelli, i cadetti di Guascogna dormono. Carbone di Castel Geloso e Le Bret vegliano. Sono pallidissimi e smagriti, Cristiano dorme, tra gli altri, nella sua cappa, in primo piano, il volto rischiarato da un fuoco. Silenzio.
SCENA I
Cristiano, Carbone di Castel Geloso, Le Bret, i cadetti, poi Cirano.
LE BRET
Orribile!
CARBONE
Pi nulla!
LE BRET
Perdio!
CARBONE (facendogli segno di parlar sottovoce)
Li desterai.
Bestemrnia basso!
(ai cadetti)
Via... Dormite!
(a Le Bret)
Tu lo sai:
Cibo il sonno!
LE BRET
Ma per chi ha l'insonnia poco.
Che penuria!
Si ode qualche schioppettata lontana.
Mancavano questi colpi di fuoco!...
CARBONE
Or me li desteranno!
(ai cadetti che levano il capo)
Dormite!
Tutte le teste tornano gi. Nuovi colpi di fuoco pi prossimi.
UN CADETTO (agitandosi)
Che? Si torna
da capo?
CARBONE
Non niente. Cirano che ritorna!
Le teste che si erano alzate si riabbassano.
UNA SENTINELLA (di fuori)
Giuraddio! Chi va l?
LA VOCE DI CIRANO
Bergerac!
LA SENTINELLA (che sta sulla scarpata)
Giuraddio!
Chi va l!
CIRANO (comparendo sulla scena)
Bergerac, imbecille!
(discende. Le Bret gli va incontro, inquieto)
LE BRET
Gran Dio!
CIRANO (facendogli segno di non svegliare alcuno)
Zitto!
LE BRET
Ferito?
CIRANO
Han preso, come sai bene, impegno
di mancarmi ogni volta!
LE BRET
Ma questo eccede il segno!
per portar una lettera, quotidianarnente
rischiar! ...
CIRANO (fermandosi davanti a Cristiano)
Promisi ch'egli scriverebbe sovente:
(lo guarda)
Dorme. Si fatto pallido! Se il povero angioletto
sapesse ch'egli ha fame... Ma sempre bello!
LE BRET
A letto,
presto!
CIRANO
Non brontolare. Le Bret... Ti dir solo
che, per attraversare tutto il campo spagnuolo,
ho scelto un posto dove son certo di trovare
ebbri tutti, la notte.
LE BRET
Ci dovresti portare
dei viveri.
CIRANO
A passare esser lieve conviene,
- Ma vi sar del nuovo, presto. E se vidi bene...
ti dico che i Francesi mangeranno o morranno.
LE BRET
Narra.
CIRANO
No... Non son certo... Vedrete!
CARBONE
Oltre l'affanno,
che vergogna aver fame assediando!
LE BRET
Ma
nulla pi complicato dell'assedio di Arras;
noi assediamo Arras, e noi, presi alla ragna,
assedia il Cardinale, grande infante di Spagna...
CIRANO (ridendo)
Or dovrebbe a sua volta esser assediato.
LE BRET
Io no, non rido.
CIRANO (ridendo)
Oh! oh!
LE BRET
E voi potete, ingrato,
rischiar la vostra vita per una letterina!...
(vedendolo dirigersi verso una tenda)
Dove vai, ora?
CIRANO
A scrivere l'altra per domattina.
(solleva la tela e scompare)
SCENA II
I precedenti, meno Cirano.
Il giorno si cominciato a levare. Chiarori rosei. La citt di Arras si indora allorizzonte. Si ode un colpo di cannone immediatamente seguito da una batteria di tamburi, molto lontano, verso sinistra Altri tamburi battono pi dappresso. Le batterie vanno rispondendosi e accostandosi: scoppiano quasi in iscena, e si allontanano verso destra, percorrendo il campo. Rumori di risveglio. Voci lontane di ufficiali.
CARBONE (con un sospiro)
Gi la diana!
I cadetti si agitano nei loro mantelli, si stirano.
O provvido sonno, tu sei finito!...
So il loro primo grido.
UN CADETTO (mettendosi a sedere)
Ho fame.
UN ALTRO
Io son sfinito!
TUTTI
Ahi!
CARBONE
Alzatevi!
TERZO CADETTO
Come muoversi?
QUARTO CADETTO
O fare un gesto?
IL PRIMO (mirandosi in un pezzo di corazza)
Che lingua gialla: il vento della notte indigesto!
UN ALTRO
Do per un po' di cacio il tortil di barone!
UN ALTRO
Quanto a me, se nessuno fornisce il mio peptone,
che una pinta di chilo a elaborarmi imprenda,
io mi ritiro - come Achille - nella tenda!
UN ALTRO
Pane, pane!
CARBONE (presso la tenda dov' entrato Cirano, a mezza voce)
Cirano!
ALTRI
Moriamo!
CARBONE (sempre a mezza voce, alla porta della tenda)
Aiuto, aiuto!
Tu che per loro hai pronto sempre il tuo motto arguto,
vieni a rinvigorirli un poco tu.
SECONDO CADETTO (precipitandosi sul primo che mastica qualche cosa)
Che ingozzi?
IL PRIMO
E stoppa da cannone che col grasso dei mozzi
de le ruote si frigge nei caschi. A quanto pare,
nei dintorni di Arras c' poco da cacciare!
UN ALTRO (entrando)
Io sono stato a caccia!
UN ALTRO (come il precedente)
Io nel fiume ho pescato!
TUTTI (in piedi, precipitandosi sui nuovi arrivati)
Fagiani? - Carpioni? - Su, che avete recato?
Presto!
IL PESCATORE
Un ghiozzo!
IL CACCIATORE
Una passera!
TUTTI (esasperati)
Basta! - Non un minuto!
Ribelliamoci tosto!
CARBONE
Corri, Cirano, aiuto!
Ormai s' fatto giorno.
SCENA III
Gli stessi, Cirano.
CIRANO (vien fuori dalla tenda tranquillo: ha un libro fra le mani ed una penna sull'orecchio)
Che c'?
(silenzio. Al primo cadetto)
Perch codesto tuo passo strascicante?
IL CADETTO
Perch ci ho nei talloni alcun che di pesante!...
CIRANO
E che cosa?
IL CADETTO
Lo stomaco!
CIRANO
E anch'io ce l'ho, cospetto!
IL CADETTO
Ti d fastidio?
CIRANO
No, mi fa pi lieve il petto!
SECONDO CADETTO
Lunghi una spanna ho i denti!
CIRANO
Pi largo morderai!
UN TERZO
La mia pancia s' tesa.
CIRANO
Fanne un tamburo, ormai!
UN ALTRO
Io ho qui nelle orecchie sibili persistenti.
CIRANO
No, no: ventre affamato non ha orecchie: tu menti!
UN ALTRO
Un po' d'erba! - una cima!
CIRANO (si toglie il casco dal capo e glielo mette in una mano)
Eccoti il tuo cimiero!
UN ALTRO
Che si pu divorare?
CIRANO (gettandogli il libro che ha in mano)
LIliade di Omero!
UN ALTRO
Il ministro fa i suoi quattro pasti!
CIRANO
Dovrebbe
mandarti un perniciotto?
LO STESSO
E che mal vi sarebbe?
E vino!
CIRANO
Richelieu, farci servir vi piaccia
del Borgogna!
LO STESSO
Da un monaco!
CIRANO
Sua Eminenza Vernaccia?
UN ALTRO
Ho una fame da orco!
CIRANO
E mordi il freno, allora!
IL PRIMO CADETTO (alzando le spalle)
Sempre il motto, la punta!
CIRANO
La punta, il motto, ognora!
Oh, morire una sera, sotto un cielo di rosa,
facendo un motto arguto, per una gloriosa
causa! - Oh, cader colpito dall'arma veramente
nobile, e per la mano di un nemico eccellente;
su una zolla di gloria, e lontano da un letto,
di febbre, con sul labbro la punta come in petto!
GRIDO DI TUTTI
Ho fame!
CIRANO (piegando le braccia)
Nella pancia dunque il vostro valore?...
- Qua, Bertrandou col piffero, vien qua, vecchio pastore,
cava dal doppio fodero uno dei tuoi stromenti;
soffia e suona a quest'orda di ghiottoni indolenti
le vecchie arie natie dal ritmo ammaliante
di cui tutte le note sono come altrettante
sorelle, e in tutte fremono voci e suoni diletti,
e treman lente lente come trema sui tetti
il fumo che si esala dal nato casolare,
e la musica loro un dialetto pare!...
Il vecchio siede e prepara il piffero.
Oggi il flauto, guerriero sospiroso, ricordi -
mentre che le tue dita paiono negli accordi
misurar d'invisibili uccelli un minuetto -
che fu di canna prima che d'ebano, e al suo schietto
suono stupisca, e tutta ritrovi nell'ebbrezza
l'anima di sua rustica e blanda giovinezza.
Il vecchio comincia a suonare delle arie di Linguadoca.
Ascoltate, o Guasconi... Non pi la marzia squilla
del piffero, ma il flauto della selva tranquilla!
Non della pugna il fischio tra le sue labbra, omai
la lenta cennamella dei nostri pecorai!...
Ascoltate: la valle, Ia landa, la foresta,
il bruno mandriano col tocco rosso in testa,
il dolce delle verdi sere su la Dordogna,
ascoltate, o Guasconi; tutta la Guascogna!
Tutte le teste si sono inclinate, tutti gli occhi sono pensosi; e qualche lagrima furtivamente asciugata, con un gomito, con un lembo di mantello.
CARBONE (piano a Cirano)
Ma tu me li fai piangere!
CIRANO
Di nostalgia! Un male
nobil pi della fame... non fisico... morale!
Amo ch'abbia mutato viscere il lor dolore
ed or li stringa, invece che allo stomaco, al cuore!
CARBONE
Ma per la tenerezza me li farai mancare!
CIRANO (che fa segno al tamburo di avvicinarsi)
Non dubitare. Un attimo basta per risvegliare
gli eroi che in essi dormono!... Basta solo...
A un secondo segno il tamburo rulla.
TUTTI (si alzano e si precipitano sulle loro armi
Che ci?
CIRANO (sorridendo)
Vedi: un semplice rullo di tamburo bast.
Addio sogni, rimpianti, provincia, amor che furo;
e ci che vien dal piffero, se ne va col tamburo!
UN CADETTO (guardando in fondo)
Ah, ecco, Monsignore De Guiche!
TUTTI I CADETTI (mormorando)
Oh...
CIRANO (sorridendo)
Lusinghiero
murmure!
UN CADETTO
un seccatore!
