Colpo di frusta

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COLPO DI FRUSTA

COLPO DI FRUSTA

Commedia in tre atti di

Claudio Arca

L’autore è a disposizione per valutare eventuali correzioni o adattamenti che venissero giudicati necessari o per eventuale supporto alla messa in scena dell’opera :

Claudio Arca : tel. 347 – 6074568 oppure e-mail labelleepoque@cheapnet.it

                                                    

Riassunto trama:  Roberto, facoltoso, cinico ed egoista, si copre ripetutamente di ridicolo nell’inutile tentativo di far colpo su Marina, che lo respinge per via della sua mentalità arida e sprezzante.  Raggiungerà l’apoteosi della goffaggine quando la “Maga Circe”, scambiandolo per un finanziere in incognito, gli lancerà una maledizione che lo costringerà in più occasioni –  in qualsiasi momento e luogo venga a trovarsi –  a un ballo irrefrenabile. Pur sbagliando persona, tuttavia, la maledizione della maga aiuterà comunque Roberto ad aprire gli occhi sui propri difetti.

L’intera commedia è il percorso iniziatico lungo il quale il protagonista maturerà e cambierà.

 

Personaggi:


1: ROBERTO

2: GIANNI. Amico di Roberto. Generoso e gentile. Indirettamente si renderà responsabile del suo processo di mutamento.

3: FRANCESCO. Gestore del bar intorno al quale gravita la maggioranza della commedia. Amico di vecchia data di Gianni e Roberto.

4: PLAY BOY DA STRAPAZZO (MAX): Affetto da alitosi micidiale. Si sforza di parlare in modo strano e forbito.

5: FRATE. Passa a chiedere l’elemosina per i suoi orfanelli. Ben accolto da tutti. 

1: MARINA

2: ILDA: Amica e confidente di Marina. Eccentrica, spirituale e incline alla metafisica

3: SIMONA.Fidanzata di Gianni. Sempre sarcastica nei confronti di Roberto.

4: ZINGARA. Passa per i tavoli a leggere la mano. Predice a marina che Roberto finirà per cambiare in meglio, ma non sa dirle quando.

5: MAGA. Chiassosa e irascibile al limite dell’isteria, sbraita come Vanna Marchi…

6: SIGNORA ANGELA. Povera pensionata sotto sfratto. Nel quartiere raccolgono offerte per aiutarla. Roberto inizialmente non darà un centesimo. Alla fine, invece, non solo contribuirà generosamente, ma si scoprirà che ....

Nota: alcune parti femminili (maga, zingara e sig.ra Angela) se necessario potranno essere interpretate dalla stessa persona.


- Primo atto -

VOCE FUORI CAMPO:    “Primo giorno…”

Esterno Bar. Tavolini vuoti, tranne uno al quale è seduto ROBERTO, che legge tranquillamente la Gazzetta dello Sport. FRANCESCO gli porta un caffè.


FRANCESCO:      

Ecco qua il tuo caffè, Roberto. Bello ristretto, come te… cioè, come piace a te…


ROBERTO  ringrazia con un gesto della mano senza alzare gli occhi dal giornale. FRANCESCO si volta per tornare al banco, poi gli viene in mente una cosa e si blocca.


FRANCESCO:      

ROBERTO          

FRANCESCO     

ROBERTO         

FRANCESCO     

ROBERTO          

FRANCESCO    

Oh, a proposito, quasi dimenticavo… Conoscendoti bene so già di farti una domanda inutile, però ci provo lo stesso… (sul vassoio ha una scatolina di cartone, di quelle per le elemosine. La tiene bene in mostra)

(sospira, visibilmente scocciato dal dover interrompere la lettura) E allora?  Vieni al dunque

Ecco, qui nel quartiere avremmo pensato di organizzare una colletta, per così dire, a favore della signora Angela… sai, quella che ha avuto lo sfratto…

Una colletta eh? Tradotto in italiano: una richiesta di denaro.

Beh, si, insomma… un’offerta spontanea, mica niente di… Insomma, quella poveretta è rimasta vedova due mesi fa, adesso è scaduto il termine per lo sfratto esecutivo e lei, con la sola pensione… sai com’è…

No, non so com’è. Com’è? La signora Angela andrà a vivere sotto un ponte? O forse sotto un ponte ci dovrebbe andare il padrone di casa, visto che la sua è occupata da un’inquilino che non paga l’affitto?

No no, per fortuna il prete è riuscito a trovarle un posticino nelle case popolari…



ROBERTO        

FRANCESCO  

ROBERTO

 

FRANCESCO

Ecco lì! Alle persone oneste, che lavorano e pagano le tasse, sempre e solo mazzate. A quelle che non pagano i debiti e non producono nulla, regaliamo le case! Bel sistema, non c’è che dire…! E adesso, come se non bastasse, facciamo anche una raccolta di soldi per festeggiare l’appartamento nuovo.

(sospirando con irritazione) Guarda, Roberto, che tu in quel buchetto che le hanno dato non ci metteresti neanche la moto… Giusto quattro muri e un tetto sulla testa, cosa credi… La colletta servirebbe ad aiutarla un po’ i primi tempi, mica a farla diventare ricca. Chi dà cento euro, chi ne dà venti, chi regala un vecchio aspirapolvere, chi le mette qualcosa nel frigorifero…

(annuisce pensoso, sembra profondamente toccato) Ho capito, ho capito, non aggiungere altro ti prego… Senti un po’, Francesco, da quando mi conosci, onestamente, quante volte è successo che io ti abbia dato ragione su qualcosa, intendo proprio su “qualsiasi” cosa?

Quante volte?… Dunque… se consideriamo anche quel Capodanno che eri ciucco perso di Nocino e credevi di essere in Nuova Guinea…

 

ROBERTO

FRANCESCO

ROBERTO

FRANCESCO

ROBERTO

No, quella volta lì non conta

Ah, allora… dunque… da quando ti conosco direi… nessuna.

Bravissimo, nessuna. Io che ho l’occhio lungo, e so distinguere le cose sensate da quelle insensate, non ti ho mai dato ragione su niente. Oggi però, devo ammettere per la prima volta in vita mia che in tutto il tuo discorso una cosa giusta l’hai proprio detta. Ah si si: giusta e sacrosanta. E la condivido al cento per cento!

(rischiarandosi) Ooh che bellezza… e sarebbe?

Sarebbe che, conoscendomi bene, sapevi già di farmi una domanda inutile.


ROBERTO si rimette a leggere il giornale. FRANCESCO rimane a bocca aperta, quindi si volta irritatissimo e torna a grandi passi al bancone del bar bestemmiando tra i denti.

Entra in scena MAXIMILIAN (MAX), sedicente play-boy, noto a tutti per le balle che racconta  e per l’alito pestilenziale. Raggiunge il bancone con passo baldanzoso e sicuro, tutto agghindato come un damerino (giacca elegante, foulard intorno al collo,  camicia sbottonata etc.).


MAX

Aloha Francesco, come butta la serata? Sei in bolla vecchio mio? Dammi un bel cinque, dài, che ‘stasera sono in caccia! (Francesco alza gli occhi al cielo e gli dà il cinque). Ehi, ehi, ehi! Più entusiasmo, cavolini di Bruxelles, più entusiasmo! Porca Pina, quanto sono in palla quando mi ci metto!…  Aaaahhh…!! (alita con forza)


FRANCESCO si ritrae con espressione schifata.


Intanto è arrivato anche GIANNI (l’amico di Roberto) che saluta FRANCESCO e nota la sua faccia schifata.


GIANNI

FRANCESCO

GIANNI

FRANCESCO

GIANNI

Ciao Francesco… Mamma mia che faccia, che espressione vomitevole…hai di nuovo mangiato ostriche guaste?

 (con un gesto del pollice indica MAX,  che si guarda intorno tutto goduto fingendo di rispondere ai saluti di donne immaginarie): Peggio! Mi ha appena investito la nube tossica! “Alitalia” ha colpito ancora…

“Alitalia”? Ah, Maximilian, l’insopportabile Play-Boy di periferia… Ma perché lo chiami “Alitalia”? Nel senso degli aerei?

No, nel senso dell’alito. “Alit-alia”: Campione Italiano di Alito Micidiale!!…

Madonna se è vero! Quello con una fiatata stende un cinghiale a venti metri di distanza! Ma cosa ci avrà dentro la pancia: il cimitero delle cimici?…


FRANCESCO si  sventola una mano davanti alla faccia


GIANNI

FRANCESCO

MAX

Che succede?

Questa mosca… è tutta la sera che mi ronza intorno alla faccia. Mi fa venire un nervoso…

Ah, una “zitto e mosca”, ah, ah, ah!! Buona questa. Me la devo segnare… Ascolta un esperto, oh mio esimio mescitore di bevande alcoliche: con le mosche, come con le donne, non serve agitare le mani. Adesso il vecchio Max ti insegna un trucco, sta’ a vedere…  rimani solo fermo un attimo… ecco, resta immobile così… lasciamo che si posi…


FRANCESCO rimane immobile. GIANNI e MAXIMILIAN seguono con lo sguardo il volo della mosca, che finalmente va a posarsi sulla fronte del barista.


MAX

(a GIANNI, parlando a bassa voce) Guarda qua, questa è una cosa che ho scoperto quand’ero ragazzino… però ci vuole la tecnica…


MAX, senza nessun preavviso, si porta di scatto a due dita dalla faccia del barista e gli molla una fiatata poderosa.

FRANCESCO rimane paralizzato sul posto, con un’espressione terrificata negli occhi.


MAX

(seguendo tutto esultante la caduta della mosca) Hai visto?! Stecchita!!! Non è incredibile?…


FRANCESCO barcolla e si affloscia dietro il banco del bar.


MAX

GIANNI

MAX

GIANNI

MAX

GIANNI

MAX

GIANNI

MAX

GIANNI

(rivolto a GIANNI) E’ una scoperta interessantissima, non trovi?  Un soffio deciso fa più effetto dell’insetticida

(esterrefatto) Più che interessante, direi inquietante…

Non sono ancora riuscito a capire il principio scientifico, ma funziona. Ci credi che in casa mia, d’estate, teniamo tutte le finestre aperte, ma di mosche e zanzare neanche l’ombra! Eeeeehhhh (alitata verso GIANNI), và a sapere com’è…?

Madonna mia!!!…  Scusami tanto, Max, ma adesso devo lasciarti…

Ma come, ti congedi così repentinamente? Volevo raccontarti un paio di gustosi aneddoti sulle mie ultime conquisteeehh… (altra alitata)

Eh, magari un’altra volta… Perdonami, ma devo parlare di una cosa privata con Roberto…

Ah, Roberto! Quell’allegro guascone! E va bene, visto che insisti sarò anch’io dei vostri. Ci facciamo quattro chiacchiere in allegriaaahh… Ce n’ho un centinaio fresche fresche  su cui rendervi edotti: donne, donne e ancora donne! Eeeehhhh, quando c’è il fascino…!

(si ritrae camminando a ritroso) Hhuuurrrgggghhhh…!… Nooo, per carità!… Cioè, magari un’altra volta…. Sai, ha detto Roberto che mi vuole parlare in privato… Anzi, in privatissimo… Scusa ancora, eh Max?… alla prossima!…

Non ti crucciare, fido confidente, il rispetto per la segretezza gode da lustri della mia massima considerazione.

Eh? Ah, certo certo… bravissimo… (si sporge oltre il bancone) e tu, Francesco, appena ti sei ripreso me lo porti un caffè?… Francesco?…


FRANCESCO riemerge a fatica da dietro il bancone. GIANNI scappa in fretta e raggiunge Roberto al suo tavolo.



Mentre i due chiacchierano del più e del meno entrano in scena, non viste da Roberto,  MARINA(di cui Roberto è innamorato)e un’amica(ILDA). Si accomodano a un tavolo.  MARINA, vedendo ROBERTO, rimane ferma in piedi per qualche istante a fissarlo, sospira e scrolla leggermente la testa con tristezza. ILDA l’acchiappa per una manica e la tira giù a forza.


ILDA

MARINA

Ma insomma, Marina, la vuoi finire una buona volta? Se ti piace tanto quel tipo di uomo, và da lui e bacialo, e che caspita!

Ma quando mai! Io, quello lì, non lo toccherei neanche con un bastone lungo tre metri… Egoista, cinico, cuore di pietra che non è altro. Figuriamoci se a una come me può piacere uno come lui… tsè! Ma neanche…!


ILDA (chiude gli occhi come in meditazione Yoga  e le poggia sulla fronte le mani aperte, con le punte degli indici e dei pollici che si toccano)


ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

HOoooohhhmmmm… Percepisco una anomala energia interiore… percepisco un conflitto tra Yin e Yiang… Percepisco una grossa bugia che Marina sta raccontando a sé stessa…

(scacciandole le mani) Smettila con ‘ste  cavolate del Tantra! Ti ho detto che non mi interessa, non me ne frega niente di quello lì… Non vedi come lo tratto ogni volta che si avvicina? Lo respingo in tutti i modi, lo… lo…

Certo, certo…

(facendole il verso) “Certo, certo!…” .  Se mi piacesse gli darei corda, no? Sono mica più una smorfiosetta di sedici anni…

Non c’entrano le smorfiosette. Il fatto è che la tua razionalità, il tuo senso della morale, tutta la tua sfera cognitiva nella sua interezza ti dicono che Roberto non deve piacerti;  perché non è generoso, perché non ascolta gli altri, perché non si interessa di nulla che non possa tornargli utile, perché non crede in niente…

Ecco, appunto: tutto il contrario del mio ideale di uomo. Troppo diverso, troppo lontano da me…

Si, ma questa è la Marina cosciente, quella intellettualmente evoluta, che abita nel tuo cervello e che ti parla in italiano.

E come dovrebbe parlarmi: in greco antico?…

Poi c’è l’altra Marina: la Marina primordiale, l’animale che vive di istinto, di odori, l’animale che abita nel tuo cuore e riconosce soltanto la chimica della pelle,  il linguaggio del corpo. A “quella” Marina, mia cara, Roberto piace: piace da matti!

(non più tanto convinta, cerca ancora di difendersi) Ma và là!... “A me” piacere quel… quel…


MARINA si volta verso Roberto (che non si è ancora accorto di lei) e lo osserva con aria sempre più rapita. A mano a mano che parla si immedesima sempre di più. Inizialmente tenta di ostentare indifferenza, ma parlando il suo tono  cambia diventando rapidamente animalesco, fino a perdere il controllo di sé stessa.


