…Club follie ordinarie…

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Nei Tempi nostri, una famiglia normale presa dalla solita rutine quotidiana… ma tutto non sembra ciò che si vede

TeatroInteroProprio

“…Club Follie Ordinarie…”

Due atti

Di

Antonio Prestieri

Napoli, 18/11/2008 – 02/12/2008

Al  lei, che senza non potrei vivere

non fossi realmente io

 Costante è perdutamente presente  nella mia vita

tra le mie mani, nella mia testa

A lei, che onora la mia scrittura

Rende bellissima la stanchezza

A lei, alla mia follia

Personaggi

Benny

Davide

Lucy

Ivano

Giò

Fiona

Terry

Luana

Martina

Viola

Filomena

Ispettore Dalterio

Gennaro Primo assistente

Fortuna Secondo assistente

Rosario Primo becchino

Crisantemo Secondo becchino

 PRIMO ATTO

2:55 a.m

                Napoli, presente. L’ambiente così sarà disposto: Quadratura nera, sulla sinistra del pubblico una scala che condurrà ad una terrezza, dove dalla finestra dovrà vedersi un quarto di luna. La porta d’ingresso sarà centrale - destra, mentre sulla sinistra ci sarà il bagno e sulla destra quella di uno scantinato. Al centro palco vi sarà un divano di colore rosso e più avanti un tavolino. Sulla destra tre tavoli. Un cartello illuminato con la scritta “Club Follie Ordinarie” All’apertura del sipario in scena non vi sarà nessuno, partirà il brano “Prologue”. Disteso sul divano ci sarà Lucy e Giò, al tavolo, con mezza bottiglia vuota di whisky, Ivano. Entrerà dal bagno Davide dallo scantinato entrerà Terry con uno scatolo di bottiglie vuote, uscirà dall’ingresso. Davide guarderà tutti.

Davide – Iamma a vedè, mancano cinque minuti alle tre di notte. Vogliamo andare a letto?

Ivano – (Berrà di botto dal bicchiere) E lasciaci stare Davide, non vedi che stiamo riposando?

Davide – Se arriva Benny ci fa il culo così.

Lucy – Benny è di sopra, con quella mezza sgualdrina. Avrà altro a che pensare.

Giò – Rilassati!

Davide – Chille po’ so piglie cu me.

Ivano – Ciè scucciate. Fatti un drink!

Davide – No, no. Non lo reggo, è troppo forte. 

Giò – Lucy, a cosa pensi?

Lucy – Alla notte… Secondo me, è stata creata per gli amanti. Il buio sembra quasi a dire: “Nascondetevi, voi che vi amate, perché di giorno ci sono troppi occhi”(Un tempo) Poi la luna, è stata messa lì come una bussola, così troveremo sempre le nostre mani…(Riderà)

Giò -  Quanto whisky hai bevuto?

Lucy – Stupido, cosa vuoi dire?

 Giò – Voglio dire che sei ubriaca.

Lucy – E cosa c’entra? La notte è così affascinante, misteriosa, paurosa…(Lentamente si addormenterà)

Davide – A pigliate suonne.

Ivano – Qui, la bottiglia è finita. Voglio brindare alla fottutissima guerra, alla mia bella voce che non vuol più cantare, e al mio corpo che non vuol più recitare. Cazzo, allora questa bottiglia? (Entrerà dall’ingresso Terry)

Terry – E muovete le chiappe, è ora. (Uscirà dallo scantinato)

Davide – Iamma a vedè. Ivà, a te ‘a guerra te iute n’capa.

Ivano – No, mi ha preso l’anima.

Davide – Otto mesi in Iraq sei stato, che sarà mai?

Ivano – Chiudi la bocca! Tu che non sai di cosa parli. Sai quante persone innocenti ho ammazzato..? Ed io volevo solo cantare e far l’attore…Ma dovevo sostenermi le lezioni di canto. E così  mi arruolai, nell’aviazione, solo perché a me piaceva volare. Poi c’è stata la fottutissima guerra in Iraq, una delle tante montature storiche. E mandarono noi, con la classica spedizione umanitaria. Stronzate! D’umano c’era solo la morte, e dall’aereo, invece di lanciare viveri, medicina o quant’altro servisse per aiutare, mi trovai a sparare per difesa. La guerra non è quella che si vede alla tv, quella è solo la parte più bella. Io dovevo solo pagarmi le lezioni, volevo cantare. E mentre volavo, lo facevo, era come avere due ali in più. Lì non si dormiva, si pregava, la paura non passava, il coraggio non esisteva…S’impazziva. E l’ironia della sorte o forse della mala sorte, ha voluto che io diventassi un cantante di club, dipendente di Ernesto Damiani, figlio di uno dei più illustri generali dell’esercito fascista. Ma devo pagarmi le lezioni…devo pagarla…dovete pagarla…Allora chiudila questa cazzo di bocca. (Dalle scale scenderà Fiona)

Giò – Lucy è bella che andata.

Fiona – (Lascerà cadere i capelli dal nodo) Sono sfinita…

Davide – E ciò crede…

Fiona – Chiudi la bocca piccolo verme,

Davide – Nun posse parlà, ca cocche rune me vò chiudere ‘a vocca…

Fiona – Zitto! Se non vuoi che mi mangi quel poco di cervello che è rimasto attaccato alla parete cranica…

Davide – Te rimane n’goppo ‘o stommeche.

Fiona – (Siederà sul divano) Silenzio. Ho mal di testa…Lasciatemi riposare per qualche minuto…

Davide – Ccà nisciune vò fa niente…(Partirà il brano “Duble life””. Dalla terrazza si vedrà Benny)

Benny -  Da qui il tempo non passa, è fermo come il marmo freddo, come l’occhio impetuoso di chi è attento di fronte alla bellezza del silenzio…Tic! Tac! Non si sente il frastuono sottile della cadenza temporale di una lancetta…L’aria non si respira, si butta fuori…(Scenderà le scale lentamente) Questo è il mio club, ovvero sono colui che lo gestisce, il titolare è un altro. Ho la mia gente,  che in tempo di luna, al primo quarto smette d’inventare, per poi aspettare il mattino d’alba, ripulire la fantasia e ricominciare…Sono il comico e il drammatico, l’astuto e il fannullone, il re e il giullare, il bravo e il cattivo. Mi gestisco come fossi più persone in un corpo solo. Ma in tempo di luna, al primo quarto… Tac! Si ferma tutto. (Dallo scantinato entrerà Terry. Si avvicinerà a Benny)

Terry – Tu sei qui?

Benny – E non mi vedi?

Terry – Io me ne sbatto che Ernesto è il titolare, mi ha messo un’altra volta le mani addosso…

Benny – Ti ha picchiata?

Terry – Ma che picchiata. Mi tocca, si struscia…Fa ‘o zuzzuse.

Benny – E prendilo a schiaffi.

Terry – Benny, a me i soldi servono per tirare avanti, se io reagisco, mi licenzia. Nun cià faccie cchiù. Vuoi parlarci?

Benny – Tranquilla, mò veco io. Chille è fatto così.

Terry – ‘Na chiavica (Uscirà dallo scantinato)

Davide – Iamma vedè. Benny, qui son tutti sfiniti.

Giò – Lucy è morta.

Davide – E’ morta?!?

Benny – Dorme Davide, dorme.

Davide – Mate fatte piglià nu colpe.

Ivano – Io voglio bere…

Benny – Davide, spegni tutto. Domani alle diciotto in punto tutti qui. (Buio. Passaggio di ore. Partirà il brano “Complainte De La Butte”)

18:00

                     S’alzeranno le luci. Davide starà a telefono. Terry, starà pulendo i tavoli. Dal bagno entrerà di corsa Fiona e in contemporanea entrerà Giò dallo scantinato. Fiona indosserà una sola scarpa l’altra la terrà in mano. La musica calerà di volume.

Fiona – Forza! Forza! Che tra un po’ viene Benny…(Guarderà la porta del bagno) E ti muovi?

Giò – (Farà segno di aspettare) Un momento, e che maniera è questa. Sto facendo i conti. Il titolare mi ha diminuito lo stipendio. Comme ‘o schife.

Fiona – Presto, stai sempre a farfugliare…

Giò  – Ma presto cosa?

Fiona – Aiutami a mettere questa scarpa.

Giò – Pure? (Proverà a metterle la scarpa) Non entra…

Fiona – Che cavolo, ho preso due scarpe diverse...Questa è quella di Lucy…(Correrà verso il bagno e uscirà)

Giò – (Siederà sul divano.) Se so m’brugliate ‘e piere, mo va’a capa n’terra. (La musica aumenterà. Giò salirà le scale velocemente e uscirà, Terry uscirà dall’ingresso ed entrerà Ivano, poserà una bottiglia sul tavolo e uscirà verso lo scantinato. La musica sfumerà. Davide darà un’occhiata verso tutte le porte.

Davide –  (Avrà un tono dolce) Cherì… Chi? No, Cherì, vuol dire Cara in francese. Ma no, è un modo gentile per chiamare una donna…e che donna. Perché Cherì e non cara? Perché suona più dolce ‘e capite? E’ lo stesso? Vabbuò, Filumè, che c’è? Niente! Come mai hai chiamato? Ah, stasera vuoi uscire, E non posso, devo lavorare, chi ‘o sento a Benny.. Le tentazioni di una donna come te, sono comunque tentazioni. “Mi lacero il cuor, di spade a fulmine d’amor” Questo pure è francese? No, questo è italiano. Si, si, l’ho scritta io, mi è uscita in questo preciso istante, sei stata la mia musa. ‘O cane? Che capite, no museruola, musa ispiratrice, po’ to spiego. Filumè, nun posse venì. Vieni tu qua? Ma si pazze?. (Suoneranno la porta con dei tocchi) Mo devo lasciarti, cà hanne sunate ‘a porta. Si, ho capite…Filumè, ‘a porte….ho capito, si, poi te la scrivo sul foglio quella frase. (Mette giù il telefono di botto) E’ carute ‘a linea, ah! Arrivo. Ma ‘a porte steve aperta fine e mò. (Aprirà, entrerà Benny, sarà affannato. Davide chiuderà la porta)

Davide – Pecchè ‘e sunate si steve aperta?

Benny – Caggie sunate, so iute ca capa ‘a dinte.

Davide – Ho capito. Ma perché di corsa?

Benny – Salvo…

Davide – Chi?

Benny – Salvo…

Davide – E chi ‘o sape… Ma sta ccà?

Benny – No, no… Non c’è.

Davide – E pecchè ‘o chiamme?

Benny – Nun sto chiammanne a nisciune. (Si avvierà verso il divano) Dà, pe poche nun è succiese ‘o patatrac .

Davide – ‘O che?

Benny – ‘O patatrac…’o m’bruoglie, ‘o scunciglie…Comme ‘o chiamme tu?

Davide – A Salvo?

Benny – ‘E dalle. (Siederà sul divano.) Luana te la ricordi?

Davide – Appartene a stu Salvo?

Benny – No, a sorete. Luana, mia moglie, cioè l’ex.

Davide – Si.

Benny – Mi ha pedinato.

Davide – Comme mai?

Benny – Nun te neve niente ‘a fa.

Davide – Gesù, guarde ‘a gente che se invente pè passà ‘a iurnete.

Benny – Infatti, amme iucate pè tre quarte d’ore ‘a nascondine, e po’ so turnate.

Davide – Azze, e ancore t’addà truvà?

Benny – Imbecille. Mi segue perché vuole il club più gli alimenti.

Davide – Per carità Benny, non apriamo questo discorso. Mi trovo esattamente in un mare di guai, anze, già so affunnate. Ho problemi con Filomena, continua a ripetermi che non ho abbastanza tempo per lei. (Si avvicinerà minaccioso a Benny) Tu me viene ‘a parlà d’alimente, inseguimenti, nascondine, ‘e stu Salvo cà manche ‘o conosche. E io nun saccio comme aggia fa.

Benny – Dovresti trovare un punto d’incontro…

Davide – Nun me interrompere… “Non mi soddisfi più” Con queste parole mi ha fatto capire che le cose non vanno bene. (Ancora più minaccioso) Io m’accire, me teglie ‘e vene, me impicche, me piglie ‘o velene…

Benny – Tu te piglià ‘e ferie.

Davide – Mi stai prendendo in giro? Te le ho chieste, me sempe ditte che ‘e parlà co’ titolare. Lo so che tu fai il tuo lavoro, ma quello non ha cuore. Io l’accire.

Benny – Vuoi calmarti?

Davide – So calmo, so calmo…

Benny – Vorrei aiutarti, ma credimi non so da che parte iniziare. Luana si è rifatta viva, vuole prendersi il Club. Perché lei sa che è il mio. E non solo, vuole anche gli alimenti.

Davide – Io voglio qualche giorno libero, perché Filomena alimenta le mie giornate…

Benny – Bravo, chisto è ‘o punte, Luana vò cà io alimento ‘e soie. Si nun fosse pè Fiona, che mi distrae.

Davide – Lei si che alimenta le tue giornate…

Benny – E’ l’alimentatore mio.

Davide – Va ‘a currente?

Benny –  No, a gettoni. Non posso permettere che Luana ritorni a mettermi il bastone tra le ruote. Tu cosa ne pensi?

Davide – Oltre vedo solo, scunciglio, m’bruoglie…’o patatrac!

Benny –.(Da fuori si sentiranno rumori di chiavi) ‘E sentute?

Davide – Che cosa?

Benny – Nu rumore.

Davide – ‘O patatrac?

Benny – Oh mio Dio, nun po essere essa, io l’agge semmenate…

Davide – (Incredulo) Le atterrata!?!

Benny – Si, mo crescene ‘e fiore. Me ne so fuiute…

Davide – Ti sei dimenato con destrezza…

Benny – No, nun m’aggie menate, me ne so proprio iute. ‘E capite?

Davide – Ma c’aggia capì…(Entrerà Lucy, porterà un berretto con la visiera al contrario. Avrà in mano delle forbici e taglia carte)

Lucy – Buon pomeriggio uomini. Passato una bella mattinata? (Si avvierà verso le scale)

Benny – Ne ho passate di migliori.

Davide – Pure io penso.

Benny – Cosa devi fare con queste forbici e taglierini?

Davide – Che te taglià ‘e vene?

Lucy – Quasi... Sull’ufficio mancano. (Salirà le scale e in contemporanea scenderà Giò)

Giò – Cià Lù

Lucy – Cià Giò.