UN ALTRO
E vien a farci il fiero,
con sopra l'armatura quel merletto s fno!
UN ALTRO
Quasi che sopra il ferro si portasse del lino!
IL PRIMO
Buono se c' sul collo qualche foruncoletto!
IL SECONDO
Un altro cortigiano!
UN ALTRO
Il nipote perfetto
di suo zio!
CARBONE
Ma Guascone!
IL PRIMO
Non vi fidate affatto!
Egli un falso Guascone... Il ver Guascone matto.
Niente pi da temere di un Guascon che abbia testa!
LE BRET
bianco...
UN ALTRO
Ha fame... come tutti. Ma ve' che festa
di bei chiovi d'argento sulla corazza! I crampi
del suo stomaco vuoto danno al sol vivi lampi!
CIRANO (vivacemente)
Non mostriam di patire. Le vostre carte, via,
le pipe, i dadi...
Tutti si mettono in fretta a giuocare su dei tamburi, su degli sgabelli, o per terra sui mantelli, e accendono lunghe pipe.
Ed io leggo flosofia!
Si mette a passeggiare in lungo ed in largo, leggendo un piccolo libro che ha cavato dalla saccoccia. Quadro. Entra De Guiche. Tutti hanno l'aria occupata e contenta. Egli pallidissimo. Si avanza verso Carbone.
SCENA IV
I precedenti, De Guiche.
DE GUICHE (a Carbone. Si osservano entrambi. De Guiche, tra s, con soddisfazione)
Com' verde!
CARBONE (tra s)
Non ha pi niente, fuori
che gli occhi.
DE GUICHE (guardando i cadetti)
Ecco i tcrribili Cadetti! S, signori
mi dicono ch'io qui sia messo alla berlina
e che presso i Cadetti, nobilt montanina,
grandi Perigordini, grandi di Linguadoca,
ogni ingiuria pel loro colonnello sia poca;
che intrigante mi chiamino, cortigiano, - e dispetto
abbiano di vedermi un simile colletto,
e non trovino pace per l'indignazione
ch'esser guascon si possa senza essere straccione!
Pausa. Si giuoca. Si fuma.
Dal vostro capitano far punirvi!
CARBONE
No!
D'altronde io sono libero, e punir non li vo'.
DE GUICHE
Ah?
CARBONE
La mia compagnia la pagai: mi appartiene;
agli ordini di guerra solo obbedisco.
DE GUICHE
Ah? Bene!
Basta!
(volgendosi ai cadetti)
Rider mi posso delle vostre bravate.
Si sa bene com'io marci alle fucilate.
E certo ieri, a Bapaume, la furia fu palese
onde al sir di Bucquoi feci lasciar le prese;
riconducendo i miei sulla sua gente stanca,
tre volte caricai!...
CIRANO (senza togliere gli occhi dal libro)
S... ma la vostra bianca
ciarpa!
DE GUICHE (sorpreso e soddisfatto)
Sapete questo? Accadde veramente,
che nel caracollare a raccor la mia gente
appunto per la terza carica, lo scompiglio
dei fuggiaschi mi trasse fra i nemici: in periglio
mi trovai d'esser preso e fucilato, quando
ebbi un'idea felice: e, snodando e lasciando
abilmente per terra la ciarpa scivolare,
rivelatrice del mio grado militare,
potei, da niun visto, fuor dal campo spagnuolo
trarmi, e poscia, tornando, seguito dallo stuolo
de' miei riconfortati, batterli in men che dico!
Ebbene, che ne dite, del mio tratto?
I cadetti non hanno l'aria di ascoltare; ma a queto punto le carte ed i bossoli restano sospesi in aria ed il fumo delle pipe trattenuto nelle bocche. Attesa
CIRANO
Che Enrico
quarto non si sarebbe dirninuito, s'anche
oppresso dalla forza, delle sue penne bianche!
Gioia silenziosa. Le carte vengono posate, i dadi cadono ed il fumo vien fuori.
DE GUICHE
Nondimeno l'astuzia valse, se non mi sbaglio.
Pari attesa che sospende il giuoco e le pipe.
CIRANO
L'onor non si rifiuta di servir da bersaglio!
Le carte si posano; i dadi cadono; il fumo s'innalza per l'aria con crescente soddisfazione.
Se ci fossi stato io, allorch scivol
la ciarpa - il valor nostro si differisce in ci -
l'avrei tosto raccolta, e me l'avrei fasciata.
DE GUICHE
Un'altra spacconata di Guascon!
CIRANO
Spacconata? ...
Prestatemi la ciarpa. M'offro fin da stasera
di caricar, pel primo, con essa a bandoliera.
DE GUICHE
Guasconata anche questa! Sapete che la ciarpa
rest presso il nemico, l, in riva della scarpa,
dove poi la mitraglia l'opera sua comp -
dove nessun potrebbe cercarla!
CIRANO (cavando di tasca la fascia bianca e porgendogliela)
Eccola qui.
Pausa. I cadetti soffocano le risa sotto le carte e nei bossoli. De Guiche si volge, li guarda: essi ripigliano immediatamente la loro seriet, i giuochi; uno di lor zufola con indfferenza l'aria montanina suonata dal piffero.
DE GUICHE (prendendo la fascia)
Grazie. Con questo lembo io potr segnalare
un cenno che finora esitavo di fare.
(va alla scarpata, vi sale e agita pi volte in aria la fascia)
TUTTI
Che?
LA SENTINELLA (dall alto della trincea)
Laggi fugge un uomo!
DE GUICHE (ridiscendendo)
Egli una falsa spia
spagnuola. Non potete pensar quanto ci sia
utile. Le notizie onde i nemici avvisa
son quelle che io medesimo gli fornisco, di guisa
che sopra i lor disegni influir noi possiamo.
CIRANO
un briccone!
DE GUICHE (annodandosi, noncurante, la fascia)
Ci molto utile. Dicevamo?
- Ah: si, volevo dirvi, che a fin di provvedere,
con un colpo supremo, di viveri le schiere,
stanotte il maresciallo verso Dourlens andato:
l sono i vivandieri del Re... Per un celato
sentier l giunger. Ma, poi che senza inciampo
vuol tornar, tanta prese della truppa del campo,
che se ci attaccasse, si avrebbe certamente
buon giuoco alla partita, con mezzo campo assente.
CARBONE
Se i nemici sapessero della partenza, il danno
sarebbe grave. Ma la ignorano?
DE GUICHE
La sanno
e stan per attaccarci.
CARBONE
Ah?
DE GUICHE
I1 mio falso spione
gi mi ha dato l'avviso della loro aggressione.
E mi ha soggiunto: Io posso determinare il sito.
Su qual punto volete esser dunque assalito?
Io dir che di tutti quelli il pi fiacco posto.
E l v'attaccheranno Uscite - io gli ho risposto
- dal campo, e al nostro fronte tenete ben gli sguardi:
sar sul punto dove vi accenner pi tardi.
CARBONE (ai cadetti)
Signori, preparatevi!
Si alzano tutti. Fracasso di sciabole e di cinturoni, che si affibbiano
DE GUICHE
Sar tra unora.
PRIMO CADETTO
Ah!... Bene!...
Tornano tutti a sedere. Si riprende la partita interrotta.
DE GUICHE (a Carbone)
Il maresciallo torna. Dargli tempo conviene.
CARBONE
E per questo?
DE GUICHE
Bisogna che il favore mi usiate
di farvi massacrare.
CIRANO
Cos vi vendicate?
DE GUICHE
Or io vi dir che se vi amassi, avrei
scelto voi con i vostri per i disegni miei;
ma poi che al valor vostro niun confronto c',
servendo il mio rancore, io servo anche il mio Re.
CIRANO
Lasciate ch'io vi sia grato.
DE GUICHE
So che godete
a battervi con cento. Doler non vi potrete
che manchi al valor vostro conveniente bisogna.
(va verso il fondo con Carbone)
CIRANO (ai cadetti)
Dunque, signori miei, nel blason di Guascogna
che porta sei scaglioni d'azzurro e d'oro fino
aggiungeremo un settimo scaglione porporino!
De Guiche discorre piano con Carbone in fondo. Si danno degli ordini. La resistenza si prepara. Cirano s'avvicina a Cristiano, che rimasto immobile, le braccia conserte. Cirano, mettendogli la mano sulla spalla
Cristiano.
CRISTIANO (scuotendo la testa)
Rossana!
CIRANO
Ahi!
CRISTIANO
Porre del cuor mio
in una bella lettera vorrei tutto l'addio!...
CIRANO
Sospettando che fosse per oggi, in questo foglio
(cava dal giustacuore un biglietto)
ho gi fatto gli addii.
CRISTIANO
Dammelo! ...
CIRANO
Vuoi?...
CRISTIANO (prendendo la lettera)
Se voglio!
(la apre, la legge, si ferma)
CIRANO
Che mai?
CRISTIANO
Questo piccolo cerchio?...
Cirano riprende vivamente la lettera e guarda ingenuamente.
CRISTIANO
pianto!
CIRANO
S... Talvolta il poeta cede al suo stesso incanto!
Capisci... quel biglietto era s commovente
che, scrivendolo, io stesso ho pianto veramente.
CRISTIANO
Hai pianto?...
CIRANO
S..., perch... morir non terribile..
Ma... non pi rivederla, mai... questo l'orribile!
Perch certo io non la...
Cristiano lo guarda.
noi non la...
(vivamente)
tu non la..
CRISTIANO (strappandogli la lettera)
Dammi cotesta lettera!
Si ode un rumore lontano dal campo. La voce di una sentinella.
Giuraddio, chi va l?
Colpi di fuoco. Voco confuso. Sonagli.
CARBONE
Che c'...
LA SENTINELLA (che sulla trincea)
Una carrozza!
Tutti si precipitano per vedere.
GRIDA
Come! Nel campo? E... passa!
- Ha l'aria di venire dal nemico! - Man bassa!
Tirate! - No! il cocchiere ha detto... - Ha detto che?
- Ha gridato: servizio del Re!
Tutti sono saliti sulla scarpata e guardano di fuori. I sonagli si avvicinano.
DE GUICHE
Come? del Re!...
Tutti discendono e si allineano.
CARBONE
I cappelli!
DE GUICHE (alla cantonata)
Del Re! - Largo, turba insolente
affin che il legno possa girar pomposamente.
La carrozza entra a trotto serrato. inzaccherata di fango e di polvere. Le portiere sono abbassate. Due servitori stanno indietro. Si ferma di botto.
CARBONE (gridando)
Suonate!
Rulli di tamburi. Tutti i cadetti si scoprono.
DE GUICHE
La predella gi.
Due uomini si precipitano. Lo sportello si apre.
