Colto in flagrante

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ATTO PRIMO

COLTO IN FLAGRANTE

di

Derek BENFIELD

Traduzione di

                                                                                                                                             Maria Teresa Petruzzi

PERSONAGGI:

PHIL

MAGGIE

GEORGE

JULIE

S.ra PUFFET

Sig. BRASSETTT

GRETA

ALAN

                                    L’azione si svolge nella casa di Phil e Maggie, in una piacevole

                                    zona residenziale periferica

I° ATTO:

            Scena 1:         Un pomeriggio d’estate

            Scena 2:         Stessa sera

II° ATTO:                    Qualche istante dopo

Tempo - presente

           


ATTO PRIMO

Il soggiorno della villa di Phil e Maggie, un assolato pomeriggio estivo. Il soggiorno è accogliente e bene arredato.

Grandi porte finestre si affacciano su un piacevole giardino.

Al lato opposto una porta conduce all’anticamera ed alla porta di ingresso. Un’altra porta si apre verso la cucina.

Da una finestra, sotto la quale c’è un sedile imbottito, si può osservare la strada.

Ai muri sono appesi quadri di stili diversi, dipinti da Maggie con alterno successo…

Quando si alza il sipario, George entra in fretta dall’ingresso cercando Phil.

GEORGE       - Phil!!… Phil! (Esce in giardino per vedere se c’è) Phil!… Phil!…

PHIL               - (Entra dalla cucina cercando George) George!… George!… (Va a controllare in camera) George!… George!…

GEORGE       - (Rientra dal giardino) Phil!…Phil!… (Entra nella cucina) Ah!… Sei qui!…

PHIL               - (Sorride compiaciuto) Ti ho sentito arrivare!

GEORGE       - Non mi sorprende. Ho urtato la parte posteriore della macchina parcheggiata là fuori.

PHIL               - Stai scherzando?

GEORGE       - Niente affatto, una piccola botta. Non è mica la tua?

PHIL               - No, non è la mia…

GEORGE                   - Poco male, allora.

PHIL               - Non avresti dovuto guidare così veloce.

GEORGE       - Mi hai detto che era importante. (Va verso Phil) Di che si tratta? (Phil fa un sorriso sognatore, George lo guarda preoccupato) Oh!… No!… Non ci sarai cascato di nuovo?… Per favore, dimmi che non ci sei cascato di nuovo…. Oh! Dio mio!…

PHIL               - Lo sapevo che ti avrebbe fatto piacere…

GEORGE       - Neanche per sogno. Perché l’hai fatto?

PHIL               - (Romanticamente) Non so resistere. Sono così indifese e attraenti… stimolano la parte migliore di me…

GEORGE       - Vorrai dire la peggiore…

PHIL               - No, no la migliore… Mi viene voglia di occuparmi di loro e proteggerle…

GEORGE       - (Con un sospiro) E va bene!… Che età ha, questa?

PHIL               - Oh!… ventitré… ventiquattro….

GEORGE       - Mi avevi detto che ti saresti dedicato a donne più mature.

PHIL               - Esatto. Ma questo era prima di incontrare JULIE!

GEORGE       - E’ così che si chiama?

PHIL               - Perché? Cos’ha che non va?

GEORGE       - Niente. Si differenzia da Yasmine.

PHIL               - Chi?

GEORGE       - La tua ultima…

PHIL               - Lo era davvero?

GEORGE       - Mi aspettavo di vederla entrare indossando un velo arabo…

PHIL               - (Difendendosi) E invece - no…

GEORGE       - No - era pressoché nuda…

PHIL               - Questa è completamente diversa…

GEORGE       - Oh! E’ interamente vestita!… Beh, è già qualcosa! Non le importa che tu sia già sposato?

PHIL               - (Vagamente) Ecco…

GEORGE       - Non gliel’hai detto?

PHIL               - Beh… l’argomento non faceva parte della conversazione.

GEORGE       - (Fa per andarsene) Ti saluto!

PHIL               - (Seguendolo) Non puoi andartene così.

GEORGE       - Certo che posso!

PHIL               - Ma George… Sei il mio più vecchio amico, mi serve il tuo aiuto!

GEORGE       - Ti ho già aiutato l’ultima volta. Ho detto a Yasmine che eri sposato e cos’è successo? Lei ha perdonato te e… ha preso a schiaffi me!

PHIL               - Tu eri il mio testimone!

GEORGE       - Tua moglie… Che cosa ha detto?

PHIL               - Veramente… io…

GEORGE       - No le hai detto niente, vero?

PHIL               - (Sorride ingenuamente) Tu sei così bravo in queste cose…

GEORGE       - Già. Ho una certa pratica!

PHIL               - (Minimizzando) Ma non succede spesso!

GEORGE       - Due volte l’estate scorsa! Quattro volte durante l’inverno… Basta che Maggie entri e noti il mio imbarazzo per capire cosa sta succedendo.

PHIL               - Grazie, George! Sapevo che potevo contare su di te. (Gli stringe la mano vigorosamente)

GEORGE       - (Liberandosi)  Non ho detto che l’avrei fatto.

PHIL               - Lascia che ti offra un drink. (Versa in fretta un whisky)

GEORGE       - A metà pomeriggio?

PHIL               - Ma è un’occasione speciale!… Anzi, un festeggiamento.

GEORGE       - Maggie è troppo buona con te… fin troppo tollerante! (Accetta il whisky) Grazie. Quanto durerà questa volta?

PHIL               - Conoscendoti, non molto.

GEORGE       - Non il whisky… la ragazza!

PHIL               - (Sognatore) Oh… molto tempo!… Credo che sia veramente la volta buona, George!

GEORGE       - Stupidaggini!… Sarà una cosa passeggera come tutte le altre! Maggie dipingerà ancora un paio di quadri aspettando che ti passi, come al solito!

PHIL               - No, George! Questa volta è una cosa seria! Dovrò divorziare da Maggie!

GEORGE       - (Finisce il suo whisky in fretta e porge il bicchiere vuoto a Phil) Perché mai devi divorziare da Maggie?

PHIL               - Perché ho detto a JULIE che l’avrei sposata! (Va al bar e riempie il bicchiere di George)

GEORGE       - (Seguendo) Ma tu hai già una moglie!

PHIL               - Lo so! Non sono completamente idiota!

GEORGE       - Allora perché non le hai detto…?

PHIL               - Non potevo. Specialmente quando mi ha chiesto di sposarla.

GEORGE       - (Guardandolo incredulo) JULIE ti ha chiesto di sposarla?

PHIL               - Beh… si vede che sono il suo tipo! A certe persone interesso. (Gli porge il bicchiere)

GEORGE       - Potevi rispondere no!

PHIL               - Non ne ho avuto il coraggio! Sai che sono un romantico! Eravamo sull’autobus…

GEORGE       - Oh, no… di nuovo il 49!…

PHIL               - Le anatre sul fiume, il sole che brillava, gli uccellini che cantavano… non ho saputo dire di no!

GEORGE       - E invece avresti dovuto!

PHIL               - Non volevo deluderla! Tu mi conosci, George! Non sopporto di vedere una donna in lacrime!

GEORGE       - Dovresti semplicemente dirle che hai cambiato idea.

PHIL               - Non posso.

GEORGE       - Perché?

PHIL               - Vado a vivere con lei - domani.

GEORGE       - Cosa?!

PHIL               - Non vedo perché non dovrei.

GEORGE       - Come puoi fare una cosa simile? Dove andrete a stare?

PHIL               - JULIE ha un’amica sposata. Lei e il marito sono proprietari di una casa.

GEORGE       - E allora?

PHIL               - Ecco, hanno deciso di andare all’estero per un po’ di tempo. Così affittano la loro casa a JULIE.

GEORGE       - E tu vai a vivere con lei?

PHIL               - Sì, domani.

GEORGE       - Domani?

PHIL               - Sì.

GEORGE       - Capisco.

PHIL               - Però c’è un piccolo problema.

GEORGE       - Ne ero sicuro.

PHIL               - E’ un po’ troppo vicino a casa mia.

GEORGE       - Quanto vicino?

PHIL               - La casa accanto.

GEORGE       - La casa accanto?

PHIL               - Sì.

GEORGE       - Ma non puoi andare a vivere nella casa accanto!

PHIL               - Perché no?

GEORGE       - E non pensi a Maggie?

PHIL               - Lei potrà continuare a vivere qui. Andrà tutto bene. Saprà sempre dove trovarmi.

GEORGE       - Perché - credi che avrà voglia di cercarti?

PHIL               - (Cercando di essere paziente) George… lei non smetterà di amarmi semplicemente perché sono sposato con un’altra donna.

GEORGE       - Ma ti rendi conto?

PHIL               - Io l’amo ancora. (Romanticamente) Mi occuperò di lei come ho fatto sino ad oggi. Brucia una valvola ed io sarò in cima alla scala… una fuga di gas ed io sarò lì a ripararla.

GEORGE       - E credi che lei accetterà che tu vada e venga continuamente?

PHIL               - Ne sono certo. Amico mio, tu dimentichi che io sono molto utile in una casa.

GEORGE       - E adesso, sarai molto utile in due case!

PHIL               - (Osservando il divano) Che ne pensi di questo?

GEORGE       - Di questo cosa?

PHIL               - Del divano. Pensi che ne sentirà la mancanza?

GEORGE       - Perché dovrebbe sentirne la mancanza?

PHIL               - Bene, proprio quello che pensavo.

GEORGE       - Phil…. Se Maggie vive ancora qui perché dovrebbe sentire la mancanza del divano?

PHIL               - Eh già… ecco… (Sorride un po’ imbarazzato)

GEORGE       - Non avrai mica intenzione di portarlo via?

PHIL               - Vedi, JULIE mette la casa. E il minimo che posso fare io è portare parte del mobilio. (George è senza parole. La signora Puffet, la domestica a ore entra dall’anticamera)

S.ra PUFFET - Di solito a quest’ora sono già andata via.

PHIL               - Allora come mai è ancora qui?

S.ra PUFFET - (Guarda severamente George) Forse lui lo sa.

PHIL               - Tu lo sai, George?

GEORGE       - Che cosa devo sapere?

S.ra PUFFET - Non è stato lei?

GEORGE       - Io?

S.ra PUFFET - E’ lei che mi ha impedito di andare.

PHIL               - George!

GEORGE       - Non so di cosa stia parlando.

S.ra PUFFET - La mia utilitaria parcheggiata qua fuori.

GEORGE       - (A Phil nervosamente) La sua utilitaria?

PHIL               - Sì, la usa per andare e venire.

S.ra PUFFET - Ma oggi non me ne vado finchè non sarà riparata.

GEORGE       - Che c’entro io?

S.ra PUFFET - Qualcuno ha urtato la parte posteriore. Deve essere rimorchiata. Non mi faranno andare via, adesso.

PHIL               - Eppure si sente un certo rumore.

S.ra PUFFET - Sì, stanno traslocando.

PHIL               - Chi?

S.ra PUFFET - I vicini.

PHIL               - Oh sì, è vero… Stanno partendo… Staranno via per un po’.

S.ra PUFFET - Ci saranno dei nuovi inquilini, allora?

PHIL               - Sì, è esatto.

S.ra PUFFET - Quanti sono?

PHIL               - Due…

S.ra PUFFET - Due, eh?

PHIL               - Di sesso diverso.

S.ra PUFFET - E’ già qualcosa. Al giorno d’oggi non si sa mai. (guarda George)

PHIL               - Una coppia molto giovane, credo. Molto carini.

S.ra PUFFET - Spero che non sia come quelli che sono partiti!

GEORGE       - Perché? Com’erano?

S.ra PUFFET - Privi di ogni principio morale.

PHIL               - Accidenti!… Chi l’avrebbe immaginato.

S.ra PUFFET - Non si può mai dire cosa succede dietro le persiane chiuse.

PHIL               - Questa me la devo ricordare…

S.ra PUFFET - Erano assolutamente senza alcun ritegno!

PHIL               - (Scioccato) In una zona residenziale come questa?

S.ra PUFFET - Esatto, è qui che proliferano - in periferia. (A George, indicando Phil) Ecco cosa mi piace di lui e di sua moglie. Non sono condizionati dal sesso. (Gli uomini si guardano. A Phil) Speriamo che i nuovi inquilini siano gente per bene.

PHIL               - Certo che lo sono… voglio dire, sono certo che lo saranno! Molto per bene!

S.ra PUFFET - In questo caso potrei dedicare loro un paio di pomeriggi?

PHIL               - (Preoccupato) Ecco, veramente….

S.ra PUFFET - Le mie mattine sono tutte prese.

GEORGE       - Sì, capisco.

S.ra PUFFET - Ma ho alcuni pomeriggi liberi.

PHIL               - Cercherò di parlare con loro, signora Puffet. Ma probabilmente avranno già provveduto.

S.ra PUFFET - Sarebbe bello e conveniente se potessi fare i due servizi. Potrei andare e venire secondo le necessità, non le pare?

GEORGE       - E non sarà la sola!

S.ra PUFFET - Lascio a lei l’incarico. Io terminerò il lavoro in qualche altro posto. (Esce nell’anticamera)

GEORGE       - (Guardando Phil con severità) Era la sua utilitaria?

PHIL               - Sì, non te l’ho detto?

GEORGE       - Non mi hai detto niente. (Guarda fuori della finestra ansiosamente)

PHIL               - Non preoccuparti. (Una giovane bella ragazza sui 23 anni appare all’entrata. E’ JULIE. È carica di valigie. Quando vede Phil, posa le valigie e corre da lui e lo abbraccia)

JULIE             - Caro!

PHIL               - (Allarmato) Sei in anticipo! Avevamo detto domani! Non sono pronto! (Phil sorride nervosamente, imbarazzato a George che lo guarda dietro le spalle di JULIE. Tenta di liberarsi) No, cara, ti prego…

JULIE             - Perché?

PHIL               - Non qui!

JULIE             - Ma io ti amo. (Lo abbraccia di nuovo)

PHIL               - Lo so!! Voglio dire non in questo appartamento.

JULIE             - Cosa vuoi dire?

PHIL               - Voglio dire l’altro. Quello accanto.

JULIE             - Ma di cosa stai parlando?

PHIL               - Della casa accanto. La casa della tua amica è alla porta accanto. Questa è il numero 4!

JULIE             - Oh, caro, scusami! Ho visto la tua macchina qui fuori e la porta d’ingresso era aperta, così sono entrata direttamente.

PHIL               - E’ colpa della signora Puffet.

JULIE             - Cosa?

PHIL               - Apre sempre le porte e le lascia aperte.

JULIE             - Chi è la signora Puffet?

PHIL               - Ecco….

JULIE             - Allora?

PHIL               - Sì…

JULIE             - Ma ti senti bene?

PHIL               - Mai sentito meglio, cara!

JULIE             - Allora cosa ci fai in una casa che non è la tua?

PHIL               - Eh?

JULIE             - L’hai detto tu: “Non in questo, ma nell’altro”. Allora cosa stai facendo qui?

GEORGE       - (Dietro a Julie) Forse posso aiutarla…

JULIE             - (Un sussulto) Oh mio Dio…

GEORGE       - Mi scusi, l’ho fatta trasalire.

JULIE             - Non l’avevo vista dietro di me.

PHIL               - Questo è George. George, questa è Julie.

GEORGE       - Piacere. (Si stringono la mano)

PHIL               - George è un mio vecchio amico.

GEORGE       - Sto diventando più vecchio ogni minuto che passa.

JULIE             - Oh, adesso capisco! (A Phil) Ecco perché sei qui! Questa è la casa di George!

PHIL               - Sì.

GEORGE       - Cosa?

PHIL               - E’ proprio così! Questa è la casa di George!

JULIE             - La fortuna è con noi!

PHIL               - Quale fortuna?

JULIE             - Vivremo accanto al tuo vecchio amico George.

PHIL               - Certo!… Che bello! (Julie prende le braccia di entrambi con affetto)

JULIE             - Lo conosci da molto tempo?

GEORGE       - (Con tristezza) Sì… da anni…

JULIE             - Io lo conosco solamente dalla settimana scorsa, ma ho la sensazione di conoscerlo da sempre.

GEORGE       - Io non sarei così sicuro in proposito.

JULIE             - Vuoi dire che ha qualche segreto nascosto?

GEORGE       - Ne avrà di sicuro! Speriamo che restino nascosti.

PHIL               - (Nervosamente) Cosa?

GEORGE       - La porta d’ingresso deve essere rimasta aperta… e mia moglie sarà di ritorno da un momento all’altro.

PHIL               - Oh, Dio!…

JULIE             - Bene, mi farebbe conoscerla.

PHIL               - No, non credo… Andiamo, cara… hai la chiave? (Comincia a raccogliere i bagagli e caricarli sulle braccia di lei)

JULIE             - Quale chiave?

PHIL               - Quella della casa!

JULIE             - Perchè dovrei avere la chiave della casa di George?

PHIL               - Non di questa, parlo di quella accanto.

JULIE             - Ah sì, quella ce l’ho! Perché - tu non vieni?

PHIL               - Vai avanti tu.

JULIE             - (Delusa) Non vieni a prendermi in braccio per varcare la soglia della nostra casa?

PHIL               - Sì, ma un po’ più tardi.

JULIE             - Ma si deve fare la prima volta.

PHIL               - Faremo conto che sia la prima volta - dopo.

JULIE             - Dopo cosa?

PHIL               - Dopo la cerimonia.

JULIE             - Già, avevo dimenticato! (A George) E’ così romantico…

GEORGE       - E’ straordinario!

PHIL               - Vai avanti, cara! Entra e dài un’occhiata generale.

JULIE             - Perché non puoi venire con me?

PHIL               - Ho alcune cose da controllare qui.

JULIE             - Quali cose?

PHIL               - Delle piccole fatture.

GEORGE       - Fatture molto piccole.

JULIE             - In questa casa?

GEORGE       - (Velocemente) …Sì, le mie… Mi sta aiutando a raccoglierle!

PHIL               - E’ questione di qualche minuto.

JULIE             - D’accordo, caro, ma sbrigati. (Va verso l’anticamera)

PHIL               - No! (L’afferra e la tira indietro)

JULIE             - Cosa c’è?

PHIL               - Esci da qui! (La guida verso il giardino)

JULIE             - Perché non dall’entrata?

PHIL               - Qualcuno potrebbe vederti uscire.

JULIE             - Che importanza ha?

PHIL               - Potrebbe farsi delle idee sbagliate… Pensare chissà cosa di  George…

JULIE             - Capisco… Non dobbiamo lasciar credere certe cose a proposito di George. Ciao George.

GEORGE       - Ciao. (Julie si gira verso Phil e si baciano velocemente)

JULIE             - Ciao, caro.

PHIL               - Ciao.

JULIE             - Ciao.

PHIL               - Ciao.

GEORGE       - Ciao.

PHIL               - Ciao.

JULIE             - Ciao. (Esce dal giardino)

GEORGE       - Se n’è andata per sempre?

PHIL               - Quando sei giovane, sei romantico, George.

GEORGE       - Questa devo ricordarmela.

PHIL               - (Va da George) Beh, che te ne pare?

GEORGE       - Lasciamo perdere…

PHIL               - Ha qualcosa che non va?

GEORGE       - Non c’è niente che non va in lei…

PHIL               - Non ti piace… lo immaginavo.

GEORGE       - Invece sì. E’ molto per bene, molto carina, molto giovane, mi piace.

PHIL               - E allora?

GEORGE       - Adesso possiamo parlare di noi? (Prende Phil per un braccio e lo tira verso di sé)

PHIL               - Oh, George, non sapevo del tuo interesse. Non mi hai mai detto niente.

GEORGE       - (Arrabbiato, lascia il braccio di Phil) Sai bene cosa voglio dire.

PHIL               - Hai un tono inferocito!

GEORGE       - Sono inferocito! Improvvisamente possiedo una casa che non ho mai voluto.

PHIL               - Che cos’altro potevo dire?

GEORGE       - Potevi non dirlo.

PHIL               - Sarebbe stato brutale! Bisogna procedere con calma in questa situazione, George!

GEORGE       - Avresti dovuto dirle che eri sposato, ecco tutto!

PHIL               - Non ne ho avuto l’occasione. E poi non potevo dirlo a lei prima di averlo detto a Maggie.

GEORGE       - Avresti dovuto parlare con Maggie prima che venisse qui.

PHIL               - Non è stata colpa mia. Julie non doveva traslocare prima di domani. E’ stato un errore, devi spiegarlo a Maggie.

GEORGE       - Devo dirle che vuoi il divorzio o no?

PHIL               - Tu sei così bravo in questo genere di situazioni, così diplomatico. Basta! Siamo d’accordo. Vieni e dammi una mano col divano.

GEORGE       - Non penserai seriamente di portartelo via?

PHIL               - Naturalmente.

GEORGE       - Ma non credi che Julie troverà un po’ strano vederci attraversare il suo ingresso con il mio divano?

