Edmondo Rostand
CIRANO DI BERGERAC
Dalla traduzione di Mario Giobbe
Riduzione e adattamento per lettura drammatizzata di Giovanni Guzzio
Narratore- 1640 a Parigi. Cirano è uno dei tanti figli minori, i cadetti appunto,delle famiglie altolocate dell’epoca costretti, dalla cosidetta legge del maggiorasco, che assegnava al figlio maggiore tutti i beni della famiglia, a darsi alla carriera delle armi per trovarsi da vivere. Ma Cirano è un cadetto particolare. E’ uno spadaccino ineguagliabile, un parlatore forbitissimo, dotato di tanto spirito, un uomo ideale insomma; senonchè…senonchè è fisicamente brutto, ma proprio brutto. Ha un naso enorme, che gli deturpa il volto. E questo è il suo maggior cruccio. Anche perché fra l’altro è pazzamente innamorato di una donna bellissima, sua cugina Maddalena Robin, per gli amici :. Rossana, estremamente raffinata, colta, di spirito, una preziosa insomma, come si diceva all’epoca, ma alla quale egli non osa dichiararsi, temendone un rifiuto proprio per questa sua bruttezza Ma Cirano è anche guascone, ha quindi quella spavalderia un po’ ribalda tipica della Guascogna.
Lo ritroviamo a Palazzo di Borgogna, una sala del quale.è adibita a teatro, deciso a non permettere di recitare al prim’attore dello spettacolo in programma . . Motivo dichiarato del divieto: perché recita da cane, ma molto più verosimilmente perché ha osato guardar con insistenza la bella Rossana. La sala è piena: nobili, uomini d’arme, venditori, popolani e c’è pure Rossana. Tutti sanno del divieto di Cirano e sono curiosi di vedere ciò che accadrà; ma Cirano non compare. Inizia la recita e l’attore entra in scena,ma alla perima parola si ode la voce di Cirano
Cirano Se aggiungi una parola io dovrò ricacciartela immantinenti in gola
Narratore Il pubblico si agita, in parte divertito. L’attore chiede aiuto ai nobili presenti. che con alterigia cercano di intervenire
Cirano I marchesi mi faccian la finezza di tacere se non voglion qualche rude carezza
Narratore Tra essi un visconte, nell’intento di far smettere il tracotante, pensa di provocarlo ovviamente irridendo al suo naso.
Visconte Voi avete un naso molto grande
Cirano Questo è tutto?….E’ assai ben poca cosa
Se ne potevan dire…ma ce n’erano a iosa
Variando il tema…Si potea putacaso
Dirmi in tono aggressivo:”se avessi un cotal naso
Immediatamente me lo farei tagliare”
Amichevole: “quando bevete vi dèe pescare
Nel bicchiere. fornitevi d’un qualche vaso adatto!”
Descrittivo: “E’ una rocca, un picco, un capo affatto
E’ una penisola, in parola d’onore! “
Curioso: “a che serve quest’affare, signore?
Forse da scrivania o da portagioelli?”
Vezzoso. “amate dunque a tal punto gli uccelli
Che vi preoccupaste con amore paterno
Di offrire alle lor zampe un si degno sostegno?”
Truculento: messere, quando nello starnuto
Il vapor del tabacco v’esce da tale imbuto
Non gridano i vicini ..”al fuoco! ..nella cappa!”
Cortese. “state attento chè di cotesta chiappa
Il peso non vi meni per terra a capo chino”
Tenero. “provvedetelo di un piccolo ombrellino
Perché il suo bel colore non stinca messo al sole”
Pedante. ”l’animale che Aristofane vuole
Chiamarsi dagli esperti gigancamaleonte
Tant’ossa e tanta carne ebbe sotto la fronte?”
Arrogante :”compare, libero è quel puntello?
Chè proprio vi vorrei appendervi il cappello!”
Enfatico:”alcun vento o naso magistrale
Non può tutto infreddarti, eccetto il maestrale”
Drammatico: ”è il Mar Rosso quando ha l’emorraggia?”
Ammirato: ”oh! insegna da gran profumeria!”
Lirico: ”è una conca? Siete un genio del mare?”
Semplice: ”il monumento si potrà visitare?”
Rispettoso :”degnissimo messere,
Questo si che significa qualcosa al sole avere.”
Militare: ”puntate contro cavalleria!”
Pratico: ”lo vorreste mettere in lotteria?
Sarebbe il più gran lotto! ” O infine, parodiando
Piramo, tra i singhiozzi :”eccolo l’esecrando
Naso che la bellezza del suo gentil signore
Distrusse, or ne arrossisce il bieco traditore.”
Ecco, ecco a un di presso ciò che detto mi avreste
Se qualche po’ di spirito o di lettere aveste.
Ma di spirito voi, miserrimo furfante,
Mai non ne aveste un’oncia, e di lettere tante
Quante occorrono a fare la parola “”cretino””
D’altronde aveste avuto l’ingegno così fino
Da potermi al cospetto di questa gran brigata
Servirmi tutti i punti di questa cicalata
Non ne aveste nemmeno la metà proferito
Del quarto di una sillaba, chè, come avete udito,
Posso da me servirmeli senza alcuna riserva
Ma non permetto affatto che un altro me li serva
Visconte Vè, parla con me in modi sì arroganti
Uno zotico ch’esce persino senza guanti!
Non ha alamari, o nastri, e nemmeno galloni!
Cirano Io le porto di dentro tutte le mie distinzioni!
Io non mi attillo no come uno sfarfallino
Ma sono assai più netto pur se meno carino,
Chè io non uscirei, anche per negligenza,
Con la minima macchia sul cor, sulla coscienza,
Con la testa non alta, o con l’onor gualcito
O con un qualche scrupolo non troppo ben pulito.
Io vò senza che nulla in me non splenda, senza
Ombra; e sono mio pennacchio franchezza e indipendenza
Tengo la schiena dritta e prestante il mio petto
E l’anima raddrizzo come in un corsaletto
Piuttosto che con nastri coi bei fatti m’allaccio
Aguzzando il mio spirito come una spada io faccio
Contro le ipocrisie dei falsi e dei birboni
Sonar la verità siccome degli sproni.
Non ho guanti. E ti par questo un guaio?
Me ne restava un solo d’un vecchissimo paio
Ma anche questo m’era un po’ troppo importuno,
Tant’è che lo lasciai sulla faccia a qualcuno.
Visconte Mascalzone, facchino, ridicolo, marrano!
Cirano Ed io sono Cirano Ercole Saviniano
Di Bergerac
Visconte Pur poeta il buffone!