MARINA:

Si, va bè, non voglio dire che fisicamente sia un brutto uomo… effettivamente ha un viso abbastanza… come dire, “interessante”… il  corpo è piuttosto… ben proporzionato, ecco… (inizia ad agitarsi sulla sedia)  anzi, direi proprio che è decisamente ben fatto, altrochè… e gli occhi, ah gli occhi sono… aaahhhhh (sospiro estatico. Riparte con tono più profondo, ansimando leggermente)… che poi, non sono nemmeno gli occhi, capisci? E’  proprio lo sguardo quello che ti colpisce… (si asciuga la bocca col dorso della mano) quello sguardo così .. così maledettamente… “sensuale”… eeh! Proprio sensuale, si!… Hhhhmmm! Quello ti guarda per dirti che ore sono e tu… e tu… gli zomperesti addosso come una furia! Lo sbatteresti giù da rotolarti dove capita (mima la scena agitando le braccia e i capelli) sull’asfalto ancora fumante, sui binari mentre arriva il treno, sul letto di chiodi del fachiro!!!… (ulula) Uuuuhhh! Quel maschione maledetto!! Quando gli parli ha un profumo che glieli strapperesti a morsi i vestiti da addosso!!!!  Aaaahh!! E poi ci ha un culo (mima degli artigli che stringono qualcosa)  ma un culo, ma un cu…!!!


Improvvisamente MARINA si rende conto che ILDA la sta fissando in silenzio, con un sorriso incredulo stampato sulla faccia.  Tenta di darsi un contegno, si rimette a posto i capelli etc., ma intanto si fa aria con la mano


MARINA

Risparmiati pure quel sorrisetto, sai Ilda? Scherzavo un po’ così, tanto per darti soddisfazione, cosa credi?


FRANCESCO si avvicina al loro tavolo per le ordinazioni.


FRANCESCO

ILDA

MARINA

FRANCESCO

Ciao Ilda, ciao Marina. Cosa vi porto di buono? Un caffettino, qualcosa da mangiare, un bel toast…?

Ciao Francesco. A me una bella tisana alla Pulsatilla e Bergamotto-Vaniglia, grazie. Alla mia amica “Tempesta Ormonale”, qui, una secchio di acqua e ghiaccio da infilarci dentro la testa… Tanto ghiaccio, mi raccomando!

Spiritosa… Una tisana anche a me, grazie… anzi no, un bel tè al limone. Tanto limone, mi raccomando, che mi aiuti a contrastare l’acidità di chi so io!…

Agli ordini! (Tra sé e sé) meglio scappare, prima che qualche frecciatina si pianti nel di dietro pure a me!…


FRANCESCO torna al suo bancone.


 

ILDA

MARINA

Guarda che ostinarsi a non voler vedere certi aspetti di noi stessi non porta a nulla. Tutti noi ospitiamo nature e sentimenti contrastanti. Ricorda il simbolo del Tao. Ognuno di noi è formato da una parte di bianco e da una parte di nero, ma anche dentro al nero c’è sempre un po’ di bianco, e dentro al bianco c’è sempre un po’ di nero…

“Il bianco e il nero, lo Yin e lo Yiang, il segno e l’ascendente”… Uhff, che palle! Ascoltami bene, e se non ci senti aiutati con il labiale (sillaba ogni parola come se parlasse a una sordomuta): a – me – Ro – ber – to – non – in – te – res – sa!  Ca – pi – to?  Oooh! Guarda, piuttosto che uscire con quell’egoista insensibile pieno di sé… me ne vado con il primo imbecille che passa per strada!…


Su quest’ultima battuta MAX  piomba in mezzo alle due donne abbracciandole con aria da galletto.


MAX:

Eccomi qui, aulenti madamigelle! Scommetto che vi stavate chiedendo dove fossi finito!


MARINA e ILDA si scambiano un’occhiata piena di significato.


MARINA

MAX

MARINA

MAX

(a ILDA, sottovoce): …Okay, facciamo “con il secondo”…

(prendendo la mano di MARINA, che tenta di tirarsi indietro) Marina, mio tenero virgulto, oggi sei così bella  da togliere il respiro persino al vento! (imitando il soffio del vento) Ffffuuussshhh…!

(portandosi la mano alla bocca) Ohmmioddio!!!… (tossisce voltandosi di scatto dall’altra parte. Poi, riprendendosi) … Oh mio Dio, Maximilian,  che poeta… Sai che tu, invece, il respiro l’hai appena mozzato a me?

(convinto che si tratti di un complimento) Eh eh! Grazie. Ma ti prego, chiamiami “Max”…


MAX si lecca una mano con gesto plateale e se la passa elegantemente sui capelli, poi si gira verso ILDA.


MAX:

E tu, affascinante interprete dello zodiaco, cosa mi dici?  Scrutando i capricci della volta celeste intravedi forse un posticino anche per me,  lassù tra le stelle?

ILDA

MAX

MARINA

MAX

ILDA

(sarcastica) E come no? Proprio lassù, tra le stelle: “quello” sì che sarebbe il tuo posto…  (sottovoce, rivolta a Marina)… Lassù nello spazio: il più lontano possibile dalla terra!…

(ridacchia e si pavoneggia) Aaaahhhh, voi donne! Tutte adulatrici. Ma vi capisco, non temete. Abitando un ecosistema così arido di uomini interessanti, vi dissetate con gratitudine alla fonte del mio afflato poetico…

… e che afflato!…

… e cadete inevitabilmente preda del mio fascino… è normale!

Più che altro “cadiamo”… Stecchite!…


MAX ridacchia pieno di soddisfazione. Prende una sedia dal tavolo accanto e si accomoda tra Ilda e Marina. Le due sbuffano alzando gli occhi al cielo, ma lui non si schioda e continua a conversare.



ROBERTO, nel frattempo, si è accorto della presenza di Marina e la sta osservando con sguardo cupo.


GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

Che succede, Roberto? Come mai così serio, tutto di colpo?  (segue lo sguardo dell’amico e vede Marina) Aaaah, ho capito. E’ lei che ti fa quest’effetto.

A me rivolge a malapena la parola,  guarda invece come si diverte con quello spaventapasseri. Vorrei proprio sapere cos’è che ci trova in quel buffone…

E io vorrei proprio sapere quand’è che ti farai un pochino furbo.

Che vuoi dire?

Niente, niente. E’ solo che non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere

Tu e i tuoi indovinelli. Io cieco non sono, e vedere ci vedo anche troppo…


FRANCESCO  porta le bevande alle due ragazze. MAX si alza in piedi e gli molla una pacca sulle spalle.


MAX:

Eccolo qui, il nostro virtuoso dello shaker! Eeeehhhh….! Come faremmo senza di lui?


FRANCESCO barcolla sotto il colpo dell’alitata. MARINA allunga le mani per sostenerlo.


MAX,

FRANCESCO

MAX

FRANCESCO

(prendendo il barista sotto braccio con fare complice)  Francesco, vecchio mio, mi trovo nell’assoluta necessità di richiedere l’ausilio della tua smisurata esperienzaaahhh.

Eh?… Qua-quale esperienza?

(con grande enfasi) Aaahh!  (altro piccolo mancamento del barista) Suvvia, non fare il modesto! (ridacchia molto teatrale, indicando le ragazze).Devi consigliarmi, capisci? Queste luminose pulzelle mi stanno letteralmente seppellendo di complimenti, e – per quanto le adulazioni del gentil sesso mi trovino ben allenato –  confesso che persino io principio a non trovar più nulla di meglio che arrossire e farmi silente. Capisci ciò che intendoooohhh?…

Eeeeh! Altro chè se capisco!… Ecco, bravo: fatti silente. E’ sempre la cosa migliore, guarda. Zitto e, soprattutto, bocca chiusa! Con permesso…


FRANCESCO si allontana in tutta fretta, ma MAX non lo molla. Bacia velocemente le ragazze e si allontana con lui.


MAX

 

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

Giusta osservazione, vecchio mio, giusta osservazione! Aaaaahhhh… quante ne sapete voi, modesti e saggi dispensatori di liquori e distillati….!  Permettimi di attingere alla tua imponenete banca dati, mio caro maestro… posso chiamarti maestro, nevvero?…(etc, uscendo di scena)

Oooh, meglio tardi che mai!… Finalmente si toglie dalle palle, quella peste bubbonica. Hai visto che roba? Le ha dato anche il “bacino”, quel pezzo di…

Sai cosa farei io, al tuo posto? Invece di rimuginare tanto mi alzerei e andrei a parlarle.

E’ arrivato il genio della lampada! E che ti credi, che non ci abbia già provato?  Niente, non riesco ad aprire il benché minimo spiraglio. Scivolo sul ghiaccio della sua indifferenza…

Eppure è evidente che le piaci…

(ironico) Eeeeehh! Come no? Come pestare una merda con la ciabatta!…

Non fare lo scettico, ti dico: se ne accorgono anche i muri. Ma evidentemente il tuo carattere non proprio… “perfetto”, diciamo così…

(irritato) Cos’è che non va nel mio carattere, sentiamo!

Mah… tanto per cominciare,  fai sempre il Bastian Contrario, dài sempre torto a tutti…

NON E’ VERO!!!

Ecco, appunto… E poi, scusa se te lo dico, ma sei scostante…

… non è vero…

…manchi completamente di generosità…

… non è vero…

… deridi le convinzioni degli altri…

Non è vero, non è vero e non è vero. Io non derido le “convinzioni” di nessuno. Sono giustamente razionale, derido la stupidità di chi crede a qualsiasi idiozia. I maghi, gli oroscopi… baaahh! E poi io sono generosissimo!… Con chi se lo merita, naturalmente.


Mentre parlano entra in scena la ZINGARA, che si avvicina per leggere la mano


ZINGARA

 

ROBERTO

ZINGARA

ROBERTO

ZINGARA

Prego signore, prego. Io ti legge tua vita, passato e futuro. Dammi mano, prego, un euro, solo un euro e io ti legge futuro in tua mano…

Ma pussa via, sacco di pulci! Figuriamoci se sto a perdere tempo con ‘ste cretinate della mano! 

Ma signore un euro, solo un euro. Prego signore, prego…

Ho detto di no! Non te lo do un euro, e neanche mezzo! Ma pensa un po’, con tutti i problemi che ho ci mancava solo questa rompipalle…

Tuoi problemi che hai, si. Io posso leggere tuoi problemi, e forse anche piccola soluzione

ROBERTO

ZINGARA

ROBERTO

Ah, ah! Buona questa. Non mi incanti sai?

Tu hai problema per signorina. Si, signorina che non ti ama… perché sei cattivo…

Fila via, và a portare scalogna a qualcun altro. VIA!! SCIO’!!!!…


La ZINGARA si allontana verso gli altri tavoli.


GIANNI

ROBERTO

Vedi cosa intendevo dire? Che bisogno c’era di trattarla così. Bastava dire “no grazie”.

Tu non le conosci quelle lì… Quella è gente che ti si appiccica e non…


ROBERTO rimane a bocca aperta accorgendosi che MARINA lo sta fissando con  sguardo deluso


 

GIANNI

Io dico che ti sei appena bruciato un’altra chances.


La ZINGARA si avvicina al tavolo di Marina e Ilda. ILDA la invita a sedersi. La ZINGARA prende la mano di MARINA tra le sue e inizia a leggerla.


ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

Ma pensa te…

Ricorda il motto del generale Sun Tzu: “Conosci il nemico”…

Il generale Sun “chi”?…

Sun Tzu, antico stratega cinese, autore del famoso trattato “L’arte della Guerra”. Perché la caccia all’amore, caro mio, “è” una guerra.

(meditabondo) “Conosci il Nemico”...

Sei partito disarmato, diciamolo pure. Ma se vuoi vincere qualche battaglia, devi sforzarti di capire com’è Marina, cosa vuole da un uomo, cosa apprezza e cosa disprezza, cosa…

Ma certo! Ho capito tutto, hai ragione. “Conosci il nemico”…


ROBERTO si alza dalla sedia e si allontana con fare furtivo.


GIANNI:

ROBERTO

E adesso dove vai? A parlarle?…

(portandosi il dito davanti alla bocca) Sssssstt… Dopo “parlare”, prima “spiare”. “Conosci il nemico”!


ROBERTO si acquatta e striscia lungo tutta la parete di fondo, tipo Pantera Rosa, per non farsi vedere da Marina. Raggiunta l’estremità dalla scena, si mette a quattro zampe e cammina di soppiatto fino alle spalle delle due donne. Ascolta di nascosto la loro conversazione per tentare di carpire qualche suggerimento.


MARINA

ZINGARA

(alla ZINGARA): E adesso dimmi qualcosa sull’amore. C’è una persona che…

(leggendole la mano con attenzione) C’è una persona che tu piace molto, piace molto a tuo cuore…


ROBERTO mima a gesti “parlano di me!” ed esulta complimentandosi con sé stesso


 

ZINGARA

…ma ha brutto bruttissimo carattere. E questo a tuo cervello non piace…


ROBERTO manda maledizioni varie alla Zingara


ZINGARA

ILDA

MARINA

ILDA

… in lui però c’è qualità anche buone. Nascoste un po’, magari, ma abbastanza buone… 

Ah si, nascoste le ha proprio nascoste bene! Sarei proprio curiosa di conoscerle…

Ma come faccio a farle venire fuori? Come posso far sì che emerga il suo lato buono, lui è così… così…

(lapidaria) Stronzo.


ROBERTO si trattiene dal tirarle uno schiaffone


MARINA

Si… cioè no… insomma, non esageriamo. E’ soltanto un po’… un po’…


ROBERTO la incoraggia a gesti a esprimere qualche buon parere


ZINGARA

(scrutando con più attenzione nella mano di Marina) Fà un po’ vedere… Ecco, si, ora ritratto di uomo è più completo, più molto chiaro… Si, si… … si si, non c’è dubbio…(indicandole un punto nel palmo della mano) è proprio stronzo!


Gesticolazioni varie di ROBERTO


MARINA

ZINGARA

ILDA

ZINGARA

ILDA

ZINGARA

MARINA

ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

ZINGARA

E… e le qualità positive?

Lui deve camminare su suo sentiero, camminare fino a fondo di suo sentiero. Quando fondo sarà raggiunto, lui non è più uomo di prima…

Vuoi dire che sarà migliore?

Si

Molto migliore?

Molto

Hai sentito, Ilda? “Molto”! (sospira con aria sognante) Forse riuscirà a diventare…  una persona normale!