Giò – Risolti i problemi dell’audio?

Lucy – Fatto.

Giò – Ivano è arrivato?

Lucy – Non l’ho visto. (Uscirà)

Giò – E trovalo. Uè Benny.

Benny – Stasera si apre alle ventidue. A proposito chi viene?

Giò – Un quartet jazz.

Davide – Nu quarte ‘e jazz?

Giò – Nu quarte ‘e vine. (Si avvierà verso lo scantinato e uscirà. Suoneranno la porta)

Benny – Nu quarte ‘e scieme. (Suoneranno la porta) Sarà Fiona.

Davide – Fiona è in bagno. (S’alzerà e andrà alla porta)

Benny – Sarà il quartet?

Davide – Nun crede, sanne vevute…

Benny – Chi sarrà?

Davide – Se apriamo è cchiù facile. (Aprirà la porta. Sull’uscio ci sarà Viola, avrà tra le mani uno scatolo per anelli)

Viola – (Si farà avanti) Buonasera. Cerco Giò, è qui?

Davide – Chi lo cerca?

Viola – La qui presente.

Davide – Un attimo. (Si avvicinerà a Benny)

Benny – Chi è?

Davide – Vuole Giò, dice di chiamarsi la qui presente. E’ strana.

Benny –Azze lei è strana? Fatti dire il nome. (Viola si avvierà verso il divano)

Viola – Comprendo la poca dimestichezza con le parole del vostro amico o forse solo la mancanza di cervello. Comprendo che la scatola cranica non riesce a contenere più di quattro informazioni. Comprendo anche che non sono adeguata a questi sbalzi di società.

Davide – Cà ditte?

Benny – Forse…comprendo

Viola – Esattamente- C’è Giò? Sono Viola.

Davide – Comprendo. Un attimo che controllo. (Uscirà dallo scantinato)

Benny – Come mai lo cerca? In ogni caso io sono Benny, il gestore del club.

Viola – Avrei un leggero bisogno, di ucciderlo!

Benny – Bene! Cominciamo bene! Come mai?

Viola – La sua poca lucidità a gestire due relazioni, mi ha fatto capire che in ogni uomo, c’è un meccanismo, che se attivato, genera una follia omicida. Ecco, per questo voglio ucciderlo.

Benny – Per così poco?

Viola -  A te sembra poco?

Benny – A me pare strano…

Viola – Ah, a te sembra strano?

Benny – A me pare…(Viola lo interromperà)

Viola – A te pare..?

Benny – Comme aggia dicere?!?

Viola – Come ti viene meglio.

Benny – A me sembra…No, scusa…Nun ‘o saccio, accirele.

Viola – Appunto, per questo sono qui.

Benny – Per ucciderlo?

Viola – No, per festeggiare l’anniversario.

Benny – E mica c’è bisogno d’ò accirere? Piglie doie belli rose.

Viola – In questo posto quanta fica viene e quanta cultura va?

Benny – Domandatele o bigliettaie, io nun ‘o saccio. (Entrerà Davide di corsa)

Davide – Allora signorina. Mi diceva Giò, che se ci sarebbe stato lei dovrebberesse lasciare un messaggio. Ma visto che mi ha detto di dire che lui non c’è, io ve lo sto dicendo. (Un tempo) Giò, non c’è!

Viola – Dov’è che hai dimenticato i congiuntivi e i condizionali?

Davide – Nun maggie maie purtate.

Benny – Po’ te preste.

Viola – Cultura zero.

Benny – Sule figuracce me fai fa.

Davide – Perché signorina, se “dovrete” giudicarmi, sulla cultura. Su una scala da uno a dieci, quando mi darebbe?

Viola – Una scala da uno a dieci?

Davide – Si.

Benny – Ta scassasse adderete ‘e rine.

Viola – Hai espresso perfettamente il concetto. (Si avvierà verso lo scantinato)

Benny – Signorina dove va?

Viola – A uccidere Giò.

Davide – Mi ha detto di dire che non cè.

Benny – Appunto, te la dite isse, sta ccà.

Davide – Si, ma esse nun l’era sapè.

Benny – Chissà comme la sapute.

Davide – Oh, ccà ‘a voce subbete gire.

Benny – In ogni caso signorina lei non può scendere. Prima di tutto perché quella è una zona addetta al personale. Secondo, il club è ancora chiuso…

Davide – E terzo, giù cè Giò che ha detto che non c’è Giò giù. Quindi cchiù, cchiù.

Benny – Chi è ‘o strunze. Tu o tu?

Davide – Io?

Viola – No, Giò giù, che ora salirà su…All’inferno. (Uscirà dallo scantinato)

Davide – Scusa, ma l’inferno di Giò, nun se trova giù?

Benny – Davide chiudi la bocca.

Davide – Iamma a vedè, Questo pomeriggio tutti che vogliono chiudermi la bocca. Essa ire addò rendiste? (Si avvierà verso lo scantinato) Iamma a vedè. (Uscirà. Benny s’alzerà dal divano, si avvierà verso uno dei tre tavoli, prenderà un mazzo di carte, mescolerà. Le luci si abbasseranno partirà il brano”Il tema della fata”)

Benny – (Farà cadere le carte una alla volta) E uno, e due, e tre…Siamo tutti giocatori sprovvisti, crediamo di avere sempre l’asso nella manica, di gestire le carte e tirarle fuori quando si presenta la giocata migliore… Ahimè, è follia ordinaria dell’essere. Non abbiamo le carte, noi siamo le carte. Uno, e due e tre…e così via, all’infinito, senza alcuna gestione mentale, veniamo giù, dal pendio del tempo, più veloce di uno sparo. Ma qui, in questo posto che non si conosce il “dove”, sono carta ma ho le mie carte, due giocate in un tavolo solo. Ma ci vuole fortuna, è quella non è eterna…ma la furbizia si…E baro con me stesso per essere leale con gli altri, che a loro volta sono giocatori giocati dalla vita…Uno e due e tre…Tac!  Fine del gioco…o forse no. (Entrerà Lucy dalle scale)

Lucy – Che fai i solitari?

Benny – No, leggo le carte.

Lucy – A chi?

Benny -  A me stesso. (Siederà al tavolo)

Lucy – E cosa ti hanno svelato?

Benny – Niente che io non sappia già.

Lucy – Benny, ti andrebbe di uscire un giorno?

Benny – Con te?

Lucy – Con me.

Benny – Per far cosa?

Lucy – (Gli parlerà all’orecchio)

Benny – Con me?

Lucy – Con te.

Benny – Piense sempe ‘a stessa cosa?

Lucy – Non riesco a trattenermi.

Benny – Il titolare non vuole che ci siano storie tra dipendenti nel proprio club.

Lucy – Ma non è una storia…Una notte, un palpito del cuore, un letto e via…

Benny – Passi da un letto all’altro con questa sana normalità?

Lucy – Cos’è la normalità? La normalità è un piccolo posto, dove noi ci nascondiamo la pazzia…E poi me ne sbatto del titolare.

Benny – E lui se ne sbatte di noi. Ci caccerà a calci.

Lucy – Allora mi toccherà andare prima con lui, così mi concederà l’onore di venire con te.

Benny – Lui non accetterebbe.

Lucy – E se lo minacciassi?

Benny – E come?

Lucy – Conosco un segreto, molto intimo e familiare…

Benny – Sarebbe?

Lucy – Sua figlia, Martina.

Benny – Cosa ha fatto Martina?

Lucy – Non ha fatto nulla, nulla…Cos’è Martina? Questa è la domanda.

Benny – Prendi ancora le pillole per dormire?

Lucy – Si, perché?

Benny – Devi smetterla, ti confondono. (Si avvierà verso il bagno)

Lucy – Non mi confondono le pillole per dormire, ma la realtà di stare sveglia. Dove vai?

Benny – (Uscendo dal bagno) A cambiare l’acqua all’ingranaggio…

Lucy – Prova a cambiare anche idea…Sulla mia proposta intendo… (Partirà il brano ”La notte di San Lorenzo”. Guarderà le carte, le lascerà scivolare lentamente) E uno, e due…e tre, e quattro…Potrei contarle all’infinito, fin quando non mi gioco quella giusta. All’infinito come gli uomini che desidero, come il male che mi faccio, come il tempo che mi sanguina dentro…Sono donna mi dicono, sono attraente asseriscono gli altri…Sono donna, (Urlerà) Sono donna, (Con voce bassa) sono donna… E cinque, e sei…e sette…Non perdo il conto, nemmeno il tempo. Il mio segreto mi divora, mi inchioda alla croce e mi fa girare nell’insana malattia che non mi curo, perché non vi è cura. E’ disprezzo tutto quello che è donna, e ci sputo sulla mia faccia ogni volta che mi guardo. Arido e sublime è il mio vomito ogni notte che condivido il mio segreto con voi fantasmi, con voi lenzuoli…Bestemmio come una preghiera incurante, bestemmio il giorno in cui sono stata messa al mondo. E vaffanculo, a i mei genitori…Vaffanculo. Che un’onda mi travolga, una tempesta mi sbatti contro mille chiodi, che il fuoco bruci lento fino a farmi diventare cenere, e che marcisca per eterno insieme ai topi…(Entrerà dal bagno Benny)

Benny – Pure tu coi solitari?

Lucy – (Si avvierà verso l’ingresso) Preferisco i giochi di gruppo. (Uscirà)

Benny – A lungo andare fanno male, fidati. (Terry entrerà dall’ingresso,  avrà uno scatolo di bicchieri. Li lascerà in un angolo, si avvicinerà a Benny)

Terry – Stasera a che ora apriamo?

Benny – Alle ventidue!

Terry – Questa serata è così fredda, a me non piace. (Entrerà dal bagno Fiona, resterà sulla porta intenta ad ascoltare la conversazione dei presenti. Interpretando a suo modo il dialogo)

Benny – A me prende alla testa.

Terry – Dovresti lasciarla scivolare, senza pensarci.

Benny – A volte si accanisce,è così buia.

Terry – E’ come una puttana, ti prende per poi lasciarti senza fiato.

Benny – Ci sono abituato, la pago bene. (Si avvierà verso le scale) Vado di sopra. E voglio più bicchieri…

Terry – Ma questi già ne sono tanti.

Benny – Io ne voglio di più! (Uscirà)

Fiona – (Si avvierà verso il centro) E ha detto che ne vuole di più.

Terry – A vote nun ‘o capische.

Fiona – Non devi capirlo, devi eseguire.

Terry – Fiona stai bene?

Fiona – Prendi i bicchieri, e non rompere il vetro, è letale.

Terry –(Si avvierà verso l’ingresso) E tu prendi un calmante (Uscirà)

Fiona -  Sguattera che non è altro, vuole prendere il mio posto. Ma me la pagherà. (Entrerà di corsa dallo scantinato Davide)

Davide – Uhm mamma mia d’o carmene, e che mazzate se stanne danne. Nun se vonne fermà. Giò, ‘e sta piaglianne ‘e brutte… Ca se cagnate tutte cose, ‘e femmene so deventate uommene.

Fiona – (Salirà le scale) Non aprire troppo la bocca, potresti volare per la stanza…

Davide – E perché?

Fiona – Hai solo aria in testa…(Uscirà)

Davide – Embè, io vi schifo. (Dallo scantinato si sentiranno urla e rumori) Siente siente. (Entrerà prima Giò e successivamente Viola che lo starà malmenando  furiosamente)

Giò – Ah, me fai male…Viola, fa chiane..

Viola – (Continuando a menarlo. Si avvieranno verso la porta. Davide guarderà in silenzio) Mascalzone, farabutto, incantatore…(Un tempo) Stronzo.

Davide – Stà bene!

Giò – Chiane, chiane…Ah, ‘a capa…Ti spiego… Ah…

Viola – Non c’è niente da spiegare… (Si metterà la scarpa)

Giò – Menu male, ‘e pusate ‘a scarpa? Ascoltami…

Viola – (Gli mollerà uno schiaffo e poi un morso) Vaffanculo… (Uscirà)

Giò – (Guarderà Davide poi la porta. Un tempo) ‘A prossima vote te donghe ‘o riesto…Và, vai…(Si avvierà verso il divano e siederà. Davide lo guarderà) Che tiene ‘a guardà? Nun ma fatte niente…

Davide – Che tera fa cchiù?

Giò - Io so fortè Davidù…

Davide – Si ‘o dice tu…

Giò – (Farà per accasciarsi) Madonne ‘e che dulore…

Davide – (Gli andrà in soccorso) All’aneme d’à forza… Ti prendo qualcosa?

Giò – No, mò passa…Vide che tengo n’goppo ‘o musse…

Davide – (Controllerà) Te l’ha fatte viola…

Giò – Appunto, vide nu poco che tengo.

Davide – Te l’ha fatte viola…

Giò – Davidù, aggio capite…E vide che tengo…

Davide – Allora si scemo? E’ viola…

Giò – ‘A porta?

Davide – Che cosa?

Giò – Hanne sunate ‘a porta?

Davide – No…

Giò – Tu ‘e ditte è Viola?

Davide – ‘O musse…

Giò – Essa se chiamme Viola.

Davide – Ah, e ta fatte pure ‘o musse viola, viola…

Giò – Ma fatte proprio male è overo? (Si avvierà verso il bagno)

Davide – Dove stai andando?

Giò – A mettere un po’ d’acqua nelle parti lesionate. (Uscirà)

Davide – E mica è acqua santa… (Si avvierà verso il telefono. Tra sé) L’occhio della tela…Pronto? Filu… io sono pronto…Si, si…No, volevo solo dirti una cosa, si faccio veloce…nun te preoccupà, ta diche in napoletano…”L’uocchie d’ò pittore, nun ce vede, e n’goppo ‘o mure, pitte e pitte…E tegne ‘e forme toie,… e comme tegne cu l’occhie cà nun vede…” Che? ‘’O pittore cecato? No! Filumè, ce vedimme ‘o solite posto. (Farà un piccolo passo indietro verso il divano. Entrerà dal bagno Giò e avrà una benda sugli occhi e si lamenterà) Comme era… L’uocchie d’ò pittore… (Giò si siederà sul divano) L’uocchie d’ò pittore…(Noterà Giò, farà un grido di paura e i due salteranno) Nun tene l’uocche ‘o pittore…

Giò – Ma si scemo?