PHIL               - Le dirò che ce l’hai prestato. Su, sbrigati! Attraversiamo il giardino e facciamo il giro da dietro. (Con riluttanza George aiuta Phil a sollevare il divano. Si dirigono verso il giardino. Maggie entra dall’anticamera. È vestita semplicemente e porta alcuni acquisti e vari oggetti per dipingere)

MAGGIE        - Scusami, caro, sono in ritardo. Spero che abbia preso il tè. (Si ferma vedendoli. I due restano immobili con il divano sollevato da terra) Che diavolo state facendo?

PHIL               - Ciao, cara. Non ti ho sentito arrivare.

MAGGIE        - La prossima volta suonerò il campanello d’allarme! (Posa i suoi pacchetti e li guarda di nuovo) Perché non lo posate per terra?

PHIL               - Certo, è molto pesante. (Phil posa per terra la sua parte e si avvicina a Maggie, lasciando George con la sua parte di divano sollevata dal suolo) Ciao, cara, è andata bene la lezione?

MAGGIE        - Sì, grazie. (Grida) George!

GEORGE       - (Lascia cadere il divano sul suo piede e sussulta per il dolore) Oh!!!

MAGGIE        - Hai l’aria molto stanca.

GEORGE       - Ah sì?

MAGGIE        - Non hai qualcosa da dirmi, per caso?

GEORGE       - (Nervosamente) No… no… assolutamente nulla!

PHIL               - Ne sei sicuro?

GEORGE       - Assolutamente. (Maggie gli rivolge uno sguardo e parla con Phil)

MAGGIE        - Allora? Cosa sta facendo col divano? (Phil ha un attimo di silenzio, poi si rivolge a George)

PHIL               - Cosa stai facendo con quel divano, George?

GEORGE       - Lo stiamo portando nel giardino.

MAGGIE        - Perché?

GEORGE       - E’ una giornata così luminosa…

PHIL               - Abbiamo pensato di portarlo fuori per sederci a prendere il sole.

MAGGIE        - Cosa c’è che non va con le sedie da giardino?

PHIL               - Niente. Sono nel capanno.

MAGGIE        - E con questo?

PHIL               - Sono scomode! Le sedie da giardino non mi sono mai piaciute. Tutto quel traffico per aprirle e regolarle…. Mi sono sempre pestato  le dita.

MAGGIE        - Così hai deciso che sarebbe stato più facile portare il divano nel giardino? (Apre i pacchetti contenenti gli oggetti per la pittura) A proposito, c’è qualcosa che non va con la signora Puffet?

PHIL               - No, tutto normale. (Ride)

MAGGIE        - Aveva l’aria un po’ seccata.

PHIL               - Non mi sorprende.

MAGGIE        - Perché?

PHIL               - Un conducente distratto ha tamponato la sua macchina, e adesso è inutilizzabile. (Guarda George che reagisce con una sguardo seccato)

MAGGIE        - Oh, mi dispiace! (mette alcuni dei quadri sulla scrivania)

PHIL               - Hai dipinto qualcosa di eccitante, oggi?

MAGGIE        - Perché fingi di essere interessato? So bene che i miei quadri ti annoiano.

PHIL               - Niente affatto! Sono tutti appesi alle pareti! (A George) Li ha dipinti tutti lei.

GEORGE       - Davvero?

PHIL               - Certo.

GEORGE       - E’ sono molto belli! (Ne osserva uno con grande entusiasmo)

PHIL               - Quello no! E’ un calendario dei latticini Pecorella!

MAGGIE        - La signora Puffet mi ha detto che nella casa accanto stanno traslocando nuovi inquilini.

PHIL               - Ah… Ti ha dato la notizia!

MAGGIE        - Ha detto che sono una giovane coppia. Fantastico, no?

PHIL               - Perché?

MAGGIE        - I vecchi inquilini non mi sono mai piaciuti. Era una coppia talmente noiosa!

GEORGE       - Tranne quando avevano le persiane chiuse…

MAGGIE        - Speriamo che questi siano più socievoli! Dovremo invitarli.

PHIL               - No.

MAGGIE        - Perché no?

PHIL               - Beh… non avranno avuto ancora il tempo necessario per disfare i bagagli. Vero, George?

GEORGE       - No. E non hanno neppure portato i mobili. (Va al bar)

MAGGIE        - Non ha importanza. Non è molto gentile ignorare i nostri vicini! Li inviterò a prendere un drink!

PHIL               - Non ne abbiamo abbastanza.

MAGGIE        - Non dirmi che George ha finito tutto il whisky!

GEORGE       - (Preso sul fatto) Non ancora. (Si versa un whisky nel bicchiere)

MAGGIE        - Chissà come sono d’aspetto.

GEORGE       - Oh, lei è molto carina!

MAGGIE        - E lui?

GEORGE       - Non altrettanto.

PHIL               - Ma se non l’abbiamo ancora visto!

GEORGE       - Ah, no?

PHIL               - Certo che no!

GEORGE       - E’ vero, l’avevo dimenticato!

PHIL               - Pare che sia un tipo molto riservato. Esce poco. Fa una vita quasi da  recluso.

MAGGIE        - Sai cosa fa?

GEORGE       - (Molto divertito) Sì… molto jogging!

PHIL               - George…

MAGGIE        - Jogging?

GEORGE       - Sì, avanti… indietro - per la casa.

MAGGIE        - Vuoi dire che è un’atleta?

GEORGE       - Oh sì… Gli piace tenersi in forma. Corre sempre su e giù in una tuta azzurra.

MAGGIE        - (A Phil) Avevi detto che non usciva spesso?

PHIL               - Infatti, non esce.

GEORGE       - Ma quando esce, corre sempre! (Phil guarda George che alza le spalle)

MAGGIE        - Santo cielo! (La signora Puffet entra indossando cappotto e cappello)

S.ra PUFFET - Quello del garage all’angolo dice che possono darmi loro un passaggio.

PHIL               - Lo immaginavo.

S.ra PUFFET - Torno subito, signora. Così finirò il lavoro che non ho finito. (Esce dall’anticamera)

PHIL               - Credo che abbia già lavorato abbastanza. Vieni, George. Le diamo una spinta. Torno subito, cara. (Phil segue George nell’anticamera. Maggie li guarda uscire con un sorriso e poi comincia ad occuparsi dei suoi quadri. Julie irrompe dal giardino)

JULIE             - Caro, caro! (Vede Maggie) Oh, mi scusi!

MAGGIE        - (Sorpresa dalla sua presenza) Posso aiutarla?

JULIE             - Lei abita qui?

MAGGIE        - Questo non è il numero 4?

JULIE             - Sì.

MAGGIE        - Allora abito qui.

JULIE             - Aah… Lei deve essere la moglie? (Pensa alla moglie di George)

MAGGIE        - Esatto. (Pensa a Phil) Permette che posi questi quadri?

JULIE             - Lei è un’artista?

MAGGIE        - (Modestamente) Beh, è il mio passatempo.

JULIE             - Vorrei tanto saper dipingere. Deve essere eccitante!

MAGGIE        - Oggi il nostro modello era un uomo grasso con dei foruncoli sul collo, ho dovuto sforzarmi per non perdere il controllo!

JULIE             - (Guardando i quadri appesi) Sono tutti i suoi?

MAGGIE        - Molti di loro, sì.

JULIE             - Super…

MAGGIE        - Stava cercando qualcuno?

JULIE             - Sì, credevo che fosse ancora qui.

MAGGIE        - Chi?

JULIE             - Il mio ragazzo.

MAGGIE        - Chi?

JULIE             - Stava parlando con un suo vecchio amico che vive qui. (Seguendo l’ovvia deduzione) Ah, ma allora il mio ragazzo…

MAGGIE        - E’ un vecchio amico di mio marito!

JULIE             - Non è più qui, allora?

MAGGIE        - Mio marito?

JULIE             - Il mio ragazzo!

MAGGIE        - Credo di no. Non c’era nessuno sconosciuto quando sono arrivata in casa. Non si preoccupi! Mio marito sarà di ritorno tra un minuto e gli chiederemo dove ha nascosto il suo ragazzo. Non mi sembra di averla mai incontrata prima. Abita qui vicino?

JULIE             - A partire da oggi, sì.

MAGGIE        - Ah… dove?

JULIE             - Alla porta accanto.

MAGGIE        - Capisco: siete la nuova coppia che ha appena traslocato.

JULIE             - Sì.

MAGGIE        - Splendido, congratulazioni!

JULIE             - Non siamo sposati. Non ancora.

MAGGIE        - Capisco. Volete vedere se l’appartamento vi soddisfa. In ogni modo dal momento che avete appena traslocato, non vorrà annoiarsi a cucinare. Perché lei non viene a cena da noi con il suo ragazzo?

JULIE             - Grazie, è molto gentile.

MAGGIE        - Ma spero che non sarà troppo energico…

JULIE             - Non capisco.

MAGGIE        - Non voglio che metta una tuta a mio marito e lo insegua attraverso tutto il comune… (Ride)

JULIE             - Perché dovrebbe fare una cosa simile?

MAGGIE        - Sa bene come sono questi tipi atletici…

JULIE             - Non mi ha mai detto di essere un atleta…

MAGGIE        - Sul serio?

JULIE             - No.

MAGGIE        - Da quanto tempo lo conosce?

JULIE             - (Timidamente) Una settimana solamente.

MAGGIE        - Sono sicura che le farà una sorpresa. Si rivelerà correndo su di lei quando meno lo aspetta.

JULIE             - Oh Dio…

MAGGIE        - Non parliamo più. Come si chiama?

JULIE             - Julie.

MAGGIE        - Allora siamo d’accordo, Julie.

JULIE             - Su cosa?

MAGGIE        - La cena -  stasera?

JULIE             - Oh, sì, grazie.

MAGGIE        - Verso le sette e mezzo.

JULIE             - Perfetto.

GEORGE       - (Entrando nell’anticamera) Rimorchiamo la sua utilitaria domattina e… (Vede Julie) … Oh mio Dio… (Si gira ed esce subito, incontra Phil e lo spinge fuori)

MAGGIE        - Era George.

JULIE             - Lo so.

MAGGIE        - L’ha già incontrato?

JULIE             - Sì. Quando ero qui con il mio ragazzo poco fa…

MAGGIE        - Mi sembra che abbia fatto parecchie entrate e uscite…

JULIE             - E’ un uomo molto gentile.

MAGGIE        - Sì, è vero.

JULIE             - Lei è molto fortunata.

MAGGIE        - Lei crede?

GEORGE       - (Entrando sorridente) Scusate, ma ho dovuto occuparmi di qualcosa in anticamera.

JULIE             - Che cosa?

GEORGE       - Un grosso gatto rosso.

MAGGIE        - Non sapevo che avessi già incontrato Julie.

GEORGE       - Julie? Oh… questa Julie… sì… è venuta un momento.

MAGGIE        - Hai incontrato anche lui, allora?

GEORGE       - Chi?

MAGGIE        - Il fidanzato di Julie.

GEORGE       - (Impallidisce) Tu credi?

MAGGIE        - Certo, era qui poco fa. Vero, Julie?

GEORGE       - Ah, sì… Certo… Mi ero dimenticato per un attimo. Sì, è un tipo per bene… Alto così. (Indica la statura più bassa di quella di Phil)

JULIE             - (Ridendo) Cosa?(George regola la statura per un uomo ancora più alto)

MAGGIE        - Che importanza ha la statura?

GEORGE       - Ma… non lo so.

JULIE             - Che coincidenza, vero George?

GEORGE       - Quale?

JULIE             - Che tu e lui siete vecchi amici!

GEORGE       - (Ridendo nervosamente) Ah, sì, è vero… veramente divertente!

MAGGIE        - Vuoi dire che conosci il ragazzo di Julie così bene?

GEORGE       - (Pensando con fatica) Sì… credo proprio di sì.

JULIE             - (A Maggie) Sono vecchi amici, si conoscono da anni.

MAGGIE        - E’ veramente una coincidenza.

JULIE             - (A George) Stavo ammirando i suoi quadri. (George si stacca con gratitudine dagli occhi interrogativi di Maggie)

GEORGE       - Quelli sulle pareti? Sì, sono molto belli, veramente. Questo è il calendario dei latticini Pecorella!

JULIE             - Deve essere molto orgoglioso di lei.

GEORGE       - Cosa?… Ah, sì. Sono sempre contento quando Maggie dipinge. (Mette confidenzialmente un braccio intorno alle spalle di  Maggie, sorpresa)

JULIE             - Preferisce i dipinti ad acqua o quelli ad olio?

MAGGIE        - Non capirebbe neanche se dipingessi ad emulsione. (Si libera dall’abbraccio di George)

GEORGE       - Invece lo so. Useresti un rullo.

JULIE             - Avremo un bell’argomento di cui parlare stasera a cena.

GEORGE       - (Allarmato) A cena?

MAGGIE        - Sì, Julie viene a cena da noi stasera, con il suo ragazzo.

GEORGE       - Oh… mio Dio!..

MAGGIE        - George!

GEORGE       - Mi dispiace… io…

JULIE             - Se crede che non sia il caso…

MAGGIE        - Non è il caso di discutere. Siamo felici di avervi con noi. George ha lasciato le sue buone maniere in anticamera.

GEORGE       - (Con calma) E non è tutto! (A Julie) Il suo ragazzo lo sa?

JULIE             - Non ancora. Pensavo di fargli una sorpresa.

GEORGE       - La sorpresa è certa.

MAGGIE        - Forse è meglio che tu resti a cena, George?

GEORGE       - Eh? (Julie è sorpresa)

MAGGIE        - Siete così vecchi amici.

JULIE             - Doveva andare in qualche posto?

GEORGE       - Ecco… io…

MAGGIE        - Ma puoi restare, se vuoi.

JULIE             - Non voglio rovinare i suoi impegni.

MAGGIE        - Non si preoccupi! Così potrà finire il whisky.

GEORGE       - Ne ho bisogno.

MAGGIE        - Siamo d’accordo. (A Julie) Così possiamo parlare dei vecchi tempi.

JULIE             - Perfetto! È meglio che vada a disfare i bagagli, altrimenti non avrò niente da mettermi stasera. (Julie va verso l’anticamera, George, gentilmente, ma con fermezza, le prende il braccio quando passa e la gira verso la direzione opposta)

GEORGE       - Non da questa parte, da quella.

JULIE             - Certo, avevo dimenticato. Non vogliamo rovinare la sua reputazione, vero George? (Esce nel giardino)

MAGGIE        - George?

GEORGE       - Sì… sì…

MAGGIE        - Hai detto che non avevi incontrato il ragazzo di Julie…

GEORGE       - (Balbettando) Io… io… io mi ero dimenticato.

MAGGIE        - Dimenticato un vecchio amico? È meglio che telefoni a Brenda.

GEORGE       - A chi?

MAGGIE        - A tua moglie.

GEORGE       - Perché?

MAGGIE        - Per informarla che non cenerai a casa questa sera.

GEORGE       - Ah, sì. (Va al telefono)

MAGGIE        - Dove vi siete conosciuti?

GEORGE       - Chi?

MAGGIE        - Il nome di quel ragazzo. Come si chiama?

GEORGE       - (Impallidisce) Come si chiama? (pensa con fatica)

MAGGIE        - Credevo foste vecchi amici?

GEORGE       - E’ passato molto tempo… non posso ricordarmi di tutto.

MAGGIE        - Ma il suo nome… almeno.

GEORGE       - Il suo nome, certo… eh… Alfred! Sì, il suo nome è questo. Credo… Alfred, o qualcosa del genere. (La signora Puffet entra con il cappello in testa)

S.ra PUFFET - Adesso devo andare.

MAGGIE        - Deve proprio?

S.ra PUFFET - Devo occuparmi di mio marito.

GEORGE       - A metà pomeriggio?

S.ra PUFFET - Non può farne a meno. E se non mi sbrigo, non ce ne sarà più.

GEORGE       - Non più di che cosa?

S.ra PUFFET - Bistecca e rognone.

GEORGE       - Tutto qui.

S.ra PUFFET - Nessuno vuole accompagnarmi giù fino al negozio? Considerando che qualcuno ha urtato il posteriore della mia utilitaria? (Con un sguardo accusatore a George. George si allontana, con aria colpevole)

MAGGIE        - Ma certo, signora Puffet. L’accompagno io. Mi stavo chiedendo se poteva tornare questa sera.

S.ra PUFFET - Tornare qui?

MAGGIE        - Abbiamo invitati a cena. Avrei bisogno di aiuto.

S.ra PUFFET - Non sono sicura di potere…

MAGGIE        - Gliene sarei molto riconoscente…

S.ra PUFFET - E come faccio con mio marito?

MAGGIE        - Non può lasciargli qualcosa in frigo?

S.ra PUFFET - Beh…

MAGGIE        - Per una volta…

S.ra PUFFET - Va bene, d’accordo.

MAGGIE        - L’accompagno al negozio. (Maggie e la signora Puffet escono nell’anticamera. George è arrivato al bar e si sta versando un whisky)

PHIL               - George!…

GEORGE       - (Sussulta) Non gridare così! Ho quasi versato il whisky.

PHIL               - Se n’è andata?

GEORGE       - Se ne sono andati tutti. In tutte le direzioni.

PHIL               - Mio Dio, ti ringrazio. E’ bene che ne prenda uno anch’io.

GEORGE       - Buon’idea! (Versa un altro whisky. Phil si lascia cadere sconsolato, sul divano)

PHIL               - E’ tutta colpa tua.

GEORGE       - Ne ero certo.

PHIL               - Avresti dovuto dirlo subito a Maggie.

GEORGE       - Che volevi il divorzio? Impossibile. Quando Maggie è arrivata a casa, io ero già diventato il padrone di questa casa e Julie ha creduto che Maggie fosse mia moglie e non la tua! (George arriva al divano con i due drink, si siede accanto a Phil che accetta il whisky con gratitudine)

PHIL               - E la povera Julie che si annoia in una casa mezza vuota alla porta accanto!

GEORGE       - Sta disfacendo le valigie. (Beve riflettendo)

PHIL               - Non so perché lo fa. Non c’è niente dove possa mettere la roba. Dobbiamo prendere qualche mobile qui quando Maggie non guarda.

GEORGE       - Sei sicuro che Julie valga tutto questo rischio?

PHIL               - Certo che sì. Ha un visetto così dolce e attraente…

GEORGE       - (Senza entusiasmo) Huh…

PHIL               - Non la trovi irresistibile?

GEORGE       - Huh…

PHIL               - Dobbiamo assolutamente trovare una soluzione, George. (Beve il drink)

GEORGE       - Potremmo discuterne durante la cena.

PHIL               - Sì… (Reagisce) Cosa?

GEORGE       - (Rivolgendosi a Phil, con un grande sorriso) Ma certo, non lo sai?

PHIL               - Che cosa?

GEORGE       - Che sei invitato a cena questa sera.

PHIL               - Dove?

GEORGE       - Qui. Tu e Julie a cena con Maggie e suo marito.

PHIL               - Ma cosa stai dicendo?

GEORGE       - Maggie ha invitato Julie a cena con il suo ragazzo. Il ragazzo, sei tu.

PHIL               - E Julie ha accettato?

GEORGE       - Perché doveva rifiutare? Lei pensa che tu e lei venite a cena con Maggie e me.

PHIL               - Oh!… mio Dio!… (Julie entra dal giardino, è un po’ seccata)

JULIE             - Non c’è niente su cui sedersi.

PHIL               - Come mai?

JULIE             - Hai detto che il divano sarebbe stato consegnato oggi pomeriggio. Me l’avevi promesso.

PHIL               - Sì, è vero.

JULIE             - C’è solo un bar e un televisore.

GEORGE       - Cosa si può desiderare di più? (Beve un sorso di whisky)

JULIE             - Bell’inizio! Già non mantieni le promesse.

PHIL               - Non è vero.

JULIE             - Dov’è il divano, allora?

PHIL               - Eh… E’ qui!

JULIE             - Dove?

PHIL               - Qui! È questo!

JULIE             - Questo?

GEORGE       - Questo?

PHIL               - E’ un ottimo divano.

JULIE             - Sì, ma è di George.

PHIL               - No, è mio…. Nostro…

JULIE             - Tuo e mio?

PHIL               - Sì.

JULIE             - Come mai è qui?

PHIL               - L’hanno portato qui per sbaglio. Quando i facchini sono arrivati, la porta d’entrata era aperta e loro sono entrati direttamente.

JULIE             - Come abbiamo fatto noi?

PHIL               - Esatto. Facile entrare. Facile fare un errore. Immagina la mia sorpresa quando sono arrivato qui, per vedere George, e ho trovato il mio divano.

JULIE             - E dov’è il divano di George?

PHIL               - E’ in tintoria. (George beve)

JULIE             - In tintoria?

PHIL               - Certo! era troppo grande per una lavatrice a gettone. (A George, divertito) Ti immagini!… Girare…. Girare… girare…

JULIE             - Phil.

PHIL               - Sì.