ROSSANA (saltando dalla carrozza)
Salute al valore!
Il suono di una voce di donna fa rialzare d'un colpo tutta quella gente profondamente inchinata. - Stupore.
SCENA V
I precedenti, Rossana.
DE GUICHE
Servizio del Re! Voi?
ROSSANA
Del solo re, l'Amore!
CIRANO
Gran Dio!
CRISTIANO (slanciandosi)
Voi qui?
ROSSANA
L'assedio ormai troppo dur!
CRISTIANO
Perch? ...
ROSSANA
Ti dir poi!
CIRANO (che al suono della voce di Rossana rimasto inchiodato, immobile, senza osare di rivolgere gli occhi verso di lei)
Dio! guardarlaoser?
DE GUICHE
Non potete star qui!
ROSSANA (gaiamente)
Ma s, ma sl! Volete
darmi un tamburo?...
(siede su di un tamburo, che qualcuno le ha offerto)
Grazie.
(ride)
Han tirato, sapete,
sopra il mio legno!
(fieramente)
Tutto, tutto un picchetto intero!
- Come quel della favola par fatto - non vero?
di una zucca, con topi per cocchieri e lacch.
(mandando con le labbra un bacio a Cristiano)
Buon d.
Guardano tutti.
Ma non sembrate gai - Non credevo che
fosse cos lontana Arras!
(scorgendo Cirano)
Caro cugino!
CIRANO (avanzandosi)
Ma come?...
ROSSANA
Come ho fatto a trovare il cammino?
Oh Dio, semplicissimo: son sempre andata avanti
dove ho visto il paese saccheggiato. Ma quanti
orrori! Ahim, bisogna veder quel malefizio
del Re vostro, il mio Re val meglio!
CIRANO
Qual follia!
Ma per qual via poteste passare?
ROSSANA
Per qual via?
Per gli Spagnuoli!
PRIMO CADETTO
Ahim, l'astuzia femminile!
DE GUICHE
Ma, come riusciste a traversar le file?
LE BRET
Dovette esser molto difficile!
ROSSANA
Non troppo.
Son passata in carrozza, e n men di galoppo.
Se appariva un hidalgo burbanzoso, il pi bello
dei miei sorrisi io tosto mettcvo allo sportello,
ed essendo gli hidalghi gli uomini pi galanti
- non dispiaccia ai Francesi - andavo sempre avanti.
CARBONE
S, signora, gli un buon passaporto codesto
sorriso. Ma pi volte vi dovett'esser chiesto
dove mai vi recaste.
ROSSANA
S, certo, non so quante
volte. Ed io rispondevo tosto: Vo dal mio amante.
La spagnuol pi feroce, richiudendomi a questo
lo sportello del legno, solenne e con un gesto
della man che gli avrebbe invidiato un re,
rialzava i moschetti gi puntati su me;
e di grazia magnifico e d'arroganza, eretto
sotto le crespe a canne d'organo del merletto,
date le piume al vento, mi dicea, con squisita
prosopopea chinandosi: a Passi pur, Senorita!.
CRISTIANO
Ma...
ROSSANA
Ho detto: il mio amante. Scusami: vero, s:
Se invece avessi detto: da mio marito, chi
mi lasciava passare?
CRISTIANO
Ma...
ROSSANA
Che?...
DE GUICHE
Andarvene occorre
di qui!
ROSSANA
Andarmene?
CIRANO
Tosto.
LE BRET
Senza indugio frapporre!
CRISTIANO
S.
ROSSANA
Ma come?
CRISTIANO (imbarazzato)
Perch...
CIRANO (come sopra)
Fra mezz'ora...
DE GUICHE (come sopra)
...o fra unora
CARBONE (come sopra)
Meglio ...
LE BRET (come sopra)
Potreste...
ROSSANA
C' battaglia? Io resto, allora!
TUTTI
Oh, no!
ROSSANA
mio marito!
(si getta nelle braccia di Cristiano)
Mi uccidano con te!
CRISTIANO
Come ti brillan gli occhi!
ROSSANA
Ti spiegher perch!
DE GUICHE (disperato)
un posto micidiale!
ROSSANA (volgendosi)
Micidiale?
CIRANO
E il segno
ch'egli ce l'ha dato!
ROSSANA (a De Guiche)
Avevate disegno
di farmi restar vedova?
DE GUICHE
Oh, vi giuro!...
ROSSANA
No! ... niente!
Or io son pazza... resto!... D'altronde divertente!
CIRANO
E che? la preziosa celava un'eroina!
ROSSANA
Signor di Bergerac, io son vostra cugina!
UN CADETTO
Noi vi difenderemo!
ROSSANA (sempre pi febbrile)
Non ne dubito punto!
UN ALTRO (con ebhrezza)
Il campo odora d'ireos.
ROSSANA
Misi un cappello, appunto,
che far molto bene dei moschetti nel lampo!...
(guardando De Guiche)
Ma sar, forse, tempo che il conte lasci il campo...
Pu cominciare il fuoco!
DE GUICHE
troppo!... A dare io vo
un'occhiata ai cannoni... Tra poco torner.
C' tempo ancor: mutate pensiero!...
ROSSANA
Mai.
De Guiche esce.
SCENA VI
I precedenti, meno De Guiche.
CRISTIANO (supplichevole)
Va' via!...
ROSSANA
No!
PRIMO CADETTO (agli altri)
Ella resta!
TUTTI (precipitandosi, urtandosi, lisciandosi)
Un pettine! - Il tuo specchio! - La mia
giubba bucata: un ago! - Un rasoio! - Il sapone
- I miei polsini! - Un ferro per i baffi! - Un gallone!
ROSSANA (a Cirano che ancora la supplica)
Niente mi far muovere da questo luogo!
CARBONE (dopo di essersi come gli altri aggiustato il vestito, spolverato, dopo di avere spazzotato il cappello, raddrizzata la piuma e tirati gi i polsini, si avanza verso Rossana e cerimoniosamente)
Allora
permettetemi ch'io vi presenti, o signora,
qualcuno di coloro cui il caso vuol che tocchi
l'onore di morire sotto i vostri begli occhi!
Rossana s'inchina e aspetta, in piedi, al braccio di Cristiano. Carbone presenta.
Baron di Peyrescous di Colignac.
Il cadetto s'inchina.
ROSSANA
Signore!
CARBONE (continuando)
Ed eceovi qui tutto di Guascogna il fior fiore:
Barone di Estressae Lesbas d'Esearabio
Cavalier d'Antignae-Juzet - Barone Hillot
di Blagnae Salchan di Castello...
ROSSANA
Ma quanti
nomi avete ciascuno?
IL BARONE HILLOT
Tanti, signora, tanti!
CARBONE (a Rossana, accennando alla mano in cui ella tiene il fazzoletto)
Volete aprir la mano?
ROSSANA (apre la mano e il fazzoletto cade)
Perch?
Tutta la compagnia fa per precipitarsi a raccoglierlo.
CARBONE (raccogliendolo sollecitamente)
La compagnia
nostra senza bandiera. Ma oggi, in fede mia,
la pi bella del campo l'alzeranno i Cadetti.
ROSSANA (sorridendo)
E cos piccolino!
CARBONE (attaccando il fazzoletto alla punta della sua lancia di capitano)
Ma con tanti merletti!
UN CADETTO (agli altri)
Or morrei, vedi, senza il menomo rimpianto,
se avessi nello stomaco una noce soltanto!
CARBONE (che lo ha udito, indignato)
Parlar di cibo, quando una donna squisita!...
ROSSANA
L'aria del campo fine e anch'io sono sfinita.
Pasticci freddi e vini scelti; questo sol vo'!
- Volete voi portarmi tutto ci?
Costernazione.
UN CADETTO
Tutto ci?
UN ALTRO
Dove prenderlo? Dove? gran Dio!
ROSSANA (tranquillamente)
L, nel mio legno!
TUTTI
Che?
ROSSANA
Ma poi ci vorrebbe uno scalco d'ingegno.
Signori miei, guardate pi presso il mio cocchiere:
un uomo prezioso non vi par di vedere?
I CADETTI (precipitandosi verso la carrozza)
Ragueneau!
ROSSANA (seguendoli con gli occhi)
Poveretti!
CIRANO (baciandole la mano)
Oh, buona fata!
RAGUENEAU (in piedi sulla cassetta come un ciarlatano di piazza)
Schiavo
vostro, signori miei.. Signori!.
Entusiasmo.
I CADETTI
Bravo, bravo!
RAGUENEAU
Gli Spagnuoli, vedendo passar nel legno mio
tante grazie, non videro questa grazia di Dio!
Applausi.
CIRANO (piano a Cristiano)
Cristiano!
RAGUENEAU
La troppa galanteria turb
tutti...
(trae dalla cassetta un piatto che solleva giubilando)
e la galantina incolume pass!
Applausi. La galantina passa di mano in mano.
CIRANO (piano a Cristiano)
Odi.
RAGUENEAU
E gli occhi il capriccio di Venere velando,
Diana fe' il capretto...
(brandisee un cosciotto)
passare in contrabbando!
Entusiasmo. Il cosciotto ghermito da venti mani tese.
CIRANO (piano a Cristiano)
Vorrei parlarti!
ROSSANA (ai cadetti che tornano avanti carichi di vettovaglie, e accennando loro che le pongano per terra)
Gi!
(stende la tovaglia sull'erba, aiutata dai due imperturbabili servitori che erano dietro la carrozza)
ROSSANA (a Cristiano nel momento che Cirano stava per trarlo da parte)
Fate qualcosa voi!
Cristiano ua ad aiutarla. Movimento d 'inquietudine in Cirano.
Un paon coi tartufi!
PRIMO CADETTO (che viene avanti giubilando nel tagliare una fetta di prosciutto)
Lampi e tuoni! Di noi
non si dir che andammo a farci aprire il petto
senza una scorpacciata...
(correggendosi tosto, nel vedere Rossana)
Scusi, senza un banchetto!
RAGUENEAU (lanciando i cuscini della carrozza)
I cuscini son pieni d'ortolani!
Tumulto. Si sventrano i cuscini. Risa. Gioia.
TERZO CADETTO
Ecco i vini!
RAGUENEAU (lanciando bottiglie di vino bianco)
Bottiglie di topazi!...
(di vino rosso)
Bottiglie di rubini!
ROSSANA (gittando una tovaglia legata a Cirano)
Sciogliete qua!... Su, svelto! imbandite la mensa!
RAGUENEAU (brandendo una lanterna strappata)
Ogni lanterna fa da piccola dispensa
CIRANO ( piano a Cristiano, mentre stendono la tovaglia)
Occorre ch'io ti parli prima che tu le parli!
