COLUMBUS DAY
(LA GIORNATA DI COLOMBO)
Radioscena
Di ORSON WELLES
Versione italiana di Gigi Cane
PERSONAGGI
WELLES
BAMBINA
PROFESSORE
COLOMBO
TOMMASO IL DUBITANTE
ANNUNZIATORE
AMICO
VOCI
Commedia formattata da
Welles - Buona sera. Qui Orson Welles che parla. In un vecchio libro della biblioteca di Siviglia sta scritto:
Voce - Dopo molti anni giunger il tempo in cui l'oceano scioglier la catena delle cose e un'immensa 'distesa di terra sar rivelata.
Welles - La citazione tratta da un'antica tragedia di Seneca Dopo molti anni giunger il tempo in cui l'oceano scioglier la catena delle cose e un'immensa distesa di terra sar rivelata . A queste, nel vecchio libro di Siviglia, seguono queste altre parole:
Voce - Mio padre avver questa profezia il d dodici del mese di ottobre dell'anno di Nostro Signore millequattrocentonovantadue .
Welles - Oggi il dodici ottobre. Auguri, Americani. Oggi il nostro compleanno. (Il commento musicale inizia contemporaneamente alla battuta che segue). Questa trasmissione fa parte del programma celebrativo. Viene diffusa in tutte le lingue d'America perch la possiate ascoltare da ogni centro del nostro emisfero. Buon compleanno a tutti. E se mai aveste dimenticato...
Bambina - Correva l'anno 1492 Quando Cristoforo Colombo si avventur nell'Oceano Atlantico...
Welles - Sentito? Circa quattro centocinquanta anni fa Cristoforo Colombo scoperse un nuovo mondo.
Professore - Lai vostra un'affermazione piuttosto azzardata, signor Welles.
Welles - Oh, perch?
Professore - Non si sa esattamente chi sia stato il primo scopritore dell'America. Io sono professore di Croviologia, Abadabiologia e Cretnica.
Welles - Lieto di conoscervi, professore. Che cosa ci dite, allibra, di Colombo?
Professore - Non del tutto corretto dire che Cristoforo Colombo scopr l'America. Vedete, molto facile in sede storica dimostrare che le terre .dell'Emisfero Occidentale furono scoperte molti anni - molti secoli, anzi - prima di Colombo. Sar pi preciso: nel nord e nellest approdarono i Vikinghi guidati da Lief il Fortunato e fors'anche da Eric il Rosso. Il sud fu visitato dagli indigeni dei mari meridionali che navigavano in canoe usando noci di cocco per sestante, mentre l'ovest e ancora il nord erano noti a certe popolazioni asiatiche giunte attraverso le Aleutine. E potrei anche dirvi che...
Welles - Siamo d'accordo, professore. Molta gente scopr l'America, oltre a Colombo: alcuni prima di lui, forse; altri, pi numerosi, dopo. Grandi nomi come Magellano, Vasco de Gaana, Balboa, i Caboto, Hudson...
Professore - Amerigo Vespucci.
Welles - Sicuro, professore.
Professore - Dal quale quest'emisfero prese il nome.
Welles - Appunto, professore. (La musica riprende) Ora, ecco che cosa penso io di tutti quelli che hanno scoperto l'America, illustri e ignoti, conquistatori e preti, esploratori, mercanti, vagabondi, soldati e avventurieri. Ognuno di essi, tutti quell'li che affrontarono con coraggio il mistero ,di questo nostro mondo allora non segnato ida alcuna carta di navigazione, hanno scoperto l'America. Ognuno di essi Colombo, e Colombo tutti loro. E' il primo uomo che si prepara ad andare nella luna; l'uomo che ha il coraggio dei propri sogni.
(La musica segue).
Prima Voce - Io posso volare come gli uccelli. (Risata).
Seconda Voce - Io posso navigare senza vela. (Risata).
Terza Voce - Io posso smuovere i carri senza cavalli. (Risata).
Colombo - Io posso raggiungere l'oriente navigando ad occidente. (Risata).
Welles - Avete sentito queste risate? Bene. Ora ascoltate il rombo di un motore d'areoplano... (Rombo) di piroscafo... (Rombo) di automobile. (Rombo). Naturalmente, poich la terra rotonda si pu anche raggiungere l'oriente navigando nella direzione opposta.