JULIE             - Perché George ha mandato il suo divano in tintoria?

PHIL               - Non lo so. È meglio che lo chiedi a lui. È il suo divano.

GEORGE       - Ketchup e pomodoro.

PHIL               - Cosa?

GEORGE       - Era coperto di ketchup e pomodoro.

PHIL               - Quando non mangia a tavola è un disastro.

JULIE             - Senza il divano sembrerà vuota, la stanza.

PHIL               - (Con paura) Credi?

GEORGE       - Certo.

PHIL               - Può portare qualcosa dal giardino.

GEORGE       - La falciatrice meccanica.

PHIL               - O qualcosa del genere. In ogni modo è quello che merita chi versa del ketchup dappertutto.

JULIE             - Lo porti adesso?

PHIL               - Cosa?

JULIE             - Il divano, caro.

PHIL               - Ah sì, certo. vieni, George. (Sottovoce a George) Prima che torni.

GEORGE       - Sì. Non è molto distante il negozio.

JULIE             - Dal negozio?

PHIL               - Vai ad aprire la porta, cara. Noi usciamo da questa parte.

JULIE             - Va bene. (Julie esce dal giardino. Phil e George si preparano a sollevare il divano)

PHIL               - Sei pronto? Ricominciamo. Preferisci retrocedere o avanzare?

GEORGE       - Retrocedere. Preferisco vedere dove sono stato invece che dove vado. (Phil e George portano il divano fuori dal giardino. Maggie entra dall’anticamera. Non si accorge ancora della mancanza del divano. Ha qualche pacchetto e due bottiglie di vino che porta in cucina. Un uomo entra rapidamente dall’anticamera. Ha circa 47 anni, e porta un’uniforme d’ufficiale dei Vigili del Fuoco. Maggie esce e vede ancora un estraneo nel soggiorno. Si ferma, sorpresa)

BRASSETT    - Ho cercato di raggiungerla.

MAGGIE        - A quanto pare c’è riuscito. Non mi dica che ho parcheggiato in divieto di sosta!

BRASSETT    - Non sono un vigile del traffico, sono un Vigile del Fuoco.

MAGGIE        - Santo cielo! La casa è in fiamme?

BRASSETT    - Eh no…

MAGGIE        - Meno male.

BRASSETT    - La porta d’entrata era aperta ed io sono entrato direttamente.

MAGGIE        - Spero che non abbia lasciato il suo tubo antincendio davanti alla casa.

BRASSETT    - (la guarda perplesso) Oh no… non l’ho portato con me.

MAGGIE        - Allora, cosa ci fa qui?

BRASSETT    - Sto cercando una persona.

MAGGIE        - Qualcuno in particolare?

BRASSETT    - Sì, Julie, naturalmente.

MAGGIE        - Julie? (Salta alla conclusione sbagliata) Oh… capisco! Quindi lei deve essere… mi scusi! (Dandogli la mano) Come sta? (Si stringono la mano) Mi scusi, ma lei non è proprio il tipo che mi aspettavo.

BRASSETT    - Perché - lei sapeva che sarei venuto?

MAGGIE        - Certo! Julie mi ha raccontato tutto di lei.

BRASSETT    - E io che credevo di farle una sorpresa.

MAGGIE        - Julie non mi ha detto che lei sarebbe arrivato in uniforme… ed è geniale, veramente geniale. Si accomodi! (Indica il posto del divano e per la prima volta, si rende conto che non c’è più) Dov’è andato a finire? (Si guarda in giro. Il signor Brassett sembra sempre più perplesso davanti a questa strana signora) Beh… non ha nessuna importanza. Presto o tardi salterà fuori. Ecco… si sieda qui. (Maggie porta la sedia della scrivania dov’era il divano. Brassett si siede, a disagio, sulla sedia)

BRASSETT    - Grazie.

MAGGIE        - Lasci che io sia la prima a congratularmi!

BRASSETT    - Grazie. E’ molto gentile. Si tratta di un piccolo onore.

MAGGIE        - Mi scusi?

BRASSETT    - Sono stato promosso ufficiale solamente da una settimana. Ecco perché porto la divisa. (Sorride con modestia)

MAGGIE        - Volevo dire, congratulazioni per Julie.

BRASSETT    - Julie? Beh, ci ho fatto l’abitudine ormai. Ci conosciamo da un bel po’ di tempo, sa? (Ride del proprio umorismo)

MAGGIE        - Credevo che non la conoscesse da molto tempo…

BRASSETT    - (Perplesso di nuovo) Non capisco…

MAGGIE        - Ad ogni modo, spero che sarà felice di vivere con Julie.

BRASSETT    - Oh no… non vivrò con lei.

MAGGIE        - Ma credevo che aveste appena traslocato…

BRASSETT    - Lei non mi vuole tra i piedi continuamente. Occasionalmente le faccio qualche visita.

MAGGIE        - Santo cielo, questa è un’idea molto moderna…

BRASSETT    - Sono molto contento che lei sia potuta venire e preparare tutto. (Prendendo il portafogli) Quanto le debbo?

MAGGIE        - Mi scusi?

BRASSETT    - Lei non è la donna di servizio?

MAGGIE        - No, niente affatto… Veramente signor..

BRASSETT    - Brassett.

MAGGIE        - Signor Brassett, questa è la mia casa.

BRASSETT    - La sua casa? Ma io credevo… Questo è il numero 6?

MAGGIE        - No. È il numero 4. Il numero 6 è la porta accanto.

BRASSETT    - (Imbarazzato) Sono veramente dispiaciuto. Credevo che fosse qui. E quando ho visto la porta aperta, e “Benvenuto” sullo zerbino… sono…

MAGGIE        - E’ entrato direttamente.

BRASSETT    - Precisamente. (Phil e George entrano dal giardino. Reagiscono alla vista di un uomo in uniforme seduto su una sedia al centro del soggiorno)

PHIL               - Buon Dio!… C’è la polizia!

BRASSETT    - No, no! (Con orgoglio) Vigile del Fuoco.

PHIL               - Ah bene… E’ un’altra cosa… (Maggie sorride a Phil e a George con entusiasmo)

MAGGIE        - Ha messo apposta l’uniforme.

PHIL               - (Improvvisamente) Sul serio? Hai sentito George? Ha messo l’uniforme apposta. (A Brassett) Molto gentile da parte sua.

MAGGIE        - E’ diventato ufficiale solo da una settimana.

PHIL               - Hai sentito George? È ufficiale da otto giorni.

GEORGE       - Non si  vede.

PHIL               - No.

GEORGE       - Non l’avrei immaginato.

PHIL               - No. Si giri. (Ubbidiente Brassett si gira)

GEORGE       - Gli sta a pennello. Come un paio di guanti di gomma.

MAGGIE        - Julie sa che è qui?

PHIL               - Julie?

MAGGIE        - Non l’ha visto arrivare?

PHIL               - Non credo.

MAGGIE        - E’ meglio che tu vada a dirglielo.

PHIL               - Sicuramente avrà già visto un Vigile del Fuoco.

BRASSETT    - No, non glielo dica. Faccio un giro e le faccio una sorpresa!

PHIL               - Una sorpresa? La spaventerà a morte!

MAGGIE        - Non fare lo sciocco! Sarà felicissima di vederlo.

PHIL               - Sei sicura?

MAGGIE        - Ma certo!

PHIL               - Non sapevo che avesse un debole per le uniformi.

MAGGIE        - Non gli faccia caso, signor Brassett.

PHIL               - Brassett! (A George) Io conosco uno che si chiama Brassett.

MAGGIE        - Scommetto che sei contento di vederlo, vero Phil?

PHIL               - D’accordo, se lo dici tu. Felice di vederla, signor Brassett.  (Gli dà la mano)

MAGGIE        - Non essere così formale, ti prego! Non lo chiamavi signor Brassett ai vecchi tempi.

PHIL               - Non lo chiamavo così? (A George) Di che cosa sta parlando?

GEORGE       - Non ne ho idea.

MAGGIE        - Certamente ricorderai i vecchi tempi.

PHIL               - No.

MAGGIE        - Ma tu li ricordi, vero George?

GEORGE       - Perché dovrei?

MAGGIE        - E sono sicura che tu allora non lo chiamavi signor Brassett.

PHIL               - Non lo chiamavo affatto.

MAGGIE        - Non dirmi che hai dimenticato?

PHIL               - Sì, tutto… vuoto totale!

MAGGIE        - (A Brassett) Dimenticano le cose così facilmente… Prima chiedevo a George notizie di lei…

BRASSETT    - Davvero?

PHIL               - E’ vero?

GEORGE       - Credo di no.

MAGGIE        - E gli ci è voluto un secolo per ricordarsi il suo nome.

GEORGE       - (Che realizza) Oh mio Dio!

BRASSETT    - Percy.

MAGGIE        - Cosa dice?

BRASSETT    - E’ il mio nome.

MAGGIE        - Percy?

BRASSETT    - Sì.

MAGGIE        - Non Alfred?

BRASSETT    - Cosa?

MAGGIE        - Alfred.

BRASSETT    - Percy.

MAGGIE        - George!

PHIL               - Questo è il tuo nome.

GEORGE       - Purtroppo!

MAGGIE        - George, è Percy!

GEORGE       - Beh, è passato tanto di quel tempo. L’avrò dimenticato. (a Phil) Ma che ti prende?

PHIL               - Mi sento male.

BRASSETT    - Io vado a cercare Julie. (si alza)

GEORGE       - E’ meglio che ti sieda.

BRASSETT    - Ma mi sono appena alzato.

GEORGE       - Non lei! Phil!

                                   (Brassett riporta la sedia alla scrivania)

PHIL               - Eh?

GEORGE       - Siediti!

MAGGIE        - E dove? Il divano non c’è più.

                                   (Phil assume un’espressione esageratamente stupita)

PHIL               - Eh?

MAGGIE        - E’ sparito. Non lo avevi portato in giardino?

PHIL               - No, assolutamente!

BRASSETT    - Meglio che vada da Julie. (va verso l’anticamera)

MAGGIE        - Allora, si può sapere che fine ha fatto?

PHIL               - Quelli della tintoria! L’hanno portato via loro.

MAGGIE        - La tintoria?

BRASSETT    - Posso uscire dalla porta d’ingresso?

MAGGIE        - No. Si sieda! (spinge con fermezza Brassett a sedersi sulla poltrona e si volta verso Phil) Perché l’hanno portato via?

PHIL               - Ecco, capisci, cara, c’erano quelle orribili macchie…

                       

GEORGE       - Sì, rosse.

BRASSETT    - (Allarmato, si alza) Fuoco?

MAGGIE        - Taci. (Brassett si siede)

PHIL               - Li ho chiamati, e sono venuti davanti alla porta con un furgoncino e l’hanno portato via.

MAGGIE        - Adesso come facciamo?

PHIL               - Ci sono molte sedie nel giardino.

MAGGIE        - Non staremo nel giardino.

PHIL               - Portiamole dentro!

MAGGIE        - Sono sedie tubolari. Abbiamo invitati a cena.

PHIL               - Bene, telefona e annulla tutto!

BRASSETT    - (Alzandosi) Posso andare adesso?

MAGGIE        - No, si sieda! (Si siede di nuovo) Non possiamo annullare tutto! È una villanata! (A Brassett con un sorriso) Ci vediamo più tardi, allora Alfredo!

BRASSETT    - Percy.

MAGGIE        - Lei viene a cena stasera.

PHIL e GEORGE – (Insieme) Cosa?

BRASSETT    - (Si alza sorpreso) Qui?

MAGGIE        - Sì…

PHIL               - (A George) Non ho mai cenato con un pompiere… Ogni volta che accenderemo un cerino cercherà subito il sifone della soda. Perché viene a cena?

MAGGIE        - Non fare lo sciocco Phil. È con Julie!

PHIL               - Con Julie?

MAGGIE        - Sì.

BRASSETT    - Non so se potrò restare.

PHIL               - Signore, ti ringrazio!

BRASSETT    - Potrebbero chiamarmi per un’emergenza…

PHIL               - Certo, la città può essere in fiamme!

MAGGIE        - Ma questa è una notte importante per lei, Alfred!

BRASSETT e MAGGIE – (Insieme) Percy!

MAGGIE        - La prima notte nel vostro nido d’amore... Lo so che non siete ancora sposati, ma siamo in tempi moderni e noi non abbiamo pregiudizi!

BRASSETT    - (Offeso) No, attenzione! Sono un semplice pompiere, ma conosco le regole morali!

PHIL               - E’ più informato di me!

MAGGIE        - Vuol dire che non è vero?

BRASSETT    - Vorrei sapere chi ha detto queste cose. Voglio che sappiate che sono un uomo rispettabile!

GEORGE       - Allora che diavolo ci fa qui?

MAGGIE        - Ci vediamo più tardi, Percy?

BRASSETT    - Devo chiederlo a lei.

MAGGIE        - Lei ha già accettato.

PHIL               - (A George) Cosa diavolo sta succedendo? (Julie entra dal giardino. Brassett la vede e sorride felice)

BRASSETT    - Julie! (Julie lo vede ed esplode di gioia)

JULIE             - Che meravigliosa sorpresa! (Corre incontro a Brassett. Phil e George guardano atterriti)

PHIL               - Vuol dire che tu conosci veramente questo pompiere?

JULIE             - Certo che lo conosco. Lo conosco e lo amo.

PHIL e GEORGE – (Insieme) Cosa?

BRASSETT    - Julie!

JULIE             - Papà! (Julie e suo padre si abbracciano. Maggie li guarda sorpresa. Phil e George si guardano allarmati)

PHIL               - Suo padre?

BUIO


SCENA 2

Più tardi. La stessa sera. Un piacevole sole estivo filtra attraverso le finestre. Maggie entra dal giardino portando due sedie tubolari da giardino. Le apre sul posto lasciato dal divano. Cerca di spostarle per renderle più attraenti, ma non è soddisfatta del risultato. Indossa un grembiule. La signora Puffet entra dall’anticamera con il cappello in testa.

S.ra PUFFET - Non era contento.

MAGGIE        - (Concentrata sulle sedie) Eh?

S.ra PUFFET             - Io qui e lui a casa… (Va a chiudere una delle sedie da giardino) Queste devono stare nel capanno.

MAGGIE        - Abbiamo invitati a cena. (Apre di nuovo la sedia)

S.ra PUFFET - Lo so. Allora, cara signora, si prepari ed io rimetto queste sedie dove devono stare. (Ricomincia a chiudere la seconda sedia)

MAGGIE        - (Fermandola) Ma non c’è niente su cui possono sedersi! (Riapre le sedie)

S.ra PUFFET - Ma cosa dice?

MAGGIE        - Ma non ha ancora visto? (La s.ra Puffet nota il vuoto del divano)

S.ra PUFFET - Chi ha preso il divano?

MAGGIE        - Mio marito l’ha mandato dal tintore.

S.ra PUFFET - (Dubbiosa) Ah sì?

MAGGIE        - Beh… Così ha detto.

S.ra PUFFET - Secondo me lavora troppo.

MAGGIE        - Ecco perché devo usare queste. (Aggiusta la posizione delle sedie)

S.ra PUFFET - Ha dimenticato la poltrona in camera sua? Possiamo portarla giù.

MAGGIE        - Ci ho pensato. Ma sembra che sia sparita anche quella. Mentre ero in bagno.

S.ra PUFFET - Non avrà per caso mandato anche quella in tintoria?

MAGGIE        - Spero di no. Per di più lui e George sono spariti anche loro.

S.ra PUFFET - Se vuole il mio parere, c’è qualcosa di strano. Si sono comportati in modo molto furtivo questo pomeriggio.

MAGGIE        - Lo ha notato anche lei?

S.ra PUFFET - Oh sì. Molto furtivo (Va verso la cucina)

MAGGIE        - A proposito, si ricorda quel vecchio guardaroba nella camera degli ospiti?

S.ra PUFFET - Quello con la porta scardinata?

MAGGIE        - Esatto. Non l’abbiamo dato in beneficenza, per caso?

S.ra PUFFET - No. I boyscout dovevano venire con il loro furgone, ma nessuno li ha visti ed io non potevo caricarlo sulla mia utilitaria. (Sparisce in cucina)

MAGGIE        - (Dubbiosa) E’ quello che pensavo. (Esce nell’anticamera e sale le scale. Appena è sparita, Phil e George entrano dal giardino. Sono entrambi senza fiato e George si tiene la schiena che gli fa male)

GEORGE       - Oh, Dio… Credo di aver fatto una pazzia! Non sono adatto per fare il trasporto dei mobili.

PHIL               - Smettila di lamentarti! Erano piccole cose!

GEORGE       - Per te quel guardaroba era una cosa piccola? Era così pesante che quando abbiamo attraversato il giardino, mi sembrava di stare sulle sabbie mobili! (Si siede sulla sedia, esausto) Credi che Maggie abbia visto?

PHIL               - Non dire sciocchezze. Era in  bagno. Non poteva vedere da là.

GEORGE       - A meno che avesse il radar…

PHIL               - Non mi sorprenderebbe affatto. (Sorride) Mi  chiedo che cosa avranno pensato i vicini…

GEORGE       - Lascia perdere i vicini! Che cosa penserà Maggie quando scoprirà che la sua poltrona è sparita.

PHIL               - (Con logica) Non potevo lasciare la povera Julie senza alcun mobile. E poi non conosci Maggie, non si accorgerà neanche che è sparita.

GEORGE       - Vuoi scommettere?

PHIL               - Diecimila.

GEORGE       - D’accordo. (Guardano tristemente nel vuoto seduti uno vicino all’altro su due sedie come se fossero sulla spiaggia)

PHIL               - Non ho mai pensato che un giorno avrei avuto un pompiere come suocero…

GEORGE       - Lo conoscerai meglio durante la cena.

PHIL               - (Reagisce) Oh mio Dio… Avevo dimenticato tutto di questa disgraziata cena. Cosa devo fare, George? Come posso essere il marito di Maggie e il ragazzo di Julie allo stesso tempo? Dovrai dirglielo.

GEORGE       - A chi?

PHIL               - A Maggie!

GEORGE       - Che dosa dovrei dirle?

PHIL               - Di Julie!

GEORGE       - Non posso farlo.

PHIL               - Perché no? Capirà. Come sempre.

GEORGE       - Sì. Ma prima erano semplici ragazze.

PHIL               - Perché, Julie non è una ragazza?

GEORGE       - Non è la stessa cosa. Le altre volte si trattava di avventure passeggere e sei sempre rimasto sposato con Maggie. Ma questa volta se ho ben capito si tratta di allarme rosso.

PHIL               - Senti, io credevo che fossi dalla mia parte!

                                    (Un breve silenzio. Hanno l’aria un po’ anacronistica, seduti fianco a fianco su due sedie da giardino come se si trovassero su una spiaggia)

                        (alla fine, con tono sognante) Se almeno non l’avessi vista su quell’autobus numero 49!

GEORGE       - (distratto) Eh?

PHIL               - E’ lì che l’ho conosciuta. Ricordi?

GEORGE       - Oh, sì…

PHIL               - Portava un cappellino giallo e stivaletti scamosciati.

GEORGE       - Non doveva certo passare inosservata.

PHIL               - Ti prego, George!

GEORGE       - Scusami.

PHIL               - Mi sedetti accanto a lei e capimmo subito che avevamo qualcosa in comune.

GEORGE       - Perché - anche tu portavi un cappello giallo?

PHIL               - Fai anche lo spiritoso, se vuoi, ma io ho capito subito che questa era la grande occasione della mia vita.

GEORGE       - Beh, la prossima volta prendi un taxi e accontentati delle piccole occasioni. (Stanco) Phil, quando la smetterai di fare tutto questo?

PHIL               - Che cosa?

GEORGE       - Correre la cavallina in questo modo. Perché non guardi le partite di pallone o giochi a tennis o che so io? Lascia perdere il sesso per un po’.

PHIL               - George, mi dispiace per te. Credimi. Sei così materialista! Io invece sono un romantico. (Sognando) Non posso resistere ad un dolce attraente, piccolo viso.

GEORGE       - Ma non puoi innamorarti di tutte! Anche se sono sull’autobus 49!

PHIL               - Avrei dovuto nascere in un’altra epoca. Quando un uomo consegnava il biglietto da visita e si presentava…

GEORGE       - Il tuo tipografo avrebbe avuto un bel da fare!

                                    (Maggie scende dal piano superiore. È venuta per prendere le sigarette ed altre cose per gli invitati. Vede George e Phil seduti vicini sulle sedie da giardino)

MAGGIE        - Sembrate esausti. Non ditemi che il ragazzo di Julie vi ha fatto correre intorno alla casa?

GEORGE       - Solo un po’. (Si tocca la schiena che gli fa male)

MAGGIE        - E’ meglio che vi rinfreschiate un po’ prima che arrivino gli invitati.