Davide – Uh mio Dio e che paura. Ma chi è quella? (Giò e Davide siederanno sul divano)

Giò – Una donzella.

Davide – Una incazzata però. E che voleva?

Giò – Ha scoperto di avere le corna.

Davide – E ora?

Giò – Vuole uccidere me e tutto quello che mi gira intorno.

Davide – E vabbè, è un modo di dire…no?

Giò – No!

Davide – Comme no?

Giò – Tempo fa, la ragazza, ebbe problemi psicologici, causati dalla morte dei suoi fratelli. Furono assassinati per sbaglio.

Davide – Che brutta storia.

Giò – Davvero una brutta storia.

Davide – E dico io, perché ti comporti in questa maniera?

Giò – Ma io so fatte accussì, ma che vulite ‘a me. (Suoneranno la porta)

Davide – Chiste sarà ‘o fornitore. Avanti, la porta è aperta. (Entrerà Luana, molto agitata. Darà una controllata a tutte le porte)

Davide – Cercate qualcuno?

Giò – Nun credo che stà iucanne ‘a nascondino.

Luana – Dov’è?

Giò – Chi?

Luana – Lui, dov’è?

Davide – Lui chi?

Luana – Non mi fate perdere tempo.

Giò – Neanche noi vogliamo perderlo.

Luana – Appunto non lo perdiamo

Davide – Sentite, verite ‘e truvà stu tiempo e mettiteve d’accordo.

Luana – Benny, dove cazzo stà?

Giò – Signorina, si calmi.

Luana – Signora, prego.

Davide – (Come Giò) Signora, si calmi.

Giò – Bravo.

Davide – Grazie.

Luana – Imbecilli. Sono la moglie di Benny.

Giò e Davide – Ah?!?

Luana – (Un tempo) L’ex!

Giò e Davide – Ah!!!

Davide – E cosa siete venuta a fare?

Giò – Certamente no pe so spusà nata vota.

Luana – Lui sa bene cosa sono venuto a fare o a prendere. Dipende da che occhio si vede.

Davide – Cù l’uocchie d’ò pittore.

Luana – Cosa?

Davide – Niente, niente.

Giò – Ha ditte ‘na strunzate. (Scenderà Fiona dalle scale mezza ubriaca)

Fiona – Figlio di una buona madre, cosa credi di fare? Con quella cameriera da quattro soldi? Ah?

Davide – E’ asciute sceme Fiona.

Fiona – Non hai vergogna? Ed io che sono stata il tuo braccio per tanti anni, ho condiviso le tue scelte senza mai obbiettare…(Entrerà Benny dalle scale)

Benny – ‘E capite nu fatte pe nate…Tu hai bevuto.

Giò – Fiona ha bevuto?

Davide – Fiona hai bevuto?

Fiona – Un po’ di whisky.

Benny - (Noterà Luana) Uh mamma mia d’ò carmene…

Luana – Spaventato?

Benny – No, è proprio paura.

Luana – Cosa guardi te?

Fiona – E’ vietato?

Davide – Brutta situazione.

Giò – Fai silenzio… Fa sentì.

Luana – Sono la moglie…

Tutti – Ah?!?!

Luana – L’ex.

Tutti – Ah!!!

Fiona – Bene ci mancava solo questo.

Davide – Eh.

Giò – Appunto.

Benny – Si, comme a mettimme a nomme?

Davide – Tarantella.

Giò – Esatto. (Davide e Giò si alzeranno e cominceranno a a ballare e a cantare la Tarantella, Benny li fulminerà con uno sguardo. I due siederanno)

Benny – (Scenderà dalle scale, ma non si avvicinerà a Luana) Ma tu che ci fai qua?

Fiona – Gira la voce di un rapporto a tre…Luana, Fiona e la cameriera.

Davide – Essa sapè Filumene queste rivoluzioni sessuali.

Giò – Silenzio…Fa sentì.

Benny – Ma che rapporti a tre, uno e nun se po’ mantenere.

Luana – Ho bisogno di parlarti.

Fiona – Ha bisogno di parlarti.

Davide – Deve parlarti.

Giò – Addà parlà.

Benny – Scusa, per caso devi parlarmi?

Tutti – Si!

Benny – Nun ere capite. No, Luà, no e no. E basta! (Luana gli punterà un coltello e si avvicinerà)

Luana – Come?

Benny – Parliamone!

Fiona – Uh mio Dio, mi gira la testa.

Giò – Ora no, aggià sentì.

Davide – Fatte natu gire ia, sviene a doppe.

Fiona . (Si farà spazio in mezzo a Davide e Giò) Fatemi sedere.

Luana – Che faccio? Ti accoltello?

Benny – Io pensave ca me vulive fa ‘e basette. (Luana sputerà in terra)

Davide – E ccà sta pure ‘a scumma.

Luana - In faccia sarebbe stato meglio.

Giò – Decisamente! (Benny lo guarderà furioso) Pè basette dicevo.

Fiona – Devo vomitare…

Davide – Vai tranquilla cara…

Benny – Che vai tranquilla.

Davide – Ma ha sule bevute…

Benny – Eh, ma nun è acqua ‘e rose.

Fiona – Credo di essere ubriaca.

Benny – Lo sei…Ultimamente torna ‘a casa sempre ubriaca.

Giò – Ah si?

Benny – Sule ‘na vote nun è turnate ‘a casa m’briache.

Davide – Comme mai?

Benny – Pecchè talmente che steve m’briache cà sbagliate indirizzo. (Luana si accascerà sulla sedia. Accompagnerà l’azione con un sospiro)

Benny -  Che è state?

Davide – Cosa?

Benny – Un fruscio..

Giò -  E’ ‘o viente

Davide – Un altro…

Giò – Due fruscii… (Luana farà un colpo di tosse)

Benny – Un tuono?

Davide – Un tuonetto.

Benny – Ma stà chiuse ‘a finestra?

Giò – Si…

Benny – E comme mai fa currente?

Luana – Dove sono?

Giò - Spiegatemi una cosa. Perché è seduta al tavolo e non sa dov’è?

Davide – (Un tempo) Volontà divina…

Fiona – (Si appoggerà con la testa sulla spalla di Giò) Ma dove sono?

Benny – Volontà d’ò vino…

Fiona – A me gira la testa…

Davide – A me gira lo stomaco…

Luana – A me girano le palle…

Benny – Io mò aggire e me ne vache…

Davide – (Prenderà per una mano Giò e lo trascinerà con forza) Pecchè nun ce ne iamme?

Giò – Io vuleve sentì…

Davide – Nun è bastate chelle ca ta fatte sentì Viola? Benny, andiamo nello scantinato, qualsiasi cosa, chiama. (Si avvieranno verso lo scantinato)

Giò – M’arracumanne, qualsiasi cosa. (Davide e Giò usciranno)

Benny – So rimaste sule io.

Luana – (Farà un lungo sospiro, proverà a parlare e sverrà)

Benny – Si?!?

Giò – (Entreranno di corsa Giò e Davide) Si?!?

Benny – Luana è svenuta.

Davide – All’improvviso?

Benny – No, ‘a fatte primme dduie fischi, ‘na pernacchie, dueie gire e ‘na canzone è po’ è svenute.

Davide – E ciò crede, tutte sti cose.

Benny  – Nun è‘a primma vota.

Giò – Che sviene?

Benny – No, no. Che canta e fischia... Certo, che sviene. Ogni tante s’abbocche.

Davide – Bellu stu fatte.

Giò – Ma è capitato pure in quei momenti là?!!?

Davide – Bello! O facivene tra veglia e suonne. (Giò gli mollerà uno schiaffo)

Fiona – Falle ‘na respirazione a bocca a bocca. (Luana si riprenderà di colpo)

Luana – Piuttosto preferisco crepare.

Davide – (Prenderà Giò per la mano) Nuie ce ne iamme, era un falso allarme.

Giò – Qualsiasi cosa…(Benny interromperà)

Benny - State adderete ‘a porta.

Giò – Esatto. (Uscirà seguito da Davide)

Luana – Allora ne vogliamo parlare?

Fiona – Io tolgo il disturbo, vado a fumare una sigaretta… e mi riprendo. Tra moglie e marito non metterci il dito. (Si alzerà, e si avvierà verso l’ingresso)

Benny – E manche ‘e solde…(Fiona uscirà)

Luana – Appunto è di soldi che si parla.

Benny – Un’altra volta con questa storia?

Luana – La storia si conclude a modo mio.

Benny – Ma fammi il piacere.

Luana – O il club o un mensile fisso di cinquemila euro.

Benny – Quanto?!?

Luana – Hai sentito bene.

Benny – No, no. Ripeti.

Luana – Cinquemila euro!

Benny – Ho sentito bene! Tu sei pazza, sei fuori, schizzata.

Luana – Mai stata così lucida.

Benny – In ogni caso, non puoi ottenere niente, perché il club non è mio. Sai bene, il titolare è Ernesto Damiani.

Luana – Ah si? E i soldi che mi hai preso? “Non importa l’età, tra noi c’è amore” Con questa frase mi hai derubato, per poi lasciarmi sola senza alcun Santo da pregare.

Benny – Ma io ti ho amato, poi la fiamma si è spenta.

Luana – Per cortesia, a te non si è mai accesa.

Benny – La parte che mi prestasti…

Luana – La parte che ti prendesti…

Benny – Fa ‘o stesso…

Luana – Non sembra.

Benny – La parte…La misi come quota nel club, poi io ne sono uscito, ha rilevato tutto Ernesto. Qui sono solo il gestore.

Luana – Per uscirne Ernesto ha dovuto darti la tua parte o mi sbaglio?

Benny – Ti sbagli.

Luana – Guarda il caso…

Benny – E si, guarda il caso. Perché deve ancora darmeli.

Luana – Brutto stronzo, cosa credi eh? Che io sia scema? (Gli punterà il coltello)

Benny – Posa questo coso, non facciamo pazzie…

Luana – Ti scucio e poi ti cucio…

Benny – Aggie sempe ditte cà ira fa ‘a sarta.

Luana – Ernesto è d’accordo con te…

Benny – Te sbaglie.

Luana – Ne sono certa. Mi dici che deve ancora pagarti? Bene, dovrà pagare me, si no l’accire.

Benny – Ernesto con noi non c’entra un cazzo. Ora smettila!!! La nostra storia è durata quello che doveva durare, ci sono amori che durano di più e amori lampo. Il nostro è stato un lampo.

Luana – E se non mi passi gli alimenti, facce fa pure ‘a botte. (Si accascerà sul divano)

Benny – Natavota mò. (Si avvicinerà al divano. Luana si lamenterà) Nun caccià ‘o cultiello cà me mette paura. (Prenderà Luana e si avvieranno verso il bagno) Passiamo un po’ d’acqua sul volto, accussì t’arrepiglie. (Usciranno e entreranno Lucy, Fiona e Terry)

Lucy – Bisogna trovare un metodo sicuro.

Terry – Non ci sono metodi sicuri. (Si avvieranno verso il divano e siederanno)

Fiona – Allora bisogna inventarlo…Efficace, che sia sorprendente.

Lucy – Nessuno dovrà sospettarlo.

Terry – Dovranno restare a bocca aperta.

Fiona – Tu zitta! Decido io. (Luana entrerà dal bagno e correrà verso le scale poi entrerà Benny)

Luana – Voglio parlare di persona con Ernesto…(Uscirà)

Benny – Addò vai, fermati!

Terry – Che è stato Benny?

Benny – E’ stato quello che è stato.

Lucy – Chiaro sei stato!!!

Benny – Grazie! Ma voi state ancora accussì? Ve vulite priparà?

Lucy – Io prima devo fare una cosa di sopra. Devo tagliare della carta…

Terry – Vuoi che ti aiuti?

Fiona – Devi aiutarla!

Benny – Agire, agire…Non solo parole. Su! Sembrate tutti spaesati, ma vi guardate? Negli ultimi tempi il club ha avuto delle mancanze. La clientela si lamenta, il servizio non è quello di una volta. Tu Fiona, sei stata ingaggiata per guardare i fatti miei. E per favore smettila di fare la pazza isterica. E tu Terry, ti sei allentata? Hai qualche problema? Vuoi che ti sbatti fuori a calci senza neanche un preavviso? Allora muovi il culo, ora!!!! Bella Lucy, non rompere i coglioni tu e le serate strambe con il primo che capita. Qui hai un compito, e devi onorarlo, le tue follie mentali, tienile fuori dal club. E’ chiaro? E muovetevi! (Partirà il brano “Il paese dei testimoni”. Fiona, Terry e Lucy si alzeranno. Fiona si avvierà verso lo scantinato, Terry andrà verso il bagno e Lucy salirà per le scale. Entrerà Luana, scenderà le scale rapidamente, si avvierà verso il bagno, Benny la fermerà. La musica calerà di volume)

Benny – Dove vai?

Luana – Gli ho parlato, due parole belle e coincise. Ho bisogno d’acqua in faccia. (Uscirà dal bagno, la musica si alzerà di volume. Benny andrà al telefono. Terry entrerà dal bagno, e uscirà per le scale. Lucy scenderà dalle scale, avrà con se delle forbici, uscirà per lo scantinato. Entrerà Fiona dallo scantinato, con se avrà dei coltelli e delle tovaglie. Uscirà per le scale. Entrerà dallo scantinato Ivano, sarà ubriaco, avrà una bottiglia. Ad una alla volta farà cadere le sedia che staranno ai tavoli. La musica sfumerà. Benny poserà il telefono e si avvicinerà ad Ivano)

Benny – ‘E fernute?

Ivano – Ho appena cominciato.

Benny – E vide da fernì.

Ivano – (Riderà) Gradisci un drink?  (Reciterà dei versi) “Mi lacero il cuor, di spade a fulmine d’amor”

Benny – Tu le fernì cò Tavernello.

Ivano – Già, prima solo vini d.o.c, Piemonte, Marche, Veneto. Vino di classe. Quand’ero un vero cantante, un attore famoso, ne ho fatti di brindisi, anche solo con me stesso. (Entreranno Giò e Davide dallo scantinato. Davide darà uno schiaffo dietro al collo a Giò)

Giò – Nun stai bbuone?

Davide – Avevi una zanzara…Per poco non ti pungeva

Giò – Aggiè capite, ma pe ‘na goccia ‘e sangue me fatte venì l’emoraggia celebrale.

Davide – E’ morta.

Giò – Ciò crede, me ne steve ienne pure io.

Davide – Esagerato. Benny allora? Come vanno le cose?

Benny – Per il momento linea piatta. Si parlava con Ivano del suo successo….

Giò – Io ancora devo capire in che teatri recitavi.

Ivano – Nei più grandi teatri d’Italia. Si, ma io miche faceve ‘o filodrammatico…

Benny – ‘O filobus, te facive tutta ‘a zona ‘e via Marina…

Ivano – Io faceve l’opere…

Davide . ‘E pupe…

Ivano – ‘E mammete. Le opere, Shakespeare, Goldoni, Moliere…Grandi drammi…

Benny – T’aggie itte che purtave ‘e tramme.

Ivano – Fa ‘o spiritoso, fa. Io ero cercato in tutto Italia. Ivano Di Stasio, attore di prosa e cantante di opere internazionale. Si, ero ricercato in tutt’Italia.

Benny  - Scuse, ma facive ‘o cantante o ire latitante?  

Ivano – Maledetta la guerra. Sono andato in rovina. Ora mi tocca cantare in un club o  fare ‘o filodrammatico…

Benny – Si purtato po’ pulmanne. (Davide rimetterà le sedia al proprio posto, Giò si avvierà verso l’ingresso)

Giò – Provo a chiamare il cabarettista. (Uscirà)

Davide – Chi ‘a menete ‘e seggie n’terre?

Ivano – Io, sono stato io.

Davide – E si cuntente? Cose ‘e pazze. (Si avvierà verso le scale e salirà) Ernesto è di sopra? Voglio chiedergli un altro permesso.

Benny – Oggi cercate tutti Ernesto, per questo motivo lui resta sempre chiuso nel suo ufficio, perché siete assillanti.

Davide – E lui è uno stronzo. (Uscirà)

Ivano – Ha ragione Davide, è uno stronzo figlio di un altro stronzo.

Benny – Ascoltami Ivano, devi smetterla di bere, altrimenti sarò costretto a licenziarti.

Ivano – Benny, Benny, del tuo licenziamento me ne sbatto. La sera faccio il mio mio lavoro? Lo faccio bene? Quindi non infischiarti nella mia vita privata.

Benny – Se lo dicevo era per il tuo bene.

Ivano – Il mio bene riguarda me, e lo gestisco io.

Benny – Questo è stato sempre il tuo problema.

Ivano – Che ne sai tu dei miei problemi?

Benny – Conosco la mia gente.

Ivano – Non farmi ridere, credi di avere tutto in pugno?

Benny – No, ma in testa si.

Ivano – Ed io non faccio parte della tua testa.

Benny – Ma io faccio parte della tua, sono parte integrante della tua, sono la mia testa nella tua…

Ivano – Solo perchè mi paghi, credi di essere me?

Benny – Non è questo il punto. Come gli altri sei un filo legato alle mie mani, e ti muovi se io decido che tu debba muoverti…E’ arrivato il momento di non pensare più alla guerra. E’ passato.

Ivano – Tu non sai un cazzo della guerra.

Benny – So quello che mi basta, per dirti che è arrivato il momento di non pensare più alla guerra..

Ivano – La guerra mi ha portato via l’anima.

Benny – Il diavolo la porta via a tanti, non fai numero.

Ivano – Ma cosa cavolo dici?

Benny – Che siamo un calcolo di numeri impreciso, siamo per gli altri quelli che non siamo per altri. Siamo santi e peccatori,  padroni e servitori, vittime e carnefici. Prova a prendere un barattolo di vernice, e passalo sulla coscienza…brillerà.

Ivano – A cosa serve barare?

Benny – A restare più a lungo al tavolo…Ernesto vuole parlarti…

Ivano – (Riderà e berrà) Non voglio che lo nomini, chiaro? Lui è stato un Dio della guerra...

Benny – Il padre.

Ivano – Il sangue è quello.

Benny – Non è così. E basta con questa guerra. E solo una maschera che porti, per non accettare che sei un fallito.

Ivano -  (Urlerà) Basta!!! Non parlare più, non devi parlare. (Le luci si faranno soffuse, partirà il brano “L’odore di guerra”. Ivano canterà adirato e ubriaco)
“Vieni, guardami gli occhi tocca questa mia faccia prova solo a sentire l’odore di guerra questo odore di niente Guarda e dimmi cos’è Altrimenti stai zitto e guarda un po’ te . Volevo solo volare e fare l’amore col cielo e non sparare i soldati che già erano in volo. Per la patria e la vita ed ho sputato il mio cuore, in faccia a chi non sentiva nemmeno il dolore.”Ho visto la gente diventare terra. E una pioggia di piombo diventare fango Ho stretto la mano a uomini morenti E con l’altra cercavo di difendermi  E mamme portare i figli sotto i denti bestemmiando pregando tutti i loro santi  E tremo al ricordo ora, non lo vedi?e lì tremava la vita che non stava in piedi. Si, tremava la vita che non stava in piedi

Benny – (Parlerà) Adesso basta parlare Non ti voglio sentire Questa vita è una fuga   Senza dover partire E per tanto ztai zitto Che mi scoppia la testa Mentre tu eri in cielo Io non ero qui in festa Combattevo con me La mia solita guerra Mi guardavo dall’alto Che strisciavo qui in terra E ora guardati bene Non schivare lo specchio Sembri quasi abitato Dal fantasma di un vecchio Tuttavia mi hai stancato Col tuo volo infinito Non ti vedi, schiantato? Nel tuo vino. Fallito! Qui nessuno ti ha detto Di portare la croce E ora vai, lì di sopra E poi lasciami in pace.

Ivano – Caro Benny ti sbagli, che tu sia maledetto. Tu non sai quanto sangue ho bevuto senza averne la sete. Certo che me ne andrò, di siuro me ne adnrò

Benny – Devi solo imparare a pulire il passato.

Ivano – Non c’è acqua nemmeno a pagarla che pulisca il marciume di guerra.

Benny – Allora cosa vorresti che la vita si faccia più bella?

Ivano – No, che mi porti il mio canto e il mio volo di stella.

Benny – Tu sei pazzo, non ti voglio ascoltare.

Ivano – Sei più pazzo di me nel tuo modo di fare. (Ritornerà a cantare) Vieni, prendi le mani senti il loro tremare non avere paura di stringerle forte hanno solo paura  paura di non guarire  da questo male che ho dentro di me.  .”Ho visto la gente diventare terra. E una pioggia di piombo diventare fango Ho stretto la mano a uomini morenti E con l’altra cercavo di difendermi  E mamme portare i figli sotto i denti bestemmiando pregando tutti i loro santi  E tremo al ricordo ora, non lo vedi?e lì tremava la vita che non stava in piedi. Si, tremava la vita che non stava in piedi. (Uscirà dalle scale. Buio. Partirà il brano “Hey there Delilah” Fiona e Terry entreranno dalle scale rapidamente e nello stesso momento dallo scantinato entrerà Lucy. Terry e Fiona spingeranno Lucy di nuovo nello scantinato e usciranno tutti e tre. Davide uscirà dal bagno con una asciugamano e si avvierà verso il divano. Giò entrerà dall’ingresso con una ferita alla mano. La musica sfumerà)i, tremava la vita che non stava inpiedi

Davide – Che fatte ‘a mano?

Giò – Sanguino un po’. Chi ‘a mise chillu mobbelo fore?

Davide – Io.

Giò – Bravo, senza lo smuntà. M’aggia accise. (Si avvierà verso le scale) Di sopra, nella cassetta antinfortunistica, ce stà nu poche ‘e disinfettante?

Davide – Me pare ‘e si. (Giò uscirà. Suoneranno la porta) E mò chi è? (Andrà ad aprire. Sulla porta ci sarà Filomena. Sarà scura in volto) E tu che ci fai qui? Sei pazza?

Filomena – Famme passà. Nun so pazze, sono stufa.

Davide – Picciò cuoce ‘e sta manera?

Filomena – Facciamo gli spiritosi? Si? Io nun te supporte cchiù.

Davide – Ma che vuò ‘a me?

Filomena – Caggià vulè? Iamme belle, addò stà ‘o titolare?

Davide – Che vuoi fare?

Filomena – Voglio parlarci, vedimme si ‘a fernesce. (Urlerà) Addò stai vigliacco. Sule pecchè tiene ‘e solde vuò impedì ‘a felicità a llate?

Davide – Zitta! Non urlare. Me vuò fa perdere ‘o poste?

Filomena – Viste? Si strunzo.

Davide – Grazie.

Filomena –  Proprio scemo..

Davide – Troppi complimenti.

Filomena – Nu fesso.

Davide – Mo me so commosse. Filumè, dobbiamo aspettare. Appena trovo un posto migliore lo mando a quel paese.

Filomena – (Si siederà sul divano) E quando? Io nun cià faccio cchiù, nun ce vedimme mai.

Davide – Aspettiamo che il tempo faccia il suo corso. (Giò scenderà dalle scale)

Filomena – Aspettare, aspettare…E’ una continua attesa. Intante nun ascimme ‘a quatte mise.

Davide – Azze so passate quatte mise?

Filomena – Dodici giorni e tredici ore…Ma pecchè, il desiderio di me nun le avute?

Davide – Nun l’aggie avute?!? Nati doie ore e me vene n’embolia!

Giò – Davide… (Noterà Filomena) Salve! Permettete un attimo?

Davide – (Si avvicinerà a Giò, parleranno in disparte) Che d’è?

Giò – Chi è questa?

Davide – Questa ha un nome.

Giò – Chi è questa ha un nome?

Davida – Una mia conquista, una mia preda…

Giò – Infatti è ‘na preta fratello caro.

Davide – ‘O Scè, è la mia ragazza

Giò – Embè, io ho detto che è un bel pezzo.

Davide – Piano con gli apprezzamenti.

Filomena – E’ male educazione parlare in disparte quando ci sono altre persone.

Giò – Signorina, si parlava di lavoro.

Filomena – Che fai ‘o sceme pè nun ire ‘a guerra?

Davide – No, amore si parlava solo di lavoro.

Filomena – Natu suldate ovvì…

Davide – Giò, è molta arrabbiata.

Giò – Me n’aggia accorte. Allore te lascie sule.

Davide – Addò vai. Filumena, vò parlà con Ernesto po’ fatte de permesse. Si ‘a vede ccà chille me licenzia.

Giò – Ne hai parlato con Benny?

Davide – Si, ma sembra che non mi ascolti…

Filomena – Ate fernute ‘e fa ‘a guerra?

Giò – Siete molto simpatica.

Filomena – Invece tu nun te ne scinne proprie.

Giò – Ottimo. (Si avvierà verso l’ingresso) Io vi lascio soli…(Uscirà)

Davide – Filu amore, ma te vuò contenè nu poche? (Da fuori si sentirà Benny)

Benny – Davide!

Davide – Uh Dio Benny.

Filomena – Nun te mettere paura, ce sto io.

Davide – Quello è il problema. Si Benny?

Davide – (D.f.) Vieni un attimo.

Davide – Arrivo… (Prenderà Filomena per un braccio e si avvieranno verso lo scantinato) Filumè, aspetta giù nello scantinato.

Filomena – No!

Davide – Me fai perdere ‘o lavoro.

Benny – (C.s.) Davide!!! E te muove?

Davide – Sto arrivando, nu mumento. Dai amore, ti prego.

Filomena – Il tempo di un attimo…E me mette ‘a fa ‘a pazza. (Uscirà)

Davide – Vai, subbete faccio. (Entrerà Benny e resterà sulle scale)

Benny – Oh! Ma che stai facenne?

Davide – Niente, so saglienne. (Usciranno entrambi dalle scale. Buio. Partirà il brano “La disciplina della terra” le luci si alzeranno. Al centro sul divano ci sarà Ivano che starà scrivendo. Buio. Le luci si alzeranno sulla porta dello scantinato ci saranno Lucy, Terry, Fiona e Filomena, staranno parlando molto vivacemente. Buio. Le luci si alzeranno. Davide scenderà dalle scale con Benny. Giò dall’ingresso e si avvierà verso il telefono. Buio. Le luci si alzeranno. Luana entrerà dal bagno e siederà a un tavolo. La musica sfumerà)

Filomena – Sembrate le tre moschettiere… Ma faciteme ‘o piacere.

Davide – Filu!

Benny – Ma che d’è stasera? Camme fatte ‘o circhele d’è pensionate?

Ivano – Chi ‘o sape!

Lucy – Chi è questa?

Giò – (Poserà il telefono e andrà a sedersi sul divano) Questa? E’ questa ha un nome.

Benny – Giò fai silenzio.

Fiona – E’ una specie di uomo travestito da donna…

Benny – A me sembra donna a tutti gli effetti.

Filomena – (Sarà aggressiva) Che tenisse ‘a dicere?!?!

Benny – Uh mamma mia, Giuvanne ‘o furmaggiare.

Davide – Filu!

Ivano – Qualcuno gradisce un drink?

Giò – Ivà, fatte n’acqua tonica e và te cocche.

Luana – Quanto siete carini…

Benny – Tu chiudi la bocca. Posso sapere perché stamme ancora a zero? E chi è la signorina?

Davide – Benny, è Filomena, la mia ragazza.

Ivano – Io pensavo ‘o gnore tuoie.

Giò – Chesta è bella…(Filomena lo fulminerà) Chesta è bella sereta, fresca…

Terry – Sciogliamo questa combriccola, che devo preparare la sala per stasera?

Fiona – Nessuno ti ha dato ordini.

Terry – Fiona, ma che tiene contro ‘a me?

Lucy – lascia perdere, è solo un’isterica viziata.

Benny – Mo iniziate voi?

Terry – E questa si crede la Regina D’Inghilterra.

Fiona – Ti sbagli cenerentola, io sono la Regina d’Italia.

Davide – Ma che ce steve dinto ‘o vine Ivà?

Ivano – Vino!

Davide – E fa accussì scieme ‘a gente?

Luana – Quanto siete patetici…

Benny – Luà, e sta un po’ zitta!

Davide – Filu, è meglio che vai, ci parlo io con Benny.

Filomena – Pecchè io so scema?

Davide – No, ma tu non sei autorizzata.

Giò – I problemi extra-lavoro dei dipendenti vanno lasciati fuori dal club.

Filomena – Chi ta ditte ‘e parlà?

Benny – Secondo me tu fore ‘e lasciate pure ‘a lengua…

Filomena – Domani volevo andare in piscina con Davide.

Davide – A nuotare amore?

Benny – No, a fa doie cozzeche.

Ivano – ‘A Fernimme ‘e fa ‘o sciò?  Chiste ‘e l’audio quande vene? ‘O cabarettista caddà puvà cu mè l’avite chiammate? Vedimme si avviamme ‘a varche.

Davide – Filu, per fortuna che ti ho raccomandato. Mo me fatte n’cazzà.

Filomena – (Aggressiva) Che ditte?

Davide – Cà me so n’cazzate.

Filomena – (Sempre più aggressiva) N’aggie capite?

Davide – Che m’ere n’cazzate, ma me passate.

Benny – Uomo di ferro.

Fiona – Arrugginito.

Luana – Quanto siete fasulli…

Giò – Fasuli, direi…E che famme me venute.

Benny – Ora basta. Il club sta diventando un circo…In questi ultimi giorni avete solo portato problemi. Avete avanzato richieste assurde, lamentele per gli stipendi, fatto entrare nel club persone non ammesse, gestito le relazioni in queste quattro mura,ed ecc ecc. La scelta dei dipendenti per questo club fu ben precisa, volevamo il meglio, volevamo dare ai clienti il massimo. Pian piano tutto questo sta andando a puttane, ed Ernesto, sta prendendo in considerazione l’idea di sostituirvi. Tuttavia, ha annunciato una riunione straordinaria tra venti minuti. La poca lucidità mentale è la base d’ogni assurda azione. Questo io lo so, e lo sapete anche voi. (Partirà il brano “Iubilaeum bolero”. Buio. Le luci si alzeranno. Benny starà sulla terrazza in penombra. La musica calerà di volume) Tic! Tac! E’ l’ora giusta per il tempo che viene, per il tempo che incalza, per l’incessante doppio passo squilibrato delle menti…(Scenderà le scale)  Come ho detto, sono il comico e il drammatico, il re e il giullare e così via. Ho i miei pezzi, li divido e poi li metto insieme, faccio di loro quel che voglio. Faccio di loro la mia perversa curiosità… (Si avvierà verso l’ingresso) Invento, trasformo, lucido,  poi compro, poi vendo…(Aprirà la porta. Entrerà Martina)

Martina – Ciao Benny, papà è di sopra?

Benny – Da lì non si è mai mosso. (Martina lentamente si avvierà verso le scale. Benny chiuderà la porta) Ordinaria follia d’ogni uomo, come mi hanno insegnato da bambino. Ad ogni azione c’è una reazione, istintiva o ragionata. Il ticchettio del tempo è così…eccitante. L’attesa aspetta voi che attendete di aspettare. (Martina uscirà dalle scale) Uno, due, tre…(Si sentirà un grido dalle scale) Tac! Mi riferivo a questo. (Martina entrerà dalle scale, sarà sconvolta)

Martina – Hanno assassinato mio padre! (Partirà il brano “The sound of silence”)

…Lentamente cala la tela…

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

                  All’apertura del sipario partirà il brano ”L’amore trasparente”. Sul divano ci sarà Martina e Fiona. Ai tavoli Davide, Filomena, Terry e Lucy. Giò seduto sulle scale. Luana in piedi sulla porta del bagno. Dalle scale scenderà Benny. La musica sfumerà.

Benny – Non è possibile, Ernesto è andato.

Martina – Hanno ucciso mio padre!

Fiona – Stai calma.

Martina – Devo stare calma? Come faccio a stare calma?

Giò – Io ancora non ci credo.

Davide – Sapessi io.

Terry – Il fatto è stato commesso poche ore fa.

Lucy – Se non minuti…

Ivano – Come è stato ucciso?

Benny – Penso arma da taglio.

Martina – Io adesso come faccio?

Ivano – Posso vederlo?

Benny – Non è un bel vedere.

Giò – Perché non ci hai permesso di salire?

Benny – Potremmo solo far casini, ho chiamato la polizia.

Tutti – La polizia?!?

Benny - E che era chiammà, ‘o pasticciere?

Lucy – Perché cazzo hai chiamato la polizia?

Ivano – Infatti.

Luana – Cercavamo di risolvere noi.

Fiona – Non è stata una buona idea.

Davide – Io me ne vache.

Benny – Tu non ti muovi.

Giò – Io non voglio essere coinvolto in questa storia.

Terry – Perché io si?

Fiona – Nemmeno io.

Ivano – Io non ci penso proprio.

Lucy – Io nemmeno.

Benny – Perché io si?

Davide – Fosse io l’uniche strunze?

Filomena – Ma che dice, qua ci sto io.

Davide – Dovrei sentirmi meglio?

Filomena – No?

Davide – No dicevo, mi sento già meglio.

Martina – (Urlerà) Basta!!! Cavolo, qui si parla della morte di mio padre. E voi pensate solo i cazzi vostri, a come scappare e lavarsi le mani. Mio padre è morto.

Benny – Appunto, che nessuno perdi la calma. Qui c’è un morto e se c’è un morto c’è anche un assassino.

Ivano – Che vuò dicere?

Giò – Quello che hai capito.

Fiona – Cioè?

Benny – Che tra di noi potrebbe starci il colpevole.

Terry – Stronzate.

Luana – Puttanate.

Lucy – Cazzate!

Filomena – Azze io m’aggia sciacquà a lengua.

Ivano – Infondo Benny ha ragione, l’assassino potrebbe essere uno di noi.

Benny – Il punto non potrebbe essere. E’ uno di noi.

Giò – Ma che dici?

Benny – Si Giò. Quindi da qui nessuno si muove.

Giò – Lucy, non sei tu quella che portato su nell’ufficio forbici e taglierini?

Lucy – Cosa vuoi dire brutto stronzo?

Giò – Facevo un ipotesi.

Lucy – E non farle su di me. A proposito cosa hai fatto alla mano?

Davide – Si è tagliato.

Fiona – Appunto. Come?

Giò – Ho preso in pieno un chiodo che fuoriusciva dal mobile che è fuori.

Terry – Questo è quello che dici tu.

Benny – Davide, l’ultimo a salire sei stato tu, per chiedergli il permesso.

Davide – Che stai dicenne? Con me c’eri anche tu.

Benny – E no, io poi so uscito.

Filomena – Uè Friariè, ‘e comme te permiette? Di alludire sul mio ragazzo?

Benny – Sono solo ipotesi.

Filomena – E questi ipotizzzameti falli su gli altri.

Fiona – Mi sbaglio o anche Luana era incazzata nera con Ernesto?

Luana – Piantala stronza.

Fiona – Come ti permetti brutta strega?

Luana – Strega a me? Ma ti sei vista? Sembri uscita da un centro di bellezza andato in rovina.

Martina – Mi avete rotto. Quando viene la polizia?

Benny – Mo chiamme nata vote all’ispettore. (Si avvierà al telefono, comporrà il numero) Buonasera, sono Benny, vorrei urgentemente l’ispettore Dalterio. (Dall’ingresso Entrerà L’ispettore Dalterio)

Dalterio – Buonasera a tutti.

Benny – Grazie assai, è stato molto efficiente! (Poserà il telefono)

Tutti – Sera!

Benny – Ispettò, il fatto è critico.

Dalterio – Lasci a me deciderlo.

Benny – Ma è solo?

Dalterio – Sono con i miei assistenti.

Benny – E dove stanno?

Dalterio – Stanno per arrivare. (Entrerà Fortuna)

Fortuna – Ispettò, Gennaro ha parcheggiato.

Dalterio – Bene. Il cadavere è qui?

Davide – Si, nun se iute ‘a fa nu gire, si.

Dalterio – Lei che fa lo spiritoso? Fortuna, segnala l’amico. (Fortuna prenderà un blocchetto e scriverà)

Fortuna – Fatto ispettò.

Benny – Ispettore il cadavere è di sopra. Vi faccio strada?

Dalterio – No. Fortuna?

Fortuna – Si?

Dalterio – Salga sopra e delinei la zona.

Fortuna – (Si avvierà verso le scale e uscirà)

Dalterio – Dunque. Chi ha scoperto il cadavere?

Martina – Io ispettore.

Dalterio – Lei chi è?

Davide – ‘A figlia.

Dalterio – Quando voglio parlare con te, guardo te.

Davide – Ispettò, avete girato la coda degli occhi però.

Filomena – Te stai zitto?

Martina – Si, sono la figlia.

Dalterio – Bene. Chi è Benny?

Davide – (Indicherà Benny) Lui!

Dalterio – Io a te t’arreste pè sfizio.

Davide – Che sfizie ‘e cazze.

Benny – Vi ho chiamato io.

Dalterio – Quante stanze ci sono in questo posto?

Benny – L’ufficio e la terrazza di sopra, il bagno e lo scantinato.

Dalterio – Si prega uno alla volta di scendere giù allo scantinato!

Ivano – Mi scusi, Perché?

Giò – Che bisogna fare lì dentro?

Dalterio – Poche domande. Quelle lasciatele a me. (Indicherà Davide) Tu si ‘o primme ‘a scennere. Come ti chiami?

Filomena – Davide.

Dalterio – Nun ‘aggie capite pecchè risponnene llate.

Filomena – Io sono la sua ragazza.

Dalterio. Ah, mò aggie capite. Davide per cortesia scenda.

Davide – D’accordo. (Si avvierà verso lo scantinato)

Dalterio – A proposito. Lei cosa ci fa in questo club?

Davide - Sono un dipendente. (Uscirà. Dalterio scriverà su un foglio)

Dalterio – Avanti il prossimo.

Lucy – Mi hiamo Lucy, dipendente. (Uscirà dallo scantinato)

Fiona – Fiona, amministratrice. (Uscirà dallo scantinato)

Terry – Terry, cameriera. (Uscirà dallo scantinato)

Ivano – Ivano, cantante. (Uscirà dallo scantinato)

Giò – Giò, direttore artistico. (Uscirà dallo scantinato)

Luana – Luana, sono la moglie di Benny.

Benny – Ah?!?!

Luana – L’ex.

Benny – Ah!!! (Luana uscirà dallo scantinato)

Filomena – Io sono…(Dalterio la interromperà)

Dalterio – La ragazza di Davide..Vada, vada. (Filomena uscirà dallo scantinato)

Martina – Ispettore, anche io devo andare?

Dalterio – Certo, anche lei è un indagata.

Martina – Ma come, io sono la figlia.

Dalterio – Appunto, è la prima indagata. Non legge i giornali? Non guarda la tv? Nun se capisce cchiù niente. Uccidere i genitori è diventata una moda.

Martina – Ma io non avevo niente contro mio padre.

Dalterio – Questo spetta a me stabilirlo.

Martina – E veda di stabilirlo al più presto. (Uscirà dallo scantinato)

Benny – Ispettò ed io? (Dalla scale entrerà Fortuna)

Fortuna – Ispettore vuole salire un attimo?

Dalterio – Cosa c’è?

Frotuna – Noto qualcosa di strano. (Dalterio si avvierà verso le scale)

Dalterio - Mi aspetti qui.

Benny – E chi se move.

Dalterio – Vediamo cosa c’è di strano. (Uscirà. Entrerà Gennaro, avrà disturbi mentali e molti tic. Punterà la pistola)

Gennaro – Alto là, chi va là!?!

Benny – (Farà un grido di paura) Uè!!!! (Poi si nasconderà dietro al divano)

Gennaro – Gennaro Battistelli, chi siete?

Benny – Non ho capito!

Gennaro – Gennaro Battistelli, chi siete?

Benny – Io!

Gennaro – Io chi!

Benny – Io Benny.

Gennaro – Benny chi?

Benny – Aspettate nun me ricorde!

Gennaro – Benny chi?!?

Benny – Eh…Benny Tarantino…

Gennaro – Benny Tarantino?

Benny – Si…(Sventolerà un fazzoletto bianco in segno di pace)

Gennaro – (Metterà a posto la pistola) Ve site mise paure eh?

Benny – Aggie iettate ‘o sanghe.

Gennaro – So Gennaro, l’assistente dell’ispettore.

Benny – Mi avete spaventato.

Gennaro – Eh… (Gli allungherà la mano) Qui la mano. (Si bloccherà) Chi sono?

Benny – Gennaro Battistelli…

Gennaro – Ah si! Ossai comme me chiamme l’ispettore?

Benny – Comme?

Gennaro – Assistente scelto.

Benny – E asciute manche ‘a chiavica.

Gennaro – Tiene ‘a capa ‘a pazzià eh?

Benny – Tiè, vuò fa doie costruzione?

Gennaro – E vai ia. (Prenderà la pistola e cambierà atteggiamento) Iamme forze, miettete n’faccie ‘o mure.

Benny – Ispettore!!!

Gennaro – Nun parlà ca te spare.

Benny – Ispettore!!!

Gennaro – Mo te faccie ‘o buche.

Benny – Ispettò!!!

Gennaro – (Cambierà di nuovo atteggiamento) Eh! Ti ho fatto mettere paura eh?

Benny – Pure tu tiene ‘a capa a pazzià è?

Gennaro – Mo che fernute ‘e costuì a toie vuò costruì pure ‘a mia?

Benny – A te ce vò ‘o libretto d’istruzione. (Dalterio entrerà dalle scale)

Dalterio – M’avite chiammate?

Gennaro – Ispettore!

Benny – Qui c’è l’assistente.

Dalterio – Gennà tutte stu tiempo?

Gennaro – Ho ricevuto una chiamata dalla centrale. Quattro ragazzi hanno violentato una ragazza. Che uomme ‘e merde…Nun m’anne chiammate.

Benny – Tu si pazze, io te capische, per questo ti assolvo dalla nefandezza che hai appena detto. Ma io questo sgomento del popolo italiano non lo reggo più! Questa qui? E’ la merda del paese, vedere un branco di iene violentare una donna, una bambina senza alcuna coscienza. Solo perché le donne non possono difendersi dalla forza dell’uomo? Sai perché il mondo è nelle mani degli uomini? Intendo uomini come maschi…perché siamo più forti fisicamente, solo per questo. Se facessimo una guerra contro le donne, la vinceremmo noi. Solo perché abbiamo piu forza. Senza quella, saremmo nulla, pari al soffio di vento…Perché le donne, sono esseri superiori. Non me ne vogliate uomini, per quanto ne avete visto sono uomo anche io. Ultimamente i giornali piangono storie di ragazze stuprate, accorrono televisione sulla notizia col gusto della lacrima, compiaciuti per quel che vale. E noi attenti, leggiamo il giornale, cambiamo canale…Commentiamo, discutiamo, ci dispiacciamo, ma poi la vita continua…La nostra si… E no, non basta. I giornali, la televisione, non entrano nelle case del silenzio, dove la parola di una donna non prende forma, dove un uomo è sempre più padrone. Ce ne sono milioni che aspettano i giornali. Allora non soffermiamoci solo sul fatto mediatico, lottiamo per la difesa di chi è indifesa…Gli articoli 609 bis, violenza sessuale, prevede che l’imputato deve scontare una pena dai sei ai dodici anni. Il problema non è l’assenza di legge, ma la certezza della pena. Perché durante il percorso del processo, che arriverà fino all’appello. Ci sono le varie attenuanti, come la buona condotta, l’infermità mentale ecc. Per poi trovarci, questi cani randagi ancora tra le palle, nella società. La legge c’è, ma la certezza della pena no! Questo è il nostro governo, una marionetta d’Europa, un illusione…Ma senza le donne, noi non saremmo nemmeno figli…Ispettò, scusate lo sfogo..

Dalterio – (Gli mollerà uno schiaffo) Nun te permettere mai cchiù.

Benny – Questo è il vostro assistente? Bene. Un assistente assistito.

Gennaro – E come ti permetti? No perché se stai scherzando posso pure chiudere un occhio. (Indosserà gli occhiali) Ma sei stai facendo sul serio lo riapro immediatamente.

Benny – Tante tiene quatte uocchie hai voglie fa.

Dalterio – Per cortesia moderiamo i termini.

Gennaro – Eh! Ispettò, mi dovete dare due euro.

Dalterio – E perché?

Gennaro – (Tirerà fuori un giornale) Vi ho comprato il giornale.

Dalterio – Ma il giornale sta n’euro.

Gennaro – (Ne tirerà fuori un altro) E ve ne ho comprati due.

Dalterio – Ma è ‘o stesso.

Gennaro – E io dimane songhe ‘e feste…Eh!

Benny – Ispettò, ma è normale?

Dalterio – Ha qualche problema.

Benny – Qualche?

Dalterio – Ma è molto efficace, non è stato radiato perché sotto mia protezione.

Benny – Ho capito.

Dalterio – Ritorno di sopra che c’è una cosa anomala. (Si avvierà verso le scale)

Gennaro – Ispettò, io aspetto qua?

Dalterio – Dai un’occhiata al club e poi delinea la zona fuori.

Gennaro – Agli ordini.

Benny – Ispettò, ma i ragazzi aspettano.

Dalterio – Devono aspettare!(Dalterio uscirà)

Benny – Ispettò, e mi lasciate un'altra volta solo?

Gennaro – Cosa ha detto che devo fare?

Benny – Nun me ricorde.

Gennaro – E nemmeno io. Come se fa?

Benny – E comme se fa? (Gennaro si bloccherà) Nata vote mò. (Entrerà Davide)

Davide – Benny!

Benny – Oh, ma si pazzo. L’ispettore ha detto di restare giù.

Davide – Luana è svenuta.

Benny – Fa sempe cheste.

Davide – E che devo fare?

Benny – Aspettare che si risveglia.

Davide – Va bene. Chi è questo?

Benny – L’assistente ‘e l’ispettore.

Davide – E che d’è è muorte?

Benny – No, ma sta pà via.

Gennaro – (Avrà un attacco di crisi) Uhm…Nun me sente bbuone. (Avrà quasi una crisi e ripeterà più volte questa parola, nello stesso tempo la ripeterà Davide e poi Benny, che emuleranno gli stessi tic di Gennaro)

Benny – (lo prenderà per il braccio e lo accompagnerà sul divano) Davide piglie nu poche d’acqua.  (Davide gli darà il bicchiere con l’acqua. Gennaro berrà e poi sputerà l’acqua in faccia a Davide)

Gennaro – (Come se si stesse trasformando) Uhm…Uhm…

Davide – (Davide farà una smorfia di paura e alzerà una sedia) Oh!

Benny – Io me leve a scarpe e ta sone n’cape.

Gennaro – Chi sono?

Benny – Sempe Gennaro.

Gennaro – E lui chi è?

Davide – Davide.

Gennaro – Nel cervello, abbiamo un mecc…così che quando lo…tutto parte d’ò fatte cà è…Eh! Capito?

Benny – Chiarissimo. Davide ritorna giù, che le cose si mettono male.

Davide – (Si avvierà verso lo scantinato) Se Luana dovesse svenire ancora?

Benny – Pigliele a schiaffe! (Davide uscirà) E’ passato?

Gennaro – (Cambierà atteggiamento) Si, tutto bene. Devo dare un’occhiata al club. (Comincerà a camminare. Farà sempre lo stesso percorso.  Benny lo seguirà)

Benny – Nota qualcosa di strano?

Gennaro – Per adesso no.

Benny – Qualcosa che non quadra?

Gennaro – Per adesso no.

Benny – Ha bisogno di un aiuto?

Gennaro – Per adesso no.

Benny – Il contatore è scattato!

Gennaro – Per adesso no.

Benny – Ecco, notavo qualcosa di strano. Se ne reso conto che ha fatto tre volte lo stesso giro?

Gennaro – (Si avvierà verso la porta d’ingresso. Benny lo seguirà. Dovranno essere di spalle alla porta) Silenzio. (Si volterà, appena toccherà porta si bloccherà) Che d’è?

Benny – (Accompagnerà la battuta con un gesto) Porta…

Gennaro – E’ chiusa…

Benny – E mò comme se fa?!?

Gennaro – Aspetta. (Darà due colpi alla porta) Chi è?

Benny – (Aprirà la porta)

Gennaro – Buonasera. (Uscirà)

Benny – E’ geneticamente modificato. (Dalle scale entrerà Dalterio)

Dalterio – Gennaro dove è andato?

Benny – Credo a delineare la zona fuori.

Dalterio – Bene. Sopra qualcosa non mi quadra.

Benny – E ciò crede, stà uno che è muorte.

Dalterio – (Si avvierà verso lo scantinato) Non è questo il punto. Vado a fare due domande ai ragazzi. Intanto tu, Sali su, che Fortuna ti illustrerà le cose anomale. Poi dopo scendi anche tu, perché non dimenticarlo, anche tu sei indagato.

Benny – L’avevo sospettato.

Dalterio – No, lo sospetto io. (Uscirà)

Benny – (Salirà per le scale, andrà alla finestra e la chiuderà. In vista ci sarà un borsone. Benny farà per sistemarlo. Dall’ingresso entrerà Viola furtivamente. Si guarderà intorno e poi noterà Benny sulla terrazza)

Viola – (Con voce bassa) Signor Benny!

Benny – (Si guarderà intorno, poi dalla terrazza ma non noterà nessuno)

Viola – (C.s.) Signor Benny!

Benny – Addò stai?

Viola – Sto qua!

Benny – (Guarderà la borsa) Dinto ‘a borza?!?

Viola – Sotto!

Benny – (Alzerà la borsa) Nun te veche! Stai sotte terra?

Viola – Qui sotto!

Benny – Già t’anne scavate?

Viola – Signor Benny, sotto il balconcino.

Benny – Che paura. Steve accummincianne a tenè ‘e visione. (Scenderà le scale) Cosa ci fai qui? E chi l’ha fatta entrare?

Viola – La porta era aperta.

Benny – E fuori non c’era la polizia?

Viola – C’era un tipo strano che non ricordava chi era. E metteva un nastro davanti alla porta.

Benny – E non vi ha fermato?

Viola – In verità è stato lui a farmi entrare.

Benny – Tu guarda un po’.

Viola – Perché non potevo?

Benny – Il fatto non è questo. Il fatto è un altro.

Viola – Quale fatto?

Benny – Abbiamo un cadavere su in ufficio.

Viola – Morto?

Benny – No, a sistimà ‘a contabilità. Certo che è morto.

Viola – Per caso è Giò? Prima ero arrabbiata, per questo ho detto di volerlo uccidere. Ma non l’avrei mai fatto. Mi dica è Giò? Allora?

Benny – No, non è Giò.

Viola – Che peccato. Perché se deve morire, lo devo uccidere io.

Benny – Signorina?

Viola – Viola.

Benny – Mi ascolti, il club è sotto indagine. Nello scantinato ci sono i ragazzi sotto interrogazione. Di sopra un’assistente che sta esaminando il luogo del delitto. Non è una buona idea restare ancora qui. Meglio che vada.

Viola – Ma io devo parlare con Giò.

Benny – Non è possibile.

Viola – Allora aspetto.

Benny – Ma lei capisce? Se l’ispettore la trova qui, non credo che poi la lascerà andare.

Viola – La prego Benny, per me è importante…

Benny – Ma qui c’è un morto di mezzo, nel mio club. Capisce?

Viola – La capisco, ma se lei non mi aiuta, ci sarà un morto anche a casa mia.

Benny – E perché mai?

Viola – Sono incinta!

Benny – Azze oh! Auguri! Vedi quant’è sottile il confine tra vita e morte. Di sopra c’è un morto e di sotto una vita che sta prendendo forma.

Viola – E se lei non mi fa vedere Giò, ci saranno due morti con un bambino. Perché mio padre mi ucciderà!

Benny – Cosa centra Giò?

Viola – Il bambino, è suo.

Benny – Di Giò?

Viola – Si!

Benny – Ma lui è un giovanotto.

Viola – Perché io le sembro una vecchia?

Benny – Per carità…Ascoltami, vai in bagno, vedo cosa posso fare.

Viola – Grazie Benny, saprò ripagarla.

Benny – Nun ve preoccupate nun voglie niente…Già ho tutto…(Viola andrà di corsa verso il bagno)

Viola – Grazie Benny…(Uscirà)

Benny – Giò diventerà papà…Oppure vedovo…Chi ‘o sape. (Si avvierà verso le scale) Tic! Tac! Tic! Tac! (Uscirà. Entreranno Rosario e Crisantemo, saranno vestiti completamente di nero. Rosario avrà una croce in mano, Crisantemo una bara piccola. Si avvieranno verso il centro della scena guardandosi intorno. Benny entrerà dalle scale correndo) Aspetta Viola…(Noterà i becchini. Farà un grido di paura) Chi siete?

Rosario – Che motivo c’è di avere così tanta paura?

Benny – Vuie state cumbinate ‘e chesta manera. (Scenderà le scale e si avvicinerà a i due becchini) Posso sapere chi siete?

Rosario – Io sono Rosario (Allungherà la mano)

Crisantemo – Ed io Crisantemo (Allungherà la mano)

Benny – Uh mamma mia d’o carmene. Che piacere.

Rosario – E la mano?

Benny – E’ occupata a far altre cose. Quali sono le vostre funzioni?

Crisantemo – Siamo becchini.

Rosario – Traghettiamo gli uomini dalla vita alla morte.

Benny – Peccate che ‘e mane songhe sole ddoie…

Rosario – E’ qui il morto?

Crisantemo – Per noi è meglio dire: “E’ qui la festa?”

Benny – Subbete se spase ‘a nutizia? Ma vuie che ne sapite?

Rosario – Passeggiavamo per caso fuori al club…

Benny - E avite parcheggiate ccà fore ‘o traghette..!

Crisantemo – Abbiamo sentito una strana puzza…

Benny – Di morto?

Rosario – No, di merda…Crisantemo è iute ‘a fernì cò pere n’goppe.

Crisantemo – E poiché ci siamo fermati per pulire la scarpa…

Rosario – Abbiamo notato che un mezzo squilibrato, metteva il nastro giallo…

Crisantemo – Quello che delinea una zona…

Rosario – E quando si delinea una zona…

Crisantemo – C’è puzza di morto…

Benny – O di merda…E allora?

Rosario – Abbiamo chiesto al ragazzo fuori.

Benny – ‘O scemo?

Crisantemo – ‘O pazze..

Rosario – ‘O n’grippate.

Benny – Insomma isse. E Allora?

Rosario – E ci ha riferito che all’interno del club, vi era un morto…

Crisantemo – (Avrà un espressione di gioia) Si!!!

Benny – Scusate ate purtate pure ‘e palluncine?

Rosario – No, ma se la famiglia desidera…

Benny – Quale famiglia?

Rosario – La famiglia del morto.

Benny – Vi prego. Qui c’è un indagine in corso…

Rosario – Ma il morto c’è?

Benny – Si.

Rosario – Olè!

Benny – Quando si vive di morte! Credo che se l’ispettore vi vedesse, vi manderebbe indietro.

Crisantemo – Non credo.

Benny – E perché?

Rosario – Perché se c’è il morto, è nostro dovere fare la nostra offerta.

Benny – Ma il morto è ancora in esame.

Crisantemo – Lo stanno interrogando?!?

Benny – Si, ma l’anne rimandate.

Rosario – E dove?

Benny – All’atu munne.

Rosario – Uh mio Dio. E il funerale?

Benny – Cancellato.

Rosario – Come i voli…

Crisantemo – Ma possiamo parlare noi con l’ispettore? (Dalle scale entrerà Fortuna)

Fortuna – Signor Benny, io la sto ancora aspettando.

Benny – Vengo signorina. (Fortuna uscirà. Benny si avvierà verso le scale) Per cortesia è opportuno che abbandoniate il posto.

Rosario – Simme state nominate.

Crisantemo – (Tirerà fuori un metro) Prendiamo solo le misure.

Benny – Vi prometto che una volta terminata l’indagine, chiamerò voi. Ma ora andate vi prego. (Uscirà. Crisantemo e Rosario daranno un’occhiata in giro, poi si avvieranno verso il bagno. Usciranno. Si sentiranno delle grida, entreranno correndo seguiti da Viola)

Viola – Fate silenzio che non devono scoprirmi.

Crisantemo – Chi siete voi?

Rosario – ‘O muorte.

Viola – Ma che morto. (Li trascinerà con se nel bagno) Venite qui! (Usciranno. Entrerà Dalterio dallo scantinato seguito da Martina. Dall’ingresso entrerà Gennaro)

Dalterio – Vieni Martina, accomodati sul divano. Devo farti alcune domande in disparte.

Martina – Io sono sconvolta. Mio padre è morto e voi volete farmi delle domande?

Dalterio – E’ necessario per lo svolgimento delle indagini.

Gennaro – Ispettò, tutto a posto. Zona delineata!

Dalterio – Bravo Gennaro.

Gennaro – Ispettò, Fortunato?

Dalterio – E’ di sopra col morto.

Gennaro – A fa chè?

Dalterio – Nu tre a chiammà

Gennaro – Overo? E io che faccio?

Dalterio – Vulisse ire a signà ‘e punte?

Gennaro – Sta bene!

Dalterio – Gennà è di sopra a visionare gli elementi.

Gennaro – E che faccio la raggiungo?

Dalterio – No, tu scinne dinto ‘o scantinate, controlla gli altri. Pochi istanti e vi raggiungo. (Gennaro si avvierà verso l’uscita)

Gennaro – Agli ordini. (Uscirà)

Dalterio – Allora signorina, quand’è stata l’ultima volta che ha visto vostro padre?

Martina – Perché chiede a me queste cose?

Dalterio – Perché lei è la persona più vicina che è indagata.

Martina – Ho capito. Ma io ora ho solo voglia di piangere.

Dalterio – Non è il momento. Mi risponda…

Martina – (Urlerà) Allore si sceme?

Dalterio – Uhm che trasformazione. (Entrerà dallo scantinato Gennaro di corsa)

Gennaro – Ispettò, giù si stanno scannanne.

Dalterio – E tu a cosa servi?

Gennaro – Ad avvertirvi.

Dalterio – Certo, ma anche ad agire.

Gennaro – Ispettò io ho provato ad agire.

Dalterio – E allora?

Gennaro – L’ho solo pensato che è partute nu buffe da record…Eh!

Dalterio – Imbecille…

Gennaro – Di sotto reclamano, vogliono uscire. Dicono che un abuso di potere.

Dalterio – Ma che abuso e abuso. Si trovano sul luogo del delitto e devono rispettare la legge.

Gennaro – Ispettò, cheste l’ate fatte proprio bella. In ogni caso, sta quella Filomena, è ‘na pazza. (Entrerà Filomena. Sarà molto agitata)

Filomena – Sentiteme bbuone.

Gennaro – Appunto! Eccola qua.

Dalterio – Signorina ritorni di sotto.

Filomena – Io nun torne da nessuna parte ce simme spiegate? Eh si, sotto ‘o scantinate comme ‘e zoccole, une n’guolle a nate…

Daterio – Ma…(Filomena lo interromperà)

Filomena – Niente ma, niente se…Mò parle io. Qua la mattina ci svegliamo per andare a lavorare, no pà accidere ‘a gente. Il mio ragazzo, fatiche d’à matina ‘a sera, nu ce vedimme ‘a quatte mise, durece iuorne e trentasei minute, manche cchiù nu vase ce damme. Sule pecchè ‘o titolare non gli da i permessi. Sapite che ve diche? So cuntente che è muorte. Ah!!! Almeno accussì posse passà cchiù tiempo cù Davide.

Dalterio – E ne avete bisogno signora cara. Dovete calmare i bollori.

Filomena – Che devo calmare? I bollori? E che so? Parlate italiane cu me, cà nun ve capische.

Dalterio – Se voi siete una persona poco istruita non è colpa mia.

Filomena – Poco che? Sentite io ‘a scola ce so iute.

Dalterio – Si, ma avite fatte sempe filone.

Filomena – A matina me scetave ‘e sei. Pigliave ‘o pulman e ci andavo.

Dalterio – Quand’era sciopero.

Gennaro – Oh!!! Mò basta. Mo te mette ‘e manette. Vuò vedè?

Filomena – N’zallnù io te mette sotte e n’goppe, t’arapa ‘a capa, te spezze l’osse, te facce a piezze piccerille piccerille e po’ te iette.

Dalterio – Io pensavo cà ‘o vulive mettere dinto ‘o ragù. Ma la smetta. Lei sta urlando in faccia a un pubblico ufficiale. (Entrerà Davide dallo scantinato)

Filomena – Embè? Che debbo fare?

Davide – Filu. Ora basta. Capi? Mò te piglie ‘a pacchere!

Filomena – Nun aggie capite? Ripeti un po’?

Davide – Niente, dicevo. Basta ia, non è il momento.

Filomeno – Me pensave.

Dalterio – Gennaro, fai sedere i signori. (Gennaro li farà sedere al tavolo) E và ‘a chiammà a late. (Gennaro andrà verso lo scantinato)

Gennaro – Agli ordini. (Uscirà)

Dalterio – Vedimme si ‘a fernimme. Tu…

Davide – Io?

Dalterio – A chi sto guardanne?

Davide – A me?

Dalterio – Si a te.

Davide – Ispettò, vuite tenite nu poche l’uocchie stuorte, non per offendervi.

Dalterio – Silenzio.

Davide – No, io lo dicevo…

Dalterio – Silenzio.

Davide – No, ma io…

Filomena – Te sta zitte!!!

Davide – Si!

Martina – A me gira la testa. Qui si parla, si parla. Solamente chiacchiere. Io voglio vedere i fatti concreti, no le relazioni di una coppia che non scopa da quattro mesi. Io me ne sbatto.

Dalterio – Signorina si calmi.

Martina - Ho mio padre di sopra in un mare di sangue, la testa che gira intorno alle pareti, potrei essere seduta accanto all’assassino. E lei? Dice di calmarmi? Vuole che io stia calma? (Entrerà Gennaro dallo scantinato)

Gennaro – Ispettò, stanne saglienne.

Dalterio – Molto bene. (Partirà il brano “Blues”. Gennaro sistemerà tre sedie di fianco al divano. Entrerà Ivano si asciugherà la fronte e andrà a sedersi sulle scale. Poi Lucy, Terry e Fiona. Che si siederanno sulle sedie. Poi entrerà Giò, che andrà a sedersi di fianco a Martina. La musica calerà di volume)

Dalterio – Ma ne manca una.

Giò – (Si alzerà di scatto) Madonne è svenute nata vote. (Uscirà dallo scantinato. La musica s’alzerà di volume. Tutti faranno contro scena. Giò entrerà con Luana. La siederà accanto a Martina e Giò andrà a sistemarsi a uno dei tavoli. La musica sfumerà)

Dalterio – Il quadro è al completo.

Gennaro – Ispettò ‘e facimme ‘na fotografia? (Dalle scale entrerà Fortuna)

Fortuna – Ispettore, può salire un attimo?

Dalterio – Cosa c’è ancora?

Fortuna – Una mia curiosità personale.

Dalterio – Proprio adesso?

Fortuna – E’ importante.

Dalterio – (Salirà le scale) Gennà, t’arraccumanne.

Gennaro – Ispettò appene se movene, io spare.

Tutti- Oh!!!

Gennaro – Eh vi siete messi paura… Boom! (Benny  scenderà le scale)

Benny – Sopra non si può stare, è orribile.

Dalterio – Io ci vivo in mezzo ai morti. (Uscirà)

Benny – E se vede, ate pigliate ‘a stessa faccia. (Farà per andare al centro. Gennaro lo fermerà)

Gennaro – Aspetta. Non ti muovere. Dove vai?

Benny – A me fa nu gire. Dove vuoi che vada?

Gennaro – (Guarderà un punto fisso a terra)

Benny – (Si guarderà intorno) Che stato?

Gennaro – Comme è bello…

Benny – Chi?

Gennaro – ‘O cane…

Benny – Addò stà. Io me mette paure.

Gennaro – Ovì l’anne…(Benny realizzerà)

Benny – E già, eccolo qua. Accuccia.

Gennaro – Uà te stà ‘a sentì eh? Dove lo porti?

Benny -  A fa pipì.

Gennaro – Uhà! Vuò purtà pure ‘o mio?

Benny – Che cane tiene?

Gennaro – Nu York Shire.

Benny – Io tenghe nu Pitt Bull. ‘O vulisse fa accuppià?!?

Gennaro – E ia, ia!

Ivano – Benny e allora?

Benny – E allora cosa?

Giò – Come procedono le cose?

Benny – Cosa vi ha chiesto?

Lucy – Ha fatto delle domande sulle relazioni nostre con Ernesto.

Terry – Dice che la cosa gli puzza un po’

Fiona – Ma proprio tutti siamo indagati?

Benny – Si.

Davide – Pure tu?

Benny – Io sono il primo.

Luana – Ora che Ernesto è morto, i miei soldi me le dà pè forze tu. Non hai più scusanti.

Martina – E basta! Mi fate schifo, non avete un minimo di sensibilità. Già, d’altronde uno di voi è l’assassino di mio padre, quale sensibilità.

Lucy – Per quanto mi riguarda mia cara, potresti anche esserlo tu.

Martina – E per quale motivo?

Ivano – Spesso si uccide anche senza motivo…ed io lo so.

Martina – Fate silenzio. Abbiate rispetto per una figlia distrutta.

Lucy – Dopo aver commesso il fatto, tutto provano a recitare la propria parte. Io non dico che sei tu la colpevole, faccio un ipotesi.

Martina – Ed è un ipotesi errata, del tutto infondata.

Lucy – Infondata? Direi di no…Delle attenuanti ci sono.

Martina – Quali?

Lucy – Frequentiamo gli stessi posti. Te lo ricordi?

Martina – Cosa vuoi dire?

Lucy – Il punto è un altro, cosa avresti dovuto dire a tuo padre…

Martina – Zitta, non ti permetto di parlare così.

Benny – Che nessuno perdi la calma.

Filomena – Io natu poche ‘e faccie ‘na strage.

Davide – Ramba! Filu…(Dalle scale scenderà Dalterio, si leverà i guanti di lattice)

Dalterio – Signori miei, come vi sentite?

Giò – Come dobbiamo sentirci?

Gennaro – Abbastanza bene Ispettò. Voi?

Dalterio – Gennà, e statte zitte. Allora. Ivano…

Ivano – Si?

Dalterio – Tu sei stato in guerra è vero?

Ivano – Si.

Dalterio – E hai visto tanti morti, tante sofferenze…Hai ammazzato. Giusto?

Ivano – E cosa c’entra?

Dalterio – Hai una buona dimestichezza con le armi.

Ivano – Io uccidevo per non morire.

Dalterio – Immagino…Si, ma questo provalo a dirlo alla coscienza.

Ivano – Dove vuole arrivare?

Dalterio – Al morto. Il papà era un uomo di fama nell’esercito.

Ivano – Lo so. Non capisco il nesso.

Dalterio – Tu bevi è vero?

Ivano – Lei che ne sa?

Dalterio – Sono un ispettore, mica un venditore di parole. Giò…

Giò – Eh!

Ivano – Ma con me non ha finito!

Dalterio – Finiremo… Giò negli ultimi tempi ha dovuto stringere la cinghia. Non ha potuto svolgere in piena serenità le sue serate strambe, tra letti diversi, mogli sole…Questo è un vizio, che lei non ha mai smesso di avere.

Giò – Lei non è chiaro.

Benny – Giò fai silenzio.

Dalterio – E’ come la droga, e la droga costa, quindi la si deve comprare, se non si hanno i soldi si commettono atti contro la legge, come rubare per esempio.

Giò – E Quindi?

Dalterio – Notavo che la sua busta paga, è stata diminuita del trenta percento dallo stipendio iniziale. E per i vizi…si uccide anche. Lo sa?

Giò – Questa è una calunnia

Dalterio – Questa è un ipotesi. Ah, cosa ha fatto alla mano?

Giò – M’aggie tagliate vicine ‘a nu mobbele.

Dalterio – Dove?

Giò – Fuori al club.

Dalterio – Chiedevo, perché di sopra, c’è altro sangue che non coincide con quello del morto. Che poi analizzeremo.

Giò – Sopra c’è anche l’occorrente per eventuali infortuni sul lavoro…

Ivano – Secondo me è stato Giò

Giò – Ubriacone di merda. Tu sei un malato mentale non io.

Ivano – Abbiamo due malattie simili.

Gennaro – Silenzio!!!

Dalterio – Sul corpo del defunto. Abbiamo trovato pezzi di unghia. E questo mi fa pensare ad una donna. O il defunto prima di morire ha avuto rapporti sessuali oppure è stato aggredito.  Gennà, vai nel bagno che ho sentito dei rumori.

Gennaro – (Si avvierà verso il bagno) Agli ordini! (Uscirà)

Benny – In Bagno?!?

Dalterio – Si.

Ivano – Cosa ha sentito?

Dalterio – Ora vediamo. (Si sentiranno delle grida. Di corsa entrerà Gennaro)

Gennaro – Madonne…Oh...E muorte…’O Muorte…

Benny – ‘O muorte? ‘E scise?

Tutti – No.

Benny – E’ sagliute?

Tutti – No!

Benny – Saglie ‘e scenne.

Gennaro – Là dentro…Chi è???

Dalterio – Gennà che passate? (Entreranno i becchini)

Rosario . E qui la festa?

Crisantemo – Addò stà ‘o festeggiato?

Dalterio – Signori, ma chi siete?

Rosario – Rosario e…

Crisantemo – Crisantemo.

Dalterio – Gratto adesso?

Rosario – A piacere vostro.

Dalterio – Qui c’è un indagine in corso. Insomma, un po’ di rispetto.

Martina – Solo questi ci mancavano.

Rosario – Voi siete l’ispettore?

Dalterio – Sono io.

Crisantemo – Vorremmo visionare il morto.

Dalterio – E non è possibile.

Rosario – E perché?

Benny – Tene che fa.

Rosario – Chi, voi?

Benny – No, ‘o muorte.

Crisantemo – Gli rubiamo solo due minuti.

Ivano – Al morto?

Rosario – E se capisce.

Dalterio – Dopo l’indagine. Parlate con la signorina Martina, che è la figlia.

Martina – Io nun voglie parlà cu nisciune. (Da fuori si sentirà Viola con voce bassa)

Viola – Ehy…(Tutti guarderanno verso l’alto) Ehy…

Benny – Dio…

Davide – No, il male oscuro.

Viola – (C.s.) Sono Viola…

Benny – ‘A pigliate culore…

Viola – (C.s.) Posso entrare?

Giò – Fosse ‘o muorte?

Dalterio – Non può essere. E’ una voce femminile.

Rosario – I morti prendono altre forme una volta arrivati all’al di là…

Crisantemo – Si trasformano.

Filomena – Addò stai?

Luana – Manifestati. Se puoi io devo avere sempre quei soldi.

Viola - (C.s.) Sono qui!

Fiona – Qui dove?

Terry – Dall’alto?

Lucy – Fuori?

Viola – (C.s.) Qui fa freddo!

Crisantemo – Bene!

Rosario – Quande so fridde s’ammesurene meglio. (Dalle scale entrerà Fortuna)

Fortuna – Ispettore?

Tutti – Natu muorte!

Dalterio – E’ Fortuna.

Benny – E che furtuna.

Fortuna – Io qui ho quasi finito.

Dalterio – E scenda.

Fortuna – Un’ultima controllata e scendo.

Davide – Contrulle bbuone, essa scennere. (Fortuna uscirà)

Viola - (C.s.) Io sono stufa, ora esco.

Benny – No!

Giò – Ma questa voce mi è familiare.

Filomena – Oh Dio Santo, che caldo, sto morendo. (Rosario e Crisantemo faranno un salto di gioia)

Rosario – Vai Crisantè, piglio metro.

Crisantemo – Preso.

Rosario – ‘O blocchette d’è misure.

Crisantemo – Fatto.

Rosario – Passeme ‘e guante.

Crisantemo – Eccoli.

Rosario – Signorì, la cassa come la volete?

Crisantemo – Nera, bianca o in noce?

Filomena – All’ossa fracita toia. Io so viva. (I becchini si siederanno affranti)

Rosario – Nun simme capace ‘e fa ‘na cose ‘e solde oggi.

Viola – (Entrerà) Eccomi qua. Ah!

Tutti – Ah!

Giò – E’ Viola.

Ivano – L’anne appene scavate?

Giò – No, è Viola la mia ragazza.

Gennaro – E quand’è morta?

Giò – Non è morta.

Rosario e Crisantemo – E quande more?

Viola – Perdonatemi, so che non è il momento.

Dalterio – Signorina, ci ha spaventato.

Viola – Mi scusi Ispettore, ma devo parlare con una certa urgenza a Giò.

Giò – Non è il momento, sono indagato per omicidio.

Viola – Se non risolviamo, io sarò morta.

Rosario e Crisantemo – Speriamo cà nun risolve.

Dalterio – Signorina si segga di fianco a Giò. (Viola andrà a sedersi)

Viola – Grazie Ispettore.

Dalterio – Ritornando alle ragazze. Qualcuno aveva relazioni con Ernesto?

Fiona – Io no.

Lucy – Nemmeno io.

Terry – Con me invece ci provava, ed era fastidioso.

Dalterio – Quindi lei potrebbe essersi difesa? Per questo le unghia.

Terry – Ma cosa dice?

Fiona – Ha ragione.

Terry – E tu invece avresti voluto portartelo a letto.

Benny – Permettete. Questo l’avrebbe fatto Lucy…

Lucy – Benny?!?

Benny – La verità è divina.

Lucy – Ma non è vero.

Dalterio – Mentire non serve a niente. Conosciamo tutti il suo problema. Non riesce a fermare i suoi istinti perversi.

Lucy – E pure se fosse? Tutta al più ci avrei fatto sesso, non l’avrei ammazzato.

Rosario e Crisantemo – Meglio ammazzato!!!

Dalterio – E no signorina Lucy, lei voleva minacciarlo.

Lucy – E lei che ne sa?

Dalterio – Ho parlato con Benny.

Lucy - Figlio di …

Benny – Ah! E’ necessario dire la verità.

Lucy – Si è vero, volevo farlo.

Dalterio – Bene. Perché?

Lucy – Perché volevo portarmi a letto Benny.

Davide – Beate ‘a isse.

Filomena – (Gli mollerà uno schiaffo)

Davide – Scusa!

Dalterio – E cosa c’entrava Ernesto? Di cosa voleva minacciarlo?

Lucy – Ernesto non permetteva relazioni tra i dipendenti. Volevo portare a letto prima lui, così facendo, magari mi avrebbe permesso di stare con Benny.

Fiona – Che bella donna.

Dalterio – Silenzio Fiona. Questo quando è accaduto?

Lucy – Oggi, ma Benny mi ha detto che Ernesto non avrebbe fatto una piega. Così ho pensato di minacciarlo, svelando un segreto che Martina ha ben custodito.

Martina – Hai ucciso tu mio padre?

Dalterio – Quale segreto?

Martina – Prova a dirlo e ti ammazzo.

Rosario e Crisantemo – Si!!! Dincelle.

Lucy – Per me hai ucciso tu Ernesto. Gli hai svelato il segreto, lui non ha retto. E tu l’hai ucciso.

Martina – Quando sono salita di sopra era già morto.

Lucy – Due coltellate si danno in un lampo.

Dalterio – Come fa a sapere che sono colpi d’arma tagliente?

Lucy – E’ stato Benny a dirlo.

Dalterio – Signorina Martina, è vero quello che dice Lucy?

Martina – Balle. E’ una stronza. Ora vi spiego io perché vuole dare la colpa a me. E perché sta con tutti gli uomini.

Lucy – Sei una donna morta.

Rosario – Tiene mane ca ccà  sicuramente ‘e muorte passe a dueie.

Martina – Si, solo perché lei non riesce ad accettare che non è etera. Gli piacciono le donne, è pazza e non vuole accettalo.

Lucy – Abbiamo l’ho stesso problema mia cara.

Martina – E’ vero. Ma io ci condivido bene. Invece tu sei malata.

Dalterio – Signorina Lucy?

Lucy – Si Ispettore, è vero. Ma non sono stato io a uccidere Ernesto. Qualcuno di loro.

Martina – Nemmeno io. (Ci sarà confusione, le voci si accavalleranno. Di scatto si alzerà Giò)

Giò – Silenzio!!! Viola è incinta. (Si accascerà sulla sedia) Mamma mia d’ò carmene.

Viola – Dobbiamo dirlo a papà.

Giò – Chille m’accire.

Rosario – E bbuone fa.

Dalterio – Signorina Viola, speri che non sia stato Giò l’assassino, altrimenti questa creatura dovrà crescere senza un padre. Fiona lei cosa mi dice? Forse in comune accordo con Benny l’avete fatto fuori?

Fiona – Cosa dice?

Benny – Ispettore…

Dalterio – Mi risponda. D’altronde lei è Benny avete una relazione. Benny doveva avere dei soldi, poiché in un primo momento era socio.

Luana – Ispettore, i soldi spettano a me.

Dalterio – Lo so, per questo lei è qui, ed ha voluto parlare con Ernesto. Quando vi ho portato giù allo scantinato, vi ho perquisiti, ho controllato i mini particolari del corpo. Ho letto il numero delle scarpe..ecc ecc. E di sopra, c’è anche la vostra scarpa. Ma con lei parlo dopo. Allora Fiona?

Fiona – E’ vero della nostra relazione. Ma è anche vero che Benny era arrabbiato con Ernesto per i soldi. E ogni tanto mi diceva: “Primme ‘o poi l’accire”

Benny – Fiona?

Fiona – Eh Benny, la verità è divina.

Dalterio – Benny, è vero quello che dice?

Benny –Si, ma è anche vero che Fiona, Lucy e Terry, preparavano qualcosa insieme. Li ho sentite progettare.

Terry – Volevamo farti una sorpresa.

 Benny – E l’avete fatta al morto.

Rosario – Chi ‘a ditte morto?

Crisantemo – Io no!

Ivano – So state loro allora.

Filomena – Io nun ‘aggie capite niente.

Giò – Davide, tu nun’e proprio ditte niente?

Davide – E che dovevo dire?

Dalterio – Lasci a me le domande Giò. Sapevamo che Davide non aveva permessi, e che Filomena faceva pressione…

Filomena – Ispettò, me saglite ‘a pressione a duie mile. Me n’aggia ire.

Davide – Si è vero. Ma io non sarei capace di commettere un omicidio.

Benny – Quande ‘a cape parte, parte.

Gennaro . Dove? Ma dove siamo? Fermi tutti che spare.

Rosario e Crisantemo – Si!

Tutti – No!

Rosario – E Crisantemo – Si!

Tutti – No!

Gennaro – Scherzetto.

Crisantemo e Rosario – No!!! (Dalle scale scenderà Fortuna. Porterà con se una busta trasparente con vari elementi)

Fortuna – Ispettore, sopra ho finito. Ho chiamato anche in centrale tra non molto arriveranno gli altri.

Dalterio – Ottimo lavoro. Avviati fuori, che tra poco arrivo anch’io. (Fortuna si avvierà verso la porta d’ingresso)

Fortuna – Arrivederci…In centrale. (Uscirà)

Ivano – Ma quanto tempo ancora ci vuole?

Dalterio – Devi pazientare.

Ivano – Io ho bisogno di bere.

Dalterio – Hai tutta una vita per farlo…o forse. (Si avvierà verso la porta d’ingresso) Gennà porto gli elemnti in laboratori. Tu aspett fuori la porta. E per nessun motivo, per nessuno deve entrare gente. Tranne si so colleghe. E chiaro?

Gennaro – Chiaro Ispettò. Vi prometto che chiunque proverà ad uscire, sparo.

Dalterio – Ora sei autorizzato.

Gennaro – Lo so.

Dalterio – Viola e Filomena seguitemi.

Viola – E perché?

Filomena – Appunto, perché?

Dalterio – Voi siete le uniche a non essere indagate, aspettate i vostri cari in questura. Martina anche lei mi segua. Dovrà firmare alcune carte. (Martina, Filomena e Viola si avvieranno verso l’ingresso) E che nessuno si muova.

Rosario – Ispettò e noi?

Crisantemo – Quando possiamo vedere il morto?

Dalterio – Appena possibile.

Rosario – Ispettò, l’avete promesso, Sapete come funziona qui, ognuno ha la sua zona.

Crisantemo – Anche noi pompe funebri veniamo gestite da qualcuno più in alto di noi.

Dalterio – Lo so, ed è uno schifo.

Rosario e Crisantemo – (Si avvieranno verso la porta d’ingresso) Ispettò, morta tua vita mia. (Usciranno. Tutti i presenti cominceranno a parlare, ad urlarsi contro ed accusarsi. Ci sarà confusione)

Benny – Mò basta.

Fiona – Hai ucciso tu Ernesto.

Ivano – Io penso più Giò, è evidente, ha anche un taglio alla mano.

Giò – Invece tu ha un taglio netto al cervello.

Lucy – E’ sato Davide, l’unco scemo è lui.

Davide – Io? Vaffanculo. Sei stata tu.

Terry – E’ inutile accanirsi, uno di noi è stato. La scienza troverà il colpevole. Anche se credo che Luana abbia buone possibilità di essere la colpevole, infondo i soldi sono il movente più attendibile.

Luana – Io gli ho solo parlato vivacemente.

Benny – Chi è che non l’avrebbe voluto ammazzare? Quindi aspettiamo il corso delle indagini.

Ivano – Io non aspetto un bel niente.

Giò – Qui nessuno vuole scontare un morto.

Fiona – Benny, mi hai accusata ingiustamente.

Benny – Vi siete accusati a vicenda. Tic! Tac! Si ferma il tempo. (Partirà il brano “Laurens walking” Buio. Ci sarà un passaggio di tempo. Le luci si alzeranno, tutti saranno sfiniti. Buio. Un altro passaggio di tempo, si alzeranno le luci e si cambieranno posizioni. Così anche al terzo buio. Quando le luci si alzeranno Benny scenderà dalle scale. E pian piano e andrà vicino a tutti.  La musica calerà di volume) Tic! Tac! In ognuno di noi è scattato un meccanismo di difesa, una forza maggiore che inventa la realtà Ciò che non si vede, non è mai successo. Ciò che non si crede, non si è mai detto.  In ognuno di voi c’è follia, io ho solo provato a tirarla fuori, a vedere se prendesse forma. Di sopra c’è un morto, di sotto c’è un assassino. E Dentro ognuno di noi? La voglia matta di salvarci il culo e di farlo agli altri. Questa è l’unica cosa che si è capita. Io sono il comico e il drammatico, l’inventato e l’inventore…E voi siete i miei fili… Tic! Tac! Chi è stato veramente? (Buio)

IL GIORNO DOPO

                 Si alzeranno le luci. Partirà il brano “Io sono un uomo libero” In scena     non vi sarà nessuno. Dall’ingresso entrerà Gennaro, si guarderà intorno. La musica sfumerà

Gennaro – Chi sono? Eh? So Gennaro? Chi ‘o sape. (Entrerà l’ispettore Dalterio)

Dalterio – Mo fernisce ‘e fa ‘o scemo.

Gennaro – Ispettò, me riesce bene ‘a fa ‘o pazze vero? (Entrerà Benny spinto da Martina. Staranno ridendo)

Benny – E ia ferniscele.

Martina – Ma tu me fai ridere.

Benny – Allora Ispettò, hanno passato tutta la notte in cella?

Dalterio – Eh si!

Benny – E che hanno fatto?

Dalterio – S’anne scannate.

Martina – Io me so esaurite tutta la notte con loro. (A Dalterio) E tu, che mi facevi le domande in disparte…Ia.

Dalterio – Ere trasute dinto ‘o personaggio.

Martina - Benny, la devi smettere con le tue follie mentali. Chje esaurimento. Però me so divertita.

Gennaro – Azze tu te esaurite? Io aggie fatte ‘o pazze pe ventiquattro ore.

Martina – Me fatte venì la fissa su papà. Stammatine ‘a fatte nu colpe ‘e tosse, m’aggie m’bressionate.

Benny – Pure Ernesto, è stato grande. La messa inscena è stata straordinaria… (Le luci si abbasseranno. Partirà il brano “Milos”. Martina salirà le scale. Dalterio siederà sul divano e Gennaro al tavolo) Non si è mai ciò che si vuole essere…Questa è la follia umana. Ho voluto semplicemente vedere come avrebbero reagito, e di chi mi potevo fidare…Risultato? Neanche di me stesso, sono il primo folle di questa fabbrica di folli. Mi son servito di altri folli per riuscire ad avere il quadro generale d’ogni cosa. Tic! Tac! In tempo di luna, al primo quarto ritorneranno ad essere normali, come la normale convinzione di esserlo. Non vi è morale questa volta, solo un gioco di menti, uno scambio d’opinioni sul mutamento celebrale e incurante d’ogni uomo. Tic! Tac! Ispettore, li lasci andare, la terapia è terminata. (Buio. Partirà il brano”Ti regalerò una rosa”)

…Lentamente cala la tela…

FINE