RAGUENEAU (sempre pi lirico)
La mia frusta ha per manico una salsiccia d'Arli!
ROSSANA (versando del vino e servendo)
Poi che ci fanno uccidere, perch saremmo buoni
col resto dell'esercito? - Tutto per i Guasconi!
E se viene De Guiche, che nessun gli dia retta,
n l'inviti!
(andando dall'uno all'altro)
C' tempo - Piano, non tanta fretta!
Bevete un po'! - Perch piangete?
PRIMO CADETTO
Quel paone!...
ROSSANA
Rosso o bianco? - Del pane al capitan Carbone!
- un coltello! - Qua il piatto - Una crostata? - Ancora?
Vi servo io! - Champagne!
CIRANO (che la segue, carico le braccia di piatti, aiutandola a servire)
Mai l'ho amata come ora!
ROSSANA (a Cristiano)
E voi?
CRISTIANO
Niente.
ROSSANA
Un biscotto... nel moscato... Due dita!
CRISTIANO (tentando trattenerla)
Dite, perch veniste?
ROSSANA
Ancor non ho compita
l'opera mia... Tacete... Tra poco...
LE BRET (che era risalito al fondo per porgere un pane, in cima a una lancia, alla sentinella della trincea)
Il Conte!
CIRANO
Presto!
Su, nascondete tutto: piatti e bottiglie!
(a Ragueneau)
Lesto,
rimonta tu! - Fingiamo come niente! Cos!
Tutto nascosto?
In un batter d'occhio tutto stato ricacciato nelle tende, o nascosto sotto i vestiti, sotto i mantelli, nei feltri. - De Guiche entra frettolosamente, e si ferma d'un tratto, fiutando. - Pausa.
SCENA VII
I precedenti, De Guiche.
DE GUICHE
Come ci odora bene qui!
UN CADETTO (canticchiando in aria disinvolta)
To, lo, lo, lo!...
DE GUICHE (fermandosi e guardandolo)
Che avete? Perch s rosso?
IL CADETTO
Io?... Niente.
E il sangue... Ci battiamo fra poco... Si risente!
UN ALTRO
Pum... pum...
DE GUICHE (volgendosi)
Che ci?
IL CADETTO (un poco ebbro)
certa canzone che so io!
Una piccola...
DE GUICHE
Siete gaio, ragazzo mio!
IL CADETTO
L'imminente pericolo!
DE GUICHE (chiamando Carbone per dare un ordine)
Capitano!... io...
(si ferma vedendolo)
Cospetto!
Anche voi, capitano, avete un bell'aspetto!
CARBONE (paonazzo, nascondendo una bottiglia dietro il dorso con gesto evasivo)
Oh! ...
DE GUICHE
Mi restava un sol cannon.
L'ho fatto porre
(mostra un angolo nella quinta)
in quel canto. Potrete servirvene, se occorre.
UN CADETTO (dondolandosi)
Gentil attenzione!
UN ALTRO (sorridendogli graziosamente)
Dolce sollecitudine!
DE GUICHE
Ma che, son matti?
(secco)
Non avendo l'abitudine
del cannone, badate al rinclo!
PRIMO CADETTO
Pfft!
DE GUICHE (andando a lui, furioso)
Ma! ...
IL CADETTO
Il cannon dei Guasconi mai non rinculer!...
DE GUICHE (prendendolo per il braccio e scuotendolo)
Voi siete ebbro!... Di che?
IL CADETTO (fiero)
Dell'odor della polvere!
DE GUICHE (alzando le spalle, lo respinge e va premurosamente a Rossana)
Via, signora, che avete deciso di risolvere?
ROSSANA
Resto!
DE GUICHE
Fuggite!
ROSSANA
No!
DE GUICHE
Allor, poi ch' cos,
mi sia dato un moschetto!
CARBONE
Come?
DE GUICHE
Anch'io resto qui...
CIRANO
Finalmente, signore! Questo coraggio schietto!
PRIMO CADETTO
Sareste voi Guascone, ad onta del merletto?
ROSSANA
Che! ...
DE GUICHE
Una donna in rischio non uso di lasciare!
SECONDO CADETTO (al primo)
Evvia! Mi par si possa ben dargli da mangiare!
Tutte le vettovaglie ricompaiono come per incanto.
DE GUICHE (a cui si accendono gli occhi)
Dei viveri!
TERZO CADETTO
Ne vengono fuor da tutte le vesti!
DE GUICHE (signoreggiandosi, alteramente)
E pensar vi potete che io mangi i vostri resti?
CIRANO (salutando)
Fate progressi! Bravo!
DE GUICHE (fieramente)
Mi batter benone
digiuno!
PRIMO CADETTO (esultando di gioia)
Gli un Guascone!
DE GUICHE (ridendo)
S?
IL CADETTO
Gli un vero Guascone!
Si mettono tutti a ballare.
CARBONE (che scomparso da qualche momento dietro la trincea, ricomparendo sulla cresta)
I miei picchier son pronti, pi che mai fieri in vista!
(mostra una linea di picche oltrepassanti la cresta)
DE GUICHE (a Rossana, inchinandosi)
La mia mano accettate per passarli in rivista?...
Ella gli d la mano, salgono insieme verso la scarpata. Tutti si scoprono e li seguono.
CRISTIANO (andando a Cirano, vivamente)
Di' presto!
Nel momento in cui Rossana compare sulla cima, le lance scompaiono abbassate nel saluto; si leva un grido, ella s'inchina.
I PICCHIERI (di fuori)
Viva!
CRISTIANO
Dimmi il tuo segreto....
CIRANO
Sella
CRISTIANO
Ebbene, su, continua...
CIRANO
Mai ti parlasse della
corrispondenza nostra!...
CRISTIANO
So ben!..
CIRANO
Non mostrar mica
di stupirti...
CRISTIANO
Di che?
CIRANO
Bisogna ch'io ti dica!...
Oh, Dio! semplicissirno! e vedendola adesso
ci penso. Tu le..
CRISTIANO
Presto! ...
CIRANO
Tu... le hai scritto pi spesso
che non ti creda...
CRISTIANO
Come!
CIRANO
S; poich m'ero tolta
l'impresa, interpretavo la tua fiamma; e talvolta
io le scrivevo senza avvisartene ai~atto.
CRISTIANO
Ah?
CIRANO
naturalissimo!
CRISTIANO
Ma, dimmi: e come hai fatto,
da che c' il blocco, per?...
CIRANO
Prima che fosse desto
il campo, attraversavo...
CRISTIANO (piegando le braccia)
Naturale anche questo?
E quante volte hai scritto per settimana?... Molte?
Due - Tre? -
CIRANO
Pi.
CRISTIANO
Ogni giorno?
CIRANO
Ogni giorno. - Due volte.
CRISTIANO (violentemente)
E ci t'inebriava, ti facea tal effetto
che sfidavi la morte...
CIRANO (vedendo Rossana, che ritorna)
No... Non al suo cospetto!
(rientra in fretta nella sua tenda).
SCENA VIII
Rossana, Cristiano: in fondo, andirivieni di cadetti. Carbone e De Guiche danno degli ordini.
ROSSANA (correndo verso Cristiano)
E adesso!...
CRISTIANO (prendendole le mani)
Adesso dimmi perch questo tragitto
fra gli orror della guerra...
ROSSANA
Per queIlo che m'hai scritto!
CRISTIANO
Come! ...
ROSSANA
Peggio per voi se volli correr tanti
rischi! - Furon le vostre lettere inebbrianti!
Pensate quante lettere da un mese, e sempre pi
belle, m'avete scritto, pensate!
CRISTIANO
Dunque fu
per qualche letterina d'amor...
ROSSANA
No tu non sai!
Taci! Da quella prima sera - ver- t'adorai
che sotto al mio balcone, con una voce affatto
nuova, l'anima tua mi si svel d'un tratto.
Leggere le tue lettere fu come udir durante
un mese la tua voce, tenera, insinuante
d'allor. Peggio per te se venni qui. La casta
Penelope, anche lei, non sarebbe rimasta
a ricamar tranquilla sotto il suo tetto, se
Ulisse avesse scritto lettere come te.
Ma per cercarlo avrebbe, al par d'Elena insana
mandato a spasso i suoi gomitoli di lana.
CRISTIANO
Ma...
ROSSANA
Leggevo, tornavo a leggere, il diletto
mi vinceva. Ero tua, ed era ogni foglietto
un petalo staccato dal fiore del tuo cuore.
In ciascuna parola ci si sente l'amore,
l'amor possente, schietto...
CRISTIANO
Ah, s? schietto e possente?
Si sente, ver, Rossana?...
ROSSANA
Ahim, se ci si sente!
CRISTIANO
E voi venite?...
ROSSANA
Vengo (Cristiano, Signor mio,
poich se inginocchiarmivi davanti voless'io,
voi mi rialzereste: ecco, non la persona,
ma, n potrete alzarla, ecco l'anima prona!)
a chiederti perdono vengo (ed veramente
l'ora, poich la morte pu essere imminente)
perdono dell'insulto che la mia frivolezza
ti fece, nell'amarti per la sola bellezza!
CRISTIANO (con spavento)
Ah! Rossana!
ROSSANA
Ma poi, men frivola, io fui quale
l'augello che salta, prima di spiccar l'ale:
la belt trattenendomi, l'anima a un tempo stesso
traendomi, io t'amai per ambo insieme!.;.
CRISTIANO
E adesso?
ROSSANA
E adesso tu medesimo sopra di te l'hai vinta,
e per l'anima sola io mi ti sento avvinta.
CRISTIANO (indietreggiando)
Ah, Rossana!
ROSSANA
Gioisci, dunque. Inspirar amore
sol per una caduca maschera esteriore
dev'esser per un nobile cuore uno strazio. Ma
l'anima tua cancella il tuo bel viso. E gi
quella cara bellezza per cui prima ti amai,
or che ci vedo meglio, pi non la vedo omai!
CRISTIANO
Oh!
ROSSANA
Ancor di tal vittoria non sei forse sicuro?
CRISTIANO (con dolore)
Rossana!
ROSSANA
Intendo: ancora tu non credi a un s puro
amor?
CRISTIANO
Codesto amore io non lo voglio. Io vo'
esser semplicemente amato per...
ROSSANA
Per ci
che fin oggi ti valse di tante altre l'amore?
Ma lasciatevi amare in un modo migliore!
CRISTIANO
No, meglio prima.
ROSSANA
Ah, tu non puoi saper che avviene
in me. Gli or che meglio t'amo, che t'amo bene.
