Urbis Æterna. Requiescat In Tenebris.
Città Eterna. Riposa nelle tenebre.
De Jerónimo Casas.
(*)
I
Lottare costantemente per il mio spazio. Sommerso dove vivo. La mia vita è a caso. Chi sono? Chi c´è al mio fianco? Non c´è niente da fare. Cosa sperare. Vivo la vita, vivo la morte. Vivo, muoio, resuscito, muoio. Senza possibilità di trovare il reale. Un'esistenza senza contenuto. Solo. Vuoto. Transfigurarmi. Reincarnarmi in un altro. In me. In lui. In te. Ereditare la morte. Una disperazione.
(Pausa)
Posso sputare. Dormire. Parlare. Ridere. Essere. Il mio ambiente. Il mio passato. Il mio presente. Il mio futuro.
(Pausa.)
Il palazzo imperiale trasformato in un bagno pubblico. Si deforma. Non ci sono immagini, non c`é bellezza. Soltanto veleno, orgie, decadenza. Non c’ è musica, soltanto mosche svenute dall`odore, la ripugnanza...
Lecco la putrefazione. Vado via!
NON POSSO SOPPORTARE LA MIA PRESENZA.
Insopportabile vita nel palazzo. Tutto è pronto. Come dire?
(Pausa)
Il potere, il pugnale... Nascere da un intrigo, abandonarsi all’incesto. Vivire, tacere... Morire nella disperazione, nella gloria, nellla vittoria.
(Pausa.)
È finito, finirà, forse finisce... finisco... Spero, io non sono solo. È l'ora che finisca, tuttavia dubito di finire.
Trovare un luogo, una realtà, un'illusione, una mia propria espressione. I cognomi si mescolano, il sangue si mescola con sangue e veleno... Ho tredici anni. Mi conosco troppo.
Acquisisco posture altrui nello stesso tempo.
Vivo vestito come una ballerina. Corro per il palazzo. Sono osservato, credono in me.
SONO IN OSSERVAZIONE. TRABOCCO.
Finirà... Tutta la vita le stesse domande, le stesse risposte. Giardini viziati da filosofi ciarlatani. Mentitori e leccaculi. Amare per il timore di morire. I fiori marciscono. Succulenti banchetti. Prostitute sparse, attorcigliate nelle delicate sete. Pazienti all´immolazione. Il letto nuziale il letto di morte, il velo nuziale il sudario.
(Pausa).
Fine settimana sanguinoso nel palazzo. I boia deambulano nei corridoi. Continuare ammazzando, continuare morendo. Messaggeri, ministri della morte... Gli schiavi, i traditori.
Imperare... essere legge viva, il potere supremo, l'autorità, ubriachi addormentati in tutti gli angoli... Adulteri e vitaioli...
I muri ascoltano! Sono vivi! Mi perseguitano. Farti di miele, ti mangeranno le mosche!
Strappo le tende.
II
NON MI RIVOLGO A NIENTE NÉ A NESSUNO.
Oggi era lunedì. Ho sonno, un sogno enorme. Domani compierò sedici anni. Qui è dove sono nato, la casa di mia madre. Sedici anni fa la mia casa era il tuo ventre. Ingoiavo il tuo sangue mi attorcigliavo nelle tue viscere. Le sputavo.
(Pausa.)
Mi davi la vita. Affogarmi, sotterrarmi nelle tue viscere, nascere morto. Bere il tuo latte avvelenato... Porto il tuo sangue nelle mie vene.
Voglio vedere sorgere il sole. Non continuare ad essere solo. Parlerò un giorno...
(Pausa)
Me ne sono andato da Roma come i topi, nascondendomi, fra le tenebre, scappando dal sole... Le strade deserte, le fogne tappate dai cadaveri... soltanto cani...
ANNUSANO
Loro ancora possono mangiare!... Soltanto tombe profanate, una multitudine di vermi assaporano il banchetto imperiale. Le statue lapidate. Le rovine pesano sopra le mie spalle.
IL SILENZIO.
Luna piena.
LA MIA OMBRA ALLARGATA DALLA FRAGILE LUCE.
Mi perseguita... Si deforma... Non sono un fuggitivo! Non perseguito nessuno! È giusto che si sappia quello che io non posso dire.
IL VENTO SIBILA.
La mia casa crolla... Sono responsabile del crollo. Furono informati della mia fuga.
Mi abbracciarono molto forte. La gente eccitata nel palazzo e nelle strade.
È LA VíGILIA DEL MIO COMPLEANNO.
Mi baciano le mani.
PIANGO. RIDO.
Mi spettinano... Ho dieci anni, cinque anni
(Pausa.)
Ti mentii? Gridasti di gioia.
(Pausa.)
Gridasti di gioia? Ti mentii?
(Pausa.)
Fuggo da lei. Cerco di proteggere la mia dignità... Sono un bambino. Uscii correndo dalla mia casa, mi segue... grida alle mie spalle... I sui servitori mi perseguitano... Che nessuno si azzardi a mettermi le mani addosso!
SONO CAPACE DI AMMAZZARE.
Tutto si arresta. Non sono un viaggiatore qualunque. Mia madre... la vedova, ha contratto un matrimonio con il vedovo... suo zio, il balbuziente. Un grido di rabbia. La sua risata isterica. Uno schiaffo mi fa barcollare.