PHIL               - Ah, a proposito… Il fatto… è…

MAGGIE        - Come mai non mi avete detto che il padre di Julie era un pompiere. L’avevo preso per il suo ragazzo. Pover’uomo! Deve essere stato così imbarazzato… In ogni modo, ho detto dalla signora Puffet di mettere un posto in più.

PHIL               - No!

MAGGIE        - Cosa?

PHIL               - Non credo che questa cena sia un’idea felice.

MAGGIE        - Ma ho fatto venire apposta la signora Puffet. E poi, ormai gliel’ho detto.

PHIL               - (speranzoso)  Forse non possono venire?

MAGGIE        - Possono. Hanno accettato.

PHIL               - Ma lui non c’è.

MAGGIE        - Chi?

PHIL               - Lui. Il ragazzo di Julie.

MAGGIE        - Era qui, proprio poco fa.

PHIL               - (nervosamente) Davvero?

MAGGIE        - Beh, ho visto delle persone gironzolare.

PHIL               - (allarmato) Dove?

MAGGIE        - Nella casa accanto.

GEORGE       - Ah, sì! Erano degli uomini. Consegnavano delle cose. E adesso se ne sono andati.

PHIL               - E anche lui!

MAGGIE        - Il ragazzo di…?

PHIL               - Sì. In un secondo.

MAGGIE        - Avevi detto che aveva appena fatto un paio di giri con te.

PHIL               - Sì, ma poi si è stufato e se l’è filata.

MAGGIE        - Tornerà.

PHIL               - Ne dubito.

MAGGIE        - La cena è pronta.

PHIL               - Può andare a cena fuori, no? Dal cinese all’angolo. Perciò è inutile. Basta disdire la cena.

MAGGIE        - Non farò niente del genere. Non ne vedo l’ora. Sarà bello conoscere gente nuova.

PHIL               - Sì, può darsi. Voglio dire – sì, certo! (improvvisamente) Santo cielo, avevo quasi dimenticato…

                                               (Maggie e George lo guardano sorpresi)

MAGGIE        - Che ti prende?

PHIL               - (emette un suono misterioso) Resta dove sei! Torno fra un secondo. Vado in anticamera. Torno subito. Sono fuori in anticamera, vado a prenderli e li porto dentro.

MAGGIE        - Ma di che stai parlando?

PHIL               - Scommetto che te n’eri dimenticata, eh? (Phil esce in anticamera)

                                               (George si sporge a guardare in anticamera. Maggie lo guarda)

MAGGIE        - George, hai l’aria sempre più furtiva.

GEORGE       - Tu credi?

MAGGIE        - Sei più piccolo di un’ora fa. (va a prendere due bicchieri dal mobile bar)

GEORGE       - (raddrizzandosi) No, non è vero1

                                    (Phil ritorna con un mazzo di fiori, con l’aria di un gatto che ha appena rubato il gelato. Li porta a Maggie, con un inchino. Maggie si volta e vede i fiori)

MAGGIE        - (all’improvviso) Perché diavolo…?

PHIL               - Oh, è fantastico. Davvero fantastico. Sì. Mi piace. Mi piace proprio. Hai sentito, George? Che cosa fai lì impalato a quel modo?

                                   (George si rilassa e scivola via)

                        I giorni romantici sono bell’e passati.

MAGGIE        - Dove li hai trovati?

PHIL               - Non li ho trovati da nessuna parte! Per chi mi hai preso? C’è uno all’angolo vicino alla stazione. Un vecchietto con un abito grigio. Circondato da fiori.

MAGGIE        - E’ sempre là. Li vende. (Lei posa due bicchieri su un vassoio sul tavolino)

PHIL               - Lo so! Per questo ci sono andato.

MAGGIE        - Vuoi dire che li hai davvero comperati?

PHIL               - Certo che li ho comprati!

MAGGIE        - Ma se abbiamo il giardino pieno di fiori!

PHIL               - Era un pensiero!  Beh, li prendi o no?

MAGGIE        - Vuoi dire che sono per me?

PHIL               - Beh, ho smesso di comprare fiori per George molto tempo fa!

MAGGIE        - Ma perché me?

PHIL               - Sei mia moglie!

MAGGIE        - Sì, certo. Che sciocca. L’avevo dimenticato. Beh, sei molto gentile, tesoro. (lo bacia lievemente) Grazie tante. E’ stato un gentile pensiero, lo apprezzo molto, e adesso dimmi che cosa ti passa per la mente.

PHIL               - Ecco! Lo sapevo! Hai dimenticato.

MAGGIE        - Dimenticato che cosa?

PHIL               - Che giorno è oggi!

MAGGIE        - (ci pensa su) Beh, non è Natale, e il mio compleanno è in marzo…

PHIL               - (incomincia a perdere la pazienza) L’anniversario del matrimonio!

MAGGIE        - Di chi?

PHIL               - Il nostro!

GEORGE       - Oh, mio Dio…! (si lascia cadere sulla poltrona, disperato)

PHIL               - Perciò questi sono per te! (glieli porge con un certo cattivo garbo)

MAGGIE        - Aaaah… Sei stato molto carino a ricordartene, tesoro. Non l’hai mai fatto prima. (prende i fiori) Beh, sicuramente passeremo una bella serata. Abbiamo molto da festeggiare. Julie e il suo ragazzo che si sposano, e noi due il nostro anniversario.

GEORGE       - (infelice) Vorrei un drink…

MAGGIE        - E’ solo un peccato che tu abbia scelto oggi per mandare a pulire il divano.

PHIL               - Come potevo immaginare che avresti invitato due perfetti estranei a cena…

GEORGE       - Tre!

PHIL               - Eh?

GEORGE       - Il pompiere, dove lo metti?

MAGGIE        - A proposito, che fine ha fatto la poltrona?

PHIL               - Quale?

MAGGIE        - Quella della camera da letto.

PHIL               - Ah, sì. Quella. Già. Ce n’erano due.

MAGGIE        - E adesso ce n’è una sola,

GEORGE       - Non credevo che se ne sarebbe accorta, e tu, Phil?

                                               (Phil gli lancia un’occhiata e poi cerca di riparare alla gaffe)

PHIL               - Credevo che sarebbe stato un gesto gentile. Povera ragazza. Una grande camera da letto e neppure un posto dove sedersi. Mi sono sentito coinvolto. Con due poltrone… E così gliene ho prestata una.

MAGGIE        - (realizzando) Oh – Julie?

PHIL               - Sì.

MAGGIE        - E anche il vecchio armadio?

PHIL               - Beh, quello lo avremmo regalato ai Boy Scouts, comunque. (Si rivolge disperato a George) George, dovrai dirglielo!

                                    (In questo momento Julie entra dal giardino. Ha la lampo del vestito aperta sulla schiena)

JULIE             - Non fai che sparire! Ti dispiace venire ad aiutarmi a vestirmi?

                                    (Tutti la guardano. Una breve pausa. Poi Phil lentamente si volta e guarda George, passandogli la patata bollente. George vede lo sguardo di Phil, realizza il pensiero di lui e distoglie lo sguardo. Phil va lentamente verso George, cercando di attirare la sua attenzione. Come un radar, sente avvicinarsi la mano di lui e lentamente tenta di sottrarsi)

PHIL               - (alla fine) George… sta parlando con te…

GEORGE       - (nervosamente) Ah, sì?

JULIE             - Non riesco a tirare su la lampo.

PHIL               - George!

GEORGE       - Sì?

PHIL               - Stai attento! Julie ha bisogno che le tiri su la lampo.

                                    (Phil costringe George, riluttante, ad alzarsi e lo spinge con garbo e con fermezza verso Julie. Molto imbarazzato, George si alza e va da Julie. Comincia a chiuderle la cerniera. Julie, naturalmente, è un po’ sorpresa.

JULIE             - Oh, grazie, George! Ma io volevo dire…

PHIL               - E’ un esperto! Ha molta pratica!

JULIE             - Ah, sì certo. Scommetto che  apre e chiude sempre le sue cerniere, vero Maggie?

MAGGIE        - Solamente quando è molto ubriaco.

JULIE             - (A Phil) E’ meglio che ti sbrighi se devi farti un bagno. (Maggie è sorpresa)

PHIL               - (Nervosamente) Un bagno?

JULIE             - Prima di cena non vai a farti un bagno?

PHIL               - Sì, credo di sì.

MAGGIE        - Ma certo, Phil! È meglio che ti sbrighi a salire prima che si raffreddi. Ho aperto l’acqua  calda cinque minuti fa.

JULIE             - (Sorpresa) E’ molto gentile da parte sua! Ma  può fare benissimo il bagno in casa nostra.

MAGGIE        - A casa sua?

JULIE             - Perché no? (Sorpresa, Maggie guarda verso George, in attesa di una spiegazione. George si gira e guarda con insistenza il bar. Maggie si rivolge nuovamente a Julie)

MAGGIE        - Oh. Non vorrà Phil tra i piedi nel suo bagno quando è appena arrivata. Un’altra volta, magari.

GEORGE       - Sì, è molto agitato nel bagno. Innaffia tutto come una foca!

MAGGIE        - E poi ho già sciolto i sali da bagno per lui.

JULIE             - Bene, è molto gentile da parte sua. Vado solo a prendergli un asciugamano

MAGGIE        - Un asciugamano?

JULIE             - E’ il minimo che possa fare!

MAGGIE        - E’ molto gentile la sua offerta, ma non si preoccupi. Di sopra abbiamo una quantità di asciugamani.

JULIE             - Va bene così, Phil?

PHIL               - Sono contento di fare il bagno qui. Cambia un po’.

MAGGIE        - Cosa?

PHIL               - Rispetto al mattino! Generalmente faccio il bagno al mattino.

JULIE             - Peccato però!

MAGGIE        - Perché?

JULIE             - Avevo preparato anch’io l’acqua calda.

MAGGIE        - Gente molto gentile in periferia.

JULIE             - Trovo vergognoso sprecare l’acqua così.

MAGGIE        - E’ vero. (Si gira verso George) George! Non vuoi andare a fare il bagno nella casa accanto?

GEORGE       - Perché?

MAGGIE        - Phil fa il bagno qui, quindi non c’è posto per te.

GEORGE       - Ma io non voglio fare il bagno.

PHIL               - Invece lo farai! Tu non mangi senza esserti lavato e pettinato.

JULIE             - Benvenuto George, se le fa piacere.

MAGGIE        - Aspetti un momento, Julie! E suo…

PHIL               - Sì. Non vuole fare il bagno?

JULIE             - Non credo. Vuole sempre i suoi abiti addosso nel caso ci sia un’emergenza.

MAGGIE        - Veramente? Bene. Allora tutto è deciso… Phil, tu fai il bagno qui. George fa il bagno nella casa accanto ed io vado a prenderti un asciugamano. (Va verso l’anticamera)

JULIE             - Non si scomodi! Ci sono molte salviette di Phil da me. (Guarda le due sedie del giardino. Maggie si ferma e torna da Phil)

MAGGIE        - Cosa fanno le tue salviette nell’appartamento accanto?

PHIL               - Regalo di nozze.

MAGGIE        - E’ un po’ prematuro.

PHIL               - Sono sempre stato un po’ impulsivo.

JULIE             - Sembra un po’ strano il salone senza divano.

MAGGIE        - Glielo avevo detto di non mandare il divano in tintoria! (Phil va con entusiasmo vicino alle sedie da giardino)

PHIL               - Non c’è niente di strano con queste sedie da giardino. Possiamo immaginare di essere nel sud della Francia, o in Italia, fuori, al sole ad abbronzarci con l’Ambra Solare e guardare la gente che passa.

MAGGIE        - Ma noi siamo qui. Dobbiamo fare una cena, non un viaggio organizzato da un’agenzia. Sarò un po’ all’antica ma in casa, preferisco avere un divano che due sedie tubolari.

JULIE             - Ho una meravigliosa idea!

GEORGE       - (A Phil) Vuole che facciamo tutti il bagno in casa sua!

PHIL               - Splendida idea! Tutti assieme come una squadra di calcio!

JULIE             - Le presto il mio divano. (Gli uomini smettono di ridere)

MAGGIE        - Oh, non posso accettare!

PHIL               - Certo che non si può!

JULIE             - (A Maggie) Ma noi non lo useremo questa sera perché saremo qui per la cena!

MAGGIE        - Oh no, troppo disturbo!

JULIE             - No… Phil e George possono portarlo attraverso il giardino.

MAGGIE        - Ma non ci passerà dalla finestra, Julie.

JULIE             - Ma sì che passerà. E’ semplicissimo.

MAGGIE        - Ne è sicura?

JULIE             - Sì.

MAGGIE        - E come fa a saperlo?

JULIE             - Perché…

PHIL               - E’ la stessa della porta accanto. Sono identiche.

JULIE             - E l’hanno già fatto prima…

MAGGIE        - Chi l’ha fatto?

PHIL               - Due uomini robusti con la tuta.

MAGGIE        - In questo caso forse posso accettare. Se è sicura che non le pone problemi…

JULIE             - Ma certo che non ho problemi. Sarà una piccola occasione per me di ripagarla per la sua gentilezza.

MAGGIE        - (Modestamente) Sì. Dopotutto, anch’io le ho prestato la poltrona della mia camera da letto.

JULIE             - Phil?

PHIL               - E’ meglio che vada a fare il bagno prima che l’acqua sia gelata.

JULIE             - E’ meglio che spostiate il divano prima.

PHIL               - Ah sì. (Guarda le sedie del giardino) A me piacciono queste sedie, e a te, George?

GEORGE       - Sì, belle sedie di classe.

JULIE             - Il divano!

PHIL               - Il divano, sì! D’accordo! Vieni, George? (George e Phil escono dal giardino a piegare le sedie )

MAGGIE        - Sono bravi ragazzi.

JULIE             - Sì. E devo dire che sarà bello avere George nella casa accanto alla nostra.

MAGGIE        - Non sapevo che George traslocasse!

JULIE             - Ma non ho detto che George trasloca. Ho detto che noi traslochiamo nella casa accanto a George!

MAGGIE        - (Cerca di capire) Vuol dire che pensava di traslocare di nuovo? È appena arrivata! Non vuole mettere radici? Allora preferisce una vita da zingari? Spostarsi continuamente, da un posto all’altro?

JULIE             - Mi scusi, ma non riesco a seguirla…

MAGGIE        - Dopotutto, può essere divertente… Un bella scintillante roulotte… rossa e gialla, con l’ottone che brilla… Suo padre ha per caso del sangue gitano?

JULIE             - Io… io non credo.

MAGGIE        - Pensavo che potesse incidere sul suo spirito avventuroso. Arruolarsi nel Corpo dei Vigili del Fuoco e tutto il resto…

JULIE             - Oh no! A  lui piacciono solo i falò.

MAGGIE        - Capisco. In ogni modo, sono contenta che venga a cena questa sera!

JULIE             - Mio padre?

MAGGIE        - L’ho invitato.

JULIE             - E’  stato gentile da parte sua, ma lui si sente a casa solamente quando è in una caserma di pompieri.

MAGGIE        - Peccato che non abbia una tappezzeria rossa. (Ride) In ogni modo, Alfred sarà qui a fargli compagnia.

JULIE             - Alfred?

MAGGIE        - Ritornerà in tempo per la cena, vero?

JULIE             - Chi è Alfred?

MAGGIE        - Non mi dica che ho avuto il nome sbagliato?

JULIE             - Il nome di chi?

MAGGIE        - Il nome del suo ragazzo.

JULIE             - Non si chiama Alfred.

MAGGIE        - Il secondo nome, forse? (Phil e George  entrano portando il divano)

PHIL               - Dove volete che lo mettiamo? Qui o là? (Cercando deliberatamente di metterlo lontano dal posto usuale)

MAGGIE        - Al solito posto!

PHIL               - Al solito posto, George!

GEORGE       - Al solito posto… (Posano il divano)

JULIE             - Ecco fatto! Così va meglio, no? (Maggie va a controllare il divano)

MAGGIE        - Bene, questa è la prova che abbiamo molte cose in comune, Julie!

JULIE             - Eh?

MAGGIE        - La scelta dell’identico divano!… E adesso, devi veramente andare a fare il tuo bagno, Phil. La schiuma ormai sarà arrivata a metà scala.

PHIL               - Sì, certo.

GEORGE       - Ed io farò il mio. (Entrambi escono in direzioni diverse)

JULIE             - Phil, vuoi che venga a grattarti la schiena? (Reazione generale. Una pausa)

PHIL               - Non posso permetterlo.

GEORGE       - Perché no?

PHIL               - Perché ho una spazzola molto lunga. (Realizza quello che ha detto e sale subito al piano superiore. George ride, Julie lo guarda)

GEORGE       - E’ vero, l’ho vista. (Esce dal giardino. Julie si gira verso Maggie con un sorriso)

JULIE             - Lo sa - lei è molto fortunata ad essere sposata con un tipo come George.

MAGGIE        - Perché, pensa che sono simili?

JULIE             - E’ molto dolce.

MAGGIE        - Sì.

JULIE             - Vado a prendere un asciugamano per George. (Esce dal giardino)

MAGGIE        - Che strana ragazza! (La signora Puffet entra dalla cucina; ha un’aria serena)

S.ra PUFFET - Quanti sono allora? Cinque o sei per la cena?

MAGGIE        - Ah, vediamo… Quattro di sicuro, probabilmente cinque, ma se il pompiere si fa vivo…

S.ra PUFFET             - (Vede il divano) Non è stato molto tempo dal tintore! Devono averlo mandato espresso!

MAGGIE        - Ma non è il nostro.

S.ra PUFFET - E’ esattamente uguale.

MAGGIE        - E’ quello che ho pensato anch’io. Ma uno dei nostri invitati ce l’ha prestato per questa sera.

S.ra PUFFET             - (Dubitativa) Ah sì? (Va in cucina dando un altro sguardo sospettoso al divano. Maggie porta le sedie del giardino fuori. Greta entra dall’anticamera e si guarda attorno. È una donna bionda sui 25 anni. È molto arrabbiata)

GRETA           - Allora, dov’è?

MAGGIE        - Mi scusi?

GRETA           - Aspetti che lo trovi.

MAGGIE        - Che cosa le fa pensare che lo troverà qui?

GRETA           - Questo è il numero 4?

MAGGIE        - Sì… ma…

GRETA           - Proprio come pensavo. E la porta di casa era aperta.

MAGGIE        - Così è entrata…

GRETA           - Già. Il campanello non funziona.

MAGGIE        - Domani telefonerò per farlo riparare.

GRETA           - Sono veramente stufa di lui.

MAGGIE        - Sì, lo vedo! (Curiosa) Vuol dirmi di che cosa si tratta?

GRETA           - Oh no… non voglio interrompere il suo lavoro, vedo che lei è molto occupata! (Mostra il grembiule di Maggie)

MAGGIE        - Non importa! Ho diritto a una pausa di tanto in tanto.

GRETA           - Doveva stare con me questa sera!

MAGGIE        - Davvero?

GRETA           - Me l’aveva promesso…

MAGGIE        - Mia cara, gli uomini sono così distratti…

GRETA           - Avevo preparato apposta la cena a casa questa sera! Lo sapeva, il porco!

MAGGIE        - La cena a casa? (Sbaglia la conclusione) Oh, adesso capisco… so chi è lei…. Mi scusi, non avevo realizzato… non le ha telefonato?

GRETA           - No.

MAGGIE        - E’ colpa mia. Gli ho chiesto di restare qui a cena. Mi è sembrata una buona idea dal momento che si conoscono tutti così bene… pensavo che le avesse telefonato… io gliel’avevo detto.

GRETA           - Non l’ha fatto.

MAGGIE        - Dimentica tutto. In ogni modo, mi fa piacere di conoscerla finalmente. (Le porge la mano)

GRETA           - Ecco, io…

MAGGIE        - Insisto! È il minimo che posso fare!

GRETA           - Allora è qui?

MAGGIE        - Sì. È nel bagno della casa accanto.

GRETA           - (Ancora più perplessa) Problemi con le tubazioni?

MAGGIE        - Scusi?

GRETA           - Qui…

MAGGIE        - (Slegandosi il grembiule) Oh no… Solo un piccolo scambio di vasche! (Mette da parte il grembiule e si siede sul divano) Allora, mi dica..

GRETA           - Povera me…

MAGGIE        - Che cos’ha?

GRETA           - Credo di aver fatto un terribile errore! L’avevo presa per la donna delle pulizie!

MAGGIE        - (Fa del suo meglio per incassare il colpo) Lei è la seconda persona oggi che ha pensato le stessa cosa. E’ un po’ sconcertante! Vuole un drink?

GRETA           - Sì, grazie. Ne ho bisogno.

MAGGIE        - Anch’io! Si accomodi! (Si alza e va al bar) Vodka?

GRETA           - Perfetto.

MAGGIE        - (Versando nel bicchiere) E’ veramente strano che non ci siamo mai incontrate prima, non trova?

GRETA           - Crede?