Gli ci che tuo che adoro, e adesso agli occhi rniei
potresti esser men bello...
CRISTIANO
Taci!
ROSSANA
Ancor t'amerei!
Anche la tua bellezza s'offuscasse del tutto!
CRISTIANO
Taci. No, non dir questo!
ROSSANA
Lo ripeto!
CRISTIANO
Che? brutto?
ROSSANA
Brutto, s! te lo giuro!
CRISTIANO
Ah, mio Dio!
ROSSANA
Sei contento,
felice?
CRISTIANO (con voce soffocata)
S...
ROSSANA
Che hai?...
CRISTIANO (dolcemente, respingendola)
Niente... Aspetta... Un momento...
ROSSANA
Ma?...
CRISTIANO (indicandole un gruppo di cadetti in fondo)
L'amor mio ti tolse a quei meschini... Va'
a sorridere un poco a chi presto morr!...
ROSSANA (intenerita)
Oh, Cristiano mio!...
Ella va verso i Guasconi che le fanno ressa intorno rispettosamente.
SCENA IX
Cirano, Cristiano: in fondo Rossana che parla con Carbone e con alcuni cadetti.
CRISTIANO (chiamando verso la tenda di Cirano)
Cirano?
CIRANO (ricomparendo armato per la battaglia)
Che? Perch
s pallido?
CRISTIANO
Non mi ama pi!
CIRANO
Come?
CRISTIANO
Ella ama te!
CIRANO
Ma no!...
CRISTIANO
Ella non ama pi che il mio cr.
CIRANO
Ma no.
CRISTIANO
S! Te ama ella, dunque - e tu l'ami!
CIRANO
Io?
CRISTIANO
Lo so.
CIRANO
vero.
CRISTIANO
Come un pazzo, perdutamente.
CIRANO
Molto
pi!
CRISTIANO
Diglielo!
CIRANO
Giammai!
CRISTIANO
Perch?
CIRANO
Guardami in volto!
CRISTIANO
Ma ella mi amerebbe brutto!
CIRANO
Lo ha detto?
CRISTIANO
Qui!
CIRANO
Ah, son felice ch'ella ti abbia detto cos!
Ma, va' va', non la credere questa cosa insensata!
Io sono, oh Dio, felice ch'ella l'abbia pensata;
non prenderla alla lettera, per, non diventare
brutto. - Me ne vorrebbe troppo.
CRISTIANO
Voglio provare!
CIRANO
No!
CRISTIANO
Voglio ch'ella scelga. Tu dirai tutto a lei.
CIRANO
No! Non questo supplizio.
CRISTIANO
Io dunque ucciderei
la tua felicit, perch non ho il tuo naso?
Sarebbe ingiusto!
CIRANO
Ed io la tua, perche dal caso,
che ci fa quel che siamo e cos differenti,
ebbi il dono di esprimere... ci che forse tu senti?
CRISTIANO
Dille tutto!
CIRANO
Ti prego, cessa: tu mi fai male!
CRISTIANO
Portar, no, pi non voglio in me stesso un rivale!
CIRANO
No, Cristiano!
CRISTIANO
Il vincolo che un le nostre parti
si pu, se ancor vivremo, spezzar!
CIRANO
Non ostinarti!
CRISTIANO
S: voglio essere amato sol per me stesso o no!
- Vado a veder che accade laggi, un momento. Andr
fino in fondo del posto. Parlale, e ch'ella scioglia
il dubbio...
CIRANO
Sarai tu l'eletto.
CRISTIANO
Il Ciel lo voglia
(chiama)
Rossana!
CIRANO
No! no!
ROSSANA
(accorre)
Eccomi.
CRISTIANO
Tuo cugino ha qualcosa
da dirti, molto grave...
Ella si avvicina a Cirano. Cristiano esce.
SCENA X
Rossana, Cirano, pai Le Bret, Carbone, i cadetti, Ragueneau, De Guiche ecc.
ROSSANA
Molto grave?
CIRANO (smarrito)
Or chi osa!
(a Rossana)
Niente!... Ei d corpo a l'ombre... - voi l'avrete notato
- ei s'adombra d'un nulla! Niente...
ROSSANA (vivamente)
Avr dubitato
di ci che ho detto?... Il dubbio mi muove manifesto!
CIRANO (prendendole le mani)
Ma voi gli avete detto la verit del resto?
ROSSANA
S, s, l'amerei anche...
(esita un secondo)
CIRANO (sorridendo ancora)
La parola vi fa
esitare per me?...
ROS SANA
Gli che...
CIRANO
Non mi dorr.
- Anche brutto?
ROSSANA
Anche brutto!
Scoppio di moschetteria di fuori.
Sentite... Hanno tirato!
CIRANO (con ardore)
Orribile?
ROSSANA
Anche orribile!
CIRANO
Svisato anche?
ROSSANA
Svisato!
CIRANO
Grottesco?
ROSSANA
Niente pu renderlo agli occhi miei
grottesco!
CIRANO
E lamereste?
ROSSANA
Quasi pi lo amerei!
CIRANO (fuor di s, a parte)
Dio, forse vero... Questa la felicit!
(a Rossana)
Io... Rossana...
LE BRET (entra rapidamente e chiama sottovoce)
Cirano!
CIRANO (volgendosi)
Che c'?
LE BRET
Per carit!
(gli dice gualche parola pianissimo)
CIRANO (lasciando sfuggire la mano di Rossana, con un grido)
Ah! ...
ROSSANA
Che avete?
CIRANO (a se stesso con stupore)
finito!
Nuoua detonazione.
ROSSANA
Che? Tornano a tirare?
(va in fondo per guardare)
CIRANO
finito. Mai pi potr continuare!
ROSSANA (volendo slanciarsi)
Che c'?
CIRANO (trattenendola)
Nulla!
Sono entrati alcuni cadetti nascondendo qualche cosa che portano, e formano un gruppo che impedisce a Rossana di accostarsi
ROSSANA
E quegli uomini?
CIRANO (allontanandola)
Non so... non vi badate!...
Venite via.
ROSSANA
Ma voi che cosa volevate
dirmi?
CIRANO
Ci che volevo dirvi... Oh, niente, vi giuro...
(solennemente)
Vi giuro che lo spirito di Cristiano, il puro
suo cuore erano...
(riprendendosi con terrore)
sono...
ROSSANA
Erano?
(con un gran grido)
Ah!
(si precipita e scosta tutti)
CIRANO
E finito!
ROSSANA (vedendo Cristiano disteso nel suo mantello)
Cristiano!
LE BRET (a Cirano)
Il primo colpo di fuoco l'ha ferito!
Rossana si butta sul corpo di Cristiano. Nuovi colpi di fuoco. Rumor di grilletti. Tamburi.
CARBONE (con la spada sguainata)
l'attacco. Ai moschetti!
(seguito dai cadetti passa dall'altra parte della scarpata)
ROSSANA
Cristiano!
LA VOCE DI CARBONE (dietro la scarpata)
Su, alla spiccia!
ROSSANA
Cristiano!
CARBONE
Allineatevi!
ROSSANA
Cristiano!
CARBONE
Pronti!... Miccia!...
Ragueneau accorso portando dell'acqua in un elmo.
CRISTIANO (con voce moribonda)
Rossana! ...
CIRANO (in fretta e a bassa voce all'orecchio di Cristiano, mentre Rossana sconvolta bagna nell'acqua, per fasciarlo, un pezzo di tela strappatosi dal petto)
Io le parlai. Ella ama te tuttora.
Cristiano chiude gli occhi.
ROSSANA
Parla!
CARBONE
Bacchetta in alto!
ROSSANA (a Cirano)
Dite, respira ancora?...
CARBONE
Aprite con i denti la carica!
ROSSANA
Toccate:
La sua gota si gela contro la mia...
CARBONE
Mirate
ROSSANA
Ha una lettera in dosso.
(la apre)
per me.
CIRANO (a parte)
La mia!
CARBONE
Fuoco!
Colpi di moschetto. Grida, rumor di battaglia.
CIRANO (volendo liberar la mano che Rossana, inginocchiata, ritiene)
Ma, vedete, si battono!
ROSSANA (trattenendolo)
Restate ancora un poco.
morto! Dite voi che s gli foste unito:
(piange sommessa)
- Non era veramente un essere squisito?
CIRANO (in piedi, a capo scoperto)
S, Rossana.
ROSSANA
Poeta, ch'altro non se ne ud
pi dolce?
CIRANO
S, Rossana.
ROSSANA
Mente sublime?
CIRANO
S,
Rossana.
ROSSANA
Cor profondo, anima sovrumana,
ignota al volgo e tanto soave?
CIRANO (fermamente)
S, Rossana!
ROSSANA (gettandosi sul corpo di Cristiano)
Or morto!
CIRANO (a parte, sguainando la spada)
Ed a me non resta altro conforto
che di morir, poi ch'ella mi piange in questo morto!
Trombe da lontano.
DE GUrCHE (che ricompare sulla trincea, senza cappello, ferito in fronte, con voce tuonante)
il segnal convenuto. Udite i nostri ottoni!
I Francesi ritornano con le munizioni!
Reggete ancora un poco!
ROSSANA
Sul suo foglio si mesce
sangue e pianto!
UNA VOCE (che grida di fuori)
Arrendetevi!
VOCE DI CADETTI
No!
RAGUENEAU (che, arrampicatosi sulla carrozza, guarda la battaglia per di sopra la scarpata)
Lo scompiglio cresce!
CIRANO (a De Guiche, mostrandogli Rossana)
Voi traetela, via, mentre io vo' a misurarmi!
ROSSANA (baciando la lettera, con voce morente)
Il suo pianto, il suo sangue!
RAGUENEAU (balzando gi dalla carrozza per correre verso di lei)
Sviene!
DE GUICHE (sulla trincea, ai cadetti, con rabbia)
Fermi!
UNA VOCE (di fuori)
Gi l'armi.
VOCI DI CADETTI
No!
CIRANO (a De Guiche)
Conte, il valor vostro oggi avete dimstro.
(mostrandogli Rossana)
Salvatela fuggendo!
DE GUICHE (correndo a Rossana, e sollevandola nelle sue braccia)
Sia, ma il trionfo nostro
se tempo si guadagna!
CIRANO
Sta bene!
(gridando verso Rossana che De Guiche, aiutato da Ragueneau, porta via svenuta)
Addio, Rossana!
Tumulto. Grida. Alcuni cadetti ricompaiono feriti e vengono a cader sulla scena. Cirano, che si precipita nel combattimento, fermato sulla cresta da Carbone di Castel Geloso coperto di sangue.
CARBONE
Si piega. Io stesso ho due colpi di partigiana!