IMMOBILE. PIETRIFICATO.
I miei occhi inchiodati nei suoi...
SCENDE LA NOTTE.
Mia mamma entra nella mia stanza. Non dice niente... Tocca la mia testa con più tenerezza di quella che io speravo...
NON POSSO CONTENERE LE MIE LACRIME.
Ti abbraccio... Il calore della tua pelle... I tuoi seni. Le tue cosce... Il tuo ventre.
NON DIVENTARE COME TUO PADRE.
Lo ripete. Parecchie volte. Le sue carezze. Il bacio sulla fronte. Ora ritorna ad essere mia madre... Si siede. Dammi le tue braccia! Sono ai sui piedi. La mia testa sulle sue ginocchia. Mi accarezza lentamente senza dire niente. Penso... Pensai... In me. A quella mano. Quanti amanti ebbe accarezzato? La sua mano scivola dal mio collo fino al mio petto. Il percorso di quella mano, la sua mano sopra la mia pelle. La mia esistenza dipende dai suoi spostamenti.
ORA VOGLIO DORMIRE.
Sarà... Martedì...
(Pausa.)
La lampada agonizza... Palpita la mia nascita. Voglio contemplare le stelle... È l'ora... di andarsene... da un posto all’altro... di lasciare... di andare... manca poco... per raccontare... per fare... per desiderare...
III
Parlo nell'oscurità. ora posso parlare. la mia voce È strana. MI riferisco aLle parole. se ne vanno con la corrente. iO, sono nel MARE.
Osservo. Ora per ora. Ho i piedi coperti di polvere! Ancora non toccano terra.
A VOCE BASSA.
Parole non dette. Parole all’orecchio di nessuno... Fui concepito. Dammi la terra, chiederò il mare. Dammi il mare, chiederò le stelle. Ho le stelle voglio il sole.
CHE CIELO! CHE LUCE!
Fare le uova e doverle covare.
COMINCIA A PIOVERE.
Dopo il sole brillerà un istante. Il cuore, in un pugno. Il sole nel cielo. E' l´ora. Prendere delle decisioni.
SILENZIO. SOLITUDINE.
Il vento scuote la polvere. Il mare. Le onde fremono.
LA PIOGGIA.
Siamo soli. Ho freddo... nervi, probabilmente... Avanti! Avanti!
FERMATI. SENTO I TUOI PASSI.
Papá, sei tornato, sei al mio fianco. Dove è il tuo volto? Ascolta il rumore del mare... la luna ci naviga...
PARLO.
Parlo tutto il tempo. Mi annoio. Ascolta le mie parole... Una goccia. Padre! Piangevi? Gridavi? Mi chiedi perdono? È una menzogna. Non farci caso, parlavo da solo. Completamente solo. Prima di morire ammazzasti un bambino con il tuo carro. Non hai voluto evitarlo. Questo è tutto. Un incidente, sono solo... soltanto io... da anni... Se mi avessero conosciuto!
Le tue ultime parole per me.
Qualch’un altro... chiunque altro. Al mio fianco. Immagino che mi sente... Mi parla...
Mi fermo davanti alla tua tomba. Leggo quello che c´è scritto. Non ci sono onori... Tocco il medaglione di pietra, dove c’è il tuo volto scolpito... Mai si trovò il tuo corpo. Non mi parlano mai di te.
ORA LE TUE PAROLE: TRA AGRIPINA E ME PUÒ NASCERE SOLTANTO UN MOSTRO.
Ti maledirai per avermi messo al mondo...
QUELLO CHE SONO DIVENTATO! SENZA PAROLE... RAGGIO DI LUNA.
Il tempo passa... Ora con le parole... Sono solo... È inverno... Il tempo passa... È autunno... Questo è tutto... Un´altra voltra...
IV
È PASSATO UN ALTRO GIORNO. SONO NATO DI NUOVO. ORA GIÀ NON POSSO DISTINGUERE REALMENTE QUELLO CHE HO VISSUTO DA QUELLO CHE HO SOGNATO. MI RESTA IL RICORDO. I SEGNI. LE IMMAGINI SI CONFONDONO. SONO UN ALTRO. QUELLO CHE SONO. ROMA HA SOLTANTO UNA VOCE. LA VOCE DI MIA MAMMA. NOI SIAMO IL SUO ECO. ACCUMULA ONORI SULLA MIA TESTA. TITOLI CHE NEPPURE HO DESIDERATO. DA QUALCHE PARTE. UN DESTINO DIFFERENTE È INCOMINCIATO PER ME. GLI VADO INCONTRO. È NATO QUESTA MATTINA. Più che il FIGLIO DI AGRIPINA. ORA SONO IL FIGLIO DEL SOLE... RITORNO IN CITTÀ.
È in festa. Qui si gioca ai dadi. Qualcuno sarà morto! La collera di mia madre e la lista dei suoi rimproveri.
DOVE SEI STATO? QUANTO HAI RITARDATO!
Riconosco i miei errori. Mi sono comportato come un ragazzo irresponsabile.
DEVO ESSERE EDUCATO.
È stata molto tempo ad accarezzarmi. Troppo tempo... dopo si è presa la libertà di...
(Pausa.)