MAGGIE        - Dal momento che sono vecchi amici e tutto il resto… ci è dispiaciuto molto di non essere potuti venire al matrimonio, ma è stato così improvviso e noi eravamo all’estero in quel periodo! (Porge il bicchiere) Ecco!

GRETA           - Grazie. (Beve un sorso generoso)

MAGGIE        - Spesso gli ho chiesto che l’accompagnasse qui, ma aveva sempre qualche scusa. Ho cominciato a dubitare che sua moglie avesse due teste o qualcun altro, ma lei è molto carina… Salve!

GRETA           - Ma cosa dice? Non sono sua moglie…

MAGGIE        - No?

GRETA           - No, certo che no! Sono solamente… (Ride timidamente) La sua “amichetta”…

MAGGIE        - Capisco!

GRETA           - Non sapevo che fosse sposato. Benchè, quando lei mi ha detto che non era la donna delle pulizie, mi sono chiesta se….

MAGGIE        - Oh, no, anch’io sono un’amica.

GRETA           - (Delusa) Non sapevo che ne avesse un’altra.

MAGGIE        - Cosa vuol dire?

GRETA           - Lei sapeva di me?

MAGGIE        - No di certo. L’ha tenuta molto segreta. Bene, bene…. Il vecchio cavallo nero… Non posso dirle quanto sono sorpresa… Non avrei mai dubitato di lui… Voglio dire non è proprio il tipo…

GRETA           - Allora non è arrabbiata?

MAGGIE        - Per che cosa?

GRETA           - Per me.

MAGGIE        - Perché dovrei essere arrabbiata? Non mi appartiene. Per quello che mi riguarda, può fare quello che vuole.

GRETA           - Oh meno male… Crede che sua moglie sappia di noi due?

MAGGIE        - Beh, lei conosce me.

GRETA           - (Sorpresa) Veramente?

MAGGIE        - Sì. Dopotutto conosco lui da tanto di quel tempo! Ma scommetto che non sa niente di lei.

GRETA           - (Impaurita) Non verrà mica qui, stasera?

MAGGIE        - Perché no? Il party diventa più affollato di minuto in minuto. (La signora Puffet entra dalla cucina con un piatto di noccioline. Vede Greta)

S.ra PUFFET - Non mi dica che c’è un’altra persona.

MAGGIE        - Sì. Ho paura che dovrà fare un altro soufflè di patate.

S.ra PUFFET             - Mio marito non era d’accordo che io venissi qui stasera. (mette le noccioline davanti a Greta)

MAGGIE        - Lo so.

S.ra PUFFET - A causa dei suoi bisogni.

MAGGIE        - (Avvicinandosi  per calmarla) Sì, e le siamo molto grati, signora Puffet. Molto grati. Se non le dispiace, aggiunga un altro posto. (Accompagna Puffet fino alla cucina)

S.ra PUFFET - Se tardo ancora, troverò la casa vuota! (La signora Puffet entra in cucina)

MAGGIE        - Suo marito è molto speciale. (George entra dal giardino. Maggie lo riceve con un grande sorriso)

GEORGE       - Non ho potuto fare il bagno. Il pompiere era già dentro! (Vede Maggie che sogghigna) Cosa c’è che non va?

MAGGIE        - (Lo prende per il braccio e lo conduce sul lato) Vecchio marpione!

GEORGE       - Cosa?

MAGGIE        - Non l’avrei mai immaginato! Cosa dirà Brenda? (Gli dà un colpetto scherzoso)

GEORGE       - (Sconcertato) Non so di cosa stai parlando.

MAGGIE        - Ma non hai visto?

GEORGE       - Cosa?

MAGGIE        - Sul divano… (George si gira e vede una bionda sconosciuta seduta sul divano. Si rivolge a Maggie ancora più sconcertato. Maggie sta sempre sorridendo)

GEORGE       - Una ragazza.

MAGGIE        - Allora, vai a salutarla. (George si avvicina a Greta, fa un gesto vago con la mano)

GEORGE       - Ciao.

GRETA           - Ciao.

GEORGE       - (Torna da Maggie) Chi è?

MAGGIE        - Non hai bisogno di fingere. So tutto di lei.

GEORGE       - Ah sì?

MAGGIE        - Sì.

GEORGE       - Ed è molto?

MAGGIE        - Abbastanza.

GEORGE       - E’ molto carina.

MAGGIE        - Vai a darle un bacio, allora.

GEORGE       - Cosa?

MAGGIE        - Avanti, vai. A me non importa.

GEORGE       - A lei può importare.

MAGGIE        - Non fare il modesto.

GEORGE       - Non vado in giro a baciare delle donne sedute sul divano a meno che non sia ubriaco!

MAGGIE        - Ah, sei timido. Bene, mi devo vestire così vi lascio soli insieme. (Maggie va verso l’anticamera, schiaccia l’occhio a George ed esce)

GRETA           - Cosa voleva?

GEORGE       - Non so. Io non l’ho mai incontrata prima.

GRETA           - No.

GEORGE       - Ne ero certo.

GRETA           - Sono appena arrivata.

GEORGE       - Resta a cena?

GRETA           - Sì.

GEORGE       - Anch’io. Sarà un bel party.

GRETA           - Quanti saremo?

GEORGE       - Vorrei saperlo! Cinque o sette, credo…

PHIL               - (Fuori scena) George! George! (Entra dall’anticamera tutto eccitato. Va da George e non vede Greta) Che cosa sono tutte queste eccitanti novità? Maggie  dice che hai una ragazza?

GEORGE       - Non essere ridicolo.

PHIL               - E’ quello che ho detto io! (Vede la ragazza sul divano e si rivolge allegro a George) George, vecchio  diavolo, non fai le presentazioni? (Va verso Greta. Greta si gira furibonda)

GRETA           - D’accordo, Phil, dove sei stato?

PHIL               - Greta! Che diavolo ci fai, qui? (George è preoccupato)

BUIO. CALA IL SIPARIO


ATTO SECONDO

Qualche istante più tardi. Sono tutti nella stessa posizione.

GRETA           - (Guarda Phil. È furiosa) Allora, dov’eri?

PHIL               - Quando?

GRETA           - Stasera?

PHIL               - Ero qui con George.

GRETA           - Eppure avresti dovuto essere con me!

PHIL               - Avrei dovuto?

GRETA           - (A George) Avrebbe dovuto cenare con me stasera, ma pare che l’abbia dimenticato.

GEORGE       - Probabilmente aveva altre cose per la testa.

PHIL               - Sì, avrei voluto non averne… (A Greta) Sei sicura che era per oggi?

GRETA           - Sì. L’ho annotato sul diario. Dovevamo vederci alle 6 e 30.

PHIL               - Ah, sì?

GRETA           - E te ne sei scordato? (Gli dà dei pugni sul petto)  Ti ho aspettato per un’ora.

PHIL               - E non l’ho fatto?

GRETA           - No.

PHIL               - Ho avuto un precedente impegno.

GRETA           - Allora ho guardato l’elenco telefonico e sono venuta direttamente.

PHIL               - Scommetto che la porta era aperta.

GRETA           - Già.

PHIL               - Accidenti alla signora Puffet!

GRETA           - (A George) Non indovinerà mai dove l’ho conosciuto…

GEORGE       - Scommetto di sì…

GRETA           - (Romantica) Ero sull’autobus….

GEORGE       - Mai…

GRETA           - Situazione romantica! Le anatre nel lago, il sole che brillava… (A Phil) E tu ti sedesti dietro di me…

PHIL               - (Ridendo nervosamente) Come un grosso ragno…

GEORGE       - Ma non sembra che tu l’abbia spaventata al punto di andarsene. (Phil fulmina George con lo sguardo)

GRETA           - (Arrabbiata) Ma tu ora hai dimenticato tutto, vero?

PHIL               - No, l’autobus lo ricordo.

GEORGE       - Scommetto che era il 49!

GRETA           - Gli hai parlato di me?

PHIL               - Mi ha fatto da testimone.

GRETA           - Cosa?

PHIL               - Voglio dire che è il mio migliore amico. (Greta gli dà di nuovo dei pugni sul petto)

GRETA           - Come hai potuto dimenticarmi in questo modo?

PHIL               - Beh, è passato molto tempo.

GRETA           - Devo dedurre che hai pensato che io avrei dimenticato tutto allo stesso modo?

PHIL               - Sì.

GRETA           - Cosa?

PHIL               - No, no, certo che no!

GRETA           - Non eri serio, allora?

PHIL               - Oh sì, allora ero serio!

GRETA           - Ma ora non più?

PHIL               - Vedi… il fatto è che… la situazione è un po’ cambiata.

GRETA           - E’ a causa dell’altra donna che hai in casa?

PHIL               - La signora Puffet?

GRETA           - No, l’altra.

PHIL               - Ah… (Un attimo di silenzio)

GEORGE       - Quale altra donna?

PHIL               - Grazie, George, è quello che stavo pensando.

GRETA           - Non conosco il suo nome, ma parlava di te.

PHIL               - (Preoccupato) Sei sicura?

GRETA           - Sì. È nella mia stessa posizione. (Phil riflette un attimo)

PHIL               - E che posizione è?

GRETA           - Non è sposata con te.

PHIL               -(Riflettendo) Due donne in questa casa che non sono sposate con me e una di loro non è la signora Puffet.

GEORGE       - Prova a restringere il campo delle ipotesi…

PHIL               - Due donne in questa casa non sposate… Buon Dio. Tu l’hai vista?

GRETA           - E’ quello che sto cercando di dirti.

PHIL               - Era qui?

GRETA           - Sì.

PHIL               - Ha parlato con te?

GRETA           - Sì.

PHIL               - Di cosa ha parlato?

GRETA           - Di te, pazzo! (Si allontana nel giardino con ansia)

PHIL               - Cosa ti ha detto di me?

GRETA           - Ha detto che non le importava.

PHIL               - Non le importava?

GRETA           - Che io fossi la tua ragazza. Ha detto che per quanto la riguardava, potevi fare tutto quello che volevi.

PHIL               - (Distrutto) Ha detto così? Buon Dio… hai sentito, George?

GEORGE       - Hum…

PHIL               - Ti prego, ascoltami. Sono deluso.

GEORGE       - Mi dispiace.

PHIL               - Non di te. Di lei. Sono distrutto e deluso!

GEORGE       - E’ nei pasticci!

PHIL               - Cosa?

GEORGE       - Sta attraversando il giardino.

PHIL               - Oh Dio! George, non hai mica mostrato a Greta il piano superiore?

GEORGE       - Dovevo farlo?

PHIL               - Fallo adesso!

GEORGE       - Veramente io…

PHIL               - E’ l’ultima occasione. (Spinge Greta verso l’anticamera)

GEORGE       - Non voglio andare di sopra!

PHIL               - Sì, vai. Hai fatto un lungo viaggio e non puoi resistere all’infinito. (Spinge George e Greta in anticamera e chiude la porta dietro di loro. Julie entra dal giardino)

JULIE             - Che effetto ti ha fatto, caro?

PHIL               - Che cosa?

JULIE             - Fare il bagno in una casa estranea?

PHIL               - Lascia perdere il bagno. (Va verso di lei, e la conduce al divano. Si siedono uno accanto all’altro) Guarda che non è vero.

JULIE             - Che cosa?

PHIL               - La storia dell’altra donna. Non significa niente per me.

JULIE             - La signora Puffet?

PHIL               - No, no, l’altra!

JULIE             - La moglie di George? Spero proprio di no. Può darti un pugno nel naso  se giri intorno a Maggie.

PHIL               - No, no Maggie, quell’altra!

JULIE             - Quale altra?

PHIL               - E’ stata una conoscenza passeggera e basta. Abbiamo solamente parlato, nient’altro! Qualunque cosa dica, è una menzogna. Non c’è nessuna prospettiva di convivenza. Io voglio sposare te. È stato gentile da parte tua dire che non ti importava, gentile e generoso, ma io ci tengo ad essere importante per te. E’ importante per me. Anche se non c’è niente che abbia importanza. (Julie lo guarda sorpresa)

JULIE             - Ma di che cosa stai parlando?

PHIL               - Di che cosa?

JULIE             - Non eccitarti. (Lo abbraccia) Calmati, semplicemente calmati! (Lo bacia. La signora Puffet entra con le noccioline e li vede)

S.ra PUFFET - Noccioline!

PHIL               - Che cosa c’è?

S.ra PUFFET - Altre noccioline.

PHIL               - Non abbiamo ancora finito le altre.

S.ra PUFFET - E’ troppo occupato forse? A fare altre cose!

PHIL               - Oh, ma questo non è niente, signora Puffet.

JULIE             - Può fare molto meglio di questo! (Cerca di abbracciarlo ma lui si libera)

S.ra PUFFET - (A julie, con aria sospetta) Lei è la nuova inquilina della casa accanto?

JULIE             - Sì, abbiamo traslocato oggi.

S.ra PUFFET - Ha fatto presto a diventare amica dei vicini.

PHIL               - No, signora Puffet, lei ha frainteso. Oggi è il mio compleanno. È tutto il giorno che la gente mi bacia. Ogni volta che sono uscito in strada, della gente strana mi ha fermato dicendo “Buon compleanno!” e mi hanno dato un bacio schioccante. Anche il vicario!…E’ durato tutto il giorno… lei non vuole baciarmi, signora Puffet?

S.ra PUFFET - Non ci penso affatto.

PHIL               - La prego! Sono libero solo oggi!

S.ra PUFFET - (A Julie) Spero che lei non sia come i precedenti inquilini.

JULIE             - Quelli della casa accanto?

S.ra PUFFET - Tiravano le tende e la baldoria cominciava.

JULIE             - Certo che no, signora Puffet, noi non siamo così, vero Phil? (Lo abbraccia)

PHIL               - (Liberandosi) Certo che no.

S.ra PUFFET - Vedremo. Non posso dire di essere d’accordo con quello che ho visto fino adesso!

JULIE             - Cosa?

S.ra PUFFET - Volevo offrirvi un paio dei miei soufflè, ma ora non ne sono sicura. (La signora Puffet se ne va velocemente portando con se le noccioline)

JULIE             - Cosa voleva dire?

PHIL               - Non farci caso, cara! Di solito è gentile, è soltanto delusa perché non abbiamo mangiato le sue noccioline. (Si sentono George e Greta che stanno tornando. Phil è preso dal panico)

GEORGE       - (Fuori scena) Aspetta un minuto! Non entrare…

PHIL               - Oh mio Dio… Stanno tornando! Ricordati: qualunque cosa ti dica, non è vera. (Greta entra seguita da George disperato) Perché siete tornati?

GEORGE       - (Alzando le spalle impotente) Non ho potuto fermarla.

GRETA           - Ho bisogno di una vodka. (Va verso il bar e vede Julie seduta) Oh mio Dio!

PHIL               - Cosa c’è?

GRETA           - Devo dedurre che lei è sua moglie?

JULIE             - Moglie? Quale moglie? Phil?

PHIL               - E’ un po‘ confusa. (Si rivolge a George) George! (George si gira e i due si guardano) Sei molto calmo!

GEORGE       - Sto scrivendo un poema.

GRETA           - (A Julie) Spero solo che lei sarà comprensiva con me, come lo è stata con l’altra.

JULIE             - Quale altra?

GRETA           - Credevo che lei sarebbe stata furibonda. Dopo tutto non deve essere sposata da molto tempo.

JULIE             - Non sono mai stata sposata.

GRETA           - (Sorpresa) Vuol dire che non è sposata con lui?

JULIE             - No, non ancora.

GRETA           - (Fissandola, incredula) E non le importa niente dell’altra?

JULIE             - (Va da Phil, sbalordita) Phil?

PHIL               - Sì.

JULIE             - Di cosa sta parlando?

PHIL               - Lo sa.

JULIE             - No. Non so niente.

PHIL               - Non hai parlato con lei prima?

JULIE             - Non l’ho neppure mai vista, prima.

PHIL               - (Va da Greta, indicando Julie) Non è con lei che hai parlato?

GRETA           - Oh no, era un’altra.

PHIL               - (A George) Oh mio Dio… Ci sono tre donne in questa casa che non sono sposate con me e due di loro non sono la signora Puffet! Ce n’è un’altra in libertà.

GEORGE       - Scommetto che fuori ce n’è un autobus 49 pieno.

GRETA           - (A Julie)  E lei vive in questa casa?

JULIE             - Oh, no - io abito al numero 6.

GRETA           - Vuol dire che non vivete neppure insieme?

PHIL               - (A George) Dobbiamo liberarcene.

GEORGE       - Di quale?

PHIL               - Della seconda, stupido!

GEORGE       - Certo! chi prima arriva, prima è servito.

PHIL               - Fai qualcosa, allora!

GEORGE       - Perché devo essere sempre io a fare il lavoro sporco?

PHIL               - Non ti ho forse telefonato per aiutarmi?

GEORGE       - E ho portato quel divano dentro e fuori.

PHIL               - In confronto al divano, questo è facile.

GEORGE       - Allora, fallo tu! (Si siede)

PHIL               - (Va a prendere Greta) Vieni.

GRETA           - Dove andiamo?

PHIL               - Ti faccio vedere la porta d’entrata.

GRETA           - Non voglio vedere la tua sporca porta d’entrata! Il campanello non suona!

PHIL               - Non puoi restare qui.

GRETA           - Ma sono stata invitata a cena!

PHIL               - Eh?

GEORGE       - E’ vero, ha ragione! (Phil si gira e fulmina con lo sguardo George)

GRETA           - Quanti ha detto che saranno gli invitati, George? Cinque o sette, vero?

PHIL               - (A George) Vi siete fatti una piccola chiacchierata?

GEORGE       - Solamente una breve…

PHIL               - Hai trovato qualcosa da dire allora! (A Greta) Sono solo quattro di fatto.

GEORGE       - Cinque!

PHIL               - Perché?

GEORGE       - Hai dimenticato di contare te stesso.

PHIL               - Ho contato me stesso!

GEORGE       - Una o due volte?

PHIL               - Ah sì, capisco cosa vuoi dire! (A Greta) Ce ne sono cinque a cena.

JULIE             - Cinque?

GEORGE       - Senza contare il pompiere.

PHIL               - Ce ne sono sei a cena. Così non c’è posto per te, devi andartene.

GRETA           - Ma ti dico che sono stata invitata.

PHIL               - Mai!

GRETA           - Quando sono arrivata, lei m’ha invitata… anzi, ha insistito.

PHIL               - Lei chi?

GRETA           - L’altra. (Maggie entra dall’anticamera. Indossa un’elegante abito da sera)

MAGGIE        - Mi scuso di averci messo tanto tempo! Avete preso tutti un drink?

GRETA           - Gradirei un’altra vodka.

MAGGIE        - Non ti occupi di…. Eh…?

GRETA           - Greta.

MAGGIE        - Greta.

GEORGE       - Certo, certo, certo… (Va a prendere la vodka per Greta. Phil prende Maggie da parte e le parla bisbigliando)

PHIL               - L’hai davvero invitata?

MAGGIE        - Chi?

PHIL               - Greta.

MAGGIE        - Sì, certo. Era il minimo che potessi fare. George ci sarebbe rimasto male se non l’avessi fatto!

PHIL               - Ah sì? (Guarda George, intrigato. George versa la vodka in un bicchiere che porge a Greta)

MAGGIE        - (A Phil) Mi sembra che abbia piuttosto buon gusto!

PHIL               - Chi?

MAGGIE        - George.

PHIL               - Credi?

MAGGIE        - Mi domando cosa dirà Brenda se lo scopre.

PHIL               - Che c’entra Brenda in tutto questo?

MAGGIE        - (Andando da Julie) Julie, non bevuto nulla. Cosa desidera?

JULIE             - Sherry, per favore!

GEORGE       - (Agitato) D’accordo, d’accordo, ci penso io, ci penso io. (Versa lo sherry)

MAGGIE        - Grazie George. (A Greta) Vede come sarà utile in casa.

GRETA           - Cosa? (Greta e George si guardano perplessi)

MAGGIE        - (A Julie) Spero che arriverà presto.

JULIE             - Scusi?

MAGGIE        - Sono proprio ansiosa di conoscerlo! Sono certa che lo siamo tutti….

JULIE             - Conoscere chi?

PHIL               - (Svelto) Tuo padre!

MAGGIE        - Suo padre? No - volevo…

GEORGE       - L’ho visto nel bagno.

MAGGIE        - Cosa?

GEORGE       - Si dibatteva come un’anguilla!

MAGGIE        - Sicuramente non è più là.

PHIL               - Oh sì. Sono molto puliti questi pompieri.

MAGGIE        - Non parlavo di suo padre. Ci siamo già incontrati! (A Julie) E’ l’altro che volevo conoscere.

JULIE             - Ho solo un padre.

PHIL               - Sì! Due padri sarebbero eccessivi.

MAGGIE        - Sinceramente il povero ragazzo deve essere tornato a quest’ora.

JULIE             - Tornato da dove?