CIRANO (gridando ai Guasconi)
Forza. Fermi, coraggio!
(a Carbone che egli sostiene)
Non dubitare, oggi io
ho a vendicar due morti: Cristiano e il cuor mio!
Vengono avanti. Cirano brandisce la lancia, alla quale attaccato il fazzoletto di Rossana.
Fluttua, picciol vessillo con le sue cifre, sprona
i cuori!
(pianta la lancia in terra: grida ai cadetti)
Addosso! Addosso!
(al piffero)
E tu, piffero, suona!
Il piffero suona. Alcuni feriti si rialzano. Alcuni cadetti scavalcando la scarpata, vengono ad aggrupparsi intorno a Cirano e alla piccola bandiera. La carrozza si copre e si riempie di uornini, si fa irta di archibugi, si trasforma in ridotto.
UN CADETTO (che comparisce rinculando sulla scarpata, tuttavia battendosi, grida)
Montan.
(e cade morto)
CIRANO
Li accoglieremo.
La scarpata si corona in un attimo di una linea terribile di nemici; i grandi stendardi degli imperiali si levano.
Fuoco!
Scarica generale.
GRIDO (nelle file nemiche)
Fuoco!
Risposta micidiale. I cadetti cadono da tutte le parti.
UN UFFICIALE SPAGNOLO (scoprendosi)
Che gente
questa che muor tutta cos ferocemente?
CIRANO (recitando, ritto in mezzo alle palle)
Questi son i Cadetti di Guascogna
di Carbonello, di Castel Geloso,
gradassi e mentitor senza vergogna!
(si lancia seguito dai pochi superstiti)
Questi sono i Cadetti...
Il resto si perde nella battaglia.
Atto quinto
LA GAZZETTA DI CIRANO
Quindici anni dopo, nel I655. Il parco del convento delle Dame della Croce a Parigi. Ombre solenni. A sinistra la casa: vasta scala su cui si aprono parecchie porte. Un albero enorme in mezzo della scena, solitario, nel centro d'una piccola piazza ovale. A destra, in primo piano, tra alti bossi, un banco di pietra semicircolare Tutto il fondo del teatro attraversato da un viale di castagni, che finisce a destra, in quarto piano, alla porta di una cappella, intravista tra le rame. Attraverso la doppia cortina d'alberi di questo viale, si scorgono fughe di verde, altri viali, boschetti, le profondit del parco, il cielo. La cappella apre una porticina laterale su di un colonnato, che una rubiconda vigna inghirlanda, la vigna viene a perdersi a destra, in primo piano, dietro i bossi. l'autunno, tutto il fogliame rosso sulle erbe fresche. Una macchia di foglie gialle su ciascun albero. Macchie fosche di bossi e di tassi rimasti verdi. Le foglie cospargono tutta la scena, scricchiolano sotto i passi, nei viali, coprono a met la scala el i banchi. Tra il banco di destra e l'albero un gran telaio di ricamo, innanzi a cui portata una piccola sedia. Canestri pieni di uncinetti e di gomitoli. Il ricamo cominciato. All'alzarsi della tela, delle suore vanno e vengono nel parco; alcune sono sedute sul banco intorno a una religiosa pi attempata. Delle foglie cadono.
SCENA I
Madre Margherita, suora Marta, suora Clara, le suore.
SUORA MARTA (a madre Margherita)
Suora Clara due volte guard come le stava
la sua cuffia, davanti allo specchio!
MADRE MARGHERITA (a suora Clara)
Ma brava!
SUORA CLARA
Ma suor Marta ha ripreso stamane dalla torta
una susina!
MADRE MARGHERITA (a suora Marta)
un vizio della pi brutta sorta
SUORA CLARA
Appena un'occhiatina!
SUORA MARTA
Una prugna tantina!
MADRE MARGHERITA
Quando il signor Cirano verr da sua cugina
glielo diremo.
SUORA CLARA (spaventata)
No, ci piglier in canzone!
SUORA MARTA
Dir che siam civette!
SUORA CLARA
E ghiotte!
MADRE MARGHERITA (sorridendo)
E tanto buone!
SUORA CLARA
vero, madre Margherita di Ges,
ch'egli viene ogni sabato, son gi dieci anni?
MADRE MARGHERITA
E pi!
Da quando ai nostri rozzi veli mischi Rossana
il lutto della sua fine cuflia mondana
che, or son quattordici anni, a cader tra noi venne
come un uccello nero tra uccelli a bianche penne!
SUORA MARTA
Egli solo, da ch'ella vive qui nel convento,
sa distrarre un dolore che non ha lenimento.
TUTTE LE SUORE
Che burlone! - Si sta contente quando viene!
- Ci burla! - tanto amabile! - Gli vogliam tanto bene!
- Fabbrichiamo per lui qualche manicaretto!
SUORA MARTA
Ma in fondo egli non cattolico perfetto!
SUORA CLARA
Noi lo convertiremo!
LE SUORE
S, s!
MADRE MARGHERITA
Non vi consento
di ritornar con lui sopra questo argomento...
Lasciatelo tranquillo. Facilmente, se no,
non verr pi...
SUORA MARTA
Ma... Dio!
MADRE MARGHERITA
Non temete di ci!
Dio lo deve conoscere!
SUORA MARTA
Ma pur con s gradasso
modo mi dice il sabato: Anch'ieri ho fatto grasso!
MADRE MARGHERITA
Ah, s? vi dice questo? - E sabato passato
eran quarantott'ore che non aveva mangiato!
SUORA MARTA
Madre!
MADRE MARGHERITA
povero!
SUORA MARTA
Chi ve lo ha detto?
MADRE MARGHERITA
Le Bret.
SUORA MARTA
Non lo aiutano?
MADRE MARGHERITA
No. troppo ier di s.
In un viale del fondo si vede comparir Rossana, vestita di nero, col velo delle vedove, e con lunghe bende; De Guiche, magnifico, un po invecchiato, cammina al fianco di lei. Procedono lenti. Madre Margherita si alza.
- Torniamo dentro. Vedo venire a questa via
Suor Maddalena con qualcuno in compagnia.
SUORA MARTA (piano a suora Clara)
il duca maresciallo di Grammont?
SUORA CLARA (guardando)
S, mi pare.
SUORA MARTA
Non veniva da un pezzo!
LE SUORE
Avr tanto da fare!
La Corte! - I campi!
SUORA CLARA
Il mondo.
Escono. De Guiche e Rossana vengono avanti in silenzio e si fermano presso il telaio. Pausa.
SCENA II
Rossana, il duca di Grammont, gi conte De Guiche, poi Le Bret e Ragueneau.
IL DUCA
E vorrete qui tutto
il tempo rimanere, invano bionda, in lutto?
ROSSANA
Sempre.
IL DUCA
Sempre fedele?
ROSSANA
Sempre fedele, s!
IL DUCA (dopo una pausa)
Mi avete perdonato, dite?
ROSSANA
Poi che son qui!
Nuovo silenzio.
IL DUCA
Era davvero un uomo...?
ROSSANA
Sol chi l'ha conosciuto
pu dirlo!
IL DUCA
Troppo poco in pratica l'ho avuto.
... E l'ultima sua lettera seguita sempre a stare
sul vostro cuore?
ROSSANA
Sempre, come uno scapolare.
IL DUCA
Anche morto l'amate?
ROSSANA
Talor parmi perfino
che non sia in tutto morto, che il suo cuor sia vicino
al mio, che l'amor suo mi circondi da presso
ognor vivo.
IL DUCA (dopo un'altra pausa)
E Cirano viene a vedervi?
ROSSANA
Spesso.
- Il nostro vecchio amico mi fa or da giornale.
Viene, puntualmente: il posto abituale
sotto codesto albero; lo aspetto ricamando:
l'ora solita suona; e, senza fallo, quando
l'ultimo colpo batte, odo - poi che non giro
pi gli occhi - il suo bastone. Siede, mi prende in giro
su questo interminabile ricamo, e poi mi f
la cronaca...
In cima le scale compare Le Bret.
Le Bret!
Le Bret vien gi.
Cirano come sta?
LE BRET
Male!
IL DUCA
Come!
ROSSANA (al duca)
Egli esagera!
LE BRET
Quel che avevo predetto:
l'abbandono, l'inedia! Si capisce; l'effetto
delle satire: sempre novelle inimicizie!
Attacca i falsi nobili, le probit fittizie,
i falsi coraggiosi, i plagiari. - E un furore!
ROSSANA
Ma la sua spada inspira un profondo terrore!
Mai non la spunteranno con quell'uomo.
IL DUCA (crollando la testa)
Chi sa!
LE BRET
Ci ch'io temo per lui non son gli attacchi, ma
la miseria, la fame, il dicembre che arriva
nella camera oscura in visita furtiva:
nemici formidabili pi d'ogni spadaccino!
- Ogni giorno che passa, pi stringe il cinturino.
Toni di vecchio avorio gli hanno il naso ingiallito;
n mai possiede pi di un unico vestito!
IL DUCA
Gli manc la fortuna! - Ma, tanto, fu suo fallo!
Non lo commiserate.
LE BRET (con amaro sorriso)
Ah! signor Maresciallo!
IL DUCA
Non lo commiserate: volle esser troppo fiero,
libero d'atti, come libero di pensiero.
LE BRET (come sopra)
Signor Duca!...
IL DUCA (sdegnosamente)
Lo so!... Io ho tutto, egli niente...
Ma gli darei la mano immediatamente.
(salutando Rossana)
Addio.
ROSSANA
Vi riconduco.
Il duca saluta Le Bret e si dirige insieme con Rossana verso la scalinata.
IL DUCA (fermandosi mentr'ella sale)
S, talvolta m'avviene
d'invidiarlo. - Quando si visse troppo bene,
anche se non si sia fatto nulla di male,
si ha di s mille piccole nausee, il cui totale
non d un rimorso, no, ma un oscuro tormento:
e i mantelli ducali nel loro paludamento
traggon, mentre si salgon le scale sfolgoranti,
romor d'illusioni cadute e di rimpianti,
siccome, allor che lenta salite a quelle porte,
sotto la vostra gonna fruscian le foglie morte!
ROSSANA (ironica)
Voi triste!...
IL DUCA
Eh, s!
(nel punto di uscire, a un tratto)
Le Bret!
(a Rossana)
Permettete? - Un momento!
(va a Le Bret, e sottovoce)
vero, s nessuno non avrebbe ardimento
d'attaccarlo; ma molti lo detestano a morte.
E qualcun mi diceva ieri, giuocando, a Corte:
Quel Cirano potrebbe morir d'un accidente!
LE BRET
Ah?