Io inclinai la mia testa sull suo petto. Mi abbanndono tra le sue braccia... Lei parla... Come spiegarle che si rivolge ad un altro? Nato dal suo corpo, ma non dal suo spirito. Quell' altro è morto in me ieri mattina. Non voglio che la mia vera vita vada a beneficio di quella che lei mi prepara. Questo è troppo triste, già non mi piace. Se sono imperatore, sarò prima di tutto Nerone. Che lo sappia. Che si sappia. Il figlio del sole si estingue a fuoco lento...
V
LENTO DISCENDERE VERSO IL FORO. ASSORDITI GRIDI DEGLI SPETTATORI. APPLAUSI DELLA FOLLA. SONO AMMIRATO. NON TREMO. ANCORA NON POSSO SORRIDERE... ACCLAMANO IL MIO NOME SEPARANDOLO IN SILLABE.
Mi distinguono per quello che sono, il senso della mia esistenza, l'artista, il senso della bellezza.
ALZANO LE BRACCIA. SONO PIETRIFICATO. LA PROCESSIONE DELLE STATUE MI SEGUE. LE PORTE SI SPALANCARONO.
Mi annoia questa storia...
Discussioni a proposito del ritmo di un verso.
LA SONORITÀ DELL’ARPA.
Naturalmente... faccio la parte dell’eroe. Emetto la mia voce.
L'EMOZIONE MI STIMOLA. MI SALUTANO CON UN’OVAZIONE. URLI. BRACCIA ALZATE...
Si precipitano sopra di me, mi tolgono dallo scenario... Forse qualche giorno... finirano per strangolarmi. Per la musica... sarei capace di dar fuoco al palazzo. Mi rubano gli spartiti. Rovinano i miei strumenti...
"La tua voce è molto debole... ", " Che canzone mediocre! ", “È tua?” “Questo strumento è scordato. L`hai accordato bene?”
(Pausa.)
Voglio andare incontro a terre e popoli sconosciuti.
SCAPPARE DA TUTTI.
Il popolo vive l`estasi del mio canto. Si buttano sopra di me.
ADDIO. SONO IRRITATO.
Parenti e amici. Ripetono costantemente:
SEI IL VIVO RITRATTO DI TUA MADRE.
CONFONDONO LE NOSTRE VOCI.
Vorrei incontrare un volto, una chioma, un corpo nel quale potermi perdere! I miei giorni appartengono ad Agripina.
LEI È VOLGARE. NEI SUOI GUSTI. NEL SUO LINGUAGGIO. IN PUBBLICO. INSULTA. SI BURLA DI TUTTI. OSCENITÀ ESCONO DALLA SUA BOCCA. CLAUDIUS RIDE. BURRUS RIDE. SENECA RIDE. ED IO LI GUARDO CON LA VOGLIA DI VOMITARE.
Per me... niente! L'immaginazione vola, le speranze... Sogni senza forma... Il sole giorni fa brillava forte, era uscito per me. Invincible... Ora non può trapassare le tenebre che di nuovo sono cadute sulla mia vita. Posso soltanto andare avanti... appena. Ma avanzo!
VI
ANNOIATO PER LA STORIA DELLA MIA ESISTENZA. MI DISGUSTA.
Le mie decisioni, i miei fallimenti, i miei progetti... Almeno non rinuncio... Sarò imperatore. Senza che nessuno mi domandasse se veramente avessi voglia di esserlo... Inoltre perchè? L'impero cadrà infallibilmente su di me. La mamma ha teso le sue reti. Non potrò fuggire... Rancori, cospirazioni, minacce, il pugnale o il veleno... Il marito di mia madre. Il mio prozio. Lo zio del mio zio. Finirà come mio zio, accoltellato dai suoi soldati più fedeli... Lui si è divertito. Completamente solo. Poteva sorridere, se qualche volta sorrise.
VII
IN PRIMAVERA IMMERGESTI LA TUA MANO NELL'ACQUA DELLA FONTE. TI RINFRESCHI LA FRONTE. CHIUDI I TUOI OCCHI. LI RIAPRI. MI GUARDI E MI SORRIDI.
La strada è deserta. Cammino verso di te. Quante parole! Quante canzoni! Posso contarle. Posso cantarle. Risuonano nella mia testa... I tuoi sorrisi, i tuoi occhi, le mie lacrime... Posso sperare. Sognare con te. Posso innamorarmi una volta, per sempre.
(Pausa.)
Andai un´altra volta verso la fonte, [JA1]questa volta non c`eri...
ROVESCIO L'ACQUA NELLA FONTE. IMMERGO LA MIA MANO. TENTO DI CAPIRE IL RUMORE DELL'ACQUA.
La fonte deve sapere. Verrai.
ASCOLTO IL MIO ECO.
Come ti chiami?
(Pausa.)
Questa è la risposta... Sogno o divento pazzo? Le tue mani e le mie... umide, il resto già non importa... Te, nessun`altro che te può dare vita alla mia vita... Devo allontanarmi da te. Non potrò... Il mio sogno solitario è pazzo. Incontrarti di notte lontano da Roma. Dopo quel giorno che non finiva mai. Nella notte che non finirà mai.
(Pausa.)
