Colazione all’aperto

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da TRAGEDIE IN DUE BATTUTE

da TRAGEDIE IN DUE BATTUTE

DI ACHILLE CAMPANILE

COLAZIONE ALL’APERTO

VOCE « Colazione all’aperto». Tragedia in due battute. Perso­naggi (in ordine d’entrata): Il giovinotto robusto. Il giovine timido. La scena rappresenta il viale solitario d’un giardino pubblico. Qualche albero. Qualche aiuola. Una panchina. (Man mano che vengono nominati appaiono qualche albero, qualche aiuola, la panchina, un orologio pubblico che segna mezzo gzor­no). ~ mezzogiorno, ora in cui il giardino è quasi deserto. Al­l’alzarsi del sipario è in iscena soltanto il Giovinotto Robusto, seduto sulla panchina. Egli ha un’aria dimessa, ma non priva d’una certa distinzione, che gli deriva dalla sua scarpa destra. Si capisce che deve interessarsi molto ai fatti del passato, poi­ché è immerso nella lettura d’un giornale di qualche settimana prima. Cava di tasca e accende un mozzicone di sigaretta, sen­za interromper la lettura. Il Giovine Timido entra e s’avanza timidamente, cercando un posto all’ombra. Viene a sedersi ac­canto al Giovinotto Robusto, il quale, assorbito dalla lettura, non s’accorge di lui neppure quando esso, cerimoniosamente, prima di prender posto gli chiede permesso. Il Giovine Timido è uno che ha deciso di mangiarsi in un sol giorno tutto il suo patrimonio. Per attuare questo proposito, che spaventerebbe Rockefeller o l’Aga Kahn, ha comperato un panino e, deponen­do tutto il proprio avere nelle mani d’un salumiere, gli ha detto di dargli tutto quello che si poteva avere con la somma conse­gnata. Il salumiere gli ha dato quattro belle fette di salame. Tutto questo, naturalmente, avviene prima della sua entrata in iscena. Appena seduto sulla panchina, il Giovine Timido, che ha un’aria soddisfatta, tira fuori dalla tasca l’involto del pane e del salame. Spacca il primo e se lo pone delicatamente sui ginocchi. (Azione come descritto dalla Voce). Poi svolta le quattro fette di salame, le guarda una per una contro luce per controllarne la mirabile trasparenza, e, con tenerezza materna, le libera delle loro pelli, badando di non danneggiarle e ingoian­do ogni tanto un po’ di saliva, dovuta ai fenomeno fisiologico noto coi nome di « acquolina in bocca». Quindi comincia a de­porre le fette su una metà del panino, cercando di lasciare sco­perto quanto meno spazio gli riesca; nel quale esercizio dimo­stra le singolari risorse della sua paziente ingegnosità. Ciò fat­to, guarda il pane e il salame con la gioia dell’artista che mira l’opera propria. Sorridendo compiaciuto, ricongiunge le due metà del panino. Con la carta che poc’anzi avvolgeva il pane e il salame improvvisa un tovagliolo e se lo mette sui ginocchi. (Azione c. s.). Mentre s’accinge, sempre più soddisfatto, a dare il primo morso al suo pranzo, ferma la mano col panino a mezz’a­ria e, cerimonioso come sempre, si volge al Giovinotto Robu­sto.

IL  GIOVINE TIMIDO (cerimonioso, al Giovinotto Robusto) Vuoi

favorire?

IL  GIOVINOTTO ROBUSTO (alzando il capo dal giornale e accorgen­dosi ora per la prima volta della presenza del Giovine Timido) Grazie. (Prende il panino e ne fa un sol boccone, immergendosi di nuovo nella lettura, mentre una smorfia di dolorosa sorpre­sa si dipinge sul volto poc’anzi raggiante del Giovine Timido).

Sipario.