Se questo è il suo karma…

 

Non riesco a immaginarmelo… “Roberto generoso”… Generoso… Tollerante… Amante della poesia…!

Questa si che meriterebbe di essere vista! Sempre ammesso che siamo ancora vive quando ciò accadrà

(guarda prima l’amica poi la zingara con preoccupazione) Ci vorrà molto tempo? Non c’è un modo per accelerare le cose?…

Questo io non può sapere. Sentiero di uomo può essere molto molto lungo o molto molto corto. Dipende da lui. 


La ZINGARA si alza, ringrazia con un piccolo inchino a mani giunte per i soldi che MARINA le posa nella mano e se ne va.


ILDA

MARINA

Hai capito? Magari tre venti o trent’anni… Se non sbaglio Roberto è Acquario ascendente Leone… Mmhh, mica una bestia facile.

Trent’anni?! Non dirlo neanche per scherzo!


ROBERTO, sempre camminando a quattro zampe, inizia a ritirarsi


ILDA

MARINA

ILDA

Con quel flusso di negatività che emana da tutti i  pori, il suo “sentiero” può fare due volte il giro della Via Lattea

(riflette qualche istante. Poi, indicandosi il palmo della mano) Più ci penso e più mi convinco che la zingara, su Roberto, ha letto giusto

Cioè che ha qualità nascoste?


ROBERTO si ferma e aguzza le orecchie con aria soddisfatta


MARINA

No. Che è proprio stronzo.


ROBERTO  resta immobile con sguardo spento, quindi (sempre camminando a quattro zampe) ritorna al suo tavolo in tutta fretta.



Nel frattempo,  al tavolo si è seduta anche SIMONA,  la fidanzata di GIANNI


SIMONA

 

ROBERTO

SIMONA

GIANNI

ROBERTO

SIMONA

ROBERTO

SIMONA

GIANNI

ROBERTO

SIMONA

GIANNI

(vedendo arrivare ROBERTO tutto furtivo)  Che ti succede Roberto? Un attacco di dissenteria?

(tra sé e sé come recitando il rosario) “Generoso”, “tollerante”, “amante della poesia”… “Generoso”, “tollerante”, “amante della poesia”… “Generoso”, “tollerante”, “amante della poesia”…

(senza scomporsi) Lo sapevo che sarebbe successo. Ha completato l’opera: è diventato scemo del tutto.

Il nostro eroe torna fresco fresco da un blitz di altissimo spionaggio, non è vero agente?

(fissando Simona con sguardo da psicopatico) “Generoso, Tollerante, Amante della Poesia”… Simona! Ciao Simona! Sta’ a sentire Simona, ce l’hai un libro di poesie da prestarmi, un corso accelerato, una “guida del giovane poeta” in dieci lezioni…?

Santo Dio, Roberto! Ma cosa ti prende, oggi, sei più idiota del solito! E chi l’avrebbe creduto possibile?!

 

E’ il tuo fidanzato che me l’ha suggerito… “Conosci il nemico”…

(a Gianni) E cioè…?!…

E’ un po’ lunga da spiegare… mi sa che ho creato un mostro!

(a Simona, molto convinto) Alla generosità e alla tolleranza ci penso da me, non c’è problema. Ma per la poesia ho bisogno di aiuto.

Se magari aveste la bontà di farmi capire qualcosa…!

E va bene, adesso ti racconto tutto. Dunque…


GIANNI inizia a spiegare la situazione a Marina. Linguaggio mimato. Entra in scena il FRATE. Si avvicina al tavolo di MARINA e ILDA tenendo in mano una sacchetta di tela per le elemosine.


FRATE

MARINA

ILDA

FRATE

ROBERTO

MARINA

ILDA

Buonasera care figliole.  Permettete che interrompa la vostra conversazione soltanto per un secondo?

Buonasera padre. Prego, si accomodi. Possiamo offrirle qualcosa da bere?

Una tisana, un amaro Diesus… [in alternativa: “un amaro del frate”]

Grazie, figliole, non disturbatevi. Mi basta semplicemente un piccolo contributo per i nostri piccini, i nostri piccoli orfani che…

(precipitandosi come una furia) IO! IO!… Fermi tutti, ci penso io!  Eccomi qua (si porta la mano alla tasca con gesti molto plateali) eccomi qua, padre… (apre il portafoglio, tira fuori i biglietti da 10, 20 e 50 euro, li osserva brevemente e li rimette a posto)… arrivo subito, eh? Un attimo che ci sono… (apre il borsellino delle monete, ne estrae una da 2 euro e la posa nella mano del frate, dopo averla tenuta bene in alto perché tutti la vedessero). A lei, padre: per i suoi piccoli bimbi. Un contributo generoso, lo so, molto generoso,  ma quando uno è generoso cos’altro può fare se non contribuire generosamente?… (finge di essersi accorto solo in quell’istante della presenza di Marina) Oh, ciao Marina, non ti avevo vista… sai, ero talmente assorbito dai problemi di quei poveri piccini…

(interdetta e un po’ sospettosa) … Ciao, Roberto…

(incredula) Hai visto? Ha fatto un’offerta!!!…


Il FRATE osserva la moneta nel palmo della mano. La prende con due dita e fa una faccia come dire “Porca miseria che spreco!”


FRATE

ROBERTO

Santo cielo, figliolo, che il Signore ti benedica davvero!... Dall’irruenza con cui sei piombato qui, chi se li aspettava addirittura DUE EURO,  due euro tutti interi!…

(sobbalzando) Due euro?! Oh mamma mia… (nervosamente, guardando un po’ le due ragazze, un po’ il frate) eh, eh!,  effettivamente, nello slancio… (riprende il borsellino) devo essermi un po’ distratto, sa com’è… (si riprende i 2 euro e lascia cadere tre monete nella mano del frate). Ecco, così direi che và meglio…


Il FRATE fa una faccia sbalordita, apre bocca per parlare ma ROBERTO lo interrompe


ROBERTO:

FRATE

ROBERTO

ILDA

MARINA

FRATE

No no no, padre, la prego, non mi ringrazi!...

UN EURO E CINQUANTA?!??!!…

(tutto tronfio) Lo so, lo so. Con la natura generosa che mi ritrovo questo è il minimo che potessi fare!  Eh, eh!… Ciao ragazze, ci vediamo eh? (torna al suo tavolo a grandi passi, tutto trionfante).

(laconica, a Marina) Un euro e cinquanta… Questo sentiero lo vedo molto molto molto lungo …

(disgustata) Che vada a nascondersi, quel pidocchio!… Lo scusi, sa, padre. E’ fatto così. Qualcuno dovrebbe aprirgli la testa e buttare via tutto quello che c’è dentro!

Pazienza, ragazze, bisogna avere pazienza. Il Signore non ci giudica per la ricchezza dei nostri regali, ma per l’intenzione con cui li doniamo… la sua

MARINA

evidentemente era molto buona, e anche una goccia nel mare, per quanto piccola, è sempre una goccia in più.

Sarà. Ma rimane sempre e solo una goccia! (prende il portafoglio, imitata da ILDA. Entrambe danno al frate un biglietto da cinque o dieci euro) E comunque speriamo che non vengano nutriti solo col contagocce, i suoi orfanelli


Il FRATE ringrazia e se ne va, salutato dalle ragazze. Un attimo prima di uscire si scontra con MAX, che stava rientrando in scena


MAX

FRATE

MAX

Per le trippe di Nettuno! Un Francescano scalzo con le calzeeeehhh…!

(inorridito, indietreggia di qualche passo portandosi la sacchetta delle elemosine davanti alla faccia) Gesù Signore Onnipotente!!!  Il fiato del demonio!!!!

Sempre sia lodato. Padre, quale incontro foriero di letizia! (lo prende a braccetto e lo accompagna fuori scena) Vede, lei neppure immagina quanta spiritualità nasconda quest’uomo sotto questa scorzaaahhh…!  Permetta che la renda edottooohhhh…!


Il FRATE emette un mugolìo, MAX lo sorregge. I due escono di scena


MARINA:

ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

Ilda, sono depressa. Mi sa che quello lì è proprio irrecuperabile.

Pensa positivo, Marina, pensa positivo. Cerca di vedere il bicchiere…

… mezzo pieno? Ma dove?! Il bicchiere di quel fetente è secco come il deserto, altro che mezzo pieno!

D’accordo, come inizio non sarà dei più incoraggianti, però è sempre un cambiamento inaspettato, non trovi? Pensaci un po’: te lo saresti mai immaginato, fino a un minuto fa, Roberto che attraversava i tavoli per dare SPONTANEAMENTE  dei soldi a qualcuno?

E và bene, ma che miseria…!

Lascia perdere i dettagli. Pensa a cos’ha detto il frate: “ la sua intenzione era buona”. Questo è ciò che conta. Ogni metamorfosi dell’animo deve avere un principio, bisogna solo attendere e osservarne gli sviluppi…

Se ci saranno.

Dammi retta. Qualcosa sta per accadere. Forse il sentiero di quel “pidocchio” non è poi così lungo. E poi questo è sicuramente il momento migliore per verificarlo…

Perché, cosa succede in questo periodo? Gli asini si mettono a volare?

La luna entra nella settima casa, e Roberto, col suo ascendente, ha Marte che entra in Saturno…

Meglio non dirglielo, altrimenti gli fa pagare subito l’ingresso, quel taccagno!… Andiamo, và. Tutto a un tratto sento il bisogno di  cambiare aria.


Le due ragazze si alzano e raccolgono la loro roba. ROBERTO fa un cenno di saluto. MARINA si volta sdegnosamente ed esce di scena seguita da ILDA, che gli lancia un’occhiataccia scuotendo la testa.


ROBERTO

Ma insomma, si può sapere che ho fatto adesso?…  A momenti mi rompo una caviglia per  regalare dei soldi ai bambini e questo è il risultato?!


SIMONA

GIANNI

ROBERTO

SIMONA

SIMONA

(gli fa ganascino con la vocina di quando si parla ai bambini piccoli) Ooh, il povero egoistone cicciolone avarone è caduto dal pero, meschinetto…!  E

che cosa ti aspettavi, che ti lanciasse le braccia al collo e ti gridasse “baciami stupido!”?…

Beh, almeno fino allo “stupido”, magari, ci poteva anche arrivare…

Grazie! Grazie a tutti, non c’è che dire! E’ proprio un grande conforto avere degli amici vicini quando si soffre per amore!

(battendo una manata sul tavolo) Giuro che questa le batte tutte! Roberto-senza-cuore, Mister Cinico in Persona, l’Uomo-talmente-avaro-che-non-molla-neanche-le-scorregge-per-non-sprecare-il-gas…  soffre per amore!!… Corro a segnarmi la data sul calendario. Ah si si! Questa le batte proprio tutte! (si alza, dà un rapido bacio a Gianni e prende la sua roba)

(indicando Roberto con disprezzo) Ma guardatelo! “Lui” soffre!… Ma fatti schifo addosso… Un euro e cinquanta di sofferenza!!! A due euro non ci arrivava mica, povero cocchino!!!…


SIMONA esce di scena


ROBERTO guarda GIANNI a bocca aperta. GIANNI si stringe nelle spalle.


ROBERTO

Ma dì un po’, c’è una congiura contro di me, oggi?! Vi siete messi tutti d’accor…


SIMONA rientra in scena a grandi passi. Raggiunge Roberto e gli sbatte un libro sul tavolo.


SIMONA

Ecco qua, neanche a farlo apposta! L’avevo appena comprato, ne ho letto si e no dieci pagine. Te lo regalo! Vediamo se, MAGARI!!, riuscisse a farti entrare un briciolo di umanità in quella testaccia di cemento armato! 


SIMONA fa dietro-front e riparte verso l’uscita di scena.


ROBERTO

SIMONA

(leggendo esattamente come si scrive) “Ba-u-de- lai-re”?… E che roba è?…

(ritornando sui suoi passi come una furia) “Bo-dlèr”!! Si pronunciaBo-dlèr”, non “Ba-u-de-lai-re”!!! Sono poesie, ‘gnurant!!!…


SIMONA esce di scena definitivamente, pestando con forza ogni passo.


ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

(a GIANNI, dopo che Simona è uscita di scena): … e va bè, “Bo-dlèr”… c’è mica da incazzarsi tanto…

Un euro e cinquanta”, eh?… Ma dì un po’,  te lo sei bevuto prima o dopo la lobotomia quel po’ di cervello che ti rimaneva?…

Perché, ti sembrava troppo?…. troppo poco?…

Con tutti i soldi che hai!… Sei appartamenti,  tre agenzie immobiliari, due…

E cosa dovrei fare, regalare ai frati tutto quello che mi sono guadagnato col sudore della fronte?

 

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

Allora, a parte il fatto che non ti sei sudato proprio niente, perché ti ha lasciato tutto tuo padre… ma quelli sono affari tuoi, figurati se vengo a farti i conti in tasca… Però, come puoi pretendere di far colpo su Marina con una sortita di quel tipo?

Ma io…

E poi, se anche fosse, penserai mica che basti così poco?! Ci vuole altro per convincere le persone, e in particolare le donne, hai capito?

(abbacchiato)… No…

Ohssantapazienza! Sei più grave di quanto temessi… Cos’è che vorrebbe lei da te? Com’è che ti vorrebbe, sentiamo.

Dunque… “Generoso, tollerante e amante della poesia”…

Benissimo! E allora è così che devi sforzarti di diventare! DI – VEN – TA – RE, non “sembrare”. La capisci la differenza, testaccia vuota?

(piagnucoloso) Si ma… ma come faccio?

A me lo chiedi? Sforzati! Ingegnati! Scava con le unghie dentro a quel petto e vedi un po’ se riesci a trovarlo!...

“Trovare” cosa?…

(sospira e gli sorride mestamente. Poi si alza e gli appoggia le mani sulle spalle) Il “cuore”, amico mio. Il cuore!…


- Fine primo atto -

______________________________________________________

- Secondo atto -

VOCE FUORI CAMPO: ”Il giorno dopo”.

Esterno giardini pubblici. Una o due panchine, se possibile un albero.

Entra in scena MARINA, che passeggia tranquillamente leggendo un libro. Arrivata all’altezza della panchina si siede e continua a leggere.

Dopo qualche istante sbuca ROBERTO. Entra in scena di soppiatto rasentando il fondale del palco. Gatton gattoni si porta alle spalle di Marina. Tiene in mano il libro di poesie regalatogli da Simona. Dopo qualche tentativo, con mosse  molto studiate, trova una postura sufficientemente scenica (sguardo ispirato rivolto verso il cielo, grandi circonvoluzioni della mano, passi misurati etc. etc.)