Tommaso il Dubitante - Certo eh' rotonda.
Welles - E allora perch hai riso di Colombo ?
Tommaso il Dubitante - Chi, io?
Welles - Proprio tu. Ricordi la storia dell'uovo? (Musica).
Annunziatore - La Storia dell'Uovo! (La musica cresce d'intensit e poi s'affievolisce) L'azione si svolge in un castello di Spagna. Cristoforo Colombo, reduce dalla scoperta dell'America ospite d'onore ad un banchetto.
Coro d'uomini - (terminando vigorosamente l'inno di benvenuto) Cos auguriamo tutti quanti noi! (Applausi).
Ospite - (sottovoce) Per, quante storie per questo Colombo.
Colombo - Stavate parlando di me, Signori? Mi pare di s. Dicevate, senza dubbio, che si sta facendo troppo chiasso per quella mia scoperta.
Prima Voce - Osservavamo soltanto, Ammiraglio, che il (mondo cammina e se non l'aveste fatto voi, quel viaggio, l'avrebbe fatto qualcun altro.
Colombo - Non so che cosa rispondere a questa sensata obiezione. Ma guardate, qui c' un uovo sodo.
Seconda Voce - Un uovo?
Terza Voce - Sodo?
Tommaso il Dubitante - Uova sode nel quattrocentonovanta ?
Welles - - Gi. Non avevano ancora inventato le nova affogate. Quest'invenzione risale a parecchi anni dopo, e si deve a una cuoca messicana, Juana de la Cruz,
Quarta Voce - (bisbigliando) Ha un uovo.
Colombo - Un uovo, sicuro. Vorrei che qualcuno di voi si provasse a farlo star ritto su una estremit.
Quinta Voce - Farlo star ritto su un'estremit? Un uovo? Che idea. Qua, fatemi provare.
Voce - Non pu: rotola sul tavolo.
Quinta Voce - Ma si capisce. Rotola.
Altra Voce - Fate provare anche a me.
Prima Voce - E allora?
Seconda Voce - Prdono tempo. E' una cosa assolutamente impossibile.
Colombo - Impossibile, dite?
Terza Voce - Impossibile.
Colombo - Attenti. Spezzo delicatamente il guscio all'estremit e l'uovo si regge, ritto.
Quarta Voce - B, si capisce che si regge.
Quinta Voce - Naturale che si regge, in quel modo.
Colombo - Infatti. Ma soltanto io ho pensato a quel modo. (Musica).
Welles - Mi piace questa storiella perch insegna qualcosa simile possibilit dell'uomo. Era intelligente oltre che coraggioso, mi sembra. Peccato che non si sappia qualche altra cosa di Colombo.
Professore - Colombo forse non neanche il nome giusto. Si trova scritto in tutti i modi: Colombo, Colon, Coloni, Colombo e Colonna.
Welles - Grazie, professore. Comunque proveniva da Genova, per cui consegue ch'era Italiano.
Professore - Siamo in possesso di documenti che lo dicono Corso o fors'anche Maiorcano, mentre da altre carte risulterebbe Greco. E non mancano studiosi che gli rivendicano nazionalit inglese, portoghese, tedesca, francese, spagnola, armena e israelita.
Welles - Allora diciamo che probabilmente era Italiano.
Professore - Cos.
Welles - Grazie, professore. D'altra parte tutti sembrano d'accordo nel dichiarare ch'era rosso di capelli, ma precocemente incanutito, salivo alcune ciocche ostinatamente rosse.
Professore - Esatto, per quanto riguarda le ciocche ostinatamente rosse.
Welles - Non preoccupiamoci troppo delle ciocche ostinatamente rosse. Quel che ci interessa questo che circa quattrocento cinquant'anni fa, come oggi, Cristoforo Colombo, ammiraglio 'del grande oceano, giunse in questa nostra terra al comando di tre navi. Tutti ne conoscono i nomi: la Santa Maria , la Pinto ...
Bambina - Scusi, signor Welles.
Welles - Che c' bambina?
Bambina - Il nome di quella nave era Pinta non Pinto .
Welles - Pinta, hai ragione, bambina. E l'altra nave, cerne si chiamava?
Bambina - L'altra nave si chiamava Nina .
Welles - Proprio come stavo per dire.