GEORGE       - (Sollevando il bicchiere) Sherry! (Phil si butta su Julie e l’allontana quando sta per ricevere il bicchiere da George in modo che non possa prenderlo)

PHIL               - Devi andare a prendere tuo padre! Vuoi andare da questa parte! (La porta verso il giardino)

JULIE             - Mio padre?

PHIL               - Digli che tutti lo stanno aspettando, sono ansiosi di conoscerlo. (Spinge Julie nel giardino e si appoggia, senza fiato, al muro. George è rimasto col bicchiere di sherry in mano. Alza le spalle e beve il drink in un solo colpo)

MAGGIE        - Credo che sia timido.

PHIL               - Sì… a causa della divisa molto attillata. Lo rende preoccupato quando deve fare un inchino.

MAGGIE        - Ma non stavo parlando del padre!

GRETA           - A proposito, cosa ci fa qui il padre di Julie?

MAGGIE        - E’ venuto per conoscere il suo nuovo ragazzo, naturalmente!

GRETA           - Non sapevo che avesse un nuovo ragazzo.

MAGGIE        - Oh sì, hanno appena traslocato nella casa accanto.

GRETA           - Capisco. È chiaro che non si preoccupa di lei. Ha un altro tipo! (Dà una piccola gomitata a Maggie)

MAGGIE        - Scusi?

GRETA           - Ma… Phil! Non è piuttosto imbarazzante per lei?

PHIL               - Che cosa?

GRETA           - Julie che vive nella casa accanto con il suo ex.

MAGGIE        - Non è il caso di preoccuparsi di Phil. E’ di larghe vedute, lui. Vero?

PHIL               - Oh, sì, certo.

GRETA           - Comunque immagino che te lo meriti, sai? Julie dovrebbe essersi sposata molto tempo fa.

MAGGIE        - Sposata con chi?

PHIL               - (Interviene rapidamente) George! Non hai fatto vedere il bagno a Greta.

GEORGE       - Sapevo che c’era un problema! Vieni, Greta - ti faccio vedere il bagno.

GRETA           - Perché dovrei?

GEORGE       - Per rinfrescarti - prima di cena…

GRETA           - Sono abbastanza rinfrescata, grazie!

PHIL               - Sì, questo è il problema.

GEORGE       - Ma è un bel bagno!

GRETA           - Non dico mica di no.

GEORGE       - Belle tappezzerie, comoda vasca!

PHIL               - Sì, con due rubinetti, uno rosso e uno blu!

GRETA           - I rubinetti?

PHIL               - Le sommità.

GRETA           - Cosa?

PHIL               - Le sommità dei rubinetti! Hai capito?

GRETA           - Che cosa?

GEORGE       - Qual è uno e qual è l’altro…

GRETA           - Cosa?

GEORGE       - C per il caldo e F per il freddo! Su, andiamo! (George  la spinge verso l’anticamera)

MAGGIE        - Non lasciarti tiranneggiare, Greta. Se ti tratta così adesso, cosa succederà quando vivrete insieme.

GRETA           - Vivere assieme? (Guarda George perplessa. La signora Puffet entra con delle noccioline)

S.ra PUFFET - La cena è quasi pronta…

PHIL               - Non ho fame.

GRETA           - Io sono affamata.

S.ra PUFFET - Ho portato altre noccioline per resistere. (Le posa sul tavolo. Brassett entra dal giardino) Non può entrare qui a fare la colletta, questa è una casa privata. Su, esca di qui!

BRASSETT    - Scusi, ma…

MAGGIE        - Va bene così, signora Puffet. È invitato!

S.ra PUFFET - (Sorpresa) Invitato?

MAGGIE        - Sì.

S.ra PUFFET - Qui?

MAGGIE        - A cena.

S.ra PUFFET - Oh beh, contenta lei…. (Torna in cucina)

MAGGIE        - Non ci faccia caso, Percy! È un po’ confusa!

GRETA           - Non è la sola.

MAGGIE        - Gradisce un bicchiere di sherry?

BRASSETT    - Grazie, molto gentile.

GRETA           - Prenda un vodka, caro.

BRASSETT    - Oh no, devo avere la testa a posto… Può esserci un’emergenza!

GEORGE       - E’ molto probabile!

BRASSETT    - E allora dov’è? Sono ansioso di conoscerlo.

PHIL               - Chi?

BRASSETT    - Il mio futuro genero! Julie mi ha detto che era qui.

MAGGIE        - Oh bene, è tornato allora!

PHIL               - Era tornato ma è ripartito! Dentro e fuori di nuovo!

MAGGIE        - Non l’ho mai visto. (Dà lo sherry a Brassett)

PHIL               - No, tu eri di sopra. È apparso e sparito!

GEORGE       - (Volendo aiutare) In blu.

PHIL               - Cosa?

GEORGE       - Vestito in blu.

PHIL               - Blu?

GEORGE       - La tuta per correre.

PHIL               - Oh sì! (Calmo) Bravo George.

BRASSETT    - Cosa fa con la tuta?

PHIL               - Sempre.

BRASSETT    - Cosa?

PHIL               - Jogging! Fa sempre jogging!

MAGGIE        - (A Brassett) Non mi dica che ha tenuto il segreto anche con lei? Julie non sapeva niente neppure lei.

BRASSETT    - Scusi?

MAGGIE        - Di quello che fa in privato.

GEORGE       - Lo scoprirà presto!

PHIL               - George!

GEORGE       - Scusa!

MAGGIE        - Ho creduto che fosse meglio avvertirla perché non rimanesse scioccato se improvvisamente si fosse messo a farlo.

BRASSETT    - Vuol dire che lo sta facendo adesso?

PHIL               - E’ più che probabile.

BRASSETT    - Ma credevo che dovessimo cenare…

MAGGIE        - Infatti, è così.

PHIL               - Credo che lo faccia per farsi venire l’appetito. Eccolo che va! (Guarda dalla finestra) Sta girando intorno alle aiuole dei fiori! Vado a fermarlo.

MAGGIE        - No, Phil! Tu stai qui. Può andare George.

PHIL               - Ma io posso correre più veloce di lui!

GEORGE       - Perché hai fatto più pratica!

MAGGIE        - Resta qui e intrattieni gli ospiti.

PHIL               - Non conosco nessuna canzone.

MAGGIE        - (A George) Se esci dalla porta d’ingresso probabilmente lo fermi al prossimo giro.

GEORGE       - Sì, certo. (Si rivolge a Greta) Vuoi fare un po’ di jogging? No, ne ero certo. (Se ne va correndo in anticamera)

BRASSETT    - Non è un po’ vecchio per quel genere di esercizio?

PHIL               - Oh George correrà molto lentamente, spero, come un cavallo da tiro.

BRASSETT    - No, non George. Julie…

PHIL               - Ah lui! (Reagisce) Cosa vuol dire “un po’ vecchio?”

BRASSETT    - Mi ha avvisato….

PHIL               - Ah sì?

BRASSETT    - Non voleva che avessi una brutta sorpresa.

MAGGIE        - Perché l’incontro del suo futuro genero dovrebbe essere una brutta sorpresa?

BRASSETT    - Beh vede… E’ molto più anziano di lei, infatti ha quasi la mia età!

PHIL               - Non è vero.

BRASSETT    - Mi scusi?

MAGGIE        - Phil, non c’è bisogno di gridare.

PHIL               - Sì, invece. Tutte le ragioni. È abbastanza giovane… ha solamente trentasette anni in eccellenti condizioni fisiche.

MAGGIE        - Come fai a saperlo? Lo hai visto solo un minuto.

PHIL               - E’ possibile. Mi ha fatto una grandissima impressione! (Julie entra dal giardino)

JULIE             - Perché George è fuori tutto solo a correre intorno al giardino?

BRASSETT    - Sta cercando il tuo…

PHIL               - (Un forte grido d’angoscia) Aaaah! (Tutti lo guardano meravigliati) Ho dimenticato di chiudere l’acqua del bagno! Vieni Greta? Aiutami a chiudere l’acqua del bagno! (La prende per il braccio e la tira verso l’anticamera. Salgono insieme)

JULIE             - Cos’ha Phil?

ALAN              - (Sorpreso) Mi stava aspettando, allora?

BRASSETT    - Sono ore che la stavo aspettando. Ma credevo che indossasse una tuta da ginnastica? (Alan è sorpreso) Come sta? (Allunga la mano) Sono suo padre! (Stringe la mano di Alan rigorosamente)

ALAN              - Come sta?

BRASSETT    - Aspetti un attimo… vado a dire che è arrivato. Si consideri fortunato se avremo la cena. C’è un piccolo problema. (Va alla porta della cucina) Non è il caso di innervosirsi: lei è molto più giovane di quanto pensassi! (Brassett va in cucina, George entra dal giardino, senza fiato)

GEORGE       - Niente da fare, non riesco a raggiungerlo! (Vede Alan) Oh scusi, credo di essere entrato nella casa sbagliata. (George corre fuori di nuovo. Alan è perplesso. Maggie entra e si dirige su Alan che sta guardando dalla parte opposta)

MAGGIE        - Sono molto contenta che abbia finalmente smesso di correre. (Alan si gira ed è sorpreso di vedere Maggie. Maggie reagisce con orrore quando lo riconosce)

ALAN              - Maggie!

MAGGIE        - Alan! Cosa diavolo ci fai, qui? (Phil entra dall’anticamera. È il turno di Maggie di essere colta di sorpresa. Phil guarda inquisitorio Alan)

PHIL               - Allora - non ci presenti?

MAGGIE        - (Esitante) Non vi conoscete?

PHIL               - Credo di no.

ALAN              - No, mai visti.

MAGGIE        - Ma tu hai sentito parlare di lui?

PHIL               - Io?

MAGGIE        - Certo. (Attaccandosi alla sola via di scampo) Questo è il ragazzo di Julie! (Phil ed Alan reagiscono entrambi ma per ragioni diverse)

PHIL e ALAN – (Insieme) Cosa?

PHIL               - Ne sei sicura?

MAGGIE        - Sì, è appena arrivato.

ALAN              - La porta era aperta.

PHIL               - Maledetta signora Puffet!

ALAN              - Chi?

PHIL               - Deve essersene andata e ha lasciato tutto aperto.

ALAN              - Credo che si sbagli.

PHIL               - Lei crede?

MAGGIE        - Certo. la signora Puffet è in cucina a preparare la cena. È meglio che torni ad aiutarla.

PHIL               - No, vado io.

MAGGIE        - Perché?

PHIL               - E’ casa mia.

ALAN              - E’ casa sua?

MAGGIE        - No.

PHIL               - Ah, non è mia?

MAGGIE        - Vado io.

PHIL               - E mi lasci qui con lui?

MAGGIE        - Oh caro, no!

PHIL               - Preferisco andare in cucina.

MAGGIE        - No. Vado io.

PHIL               - Allora, esco.

MAGGIE        - Bene.

ALAN              - In giardino?

PHIL               - Perché no? Devo andare a fermare George prima che rimanga senza fiato.

ALAN              - George? (Rimane sempre più perplesso)

MAGGIE        - Ma allora, Alan se ne sta da solo?

PHIL               - Chi diavolo è Alan?

ALAN              - Sono io.

PHIL               - Allora non mi fermo qui. Non è venuto a vedere me. Dirò a Julie che è arrivato.

MAGGIE        - No.

PHIL               - Perché?

MAGGIE        - Non ancora.

PHIL               - Ma se hai detto che era il suo ragazzo!

MAGGIE        - Sì, lo so.

PHIL               - Quindi è meglio che vada lei, no? Probabilmente è per questo che è venuto qui.

MAGGIE        - Ma voglio parlare con lei. Vado in cucina e le parlo.

PHIL               - Vuoi dire che anche Julie è in cucina?

MAGGIE        - Sì.

PHIL               - Mi chiedo perché hai bisogno della signora PUFFET.

ALAN              - Ma Maggie….

PHIL               - E’ il suo nome, la conosce?

ALAN              - Sì. Ci siamo incontrati.

MAGGIE        - Proprio adesso! È entrato dalla porta d’ingresso.

PHIL               - Questo lo so.

ALAN              - E lei era là.

MAGGIE        - Adesso vado in cucina.

ALAN              - E ci lasci insieme?

MAGGIE        - Torno subito. Magari scoprite che avete qualcosa in comune. (Maggie va in cucina. C’è una pausa imbarazzante quando i due restano soli. Alla fine, Phil prende il piatto di noccioline le offre ad Alan senza guardarlo)

PHIL               - Noccioline?

ALAN              - Ehm… no, grazie.

PHIL               - (Aggressivo) Non le piacciono?

ALAN              - No, non è questo…

PHIL               - Un drink è nelle sue abitudini?

ALAN              - Non lo rifiuterei.

PHIL               - E’ quello che pensavo! (Ma lascia Alan deluso e non gli offre niente. Julie entra dall’anticamera)

JULIE             - Ciao caro! (Julie è sorpresa di vedere Phil che la guarda senza interesse. Si gira improvvisamente verso Alan)

PHIL               - Credo che stia parlando con lei.

ALAN              - Cosa?

JULIE             - Phil!

PHIL               - Perché non sei in cucina?

JULIE             - Sono andata di sopra a lavarmi le mani. Perché?

PHIL               - Allora Maggie non ti ha parlato?

JULIE             - No.

PHIL               - Era molto ansiosa, puntava come un cane da caccia.

JULIE             - Cosa voleva?

PHIL               - Voleva parlarti di lui, credo. (Guarda Alan)

JULIE             - Cosa c’entra lui?

PHIL               - Ebbene, è arrivato, no! (Julie e Alan si guardano senza conoscersi)

JULIE             - Potresti presentarci, allora?

PHIL               - Mi sembra un po’ tardi. Io andrei a baciarlo se fossi al tuo posto.

JULIE             - Può darsi che lui non voglia.

PHIL               - (A Alan) Lei sta bene? È tranquillo?

ALAN              - Lo ero sino al mio arrivo qui.

JULIE             - Phil, cosa c’è che non va?

PHIL               - Non chiederlo a me. Bacialo e che sia finita. (Maggie entra dalla cucina e vede Julie)

MAGGIE        - Non eri in cucina!

PHIL               - No, era di sopra a lavarsi le mani e adesso è qui che non vuole baciare Alan.

MAGGIE        - Ma dovresti farlo.

JULIE             - Cosa?

MAGGIE        - Ha fatto un lungo viaggio per venire.

JULIE             - Non sono qui per baciare ogni viaggiatore esausto che entra dalla porta d’ingresso!

MAGGIE        - (Sorride e si rivolge ad Alan) Sta scherzando. (Disperatamente) Suvvia, Julie!

ALAN              - (Realizzando) Hai detto Julie?

MAGGIE        - Sì, esattamente.

ALAN              - (Cooperativo) Oh, in questo caso è meglio che lo faccia io.

PHIL               - Prego, si accomodi.

JULIE             - Phil, stai bene?

PHIL               - Non preoccuparti per me. Sei libera di fare quello che vuoi. Ogni persona può baciare chi gli piace. Fra un minuto bacerò la signora PUFFET.

JULIE             - Buon Dio, ma che hai?

PHIL               - Bella domanda!

MAGGIE        - Deve essere affamato. Starà meglio quando comincerà a mangiare. (George entra correndo dal giardino)

GEORGE       - (Senza fiato) Una cosa è certa: non è qui fuori!

PHIL               - Certo che no: è qui!

GEORGE       - Chi?

PHIL               - Quello che stai cercando.

GEORGE       - Quello di Julie?

PHIL               - Sì.

GEORGE       - Vuoi dire che glielo hai detto?

PHIL               - Non ce n’è stato bisogno. Maggie ha improvvisamente parlato.

GEORGE       - Maggie?

PHIL               - (Impaziente)  George! Lui è qui!

GEORGE       - (Agli altri) Scusatemi un attimo. (Prende Phil da parte) Lo so che tu sai ed io lo so, ma non credevo che loro lo sapessero!

PHIL               - Oh no, loro no, non questo!

GEORGE       - Allora, cosa sanno?

PHIL               - Non preoccuparti, George. Lui è qui. Eccolo lì. (Indicando Alan. George si avvicina ad Alan e lo guarda da vicino)

GEORGE       - Un momento. Ma lei non era nell’altra casa dove sono entrato un attimo fa?

ALAN              - No, era questa.

GEORGE       - Ah, sì?

ALAN              - (A Maggie) E’ meglio che ci presenti! (Maggie non ha alternativa, deve continuare quello che ha iniziato)

MAGGIE        - George, questo è Alan, il ragazzo di Julie.

JULIE             - (Sorpresa) Cosa? Non ho mai…

MAGGIE        - (Con fermezza) Non ora, Julie.

JULIE             - Ma… scusi…

MAGGIE        - Più tardi. (Julie rimane silenziosa e perplessa. George è esterrefatto)

PHIL               - Dì qualcosa, George!

GEORGE       - (Lo sguardo nel vuoto) Cosa?

PHIL               - Dì qualcosa.

GEORGE       - Adesso?

PHIL               - Sì.

GEORGE       - Hai ragione. (Si gira verso Alan e lo guarda per un po’ senza parlare) Le interessa vedere il bagno?

ALAN              - Cosa?

GEORGE       - C’è una bella tappezzeria.

ALAN              - No, grazie.

GEORGE       - Bella vasca, con due rubinetti, uno rosso e uno blu…

PHIL               - No George, non ricominciare!

ALAN              - C’è qualcosa che io…

MAGGIE        - (Improvvisamente) Perché non andate tutti a fare una corsetta nel giardino?

ALAN              - Cosa?

MAGGIE        - Tutti gli uomini insieme... vi farà venire l’appetito per la cena.

ALAN              - Anch’io resto a cena?

PHIL               - Perché no? Tutti gli altri restano… io non vado a correre prima di chiarire…

GEORGE       - E’ una buona idea.

PHIL               - Voglio sapere cosa diavolo…

GEORGE       - Phil, cosa dici?

PHIL               - Hum…

GEORGE       - Adesso siete tutti e due qui, i ragazzi di Julie. Potete cenare tutti assieme, capisci?

PHIL               - Ah sì… So cosa vuoi dire: la salvezza è nei numeri. (Con un improvviso entusiasmo) Bene, facciamo una corsa allora! Vieni, Alan?

ALAN              - Beh, io non sono particolarmente…

PHIL               - Su, vieni…

ALAN              - D’accordo, se devo, lo devo…

PHIL               - Allora andiamo! (Phil, Alan e George corrono nel giardino. Julie si rivolge a Maggie)

JULIE             - Allora, vuoi spiegarmi?

MAGGIE        - Dovevo parlarle da sola.

JULIE             - La cena non è sufficiente per tutti?

MAGGIE        - Santo Cielo la cena! L’avevo completamente dimenticata! In ogni modo, non devi preoccuparti.

JULIE             - Ho perso l’appetito, comunque.

MAGGIE        - No, non alludevo alla cena… - Lui. Non devi preoccuparti per lui.

JULIE             - Per chi?

MAGGIE        - Alan.

JULIE             - Non ero preoccupata.

MAGGIE        - (Si siede accanto a lei con aria  segreta) Ti svelo un piccolo segreto. Lui non è il tuo ragazzo!

JULIE             - Lo so che non lo è.

MAGGIE        - Sì, certo! Julie, il problema è di sapere se accetta di fingere che lo sia. Solo per questa sera.

JULIE             - Perché?

MAGGIE        - Vede, non ho potuto trovare niente altro da dire… Mi ha preso di sorpresa, e c’è il rischio di una situazione imbarazzante.

JULIE             - Per chi?

MAGGIE        - Per me. Se mio marito se ne accorge…

JULIE             - Vuol dire che Alan è venuto a vedere lei?

MAGGIE        - (Sorride modestamente) Ho paura di sì.

JULIE             - Ma agire in questo modo! Doveva sapere che suo marito sarebbe stato qui!

MAGGIE        - E’ come un bulldozer. Non accetta il no come risposta.

JULIE             - George non sospetta niente?

MAGGIE        - George? Grazie a Dio George non sospetta niente di niente. E poi, non c’è niente da sospettare, non è una cosa seria. Voglio dire non è successo niente, ci siamo incontrati ad una festa, mio marito era in viaggio per affari ed io ero là sola ed anche Alan era solo…

JULIE             - E le ha fatto la corte?

MAGGIE        - Beh, mettiamola pure così… abbiamo bevuto qualche drink… sa com’è… abbiamo parlato e alla fine della serata mi ha detto che voleva rivedermi.

JULIE             - E l’ha fatto?

MAGGIE        - No, certo che no!

JULIE             - Oh!

MAGGIE        - Ma ricordo che ha detto che se mi rifiutavo di vederlo ancora, sarebbe venuto a cercarmi.

JULIE             - Ed è venuto?

MAGGIE        - Sì. Allora mi aiuta?

JULIE             - Ma come faccio con il mio ragazzo?

MAGGIE        - Mi sembra che sia piuttosto riluttante a lasciare il giardino per entrare in casa.

JULIE             - Cosa dice? È entrato ed uscito tutta la sera?