ROBERTO inizia a declamare ad alta voce, con pronuncia stentatissima, alcuni versi di Baudelaire


ROBERTO

                      «Souvent, pour s’amuser, les hommes d’equipage

Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers

Qui suivent, indolents compagnons de voyage… »


MARINA, a quel suono, aggrotta la fronte e solleva lo sguardo dal libro. Poi si volta e sobbalza vedendo Roberto.


MARINA

ROBERTO                          

ROBERTO?!?!!…

«Le navire glissant sur les gouffres amers…»

(si interrompe fingendo di aver notato Marina solo in quell’istante) Oh, mon Dieu, Marinà ! C’est tuà?! Parbleau ! Cosciòn !  Pied a ter pret à porter je suì Caterin Deneuve!…


MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

Ma cosa stai dicendo? Non si capisce niente, sei sicuro di star bene?

Oh, escusemuà Marinà… Voglio dire, scusami Marina… ero talmente assorto nella mia quotidiana lettura di poesie che nemmeno mi ero avveduto della tua presenza…

Poesie?! E da quando leggi poesie, tu? Da che ti conosco  non ti ho mai visto leggere niente, a parte la Gazzetta dello Sport

(molto teatrale, portandosi alla fronte il dorso della mano) Ah, l’umana sfiducia! E come avresti potuto, mia cara? Io non amo ostentare in pubblico gli aspetti più profondi dell’animo mio… E’ qui, nella quiete della solitudine,  tra lo stormir delle fronde e il lieto canto di mille augelli, che io amo leggere e declamare i versi a me più diletti…

(poco convinta) Ah! Adesso, tutto a un tratto, leggi poesie e le declami pure… E chi l’avrebbe detto!

(ciondolando con esagerata modestia, si lascia cadere sulla panchina accanto a MARINA) Ebbene si, Marina, lo ammetto: l’uomo che credevi di conoscere non è che una maschera, una corazza,  dietro alla quale si cela l’animo nobile e fragile di una creatura dolce, sensibile, ma soprattutto  generosa, tollerante e amante della poesia….!

(tra sé e sé) “Generosa, tollerante, amante della poesia”… Hmmm, dov’è che ho già sentito queste parole…? … E comunque, dicevi, soltanto qui riusciresti a liberare questa tua vena... “poetica”?

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

Ahimè, qui e qui soltanto,  lontano dagli sguardi, tra gli stormi di passeri solitari…

“Gli stormi”? Scusa, ma se sono “solitari”…?…

(imperterrito, declamando) … qui su quest’ermo colle ove la siepe che fugge al pensier mio la donzelletta dato il mortal sospiro tanto cara mi fu siccome immobile che vien dalla campagna e giunto al fin della licenza del pennacchio mionaufragar m’è dolce in questo mare orbo di tanto spiro ove per poco il còr non si spaura fu vera gloria?… (pausa carica di pathos)… Ei fu!…

Madonna santa, Roberto, mi spaventi!...

Eh, eh, eh! Ma ora basta parlare di me. Parliamo un po’ di te, piuttosto…  (le prende una mano)

(ritraendosi) No no. Parliamo ancora di te, invece. Mi interessa proprio questa metamorfosi! (gli toglie il libro dalle mani) Cos’è questo, fa’ un po’ vedere… Ah, “Baudelaire”, bene bene…

Si, Bodlèr, per l’appunto… Pensa che alcuni rozzi ignoranti lo pronunciano “Ba-u-de-lai-re”. Eh, eh! Spassosissimo non trovi?

Proprio… (con aria indagatrice) E che mi dici di Baudelaire, immagino che conoscerai vita morte e miracoli di Charles Baudelaire, Arthur Rimbaud, Gustave Flaubert, Miguel Cervantès… Tutti i più grandi poeti francesi, insomma, o sbaglio?

(iniziando a tradire insicurezza) Ma certo, ma certo… tutti i maggiori, naturalmente e…. anche i minori, poverini… mai sottovalutare i minori!… Come diceva Platone “minor cessat” eccetera eccetera… ehm… 

 Bravo, addirittura Platone, niente meno… Ma dimmi, Roberto, c’è una cosa che non ricordo bene: a quale secolo appartenevano, più, Baudelaire, Rimbaud e Cervantès? Sai che non mi viene proprio in mente?…

Ah, bè, è molto facile… cioè, per una persona ignorante in materia sarebbe difficilissimo, ma per me… eh!, per me è facilissimo… Dunque… Rimbaud… Flaubert… Cervantès… cioè… ah, si, ma certo! Il settecento! Il mille e settecento, per essere esatti. Perché sai, molti dicono solo “settecento”, per risparmiare, perché sono un po’ taccagni, ma io che sono anche mooolto generoso, non mi risparmio mica eh? Ah no no! Io dico sempre millesettecento, tutto intero, altroché…! …Non faccio mica economie, io… mille e settecento, non uno di meno!…

Affascinante!… Ah, che sogno il millesettecento, “il Secolo dei Lumi”…

Eh, appunto, il secolo dei fumi

 Dei “fumi”? Vorrai dire dei “lumi”…


ROBERTO

MARINA

ROBERTO

Ma certo, dei lumi, dei lumi, è logico. E chi non lo sa? Lumi, naturalmente! Lumi… a petrolio, tuttavia, che quindi producevano anche molti fumi, da cui il nome, in alternativa… “fumi-lumi”… Eh, santi numi!…

(indurendosi di colpo) Ascoltami bene Roberto, confesso che non riesco proprio a capire il come e il perché di tutta questa messinscena, ma…

“Messinscena”?! Parbleu! L’escargot! Quale messinscena? Oh la là, le poisson!…

 

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

(sbottando) insomma piantala!!! Smettila con queste scemenze del francese maccheronico!!! Sei penoso, la vuoi capire?! Non so cosa tu ti sia messo in testa, ma negli ultimi due minuti hai collezionato tante di quelle bestialità da scriverci un manuale!

Ah si?…

Si! Baudelaire e Rimbaud, tanto per cominciare: sono vissuti nell’ottocento…

(timidamente) E va bè, stà a guardare il capello…

…Cervantès nel cinquecento…

 … ma pensa…

… e per di più non era francese, bensì spagnolo!

Giuda traditore!  L’ho sempre detto io: mai fidarsi degli spagnoli! Buoni solo per le nacchere e la sangrìa, quelli lì!… Ah ma adesso mi sentono eh?!…


ROBERTO cerca di fuggire, ma MARINA lo acchiappa per una manica e lo rimette a sedere.


 MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

Non ci provare, testa di legno! Adesso mi spieghi cos’era tutta quella pappardella, o questo libro te lo faccio ingoiare tutto intero, parola mia!!!

Ma Marina, ti prego… Tante scene per una poesia nel parco… e dire che dovresti essere contenta, no?…

Contenta? Perché dovrei essere contenta, sentiamo un po’!

Ma che ne so, sei tu che… sei tu che…

Sono io cheeee?!… Parla!

(facendosi piccolo piccolo) Ma no, niente… credevo solo di farti piacere… Volevo dimostrarti di essere generoso, tollerante, amante della poesia…

Ancora quelle parole! Eppure le ho già sentite da qualche parte… Qui c’è qualcosa che mi puzza!…

Anche la zingara diceva che…

La “zingara”?… LA ZINGARA?!?!!… Aaaaahhh! Adesso ho capito!!! Ho capito tutto!… (gli sbatte ripetutamente il libro sulla testa) Verme, canaglia, quintessenza di mille vermi al quadrato! Mi hai spiata, hai spiato le mie conversazioni per… per ingannarmi!!!.. Per prenderti gioco di me!!!… Avrai fatto qualche scommessa con gli amici, non è vero?!…Ecco che razza di topo di fogna sei! E io, stupida, che mi ero quasi illusa!…

“Quasi illusa”?… Allora vuoi dire che tu… che io… che noi…

Non dire quella parola! Non osare pronunciare “noi” in mia presenza,bugiardo cinico egoista ingannatore!… Volevate divertirvi alle mie spalle, come quei marinai (indicando il libro) con il povero albatro!… Chissà come ti sentivi furbo, non è vero, a leggermi proprio “quella” poesia?!…


MARINA si alza in tutta fretta, raccoglie affannosamente la giacca e il libro, che le cade di mano. ROBERTO si china per raccoglierglielo.


MARINA

ROBERTO

Non lo toccare! Non mi aiutare! Non fare e non pensare nulla che possa riguardarmi anche solo da lontano, hai capito?!!… Me ne vado, non osare mai più rivolgermi la parola! E se mi incontri per strada, da ora in poi, cambia marciapiede o buttati direttamente sotto un tram, che è meglio per tutti!…

(alzandosi in piedi) Ma Marina… io…


MARINA fugge fuori di scena, coprendosi la faccia con le mani


.


ROBERTO rimane qualche secondo in silenzio, seguendo con lo sguardo la fuga di Marina. Lentamente si volta verso il suo libro, abbandonato sulla panchina. Lo prende in mano, lo soppesa, lo sfoglia pian piano. Si risiede e legge tristemente a mezza voce alcuni versi, in italiano.


ROBERTO

ROBERTO

              “Sovente, per diletto, i marinai catturano degli albatros

Grandi uccelli marini che seguono, indolenti compagni di viaggio

Il bastimento scivolante sopra gli abissi amari….”

(mordendosi le dita) Ma pensa! Nella seconda parte c’è pure la traduzione… (osserva il retro copertina) “Charles Baudelaire, poeta francese nato a Parigi nel 1821, morto nel 1867… Che fregatura, c’era anche scritto: “Parigi,1821”… bastava leggerlo! (torna alla poesia; sospira e ne legge un altro pezzo)

“ … Com’è intrigato, incapace, questo viaggiatore alato!

Lui, poco addietro così bello, com’è brutto e ridicolo

      Qualcuno irrita il suo becco con una pipa

    Mentre un altro, zoppicando, mima l’infermo

                                                        che prima volava…”

(dopo aver ragionato un po’ in silenzio) Però, che merde ‘sti marinai!…

(Giocherella ancora un po’ con il libro guardandosi intorno. Si appoggia alla spalliera della panchina)… Hai capito come mi ha fregato bene, il “Charles Baudelaire”?… (solleva lo sguardo verso il cielo)… Eccolo là, uno stormo di passeri solitari… adesso, come minimo, mi cagano tutti addosso… (sospira rimuginando) Porca miseria, mi mancava tanto così. “Generoso”, “amante della poesia”… ci mancava solo il “tollerante” ed era fatta!… Tsk!


Entra in scena GIANNI. Ha il passo svelto e un po’ affannato. Raggiunge Roberto voltandosi all’indietro ogni due passi.


GIANNI:

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

 Roberto, eccoti qua! Si può sapere cos’è successo? Ho appena incrociato Marina che correva tutta curva… come mi ha visto non mi ha dato neanche il tempo di salutarla, mi ha spedito dritto dritto a fare in culo. “Vaffanculo tu e il tuo degno compare!”… sembrava un’invasata! Ma cosa le hai fatto?

Cosa le ho fatto, cosa le ho fatto!!!… Niente le ho fatto!…Ho soltanto provato a piacerle. In tutti i modi ci ho provato! Le elemosine non vanno bene, le poesie non vanno bene, non c’è niente che vada bene! “Conosci il nemico”, “percorri il tuo sentiero”… (sbatte il libro sulla panchina e salta in piedi) Tutte stronzate, te lo dico io! Il mondo è una vaccata. La vita è una vaccata!…

Oooh! Bravissimo! Ecco come si reagisce: alla prima sconfitta precipitiamo nella depressione. Ora capisco perché non ti sei mai tolto quella crosta di ghiaccio, non ti sei mai commosso, non hai mai amato veramente una donna…

Perché non ne vale la pena! Perché l’amore è roba per i fessi! Perché…

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

No! Perché hai PAURA!

(colpito nel vivo) … Ma che scemenze… “paura io”?!…

Sissignore: “paura”. La sola idea di poter affrontare una sconfitta, un semplice diniego, ti terrorizza. Ti terrorizza a tal punto da paralizzarti! Ti trinceri dietro al cinismo per nasconderti, per sfuggire alla vita, e con questo ti convinci di essere forte…

 “Bla, bla, blaaaaahhhh…” Stronzate! Io ci ho provato, caro il mio Freud da strapazzo, ma non è servito a niente. A NIENTE!… La vita, ecco il punto: “la vita” è … una MERDA!!…

Un po’ lo è. Lo è per tutti. Ma sai qual è il tuo problema? E’ che tu non credi a niente. Sembra che nella tua testa credere a qualcosa rischi di farti sembrare più stupido, o più debole. Vuoi sempre dimostrare di bastare a te stesso in tutto e per tutto, ma non è vero: nessuno basta a sé stesso, l’uomo non basta mai a sé stesso..

Questo lo dici tu…

Ti tappi le orecchie, la bocca, il naso e… e ogni altro orifizio per paura di dover credere in qualcosa!

Ah si?! E’ questo che pensi?!… E va bene, allora, ti sfido! Perché “io”, ricordatelo bene, di coraggio ne ho da vendere: tu mostrami qualcosa in cui credere, e io giuro che ci provo… Alè, dài… mostrami qualcosa, qualsiasi cosa,  forza. Tu mostramela e io prometto sul mio onore che mi impegno a crederci per davvero!…


GIANNI fa un passo indietro e studia ROBERTO per qualche secondo, quindi annuisce pensosamente e sorride con aria maligna.


GIANNI

… E va bene, allora. Sfida accettata. Vieni con me. Ho giusto in mente un’ideuzza…


GIANNI afferra ROBERTO per un braccio e lo trascina via


ROBERTO

GIANNI

(raccogliendo il libro dalla panchina) Do… dove mi vuoi portare?…

Andiamo!


I due escono di scena.

CAMBIO SCENA: Interno studio MAGA

Si apre il siparietto sullo Studio della Maga Circe. Le luci del palco sono spente, l’unica illuminazione è quella di due lampade gialle all’interno dello Studio stesso.