Bambina - Colombo alz le vele dalla costa spagnola il 3 agosto 1492. Gl'i occorsero trenta-quattro giorni per attraversare l'Atlantico, a contare dal giorno in cui lasci la Gran Canaria, ultimo scalo noto ai naviganti. (La musica riprende, vibrante).
Welles - La Gran Canaria. C' come un invito alla distanza nel nome di questo scalo, l'ultimo noto ai naviganti, tu dici. E si sarebbe potuto chiamare Bagdad, altrettanto bene. Bagdad, Pago-Pago, Timiboiotu, e la Gran Canaria. Non che la Gran Canaria esercitasse una particolare attrazione su Colombo. Altri erano i nomi che gli scaldavano il sangue e lo facevano sognare: le Indie, Cipango, le Isole delle Spezie, il Calai, l'impero del Gran Kan, gli approdi del Levante, il favoloso Oriente che voleva raggiungere navigando verso Occidente. E c'erano altri nomi, mai intesi da lui, nomi affascinanti che altri Europei impararono a conoscere quando si misero per la sua via: Cuzsco, Chichentza, Orinoco. (La musica tace) Saskatchewan, Mississippi. (Breve pausa). C' chi dice che, in fondo, Colombo era soltanto un uomo pratico. Che soprattutto gli stava a cuore di trovare la via pi breve per le Indie, proprio cos, soltanto la via pi breve. Pu darsi. Pu darsi che l'ignoto si riveli soltanto agli uomini senza fantasia. Ma io penso, invece, che occorra molta fantasia per tentare una cosa come questa. Non dev'essere stata piacevole, quella prima traversata. Qualcuno una volta, disse che quella dell'avventura un'attitudine nata dalla sofferenza. Immaginate il primo giorno di quelli'avventura atlantica, 8 settembre 1492. Colombo pronto ad alzare le ancore, e le sue tre caravelle alla fonda, dondolanti nel vento di nord-est che spazzava la Gran Canaria. (La musica riprende, vibrante).
Colombo - Compagni, fra poco faremo vela verso le terre di ponente. E' ancora buio, (laggi, ma non tanto perch - guardate - sorge pian piano una stella luminosa. Io conosco quella stella. La conosco bene. Il nostro viaggio guidato dalla Stella di Settentrione, compagni, ma noi navigheremo verso la Stella d'Occidente. Navigheremo solo verso la Stella d'Occidente. (La musica cresce d'intensit. Poi si affievolisce).
Welles - Il poeta Walt Whitimann descrisse questo viaggio. Intitol i suoi versi Via delle Indie : Via delle Indie! Dinnanzi a me i naviganti d'allora Sorgono coi mondo d'allora Nella sua curiosit ridestata: Qualcosa muovendo nell'umanit Come linfa la terra in primavera. Via delle Indie! Lotta di capitani, notizia di morti Marinai, e pensieri e viaggi e spedizioni. Dinnanzi ai me, su tutti L'Ammiraglio
- Storia coraggio, azione, fede - E la seguita conoscenza nel compasso marino E ritrovate terre e create nazioni: Tu, creata America Per un immenso fine da lunga prova d'uomo ; Tu estrema curva d'un mondo perfetto.
(La musica tace)
Trovare, trovare la via. M'ardono le vene di sangue.
Salpiamo, anima. Togli
Subito l'ancora. Tronca
La gomena. Alza
Ogni vela.
Troppo in terra restammo radicate piante.
Troppo strisciammo sul ventre di cibo e bevanda.
Troppo in noi Toimbra e luce idi vane pagine lette,
Solo diretti dalla molta acqua salpiamo.
Perch sorte ci lega oltre l'audacia nota.
Lo scafo, la vita giochiamo e ogni cosa.
O anima mia coraggiosa
O naviga pi lontano lontano
O naviga pi lontano lontano lontano.
(La musica riprende).
Bambina - (declamando): Gli sono dietro le turchine Azzorre E le Colonne d'Ercole E innanzi a lui non spettro di terra E innanzi a lui senza pi spiaggia il mare. E' tempo di preghiera, ecco - dice ili compagno, Perch - dice - ecco innanzi a noi Senza pi stelle il cielo. Che dir mai, buon ammiraglio. Parla. - Che andiamo avanti, tu dirai, Avanti, avanti, avanti...
Welles - Tutti i bambini, in America, sanno a mente la storia della prima traversata. Bambina: Mi si fanno ribelli i marinai Ogni giorno che passa. Deboli mi si fanno, orribilmente, Ogni giorno che passa.
(Dopo che la Bambina ha detto ogni giorno che passa la musica si affievolisce fino a svanire).
Welles - Ribelli mi si fanno i marinai . Ricordate: tutti quanti abbiamo imparato a scuola che l'ammutinamento del suo equipaggio fu il pi grave dei pericoli che minacciarono Colombo. I suoi marinai avevano paura di proseguire - ci spiegavano - perch pensavano che le loro navi sarebbero cadute fuori della terra. I marinai credevano nell'esistenza di grandi mostri marini, cosi grandi che avrebbero potuto inghiottire una flotta in un boccone. Il loro terrore era ancora reale per noi, bambini di scuola, perch solo da pochissimo tempo ci avevano detto che non esistono mostri marini. Cos noi parteggiavamo per Colombo in queste gravi questioni - parteggiavamo per la logica ed il progresso - soltanto in virt di un trimestre di scuola, due al massimo. In verit non facile ricostruire, rendersi conto di un ammutinamento del millecinquecento. Non riesco a sapere fino a qua! punto gli ammutinati avevano paura ad andare avanti e continuare a vivere con quel genovese dagli occhi d'acciaio. Non so che cosa abbiano detto esattamente i ribelli, ma questo lo posso immaginare, a un dipresso. Credo che abbiano detto cos:
Quarta Voce - La macchina da guerra nazista invincibile.
Seconda Voce - Non dobbiamo mettercisi contro: saremmo schiacciati.
Terza Voce - Non possiamo fargliela contro i nazi.
Welles - Si capisce che gli uomini ribelli di Colombo, allora, non parlavano di nazisti, ma il senso delle loro parole doveva essere proprio questo.
Quinta Voce - Saranno a Mosca in due settimane.
Sesta Voce - Quelli si prenderanno la Russia solo usando il telefono.
Settima Voce - Hitler invincibile.
Welles - Avete assistito a questa specie di ammutinamento, ricordate? Bene, -allora, nel 1492, c'era Ila paura dei mostri marini, il timore di scivolare fuori dall'orlo della terra; ma adesso sappiamo che Hitler si pu battere, sicuro com' sicuro che lai terra rotonda. (La musica riprende) Trentadue giorni di navigazione. Mancavano soltanto due giorni per arrivare, e i marinai non volevano pi proseguire. Ma il trentatreesimo giorno Colombo scrisse queste parole sul suo libro di bordo. (La musica tace... Pausa).
Colombo - Oggi stato avvistato un uccello. (La musica riprende).
Welles - Come si pu comprendere un momento di vita che non si vissuto mai? Come possiamo anticipare qualcosa che gi avvenuta? Tentiamo. Interrompete l'a musica, per pia-cere. (La musica tace) Non parler neanch'io, adesso. Tutti stiamo cercando di immaginare, di ricostruire un'atmosfera simile in qualche modo a quella che sovrastava quella nave, quella notte. (Un grande silenzio. Il pi lungo silenzio che mai si sia inteso alla radio. Le battute seguenti sono molto, molto soffocate).
Colombo - Ebbene, amico?
Amico - Comandate, Ammiraglio.
Colombo - Davanti a te, dritto, non vedi come una luce?
Amico - Mi pare; s, la vedo.
Colombo - Come una tenue luce di candela che scende e sale?
Amico - Sembra una luce di terra, o forse di un piccolo battello.
Colombo - S. Per adesso se n' andata.
Amico - Aspettate. Pu tornare.
Colombo - Eccola, laggi.
Amico - S, la vedo anch'io.
Colombo - No. E' un falso allarme. E' la mia stella d'Occidente che sta per levarsi. Uno straccio di nuvola o la nebbia marina la velano ad intermittenza, cos che abbiamo creduto di vedere una luce come di lampada mossa. Ma la mia stella d'Occidente. (Pausa).
'Amico - Miglior fortuna la prossima volta, Mastro Cristoforo. (La musica riprende contemporaneamente alla battuta seguente).
Welles - Quattrocento cinquantanni fa come stamattina. Alle due. Le caravelle continuano ad avanzare veloci. Le loro vele sono bianche dei bagliori della luna alta nel cielo. La Pinta -naviga in testa. Soffia: un buon vento di poppa e le piccole navi continuano ad avanzare veloci, scavalcando le onde e lasciandosi dietro un taglio di spuma come se le loro carene tagliassero l'ultima barriera invisibile che separa il Vecchio Mondo da questo nostro, nuovo. (La musica tace) Ancora pochi istanti, e sar conchiusa un'era che ha le sue radici nellantichit pi remota. (Altro lunghissimo silenzio).
Voce - Terra! TERRA! (Effetti di gioia, detonazioni, bruso di allegrezza, poi: La musica sovrasta ogni altro rumore. E subito muta la sua vivacit ad esprimere una disposizione serena ed ottimistica).
Colombo - Se queste sono le Indie, io ho fatto ci ch'era mio destino di fare. E se non lo sono, chi, ora pu dirmi che questa non sia una terra anche pi grande? A questa terra, agli 'uomini di questa terra io dico - a quelli che li seguiranno negli anni futuri, ai figli di questa terra che vediamo qui distendersi dinnanzi a noi - io dico: (La musica tace) Serrate questa notte nel vostro cuore, perch questa la notte in cui si avverato un sogno dell'uomo.
Welles :
Via delle Indie, pi che le Indie!
O segreto di terra e cielo.
Di voi, acque marine. O golfi ventosi e fiumi.
Di voi, ca-mpi e foreste. Di voi, dure montagne.
Di voi, piraterie. Di voi, nere rocce.
O' rosso mattino. O nubi. O pioggia e neve.
O giorno o notte: la nostra strada -a voi.
O sole o luna, astri del cielo.
La nostra strada a voi.
(La musica riprende in tono minore).
Colombo mor senza giungere a sapere qual terra- avesse scoperto, qual era l'importanza di quella terra. Ci volle del tempo per riconoscere l'importanza di quella terra. Noi stessi non conosciamo ancora tutta la nostra terra che gli atlanti segnano inesplorata in larghe strisce. Ma questo sappiamo: che la nostra terra ha la lunghezza del mondo. Che abbiamo grandi fiumi, l'Amazzoni, il Mississippi, l'Orinoco, il Columbia, il Yukon, il Paraguay. Che abbiamo grandi montagne, le Ande, le Rocciose, la Sierra Madre, gli Appalachiani. Che abbiamo laghi, il Titicaca, i Grandi Laghi, il Gran Lago Salato. Che abbiamo ili groviglio del Matto Grosso, le giungle dell'Amazzoni, le lagune deH'Everglades, i deserti del Cile e dell'Arizona, le cascate del Niagara e dell'Iguassu. Abbiamo legname e miniere e ferro: possiamo costruire un mondo. Abbiamo carbone e petrolio ed energia elettrica: possiamo percorrere le strade di un mondo. Abbiamo grano e orzo e bestiame: possiamo saziare la fame di un mondo. (La musica tace). E' una buona terra, la nostra, dove il tropico e il polo s'incontrano e ci fa ricchi tanto da poter mutare il corso della storia soltanto col sacrificio di una piccola parte della nostra ricchezza. (Breve pausa) E' sopravvissuto un uomo dell'equipaggio di Colombo. Ripeto: c' ancora un uomo di quelli che erano con Cristoforo Colombo. Ora qui, abbiamo il piacere di averlo qui, con noi, in auditorio. Signore e signori, vi presento Jos... mi spiace, Jos, ho 'dimenticato il vostro cognome...
Joe - Anch'io l'ho dimenticato, l'ultimo cognome che avevo. Chiamatemi Joe o Jos, come vi piace meglio. S, signor Welles, effettivamente io ho (girato il mondo.
Welles - Come fu che vi imbarcaste con Colombo ?
Joe - Cominciavo allora a girare il mondo. Quando sono arrivato qui non mi andava di abitarci. Non per molto tempo, almeno. A nessuno di noi gli andava. Fatto molte traversate, cos. Un sacco di capitani, ogni sorta di navi, la Mayflower , l' Half Moon . Non ricordo i nomi di tutte. Poi ci tornai. Per cercare. La Fontana 'della Giovinezza, 'dico, e l'Eldorado, cose che non si trovano mai, e quelle donne Amazzoni, sapete. Mai vista una. Per, quel picco a Darien, che bellezza.
Welles - Suppongo che abbiate visto parecchie cose la prima volta.
Joe - Parecchie. Montagne. Laghi. Fiumi. Prendevamo possesso di tutto in nome del Re. Io portavo la bandiera - diverse bandiere, si capisce - perch io ho portato la bandiera in nome di diversi Re, capite. Non ricordo i nomi di tutti: Billy il Calvo, Charlie il Grasso, Peter il Cattivo. Cos, mi pare, o qualcosa del genere. Ma non credo che importi,
Welles - E come and che vi decideste a stabilirvi qui?
Joe - Non so. Mi ci ero abituato. Dopo un po' mi sembr stupido andar su e gi. C'era buona gente, qui intorno. Era anche una buona terra.
Welles - E che cosa faceste, poi?
Joe - Molte cose ho fatto. Messo su fattorie, andato in giro a vedere lai terra pi in l, tagliato alberi - un po' alla volta, si capisce. Anche altre cose ho fatto, signor Welles.
Welles - Altre cose, Joe?
Joe - Cacciato. Pescato. (Pausa meditabonda) Suonato la campana.
Welles - Suonato cosa?
Joe - La campana. Suonavamo spesso la campana una volta.
Welles - Perch , Joe?
Joe - Per celebrare. Sapete, noi prendevamo possesso di tutte queste terre in nome del Re. Mai i Re erano troppo lontani per contar molto e dopo un po' non contavano pi niente affatto. Cos cominciammo a fare le cose in nome del Popolo. Era un'idea nuova. Per questo suonavamo la campana.
Welles - Il Popolo. Vale la pena di suonare la campana in nome del Popolo. E adesso c' un'altra idea nuova.
Joe - Visto che si sta parlando del Popolo, permettete che vi presenti un amico mio.
Welles - Piacere, amico. Come avete detto che vi chiamiate?
Joe l'Indiano - Chiamatemi Joe.
Joe - Joe l'Indiano. Ha girato pi di me, lui. Costruito parecchie bellissime citt ai suoi tempi. Vero, Joe?
Joe l'Indiano - Certo.
Joe - Vuol dire qualcosa, Joe l'Indiano. Questo: hanno portato molte cose buone, qui, dall'Europa, dall'Africa e dall'Asia. Ma altre cose buone sono nate qui. Mettetele insieme, vuol dire, e avrete fatto un'altra cosa nuova.
Joe l'Indiano - Nuova marca.
Welles - Proprio quel che stavo per dire,..
Joe - Io lo so cosa stavate per dire, e non c'era niente di nuovo in quello. Ho sentito Bolivair, una volta, che ne parlava in un discorso a Henry Clay e tutti gli altri.
Welles - S. Ma l'idea comincia a realizzarsi appena adesso. Gli Americani delle Americhe desiderano sinceramente e ansiosamente di conoscersi. Per lavorare insieme e combattere insieme. Lascia che si mettano per questa strada e l'America sar riscoperta un'altra volta. Dagli Americani. Joe, credo che tu possa prepararti a suonare di nuovo la campana. (Pausa) Hai qualcosa da dire per concludere?
Joe - Niente da dire. Cos sia. (La musica riprende).
Welles - Tutti, in America, sanno che questa nuova idea di cui discorriamo non ha amico pi sicuro di Henry A. Wallace. Andai a trovarlo a Washington, la settimana scorsa e lo pregai di pronunziare poche parole in occasione d'i questo nostro compleanno d'Americani. Non mi disse che ci avrebbe pensato e che poi m'avrebbe fatto avere un discorso. Prese semplicemente una matita e cominci a scrivere. Ecco qua: (La musica tace) Il Nuovo Mondo in 450 anni ha trasformato lai cultura latina e quella anglosassone 'in qualcosa che possiamo chiamare la Nuova Democrazia. La Nuova Democrazia guarda al futuro, non al passato. Considera come base l'ai ricchezza e la fortuna dell'America. Non esclude il Vecchio Mondo, anzi intende sviluppare la sua forza per aiutarlo. Possa il 12 ottobre essere il simbolo della forza' del Nuovo Mondo e del benessere per tutti i popoli della terra . (Pausa) Signori e Signore, queste parole riassumono la situazione. Ancora buon compleanno a tutti e cento di questi giorni.
(La musica riprende)
FINE
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