MAGGIE        - Si vede che ogni volta che entra io non sono qui! Gli chieda solo di continuare a correre. Sono certa che sarà d’accordo! Dopo tutto diventeremo vicini di casa, no? (Brassett entra dalla cucina)

BRASSETT    - Allora, Julie, alla fine l’abbiamo trovato! Così ora possiamo parlarci un po’… Dove diavolo è?

JULIE             - E’ uscito a correre nel giardino.

BRASSETT    - Ancora? Non sa fare altro?

MAGGIE        - Sono andati tutti. Per farsi venire l’appetito per la cena.

BRASSETT    - Credo che non ci sarà alcuna cena! La signora Puffet ha messo la testa nel forno a gas!

MAGGIE        - Questo non è il momento per suicidarsi. (sta per andare in cucina)

BRASSETT    - Ha dei problemi a far salire la pressione.

JULIE             - Non sono sorpresa.

MAGGIE        - (Girandosi davanti alla cucina) La cene party sono veramente divertenti, vero? (Esce dalla cucina)

BRASSETT    - Sei venuta ad abitare vicino a gente piuttosto strana, làsciatelo dire!

JULIE             - Tutto tornerà normale quando ci saremo sistemati.

BRASSETT    - Non mi sembra che cambierà molto la situazione. Ti ha detto che voleva passare metà della sua vita a correre?

JULIE             - No, non me ne ha mai parlato. È meglio che vada a vedere se tutto procede bene. (Va in cucina)

BRASSETT    - Con tutto quel correre potrebbe diventare un buon pompiere. Sarà il primo all’appello!

JULIE             - Papà, non vuole fare il pompiere…

BRASSETT    - Cosa vuole fare allora? Arrivare primo alla fermata dell’autobus? (Julie è sparita in cucina. George entra correndo dal giardino, senza fiato)

GEORGE       - Non ce la faccio più! (Si lascia cadere sul divano, esausto)

BRASSETT    - Va tutto bene fuori?

GEORGE       - Non c’è nessuna fiamma, ma il cielo all’ovest ha una punta di rosso e lei sa cosa vuol dire…

BRASSETT    - (Gli occhi spalancati) Al fuoco! (Corre nel giardino)

GEORGE       - (Grida dietro di lui) No, no! È il sogno del pastore! (Alza le spalle e resta seduto con la testa fra le mani, riprendendo fiato. Julie esce dalla cucina. Vede George in quello stato sul divano e le informazioni avute da Maggie la rendono triste nei suoi confronti. Va a sedersi vicino a lui trattenendo a fatica le lacrime)

JULIE             - Non posso sopportare di vederla in questo stato.

GEORGE       - (Sorpreso) Cosa?

JULIE             - Povero George! (Gli dà qualche colpetto sul ginocchio per confortarlo)

GEORGE       - Mi scusi?

JULIE             - Ho promesso di non dirle niente!

GEORGE       - Oh, capisco!

JULIE             - Mi fa male vederla in questo stato!

GEORGE       - Beh, ci vuole un po’ di tempo per recuperare alla mia età! Ho più di 40 anni… Tra poco starò a posto!

JULIE             - E’ coraggioso da parte sua dire così. (George la guarda sorpreso per questa diagnosi del suo stato) Povero George!

GEORGE       - Non c’è niente di grave!

JULIE             - Mi fa piacere che la pensi così. Vuol dire che supererà la cosa presto… Forse ci vorrà qualche settimana… forse qualche mese… ma supererà tutto!

GEORGE       - Qualche settimana? Ma sarò rimesso fra qualche minuto!

JULIE             - Mi fa piacere che la pensi così.

GEORGE       - Di cosa sta parlando?

JULIE             - Beh… di Alan! (Triste) Lo sa, di lui, no? Lo vedo.

GEORGE       - Lo so che è nel giardino, se è di questo che vuole parlare.

JULIE             - Voglio dire che lei sa che è stato coinvolto con…

GEORGE                   - Non ho saputo che è stato coinvolto con qualcosa.

JULIE             - Oh, poveretto!

GEORGE       - Mi rimetterò subito. In cosa è stato coinvolto?

JULIE             - Mi scusi. Credevo che lo sapesse.

GEORGE       - Sapere cosa?

JULIE             - Dopo tutto, prima o poi, l’avrebbe scoperto comunque!

GEORGE       - Cosa avrei dovuto scoprire?

JULIE             - Può darsi che non sia troppo tardi. Se agisce subito è ancora in tempo per salvare il matrimonio.

GEORGE       - Non capisco di che cosa sta parlando?

JULIE             - Glielo devo dire?

GEORGE       - Spero che lo faccia.

JULIE             - (Respira profondamente e si butta) Alan è innamorato di sua moglie! Si sono conosciuti a una festa, le ha fatto la corte e lei non ha resistito. Credo che abbiano fatto tutto discretamente. (Silenzio. George guarda nel vuoto concentrato nei suoi pensieri)

GEORGE       - Buon Dio… ne è sicura?

JULIE             - Positiva.

GEORGE       - E’ piuttosto strano! Mia moglie non va alle feste!

JULIE             - Beh adesso sa perché! Perché è vulnerabile…

GEORGE       - Sì, credo che lei abbia…

JULIE             - Non mi sembra molto sconvolto!

GEORGE       - Come sa tutto questo?

JULIE             - Me l’ha detto lei.

GEORGE       - Lei?

JULIE             - Sì.

GEORGE       - Quando?

JULIE             - Poco fa.

GEORGE       - Non ho sentito suonare il telefono.

JULIE             - Cosa?

GEORGE       - Le ha detto che stavo correndo nel giardino? L’avrebbe divertita!

JULIE             - Se fossi stata un uomo, le avrei sparato.

GEORGE       - Sono molto contento che non lo sia, sparare è molto pericoloso! (Phil entra dal giardino, vede Julie)

PHIL               - Vorrei parlarti.

JULIE             - (Avvicinandosi a lui) Caro, non fermarti qui.

PHIL               - Cosa dici?

JULIE             - Ti prego, fa quello che ti dico. Continua a correre!

PHIL               - Continuare a correre? Ma sono esausto!

JULIE             - Non posso spiegarti in questo momento, ma Maggie non vuole che tu stia qui per la cena!

PHIL               - Sei sicura?

JULIE             - Sì.

PHIL               - Veramente? Chi va a tagliare la carne?

JULIE             - La taglierà George. Naturalmente!

PHIL               - Capisco! Tutto è a posto allora! (A George) Ero preoccupato per tagliare la carne, ma se sei tu l’incaricato…. Tutto è a posto! L’hai già fatto altre volte, spero?

JULIE             - Solo per questa sera, non farti vedere qui!

PHIL               - Ma credevo di essere invitato!

JULIE             - Adesso, non lo sei più!

PHIL               - Ma ho fame, finora ho mangiato solo noccioline!

GEORGE       - (Volendolo aiutare) C’è un ristorante cinese all’angolo!

PHIL               - Preferirei restare qui…

JULIE             - Non vorrai mettere in imbarazzo Maggie, vero?

PHIL               - No, credo proprio di no.

JULIE             - Allora fa quello che ti dico altrimenti lo farai!

PHIL               - La metterei in imbarazzo?

JULIE             - Certamente.

PHIL               - Capisco. Potresti darmi un suggerimento?

JULIE             - No.

PHIL               - Voglio solo sapere perché.

JULIE             - (Improvvisamente) Dove l’hai lasciato - mio padre?

PHIL               - E’ fuori con Alan.

JULIE             - Cosa stanno facendo?

PHIL               - Stanno guardando il tramonto.

JULIE             - Non stanno parlando insieme, per caso?

PHIL               - Non ne sarei affatto sorpreso.

JULIE             - (Preoccupata) Oh no! (Corre fuori nel giardino)

PHIL               - Ma cos’ha?

GEORGE       - Phil!

PHIL               - Sì?!

GEORGE       - Cos’è questa storia di Alan che sarebbe il ragazzo di Julie?

PHIL               - E’ quello che ha detto Maggie. E per di più lui non l’ha negato!

GEORGE       - Buon Dio!

PHIL               - Non capisco niente, George! (Con modestia) Dopo tutto, Julie ha detto che voleva sposare me!

GEORGE       - Sì.

PHIL               - E non è il tipo di avere due ragazzi allo stesso tempo. E anche se fosse il contrario, difficilmente lei avrebbe portato il secondo quando il primo era ancora qui!

GEORGE       - Ma tu l’hai fatto!

PHIL               - Era diverso. Io ero sposato a una delle due.

GEORGE       - Ad ogni modo, al tuo posto non darei molta importanza a Alan.

PHIL               - No?

GEORGE       - (Gravemente) Non credo che sia tipo da sposarsi! Da quello che ho sentito…

PHIL               - Ah, hai sentito qualcosa che lo riguarda?

GEORGE       - Sì, in effetti sì!

PHIL               - Allora, di che cosa si tratta? (C’è un momento di silenzio)

GEORGE       - Ha avuto un flirt con Brenda.

PHIL               - Cosa?

GEORGE       - Così pare.

PHIL               - La tua Brenda?

GEORGE       - Sì.

PHIL               - (Ride) Non essere ridicolo! Oh, non volevo dire che nessuno può essere interessato! Volevo dire semplicemente che Brenda non farebbe mai una cosa simile!

GEORGE       - So che è stato lui a prendere l’iniziativa, naturalmente.

PHIL               - Sì, ma lei ha dovuto aiutarlo! Persino Brenda!

GEORGE       - (Pensieroso) Non riesco a capire Brenda, le interessano solo i cavalli!

PHIL               - George, credo che abbiamo trovato un nuovo legame tra di noi! (Abbraccia George)

GEORGE       - Credo proprio di sì.

PHIL               - Adesso possiamo affrontarlo come due alleati. (Alan entra correndo dal giardino. Si ferma alla vista di George e Phil abbracciati. Un pensiero sbagliato gli attraversa la mente, ed esita imbarazzato)

ALAN              - Un bel… ehm… un bel tramonto!

PHIL               - Sta cercando di entrare nei Guiness dei Primati?

ALAN              - Scusi?

GEORGE       - Se lei fosse Ministro, le dimissioni sarebbero d’obbligo…

PHIL               - Stiamo entrambi cercando di controllarci.

ALAN              - (Soddisfatto) Oh, meno male… (Phil e George si sciolgono dal loro abbraccio)

PHIL               - Non immaginava che fossimo qui tutti e due?

ALAN              - Chi?

PHIL               - George ed io.

ALAN              - Non ci  ho proprio pensato!

PHIL               - (Sgomento) Buon Dio!

GEORGE       - Dov’era questa festa dove hai incontrato Branda?

ALAN              - (Perduto) Brenda?

PHIL               - Non mi dica che ha già dimenticato il suo nome!

ALAN              - Credevo che il suo nome fosse Julie!

PHIL               - Quella è l’altra.

ALAN              - Sono due?

PHIL               - Certo. Una è in giardino, l’altra a casa sua!

ALAN              - Ma io non conosco nessuno che si chiama Brenda!

GEORGE       - (Esplodendo) L’ha incontrata al party, le ha fatto la corte, e a a quanto pare vi siete sempre visti da allora!

ALAN              - Io non l’ho mai detto. È Maggie che l’ha detto!

PHIL               - In ogni modo, non è più il caso di parlarne perché Julie sta per sposare me!

ALAN              - (Impallidisce) Santo cielo! Avrebbe potuto uccidermi!

PHIL               - Sì. È quello che cerchiamo di dirle.

ALAN              - No, guardi… prima che tutto vada fuori controllo…. Mettiamo le cose in chiaro. Non conosco nessuna Brenda, e non sono il fidanzato di Julie! (George e Phil lo guardano. Un momento di silenzio)

PHIL               - Allora, che diavolo fa qui?

ALAN              - (Sorride un po’ imbarazzato) Non credevo che foste qui. Sono venuto per vedere qualcun altro!

PHIL               - Qualcun altro?

ALAN              - Sì.

GEORGE       - Una donna?

ALAN              - Certo.

PHIL               - Non è la signora PUFFET?

ALAN              - Certo che no!

PHIL               - (Pensando) Non è Julie, non è Brenda, non è la signora… (Realizza e si rivolge a George, sconcertato) George credo che abbiamo bisogno di un drink.

GEORGE       - Subito!

PHIL               - (A Alan) D’accordo, è meglio che parli e sia finita una volta per tutte!

ALAN              - Chi?

PHIL               - Maggie!… Maggie! Dove l’ha conosciuta?

ALAN              - Oh… a un party!

PHIL               - (Soffrendo) Dovevo immaginarlo…

ALAN              - Le ho fatto un po’ la corte, sa come succede…

PHIL               - Comincio a rendermene conto. (George arriva con i drink)

GEORGE       - Whisky, Alan?

ALAN              - Grazie.

GEORGE       - Whisky, Phil?

PHIL               - Grazie.

GEORGE       - Whisky, George! Grazie! (Beve un sorso e va a sedersi)

PHIL               - (Si rivolge ad Alan sedendosi) Allora?

ALAN              - Beh… e…

PHIL               - Lasci perdere! Fa freddo là fuori. Beva il suo whisky perché ne avrà bisogno!

ALAN              - Devo andare là fuori?

PHIL               - Sì. Vada prima nel più vicino letto di fiori. ( Maggie entra dalla cucina)

MAGGIE        - La cena è quasi pronta.

PHIL               - (Esplodendo) Stai cucinando sulla fiamma di una candela? (Maggie è sorpresa delle sue maniere ma l’ignora e va direttamente da Alan, allegra)

MAGGIE        - Alan! È nel giardino….

ALAN              - (Stanco) Cosa?

MAGGIE        - E’ meglio che vada a cercarla, no?

PHIL               - Piantala con questa commedia.

MAGGIE        - Scusa?

PHIL               - So tutto.

MAGGIE        - Di che cosa stai parlando?

ALAN              - Mi dispiace, Maggie. Ho paura di averti perduta.

MAGGIE        - (Allarmata) Non avrai detto loro…

ALAN              - Non sei stata molto leale con me, sai. Non mi hai detto che Phil stava per sposare Julie. (Phil reagisce inorridito alla rivelazione. George si prende la testa fra le mani. Maggie si gira a guarda Phil con un sorriso sinistro)

MAGGIE        - Certo, che bella sorpresa! Non me l’hai mai detto!

PHIL               - Non l’ho detto?

MAGGIE        - Ne sono sicura. Me ne sarei ricordata.

PHIL               - Deve essermi passato di mente, con tutta quella gente che deve venire a cena. Mi sono dimenticato.

MAGGIE        - Sì. Hai dimenticato!

ALAN              - Poteva uccidermi!

PHIL               - E’ tutta colpa sua! (Indica George) Gli avevo chiesto di dirtelo!

MAGGIE        - E’ per questo che avevi l’aria imbarazzata, George?

PHIL               - Di solito è bravo in questo genere di situazioni!

MAGGIE        - Già, non ti ha mai deluso prima, vero?

ALAN              - Vuoi dire che va sempre fuori e cerca di sposarsi?

MAGGIE        - Va sempre fuori. Il fatto di sposarsi è una specie di raffinatezza, per lui. (A Phil, dolcemente) Così… vai a vivere nella casa accanto! Come è intimo!

PHIL               - (Sorridendo nervosamente) Si, ho pensato che sarebbe stato utile. Così potrai sapere dove trovarmi. Se una valvola si fosse bruciata, sarei venuto con la scala, se il gas faceva i capricci, sarei stato qui a ripararlo.

GEORGE       - Vedi, Maggie, non smetterà di amarti semplicemente perché è sposato a qualcun’altra!

ALAN              - (Confuso va da Maggie) Scusami ma non è….

MAGGIE        - Sì.

ALAN              - Sposato con te?

MAGGIE        - Lo era all’ultimo censimento.

ALAN              - (A Phil) Ma mi pareva che avesse detto…

PHIL               - L’ho detto.

ALAN              - Ma è ancora… (Indica Maggie)

PHIL               - Lo so…

ALAN              - Non può farlo finchè ha ancora questa.

PHIL               - Perché.

ALAN              - Perché è ancora sposato!

PHIL               - Mi occuperò della casa.

MAGGIE        - Oh, te ne occuperai? (Si rivolge ad Alan) Oh bene, è tutto a posto allora.

ALAN              - Cosa vuol dire “tutto a posto, allora!”

MAGGIE        - (Segretamente) Beh, lo sai. (Sorride sfacciatamente)

ALAN              - (A Phil) Ma se un attimo fa era geloso di lei… (Indica Maggie)

MAGGIE        - Davvero? Oh caro, come sei gentile!

ALAN              - Lei non può andare in giro e pretendere di essere geloso di una moglie di cui cerca di liberarsi!

GEORGE       - (Cercando di aiutare) Io non so. Ma se vuoi vendere un’automobile non smetti di guidarla il momento che l’avviso di vendita appare sul giornale. (Tutti guardano George meravigliati)

ALAN              - Questa è la più disgustosa riflessione che abbia mai sentito.

PHIL               - Sì, George, sei andato un po’ troppo oltre!

GEORGE       - Stavo solo cercando di… spiegare la situazione.

PHIL               - Bene, George! Ci sei riuscito molto chiaramente.

MAGGIE        - Quando vai a vivere nella casa accanto? Devi ricordarti di mandarmi la carta con il nuovo indirizzo! Oh, c’è una cosa che devo sapere: dove l’hai conosciuta? Sul 47?

GEORGE       - 49.

MAGGIE        - Sì, certo! che sciocca! Il 49… lo stesso dell’ultima volta. Com’è romantico!

PHIL               - (Improvvisamente) Aspetta un attimo! Perché devo sentirmi colpevole? E tu?

MAGGIE        - Cosa?

PHIL               - Dov’era questo party?

MAGGIE        - (Vaga) Quale party?

PHIL               - Dove tu per caso sei caduta su Alan e lui ti ha fatto la corte e tutto il resto? Ho saputo tutto in proposito, sai?

MAGGIE        - Oh veramente. (Ad Alan) Ti sei dato da fare, eh?

PHIL               - Non lo ammetti, vero?

MAGGIE        - Certo che sì.

PHIL e ALAN – (Insieme) Cosa?

ALAN              - Non lo neghi?

MAGGIE        - Perché? Tanto, prima o poi lo avrebbe scoperto. (A Phil) Non sei arrabbiato, vero?

PHIL               - Quasi.

MAGGIE        - Ma, caro, è il mio turno.

ALAN              - Devo spiegare…

MAGGIE        - (Seccamente) Vuoi per favore stare fuori da tutto ciò!

ALAN              - Oh… scusami…

PHIL               - Penso che continuerai a vivere qui.

MAGGIE        - Sì. Non penso al matrimonio.

ALAN              - (Preoccupato) Al matrimonio?

MAGGIE        - Non ancora, per il momento.

PHIL               - Solamente una bella vita!

MAGGIE        - Certo.

ALAN              - (Intervenendo) C’è qualcosa che io…

PHIL               - Sto parlando a mia moglie…

ALAN              - Scusi…

MAGGIE        - Probabilmente anche tu vuoi che io stia qui… così se abiti nella casa accanto, almeno sai dove sono. Se i tuoi fiori hanno bisogno di essere sistemati verrò a farlo. Se le tue camicie avranno bisogno di essere stirate, verrò anche per questo! (George sghignazza, Phil lo fulmina con lo sguardo)

ALAN              - (Vuole andarsene) Mi scusate un momento? Credo di aver lasciato le luci accese.

MAGGIE        - La cena è quasi pronta, caro. (Gli dà un bacio)

ALAN              - Sì, grazie. (Esce in fretta in anticamera. George è sprofondato nei propri pensieri)

MAGGIE        - Sono contenta che ti piaccia!

PHIL               - Non ho detto che mi piace.

MAGGIE        - Ci siamo conosciuti a un party!

PHIL               - Lo so.

MAGGIE        - Non c’è bisogno di essere brusco solamente perché tu – le tue – le incontri all’aperto.

GEORGE       - (guarda pensieroso nel vuoto) Ancora non riesco a capire perché Brenda dovrebbe telefonare per dire ad un perfetto estraneo che si dava da fare con uno che neppure conosceva… (intrigato, cerca di trovare una spiegazione, mormorando tra sé)

                                               (Phil e Maggie lo osservano per un istante)

MAGGIE        - Che cosa sta dicendo?

PHIL               - Non lo so. Gli capita spesso, quando ha fame.

                                               (Julie entra dal giardino)

JULIE             - Tutto a posto. Papà sta guardando la televisione.

PHIL               - In giardino?

JULIE             - Nella casa accanto. (avanza verso Phil) Mi pareva di averti detto di non farti vedere.

PHIL               - Sto andando!

JULIE             - Mi dispiace, Maggie.

MAGGIE        - Oh, perfetto. Mio marito sa tutto di me e di Alan.

JULIE             - Sì, lo so. (guarda tristemente George) Povero George…

MAGGIE        - E io so tutto di voi.