La maga sta parlando al telefono con il suo commercialista. E’ furibonda per via di una visita da parte della Guardia di Finanza. (le pause nella conversazione, mentre la maga ascolta il suo interlocutore, sono segnate con “_ _ _” )


MAGA:

Pronto!… Si, sono io, Circe!… _ _ _   Come “cosa voglio”?! Ti è arrivato il mio fax o no? _ _ _  E allora, che domande cretine mi fai?! Ho la Guardia di Finanza che vuole mettermi al rogo, e tu mi domandi “cosa voglio”?!!… _ _ _  Si ma… _ _ _  No, no, no. Scusa tanto, eh? Vediamo di capirci: “io” sono la maga, e “tu” sei il commercialista. Giusto?!!… _ _ _  APPUNTO! E allora vedi di trovarmi una soluzione a questa grana!… _ _ _ Ma che ne so io?! Inventa qualcosa, un  comma, un cavillo, un trucco da commercialista, un accidente qualsiasi, SE NO CHE COSA TI PAGO A FARE?!!..  _ _ _  Non mi interessa, credi che mi diverta ad avere la Finanza alle costole?! _ _ _  Ma si, un cretino di cliente: mi ha denunciato perché non volevo fargli la fattura!… _ _ _  E certo che non gliel’ho fatta, non faccio mica magia nera, io!!… _ _ _  Come sarebbe “cosa c’entra”?! Magia nera, fatture, malocchio… io non le faccio quelle cose!… _ _ _  Che?… Fattura del tipo “Ricevuta Fiscale”?… Bah, questa non la conosco. Filtri magici quanti ne vuoi, pozioni, filtri d’amore, amuleti come se piovesse… ma “ricevute fiscali” proprio no, mai fatta una!… _ _ _  Eh?… _ _ _  (il tono si smorza) Ah, “quel” tipo di fattura…? _ _ _ Si va bè ma … MA ALLORA CHE LA GENTE PARLASSE CHIARO, NO?!!!… Che cosa ne sapevo io?… E adesso? _ _ _ CHEEEEEE?!!!?!!… UN ACCERTAMENTO DELLA TRIBUTARIAAAAA???!!…  _ _ _  Ecco! Ecco cosa si ottiene a sacrificarsi col proprio onesto lavoro per il bene della gente: mi trovo un finanziere in ogni casa! Dodici case, dodici finanzieri!!!… _ _ _ Non me ne frega un tubo: tirami fuori da ‘sto ginepraio o mi trovo un altro commercialista! DAAACOOORDOO?!!??!!…


Sbatte giù la cornetta con violenza. Passeggia avanti e indietro come una furia, soffia come un toro, agita le mani…



GIANNI e ROBERTO entrano in scena e si fermano davanti alla porta della maga. GIANNI suona il campanellotirando la cordicella. La MAGA salta per aria mettendosi le mani nei capelli.


MAGA

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

MAGA

E CRIBBIO!!!… Sono già qui?!!… Questa è la Guardia di Finanza, me lo sento me lo sento, ah se me lo sento!… E se me lo sento io… sono una sensitiva!… (attacca l’occhio allo spioncino) … Eccoli lì. Quasi quasi faccio finta di non essere in casa…

 

Sei una carogna, sei!… Uno non può neanche dire una cosa, che subito lo prendi alla lettera.

Cos’è, ti tiri indietro? Non vorrai mica rimangiarti tutto

Nossignore, non mi rimangio niente, io. Ho una sola parola, io!…. (suona il campanello una seconda volta)

Hai capito i furbetti! Manco più le divise si mettono. Arrivano in incognito per fregarti meglio!… Ma chi credono di fare fessa, i grandi attori: “me”?!..

Ah! Ci vuol altro, ci vuole!… Guarda quello alto: si vede lontano un miglio che sta recitando. Chi vuoi che ce l’abbia, nella realtà, una faccia da scemo come quella?!…

 

GIANNI

MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

GIANNI

MAGA

Allora poche ciance, i patti erano chiari. Qualsiasi cosa ti dica questa signora, qualsiasi interpretazione, previsione, indizio o suggerimento ti possa dare, tu ti impegni sul tuo onore a crederci e ad agire di conseguenza.

E va bene, meglio far finta di niente. Stiamo al gioco…

 (suonando il campanello per la terza volta) Tagliamola corta, dài, e sentiamo un po’ le cazza… le stupefacenti premonizioni di questa indovina…

(con tono molto musicale) Chi èeeeè?

“Chi è”?! E cominciamo bene! Ma che razza di indovina del menga…

Non cominciare eh?… (alla porta) Clienti, signora Circe!…

(sarcastica) “Clienti”… Ma sentili, i falsissimi! Adesso li sistemo io, gliela faccio vedere io chi è la maga Circe!… (corre ad accomodarsi dietro il suo banchetto ingombro di oggetti vari, carte, ninnoli, bambolotti, teste d’aglio, salami…) Bene, “signori clienti”, entrate pure: la porta è aperta!


GIANNI e ROBERTO entrano nella tenda della maga. ROBERTO si osserva intorno con aria di sufficienza


 

GIANNI

MAGA

ROBERTO

MAGA

GIANNI

(timidamente)Buonasera… Senta, signora, il mio amico avrebbe bisogno di…

 

(con tono basso, respirando rumorosamente come se fosse in trance)  Fermi! Non dite nulla, non fate un passo, non respirate, non pensate… Sospendetevi…

(a bassa voce) Si, mo’ adesso mi sospendo… al lampadario mi sospendo!… (GIANNI gli molla una gomitata)

Il tuo amico ha bisogno, si: ha bisogno di una guida che lo aiuti a trovare la giusta via… Egli si è smarrito, perché è… (cercando un segno nei tarocchi) perché è… perché è…

… Insicuro?…


La MAGA continua a scrutare le carte


ROBERTO:

MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

MAGA

GIANNI

Un po’ fragile?…

(sollevando lo sguardo e puntando il dito su una carta) No…  molto stronzo!

E ti pareva! Fra zingare e maghe  c’hanno una fantasia!…

Silenzio adesso!!… Tu (indicando Roberto) avanza lentamente e siediti qui, di fronte a me…

“avanzo lentamente”… è larga due centimetri ‘sta tenda, cosa vuoi che faccia, le corse?…

(iniziando a leggere le carte) Ecco… ora Circe ti dice tutto…(pausa)… Tu stai cercando di ingannare qualcuno… si, stai tentando di ingannare… una donna… [(al pubblico)  me!…]

(sottovoce) Hai visto? Sta parlando di Marina…

MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

Ecco! (voltando una carta) qui c’è una donna, una donna innocente che tu vuoi… che tu vuoi… raggiungere… [(rivolta al pubblico) Eh, eh, eh! E infatti eccomi qua, caro il mio fesso, mi hai raggiunta, ma non mi freghi mica!…]… Tu la vuoi raggiungere per ingannarla…

Ma non è vero, io non voglio ingannare ness…

Taci! …. Tu hai il cuore cattivo… sei falso…

(a Gianni) Facciamo progressi! Prima stronzo, adesso falso e cattivo. Un altro po’ di complimenti e me ne vado!…


GIANNI gli molla uno scappellotto sulla testa


MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

MAGA

GIANNI

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

MAGA

GIANNI

MAGA

… ma la donna non è per niente stupida, ha capito il tuo gioco e adesso è lei che ti  fa correre in tondo…

Lo sapevo! Vuole farmela pagare… Solo perché non ero preparato sui poeti francesi, mannaggia la miseria!…

(scrutando a fondo) … Qui vedo… vedo un uccello dalle grandi ali… si, un uccello che volteggia in tondo… [(al pubblico) … un avvoltoio,  come te!…]…

(portandosi una mano alla bocca) Mamma mia, l’albatro di Baudelaire!…

Tu ti sei presentato a lei sotto mentite spoglie. Volevi farti passare per quello che non sei… volevi carpire la sua fiducia credendo che lei non ti avrebbe smascherato… [(al pubblico) ma se ce l’hai scritto in faccia: “GUARDIA DI FINANZA” eh, eh, eh!…]…

Be’. Un po’ ci ho provato, d’accordo, (a GIANNI) con le poesie, ma proprio “mentite spoglie”… !…

… ma la donna  è mooolto intelligente,  lei sa bene come liberarsi di un Giuda come te…

Oh, ecco: “Giuda”! Bene, questa mi mancava ancora…

Proprio così, Giuda Iscariota! Un fetente, un infame traditore…

Ma insomma, si trattano così i clienti…?…

Io leggo solo quello che dicono le carte.

(con l’aria ragionevole di chi constata l’evidenza) Insomma Roberto,  se lo dicono le carte che  sei un Giuda fetente infame falso e traditore…!

Hai dimenticato “stronzo”. Sai com’è, ci tengo …

Tu speravi di poter piombare su questa povera donna innocente e farle del male per i tuoi sporchi propositi…

Ma quando mai?! Fare del male “a chi”?…

A lei, alla donna… Lei è buona, è generosa, si sacrifica per gli altri… ha una grande spiritualità, contrariamente a te, che sei senza cuore…

Questo in effetti te l’abbiamo sempre detto tutti.

La donna ha fatto un piccolo piccolissimo errore, e tu subito hai voluto colpirla…[(al pubblico) tanta cagnara per una fatturina!…]

ROBERTO

Un errore? Quale errore?…


MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO e GIANNI

MAGA

ROBERTO

[(al pubblico) Ma guardatelo, fa finta di non capire, il pietoso!…]Un errore microscopico, una minuscola disattenzione… un’inezia che non vale neanche la pena ricordare…

E va bèn, allora non ricordiamolo, sai a me che me ne impippa…

BUGIARDO!!!…(ROBERTO salta sulla sedia)… “Lei” vorrebbe dimenticarlo, ma sei tu che la perseguiti!

Io la perseguito?!!?!!… Ma che cazz…

Vergognati Roberto, perseguitare una povera ragazza!

Ma io non ho perseguitato nessuno, ho solo detto di conoscere Bodlèr…

Le carte lo dicono! Le carte non mentono. Guarda qua: la Torre… il Penduto… le Spade… questa è la Donna che Soffre… questo è l’Uomo Fetente…

… “L’Uomo Fetente”?… (allunga una mano verso il tavolino) Ma che razza di carte…?…

(mollandogli uno schiaffone sulla mano) Giù le zampe, non si tocca!… Questo sei tu: l’Uomo Fetente! E adesso guarda qua: i Bastoni!… 

… Embè? I Bastoni… e sarebbe?…

(dilatando gli occhi) La vendetta!!!… La donna sa come sistemare uno come te, uno che striscia lungo i muri per non farsi riconoscere, un verme che si traveste per ingannare…

(saltando in piedi) Questo è troppo! Pure verme, adesso, e per giunta travestito!… Ma và a fa’n culo, và!…

Fermo lì, come osi?!… Credevi di  fare i tuoi comodi senza pagarne le conseguenze, vero? Credevi di prenderti gioco della povera donna innocente (indicando sé stessa) come di una fessacchiotta qualunque, eeehhh?!..

Eh la Madonna, quante storie per una piccola bugia!!…

E allora, adesso, che la punizione scenda su di te, che l’anatema tremendo ti perseguiti fino a che non cambierai le tue idee

L’anatema? Addirittura?

Si!… La “Maledizione della Bachata”!!!…

(in coro) La Maledizione di chè???…

(con tono normale) Della Bachata… Il ballo caraibico, no? Salsa, Merengue, Bachata… quello che ci sta facendo due palle così a tutti!… (si alza in piedi e canta nervosamente, facendo i passi della bachata):

                                                     “Son la cinqo en la manana

   Y yo no hay dormido nada

   Piensando en tu belleza…”

Aaaah, quella…

MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

MAGA

ROBERTO

GIANNI

MAGA

(riacquistando il tono solenne) Bene. A partire da domani, ogni volta che sentirai pronunciare la parola “salsa” o “musica” o “ballo”… o qualsiasi altra parola che abbia a che fare con la danza, le tue orecchie udranno una musica irresistibile che nessun’altro potrà udire,  e le tue gambe inizieranno a ballare senza che tu possa riuscire a fermarle!

(a GIANNI, dopo qualche secondo di riflessione) Ehi, ma questa è completamente scema! Io non so ballare neanche il ballo del mattone, figuriamoci la Salsa e il Merengue!…

Quando il tuo cuore sarà pulito, quando le tue parole saranno sincere, quando il tuo animo sarà buono, “sinceramente” buono… allora –  allora e solo allora la Maledizione svanirà!

Si va bene, okay, mi hai convinto… Whow!… Gianni, io il mio dovere l’ho fatto, però “l’onorario” per ‘ste boiate lo paghi tu eh?… Arrivederci signora Circe, mi saluti i maialini!…

(alzandosi in piedi con atteggiamento di sfida) Ah, te ne vai così?! (strafottente) Com’è, “non me la chiedi la fattura?”… Ah, ah, ah, ah, ah!!!…

(perplesso) Mamma mia che ridere… Certo che voi fattucchiere ci avete il senso dell’umorismo di un paguro Bernardo!

Credevi di avermi preso in castagna, eh, Sherlock Holmes delle mie bacchette magiche?… (prende il blocchetto delle ricevute e scrive convulsamente)…  Ma io te ne faccio DIECI di ricevute fiscali! CENTO te ne faccio! Ah, ah, ah, ah, ah!!!…

Ma chi gliel’ha chiesta?… E faccia un po’ quel cavolo che vuole!

Signora, guardi che a noi non importa mica… se preferisce non farla…

(infilando a forza la ricevuta nel colletto di GIANNI) Ecco qui, prendete e filate via! Non vi faccio neanche pagare, basta che vi togliate dalle palle! Parassiti buoni a nulla! Piattole striscianti! Blatte dell’umanità!…(li spinge a forza fuori dalla tenda)… Via! Via dal mio tempio, razza di invertebrati idrocefali! VIA! VIA! VIAAA!!!!…


Si spengono le luci dello studio e si chiude il siparietto mentre la MAGA cammina avanti e indietro sbuffando e gesticolando istericamente. Si riaccendono le luci del palco.  GIANNI e ROBERTO si guardano in faccia con aria interrogativa.


ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

Bene, bravo Gianni. Ottima scelta. Se volevi convincermi hai proprio fatto centro. Comunque, dal momento che i patti sono patti, io mi impegno a sforzarmi di credere a tutte le stronzate che abbiamo appena sentito… Soddisfatto?

Mah, effettivamente devo dire che… non mi aspettavo proprio… comunque si, insomma, sfrondando qua e là le parti più pittoresche, resta sempre un’analisi del tuo “io” che vale la pena tenere in considerazione… Ecco, mettiamola così… Tu prova a crederci e abbi fede…

Certo, certo, come no?… “Fede e ottimismo”… (imitando Tonino Guerra) “Gianni! L’ottimismo è il profumo della vita!…”… Ah, ah, ah!…

Molto spiritoso.