Non sei venuta... Devo continuare a vivere... Un urlo dentro di me... nella mia testa... Ho paura di svegliare tutto il palazzo... Tutto è una menzogna... Un'immagine mi guarda con i miei stessi occhi... Senza la minima compassione. Tutto il palazzo è sveglio.
VIII
PARLO AGLI DEI
Che mi ammazzino... che mi aiutino a morire! Non voglio essere. Claudius è morto. Nerone è imperatore. Sono perduto. Il sogno non può finire perché non è un sogno... Sono imperatore. Tento di convincermene. Mia madre mi spiega. Tra il pesce... il festino, l'acqua, il vino prediletto da Claudius. Il vizio invitava al crimine. Un veleno sottile nel succulento cibo. Il corpo scuote. Si agita.
LA MIA OCCASIONE È GIUNTA.
La mia stanza è l`unico posto dove io non sono imperatore... Dopo la morte di Claudius, un altro Nerone... Uno nuovo... Sono oppresso, non sono io che decido... Lei è riapparsa. Sputo il suo veleno. Sedici anni da figlio. Ora sono io il suo padrone... Per ora è soltanto una frase.... Parole... Fragili parole, come un bambino appena nato... Spetta a me... alimentarle... fortificarle... La morte di quel vecchio stupido non mi affligge. Non ho perduto un padre, nemmeno un amico. Soltanto un parente indefinito. Balbuziente... decrepito... imbecille ed inutile... Mamma... Perchè mi obblighi a farti del male?
NON VOGLIO ANDARE A LETTO CON LA MIA SORELLA.
Aiutami a non offenderti...
IX
Ieri... fu il mio compleanno.
FUORI.
Litanie... sacrifici... processioni...
DENTRO.
Amici... regali... Feste... Il mio cuore non era lì...
SONO INVECCHIATO DI DIECI ANNI.
Nerone. Il musicista, il poeta... Nerone il cavallerizzo... Nerone il sole... Ora l'imperatore... Britannico morii la notte scorsa... Un bambino portava il veleno. Un orribile serata... Spaventosa notte. Ha avuto una crisi... È piombato... bruscamente sull tavolo, alla fine del banchetto. L`ho visto... I suoi occhi fissi, come fulminato da un raggio. Fu una crisi di epilessia. Un malessere passeggero. Ci soffre da bambino...
CHE CONTINUI LA CENA.
Ha rovinato la festa... era troppo importante per me, i miei versi sono passati in secondo piano. Fu bruciato e sepolto la stessa notte, nel mezzo della tempesta. Il popolo non deve vedere le macchie nere del suo corpo... È un triste spettacolo...
(Pausa.)
Hanno il coraggio di accusarmi! Le voci giungono fino a me. Un miscuglilo segreto... Ripetute prove... La complicità d'uno schiavo... Dati... più dati. Dati senza prove... Vada come vada... la verità non sarà nei miei atti, se non soltanto in quello che loro pensano... I miei atti non saranno minimamente esistenti fin tanto che la voce pubblica non li abbia nominati... I miei servizi si trasformerrano nelle manovre, nelle debolezze... a volte anche in generosità. Perfino i miei errori verrano tergiversati. Governare è accettare tutto questo... Non potrò sopportare che l'opinione pubblica equivochi i miei atti con troppa frequenza...
X
Lasciamolo qui il nerone che sta interpretando la parte dall'Imperatore. L´ETERNITÀ È A PORTATA DI MANO... DECLINA IL GIORNO. È L`ORA DEL MIO INCONTRO COL TRAMONTO DEL SOLE.
Certo! C´è un Nerone del giorno e un Nerone della notte... Il profilo di un Nerone che nessuno conosce, ancora. Maturo all´ombra degli affari dell´impero.
Ho vent’un anni. Che sarà di quel giovane che il giorno del suo compleanno andava a vedere il sorgere del sole? Che tipo di imperatore sono? Sono... Un anello? Una statua? I miei colleghi... Augusto... Tiberio... Calígula... Claudius... So che sono un artista. Forse dovrò cominciare con alcune proibizioni? Sospendere determinati spettacoli. Basta con le stravaganze! Basta vendere porcherie nei mercati! Ho la capacità della riflessione. Voglio che Roma abbia i miei busti, è finita la tolleranza... Non più immagini di mediocri... Immagini volgari... Almeno ho un consolazione... Le monete sono meglio elaborate delle sculture... È finita l´arte per gli imbecilli!
Buio.
XI
Chi può comprendermi? Mia madre si è trasformata nella mia amante. Non posso negarle di entrare nella mia stanza...
NON HO CORAGGIO.
Voglio contemplare le stelle... il cielo... L'aria fresca... questa ebbrezza... Ci sarà una cerimonia! Assisterò alla processione! Offrirò un sacrificio! La vittima è già scelta! Sono io! Finiranno per schiacciarmi. Vorrei cambiare questo impero per un istante di solitudine!...
SONO SCHIFATO.
Un'arma, per strapparmi questa vita! Per spellarmi vivo... Chiedo aiuto. Chi può capirmi? Il mio cuore accellera...
BRUSCAMENTE. NON HO PAURA. APRO LE MIE BRACCIA E TI RICEVO.
Ascolta e sorride.
Urla e oscurità.
SI ALZA DI SOPRASSALTO.