IL DUCA
S. Ch'esca di rado. Sia prudente.
LE BRET (levando le mani al cielo)
Prudente
lui! Verr qui fra poco. L'avvertir... ma...
ROSSANA (che rimasta sulle scale, a una suora che le si avvicina)
Chi
mi cerca?
LA SUORA
Ragueneau.
ROSSANA
Fatelo venir qui.
(al duca e a Le Bret)
Viene a pianger miserie. Presagli fantasia
d'esser autor drammatico, divent via via
cantor...
LE BRET
Bagnino...
ROSSANA
Attore...
LE BRET
Bidello....
ROSSANA
Parrucchiere.
LE BRET
Maestro di tiorba...
ROSSANA
Or qual il suo mestiere?
RAGUENEAU (entrando precipitosamente)
Ah! Signora!
(vede Le Bret)
Signore!
ROSSANA (sorridendo)
Narrate le profonde
vostre disgrazie a lui. Torner.
RAGUENEAU
Ma...
Rossana esce senza ascoltarlo, col duca. Egli torna verso Le Bret.
SCENA III
Le Bret, Ragueneau.
RAGUENEAU
D'altronde,
poi che ci siete voi, meglio che la signora
non sappia! - Andavo appunto dal vostro amico or ora
ed ero a venti passi, quando lo vedo uscire.
M'affretto per raggiungerlo. Sta per iscomparire
dietro la cantonata... Io studio il passo, quando
vien gi da una finestra, - e ancora io mi dimando
se fu soltanto un caso - un gran fusto di legno...
LE BRET
Vili!... Oh, povero amico!
RAGUENEAU
Io giungo e vedo...
LE BRET
Ah, indegno
destino!
RAGUENEAU
... il nostro amico per terra, e con in testa
un gran buco onde il sangue di zampillar non resta.
LE BRET
Morto.
RAGUENEAU
No! ma... In che stato a casa lo portai
nella camera sua! - Qual camera! Se mai
la vedeste!
LE BRET
Ora soffre?
RAGUENEAU
svenuto.
LE BRET
Ha un dottore?
RAGUENEAU
Ne potei trovar uno che venne per favore.
LE BRET
Mio povero Cirano! - Non lo diciamo a un tratto
a Rossana! - E il dottore?
RAGUENEAU
Ha... - ma non so pi affatto
- parlato di meningi, di... Ah, se lo vedeste
con la testa fasciata, ah, che piet ne avreste!
Corriamo! - Non c' alcuno - capite? - al capezzale:
la pi lieve imprudenza potrebb'esser fatale.
LE BRET (traendolo verso destra)
Passiam per la cappella. Si fa pi presto. Andiamo!
ROSSANA (comparendo in cima alle scale e vedendo Le Bret allontanarsi tra il colonnato che mena alla piccola porta della cappella)
Signor Le Bret!
Le Bret e Ragueneau se la svignano senza rispondere.
Le Bret va via quando io lo chiamo?
Sar di Ragueneau qualche altra storiella!
(discende)
SCENA IV
Rossana sola, poi due suore, per poco.
ROSSANA
Quest'ultima giornata di settembre pur bella!
Ecco, la mia tristezza sorride. Il sol d'Aprile
la turba; la blandisce l'autunno gentile.
Siede al telaio. Due suore escono dalla casa e portano una grande poltrona sotto l'albero.
Ecco del vecchio amico la classica poltrona.
SUORA MARTA
Di tutto il parlatorio anche la pi buona!
ROSSANA
Grazie, sorella.
Le suore s'allontanano.
Adesso verr.
(si dispone a lavorare. Si ode suonar l'orologio)
Gi suona l'ora.
- I gomitoli? - L'ora suonata, ed ancora
non viene? Tarderebbe la prima volta?... Ma
la suora portinaia forse... - il ditale?... l! lo -
esorta a penitenza.
(una pausa)
Poverina! lo esorta!
- Ma non pu pi tardare. - Guarda, una foglia morta!
(caccia via col dito la foglia caduta sul ricamo) No... Sarebbe - le forbici?... - nella mia borsa! - strano
che non venisse. Certo viene.
UNA SUORA (comparendo in cima alla scala)
Il signor Cirano.
SCENA V
Rossana, Cirano e per poco suora Marta.
ROSSANA (senza voltarsi)
Che dicevo?
Si pone a ricamare. Cirano, pallidissimo, il cappello calato sugli occhi, compare. La suora che lo ha introdotto, va via. Egli comincia a scendere le scale lentamente con visibile sforzo per reggersi in piedi, appoggiandosi al bastone: Rossana lavora al suo ricamo.
Ma come queste tinte appassite...
assortir? ...
(a Cirano, in tono di amichevole rimprovero)
Da quattordici anni che ci venite,
in ritardo la prima volta!
CIRANO (che giunto alla poltrona e si seduto, con voce gaia, contrastante con la tristezza del volto)
Avete ragione!
Io ne scoppio! Ah, cospetto! Devo l'eccezione...
ROSSANA
Ah! ...
CIRANO
A una certa visita un poco inopportuna.
ROSSANA (distratta, lavorando)
Forse qualche importuno?
CIRANO
stata una importuna!
ROSSANA
L'avete rimandata?
CIRANO
S; scusate - le ho detto -
ma sabato, giorno in cui ho per precetto
io di recarmi in un certo luogo, e niente finora
mi ha impedito d'andarvi: ripassate fra un'ora!
ROSSANA (leggermente)
Bene, quella persona avr la cortesia
d'aspettar. Questa volta non vi lascio andar via
prima di sera.
CIRANO
Forse, bisogner ch'io parta
prima!
Chiude gli occhi e tace per poco. Suora Marta attraversa il parco dalla cappella alla scala. Rossana, vedendola, le fa un piccolo segno col capo.
ROSSANA (a Cirano)
Non tormentate la vostra Suora Marta?
CIRANO (vivamente, riaprendo gli occhi)
Suora Marta! Accostatevi!
La suora va a lui.
(con voce grossa e comica)
Bell'occhio sempre basso!
SUORA MARTA (levando gli occhi sorridente)
Ma...
(vedendo il volto ha un moto di sorpresa)
Oh! ...
CIRANO (piano, indicandole Rossana)
Tacete! E nulla.
(forte con voce da spaccone)
Anch'ieri ho fatto grasso!
SUORA MARTA
Gi.
(tra s)
Per questo s pallido.
(presto e sottovoce)
Mi farete il piacere
di venire pi tardi in refettorio, a bere
un po' di brodo? S? ci verrete?
CIRANO
Verr.
SUORA MARTA
Oggi siete pi docile.
ROSSANA (vedendoli bisbigliare)
Vuol convertirvi?
SUORA MARTA
Oib!
CIRANO
In fatti: perch mai, voi che tanto parlate
in onor della fede, non mi sermoneggiate?
(con furore comico)
Perch, suor Marta? Ci mi fu sempre di molta
maraviglia!... Ed anch'io vo' stupirvi a mia volta!
Vi permetto...
(con aria di volerla aizzare)
Vedete un po', cara sorella,
di pregare per me, questa sera, in cappella!
ROSSANA
Oh!
CIRANO (ridendo)
Suor Marta si crede di sognar.
SUORA MARTA (dolcemente)
Vi confesso
ch'io non avevo atteso questo vostro permesso.
(va via)
CIRANO (rivolgendosi a Rossana curva sul telaio)
Il diavolo mi porti, se ti vedr finire,
ricamo interminabile!
ROSSANA
La sentivo venire!
Un po' di venticello fa cadere altre foglie.
CIRANO
Le foglie!
ROSSANA (alza il capo e guarda nei viali lontani)
Son di un lieve biondo veneziano.
Guardatele cadere.
CIRANO
Come cadono piano
e bene! E come porre, vedete, ognuna sa
nel suo breve viaggio un'ultima belt;
e, malgrado il terrore d'imputridire al suolo,
vuol che nella caduta sia la grazia d'un volo.
ROSSANA
Come, voi malinconico?
CIRANO (correggendosi)
Ma no, cugina mia,
niente affatto.
ROSSANA
Lasciatele cader, andiamo, via,
le foglie. E ditemi, invece, un po' che c'
di nuovo.
CIRANO
Ecco.
ROSSANA
Sentiamo.
CIRANO (impallidendo, sempre pi lottando contro il dolore che l'opprime)
Sabato scorso il Re,
che mangi troppe volte mosto cotto di Cetta,
fu colto dalla febbre: due colpi di lancetta
punirono il suo male per lesa maest,
e il polso augusto or batte con regolarit.
Al gran ballo di Corte di domenica a sera
bruciar settantatr candelabri di cera.
Giovanni d'Austria, dicono, fu da noi sbaragliato,
quattro stregoni impesi, e fu somministrato
al cane di madama d'Athis qualche clistere...
ROSSANA
Signor di Bergerac, vi prego di tacere!
ClRANO
Luned Lygdamire mut d'amante.
ROSSANA
Ah, s?
CIRANO (col viso sempre pi alterato)
Passa a Fontaineblau la Corte marted;
mercoled La bella Montglat disse di no
al Fieschi; giovedi la Mancini regn,
o quasi: il venticinque fu corretto il rifiuto
della Montglat, e sabato ventisei...
(chiude gli occhi. La testa gli cade sul petto. Silenzio)
ROSSANA (sorpresa di non pi udirlo parlare, si volge, lo guarda e si alza spaventata
svenuto!
(accorre gridando)
Cirano!
CIRANO (riaprendo gli occhi)
Che?... Che c'?...
(vede Rossana piegata su di lui e, subito rassettandosi il cappello sulla testa, indietreggia, sgomento, sulla poltrona)
No... Non vi sbigottite!
niente - No... lasciatemi.
ROSSANA
Ma...
CIRANO
Son le mie ferite
di Arras che... ancor... talvolta...
ROSSANA
Povero amico!
CIRANO
niente!
Passer...
(sorride con sforzo)
passato, ecco, perfettamente.
ROSSANA (in piedi vicino a lui)
Ha ciascuno di noi la sua ferita. Ognora
viva, la mia, qui dentro, qui, mi sanguina ancora
(si mette la mano sul petto)
qui, sotto la lettera dal foglietto ingiallito,
dove si vede ancora il sangue al pianto unito.
Comincia a cader la sera.
CIRANO
La sua lettera! Forse che non mi prometteste
che un giorno potrei leggerla?
ROSSANA
Ah! voi... ora... vorreste?
CIRANO
Oggi... s...
Rossana gli d il sacchetto che ha sospeso al collo.
Posso?
ROSSANA
S...
(va al telaio, lo ripiega; raggiusta le lane)
CIRANO (leggendo)
Rossana, addio. La morte
imminente; sar...