(si guarda intorno con aria furtiva, fa due passetti quatti quatti ed esclama) “Bachata!”… (si guarda i piedi) … macchè: niente. Riproviamo: “Musica!”…. manco p’a capa… Ancora: “Ballo!”… una mazza….

GIANNI

ROBERTO

Oh, Gianni, io ce la sto mettendo tutta per crederci, ma qui… “proprio niente” eh?

(irritato) Tanto per cominciare ha detto “da domani”. Secondo, testa di lombrico cerebroleso affetto da meningite congenita, prova a ragionare su ciò che ha detto “di te”, della tua cattiveria d’animo, dei tuoi atteggiamenti nei confronti di Marina, invece di fare il fesso.

E va bene, va bene, mi hai convinto… Adesso però andiamo a casa, và, che domani mi aspetta una giornata pesantissima


ROBERTO prende GIANNI sotto braccio e si avvìa verso l’uscita.


GIANNI

ROBERTO

Perché? Cos’è che hai da fare domani?

Ma come, non lo sai? Io niente, ma alle mie gambe toccherà ballare tutto il giorno! Ah, ah, ah!… “Musica!… Merengue!… Bachata!…”… Andiamo via, fessacchiotto. Ah, ah, ah!…


GIANNI  e ROBERTO escono di scena

-Fine secondo atto –

_________________________________________

- Terzo e ultimo atto -

VOCE FUORI CAMPO: “Sette giorni dopo”…



Di nuovo esterno bar. Stessa scena iniziale. I tavolini sono tutti vuoti, c’è soltanto FRANCESCO che pulisce il bancone. Entra in scena GIANNI.


GIANNI

FRANCESCO

GIANNI

FRANCESCO

GIANNI

FRANCESCO

GIANNI

FRANCESCO

GIANNI

FRANCESCO

GIANNI

FRANCESCO

GIANNI

FRANCESCO

GIANNI

FRANCESCO

Ciao Francesco.

Ciao Gianni. Un caffè?

Un amaro, grazie… Senti un po’, Francesco, hai visto Roberto, in questi giorni?

(versando un amaro per Gianni e uno per sé stesso) Macchè. Stavo appunto per domandartelo, è da una settimana che non se ne sa niente. E’ mica successo qualcosa?

L’ultima volta che l’ho visto, faceva lo sbruffone come al solito. Poi è sparito. Ieri gli ho telefonato per il poker, ma mi ha risposto con una vocina… ma una vocina… Francesco, te lo giuro, faceva impressione! Sembrava che venisse dall’oltretomba…

Eh la Peppa! Ma cosa ti ha detto?

Mah, non ho mica capito bene, farfugliava tutte delle cose strane… Diceva che non poteva uscire di casa, che non poteva neanche camminare per strada…

Addirittura?!

Infatti. Gli ho chiesto se dovevo prendergli qualcosa in farmacia, se aveva la febbre. “Niente, niente – mi ha detto – non c’è niente che tu possa fare. Non c’è modo di aiutarmi, devo cavarmela per forza da solo…”

Oh poveretto…. febbre niente, dici? Sarà una di quelle influenze che girano adesso, l’ha presa anche mio cognato. Tutta la notte sul cesso, tremava come una foglia, le ossa rotte come se l’avessero preso a calci e manco una lineetta di febbre… Due giorni così: una vera maledizione!

Eh, lo immagino. Un vera malediz… (si blocca col bicchiere a mezz’aria. Sbarra gli occhi. Si batte la mano sulla fronte) Cacchio! La maledizione!!!… Non me ne ricordavo neanche più!

Eh?

(indeciso se mettersi a ridere o preoccuparsi veramente) Ma no… non può essere… è troppo assurdo…

Di cosa stai parlando, che cosa è assurdo?

La storia della maledizione…. Com’era più?… La maledizione della… la maledizione della… Ah, si: la “Maledizione della Bachata”!… Ma ti pare una cosa credibile?

Non ho capito niente.

GIANNI

FRANCESCO

GIANNI

Eh… e per forza, come fai? E’ talmente assurda che non riesco neanche a spiegartela… Dunque, ascolta, una settimana fa ho accompagnato Roberto da una fattucchiera…

Una “che”?!…

Una maga, una cartomante, chiamala un po’ come vuoi… quelle che leggono il futuro, le carte, i fondi di caffè…


FRANCESCO

GIANNI

FRANCESCO

GIANNI

FRANCESCO

GIANNI

FRANCESCO

GIANNI

Ah, quello sì che sarebbe un secondo lavoro ideale per me: di giorno li produco e di notte me li leggo…

E’ stata una specie di scommessa. Insomma, per qualche ragione ‘sta maga, appena Roberto si è seduto, l’ha subito preso di punta. Ha iniziato a dirgli che era un falso, un traditore, un verme travestito, uno stronzo…

Però! Ma allora è vero che  ‘sti maghi ci azzeccano, qualche volta…

E fin lì, niente di sorprendente… Alla fine, però, và a capire il motivo, si è incazzata come una biscia e gli ha lanciato un anatema

Un anatema? Che razza di anatema?

Te l’ho detto: la Maledizione della Bachata…

Bravo, ottima spiegazione. Adesso ne so tanto come prima.

Dunque, sta’ a sentire…


Entra in scena ROBERTO. Sbuca dall’estremità opposta del palco, cammina piano piano, estremamente guardingo, guardandosi intorno a ogni passo. Ha l’aria spaventata, l’occhio vitreo. Ha tutti i vestiti stropicciati, come se ci avesse dormito dentro


FRANCESCO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

FRANCESCO

ROBERTO

FRANCESCO

ROBERTO

Oooh! Eccolo lì . Parli del diavolo… ma, come cammina?…,

(voltandosi verso Roberto) Ehi Roberto! Finalmente ti fai vivo! Sai che iniziavo quasi a pensare…

(zittendolo con gesti febbrili) Ssssssssttt!… Non parlare, non dire niente!… E’ pericoloso!…

Pericoloso?!…

Ma non lo vedi che ti sta prendendo in giro? Vieni qua, dài Roberto, che ormai li conosciamo i tuoi scherzi

(continuando ad avvicinarsi con estrema cautela) Scherzi, eh?… Non sono scherzi questi… non c’è niente da scherzare…

(preparandosi a versargli un amaro) Ho capito, sono i postumi dell’influenza. Bevi uno di questi e vedrai se non ti passa. Come lo mandi giù è tutta un’altra musica!

(mettendosi le mani nei capelli) Noooooo!!!!…


Immediatamente, alla parola “musica”, parte in sottofondo “Obsesiòn” a tutto volume. ROBERTO si dispera tentando di resistere, ma le gambe vanno per i fatti loro e lo costringono a ballare.. GIANNI e il FRANCESCO restano impietriti a osservare la scena, che và avanti per una quindicina di secondi. Quando la musica finisce ROBERTO si aggrappa stremato al bancone del bar.


ROBERTO

FRANCESCO

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

(tirando a sé una sedia) Non pronunciare mai parole che abbiano a che fare con il…. (mima con le braccia uno che balla)

Con il… “podista”?

 Ma che podista! Con il… (mima di nuovo il movimento di braccia di uno che balla)

Con il… “batterista”?

( esasperato, fa cenno di no con la testa e riprova a mimare. Con la mano mostra prima un dito, poi tutte e cinque)

Una parola… cinque lettere…


ROBERTO mima  un ballo lento, tipo valzer


FRANCESCO

 

Cinque lettere… “Culla!”, una mamma che culla il bambino!…


ROBERTO insiste, dimena il bacino con le mani dietro la testa


GIANNI

 

… cinque lettere… “Vermi”, uno che ha i vermi…


ROBERTO rotea gli occhi e insiste a mimare


FRANCESCO

No, no… AH! Ci sono: “BALLO!”… si si, è uno che balla!


Riparte la musica, questa volta una Salsa velocissima ( “Es solo musica”). ROBERTO pedala a tutta birra con un’espressione disperata in faccia.


ROBERTO

(ballando, urla a squarciagola per coprire la musica) NON DITE QUELLA PAROLA! NON PRONUNCIATE NIENTE CHE ABBIA A CHE FARE COL BALLO!!…


Si ferma la musica. ROBERTO ansima appoggiandosi alle ginocchia.


GIANNI

 

ROBERTO

FRANCESCO

ROBERTO mima di nuovo

FRANCESCO

Ma cosa ti succede, Roberto? E poi, perché urlavi a quella maniera?

(riprendendo fiato) Come “perché”? Non la sentivate la… (fa dei gesti vaghi nell’aria con le dita per indicare la musica)

La…?

Una parola… sei lettere


ROBERTO finge di  suonare il pianoforte


GIANNI

FRANCESCO

ROBERTO

FRANCESCO

GIANNI

…. Il morbo di Parkinson!…

Mica è di sei lettere… e poi il morbo di Parkinson è “maschile”…

(insistendo con il pianoforte) La…?… La…?…

La… la… la “Dattilografa!”…

Ah si, perché la dattilografa è di sei lettere!…

ROBERTO

FRANCESCO

GIANNI

Insomma, guardate cosa sto facendo! (mima i gesti di un violinista) Cos’è che sto producendo con questo strumento?…

… Affetti un prosciutto?

E già, perché uno, normalmente, il prosciutto se lo appoggia sulla spalla come fosse un violino…


ROBERTO esulta, indica Gianni come dire. “Ci sei!”


FRANCESCO

ROBERTO

GIANNI

 Il violino!… E allora?….

(esasperato) E cosa ci fai con un violino, testone?!…

… sei lettere… Ci sono: MUSICA!…


Riparte la Salsa. ROBERTO riprende a ballare sbattendo contro i tavoli


 

ROBERTO

ECCO!!! LA SENTITE ANCHE VOI QUESTA MUSICA?!!…. PER CARITA’,  NON DITE PIU’ QUELLA PAROLAAAA!!!…


Quando la musica si ferma ROBERTO si rimette a sedere. E’ ridotto a uno straccio. GIANNI e il FRANCESCO si guardano stupefatti.


GIANNI

ROBERTO

FRANCESCO

GIANNI

FRANCESCO

GIANNI

ROBERTO

Roberto, dimmi che ci stai prendendo in giro!

(si tiene la testa tra le mani e fa cenno di no) Magari! La Maledizione, ricordi? E’ tutto vero. Sono sette giorni che mi sta facendo impazzire. Non puoi immaginare come mi sento

Non ci capisco unaccidente… Si può sapere di cosa stavi parlando? Io non sentivo nessuna mus…

(tappandogli la bocca) Non dire quella parola! “Quella cosa lì” la sente soltanto lui, capisci? E’ la Maledizione!…

(con sguardo tonto): la Maledizione?!…

Si, te lo stavo raccontando prima: la “Maledizione della Bachata”!…

(mentre riparte la musica) NOOOO!  NON DIRE I NOMI DEI BALLI !!!


Riparte la Salsa di prima, mentre intanto è già entrata in scena SIMONA.

ROBERTO, ballando stremato, và a sbattere contro di lei, la afferra, le fa fare alcune piroette, fino a che la musica si arresta di nuovo. Finiscono tutti e due per terra con un “casquè”.


SIMONA

ROBERTO

SIMONA

ROBERTO

(rialzandosi da terra) A scemo!  Ma guarda ‘sto mentecatto cronico, gli prende il ballo di San Vito e ti tira giù come un tarantolato!…

(desolato e ansimante) Scusami Simona… mi dispiace tanto… non è colpa mia… è la Maledizione…

Non “è” la maledizione: è che “sei” una maledizione!…

Sono desolato, Simona, credimi. Spero di non averti fatto male… se ti ho danneggiato qualcosa, i vestiti, le calze… te li ricompero nuovi. Perdonami ti prego,  mi dispiace tanto…

SIMONA

GIANNI

SIMONA

ROBERTO

SIMONA

GIANNI

ROBERTO

SIMONA

GIANNI

FRANCESCO

SIMONA

GIANNI

SIMONA

FRANCESCO

SIMONA

GIANNI

Riparte la musica a tutta birra.

ROBERTO

SIMONA

ROBERTO

(rimane qualche secondo in silenzio. Poi si volta verso Gianni) No, dico, è passata la cometa di Halley per caso? Hanno annunciato un altro Diluvio Universale, è nevicato sulla luna,  i parlamentari si sono diminuiti lo stipendio?…

Perché?

Roberto che chiede scusa e si offre di pagare?!!??!”… Dai tempi dell’apertura del Mar rosso un prodigio di queste dimensioni non s’era mai visto!

Capisco la tua ironia, e non ti posso biasimare… ma credimi, in questi tre giorni sono molto cambiato… è successo qualcosa che mi ha fatto capire…

Questa poi!… Addirittura “capire! E’ proprio la sera dei miracoli! E “che cosa” avresti capito, di grazia?

Simona, non infierire dài…

Non importa, me lo merito… Capire cosa? Che sono uno stronzo, ecco tutto.

(tenta di replicare, ma non le viene niente)… Be’… d’accordo l’autocritica, ma… Insomma Roberto, così non vale eh? Così mi spiazzi… Quasi quasi ti preferivo prima, almeno c’era gusto a insultarti!

In effetti, faccio quasi fatica a riconoscerti

E’ vero, porco Giuda, datti una mossa Roberto! Dov’è finito quel bel Bastian Contrario presuntuoso  e insopportabile che conoscevamo? E poi, io, in tutta questa storia della maledizione continuo a non capirci un cavolo di niente

“La maledizione”?

E’ una storia lunga. Una maga, una settimana fa, gli ha lanciato questo anatema secondo il quale, fino a quando non dimostrerà di essere cambiato, ogni volta che sentirà pronunciare parole del tipo (tira sul proscenio sia il FRANCESCO  che SIMONA. Parla a bassa voce) “musica”, “ballo”,  “salsa”, “merengue”… insomma qualsiasi parola che abbia a che vedere con la… “danza”, lui e soltanto lui sentirà nell’aria una …. (di nuovo sottovoce) “musica” irresistibile…

Ma dài! Non ci posso credere.

Credici, credici… l’ho appena visto con i miei occhi: è terribile, povero Roberto!

E questa… (sottovoce) “ musica”… lo fa impazzire così?