Cirano Si poeta, e così peregrino
Che battendomi voglio comporvi all’iprovviso
Una ballata.
Visconte Una ballata ?!
Cirano Son d’avviso .
Che non sappiate affatto che cosa essa sia.
La ballata, signore, è una poesia
Tre strofe e una licenza, il tutto in un quartetto
Di farne una e battermi e toccarvi prometto
Giusto all’ultimo verso…
Ballata del duello che a Palazzo Borgogna
Il sir di Bergerac ebbe con un minchione
E’ il titolo: Adesso la canzone:
Ecco levo con grazia il mio cappello,
Poscia comodamente, pian pianino,
Mi libero del mio vasto mantello
Che mi ricopre e lo spadon sguaìno.
Di Ganimede più gentil, più fino
Di Scaramuccia al gioco dello stocco
Vi prevengo, mio caro paladino,
Che giusto al fin della licenza tocco.
Meglio v’era tacer, signor mio bello,
Dove ti infilzerò, dimmi tacchino,
Sotto il giubetto? Al fianco? Ti sbudello?
Nel cuor, sotto l’azzurro cordoncino ?
Volteggia la mia punta. E’ un moscerino!
Tintinnano le cocce, odi che schiocco !
Si, certamente…in mezzo del pancino
Giusto alla fin della licenza io tocco !
Mentre vò in cerca di una rima in “ ello “
Tu rompi, bianco come un pannolino.
Vuoi forse darmi la parola “agnello” ?
Tac e la punta io paro onde il festino
Ti pensavi di farmi, o malandrino !
Ecco, t’apro la via, chiudo lo sbocco…
Su, reggi bene, pulce, lo spadino
Giusto alla fin della licenza io tocco.
“”Licenza””
Raccomandati a Dio, bel principino,
Ecco. Mi inquarto, paro, fingo, scocco,
Olà, prendi, piccino,
Giusto alla fin della “”licenza”” ho tocco
Narratore I nobili portano via il Visconte ferito. Il pubblico è impazzito dall’entusiasmo. Tra la folla una donna si accosta a Cirano: E’ la governante di Rossana mandata dalla padrona a chiedere un appuntamento col cugino. Cirano si sconvolge. Preso alla sprovvista non sa far altro che fissarglielo per l’indomani presso la pasticceria del suo amico Ragueneau. Ma giusto in quel momento qualcuno viene a dire che sulla strada di casa a Ragueneau hanno preparato un agguato. Alla Porta di Nèl sono in tanti ad aspettarlo!. Ragueneau chiede protezione a Cirano. Questi accetta subito ed ai suoi amici che cercano di dissuadelo perché è troppo pericoloso…
Cirano Stasera non mi occorre un piccolo cimento
Or con tutto un esercito ho d’uopo d’azzuffarmi
Mi venissero incontro e fosser più di cento!
Sconfiggere dei nani oggi non può bastarmi !
Alla Porta di Nél venite tutti quanti
Questa sera ho bisogno di vincer dei giganti!
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Narratore Il mattino del giorno dopo. Ragueneau, che grazie all’intervento di Cirano ha potuto dormire nel suo letto, ha aperto regolarmente la sua pasticceria, e Cirano è già là in attesa trepidante di Rossana. Temendo di non riuscire per l’emozione a dirle a voce tutto ciò che per lei sente, ha preparato una lettera, che tiene in tasca.
Rossana arriva. Ha il volto coperto, per non farsi riconoscere. Siedono a un tavolo appartato. Rossana si scopre.
Cirano Eccomi!…sia l’istante tre volte benedetto,
In cui, risovvenendovi finalmete di me,
Venite qui per dirmi ? …..
Rossana …Grazie in prima perché
Ier sera quel gaglioffo, a cui si fieramente .
Voi deste scacco matto, m’era proprio d’impiccio! …
Era lui , che di me invaghito un potente,
Si studiava di darmi per marito posticcio
Cirano Tanto meglio se non pel mio naso membruto
Ma pei begli occhi vostri io mi sono battuto
Rossana Volevo di rvi poi…..Ma occorre che per quello
Che ho da dirvi…io ritrovi il mio quasi fratello
Con cui bimba scherzavo nel parco. Ricordate ?
Cirano Si, allora a Bergerac venivate ogni estate !
Rossana Era il tempo dei giuochi …
Cirano …e delle more!..
Rossana Allora
M’obbedivate in tutto…
Cirano E in veste corta ancora
Non sdegnava Rossana chiamarsi Maddalena
Rossana Ero bella ?
Cirano Non brutta !
Rossana Talor la mano piena
Di sangue per la furia di qualche scalatina
Accorrevate a me, che in aria di mammina
Vi dicevo con voce che volea parer dura
“”Siamo da capo ! Ancora un’altra graffiatura.””
Ma questo è sangue ! Dove ve lo siete fatto ?
Cirano Alla Porta di Nél . Cosa da nulla, affatto.
Rossana Narratemi la cosa. Quale fu la ragione ?
Narrate, contro voi più di cento persone ?
Cirano No lasciate. Di saper preferisco
Ciò che non ardivate dirmi prima
Rossana Or ardisco.
Poi che di lor profumo m’hanno vivificata
I ricordi. Ora ardisco. Io sono innamorata.!
Cirano Ah!
Rossana D’uno che tuttavia non sa…
Cirano Ah!
Rossana Non ancora.
Ma lo saprà tosto, ma che per or l’ignora
D’uno squisito uomo che mi adorò fino a qua
Timido, da lontano, senza dirmelo, ma
I suoi occhi mi hanno tutto il suo amore espresso
Egli presta servizio nel reggimento stesso
Al quale appartenete; egli appunto è cadetto
Cirano Ah!
Rossana Brilla nel suo sembiante il suo spirito eletto
E’ fier, nobile, forte e pure molto bello !
Cirano Bello !?
Rossana Che avete ? Che quasi cadevate giù dal vostro sgabello?!
Cirano Niente::: E’ passato
Rossana ….Sappiate però che non ancora
L’ho visto sino adesso fuor che a teatro…
Cirano …Allora
Non vi siete parlati ?
Rossana Giammai, se non con gli occhi
Cirano E allor come sapete…?
Rossana Sotto i tigli,nei crocchi
Della Piazza Reale…si ciarla..e mi fu detto
Ch’è alle guardie cadetto
Cirano E si chiama ?
Rossana Il barone Cristiano di Neuvillette
Cirano Non è cadetto
Rossana Il capitano Carbon Castelgeloso lo ammise stamattina
.Cirano E così date il cuore, imprudente piccina !
E se poi mal parlasse, da rustico soldato
Mentre voi lo pensate gentile e raffinato ?
Rossana Oh Dio se non lo fosse io certo ne morrò !
Cirano E mi deste convegno solo per dirmi ciò ?
Lutilità non vedo di così gran favore.
Rossana Gli è che m’hanno messo ieri la morte in core
M’hanno detto che tutti in quella compagnia
Siete Guasconi
Cirano ……………..e che provochiam chicchessia,
Qualunque novellino che per protezione
Viene tra noi Guasconi senz’essere Guascone.
Non v’hanno riferito questo ?
Rossana Pensate voi
Se per lui angoscia non mi ha presa! Quando poi
Sì bravo e coraggioso ieri vi abbiamo visto
Tener testa a quei bruti, castigare quel tristo
Ho pensato: se lui, che tutti hanno in rispetto…
Cirano Proteggerò, sta bene, il vostro baronetto
Rossana Quanto mi siete caro ! Or me ne devo andare
Ho fatto tardi e a casa mi stanno ad aspettare.
Narratore Rossana è appena andata via che arrivano i Cadetti col loro capitano, Carbonello di Castelgeloso, per complimentarsi con Cirano, che si schernisce, della sua impresa alla Porta di Nél.di cui hanno saputo. Ma anche nelle alte sfere l’impresa ha fatto scalpore, e il diretto superiore dei Cadetti, il conte De Guiche, viene a congratularsi con Cirano, anche da parte del Maresciallo, comandante in capo.
Carbonello Cirano !
Cirano Comandi, capitano .
Carbonello Poiche la Compagnia
C’è tutta, presentatela voi al Conte, in cortesia
Cirano Questi sono i Cadetti di Guascogna
Di Carbonello di Castelgeloso
Tutti sopercheria, tutti menzogna,
Questi sono i Cadetti di Guascogna
Vantan corone quante se ne sogna,
E ciascuno è più ricco di un cecioso;
Questi sono i Cadetti di Guascogna,
Di Carbonello di Castelgeloso.
Occhio d’aquila , gamba di cicogna,
Denti di lupo, baffi di spinoso,
Alla canaglia grattano la rogna;
Occhio d’aquila, gamba di cicogna.
Hanno un cappello di vecchio vigogna,
Di cui copron le piume il feltro roso.
Occhio d’aquila, gamba di cicogna,
Denti di lupo, baffi di spinoso !
Sbudella ventre o vuoi svegliacarogna
E’ il lor nomignoletto più vezzoso.
Ebbri di gloria più che di Borgogna.
Sbudella ventre o vuoi svegliacarogna
Dove menar le man meglio bisogna
Son sempre i primi e non chiedon riposo
Sbudella ventre o vuoi svegliacarogna
E’ il lor nomignoletto più vezzoso !
Ecco i vostri Cadetti di Guascogna,
Che sogliono far becco ogni geloso !
Oh femmine, lasciate la vergogna !
Ecco i vostri Cadetti di Guascogna.
Il vecchio sposo vada sulla gogna !
Su fanfare, su cùculo festoso !
Ecco i vostri Cadetti di Guascogna
Che sogliono far becco ogni geloso
De Guiche Cirano,se non state al seguito di alcuno
Vi prendo volentieri
Cirano Io non sto con nessuno.
De Guiche Ieri la vostra vena piacque molto a mio zio
Richelieu. Vò presentarvi a lui perdio !
Avete una tragedia già pronta a quanto pare
Egli,se vuole,può farla rappresentare
Tutt’al più qualche verso sol vi correggerà. .
Cirano No, lasciatelo stare, vi dico in verità
Io non sopporto che una virgola sola vi si possa mutare
De Guiche Ma a patto che a lui piaccia, ei non bada al denaro
Può pagarvela assai…
Cirano assai meno caro
Di quello che un bel verso ch’io faccio e me lo canto
.Non me lo paghi io stesso.
De Giuche Siete superbo !
Cirano Alquanto
De Giuche Sembra che “Don Chisciotte” voi non avete letto !
Cirano L’ho letto, e a quell’eroico pazzo mi genufletto.
De Guiche Meditar sul capitolo, dunque, vi raccomando
Dei mulini…
Cirano Decimoterzo
De Guiche Quando
Li si attacca, badate, può capitar sovente
Con impensata forza improvvisa e potente
Che un colpo di lor braccia rapidissime e snelle
Vi portin nella mota…
Cirano Oppur sopra le stelle.!
De Guiche Signori, io vi saluto e me ne vado via
Ho così conosciuto tutta la Compagnia.
Carbonello Se tu fossi un po’ meno superbo ! A me pare
Che il denaro…la gloria…
Cirano E cosa dovrei fare ?
Cercarmi un protettore ? eleggermi un signore ?
E, dell’edera a guisa, che dell’olmo tutore
Accarezza il gran tronco e ne lecca la scorza,
Arrampicarmi, invece di salire per forza ?
No,grazie ! Dedicare , com’usa ogni ghiottone,
Dei versi a chi mi paga ? Far l’arte del buffone ?
Pur di vedere alfine le labbra di un potente
Schiudersi ad un sorriso benigno e promettente ?
No, grazie ! Saziarsi di rospi ? Alleggerire
Lo stomaco a forza dell’andare e venire ?
Consumar le ginocchia ? misurar l’altrui scale ?
Far continui prodigi di agilità dorsale ?
No, grazie ! Accarezzar con mano abile e scaltra
La capra e intanto il cavolo innaffiare con l’altra ?
E aver sepre il turibolo sotto de l’altrui mento
Per la grande goduria del mutuo incensamento ?
No,grazie ! Progredire di girone in girone,
Diventare un grand’uomo tra cinquanta persone ?
E navigare con remi di madrigali, e avere
Per buon vento il sospiro di vecchie fattucchiere ?
No,grazie ! Pubblicare presso un buon editore,
Pagando, i propri versi? No, grazie dell’onore !
Sudar per farsi un nome su di un picciol sonetto
Anziché scriverne altri ? Scoprire ingegno eletto
Agli incapaci,ai grulli? ai cretini dar ali?
Altamente temere il rumor dei giornali ?
No, grazie ! Calcolare, tremar tutta la vita?
Meglio una scappellata che una strofe tornita? .
Baciar le man per farsi qua e là presentare ?
Grazie, no ! grazie, no ! grazie, no ! Ma…cantare
Sognar sereno e gaio, libero, indipendente,
Aver l’occhio sicuro e la voce possente
Mettersi, quando piaccia, il feltro di traverso,
Per un si, per un no,battersi o fare un verso !
Fantasticar, senza cura di gloria o di fortuna !
Con la mente viaggiar, andare sulla luna
Nulla che sia farina d’altri scrivere, poi
Modestamente dirsi: “ragazzo mio, tu puoi
Tenerti pago al frutto, pago al fiore, alla foglia
Purchè nel tuo giardino, nel tuo, tu li raccoglia.
Poi sevenga il trionfo, per fortuna o per arte,
Non dover darne ad alcuno la più piccola parte.
Aver tutta la palma della meta compita,
E, disdegnando d’esser l’edera parassita,
Pur non la quercia essendo, o il gran tiglio fronzuto,
Salir anche non alto, ma salir senza aiuto:
Carbonello Sia ! Ma non contro tutti ! Perché tutto ad un tratto
Hai questa frenesia terribile contratto
Di volerti dovunque creare dei nemici ?
Cirano Siete rimasti in pochi ormai i miei veri amici !
Lasciate ch’io dia sfogo a questo mio difetto
Dispiacere mi piace, dell’ odio mi diletto .
Carbonello Sfogati pur con questi tuoi furori pugnaci
Ma almeno a me confessa ch’ella non t’ama…
Cirano Taci !
Narratore Infatti a interrompere il dialogo tra i due un gruppo di Cadetti, tra cui Cristiano, si è avvicinato e pregano Cirano di raccontar nei dettagli il fatto della Porta di Nél.
Cirano acconsente, anche per distrarsi dal suo cruccio
Cirano Nella tenebra nera, sulla via senza lume si procedeva a caso
Perché non si vedea più in là
Cristiano del proprio naso
Cirano Chi è costui ?
Carbonello Di Neuvillette il barone Cristiano
Arrivato stamane
Cirano Va bene,continuiamo
Andavo ruminando che per uno da niente
Avrei forse potuto urtar qualche potente
Che mi avrebbe…
Cristiano Sul naso…
Cirano Potuto portare del rancore
E che stavo col mio imprudente furore
Per porre
Cristiano il naso
Cirano Il dito…tra l’albero e la scorza
E che questo potente poteva aver la forza
Per darmi
Cristiano Sopra il naso
Cirano Sulle mani bacchettate a dovere
Ma soggiungevo: “avanti, guascon, fa il tuo mestiere !
Va.Cirano ! e m’avvio sicuro all’imboscata
Quando qualcun nell’ombra mi tira
Cristiano una nasata !
Cirano Io la paro e mi trovo..
Cristiano naso a naso
Cirano Al cospetto
Di cento mascalzoni, attorniato e stretto
Che puzzavan …
Cristiano A naso pieno…
Cirano ……….di vino e d’aglio
Io balzo a fronte bassa e mi scaglio
Ne infilzo due! Ne sventro un terzo! Uno m’azzecca
Una botta, io rispondo…
Cristiano …………….ma il naso fa cilecca
Cirano Or basta! Fuori tutti chè il cuore mi si agghiaccia
E tu, prode pivello, vieni tra le mie braccia.
A bbracciami!
Cristiano ……..ma come !?
Cirano ……io sono suo fratello!
Cristiano Ma di chi?
Cirano Bestia, ma di Rossana!
Cristiano ..eterno
Dio, un fratello!
Cirano O quasi ! un cugino fraterno.
Cristiano Ella vi ha detto allor non l’amo invano!
Come sono felice di stringervi la mano!
Se sapeste, signore, quanto, quanto vi ammiro!
Vi faccio le mie scuse, le insolenze ritiro
Cirano Ella vuol questa sera una lettera.
Cristiano Ahimè!
Cirano Che c’è?
Cristiano C’è che sono proprio una bestia, anche se
Ho un certo spirito pronto da moschettiere
Ma davanti alle donne non son buon che a tacere
Io sono uno di quelli, e tanto me ne affanno,
Che san fare all’amore ma scriverne non sanno
Cirano S’io fossi stato bello come te mi pare
Sarei stato di quelli che ne sanno parlare .
Cristiano Rossana è una preziosa ed io non ho eloquenza
Cirano Io te ne presterò. Tu in cambio la potenza
Del tuo fascino prestami. Sol ripetere a lei
Dovresti le parole che io ti insegnerei.
Cristiano E cosa tanto grata tutto ciò ti farebbe?
Cirano Non lo so, ma son certo che mi divertirebbe
E’ un esperimento da tentare un poeta!
Assieme costruire la figura completa
Al tuo fianco, nell’ombra con te procederò
Tu la sembianza mia, il tuo cuore io sarò
Cristiano Va bene, ma il biglietto che devo darle, come tu m’hai detto
Come mai potrò darglielo? ….
Cirano Prendi! Questo è il biglietto!
Cristiano E come avevi?…
Cirano …noi si ha sempre in tasca di cotali
Lettere a delle dame puramente ideali;
I poeti son quelli che hanno per amante
Un sogno, un’espressione. un’idea scintillante.
Dagliela! Un po’ di quelle che son finzioni mie
Impeti, desideri, tormenti, frenesie,
Di ciò che assai mi piace così a caso lanciare
Timidi uccelli erranti, tu li farai posare.
Vedrai che in questa lettera sono così sincero
Così caldo, com’uno che ama per davvero
Cristiano E questa lettera scritta così, a caso soltanto
Servirà per Rossana ?
Cirano ………………..Calzerà come un guanto.
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Narratore L’accoppiata Cristiano-Cirano ha successo. Rossana, naturalmente ignara del trucco, si innamora sempre più ardentemente di Cristiano. Questi dal canto suo, non più pago di questo amore semplicemente epistolare , cerca incontri. più ravvicinati. De Guiche, incapricciato com’è di Rossana, freme sentendosi anche scornato nella sua veste di comandante in capo. La Francia è in guerra con la Spagna,e gli Spagnuoli assediano la fortezza di Arràs, dove le cose non vanno troppo bene per i Francesi.
Davanti la casa di Rossana, annotta, arriva Cirano, Rossana si mostra e decanta al cugino l’eccezionale bravura nello scrivere di , crede Ella, Cristiano. Arriva pure De Guiche ad annunziare a Rossana che, avendo avuto il supremo comando, parte per Arràs col Reggimento delle Guardie, del quale fa parte la Compagnia dei Cadetti. Rossana sussulta rattristata. De Guiche crede che ciò sia per lui. Rossana ne approfitta e con uno stratagemma cerca di evitare che parta la Compagnia dei Cadetti. De Guiche fa finta di abboccare per strappare a Rossana la promessa di una notte d’amore in un vicino convento. Ma Rossana con furbizia e molta ambiguità riesce a districarsi e ad allontanare il conte anche perché sa che sta per giungere Cristiano. Cirano, nascosto nell’ombra, ha seguito tutto . Rossana è rientrata in casa. Arriva Cristiano deciso a parlare, anziché scrivere, a Rossana. Cirano cerca di dissuaderlo,ma quello insiste e però supplica Cirano di non lasciarlo solo nel frangente: Rossana si affaccia al balcone, vede Cristiano
Rossana Ah! Siete già venuto!? Siam soli, l’aria è dolce, io vi ascolto parlate
Cristiano Io v’amo…
Rossana E’ il tema,or ricamate
Cristiano V’amo più di me stesso
Rossana Ricamateci adesso.
Cristiano Se mi amaste non chiederei di più
Rossana,dì che m’ami anche tu
Rossana Io volea della crema,voi mi offrite un brodetto.
Dite : come mi amate….
Cristiano Ma molto,l’ho già detto
D’amor divento sciocco…
Rossana Sciocco,sciocco del tutto
E ciò mi spiace più che diventaste brutto.
Io ne ho già abbastanza. Rientro immantinenti:
E voi andate a cercare parole più eloquenti!
Cristiano O Cirano! Soccorso! Io muoio se non mi fai
Rientrar tosto in grazia !
Cirano e come posso mai
Su due piedi insegnarvi?!
Cristiano Ti prego, non essere feroce
Cirano Calmati, bestia, e parla un po’ più sottovoce
Si può: La notte è nera, non si distingue niente
Mettiti là davanti e non far l’imprudente
Chiamala, qui nascosto nell’ombra io parlerò
Con la tua voce…
Cristiano Affacciati, Rossana non mi dire di no
Rossana Voi non mi amate più. . Andate via. A che vale
Affacciarsi se voi parlate così male:
Cirano Ma tu non lo capisci che è proprio l’amore
Che mi lega la lingua perché mi stringe il cuore
Le mie parole salgono, il cammino è più lento
Rossana Ma salgono assai meglio già da qualche momento,
Potete sul balcone salir, ma fate presto
Cirano No! Restiamo così . Profittiamo di questo
Caso che ci consente stasera di poterci
Sentirci il cuor così,così senza vederci
E’ così dolce1 Appena ci si scorge tra noi:
Il nero voi vedete di un mantello.Di voi
Io non vedo che il bianco di una gonna d’estate
Io sono un’ombra, voi una luce. Restate
Voi non sapete cosa rappresenti per me! Se una volta
Ebber le mie parole qualche eloquenza…
Rossana oh! molta!
Cirano Giammai le mie parole non sono uscite ancora
Dal mio cuore,giammai! Perché finora
Vi parlavo attraverso il turbamento
Che vince chi vi guarda! Ma questa sera io sento
Che per la prima volta vi parlerò
Rossana davvero
Avete un’altra voce…
Cirano è vero
Però che nella notte che mi protegge ardisco
Essere alfin me stesso, e quasi mi smarrisco:.
Non so, ma questa notte, perdonatemi, io provo
Alcunchè di sì dolce, sì squisito, sì nuovo!….
Poter essere libero!. Perché sempre il sospetto
D’esser deriso, sempre il mio cuor m’ha costretto
Muovo per la conquista della stella e mi chino,
Per timor del ridicolo, a corre il fiorellino.
Rossana Ma quando mai parlaste in cotesta maniera?
Cirano E’ per me troppo dolce, troppo dolce, stasera!
Questa notte! Quest’ora! Questa brezza fragrante!
Io non vorrei sciupare neanche un solo istante!
Stasera è invero troppo dolce, chè per la prima volta
Io le parlo d’amore. Le parlo ella mi ascolta!
Troppo! Nella speranza anche meno modesta
Io non avea mai tanto sperato! Non mi resta
Che di morire adesso! I miei detti la fanno
Tremar tra questi verdi rami! Io non mi inganno1
Perché si, voi tremate. Tra le foglie qual foglia,
Rossana, voi tremate! Ed io sento, che tu lo voglia
O no, della tua mano il tremito divino
Lungo i rami discendere di questo gelsomino.
Rossana Si tremo e piango e t’amo, tua sono perché m’hai
Inebriata
Cirano Finisca questa mia vita ormai!
Son io, son io che seppi, son io che seppi darti
Questa ebbrezza. Or non chiedo che una cosa..
Cristiano ………………………..Baciarti.
Rossana Che cosa voi chiedete?
Cirano (a Cristiano) Ma tu vai troppo presto!
Ritiro tutto quello che ho chiesto…….
Rossana Non insistete più?
Cirano Si…insisto senza insistere…Se la vostra virtù
Si affligge…questo bacio non me lo date più.
Ma poi che cosa è un bacio? Un giuramento fatto
Un poco più da presso, un più preciso patto,
Una confessione che sigillar si vuole,
Un apostrofo rosa messo tra le parole
T’amo. Un segreto detto sulla bocca, un istante
Di infinito, che ha il fruscio di un’ape tra le piante
Una comunione che ha il gusto di un fiore.
Un mezzo per potersi respirare un po’ il cuore
E assaporarsi l’anima a fior di labbra
Rossana ………………………………Salite
Come batte il mio cuore e tremo! Lo sentite?
Cirano O bacio o convito d’amore, quaggiù di te mi scende
Una briciola; io sento che un poco il cuor ti prende
Poiché su quella bocca le sue labbra tremanti
Baciano le parole ch’io le dissi dianti.
Narratore Cristiano ha fatto appena in tempo a salire, che dal fondo della strada spunta un monaco, che cerca di Rossana, alla quale è stato incaricato di dare una missiva. E’ De Guiche, che essendo arrivato al convento nella speranza di trovarvi Rossana,
non avendovela trovata, a modo suo, la sollecita. Ma, letto il bilietto, nella mente di Rossana nasce un’idea: perché non servirsi del monaco per farsi unire in matrimonio con Cristiano ? Leggendolo ad alta voce cambia in tal senso il tenore del biglietto, e il monaco, ammorbidito anche da una lauta mancia, acconsente. Cirano, per la durata della funzione, farà la guardia ad evitare che arrivi qualche importuno. L’importuno infatti arriva. E’ De Guiche, che visto che Rossana non arriva, viene a prenderla, così almeno spera, di persona. Ma Cirano è di guardia! Fingendosi stralunato,mascherandosi al conte, gli impedisce di passare fin quando il monaco, dentro la casa, non conclude la funzione. Solo allora si scopre a De Guisce. Ma questi, a questo punto, vistosi gabbato in così malo modo, pensa di vendicarsi subito..
De Guiche Signora, al vostro sposo dite addio. Son qui per questo!
Parte la Compagnia, sarà difficile il rivedervi presto
Rossana Cirano, a voi lo affido. Fate che sia prudente!
Cirano Tenterò, ma non posso prometter certamente……
Rossana Che per quanto potrà ei si metta al sicuro
E che mi scriva spesso!…
Cirano .. Questo si, ve lo giuro !
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Narratore La roccaforte di Arràs tenuta dai Francesi e assediata dagli Spagnuoli: I cadetti sono stravaccati per terra, esausti per i combattimenti e per la fame. Nella fortezza infatti da parecchi giorni i viveri sono ridotti al minimo. Si ode una scarica di fucileria, e, venendo dalle linee. sbuca Cirano. E’ ansimante
Carbonello Anche per questa volta non han colto nel segno
Tutto questo è da pazzi però per un impegno
Cirano Lo sai io le promisi che avrebbe scritto sovente
Carbonello Ma correr sì gran rischio quotidianamente
Cirano Per attraversare tutto il campo spagnuolo
Sguarnito, senza truppa, conosco un posto solo.
Carbonello Ah potervi sottrarvi qualcosa da mangiare!
Cirano Bisogna esser leggeri se si vuole passare
Carbonello Ma i cadetti hanno fame, che cosa si può fare ?
Cirano Della Guascogna un dolce motivo far suonare
Ascoltate: è la valle, la landa, la foresta,
Il forzuto mandrian col tocco rosso in testa,
È il dolce delle verdi sere su la Dordogna,
Ascoltate o Guasconi: è tutta la Guascogna!
Carbonello Ma tu me li fai piangere!
Cirano ……………..di nostalgia! Un male
Nobil più della fame…Non fisico…morale
Vedi come ha mutato viscere il loro languore
Ed or li stringe invece che allo stomaco al cuore
Narratore Sopraggiunge De Guiche per informare che gli Spagnuoli, avendo saputo che la guarnigione è dimezzata per averne egli mandata la metà in cerca di cibo, si preparano ad attaccare, e per dire che i Cadetti dovranno resistere ad oltranza fino all’ultimo uomo.Tutti intuiscono che si tratta di scontro campale. Cirano trae in disparte Cristiano come per dirgli qualcosa
Cristiano Cirano, per Rossana porre del cuore mio
In una bella lettera vorrei tutto l’addio
Cirano Sospettando che fosse per oggi in questo foglio
Ho già fatto gli addii
Cristiano ..Dammelo!
Cirano …Vuoi?
Cristiano …..Certo che voglio!
Ma….questo piccolo cerchio è una goccia di pianto
Cirano Si. Talvolta il poeta cede al suo stesso incanto
Capisci…quel biglietto è così commovente
Che, scrivendo, io stesso ho pianto veramente
Cristiano Hai pianto?
Cirano …Si ..perché…morir non è terribile
Ma…non più rivederla…mai..Questo è orribile!
Narratore Dalla linea giunge un parlottio concitato. Sono gli avanposti che hanno visto venire avanti una figura di donna seguita da un servo. E’ Rossana, che usando le sue grazie è riuscita ad infiltrarsi tra le fila degli assedianti, per venire ad abbracciare il marito . La segue Ragueneau, imbottito di vettovaglie. Nel campo la sorpresa è grande. Chi può accorre festoso. Ragueneau tira fuori ciò che ha portato, tutti mangiano. Per un momento scordano il periglio che incombe! Tutti sollecitano Rossana a mettersi al riparo dai colpi, che dalla linea possono venire. Ma ella insiste, resterà e assisterà alla battaglia. E questa ha inizio, cruenta. Rossana è tra Cristiano e Cirano, che cercano farle scudo col proprio corpo. Un colpo prende Cristiano, che cade ferito mortalmente. Rossana e Cirano si chinano su di lui. Egli ha appena la forza di dare a Rossana la lettera che Cirano gli aveva dato e muore. Rossana lo stringe disperatamente tra le braccia...
Cirano Ed ora a me non resta altro conforto
Che di morir, poi ch’ella mi piange in questo morto1
Suona, piffero, suona chè oggi io
Vendicar debbo due morti: Cristiano e il cuore mio!
Narratore Parigi. Il parco del Convento della Croce, dove Rossana, rimasta vedova, si è chiusa. E’ il 1655, sono passati quindici anni1. Inbrunisce. Rossana, seduta sotto un albero, ricama e aspetta Cirano, che ha preso l’abitudine di venirla a trovare ogni sabato, sempre alla stessa ora. Anche le suore, che vedono Cirano con tanta simpatia, guardano con tanta cordialità, questa consuetudine. Ma stasera Cirano ritarda. Arrivano invece De Guiche e Carbonello. Sulle loro persone si vedono ormai evidenti i segni degli anni e del-
le fatiche di guerra.
De Guiche Sempre qui e sempre in lutto! Mi avete perdonato?
Rossana Se no, non sarei qui. Tanto lungi è il passato…!
De Guiche Ma per voi Cristiano è sempre qui.! Sul cuore
E’ sempre la sua lettera? E Cirano? Sempre con quel suo umore?
Rossana Il nostro vecchio amico mi fa or da giornale
Ogni sabato viene ed è sempre puntuale.
Carbonello Però egli sta male! Come avevo predetto:
L’abbandono, l’inedia! Si capisce, è l’effetto
Delle satire; sempre novelle inimicizie!
Attacca i falsi nobili, le probità fittizie,
I falsi coraggiosi, i plagiari! E’ un furore !
Rossana Ma la sua spada ispira un profondo terrore
Mai non la spunteranno con quell’uomo
De Guiche ………………..chi sa!
Carbonello Ciò ch’io temo per lui non son gli attacchi, ma
La miseria, la fame, il dicebre che arriva
Nella camera buia, in visita furtiva:
Nemici formidabili più d’ogni spadaccino!
Ogni giorno che passa più stringe il cinturino!
Toni di vecchio avorio gli hanno il naso ingiallito
E ormai possiede solo un unico vestito!
De Guiche Certo non ebbe sorte ma fu anche suo fallo,
Non lo commiserate…
Carbonello ……..Eh…,signor Maresciallo!!
De Guiche Sempre è stato contento d’essere molto fiero
Libero di parola, di atti e di pensiero!.
Io lo so. Io ho tutto, ho tutto ed egli niente
Ma gli darei la mano immediatamente.
Vi confesso che alle volte mi avviene
Di invidiarlo. Allorquando si visse troppo bene
Anche se non si è fatto nulla di male
Si han di se mille piccole nausee il cui totale
Non dà un rimorso, no, ma un oscuro tormento,
E i mantelli ducali nel lor paludamento
Traggon, mentre si montano le scale sfolgoranti,
Rumori di illusioni cadute, di rimpianti,
Siccome allor che lenta salite quelle porte
Sotto la vostra gonna fruscian le foglie morte.
Carbonello, nessuno non avrebbe ardimento
D’attaccarlo di fronte per un solo momento,
Ma sapete che molti lo detestano a morte.
E qualcun mi diceva, ieri, giuocando, a Corte:
Quel Cirano potrebbe morir d’un accidente…
Dite ch’esca di rado e che sia più prudente.
Carbonello Prudente lui? Vi manca di conoscerlo ancora?
Rossana, vi fa cenno con la mano una suora.
. Andate, andate pure. Fate con libertà…
E’ Ragueneau che viene. E che ci fate qua?
Ragueneau Poi che ci siete voi, meglio che la signora
Non sappia. Andavo appunto dal vostro amico or ora
Ed ero a venti passi, quando lo vedo uscire
M’affretto per raggiungerlo. Sta per iscomparire
Dietro la cantonata. Io studio il passo quando
Vien giù da una finestra, e ancora mi domando
Se solo per un caso, di legno un tronco immane:
Lo colpisce alla testa e a me non mi rimane
Che riportarlo a casa, svenuto e sanguinante.
Lo misi a letto e un dottore corsi a cercare ansante.
Ora è là tutto solo. Non sapendo che fare
Venni qui, da Rossana, per aiuto cercare.
Carbonello Ella torna. Come darle tanto triste novella?
Rossana Quest’ultima giornata di settembre è pur bella!
Ecco, la mia tristezza sorride. Il sol d’aprile
La turba, invece la blandisce l’autunno gentile!
Ecco del vecchio amico la classica poltrona
Di tutto il parlatorio è anche la più buona.
Ora egli verrà chè gia suonata è l’ora!
Egli così puntuale come non giunge ancora?
Se egli non venisse sarebbe molto strano
Ma no…ma no…che viene; ma no ecco Cirano!
Dopo quattordicianni questo è il primo ritardo…
Cirano …………….Avete ben ragione
Sono mortificato ma devo l’eccezione
Ad una certa visita piuttosto inopportuna
Rossana Forse qualche importuno?
Cirano E’ stata un’importuna!
Rossana L’avete rimandata?
Cirano Si; scusate le ho detto
Ma è sabato giorno in cui per precetto
Ho d’andare in un luogo e niente ancora
Mi tenne mai d’andarvi! Ripassate tra un’ora!
Rossana Oggi quella persona avrà la cortesia
D’aspettar. Questa volta non vi lascio andar via
Prima di sera…
Cirano …Forse bisognerà che un poco prima io parta
Rossana Ecco che si avvicina la nostra suora Marta
A dirvi che stasera vuole fatto il piacere
D’andare in refettorio un po’ di brodo a bere
Cirano Andrò…
Rossana …Così docile oggi! Sono molto stupita1
La vostra testardagine si è un poco assopita?
Cirano Vò stupirvi di più: ditelo alla sorella:
Chiedo che questa sera preghi per me in cappella:
Oh1 il vostro ricamo1 Non ti vedrò finire
Ricamo interminabile…
Rossana La sentivo venire
Le foglie sono di un lieve biondo veneziano
Guardatele cadere…
Cirano Come cadono piano!
E lievi, e come porre, vedete, ognuno sa
Nel suo ultimo viaggio un’ultima beltà ,
E malgrado l’orrore d’imputridire al suolo
Fan che nella caduta sia la grazia d’un volo!
Rossana Come, voi malinconico?….
Cirano Ma no,cugina mia
Niente affatto….
Rossana Lasciatele cadere , lasciate, via!
Le foglie morte! E ditemi invece un po’ che c’è
Di nuovo…
Cirano Ecco..
Rossana …Sentiamo…
Cirano ……..Sabato scorso il Re,
Che mangiò troppe volte mosto cotto di Cetta,
Fu colto dalla febbre¸ due colpi di lancetta
Punirono il suo male per lesa maestà,
E il polso augusto or batte con regolarità.
Al gran ballo di Corte di domenica sera
Bruciar settantatre candelabri di cera.
Giovanni d’Austria, dicono, fu da noi sbaragliato,
Quattro stregoni impesi, e fu somministrato
Al cane di madama d’Athis qualche clistere…
Rossana Signor di Bergèrac, vi. Prego di tacere!!
Cirano Lunedì Lyigdamire mutò d’amante…
Rossana ……………….Ah,si
Cirano Passa a Fontainebleau la Corte martedì,
Mercoledì la bella Montglat disse di no
Al Fieschi; giovedì la Mancini regnò
O quasi; il venticinque fu corretto il rifiuto
Della Montglat; e sabato ventisei….
Rossana …………….Siete quasi svenuto
Cirano, state male? …….
Cirano …………No, non vi sbigottite
E’ niente! No lasciatemi. Di Arràs le mie ferite….
Rossana Ha ciascuno di noi di Arràs la sua ferita
Dentro il mio cuor l’angoscia non s’è mai più sopita
L’ho sul cuor la sua lettera dal foglietto ingiallito
E ancora vi si vede il sangue al pianto unito
Cirano La sua lettera! …Voi non mi prometteste
Che avrei potuto leggerla…
Rossana Perché? Voi lo vorreste?
Cirano Grazie ! Leggo…””Rossana, addio! La morte
E’ imminente. Sarà…..
Rossana ……….Perché leggete forte ?
Cirano… ….Credo per questa sera, o mio ben prediletto!
Greve ho l’anima ancora di un amor non mai detto,
E muoio! E mai più queste pupille inebriate
Queste pupille che……..
Rossana Come la recitate
La sua lettera!
Cirano …Che maggior piacer non sanno,
I vostri gesti a volo mai più non baceranno.
Or io rivedo il piccolo gesto familiare
Della man sulla fronte, e vi vorrei gridare…
Rossana E’ buio, come leggete?
Cirano …Con l’anima vi grido addio!
Mia cara, mia diletta, mio tesoro, cuor mio !
Rossana Non è la prima volta che questo accento io sento
Cirano L’anima mia giammai non vi lasciò un momento,
Colui che più di tutti vi amò senza misura…””
Rossana Voi non potete leggere, chè l’aria è troppo scura…
Voi per quattordicianni manteneste il segreto
Recitando la parte dell’amico faceto
Cirano Oh, Rossana!
Rossana Eravate voi !
Cirano No,Rossana:
Rossana ….Come
Non me ne accorsi al modo com’ei dicea il mio nome
Cirano No,non ero io…
Rossana …Si,voi!
Cirano No, vi giuro, Rossana !
Rossana Tutta ora intendo io l’impostur sovrumana
Voi le lettere…
Cirano No
Rossana …Quei cari e folli suoi
Detti….voi1…
Cirano No
Rossana La voce di quella notte, voi!
Cirano Io vi giuro di no.
Rossana Vostro il cuore!
Cirano Non mio!
Rossana Voi mi amavate, voi !
Cirano No,no, l’altro, non io!
Rossana Voi mi amavate!
Cirano No !
Rossana Il tono è già mutato!
Cirano No, no, mio caro amore, io non vi ho mai amato!
Rossana Ahi,quante cose morte e…nate in un minuto!
Ma perché per quattordici anni avete taciuto?
Se vostro è questo pianto su questo foglio in cui
Ei non era per nulla……
Cirano ……Ma quel sangue è di lui!
Rossana Ma allor perchè cotesta sublime poesia
Del silenzio spezzare?
Cirano Perché ?..perché è passata ogni mia ritrosia!
Lo capirete quando, prima che stia ancor male,
Chiuder avrò potuto questo mio bel giornale:
…Sabato, ventisei, di un colpo inopinato
Il sir di Bergèrac è morto assassinato.
Rossana Una fascia alla testa! Non me l’avete detto
Cirano Cosa dovevo dirvi:..! cader la punta al petto
Con un colpo di spada da un pari eroe ferito
Mi sarebbe piaciuto dirvi, ma il destin m’ha schernito
E mi ha ucciso alle spalle, in un tranello indegno,
Per opera di un servo, un troncone di legno.
Vedete! Ho tutto mancato, financo la mia morte!
Ragueneau Signore…
Cirano Ragueneau, non pianger così forte
Qual è ora, mio buon collega, il tuo mestier?
Ragueneau Smoccolo le candele al teatro “Molière”
Ma domani vò via; sono troppo indignato
Ieri, nello “Scapin”, vidi che vi han rubato
Tutta una scena!
Cirano Tutta?
Ragueneau …Sissignore, il famoso
“Ma che diavolo andava a fare?!”
Carbonello ………………….Il glorioso
Molière ti ha plagiato!!
Cirano …..Silenzio! egli ha ben fatto
E la scena produsse molto effetto?
Ragueneau …………Ah che scatto
D’ilarità, signore,….
Cirano …..Ecco il destino mio
Far da suggeritore e meritar l’oblio!
Ricordate la sera in cui, nell’ombra nera,
Cristiano vi parlò? E’ tutta in quella sera
La mia vita: Ed intanto che al fondo io son restato
Altri a cogliere il bacio della gloria è montato!
E’ giusto! Ed io consento sull’orlo dell’avello
Che Molière è un gran genio, e Cristiano era bello.
Van le suore a pregare.; sentite la campana?
Rossana Sorelle, qua, sorelle!!
Cirano ……………Non chiamate, Rossana.
Non mi ritrovereste al ritorno; ci siamo…
Sol mi mancava appunto questa musica…
Rossana Io vi amo!
Vivete!
Cirano …Ahi,nella favola solamente si dice,
Che udendo dirsi: io t’amo il principe infelice
Fuse la sua bruttezza al sol delle parole!
Ma tu ti accorgeresti che per me non v’è sole!
Rossana Io vi resi infelice! Io!
Cirano ……..Voi ?! Di tutte ignaro
Dolcezze femminili, non alla madre caro,
Privo d’una sorella, cresciuto nel terrore
Dell’amante dall’occhio sarcastico, il mio core
Per voi ebbe un’amica, almeno Voi faceste
Passar nelle mia vita il fruscio d’una veste.
Carbonello La tua amica: la luna ti reca il suo saluto.
Cirano Vedo:
Rossana ….Un essere solo amavo e l’ho perduto
Due volte
Cirano …..Ora io monterò nell’opalina luna
Certo senza bisogno di macchina veruna
Son certo che lassù, e ve lo dico io,
Mi manderanno a stare nel paradiso mio.
Più di un’anima cara esser vi dè in esilio
Troverò Galileo con Socrate a concilio
De Guiche No, no, sarebbe troppo, troppo stupido e ingiusto
Morire un tal poeta, un cuor si grande e augusto!
Cirano “” Astronomo, filosofo eccellente,
Musico, spadaccino, rimatore,
Del cielo viaggiatore
Amante –non per se- molto eloquente
Qui riposa Cirano
Ercole Saviniano
Signor di Bergèrac,
Che in vita sua fu tutto e non fu niente.””
Io me ne vò…Scusate: essa non può aspettarmi
Il raggio della luna, ecco, viene a chiamarmi.
Io non vò che tu pianga meno il tuo seducente
Il buono, il bel Cristiano. Io voglio solamente
Che, quando le mie vertebre avrà dome il gran gelo,
Un duplice tu dia senso al tuo nero velo
E che il suo lutto sia anche un poco il mio lutto
Rossana Io vi giuro…
Cirano ….Non qui seduto, non del tutto
Domo. Niun mi regga. L’albero basterà!
Ella viene. I miei piedi son già di marmo. Già
Ho di piombo le mani. Ma poi ch’è per la strada
Voglio aspettarla in piedi…E con in man la spada!
Ella guarda….ella guarda …mi pare
Che la camusa ardisca il mio naso guardare!
Che dite?..E’ vana so la resistenza adesso,
Ma non si pugna sol perché speri il successo.
Forse è più bello battersi
quando si sa che è vano
Sapete che mi avete sempre allettato invano,
Vecchi nemici miei, siete tutti colà:
Menzogna, Compromesso, Pregiudizio, Viltà,
Stoltezza!!! So che alla fine sarò da voi disfatto,
Ma io mi batto, io mi batto, mi batto!
Voi mi strappate tutto: il lauro e la rosa.
Strappate pur! Malgrado vostro, c’è però qualche cosa
Ch’io mi porto, e stasera, quando in Cielo entrerò
Fiero l’azzurra soglia salutarne io potrò,
Chè io porto senza piega né macchia innanzi a Dio,
Vostro malgrado intatto,questo pennacchio mio!