I tuoi capelli cadono sull tuo viso... Hai perso le tue forme sul letto... Ora i tuoi capelli, volano nell'aria. Le tue mani strappano il tuo vestito... lo distruggono...
PIANTAMELO QUI. GRIDI SCOPRENDO IL VENTRE CHE MI PORTÒ AL MONDO. LA TUA PELLE... AFFONDO IL COLTELLO NELLA TUA PELLE. LA FERITA SI APRE COME UNA BOCCA ASSETATA. CHE SILENZIO! L´oracOlo è compiuto.
La mia angoscia familiare. Il tuo sepolcro aperto. Il boia sacro, il mio cuore strappato. La tua morte serena. Acquila bianca. Acquila nera. Divorando la pregna lepre. La legge divina, la sentenza del popolo. L`eredità misteriosa del delitto. Ti chiamo con le mie lacrime, la mia colpa. Oggi ho sognato. Dolore sconsolato. Nelle mie fasce, appena nato. Il mostro orrendo chiede latte ed estrae sangue. Dal tuo petto. Chiede soccorso ora...
(Pausa)
Ora sì... che sei bella... sembri addormentata.
XII
Popea è bella... ed io... e tutti gli altri... Appena... un istante. Entra nella mia vita... I suoi veli trasparenti... il suo corpo sboccia...
METTO I PIEDI IN UN ALTRO MONDO. LA MIA TENEREZZA.
Sono un lupo insaziabile... Per la prima volta ho voglia di dominare il mondo... Purtroppo solo... solo...
SOLTANTO L'IMPERATORE HA IL PRIVILEGIO DI POTER SOGNARE DI ESSERE MENO DI QUELLO CHE È...
Vado via da Roma per colpa di una donna. Ritornerò a causa di un'altra donna... Ritornerò per stupire. Domani Mercoledì... Un nuovo Nerone senza maschere, senza catene. Un Nerone vero che parla a nome propio. Fedele a me stesso... Un artista... Un imperatore. L`arte e il potere... Non serve a niente governare se si tratta soltanto di governare...
(Pausa.)
Roma e la frenesia... La pazzia, le grida, il furore, gli applausi, i baci...
NOTTE D’AMORE. FEBBRE IN TUTTO IL MIO CORPO. OCCHI ARDENTI.
Canti, discorsi, ovazioni, bandiere colorate, trombe.
IL MIO NOME.
Voglio cambiare Roma! Nei secoli hanno voluto conquistare il mondo... Ora il mondo è di Roma... I romani ieri conquistavano, oggi godono della conquista, domani saranno artisti... Voglio creare in libertà, comporre poemi, scrivere musica, cantare sullo scenario. Desidero pormi al servizio della bellezza... Mi alleno quotidianamente. Un regime rigoroso, capace di favorire la mia voce, la mia muscolatura... Sento il teatro esultare, rianimarsi.
CAMMINO VERSO LA PORTA CENTRALE.
Mi sento come un bambino che sta per nascere. Avanzo verso la vita. Per la prima volta dò alla luce un altro Nerone, quello vero... L'artista...
SONO SULLO SCENARIO.
Canto e mi vedo cantare... Il teatro mi cade addosso, avvolto di applaussi e grida di gioia...
URLANO IL MIO NOME.
XIII
Ventidue anni...
NON VOLEVO REGNARE. VOLEVO ESSERE ARTISTA. ORA, SE VOGLIO ESSERE UN ARTISTA DEVO REGNARE.
Parlai con voce soave e fui ignorato. Arrivò il momento.
DEVO ALZARE LA VOCE.
Sono impaziente... voglio andare troppo lontano.
(Pausa.)
Mi sposo con Popea. Devo togliermi Ottavia di dosso. Non basta dirlo... Oggi firmo la sentenza di morte.
(Pausa.)
La firmai immaginando la sua gioventù e la triste vita che portò... La nostra infanzia...
Mia madre le chiese che mi amasse. Spero di poter seppellire il ricordo ora. Tutta la mia tristezza... Il mondo è pieno di falsi valori.
POPEA È INCINTA.
Avrò un figlio. Il mondo avanza, si lacera, si polverizza... Nascerà una fragile creatura. Porta il sangue di Nerone e della donna che amo. Prima che tu arrivassi, figlio mio... sangue mio... vita mia...
NON ASPETTAVO NIENTE.
DEVO PARLARE.
La perdo...
(Pausa.)
Mi abbandonerà ogni giorno, un po' più, giorno per giorno... Il suo sorriso... le sue carezze... Lo so, lo so... La dimenticanza ora più che la morte... Lei è morta... La figlia che Popea mi diede... morta. Nella morte... l'indifferenza. Non saremo vinti per la dimenticanza della morte. Senza... nè lei... Senza... nè me. Posso riflettere...
(Pausa.)
Le sue dita smisero di stringere il mio. Quanti Neroni morirono in quel momento? Non c'è luce nel giardino... né uccelli... Né nessuno... Ho freddo, freddo, molto freddo... Le sue braccia... Devo rinunciare a vederti correre in questi giardini, nella terrazza di questo palazzo? Non mi rassegno a perderti. Devo dimenticare. Sarai statua.
XIV
Altre ombre...
Mio nonno, morto in una battuta di caccia... Mia nonna, la lasciarono morire di fame... Vissero... amarono... soffrirono... Mio padre... il suo corpo deformato dalla malattia... Quindi cremato... Il viso di Claudius teso... gli occhi aperti... mi guardano... nel suo sudario...
(Pausa.)
quella di mio fratello Britannico... Pallido... con macchie nere...
XV
DIECI ANNI SENZA RIVOLGERMI A NESSUNO. A NIENTE. MEDITO SUL PASSATO.
Roma è in pericolo... Sono l'unico. Scudo contro l'ignoranza, la fame, il tedio, lo sfruttamento. Mi sento come un padre i cui figli giocano sul bordo di un precipizio... I senatori vollero onorarmi col titolo di Padre Della Patria. Roma, vigilia di una catastrofe... L'euforia, i festeggiamenti della notte... si spengono... Bruscamente...
ROMA SI INCENDIA. UNA NUVOLA DI FUMO SUL GRAN CIRCO... IL FUOCO È IN TUTTE LE MENTI... L'INCENDIO. IMBRUNISCE. GUARDO ROMA. LA NOTTE NON MI SEMBRÒ MAI COSÌ TRANQUILLA. LUNA PIENA. CIELO STELLATO. LA SCENOGRAFIA DI UNA TRAGEDIA... ROMA ARSE! IL FUMO E LE FIAMME. CITTÀ DISTRUTTA DAL FUOCO. GRIDA.
Donne impotenti davanti alle loro case incendiate... Uomini impauriti... mezzi nudi... Corrono... gridano... rubano... si fanno largo tra cadaveri...
(Pausa.)
Ricostruirò una Roma più bella di quella di prima! Rovine in fiamme. Progetto ampi viali, edifici sontuosi... Un palazzo per i romani ed uno per me. Una Roma splendida, spaziosa, arieggiata. Portici, fonti... Mi danno voglia di cantare. So quello che voglio e come ottenerlo. Una città offerta alla bellezza.
MENTRE CONTEMPLO ROMA.
Un uomo si getta sulla sua spada per suicidarsi.
PIANGO.
XVI
IL CANTO ESCE DA ME COME UN LAMENTO, COME UN SINGHIOZZO. VOGLIO ACCHIAPPARE L'ANIMA DELLA CITTÀ CHE SE NE VA TRA LE FIAMME. ROMA RESUSCITERÀ. TI RESUSCITERÒ... LE STATUE DI BRONZO SI SONO STRUTTE... QUANT’È ESSENZIALE IL RUOLO DELL'ARTISTA... SENZA ESSO, IL BRONZO NON È NIENTE... QUELLO CHE MI AFFASCINAVA... ORA MI DÀ NAUSEA. ORA VOGLIO PACE. LA CHIEDO ALLA MIA ARPA. LA MUSICA ADDORMENTA E SVEGLIA LE ANIME.
XVII
La bestia si svegliò nuovamente! Le parole... Godendo tra le rovine... Dicerie nella città...
IO ORDINAI L'INCENDIO... IL FURORE MI DIVORA.
Frustare i colpevoli! L'incendio criminale. Inventare colpevoli. Ora piovono le denunce. Galli, Ebrei, Schiavi, Cristiani... Il vento... la casualità... Vecchi rancori alla superficie... I più minacciati pronunciano il mio nome per coprirsi... È da tempo che voglio cambiare il viso di questa città...
(Pausa.)
Se i cristiani sono colpevoli!... Finiscano i cristiani!... Fanatici superstiziosi... guardano il cielo... mormorano preghiere... Collera e schifo... L'incendio si estinse, ma le teste continueranno ad ardere... Brucino i Cristiani! Li gettino nelle celle, sono colpevoli del crimine contro Roma! Li gettino nel circo, alle fiere... affamati... indifesi... Vivi... Le bestie alimentate con i delinquenti...
(Pausa.)
Li appendano alla loro maledetta croce... che muoiano come colui che aspettano... che non sperino più...
(Pausa.)
Il fumo nero, bruciati con la torcia... di ogni torcia un urlo di sofferenza. Migliaia di voci di moribondi formano il gran lamento di un popolo di vittime. La moltitudine si rallegra in mezzo all'immenso dolore, ha il colpevole...
XVIII
UN ALTRO ANNO PER LE STRADE DI ROMA. NON HANNO CAPITO NIENTE. QUELLO CHE COSTRUISCO È IL VISO DELL'ARTE E DELLA BELLEZZA.
Come posso esulare dalla calunnia e le ingiurie?
ABBAIANO A LA TIRANNIA.
Caricatura o boia? Tradimenti da sopportare...
IO SONO SALVATO. IL MONDO INTERO È SALVATO. POPEA ASPETTA UN FIGLIO. MIO.
Inni e poemi si raggruppano nella mia mente... Nel ventre di Popea cresce pazientemente la fragile creatura che è nata dalla mia propria linfa...
(Pausa.)
Tutti riuniti nella stessa idea: Ammazzarmi. Nella mente di tutti l'immagine di Nerone morto... insanguinato... oltrepassato a coltellate... Si! Uomini che mi devono la vita... onori... vivono grazie a me! Sognano un pallido cadavere.
SONO ANCORA OFFUSCATO.
Senza comprendere.
(Pausa.)
I discepoli sono destinati a superare i loro maestri, non ad imitarli... non serve a niente.
SMETTO DI ESSERE UNICAMENTE IL TUO BRACCIO... E VUOI ASSASSINARMI.
Perché?
(Pausa.)
Già sono stanco... I miei occhi seguono ancora aperti, ma il mio cuore no... Sveglia!
XIX
SENECA È MORTO. MI SENTO LIBERATO.
Morì questa notte... Il sangue del suo braccio... fluiva lentamente, scarsamente... Nell'acqua tiepida... no!... la sensazione nell'acqua. Doveva morire.
ACCETTA LA TUA MORTE. È LA MIA RACCOMANDAZIONE. CONSERVATI BUONO.
Ora... Il valore del tempo... Il tempo che fugge... Il tempo rubato... Parlo con me... erano i tuoi insegnamenti.
(Pausa.)
Chiese di essere cremato. Ed io... Sputo sulle sue ceneri.
(Pausa.)
La morte... può sorgere da qualunque angolo... la morte...
XX
NESSUNO CONFESSA PER MEZZO DELLE TORTURE.
Parteciperò a tutti i concorsi, guadagnerò tutte le corone... Senza l'appoggio di nessuno... Li guadagnerò per la nuova Roma... il rumore delle trombe... Incorono la mia vittoria.
(Pausa.)
Il naufragio... il rumore del vento... le grida... da lontano... la barca inghiottita dal mare... Io ero sulla terrazza del palazzo... Un'altra morte... Popea è morta... e con lei mio figlio... Anch’io... rimango sull bordo...
(Pausa.)
Fui incoronato tre volte conquistatore... Morì all'alba... Volli vedere il bambino che mai vedrò tra le mie braccia... Non posso...
LO SCALPELLO SI AVVICINA AL CORPO DI POPEA.
Svengo... Vado via... Mi tirarono fuori di lì...
L'impero si sgretola alle mie spalle. Domani compio ventotto anni... la vecchiaia mi invade dall'interno... come un mulinello... la mia vita... la mia gioventù... passa.
XXI
A volte mi rendo conto... che con tutto quello che non ho contato si potrebbe raccontare un'altra vita... differente, opposta a questa. L'obiettivo dell'artista... è operare come artista. Sono stato scelto... Non potei scegliere... Imperatore si diventa... Ma artista si nasce.
(Pausa.)
Un altro si ammazzò questa notte... Per meglio dire: finì per morire dopo un lungo suicidio... Fu provato come un spettacolo...
Mieterò gli applausi più sonori... Dopo si sbaglieranno di me. Quelli che mi tradiscono... che mi odiano... che mi amano. L´unica cosa che rimarrà salva all'ingiuria, alla calunnia, all´infamia, alla bugia, sarà la bellezza che lascerò al mondo... che verrà dopo di me... Nessuno metterà in dubbio che io sia stato un artista.
(Pausa.)
Me ne vado col mio esercito di musicisti ed artisti...
VADO A CONQUISTARE IL MONDO.
In nome della bellezza. Violenterò le muraglie, i teatri, la mia musica, il mio canto. Conquistare la terra dell'arte... di nessuno... Sono il padrone dell'Arte, non di Roma. Il sole si alzerà cantado in coro il mio nome... Una marcia trionfale... Riconcilierò gli eroi del passato, sfileranno oltre a me... La sfilata trionfale, la sfortuna dei vinti...
(Pausa.)
Mi aspettava come proteggendosi da qualcosa... da qualcuno... da me... non potevo fargli niente... Alzò la testa... il suo sguardo nel vuoto... La sua somiglianza con Popea mi paralizzava... i suoi profumi... la perfezione della sua bellezza... La stessa immagine ripetuta in un altro corpo.
(Pausa.)
Il tuo viso all'altezza del mio, lo prendo tra le mie mani.
NON POSSO PARLARE.
Retrocedo un istante per contemplarti... I miei occhi... i tuoi occhi... non posso separarmi. Alzi il tuo sguardo... Hai deciso... Non ti separerai mai da me... Vado oltre a te... Bevo il tuo sguardo azzurro!... Mi parli degli Dei!... Attese impaziente la cerimonia della castrazione... Estirperanno i tuoi testicoli... Sarai simile ad un Dio... Uomo e donna contemporaneamente... Nascere maschio... vivere femmina... La nostra identità... L'amore. Il nostro incontro... Sedici anni... La tua bellezza... L'effetto delle droghe, l'allucinazione... I tuoi occhi meravigliati davanti a me...
NON VOGLIO CHE TI SIA AVVICINATO NESSUN UOMO.
XXII
Sono il Nerone che volevo essere... Le statue cominciarono a spellarsi. Gli Dei furono sempre gelosi del mio sonno...
HO GLI OCCHI INUMIDITI DALL'EMOZIONE.
Roma, ritorno a te, sei intatta, le tue colline... i giardini, il marmo... Voglio baciarti. Siamo stati separati per giorni e notti... I nostri corpi si allontanarono. Sono abituato agli applausi, alle carezze, all´euforia... Non mi abituo alle grida che chiedono pane.
(Pausa.)
Questa notte sarà terribile. Il cielo... Le stelle... Hanno sete di violenza, di avidità e vigliaccheria. Non di arte, né di bellezza... Tiranno? Porto una maschera tragica fusa a fuoco intenso sul mio viso, mi lacera... Come si libera uno di un tiranno? La storia di Roma è piena di sangue di imperatori assassinati dai loro amici più fedeli... dai loro parenti... dai loro intimi... dai loro cari... Sarò attaccato... Da chi?
XXIII
Chi tirerà fuori il pugnale dalla propia tunica e si getterà su me? Nei corridoi? Nei bagni? A tavola? Nella camera da letto? Vorrei finire con questo imperatore che non esiste. No, non sono mai stato altro che un artista!
(Pausa.)
Mi chiedono da mangiare! Io sono un artista! Deplorevolmente fecero di me un imperatore... Grida d´amore per l'artista... grida di odio per l'imperatore!
NON POSSO ANDARE AVANTI. IL NEMICO È IN ME.
Non ho più voglia di difendermi. Tutto si sgretola... oramai non ci sarà vita nuova... Oramai non sono l'attore del mio proprio dramma... Ci sono altre maschere che rappresentano il personaggio della mia vita.
SONO ESPOSTO.
Mi rimane solo il popolo... Soltanto esso può salvarmi... Parlerò... mi ascolteranno. Toccherò i cuori di coloro che un giorno mi acclamarono... Essi mi amano ancora. Arriverò fino al foro? Il pericolo è dovunque.
Se mi ammazzano, è l'arte ciò che perirà con me... Il nemico che mi toglie la vita... è in me...!
Che mi tolgano la vita, affinché io possa vivere il mio sogno!
RIMANGO DI SPALLE AL PUBBLICO.
HO FAME. HO SETE.
SPERO.
IMBRUNISCE.
Fine
Il Teatro del Potere.
Di Jerónimo Casas
Vorrei che il popolo romano avesse un'unica testa per tagliarsela solo di un colpo. Fermo. Alla mia schiena. L'esilio. Il mio nome Lucius Domicius Ahenobardus. Sono stato adottato, accettato. Il mio nome. Ora Nerone. Figlio del sole. Padre Della Patria. Principe della gioventù. L'avvelenamento di Claudius. Il singhiozzo. Il rutto. La natura alleviava le sue viscere. Andava a salvarsi. Ora la notizia della sua morte. Io, fermo. La notizia arriva alle mie spalle. Salve, Nerone Cesare. Un atteggiamento sereno. Tranquillo, riservato. Portato in una lettiga. Una spiacevole pioggia romana. Lettiga fiorita di aquile d’argento. Onorificenze. Avorio ed oro. Ricevere omaggi da tutti. Seneca nascosto nella sua vecchiaia, nella sua debolezza. Si nasconde dietro i muri. I condannati a morte di fronte a me. Perché devo condannarli a morte? Chi sono? Potere supremo. Vorrei non saper scrivere! Mamma, devi fare un viaggio. Devi riposare. Devo allontanarti da questo impero. Voglio che ammazzino quello schiavo! Il piano è fallito. È un inviato di mia madre. Sospetti ad ogni angolo. Vogliono ammazzarmi. VENTREM FERI. Batte nel ventre. I prigionieri. Schiavi. Bruciare le loro carceri. Acchiappati in esse. A loro rimane soltanto aspettare il massacro. Provare il veleno. Amo i miei schiavi! Contemplo di fronte alla prova della morte. Uno specchio. Non voglio stare solo. Si rifiutano di finire i loro giorni. Aprir loro le vene dei polsi. Delle caviglie. Il sangue della condannata tarda a sgorgare. Sangue del mio sangue. Di mia sorella, di mia moglie. Sommergetela in un bagno bollente! Vapori ardenti. Soffocatela. Affondare spilli nei suoi occhi. Voglio la sua testa! Voglio scappare coi miei schiavi. Cantare in una taverna. Come sono lontano dall'impero! Che freddo che fa! Mascherato da Romano. Non lo sono mai stato. Non lo sarò mai. Qualis artifex pereo. Che artista muore! Lontano da dove non ho mai vissuto. La mia patria. La terra che il sole illumina coi suoi raggi. Voglio partorire un imperatore. Nel teatro. Vestito di donna. Sono incinta. L'imperatore sta dando alla luce... Come una sbornia, sono innamorato, ed io sono l'amore. Amo la scenografia. Le torce. L'aria della notte. Ogni oggetto contiene un essere misterioso. Voglio stringerlo contro me. La mia voce accarezza. Abbraccia. Supero con brillantezza alcuni passaggi difficili. Un ultimo grido. Un ultimo accordo. Sopravvenne il silenzio. Immenso. Mi tolgo la maschera. Sono Dionisio circondato da Mènades sfrenati. Tengo la maschera in mano. Provo il mio discorso. Immagazzino piani di viaggi come altri ammucchiano monete d´oro. Il giorno che potrò non soffrire più, vuoterò i miei bauli. Addio. Stare nel mondo come sullo scenario di un teatro. Interpreto il personaggio di un uomo con un travestimento prestato, in una scenografia di oggetti. Apparenze. Tutto questo è stato fatto da una forza incomprensibile. La messa in scena può finire in qualsiasi momento.
Fine.
(*) Traduzione dallo spagnolo. Dina Povia – Jerónimo Casas.
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