Fosse solo quella!… Il fatto è che, come sente la … “musica”… le sue gambe si mettono in movimento, non riesce a tenere i piedi fermi, e per una trentina di secondi non può fare a meno di ballare!…

 

(sgambettando come un ossesso) BASTAAA!  PIETAAA’!!… SONO PENTITOOOOO!!…

(quando cessa la musica, esterrefatta) Santo cielo, Roberto!…

Basta, vi prego aiutatemi. Sono sette giorni che vado avanti così, non ce la faccio più… Mi succede dappertutto, in continuazione… Al supermercato, in metropolitana, camminando per strada… Il momento peggiore è stato questa

FRANCESCO

SIMONA

GIANNI

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

FRANCESCO

mattina, mentre facevo pipì nei gabinetti del Mercatone del Risparmione… è entrato un ragazzo canticchiando come se niente fosse. Non vi dico la scena! Tutti che si scansavano e saltavano come grilli. Mi hanno spinto fuori dai bagni, ancora con il “coso” in mano e i piedi che sgambettavano a destra e a manca… Una figura!… A momenti mi arrestano per atti osceni in luogo pubblico!

Povero Cristo! Ragazzi, dobbiamo cercare di aiutarlo in qualche maniera…

Si, ma come?

E chi lo sa… La maga ha detto che la maledizione cesserà quando lui dimostrerà di essere veramente cambiato

Ma io “sono” cambiato: cambiatissimo, lo giuro! Tre giorni di sofferenza, di derisione da parte di chi non capiva il mio stato, la mia solitudine, il mio dramma personale, mi hanno aperto gli occhi…

(sospirando, gli posa una mano sulle spalle) Io ti credo, Roberto, ma evidentemente non è ancora sufficiente

Hai ragione, sette giorni sono pochi per espiare a una vita intera di egoismo… Bè ragazzi, io vi saluto. Torno a chiudermi in casa. Ci vediamo presto, spero…

Prendila con filosofia, Roberto. Tutto si aggiusterà, vedrai. Ma ormai sei in ballo e devi ballare…


Riparte ancora la musica. Solita sgambettata di Roberto con urla e tavolini rovesciati…



Entrano in scena MARINA  e ILDA.

MARINA  fissa la performance di ROBERTO con sgomento, quindi si siede tutta impettita voltandogli le spalle.


MARINA

ILDA

MARINA

Eccolo lì, adesso si che ha proprio toccato il fondo: già ubriaco a quest’ora! Farebbe di tutto per farsi notare, quel cretino!

E tu fai finta di niente, non dargli la soddisfazione

Puoi giurarci che non gliela do!…


Entra in scena la signora ANGELA accompagnata dal FRATE.


FRANCESCO

ROBERTO

FRANCESCO

ROBERTO

FRANCESCO

Ooooh, chi si vede!… Ecco qui, Roberto, volevi un’occasione per dimostrare che sei cambiato? (tira fuori la famosa scatolina per la colletta di inizio commedia) Servito!

(guardando un po’ Angela e un po’ gli altri) Cosa… cosa vuoi dire?

Ti ricordi della signora Angela, quella che le hanno dato lo sfratto…

Ah si, quella della colletta…

Bravo. Eccola qui che arriva (le va incontro prendendole le mani) Buongiorno signora Angela, buongiorno Padre… Allora, come andiamo? Ha visto quante belle cose siamo riusciti a raccogliere per lei? Ha visto quante persone le vogliono bene?


ANGELA si accomoda su una sedia in mezzo agli altri, che rimangono in piedi.


ANGELA

Oh si, una vera manna dal cielo! Non so se potrò mai sdebitarmi, ma mi avete riempito il cuore di gioia. Tutti quanti, dal primo all’ultimo

GIANNI

FRATE

SIMONA

ANGELA

ROBERTO

ANGELA

ROBERTO

ANGELA

ROBERTO

FRANCESCO

ROBERTO

GIANNI

ROBERTO

ANGELA

ROBERTO

ANGELA

FRATE

Non lo dica neanche per scherzo, Angela. Qui nel quartiere una mano lava l’altra eccetera eccetera, e chi ha un po’ di più aiuta chi ha un po’ di meno

Sante parole, figliolo. Eppure credimi che la solidarietà, di questi tempi, non è merce che si trovi al supermercato.

Verissimo. A parole fanno tutti grandi cose. Poi, però, se si tratta di farne una anche piccolissima, ma per davvero… chi li vede più?

Voi siete degli angeli, lasciatemelo dire. Voi e tutti quelli che mi hanno aiutata. Che ci volete fare, il padrone di casa avrà anche lui i suoi diritti, non dico di no. Certo che però, abbandonare la mia casetta di Via dei Tigli, dopo tutti questi anni, mi dispiace da morire… lì dentro c’è tutta la mia vita, tutti i miei ricordi…. (sospira, un po’ commossa)

(ad Angela) Mi scusi signora, ha detto “Via dei Tigli”?…

Via dei Tigli 32 interno 7, una palazzina rosa con le persiane verdi… la conosce?

Nogara, non è vero? Signora Angela Nogara…

Oh, lei mi conosce?

Non direttamente… Vede, signora… (estrae dalla tasca il portafoglio, prende il libretto degli assegni) Francesco, per favore, una penna…

(si toglie la biro dal taschino e gliela porge) Pronti!

(compilando con calma l’assegno) Vede signora, un uomo può fare mille errori nel corso della sua esistenza, e non è detto che debba per forza rendersene conto, prima di morire… (stacca l’assegno dal libretto) ma quando questo succede,  quando quell’uomo, un giorno, ha la fortuna di “capire” come e quanto ha sbagliato,  allora può comportarsi in due maniere: fare finta di nulla e dire: “non è colpa mia, è la vita che è una merda”…

Hmmm, questa mi sembra di averla già sentita…

(porgendo l’assegno ad ANGELA): …oppure guardarsi allo specchio e dire a sé stesso: “da oggi si cambia. Se questo fosse anche l’ultimo giorno della tua vita, tu vivrai ogni minuto in maniera diversa”.

(prende l’assegno, lo osserva in silenzio e spalanca gli occhi) Ma… ma come?… Lei è…

Signora Angela, quanto prende di pensione? Non me lo dica, non ce n’è bisogno: una miseria. Vede bene che i miracoli non li fanno necessariamente i santi, ma le persone come lei, quando riescono ad arrivare alla fine del mese… Quell’assegno è un aiuto momentaneo, ma mi creda: io per lei posso fare molto di più, perché fino ad oggi ho fatto troppo di meno

Io… io non capisco (si rivolge al frate) Cosa vuol dire tutto questo?

Non lo chieda a me: l’unica volta che mi ha dato due euro si è ripreso il resto di cinquanta centesimi!…


ROBERTO:

Non si preoccupi, padre, che dopo arrivo anche a lei, e ai suoi orfanelli…. Signora Angela, che ne direbbe di rimanere nella sua casetta, in Via dei Tigli 32 interno 7? Che ne direbbe di rimanere a vivere lì fino alla fine dei suoi giorni, senza pagare più una lira di affitto, senza doversi mai più preoccupare di impacchettare tutte le sue cose, sempre troppo piccole per contenere tutti quei ricordi?

ANGELA

ROBERTO

ANGELA

FRANCESCO

GIANNI e SIMONA

FRATE

La prego, non scherzi su queste cose… se ha qualcosa da dire la dica subito, perché io sto per svenire!…

Ma signora, non capisce?…  Io sono il padrone di casa!…

Oh Madonnina santa!

Tuuu?!!?

(in coro) Tuuu?!!?… Tu sei quello che le ha dato lo sfratto??!!…

Dio Signore Onnipotente!!! Questo si chiama “colpo di scena!”…


Qualche tavolo più in là, attratta dalle voci, ILDA si alza in piedi e si avvicina al gruppetto


MARINA

ILDA

Dove diavolo stai andando?

Ssssttt… Fammi sentire cosa sta succedendo…


ROBERTO

ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

Si, sono io. O meglio: “ero” io. Lo ero fino a poche ore fa. Ma poi qualcosa è successo, qualcosa si è rotto, dentro di me. Qualcuno mi ha regalato uno specchio in cui guardarmi, e io mi sono detto: “da oggi si cambia”.

Non so se questo basterà a fare di me un uomo migliore. Di sicuro non sono più quello di prima, e non vorrò esserlo mai più!

(torna indietro di corsa) Marina, Marina!… Roba da non credersi: Roberto è il padrone di casa della signora Angela!

E ti pareva, quel verme pidocchioso!

Ma no, non sai cos’è successo….

Posso immaginarlo: le avrà chiesto  la dentiera come acconto per gli arretrati dell’affitto!

Noooo!  Non la sfratta più! Non solo: la lascerà vivere lì per sempre, completamente GRATIS!!!…

(resta un attimo a bocca aperta, poi) Ho capito, è un altro dei suoi trucchi… non c’è altra spiegazione, razza di farabutto…


MARINA si alza anche lei dalla sedia e si avvicina con ILDA al gruppetto. Origlia tenendosi in disparte


ANGELA

(commossa fino alle lacrime) Io non so cosa dire… ho una gioia nel cuore… ho una gioia… è come se un angelo fosse sceso dal cielo e mi avesse… baciata!


Riparte la bachata (Obsesiòn). Solita scena di ROBERTO tra lo sconcerto dei presenti.


FRATE

SIMONA

ROBERTO

FRATE

(quando la musica si ferma) Oh buon Dio! Io me ne intendo: questo… questo è un segno del Maligno!…

Padre, e se facessimo un bell’esorcismo veloce veloce? Noi lo teniamo bloccato e lei lo tira fuori con le cattive…

Lascia perdere, Simona, passerà da solo… quando i tempi saranno maturi (riprende la penna e il libretto degli assegni) Ecco qua padre, un piccolo pensiero anche per i suoi bimbi…

(strabuzza gli occhi) Figliolo, che il cielo ti benedica!…

ROBERTO

SIMONA

FRANCESCO

FRATE

GIANNI

FRATE

SIMONA

FRANCESCO

ANGELA

ROBERTO

GIANNI

FRANCESCO

SIMONA

ROBERTO

SIMONA

ROBERTO

FRATE

ROBERTO

FRATE

I soldi servono sempre, ma ci sono altre cose di cui i bambini hanno bisogno. Cose apparentemente sciocche, ma per loro molto importanti… Per esempio, ha presente “Il Paradiso del Peluche”, quel negozio di giocattoli in Piazza della Rivelazione?…

Ah! E tu lo chiami “negozio” quello? Tre piani immensi pieni zeppi di giocattoli, roba da Mille e una notte!

E’ vero, una vera e propria ORGIA di giocattoli. I bambini ci perdono la testa. Quel posto è una miniera d’oro. Da quando ha aperto, gli altri negozi sono andati tutti in crisi

Lo conosco lo conosco. Ma non ci metterò mai più piede. L’anno scorso, terminate le feste di Natale,  gli avevamo chiesto qualche fondo di magazzino come dono per gli orfanelli. Qualche orsacchiotto, qualche bambola, mica niente di chè…

E loro cosa vi hanno risposto?

Ci hanno risposto che il titolare non autorizzava nessuna forma di beneficenza. Però,  compilando un apposito modulo, avrebbero potuto farci uno sconto del 10% per una fornitura a tutto l’orfanotrofio!

Che schifo!

Madonna, che gente miserabile. Ma come fanno a non vergognarsi?

Il mio povero papà lo diceva sempre: “i soldi non fanno i signori”… Bisognerebbe poterglielo dire in faccia, al padrone di questa “miniera d’oro”, che razza di taccagno disgustoso è!

L’avete appena fatto: il padrone sono io.

Di nuovo tu?!!.. E’ tuo anche quello?!

Cazzarola, Roberto, sei una specie di Paperon de’ Paperoni!

Appartamenti, agenzie immobiliari, due supermercati, il Paradiso del Peluche… e chissà cos’altro. Sei sfacciatamente ricco!

Da oggi posso dire di esserlo. Fino a ieri avevo soltanto un sacco di soldi, ma adesso, finalmente, ho  anche capito che uso farne.

Padre,  credo di immaginare che i suoi orfanelli avranno quel famoso orsacchiotto

Lei si presenti a nome mio e dica cosa le serve. Abbiamo sempre una quota in surplus, ma fino ad ora l’abbiamo destinata solo a chi poteva farci pubblicità

(guardandosi intorno sbalordito) Stiamo assistendo a un miracolo!

 

E poi che ne dice se organizzassimo qualche bella gita, al mare o in montagna, e una bella festa ogni tanto, con tanti giochi… sa come sono fatti, i bimbi.

Magari! Per loro sarebbe il regalo più bello, credimi.


Il FRATE prende ROBERTO per le spalle e lo scrolla affettuosamente. Anche gli altri esprimono stupore e soddisfazione. ANGELA si alza in piedi e lo abbraccia.


ILDA e MARINA si guardano in faccia sbalordite.


ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

Marina, hai visto che cambiamento?…

(lotta contro sé stessa) Si, ho visto…eppure continuo a non fidarmi…

Ma perché? E se la profezia della zingara si fosse avverata?

Così presto? E’ troppo furbo quello lì, troppo subdolo

Ma scusa, chi può dire quanto fosse lungo quel sentiero? E poi, i grandi cambiamenti a volte avvengono molto repentinamente, capita qualcosa e all’improvviso ti scatta un interruttore…

(tormentatissima) Insomma! Ma perché non mi vuole lasciare in pace una buona volta quello… quello stronzo! Ormai mi ero rassegnata, ci avevo messo una pietra sopra… Ma lui no! Lui non molla mai, deve rompere fino alla fine, lui, deve farti venire i dubbi !… Io non li voglio questi dubbi, ormai mi è passata! Passata, capisci?  Passata!


MARINA si volta di scatto e và a sedersi a un tavolo (o panchina) all’estremità opposta del palco. ILDA rimane un attimo interdetta, poi la raggiunge e si siede accanto a lei.


ANGELA

FRATE

ROBERTO

FRANCESCO

GIANNI

ROBERTO

Caro signore,  lei ha un cuore grande come una casa, lasci che glielo dica… e io non sono mai stata tanto felice in tutta la mia vita…

E’ vero,  oggi hai dato prova di una generosità fuori del comune. Ma stai sicuro che tutta la felicità che doni oggi al tuo prossimo, ti ritornerà domani moltiplicata per cento

Speriamo bene, ma guardate che anche la generosità, a ben vedere, è  pur sempre una forma di egoismo. O, se preferite, di narcisismo.

Eeeeh! Adesso non fare il modesto, dài.

Infatti. Sta’ tranquillo che ne vorrei incontrare tanti, di egoisti affetti da certe forme di narcisismo.

Va bè, però adesso basta con tutte ‘ste smancerie, mi state mettendo in imbarazzo.


Irrompe sulla scena  MAX in tuta e scarpe da ginnastica. Sbuffa per lo fatica. A ogni fiatata la gente si ritrae in tutte le direzioni.


MAX

FRANCESCO

FRATE

MAX

FRATE

MAX

Eccomi qua… uhhff… non temete, sono arrivato… Uuuhhhfff, che faticacciaaaahhh!…

Cristo, che fiato da leone!… Ooops! Chiedo scusa padre…

(riparandosi il naso con la mano) E va bè… quando ci vuole ci vuole!...

Ehilàaaahhh!… Guarda chi si rivede: il francescano scalzo con le calze!… uhhff … Come andiamo padreeeehhh?…

(inorridito dall’alito) Che il Signore Iddio ci protegga!… Ehm, bene grazie figliolo, ma prendi pure fiato un po’ più in là…

(tutto soddisfatto) Per tutti i fulmini, che ineguagliabile performance atletica!… uhhff … Dovevate vedermi, sembravo Gelindo Bordin!… Ben

FRANCESCO

due giri del condominio e via dritto fino a questo ameno luogo di ristoro … uhhff … … uhhff …

E capirai che prodezza: abiti a due isolati da  qui!…


MAX si mette a respirare vicino alla faccia di Angela


ANGELA

FRATE

(annaspando in cerca di ossigeno) Madonna Santissima degli Addolorati!!!… Vi saluto, ragazzi! Io torno subito a casa mia, voglio rivederla un’ultima volta prima che la morte mi fulmini all’istante!… 

(sempre proteggendosi dalle fiatate di Max) Ottima idea, ti accompagno!… Arrivederci, arrivederci a tutti. (a bassa voce) Ma questo c’ha un vespasiano nascosto sotto la lingua!


ANGELA  e il FRATE si allontanano in tutta fretta ed escono di scena.

SIMONA, GIANNI e FRANCESCO indietreggiano oltre il bancone del bar, incalzati da MAX


MAX

FRANCESCO

SIMONA e GIANNI

MAX

Pensate, amici,  che lungo il rettilineo ho ingaggiato battaglia con due fieri podisti…. uuhhfff … i quali  mi hanno tenuto testa con valore per almeno ctrenta metri… uuhhfff …  ma poi, quando ho fatto sentir loro il fiato sul collo, hanno capito con chi avevano a che fare!… uuhhfff …  Si sono bloccati lì dove si trovavano e mi hanno ceduto il passo!…. Mamma mia, però, che fiatone! Uuuuuhhhfff!…

Gasp! Aiuto!… (cercando salvezza) Oh,  mi è venuto in mente che ho un sacco di roba da sistemare nel retro! (si volta e fugge via)

(in coro) Ehi, non vale!… Veniamo ad aiutarti!… (spariscono anche loro nel retro)

Ma dove andateeeehhh?… (inseguendoli fuori scena) E va bene, visto che insistete vengo con voiiiihhhh!!…


ROBERTO li segue con lo sguardo per qualche istante, poi raccoglie il suo libretto degli assegni, ammira per qualche secondo le matrici  degli ultimi due e sorride. Quindi lo ripiega e lo rimette a posto nel portafoglio.


ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

ILDA

MARINA

ILDA esce di scena.

(si alza in piedi) Be’, sarà meglio che vada. Credo che avrai qualcosa da dirgli, o sbaglio?

Infatti sbagli. Non ho proprio niente da dirgli, né ora né mai!

(poco convinta) E va bene. Allora vieni via anche tu?

(non sapendo che scusa inventare) Ah be’… si, certo… cioè no… no no, guarda, quasi quasi mi fermo ancora un po’… aspetto che ritorni Francesco… vorrei ordinare qualcosa… mi è venuta una sete…

Eh già, capisco. Quando arrivano, questi attacchi di sete, sono tremendi!… Be’, allora ci sentiamo domani eh?… Ciao Marina (le dà un bacio sulla guancia) stai serena, e fammi sapere.

(le prende una mano e le sorride) Ciao.


ROBERTO avviandosi lentamente verso l’uscita di scena, passa davanti a MARINA, che gli scocca un’occhiata severa. Improvvisamente la nota, ha un sussulto e la fissa per un brevissimo istante, quindi abbassa lo sguardo e continua a camminare.


MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

(alzandosi in piedi, un attimo prima che Roberto scompaia) E allora?…  Cosa significava tutta quella sceneggiata?

Come?…

Sai benissimo di cosa sto parlando: tu che ballavi come un ossesso, senza neanche la musica. Sembravi un pazzo. E poi tutta quell’improvvisa generosità…

(la ferma con un gesto della mano, si volta lentamente e le si avvicina di un passo) Come hai detto scusa? Puoi ripetere?…

(ironica) Ma si, dài… tanta generosità, tutta all’improvviso…

No, no. Ripeti quello che hai detto prima… Che parole hai usato? “Ballavi”… “musica”…?

Si, ballavi senza musica… sembravi un fesso fatto e finito…

(rimane impietrito, si guarda lentamente i piedi) ... Non si muovono… le mie gambe non si muovono… (la guarda felice,  pieno di sorpresa) Non si muovono, capisci? Hai detto “musica”, e le mie gambe non si muovono!…

(interdetta) Eh, lo vedo bene che non si muovono… Neanche le mie, se è per questo. Capirai che notizia!

E’ terminata… (alza lo sguardo tutto intorno) Non c’è nessuna musica… La maledizione è terminata…

(lo osserva di sbieco, non capisce cosa stia dicendo) E questa cosa sarebbe, l’ultima interpretazione del grande attore?… Tu non sai proprio rinunciare a prendere in giro la gente, eh Roberto? Come tutta quella messinscena di prima. Gli assegni, le feste per gli orfanelli…

(con un sorriso appena accennato) Messinscena? Di nuovo?… No, questa volta ti sbagli, ti sbagli di grosso. Nessuna messinscena, nessun albatro da tirar giù dai pennoni… mi sono solo concesso un lusso che non mi ero mai concesso prima

(alzandosi in piedi) Ah si? “Un lusso”?

Proprio: il più gratificante.

Bene. Sentiamo un po’ allora. Qual è questo lusso che ti saresti concesso?


I due si guardano negli occhi, camminano lentamente in tondo, come se cercassero di avvicinarsi ma qualcosa li tenesse a distanza


ROBERTO

MARINA

ROBERTO

E’ molto semplice: quello di rendere felici altre persone, quello di sentirmi “utile” a qualcun altro.

 (molto ironica) Uuuhh, commovente!…

E… vuoi sapere una cosa? E’ un piacere che dà subito dipendenza, viene voglia di rifarlo!

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

(rimane colpita, ma continua a mostrarsi sarcastica) Ma sentitelo! Prima poeta, adesso benefattore… Senza offesa, Roberto, ma faccio molta fatica a crederti.

Non posso darti torto, faccio fatica pure io… Anche se quella donazione di un euro e cinquanta non mi era sembrata poi così male!…

Divertente… Per la verità, ti dirò che faccio molta fatica a capire cosa ti stia passando per la mente. Molta, moltissima fatica, devo ammetterlo… Non che la cosa mi interessi, sia ben chiaro, ma mi incuriosisce questa tua apparente metamorfosi

E se non lo fosse, apparente?

Ah, non prendermi per una sciocca. Il tuo disegno è molto complesso, molto intricato… Ma per quanto lo si ingarbugli, un labirinto avrà sempre un’entrata e un’uscita. Non sei diverso dagli altri.

Può darsi. (avvicinandosi) Perché non provi a entrarci, allora, in questo mio labirinto, e non mi accompagni verso l’uscita?… O, forse, hai paura di perderti?

 (indietreggia facendo “no” con il dito) No no no, mio caro, non ci casco più. Le tue complicazioni te le lascio tutte ben  volentieri! Ne ho già abbastanza delle mie. La vita è complicata, i sentimenti sono complicati… no, grazie!…


MARINA si volta di spalle stringendosi tra le braccia, lo sguardo basso. ROBERTO si avvicina a lei, le posa le mani sulle spalle.


ROBERTO

MARINA

E invece è proprio qui che sbagli (MARINA fa un debolissimo tentativo di allontanarsi, lui la trattiene con dolcezza) La vita è complicata, questo è vero. Lo è per tutti, e quando un uomo si convince di poter bastare a sé stesso si complica ancora di più. Nessuno basta a sé stesso… Ma i sentimenti, Marina, i sentimenti no: i sentimenti sono semplici. Siamo noi a voler vedere complicazioni dappertutto.

(si divincola e si allontana di qualche passo, sempre dandogli le spalle)  Non è vero, tutto è difficile, tutto è complicato… Tu un attimo prima sembri una persona, un attimo dopo un’altra, poi un’altra ancora… E’ tutta una confusione, io non voglio più…


ROBERTO

MARINA

ROBERTO

Marina, ascoltami… In questi pochi giorni ho imparato che è inutile cercare sempre l’altra faccia della luna. A questa maniera si vive allungando il collo di qua e di là, si vive sforzandosi di vedere sempre “qualcos’altro”,  si vive di sospetto, di immaginazione, e ci si  dimentica che la luna è già lì, davanti ai nostri occhi.

(inizia a commuoversi, ma si ostina a mostrarsi dura) Però! Fai progressi, complimenti… Non solo poeta e benefattore, adesso anche filosofo…

Ho imparato che le cose importanti sono quasi sempre “semplici”. E se ci appaiono tanto difficili da capire, forse è proprio perché sono così semplici. E’ il cervello a voler “capire”, ma quello è tutto un groviglio, tutto un labirinto… non lo sa neanche lui che forma ha. Vuole vedere complicazioni dappertutto perché è ”lui” a essere complicato… Siamo talmente abituati a complicarci l’esistenza, a voler immaginare che dietro a ogni cosa ce ne sia un’altra dalla quale guardarsi, che ogni sguardo nasconda un doppio fondo, che ogni sorriso copra un ringhio, che ogni segno, gesto o parola ne significhi un’altra… siamo così abituati a voler credere che tutto sia finto e complesso, che finiamo per diffidare della semplicità, impariamo a temere le

cose semplici. Non siamo più capaci di riconoscerle, di accettarle, di amarle per ciò che sono…


ROBERTO si avvicina nuovamente a MARINA,  che rimane immobile,  le posa di nuovo le mani sulle spalle


ROBERTO:

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

 … l’amore, Marina,  è una cosa semplice. Come il cuore. Cosa c’è di più semplice del cuore? Due atri, due ventricoli. Sistole, diastole… Pu-pum… Pu-pum … Lui pompa il sangue e mica chiede il “perchè”, mica si domanda per quale ragione deve battere.  Fa il suo dovere con semplicità,  perché il suo dovere è talmente semplice, semplice e indispensabile: pompare il sangue, darci la vita.  Il cuore batte giorno e notte, ogni minuto, ogni secondo della nostra esistenza… Quando tu ti avvicini, batte un po’ più forte…

(si volta verso Roberto, lo guarda con aria commossa e indispettita. Gli molla un pugno sul petto) Ecco! Sarai contento adesso?!… Io ci metto sette giorni, sette giorni interi a costruire la mia bella fortezza… e poi arrivi tu, fresco come una rosa e… e la distruggi così!…

No, non è distruzione. Per una volta in tutta la mia vita non sto distruggendo nulla…

Si invece! Tu fai presto, passi come un flagello e distruggi tutto. Piombi sulla mia strada a tutta velocità e tamponi la mia vita, sei un colpo di frusta, sei un rullo compressore che schiaccia ogni cosa. Le mie speranze, i miei desideri, la mia fiducia… E’  tutta una vita che ti aspetto, lo sai… per una vita ti ho cercato, ho sperato che cambiassi….  Ma tu no, non cambi mai, sei cattivo… sei cattivo e io non ti amo, ormai non ti amo più…

Ne sei sicura?

(con voce flebile, afferrandogli la camicia e stringendosi a lui) Si… si sono sicura. Io non ti amo perchè… perché ti odio…


ROBERTO la abbraccia, MARINA si stringe ancora di più.


ROBERTO

E va bene, allora continua ad odiarmi, se vuoi… ma odiami così, fammi sentire da vicino quanto è forte il tuo odio. Lascia che il tuo cuore batta direttamente contro al mio, e se davvero batterà d’odio, voglio che ogni palpito mi imprima un marchio sulla pelle, così che mi rimanga comunque qualcosa di tuo


ROBERTO e MARINA rimangono abbracciati in silenzio per qualche secondo.


MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

(con dolcezza, si libera dall’abbraccio e lo prende per mano) E va bene. Vieni con me, testone. Ci sono alcune cose di cui dobbiamo parlare e mettere bene in chiaro, io e te… 

 « Ma bien sur, mon cheri ! Je suì enchantè, avec le tartufon je … »

(dandogli uno schiaffone sul braccio) Ah no eh?! Se ci riprovi un’altra volta giuro che ti uccido !!…

Mamma mia che caratteraccio! Certo che tu la poesia francese non l’apprezzi proprio eh?… Senti, e se  di queste cose ne parlassimo “vis a vis”, seduti in un bel ristorantino… a lume di candela… con un po’ di musica romantica…

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

MARINA

ROBERTO

E magari, dopo cena, scommetto che vorresti portarmi a ballare in qualche locale alla moda?…

NO! BALLARE NO!… Ehm… Di ballare, se non ti dispiace, per i prossimi sei mesi ne farei volentieri a meno… Per il momento limitiamoci alla cenetta.  Allora, che mi rispondi?

(maliziosa) Hmm… Fammici pensare…  E va bene, perché no, accetto l’invito.

(avviandosi verso l’uscita di scena, sempre tenendola per mano): “Invito”? Un momento, patti chiari amicizia lunga: l’idea è stata mia, ma il conto lo paghi tu eh?!…

(assestandogli diversi pugni sulla spalla) Cooosaaa?!!… Ricominciamo?!…

(uscendo di scena con MARINA) Ma no, ferma, ferma!…. stavo scherzando!!!…


MARINA e ROBERTO escono di scena. Si chiude il sipario. Musica in sottofondo (salsa/bachata romantica)

FINE

(Nota: la presentazione degli attori al pubblico, per rimanere in argomento, potrebbe avvenire facendoli rientrare a uno a uno a ritmo di Merengue)