Classe di ferro

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due tempi

di Aldo Nicolaj

Personaggi:

Libero Bocca

Luigi Lapaglia

Ambra

La scena: spiazzo verde con un albero ed una panchina,

tra il cemento di un quartiere di periferia di una grande città.

Oggi.


PRIMO TEMPO

Primo quadro.

Pomeriggio di tarda estate; dai caseggiati vicini voci, suoni, rumori. Bocca Libero, sui settant’anni ben portati, siede sulla panchina in contemplazione davanti alla copertina di una rivista. Lapaglia Luigi, sui settanta anche lui, entra in scena appoggiandosi ad un bastone e resta contrariato vedendo la panchina occupata. Dopo qualche esitazione si decide a sedere vicino a Bocca, che pare non accorgersi di lui. Lapaglia s'interessa alla rivista che Bocca tiene in mano e per vedere meglio la figura in copertina si mette gli occhiali. Allora non riesce a trattenere un'esclamazione d'ammirazione e Bocca si volta verso di lui, guardandolo seriamente.

LAPAGLIA              Che donna!

BOCCA                     Eh?

LAPAGLIA              Che pezzo di donna!

BOCCA                     Dove?

LAPAGLIA              Lì, sulla copertina.

BOCCA                     Che copertina?

LAPAGLIA              ... quella della rivista che ha in mano lei...

BOCCA                     Ah, sì... una gran donna...

LAPAGLIA              Chi è?

BOCCA                     E che ne so?

LAPAGLIA              Dovrebbe essere scritto sotto... Legga un po'... sarà un'attrice.

BOCCA                     Legga lei. (gli passa la rivista)

LAPAGLIA              Che seno! Che cosce! Che bacino! Un vero monumento.

BOCCA                     Allora?

LAPAGLIA              Allora che?

BOCCA                     ... un'attrice o un monumento?

LAPAGLIA              Ah, scusi... un'attrice. Un'attrice svedese.

BOCCA                     Avrà un nome, no?

LAPAGLIA              ...svedese.

BOCCA                     Certo, mica egiziano.

LAPAGLIA              Pieno di consonanti. Chissà come si pronuncia. Bella, però. Una statua!

BOCCA                     Capirà, svedese...

LAPAGLIA              Avere la sorpresa di trovarsela nel letto...

BOCCA                     ... trent'anni fa...

LAPAGLIA              Come dice, scusi?

BOCCA                     Ho detto trent'anni fa. Se se la trovasse tra le lenzuola adesso, cosa se ne farebbe? (e gli riprende la rivista)

LAPAGLIA               (dopo una pausa) Bella giornata, (silenzio) Gran bella estate,  quest'anno...

BOCCA                     (ancora non risponde)

LAPAGLIA              Come ha detto?

BOCCA                     Niente!

LAPAGLIA              No? M'era parso, (lungo silenzio) Saranno rimaste contente le rondini. Ne
hanno fatta di fatica per arrivare fin qui, ma almeno hanno avuto una gran
bella estate.

BOCCA                     Bestie stupide.

LAPAGLIA              Eh?

BOCCA                     Senza fantasia.

LAPAGLIA              Scusi ma... perché?

BOCCA                     Con tanti bei posti che ci sono nel mondo da vedere, tornano regolarmente ogni anno dove sono state l'anno prima. Uccelli sciocchi... uccelli piccolo-borghesi...

LAPAGLIA               Le rondini? ! ?

BOCCA                     Già, mica i rinoceronti! {ancora un silenzio)

LAPAGLIA               (controlla l’ora) Un quarto alle cinque. Ancora tre ore prima di andare a cena.

BOCCA                     Già. Tre ore. E io ho fame.

LAPAGLIA               Mica è fame buona.

BOCCA                     E che ne sa?

LAPAGLIA               Quando uno ha niente da fare e si annoia, sente fame. Ma mica è fame buona.

BOCCA                     Che discorsi! La fame non è né cattiva, né buona. La fame è fame.

LAPAGLIA               ... ma non fame da mettersi a tavola. Se la sentirebbe lei di mangiarsi a quest'ora una bistecca?

BOCCA                     E perché no? Ho fame, perché sto bene.

LAPAGLIA               Anch'io sto bene, ma non mi andrebbe a quest'ora una bistecca. Magari un dolcetto... un gelatino...

BOCCA                     Sento il bisogno di mangiare perché sono sano e ho lo stomaco buono.

LAPAGLIA               Anch'io. Stomaco sano e soprattutto un intestino, che funziona come un orologio. Se non fosse per le gambe...

BOCCA                     Le mie sono buone. Cammino tutto il giorno e non mi stanco mai.

LAPAGLIA               Io non più, ormai...

BOCCA                     Bisogna imporsi di camminare. Il moto fa bene.

LAPAGLIA               Specie alla nostra età.

BOCCA                     A tutte le età. Alla mia e alla sua.

LAPAGLIA               Non mi pare che tra noi due ci sia molta differenza...

BOCCA                     Ognuno ha l'età che dimostra. L'età che si merita.

LAPAGLIA               (dopo un silenzio) I giovani, invece, non vogliono più saperne di  camminare. Mio genero prende la macchina anche per andare a comprare le sigarette dal tabaccaio all'angolo...

BOCCA                     Succederà che tra un paio di generazioni i bambini nasceranno senza  gambe.

LAPAGLIA               Speriamo di no.

BOCCA                     Cosa gliene importa? Tanto lei non ci sarà più.

LAPAGLIA               E nemmeno lei.

BOCCA                     Appunto. Perciò di quello che succederà quando non ci sarò più me ne  frego.

LAPAGLIA               Io sono stato tra i primi ad avere la patente.

BOCCA                     Tutti gli imbecilli ce l'hanno.

LAPAGLIA               Adesso. Una volta eravamo in pochi ad averla.

BOCCA                     Si vede che una volta di imbecilli, ce n'erano di meno. E guida ancora?

LAPAGLIA               Col traffico che c'è? Da anni non guido più. E non ho nemmeno la macchina. Con tutte le disgrazie e gli incidenti che succedono...

BOCCA                     La natura si difende...

LAPAGLIA               Come sarebbe a dire?

BOCCA                     Una volta c'era la peste... le epidemie... Adesso ci sono le macchine. In un modo o nell'altro, chi deve crepare, crepa...

LAPAGLIA               Non basta più essere prudenti... avere i riflessi pronti...

BOCCA                     E, poi, guidare mica fa bene alla salute... Camminare sì, invece. Fa venire appetito...

LAPAGLIA               Noi, è meglio che non ne abbiamo troppo...

BOCCA                     E perché?

LAPAGLIA               Perché alla nostra età meno si mangia e meglio è.

BOCCA                     Alla sua, di età. Io se non mangio, mi ammalo. Il mio organismo ha  bisogno di nutrirsi. Se non avessi appetito, sarei già morto.

LAPAGLIA               Con questa estate bella e secca, chissà che vendemmia si farà. Saranno contenti, i contadini...

BOCCA                     Saranno contente le rondini... saranno contenti i contadini... Scusi, ma cosa gliene frega, a lei, se gli altri sono contenti o no?

LAPAGLIA               Dicevo perché con un'uva ben matura il vino...

BOCCA                     II vino non si fa più con l'uva. Niente si fa più come si dovrebbe. Nemmeno l'amore, perché lo fanno in pubblico, in gruppo e anche tra uomini. All'amore hanno tolto la poesia. L'uomo ha rovinato tutto. Ha distrutto il mondo e per che cosa? Per fabbricare dei detersivi. Campagne, boschi, mari rovinati per far diventare più bianche le nostre mutande. Puah!

LAPAGLIA               Però la vita è più comoda. E c'è più libertà.

BOCCA                     In che senso?

LAPAGLIA               Ai nostri tempi una rivista non avrebbe mai pubblicato la fotografia di una donna nuda, come quella che abbiamo visto poco fa...

BOCCA                     Ai nostri tempi le donne le mettevamo nude noi. Ed era meglio e c'era più gusto. (pausa)

LAPAGLIA               Caldo, eh? Fa ancora caldo. A lei il caldo piace?

BOCCA                     ... quando non è troppo caldo. E il freddo, quando non è troppo freddo...

LAPAGLIA               Quest'estate non ho sentito nemmeno il bisogno di alleggerirmi della maglia di lana. E me ne andavo in giro a mezzogiorno, sotto il solleone... Col cappello però. Il cappello ripara. Dal caldo e dal freddo. Io che esco col cappello, d'inverno non ho mai un raffreddore. E coi miei settantasei anni compiuti sto sempre bene. (si aspetta una reazione che non viene) Me ne dava di più?

BOCCA                     Di che cosa?

LAPAGLIA               ... di anni.

BOCCA                     Quanti ha detto che ne ha?

LAPAGLIA               Settantasei. Compiuti a marzo. Li dimostro?

BOCCA                     Tutti, li dimostra. Uno alla sua età dovrebbe essere più arzillo.

LAPAGLIA               In che senso?

BOCCA                     In tutti i sensi. Arzillo come me, per esempio, che i settantasei li compio ad ottobre.

LAPAGLIA               Siamo della stessa leva, allora.

BOCCA                     Anche se non si direbbe.

LAPAGLIA               La nostra la chiamavano classe di ferro, quando eravamo giovani. E di ferro lo era veramente.

BOCCA                     E lo è.

LAPAGLIA               ...di ferro?

BOCCA                     Lo è ancora. E dammi del tu, visto che abbiamo la stessa età.

LAPAGLIA               Gli anni te li porti bene, perbacco.

BOCCA                     I miei anni me li sono portati sempre bene.

LAPAGLIA               I miei si vedono invece. D'altra parte... settantasei anni sono tanti...

BOCCA                     ... per chi ne ha venti,... Ma per chi ne ha novanta, no.

LAPAGLIA               Mio nonno diceva sempre che dopo i settanta, tutti gli anni sono regalati.

BOCCA                     Perché ai tempi di tuo nonno a settant'anni si era vecchi. Ora la media della vita si è allungata. Se ne possono ancora fare, di cose, alla nostra età. Basta essere sani. E se tu sei sano...

LAPAGLIA               Digerisco i sassi, io.

BOCCA                     Mastichi? Hai la dentiera?

LAPAGLIA               Si vede?

BOCCA                     La portano anche i giovani, ormai. Quelli che vedi in televisione con quei bei denti bianchi, ce l'hanno tutti. Ma loro la portano per bellezza, mica per necessità.

LAPAGLIA               E forse per non andare più dal dentista.

BOCCA                     Sei proprio sano? Niente diabete, nefrite, artrite...?

LAPAGLIA               Niente di niente. Il medico dice che ho un po' di arteriosclerosi. Certo, le arterie non saranno più quelle di una volta, ma io nemmeno me ne accorgo...

BOCCA                     Prostata?

LAPAGLIA               Operato sei anni fa. Dopo, per un po' ero un giovanotto.

BOCCA                     Io sono tutto intero. Mai operato, mai ricucito. Forte e robusto come a vent'anni. Pressione un po' alta, questo sì, ma perché ho il sangue forte. Buono.

LAPAGLIA               Del resto, se qualche acciacco c'è, è la vecchiaia...

BOCCA                     Gli anni, vorrai dire, non la vecchiaia. Che è un'altra cosa. Tu ti chiami?

LAPAGLIA               Lapaglia. Lapaglia Luigi.

BOCCA                     E io Bocca. Bocca Libero. (si stringono la mano)

LAPAGLIA               Una bella combinazione essersi conosciuti...

BOCCA                     Perché?

LAPAGLIA               Perché siamo della stessa classe.

BOCCA                     Non ti crederai che siamo rimasti solo noi due e che gli altri siano morti tutti?

LAPAGLIA               No, questo no... Eravamo in tanti... Ricordo alla visita militare. Una fila che non finiva mai... Come formiche. Tutti nudi come vermi... E io che mi vergognavo di starmene lì, col pisello per aria...

BOCCA                     Se non lo avessi avuto, il pisello, non ti avrebbero fatto abile...

LAPAGLIA               Invece mi hanno subito destinato all'artiglieria pesante...

BOCCA                     Io sono andato in fanteria.

LAPAGLIA               (commiserandolo) In fanteria?

BOCCA                     ... che è la regina delle battaglie...

LAPAGLIA               Ma se non c'è l'artiglieria...

BOCCA                     Che discorsi! Queste cose potevamo dircele allora, quando eravamo  reclute col pisello per aria...

LAPAGLIA               Cinquantasei anni fa.

BOCCA                     Così tanti? Eh già. Proprio cinquantasei.

LAPAGLIA               Una rabbia quando mi hanno rapato. Pensavo che senza i miei ricci, le ragazze non mi avrebbero più degnato di uno sguardo. Ero un bel figliolo, allora...

BOCCA                     Io ero come sono oggi. Tale e quale. Non sono cambiato.

LAPAGLIA               Avevi già i capelli bianchi?

BOCCA                     Capelli a parte. Allora erano biondi.

LAPAGLIA               Dopo sei mesi, il tenente mi fa «Lapaglia Luigi, ti facciamo caporale. E tanto per cominciare vai a fare il caporale di ramazza», (ride) Bei tempi!

BOCCA                     Chiamali belli... E la guerra?

LAPAGLIA               Bei tempi perché avevamo vent'anni.

BOCCA                     E la guerra li faceva quasi tutti fuori, quelli che avevano vent'anni...

LAPAGLIA               Quanti ne ho visti morire... Una volta...

BOCCA                     Dove abiti? Da queste parti?

LAPAGLIA               Sul viale, al 607, davanti alla fermata dell'autobus. Tu?

BOCCA                     Dalla parte opposta, dopo il supermercato.

LAPAGLIA               Sono finito qui a vivere con mia figlia. Proprio con lei dovevo capitare...

BOCCA                     Non ci stai bene?

LAPAGLIA               Non è cattiva, ma ha un carattere... Dura, autoritaria, prepotente... Ma gli altri figlioli non mi hanno voluto, dopo la disgrazia. I vecchi, nessuno li vuole.

BOCCA                     Ma tua figlia sì...

LAPAGLIA               Perché  le  fa  comodo.   Con  la mia pensione  si  paga le  cambiali dell'appartamento. Guadagna lei, guadagna lui, guadagna la figlia grande, ma sono pieni di debiti. Sfido, comprano di tutto. Alla fine del mese arrivano cambiali come piovesse...

BOCCA                     Anche in casa di mio figlio è la stessa cosa. Non fanno che comprare. Ma mia nuora è gentile. La sera mi fa sempre la minestrina.

LAPAGLIA               Io, prima vivevo con l'altra mia figlia, Luciana. Con lei stavo bene.

BOCCA                     Dopo cena, mi da anche mezzo bicchiere di vino perché me lo beva  mentre guardo la televisione. Tu la vedi?

LAPAGLIA               ... sì, ma quando loro decidono di andare a letto, spengono. Non  vogliono consumare corrente solo per me...

BOCCA                     A me non piace la televisione. Tutte quelle ombre...

LAPAGLIA               Aveva ormai quarant'anni, credevo si fosse messa il cuore in pace, invece si è innamorata di uno che lavorava in Svizzera...

BOCCA                     Chi?

LAPAGLIA               Mia figlia Luciana. Così ha deciso di andarsene anche lei in Svizzera con lui. Ma non ci è arrivata. Un incidente di macchina. Lui se l'è cavata, lei, invece... Proprio lei doveva andarsene... Perché mi fosse morta questa, di figlia... o mio genero... o anche tutti e due, sarebbe stato meglio...

BOCCA                     Non muore mai chi vorremmo noi.

LAPAGLIA               Appunto. E così tutti a dire che da solo non potevo stare, perché sono  vecchio e avrei potuto morire senza che nessuno se ne rendesse conto...

BOCCA                     Come se fossimo soltanto noi vecchi a morire...

LAPAGLIA               ... così i figli hanno disfatto casa, si sono divisi tranquillamente la roba, come se io fossi già sottoterra e mi hanno mandato qui, da Mariuccia. Così non starai solo, mi hanno detto. Invece sono solo più che se fossi solo. Perché mia figlia e suo marito non li vedo mai, i figli sono sempre fuori... Io avevo pensato che i nipotini mi avrebbero tenuto compagnia. Invece... come hanno capito che di soldi da scucire, non ne avevo, mi evitano come se avessi la peste...

BOCCA                     Ragazzi!

LAPAGLIA               Un corno! È a quell'età che dovrebbero imparare ad avere rispetto per chi ha più anni di loro. A casa mia, quando ero ragazzo, era sempre mio nonno, che si serviva per primo. A me danno gli avanzi...

BOCCA                     A me, mia nuora, la sera fa sempre la minestrina...

LAPAGLIA               Ai figli le bistecche grosse così perché devono crescere. Per loro  bistecche così perché lavorano. E a me verdura cotta e mezza mela.

BOCCA                     Io ho bisogno di carne. Carne al sangue e vino rosso. Quanto mi piace la carne.

LAPAGLIA               ... e se protesto, mi prendono anche in giro.

BOCCA                     II ben di Dio che c'è in casa mia... Ogni settimana mia nuora va a far la  spesa al supermercato, compra tanta di quella roba, riempie il frigidaire... In pochi giorni sparisce tutto.

LAPAGLIA               Da quando non fumo più, m'è venuta voglia di dolci. Così ogni tanto mi compro le caramelle. Mia figlia dice che devo vergognarmi, alla mia età, di mangiare caramelle. Me le prende di tasca e le da ai bambini...

AMBRA                     (grossa,   sui   65   anni,   capelli   tinti,   entra   chiamando   un   gatto) Miciomiciomiciomiciomicio...

LAPAGLIA               (non le fa caso) E io che non devo crescere e che non lavoro più dovrei morire di fame? Niente carne, niente caramelle... Come se non avessi passato la vita a sgobbare per mantenere la famiglia. E una volta la vita mica era così facile come lo è adesso...

AMBRA                     Miciomiciomiciomiciomicio...

LAPAGLIA               ... si lavorava duro, mica si aveva l'orario unico...

BOCCA                     ... e la settimana corta...

LAPAGLIA               ... le ferie pagate... i sindacati che controllano la situazione... E tutte queste conquiste a chi le devono? A noi. Noi non le abbiamo godute, perché non ne abbiamo avuto il tempo, ma loro sì.

BOCCA                     Ma se adesso vanno in macchina persino a lavorare...

AMBRA                     Hanno mica visto un gattino?

BOCCA                     (come avesse detto: un marziano) Un gattino?!?

AMBRA                     Sa cos'è? Un gatto piccolo, un gatto non ancora cresciuto. Sa cos'è un gatto? Una di quelle bestioline pelose, coi baffi e coda, che fa miaao!

BOCCA                     S'immagini se noi qui abbiamo tempo di vedere se passa un gatto...

AMBRA                     Mica è questione di avere tempo o no. Se un gatto ti passa sotto il naso, lo vedi, no? Stavo dandogli da mangiare, ma è passato un cane, ed è scappato via.

BOCCA                     Il cane?

AMBRA                     Ma che cane!  Il gatto. Miciomiciomiciomiciomicio...  Mah, sparito. Poveretto, corre il rischio di morir di fame. Perché in questa zona hanno appena fatto la derattizzazione. Un bel guaio!

LAPAGLIA               Un guaio perché?

AMBRA                     Mica per me, per i gatti. Se il buon Dio ha creato i topi, vuoi dire che servivano a qualcosa, se non altro a riempire la pancia ai gatti. Ma l'uomo mette il naso e decide di far sparire i topi...

BOCCA                     Dio aveva creato anche i brontosauri. Sono spariti e nessuno ne ha sentito la mancanza.

AMBRA                     Tra i brontosauri e i topi c'è qualche differenza...

BOCCA                     Dice?

AMBRA                     Mi prenda pure in giro, non mi arrabbio. È il bello del mio carattere. E se vedono il gattino mi diano una voce. Basta che mi chiamino. Il mio nome è Ambra. Mi chiamano anche la maestra, perché fino a poco tempo fa ero maestra giardiniera...

LAPAGLIA               E adesso, è in pensione?

AMBRA                     Mi riposo, ma i bambini mi mancano. Per fortuna ce ne sono tanti nel caseggiato e qualcuno viene sempre a tenermi compagnia... Io avrei tanto desiderato avere un bambino, ma il destino non ha voluto. Ma anche se non mi sono mai sposata, ho avuto una vita tranquilla. Sono grassa proprio perché non ho preoccupazioni. Mangio quello che mi pare, non mi privo di niente, la pensione che ritiro, me la spendo tutta. Se risparmiassi, i soldi che mi resterebbero a chi li lascerei? Ho un bell'appartamentino... là; vedono quella finestra coi garofani? È quella della mia camera da letto...

BOCCA                     Eccolo là, il gatto...

AMBRA                     Dove?

BOCCA                     È corso da quella parte...

AMBRA                     Verso casa mia, allora. Grazie, arrivederci! (esce)

LAPAGLIA               C'era veramente?

BOCCA                     II gatto? Macché, l'ho detto per togliercela dai coglioni. Altrimenti se ne sarebbe stata qui a raccontarci tutta la sua vita.

LAPAGLIA               Donna in gamba... simpatica...

BOCCA                     Trovi? Per me dev'essere stata una gran puttana!

LAPAGLIA               Veramente?

BOCCA                     Ci metterei la mano sul fuoco.

LAPAGLIA               Cosa credi, allora? Che una cinquantina di anni fa ce la possiamo aver portata a letto e chiamata amore?

BOCCA                     Mai chiamato amore una puttana. (pausa) E il gatto era una scusa. Ti aveva messo gli occhi addosso. Era un modo per attaccare discorso.

LAPAGLIA               Mi aveva messo gli occhi addosso? Ma va là...

BOCCA                     (rifacendole il verso) «Vedono quella finestra coi garofanini? È quella della mia camera da letto...» e ti faceva gli occhi dolci.

LAPAGLIA               ...a me?!?

BOCCA                     Uno sguardo che era tutto un programma. Non dirmi che non te ne sei accorto. Se non ci fossi stato io, ti avrebbe portato a casa sua... Certo, a te non sarebbe dispiaciuto. L'hai trovata anche simpatica.

LAPAGLIA               Ho detto per dire...

BOCCA                     Se non ti piaceva, perché le hai dato corda?

LAPAGLIA               Io? Ma fammi il piacere...

BOCCA                     Non facevi che farle domande, per trattenerla. Maestra giardiniera. Già, giardiniera perché lavorava nei giardini di notte e maestra di quello che so io. Ho occhio per le puttane. Quando alle due, alle tre uscivo dalla tipografia, ne trovavo tante sul marciapiede del palazzo, che non disarmavano... Ormai avrebbero dovuto conoscermi, eppure ci speravano sempre...

LAPAGLIA               Facevi il tipografo?

BOCCA                     Il proto, sai cos'è? Quello che fa i titoli. Per esempio, quando hanno sganciato la prima atomica, il titolo l'ho composto io. Su tutta la pagina, a caratteri di scatola «Sganciata la prima bomba atomica su Hiroshima». Bei tempi, allora...

LAPAGLIA               Perché sganciavano le bombe?

BOCCA                     Perché ero qualcuno... contavo qualcosa. Persino il direttore mi parlava  con rispetto. «Signor Bocca...» mi diceva...

LAPAGLIA               Io ero contabile in una grossa industria. Se avessi avuto un titolo di studio, se fossi stato ragioniere, chissà che carrierona avrei fatto...

BOCCA                     Io ero una persona importante, in tipografia. Nessuno impaginava come me...

LAPAGLIA               Del mio ufficio siamo andati in pensione in tre. Ma gli altri due non ce l'hanno fatta. In sei mesi sono morti di crepacuore...

BOCCA                     Che stupidi a morire di crepacuore. E perché? La loro parte, l'avevano fatta. Era giusto che sgobbassero anche gli altri, no?

LAPAGLIA               II primo mese, mi facevo sempre trovare all'ingresso dell'ufficio, all'ora di entrata. Speravo che, vedendomi lì, mi dicessero di andar dentro e rimettermi alla scrivania...

BOCCA                     Io me ne frego. Vogliono che mi riposi? Riposo. Non ho più messo piede in tipografia. Chi voleva vedermi, sapeva dove stavo.

LAPAGLIA               E ti hanno cercato?

BOCCA                     No. Ma io nemmeno ho cercato loro.

LAPAGLIA               Io mi mettevo lì, davanti all'ingresso, ma gli altri impiegati, specie quelli giovani, facevano finta di non vedermi. Così al mattino sono rimasto a letto a dormire. Ma il mio lavoro, lo saprei ancora fare, come prima. Invece devo gironzolare senza aver niente da fare, cercando di far passare il tempo, che non passa mai...

BOCCA                     Non capisco, le giornate volano via, le ore non passano mai...

LAPAGLIA               Anche la vita se n'è andata in fretta...

BOCCA                     Come se gli anni avessero avuto una miccia nel sedere...

LAPAGLIA               Vuoi?

BOCCA                     Cos'è?

LAPAGLIA               Non vedi? Una caramella.

BOCCA                     No, non mi piacciono le caramelle.

LAPAGLIA               Tu non ci vedi. Perché non metti gli occhiali?

BOCCA                     Non servono. Ho la cataratta.

LAPAGLIA               E non ti fai operare? (silenzio) Hai paura?

BOCCA                     Se uno entra in un ospedale, non ne viene più fuori. Vedi, coso... com'è che ti chiami?

LAPAGLIA               ...Lapaglia.

BOCCA                     Se in ospedale va un giovane, Lapaglia, lo curano e lo rimandano a casa guarito. Ma se ci va un vecchio come noi, lo tengono lì e non lo fanno più uscire. Deve morire di malinconia e di crepacuore.

LAPAGLIA               Ma non è vero...

BOCCA                     È vero, invece, è così! E io non ho nessuna voglia di morire. La vita mi piace, anche se ci vedo poco. Mi piace l'aria che respiro, l'acqua che bevo, il pane che mangio, il sole che mi scalda... Mi piace tutto della vita, non mi è mai piaciuto tanto stare al mondo come adesso..

LAPAGLIA               Anche a me. Mai capito quelli che si ammazzano.

BOCCA                     I giovani, lo fanno. O i matti.

LAPAGLIA               Ma se ci vedi così poco come hai fatto ad accorgerti di come mi guardava la maestra?

BOCCA                     Mica sono orbo: un po' ci vedo... Vedo l'albero... il palo della luce... le case, là in fondo...

LAPAGLIA               Vedi le cose, ma non le distingui, è così? E i tuoi ti lasciano uscire? Come fai ad attraversare la strada?

BOCCA                     In casa diventerei matto.

LAPAGLIA               Ora che ci conosciamo, possiamo vederci, ogni tanto...

BOCCA                     Certo, chi ce lo proibisce?

LAPAGLIA               Io esco tutti i giorni, mattina e pomeriggio.

BOCCA                     Anch'io. Beh, che si fa? Ti va di fare due passi?

LAPAGLIA               Senza correre, però. Mi fai vedere dove abiti se vuoi, domani mattina passo a prenderti.

BOCCA                     E perché dovresti passare a prendere me, tu che fai fatica a camminare? Perché pensi che io ci vedo poco?

LAPAGLIA               Beh... anche.

BOCCA                     Sentimi bene... coso... come ti chiami... Io ci vedrò poco, ma sto cento  volte meglio di te. Dimostro meno anni, cammino meglio, digerisco meglio, ci sento meglio, ho ancora i miei denti in bocca, i capelli in testa e tutte le altre cosette che devo avere. E faccio l'amore. Sissignore, tutte le volte che ne ho voglia. Non sono mica un rammollito come te.

LAPAGLIA               (lo ha lasciato sfogare, poi, dolcemente) Lo so che non sei un vecchio rammollito come me. Sei più giovane. Di sei mesi. Tu sei nato in ottobre, io in marzo.

BOCCA                     (lo guarda disarmato e sorride)

LAPAGLIA               (lo prende a braccetto ed avviandosi con lui) Dunque, tu dove l'hai fatta  la guerra? Io per quindici mesi sono stato...

Buio.

Secondo quadro.

Qualche tempo dopo. Bocca, con impermeabile sulle spalle, cammina nervoso, avanti e indietro. Lapaglia è seduto, con un giaccone addosso e un cappellaccio in testa.

LAPAGLIA               ... e mettiti a sedere... (silenzio) Che diavolo hai? (silenzio) Se non vuoi rispondere, cammina pure. Almeno ti scarichi i nervi, (silenzio) Non mi dici nulla?

BOCCA                     (tra i denti) Non dico nulla perché non ho niente da dire...

LAPAGLIA               Non ti va più la mia compagnia? (silenzio) Preferiresti quella di una  bella biondina? (silenzio) E smettila, mi fai girare la testa. Mettiti a sedere e rispondi: ce l'hai con me?

BOCCA                     No.

LAPAGLIA               Con chi, allora?

BOCCA                     Con nessuno.

LAPAGLIA               Guardami in faccia almeno. Cosa ti ho fatto?

BOCCA                     Niente. Sono di malumore.

LAPAGLIA               Si è di malumore per un motivo.

BOCCA                     E io, invece, sono di malumore senza motivo.

LAPAGLIA               Ce l'hai con me, lo so.

BOCCA                     E come l'avresti capito?

LAPAGLIA               Ti conosco bene, ormai.

BOCCA                     Tu mi conosci, io, invece, più frequento la gente e meno la capisco. Non la capisco mai.

LAPAGLIA               Se ti ho fatto qualcosa, dimmelo in faccia... (silenzio) Devi dirmelo, quello che pensi, (silenzio) Perché se non lo fai, vuoi dire che sei un vigliacco...

BOCCA                     Vigliacco sono io o lo sei tu?

LAPAGLIA               Io? Non farmi ridere.

BOCCA                     Ridi allora. Io mi mangio il fegato e tu ridi.

LAPAGLIA               E perché ti mangi il fegato?

BOCCA                     (si ferma di scatto) Perché tu non puoi sparire così, per otto giorni,  senza dirmi niente, lasciandomi ad aspettarti come uno scemo.

LAPAGLIA               T'ho spiegato quello che è successo.

BOCCA                     Se la mia compagnia non ti va più, dimmelo sul muso. Ma non puoi pretendere di tenermi qui a tua disposizione, aspettando che mi faccia la grazia della tua presenza. Non sono disposto a tenerti compagnia solo quando fa comodo a te.

LAPAGLIA               Se tu tieni compagnia a me, io la tengo a te e siamo pari.

BOCCA                     Della tua compagnia, me ne frego. Sto benissimo solo.

LAPAGLIA               Stai bene solo, ma diventi una belva quando non mi vedi.

BOCCA                     Non è questo. È che non voglio che tu mi cerchi solo quando non hai nulla di meglio da fare. Non sono lo schiavo di nessuno, io.
LAPAGLIA    Siedi qui ed ascoltami. Forse non mi sono spiegato bene. Dunque, giovedì Arturo, il mio maggiore, è venuto a prendermi per portarmi a casa sua. Ci sono stato a dormire e siccome venerdì era festa, sono rimasto da lui, anche perché è venuto l'altro mio figlio. Sabato e domenica siamo andati fuori, perciò mi ha riaccompagnato da mia figlia soltanto oggi, dopo colazione. Come potevo avvertirti?

BOCCA                     Con una telefonata.

LAPAGLIA               Non avevo il tuo numero con me.

BOCCA                     Ma lo trovavi sull'elenco...

LAPAGLIA               ... infatti ti ho telefonato diverse volte. Ma siccome non rispondeva nessuno, ho pensato foste tutti fuori...

BOCCA                     Non è vero, non hai telefonato. Mia nuora non è mai uscita di casa. Era a letto con l'influenza...

LAPAGLIA               Forse dormiva ed avrà staccato il telefono. Avrò telefonato in ore sbagliate...

BOCCA                     E perché avresti telefonato in ore sbagliate?

LAPAGLIA               Non immagini cosa fanno col telefono in casa di Arturo. I ragazzi ci  stanno per delle ore. Ci fanno l'amore per telefono.

BOCCA                     Sei un bugiardo !

LAPAGLIA               Ti assicuro che...

BOCCA                     Smettila, buffone! Del resto la colpa è mia, che mi sono fidato di te. Non mi convinco mai della mascalzonaggine del prossimo, finché non ci sbatto il muso.

LAPAGLIA               Vacci piano, Bocca Libero, perché io...

BOCCA                     Sentimi bene, coso... Non sopporto di essere preso per il sedere. Non mi lascerei prendere per il sedere nemmeno dal Padreterno, nel caso ci provasse. Figurati da un disgraziato come te!

LAPAGLIA               Io non sono un disgraziato e tu ce l'hai con me proprio per questo. Perché i miei figli si comportano con me meglio di come i tuoi con te: mi vogliono bene.

BOCCA                     Lascia perdere i tuoi figli! Me ne strafrego di loro. Come me ne strafrego di tutta la tua famiglia.

LAPAGLIA               I tuoi figli, caro Bocca...

BOCCA                     I miei figli, li lasci stare. Mettitelo bene in testa, coso... Lapaglia, che i figli di Bocca non si toccano. Non sono mica dei mascalzoni come i tuoi, che si fanno vivi solo quando hanno bisogno di te e che ti portano via la pensione e tutti gli spiccioli che ti restano in tasca. I miei sono affettuosi e gentili. Mi invitano sempre, sono io che rifiuto i loro inviti... Ma mi vengono a trovare ogni settimana e mi portano anche dei regali..

LAPAGLIA               Ti portano dei regali? Perché non me l'hai mai detto? E com'è che rifiuti i loro inviti?

BOCCA                     Perché la mia dignità non mi permette di elemosinare la carità e la compagnia dei miei figli. I giovani non devono immalinconirsi stando coi vecchi.

LAPAGLIA               Io non elemosino niente. Ma quando mi vengono a prendere, vado con loro volentieri, altrimenti darei loro un dispiacere... Perché mi vogliono molto bene.

BOCCA                     ... così bene che nessuno di loro ti ha voluto e ti hanno mandato in casa di tua figlia, che ti fa anche patire la fame...

LAPAGLIA               Mia figlia mi limita il mangiare perché glielo ha detto il medico. Ma mi è affezionata e mi tratta certo meglio di tua nuora, che per te non sa far altro che la minestrina alla sera...

BOCCA                     Se tua figlia ti tratta bene, com'è che ti lamenti sempre?

LAPAGLIA               ... perché sono un brontolone, come tutti i vecchi e quando qualcosa non mi va, la devo dire. Non sono come te che ti tieni tutto nel gozzo e hai persino paura a confidare a un amico come ti trattano in casa e come ti umiliano...

BOCCA                     Non è vero. In casa mi trattano come un re!

LAPAGLIA               E, allora, perché ogni volta che ti accompagno a casa, mi lasci con gli  occhi pieni di disperazione?

BOCCA                     Non solo sei bugiardo, ma sei anche cattivo.

LAPAGLIA               Non vuoi ammetterlo perché sei cocciuto, sei testardo. E sei anche invidioso di me...

BOCCA                     Bisognerebbe essere dei deficienti per invidiare un disgraziato come te, che non ce la fa più nemmeno a camminare e ha già un piede nella tomba...

LAPAGLIA               Senti chi parla: un cieco!

BOCCA                     La mia cataratta si cura, le tue gambe no...

LAPAGLIA               Meglio paralitico, che invidioso.

BOCCA                     Meglio cieco, sordo e muto, che bugiardo e cattivo come te.

LAPAGLIA               E va bene. Se è così, tra noi è meglio farla finita.

BOCCA                     Certo, che è meglio.

LAPAGLIA               Perché se tu non mi stimi più...

BOCCA                     Proprio così. Non ti stimo più.

LAPAGLIA               E allora smettiamo anche di vederci.

BOCCA                     Del resto è questo che vuoi. Almeno avrai più tempo da dedicare agli altri tuoi amici...

LAPAGLIA               Appunto. Non c'è niente di meglio della libertà.

BOCCA                     Dillo a uno che si chiama Libero da quando è nato.

LAPAGLIA               Come se avessi commesso chissà quali delitti in questi giorni...

BOCCA                     Non voglio sapere quello che hai fatto. Non mi interessa più.

LAPAGLIA               Non permettevo di controllare le mie azioni nemmeno a mia moglie. E Dio sa se ho voluto bene, a quella povera donna!

BOCCA                     Le avrai anche voluto bene, ma l'hai riempita di corna.

LAPAGLIA               ... ma lei non lo ha mai saputo.

BOCCA                     E questo era il gran bene che le volevi.

LAPAGLIA               Perché tu non ne hai mai fatte di corna, a tua moglie?

BOCCA                     Lasciala stare, mia moglie.

LAPAGLIA               Tu puoi parlare della mia e io non posso parlare della tua? ! ?

BOCCA                     No! Un bugiardo ipocrita e maligno come te, non ha nemmeno il diritto  di nominarla, una donna come mia moglie. Ma già, cosa si può aspettare da uno che tradiva la madre dei propri figli con puttane e bagasce?

LAPAGLIA               Ascoltami bene: corna o no, mia moglie, l'ho resa felice e lei lo ha ancora ripetuto prima di chiudere gli occhi. Perciò ho la coscienza pulita e tranquilla. Una cosa sola avrei voluto: morire io, non lei, povera donna. Perché una donna anche da vecchia sa sempre difendersi e rendersi utile, mentre un uomo...

AMBRA                     (appare festosa) Oh, chi si vede... il signor Lapaglia... Come sta? Il signor Bocca era così in pena per lei... Ha passato ore seduto su questa panca, ad aspettarla...

BOCCA                     Io? Sarà stata lei, piuttosto, che lo aspettava con ansia. Io mi limitavo a tenerle compagnia...

AMBRA                     Aveva un muso lungo così: sembrava un cane bastonato.

BOCCA                     Voi donne parlate solo per parlare...

AMBRA                     Perché lo ha fatto stare così in pena?

LAPAGLIA               Nessuno glielo aveva detto di stare qui ad aspettarmi...

AMBRA                     ... come un innamorato... (ride)

BOCCA                     Non darle retta. Non capisci che ti prende in giro?

AMBRA                     II signor Bocca era terrorizzato dall'idea che si fosse sentito male e l'avessero ricoverato in ospedale... Cercavo di tranquillizzarlo, ma lui era di un pessimismo... Dove se n'è stato?

LAPAGLIA               Fuori, coi miei figli.

AMBRA                     In viaggio di piacere?

BOCCA                     Il signor Lapaglia non deve rendere conto di quello che fa, né a me, né a lei, né a nessuno. Perciò lo lasci in pace.

AMBRA                     Ma non è giusto che l'abbia fatto stare così in pensiero...

BOCCA                     Io ero in pensiero per ben altre ragioni, cara la mia maestra d'asilo. Ragioni mie, personali. Dica, invece, la verità...

AMBRA                     Cioè?!?

BOCCA                     ... che era lei a soffrire per la sua assenza. Tanto è vero che, ora,  rivedendo Lapaglia non sta più in sé dalla gioia...

AMBRA                     Lei scherza sempre, signor Bocca...

BOCCA                     Su, lo abbracci... lo abbracci, io non guardo... Farà piacere anche a lui... a coso... stringerla tra le braccia...

AMBRA                     Meno male che ha ripreso a scherzare. Doveva vederlo nei giorni scorsi, una faccia da due novembre... Pensi che...

BOCCA                     Basta! Zitta! Nessuno l'ha autorizzata a mettere becco in faccende che non la riguardano.

AMBRA                     Lo sente come alza la voce? Ora che lei è tornato fa il prepotente. Ma nei giorni scorsi era mogio mogio... E così gentile; mi offriva persino le caramelle...

BOCCA                     (si alza di scatto e riprende a camminare avanti e indietro, nervoso)

LAPAGLIA               (piano ad Ambra) Era davvero preoccupato per me?

AMBRA                     Ha fatto male ad andarsene senza dirglielo. Perché lui...

BOCCA                     (minaccioso) Zitta! Ci lasci in pace. Non vogliamo pettegole tra i piedi.  Vada a dar da mangiare ai suoi gatti e smetta di dar fastidio. Altrimenti io la denuncio.

AMBRA                     Mi denuncia? E perché?

BOCCA                     Perché domenica è tornata dalla campagna, con un sacchetto pieno di topolini. E li ha lasciati liberi qui, sperando che prolifichino e i suoi gattacci non muoiano di fame.

AMBRA                     E anche se fosse? Lei come lo prova? Ah, caro signor Bocca, se tutti gli uomini sono come lei, ho vinto un terno a non sposarmi. A un marito come lei avrei messo subito un po' d'arsenico nella minestra. Si goda lei il signor Bocca, signor Lapaglia. Per me, oggi, non è giornata. Se le furie gli passano, si può festeggiare il suo ritorno da me, più tardi, con un bicchiere di vino. È vino schietto. L'ho portato domenica dalla campagna.

BOCCA                     Con i topi.

AMBRA                     Proprio così. Coi topi. (e se ne va ridendo)

BOCCA                     (dopo un lungo silenzio) Ehi... coso... Dico a te...

LAPAGLIA               Non mi chiamo coso. Mi chiamo Lapaglia...

BOCCA                     Senti, Lapaglia, allora...

LAPAGLIA               Sì?

BOCCA                     È stupido metterci a litigare...

LAPAGLIA               Sei stato tu a cominciare...

BOCCA                     (gli offre delle caramelle) Vuoi?

LAPAGLIA               Offrile alla maestra.

BOCCA                     Le ho offerte a lei, ma le avevo comprate per te.

LAPAGLIA               (prende una caramella e se la mette in bocca)

BOCCA                     Non è vero che sei stato dai tuoi figli. Ho telefonato tante volte ma nessuno rispondeva.

LAPAGLIA               Te l'ho detto: siamo stati fuori...

BOCCA                     Anche tu?

LAPAGLIA               (esita) Vedi, non hanno voluto lasciarmi solo e...

BOCCA                     ...e allora?

LAPAGLIA               (alza le spalle)

BOCCA                     ... dove ti hanno portato?

LAPAGLIA               Dalle suore.

BOCCA                     Quali suore?

LAPAGLIA               E che ne so? Quelle col velo nero...

BOCCA                     Vuoi dire... in un ospizio?

LAPAGLIA               ... e sono venuti a riprendermi soltanto oggi.

BOCCA                     E tu non lo sapevi, che ti avrebbero portato lì?

LAPAGLIA               ... giovedì sera, tornando a casa, ho trovato mio genero e mia figlia, sul portone, con la valigia. Mi hanno caricato in macchina e soltanto per strada mi hanno detto dove mi portavano. Ecco perché non ho potuto avvertirti...

BOCCA                     Dall'ospizio, però, avresti potuto telefonare...

LAPAGLIA               Lo so. Ma... non ne ho avuto il coraggio.

BOCCA                     Capisco. (la pace tra i due è fatta)

LAPAGLIA               No, bisogna esserci stati, per capire.

BOCCA                     Mi spiace.

LAPAGLIA               Non è stato allegro.

BOCCA                     Lo credo.

LAPAGLIA               Un brutto posto.

BOCCA                     Trattano male?

LAPAGLIA               Non è per come trattano. E che non sei più nessuno. Un vecchio, e basta. Un vecchio messo in prigione.

BOCCA                     Maledetti!

LAPAGLIA               Grandi camerate, come in caserma... Ma nelle caserme ci stanno i soldati, che sono giovani, allegri, sani... Lì, invece, solo gente che tossisce... che sputa... che si lamenta, che ti guarda con gli occhi vuoti... Tutti vecchi, tutti brutti... Io non pensavo d'essere anch'io vecchio e brutto come loro. Lì me ne sono accorto...

BOCCA                     Siamo come siamo. Cosa vuoi che sia la bellezza...

LAPAGLIA               Nel letto vicino al mio, la prima notte uno s'è sentito male. La mattina dopo vedo un paravento... Dietro c'era lui, morto.

BOCCA                     Su, su, non pensarci più...

LAPAGLIA               C'erano dei vecchi, che erano stati portati lì dai loro figli, per qualche giorno, come me... e nessuno più era tornato a riprenderli. Non avevano notizie della famiglia da mesi... anni... E io avevo il terrore che la stessa cosa succedesse  anche a me...

BOCCA                     Scusami, coso... Lapaglia...

LAPAGLIA               Mi hanno lasciato lì, in deposito, come una valigia...

BOCCA                     Perché non me lo hai detto subito?

LAPAGLIA               ... mi vergognavo.

BOCCA                     È tua figlia, che dovrebbe vergognarsi. E Arturo? E Amerigo?

LAPAGLIA               D'accordo con Mariuccia e mio genero. Luciana no, non lo avrebbe  permesso lei, ma Luciana non c'è più... Gli altri figli avrebbero dovuto morire, tutti, non lei...

BOCCA                     Ma quando tua figlia è venuta a riprenderti...

LAPAGLIA               ... come l'ho vista, sono scoppiato a piangere...

BOCCA                     E non glielo hai gridato sul muso, che lì dentro non ci vuoi più tornare?

LAPAGLIA               Nemmeno mi ascoltava, mentre glielo dicevo. Parlava dei giorni passati fuori, dell'albergo, di quello che avevano mangiato... furibonda per tutto quello che avevano speso...

BOCCA                     Loro spendevano e tu all'ospizio...

LAPAGLIA               Noi, ai nostri tempi, quando mai ci saremmo permessi di buttare via  tanto denaro per una vacanza, eh?

BOCCA                     Noi non vivevamo, come fanno oggi, di debiti, di prestiti, di cambiali. Quando proprio avevamo bisogno di qualcosa e non avevamo soldi, impegnavamo quel po' d'oro che c'era in casa...

LAPAGLIA               Sentivamo rimorso anche per quei quattro soldi che si toglieva alla famiglia, per andare con una donna...

BOCCA                     Io no. Non l'ho mai fatto. E, adesso, mi dispiace. Almeno se fossi stato un puttaniere, qualche soddisfazione in più me la sarei presa e, ora, avrei qualche ricordo in più...

LAPAGLIA               No, Bocca, no... Non sono quelli i ricordi che contano. E, poi, i tuoi figli non sono ingrati come i miei. Loro ti vogliono bene. Non aver rimpianti. La sola cosa che puoi rimpiangere è la gioventù. La gioventù, la forza, l'energia che avevamo allora. Io ero forte, sai?

BOCCA                     Io ero un fascio di muscoli, senza un filo di grasso...

LAPAGLIA               La sera si andava fuori con gli amici... certe camminate, di notte, nei viali, sotto i tigli... Che profumo, c'era...

BOCCA                     Un toro. Forte come un toro; me lo dicevano tutti...

LAPAGLIA               E le risate... Riempivamo le strade con le nostre risate...

BOCCA                     D'estate, al pomeriggio, andavo al fiume... Nuotavo nell'acqua fresca e  mi sentivo vivo, forte, con tutti i muscoli che rispondevano ai miei comandi... Del mio corpo il padrone ero io... Nuotavo e al primo brivido mi distendevo al sole... Un sole caldo... Com'era caldo il sole, allora...

LAPAGLIA               Ora, invece, non scalda più... Anche là, dov'ero... un sole freddo... Il cortile pieno di sole e io un freddo... passavamo le ore là, seduti sulle panchine...

BOCCA                     Devi darmi l'indirizzo...

LAPAGLIA               Di che cosa?

BOCCA                     Di quel posto dove ti hanno portato...

LAPAGLIA               Perché? Cosa te ne fai?

BOCCA                     Se un giorno non ti vedessi, saprei almeno dove cercarti...

LAPAGLIA               Credi che mi riportino là?

BOCCA                     No, non ti riporteranno più. Ma ad ogni modo meglio che sappia dov'è.

LAPAGLIA               Pensi che se loro dovessero fare un altro viaggio... o quest'estate per le vacanze...

BOCCA                     Sai che ti dico? Se loro se ne vanno, ce ne andiamo anche noi...

LAPAGLIA               E dove?

BOCCA                     Un posto che nemmeno t'immagini... Un posto bellissimo.

LAPAGLIA               E dove sarebbe?

BOCCA                     Da mia madre.

LAPAGLIA               Hai ancora tua madre? Quanti anni ha?

BOCCA                     ... nel paese di mia madre. Un paese di mare, con una spiaggetta dove la sabbia sembra d'oro. Ho sempre sognato di tornarci, prima di morire. Da piccolo ci passavo l'estate... Un mare così azzurro... e sulla spiaggia, tante di quelle conchiglie... Le feste che mi farebbero, se ci tornassi...

LAPAGLIA               Pensi che si ricordino ancora di te?

BOCCA                     Certo! Mi conoscevano tutti, allora...

LAPAGLIA               Allora...

BOCCA                     Già.

LAPAGLIA               Ma ci andavi da ragazzo...

BOCCA                     ... quando ero piccolo. Poi, dopo che mia madre è morta, io avevo sette,  otto anni, non ci sono tornato più.

LAPAGLIA               Settant'anni fa, allora... Ci andavi settant'anni fa...

BOCCA                     Mi pareva meno... (si alza) Facciamo due passi. Andiamo a berci un bicchiere di vino... Se vuoi, posso anche offrirti un dolcetto. Vedi, coso...

LAPAGLIA               Lapaglia...

BOCCA                     ... appunto, se avessi saputo che ti avevano portato dove ti hanno portato...

LAPAGLIA               Cos'avresti fatto?

BOCCA                     ... l'inferno, per portarti via di lì...

LAPAGLIA               Pensavo che non mi sarebbero più venuti a prendere, che sarei morto  anche io lì, una notte, dietro un paravento...

BOCCA                     Se avevo sette anni quando mia madre è morta, sono passati sessantanove anni... Sono passati sessantanove anni... o sessantotto... A me sembra ieri... Ma qualcuno che si ricorda ancora di me ci deve essere, per forza ci deve essere... (a braccetto parlando se ne vanno insieme)


SECONDO TEMPO

Primo quadro.

Ambra, seduta sulla panchina, lavora a maglia, avvolta in uno sciallone di lana.

Bocca entra con in mano un pacchettino di dolci.

AMBRA                    Oh, signor Bocca... solo?

BOCCA                     Come vede...

AMBRA                    E il signor Lapaglia non c'è?

BOCCA                     Se non lo vede, vuoi dire che non c'è.

AMBRA                    Sparito un'altra volta?

BOCCA                     È andato dal medico.

AMBRA                    Malato?

BOCCA                     No, per una visita di controllo.

AMBRA                    Una perdita di tempo.

BOCCA                     Come dice?

AMBRA                    Le visite di controllo non servono. Una mia amica, uscendo da una  visita di controllo, è morta.

BOCCA                     Infarto?

AMBRA                    No, autobus. Investita mentre attraversava la strada. E pensare che il  medico due minuti prima le aveva detto di star tranquilla perché stava benissimo.

BOCCA                     E che poteva sapere di quello che sarebbe successo? Era un medico, mica un indovino.

AMBRA                     Un'altra mia conoscente, dopo una visita di controllo, s'è beccata una broncopolmonite, che l'ha mandata al creatore in una settimana. Inutile andare a far controllare. Meglio aspettare tranquilli che venga il nostro momento. E risparmiare i soldi del medico.

BOCCA                     Come se lo pagassimo noi, il medico. Paga la Mutua.

AMBRA                     Le visite di controllo portano iella. Perciò io, invece che dal medico, preferisco andare dal parrucchiere...

BOCCA                     Ha la Mutua anche lì?

AMBRA                     Magari! I soldi che spendo negli istituti di bellezza

BOCCA                     Lei? Non me lo sarei mai immaginato.

AMBRA                     Che cosa?

BOCCA                     ... che frequentasse gli istituti di bellezza.

AMBRA                     Ci tengo a farmi trovare in ordine dalle persone che si ricordano di me e vengono a trovarmi.

BOCCA                     Amanti?

AMBRA                     No, ex alunni. Hanno quaranta, cinquant'anni ormai. Tutte persone di  un certo livello: professionisti, impiegati... Ce n'è uno che è medico e mi offre sempre di andare a farmi fare una visita di controllo da lui. Ma io, gliel'ho detto, mica per malanimo, sono contraria.

BOCCA                     Anch'io. Invece mia nuora e mio figlio dal medico andrebbero ogni giorno...

AMBRA                     Chissà poi perché i giovani vanno più sovente dal medico che noi...

BOCCA                     Perché noi, vecchi lo siamo già. I giovani, vogliono diventarlo. Come se fosse chissà quale fortuna invecchiare...

AMBRA                     Non sarà una fortuna, ma nemmeno una disgrazia.

BOCCA                     Per come veniamo trattati dalla società...

AMBRA                     Pensi a quei paesi, dove i vecchi li eliminano...

BOCCA                     Da noi, non ci eliminano, ma ci mettono in disparte...

AMBRA                     Sempre meglio che essere abbandonati nelle foreste perché le belve ci sbranino...

BOCCA                     Questi sono i sistemi usati dai selvaggi...

AMBRA                     ... anche da popoli più evoluti. Prendono i vecchi, li mettono dentro un  sacco poi o li sotterrano o li buttano nei fiumi o li bruciano.

BOCCA                     Mica mi stupirei, se decidessero di fare la stessa cosa anche da noi.

AMBRA                     In una regione dell'Oriente, non ricordo dove, quando viene l'inverno i  figli portano i vecchi in alta montagna e li abbandonano sulla neve, dove muoiono di freddo e di fame.

BOCCA                     Da noi questo non si fa ancora. Almeno per ora.

AMBRA                     In Indonesia o nell'Alaska, invece, i vecchi li regalano ai bambini, perché ci giochino, li rompano, ne facciano quello che vogliono.

BOCCA                     Balle!

AMBRA                     Cose vere, signor Bocca, viste in tivù. Perciò ringraziamo il cielo di essere nati in un paese civile, dove i vecchi sono tollerati e hanno la mutua e la pensione.

BOCCA                     Beh, lasciamo perdere signorina Ambra, perché su questo ci sarebbe molto da dire...

AMBRA                     Perché non si mette a sedere?

BOCCA                     Perché preferisco stare in piedi.

AMBRA                     Le dà fastidio?

BOCCA                     Che cosa?

AMBRA                     ... star seduto?

BOCCA                     E perché dovrebbe darmi fastidio?

AMBRA                     Può essere doloroso star seduto, quando si hanno certi disturbi...

BOCCA                     Non è il mio caso, (e siede)

AMBRA                     Cos'ha in quel pacchettino?

BOCCA                     Niente.

AMBRA                     Non è mica possibile che si porti in giro un pacchetto vuoto? Cosa c'è? Pasticcini?

BOCCA                     Già.

AMBRA                     Per i nipoti?

BOCCA                     No.

AMBRA                     E per chi, allora?

BOCCA                     Scusi, ma a lei cosa gliene frega?

AMBRA                     Scommetto che sono per il signor Lapaglia. (silenzio) E a me non ne offre?

BOCCA                     No.

AMBRA                     Gentile.

BOCCA                     Lapaglia ha bisogno di zuccheri.

AMBRA                     Gli zuccheri provocano il diabete e rovinano i denti.

BOCCA                     Coso... Lapaglia se ne frega perché ha la dentiera. (silenzio)

AMBRA                     Allora, ha poi deciso di farsi operare?

BOCCA                     Ma lo sa che è noiosa? Non sa fare che domande. Ma perché s'impiccia tanto dei fatti degli altri? Io a lei, di domande, non ne faccio mai.

AMBRA                     Per forza, perché io le racconto tutto. Sono estroversa, è il mio modo di essere, (pausa) Non dovrebbe aver paura dell'operazione; con l'anestesia generale non si sente niente.

BOCCA                     ... mentre operano, ma dopo?

AMBRA                     Dopo è un male che si sopporta. Tutt'al più si prendono dei calmanti. (scoppia a ridere)

BOCCA                     Perché ride, adesso?

AMBRA                     Se i dolori del parto aveste dovuto sopportarli voi uomini, di bambini  mica ne nascerebbero molti.

BOCCA                     Ha mai partorito, lei?

AMBRA                     No.

BOCCA                     Allora che ne sa dei dolori del parto? ! ?

AMBRA                     Mi sarebbe tanto piaciuto avere un bambino, invece ho dovuto  occuparmi sempre e soltanto dei bambini degli altri.

BOCCA                     Meglio così.

AMBRA                     Perché?

BOCCA                     Perché i figli degli altri, a un certo momento se ne vanno.

AMBRA                     E allora?

BOCCA                     Non rimpianga di non aver avuto figli. Rimpianga, caso mai, di non aver avuto un marito.

AMBRA                     Mica lo rimpiango, invece, un marito.

BOCCA                     Perché?

AMBRA                     Perché, a una certa età, voi uomini diventate così pesanti... così brutti...

BOCCA                     E le donne no?

AMBRA                     Io sarò grassa, non dico di no, ma sono grassa tutta. Voi uomini, invece, ingrassate in un modo così curioso: mettete stomaco... pancia... Perdete i capelli... vi crescono i peli... vi torna quell'odorino di selvatico così sgradevole... E poi, non siete più né carne, né pesce, perché perdete la vostra virilità...

BOCCA                     Mentre voi donne...

AMBRA                     ... noi donne, la nostra femminilità, la conserviamo.

BOCCA                     Non si direbbe. (si alza e riprende a camminare)

AMBRA                     Sa che lei è un bel villano? (pausa) Perché si è di nuovo alzato?

BOCCA                     ... perché non mi va più di star seduto.

AMBRA                     Per quel disturbo?

BOCCA                     (si rimette a sedere) Non sarà lei a soffrirne, di quel disturbo, visto che  non fa che parlarne?

AMBRA                     Ecco il signor Lapaglia...

LAPAGLIA               (entra pallidissimo, barcollante; arriva a stento alla panchina,  lasciandosi cadere senza fiato)

AMBRA                     Signor Lapaglia, cosa le succede?

BOCCA                     (che con la vista debole che ha non si è accorto di nulla) Ehi,  bell'uomo, nemmeno si saluta?

AMBRA                     Non vede che sta male ! ?

BOCCA                     Sta male ! ? Ehi, rispondi, stai male? Cosa hai?... Su, coso... Lapaglia...

AMBRA                     Zitto! Non se la sente di parlare. Lo lasci in pace.

BOCCA                     Lo lasci in pace lei, piuttosto. E non lo tocchi così.

AMBRA                     Qui ci vuole un medico... È pallido come un morto...

BOCCA                     (atterrito) Lapaglia... Lapaglia... dì qualcosa...

AMBRA                     Cosa può essergli successo?

BOCCA                     Suda freddo...

AMBRA                     Chiamiamo un'ambulanza... telefoniamo alla Croce Verde...

LAPAGLIA               (debolissimo) No... no... passa... passa...

AMBRA                     Il cuore. Per me è il cuore.

BOCCA                     Cosa c'entra il cuore? È uno scherzo della digestione. Bisognerebbe  farlo vomitare.

AMBRA                     Vede? Proprio subito dopo la visita di controllo. E, poi, dicono di non essere superstiziosi.

BOCCA                     Zitta! Stia zitta! Su, Lapaglia... coraggio, non è niente... Non te la senti di vomitare? Hai preso un colpo di freddo e ti si è fermata la digestione...

LAPAGLIA               (scuote la testa poi, debole) Per quello che mi hanno dato da mangiare...

BOCCA                     Forse ci andrebbe qualcosa di forte...

AMBRA                     In casa ho del whisky...

BOCCA                     Svelta, vada a prenderlo...

AMBRA                     II whisky è vasodilatatore. Lo consigliano anche per gli infarti.

BOCCA                     Zitta! Che c'entra l'infarto... vada... vada...

AMBRA                     (esce)

BOCCA                     (con affetto e dolcezza, come a un bambino, dopo un silenzio) Se n'è andata, quella stupida... siamo riusciti a mandarla via... Ora siamo tra uomini... Tra uomini si può parlare... Come va ora?

LAPAGLIA               Un... po'... meglio...

BOCCA                     Veramente?

LAPAGLIA               Mi sta... passando... (silenzio)

BOCCA                     Coraggio...

LAPAGLIA               Ho... visto... tutto... buio... Mi sono... sentito... mancare... Se è così che si muore... non fa male... Che freddo!

BOCCA                     (si toglie il cappotto e glielo mette addosso)

LAPAGLIA               No... No...

BOCCA                     Non far storie. Tu hai freddo, io no. (lunga pausa)

LAPAGLIA               Ti... eri... spaventato?

BOCCA                     Eh? Ti saresti spaventato anche tu, al mio posto.

LAPAGLIA               Me la sono vista brutta.

BOCCA                     Si vede, stai meglio... Non sudi più.

LAPAGLIA               Me la sono vista brutta.^ Come se la morte fosse stata lì per  acchiapparmi...

BOCCA                     Ma cosa stai dicendo? È stato un fatto di digestione...

LAPAGLIA               No, è stato il cuore...

BOCCA                     Zitto, non parliamone più...

LAPAGLIA               Bisogna parlarne, invece... Perché ogni cosa succede per una sua  ragione...

BOCCA                     Cioè? Il medico ti ha detto forse qualcosa che... 

LAPAGLIA               II medico non mi ha trovato niente. Ma non era il solito medico...

BOCCA                     No?

LAPAGLIA               Mia figlia...

AMBRA                     (rientra con whisky e bicchiere) Eccomi, ho fatto presto?

BOCCA                     Ha le ali ai piedi. Poteva fare con comodo...

AMBRA                     Sono svelta, quando voglio. Allora... come sta?

BOCCA                     Meglio... meglio... (sta sulle spine)

AMBRA                     Un po' di whisky e starà meglio ancora, (versa e porge a Lapaglia)

LAPAGLIA               No, prima a Bocca...

AMBRA                     Che c'entra il signor Bocca?

LAPAGLIA               Ne ha più bisogno di me. (da il bicchiere a Bocca, che beve)

AMBRA                     Allora, signor Bocca, com'è il mio whisky?

BOCCA                     Per me è meglio la grappa. Gliene dia un po' a lui, ora...

LAPAGLIA               (prende il bicchiere da Ambra e beve) Mhm... scalda dentro...

AMBRA                     E vasodilatatore. Ne bevo un sorso anch'io, per farmi passare lo  spavento...

LAPAGLIA               Riprenditi il cappotto, Bocca... Non mi serve più.

BOCCA                     No, tienilo, non lo voglio...

LAPAGLIA               Ora che sto meglio io, vuoi prenderti una bronchite tu?

BOCCA                     (si rimette il cappotto e guarda con odio Ambra, che non se ne va ancora) Se vuole andarsene, non faccia complimenti...

AMBRA                     Andarmene dove?

BOCCA                     A casa.

AMBRA                     A far che?

BOCCA                     ... a riportare la bottiglia.

AMBRA                     E perché? Qui nessuno me la ruba. Signor Lapaglia, cosa fa? Piange?!

LAPAGLIA               Io? Io non piango...

AMBRA                     Ha gli occhi pieni di lacrime...

BOCCA                     ... è il whisky. Quando beve qualcosa di forte, gli lacrimano sempre gli occhi, (gli strizza l’occhio) Riposati un po', Lapaglia... come facevi le altre volte...

AMBRA                     Le altre volte? (piano, a Bocca) Gli è capitato altre volte? Per questo è stato dal medico? È il cuore...

BOCCA                     (portandola lontano dalla panchina, mentre Lapaglia finge di dormire) Non è stato dal medico...

AMBRA                     No?!?

BOCCA                     Mi raccomando, purché resti tra noi. Viene, come posso dirle... da un  convegno d'amore...

AMBRA                     Lui? Scherza?!?

BOCCA                     Ha l'amichetta.

AMBRA                     Lapaglia!?!

BOCCA                     Una ragazzetta. Avrà sì e no vent'anni...

AMBRA                     Non è possibile, lei mi prende in giro...

BOCCA                     È così, invece. Che interesse avrei di dirle una bugia? Una bella ragazzina, dovrebbe vedere. È innamorata matta di lui.

AMBRA                     Veramente?!?

BOCCA                     Guardi com'è pallido... che occhi spenti... Per la debolezza, capisce?

AMBRA                     Ma faccia il piacere, non mi dirà che alla sua età...

BOCCA                     Lui, coso?!? Gliel'assicuro. Mica è la prima volta. Prima si sente male, poi si addormenta sulla panchina. Quando si risveglia, la circolazione è tornata normale e sta meglio di prima. Vede come dorme?

AMBRA                     E io che mi ero presa uno spavento...

BOCCA                     Porti via il whisky e lo lasci dormire. Resto io con lui...

AMBRA                     Però! E io che lo credevo una persona seria...

BOCCA                     Anche le persone serie hanno le loro debolezze...

AMBRA                     Ma a quell'età che ci fa più con una donna?

BOCCA                     Pare che dia dei punti ai giovanotti. È una quercia!

AMBRA                     Mi prende in giro. Ma se non si regge sulle gambe...

BOCCA                     Non si reggerà sulle gambe ma per quello che riguarda il resto... funziona. E come se funziona. Perciò, come vede, è sbagliata la sua teoria che, a una certa età, gli uomini non sono più né carne, né pesce... Ecco un esempio parlante di cosa sono ancora gli uomini di una certa età.

AMBRA                     Però, che schifo...

BOCCA                     La virilità resta virilità.

AMBRA                     Ma se continua così... si ammazza.

BOCCA                     Gliel'ho detto anch'io. Ma lui dice che è una morte che gli piace. Perché, è rimasta delusa, signorina Ambra?

AMBRA                     (prende la sua roba e se ne va)

BOCCA                     Arrivederla, signorina. (si precipita da Lapaglia) Ehi, apri gli occhi! L'ho mandata via...

LAPAGLIA               E cosa le hai detto?

BOCCA                     Dopo... dopo... Ora raccontami, dimmi...

LAPAGLIA               Mia figlia mi ha portato dal medico delle monache...

BOCCA                     Quali monache?

LAPAGLIA               ... quelle col velo nero. Ha fatto tutte le pratiche per farmi ricoverare... La visita medica era l'ultima formalità. Entro al primo del mese... capisci? Tra due settimane...

BOCCA                     No, non è possibile... E senza dirti niente prima?

LAPAGLIA               No.

BOCCA                     Bella schifosa! Una puttana, questo, a suo padre, non glielo farebbe.

LAPAGLIA               Ha anche lei le sue ragioni. Dice che in casa non mi può più tenere... dice che, dove dormo io, nella stanzetta, ci deve dormire Marcello, che ormai ha diciassette anni... Dice che il marito si è stufato di tenermi in casa... che loro due litigano sempre per colpa mia. Dice che le monache e le infermiere potranno occuparsi di me, meglio di come può fare lei... perché lei quando torna a casa, è stanca morta, perciò è nervosa... Dice che anche Arturo ed Amerigo sono d'accordo... che lo hanno deciso per il mio bene... Dice che verranno a trovarmi, a turno, ogni domenica...

BOCCA                     Ah, è così. I tuoi figli si sono dimenticati di quello che tu hai fatto per  loro...

LAPAGLIA               Perché? I tuoi se lo ricordano?

BOCCA                     Loro non mi mandano in un ospizio...

LAPAGLIA               Perché costa meno tenerti in casa.

BOCCA                     Non giudicare i miei figli, giudica i tuoi...

LAPAGLIA               Lo faccio. E darei la testa nel muro. Il primo del mese, capisci?

BOCCA                     Ne possono succedere di cose, prima. Ci mancano due settimane.

LAPAGLIA               E cosa può succedere? Che io crepi.

BOCCA                     In un paese, non so dove, in Oriente, quando viene l'inverno, i vecchi li portano in montagna e li lasciano morire lì, nella neve...

LAPAGLIA               Cosa diavolo dici?

BOCCA                     Se si facesse così anche qui, almeno potremmo morire insieme, tenendoci per mano...

LAPAGLIA               Se non fossi così vecchio, te lo giuro, scapperei...

BOCCA                     E perché non lo fai?

LAPAGLIA               Alla mia età? Dove vado? Sono vecchio... solo...

BOCCA                     Posso scappare con te...

LAPAGLIA               Tu?!?

BOCCA                     Io.

LAPAGLIA               E perché dovresti scappare, tu?

BOCCA                     ... per stare insieme.

LAPAGLIA               Per non... lasciarmi solo?

BOCCA                     ... e per non vedere più la faccia di mia nuora, di mio figlio e di tutti gli altri. Per non sentire più le loro voci, le loro male parole, per dormire tranquillo, da qualche parte, dimenticandomi di tutto e di tutti...

LAPAGLIA               Ma mi hai sempre detto che i tuoi figli sono gentili, che ti vogliono  bene...

BOCCA                     Non te l'ho mai detto per orgoglio, perché non volevo parlare male di loro. Ma mi considerano un peso, solo un peso. Mio figlio, in casa, non mi rivolge mai la parola. Gli altri, non li vedo mai. Il più piccolo, Mario... da due anni non mi viene a trovare. Tutti mi fanno capire che vivo troppo, che sarebbe l'ora che me ne andassi. Mia nuora mi fa la minestrina per risparmiare. Il vino che mi da, è annacquato. Quello che tiene in dispensa o in frigidaire, è tutto contato. Se tocco qualcosa, mi da del ladro, davanti ai ragazzini. Non mi fa più nemmeno il letto e le parole che mi dice... Mio figlio sente, ma non fiata. Anche lui non mi sopporta più, aspetta solo che crepi...

LAPAGLIA               Lo avevo capito che anche per te, non era tutto rose e fiori... Ma se almeno ti fossi sfogato...

BOCCA                     Andiamocene, coso... andiamocene via... Nessuno sa che ho un libretto di risparmio, non me lo hanno mai visto... Non ho molto, ma per qualche mese ci basterà...

LAPAGLIA               Te la senti di... scappare?

BOCCA                     Non sarebbe la prima volta.

LAPAGLIA               No?!?

BOCCA                     Anche a nove anni, sono scappato. Se una vecchia, sul treno, alla quale avevo raccontato tutto, non avesse fatto la spia, al paese di mia madre sarei arrivato... Là fa sempre caldo e la gente è buona...

LAPAGLIA               Ed è al paese di tua madre che vorresti...

BOCCA                     ... sì...faremmo una vita diversa... una vita nuova... c'è il mare, sai? Andremmo in barca, tutti i giorni... Sai remare?

LAPAGLIA               No.

BOCCA                     Imparerai... impareremo. Anche se vecchi, siamo forti. Senti che muscoli, eh? Ci faremo insegnare dai pescatori, allora erano tutti miei amici... Ce n'era uno con la barba bianca, vecchissimo... mi prendeva sulle ginocchia e mi raccontava storie di sirene... di delfini... di gabbiani... Chissà che faccia farà rivedendomi, ora, vecchio quasi come lui. La gente si farà in quattro per aiutarci... Ci troveremo una stanza... una donna che ci farà da mangiare... Mia nuora non la vuole toccare la mia biancheria... E anche i piatti, le posate, il bicchiere li lava a parte... Le fa schifo tutto quello che tocco, come fossi appestato. Dice che sono vecchio, che devo star zitto. Ebbene, vedrà cosa sono capaci di fare due vecchi come noi. Schifosi. La pagheranno. E saranno i loro figli, che gliela faranno pagare. Ieri il più grande ha chiamato cornuto suo padre, mio figlio, capisci? E mi ha fatto piacere. Lo avrei abbracciato...

LAPAGLIA               Anche in casa di mia figlia i ragazzi usano dei toni coi genitori...

BOCCA                     Chissà come sarà il mondo quando i miei nipoti saranno uomini... Ogni tanto li guardo e mi fanno una pena... prepotenti... chiedono sempre soldi... non pensano che alla moto... ai dischi... alla politica... non vogliono bene a nessuno... E i genitori li lasciano fare, come se dei figli avessero già paura...

LAPAGLIA               ... e quando saranno vecchi, dai figli avranno ancora meno di noi...

BOCCA                     E vigliacchi come sono non avranno certo il coraggio di scappare...

LAPAGLIA               Bocca...

BOCCA                     Sì?

LAPAGLIA               Credi che... ce la faremo?

BOCCA                     Certo, si fa fagotto e si parte! Sempre che tu te la senta di lasciare cosa... Ambra, che si è presa una cotta per te...

LAPAGLIA               Cosa vuoi che me ne importi di Ambra...

BOCCA                     Preferisci correre l'avventura con me? Scapperemo. Vedrai, da un male nascerà un bene. Per tutti e due.

LAPAGLIA               Sei un gran bravo ragazzo, Bocca. Il solo con cui sto bene. Andrei in capo al mondo con te.

BOCCA                     Perché vedi, coso...

LAPAGLIA               ... ma non mi chiamare coso...

BOCCA                     ... vedrai, dietro la spiaggia ci sono tanti di quegli alberi di fico... In settembre i fichi sono maturi... il chiasso che fanno i calabroni, le vespe, i passeri che se li succhiano... Perché sono morbidi... dolci... da piccolo dovevo arrampicarmi, ma ora basterà allungar la mano...

LAPAGLIA               Come ho visto che mia figlia prendeva quella direzione, mi sono sentito mancare il cuore... E... quando la macchina si è fermata lì, davanti all'istituto...

BOCCA                     Non ci pensare più.

LAPAGLIA               Per fortuna che ho incontrato te...

BOCCA                     (si ricorda dei dolci) Prendi... si saranno un po' schiacciati.

LAPAGLIA               Cos'è?

BOCCA                     Ti avevo comprato dei dolci...

LAPAGLIA               Per me? Tu, Bocca, mi vuoi proprio bene...

BOCCA                     Per forza dobbiamo volerci bene, coso... almeno tra noi... Se non ci vogliamo bene noi, non c'è nessun altro che ci voglia bene... Attento alla  crema... Buono?

AMBRA                     (riapparendo, severa) A quanto pare, il signor Lapaglia sta rimettendosi in forze...

BOCCA                     Eh, sa, dopo un pisolino, si sente meglio di prima...

AMBRA                     Però, una cosa simile da lei, non me la sarei mai aspettata...

LAPAGLIA               Che cosa? Che mi sentissi male?

AMBRA                     ... che alla sua età, facesse ancora il satiro...

LAPAGLIA               Io?!?

AMBRA                     E con una ragazzina...

LAPAGLIA               Ma cosa dice?

BOCCA                     Non capisci? È gelosa...

AMBRA                     Come non si vergogni...

LAPAGLIA               Scusi, signorina, ma proprio non la capisco...

AMBRA                     Ma che bravo sornione, eh? Certe volte fa comodo non capire...

BOCCA                     Lo lasci in pace, non gli faccia una scenata... Si è appena ripreso...  Venga qui, si metta seduta e vedrà che Lapaglia offrirà un dolcetto anche a lei...

AMBRA                     Io siedo qui, ma non so se di quel signore mi posso fidare.

BOCCA                     Si fidi, si fidi...Non corre pericolo. A lui piacciono le giovani, non le vecchie.

Buio.

Secondo quadro.

Il giorno della fuga. Lapaglia, seduto sulla panchina con una sacca a tracolla; è nervoso e controlla l’orologio. Finalmente arriva Bocca, vestito un poco da boy-scout, con un bastone in mano e un cappellaccio in testa.

BOCCA                     Ah, ci sei già... Scusa, ho fatto tardi... La tua roba?

LAPAGLIA               Dal portiere...

BOCCA                     E ti fidi?

LAPAGLIA               L'ha portata giù stamattina mio genero, per non perdere tempo stasera, quando pensa di portarmi dalle monache... (ride) E non mi troverà. Né io, né la mia roba.

BOCCA                     Volatilizzati tutti e due. Io ho preparato tutto, dopo che mia nuora è  andata a lavorare. Le valigie passeremo a prenderle col taxi, andando alla stazione. Come stai? Hai dormito?

LAPAGLIA               Non ho chiuso occhio.

BOCCA                     Nemmeno io. Il cuore mi dava martellate.

LAPAGLIA               E ora, come ti senti?

BOCCA                     Mai stato così bene.

LAPAGLIA               Ti sei vestito un po' pesante? Perché sai, in treno... Ti sei messo la  maglia?

BOCCA                     Anche la camicia di flanella.

LAPAGLIA               Fai vedere...

BOCCA                     Non mi credi?

LAPAGLIA               Vuoi sempre fare il giovanotto, tu... Sì, la maglia ce l'hai, ma alla  camicia manca un bottone...

BOCCA                     Lo avevo detto a mia nuora, ma lei...

LAPAGLIA               Non sei capace di cucirtelo da solo? Eppure hai fatto il militare...

BOCCA                     Come se si facesse il militare solo per imparare ad attaccare i bottoni...

LAPAGLIA               Io ho imparato da soldato. E i bottoni me li attacco sempre io.

BOCCA                     Bravo, così li cucirai anche a me...

LAPAGLIA               È facile. In treno ti insegno come si fa...

BOCCA                     Sono stupidi, no?

LAPAGLIA               Che cosa?

BOCCA                     I bottoni. Si staccano sempre quando non è il momento. Meglio la  cerniera lampo. È la migliore invenzione del secolo. Zie ed è fatto. Altro che bottoni.

LAPAGLIA               Io preferisco i bottoni.

BOCCA                     Tu sei un conservatore, (ride) Quando non mi vedrà tornare, mia nuora, telefonerà alla polizia, agli ospedali, metterà in allarme tutta la famiglia...

LAPAGLIA               Se ne andranno tutti in giro a cercarti.

BOCCA                     ... tra i morti anche, all'obitorio. Spereranno di trovarmi tra i cadaveri distesi là, sul marmo... Ma non mi troveranno nemmeno là. Si domanderanno dove posso essere finito, se non sotto una macchina...

LAPAGLIA               Mariuccia penserà che mi sono ammazzato...

BOCCA                     Certo, perché sarebbe la sola cosa che puoi fare, se non avessimo pensato a questa fuga...

LAPAGLIA               Ammazzarmi? ! ?...

BOCCA                     E cos'altro? Finire tra i vecchi? Tanto per quel poco che ti resta da  vivere, tanto vale ammazzarti...

LAPAGLIA               E che ne sai, tu, di quanto mi resta ancora da vivere.

BOCCA                     Quando si ha la tua età...

LAPAGLIA               E non è la stessa che hai tu?

BOCCA                     Ma io sono più in gamba di te...

LAPAGLIA               E tu, se fossi nella mia situazione, non avendo la possibilità di scappare, ti ammazzeresti?

BOCCA                     Che c'entra? Mica vogliono mettermi con le monache i miei...

LAPAGLIA               Ma, al mio posto, tu ti ammazzeresti?

BOCCA                     Forse. Io mi chiamo Libero...

LAPAGLIA               Che c'entra come ti chiami?

BOCCA                     Libero mi chiamo e Libero mi sento. In gabbia creperei.

LAPAGLIA               Meglio però con le monache, che in una cassa da morto...

BOCCA                     II ricovero dei vecchi è peggio di una cassa da morto, (pausa) Se i tuoi figli andranno a cercarti all'obitorio, si incontreranno coi miei...

LAPAGLIA               (freddo) Può darsi.

BOCCA                     Si metteranno a parlare tra di loro: Cosa fanno qui? Cerchiamo il  cadavere di nostro padre. Anche noi. Tra questi morti hanno visto? Sì, non c'è, ora guardiamo tra questi... Veniamo anche noi, poi possiamo andare insieme a dare uno sguardo agli annegati...

LAPAGLIA               Se non scappassi con te, tu dici che dovrei veramente buttarmi in un fiume?

BOCCA                     Cosa ti prende, coso... Non capisci che scherzo?

LAPAGLIA               Perché, era uno scherzo?

BOCCA                     Certo che era uno scherzo! Dovresti conoscermi, ormai. Quando sono allegro scherzo sempre.

LAPAGLIA               Non hai scherzato. Hai parlato seriamente...

BOCCA                     Ehi, coso, che ti prende?

LAPAGLIA               Mi chiamo Lapaglia, non coso... (pausa) Quanto tempo ci vorrà prima che i nostri figli sappiano dove siamo?

BOCCA                     Non dovranno sapere mai dove siamo, dovranno crederci morti!

LAPAGLIA               Ma non troveranno mai i nostri corpi...

BOCCA                     Quanta gente sparisce e non si sa più niente di loro? Possiamo essere caduti nel fiume: la corrente ci ha trascinati chissà dove...

LAPAGLIA               Denunceranno alla polizia la nostra scomparsa, allora...

BOCCA                     Lascia che facciano quello che vogliono.

LAPAGLIA               Come faremo allora noi a riscuotere la pensione?

BOCCA                     Alla pensione possiamo anche rinunciare...

LAPAGLIA               Non possiamo rinunciarci. Mica vivremo di aria e di acqua fresca?!?

BOCCA                     Ci troveremo un lavoro.

LAPAGLIA               Di che genere?

BOCCA                     Uno qualsiasi.

LAPAGLIA               In un paesino? ! ?

BOCCA                     Andremo a pescare.

LAPAGLIA               E la barca?

BOCCA                     La troveremo.

LAPAGLIA               Dove?

BOCCA                     La prenderemo in affitto.

LAPAGLIA               Ma se non sappiamo nemmeno remare...

BOCCA                     Prenderemo una barca a motore. L'importante è riuscire a vivere, di modo che le nostre famiglie non sappiamo più niente di noi.

LAPAGLIA               Che male ci sarebbe se venissero a sapere che ce ne siamo scappati in un paesino?

BOCCA                     Verrebbero a riprenderci.

LAPAGLIA               Sarebbero contenti, invece, di essersi liberati di noi.

BOCCA                     L'altra volta che sono scappato, mio padre è venuto lui a riprendermi...

LAPAGLIA               Tuo padre ti voleva bene e tu eri un bambino di otto nove anni. I nostri figli, di bene, invece, non ce ne vogliono. E noi siamo vecchi. Nessuno si metterà in viaggio per venirci a riprendere. Perciò meglio non rinunciare alla pensione, che oltretutto ci spetta. Invece, appena sistemati, manderemo il nostro indirizzo, dicendo che stiamo bene dove siamo e di non cercarci. E ci faremo trasferire la pensione alla nostra nuova residenza. Vedi, Bocca, tu sei un bravo ragazzo, ma manchi di senso pratico. Non vivi nella realtà ma tra le nuvole. Sei un sognatore. Io spero che la vita ti insegni ad avere il senso della realtà. Noi, con due pensioni, possiamo vivere da signori. Senza chiedere niente a nessuno e senza cercare un lavoro, che non troveremmo mai.

BOCCA                     Ci proverei più gusto se mi sapessero morto.

LAPAGLIA               Ma non possono pensare che ci siamo ammazzati, sparendo con la nostra roba. E se scoprono che ritiriamo la pensione, non possono crederci morti...

BOCCA                     Ma un piccolo lavoro potrebbe venir fuori... Il sindaco ci aiuterà. Mi voleva un bene... mi prendeva sempre sulle sue ginocchia per farmi giocare a cavallino... «Trotta cavallino» mi faceva e mi alzava per farmi fare un salto...

LAPAGLIA               Bocca... Bocca... ma quello sarà stato il sindaco che c'era allora...

BOCCA                     E perché dovrebbe essere cambiato?

LAPAGLIA               Uno non può continuare per settant'anni a fare il sindaco... E, poi, come puoi pensare che sia ancora al mondo un uomo che hai conosciuto settant'anni fa? Che età aveva?

BOCCA                     A me che ero ragazzo, mi pareva vecchio, ma non avrà avuto più di sessant'anni...

LAPAGLIA               Ma capisci che, adesso, ne avrebbe centotrenta?

BOCCA                     Ma là, con quel clima, con quell'aria di mare, che è sana, la gente mica muore come da noi...

LAPAGLIA               Ma centotrent'anni sono tanti, Bocca...

BOCCA                     Ho letto che in Russia c'è gente ancora più vecchia... Un uomo ha  compiuto, mi pare nel Caucaso, centosessant'anni e sta bene e sega ancora la legna...

LAPAGLIA               In Russia...

BOCCA                     Appunto. Se in Russia c'è gente che ha centosessant'anni, perché da noi non ci dovrebbe essere uno che ne ha centotrenta?

LAPAGLIA               E quest'uno dovrebbe proprio essere il sindaco tuo amico... Bocca, Bocca, Bocca... sei un bravo ragazzo, ma ti lasci trasportare troppo dalla fantasia. E sei più cocciuto di un mulo...

BOCCA                     Puoi dire quello che vuoi, ma io sono sicuro che tutto il paese si darà da fare per aiutarci...

LAPAGLIA               ... aiutarci, forse, ma non a trovare un lavoro. Non lo capisci che siamo troppo vecchi per lavorare?

BOCCA                     Ci considerano dei vecchi qui, perché siamo in troppi e la gente ruba il lavoro agli altri, che possono ancora lavorare... Ma là... là è un'altra cosa... Fidati di me, coso... Ho la testa sul collo, so quello che faccio. Quando ti ho detto che avrei fatto tutto io per organizzare la nostra fuga, non l'ho forse fatto? Il nostro piano non ha funzionato fino a questo momento? Perciò, adesso non trattarmi come mi fossi rincoglionito all'improvviso. Non sono rincoglionito. Ho il cervello lucido, io...

LAPAGLIA               Ad ogni modo è meglio che i biglietti del treno li tenga io. Dammeli.

BOCCA                     Perché vuoi tenerli tu?

LAPAGLIA               Perché è meglio. Tirali fuori. Io sono più preciso di te, più ordinato. So sempre dove metto la roba, io. Dammeli...

BOCCA                     Tu non ti fidi di me... non ti fidi di me... (si fruga nelle tasche e non riesce più a trovare i biglietti)

LAPAGLIA               Lo vedi? Lo vedi? Ma dove hai la testa!? Li hai perduti...

BOCCA                     No, ci sono, non li ho perduti... (tirando fuori il fazzoletto, i biglietti  cadono per terra)

LAPAGLIA               (li raccoglie) Eccoli... Come sono caduti qui, potevano cadere in un altro momento senza che tu te ne accorgessi. Io, invece, li metto bene, nel portafogli...

BOCCA                     Bravo, proprio nel portafogli. E se te lo rubano?

LAPAGLIA               E perché dovrebbero rubarmelo?

BOCCA                     Tutto può succedere.

LAPAGLIA               Tutto può succedere, anche che s'incendi il treno o che crolli il ponte su  cui passa... Ecco, qui, i biglietti sono al sicuro. E li tengo sul cuore. Però, mica è regalato il viaggio, (guarda il costo del biglietto) Ne hai spesi, di soldi, per questa fuga...

BOCCA                     Sono soldi che ho speso volentieri.

LAPAGLIA               Segna tutte le spese. Quando riscuoto la pensione ti rimborso.

BOCCA                     Cosa vuoi rimborsare, stupido? Da questo momento in poi, noi  dobbiamo dividere tutto. Più niente di tuo, più niente di mio...

LAPAGLIA               Mi piace: più niente di tuo, più niente di mio. Bocca, è stata proprio una fortuna averti incontrato...

BOCCA                     È stato importante anche per me. Bisogna credere nell'amicizia. È la cosa più bella del mondo.

LAPAGLIA               Più dell'amore?

BOCCA                     Rincoglioniti come siamo, cosa ce ne faremmo dell'amore?

LAPAGLIA               Se tu non mi avessi incontrato, la tua vita sarebbe stata più noiosa, ma  se io non ti avessi incontrato... per me sarebbe stata la fine. La fine della libertà. Per te, invece...

BOCCA                     Che se ne fa uno della libertà, quando è solo e non ha più voglia di vivere?

LAPAGLIA               (lirico) Meglio perdere la vita, che la libertà...

BOCCA                     Già, ma un morto se ne sbatte della libertà... Piuttosto, a che ora  dobbiamo muoverci?

LAPAGLIA               II treno parte all'una e ventitre. Direi di andare alla stazione verso mezzogiorno, così ci troveremo un posto in treno, vicino al finestrino.

BOCCA                     (gli porge qualcosa) Guarda...

LAPAGLIA               Cos'è?

BOCCA                     Baffi finti. Prenditene un paio...

LAPAGLIA               ... di baffi? E cosa me ne faccio?

BOCCA                     Quando siamo in treno ce li mettiamo così nessuno ci riconoscerà.

LAPAGLIA               E chi vuoi che ci riconosca?

BOCCA                     Non si sa mai. Meglio pensare a tutto. Provateli...

LAPAGLIA               Andiamo, Bocca. Ogni tanto hai delle idee.

BOCCA                     Fammi vedere almeno come ti stanno.

LAPAGLIA               Sono talmente neri...

BOCCA                     Meglio; penseranno che sono tuoi e te li sei tinti... (anche lui si mette i baffi fìnti)

LAPAGLIA               (aggiustandoseli sotto il naso) Dove li hai trovati?

BOCCA                     Li ho comprati.

LAPAGLIA               Saranno dei tuoi nipotini, che ci giocavano a Carnevale. Me li posso togliere, adesso?

BOCCA                     Ti stanno bene. Sembri un giovanotto...

LAPAGLIA               Tu, con quei capelli bianchi e quei baffi neri, sei proprio buffo... Sei proprio una testa matta, Bocca Libero, alla tua età prendi ancora la vita come fosse un giuoco!

BOCCA                     (serio) Guai non facessi così. Se la vita, la prendessi sul serio, il cuore mi scoppierebbe...

LAPAGLIA               Zitto... zitto...

BOCCA                     ... perché se fosse da dei nemici che scappiamo, ancora capirei... Ma dai nostri figli...

LAPAGLIA               Zitto... zitto...

BOCCA                     Il bene che ho voluto ai miei figli... Quando Mario, da piccolo, si è ammalato, ho impegnato anche il fucile da caccia per curarlo... E Dio sa se ci tenevo a quel fucile... E, ora, lui non si ricorda più nemmeno che esista. Per lui è come se fossi già morto...

LAPAGLIA               Non parlare di queste cose, maledizione, non ne parlare...

BOCCA                     Gli ho dato tutto... tutto quello che ho potuto... Mica ai soldi, penso...  ma alle ansie, alle preoccupazioni... all'affetto... Penso a mia moglie... le sue ultime parole sono state ancora per loro, per i figli, e...

LAPAGLIA               E io non mi sono scannato tutta la vita per i miei, di figli? Non ho  forse...

BOCCA                     (si mette a ridere forte)

LAPAGLIA               Cosa ti prende, adesso?

BOCCA                     Sei tu che mi fai ridere, con quei baffi neri e gli occhi pieni di lacrime...

LAPAGLIA               (si toglie con rabbia i baffi) E tu... non li hai anche tu gli occhi pieni di lacrime, come me?

BOCCA                     Io? Piangere per i figli? Me ne frego di loro. Me ne vado senza voltarmi indietro... senza far nulla per vederli, per l'ultima volta.

AMBRA                     (passa con la borsa della spesa) Oh, signor Bocca, le sono spuntati stanotte quei bei baffoni?

BOCCA                     (se li toglie e glieli porge) Ne vuole un paio anche lei? Ce ne sono per tutti...

AMBRA                     Grazie, ma cosa me ne faccio? Allora, si parte?

BOCCA                     Lui... coso... non si da pace al pensiero di non vederla più... non fa che dire: se potessimo portare la maestra con noi...

AMBRA                     Non dimenticatevi di me, almeno.

BOCCA                     Vedrà che bei letteroni le scriverà...

LAPAGLIA               Dei letteroni no... ma qualche cartolina...

AMBRA                     Oh sì, delle cartoline. Mi piacciono tanto. Le conservo, sa? Ne ho degli scatoloni pieni. Ogni tanto le tiro fuori e me le guardo. Città... paesi lontani... spiagge... laghi... montagne... Sono i miei viaggi, quelli... Peccato ve ne andiate. Volevo invitarvi per Natale da me, quest'anno... Vi avrei preparato una cenetta coi fiocchi... Invece, sarò sola anche quest'anno... Tanti cartoncini di augurio, ma non ricevo un invito... Appendo i cartoncini al muro, perché facciano allegria, ma... Non capisco, io sono allegra tutto l'anno, ma nei giorni di festa mi viene addosso una malinconia... La mia vita non è stata completa. Perché, anche se non mi sono sposata, un figlio avrei potuto metterlo al mondo lo stesso...

BOCCA                     Con un figlio la sua vita non sarebbe stata più serena...

AMBRA                     Io che di figli non ne ho, ne sento il bisogno... Voi che ne avete, scappate da loro... Per domenica ho ricevuto un invito: vado a casa di un birichino coi capelli ricci, che, adesso, di ricci non ne ha più e lavora al Comune... un ex alunno... Domenica passerò una bella giornata... Ma anche gli altri giorni, del resto... torno dalla spesa... Mi sono comprata tante buone cosette... Ora vado a cucinare... Poi, metto sul tavolo una bella tovaglia colorata con in mezzo un mazzetto di fiori, accendo la radio, siedo e mangio tranquilla...

BOCCA                     E i gatti?

AMBRA                     Eh, si divertono coi topi...

BOCCA                     Se il suo ex alunno, che lavora al Comune, venisse a sapere che cosa ha combinato lei, coi topi...

AMBRA                     Un'opera di bene anche quella, signor Bocca. Non partite senza passare  a salutarmi... Facciamo un brindisi insieme e vi auguro così buona fortuna... Perché anche voi, poveretti, partite senza nemmeno sapere cosa troverete...

BOCCA                     Non si preoccupi: siamo coraggiosi, noi. Siamo veri uomini.

AMBRA                     Vi auguro ogni bene. A tra poco, allora, (esce)

BOCCA                     Dì la verità, coso... ti fa male al cuore il pensiero di lasciarla...

LAPAGLIA               È una brava donna. E tu che dicevi che era una puttana...

BOCCA                     Se potessi portartela dietro... (facendole il verso) «Partite senza nemmeno sapere cosa troverete...» Cosa vuole? Portar iella?

LAPAGLIA               Se mia moglie fosse invecchiata, sarebbe stata un po' come lei... È cambiato il tempo. Fa freddo.

BOCCA                     Qui l'inverno è duro. Là, dove andiamo, invece, c'è sempre il sole... l'inverno nemmeno esiste... Solo un gran vento, che increspa il mare... e i gabbiani, che arrivano a stormi e volano sulle onde, alte, che si rompono contro gli scogli, bianche di spuma... E che buon pesce, sentirai... Mangeremo pesce, che fa bene, perché contiene fosforo. Vedrai, coso... la parte più bella della nostra vita comincia adesso. Vivremo per noi... soltanto per noi... Non più per gli altri...

LAPAGLIA               Non più per gli altri...

BOCCA                     Non mi sono mai sentito così bene... così forte... Come se la vita... come se fossi ancora quello di una volta, quand'ero ragazzo...

LAPAGLIA               Anch'io... anch'io...

BOCCA                     Devi dirlo forte che sei felice, come lo dico forte io...

LAPAGLIA               Perché?

BOCCA                     ... per farci coraggio.

LAPAGLIA               Coraggio?

BOCCA                     Ce ne vuole tanto a lasciar tutto... a ricominciare a settantasei anni...

LAPAGLIA               Almeno chiuderò gli occhi libero...

BOCCA                     ... davanti al mare...

LAPAGLIA               Mi spiace non salutare nemmeno i ragazzi...

BOCCA                     Fregatene! Come faccio io. Mario ha una bambina, bionda, ha gli occhi chiari, come mia moglie... Me ne frego anche di lei...

LAPAGLIA               Anch'io, di tutti. Ma vedi...

BOCCA                     Hai già dei rimpianti? Se è così resta dove sei...

LAPAGLIA               Non sono rimpianti, ma sentimenti...

BOCCA                     ... non servono i sentimenti. È la libertà quella che conta. E viva la libertà! Allora... si parte?

LAPAGLIA               Certo che si parte !

BOCCA                     Più nessun rimpianto?

LAPAGLIA               No.

BOCCA                     Fammi vedere i biglietti...

LAPAGLIA               Li ho qui, nel portafogli...

BOCCA                     Fammeli vedere... Li voglio vedere... Me li fai vedere sì o no?

LAPAGLIA               (tira fuori il portafogli per estrarne i biglietti)

BOCCA                     ... perché questi pezzetti di cartone sono importanti, ci portano verso una nuova vita, capisci? Capisci, coso... Perché io e te, ormai... noi due... io e te... (ma si accascia sulla spalla di Lapaglia)

LAPAGLIA               (sente la sua testa sulla spalla e si volta verso di lui, stupito) Ehi, Bocca... cosa fai? Non farai uno dei tuoi soliti scherzi... Cos'hai?... Ti è preso sonno proprio adesso? Tirati su, non far finta di dormire... Dobbiamo muoverci... Dobbiamo passare ancora dalla maestra... Bocca, dico a te... (si alza e Bocca scivola dolcemente sulla panchina, inerte. Lo guarda stupito, non ancora convinto di quello che è successo) Bocca... Bocca Libero, cos'è? Cosa fai? Non vorrai lasciarmi proprio nel momento buono? (lo scuote, ma Bocca non da più segni di vita)... Non capisci che non puoi andartene proprio ora? (la sua rabbia è più forte del dolore) Andarsene così è da vigliacchi... da vigliacchi, capisci?... Da solo cosa faccio?!?... Non posso partire da solo... (gli butta addosso i biglietti con rabbia) Tienteli, i biglietti. A me non servono più... (in un misto di gioia, di disperazione, di paura, guardando il cadavere di Bocca)... Io... sono vivo... vivo... vivo... (e indietreggia guardando atterrito il cadavere di Bocca Libero, riverso sulla panchina)

F I N E