ROSSANA (fermandosi sorpresa)
Perch leggete forte?
CIRANO (leggendo)
... credo, per questa sera, o mio ben prediletto!
Greve ho l'anima ancora di un amor non mai detto,
e muoio! E mai pi queste pupille inebriate
queste pupille che...
ROSSANA
Come la recitate
la sua lettera!
CIRANO (continuando)
... che maggior piacere non sanno,
i vostri gesti a volo mai pi non baceranno.
Or io rivedo il piccolo gesto familiare
della man sulla fronte, e vi vorrei gridare...
ROSSANA
Ma come la leggete! Come!
L'oscurit aumenta insensibilmente.
CIRANO
E vi grido: Addio!
ROSSANA
La leggete...
CIRANO
Mia cara, mia prediletta, mio
tesor!...
ROSSANA
Con una voce....
CIRANO
Cuor mio!...
ROSSANA
Con un accento...
Ma... che non per la prima volta stasera io sento!
Ella s'avuicina dolcemente, senza ch'egli se ne accorga, e passa dietro la poltrona, piegandosi, senza far rumore per guardare la lettera. L'oscurit si fa pi fitta.
CIRANO
L'anima mia giammai non vi lasci un secondo
ed io sono e sar, fino all'altro mondo,
colui che sopra tutti vi am senza misura,
colui...
ROSSANA (gli passa la mano sulla spalla)
Come potete legger, se l'aria e gi s scura?
Egli trasale; si volge; la vede cos vicino e ne ha spavento; poi piega il capo. Lungo silenzio. Poi, nell'oscurit profonda, ella dice lenta giungendo le mani.
... E per quattordici anni, egli tenne il segreto
recitando la parte dell'amico faceto!
CIRANO
Oh, Rossana!
ROSSANA
Eravate voi!
CIRANO
No, Rossana.
ROSSANA
Come
non me ne accorsi al modo ond'ei dicea il mio nome!
CIRANO
No, non era io...!
ROSSANA
S, voi!
CIRANO
No, vi giuro, Rossana!
ROSSANA
Tutta or intendo la impostura soprumana.
Voi le lettere...
CIRANO
No!
ROSSANA
Quei cari e folli suoi
detti... voi...
CIRANO
No! ...
ROSSANA
La voce di quella notte, voi!
CIRANO
Io vi giuro di no!
ROSSANA
Vostro il cuore!
CIRANO
Non mio!
ROSSANA
Voi mi amavate, voi!
CIRANO
No, no, laltro, non io!
ROSSANA
Voi mi amavate!
CIRANO
No!
ROSSANA
Il tono gi mutato!
CIRANO
No, no, mio caro amore, io non vi ho mai amato!
ROSSANA
Ahi, quante cose morte e... nate in un minuto!
Ma perch mai quattordici anni... avete taciuto,
se vostro questo pianto su questo foglio in cui
ei non era per nulla?
CIRANO (dandole la lettera)
Ma quel sangue di lui!
ROSSANA
E allor perch codesta sublime poesia
del silenzio spezzare?
CIRANO
Perch?
Le Bret e Ragueneau entrano correndo.
SCENA VI
I precedenti. Le Bret, Ragueneau.
LE BRET
Quale follia!
Io n'ero certo. l!
CIRANO (sorridendo e raddrizzandosi)
Ah, siete voi Le Bret!
LE BRET
Levandosi di letto egli si ucciso.
ROSSANA
Ahim!
quel deliquio improvviso... poco fa?... quel suo male?...
CIRANO
Gi, vero: io non avevo finito il mio giornale:
- ...Sabato, ventisei, di un colpo inopinato,
il sir di Bergerac morto assassinato.
(si scopre, lasciando vedere il capo tutto avvolto di bende)
ROSSANA
Che dice mai? - Cirano! - Da tante bende stretto...
che v'han fatto? Perch?
CIRANO
Cader la punta al petto,
con un colpo di spada, da un pari eroe ferito?
- Quest'io dicevo!... Il mio destino m'ha schernito!...
E mi uccide, alle spalle, in un tranello indegno,
per opera di un servo, un troncone di legno.
Benissimo. Avr tutto mancato, anche la morte?
RAGUENEAU
Signore!
CIRANO
Ragueneau, non pianger cos forte!...
(gli stende la mano)
Qual ora, mio buon collega, il tuo mestiere?
RAGUENEAU (lagrimando)
Smoccolo... le candele al teatro Molire.
CIRANO
Molire!
RAGUENEAU
Ma vo via diman, sono indignato.
Ieri, nello Scapin, vidi che vi han rubato
tutta una scena!
LE BRET
Tutta!
RAGUENEAU
Sissignore, il famoso
Ma che diavolo andava a fare?...
LE BRET
Il glorioso
Molire ti ha plagiato?
CIRANO
Silenzio! Egli ha ben fatto!...
(a Ragueneau)
E la scena produsse molto effetto?
RAGUENEAU (singhiozzando)
Ah, che scatto
d'ilarit, signore!
CIRANO
Ecco il destino mio:
far da suggeritore, - e meritar l'oblio!
(a Rossana)
Ricordate la sera in cui nell'ombra nera
Cristiano vi parl? tutta in quella sera
la mia vita. Ed intanto che in fondo io son restato,
altri a cogliere il bacio della gloria montato!
giusto, ed io consento sull'orlo dell'avello
che Molire ha genio, che Cristiano era bello!
Suona la campana: si vedono passare, in fondo le suore che vanno all'ufficio.
Che vadano a pregare come vuol la campana!
ROSSANA (per chiamare)
SorelIa, qua, sorella.
CIRANO (trattenendola; le suore sono entrate nella cappella, suona l'organo)
Non chiamate, Rossana.
Non mi ritrovereste, al ritorno; ci siamo.
Sol mi mancava appunto questa musica...
ROSSANA
Io vi amo,
vivete!
CIRANO
Ahi, nella favola solamente si dice
che, udendo dirsi: io t'amo il principe infelice,
fuse la sua bruttezza il sol delle parole.
Ma tu t'accorgeresti che per me non v' sole!
ROSSANA
Io vi resi infelice! Io!
CIRANO
Voi? Di tutte ignaro
dolcezze femminili, non alla madre caro,
privo d'una sorella, cresciuto nel terrore
dell'amante dall'occhio sarcastico, il mio core
per voi ebbe un'amica, almeno. Voi faceste
passar nella mia vita il fruscio di una veste.
LE BRET (mostrandogli il chiaro di luna che attraversa le rame)
E l'altra amica tua, ti reca il suo saluto.
CIRANO (sorridendo alla luna)
Vedo.
ROSSANA
Un essere solo amavo, e l'ho perduto
due volte!
CIRANO
Io monter nell'opalina luna,
Le Bret, senza il soccorso di macchina veruna.
ROSSANA
Che dite?
CIRANO
S, lass, ve lo dico io,
mi manderanno a fare il paradiso mio.
Pi di un'anima cara esser vi de' in esilio,
trover Galileo con Socrate a concilio.
LE BRET (ribellandosi)
No! no! Sarebbe troppo stupido, troppo ingiusto!
Un tal poeta! Un cuor cos grande, s augusto
morir cos... Morire!...
CIRANO
Su, brontolone!
LE BRET (scoppia a piangere)
Oh, amico!
CIRANO (alzandosi, gli occhi smarriti)
Questi sono i cadetti di Guascogna!... - S, dico...
La massa elementare... Eh, s... Ma questo il punto!
LE BRET
La sua scienza!
CIRANO
Copernico ci lasci detto appunto...
ROS SANA
Ahim!
CIRANO
Ma che diavolo, andava a far, che c'era,
che mai ci andava a fare egli in quella galera?
Astronomo, filosofo eccellente.
Musico, spadaccino, rimatore,
Del ciel viaggiatore
Gran maestro di tic-tac.
Amante - non per s- molto eloquente
Qui riposa Cirano
Ercole Saviniano
Signor di Bergerac,
Che in vita sua fu tutto e non fu niente!
Io me ne vo... Scusate: non pu essa aspettarmi.
Il raggio della luna, ecco, viene a chiamarmi.
(ricade, il pianto di Rossana lo richiama alla realt: egli la guarda, e carezzandole i veli)
Io non vo' che tu pianga meno il tuo seducente,
il buono, il bel Cristiano. Io voglio solamente
che, quando le mie vertebre avr dme il gran gelo,
un duplice tu dia senso al tuo nero velo,
e che il suo lutto sia anche un poco il mio lutto.
ROSSANA
Io vi giuro!...
CIRANO (scosso da un lungo fremito, si rialza subito)
Non qui seduto, non del tutto
dmo.
Vogliono sorreggerlo.
Niun mi regga!...
(addossandosi all'albero)
L'albero baster.
( pausa)
Ella viene. I miei piedi gi son di marmo. Gi
ho di piombo le mani.
(raggiante)
Ma poi ch' per la strada,
voglio aspettarla in piedi...
(tirando la spada)
E con in man la spada!
LE BRET
Cirano!
ROSSANA (che quasi vien meno)
Ahim, Cirano!
Tutti indietreggiano spaventati.
CIRANO
Ella guarda...Mi pare...
che la Camusa ardisca il mio naso guardare!
(levando la spada)
Che dite?... vana... so... la resistenza adesso,
ma non si pugna nella speranza del successo!
No, no: pi bello battersi quando invano. - Qual fosco
drappello l? - Son mille... Ah, s, vi riconosco,
vecchi nemici miei, siete tutti col!
La Menzogna?
(tirando colpi nel vuoto)
Ecco, prendi!... Ecco, ecco la Vilt
ed ecco i Compromessi, i Pregiudizi!
(tirando puntate)
Che
io venga a patti? Mai! - Ed eccoti anche te,
Stoltezza! - Io so che alfine sar da voi disfatto;
ma non monta: io mi batto, io mi batto, io mi batto.
(fa immensi molinelli con la spada. Poi si ferma affannoso)
Voi mi strappate tutto, tutto: il lauro e la rosa!
Strappate pur! Malgrado vostro, c qualche cosa
chio mi porto (e stasera, quando in cielo entrer),
fiero lazzurra soglia salutarne io potr);
chio porto meco, senza piega n macchia, a Dio,
vostro malgrado...
(si slancia, la spada levata)
La spada gli cade di mano, egli barcolla e cade nelle braccia di Le Bret e Ragueneau.
ROSSANA (piegandosi sopra di lui e baciandogli la fronte)
Ed ...?
CIRANO (riapre gli occhi, la riconosce, e sorridendo dice)
Il pennacchio mio!
- Questo copione è stato visto: