Colazione da Tiffany

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COLAZIONE DA

TIFFANY

adattamento teatrale di

Samuel Adamson

traduzione

Fabrizia Pompilio

dal romanzo di

Truman Capote


Personaggi

WILLIAM PARSONS

JOE BELL

HOLLY GOLIGHTLY

MADAME SAPPHIA SPANELLA

MR YUNIOSHI

SID ARBUCK

UOMO

OJ BERMAN

MIDDY MUNSON

MAG WILDWOOD

RUSTY TRAWLER

JOSÉ YBARRA-JAEGAR

DOC GOLIGHTLY

CONNOR

INFERMIERA

AUTISTA

Ospiti del Party, Soldati, Fotografi e Giornalisti, etc

La scena si svolge a New York City, 1957 e 1943-44.

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DOPPIE PARTI

Parti doppie per gli attori sono possibili. Le varie ragazze al party, Middy Munson e Mag Wildwood sono interpretate dalla stessa attrice.

NEL TESTO

Quando una battuta è in neretto, indica una narrazione diretta al pubblico o un a-parte.

HOLLY. qui Holly dialoga

WILLIAM. qui William narra al pubblico.

WILLIAM. qui William dialoga

Qui William passa dal dialogo alla narrazione

Una barra in avanti / indica il punto dove più o meno il dialogo si sovrappone. IL GATTO

Le produzioni dovrebbero cercare di utilizzare un gatto vero. Le sue apparizioni sono state ridotte al minimo. Se impossibile, vedi appendice.

LA MUSICA

Musiche del periodo storico (1943-44 per la maggior parte dello spettacolo, 1957 per la prima e l’ultima scena) provvederanno all’atmosfera per le varie scene e ai passaggi tra scene. Sono da usare a discrezione del regista. Ho suggerito un paio di canzoni nel testo.

NOTA: questo è un adattamento teatrale basato sul romanzo di Truman Capote del 1958. Non fa riferimento al film della Paramount del 1961. L’uso di musiche o canzoni dal film in questione è severamente proibito.

“In the Pines”, non soggetta a copyright, è la canzone suggerita per Holly nel Primo Atto, Scena3.

Nel Secondo Atto, Scena 3, ho indicato che Holly canta a Doc “Speak Low” di Kurt Weill. L’indicazione fu seguita nella produzione originale al West End di Londra, ma non escludo che Speak Low possa essere sostituita da un’altra canzone del tempo, o anche da una canzone classica libera da copyright (nel caso eliminare la frase “vedo tutti gli show di Broadway”) - mi preme solo indicare che la canzone deve differire in maniera chiara nel tono da “piney- woods” dell’Atto Primo, Scena 3, e deve risultare una canzone nuova a Doc. Una che lui non potrebbe avere ancora ascoltato.

Si ricorda di richiedere i permessi necessari per tutta la musica protetta da copyright. NOTA ALLA PRODUZIONE

Questo testo è in sostanza un lungo ricordo di William. Senza di lui non c’è la storia, quindi ad eccezione dell’Atto Secondo Scena 8 (notizie dai giornali, in cui l’attore deve cambiarsi), William dovrebbe restare in scena per tutto lo spettacolo. Il passaggio tra le scene dovrebbe essere reso fluido, con William che copre - congiurando - le transizioni con le sue narrazioni. Cambi di scena complessi potrebbero essere controproducenti: la scena dovrebbe essere molto semplice, con effetti affidati a proiezioni, luci, musiche, suono e recitazione. La scena dell’aquilone, la gita in canoa, i cavalli, le scale, le vedute su e di New York City possono essere considerate inviti ad usare la fantasia.

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COLAZIONE DA TIFFANY

ATTO PRIMO

Scena 1. Il bar di Joe Bell. Tuoni e pioggia. Entra William.

WILLIAM.        Mi capita sempre di ripensare ai posti dove ho vissuto, le case, i quartieri. Durante i primi anni della guerra questo era il cuore del mio quartiere – venivo qua per usare il telefono, e ubriacarmi fino ad aprire il mio cuore come se il mondo dovesse finire all’indomani. La morte era ovunque allora… la morte, secondo Holly Golightly, è donna, e’ grassa e se la ride come una banda di tromboni. Non è che ho pensato molto a Holly in questi ultimi anni. Ma ieri squilla il telefono e Joe Bell mi restituisce i ricordi di lei, così uno dopo l’altro. Questo è il bar di Joe. Siamo nel 1957, e io mi chiamo William.

Entra Joe Bell.

JOE.

Fred – sei venuto!

WILLIAM.

Ciao, Joe.

JOE.

È un piacere rivederti.

WILLIAM.

Allora? Che mi racconti?

JOE.

(mostra una fotografia) Holly.

WILLIAM.

Holly?

JOE.

Dimmi se non è identica a Holly?

WILLIAM.

Non e’ che si capisce bene – ma che roba è…, polvere?

JOE.

E’ in Africa. L’ha scattata IY Yunioshi. Te lo ricordi? Il tuo vicino? Era lì a

fotografare elefanti per il National Geographic, e chi vede passare?

WILLIAM.

Ma, è nuda?

JOE.

E’ l’Africa!

WILLIAM.

(E’) a

cavallo?

JOE.

Si, è

a cavallo! E questo tipo la insegue sul suo… Non mi piace la sua

faccia, sembra un delinquente.

WILLIAM.

Tu sei pazzo.

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JOE.

WILLIAM.

JOE.


No che non sono pazzo!

Lo so che l’amavi, Joe…

Eccoti, lo sapevo che avresti frainteso. Non ho mai amato Holly – non in

quel modo almeno. Non credi che potrebbe trovarsi in Africa?


WILLIAM.


(Mah!) Secondo me – potrebbe essere lei o Lady Godiva –


JOE.


Sei arrabbiato perché sei deluso (ci sei rimasto male).


WILLIAM.


Di che?


JOE.


Sei venuto qui pensando di trovarla.


WILLIAM.


No


JOE.


E invece sì. Una cosa la devi ammettere Fred, è l’unica notizia che abbiamo di lei dal 1945. Visto che tu sai sempre tutto… allora lei dov’è?


WILLIAM.


Morta.


JOE.


No. Non ci credi neanche tu.


WILLIAM.


Oppure e’ finita in un manicomio. O si e’ sposata e se ne vive tranquilla da qualche parte qui a New York.


JOE. Beh,


questo no. Impossibile. Se fosse stata in città, l’avrei vista.


WILLIAM.


Ma che importa, Joe? Se n’è andata.


JOE.


Ti preparo un drink.


WILLIAM.


È stato bello rivederti.


JOE.


Ti faccio un drink, ho detto! Offro io. Non te ne andare.


WILLIAM.


Va bene…


JOE.


Non provare a muoverti.


WILLIAM.


Ho capito, Joe.


Joe esce. William fissa la foto. Un attimo e Holly appare accanto a lui, in una posa naturale come se fosse stata lì per tutto il tempo. Ha i capelli biondi chiarissimi.

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HOLLY.


A che pensi?


WILLIAM.


A tutto quello a cui tu mi dai da pensare.


HOLLY.


Mi sono detta se mi lascio scattare qualche foto come mamma m’ha fatto, non si lamenterà troppo la prossima volta che do uno dei miei piccoli party.


WILLIAM.


Ma questo è… ?


HOLLY.


Apri gli occhi, Fred, Yunioshi è un artiste. E se fotografa Betty Bacal mezza nuda, allora può fotografare anche me – c’è la guerra in corso, tesoro: sono tempi duri. No, non dirmi che sono le sette! Devo andare ad una cena.


WILLIAM.


Holly– ?


HOLLY.


Si?


WILLIAM.


Volevo solo dirti… grazie. Tutto qui. Grazie.


HOLLY.


Di cosa?


WILLIAM.


Di tutto, davvero.


HOLLY.


Oh, Fred. Sei triste? Non esserlo. Se della merde ti e’ finita sulle scarpe, tu lavala via.


Holly esce. Joe ritorna, con alcuni ritagli di giornale.


JOE.


Ho conservato tutti i giornali… qui… “ATTRICE DROGATA, PROBABILE VITTIMA DELLA MALAVITA”… si sbagliavano… “ LA PLAYGIRL FUGGITA RINTRACCIATA A RIO”. Poi hanno rinunciato a cercarla.


William e’ come incantato e guarda ancora in direzione di Holly.

Fred? Fred?


WILLIAM.


Tieniti i ritagli, Joe. Non ho dimenticato nulla delle cose che sono successe.


JOE.


Fred? Ora che sei in zona – ci vai a dare un’occhiata al tuo vecchio appartamento?


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WILLIAM.


No, non credo.


JOE.


Se io fossi un poeta vagabondo come te, mi piacerebbe rivedere i posti in cui ho vissuto.


WILLIAM.


Ci vediamo, Joe.


JOE.


Ci sono volte… (che) mi sveglio nel cuore della notte perché in sogno … qualcuno pronuncia il suo nome. La chiama come un animale in trappola che e’ stato dimenticato. E mi sveglia, capisci? Ma non l’ho mai amata - non in quel senso almeno. Si può amare qualcuno senza che sia proprio amore in quel senso...lo ami come fosse un estraneo. Un estraneo amico.


WILLIAM.


Che importa ora? Se ne è andata.


JOE.


Fallo per te, Fred, vai a dare un’occhiata alla tua vecchia casa. Non è cambiata molto. (Allunga un ritaglio di giornale a William). Ci vediamo, Fred.


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Scena 2.

William è nel suo appartamento.

…era giusto una camera con una sola finestra che dava sulla scala antincendio, ma era casa mia; era New York; era il 1943, e se avevo un letto, i libri, e una macchina da scrivere, avevo tutto quello che serviva per diventare lo scrittore che volevo essere.

Si accende una sigaretta, si rimbocca le maniche, beve Bourbon, etc. Batte a macchina, passa del tempo.

“… e quando la signora Johnson guardò con nostalgia il viso della ragazza, il fiore giallo si dissolse in talco profumato…”

Un colpo alla porta e la signora Spanella apre senza aspettare permesso.

MADAME SPANELLA. Buongiorno, ragazzo. Nome? Titoli ?

WILLIAM.        Uh… William … William Parsons…

MADAME SPANELLA. Salve William Parsons. Madame Sapphia Spanella soprano virtuoso.

WILLIAM.        Salve.

MADAME.     Appartamento Uno.

WILLIAM.        Oh! Mi dispiace, non ho avuto modo…. Mi sono trasferito due giorni fa.

MADAME.     Le piace pattinare?

WILLIAM.        Non lo so. Non ho mai provato.

MADAME.     Io vado a pattinare tutte le mattine al Central Park.

WILLIAM.        Però sembra… atletico…

MADAME.     Le piace Donizetti?

WILLIAM.        Si, si dà il caso che Donizetti mi piaccia –

MADAME.     Ah, quindi le piace anche il filet mignon?

WILLIAM.        Il filet mignon?

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MADAME.    Sei uguale a tutti gli altri giovani, no? La prossima volta che una donna ti fa un occhio nero vieni da me per il filetto. Prima lo usiamo come impacco per l’occhio, poi lo cucino e ce lo mangiamo. Ho un debole per i giovani a cui piace la carne…

WILLIAM.        Cercherò di tenerlo a mente…

MADAME.     A presto [in italiano nel testo, ndt], William Parsons.

Esce. William riprende a battere a macchina, a bere, etc.; il tempo passa ancora.

WILLIAM. ”     … e la signora Johnson capì che non avrebbe mai più rivisto Lila…”

Bussano. Yunioshi entra.

YUNIOSHI.   Chiedo scusa. Yunioshi. Vivo nel monolocale.

WILLIAM.        Oh, salve. William Parsons. Io – aspetti. Yunioshi? No. Quel Yunioshi? Il fotografo? Lei fa le foto per Harper Bazaar?

YUNIOSHI.   Signor Parsons, ci sarebbero gli scatoloni –

WILLIAM.        William, per piacere, per me è un onore conoscerLa, io sono uno scrittore, novelle; se Lei mi potesse presentare all’editore di Harper, io…

YUNIOSHI.    Sposta gli scatoloni?

WILLIAM.        Io sono un grande estimatore delle sue fotografie –

YUNIOSHI.   E gli scatoloni?

WILLIAM.        Certamente.

YUNIOSHI.    Buonasera.

WILLIAM.        Buonasera, signor Yunioshi…

Yunioshi va via. William ritorna a scrivere; ancora del tempo che passa.

“…lei aveva ucciso la cosa che amava.”

il primo racconto che scrissi, “Il Fiore Giallo”, la storia di un insegnante che quando la sua giovane amica si fidanzò con un altro creò uno scandalo spargendo biglietti

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anonimi. E quando finii di battere l’ultima pagina, sentii per la prima volta la voce della prima persona a cui lo avrei poi letto. Tornava a casa da Dio-solo-sa dove.

Campanello elettrico al cancello di sotto, grida. Il casino spinge William nelle scale. Mr Yunioshi e Madame Spanella urlano dalle loro rispettive porte verso l’ingresso di sotto.


YUNIOSHI.


Miss Golightly!


HOLLY.


Chiedo scusa, tesoro, per piacere non si arrabbi.


YUNIOSHI.


Non può continuare a usare il mio campanello – devo dormire.


HOLLY.


Ho perso la chiave, maledizione!


MADAME.


Puttana! Sgualdrina! Dobbiamo fare qualcosa! Una petizione! Uno sfratto!


HOLLY.


Se mi promette di non arrabbiarsi, facciamo quelle foto di cui parlavamo.


YUNIOSHI.


(a Holly) Quando?


HOLLY.


Prima o poi.


YUNIOSHI.


Quando vuole.


Mr. Yunioshi chiude la porta.

MADAME.    Oh, i maschi – tutti col cervello caduto nelle mutande a causa di questa sgualdrina, questa puta, questa grande vacca sdraiata !

Sbatte la porta. William sporge cautamente la testa fuori le scale per vedere: Holly Golightly. La si vede a poco a poco, come l’ingresso di una grande star. E’ nel suo un tubino nero, sandali neri, un filo di perle e occhiali scuri. Entra Sid Arbuck che indossa un abito a righe.


SID.


Baby?


HOLLY.


Che Dio La benedica, Harry, e’ stato davvero dolce casa.


ad accompagnarmi a


SID. Harry?


Harry era l’altro. Io sono Sid. Sid Arbuck.


HOLLY.


Si, si va bene.


SID.


Io ti piaccio, baby. Sono uno che piace alle donne.


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HOLLY.


Ne sono certa; Mr. Arbuck


SID.


Senti ho pagato il conto per te e per cinque amici tuoi! Questo non mi da diritto di diventare uno che ti piace?


HOLLY.


Ti adoro.


Holly entra nel suo appartamento chiudendogli la porta in faccia. Lui si lancia contro la porta.

SID.                     Holly! Chi credi di essere?! Holly!

Mentre si allontana, Sid prende a pugni ogni cosa che trova. Holly riapre la porta:


HOLLY.


Oh, Mr Arbuck?


SID.


Baby – !


HOLLY.


La prossima volta che una ragazza vuole qualche spicciolo per usare la toeletta, ascolti bene il mio consiglio, tesoro: non Le dia 20 cents!


Madame Spanella riapre la porta.

MADAME SPANELLA. Zoccola! Puttana!

Entrambe sbattono le porte. Sid va via.

WILLIAM.        Sulla sua cassetta della posta si leggeva un bigliettino: “SIGNORINA HOLIDAY GOLIGHTLY, IN TRANSITO”. Quando ci incontravamo per le scale o per strada, lei sembrava non notarmi mai, e ci vollero diverse settimane prima che riuscissi a dirle il mio nome.

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Scena 3.

William dorme a letto, nudo. Holly appare sulla sua scala antincendio attraverso un percorso pericoloso. Indossa una vestaglia. Apre la finestra e urta qualcosa che fa rumore.


WILLIAM.


Che diavolo –?


HOLLY.


Ciao, tesoro, sono solo io.


WILLIAM.


Chi è lei? Che sta facendo?


HOLLY.


Mi dispiace averla svegliata ma di sotto c’è un uomo spaventoso.


WILLIAM.


Non vorrà mica che io / vada a…?


HOLLY.


Voglio dire è un avvocato di Brooklyn che è dolce quando non è ubriaco, ma quando attacca col vino diventa… una bestia. Guardi. (Allenta la vestaglia). Se c’è una cosa che non sopporto sono gli uomini che mordono. Era diventato così fastidioso che me ne sono uscita per la finestra.


WILLIAM.


E … lo ha lasciato nel suo appartamento?


HOLLY.


Tanto crolla nel giro di pochi minuti. Mio Dio, che altro potrebbe fare, si e’ bevuto otto Martini. Non vuole buttarmi fuori, vero? Fa un maledetto freddo là fuori.


WILLIAM.


No… no… faccia come stesse a casa sua –


HOLLY.


Lo so (che) sono stata sfacciata, ma lei dormiva con un un’aria così tranquilla; proprio come mio fratello Fred. Sa, dormivamo in quattro nel letto e lui era l’unico che nelle notti fredde mi lasciava dormire abbracciata a lui. Posso chiamarla Fred?


WILLIAM.


Mi chiamo William. William Parsons. Ho provato a presentarmi cinque o sei volte quando ci siamo incrociati per le scale –


HOLLY.


Non è di New York, vero?


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WILLIAM.


Sono dell’Alabama. E lei?


HOLLY.


Tesoro, ma come riesce a vivere qui. Questa è la stanza degli orrori.


WILLIAM.


Oh, ci si abitua a tutto.


HOLLY.


Quando una persona si abitua a tutto, è come se fosse già morta.


WILLIAM.


È una stanza tutta per me, almeno. Le piacerebbe fare un tour, glielo offro per soli 40 centesimi.


HOLLY.


E lo farebbe senza vestiti addosso? Oh, si, grazie.


WILLIAM.


Mi può passare… il -


HOLLY.


Che fa qui dentro tutto il giorno?


WILLIAM.


Mi metto al tavolo… e… scrivo.


HOLLY


Oh, lei è uno scrittore! Ora si spiega perché mi guarda cosi come un voyer che pensa che io non mi accorga di lui…


WILLIAM.


No, non e’ che guardo … mi incanto –


HOLLY.


Pensavo che gli scrittori fossero tutti vecchi. Io ho conosciuto Clifford Odets. A proposito Hemingway e’ vecchio?


WILLIAM.


Sulla quarantina, credo.


HOLLY.


Un uomo m’inizia ad eccitare davvero solo quando ha più di quarantadue anni. L’ho fatto di proposito, mi sono allenata a farmi piacere gli uomini più grandi di me, ed è stata la cosa più intelligente che abbia mai potuto fare. Ma non sono mai stata a letto con uno scrittore. Lei è uno scrittore ‘vero’, Fred?


WILLIAM.


Dipende da quello che intende per vero.


HOLLY.


Diciamo, tesoro, c’è qualcuno che compra quello che scrive?


WILLIAM.


No. Non ancora.


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HOLLY.


L’aiuterò io. Posso farlo. Conosco persone che conoscono altre persone, e via dicendo. E lei sembra proprio come mio fratello Fred. Solo un po’ più piccolo. Un piccolo Fred.


WILLIAM.


Vive a New York suo fratello Fred?


HOLLY.


Non lo vedo da quando avevo quattordici anni.


WILLIAM.


Perché?


HOLLY.


Perché a quattordici anni scappai da casa – lui era più grande, era già alto un metro e ottantotto. Non aveva interesse per niente se non per due cose: i cavalli e il burro di arachidi, tutti pensavano che fosse scemo. Ma non lo era per niente. Speriamo che l’esercito sia generoso con il burro di arachidi. Come mai lei non è in guerra?


WILLIAM.


Potrei esserlo presto…


HOLLY.


Leva forzata ?


WILLIAM.


Si. Non sopporto l’idea… Regole e routine sono l’ultima cosa che voglio… sono appena scappato dalla mia piccola città anche io.


HOLLY.


Chi ha detto che io sono scappata da una piccola città? Mi dica, Hemingway è bravo?


WILLIAM.


No.


HOLLY.


Quando è il suo compleanno?


WILLIAM.


Il sedici giugno.


HOLLY.


Gemelli. Curioso. Ma diavolo, Fred, non ha niente da offrire a una ragazza?


WILLIAM.


Oh, mi dispiace. Uh… dovrei avere una mela…


HOLLY.


Non ha della ricotta?


WILLIAM.


Ricotta?


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HOLLY.


(gli trova una bottiglia sotto le lenzuola) Ha! Il signore non mangia, ma beve. E a letto, per giunta. Mi versi un bicchiere e poi potrebbe mostrarmi qualcosa.


Lui la fissa. Ha capito male.

…Voglio dire raccontarmi qualcosa che ha scritto. WILLIAM. No… meglio di no.

HOLLY.Perché?

WILLIAM.    Le mie storie non si possono… raccontare…

HOLLY.Troppo spinte?

WILLIAM.    Un giorno forse gliene farò leggere una.


HOLLY.


Ma non voglio leggerla, voglio che me la legga Lei.


WILLIAM.


Scherza?


HOLLY.


Adesso.


WILLIAM.


Lei …? Davvero vuole che io le legga…?


HOLLY.


E tesoro, se ci vuole tutto questo tempo per iniziare un semplice ‘c’era una volta, blah blah blah’, si fa prima ad attraversare l’America in autobus.


WILLIAM.        OK… Voglio dire… io …(emozionato, goffo, le versa da bere e mette insieme le pagine del suo lavoro sparse sul letto). È una sorta di - diciamo

-lavoro non ancora finito ma penso che sto scrivendo una cosa veramente nuova… io penso … moderna, e – ecco qui – si intitola “ Il Fiore Giallo”.

HOLLY.            (lo ripete per sentirne il suono). “Il Fiore Giallo”…

WILLIAM.        “Il Fiore Giallo”

E William sorride, e le luci si abbassano lentamente… e poi lentamente si riaccendono. Holly e’ in una nuova posizione, annoiata, mentre William ha cambiato anche lui posizione e legge ad alta voce, infervorato:

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“…e il fiore si dissolve come talco profumato nelle sue dita. Perché ora la signora Johnson sa che non avrebbe mai più rivisto Lila e che aveva ucciso la cosa che amava di più”. FINE.

Mette le pagine giù. Il commento di lei si fa aspettare.

HOLLY.            Abbiamo sigarette, tesoro?

WILLIAM.        Si, certo.

Le accende la sigaretta. Lei lo fa aspettare ancora.


HOLLY.


In generale, le lesbiche mi piacciono.


WILLIAM.


Cosa?


HOLLY.


Ma i racconti sulle lesbiche mi annoiano da morire.


WILLIAM.


Certo che Lei … la mia storia… non e’ quello che intendeva dire…


HOLLY.


Ah no?


WILLIAM.


Devo andare a dormire adesso -


HOLLY.


Be’ tesoro, davvero, se non parla di una coppia di vecchie lesbiche, di che diavolo parla?


WILLIAM.


È molto più profondo di quanto pensi. Parla di come ci distruggiamo l’uno con l’altro… e … della tragica solitudine del non essere sposati…Ma io non ci provo neanche a spiegarglielo.


HOLLY.


Tanto per sapere, Lei conosce qualche lesbica simpatica? Non credo dopo aver ascoltato la sua storia ma se le dovesse capitare e se questa fosse una per bene, me lo farebbe sapere? Sto cercando una compagna di stanza.


William ride.

Che c’e’?

WILLIAM.        Non sta parlando seriamente?

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HOLLY.

Absolutament. Le vespe in casa sono meravigliose. A Hollywood avevo

una compagna di stanza lesbica che una volta mi ha aggiustato il tubo

dell’acqua. Ovviamente la gente non poteva fare a meno di pensare che

fossi lesbica anche io, e in effetti lo sono. Tutte lo siamo, un po’. No? Sono

le cinque ?! Che giorno è oggi?

WILLIAM.

Giovedì.

HOLLY.

Mio Dio, è spaventoso! Devo prendere il treno delle otto e quarantacinque

per Sing Sing!

WILLIAM.

Sing Sing?

HOLLY.

Sally Tomato dice che vedermi gli dà energia per tutto il resto della

settimana, ma non posso raccontarle di lui, non so se sarebbe corretto,

non dovrei farlo…

WILLIAM.

Va bene… d’accordo. Tanto è ora che io vada a dormire.. domani avrò

molto da scrivere. È stato davvero un piacere conoscerla da vicino, Holly.

Penso. (Ancora offeso dalla sua critica fa dei cambi sui fogli del racconto).

HOLLY.

Fred, non avevo intenzione di rovinarle la sua parata di lesbiche. Aspetti

un momento, in realtà non mi hanno mai detto di non dirlo a nessuno. Di

Sing Sing, voglio dire. La vuole una buona storia ? Eccone una ottima. Se

non fosse per i denti d’oro, Sally Tomato sembrerebbe un monaco e io lo

adoro. Non è mai stato il mio amante; veniva al bar di Bell e mi fissava ma

si teneva à la distance. Poi lo hanno messo dentro. Cinque anni. Mafia.

Tutto falso: io non credo una sola parola contro di lui. Ad ogni modo, un

giorno ricevo una telefonata dal suo avvocato, Mr. O’Shaughnessy.

Almeno credo che sia un avvocato, e mi chiese se mi andava di rallegrare

un vecchio solo e allo stesso tempo guadagnare cento dollari a

settimana? Tesoro, lei ha sbagliato signorina Golightly, gli dissi (a

William). Neanche l’onorario non mi aveva impressionato: si può

guadagnare altrettanto andando alla toeletta; qualsiasi gentleman con un

minimo di classe ti dà un cinquanta per farlo nel bagno.

WILLIAM.

Cinquanta? Cinquanta dollari?

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HOLLY.

Si, tesoro. Un dollaro per chi guarda la porta, e quarantanove per me.

WILLIAM.

(inizialmente non capisce) Oh. (Adesso capisce) Oh, capisco!

HOLLY.

In più io chiedo sempre anche i soldi per il taxi, che fa un altro cinquanta.

Comunque mi disse che il suo cliente era Sally Tomato, e che voleva che

andassi a fargli visita ogni giovedì per un’ora.

HOLLY.

(a William) Come potevo dire di no?

WILLIAM.

Holly…

HOLLY.

Lei crede che dico bugie?

WILLIAM.

E via, non danno a chiunque il permesso di visitare un detenuto.

HOLLY.

No, infatti! Fanno un sacco di difficoltà! Ma lui mi disse che mi avrebbe

presentata come la nipote. Holly Tomato! E io gli dissi: Quando comincio,

Signor O’Shaughnessy? Subito! A Sally piace ascoltare, mi guarda

incantato e io parlo per un’ora intera!

WILLIAM.

Vuoi dire che è tutto qui? Una chiacchierata…? E per questo lui le da

cento dollari?

HOLLY.

Non Sally, Mr. O’Shaughnessy. Mi disse che mi avrebbe inviato il denaro

ogni settimana, non appena io avessi lasciato un messaggio con il

bollettino meteorologico sulla mia segreteria telefonica.

WILLIAM.

Che vuol dire?

HOLLY.

Non lo so… c’è un uragano a Cuba. Nevica a Palermo. Ecco qua, non lo

trova cinquanta volte più elettrizzante di una coppia di lesbiche del Sud e

un fiore giallo? Ora sì che hai una storia, Mr.Hemingway!

WILLIAM.

Mah… lei probabilmente  avrà esagerato, e … non è credibile, e poi lo sa

che si potrebbe ficcare in un sacco di guai?

HOLLY.

Come?

WILLIAM.

Dando false generalità. La legge è molto severa su questo, Holly. E

questa storia delle previsioni del tempo mi suona come…

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HOLLY.


Non è niente, sono solo messaggi così che Mr. O’Shaughnessy ha la sicurezza che sono stata lì. Non si deve preoccupare, tesoro. Sally è un vecchio signore per bene e io e un pezzo che so badare a me stessa. Mi prometta solo che se la scrive cambierà tutti i nomi.


Si guardano l’un l’altro per un momento. Lei gli indica il letto.

Ora le dispiace? Ho bisogno di sdraiarmi un po’.


WILLIAM.


Certo… (le accarezza i capelli)


HOLLY.


La cosa che amo di più, Fred, sono i bambini. All’andata sono così felici di andare a trovare i loro padri. Ma sul treno del ritorno siedono buoni, guardando l’Hudson che passa, in un silenzio... Il treno da Sing Sing è il posto più calmo del mondo. Lei dorma, Fred. Io mi appoggerò un po’ qui. Si copra, Fred.


WILLIAM.


Holly? Perché sulla sua casetta della posta c’è scritto “in transito” ?


HOLLY.


Perché non so dove vivrò domani.


WILLIAM.


Perché è andata via da casa così giovane? Perché ha lasciato Fred?


HOLLY.


Oh, per amor di Dio. Se c’è una cosa che odio, sono i ficcanaso.


E Holly si avvia alla porta quando un uomo compare alla finestra sulla scala antincendio.


UOMO.


Ti ho beccata, baby!


HOLLY.


Sid, vattene a casa!


UOMO.


E dagli un'altra volta! Sid era l’altro!


Holly esce e sbatte la porta dietro di lei.

Dannazione, bambola! Torna qui!

WILLIAM.        OK, OK –

UOMO.             Lei chi è? Che sta facendo qui? Come si chiama?

WILLIAM.        William, William Parsons. Holly è una mia amica.

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UOMO.             Ascolta, Bill…un giorno ti sveglierai sentendoti vuoto da morire… perché quella ragazza … non sta a posto, Bill, ti dico solo questo… non sta a posto…

L’Uomo esce. William guarda il suo racconto, e lo strappa. Si sente una canzone. William si affaccia alla finestra sulla scala antincendio. Sotto, Holly canta, suonando la chitarra.


HOLLY.


“Little girl, little girl, don’t lie to me

Tell me where did you sleep last night?”

In the pines, in the pines

Where the sun never shines

I shivered the whole night through.

“Little girl, little girl, don’t lie to me

Tell me where did you get that dress?”

From a man in the pines

Where the sun never shines

I shivered the whole night through …


WILLIAM.


Non avevo mai sentito prima la canzone che Holly cantò quella sera.


Parlava di boschi e di praterie. Il pensiero di chi fosse Holly realmente, di Sally Tomato, di Sing Sing, di un mondo dove un uomo sgancia più di cinquanta dollari per la toletta, divenne così ossessionante al punto che non riuscivo più a lavorare…


HOLLY.


In the pines, in the pines

Where the sun never shines

I shivered the whole night through …


WILLIAM.


- E poi comparve un bigliettino sotto la mia porta… della “Signorina


Golightly, in transito”.

“Non so cucinare, ma venga per cena”. (Sorride)


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Scena 4.

William bussa alla porta di Holly, e OJ Berman apre mentre mastica un sigaro. Cassette delle frutta rovesciate sono usate come tavoli, valige aperte, pile di riviste, un vaso di rose gialle, insomma non c’e nulla di stabile. Si vede gente sulla scala antincendio che beve Martini e fuma. (In questa scena una sola attrice interpreta tutte le donne che non sono Holly.)


OJ.


Chi è lei?


WILLIAM.


William Parsons.


OJ.


Attore?


WILLIAM.


Scrittore.


OJ.


Scrittore?!


WILLIAM.


Holly è in casa?


OJ.


La aspetta?


WILLIAM.


Mi ha invitato.


OJ.


No perché qui si presenta un sacco di gente non invitata.


WILLIAM.


Io sono stato invitato. È un party?


OJ.


La piccola non ti ha detto niente, eh? Che tipo di scrittore sei?


WILLIAM.


Scrivo racconti.


OJ.


Cazzo. OJ Berman, agente di Hollywood. Ti piace Chekhov?


WILLIAM.


Adoro Chekhov !


OJ.


Glielo faresti scrivere un film per me?


WILLIAM.


Ma Chekhov è morto –


OJ.


Sto scherzando, lo so che è morto il cazzone. E chi se ne frega che è morto. Fanculo, io odio Chekhov! Conosci la piccola da molto tempo?


21


WILLIAM.


Abito al piano di sopra.


OJ.


Guarda questo posto, è una topaia. La piccola non sa campare nemmeno se le dai un mucchio di soldi. Allora, Anton, che dici tu: ci è o ci fa?


WILLIAM.


Ci è o ci fa cosa?


OJ.


Un bluff


WILLIAM.


Un bluff? Non penso che lei sia un bluff …


OJ.


Sbagli. La ragazza è un bluff. D’altra parte hai ragione tu. Non è un bluff perché è proprio così, un vero bluff, autentica. Lei crede in tutte le stronzate in cui crede.


Citofonano insistentemente. OJ apre.

E’ impossibile convincerla del contrario quando si mette una cosa in testa. Io ci ho provato con le lacrime agli occhi. Te ne ha raccontata qualcuna?


WILLIAM.


Qualcuna.


OJ.


Oroscopi, la dieta di sola ricotta? Bada bene, a me la ragazza piace.


WILLIAM.


Piace anche a me.


OJ.


Piace a tutti – ma c’è anche moltissima gente che non la può sopportare.


Citofonano. OJ apre. Holly entra non vista, mezza svestita, senza scarpe e con un gatto rossiccio a righe in braccio.


HOLLY.


Qualcuno ha visto le mie… – Fred, sei venuto!


WILLIAM.


Ciao, Holly.


HOLLY.


(vede le scarpe) Eccole! Quali scandali stai diffondendo, OJ?


OJ.


Il solito, angelo – racconto che tu sei fuori di testa.


HOLLY.


Fred già lo sa. (A William) Tieni un attimo. (Passa il gatto a William e parla di nascosto ad OJ) Mi tiri su la lampo. E’ arrivato Rusty?


OJ.


Non ancora.


22


HOLLY.


(riferito al gatto) Fred, ti presento senza-nome. È strano, ma non posso dargli un nome perché non è il mio e io non sono la sua. (Ad OJ.) Tutti sono benvenuti alle mie feste tranne Mag Wildwood; lei non è la benvenuta. (A William) Incollati ad OJ, lui conosce tutti. (Al gatto) Ci siamo innamorati un giorno vicino al fiume, non eèvero pigrone? (Ad OJ) Accendimi una sigaretta, OJ! (A William) Metti un po’ di musica, Fred!


Holly si mette carponi per recuperare le sue scarpe. Una gran veduta del suo sedere per OJ. OJ lo fa presente anche a William che è invece alle prese col gatto e con l’accendere il fonografo.

Qual è il numero di David O’ Selznick, OJ? Voglio che lo chiami e gli dici che genio è Fred, ha scritto quintali di racconti assolutamente meravigliosi…


WILLIAM.


Holly…


HOLLY.


Non arrossire Fred! (Si infila le scarpe, prende il gatto, bacia William, prende la sigaretta accesa dalla bocca di OJ) Avanti, OJ. Fa diventare Fred trés riche. Ma ricorda, il suo agente sono io. (Adesso vestita, con gatto in braccio, sigaretta, e con la musica di accompagnamento come sfondo, Holly va verso la gente della festa).


OJ.


Lo vede? Uno si fa a pezzi per lei e lei ti restituisce merda servita su un piatto. Vuoi sapere una cosa di Holly? La classica tipa che finirà per mandare giù un intero flacone di barbiturici. L’ho visto succedere più volte di quanti denti hai in bocca. E quell’altra, Betty Starr? Per Natale quella e’ morta. E non è nemmeno fuori di testa. Quella di fuori qui e’ Holly.


WILLIAM.


È giovane. Ha ancora tutta la vita davanti.


OJ.


Gesu’, ma che hai sessanta anni? Futuro? Sbagli di nuovo, Fred.


WILLIAM.


William. Non Fred. William.


Il citofono interrompe.


OJ.


Maledizione! (Spinge il tasto del citofono. A William) È questo che vuole? Vivere alla giornata? Farsela con i peggiori tipi in giro? (Prende un


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giornale) Uscire sulla prima pagina dei tabloid con Rusty Trawler? Le vogliamo dare pure una medaglia per questo?


WILLIAM.


Chi è Rusty Trawler?


OJ:


Stai scherzando?


WILLIAM.


No.


OJ.


Se non conosci Rusty Trawler, allora non puoi sapere molto di lei. Rusty è il più grosso milionario di New York! Un bambinone con una faccia da culo. Quattro mogli. E in più, nazista! Andiamo male: speravo che tu avessi una certa influenza su di lei. Che potessi rimetterla in carreggiata prima che sia tardi.


WILLIAM.


A sentir lei, è già tardi. Da dove viene Holly?


OJ.


Da dove viene lo sa solo Dio. E’ così bugiarda che forse non lo sa più nemmeno lei. A Hollywood era perfetta, come di casa. I produttori la vedevano e se ne venivano nei pantaloni …


WILLIAM.


Holly ha fatto film?


OJ.


Negativo! Mai andata oltre i servizi fotografici! Ha detto un paio di no, Fred! E a Hollywood chi dice no una volta, una seconda chance non ce l’ha.


Bussano. Apre la porta a Middy Munson, una giornalista con taccuino e macchina fotografica.

Ciao, baby.

MIDDY MUNSON. Middy Munson. Non chiamarmi baby.


OJ.


Baby, se sei un’attrice e’ meglio che prendi un nome diverso da Middy Munson.


MIDDY.


Chiudi la bocca, OJ, ora sono nel gossip, lavoro per l’agenzia Winchell e potrei farti crollare in un attimo. E’ arrivato il nazista?


OJ.


(A William) Che ti dicevo?


24


MIDDY.


(A William) E tu? Sei uno che conta tu?


OJ.


No, lui si chiama Fred. (Ancora a William) Fred, hai presente Girl Crazy? Mickey Rooney, Judy Garland? Poteva essere il film di Holly! Sono stato io a scoprirla, la vidi all’ippodromo. Aveva classe ma era ancora acerba, così decidemmo di investire su di lei. E poi, il botto! Un giorno chiama Busby Berkeley! Gesù, fanno un provino a Holly per la parte della sorella di Judy Garland! Una delle sorelle in verità. E lei, niente! Eccoti qua un soggetto per una delle tue storie del cazzo, Checkov. La più breve di tutte. Mi chiama da New York il giorno del provino… e mi dice che non vuole fare il film. Che sono cose che vanno fatte se si ha passione. E che lei non ce l’ha. E la tua passione quale diavolo sarebbe, le dico. E lei: Quando lo scoprirò tu sarai il primo a saperlo, OJ, promesso. E io le ho detto: No, tu non attacchi il telefono in faccia a me! Chi ti ha salvato da quel coglione all’ippodromo?! Chi ti ha fatto prendere lezioni di francese, così puoi parlare senza sembrare una montanara o una campagnola o quello che diavolo sei?! Capisci cosa voglio dire: ti restituisce merda su un piatto. Ma alla fin fine, Holly mi piace.


William prende uno shaker. Sente di avere bisogno di un drink. Bussano. OJ apre la porta a Rusty Trawler, 40 anni, faccia da bambino, grasso, senza fiato.

Oh, mio Dio, non ditemi che c’è Rusty Trawler - Rusty, carissimo. (A William) Non ti viene gia’ voglia di arrostirlo come un maiale allo spiedo?


RUSTY.


No, Holly, un’altra volta! Mi ha detto che era una cena per due!


Uno squittio di contentezza di Holly.


HOLLY.


Rusty! Tesoro! (Corre ad abbracciarlo e baciarlo) Fred, voglio presentarti il mio – cosa sono io per te, Rusty?


RUSTY.


Una mamma.


HOLLY.


Smettila.


RUSTY.


Non mi piace la musica.


HOLLY.


Rutherford Trawler, il mio fidanzato.


25


RUSTY.


(Strappa lo shaker da mano a William) Lo shakero io.


WILLIAM.


Fidanzato?


RUSTY.


Mi hai promesso una cena, Holly. Se non c’è nulla da mangiare, allora non mi ami.


HOLLY.


Non ti posso amare se non fai il bravo!


RUSTY.


Mi ami o no?


HOLLY.


Ti adoro; ora soffia il nasino per la Mamma, e poi vieni a dire ciao ai grandi. (Gli da un colpo sulla guancia; ritorna a William) Non è una delizia? (Ritorna al party)


OJ.


Lei lo può anche sculacciare; ma quello non vuole altro che fare un pompino a Hitler.


La porta si apre. Entra Mag Wildwood: molto alta, in un turbine di sciarpe e di tintinnio d’oro. Parla con un pronunciato accento dell’Arkansas.


MAG.


Holly Golightly, ignobile ladra di uomini!


OJ:


Oh, merda.


HOLLY.


OJ non farla entrare!


MAG.


Se c’è una festa dalla Golightly, la Wildwood non può mancare! Salve ragazzi!


Tutti gli uomini nella stanza abbandonano Holly per Mag, Lei, alta, spunta sul gruppo.

La guardano tutti, emozionati fino a che lei offre la sua mano a William.


MAG.


E lei è?


WILLIAM.


Wiliam Parsons – penso.


MAG.


Mag Wildwood, da Wildwood, Arkansas. Incantata! Salve Mr. Berman, Mr. Arvin, Mr. Hawks. (Dando la mano a Rusty) E tu chi sei?


RUSTY.


Uno che ha fame!


26


MAG.


Oh, Rusty, zucchero, non mi dire che mamma Golightly non ti fa mangiare un’altra volta? Non eravate insieme al “21” l’altra sera? I giornali dicono tutto! Dunque, Re Mida, fammi il mio bourbon!


HOLLY.


Non ho dato una festa da bourbon, Mag.


RUSTY.


Vado a comprarti una bottiglia.


HOLLY.


Tu resta dove sei!


RUSTY.


Ma vuole un bourbon!


HOLLY.


Fermo!


MAG.


Che sia chiaro: non ho intenzione di farvi divorziare! Holly si arrabbia se solo respiro vicino a Rusty. (Mi sto solo divertendo alle tue spalle) cara: Rusty è tutto tuo – io sono a posto.


(HOLLY. Fred, A Little Rock manca una cicciona, ti dispiace posizionarla in direzione dell’Arkansas e spingere?)


MAG.


(Apre la porta) Oh, Jose’! (Di nuovo a Holly) Scusa cara ma dovevo far si che il livello qui non fosse da zoo e così l’ho invitato. Un'altra cosa: trattami con rispetto, stai guardando ad una futura First Lady.


Entra José Ybarra-Jaegar, un elegante brasiliano in giacca e cravatta.


JOSE’.


Buonasera.


MAG.


José, ti presento la signorina Holly Golightly e il suo fidanzato Rutherfurd Trawler, il famoso milionario. Per tutti: José Ybarra-Jaegar, il futuro presidente del Brasile!


JOSE’.


Piacere.


Bacia la mano di Holly. Rusty, protettivo, tiene Holly.


HOLLY.


Enchantée.


JOSE’.


Grazie per avermi invitato alla sua festa.


MAG.


(A Holly) Ora finalmente puoi dire di essere entrata nell’alta società.


27


Si allontana con Josè, in modo stravagante. Holly ha perso punti. Il tempo di prendere una sigaretta e diversi ospiti, maschi, le allungano da accendere, incluso William. Lei sceglie l’accendino di Rusty, che se alla fine ne accorge.


HOLLY.


Che tristezza mi fa. D’altra parte così tante ragazze del Sud hanno lo stesso problema. Non si direbbe guardandola. Dio solo sa come sembra piena di salute. Come sembra, diciamo, pulita a prima vista. Non vi fa quasi paura come oggigiorno non si riesce a distinguere chi ha contratto la … (batte tre volte le mani). Rusty, obbedisci a me: musica! Per l’amor di Dio, ballate, ballate, avanti, tutti!


Musica Swing o Jazz, si balla. Una bella scena in cui brillano Holly e Rusty. Durante il ballo William si allontana per fumare una sigaretta vicino alla scala antincendio. Holly lo raggiunge con una bottiglia. Chiude la finestra sul party, e si riforma quel tableau di lontana e fumosa decadenza.

Non sopporti il caldo?

Lui le accende la sigaretta.

Guarda che vista. Non è meravigliosa New York?


WILLIAM.


(Non la conosco ancora bene)


HOLLY.


Oh, è come un diamante, grande come un iceberg, che spunta sul mare.

E’ il paese del Mago di Oz.


Fumano.


WILLIAM.


Ho trovato un vecchio articolo su Sally Tomato. Ma niente di che, poca roba.


HOLLY.


Dimentica che te l’abbia mai nominato.


WILLIAM.


Quali erano le previsioni del tempo di questa settimana?


HOLLY.


Stai chiedendo troppo, tesoro.


WILLIAM.


Hemingway qui deve saperlo… per poter scrivere una bella storia.


HOLLY.


“Io vado pazza per i cavalli, ma detesto il baseball”. In realtà sono esperta di entrambi. E per forza: i maschi conoscono solo il baseball e i cavalli. E


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se non gli piace l’uno gli deve piacere per forza l’altro, e se non gli piacciono né l’uno né l’altro, allora sono nei guai: vuol dire che non gli piacciono le ragazze. Tu quale preferisci, William?

Lui la guarda, poi guarda dall’altra parte, sconfitto.


WILLIAM.


Non lo sposi Rusty, vero? Non ci posso credere che lo ami.


HOLLY.


Ci si può costringere ad amare chiunque.


WILLIAM.


Anche un nazista?


HOLLY.


Ha avuto un’infanzia orrenda. E’ rimasto orfano a cinque anni, e il suo padrino lo sodomizzava.


WILLIAM.


Ma se la sua infanzia è stata così orrenda, perché ci rimane aggrappato?


HOLLY.

coccolava.


Alcuni uomini hanno bisogno di coccole. Scommetto che la tua mamma ti


WILLIAM.


Mia madre era un’ alcolizzata.


HOLLY.


Fred, non essere stupido. Rusty ama stare nei pannolini, perché ha paura delle gonne. Un giorno gli dirò di uscire allo scoperto e di mettersi con un bel camionista - che gli faccia anche da padre.


WILLIAM.


(ride) Sia ringraziato Dio.


HOLLY.


Be’, se tutti voi uomini foste così, non me la sentirei tanto di ringraziare Dio.


WILLIAM.


Voglio dire sia ringraziato Dio perché non sposi Rusty.


HOLLY.


Ho detto questo? Non pensare che io stia fingendo di non sapere che è straricco. Ora torniamo ad OJ. Ti può essere utile.


WILLIAM.


Ma non vuole le cose che scrivo io.


HOLLY.


Se ce la fai a scrivere una sceneggiatura, lui può farne un film.


WILLIAM.


E perché tu non hai voluto fare Girl Crazy?


29


HOLLY.


Ancora parla di quella storia? Povero OJ. Io e Judy Garland? Questo era il suo sogno. Un po’ mi sento in colpa… perché lo sapevo benissimo che io non sarei mai diventata una star del cinema. È troppo difficile e, se si è un po’ intelligenti, è troppo imbarazzante. Non voglio dire che non mi interessa essere ricca e famosa, sono cose che ho in programma – ma se accade, voglio essere ancora io quando (mi sveglio la mattina e vado a fare colazione da Tiffany) ci sono quelle mattine in cui mi sveglio e voglio andare a fare colazione da Tiffany.


WILLIAM.


Non capisco.


HOLLY.


Da Tiffany mi sento a casa più che in ogni altro posto al mondo.


Lui la guarda, lei guarda New York.

Sai quei giorni, Fred, quando ti prendono le paturnie?


WILLIAM.


Cioè la tristezza?


HOLLY.


No. La tristezza viene quando ti vedi grassa, oppure perché piove da troppo tempo. Si è tristi, tutto qui. Le paturnie sono un’altra cosa. Hai paura, sudi tanto, ma non sai di che cosa hai paura. Sai solo che qualcosa di brutto sta per arrivare, ma non sai cosa. Mai provato una sensazione simile?


WILLIAM.


Si, certo.


HOLLY.


E cosa fai in quel caso?


WILLIAM.


Bevo. E molto.


HOLLY.


Ci ho provato. Rusty dice che dovrei fumare marijuana ma a me fa solo ridere. No… la cosa che ho scoperto che mi fa sentir meglio è salire su un taxi e farmi portare da Tiffany. Mi calma subito, quel silenzio e l’aria solenne del negozio: niente di veramente brutto ti può succedere là dentro, non davanti a quei signori tutti gentili, vestiti così bene, e in mezzo a quel meraviglioso odore d’argento e di portafogli di coccodrillo. Se trovassi un posto al mondo che mi facesse sentire come da Tiffany allora comprerei dei mobili e darei un nome al gatto. Una volta sono stata in Messico. E’ un posto meraviglioso per allevare cavalli. Ho visto un posto


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vicino al mare. Fred se la cava bene con i cavalli e magari quando la guerra è finita…

RUSTY             Ti ho trovata! Basta parlare. Ho fame.

Entra Mag – ubriaca. Ha il mascara che le cola sul viso. – segue OJ.

MAG.                  Golightly, puttana.

HOLLY.             Vai a casa Mag.

OJ.                       José si è invaghito di te, lo vedono tutti!

HOLLY.            José è andato via?

MAG. (a Holly) Se scopro che se ne è andato per colpa tua – !

OJ.                       Mag, baby, sappiamo che non hai la gonorrea, non dare alcuna

importanza alla ragazza.

MAG.                  Se la acchiappo!

WILLIAM.        Basta, no –

Mag ha le mani dappertutto. Holly si mantiene fredda. William le tiene separate.

MAG.                  Ti ammazzo!

HOLLY.            Mag sei noiosa e sei così grossa che la scala antincendio a momenti

crolla.

OJ.                       (da a William il suo biglietto) Tu: chiamami quando hai un soggetto per un

film.

WILLIAM.        Una dove tre sorelle vanno a Mosca e diventano attrici?

OJ:                       Baby, mi piace già. (a Holly) Tu: smettila di andare in giro con questi

barboni e tornatene a Hollywood.

OJ va via. Mag si lamenta.

HOLLY.            Coraggio, Mag, non eri nemmeno invitata.

RUSTY.           Io voglio andare a Chinatown.

31


HOLLY.            Oh, va bene.

RUSTY.           Costatelle di maiale in agrodolce.

HOLLY.            Ma sei scemo: zuppa di pollo, ordini del dottore.

Holly fa per andarsene, Rusty la segue. William e Mag si rivolgono ai due.

WILLIAM.        Holly…

MAG.                  Sai cosa ho intenzione di farti, Trawler? Ti porto allo zoo e ti do in pasto a

uno Yak!

HOLLY.            Sii gentile, Fred, mettila su un taxi. Lei è una di quelle che vivono in hotel.

Sta al Winslow.

Scompare con Rusty.

WILLIAM.        Holly… Holly, non posso, questa è un’amazzone –

MAG.                  Dolcezza, andiamo a ballare… (lei lo tocca dappertutto)

WILLIAM.        Holly, torna indietro… Holly…!

Mag cade a terra, ubriaca fradicia.

Mag ? Mag?

William sospira. La festa è finita.

32


Scena 5.

Madame Spanella si dirige verso l’appartamento di William, con un paio di pattini a rotelle attorno al collo e in mano la posta, cantando “Spargi d’amaro pianto” di Lucia di Lammermoor. Arriva alla porta di William, bussa ed entra. William è a letto, vestito circondato da fogli appallottolati.

MADAME SPANELLA.        Buongiorno Mr. Parsons, la sua posta.

WILLIAM.        Oh… grazie, Signora Spanella, molto gentile. O molto curiosa.

MADAME SPANELLA.        Che disordine! Non è un posto dove si può creare arte.

WILLIAM.        Non sono un’artista… ho smesso di scrivere.


MADAME SPANELLA.

Firmi qui.


Troppo occupato ad andare alle feste di quella prostituta? (indicando un foglio di carta).


WILLIAM.


“I sottoscritti inquilini di 169 Est 78ma strada con la presente richiedono lo sfratto della moralmente discutibile signorina Holly Goligthly, per essere una praticante di continue turpitudini notturne.” (Glielo restituisce) Arrivederci, Signora Spanella.


MADAME SPANELLA. Da mesi che abita qui – e non ha mai bussato alla mia porta per quel filet mignon.

WILLIAM.        Si perché… non mangio il filet mignon.

MADAME SPANELLA. Hmn. Secondo me le piace eccome il filet mignon, ma ancora non se ne è accorto.

William le chiude la porta in faccia e guarda tra la posta. Nota una lettera, la apre, emette un grido, e corre dritto alla scala antincendio.

WILLIAM.        Holly…Holly …!

William scende giù attraverso la scala antincendio. Si ferma poco fuori l’appartamento di Holly quando sente la voce di Mag all’interno dell’appartamento. Mag è vestita in maniera appariscente . Holly entra bevendo un caffè, indossando biancheria intima. Durante la scena Holly si veste con l’aiuto di Mag. William ascolta di nascosto la conversazione.

33


MAG.


Holly! Spicciati!


HOLLY.


Si si, Mag, stai calma. Come ti senti stamattina?


MAG.


Il mal di testa è passato!


HOLLY.


Bene. Stavolta ti è durato solo sei giorni.


Citofono


MAG.


Oh, no, sono loro, sono loro!


HOLLY.


E falli entrare.


MAG.


Ma tu non sei vestita! (Apre al citofono)


HOLLY.


Sei riuscita a togliere quella macchia?


MAG.


Oh, Holly. Ogni volta che devo incontrare José, penso: presidente del Brasile, che cosa inutile per un uomo voler diventare presidente del Brasile. Una cosa almeno si può dire del tuo Rusty: è americano al cento per cento.


HOLLY.


Buon per Rusty.


MAG.


Cara, siamo in guerra. Non è il momento di diventare brasiliana. Ma io sono una Wilwood e supererò anche questa. “Dona Margaret Ybarra-Jaegar”. “Um, dois, três”. – è portoghese.


HOLLY.


Be’… Morde?


MAG.


Cosa?


HOLLY.


José. Morde?


MAG.


Dove?


HOLLY.


A letto.


MAG.


Tu dici se morde me?


HOLLY.


Si, Mag, te.


MAG.


No a dire il vero. Dovrebbe mordermi? Però ride.


34


Holly.

Oh, ma è ottimo. A me piacciono gli uomini che lo fanno con un certo

umorismo.

MAG.

Oh, Holly… Non penso che sia questo il problema.

HOLLY.

Che vuoi dire?

MAG.

Penso che le ragazze dell’Arkansas e i ragazzi brasiliani non sono fatti

per stare insieme.

HOLLY.

(ride) Oh balle, Mag, tu sei solo – cosa? Mezzo metro più alta di lui: se

non ti va di abbassarti, mettilo su una cassetta e siete pari.

MAG.

Sapevo che non avrei dovuto parlartene!

HOLLY.

Ho l’impressione che José si stia prendendo una bella pappa fredda con

te.

Bussano alla porta. Holly si e’ vestita, mancano solo scarpe e cappello

MAG./HOLLY

(insieme) E’ aperto!

Entra José con un bouquet di gigli.

MAG./HOLLY.

(insieme) José!

JOSE’.

Signorina Wildwood. Signorina Goligthly. (da i fiori a Mag) Signorina

Wildwood.

MAG.

Ma come è possibile, José, che nessuna donna ti abbia ancora amato alla

follia! Non vedo l’ora di venire nella giungla con te!

JOSE’.

Nella giungla?

MAG.

In Brasile!

JOSE’.

Oh! Certo! Il signor Trawler sta aspettando in macchina.

HOLLY.

Non ce la faceva a salire le scale?

José annuisce e sorride.

MAG.

Metto queste in un vaso.

35


HOLLY. I         o mi metto le scarpe.

José annuisce; Mag e Holly escono. José si guarda intorno. Madame Spanella si sente in lontananza cantare Lucia. William starnutisce, Josè lo scopre.


JOSE’.


Buongiorno.


WILLIAM.


Oh… salve.


JOSE’.


José Ybarra- Jaegar. Piacere.


WILLIAM.


William Parsons. Ci siamo conosciuti al party di Holly.


JOSE’.


Certamente. Signor Parsons.


WILLIAM.


La prego, solo William.


JOSE’.


Cerca la signorina Goligthly?


WILLIAM.


(starnutisce). Sono allergico ai gigli.


JOSE’.


È la Lucia di Lammermoor che stanno cantando?


WILLIAM.


Si.


JOSE’


Adoro la Lucia.


WILLIAM.


Anche io.


JOSE’.


Conosce bene Washington?


WILLIAM.


Washington? Io –


JOSE’.


Ci trascorro molto tempo. Non che la preferisca a New York. Le amo allo stesso modo. La signorina Goligthly è di Boston?


WILLIAM.


Boston?


JOSE’.


La signorina Wildwood è dell’Arkansas. Una fotomodella. Non ho mai conosciuto una fotomodella. La signorina Goligthly è un’attrice?


WILLIAM.


Un’attrice? No… non credo –


JOSE’.


Lei è di New York?


36


WILLIAM.        Alabama.

JOSE’.              Allora lei deve venire a pranzo con noi!

Holly e Mag ritornano.

Guarda chi ho trovato! William Parsons! Lui ama la Lucia.

WILLIAM.        Salve.

HOLLY /MAG.

(insieme) Salve.

JOSE’.

Si unisce a noi per il pranzo.

WILLIAM.

No, non posso… ma grazie.

HOLLY.

Volevi qualcosa, Fred?

JOSE’.

Fred?

MAG.

Fred? Tu sei il ragazzo che abita di sopra? Ti ho visto ieri per strada che

guardavi verso la nostra finestra tipo spia.

WILLIAM.

Ho alcune novità… ma possono aspettare…

JOSE’.

Perché non ce le dice a pranzo – Fred!

WILLIAM.

Non posso. Grazie.

JOSE’.

Bene. Sarà per un’altra volta. Presto incontrerò Americani di ogni sorta. (in

guerra, ndt) L’esercito brasiliano entrerà in guerra in Europa…

MAG.

José, posso provare a contare fino a dieci in portoghese per lei?

JOSE’.

Fantastico! L’aspettiamo giù, signorina Goligthly. Buona giornata, signor

Fred. Signorina Wildwood.

Offre il suo braccio a Mag e vanno via dalla porta.


WILLIAM.


La signorina Goligthly e Wildwood sono in transito insieme ormai?


HOLLY.


Colpa tua. Ti avevo chiesto di riaccompagnarla a casa. Se uno ha bisogno di dividere la stanza con una che non sia lesbica, allora non c’è niente di meglio di una perfetta cretina: ho scaricato tutto l’affitto su di lei. Ora lei


37


non sa se vuole diventare brasiliana o meno. Ma, lo hai sentito tu stesso.

Quanto tempo sei stato lì fuori?


WILLIAM.


(le porge la lettera) Certo non è il New Yorker, ma… vogliono pubblicare un racconto, Holly. Voglio dire stampato!


HOLLY.


(legge e gli restituisce la lettera) Io non glielo farei fare. No se non ti pagano.


WILLIAM.


Non ero venuto per avere un tuo consiglio.


HOLLY.


Oh, capisco. Vuoi le congratulazioni. Va bene, è fantastico. Oh, allora vieni a pranzo con noi, dovresti vedere la macchina di Rusty!


WILLIAM.


E che ho da dire, io, a quel bambinone?


HOLLY.


Va bene, biscottino, ho capito. Rusty non ti piace. Ma mi sta aspettando.

Devo andare.


WILLIAM.


Sì.


HOLLY.


Domani fumiamo il calumet della pace insieme, ok?


WILLIAM.


Si.


HOLLY.


Però… potrei chiamarli e dire che sono stata improvvisamente colpita dall’influenza spagnola.


William.


Lo faresti?


HOLLY.


C’è sempre la scala antincendio. Non sarebbe divertente andare a Central Park ?


WILLIAM.


Io e te?


HOLLY.


E poi devo trovare il burro di arachidi per Fred e c’è un libro che volevo comprarmi–


WILLIAM.


Il burro di arachidi? E dove? (Parla come Mag) Razionamento, dolcezza:

siamo in guerra.


HOLLY.


Tu sei uno scrittore famoso che scrive per il New Yorker sulla guerra, io sono la sorella di uno dei nostri soldati che ha una gran voglia di un


38


E per prima cosa rubammo una maschera da Woolworth.

piccolo conforto come aveva a casa sua: il burro di arachidi . Cinque barattoli, uno per ciascun negozio di alimentari da qui fino alle cinque, che dici?

Wiliam sorride.

Bene! Queste scarpe non mi ispirano. Dove sono quelle di lucertola?

Si leva le scarpe e si mette in ginocchio. Lui le guarda il sedere come aveva fatto OJ. Mi stai guardando?


WILLIAM.

HOLLY.

WILLIAM.

HOLLY.

WILLIAM.

HOLLY.

Citofono.


No.

Grazie a Dio. Non facciamo confusione.

Perché?

Oh, William (Si mette le scarpe nuove e poi un magnifico cappello) Come

sto?

Come se ti avessero vestita le ancelle di Cleopatra…

Vedi che ho ragione: un uomo che parla delle ancelle di Cleopatra!


WILLIAM.

HOLLY.


Bene, andiamo, la città è nostra. Andiamo!

Ce ne stiamo andando così, lasciandoli qui sotto?

Rusty e Josè messi assieme arrivano a comprare una catena di staterelli,

sopravviveranno.


Citofono.

WILLIAM.        Solo per fartelo sapere, io non ho un soldo.

HOLLY.            Allora rubiamo qualcosa da Woolworth.

Citofono, lei esce dalla finestra e scende per le scale antincendio.

WILLIAM.        Era lunedì 11 ottobre del 1943.

WILLIAM

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Scena 6.

New York. In questa scena si ci muove da un luogo all’altro, da rendere in teatro in maniera semplice ma brillante. All’inizio i due remano sul lago – o mangiano un gelato, giocano a Badminton, passeggiano tra le foglie - al Central Park.


WILLIAM.


Io leggevo sempre… ho imparato a leggere prestissimo. Scrivevo anche.

Ho iniziato a scrivere quando avevo otto anni.


HOLLY.


Otto?


WILLIAM.


Non avevo scelta. Si ha come il dovere di scrivere una volta che hai imparato a farlo.


HOLLY.


Ti piacerebbe fare un giro sul mio cavallo. Si chiama Mabel.


WILLIAM.


Non so andare a cavallo.


HOLLY.


Ah.


WILLIAM.


Mi sentivo sempre solo… non conoscevo nessuno che scrivesse, e conoscevo a malapena qualcuno che leggesse. E mio padre non mi capiva per niente. Mia madre era quasi sempre ubriaca. Come è stata la tua infanzia?


HOLLY.


La mia? Oh, meravigliosa e felice. Nuotate e alberi di Natale, con mucchi di regali e tutti i miei cugini in ghingheri, e le canzoni al pianoforte e mio padre che mi teneva tra le sue enormi braccia, così tante feste, feste con tanti di quei giochi e fragole da non crederci.


WILLIAM.


Avevo capito che tu eri rimasta sola da quando avevi quattordici anni.


HOLLY.


Vero. Ma, tesoro, hai appena fatto una tale tragedia della tua infanzia che non me la sono sentita di competere con te.


E poi si trovano a:

Guardare attraverso la vetrina di Tiffany, indossando maschere di Halloween. William si alza la sua.

WILLIAM.        Le capita spesso di rubare, signorina Goligthly?

40


Lui si rimette giu’ la maschera, Holly alza la sua.


HOLLY.


Mi è capitato Signor Parsons. Voglio dire, dovevo farlo quando avevo bisogno di qualcosa. Ma rubo ancora ogni tanto, così per tenermi in esercizio. Ma davanti a Tiffany mi fermo. Non potrei rubare nulla da qui.


WILLIAM.


Sarebbe come mordere la mano che ti nutre.


HOLLY.


Oh, caro. Io dovrei comprare da Tiffany – perchè e come se mi sentissi in debito con loro – ma purtroppo non posso permettermi nulla!


WILLIAM.


Quando diventerò ricco e famoso, ti comprerò tutto i gioielli che vende Tiffany .


HOLLY.


Oh, Dio no, Fred, non me ne importa niente dei gioielli. I diamanti sono pacchiani prima dei quaranta. Bisogna essere vecchie. E Russe. Rughe, capelli bianchi e diamanti, non vedo l’ora.


Si tira giù la maschera e si trovano:

all’interno di un negozio di antiquariato, guardando una gabbia decorata.


WILLIAM.


Eccola! Non è bella?


HOLLY.


No, è terribile.


WILLIAM.


Oh, è un palazzo, l’ho amata dal primo momento in cui l’ho vista.


HOLLY.


Ma com’è che voi uomini avete il gusto di rinchiudere cose in gabbia?


WILLIAM.


Ma non ci sono uccelli dentro, guarda.


HOLLY.


Ma questo è il suo scopo. Odioso! Bloccano le ali ai pappagallini! Quanto vorranno per questa mostruosità?


WILLIAM.


Trecento cinquanta dollari!


HOLLY.


Trecento cinquanta dollari!? Dovrebbero chiuderlo questo negozio!


Uno dei due trascina l’altro fuori, ridacchiando.

WILLIAM.        Ssshh!

HOLLY.            Non c’è niente di allegro nelle gabbie!

41


E poi sono:

Nella biblioteca comunale sulla 42esima strada, ognuno con dei libri. Gli occhiali scuri di Holly sono sul tavolo.


HOLLY.


Cos’è che legge oggi?


WILLIAM.


MIDDELMARCH e Moby- Dick.


HOLLY.


MIDDELMARCH e Moby- Dick…


WILLIAM.


E Guerra e Pace.


HOLLY.


Robetta da 20 minuti.


Lei legge. Lui prende i suoi occhiali e se li mette. Ride.


WILLIAM.


Oh mio Dio!


HOLLY.


Cosa?!


WILLIAM.


Sono occhiali da vista! Non ci vedi senza questi, vero Holly?!


HOLLY.


Ma tu guarda, e io che pensavo che tu fossi un gentiluomo del Sud. Quando una donna trionfa sulle cose brutte che la vita le ha dato, mi pare poco educato farlo notare.


WILLIAM.


Dovresti levarli più spesso, hai begli occhi.


HOLLY.


Troppo tardi, mi hai offeso.


Ritorna a leggere. Lui allunga la mano verso la sua. Lei lo lascia fare. Lui le toglie il libro.

E poi sono:

Nel bar di Joe Bell cha ballano un lento. Hanno le maschere sulla testa ma i visi sono scoperti. La musica è dolce.

Sono felice per te, Fred, davvero lo sono. Signor Bell, le presento uno scrittore pubblicato in carne ed ossa!

JOE.                   Questo giovane?

42


WILLIAM.


Solo un racconto, in una rivista universitaria …


HOLLY.


Smettila. Ricordati che domani potresti essere imbarcato per l’Europa (in guerra ndt).


WILLIAM.


È stato un giorno fantastico, Holly. E ora ?


HOLLY.


Sono a corto di idee… tu che proponi?


Lei lo guarda. Si tira giù la maschera. Lui fa lo stesso. Lungo sguardo. Joe osserva.

Stanno per baciarsi. Entrano Mag Josè e Rusty.


MAG.


Joe Bell, abbiamo una voglia tremenda di champagne – Signore, ma dove siamo, al Circo Barnum?


Holly e William si fermano. Maschere sempre giù, Holly scappa via. William si alza la maschera in modo impacciato.


RUSTY.


Dov’è Holly?


MAG.


Dove siete andati?


WILLIAM.


Cosi…da nessun parte… scusatemi–


MAG.


Abbiamo pensato che eravate morti. Poi abbiamo pensato che Holly non aveva usato tutte le sua nove vite ancora. Rusty, dolcezza, che ne pensi?


RUSTY.


Barman, Cocktail di Champagne per tre.


JOSE’.


Tutto bene, Fred?


WILLIAM.


Si grazie. Io ho –


RUSTY.


Dov’è Holly?


MAG.


Dille che Rusty ci mette a disposizione il suo yacht: che si prepari per il viaggio!


WILLIAM.


Yacht?


MAG.


Si va in Florida!


WILLIAM.


Chi?


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MAG.


Io, Josè, Holly e Rusty! E poi José mi porterà all’Havana! Te lo immagini, guardare per tutte le feste natalizie la faccia da culetto di bambino di Rusty? Senza offesa, Rusty, non so proprio come faccia Holly a sopportarti.


WILLIAM.


A Natale?


JOSE’.


Lei pensava di ritornare a casa in Alabama, William?


WILLIAM.


Io… no…


RUSTY.


Come mai è qui? Chi sei? Vada a chiamare Holly!


E così in un attimo la nostra giornata era finita, con lei sparita; con quel bizzarro quartetto; per tutto il Natale, quindi il ricordo che io e Holly avessimo trascorso molti giorni insieme a New York deve essere falso. Il mio racconto fu pubblicato, io trovai un lavoro in cui non facevo altro che temperare matite ma almeno riuscivo a mantenere il suo gatto.

Ora col gatto in braccio.

– e poi, finalmente lei tornò dalla crociera.

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Scena 7.

Nell’appartamento di Holly. Holly è sdraiata, nuda a pancia sotto su una brandina sotto una lampada abbronzante. ha i suoi occhiali neri e sfoglia l’ Harper Bazaar. William compare sulla scala antincendio, con il gatto.


William.


Ciao?


HOLLY.


William! E oh, il mio povero amico senza nome!


WILLIAM.


Tornerò dopo quando hai indosso qualcosa–


HOLLY.


No va bene, sono stata al sole e voglio mantenere l’abbronzatura intatta.

Vieni dentro, Fred, non essere timido.


Lui le dà il gatto. In modo spontaneo.


WILLIAM.


Mi odia.


HOLLY.


No, è solo un gatto indipendente.


WILLIAM.


Ha gli occhi da pirata omicida, mi vuole morto. … Sei bellissima.


HOLLY.


Dagli un po’ di formaggio, Fred, ce n’è un po’ nel bagno. E ti ho fatto un regalo di Natale, è vicino alla porta.


WILLIAM.


È il 3 gennaio, Holly.


William esce col gatto.


HOLLY.


Allora per l’anno nuovo. Hai letto i racconti sull’ Harper di questo mese. Ce n’è uno di Carson McCullers e io l’ho conosciuta! In Florida!


WILLIAM


(da fuori) Oh, Gesù. Oh, no, Holly, non dirmi…


Ed eccolo che ricompare con la gabbia decorata dell’antiquario.

Ma è terribile!

HOLLY.            Sono d’accordo ma ho pensato che la volessi.

WILLIAM.        Voglio dire: trecento cinquanta dollari!

HOLLY.            Qualche passeggiata extra alla toeletta.

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WILLIAM.


Holly – ma è / così costosa!


HOLLY.


E accetala dai – ma promettimi che non ci metterai mai dentro una creatura viva.


WILLIAM.


Te lo prometto. Grazie. (La bacia goffamente) Ho qualcosa per te anch’io.


HOLLY.


Si? Dammi!


WILLIAM.


Non è un gran che, ma … (prende un cofanetto piccolo e elegante dalla tasca)


HOLLY.


Tiffany!


WILLIAM.


Si ma è.. solo una piccola–


HOLLY.


Oh, Fred! (Apre in fretta).


WILLIAM.


È una medaglia di San Cristoforo.


HOLLY.


San Cristoforo? Che Santo è?


WILLIAM.


Quello dei viaggi e dei viaggiatori.


HOLLY.


Oh. Che tenero. Certo sarebbe stato meglio se me lo avessi dato prima che partissimo, almeno si sarebbe potuto rendere utile.


WILLIAM.


Non ti sei divertita?


HOLLY.


Moltissimo! Alle isole di fronte alla Florida Mag ha preso troppo sole sullo yacht di Rusty, ustioni di primo grado ed è finita all’ospedale!


WILLIAM.


No!


HOLLY.


Non sopportavamo la puzza delle vesciche e così li abbiamo lasciati e siamo andati di corsa all’Avana.


WILLIAM.


Chi ?


HOLLY.


Io e José. Tesoro, da bravo, mi passeresti un po’ d’olio sulla la schiena?


Si sforza di farlo. Non è una cosa che fa d’abitudine.

Cielo…

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WILLIAM.


Tu e José? –


HOLLY.


Lui mi dice aspetta di vedere Rio, ma l’Avana mi piace da morire per adesso. Ovviamente quando siamo ritornati alle isole Mag era sicura che io fossi stata a letto con José. La situazione si è fatta tesa fino a quando non ho chiarito in privato con lei.


WILLIAM.


E cosa le hai detto?


HOLLY.


Che sono lesbica.


WILLIAM.


Non ci ha creduto.


HOLLY.


Diavolo se non ci ha creduto. Rusty non era scandalizzato per niente, anzi, voleva sapere i particolari. Tu come sei stato?


WILLIAM.


Ho dovuto trovare un lavoro.


HOLLY.


Che tipo di lavoro?


WILLIAM.


Per il New Yorker.


HOLLY.


Redattore!


WILLIAM.


Ovviamente no! Addetto alle fotocopie. Tuttofare in ufficio… i dettagli non sono importanti, è un inferno e io lo odio.


HOLLY.


Lascialo.


WILLIAM.


Non posso, mi paga l’affitto.


HOLLY.


Ci sono altri modi. Comunque, ho letto il tuo oroscopo e le cose per te v anno migliorando! È una coincidenza che mi hai messo il tuo racconto sotto la porta e proprio ieri OJ arriva in città? No, non credo proprio! Lui lo ha letto e pensa che sei uno che vale la pena aiutare. Ma dice che sei sulla strada sbagliata. Bambini, foglie al vento, signore del Sud sulle loro porsche: a chi importa?


WILLIAM.


(Interrompe il massaggio) Non a OJ, ovviamente. (riprende)


HOLLY.


E io sono d’accordo con lui.


WILLIAM.


Lo hai letto?


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HOLLY.


Due volte. Descrittivo, tesoro – senza significato! Se solo tu fossi venuto all’Avana, che storie! José e io avevamo una guida irresistibile, quasi tutto nero e per il resto cinese, una combinazione piuttosto affascinante. Così lasciavo che mi facesse piedino sotto il tavolo, ma poi ci ha portato a vedere un film spinto e indovina? Sullo schermo c’era lui.


William alza le mani

Hai finito? E il massaggio? Ci sei? Oh, capisco. Hai voglia di darmi uno schiaffo, non è vero?


WILLIAM.


Non voglio darti uno schiaffo.


HOLLY.


Si che lo vuoi, lo sento.


WILLIAM.


Per piacere fammi un esempio di qualcosa che significa qualcosa, secondo te, Holly.


HOLLY.


Cos’è questa, l’Inquisizione?


WILLIAM.


Fammi un esempio di qualcosa che abbia un significato per la tua testa.


HOLLY.


Cime tempestose.


WILLIAM.


Oh, andiamo, ora sei proprio irragionevole! Quella è un’opera di un genio!


HOLLY.


Lo so. “Selvaggia e dolcissima Cathy”. Dio, ho pianto come una fontana a quella battuta. Volevo sposare Laurence Oliver, ho visto il film dieci volte.


WILLIAM. Oh, ma tu stai parlando del film (riprende il massaggio vigorosamente).


HOLLY.


Levami le mani di dosso. Toglimi le tue maledette mani di dosso. (Si libera di lui e si avvolge in un lenzuolo). Tutti hanno bisogno di sentirsi superiori a qualcuno. Ma è buona abitudine fare una piccola prova prima di esercitare questo privilegio.


WILLIAM.


Non è mia intenzione paragonarmi a te. O a OJ. Quindi non mi posso sentire superiore. Semplicemente noi vogliamo cose diverse.


HOLLY.


Non vuoi fare soldi


WILLIAM.


Non ci ho ancora pensato.


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HOLLY.


E’ proprio quello che si capisce dai tuoi racconti. Be’, adesso te lo dico io, caro, è meglio che tu ti muovi a fare soldi, perché hai un immaginazione che costa molto. Non ci sarà molta gente disposta a comprarti una gabbia di uccelli da trecento cinquanta dollari.


WILLIAM.


Accidenti a te –


HOLLY.


A me cosa? Dì tutto quello che pensi per una volta!


WILLIAM.


Ipocrita! Ma chi sei tu?


HOLLY.


Io? Ma chi diavolo sei tu?! Perché non ti comporti come un uomo normale e mi picchi. Tanto vuoi farlo, lo so. E colpiscimi. Colpiscimi. Non ho mai conosciuto uno così rammollito. Organizzati la vita meglio che puoi, William Parsons, oppure marcirai in misere case che danno su scale antincendio per il resto della vita.


WILLIAM.


Mi dispiace che tu abbia sprecato il tuo denaro per me. (Farsi) Rusty Trawler è un modo troppo duro per guadagnarselo.


HOLLY.


Da qui alla porta ci vogliono quattro secondi. Te ne dò due.


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Scena 8.

In strada fuori del palazzo. Sta nevicando. Si sente Madame Spanella che canta “Ohimè! Sorge il tremendo fantasma” tratto dalla scena della pazzia di Lucia. Nel frattempo Mr. Yunioshi scende le scale con la sua macchina fotografica. William lo vede.

WILLIAM.        Mr Yunioshi!

YUNIOSHI.    Vado di fretta, sono in ritardo, signor Parsons.

WILLIAM.        Mi chiedevo… sto cercando di farmi fare una foto… che prima o poi mi servirà per la copertina del mio libro …e … le andrebbe…?

YUNIOSHI.    No.

WILLIAM.        Mr Yunioshi! Mi presenterebbe al direttore di Harper Bazaar?

YUNIOSHI.    No.

Fa per andarsene. Al massimo della frustrazione. William si lascia andare ad un urlo:

WILLIAM.        Non le interesso proprio io, vero?!

YUNIOSHI.    Buona giornata, Signor Parsons.

Si allontana. Compare Holly vestita come per andare a cavallo, con la gabbia degli uccelli in mano. William si ritira. Lei porta la gabbia in strada e la butta nella pattumiera. Esce Madame Spanella.


HOLLY.


Buon giorno, madame Spanella! Guardi che splendido inverno che abbiamo!


MADAME SPANELLA. Eh già!


HOLLY.


Sta ancora provando la “Lucia”? Pensi che strano, il signor Ybarra-Jaegar l’altra sera mi ha portato al Met a vedere il debutto in Lucia di Lily Pons.


Quando verremo a vedere la sua? …Oppure sbattersi il direttore d’orchestra è improbabile alla sua età?

MADAME SPANELLA.(con la petizione) Ci vediamo nel giorno del giudizio, sgualdrina!

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HOLLY.


“ noi inquilini di blah blah… chiediamo l’immediato blah blah, firmato, Madame blah, signor I –“ Mr Yunioshi?” Quel voltafaccia!


MADAME SPANELLA. Hanno firmato tutti!


HOLLY.


Non tutti. Dica al caro signor Parsons che la sua gabbia è nella spazzatura e così raccoglie anche l’ultima firma. Josè!


Josè e’ entrato in scena vestito per andare a cavallo. Ha un bell’aspetto.


JOSE’.


Holly, sto contando le ore.


HOLLY.


Anche io! (A madame Spanella) Noi stiamo uscendo per una galoppata con Mabel. Ha quattro zampe e un cuore più grande del suo. (a Josè). Tesoro sei così bello ed elegante!


Holly si affretta fuori con Jose’. Un Uomo sulla cinquantina con indosso un vecchio cappello grigio, un abito scadente e un vecchio cappotto passa di li. William si dirige verso la gabbia.

MADAME SPANELLA. Giovanotto, la imploro ancora una volta.

WILLIAM.        No, madame Spanella, non voglio…

MADAME SPANELLA. Non crede che abbiamo motivo di lamentarci?

WILLIAM.        A dire il vero, sì, e mi piacerebbe che la signorina Golightly bruciasse all’inferno!

MADAME SPANELLA. Bravo, firmi allora!

WILLIAM.        Ma non posso. Io non sono un traditore.

MADAME SPANELLA. Ma io e lei siamo artisti, noi abbiamo bisogno di dormire!

WILLIAM.        Sì! No.

MADAME SPANELLA.Oh, lasci perdere, ho capito. Io le offro il mio cuore, ma lei vuole Sodoma e Gomorra con quella mignottella!

Lei esce di scena. L’Uomo guarda William.

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WILLIAM.        Maledizione! (prende la gabbia) Maledizione! (Va via con la gabbia. Rimette la gabbia nella spazzatura.) Che fregatura, ma cosa ho nella testa! (Riprende di nuovo la gabbia. Si scontra con Doc) Mi scusi –

UOMO.             Figliolo. Ho bisogno di un amico.

Lo straniero è texano con un accento da campagnolo.


WILLIAM.


Non posso parlare – maledizione, ho bisogno di bere qualcosa! (Rimette la gabbia nella spazzatura e si dirige nella direzione opposta).


UOMO.


Aspetta, per piacere, figliolo. (Prende una foto dal portafoglio. Riesce a fermare William.) Questo sono io. E questa, questa è lei… la piccola ragazzina bionda e paffuta. E questo qui… questo è Fred.


WILLIAM.


Fred?


UOMO.


Suo fratello…


WILLIAM.


Lei è… è il padre di Holly?


UOMO.


Non si chiama Holly. Si chiamava Lulamae Barnes. Almeno finché non mi ha sposato. Doc Goligthly, figliolo, da Tulip, Texas. Io sono il marito e sono venuto a riprendermela.


Le luci si abbassano.

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SECONDO ATTO.

Scena 1.

Bar di Joe Bell. William sta bevendo. Joe sta guardando la fotografia di doc.

JOE.                   Quale?

DOC.                  Questa qui. Lulamae Golightly, mia moglie.

William inizia a ridere, non intende essere scortese, ma un po’ lo è.

C’è poco da ridere, figliolo.

WILLIAM.        Texas. Texas!

Beve e dà un colpetto al bicchiere per farselo riempire con un altro di drink. Joe obbedisce.


JOE.


Come l’ha trovata?


DOC.


Fred mi ha scritto l’indirizzo in una lettera. Fred è suo fratello.


JOE.


Si lo so.


DOC.


Ha cominciato a sentirla da quando è andato sotto le armi. Alla fine qualcosa lo ha spinto a darmi l’indirizzo. Così mi sono comprato un biglietto del pullman.


JOE.


Fino a New York…


DOC.


Faccio il medico di cavalli, appartengo agli animali io. Non sono mai stato da queste parti. Lulamae deve tornare a casa con suo marito e i suoi figli.


WILLIAM.


Figli?


DOC.


Loro….(indicando la foto) Sono i figli.


WILLIAM.


Ma… Le voglio credere ma… è una follia. Holly… Lulamae non può essere la madre, questi sono più vecchi di lei!


DOC.


Vede, figliolo, non ho detto che sono i suoi figli naturali. La madre, benedetta, è morta il Giorno della Festa dell’Indipendenza 1936, che Dio


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la faccia riposare in pace. Qualche tempo dopo, Lulamae è entrata a far parte della nostra vita… l’ho sposata che andava per i quattordici…


WILLIAM.


Quattordici?


DOC.


Forse una persona normale a quattordici anni non sa quello che fa, ma Lulamae era straordinaria. Sapeva perfettamente quello che stava facendo quando ha promesso di diventare mia moglie e madre dei miei figli. Ci ha spezzato il cuore quando è scappata via così.


WILLIAM.


Forse qualcosa l’ha spinta ad andar via.


DOC.


Non ci sono ragioni, figliolo. Lei e Fred, li ho conosciuti che rubavano uova di tacchino – due selvaggi, ridotti una pena. Avevano vissuto con delle persone poverissime dopo che la madre e il padre erano morti di tubercolosi. Lulamae aveva tutte le ragioni di scappare da quella casa. Ma non ne aveva per andar via dalla mia. Io le ho dato una casa vera. No?


WILLIAM.


Un altro bourbon.


JOE.


Sei sicuro Fred?


DOC.


Anche Lei si chiama Fred?


WILLIAM.


No: William. William. Dammene un altro, Joe.


Joe versa un altro bicchiere, William beve.

E un altro.

DOC.                  Questi li pago io, barman.

WILLIAM.        Grazie, ma non c’e’ bisogno.

DOC.                  Mi dia lo stesso.

Joe serve un drink a Doc.

Nessuno di noi ha capito perché lo ha fatto. Lei era felice. Non doveva alzare un dito se non per pettinarsi o per mandare a comprare le riviste. Aveva messo su un po’ di carne, stava bene. Stravedevamo tutti per lei. Bastava uno sguardo a Lulamae e mi venivano le lacrime agli occhi. Le insegnai a suonare la chitarra. Le addomesticai un corvo e gli

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insegnai a dire il suo nome. Stava diventando proprio una bella donna. E vivacissima, aveva sempre qualcosa di intelligente da dire su tutto. La sera che le chiesi di sposarmi, piangevo come un bambino. Lulamae mi disse, “perchè piangi, Doc? Naturalmente ci sposeremo. Non sono mai stata sposata prima”. Be’ mi venne da ridere quando sentii “non sono mai stata sposata prima”!


WILLIAM.


Allora perché è andata via?


DOC.


Non lo so. Forse quelle riviste. Con tutte quelle foto allettanti. Un giorno ha cominciato ad andare in strada. Ogni giorno si spingeva un po’ più lontano. E un giorno se ne e’ andata. Il corvo che le avevo regalato ha perso l’addestramento, e’ tornato selvatico ed è scappato. Ma per tutta l’estate quel maledetto uccello continuava a chiamare: Lulamae, Lulamae.


Silenzio.


WILLIAM.


Porta altri drink, Joe.


DOC.


Ho bisogno che tu sia lucido, figliolo.


WILLIAM.


La capisco, Signor Golightly, ma io ho bisogno di bere.


DOC.


So che è pentita per quello che ha fatto. So che vuole tornare a casa. E io sono venuto a prenderla.


WILLIAM.


Non posso aiutarla su questo –


DOC.


L’avevo avvertita che avevo bisogno di un amico.


WILLIAM.


Lulamae è cambiata, Doc, e non penso che sia –


DOC.


Io non voglio spaventarla.


WILLIAM.


E ad ogni modo, io non sono un suo amico.


DOC.


Per piacere, figliolo. Le faccia sapere che io sono qui. Ho aspettato anni per rivedere la mia donna. Posso aspettare finché Lei non se se la sentirà di aiutarmi.


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Scena 2.

William, ubriaco, sta per bussare alla porta di Holly.

DOC.                  Un momento! Come sto?

WILLIAM.        Sei carino.

William bussa, Doc si ritira. Holly risponde. È vestita in maniera molto elegante.


HOLLY.


Tu. Per farsi perdonare solitamente si portano regali. E tu ti sei scolato una bottiglia. Per me?


WILLIAM.


Tu hai Tiffany, io ho Joe Bell.


HOLLY.


Questo è magnifique, cretino. Oggi però sono impegnata tutto il giorno con Rusty, ci è successa una cosa stupenda e sono in ritardo per i festeggiamenti. Ma non preoccuparti, tesoro, siamo ancora amici. Ci sentiamo domani, va bene?


WILLIAM.


Sicuro Lulamae. Sempre che tu domani sia ancora da queste parti.


HOLLY.


(si toglie gli occhiali). Oh… oh, è qui? Dov’è il mio tesoro? (Corre fuori) Fred? Fred!


DOC.


Lulamae. Accidenti, cara, ma non ti danno da mangiare qui? Sei pelle e ossa… come quando ti ho visto la prima volta, costole che sporgevano le gambe così gracili che tu e Fred a stento vi reggevate in piedi.


e


HOLLY.


Ciao, Doc. (lo bacia sulla guancia)


DOC.


Lulamae. (la prende tra le braccia, ridendo). Sia ringraziato il cielo.


Lui la conduce, ridendo, nel suo appartamento e chiude la porta. William rimane con un palmo di naso. Seduto, con la testa tra le mani. Mr Yunioshi ritorna a casa con la macchina fotografica.

YUNIOSHI.    Signor Parsons?

WILLIAM.        Mi scusi, signor Yunioshi…

YUNIOSHI.    Va tutto bene?

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WILLIAM.        Non posso parlare con Lei stanotte perché tanto neanche Lei vuole parlare con me e il fatto è che io non ho mai voluto parlare con Lei, io volevo solo usarla per far avere al direttore del suo giornale i miei racconti, quindi non c’è bisogno che faccia il gentile…

YUNIOSHI.    Fermo così. Non si muova.

WILLIAM.        Ma cosa fa? No… no…

Yunioshi lo fotografa.

…per piacere non le sviluppi.

YUNIOSHI.    Arrivederci, signor Parsons.

WILLIAM.        Signor Yunioshi… perché ha firmato la petizione? Odia così tanto Holly?

YUNIOSHI.   Provo una grande tenerezza per Holly, William. Proprio per questo ho firmato la petizione. A proposito, oggi ho letto il Suo racconto. Ho passato il suo nominativo. Buonanotte.

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Scena 3.

Holly e Doc sono sulla scala antincendio di Holly. Doc è a torso nudo. Holly ha indosso il vecchio cappotto di Doc, è a piedi nudi, sta suonando la chitarra, e canta “Speak Low”di Kurt Weill. Al piano di sopra, William ascolta alla finestra. Il signor Yunioshi sta facendo lo stesso dalla sua finestra. Anche Madame Spanella non può resistere. La canzone di Holly è semplice e bella, matura piu’ della sua età. Quando finisce di suonare, Yunioshi e Spanella si ritirano, solo William rimane alla finestra.


DOC.


Perdinci, Lulamae, io non ti ho mai insegnato una canzone così. E non ho mai sentito una canzone così in tutta la mia vita.


HOLLY.


Ne ho imparate di nuove, Doc. Vado a vedere tutti gli spettacoli di Broadway, le imparo subito.


DOC.


Le suoni bene.


HOLLY.


Grazie, Doc. Doc?


DOC.


Si, Lulamae?


HOLLY.


Non puoi più chiamarmi così. Io non sono più Lulamae ora… lo capisci, vero?


DOC.


Tu sarai sempre Lulamae.


HOLLY.


Non più. Non ho quattordici anni, non lo vedi? Non scappo più lungo i viottoli di erica, rubando latte, coi denti così deboli da far fatica a masticare persino una pappetta. Questa non sono io. Tu lo vedi che sono cambiata. Non sono più quella.


DOC.


Lulamae, tu devi tornare a casa. Devi e basta, abbiamo bisogno di te.


Le campane della chiesa suonano le cinque.


HOLLY.


Se ci muovessimo ora, arriviremo in orario ai pullman. Va bene?


DOC.


Va bene…


HOLLY.


Ti accompagno…


DOC.


Va bene, Lulamae.


58


HOLLY.


Andiamo, Doc.


DOC.


Ma le valigie?


HOLLY.


Non c’è niente che voglio qui. No? Su sbrigati. Ce ne andiamo.


Entrano. William sta in piedi, illuminato dalla luna. Mentre Doc e Holly corrono per le strade di New York, la versione di Mary Martin e Kenny Baker di “Speak Low” ci porta a:

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Scena 4.

Holly e William bevono martini al Bar di Joe Bell. Sono gia’ un po’ ubriachi.

HOLLY.            No, non ho mai divorziato – avevo solo quattordici anni, per amor di Dio, non era certo un matrimonio valido legalmente! Ancora due, Bell carissimo.

JOE.                   Cominciate piuttosto presto.

HOLLY.            Bruciori di stomaco questa mattina?

JOE.                   Si.

HOLLY.            Ho rubato queste qui per Lei.

JOE.                   Le ha rubate?

HOLLY.            Le vuole o non le vuole?

Joe prende le pasticche per l’acidità e si affaccenda a fare i martini.

Dio devo sembrare una belva. Non sono ancora andata a letto. Non per

dormire almeno.

WILLIAM.        Me lo immaginavo.

HOLLY.            Be’, ho dovuto farlo. Tutta la notte sono stata con lui alla fermata

dell’autobus per convincerlo a partire da solo.

WILLIAM.        Sì, me lo immaginavo.

HOLLY.            Doc mi ama davvero, sai.

WILLIAM.        Se lo dici tu.

HOLLY.            E io amo lui. Magari a te è sembrato vecchio e malmesso, Fred.

WILLIAM.        Mi è sembrata una persona abbastanza onesta.

HOLLY.            Tu non sai quanta dolcezza c’è in lui.

WILLIAM.        Non devi giustificarti, Holly.

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HOLLY.


Non ho bisogno di farlo, non lo faccio mai, non con te o con nessuno! È solo che non puoi immaginare quanta fiducia lui sa dare agli uccelli e ai bambini e a tutte le creature fragili, tutto qui. E a chi ti ha dato fiducia – si deve essere riconoscenti. Quando ha capito che non tornavo a casa mi ha stretto la mano e mi ha augurato buona fortuna. Questa è la cosa più gentile che un uomo abbia mai fatto per me, Fred.


JOE.


(con i martini) Questi ve li offro io.


HOLLY.


Non c’è bisogno, Signor Bell, o un giorno o l’altro rischierà di chiuderlo questo bar.


JOE.


Voi non pagate.


HOLLY.


Va bene, ma si ricordi Bell di non amare mai una creatura selvatica, chiaro?


JOE.


Non amare mai una creatura selvatica.


HOLLY.


Doc se ne portava sempre una a casa. Un falco con un’ala spezzata… e una volta un gattone selvatico con una zampa rotta. Ma non si può dare il proprio cuore ad una creatura selvatica… più lo fai, più lei diventa forte, finché non diventa abbastanza forte da scappare nei boschi, o volare tra gli alberi, e poi su un albero più alto e poi nel cielo. La cosa terribile, Fred, è che Doc aveva ragione. Ho ancora quattordici anni e sono ancora Lulamae. Solo che adesso lo chiamo “avere le paturnie”. (Si mette gli occhiali scuri) . A quest’ora deve essere alle Blue Ridge Montains. (Alza il bicchiere) Buona fortuna, Doc.


WILLIAM.


Buona fortuna, Doc.


HOLLY.


E mi creda carissimo Doc - meglio desiderare il cielo che esserci già. E’ così che finirà lei, Bell, se si innamorerà di una creatura selvatica. Con lo sguardo al cielo … così vago e vuoto … il cielo e’ come un paese dove basta un lampo perché le cose scompaiano. (Butta giù il suo drink).


WILLIAM.


Sei una persona meravigliosa.


HOLLY.


Penso di si. Devo andare a rifarmi il trucco. (Aspetta)


61


WILLIAM.


Non si paga qui per la toeletta.


HOLLY.


Oh, è vero. Come se tu potessi pemetterti cinquanta dollari, caro. Altri due drink, Bell.


Esce.


JOE.


E’ ubriaca.


WILLIAM.


Un pochino.


JOE.


Fradicia.


WILLIAM.


Come dici tu, ubriaca persa.


JOE.


Neanche tu ci scherzi con l’alcool ultimamente.


WILLIAM.


L’hai sentito: chiamale paturnie.


JOE.


Hai fatto una cosa molto strana, Fred. Portare quel texano a vederla. Così.


WILLIAM.


Non era strano. L’avrei fatto comunque, e non perché avesse la faccia triste, Joe. Non sono così debole. L’ho fatto perché volevo presentare Mrs. Golightly al suo proprio marito. Per un attimo ho sperato che tutti i suoi amici stravaganti potessero essere presenti. Avrei voluto godermi in prima fila lo spettacolo di quando il milionario più grasso di New York e il pezzo grosso dal Brasile stringevano la mano sudaticcia di quel Texano.


JOE.


Dovresti vergognarti.


WILLIAM.


Non sai quanto.


JOE.


Se non pensassi che tu hai bisogno di amici, ti sbatterei fuori dalla porta in un attimo.


WILLIAM.


Aveva quattordici anni, Joe.


JOE.


E si.


WILLIAM.


Non abbiamo prove che l’ha davvero salvata da gente inaffidabile.. e le abbia dato una casa e cibo e affetto.


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JOE.


No, quello che noi non sappiamo è chi è lei, e non ci serve saperlo - ora se mi chiedi un altro drink non aspettartelo senza che ti ci abbia sputato dentro.


Middy Munson irrompe, senza fiato.


MIDDY.


Dov’è?


WILLIAM.


Middy? Ma che c’è?


MIDDY.


E’ qui? Voglio sentire come si difende stavolta?!


WILLIAM.


Da che cosa?


MIDDY.


Rusty! Il matrimonio. La stampa è sotto shock, ho bisogno di dichiarazioni.


JOE.


Non è qui, Munson. Se non sei venuta per bere, vattene via!


MIDDY.


Dille che siamo disposti a pagarla molto bene.


JOE.


Mi hai sentito, sloggia!


MIDDY.


Un sacco di soldi!


Esce.


WILLIAM.


Cristo! E’ lì che stava andando? In luna di miele? Cristo, e così l’ha fatto? Ha preso e l’ha fatto!


JOE.


Adesso potresti capire fischi per fiaschi…


WILLIAM.


Secondo me lo sappiamo eccome chi è lei! -


In quel momento Holly ritorna, non vista da William. Joe la vede. Nel prossimo scambio di battute, Holly fa segno a Joe che vuole sentire cosa dice William fino in fondo.

-Lulamae, la moglie-bambina, fino a quando non è entrata alla Paramount; fino a che non è diventata Holly, la diva, ma con amici loschi come Sally Tomato, e -

JOE.                   Sally Tomato?

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WILLIAM.        - Fanculo, Joe. Tutto per sposarsi quel bambinone moscio? Ecco chi è: la signora Rusty faccia come un culo di bambino. Non dire che non sappiamo chi è. Lo sappiamo – è la più grande stronza che esiste in Texas. Dammi un altro drink.

E’ distrutto, ubriaco, abbattuto. Joe lo guarda.


JOE.


Sei innamorato di lei al punto che non ce la fai più.


WILLIAM.


Non sono innamorato di lei… va bene … ma non è come credi tu. Puoi amare qualcuno senza che sia proprio in quel senso, capisci? Ci sono modi diversi di amare! Diavolo, una volta ero innamorato della cuoca di mia madre - e che significa? Gesu’… vorrei essere sotto un treno.


JOE.


E’ meglio che ti calmi.


WILLIAM.


Ci sono modi diversi di provare amore, Joe…


JOE.


Lo vedo, e la maggior parte di questi fanno incazzare.


WILLIAM.


Si, lo ammetto: sono uno scrittore fallito e geloso .. una barca arenata nel porto mentre Holly… Holly naviga nella baia di New York con le sirene in festa e gettando confetti, e -


JOE.


E smettila, Parson, credi di essere l’unico ad avere problemi? Dai un’occhiata al mondo per una volta - i tuoi problemi non sono nulla rispetto a quello che c’è in giro. Ora smettila di frignare, il Nazi non ha sposato Holly, ha sposato quell’altra, Mag.


WILLIAM.


Mag?


JOE.


(tira fuori un giornale dal banco) “Una bellissima modella dalle colline dell’Arkansas, Margaret Wildwood”. Impara a leggere i tabloid, così almeno saprai qualcosa.


WILLIAM.


Ha sposato Mag! (Scoppia in una risata)


JOE.


Be, non vedo che ci sia da ridere.


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WILLIAM.


Oh, Joe, Joe. Ti adoro! (Lo bacia sulla fronte e si scatena in un balletto dalla contentezza quando in quel momento vede Holly) Holly… (A Joe) Da quanto tempo è qui? Holly vieni ti porto a pranzo…


HOLLY.


Sai quale è il tuo problema, Fred? Ti piace tanto stare dentro e guardare fuori, con il naso schiacciato contro il vetro, fino a sembrare stupido… come un maialino quando ha fame… mentre in realtà sei una delle persone meno stupide che abbia mai conosciuto.


WILLIAM.


Mi dispiace.


HOLLY.


Dove sono i drink, Joe?


Joe accende la radio e si sente Dinah Shore cantare “You’d Be So Nice to Come Home To” di Cole Porter.

Dicono che più sei stupido più hai coraggio. Mio fratello è dolce, semplice e stupido da morire.

Dopo un attimo prende per mano un soldato e lo invita a ballare. La canzone e’ triste, melanconica. Holly poggia la testa sulle spalle del soldato. William guarda. La scena acquista un significato senza tempo: diventa come emblematica. Doc appare tra i soldati.

WILLIAM.        Il 21 gennaio 1944 il fratello di Holly, Fred Barnes, fu ucciso in combattimento in Italia.

Doc da un telegramma a Holly. Lei lo prende, continuando a fissare Doc. Lo apre. Doc esce.

Il telegramma che raccolsi dal pavimento diceva, “Ricevuta Notizia Giovane Fred Ucciso in Monte Cassino Italia STOP Tuo Marito e Bambini si Uniscono al Dolore di Questa Comune Perdita STOP Segue Lettera STOP Molto Amore Doc”.

Holly piange a dirotto. William prova a calmarla, ma non ci riesce. Jose’ la prende tra le braccia e l’accompagna fuori, lasciando William affranto e confuso. William raccoglie il telegramma mentre cala il BUIO.

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Scena 5.

William e Jose’ si trovano all’interno o immediatamente fuori dell’appartamento di Holly. Appaiono molto rispettosi l’uno dell’altro. William tiene in mano un piccolo mazzo di violette.


JOSE’.


Si è addormentata. Vuole tanto vederti.


WILLIAM.


Come sta?


JOSE’.


Meglio. Bene. Scusa se non abbiamo avuto molto tempo per te.


WILLIAM.


Le persone vogliono star sole per un pò, lo so. Meno male che ti occupi di lei.


JOSE’.


Approfitto per stare qui visto che non devo essere a Washington. Come va a te, William?


WILLIAM.


Molto bene. Abbastanza bene.


JOSE’.


Hai lavorato ai tuoi racconti?


WILLIAM.


Un po’. Mi hanno licenziato dal lavoro che avevo al New Yorker.


JOSE’.


Come mai?


WILLIAM.


Ho rotto le scatole. Ho attaccato in bacheca una critica molto sarcastica ad un poeta da loro molto venerato che si è rivelato essere il marito della caporedattrice della narrativa. Io non me la so cavare a questo mondo, so solo scrivere, e quindi -


JOSE’.


Lo sai che non avevo mai sentito di Fred, a parte il fatto che chiama te così. E’ morto troppo giovane. Che peccato. Holly è molto scossa, William… ma stamattina finalmente mi ha parlato di lui. Poi ha chiesto dove sono andati a vivere Rusty e Mag! Mi pare che non devi preoccuparti… non ha perso interesse nella vita. Al contrario.


WILLIAM.


Mi è mancata -


JOSE’.


Mi sono innamorato di lei. Non ce la faccio a starle un giorno lontano. Non mi era mai successo. Ho paura che si scateni uno scandalo … a volte lei


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fa cose che solo una pazza … la situazione è delicata, il mio nome, la mia

carriera…

WILLIAM.        Lo fa perché si sente sola, e -

JOSE’.              La amo.

HOLLY.            (da fuori) Jose’?

JOSE’.              Scusami William.

WILLIAM.        Le daresti queste violette - ?

Ma Jose’ è già uscito, ed un’altra porta si chiude in faccia a William.

Non mi ha chiamato mai più Fred.

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Scena 6.

New York City. Come nell’ Atto Primo, Scena 6, anche in questa scena ci si muoverà da posto a posto in maniera semplice ma vivace. All’inizio Holly e William sono nell’appartamento di lei che adesso ha dei mobili. Holly sta mettendo in valigia le scarpe e il vestito di Jose’. Dal fonografo arriva come un raffica di frasi in Lingua Portoghese. Una certa risonanza con Eliza Doolittle (protagonista di My Fair Lady, ndt).

CORSO DI PORTOGHESE. Não tenho açúcar.

HOLLY.            “Não tenho açúcar”. E questo significa, “Non ho zucchero!”

CORSO DI PORTOGHESE. Sou americana. Pode falar mais devagar, por favor.


HOLLY.


“Sou americana. Pode falar mais devagar, por favor.” “Sono Americana per favore parli più lentamente”. Non è geniale Linguaphone? Pensa proprio a tutto!


WILLIAM.


E a che ti serve? Jose’ parla inglese meglio di me.


HOLLY.


Ma sua madre no.


CORSO DI PORTOGHESE. Onde fica o aqueduto?


HOLLY.


Oh, questa è facile. Significa “Dove è l’acquedotto?” Ah, per giugno parlerò benissimo!


WILLIAM.


Non ti ho visto per cosi tanto tempo, -


HOLLY.


Scusa caro ma si vive per migliorarsi. Se non ti dispiace in questi giorni ho solo voglia di starmene a casa. Jose’ ed io non facciamo altro che coccolarci, leggere e cucinare.


WILLIAM.


Holly, tu non sai fare neanche un uovo strapazzato.


HOLLY.


Ti presento una donna di casa perfetta! Dopo che ci saremo sposati, cucinerò fino a scoppiare - Oh mon Dieu, il cibo sul fuoco!


Corre in cucina.

WILLIAM.        “Sposati”?

Holly ritorna con una padella calda e un forchettone in mano.

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HOLLY.             Pollo con salsa al cioccolato.

William assaggia.

Delizioso, no?


WILLIAM.


(non gradisce: cerca di corsa una bottiglia) Manca… del gin! (Si attacca al gin).


HOLLY.


A Jose’ piace. (Parlando della valigia) Guarda là, c’è tutto quello che gli serve. Va a Washington per tre giorni, non so cosa farò senza di lui.


WILLIAM.


Holly ma che è successo? Sembri così -


HOLLY.


Felice. E’ quello che l’amore ti fa sentire, William. Dovresti provare.


E con un colpo Holly chiude la valigia, e sono:

…a Central Park, che fanno volare due aquiloni, oppure mentre mangiano nel prato, pescano nel laghetto, oppure ancora (in caso non lo abbiano fatto nella Scena 6 dell’Atto Primo) fanno un giro in barca. Indicazioni alternative e scelte per diverse battute sono indicate in [parentesi quadra].

Nessuno è più attento all’igiene di Jose’. Si fa almeno cinquanta bagni al giorno. Ed è così educato – Non sai che fatica stargli dietro. E poi lo sai, lui balla! Sembra uno rigido e tutto governo, ma vedessi come si scatena nei balli di Carnevale! E poi è spiritoso -

WILLIAM.        E basta!

HOLLY.            Come?

WILLIAM.        Basta parlare di Jose’!

HOLLY.            Sono incinta.

William per poco non lascia cadere l’ [aquilone] [panino] [canna da pesca] [remo].

Di sei settimane. Perché la faccia sorpresa? A me non sorprende. Non un peu! Vogliamo almeno nove bambini.

WILLIAM.        Vuoi dire che lo -

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HOLLY.


E certo, pensa agli occhietti verdi chiaro che avrà!


WILLIAM.


Ma… ma la reputazione di Josè… tra poco sarà a capo dell’esercito Brasiliano!


HOLLY.


Esatto, è per questo che ci sposiamo! Onestamente sono stata un po’ triste perché - per favore non ridere - ma avrei voluto essere vergine per lui. Non che io sia stata con tutti questi uomini come dicono. Non incolpo neanche quei bastardi che lo dicono, ma proprio ieri sera ho fatto il conto di tutti i miei amanti e ne ho avuti solo undici. Senza contare tutto quello che è successo prima che compissi tredici anni ovviamente, perché infondo non era niente di che. Undici, William. secondo te bastano a fare di me una puttana?


WILLIAM.


Certo che no … (si sta scaldando, sotto sotto) Gesù benedetto…


HOLLY.


Non ho niente contro le puttane. Tranne il fatto che hanno un cuore disonesto. Non puoi scoparti uno, prendere i suoi soldi e non cercare almeno per un attimo di amarlo. Non ho mai fatto così io. Anche con quel verme che mi morsicò, ricordi? Ero disposta a pensare che il suo viscidume avesse un certo fascino. Josè è la mia prima storia non viscida.


WILLIAM.


Non ci posso credere. Josè è solo l’ultimo adesso? Ti basterà chiacchierare coi vari diplomatici ai tuoi cocktail senza fare niente? Stai fuori di testa.


HOLLY.


Certo che sì. Perché lo amo davvero.


WILLIAM.


No, è solo che è davvero ricco.


HOLLY.


No. No. Lui riesce a farmi ridere quando mi vengono le paturnie - non ci riesce nessun altro, lui si, e non ho più avuto bisogno di andare da Tiffany. Mi basta guardare la sua faccia bellissima e sento… sento! Quindi non giudicare, William. (si è agitata e trattiene le lacrime)


WILLIAM.


Mi fai pensare a quel giorno tutto per noi. Te lo ricordi?


HOLLY.


Quale giorno?


70


WILLIAM.


Lo scorso autunno… andammo a central Park… poi alla libreria… da Tiffany. Gesù. neanche avessimo dieci anni.


HOLLY.


New York! La perla del ventesimo secolo. Combattiamo una guerra per questo. Tra anni verro qui con i miei nove bambini brasiliani. Perché il Ponte di Brooklyn lo dovranno conoscere. Assolutamente.


WILLIAM.


Tu non vai da nessuna parte.


HOLLY.


William mi faresti un favore? Voglio che vieni a dire addio a Mabel con me.


WILLIAM.


Che cosa?


HOLLY.


Il cavallo. Non ce la faccio da sola.


WILLIAM.


Addio?


HOLLY.


Voglio un’ultima corsa, o me ne pentirò. E io non mi pento mai di niente. (Si tocca la pancia) Non sto cercando di sbarazzarmi dell’erede, se è questo che pensi. Vieni con me?


WILLIAM.


No.


HOLLY.


Prego?


WILLIAM.


Ho detto di no, tu non parti.


HOLLY.


Certo che parto. Ben oltre le Ande!


WILLIAM.


Holly… non puoi fare così. Non puoi abbandonare tutti.


HOLLY.


Non ho amici. Non mancherò a nessuno.


WILLIAM.


Mancherai a centinaia! Joe Bell! Milioni! Sally Tomato! Mr.

O’Shaughnessy!


HOLLY.


Gli ho voluto bene. Gliel’ho detto due settimane fa.


WILLIAM.


Lo sapevi da due settimane?


HOLLY.


Lo so dalla notte che ho conosciuto Josè alla mia festa! A dire il vero Sally sembrava contento che io lasciassi il Paese. Dice che poteva diventare un


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problema se avessero scoperto che non sono la nipote vera. E O’Shaughnessy mi ha mandato cinquecento dollari di regalo di nozze.


WILLIAM.


Bene. Te ne do cinquemila se questo filmetto di serie B che hai nella testa si avvera, Holly.


HOLLY.


Oh, William. Josè mi sposerà. Sissignore. In chiesa con la famiglia presente, a Rio. Adesso facciamo due passi e ti faccio sentire una fada nuziale (una canzone, ndt) in Portoghese perfetto.


WILLIAM.


Josè non lo sa ancora che sei stata sposata prima.


HOLLY.


Che cosa?


WILLIAM.


Non è vero?


HOLLY.


E a te che diavolo te ne importa?


WILLIAM.


Perché avrei potuto dirglielo io. Proprio così. Il telegramma di Doc su Fred. Lo presi io da terra lui non sapeva che veniva da tuo marito. Non mi hai mai ringraziato per questo.


HOLLY.


Chi ti credi di essere?


WILLIAM.


E’ probabile che ti accuseranno di essere bigama. Un reato.


HOLLY.


Non è possibile invece. Te l’ho già detto che il mio matrimonio non era legale, non poteva esserlo. Di’ una sola parola su Doc o sul Texas a chiunque, caro mio, e ti appendo per i piedi e ti preparo come un cinghiale allo spiedo. Lo amo. E adesso voglio tornare in città a cavallo e non pensarci più. Che fai Parsons, vieni con me o no?


E di colpo lei si rivolge al pubblico come narratore:

E in un attimo William si trovò… a Central Park in groppa a un cavallo! E siccome quello che successe dopo lo lascio’ senza parole, racconto io cosa successe. Dopo tutto, carissimi, questa è la mia storia! Mentre cavalcava dietro di me perso nel luccichio del mio shampoo coi brillantini da perfetto cartellone pubblicitario, William dimenticò il suo dolore e per un attimo fu solo contento che una cosa che avevo proposto io ci rendeva felici. E’ stato il momento newyorkese più magico di tutti - e poi

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all’improvviso! - Una banda di ragazzi esce da un cespuglio e inizia a tirarci pietre! La cavalla di William si infuria e corre avanti, col poverino che a fatica si reggeva in sella, attraverso il parco fino ad arrivare sulla Quinta Strada coi cavalli che scalciavano sul traffico fino a che io riuscii ad avvicinarmi a William e, grazie a Dio, ci si mise anche un poliziotto a cavallo. E così, frustrando la sua cavalla imbizzarrita, con me ad un fianco e il poliziotto dall’altro a cavallo del suo puledro di razza, finalmente i nostri cavalli si chiudono a tenaglia e bloccano la cavalla di William che va a fermarsi esalando proprio di fronte all’Hotel Plaza. E li, carissimi, scende da cavallo e si sdraia non avendo la minima idea di cosa fosse successo. Per dirla tutta, William non ha mai veramente capito quello che succede, di nessuno. Lui tra i narratori inaffidabili è come il Dom Perignon tra gli champagne. Non va preso su serio, niente di quello che vi ha detto su di me è vero, carissimi, ha detto solo bugie!

William! William, mio caro! Tutto a posto?


WILLIAM.


Si, sto benissimo.


HOLLY.


Ma non hai battito!


WILLIAM.


E allora suppongo che sono morto.


HOLLY.


Ma non scherzare, idiota!


WILLIAM.


Davvero, non sento nulla.


HOLLY.


Sicuro? Povero caro, potevi ammazzarti.


WILLIAM.


Invece sono vivo… mi hai salvato la vita. Grazie. Sei meravigliosa. Unica.


Io ti amo.


HOLLY.


Oh, cretino.


WILLIAM.


Holly, ti amo. Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, non andare a Rio, io ti amo (crolla nelle sue braccia).


HOLLY.


Fine. Ho detto tutta la verità lo giuro. Una storia vera narrata da Holiday Golightly.


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Scena 7.

Nel bagno di William. Holly gli toglie i vestiti a lume di candela e canta “People Will Say We’re in Love” o una canzone simile. Indossa ancora l’elmetto sulla testa. William è nudo. Gli ha preparato un bagno caldo con la schiuma. Lo aiuta ad entrare in vasca.


HOLLY.


Piano… bene così . Attento che è bollente… eccoti lì.


WILLIAM.


Grazie.


HOLLY.


(lo lava e massaggia) Ti piace?


WILLIAM.


Si.


HOLLY.


Si?


WILLIAM.


Si.


Ad un certo punto durante il dialogo che segue tra le bolle di schiuma, le cose andranno in una direzione inequivocabilmente sessuale…


HOLLY.


Devo confessare una cosa, William. Se io avessi la facoltà di scegliere chi mantenere in vita il più a lungo possibile, schioccherei le dita e direi che “quello sei tu” - ti scambierei solo per Greta Garbo. No, davvero. Se lei mi chiedesse di sposarla, lo farei. Perché no? Una persona dovrebbe essere libera di sposare una donna o un uomo come meglio gli pare. E se tu dicessi che vuoi sposare la cavalla che a momenti ammazzavi, rispetterei i tuoi sentimenti.


WILLIAM.


Adesso mi sfotti.


HOLLY.


No. L’amore dovrebbe sempre essere permesso, non importa chi con chi. Se le due persone provano gli stessi sentimenti, perché no?


WILLIAM.


Holly… Io davvero penso che io e te…


HOLLY.


Shhh. Non dire nulla. Non potresti mai amarmi nella maniera in cui mi ama Josè. Ma ti benedico perché non sei un viscido come gli altri. Che te ne pare?


Lo sta masturbando tra la schiuma. Lui chiude gli occhi e fa cenno di si.

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Non mi dimenticherò mai di oggi, William. Mai e poi mai.

... e all’improvviso la porta si apre. Madame Spanella entra con un detective della polizia, Connor.

MADAME SPANELLA. Eccola. La ricercata!

WILLIAM.        Ma che cazzo…

MADAME SPANELLA. Guardate che puttana disdicevole che è!


WILLIAM.


Spanella, chi le da il diritto di intromettersi…


CONNOR


(prende Holly per il polso) Detective Connor, signorina. Deve venire con noi.


HOLLY.


Levami quelle manacce di dosso, brutta lesbica bavosa…


Connor le da uno schiaffo.

WILLIAM.        Holly… Cristo Santo… Holly!

Esce dal bagno, nudo. Madame Spanella urla. Caos.


HOLLY.


Mi dispiace interrompere questo momento tesoro. Comunque lasciatelo dire da una che ne capisce: un giorno tu renderai una persona molto felice.


CONNOR.


Madame Spanella, se vuole essere così gentile da ritornare nel suo appartamento.


WILLIAM.


Cristo… esca da qui Spanella!


CONNOR.


Di qua, Golightly.


CONNOR.


Siamo spiacenti di dover interrompere il suo… bagno signore. Avremmo bisogno che ci segua per delle domande.


HOLLY.


Si chiama William Parsone ed è uno scrittore famoso ed è il mio più caro amico e non ha niente a che vedere con tutto questo, qualunque cosa sia. (A William) Caro, dai del cibo al gatto. (A Madame Spanella) Ci vediamo all’inferno, Spanella.


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La accompagnano fuori.

WILLIAM.        Holly. Holly.

Rimane nudo, coperto di schiuma.

MADAME SPANELLA. Due parole, giovanotto. Filet Mignon.

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Scena 8.

Luci su Middy Munson, giornalista, che batte a macchina frenetica in una redazione di giornale.

MIDDY.            Arrestata Prostituta Spacciatrice!

Flash di macchine fotografiche. Holly e Mr. O’Shaughnessy, con Connor e Fezzonetti. Una folla di fotografi e reporter. Holly indossa ancora l’elmetto per andare a cavallo. Ma con gli occhiali scuri, capelli sfatti, una sigaretta che le pende dalle labbra, un quadretto tipico di questo tipo di arresti. Holly si mette in posa.

REPORTER / FOTOGRAFO 1. Miss Golightly!

REPORTER / FOTOGRAFO 2. Miss Golightly!


MIDDY.


“Imbarazzo nell’Alta Società oggi all’arresto della bellissima Holly Golightly, attrice rampante di Hollywood, divenuta famosa come la ragazza-di-New York, arrestata nel suo appartamento di lusso in un palazzo dell’East Side. Correzione: un ricco palazzo dell’East Side.”


REPORTER / FOTOGRAFO 3. Miss Golightly!


MIDDY.


La polizia ha catturato anche Oliver O’Shaughnessy, conosciuto negli ambienti criminali come “Il Padre” [in italiano in originale, ndt]. Entrambi


sono sospettati di essere figure chiave nel giro di droga controllato dal führer dei mafiosi, Salvatore “Sally” Tomato!

REPORTER / FOTOGRAFO 1. Miss Golightly! Fa uso di narcotici, o ne ha mai fatto uso nel passato?


HOLLY.


Una volta ho tirato della cocaina. Non mi ha fatto nulla. Ho anche provato per un po’ la marijuana, che fa male la metà del brandy, e costa meno. Sfortunatamente, io preferisco il brandy.


REPORTER 3. Miss Golightly. Sapeva che Sally trafficava droga da Cuba, dalla Sicilia e da Teheran?


HOLLY.


Il signor Tomato non mi ha mai parlato di droga. Andavo solo a fargli visita, che male c’è? Mi fate infuriare; è solo un vecchio molto religioso. Sorrida, Connor, una tale fama non la vedrà mai più.


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Si mette in posa, tra flash di macchine fotografiche. poi lei e O’ Shaughnessy vengono portati fuori.

REPORTERS. Signorina Golightly! Signorina Golightly! Signorina Golightly!

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Scena 9.

Il bar di Joe Bell. Joe e William stanno leggendo giornali.

WILLIAM.        Perché lei non ha la minima idea di che cosa si tratta, caro mio.

JOE.                   Ma che si è messa addosso!

WILLIAM.        Era appena stata a cavallo nel parco. Secondo me sta una meraviglia.

JOE.                   Sembra la puttana di un gangster.

WILLIAM.        E’ quello che è, Joe.

JOE.                   Non dire così. Stai dicendo che è imbrigliata in questo giro da niente?

WILLIAM.        E si!

JOE.                   Meno male che le sei amico. Che bastardo!

WILLIAM.        Joe, non ho detto che è coinvolta sapendolo. Ma la hanno usata come

contatto - portava messaggi da Sing Sing a O’ Shaughnessy.

JOE.                   Se è vero, potrebbe farsi dieci anni o più.

WILLIAM.        Dieci anni?

JOE.                   Esatto, lo vedi? Ora, tu sai chi sono i suoi amici ricchi, no?

WILLIAMS.    Gli amici? Più o meno…

JOE.                   La ragazza ha bisogno di amici con i soldi, soldi che io e te non possiamo

cacciare. Inizia a fare telefonate.

Le luci si accendono su una serie di persone al telefono. Yunioshi, Sid Arbuck, e Mag e Rusty si dividono un solo telefono.

SID.                     Stai scherzando?

MAG.                  Scherza?

RUSTY.           Ma è uno scherzo?

SID.                     Non sono Harry, mi chiamo Sid, coglione.

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YUNIOSHI.    Si che mi piace la signorina Golightly!

SID.                     Golightly nel giro? Ah! Troppo divertente!

YUNIOSHI.   Ma puoi solo far finta di non sapere. Lei non poteva non sapere di farsela

con narcotrafficanti siciliani e nazisti per tutto quel tempo.

MAG                   Ha la morale di una cagna in calore.

SID.                     Un'altra cosa, quanto le ha dato per venire a letto con lei?

MAG.                 Faccia uscire il nome di noi Trawler insieme a quello di quella testa calda

e lei si becca una denuncia!

RUSTY.           La denunciamo!

YUNIOSHI.    Mi dispiace, Mr. Parsons.

MAG.                  Non richiami più, frocetto/donnicciola/femminuccia (che non è altro)!

Buio su di loro. Nel bar, William attacca il ricevitore.

WILLIAM.        Dicono che ci pensano…

Jose’ entra nel bar.

JOSE’.              William?

WILLIAM.        Jose’. Grazie a Dio. Dove eri finito? Ho provato a chiamare…

JOSE’.              Non posso avvicinarmi a casa di lei… E poi ho pensato che tu forse eri qui

WILLIAM.        Come sta? Le hai potuto parlare?

JOSE’.              No, William -

WILLIAM.        Josè, ci servono dei soldi per pagare la cauzione. Puoi aiutarci, vero?

Josè?

JOSE’.              Mi dispiace William. Ero venuto a chiedere se facevi un favore tu a me.

WILLIAM.        Che tipo?

JOSE’.              Per piacere puoi dare questa a Holly ?

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E’ una busta da lettera


WILLIAM.


No. No, non glielo do. Gliela puoi dare tu di persona.


JOSE’.


Non posso, William. Io la amo, ma.. la cosa è diventata così pubblica…


WILLIAM.


Josè!


JOSE’.


Perdonatemi. (Gli mette la busta in mano)


WILLIAM.


Sei un vigliacco! Ti dovrebbero prendere a frustate. Esci di qui! Vattene!


Jose’ esce.


JOE.


Fred? Fred, è una questione di vita o di morte, che facciamo?


WILLIAM.


(apre il portafoglio, cerca una biglietto, lo trova. Prende il telefono) Operatore? Operatore, Crestview 5-6958, Beverly Hills, per favore.


Luci su OJ che mastica il suo sigaro.


OJ.


Adesso calmati, Chekhov, ho appena parlato col migliore avvocato di New York, gli ho detto di prendersi cura della piccola, ma di tenere segreto il mio nome. Anonimo. Be, le devo un favore. E’ una matta, una falsa, ma una falsa sincera, lo sai no? La cauzione era solo di diecimila dollari; l’avvocato la tira fuori stasera, non mi sorprenderebbe se lei fosse già a casa. Quindi che stiamo a fare al telefono, vai a Mosca, Fred, salva la ragazza. Vai, vai, vai!


Le luci si spengono su OJ mentre William riattacca il ricevitore.

WILLIAM.        Se la caverà, Joe.

Un secondo e suona il telefono. Joe risponde.

JOE.                   Da Joe Bell. Holly? Holly? -

81


Scena 10.

Ospedale. Holly dorme a letto. Entra un’infermiera seguita da William con un mazzo di violette, una borsa, e una gabbia per il gatto coperta con un telo. L’infermiera sveglia Holly delicatamente.

INFERMIERA. Signorina Golightly?

HOLLY.            Salve, caro.

INFERMIERA. Non può stare molto.

Esce.

WILLIAM.        Oh, Dio, Holly. Mi dispiace così tanto.

HOLLY.            Ho perso il bambino.

WILLIAM.        Lo so.

HOLLY. T        e lo ha detto Bell?

William annuisce. Le prende la mano.

A momenti morivo anche io. Non scherzo, la grassona stava per averla vinta su di me.


WILLIAM.


Quale grassona?


HOLLY.


Non ti ho mai parlato di lei?


WILLIAM.


Non mi pare.


HOLLY.


Non sapevo della sua esistenza neanche io fino a quando mio fratello non è morto. Mi chiedevo dove fosse andato Fred, che senso poteva avere essere ucciso in un Paese straniero cosi… e fu allora che la vidi. Era nella stanza con me, aveva Fred in braccio, una grassa stronza e cattiva che si dondolava su una sedia a dondolo, e rideva come una banda di ottoni. Che cattivo gusto! E’ tutto quello che ci aspetta, amico mio: questa grassa commediante che non aspetta altro che prendersi gioco di te.


WILLIAM.


L’avvocato di OJ lo sa che sei qui?


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HOLLY.            (annuisce) Cosa hai portato?

WILLIAM.        Dei vestiti… sigarette… il pigrone senza nome.

Prende il gatto dalla gabbia. Lei lo accarezza, con amore.

William… hai visto Jose’ per caso? Avanti, spione, dimmi tutto.

William prende la busta.

Oh. (rimette il gatto nella gabbia) “ Per la signorina H Golightly - sue proprie mani.” Come e’ cortese. Dammi la borsa. Una donna non legge questo tipo di corrispondenza senza il suo rossetto. (Si mette del rossetto con lo specchietto, poi gli occhiali da sole) Forse questo ti servirà come esperienza se un giorno decidi di scrivere una storia d’amore di merda. (Apre la busta. Ma non riesce a leggere la lettera. La da a lui.)


WILLIAM.


“Mia carissima bambina, -“


HOLLY.


Dio, non potrebbe suonare più stitico neanche se ci provasse. (La prende e legge) La sua fede e carriera… il mio incidente… nome di famiglia… oh, ammette di essere un codardo. Che palle !


WILLIAM.


Credo sia solo cercando di essere una brava persona. E tu gli hai dato una ragione…


HOLLY.


E va bene, diciamo che non è un viscido fuori misura grande come lo sono stai altri prima di lui. Ma oh, per favore, maledizione - io lo amavo. Che canaglia!


Piange. Entra l’infermiera. William metta la coperta sulla gabbia del gatto.

INFERMIERA. Signorina Golightly?

HOLLY.            Sto benissimo.

INFERMIERA. (a William) E lei non le ha già fatto male abbastanza. La faccia riposare almeno.

Riesce. Holly inizia a ridere tra le lacrime.

HOLLY.            Pensa che sia stato tu a farmi del male!

83


WILLIAM.


Io, ha capito che? -


HOLLY.


Non diciamoglielo o ci roviniamo l’unica cosa divertente della giornata. Che dio ti benedica, rompipalle. Alla fine sono contenta che non sai distinguere un cavallo dal tuo derrière, perché io non vorrei essere una ragazza madre. Si, giocare a fare Calamity Jane su per la Quinta Strada ha fatto il guaio. Ma ho messo in subbuglio il Distretto di Polizia della 67ma (dicendo che sono stata presa a schiaffi dal detective lesbicone nel tuo bagno). Posso querelarli per diversi motivi incluso arresto immotivato.


WILLIAM.


Holly… Holly, senti. Non puoi scherzare su questa cosa. Dobbiamo fare un piano.


HOLLY


. .Oh, non essere noioso. E poi sono comunque cose che non ti riguardano.


WILLIAM.


E’ vero. Ma siamo amici. Sei la mia sola amica, a dire il vero. Quindi vorrei sapere cosa pensi di fare.


HOLLY.


Penso di andare all’aeroporto.


WILLIAM.


Cosa?


HOLLY.


Come sai, ho una prenotazione perfettamente valida per un volo perfetto. E siccome sei un amico cosi’ caro, mi puoi accompagnare e farmi ciao con la mano.


WILLIAM.


Holly… Holly, ma non puoi -


HOLLY.


Non vado a rincorrere Jose’, se è questo che pensi: è morto per Holly G.


WILLIAM.


E allora che vuoi fare?


HOLLY.


Non sono mai stata in Brasile.


WILLIAM.


Ma che pillole ti hanno dato? Sei accusata di un crimine! Non puoi eludere la condizionale, se ti prendono ti arrestano e buttano via la chiave. E anche se riesci a sfuggire ai controlli non sarai mai più in grado di tornare a casa.


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HOLLY.


Casa? Casa è dove ti senti a casa. E come sai, tesoro, io lo sto ancora cercando il posto per me.


WILLIAM.


Holly, è una follia, tu sei innocente, non hai fatto nulla di quello di cui ti accusano, devi resistere e farti valere.


WILLIAM.


Rischi la prigione, Holly. Di stare dall’altra parte delle sbarre come Sally Tomato!


HOLLY.


No, se non mi prendono, e io ho buone chance che non mi prendano sempre ammesso che tu, Billy bello, tieni la bouche fermée.


Entra l’infermiera.

INFERMIERA. L’ora delle visite e’ finita.


HOLLY.


Sorella, non è nemmeno iniziata: perché non lascia che il padre del mio povero bambino perso mi stia vicino, vecchia puttana moralizzatrice e sola!


INFERMIERA. (le mette il termometro in bocca, poi si rivolge a William) Due minuti e poi fuori!

Esce. Di corsa Holly si leva il termometro, scende dal letto, prende la valigia e durante le prossime battute si cambia l’abito da cavalcata e indossa un vestito nero che William le ha portato. Si ritocca il trucco, semplice e straordinario, come sempre.


WILLIAM.


Holly… che fai? … fermati… ritorna a letto.


HOLLY.


Senti, non mi disprezzare, tesoro, ma non ho molta scelta. Se c’e della merde sulle scarpe, la pulisci e basta.


WILLIAM.


Ma OJ ha pagato diecimila dollari di cauzione per te.


HOLLY.


Anche io una volta l’ho aiutato a vincere una mano di poker, quindi siamo pari. No, ecco come stanno le cose: quello che i poliziotti vogliono è che io testimoni contro Sally, - nessuno vuole condannare me, non hanno niente in mano! Ora, io posso essere una poco di buono, William, ma non testimonio contro un amico. Non lo farò. Io giudico gli altri da come gli altri trattano me, e il vecchio Sally non è proprio uno stinco di santo, ma non


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importa. Preferirei che la grassona mi portasse via prima del tempo piuttosto che aiutare quelli della legge a incastrarlo.


WILLIAM.


E allora possiamo trovare un modo perchè tu non debba farlo -


HOLLY.


William, non capisci che non è questo il vero problema? Sono appestata adesso! Anche se la giuria mi assolve, New York ha chiuso le porte in faccia a Holly Golightly. E’ finita. Ascolta le mie parole, sarei meno benvoluta di un becchino. E se tu fossi capace di vivere come me, tesoro, capiresti che tipo di disastro è quello che ti sto descrivendo. Non c’è verso, non mi piace scomparire mentre la signora Rusty Trawler sculetta avanti e indietro da Tiffany. Non potrei sopportarlo. Adesso passami il capello, e dammi il gatto. E’ venuto il tempo che lui se ne vada per la sua strada.


WILLIAM.


Cosa? Che vuoi dire?


HOLLY.


E’ uno forte. Ci sono abbastanza gatte in calore per lui in questa citta’ per farsi una famiglia.


WILLIAM.


Ma, Holly - !


HOLLY.


Ti avevo avvertito! Non promettiamoci mai niente di duraturo! Adesso fammi un favore, caro. Chiama il Times, o chi ti pare, e fatti dare una lista dei cinquanta uomini più ricchi del Brasile. Non sto scherzando. I cinquanta più ricchi: ogni razza, ogni colore.


WILLIAM.


Ma non avrai intenzione di partire adesso?


HOLLY.


No, vado prima a casa. Ho bisogno di soldi e del mio Chanel.


WILLIAM.


Non puoi entrare nel tuo appartamento!


HOLLY.


Vaffanculo!


WILLIAM.


E’ sotto sorveglianza! Holly! Ci vado io! Vediamoci da Joe. Lo avviso adesso. Cristo! Io sono solo un poveretto dell’Alabama! Voglio solo scrivere racconti! Voglio una vita tranquilla a New York e scrivere racconti, dannazione! Cristo!


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HOLLY.


Grazie, dolcezza. E cerca di trovare quella medaglietta di Tiffany che mi avevi dato. E le ballerine… e la bottiglia di brandy che e’ dentro il cesto dei panni sporchi. Non te la dimenticare!


Esce, col gatto nella gabbia, con un aria così bella e così sana che l’infermiera nel passarle accanto non realizza che le sta scappando la paziente. William la guarda…

INFEMRIERA. Chi-?

WILLIAM.        Oh, Dio mio!

INFERMIERA. E questa cos’e’?

WILLIAM.        E’ merda di gatto finita sotto le sue scarpe! Dovrebbero chiuderlo quest’ospedale!

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Scena 11.

Il bar di Joe. Tuoni e fulmini. Joe fa entrare William, bagnato per la pioggia, che porta una valigia, il brandy, la chitarra di Holly, etc.


JOE.


Era ora! (Chiama) Holly! (A William) Lei dice che non l’hanno seguita. E tu?


WILLIAM.


Non credo.


JOE.


Chi c’e’ fuori, giornalisti? Polizia?


WILLIAM.


Solo giornalisti.


JOE.


E che gliel’hai portata a fare la chitarra?


WILLIAM.


Così suona le fadas portoghesi sull’aereo - che ne so?


JOE.


Cavolo, io non credo che noi dovremmo aiutarla per niente. E se la facessi bere e annulliamo tutto?


WILLIAM.


Decidi se vuoi aiutare una delinquente o no, Joe, ma smettila di rompere.

E comunque, stanotte non va da nessuna parte, piove troppo forte.


JOE.


Il gatto lo ha lasciato andare senza problemi.


Entra Holly.

Ha detto al poveretto di farsi una vita! Gli ha detto “non ci apparteniamo”, ma non è felice per niente, si vede. Diavolo, quella va protetta da se stessa!


HOLLY.


Lui appartiene solo a se stesso, come io appartengo solo a me stessa. Sei in ritardo, tu. Hai portato la medaglia di San Cristoforo?


WILLIAM.


Si.


HOLLY.


Il brandy?


WILLIAM.


(glielo da) Ma Holly, l’unica cosa che può volare stanotte e’ un pesce.

Piove a dirotto.


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HOLLY.


Oh, il mio aereo parte, tesoro. Dunque: un drink, poi mi chiami un taxi. Questo ha cento anni. Lo avevo conservato per il mio matrimonio. L’idea era che ogni anniversario il Presidente e la Signora Ybarra-Jaegar si facevano un goccio. Grazie a Dio non ho mai comprato altro. Bell, tre bicchieri.


JOE.


Bastano due. Io non bevo alla tua follia.


HOLLY.


Io non scappo tutti i giorni. Non mi fai un brindisi?


JOE.


Se vuoi andare all’inferno, ci vai da sola. Non aiuto più.


Bussano alla porta. Un autista.


AUTISTA.


La macchina per Bell?


JOE.


Si, eccola! E’ per te… signorina Bell!


HOLLY.


Oh, … signor Bell.


JOE.


Niente di che. Una Cadillac con autista. Ti porterà all’aeroporto.


HOLLY.


Gentile, caro signor Bell. Mi guardi, signore… Mr. Bell.


Joe prende le rose gialle dal vaso e gliele da, incapace di articolare i suoi pensieri. Le lascia cadere e corre via.

Autista, ci da due minuti?

L’autista fa cenno di si ed esce. Holly raccoglie le rose.

Come sto?


WILLIAM.


Sei bella.


HOLLY.


So che non e’ vero. Ho molta paura, caro.


WILLIAM.


Tu?


HOLLY.


Si. Oh, Gesù… perché questa storia non potrebbe finire mai più. Non so mai cosa mi appartiene se non quando l’ho buttato via. Le paturnie, non sono niente. La donna grassa, niente. Ma questo… ho la bocca secca….


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Non riuscirei a sputare neanche se fosse questione di vita o di morte… povero gatto… spero che trovi un posto dove vivere.


WILLIAM.


Lo troverà.


HOLLY.


.. perchè era il mio gatto…


WILLIAM.


Vengo con te, lasciami venire con te -


HOLLY.


No fermati, William, fermati! Devi andare. Sembri Doc adesso - lui però non sapeva chi ero io, ma tu lo sai, e mi fai uscire pazza quando anche tu fai come tutti gli altri. So che è noioso ma il fatto è che le cose buone ci succedono solo se si è onesti. E non intendo rispetto alla legge - chiaro, io ruberei in una tomba se mi facesse felice un solo giorno - io dico onesti con se stessi. Va bene essere qualsiasi cosa, William, ma non un vigliacco… Preferirei avere un cancro che avere un cuore disonesto. Il cancro ti può uccidere, ma un cuore disonesto lo fa di sicuro.


Lo bacia


Non buttare via la tua vita.

Un attimo

WILLIAM.        Holly, ti amo.

HOLLY.            Lo so.

Sorridono. Riempie i bicchieri e fanno un brindisi.

A New York!

WILLIAM.        A New York!

Bevono. Lei versa di nuovo e sono pronti per un altro brindisi.

HOLLY.            A San Cristoforo.

WILLIAM.        A San Cristoforo.

Bevono.

90


HOLLY.


Non dimenticare mai: fiori gialli e foglie al vento non hanno mai fatto una bella storia. Ho ragione io, lo sai. Arrivederci, William Parsons.


Esce. William non si capacita. Si gira verso di noi, sconfortato. Apre la bocca per parlare, ma non ci riesce. E dalla radio si sente Harry Belafonte che canta “Banana Boat (Day-O)” mentre Joe ritorna coi giornali.

… e siamo nel 1957.


JOE.


Ho conservato tutti i giornali… qui… “ ATTRICE DROGATA, PROBABILE VITTIMA DELLA MALAVITA”… si sbagliavano… “ LA PLAYGIRL FUGGITA RINTRACCIATA A RIO”. Poi più nulla, hanno rinunciato a cercarla.


William ancora ci guarda.

Fred? Fred?


WILLIAM.


Tieniti i ritagli, Joe. Non ho dimenticato niente di tutto questo.


JOE.


Fred? Ho visto alcuni dei tuoi libri.


WILLIAM.


Oh?


JOE.


Non che li abbia letti.


WILLIAM.


Non sei il solo. E’ buffo, Joe… la fotografia mia con la giacca nel mio primo romanzo… E’ quella presa da Mr. Yunioshi, appena fuori la porta di Holly (fa per andarsene di nuovo).


JOE.


Fred… non vi siete mai sentiti con Holly?


WILLIAM.


Una volta. Mandò una cartolina al mio editore. Da Buenos Aires. Diceva che mi avrebbe dato l’indirizzo quando lo avrebbe saputo lei stessa.


JOE.


Non l’ha mai fatto, immagino. La vuoi la foto di Yunioshi?


WILLIAM.


Tienila tu.


JOE.


Fred…


WILLIAM.


Devo andare Joe.


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JOE.                   Ti sei mai chiesto che fine ha fatto il gatto?

WILLIAM.        Sembra da pazzo, ma… una volta mi è sembrato di averlo visto ad Harlem.. seduto su una finestra. Sembrava di casa… come se qualcuno gli avesse dato un nome.

E’ arrivato alla porta.


JOE.


E Holly? Pensi che lei abbia trovato una casa?


WILLIAM.


Lo spero, Joe. Lo spero veramente.


JOE.


Fallo per te, Fred, vai a dare un’occhiata alla tua vecchia casa. Non è cambiata molto. (Allunga un ritaglio di giornale a William). Ci vediamo, Fred.


Chiude la porta dietro a William che esce mette su la canzone di Harry Belafonte e pulisce il bancone del bar. Le luci si spengono.

Fine.

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