JULIE             - Sì, è chiaro. Non è mai stato un segreto.

MAGGIE        - Davvero? Ha semplicemente dimenticato di parlarmene? Bene, spero che siate entrambi molto felici. (fa per allontanarsi)

                                               (Phil afferra George e lo spinge verso Julie)

PHIL               - Sì, lo speriamo tutti!

                                               (Leale fino all’estremo, George tenta di sottrarsi)

GEORGE       - Sono sicuro che lo saremo!

                                    (George prende Julie tra le braccia. Lei appare stupita, e lo respinge, con un’affettuosa risata)

JULIE             - George, non fare lo sciocco! (una breve occhiata verso Maggie) Su, vai!

GEORGE       - Cosa?

JULIE             - (Indicando Maggie) Tienitela stretta finchè hai ancora la possibilità.

(Julie spinge George verso Maggie. Lui fa l’ultimo disperato tentativo. Va verso Maggie con le braccia aperte e l’abbraccia con la goffaggine di un orso. Maggie, naturalmente, è sorpresa. Phil aspetta l’inevitabile. Maggie si libera spingendo George gentilmente sul lato e lui cade sul divano. Quindi, determinata, va da Julie)

MAGGIE        - C’è qualcosa che deve sapere.

PHIL               - Non credo che voglia saperlo, vero Julie? No, non vuole saperlo.

MAGGIE        - Invece sì! (A Julie) George ed io non siamo sposati.

JULIE             - (A Maggie) Non ha nessuna importanza, non ai nostri giorni! I matrimoni non contano. Quello che conta è vivere assieme.

MAGGIE        - Cara Julie, cerchi di capire. Sono sposata, ma non sono sposata con George.

JULIE             - Suo marito è ancora vivo?

MAGGIE        - E vegeto. Le dò un suggerimento: lui è in questa stanza.

GEORGE       - Game, set e match… (Julie guarda Phil improvvisamente furiosa)

PHIL               - (Nervosamente) Sì, stavo per dirtelo. Solamente non ne ho avuto l’opportunità. Tutta quella gente invitata a cena. Le noccioline e la signora Puffet. Io che dovevo essere l’anfitrione e tutto il resto… Non mi è sembrato il momento adatto, ma l’avrei fatto. Un po’ più tardi, al momento giusto. Non c’era ragione di dirlo avventatamente. Non volevo che tu avessi la reazione sbagliata, volevo prima essere solo con te. Poi, te ne avrei parlato. Ecco cosa volevo, essere solo e parlare, più tardi, dopo. Sì… (Ha esaurito l’argomento)

JULIE             - Adesso, capisco tutto. Ecco perché non volevi venire a cena! (Julie corre fuori nel giardino, Phil vorrebbe seguirla)

PHIL               - Julie, io… (ma lei è sparita) Devo proprio smettere di viaggiare sugli autobus. (Esce dietro a Julie)

MAGGIE        - Mio caro, sono stata un po’ dura con lei?

GEORGE       - (Con un sorriso) Beh, era il tuo turno.

MAGGIE        - Sei molto attaccato a Phil, vero?

GEORGE       - Sai com’è, lo conosco da molto tempo.

MAGGIE        - Così faresti qualunque cosa per aiutarlo… Persino fingere di essere sposato con me.

GEORGE       - Non mi è stato molto difficile. (Maggie lo guarda con sorpresa e piacere)

MAGGIE        - George!

GEORGE       - (Timidamente) Voglio dire che sono attaccato anche a te! È un fatto che quando ti ho incontrato la prima volta, io… (Si ferma e guarda da un’altra parte perché ha paura di andare troppo lontano)

MAGGIE        - (Si siede vicino a lui) Continua, George, non fermarti adesso.

GEORGE       - Beh, quando ti ho incontrato la prima volta, ti ho desiderato parecchio, per un po’.

MAGGIE        - Adesso non più?

GEORGE       - Beh, adesso è diverso.

MAGGIE        - E non l’ho mai saputo!

GEORGE       - (Ansioso) Non lo dirai a Phil, vero? Voglio dire non una sola parola. Mai.

MAGGIE        - Te lo prometto. Sarà il nostro piccolo segreto. (Lo bacia sulla guancia. La signora Puffet entra dalla cucina e li vede)

S.ra PUFFET - C’è un rumore strano.

MAGGIE        - Dove?

S.ra PUFFET - Nel forno.

MAGGIE        - Non importa il rumore, purchè cuocia il cibo.

S.ra PUFFET - E’ meglio che venga a vedere lei stessa! Non mi piace quel rumore. Niente affatto.

MAGGIE        - Allora vengo subito, signora Puffet.

S.ra PUFFET - Non la sto trascinando via per caso? (La signora Puffet guarda George e rientra in cucina)

MAGGIE        - Adesso ho rovinato la mia reputazione. (Entra in cucina. Brassett entra dall’anticamera, spingendo Alan davanti a lui)

BRASSETT    - Voglio sapere che cosa le ha fatto.

ALAN              - Non ho fatto niente!

BRASSETT    - Allora perché sta facendo le valigie?

ALAN              - Non sapevo nemmeno che le aveva disfatte!

BRASSETT    - (A George) Stava ancora correndo!

GEORGE       - Intorno al giardino?

BRASSETT    - Lungo la strada. L’ho visto dalla finestra e l’ho raggiunto prima che arrivasse alla sua auto.

GEORGE       - Non cercava di scappare, vero Alan? (Alan guarda intimidito)

BRASSETT    - Deve comportarsi meglio di così quando sarà sposato.

ALAN              - Non mi sposerò.

BRASSETT    - Cosa?

ALAN              - Non lo farò se potrò evitarlo.

BRASSETT    - Ma lei ha detto a Julie…

ALAN              - Non sono stato io, è stato l’altro… (C’è un’esplosione che viene dalla cucina in un nuvolo di fumo)

MAGGIE        - Signor Brassett! È proprio l’uomo che volevamo!

BRASSETT    - Cos’è successo?

MAGGIE        - C’è un’esplosione, in cucina.

BRASSETT    - (Occhi brillanti) Del fuoco?

MAGGIE        - Ci sono fiamme!

BRASSETT    - Allora vado! (Corre in cucina, seguito da Maggie. George ne ha avuto abbastanza di correre e si dirige verso il giardino)

ALAN              - Dove va?

GEORGE       - Ho pensato di fare una corsetta prima della cena. (Esce nel giardino. Greta entra dall’anticamera portando una bottiglia di vodka tra le braccia, come se fosse un bambino. Cammina vacillando, con un sorriso felice)

ALAN              - Greta, eccoti qua! (Greta cerca di concentrarsi nella sua direzione)

GRETA           - Chi parla?

ALAN              - Sono io. Mi chiedevo se saresti venuta.

GRETA           - Sono stata seduta sulla cesta della biancheria a bere la vodka. (Singhiozza) Credo di essere un po’ ubriaca. (Viene a sedersi sul divano)

ALAN              - Sono quasi partito e avrei lasciato qui.

GRETA           - (Fissandolo con insistenza) Io ti conosco?

ALAN              - Non dirmi che ti sei dimenticata?

GRETA           - Di che cosa?

ALAN              - Sono io.

GRETA           - Chi?

ALAN              - Alan! Non ti ricordi? Ci siamo incontrati a un party e ci siamo dati un appuntamento!

GRETA           - Sei sicuro? (Si avvicina a lui e sorride) Oh sì, credo di ricordarmi di te! Vagamente…

ALAN              - Sono passato a casa tua a prenderti, ma tu non c’eri.

GRETA           - No, io ero qui. Come hai fatto a trovarmi?

ALAN              - La tua compagna di camera mi ha dato questo indirizzo.

GRETA           - Da quanto tempo sei qui?

ALAN              - Da circa un’ora. E sono tutti matti! (Maggie esce dalla cucina e fa il giro intorno al divano per prendere il sifone della soda dal bar, parlando mentre cammina)

MAGGIE        - Ciao, Greta! Mi fa piacere che tu sia ancora qui. Ho paura di averti completamente trascurata. Mi auguro che ti sia consolata con la vodka. Oh sì, vedo che l’hai fatto! Abbiamo un piccolo problema in cucina e adesso ci voleva anche questo. Stai cercando George? Probabilmente è tornato in giardino. Sono tutti terribilmente atletici, non trovi? (Ad Alan) Torno subito, caro. (Maggie bacia Alan sulla tempia e va di nuovo in cucina con il sifone della soda)

GRETA           - Perché quella signora ti ha baciato? Sei sposato con lei?

ALAN              - No, ma crede che sia venuto qui per lei.

GRETA           - Perché?

ALAN              - Beh, io vado a molti party… (Phil entra dal giardino e vede Greta)

PHIL               - Santo cielo! Mi ero completamente dimenticato di te!

GRETA           - Sono rimasta seduta sulla cesta della biancheria…

PHIL               - Oh bene, vedo che hai trovato la vodka. Novità per la cena? Non credo, no… Accidenti, sono affamato! Scommetto che vi siete conosciuti, vi siete presentati? Lo so che siamo nel mezzo di una crisi, ma non dimentichiamo le buone maniere.

ALAN              - Non era necessario. L’avevamo già fatto!

PHIL               - Cosa?

ALAN              - Prima. Ci siamo conosciuti a un party.

PHIL               - A quanto vedo ha una vita sociale particolarmente intensa.

GRETA           - Non l’ho invitato io.

PHIL               - Lo so, è venuto qui per vedere Maggie.

GRETA           - Ah, questa è un’altra che ti è scappata dalle mani! (Ad Alan) Ho raccolto più del necessario questa sera. Tre ragazze nella stessa casa.

ALAN              - Tre? Come fa?

PHIL               - Trasporto civico. Vada adesso, troverà Maggie in cucina.

ALAN              - Ma non sono venuto qui per Maggie!

PHIL               - Lei non è venuto….?

ALAN              - No.

PHIL               - Ma non aveva detto…?

ALAN              - No. È lei che l’ha detto.

PHIL               - Capisco!

ALAN              - Mi dispiace!

PHIL               - (Con un grande sorriso) Non si deve scusare, io sono felice!

ALAN              - Davvero?

PHIL               - Così lei non l’ha mai incontrata al party?

ALAN              Sì, ci siamo incontrati al party.

PHIL               - Ma lei non ha detto quello che Maggie crede che lei abbia detto?

ALAN              - (Vergognandosi un po’) Può darsi che l’abbia detto.

PHIL               - (Comincia a gustare la situazione) Ma lei non è venuto per vedere Maggie?

ALAN              - Non avevo alcuna idea che vivesse qui. È stata una grossa sorpresa, posso confermarglielo, quando improvvisamente è apparsa dalla cucina.

PHIL               - Allora perché è venuto qui?

ALAN              - Sono venuto per lei. (Indica Greta)

PHIL               - (Veramente soddisfatto) E’ meglio che la porti via di qui subito! (Li spinge entrambi verso l’anticamera)

GRETA           - Quanta fretta di liberarti di me.

PHIL               - (Con gioia) Beh, vedi, vorrei fare due chiacchiere con mia moglie.

GRETA           - Non dirmi che è qui?

PHIL               - (Improvvisamente) Sento odore di bruciato?

ALAN              - Probabilmente, la cucina è incendiata.

PHIL               - Cosa?

ALAN              - Ma è sotto controllo. Il pompiere se ne sta occupando.

PHIL               - Se ne sta occupando? C’è odore di bruciato… (Corre in cucina)

ALAN              - Credo che non ci sarà nessuna cena.

GRETA           - No. Persino le noccioline sono tutte finite.

ALAN              - La mia macchina è qui all’angolo.

GRETA           - Ah, bene. (Julie e George entrano dal giardino. Lei è pronta a partire, George l’aiuta a portare i bagagli)

GEORGE       - (Mentre entrano) E’ sicura che non vuole cambiare idea?

JULIE             - Non posso restare qui. Non adesso.

ALAN              - Posso darle un passaggio?

GRETA           - Alan!

ALAN              - Tutti e due. Siamo insieme.

JULIE             - Molte grazie!

GEORGE       - Partite tutti, allora?

ALAN              - Sì. È stato piacevole, ma credo sia ora di andarcene.

GRETA           - In più siamo affamati. (Brassett entra dalla cucina, soddisfatto)

BRASSETT    - E’ il più bel fuoco in una piccola cucina che abbia mai visto. Il sifone della soda ha risolto il problema! Dovrebbe far parte dell’equipaggiamento standard.

JULIE             - (Ad Alan) Ha un posto per mio padre?

ALAN              - (Senza entusiasmo) Credo di si. (Comincia ad andare)

GRETA           - Alan?

ALAN              - Cosa?

GRETA           - Hai della vodka nella cesta della biancheria? (Alan e Greta escono dall’anticamera)

JULIE             - Vieni, papà. (Lo spinge verso l’anticamera)

BRASSETT    - Ma non ho mangiato ancora niente….

JULIE             - Mangerai più tardi! (Lo spinge fuori dietro gli altri e si gira verso George che le dà le valigie) Spiegherai tutto a Phil, vero?

GEORGE       - (Caldamente, con un sorriso) Farò come di consueto. (Julie sorride, gli dà un bacia veloce ed esce in anticamera con gli altri. Phil e Maggie entrano dalla cucina)

PHIL               - Dava l’impressione di attaccare l’incendio ad una torre!

MAGGIE        - Dove sono gli altri?

GEORGE       - Sono partiti.

PHIL               - Tutti?

GEORGE       - Sì.

PHIL               - Santo Cielo!

MAGGIE        - Che strano comportamento!

PHIL               - Credo che non avremo niente da mangiare questa sera..

GEORGE       - C’è il ristorante cinese dell’angolo. Posso andare a ordinare qualcosa, se volete.

PHIL               - Buon’idea! Ed io aprirò una bottiglia di vino. (La signora Puffet entra dalla cucina. Ha il cappello in testa ed è pronta per andare. Ha la faccia con delle righe nere)

S.ra PUFFET - Adesso basta! Ne ho abbastanza e me ne vado. Cosa dirà mio marito quando vedrà la mia faccia?

GEORGE       - Deve averci fatto l’abitudine ormai.

S.ra PUFFET - Basta! È meglio che mi accompagni a casa dopo quello che ha fatto alla mia utilitaria.

GEORGE       - Oh no, ho già corso abbastanza questa sera.

S.ra PUFFET - George! (Tutti guardano la signora Puffet sorpresi)

GEORGE       - Oh, mio Dio! (George si precipita verso l’anticamera, seguito dalla signora Puffet. Maggie e Phil sono rimasti soli. Lui va a versarsi un drink)

PHIL               - (Prudentemente) Hum… scusa?

MAGGIE        - Il divano, caro?

PHIL               - Ah sì.

MAGGIE        - George può aiutarti a portarlo.

PHIL               - Certo. Cin-cin.

MAGGIE        - Cin-cin. (Bevono. Una breve pausa. Poi Phil ride soffocato gioiosamente) Che cosa c’è da ridere?

PHIL               - Niente, niente… (batte il ginocchio di lei con simpatia) Non farci caso!

MAGGIE        - Cosa vuol dire non farci caso?

PHIL               - (Divertito) Tu e il tuo amichetto…

MAGGIE        - Non so di che cosa stai parlando.

PHIL               - Tutta quella storia tra te e Alan! In realtà, non è mai venuto per te!

MAGGIE        - A quanto pare no, dal momento che se n’è andato.

PHIL               - Non preoccuparti. (Batte di nuovo il ginocchio con elaborata simpatia) Non ti aspettavi che io credessi a questa storia?

MAGGIE        - (Freddamente) No. (Un attimo) Avresti scoperto la verità, prima o poi.

PHIL               - Puoi scommetterci. (Beve il suo drink, contento)

MAGGIE        - Non potevo pretendere che tu credessi a questa storia a lungo.

PHIL               - Nessuna possibilità? (Sorride)

MAGGIE        - Eppure è valsa la pena di fare il tentativo! Per lo meno, ti ha impedito di sospettare qualche altra possibilità.

PHIL               - Sì… (La guarda) Scusa?

MAGGIE        - (Vagamente) Niente.

PHIL               - Cosa hai detto?

MAGGIE        - Ho detto che valeva la pena di tentare.

PHIL               - No. Dopo questo.

MAGGIE        - Ho detto che ti ha impedito di sospettare qualche altra possibilità.

PHIL               - E questo, cosa vuole dire?

MAGGIE        - Caro, non farmi tante domande. Non è meglio che apri la bottiglia di vino? Il cibo arriverà fra qualche minuto.

PHIL               - Voglio sapere di cosa stai parlando.

MAGGIE        - (Enigmaticamente) Vedi, caro.. sei assente molto spesso, dopo tutto! Ci si annoia a restare soli.

PHIL               - Vuoi dire che c’è qualcun altro? È questo che cerchi di dirmi?

MAGGIE        - Non cerco di dirti niente. Ma tu continui a farmi domande!

PHIL               - Capisco! (Pausa) Tu non vuoi dirmi chi è?

MAGGIE        - Sì.

PHIL               - (Sorpeso) Vuoi dirmelo?

MAGGIE        - Se vuoi proprio saperlo! Ma è un po’ imbarazzante…

PHIL               - Chi è?

MAGGIE        - Mi prometti che non farai una scena? Non voglio che rovini la serata.

PHIL               - Chi è ?

MAGGIE        - Non lo immagini?

PHIL               - No! Chi diavolo è?

MAGGIE        - Ebbene… è George, evidentemente!

PHIL               - (La fissa) George?

MAGGIE        - Sì.

PHIL               - Il mio George?

MAGGIE        - No, il mio George. (Un attimo, poi Phil comincia a ridere)

PHIL               - Non ci credo! George!

MAGGIE        - Credi quello che vuoi, ma è la verità.

PHIL               - No, mai! George, no. Quando?

MAGGIE        - Ogni volta che ne ha avuto l’occasione. Ogni volta che tu non eri in casa.

PHIL               - Vuoi dire ogni volta che uscivo, lui entrava?

MAGGIE        - Sì. (Phil indeciso tra credere o non credere. Ride di nuovo)

PHIL               - No, mi dispiace, ma è impossibile! Non avrebbe mai fatto una cosa simile, non con mia moglie!

MAGGIE        - Perché no? Tu non lo stavi facendo con tua moglie!

PHIL               - No, questo no. Non George! Glielo chiederò.

MAGGIE        - E lui negherà, logicamente.

PHIL               - Perché non è la verità.

MAGGIE        - Perché è un gentiluomo.

PHIL               - Perché non è successo mai niente!

MAGGIE        - Non ti sei mai chiesto perché ho sempre creduto agli alibi che George inventava per te?

PHIL               - Sì… io….. perché?

MAGGIE        - Rendeva tutto più facile per noi.

PHIL               - Buon Dio!

MAGGIE        - (Rendendogli la pariglia) Non farci caso… (Lei gli batte il ginocchio con simpatia mascolina. Phil è sul punto di scoppiare per un attimo poi, si convince che lei ha inventato tutto e comincia a ridere, anche se è un po’ forzato)

PHIL               - Oh cara, ti amo.

MAGGIE        - Ti sembra pieno di tatto, date le circostanze?

PHIL               - Che immaginazione per inventare una storia del genere solo per riconquistarmi!

MAGGIE        - (Non è impressionata) E’ questo che ho ottenuto?

PHIL               - Non è quello che volevi?

MAGGIE        - (Freddamente) Non ci avevo proprio pensato. (Si alza)

PHIL               - Dove vai?

MAGGIE        - A prendere altre noccioline. (Va verso la cucina)

PHIL               - Non riesco a capire. Inventare una storia del genere. (Ride. Maggie si ferma sulla porta della cucina)

MAGGIE        - Phil, smettila di parlarne. Non hai bisogno di crederci, se non vuoi.

PHIL               - (Ridendo) No, non voglio.

MAGGIE        - (Allegramente) D’accordo. D’accordo. (Quindi spinge il cancello più profondamente) Comunque, non ne avrai mai la certezza. (Entra in cucina.

(Phil resta seduto incapace di credere e allo stesso tempo non interamente capace di scartare la possibilità. George entra dall’anticamera con una sacco di plastica nel quale c’è il cibo cinese nei contenitori)

GEORGE       - (Allegramente) Eccomi qua! Sono stato rapido, vero? (Va a posare il cibo cinese. Phil guarda George in modo nuovo, preoccupato, sospettoso… George si rende conto del suo sguardo) Va tutto bene?

PHIL               - Non ne sono sicuro.

GEORGE       - Oh. (Continua a disfare i pacchetti)

PHIL               - George?

GEORGE       - Uhm??!….

PHIL               - C’è qualcosa di cui vorrei parlarti….

GEORGE       - (Candidamente) Ah sì?

PHIL               - Si tratta di Maggie. (George reagisce allarmato)

GEORGE       - Mio Dio! Lei non te l’ha detto, vero?

Phil comincia ad alzarsi guardando George sorpreso, pensando il peggio mentre…

SI CHIUDE IL SIPARIO